DALLA PARTE DI CUBA

1. NOTA STAMPA DELL'AMBASCIATA DELLA REPUBBLICA DI CUBA IN ITALIA
(23/5/2005)
2. L'ITALIA E CUBA. REALTA' E STRUMENTALIZZAZIONI (Radio Città Aperta)
3. Le " relazioni pericolose" tra Reporter Sans Frontieres e la Cia
(di Thierry Meyssan)
4. Una alleanza tra radicali e Mussolini sostiene i gruppi della
destra filo-Usa a Cuba

5. Intervento pronunciato dal presidente Fidel Castro all'inizio della
Marcia del Popolo Combattente contro il Terrorismo


=== 1 ===

NOTA STAMPA DELL'AMBASCIATA DELLA REPUBBLICA DI CUBA IN ITALIA

In base alle norme internazionali ed agli accordi bilaterali, nessun
cittadino può entrare nel territorio di un altro Stato senza aver
previamente ottenuto un visto, qualunque sia il motivo del viaggio:
per turismo, per lavoro, per studio o anche per ragioni di salute.

Naturalmente, la Repubblica di Cuba ha un proprio regolamento
migratorio assistito dagli strumenti giuridici che il paese si é dato.

Recentemente, gli organi di stampa italiani Corriere della Sera e La
Repubblica, entrambi al corrente dei regolamenti esistenti nel nostro
paese concernenti lo svolgimento dell'attività giornalistica da parte
di professionisti stranieri, hanno mandato a Cuba dei loro inviati
provvisti soltanto di tessera turistica con la deliberata intenzione
di violare i suddetti regolamenti, come é stato ampiamente dimostrato
dal modo di agire di tali inviati nel territorio nazionale cubano
dove, fin dal primo momento, essi hanno svolto attività giornalistica.
Nessuno dei due inviati rimpatriati aveva chiesto il corrispondente
visto per l'ingresso nella Repubblica di Cuba.

Di conseguenza, le autorità cubane competenti hanno proceduto ad agire
in base alle leggi vigenti che regolano l'esercizio dell'attività
della stampa estera a Cuba.

Entrambi gli organi di stampa, nel violare le leggi di un altro Stato
e in aperta provocazione verso le nostre autorità, hanno con ciò dato
dimostrazione di un atteggiamento irresponsabile. Per quanto riguarda
il Corriere della Sera, il caso é ancora più grave dato che tale
quotidiano aveva ricevuto un chiaro segnale secondo cui le autorità
cubane non avrebbero permesso l'ingresso nel paese di un inviato che
non avesse presentato neanche la richiesta diaccredito, come occorso
in una precedente occasione, quando un altro giornalista dello stesso
organo di stampa era stato reimbarcato.

Il trattamento informativo dato a tali fatti ha scatenato una nuova
campagna contro Cuba, facendo intendere all'opinione pubblica che era
stato impedito a due giornalisti l'esercizio della loro professione,
mentre si é taciuto sui veri motivi che hanno provocato il loro
rimpatrio, e cioè la violazione delle leggi del nostro paese. E'
inoltre passato sotto silenzio il comportamento disonesto,
manipolatore e poco obiettivo che, come in tante altre occasioni,
viene applicato contro Cuba dai mezzi di informazione.

A differenza di quanto sopra segnalato, organi di stampa italiani (tra
cui un importante canale televisivo) che, nel rispetto dei regolamenti
vigenti, hanno fatto richiesta di inviare un loro gruppo per svolgere
attività giornalistica in questo periodo, hanno ottenuto
l'autorizzazione ed il relativo visto. Ciò pone in evidenza
chiaramente la nostra disponibilità ad accogliere e a lasciar lavorare
ogni professionista che agisca seriamente rispettando le istituzioni e
le leggi cubane.

Roma, 23 maggio 2005


=== 2 ===

L'ITALIA E CUBA. REALTA' E STRUMENTALIZZAZIONI

La campagna contro Cuba ridà spazio allo squadrismo fascista. Il flop
dei radicali. I due pesi e due misure del governo italiano. Cosa farà
l'Unione Europea?

