I FONDAMENTI DEMOCRATICI DELLA JUGOSLAVIA

Parole di un Patriota sloveno agli italiani


Tre anni fa tutti i popoli di Jugoslavia, senza alcuna distinzione di
nazionalita', di ideologia politica, di credenze religiose, si sono
unanimemente levati per la guerra di Liberazione Nazionale.
Nei territori occupati, i nazi-fascisti hanno sterminato la nostra
popolazione civile. Migliaia e migliaia delle nostre donne, vecchi e
bambini sono rimasti nei campi di concentramento. Centinaia e centinaia
dei nostri connazionali sono caduti come ostaggi e vittime della furia
degli occupanti. Diecine e diecine dei nostri paesi e villaggi sono
stati completamente bruciati, la popolazione decimata ed i valori
rubati.
Piu' la situazione degli occupanti nazi-fascisti diventa disperata,
piu' essi diventano feroci. Ma sulle rovine e le stragi e sotto la
guida del nostro Partito Comunista si e' creato un nuovo validissimo
esercito, terrore delle bande nazi-fasciste e garanzia della nostra
liberazione e del nostro avvenire democratico; si e' temprata la
volonta' combattiva dei nostri popoli affratellati; abbiamo giurato
fedelta' all'idea della nostra guerra di liberazione nazionale e di non
deporre le armi prima che il nemico sia cacciato e prima di essere
sicuri che nessuno dei politicanti fuggiaschi e sfruttatori
anti-popolari ritorneranno ad imporci il loro giogo.
All'inizio della fase decisiva della nostra lotta di liberazione
nazionale, si sono avuti, il novembre scorso, avvenimenti
importantissimi; si e' riunito per la seconda volta il Comitato
antifascista di Liberazione Nazionale jugoslavo (Avnoj) con
rappresentanti democraticamente eletti nelle elezioni popolari,
malgrado lo stato di guerra.
In questa occasione i popoli di Jugoslavia hanno concretizzato, primo
fra i popoli soggiogati, il diritto di ogni popolo all'autodecisione
garantito anche dalla Carta Atlantica, cioe' hanno deciso da soli la
loro sorte, scegliendo la loro futura vita nella Jugoslavia democratica
e federativa e costituendo l'organo supremo legislativo ed esecutivo,
espressione della sovranita' dei popoli e dello Stato jugoslavo.
Sono stati tolti al governo fuggiasco e traditore di re Pietro II tutti
i diritti del governo legittimo, poiche' colpevole della guerra
fratricida della nostra Patria, iniziata dal suo ministro Mihajlovic ed
alimentata dalle forze reazionarie riunite nel seno di codesto governo
anti-popolare. Al re stesso e' stato proibito il ritorno nello Stato
dichiarando che la questione riguardante il re e la monarchia sara'
risolta dai popoli stessi dopo la liberazione di tutti i territori
nazionali. In tal modo, tutte le forze reazionarie sono state
condannate all'unanimita', mentre d'altra parte l'eguaglianza politica
di tutti i popoli jugoslavi, acquistata durante la durissima lotta di
liberazione viene solennemente confermata e garantita.
E' stato nominato il presidio dell'Avnoj, il Comitato nazionale di
Liberazione, il nostro governo provvisorio, per la durata della guerra.
D'ora innanzi le sorti del nuovo Stato sono nelle mani di questo
governo voluto da tutti i popoli democratici jugoslavi.
La piu' importante caratteristica del nuovo governo e' la sua ampiezza
democratica e popolare. Ne fanno parte tutti i ceti, tutte le classi,
tutti i partiti politici antifascisti, coi rappresentanti di tutti i
popoli jugoslavi. La base federativa inoltre garantisce l'uguaglianza
politica di tutti i popoli di Jugoslavia, e facilita simultaneamente al
popolo fratello di Bulgaria di venire a far parte dello Stato potente
democratico e popolare di tutti gli slavi meridionali. E' proprio la
liberta' federativa che fa sorgere fra i popoli di uguali diritti e di
uguali doveri l'unita' e fraternita' jugoslava, conquistata e
suggellata dalla guerra di liberazione.

