Due lettere da Zagabria

(di Jasna Tkalec)


Zagabria, 28 ottobre 2004

Mio caro amico, avevo deciso che oggi non avrei toccato il computer, e
non lo tocco, no. Avevo pure deciso di non scrivere, tanto meno a te,
che ti ho scritto pure ieri, ma proprio devo raccontarti la giornata.

Sono le ultime belle giornate d’ottobre, che sta per finire, e verso le
due esco sempre (per andare in banca e comprare qualche cosa - il
mangiare per noi e per i cani - o pagare qualche bolletta) cosi mi
sgranchisco un po’ le gambe e guardo cosa sta capitando in questa
città, che a dire il vero mi sta sullo stomaco, mi è stata sempre sullo
stomaco, anche se saranno quest’inverno cinquant’anni che ci vivo (con
più d’un tentativo, mal riuscito, di scappare). Dunque, ieri ero andata
dopo aver sbrigato le cose in banca in città alta ("gornji grad") come
la chiamano qui, e mi sono messa in un caffè sulla piazza di fronte al
mio liceo (classico), che è una costruzione vecchia, ed è proprio una
vergogna che sia ancora in funzione come scuola, ma è proprio cosi...
Anche mio figlio ci era andato, e gli zagabresi ci mandano ancora i
loro figli: i loro soldi li spendono per altre cose, mica per fare
nuove scuole, qua... E leggevo il giornale e mi bevevo il mio caffè in
santa pace, li nel sole tenero d’autunno, e pensavo a questi
cinquant’anni che me ne sono stata qui in questa città che mi è stata
sempre antipatica, dal primo giorno che sono arrivata...

Oggi volevo fare il bis. E sono arrivata nella stessa piazza, ma al
caffè non c’era più il sole e ciononostante, in ottobre, hanno pure
aperto gli ombrelloni (!) e - peggio del peggio - hanno messo una ruspa
in mezzo alla piazza, che fa un rumore infernale, sicchè me ne sono
andata via. E sono scesa per la Via dei Tessitori (Tkalca): una delle
strade centrali, un tempo molto vecchia e mal messa, ma dopo lo
"scoppio della democrazia occidentale" (o forse anche qualche anno
prima) si sono messi a lucidarla e rilucidarla, ed hanno aperto mille
caffè e pure le boutiques con scarpe italiane e roba firmata... e
pensare che una volta era una via piena di ratti, bassifondi e puttane,
ma quando ero giovane era già protetta come monumento storico, anche se
era tutta puzzolente, vecchia diroccata, e cadeva a pezzi. Adesso non
più oscure botteghe ma negozi scintillanti e, come ho detto, mille e un
caffè; e quest'anno l'hanno pure lastricata nuova di zecca.
In tutta Zagabria c'è una spece di «new deal»: quei figli di prete (e
di puttana) venuti al potere hanno trovato il modo di far lavorare i
pezzenti che li hanno votati di nuovo, e fanno venire in città la gente
dei paesi e la fanno lavorare nell'edilizia: lastricano le strade e
cambiano i tubi - d'altronde però le abitazioni per loro "non valgono
un tubo" e cadono a pezzi: un giorno in una strada centrale ho visto
cadere proprio un balcone, pensa!

