riceviamo e giriamo:

---

URGENTE


Manifestazione per il ritiro delle truppe dall'Iraq a Roma, prima
bloccata e poi aggredita dalle forze dell'ordine. Tutti devono
prendere posizione. Il governo è responsabile


COMUNICATO STAMPA

Non resteranno senza conseguenze politiche i gravi fatti accaduti
questa mattina a Roma. La manifestazione dell'arcipelago NOWAR
convocata in concomitanza con la parata militare del 2 giugno per
chiedere l'immediato ritiro dei militari italiani dall'Iraq, è stata
oggetto di una gravissima violazione delle libertà e dell'agibilità
democratica nel nostro paese.

La manifestazione era regolarmente autorizzata con un percorso
previsto da Porta S. Paolo, via Mormorata, Viale Trastevere, Torre
Argentina e si sarebbe concluso con un comizio a Campo de' Fiori dove
sarebbe intervenuto anche un medico iracheno di Falluja per
testimoniare gli orrori di una guerra ingiusta ed illegale. Ma il
governo aveva deciso che la città di Roma il 2 giugno non dovesse
vedere persone che invocano la fine della guerra e il ritiro delle
truppe dall'Iraq.

Il corteo è stato invece arbitrariamente bloccato alla fine di via
Marmorata (dopo appena 500 metri) con il pretesto di uno striscione
all'interno della manifestazione. Le parole testuali dello striscione
erano "Pisanu vergogna della Repubblica. Chiusura dei CPT", dunque
tutt'altro che offensivo o lesivo. La trattativa per sbloccare la
situazione è durata almeno un'ora. Nulla da fare e il corteo decide di
tornare sui suoi passi e di concludersi nella vicina piazza di
Testaccio (a circa 200 metri da dove era stato bloccato).

Le forze dell'ordine a quel punto hanno bloccato tutte le strade
chiudendo ogni via d'uscita alla manifestazione, dando vita sul lato
di Testaccio ad una vera e propria "tonnara" (manganellate violente,
gratuite, inaspettate), una scelta questa che ha colto di sorpresa non
solo i manifestanti ma anche numerosi funzionari di polizia.

Due manifestanti colpiti con violenza alla testa sono stati ricoverati
all'ospedale S. Camillo. Altri sono stati feriti in modo meno grave.
Un giovane manifestante è stato fermato e poi rilasciato in seguito
alle pressioni dei parlamentari presenti. Una manifestazione pacifica,
autorizzata e partita con grande tranquillità è stata così trasformata
in uno "scenario da Genova" di quattro anni fa.

Gli organizzatori della manifestazione denunciano con forza il
sospetto che la cabina di regia di questa violenta, inaspettata e
gratuita repressione, sia la stessa che quattro anni fa a Genova
decise di stroncare i movimenti sociali.

L'arcipelago NOWAR si sente confortato nei suoi obiettivi dalla
maggioranza della popolazione che anche in recente sondaggio (Eures)
ha confermato che per il 67% vuole il ritiro delle truppe. D'altro
canto il governo è pienamente responsabile dei morti che si stanno
accumulando in Iraq solo per far arricchire gli azionisti
dell'ENI-AGIP che a Nassyria avevano stabilito le loro concessioni
petrolifere ancora prima dell'inizio della guerra.

Il movimento contro la guerra respinge totalmente la versione
edulcorata e non vera fornita dalla Questura agli organi di stampa.
Questa mattina a Roma si sono consumati fatti gravissimi e lesivi
della democrazia nel nostro paese.

Per martedì è stata convocata una assemblea cittadina per decidere una
nuova manifestazione. Saranno presentate numerose interrogazioni
parlamentari ed è stato chiesto anche al Sindaco e al Prefetto di Roma
di prendere posizione.


Roma, 2 giugno

Il movimento contro la guerra(info: 348-7213309)

---

Chi ha paura del movimento che chiede il ritiro delle truppe dall'Iraq?


La manifestazione del movimento contro la guerra convocata
dall'assemblea nazionale del 15 maggio in concomitanza con la parata
militare del 2 giugno, ha riaffernato la richiesta dell'immediato
ritiro dei militari italiani dall'Iraq, ma è stata oggetto di una
gravissima violazione delle libertà e dell'agibilità democratica nel
nostro paese. Il governo aveva deciso che la città di Roma il 2 giugno
non dovesse vedere persone che invocano la fine della guerra e il
ritiro delle truppe dall'Iraq: Ha avuto il terrore della
"contaminazione" di contenuti che il movimento avrebbe potuto
socializzare anche a chi magari era andato a vedere la parata militare.

Questo governo ha ormai paura della sua incapacità nel continuare a
gestire una scelta impopolare come quella della guerra in Iraq che sta
provcando sempre più lutti tra gli iracheni e tra gli stessi militari
italiani.

Il movimento contro la guerra infatti si sente confortato nei suoi
obiettivi dalla maggioranza della popolazione che anche in recente
sondaggio (Eures) ha confermato come per il 67% vuole il ritiro delle
truppe. D'altro canto il governo è pienamente responsabile dei morti
che si stanno accumulando in Iraq solo per far arricchire gli
azionisti dell'ENI-AGIP che a Nassyria avevano stabilito le loro
concessioni petrolifere ancora prima dell'inizio della guerra.

Una manifestazione regolarmente autorizzata con un percorso previsto
da Porta S. Paolo, via Marmorata, Viale Trastevere, Torre Argentina e
che si sarebbe conclusa con un comizio a Campo de' Fiori dove sarebbe
intervenuto anche un medico iracheno di Falluja per testimoniare gli
orrori di una guerra ingiusta ed illegale, è stata invece
arbitrariamente bloccata alla fine di via Marmorata (dopo appena 500
metri) con il pretesto di uno striscione all'interno della manifestazione.

Le forze dell'ordine hanno bloccato tutte le strade chiudendo ogni via
d'uscita alla manifestazione, dando vita sul lato di Testaccio ad un
vero e proprio pestaggio (manganellate violente, gratuite, inaspettate).

Due manifestanti - tra cui l'assessore dell'VIII Municipio di Roma
Gualtiero Alunni - sono stati colpiti con violenza alla testa sono
stati ricoverati all'ospedale S. Camillo. Altri sono stati feriti in
modo meno grave. Un giovane manifestante è stato fermato e poi
rilasciato in seguito alle pressioni dei parlamentari presenti. Una
manifestazione pacifica, autorizzata ed estremamente tranquilla è
stata così trasformata in uno "scenario da Genova" di quattro anni fa.

Vogliamo denunciare con forza il sospetto che la cabina di regia di
questa violenta, inaspettata e gratuita repressione, sia la stessa che
quattro anni fa a Genova decise di stroncare i movimenti sociali per
impedirgli di "disturbare" il manovratore Bush. Il servilismo e le
difficoltà di questo governo stanno partorendo mostri.

Il silenzio della maggioranza delle forze del centro-sinistra sulla
guerra era già indecente, se non sentiranno il dovere di prendere
posizione contro il pestaggio e l'attacco alla libertà d'espressione
avvenuta a Roma, dovranno anch'esse assumersi le proprie responsabilità.

La versione falsa fornita dalla Questura agli organi di stampa cerca
di occultare e manipolare quanto accaduto, ma i testimoni c'erano e
sono tanti. Questa mattina a Roma si sono consumati fatti gravissimi e
lesivi della democrazia nel nostro paese. La guerra è entrata
definitivamente dentro casa nostra.


Comitato Nazionale per il ritiro dei militari italiani dall'Iraq

viadalliraqora @libero. it


Roma, 2 giugno 2005