Trieste/Trst: i Partigiani di Guardiella

(aggiornamenti dal sito La Nuova Alabarda: http://www.nuovaalabarda.org)

1) RAGIONARE COME NEL 1945? SI\', SE SI ANALIZZANO FATTI DEL 1945
2) C. CERNIGOI: COMMEMORAZIONE DEI CADUTI DEL RIONE DI GUARDIELLA, 2 NOVEMBRE 2011
3) PARTIGIANI DI GUARDIELLA


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Le Due Resistenze.

RAGIONARE COME NEL 1945? SI\', SE SI ANALIZZANO FATTI DEL 1945.

Abbiamo già altre volte parlato del fatto che in Italia, ma soprattutto a Trieste, vi furono due resistenze distinte, e quando oggi sentiamo dire, da parte di alcuni storici accademici, che gli jugoslavi “infoibarono” (nel senso non letterale ma simbolico come si esprimono gli storici medesimi) anche gli “antifascisti”, dobbiamo fare mente locale su un paio di cose che si evincono da documenti storici.
Innanzitutto ricordiamo che dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 il Regno d’Italia (l’Italia non era un paese unitario, era divisa in due ed il governo legittimo era quello del Regno del Sud) era stato inserito come “cobelligerante” all’interno della compagine alleata, dove invece la Jugoslavia di Tito faceva parte degli alleati. Ricordiamo inoltre che le regole sottoscritte dal Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia comprendevano il fatto che dove arrivavano le truppe alleate i partigiani consegnavano loro le armi e si mettevano a disposizione.
Tutto ciò premesso, andiamo a leggere qualche documento.
Nell’archivio di Stato di Lubiana troviamo una relazione (AS 1584, zks, ae 451: purtroppo anonima e non datata) che delinea un “comitato di liberazione” definito Comitato di Salute Pubblica. Leggiamo che alla fine di marzo 1945 il podestà Cesare Pagnini aveva “reso dichiarazioni” ad un “nostro compagno” (un membro dell’OF oppure dell’OZNA, quindi) nelle quali affermava che esisteva a Trieste “un’organizzazione denominata Comitato di Salute Pubblica (CSP) o Comitato di Salvazione o Comitato di Italianità”, del quale facevano parte l’Esercito Repubblicano, la Decima Mas, la Guardia Civica, i Vigili urbani, la Milizia forestale e quella ferroviaria, i Vigili del fuoco, ed i poliziotti di via del Bosco (i cosiddetti “ciclamini”) e quelli della questura di via XXX ottobre. Pagnini avrebbe detto che il prefetto Coceani avrebbe voluto inserire anche le “Bande Nere” (probabilmente le Brigate Nere, n.d.a.), ma la proposta non fu accettata; inoltre Pagnini non fece parola dell’UNPA (la protezione antiaerea comandata da Peranna, uomo di fiducia del generale Esposito che al momento dell’insurrezione comandò una propria brigata autonoma all’interno del CVL nella quale aveva inserito agenti dell’Ispettorato Speciale di PS) che risultò “successivamente” averne fatto parte. La funzione di questo Comitato era “nettamente antislava e quindi antipartigiana” e “si proponeva di ostacolare genericamente la penetrazione slava in queste terre”. Ercole Miani (Partito d’Azione) avrebbe dichiarato di essere a conoscenza dell’esistenza del CSP, ma senza chiarire le relazioni che intercorrevano tra CSP e CLN; nella relazione si evidenzia che il CLN vantava forze armate proprie (la Guardia di Finanza ed i “singoli carabinieri ancora esistenti a Trieste”), ma “soprattutto la Guardia Civica”, che “era considerata parte organica del Comitato di Salute Pubblica e questo apparire della Guardia civica tra le file dei due comitati fa pensare ad una connivenza dei due comitati se non proprio un accordo perfetto”. Successivamente le forze armate del CSP scenderanno in piazza come combattenti del CLN.
Dall’archivio di Lubiana all’archivio dello Stato Maggiore dell’Esercito di Roma, nel quale troviamo (fondo SIM, raccolta relativa alla “Missione Nemo”, busta 91, n. 83403) una annotazione del CLN triestino datata 18/4/45, a margine di una relazione su un incontro tra Osvobodilna Fronta-Fronte di Liberazione e CLN per arrivare ad un accordo sulla composizione del comitato misto per gestire la città dopo l’insurrezione. L’accordo non ci fu, ma è importante leggere il “punto b” dell’annotazione “ad integrazione della relazione”.
“Il Prefetto sta organizzando un importante nucleo di forze repubblicane contro l’eventuale calata del IX Korpus di Tito. Naturalmente, in caso di necessità, noi siamo disposti a far causa comune con queste forze. Urge quindi sapere se possiamo assimilarle al momento opportuno al Regio esercito, sia pure con le opportune epurazioni e gli opportuni riti” .
Questa aberrante proposta, che significava praticamente che il CVL di Trieste si proponeva di sparare con le forze collaborazioniste del nazifascismo contro l’esercito jugoslavo (alleato), fortunatamente non andò in porto, quantomeno non in maniera ufficiale (va qui citata un’affermazione dell’emissario della Missione Nemo a Trieste, il capitano Luigi Podestà, che scrisse “il 1° maggio il CLN mi disse che Tito era un alleato e che bisognava evitare scontri con l’esercito jugoslavo” nella sua relazione conservata presso l’Archivio IRSMLT n. 867), ma qualcuno all’interno del CVL operò autonomamente proprio in questo modo, causando incidenti di non poco conto e provocando di conseguenza la reazione dell’Esercito jugoslavo che fece prigionieri i militari che avevano sparato contro di loro (ricordiamo che alcuni reparti di Guardie di Finanza, probabilmente a causa di ordini sbagliati, aprirono il fuoco contro l’Esercito jugoslavo che entrava in città, fatto che causò l’arresto e probabilmente la fucilazione di questi reparti, che oggi vengono considerati “infoibati”); così come furono arrestati gli elementi del CVL che durante il periodo di amministrazione jugoslava operarono armati contro di essa.
Quando chi scrive ricorda questi fatti, viene accusata di “ragionare come nel 1945”: ebbene, volendo analizzare fatti avvenuti nel 1945 come altrimenti si dovrebbe ragionare, viene da chiedersi, se si vuole fare della storia e non trinciare giudizi politici?