Dunque, mi sono comprata un libro della Mazzacurati, quell'autrice che
ha vinto il premio Strega nel 2002 con «Non ti muovere» (adesso mi pare
che abbiano pure fatto un film da questo libro con lo stesso titolo), e
mi sono messa a leggerlo. È un libro su di un barbone e si chiama
Zorro, e siccome è sulla vita di un barbone proprio divertente non è...
Io però stavo bene perchè ero sola e sedevo al sole come una lucertola.
Mi godevo l'ultimo sole d'ottobre e il libro ed ecco che ti vengono due
operai di quelli che hanno appena finito di lastricare la strada, con i
pantaloni sporchi di calcinacci e l'orecchino e i tatuaggi, tutto come
si deve, anche la testa rapata a zero. E, appena seduti, uno dei due si
è messo a gridare con tutta la sua forza: "Io voterò per il più grande
ustascia che si presenta, si voterò ustascia!" (La Croazia infatti va
verso le elezioni per la presidenza della Repubblica). E l'altro dái ad
approvare, ma cosi forte che pareva una provocazione... ma purtroppo
non lo era, era sul serio. L'altro si mette a dire : "Che sia ustascia
pure, basta che ci dia i soldi, basta che metta in giro i soldi...
Perchè andare avanti così non si può! Hai visto te, i prezzi sono da
Comunità Europea e le paghe sono quelle dei Balcani..." Allora l'altro
si è messo a dire: come mai ai croati non va mai bene nessuno e sempre
vogliono cambiare, e non riescono a tenersi per un pò nemmeno un
presidente. E l'altro gli risponde che sì, si erano tenuti Tudjman per
dieci anni... Ma poi, ragionando: "Sai, io sono stato nell'HDZ (di
Tudjman) sin dal primo giorno, dal 1991" (sono rimasta sorpresa perche
non gli davo neanche trent'anni) "ma non è servito a nulla – sono stato
licenziato lo stesso e guarda come viviamo adesso". E di nuovo hanno
concluso che bisogna votare ustascia, sì proprio ustascia, per i soldi
che magari verranno.

A quel punto si sono messi a parlare di un caso di cronaca nera: stanno
facendo il processo ad uno che ha ammazzato un prete, ma quel prete
pare abbia prima tentato di stuprarlo, e poi lo hanno accusato pure del
tentato stupro di una ragazza... Ma sono cose che conosco appena, il
mio compagno me le spiega, lui che legge i giornali croati, io non li
leggo mai. E allora si sono messi a dire che: uno cosi bisogna
ammazzarlo, di sicuro. Uno diceva: "Sai cosa gli farei io... Uno così
dopo pregherebbe che lo tengano in galera. Lí almeno rimarrebbe vivo,
mentre io gli farei..." - e giù a bestemmiare e a dire come lo
avrebbero ammazzato o fatto fuori o che ne so io. Si vede proprio che
bruciavano dalla rabbia di far fuori qualcheduno.
Ed io ho pensato: ma guarda un pò che lumpenproletariat schifoso che è
venuto su in questo paese in pochi anni, una cosa disgustosa! Gente
così in Italia va alle partite di calcio ed urla, eppure anche lí ogni
tanto capita che muore o fanno fuori qualcheduno.

Intanto non potevo più leggere la Mazzacurati per via di quel baccano,
e perchè in quel piccolo caffè (questi erano seduti alla mia sinistra)
al tavolino di destra si erano seduti due istriani: si capiva della
pronuncia e dalla sintassi delle frasi, che era tutta italiana. Ho
capito che erano di Motovun (che è un posto nel cuore dell'Istria) e
che fanno i contrabbandieri, anzi i contraffattori di roba firmata
italiana. La donna, anziana quasi quanto me, credo sia stata una
sartina o giù da li; l'uomo, molto più giovane, pareva il capo di
questo traffico: perchè per tutto il tempo ragionavano se occorresse
finire le borse o se fosse lei che avrebbe dovuto finire il lavoro di
taglio, eppoi anche della lavatrice, che bisognava mettere a posto (chi
lo sa, magari comprano roba usata in Italia e poi la lavano e la
vendono ai negozi che tengono il griffato)... e lui tutto il tempo
diceva che domani sarebbe partito per Bologna, e che qui si butta
troppa roba da mangiare, che sua figlia ne compra troppa per tenerla in
quel bugigattolo di cinquanta metri quadri dove stanno ad abitare con
tutta la roba, e che lui si sarebbe messo a controllare quanta roba da
mangiare comprano, perchè è troppa e va a male ed era anche troppa
l'ultima volta che era andato a Bologna - chi lo sa, gente così magari
si compra la benzina in Italia e mette anche quella nelle taniche e se
la porta dietro, anche se è pericoloso, pensavo...