In questi ultimi giorni, le relazioni tra l'Italia e Cuba hanno
subito una escalation ampiamente prevista ma non per questo meno violenta.

La natura della Conferenza dei gruppi anticastristi a l'Avana

- Una parte del mondo politico e giornalistico italiano aveva deciso
di sostenere apertamente l'Assemblea per la promozione della società
civile a Cuba messa in campo il 20 maggio dai gruppi anticastristi
cubani più legati all'amministrazione Bush. Nonostante le vistose
dissociazioni di altri esponenti del "dissenso", preoccupati della
deriva estremistica della conferenza, dell'appoggio dei gruppi
paramilitari di Miami e dell'appiattimento sulle posizioni USA
dell'evento, alcune forze politiche e giornali italiani non hanno
esitato ad appiattirsi in modo piuttosto miope quanto strumentale con
l'operazione messa in cantiere dall'amministrazione Bush contro Cuba,

Il Corriere della Sera si è prestato ad una operazione politica degli
Stati Uniti

- Alcuni quotidiani italiani - in particolare il Corriere della Sera e
la Repubblica - avevano deciso di forzare la situazione inviando per
vie traverse e non ufficiali dei giornalisti che potessero seguire la
conferenza a l'Avana. La scelta dei due quotidiani ha privato i
colleghi espulsi della copertura legale necessaria a poter svolgere il
loro lavoro nel quadro di relazioni "normali". Se da un lato a Cuba
viene ancora impedito dalla politica degli USA e della miopia europea
di poter essere un paese "normale", dall'altro la neutralità
professionale del giornalista viene meno quando si presta -
consapevolmente o meno - ad una imboscata politica. Non è successo
solo a Cuba. Succede ripetutamente all'aereoporto Ben Gurion di Tel
Aviv (dal quale si viene espulsi sue due piedi se l'obiettivo del
viaggio non è consono alle esigenze di sicurezza della autorità
israeliane) ma succede anche nelle strade e nelle piazze del nostro
paese quando i funzionari dell'oridne pubblico sempre più spesso non
sembrano affatto "rispettosi" dei nostri tesserini da giornalisti
individuando nei soggetti più l'attivista politico che l'operatore
dell'informazione (non è accaduto solo a Genova nel 2001, accade più
frequentemente di quanto si immagini).
Che il Corriere della Sera abbia scelto di partecipare all'imboscata
politica del 20 maggio a Cuba, lo dimostra l'allestimento preventivo
delle prime due pagine del giornale di sabato 21 sull'avvenimento.
Tanta "sensibilità" alla situazione di Cuba non è affatto casuale. La
direzione del Corriere aveva predisposto il giornale ad una funzione
politica anticubana. L'espulsione del collega Battistini è stata solo
un incidente che ha arricchito una cronaca ed un posizianamento
politico-editoriale già predisposto in anticipo. A questo punto la
deriva filo statunitense del Corriere della Sera, dovrebbe cominciare
a preoccupare il nostro paese un pò più della vicenda Battistini.

Il flop della manifestazione del Partito Radicale

- A Roma e a Milano, per il 20 maggio erano state annunciate
manifestazioni sotto l'ambasciata e il consolato cubani sia da parte
del Partito Radicale sia dai "neo" fascisti di Azione Giovani (il
"post" è stato ormai superato dal brusco ritorno alle origini di AN).
Queste manifestazioni si sono rivelate un clamoroso flop in quanto
oscurate dalle contromanifestazioni in solidarietà con Cuba avvenute a
Roma, Milano e Firenze e da una sovraesposizione mediatica assai
maggiore data al caso Battistini. Ma il fallimento delle
manifestazioni dei Radicali e dei fascisti non sta solo nel loro
oscuramento. Essi hanno infatti dovuto misurarsi con la realtà
rappresentata da un movimento di solidarietà con Cuba estremamente
deciso, liberato dalla logica eurocentrista e profondamente connesso
con i movimenti sociali a livello internazionale che, nel mondo e in
modo particolare in America Latina, hanno una percezione assai diversa
di Cuba e su Cuba di quanta se ne possa avere in Europa. La
contromanifestazione di solidarietà con Cuba organizzata all'ultimo
momento sotto l'Ambasciata, ha sovrastato, allontanato e interdetto
quella dei radicali che si sono dovuti tenere a distanza dall'entrata
dell'ambasciata davanti alla quale campeggiavano invece gli striscioni
contro il blocco USA, per la libertà dei cinque patrioti cubani e
cartelli di solidarietà con Cuba.