Ottobre 2011


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COMMEMORAZIONE DEI CADUTI DEL RIONE DI GUARDIELLA, 2 NOVEMBRE 2011.

Questi sono i giorni in cui si ricordano i morti, tutti i morti, e pertanto abbiamo visto che le autorità cittadine si sono recate a rendere omaggio ai monumenti che ricordano i caduti.
Si è reso omaggio ai caduti per la libertà, ai partigiani come al poliziotto Eddie Cosina, assassinato assieme al giudice Borsellino mentre svolgeva il suo compito di difendere il magistrato; ma si è reso omaggio anche ai morti cosiddetti delle “foibe”, a Monrupino (dove in effetti erano stati sepolti i caduti della battaglia di Opicina, per lo più tedeschi, e che dovrebbe diventare un monumento contro tutte le guerre invece di essere usato come luogo di propaganda politica) ed a Basovizza, considerata il luogo-simbolo dove si ricordano tutti coloro che sarebbero stati uccisi in qualche modo dai partigiani o dall’esercito jugoslavo.
Qualche giorno fa era apparsa sul quotidiano locale una lettera di parenti di Bruno Luciani, che avevano visto nella bandiera con la stella rossa comparsa in piazza unità nel corso di una festa per un matrimonio, un triste ricordo del loro padre “infoibato”.
Bruno Luciani era un agente dell’Ispettorato speciale di PS, la famigerata banda Collotti, e ne parlo oggi perché è legato ad alcuni nomi di caduti del nostro rione.
Bruno Luciani fu arrestato dalle autorità jugoslave nel maggio del 45 e le accuse a lui mossegli dal Pubblico accusatore di Ajdovščina, secondo diverse testimonianze, furono di avere partecipato alle azioni svoltesi alla fine di dicembre 1944 proprio nel nostro rione, tra Strada per Longera e Strada per Basovizza e che causarono la morte in combattimento di Rino Ricci e Guido Persico, agli arresti di Bruno Kavčič (che fu fucilato il 28 aprile 1945) e dei suoi genitori, Giuseppe (morto a Dachau) ed Antonia, che sopravvisse.
Luciani fu anche accusato di avere torturato e picchiato Bruno Kavčič, Wilma Varich, Ferruccio Battich, assieme ad altri membri della squadra di Collotti, come il famigerato Cerlenco.
Non so come si sia svolto il processo a Luciani, né quando e come sia morto; ho fatto questo breve excursus storico per spiegare il motivo per cui ritengo che non tutti i morti siano uguali, e che se, logicamente, per i familiari la perdita di un congiunto è comunque una tragedia, non concordo con il fatto di rendere omaggio istituzionale sia a chi ha dato la vita per dei valori indiscutibili, come coloro che lottavano per la libertà e contro l’oppressione nazifascista (come Kavčič) o compiendo il proprio dovere istituzionale (come Cosina), e coloro che si macchiarono di crimini come il collaborazionismo con i nazisti, la violenza, la tortura e l’omicidio.
Ma voglio chiudere questo breve intervento con un’altra riflessione: stiamo vivendo uno dei periodi più bui della nostra storia, abbiamo davanti un vuoto istituzionale che non è in grado di dare una risposta positiva alle esigenze del paese, ma propone solo sacrifici e repressione. Per questo motivo ritengo indispensabile, nel nome degli ideali che mossero anche i nostri caduti, condurre una battaglia di democrazia e difesa dei diritti civili, dei diritti dei lavoratori, una battaglia di pace e contro le spese militari che prosciugano le nostre risorse per una politica di morte.
Non è questo il momento di restare a casa, è invece il momento di scendere in piazza a difendere la nostra vita ed il futuro nostro e dei nostri figli, anche per rispetto nei confronti di coloro che diedero la vita perché si potesse vivere in libertà e non sotto una dittatura.
Gloria ai caduti! Slava padlim!
Ora e sempre resistenza!

