Jugoinfo

PROMEMORIA PER KOSTUNICA

Oggi 11 dicembre 2000 il presidente jugoslavo Kostunica arrivera' a
Roma, dove incontrera' il presidente del Consiglio Amato. E' una buona
occasione per chiedergli spiegazioni sulle dichiarazioni relative allo
status della provincia serba del Kosmet - oggi protettorato straniero
sotto comando italiano governato da collaborazionisti nazionalisti
albanesi, come nel periodo 1941-1943.

Al giornale croato "Jutarnji List" Amato ha detto che il Kosmet non puo'
piu' essere una provincia della Serbia, ma piuttosto sara' una
repubblica a se' stante come il Montenegro. Poiche' anche per il
Montenegro ormai si parla di referendum per la secessione, addio Kosmet.



AMATO: IDEA OF KOSOVO AS SERBIAN PROVINCE INCONCEIVABLE
ZAGREB, November 27 (Tanjug) Italian Prime Minister Giuliano
Amato said on Monday it was impossible to imagine that KosovoMetohija
should again be a province within Serbia.
A successive implementation of UN Resolution 1244 is possible,
and
time is the crucial factor if one wants this process to take the right
course, the Zagreb daily Jutarnji list quoted Amato as saying.
He went on to say that his discussions with Yugoslav President
Kostunica showed that he is not currently in the position to offer the
province a status equivalent to that of Montenegro, as no one in
KosovoMetohija would accept anything but independence for the province.
Amato also said that he realized that the most responsible
political figures involved, including Kostunica, were deferring the
settlement of the Kosovo problem for the future. Amato interpreted this
as
a willingness to give time a chance.
Should that time be spent by fanning the fire, the time will be

wasted, he said.

http://www.centraleurope.com/yugoslaviatoday/news.php3?id=227003'ion=default

Kostunica to Visit Italy on December 11

ROME, Dec 5, 2000 -- (Reuters) Yugoslav President Vojislav Kostunica
will
make his first official visit to Italy as head of state on December 11,
the
Italian president's office said on Monday.
Kostunica will meet President Carlo Azeglio Ciampi, Prime Minister
Giuliano
Amato and Foreign Minister Lamberto Dini.
Amato was the first European Union head of government to travel to
Belgrade
after Kostunica took over power from President Slobodan Milosevic in
October.
The visit is also the first to Italy by the Yugoslav government since
NATO's
bombing of the Balkan state last year over its repression of ethnic
Albanians
in Kosovo.
Italy was the main launching pad for the hundreds of fighter bombers
which
used NATO and U.S. airbases in the country during the bombing campaign.
In October, an Italian lieutenant-general took over as head of
peacekeeping
troops in Kosovo, deployed to provide a safe environment in the province

following the withdrawal of Serb forces last year.

---

Bollettino di controinformazione del
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AMNESY INTERNATIONAL

Da un comunicato di "Amnesy International" apprendiamo che la RF di
Jugoslavia non puo' entrare nell'Unione Europea in quanto:

1. Kostunica non ha ancora spedito all'Aia il suo rivale alle ultime
elezioni. Milosevic e' infatti atteso al Tribunale Internazionale per i
crimini di guerra sul territorio della ex-Jugoslavia, organizzazione
illegale e politicamente faziosa foraggiata dalla NATO, dove lo attende
un processo politico per aver prima difeso il diritto delle minoranze
serbe in Croazia e Bosnia-Erzegovina all'autodeterminazione, poi per non
essere intervenuto militarmente a loro difesa nelle Krajne ed in Bosnia
ed avere viceversa firmato gli accordi di Dayton, infine per aver
combattuto il secessionismo panalbanese e l'appoggio a questo fornito
dalla NATO nella primavera 1999 con bombe al DU e sui petrolchimici.

2. Kostunica deve rispondere della sparizione dei kosovari - albanesi e
serbi - vittime della "lupara bianca" delle truppe di terra della NATO
(il cosiddetto UCK).

3. Apprendiamo infine che gli Stati Uniti d'Amedica sono al di fuori
degli "standard internazionali" - e' un'espressione idiota, ma fa un
figurone...

(Italo Slavo - crj@...)

------- Forwarded message follows -------
From: "Amnesty International" <press@...>
To: stampa@...
Date sent: Tue, 5 Dec 2000 15:24:22 +0000
Subject: CS 143-2000 - Jugoslavia
Send reply to: "Amnesty International" <press@...>

# Questa lista per la distribuzione delle informazioni
# e' gestita dalla Sezione Italiana di Amnesty International.
# Per ulteriori informazioni potete rivolgervi a
stampa-owner@...
# Riguardo al CONTENUTO dei comunicati, potete contattare
press@...