- La campagna contro Cuba ha ridato spazio anche allo squadrismo fascista

I fascisti hanno provocato ancora una volta una gazzarra davanti
l'ambasciata cubana con un blitz non autorizzato che ha potuto godere
dell'inerzia delle forze dell'ordine. Iniziativa e modalità queste
impensabili davanti a qualsiasi ambasciata straniera. Se
all'Ambasciata USA o israeliana qualcuno avesse cercato di fare
altrettanto, sarebbe stato oggetto di una repressione immediata e
feroce sia da parte delle forze dell'ordine sia da parte della
sicurezza dell'ambasciata. I fascisti hanno invece dovuito subire solo
degli spruzzi d'acqua da un pompa da giardinaggio e l'affronto di tre
attivisti tre (italiani) del Comitato 28 giugno che li hanno
contrastati apertamente davanti al cancello dell'ambasciata. La
reazione dei fascisti è stata la più tradizionale calci e insulti
contro uno tre attivisti che aveva buttato via il loro volantino.
Anche in questo caso le forze dell'ordine hanno lasciato fare i
fascisti per poi intervenire contro gli esponenti del Comitato 28
giugno identificandoli per "disturbo a manifestazione non autorizzata"
?! Un paradosso: una manifestazione non autorizzata e aggressiva
contro una sede diplomatica non solo non viene fermata dalle forze
dell'ordine ma non può nemmeno essere disturbata.
Verrebbe da chiedersi cosa accadrebbe se qualcuno cercasse di
generalizzare questa modalità di manifestazione all'ambasciata USA di
via Veneto.

Le ripercussioni diplomatiche nei rapporti tra Italia e Cuba. Due pesi
e due misure?

Il Ministro degli Esteri Fini, è stato estremamente tempestivo nel
condannare Cuba per l'espulsione di Battistini. Mentre i suoi ragazzi
attaccavano l'ambasciata Cubana a Roma, il ministro non poteva essere
da meno. Non ricordiamo alcun intervento del Ministero degli Esteri
quando nel 2002 furono espulsi all'areoporto di Tel Aviv Luciana
Castellina, Vittorio Agnoletto ed altri esponenti dei movimenti
italiani che intendevano recarsi in Palestina devastata dai carri
armati di Sharon. Nè quando due giovani ricercatori italiani
provenienti dal Chiapas furono espulsi dagli USA qualche anno fa.
Insomma la manifestazione muscolare del Ministro Fini non sfugge al
mefitico schema dei due pesi e delle due misure nè, ed è ancora
peggio, ad un servilismo verso gli Stati Uniti che sembra contagiare
anche qualche pezzo del centro-sinistra ma che incontra la crescente
ostilità dell'opinione pubblica italiana ed europea.

Cosa farà l'Unione Europea?

A giugno l'Unione Europea dovrà aggiornare la sua posizione comune
adottata contro Cuba. E' probabile che un vasto arco di governi e
forze politiche europee sfrutterà l'occasione per accentuare le
sanzioni contro Cuba ed appiattirsi ancora un pò di più
sull'escalation dell'amministrazione Bush contro l'isola. Potrebbero
però sottovalutare due questioni:
1) i loro interlocutori tra i gruppi del "dissenso" cubano (Osvaldo
Payà, Manuel Cuesta Morua) si sono dissociati dalla conferenza
dell'Avana e si ritroveranno in balìa dei gruppi estremisti
filostatunitensi
2) Cuba sta dimostrando di poter fare a meno dell'Unione Europea. Le
relazioni con il resto dell'America Latina, con la Cina, con l'India
cominciano a rappresentare una alternativa reale al ricatto degli USA
e dell'Unione Europea.