Claudia Cernigoi
San Giovanni, Trieste, 1/11/11.


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PARTIGIANI DI GUARDIELLA.

PREMESSA.

In occasione del sessantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo abbiamo pensato di dare corpo all’idea scaturita un paio di anni or sono nel corso di una riunione del Comitato per le onoranze dei caduti della Resistenza del rione di San Giovanni e Guardiella, e cioè di scrivere delle brevi biografie dei partigiani che sono ricordati sulla lapide apposta sull’edificio del Narodni Dom di San Giovanni, in Strada di Guardiella.
Le note biografiche sono tratte per la maggior parte dal libro curato dall’Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione “Caduti, dispersi e vittime civili dei comuni della regione Friuli-Venezia Giulia nella seconda guerra mondiale” (Udine 1991); ma per alcuni nomi che non abbiamo trovato in questo studio dobbiamo ringraziare il prezioso aiuto di Dragica Ule Maver della sezione storica della Biblioteca di studi slovena (Odsek za zgodovino), che li ha rintracciati nelle pubblicazioni conservate nel loro archivio.
Grazie anche al professor Samo Pahor e a Silvio Pierazzi per le testimonianze; un ringraziamento particolare a Nerino Gobbo, “Gino”, che ha ricostruito per noi la vicenda dell’attentato al garage di via Massimo D’Azeglio.
Ci scusiamo anticipatamente per eventuali errori od omissioni, ed invitiamo chi fosse in grado di integrare o correggere quanto scritto in questo testo a mettersi in contatto con noi per dare vita ad una nuova pubblicazione, più ampia ed esaustiva. I dati sono aggiornati alla primavera del 2006.

SONO CADUTI PRIMA DELL’8 SETTEMBRE 1943.

Slavko (Luigi Andrea) ŠKAMPERLE, nato a Trieste, 18/6/10.
Organizzatore del movimento antifascista.
Deceduto al carcere del Coroneo il 13/8/40 nel corso dell’istruttoria del “processo Tomažič”. “Durante l’istruttoria molti detenuti vennero seviziati: morì sotto le torture l’operaio Luigi Skamperle. Altri decedettero in seguito o contrassero infermità inguaribili” (“Aula IV. Tutti i processi del tribunale speciale fascista”, di A.Dal Pont, A. Leonetti, F.Maiello, L. Zocchi, La Pietra 1976). 

Josip (Giuseppe) UDOVIČ, nato a Trieste nel rione di San Giovanni, 18/3/10.
Partigiano EPLJ, Segretario cittadino Osvobodilna Fronta - Fronte di Liberazione di Trieste.
Caduto a Trieste nel corso di uno scontro a fuoco con i carabinieri il 14/1/43.

SONO CADUTI IN COMBATTIMENTO 
DOPO L’8 SETTEMBRE 1943.

Bruno BIZJAK, “Rino”, nato a Santa Croce-Križ, 18/01/23.
Partigiano EPLJ III Brigata d’oltremare.
Caduto in combattimento nei pressi del Monte Nevoso il 3/5/45.