E naturalmente nel frattempo delle mie letture non ne è stato più
nulla, perchè la Mazzacurati scriverà pure bene, ma di un mondo che
(pur nello stile moderno) dovrebbe assomigliare ormai a quello di
Hijeronimus Bosch o magari a quello di Gorkij di "Infanzia" o "Le mie
Università" o "Klim Samgin". Ma erano pure, questi di Gorkij, dei
bellissimi libri, che hanno descritto in modo irripetibile una Russia
unica ed irripetibile, una Russia che non ci sarà mai più: quella dei
«narodnovoljci», i populisti, e quella di artisti, sognatori ed
eretici, ed anche la Russia dei miseri e dei derelitti che pure c'è
anche oggi. Ma ho pensato: io, gli ultimi momenti di sole, gli ultimi
momenti del giorno e anche della mia vita non li devo passare a
guardare i quadri di Bosch o a sentire brutti discorsi o discorsi da
stupidi o da contrabbandieri. E me ne sono andata via. Ed è pure vero
quello che mi aveva detto mio figlio la mattina: ma chi se ne frega
della campagna sulle foibe, cara mamma: qui (in Italia) la gente deve
penare per sopravvivere, deve pensare a come arrivare alla fine della
giornata o alla fine del mese, e non è delle foibe che si preoccupa...


Zagabria, 31 ottobre 2004

Solo ora mi sono ricordata l’esatta parola italiana per l’immagine del
mondo che oggi si vuole inculcare nella testa della gente, soprattutto
dei giovani: pasticcio. È un pasticcio totale, dove tutto è raccontato
e capito all’inverso di come è.
Leggo i documenti della Conferenza dei partiti comunisti ad Atene
(settembre 2004) e la solidarietà espressa con i paesi dove i comunisti
sono perseguitati ed incarcerati. Ma mi sai dire in Europa qual è il
paese dove i comunisti non sono, se non proprio incarcerati e
perseguitati con la polizia, apertamente, quantomeno controllati dai
servizi segreti, discriminati politicamente, socialmente, dal punto di
vista del lavoro, della carriera professionale e del posto nella
società!? Si cerca in tutti i modi di rendere opaca la loro attività,
di presentarli come “ultimi pazzi”, come gente fuori di testa,
dinosauri sopravvissuti alla grande alluvione, che vengono a riproporre
idee obsolete, liberticide e, in definitiva, criminali nonchè
violente...
Per rendere plausibile tutto questo, bisogna naturalmente creare la
mentalità e far vedere che i comunisti provengono da una situazione di
scelleratezza collettiva, da inganni epocali, da lotte tanto crudeli
quanto inutili e nocive: lotte condotte da gente senza scrupoli, che si
serviva di ignoranti e di illusi o persone a corto di comprendonio, per
perseverare nei suoi intenti criminali, che turbano e turbavano
l’ordine prestabilito.
Non importa minimamente se quell'ordine fu scombussolato
dall’aggressione nazi-fascista e se fu proprio il nazifascismo ad
usurpare ogni possibilità di ordinaria tranquillità non soltanto
dell’Europa, ma del mondo intero. Dunque, per riuscire in questa
operazione globale di distorsione della verità, messa in campo già da
anni ma che si intensifica col tempo e con le nuove esigenze politiche,
era ed è necessario tuttora mostrare l’antifascismo e la Resistenza
come cose sbagliate, inutili ed eccessive, come uno spargimento di
sangue superfluo e crudele! Via Rasella? Superflua! L'eccidio delle
Fosse Ardeatine? Colpa di quegli sconsiderati che buttarono la bomba...
La Resistenza superflua, la lotta partigiana, in qualunque posto, idem.
In definitiva hanno esagerato, tanto che hanno fatto dire persino ad
Andreotti, rivolto ad uno di estrema destra, penso fosse Gasparri: "Ma
se non ci fossimo stati noi, non ci staresti nemmeno tu in quel posto
in cui stai ora!"