Le relazioni internazionali sembrano orientate verso un maggiore
policentrismo che sta logorando il monopolio mondiale delle vecchie e
nuove potenze coloniali...e imperialiste. Forse un altro mondo sta
diventando più possibile di qualche anno fa.

di Redazione - www.radiocittaperta.it


=== 3 ===

Le " relazioni pericolose" tra Reporter Sans Frontieres e la Cia

di Thierry Meyssan*

Reporters sans frontières gode, in Francia, di un onorevole
reputazione, mentre i media latino americani l'accusano di essere
assoldato dalla NED/CIA. L'associazione raccoglie più di 2 milioni di
euro all'anno grazie al pubblico francese che contribuisce
economicamente ad aiutare i giornalisti oppressi nel mondo. In realtà,
solo il 7% del budget totale di RSF è destinato alla sua missione
principale. La vera attività dell'associazione, da quando ha firmato
un contratto con la fucina d'Otto Reich, si è trasformata in lotta ai
regimi progressisti latino-americani (Cuba, Haïti, Venezuela).
Durante il processo alla Havana, nel 2003, Nestor Baguer ha
pubblicamente chiamato in causa Robert Ménard , e l'ha accusato di
collusione con i servizi segreti statunitensi. Nello stesso periodo,
reporters Sans Frontières (RSF), di cui M. Ménard è il direttore
esecutivo, ha condotto una campagna contro il governo cubano e lo ha
anche accusato di imprigionare giornalisti dissidenti.

Da allora, la polemica non ha smesso di inasprirsi fino a quando la
giornalista statunitense Diana Barathona, del Northern California
Media Guild, facesse un passo in più avanti accusando Reporters Sans
Frontières di essere finanziato dalla NED/CIA e di scrivere i suoi
rapporti sotto l'influenza dell'amministrazione Bush.
Robert Ménard, direttore di Reporters sans Frontières<

Abbiamo ritrasmesso questa controversa sul nostro sito spagnolo, Red
Voltaire, e rimpiangiamo di averlo fatto senza sfumature. Difatti,
l'indagine del nostro corrispondente canadese Jean-Guy Allard, e le
altre verificazioni del nostro comitato francese, dimostra che il
finanziamento diretto di RSF dalla NED/CIA è aneddotico e recente, in
modo tale che non abbia potuto influenzare la sua attività. Intanto ci
scusiamo nei confronti di RSF. Rimpiangiamo, tanto più che questo
errore nasconde fatti davvero sorprendenti.

Inizialmente fondata per mandare reporters a testimoniare dell'azione
d'ONG umanitarie, Reporters Sans Frontières si è evoluto per diventare
un'organizzazione internazionale di sostegno ai giornalisti repressi.
L'associazione è stata riconosciuta d'utilità pubblica dal decreto del
Primo ministro Alain Juppé, il 19 settembre del 1995. Questa posizione
le ha permesso di accedere più facilmente ai finanziamenti pubblici
che rappresentano, negli ultimi conti pubblicati [1] 778 000 euro.
Provengono dai servizi del Primo ministro francese degli Affari
Esterni, dall'Agenzia intergovernativa della francofonia, dalla
commissione europea, dall'OSCE e dall'UNESCO. RSF può anche contare
sul mecenate privato (FNAC,CFAO, Hewlett Packard, Fondation Hachette,
Fondation EDF etc.) per circa 285 000 euro. Tuttavia, la maggior parte
del budget proviene dalla generosità del pubblico, in particolare per
la vendita dell'album annuale per la libertà della stampa e altre
operazioni speciali ossia 2 125 000 euro su un budget totale di 3 474
122 euro.

Ora, l'attività concreta di Reporters sans frontières è molto distante
da ciò che i donatori credono finanziare. Il fondo d'assistenza ai
giornalisti oppressi, vale a dire il pagamento della parcella degli
avvocati che difendono i giornalisti oppressi, il sostegno materiale
alle loro famiglie, lo sviluppo delle Case dei giornalisti, tutto ciò
che rappresenta il cuore dell'attività ufficiale e la ragione della
generosità del pubblico riceve solo … il 7% del budget generale ! Sì,
avete letto proprio bene : per 1 euro dato per i giornalisti oppressi,
solo 7 centesimi arrivano a destinazione.