Vittorio CANCIANI (KOCJANČIČ), nato a Trieste, 26/3/24.
Partigiano della Brigata “Triestina” dell’Istria.
Fucilato da forze nazifasciste presso Mune Piccolo (Fiume) il 5/10/44.

Ivan DOUGAN, nato a Trieste, 13/1/26. 
Partigiano EPLJ Distaccamento Istriano
Caduto in combattimento a Palčje (S. Pietro del Carso) l’8/10/44.

Ferdinand DUJC, nato a Muggia, 29/10/19.
Partigiano EPLJ VII Korpus, IV Brigata “M. Gubec, III Battaglione.
Fucilato da forze nazifasciste presso Čatež il 21/08/44.

Marij FERFOLJA, nato a Trieste, 11/4/24.
Partigiano EPLJ VII Corpus, XIV Brigata, II Battaglione.
Caduto presso Novo Mesto il 21/01/45.

Guerrino FINOTTO, nato a Trieste nel rione di San Giovanni, 22/11/17.
Partigiano Brigata “Garibaldi”. 
Caduto presso Skrbina il 27/03/45.

Giovanni (Nino) GROPAIC (GROPPAZZI), nato a Trieste, 3/3/20.
Partigiano Brigata Garibaldi “F.lli Fontanot”.
Caduto presso Novo Mesto il 21/03/45.

Josip (Giuseppe) KASTELIČ (CASTELLI), nato a Longera, 7/11/13.
Partigiano EPLJ VII Korpus. 
Caduto presso Križe nella Dolenska il 23/04/44.

Romeo KANTE (CANTE), nato a Trieste, 12/5/03.
Partigiano Brigata “Garibaldi”. 
Caduto presso Lokavice (Selva di Tarnova) il 5/11/44.

Marijan (Mario) KAVČIČ (CAUCCI), nato a Trieste, 11/10/25.
Partigiano EPLJ XIX Brigata “Srečko Kosovel”. 
Caduto presso Tarnova il 12/6/44.

Marja KERŠEVAN, nata a Gabrje, 28/11/04.
Partigiana XIX Brigata Kosovel.
Caduta in combattimento a Stjak il 25/4/44.

Romano KLUN (COLONI), nato a Trieste, 31/12/14.
Partigiano EPLJ VIII Brigata Končar, già soldato fanteria Battaglione Speciale Lavoratori.
Caduto presso Drvar, Bosnia, il 23/5/44.

Herman (Ermanno) MAKOVEC, nato a Komen-Comeno, 8/4/24.
Partigiano Brigata “Triestina” dell’Istria.
Caduto presso Gradena d’Istria il 3/10/43.

Cirillo Carlo MARTELANC (MARTELLANI), nato a Barcola 1/5/13.
Partigiano EPLJ I Brigata “Proletaria”.
Caduto presso Pozega (Slavonia) il 16/4/45.

Ivan (Giovanni) MEZGEZ, nato a Trieste, 22/8/23.
Partigiano EPLJ II Korpus, Distaccamento Marina.
Caduto presso Predmeja l’8/2/45.

Licerio MILLOCH, nato a Izola-Isola d’Istria, 12/2/23.
Partigiano dal 1944 nella Brigata “F.lli Rosselli”.
Caduto presso Como il 31/12/44.

Edvard (Edoardo) SUDIČ (SUDICH), nato a Trieste, 1/3/26.
Partigiano EPLJ VII Korpus, XII Brigata.
Caduto presso Veliki Čerovec, Gorjanci, Slovenia il 11/9/44.

TINTA Tullio, nato a Trieste, 23/8/26.
Partigiano EPLJ XVIII Brigata “Basovizza”. 
Caduto presso San Giacomo in Colle (ex provincia di Gorizia) il 3/11/44. 

Janež VOUK, nato a Trieste il 31/5/21.
Partigiano dal 16/2/45 nel I Battaglione, V Brigata del IX Korpus.
Deceduto in Slovenia il 6/7/45 per postumi di ferite riportate in combattimento.

Natale ŽIŽMOND, nato a Trieste 17/12/25.
Partigiano Brigata Garibaldi, Battaglione “Alma Vivoda”.
Caduto in località ignota dell’Istria, novembre 1944.

SONO MORTI PRIGIONIERI IN LAGER NAZISTI.

Miro (Vladimiro) FARASIN (FAZARINC), nato a Trieste, 18/6/12.
Partigiano Brigata “Garibaldi”, IV Battaglione GAP.
Deceduto nel campo di sterminio di Buchenwald il 29/12/44.

