La situazione nel territorio di Drvar (Bosnia-Erzegovina)

Con la creazione della Bosnia "modello Dayton", il territorio di
quello che era il Comune di Drvar (città il cui territorio
amministrativo comunale copriva i villaggi fino al fiume Una, al
confine con la Croazia - Martin Brod ed altri - e che nel 1991 contava
18000 abitanti e quattro grandi industrie) si è ritrovato squarciato
tra diversi "cantoni" della Repubblica di Bosnia-Erzegovina (parte
nella federazione croato-musulmana, parte nella Repubblica Srpska) e
qualche "contea" dello Stato croato.

Oggi troviamo infatti: alcune circoscrizioni nel cantone di Bihac; la
città di Drvar sta nel cantone erzegovese (bosniaco-croato) di
Livanjski (che rischiava di diventare parte integrale della Croazia
e, tra l'altro, è tuttora sotto fortissima influenza della Croazia);
altri villaggi ad est di Drvar sono nella Republika Srpska; 2-3
villaggi lungo il fiume Una, a una decina di Km, sono oggi in
Croazia!...
Cosicchè la gente di Drvar, per i documenti d'anagrafe, oggi deve
andare a Bihac - nel "Cantone Una-Sana" - mentre i documenti catastali
sono situati nella cittadina stessa...

Gli abitanti del villaggio di Veliki Cvjetnic (oggi nel Cantone
Una-Sana, ma un tempo facente parte del comune di Drvar) alla fine del
2004 hanno fatto causa allo Stato di Croazia, chiedendo il
risarcimento per i danni causati a 150 case ed altri edifici da
parte dell'esercito regolare croato, nell'autunno del 1995 - dopo la
fine dei conflitti armati!
"Quando dovemmo fuggire dal villaggio [dopo l'operazione di pulizia
etnica 'Tempesta' dell'agosto 1995] lasciammo tutti i nostri beni; e
dopo esserci tornati, abbiamo trovato tutto distrutto e raso al suolo"
- ha dichiarato uno degli abitanti di Cvjetnici, Rade Pilipovic. Sui
muri delle case sono ancora oggi presenti i segni del passaggio
dell'esercito regolare croato: "Srbe na vrbe" ("Serbi ai salici",
ovvero "a testa in giù"), e poi firme-ricordo ("Velebitski vilenjaci",
"Cutirini iz Zemunika", "Bojna iz Posedarja"), nonchè: "Qui è Croazia".
Gli abitanti di questo villaggio affermano che il presidente croato
Stipe Mesic, un anno e mezzo fa, aveva personalmente promesso
aiuto per la ricostruzione delle case, ma finora non se ne è fatto
niente.

In una sezione della circoscrizione di Martin Brod, Veliki Cvjetnic
appunto, prima del conflitto c'erano 400 abitanti, di cui solo 100 sono
ritornati - prevalentemente i più anziani.

L'associazione dei Serbi rientrati, sulla base di una petizione di
4.500 cittadini del Cantone Livanjski, chiede un referendum per la
secessione dal Cantone stesso e per l'integrazione nella Republika
Srpska, a causa del comportamento discriminatorio del governo del
Cantone.
La sezione degli operai disoccupati dell'associazione ribadisce
che la dirigenza cantonale non ha fatto alcunché per provvedere
all'accesso sui posti di lavoro nelle ditte locali - che sono
state, tra l'altro, privatizzate ed acquisite da un riccastro croato,
in un modo selvaggio ed illegale, davvero mai visto.
Un altro si è invece impossessato della maggioranza della quattro
suddette grandi industrie di Drvar...

[ Tratto da informazioni trasmesse da DK, che ringraziamo. Tra le fonti
si segnala:
http://www.zdravstvo-srpske.org/dr/home/istina.htm
Revisione del testo a cura di AM ]