Dove va a finire il resto?

La vera attività di Reporters sans Frontières è di condurre campagne
politiche con bersagli ben determinati. Sarebbero legittimi se, come
la Fondazione Soros [2], non strumentalizzassero la libertà della
stampa al punto di evocarlo per giustificare gravi violazioni del
diritto internazionale. A titolo di esempio, RSF si è congratulato del
rapimento del presidente costituzionale d'Haïti da parte delle Forze
speciali statunitensi appoggiate da una logistica francese [3], in
quanto Jean-Bertrand Aristide sarebbe stato un "predatore della
libertà della stampa"; un qualificativo sostenuto da una visione
troncata di avvenimenti che mirava a far passare il presidente
haïtiano per il responsabile dei crimini di giornalisti. È giocoforza
osservare che Reporters sans Frontière sosteneva tramite i media
un'operazione nella quale il governo francese si era smarrito, mentre
lo stesso governo francese sovvenzionava l'associazione.

Il carattere ideologico delle campagne di Reporters sans Frontières
mette l'associazione a volte in ridicolo. Così l'associazione si è
indignata del progetto di legge venezuelano mirando a sottomettere i
media al diritto generale, ma non si è preoccupata del ruolo del
magnate dell'audiovisivo Gustavo Cisneros e dei suoi canali TV nel
tentativo del colpo di stato militare per destituire il presidente
costituzionale Hugo Chavez [4].

Alla fine, è a proposito di Cuba che la polemica si è cristallizzata,
tanto è vero che RSF ha fatto del regime castriste l'asso principale
delle sue campagne. Secondo l'associazione, i 21 giornalisti
imprigionati sull'isola sarebbero stati accusati abusivamente di
spionaggio a favore degli stati Uniti e sarebbero in realtà vittime
della repressione governativa. Per lottare contro questo governo, RSF
ha organizzato diverse manifestazioni, tra le quali quella del 14
aprile 2003 davanti all'Ambasciata di Cuba a Parigi la quale è andata
a finire male. Nel suo entusiasmo, l'associazione ha ugualmente
disturbato la sessione della Commissione dei diritti dell'Uomo, alla
sede dell'ONU a Ginevra.
I suoi militanti avevano preso da parte la presidenza libica della
Commissione e molestato anche dei diplomatici. Di conseguenza, RSF è
stato sospeso per un anno del suo stato d'osservatore al Consiglio
economico e sociale (Ecosoc) dell'ONU. Robert Ménard ha stigmatizzato
le derive della commissione perché secondo lui, la violazione dei
diritti dell'uomo si trova nelle mani di specialisti.
Però le sanzioni contro RSF sono state votate dagli Stati
perfettamente democratici come l'Africa del Sud, il Brasile, Il Benino.

Interrogato via telefono, Robert Ménard ricusa le allegazioni secondo
le quali RSF sarebbe stato comprato grazie ai soldi della NED/CIA [5]
per condurre una campagna contro Cuba. Spiega che l'associazione ha
richiesto una sovvenzione all'Agenzia statunitense per aiutare i
giornalisti oppressi in Africa e che alla fine ha ricevuto solo 40 000
dollari à metà gennaio 2005. Di cui atto.

Proseguendo la discussione, M. Ménard ricusa anche le accuse del
nostro collaboratore Jean-Guy Allard, d'altronde giornalista
all'agenzia nazionale Granma Internacional. Nella sua opera, il
Dossier Robert Ménard. Perché RSF si accanisce contro Cuba, questo
ultimo riporta i legami personali stretti che il direttore esecutivo
dell'associazione mantiene con gli ambienti di estrema destra
anticastriste a Miami, e in particolare con Nancy Pérez Crespo.
Alzando la voce, ci accusa di proiettare dei presupposti ideologici
sulle cose, mentre la sua associazione e lui stesso si sottopongono
alla più grande neutralità. Poi, ci accusa di accordare credito alla
"propaganda comunista" (sic).