Slavko (Vladislao) FEKONJA, nato a Trieste, 7/11/13.
Partigiano Brigata “Garibaldi”, IV Battaglione GAP.
Deceduto nel campo di sterminio di Mauthausen il 18/04/45.

Giovanni GANDUSIO “Virgilio”, nato a Koper-Capodistria, 29/10/04
Partigiano Brigata “Garibaldi”, IV Battaglione GAP.
Deceduto nel campo di sterminio di Flossemburg il 10/11/44.

Vladimiro MARTELANC (MARTELLANI), nato a Barcola, 8/5/05.
Deceduto nel campo di sterminio di Dachau 11/4/44.

Milena PERSIČ, coniugata UDOVICH, nata a Trieste, 24/3/01.
Attivista dal 1941, partigiana EPLJ, Osvobodilna Fronta - Fronte di Liberazione di San Giovanni.
Deceduta nel campo di sterminio di Auschwitz il 21/1/45.

Natale (Božidar Diodato) SKABAR, nato a Longera, 10/12/12.
Partigiano EPLJ Osvobodilna Fronta - Fronte di Liberazione di San Giovanni, Unità Operaia.
Deceduto nel campo di sterminio di Dachau il 5/1/45.

Mario SKERLAVAJ, nato a Trieste, 13/8/25.
Partigiano Brigata “Garibaldi”.
Deceduto nel campo di sterminio di Mautahusen il 25/1/45.

Carlo SUDICH nato a Trieste, 5/7/02.
Partigiano EPLJ Osvobodilna Fronta - Fronte di Liberazione di San Giovanni.
Deceduto nel campo di sterminio di Flossemburg Leitmeritz il 5/2/45.

Luciano VESNAVER, nato a Trieste, 19/1/29.
Partigiano Brigata “Garibaldi”, Battaglione “Alma Vivoda”.
Disperso dopo la liberazione dal campo di Buchenwald nell’aprile 1945.

Stanislav ZORMAN Trieste, 4/3/20.
Partigiano Brigata Garibaldi, già soldato del Genio.
Deceduto nel campo di sterminio di Buchenwald il 5/1/45.

Per alcuni partigiani siamo riusciti a raccogliere delle informazioni più particolareggiate rispetto alla loro attività.

AZIONE ANTIPARTIGIANA DELL’ISPETTORATO SPECIALE
DI PS DI TRIESTE DI AGOSTO/SETTEMBRE 1944.

Tra agosto e settembre 1944 l’Ispettorato Speciale di PS operò una vasta azione repressiva che portò all’arresto di 75 partigiani, tra i quali il dirigente comunista Luigi Frausin. Tra i nominativi indicati nel rapporto (copia del quale si trova nell’archivio dell’Odsek za Zgodovino di Trieste, busta NOB 24) inviato in data 27/9/44 dall’Ispettorato al Capo della Polizia, sede di Campagna, avente “Oggetto: Azione contro la Federazione del Partito Comunista di Trieste e l’Organizzazione informativa di Polizia del Fronte Liberatore Sloveno, detto VOS (Varnostno Obvasovalna Služba - Servizio informazioni della difesa) e VDV” (Vojška Državna Varnosti - Esercito per la difesa dello stato, inglobato nell’OZNA nel dicembre 1944) come “consegnati alla Polizia Germanica per i provvedimenti da adottare”, ci sono anche i seguenti, che facevano riferimento al rione di San Giovanni.

Giuseppe BARTOLI, “Corvo” o “Iurel”, nato a Montona, 8/4/05.
Partigiano Brigata “Garibaldi” Trieste.
Deceduto a Dachau il 26/09/44.

Ernesto NERI (ČERNIGOJ), nato a Trieste, 30/10/04.
Partigiano Brigata “Garibaldi” Trieste, IV Battaglione GAP.
Ucciso nella Risiera di San Sabba, settembre 1944.

Carlo GABRIELLI, “Peter”, o “Rino”, nato a Trieste, 7/10/17.
Partigiano Brigata Garibaldi Trieste, IV Battaglione GAP.
Ucciso nella Risiera di San Sabba il 24/9/44.

Bruno GHERLANI (GERLANC), nato a Trieste, 26/6/12.
Partigiano Brigata “Garibaldi” Trieste, IV Battaglione GAP.
Ucciso nella Risiera di San Sabba, settembre 1944.