Quando i vincitori sono diventati sconfitti, le parti non sono
diventate soltanto interscambiabili, ma sono state proprio scambiate! I
liberatori sono diventati dominatori, poi usurpatori, assassini
macchiatisi di delitti orripilanti... Vale per i titini a Trieste come
per l'occupazione sovietica dei paesi baltici - e si dimentica che la
minoranza russa in quei paesi, maltrattata del resto, non è il prodotto
soltanto degli ultimi cinquant’anni, poichè questi paesi facevano parte
anche dell’impero zarista, il che non vuol dire che la cosa fosse
giusta, ma era un fatto -, vale per la Resistenza in Italia, in
Francia, in Grecia soprattutto... Allo stesso tempo, tutte le carognate
fatte dai fascisti e dagli imperialisti in tutte le parti del mondo -
in Algeria dai Francesi o in Indocina, le nefandezze che hanno subito
vari popoli africani ed asiatici da parte dell’imperialismo inglese
ecc. ecc. - risultano nulla in confronto alle "cose selvagge" che
avrebbero commesso i locali detentori del potere, dopo che questi paesi
ebbero cacciato via i loro "cari" colonizzatori, "che li istruivano, li
avviavano verso il progresso" e "li difendevano" sia da loro stessi
(visto che tutti siamo immaturi e ignoranti) sia dai comunisti e dalla
loro influenza nefasta! Questa è la nuova visione del mondo che si
insegna (purtroppo globalmente) alle giovani generazioni, ma anche agli
adulti opportunisti.

Guardando la TV, non soltanto italiana e non soltanto Vespa, mi rendo
conto della forza dell’attacco e della quasi totale impossibilità di
venire a capo di una tale inondazione di bugie e diffamazioni. Però,
nel loro entusiasmo illimitato per le nuove tecniche che trasformano la
gente in zombi senza cervello, qualche volta questi non si accorgono
nemmeno che stanno svelando le tattiche preziose ai loro scopi. Oggi,
ad esempio il famoso Canal5 francese - non uno dei peggiori -, parlando
delle elezioni in Ucraina, dove si aspettano i risultati del
ballottaggio, ha parlato di “rivoluzione e rivolta pacifica” messa in
campo sia a Belgrado, nell'autunno del 2000, sia in Georgia contro
Shevarnadze, con l'aiuto dell’Unione Europea e dei suoi emissari...
Hanno fatto vedere come i membri dall’associazione belgradese OTPOR
siano stati in contatto con organizzazioni dello stesso tipo in Georgia
(KMARA), e come adesso già stiano prendendo contatti analoghi in
Ucraina (PORA), per entrare in gioco nel caso fosse necessario – se per
caso il "popolo sconsiderato" e "poco avvezzo alla democrazia"
scegliesse un tipo simile a Lukasenko, cioè se si ripetesse un'altra
Bielorussia... A parte la situazione bielorussa, che personalmente non
trovo splendida, come si può dichiarare in nome della democrazia,
apertamente e senza vergogna, che l’Europa ha i mezzi per reagire in
maniera efficace e "nonviolenta" (con ribellioni orchestrate contro i
risultati delle elezioni) contro i "dittatori non graditi"? E tutto
questo in nome della democrazia, dei diritti dell’uomo e del cittadino,
promulgati dalla Rivoluzione francese, che, in una tale
interpretazione, diventano proprio quello che disse Robespierre poche
ore prima della sua caduta: mostri sanguinari! Perchè queste rivolte
orchestrate, anche se non finiscono nel sangue immediatamente,
finiscono con il causare la disperazione della stragrande maggioranza
dei cittadini di quei paesi, cittadini che comunque non avevano scelto
a maggioranza quello che l’Europa - o più esattamente: i servizi
segreti occidentali - hanno pagato ed organizzato per loro. Per
l'organizzazione di una cosa simile - l'hanno detto loro stessi - a
Belgrado ci è voluto un anno intero; in Georgia, dove era stata
applicata la tattica già sperimentata a Belgrado, le cose sono filate
più liscie; e si spera (nel caso si dovesse applicare la stessa tattica
anche li) che lo stesso succederà in Ucraina: gli specialisti
belgradesi (Otpor) hanno già i contatti giusti...

E fin qui sarebbe tutta normale amministrazione, se a questa offensiva
dell’imperialismo nelle teste della gente, in primo luogo o almeno
simultaneamente alle invasioni dei paesi, non dessero man forte anche
le organizzazioni, gli intellettuali e i personaggi di spicco della
sinistra o di una certa sinistra o di quel che resta della sinistra che
ha accesso ai media.
È una cosa triste ed indegna che un Sergio Romano e persino uno come
Bettizza su certi argomenti dicano cose più esatte e meno distorte dei
politici di sinistra! E non è senza significato nemmeno il fatto che
nella libreria (una importante, diciamo così) dove io compro e ordino i
libri italiani c’è uno scaffale intero di libri di Bettizza...