Dopo verificazione, Robert Ménard frequenta davvero l'estrema destra
di Miami e RSF è finanziata dal lobby anticastriste per condurre una
campagna contro Cuba. Nel 2002, RSF ha firmato un contratto con il
Center for a Free Cuba e i cui termini non sono conosciuti. Al termine
di questo contratto, ha ricevuto una prima sovvenzione di 24 970 euro
e poi è stata aumentata e ha raggiunto il 59 201 euro nel 2003.
L'importo del 2004 non è ancora conosciuto.

Il Center for a Free Cuba è un'organizzazione creata per rovesciare la
rivoluzione cubana e riportare al potere il regime di Battista [6]. È
presieduta dal padrone dei Rhum Bacardi, diretta dal vecchio
terrorista Frank Calzon, e articolata a una fucina della CIA, la
Freedom House [7].

Il contratto firmato con il Center for a Free Cuba è stato negoziato
nel 2001 con il responsabile allora dell'organizzazione : Otto Reich,
il campione della contro-rivoluzione in tutta l'America latina[8]. Lo
stesso Otto Reich, diventato vice segretario di Stato per l'emisfero
occidentale, fu l'organizzatore del colpo di stato fallito contro il
presidente eletto Hugo Chavez ;poi, diventato capro espiatorio
speciale del presidente Bush, soprintese l'operazione di rapimento del
presidente Jean-Bertrand Aristide.

RSF: il 7 % di sostegno ai giornalisti oppressi e il 93 % di
propaganda imperialista statunitense.

* Thierry Meyssan, Giornalista e scrittore, presidente del Réseau
Voltaire. www.reseauvoltaire.net

Fonte: www.contropiano.org


=== 4 ===

Una alleanza tra radicali e Mussolini sostiene i gruppi della destra
filo-Usa a Cuba
Con loro una manciata di reazionari polacchi e di "amerikani" europei


Venerdì 20 maggio alle ore 18 davanti all'Ambasciata di Cuba a Roma
(in via Licinia 7) si terrà una manifestazione in sostegno
dell'"Assemblea per la promozione della società civile a Cuba" che in
quelle stesse ore si svolgerà all'Avana. Quella di Roma è una delle
manifestazioni promosse in questo senso dal Partito Radicale che si
terranno davanti alle ambasciate o ai consolati di Cuba anche a
Milano, Madrid, Barcellona, Bruxelles e Parigi. La mobilitazione
voluta dai radicali fa seguito alla conferenza organizzata da Marco
Pannella che si è tenuta il 27 aprile scorso al Parlamento Europeo,
alla richiesta di visto già avanzata da 17 Parlamentari europei di
potere partecipare ai lavori dell'incontro dell'Avana e alle adesioni
di alcuni parlamentari italiani .

L'Assemblea per promuovere la società civile a Cuba è organizzata da
tre militanti per la democrazia e la libertà, militanti anche
radicali, vittime loro stessi di condanne e detenzione per motivi
politici e reati di opinione: Martha Beatriz Roque Corbello, Felix
Bonne Carcassés e René Gomez Manzano.

I deputati europei che hanno richiesto il visto per l'Avana sono:
Emma BONINO, radicale, italiana, già Commissaria europea; Philip
BUSHILL-MATTHEWS, conservatore, inglese; Pilar del CASTILLO VERA,
popolare, già Ministra spagnola; Ryszard CZARNECKI, gruppo misto, già
Ministro polacco; Christofer FJELLNER, popolare svedese; András GYÜRK,
popolare, ungherese; Milan HORÁČEK, verde, tedesco; Jules MAATEN,
liberale, olandese; Edward Mc MILLAN-SCOTT, conservatore, inglese,
Vice Presidente del PE; Alessandra MUSSOLINI, gruppo misto, italiana;
Miroslav OUZKÝ, popolare, ceko, Vice Presidente del PE; Marco
PANNELLA, radicale, italiano; Jacek PROTASIEWICZ, popolare, polacco;
Zuzana ROITHOVA, popolare, già Ministra ceka; Libor ROUCEK,
socialista, già portavoce del Governo ceko; Leopold Jozef RUTOWICZ,
gruppo misto, polacco; Boguslaw SONIK, popolare, polacco.