Giuseppe (Pino) GIOVANNINI, “Severino”, nato a Trieste, 29/12/11.
Partigiano Brigata “Garibaldi”, intendente Battaglione “Alma Vivoda”; nel rapporto dell’Ispettorato Speciale di PS risulta “membro del Partito ed addetto al trasporto del materiale occorrente con un camioncino che è stato sequestrato”.
Ucciso nella Risiera di San Sabba, settembre 1944.

Stanislavo GOICA (GOJCA), nato a Trieste, 24/6/04.
Partigiano EPLJ, Osvobodilna Fronta - Fronte Liberazione di Trieste - San Giovanni.
Ucciso nella Risiera di San Sabba, settembre 1944.

Ernesto METLIKA, nato a Trieste, 14/10/08.
Partigiano EPLJ, Osvobodilna Fronta - Fronte Liberazione di Trieste.
Deceduto nel campo di sterminio nazista di Bergen Belsen, novembre 1944.

Josip (Giuseppe Antonio) MIOT (MIJOT), “Marco”, nato a Trieste, 3/3/04.
Partigiano Brigata Garibaldi Trieste, IV Battaglione GAP.
Ucciso nella Risiera di San Sabba il 26/9/44.

Silvestro ROSANI (ROŽANC), nato a Trieste, 30/12/26.
Partigiano Brigata “Garibaldi” Trieste, IV Battaglione GAP.
Ucciso nella Risiera di San Sabba il 26/9/44.

Giuseppe STERLE (ŠTERL), nato a Trieste, 18/1/06.
Partigiano EPLJ, Osvobodilna Fronta - Fronte Liberazione di Trieste, S. Giovanni; “membro del Partito ed arruolatore” secondo il rapporto dell’Ispettorato Speciale di PS.
Ucciso nella Risiera di San Sabba, settembre 1944.

AZIONE DELL’ISPETTORATO SPECIALE DI PS
CONTRO LA “BANDA BOSCO”.

In un rapporto dell’Ispettorato Speciale di PS, datato 15/1/45, leggiamo di un’attività repressiva nei confronti della cosiddetta “banda Bosco”, così chiamata “dal nome del capo Giuseppe Sustersich detto Pepi Bosco” definita “la più temibile” sia “per numero di componenti che per efferatezza di delitti”. Giuseppe Šušteršič, nato a Trieste il 19/12/08, partigiano combattente già dal 1942, era stato arrestato e torturato dalla “banda” di Collotti già nel ‘43; successivamente fu partigiano della brigata Garibaldi “Trieste”, IV Battaglione GAP; prese parte il 31/5/44 ad un attentato (fallito) contro il prefetto Coceani; dopo la fine della guerra si arruolò nel corpo della neocostituita Polizia civile e morì il 30/12/45 per le conseguenze delle ferite riportate durante la guerra.
Proseguiamo la lettura del rapporto dell’Ispettorato: “Il 27/12, ore 14 mentre tre auto (…) appartenenti al Deutsche Berater sostavano sulla strada di Basovizza dinanzi all’osteria Dodich ed una parte degli autisti si trovava nel detto esercizio, alcuni individui armati di pistole e mitra irruppero nel locale e circondati gli autisti ingiunsero loro di alzare le mani. Dopo averli perquisiti, con le loro stesse auto li condussero in località Moccò alla sede di un comando partigiano”.
In seguito a questa azione, scattò un’operazione repressiva dell’Ispettorato Speciale, così descritta in un rapporto.
“A seguito intelligenti indagini svolte con spirito di assoluta abnegazione ed intima comprensione del dovere dal Vicecommissario Gaetano Collotti e la valida collaborazione vicebrigadiere Antonio Cerlenco, riusciva ad accertare luogo convegno banda “Bosco” capeggiata da noto pregiudicato Giuseppe Susterisch detto Bosco forte di una quindicina di elementi e dotata moderno e perfetto armamento. Ieri sera 17 agenti questo Ispettorato agli ordini preciso funzionario, militari X mas, predisponevasi vasta azione rastrellamento in zona strada di Longera. Verso ore 19 riuscivasi ingaggiare combattimento con elementi Bosco che riuscirono a sganciarsi. Venivano rastrellati 15 individui. Nel conflitto restavano uccisi certo Persico Ugo (Guido, n.d.a.) di Andrea n. a Trieste 1906 da parte nostra agente ausiliario Carmelo Russo appartenente all’Ispettorato speciale. Azione proseguita e rintracciato un gruppo banditi a bordo auto Lancia Ardea appartenente a Supremo Commissariato germanico (…) si davano alla fuga. Nel conflitto certo Ricci Rino Cosimo veniva ucciso. 2 feriti.
Su cadavere Ricci Rino venivano rinvenute una Sipe et pistola Berretta nonché documenti sua appartenenza VDV (polizia partigiana) e cui presume sua partecipazione a gravi delitti effettuati in questa città”. 

