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Arhiva : : Decembar 2004.
Bronzanom junaku odsecaju glavu

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Decapitato l'eroe di bronzo


Quello che i feroci ustascia non avevano osato fare nemmeno in sogno
fintantoché era vivo, sono riusciti a farlo i loro rampolli, ai danni
della statua di bronzo di Tito, alcuni giorni fa a Kumrovec – hanno
decapitato la statua!

Durante la Guerra di Liberazione, ed anche negli anni successivi,
costoro si tenevano quanto più lontani possibile da lui, dai partigiani
e dai comunisti, mentre compievano infami azioni contro la popolazione
inerme in Croazia ed in Bosnia- Erzegovina. Le loro più grandi "lotte"
hanno condotto a Jasenovac, dove hanno ucciso più "nemici" che
qualunque esercito regolare nella II Guerra Mondiale! I partigiani nel
1945 non ritenevano che gli ustascia si sarebbero arresi, ma pensavano
che sarebbero andati nel bosco a continuare la loro guerriglia per la
loro "Bella nostra..." ["Bella nostra patria" è l'inno della Croazia
"indipendente", ndt] Invece questi "eroi", quelli sopravvissuti
s’intende, se la sono svignata, oltre la frontiera, con a capo il loro
"valoroso" duce e per "la via dei topi" della Chiesa romano-cattolica
[le famigerate Ratlines, vedi:
https://www.cnj.it/documentazione/ratlines.htm , ndt] sono scappati
oltre l’Atlantico, sotto le gonne di quello Stato che già all’epoca
iniziava a raccattare questa gentaglia per la lotta contro il
comunismo: gli USA.

Per decenni, dalle loro basi americane e da quelle vaticane, hanno
tentato di ammazzare, bruciare e distruggere tutto quello che nel mondo
sa di jugoslavo, e in verità raramente nel nostro Paese [vedi ad
esempio la cronologia degli attentati in Australia:
https://www.cnj.it/documentazione/ustascia.htm ].

Tito dette loro la caccia in tutto il mondo. Alcuni sono stati
acciuffati, molti che hanno tentato di infiltrarsi nel Paese per
continuare ad uccidere e mettere a ferro e fuoco il nostro paese, hanno
finito la loro vita da criminali sotto le pallottole della Polizia e
dell’Esercito Popolare Jugoslavo (JNA). Hanno tenuto per tutto quel
tempo i loro collaborazionisti nel nostro paese, perché il nazionalismo
croato, radicato da secoli, si sradicava con difficoltà.

Il loro forte sostegno veniva dagli USA e dal Vaticano, paesi guida
dell’anticomunismo nel mondo. Il tentativo di appropriarsi del potere
in Croazia, durante "la primavera croata" nel 1970, fu duramente
bloccato da Tito, dalla Lega dei Comunisti Jugoslavi e dall’JNA. I loro
leader sono stati processati e condannati [di solito a qualche anno di
patrie galere, ndt].

Però, costoro non hanno perso tempo, subito nel 1991, e di questo
possono ringraziare la debolezza del governo traditore e della LCJ.

Gli ustascia sopravvissuti e i loro rampolli sarebbero ritornati a
bordo di aerei ultrasonici militari in Croazia. L’HDZ [il Partito
secessionista di estrema destra di Tudjman e dell'attuale premier
croato, ndt] e lo stesso Tudjman hanno resuscitato il cosiddetto Stato
Indipendente Croato [del 1941 – 1945], eccetto il lager di Jasenovac. E
tuttavia i serbi ed i comunisti sono dovuti ugualmente scappare dalla
Croazia. Invece di Jasenovac c'è stata l'operazione "Lampo" e la
"Tempesta", "eroiche" battaglie nelle quali non è stato sparata neanche
una pallottola ne' dall’Esercito croato ne' da quello della R. Serba di
Krajina: i cetnici [nazionalisti serbi, ndt] fuggivano all’impazzata,
mentre gli ustascia "frenavano" la loro fuga per non raggiungerli!
Perché la cosa non finisse senza spargimento di sangue, fiamme e fuoco,
gli ustascia ammazzavano tutti i serbi rimasti, in prevalenza persone
anziane che non volevano abbandonare le loro case bruciandole poi.
Altrimenti, che guerra patriottica sarebbe stata, senza aver ucciso
nemmeno un nemico?

Giacché non sono rimasti partigiani e comunisti vivi per contrastarli,
gli ustascia si sono scagliati contro i monumenti ai caduti. Nella
"guerra patriottica" [in Croazia] sono stati devastati circa 3.000
monumenti ai caduti nella Guerra di Liberazione. Ora all’ordine del
giorno si è arrivati al monumento di Tito. Ciò dimostra che il governo
in Croazia si è soltanto verbalmente dissociato dalla politica
ustascioide dell’HDZ, mentre di fatto la sta coerentemente applicando.
Questa è una politica anticomunista e antisocialista.
Perciò, le dichiarazioni ufficiali dei leader politici e del governo,
con le quali si condanna questo atto "vandalico" a Kumrovec, vanno
intese solo come operazioni di marketing politico pre-elettorale,
perché si sa che la maggior parte dei cittadini croati tuttora
sinceramente stima e rispetta Tito e la sua opera.

La consapevolezza che Tito sia uno dei più grandi statisti, non
soltanto croato ma anche di tutti i popoli jugoslavi, non si può
distruggere minandone il monumento. È passato quasi un quarto di secolo
dalla sua morte, ma lui ancora eccita e motiva la maggior parte degli
ex cittadini jugoslavi, che pensano con nostalgia e orgoglio a lui ed
al bel tempo vissuto in pace. Questa non è più soltanto nostalgia. Si
ricomincia ad "andare coi partigiani". In tutte le ex repubbliche
jugoslave stanno spuntando organizzazioni che portano questo grande
nome – Tito.
La gente comincia a comprendere che in esse militano molte di più
persone che non tra gli ustascia, i cetnici, i bielogardisti, i
balisti, ed altri fascisti.
Ma soprattutto, queste persone son ben di più di quella minoranza di
ladri e saccheggiatori dei loro propri beni collettivi.

Queste persone non sono guidate soltanto dall’antifascismo ma anche
delle idee socialiste, che in gran parte furono realizzate nella ex
Jugoslavia socialista. La privatizzazione senza scrupoli, che priva dei
fondamentali diritti umani – il diritto al lavoro e all’ autogestione -
influisce sulla consapevolezza che è necessaria una lotta organizzata
contro i due mali peggiori attualmente esistenti sul territorio dell’
ex RSF di Jugoslavia: il capitalismo ed il nazionalismo.

Perciò dobbiamo aspettarci che di fronte a tutto questo, le forze
nazionaliste e capitaliste in Croazia, come anche nelle altre ex
repubbliche jugoslave, risponderanno come gli ustascia hanno fatto a
Kumrovec. Però, personalmente ritengo che l’evento di Kumrovec aumenti
il numero dei titoisti e rinforzi in loro la consapevolezza che si
doveva esser più determinati e più risoluti nella lotta, dal 1980 in
poi, per "Tito anche dopo Tito!"

Stevan Mirkovic, Direttore Centro Tito, Belgrado, Obilicev venac 4/V

(traduzione a cura di Ivan per il CNJ)