I parlamentari italiani che, ad oggi, hanno sottoscritto un messaggio
da inviare agli organizzatori all'Avana sono:
ON. ROBERTO GIACHETTI –MARGHERITA; ON. DARIO RIVOLTA – FI; ON. LUIGI
RAMPONI – AN; ON. GUSTAVO SELVA – AN; SEN. FORLANI ALESSANDRO – UDC;
SEN. LUCIO MALAN – FI; SEN. GUGLIELMO CASTAGNETTI – FI; SEN. ENRICO
MORANDO – DS; ON. CARLA MAZZUCA –UDEUR;
SEN. NATALE D'AMICO – MARGHERITA.

Fonte: www.contropiano.org


=== 5 ===

Da: "associazionediamiciziaitaliacuba"
Data: Sab 21 Mag 2005 19:31:37 Europe/Rome
A: associazionediamiciziaitaliacuba @yahoogroups. com
Oggetto: [associazionediamiciziaitaliacuba] L'intervento pronunciato
dal presidente Fidel Castro

L'Avana. 17 Maggio 2005

L'intervento pronunciato dal presidente Fidel Castro all'inizio della
Marcia del Popolo Combattente contro il Terrorismo

Compatrioti:

Dal 10 ottobre 1868 fino ad oggi, per 137 anni, il popolo di Cuba ha
lottato per la sua indipendenza, contro il colonialismo spagnolo
prima e contro la politica espansionistica e imperialista dei
governanti degli Stati Uniti poi.
Il 1º gennaio 1959 raggiungemmo per la prima volta la completa
sovranità politica. Il governo della nazione cominciò a venire
esercitato totalmente dallo stesso popolo cubano, che spazzò via la
sanguinosa tirannia imposta dall'estero. Da allora questo nobile ed
eroico popolo non ha smesso di lottare un solo giorno, difendendo il
suo diritto allo sviluppo, alla giustizia, alla pace ed alla libertà.
A causa di questa così giusta e irrinunciabile aspirazione, il nostro
paese è stato oggetto della più prolungata guerra economica della
storia e di un'incessante e feroce campagna terroristica che dura già
da più di 45 anni.
Uno dei primi e più cruenti atti di questo tipo fu l'esplosione della
nave "La Coubre" nel porto dell'Avana, che costò 101 vite e centinaia
di feriti.
L'invasione della Baia dei Porci, tentata il 17 aprile 1961 da una
forza militare organizzata, addestrata ed equipaggiata dal governo
degli Stati Uniti, venne preceduta da un attacco aereo a sorpresa e a
tradimento, con aerei da bombardamento nordamericani che portavano
insegne della
Forza Aerea cubana. Le truppe di invasione entrarono nel nostro
territorio scortate, custodite e accompagnate da unità navali, aeree
e da truppe degli Stati Uniti, i quali speravano che i mercenari
acquisissero il controllo di almeno una piccola parte di territorio
per sbarcare allo scopo di sostenere, con la complicità dell'OSA, un
governo provvisorio, che non ebbe nemmeno il tempo di decollare da un
aeroporto in Florida.
Nello stesso tempo, fin dai primi anni del trionfo, il territorio
nazionale venne disseminato in lungo e in largo di gruppi armati che
assassinarono contadini, operai, maestri e alfabetizzatori;
bruciarono
case e distrussero centri agricoli e industriali. Atti di sabotaggio
con fosforo vivo ed esplosivi vennero compiuti contro la popolazione
e l'economia del paese.
I nostri porti, le navi mercantili e da pesca furono oggetto di
costanti attacchi. Le attrezzature e il personale diplomatico
all'estero furono vittime di attentati compiuti con esplosivi e armi
da fuoco.
Funzionari diplomatici vennero uccisi, fatti sparire o mutilati.
Aerei per il trasporto di passeggeri saltarono in aria prima del
decollo o in pieno volo, come quello di Barbados il 6 ottobre 1976,
strapieno di passeggeri, i cui resti irrecuperabili andarono a finire
nel fondo del mare, a centinaia di metri di profondità.
Malattie che danneggiavano la vita degli esseri umani o di animali
domestici e piante destinate all'alimentazione del popolo, vennero