Il governo e' costituito dai figli migliori dei popoli di Jugoslavia.
Ne e' capo Tito, primo maresciallo jugoslavo, comandante supremo
dell'esercito di liberazione e dei distaccamenti partigiani jugoslavi,
figlio cinquantaduenne di un contadino croato e di madre slovena,
tornitore di professione, combattente senza compromessi per i diritti
del popolo lavoratore. Nella sua persona e' la garanzia che il potere
politico in Jugoslavia e' e rimarra' veramente democratico. E' lui il
vero fondatore dell'unita' di tutti i popoli jugoslavi e della
Jugoslavia democratica.
Tito non e' solo il dirigente della lotta antifascista dei popoli
jugoslavi, ma e' il rappresentante degli sforzi democratici di tutte le
masse popolari di questa parte di Europa. Nemmeno il popolo italiano
acquistera' la sua democrazia vera e propria, se non unificando la sua
lotta di liberazione con quella dei popoli di Jugoslavia.
Fra i nostri potentissimi alleati, il governo sovietico ha per primo
riconosciuto il governo di Tito approvando cosi' in tal modo anche la
sua linea politica. I governi di Inghilterra e d'America hanno esteso
la legge prestito ed affitto anche alla Jugoslavia di Tito. Oggi i
popoli jugoslavi chiedono ai governi anglo-americani che neghino
ospitalita' al governo fantasma anti-popolare di re Pietro, che lo
sconfessino, e riconoscano ufficialmente il governo democratico e
popolare di Tito.
Un entusiasmo senza limiti regna nella patria comune di tutti i popoli
jugoslavi. Si tengono congressi della gioventu', delle donne
antifasciste, dei contadini, degli operai, degli intellettuali, artisti
e scienziati. Da tutte le riunioni affluiscono al governo, ai partiti
comunisti ed ai Comitati di Liberazione Nazionale dichiarazioni ed
approvazioni di tutte le decisioni prese finora dal governo,
espressioni della fiducia nel P.C.J. dirigente esperto e sicuro della
lotta della nazione jugoslava verso la democrazia popolare, e di
devozione a Tito, eroe leggendario, e di condanna unanime della guardia
bianca, dei suoi dirigenti traditori e del governo di re Pietro.
Solo in provincia di Lubiana hanno avuto luogo fra il 1° dicembre '43
e il 15 gennaio '44, nove grandi congressi, 137 riunioni popolari, 537
manifestazioni e centinaia di riunioni locali.

Intanto l'esercito di liberazione nazionale jugoslavo ha
vittoriosamente respinto l'urto furioso della sesta offensiva
concentrica condotta dalle masse corazzate di fanteria naziste,
ustascie, bulgare, del generale Nevic e di Mihajlovic. Da oltre due
mesi e mezzo il nemico si sforza di ottenere qualche successo ma deve
sempre rinnovare le sue "offensive generali" lasciando sul terreno
migliaia di morti e una buona parte di materiale bellico delle sue ben
trenta divisioni attaccanti. Le Brigate e i Distaccamenti partigiani
appoggiano la lotta dell'esercito di liberazione ostruendo le strade,
distruggendo i ponti ed i mezzi di trasporto e facendo saltare linee
ferroviarie e i nodi nevralgici del traffico degli avversari,
attaccando ed annientando la forza viva del nemico senza sosta e
dappertutto. Respinta in parte l'offensiva nemica, il nostro esercito
si e' lanciato subito all'attacco decisivo per realizzare lo scopo
della guerra di liberazione di tutti i popoli compreso nel nostro grido
di combattimento: MORTE AL FASCISMO, LIBERTA' AI POPOLI!
Ecco la situazione in Jugoslavia, Patria democratica di tutti i suoi
popoli. Su tale situazione e' basata la risolutezza e l'orgoglio di
tutti, sloveni, croati, montenegrini, serbi e macedoni, riuniti nel
Comitato di Liberazione nella lotta comune e sotto la guida del Partito
Comunista Jugoslavo.


[ tratto da "La nostra lotta",
organo del Partito Comunista Italiano, novembre 1944.

Vedi anche:

"Saluto ai nostri amici e alleati Jugoslavi", da "La nostra lotta" del
13 ottobre 1944:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3509 ;

"La nuova Jugoslavia", da "La nostra lotta", novembre 1944:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3665 ]