Per quanto riguarda il litigio fra Fini ed il presidente del governo
croato a proposito della Dalmazia: la Croazia non merita di essere
difesa, tanto meno il suo presidente. Nessuno le cambierà i confini, ma
essa è e rimarrà un paese sotto la dominazione del capitale straniero,
delle banche straniere, delle politiche straniere, americane ed
europee, messe in atto nei Balcani, dove essa ormai non conta più di un
territorio di transito, di compravendita e di scarico di rifiuti.
L’altra sponda dell’Adriatico era già stata storicamente territorio di
scontro e di competizione degli imperialismi germanici e d'oltremare.
Purtroppo, sempre hanno vinto gli interessi del contendente più forte -
nel caso attuale: della Germania. Comunque, dall’altra parte del mare
non si ha più da difendere nulla e nessuno: quelli che stanno al potere
e coloro che li hanno votati hanno esattamente quello che hanno voluto.
Qui, i governi di destra sono stati votati non so quante volte, in ogni
caso moltissime, e non sono soltanto prodotto di una congiura vaticana
o della Cia... Sono proprio il riflesso dello “statu mentis” di questa
gente. Quanto agli ex capi comunisti, cioè del partito al potere, se
erano e se sono colpevoli di questo fatto - che qui non ci sia più
nulla e nessuno a cui affidarsi - lo dimostrerà la storia. Io sono
convinta che siano colpevoli, e molto, ma adesso un discorso del genere
è acqua passata...

Comunque, la situazione in Croazia è stata sempre una situazione molto
difficile e complicata, per via di moltissimi fattori, dalla
composizione bi- e pluri-etnica (bi- e pluri-religiosa) della
popolazione (composizione di cui non è rimasta più traccia), alla
influenza della chiesa o delle chiese su strati vasti di popolazione
rurale e non solo rurale, passando per l'arretratezza delle sue genti,
che è endemica e costituzionale, e per la labilità politica, sociale e
psicologica della sua impropriamente chiamata “intellighenzia”. Tracce
indelebili le hanno poi lasciate anche gli eccidi verificatisi durante
la Guerra di Liberazione: l'esistenza degli orrendi campi di
concentramento tenuti dalle milizie di partito (ustascia), i delitti
perpetrati nello scontro più recente, nonchè la posizione della chiesa
locale, molto specifica e assai diversa da quella ufficiale, che
differisce cioè anche da quella del Vaticano. È tutto uno strato di
gentucola, piccola borghesia bottegaia, con mentalità arretrata,
provinciale e super-reazionaria, che ha sempre visto l’esempio più alto
nella piccola borghesia tedesca - quella che ha partorito il mostro del
nazismo, e in cuor suo non si è mai pentita. Così non si sono mai
pentiti nemmeno i croati, e non si sono abbastanza vergognati nemmeno
degli ustascia e dei loro delitti. Per questo tutto si è potuto
ripetere.

Questa situazione difficile, a dire il vero, è perdurata nella Croazia
dal 1945. Le vipere erano ancora sotto le pietre e i sassi, soltanto
che i dirigenti comunisti della Croazia, molto ubbidienti e molto
fedeli, si sono seduti su quelle pietre - pietre tombali della
Rivoluzione in fasce - con i loro culi di piombo da burocrati del
partito, e queste vipere per un po' non sono potute uscire... Ma con il
terremoto del "crollo del muro" le pietre si sono mosse, le vipere e le
serpi sono uscite fuori, ed hanno strangolato tutto quello che c’era di
bello e di progressista in quest’area. Del resto, tutti quelli che
hanno potuto sono fuggiti, ed il paese ha subito il suo destino.
Per il momento è un caso senza speranza. L’unica magra consolazione
potrebbe essere rappresentata dal fatto che i nostri non sono i soli a
vivere in questa condizione. ll mondo d’oggi è pieno di paesi disperati
come questo: se son gobbo non son solo, vado in piazza e mi consolo –
si diceva una volta.
Ecco, caro amico, questo per chiarirti un po’ di più la situazione qui,
che si riflette e si era sempre riflettuta sulla situazione jugoslava e
regionale.