Guido PERSICO (PERSICH), nato a Trieste, 25/2/06.
Partigiano EPLJ, Osvobodilna Fronta - Fronte Liberazione di Trieste, San Giovanni.
Ucciso da forze nazifasciste a Longera il 27/12/44.

Rino Cosimo RICCI, nato a Trieste, 9/1/26.
Partigiano Brigata “Garibaldi”, IV Battaglione GAP.
Ucciso in fatto di guerra il 29/12/44.

Nel corso di queste azioni furono anche arrestati il giovane Bruno Kavčič (era nato nel 1927, fucilato il 28 aprile 1945) ed i suoi genitori, Giuseppe (morto a Dachau) ed Antonia, che sopravvisse. Di questi arresti e delle torture e violenze inflitte agli arrestati, fu accusato l’agente dell’Ispettorato Speciale Bruno Luciani (note del Pubblico Accusatore di Ajdovščina, in Arhiv Slovenije SI AS 1827 fascicolo 34), arrestato a Trieste nel maggio 1945 e scomparso, quindi considerato “infoibato” dalla storiografia corrente.

IL BUNKER DI VIA VALERIO.

Secondo un rapporto (in copia presso l’archivio dell’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione di Trieste, n. 914) dell’Ispettorato Speciale di PS di Trieste del 3/4/45, in quella data fu svolta una “operazione nel rione Guardiella San Cilino Sup. ove nel fabbricato contrassegnato col n. 1801 è stato scoperto un bunker costruito per ordine del noto bandito “Zitomir” Capo del VDV verso la fine dello scorso dicembre. Nel bunker che fu costruito da Comari Giuseppe e Coretti Sergio (…) – confessi – è stata rinvenuta una valvola per radio trasmittente potentissima, un cinturone con fondina in uso nella Wehrmacht, scarso materiale propagandistico e diversa corrispondenza – relazioni, ecc.
A seguito di ciò è stata operata una minuziosa perquisizione nell’abitazione di Haas Ruggero (…) che ha portato alla scoperta di corrispondenza varia del PKS, dal cui sommario esame si rileva che l’abitazione stessa serviva da Centro smistamento per i corrieri del PKS”.
Secondo una ricerca del professor Samo Pahor, la moglie di Haas, Albina Brana, era membro della VDV di Longera e nel loro bunker erano conservati dei documenti molto importanti.
In seguito a questa operazioni furono arrestati i coniugi Haas e la sorella di Ruggero, Emilia, come risulta dal rapporto.
“Haas Ruggero – risultato appartenente al PKS egli partecipò alla costruzione del bunker nella sua stessa abitazione e su di lui gravano fondati sospetti di partecipazione al noto attentato terroristico nel palazzo dell’università, nonché ad altri attentati terroristici verificatisi in questa città.

Silvio Pierazzi ci ha raccontato di un attentato compiuto dalla GAP di Guardiella contro un edificio nei pressi dell’Università dove aveva sede una compagnia della Guardia Civica (maggio 1944). L’attentato aveva praticamente distrutto la sede, ed era stato proprio Haas a trasportare l’esplosivo.
Il rapporto prosegue nominando:
Bran Albina in Haas – corriera propagandista del PKS.
Haas Emilia – corriera del Commissario Politico del PKS per la Venezia Giulia Kiss”.

Zora BRANA, nata a Trieste, 1/3/13.
Partigiana EPLJ I Battaglione.
Coniugata con Ruggero HAAS, nato ad Opicina (TS), 26/11/11.
Partigiano Brigata “Garibaldi”, IV Battaglione GAP.
Furono fucilati ad Opicina il 28/04/45 assieme ad altri 13 prigionieri, tra i quali il corriere del Partito d’Azione Mario Maovaz. 
Emilia HAAS era gravemente malata al momento dell’arresto e non fu deportata, ma morì poco tempo dopo.

I MARTIRI DI VIA D’AZEGLIO: 28/03/45.