introdotte più di una volta nel paese.
Queste azioni furono ideate dai governi e dai servizi speciali degli
Stati Uniti. E i loro autori vennero addestrati tra questi.
Il terrorismo, nel senso più moderno e drammatico del termine,
praticato con l'ausilio di sofisticati mezzi tecnici e con esplosivi
di grande potenza, venne creato e sviluppato dagli stessi governanti
degli Stati Uniti per distruggere la nostra Rivoluzione, e non è
cessato un istante in più più di quattro decenni, dentro e fuori
l'Isola.
Orlando Bosch e Posada Carriles, i più sanguinari esponenti del
terrorismo imperialista contro il nostro popolo, hanno compiuto
decine di atroci azioni in numerosi paesi dell'emisfero, includendo
il territorio degli Stati Uniti. Migliaia di cubani hanno perso la
vita o sono rimasti mutilati in seguito a queste vili e abominevoli
azioni.
Le stesse istituzioni e servizi nordamericani che addestrarono i
terroristi di origine cubana, come è noto addestrarono anche
accuratamente gli autori del brutale attacco contro le Torri Gemelle
di
New York l'11 settembre 2001, nel quale migliaia di nordamericani
hanno perso la vita.
Posada Carriles non solo partecipò insieme a Bosh (allora capo del
CORU, organizzazione creata dalla CIA) alla distruzione dell'aereo
della `Cubana', ma per molti anni organizzò decine di piani di
attentati alla vita dei più alti dirigenti della Rivoluzione Cubana,
e fece scoppiare numerose bombe in alberghi turistici a Cuba. Intanto
Orlando Bosch, apparentemente fuggiasco dalle autorità nordamericane,
partecipò, assieme ai corpi repressivi di Augusto Pinochet, al
sequestro e
all'assassinio di importanti personalità cilene come Carlos Prats e
Orlando Letelier, o alla scomparsa di numerosi combattenti
antifascisti in Cile, e perfino al sequestro e all'uccisione di
diplomatici cubani. Dalla stessa prigione venezuelana (Bosch) ordinò
ai suoi sicari la realizzazione di piani terroristici. Questi
tenebrosi personaggi agirono sempre agli ordini dei governi e dei
servizi speciali degli Stati Uniti, o furono (e sono stati)
illegalmente scagionati da ogni accusa ed esonerati da ogni
punizione, com'è il caso del perdono concesso a Bosch dal presidente
George Bush (padre), o tollerata la loro presenza per settimane
intere in territorio nordamericano, come ha fatto l'attuale
Presidente degli Stati Uniti con Posada Carriles, fatto che
costituisce una flagrante violazione alle stesse leggi del paese da
parte di coloro che hanno la massima responsabilità di proteggere il
popolo
nordamericano dagli attacchi terroristici.
Tutti i misfatti di Posada Carriles, comprese le bombe negli hotel
dell'Avana e i piani di attentati, vennero finanziati dai governi
degli Stati Uniti per mezzo della famigerata Fondazione Nazionale
Cubano Americana, fin da quando Reagan e da Bush la crearono nel
1981. Mai prima si era agito con tanto inganno e ipocrisia.
Questa non è una marcia contro il popolo degli Stati Uniti, come
abbiamo detto prima e ripetiamo oggi. È una marcia contro il
terrorismo, a favore della vita e della pace del nostro popolo e del
popolo fratello degli Stati Uniti, nei cui valori etici abbiamo
fiducia.
Abbasso il terrorismo! Abbasso le dottrine e i metodi nazi! Abbasso
il genocidio! Abbasso le menzogne. Evviva la solidarietà, la
fratellanza e la pace tra i popoli! Abbasso le menzogne! Evviva la
verità! Avanti, valorosi soldati dalle nobili idee, sprezzanti di
ogni timore, noncuranti dell'immenso potere dell'avversario,
sprezzanti del pericolo, perchè l'umanità ha sete di giustizia!

FONTE: http://it.groups.yahoo.com/group/associazionediamiciziaitaliacuba/