Giorgio De Rosa, “Felice”, nato a Trieste, 29/12/24; 
Sergij CEBRON, “Santo”, nato a Trieste, 8/5/28;
Livio STOK (STOCCHI), “Cedro”, nato a Santa Croce, 9/2/25;
Remigio VISINI, “Ettore”, nato a Trieste, 26/8/25:
Partigiani della Brigata Garibaldi “Trieste”, IV Battaglione GAP, impiccati per rappresaglia dai nazifascisti dopo l’attentato al garage “Principe” in via D’Azeglio, medaglie d’argento al V. M. alla memoria.

Il 27 marzo 1945 fu compiuto un attentato al garage di via D’Azeglio, che serviva da deposito per il carburante destinato alle truppe nazifasciste. Sentiamo il racconto di Nerino Gobbo, “Gino”, dirigente di Unità Operaia-Delavska Enotnost, che aveva coordinato l’azione di sabotaggio. 
“Avevamo deciso di sabotare il garage di via D’Azeglio perché c’erano dentro dei mezzi di rifornimento per l’offensiva che la X Mas stava preparando contro il IX Korpus (le forze allora si equilibravano perciò si trattava di un’importante offensiva ed era necessario fare il possibile per impedirla). Siamo arrivati sul posto ed abbiamo bloccato tutte le strade attorno al garage. In quel punto c’era un presidio armato delle SS, ma questi signori si sentivano spesso molto sicuri e qualche volta di notte lasciavano lì il custode da solo. Ci eravamo divisi i compiti: io e Silvio Pirjevec dovevamo entrare nel garage e farlo saltare in aria, mentre gli altri uomini a due a due dovevano, se succedeva qualcosa, sparare, in modo da dare l’allarme e dare a me e Silvio il tempo di scappare. Ad un certo punto è arrivato il proprietario del garage: non i tedeschi o la guardia che erano andati in un’osteria (così erano almeno le informazioni che ci erano state date), il proprietario, che faceva anche da guardiano. Noi lo abbiamo fermato, obbligato a farci entrare e poi consegnato a due compagni che avevano l’ordine di portarlo nella ritirata con sé, di tenerlo prigioniero per motivi di sicurezza. Invece al momento della fuga lo lasciarono libero e lui fece successivamente la spiata. 
Noi due demmo fuoco al carburante e ci mettemmo un po’ per uscire, ci siamo mischiati alla gente che era accorsa e abbiamo preso sottobraccio una ragazza con la quale abbiamo camminato per un po’ e che ci disse “Se fossero tutti come voi non ci sarebbero più i tedeschi a Trieste”. Così riuscimmo a metterci in salvo, mentre i compagni fuori, avendo sentito le bombe e visto le fiamme e non avendoci visti uscire, devono aver creduto che eravamo rimasti vittime dell’esplosione, quindi hanno iniziato una ritirata disordinata invece di attenersi a quanto era stato previsto nel piano.
Perciò sono caduti in un’imboscata alla Rotonda del Boschetto dove sono stati arrestati: questi furono i martiri di via D’Azeglio”.
Il quotidiano comunista “il Lavoratore” ricostruì in questo modo gli arresti in un articolo di pochi mesi dopo: Giorgio De Rosa fu fermato da “una pattuglia della Guardia Civica al comando del tenente Altieri (tuttora in circolazione)”, con la quale c’era anche il guardiano del garage; e che invece una pattuglia delle SS italiane “al comando del noto Boldrin (anche questo in circolazione), faceva irruzione nella casa del comp. D.” (cioè Donini), piantonavano la casa ed arrestavano, la mattina seguente, Sergio Stocchi, Livio Cebroni e Remigio Visini che, avendo perduto il collegamento con gli altri, erano andati da Donini a cercare notizie.

SONO CADUTI DURANTE L’INSURREZIONE DI TRIESTE.

Francesco AZZARO (ARZARRO), nato a Giarratana (RG), 24/1/20.
Partigiano Comando Città Trieste, II Battaglione.
Caduto il 30/4/45.

Felice COSTANTE, nato a San Severo (FG), 19/11/24.
Partigiano EPLJ.
Caduto il 1/05/45

Giovanni ZANETTI, nato a Trieste, 12/11/21
Partigiano Comando Città Trieste.
Caduto il 2/5/45.

Oreste FRANCIA, nato a Trieste, 26/9/25.
Partigiano Comando Città Trieste, I Battaglione.
Deceduto il 24/5/45 in seguite a ferite riportate durante la lotta.

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