JUGOSLAVIA: LE PREOCCUPAZIONI DI AMNESTY

Amnesty International lancia un nuovo rapporto sulla situazioni dei
diritti umani nella Repubblica Federale di Jugoslavia all'indomani
dell'elezione del Presidente Kostunica. Amnesty ritiene che il
rispetto dei diritti umani debba essere una condizione vincolante per
l'ingresso della Jugoslavia nell'Unione Europea.

Kostunica dovrebbe ordinare l'arresto di tutti i presunti criminali
di guerra (compreso l'ex presidente Milosevic) e disporne il
trasferimento presso il Tribunale Penale Internazionale dell'Aja.
Deve essere assolutamente spezzato il clima di impunita' nei
confronti di tutti quelli che si sono macchiati di crimini duranti i
conflitti in Croazia, Bosnia Erzegovina e Kosovo.

Devono cessare le intimidazioni nei confronti di gruppi d'opposizione
e giornalisti. Gli obiettori di coscienza attualmente incarcerati in
Serbia devono al piu' presto avere nuovi e piu' equi processi.

Amnesty International chiede inoltre al Presidente Kostunica di
cooperare con la Croce Rossa per fare luce sulla "sparizione" di
oltre 3,000 kosovari albanesi durante la guerra e di circa 1,000
serbi e rom subito dopo.

E' inoltre necessario che sia abolita la pena di morte nelle
repubbliche di Serbia e Montenegro, in modo da mettere la Repubblica
Federale Jugoslava in linea con gli standard internazionali.
FINE DEL COMUNICATO

Roma, 5 dicembre 2000



Ufficio Stampa
Amnesty International

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-------- Original Message --------
Oggetto: Dan Republike
Data: Mon, 04 Dec 2000 14:30:03 +0200
Da: "Ass. J.B. Tito" <josipbroztito@...>
A: josipbroztito@...
CC: crj@...


La costituenda Associazione Josip Broz Tito - sezione di Trieste
"Anton Kapuralin" - ha tenuto la sua prima iniziativa pubblica
il giorno 29.XI.2000, "Giornata della Repubblica", nel 57.esimo
anniversario della Conferenza di Jajce, fondazione della
Repubblica Federativa Socialista di Jugoslavia.

Riportiamo di seguito il testo del discorso introduttivo nelle
versioni italiana e serbocroata.

---

DAN REPUBLIKE
Obletnica konference v Jajcu, nastanek
SOCIJALISTICNE FEDERATIVNE REPUBLIKE JUGOSLAVIJE

DAN REPUBLIKE
Godisnjica Zasjedanja u Jajcu, osnjivanje
SOCIJALISTICKE FEDERATIVNE REPUBLIKE JUGOSLAVIJE

UVODNI GOVOR

Danasnja inicijativa inspirise se jednom vaznom godisnjicom koja je
prije samo nekoliko godina osjecana
i svecano obiljezavana od miliona gradjana konstitutivnih republika
Jugoslavije. Danas se na ovaj datum prisjeca
sa nostalgijom ukoliko se prisilno ne ignorise zbog politickog
oportunizma.
Ipak ovim povodom ne zelimo samo proslaviti ili sjetiti se jednog
fundamentalnog dogadjaja iz evropske istorije
ovog vijeka: nego kao sto stoji na plakatima kojima je publikovana ova
inicijativa, zelimo naglasiti njegov aktuelni znacaj interesujuci se
prije svega za sadasnjost, ali i sa pogledom na buducnost. Danas je vise
nego ikada aktuelna poruka Bratstva i Jedinstva lansirana na zasjedanju
AVNOJ-a u Jajcu prije 57 godina.

Cudno je i paradoksalno da u ovim godinama razdora medju narodima i
narodnostima Socijalisticke Federativne
Republike Jugoslavije niko od novinara, politicara ili obicnih
komentatora nije se zelio ogledati tako malo vremena unazad da bi ponovo
pronasao realne primjere mira i zajednickog zivota upravo izmedju tih
istih naroda i narodnosti.Ovi i ovakvi komentatori iako moralno
osudjujuci ono sto se dogodilo, govoreci o SFRJ obicno vise vole
govoriti o jednoj "vjestackoj" drzavi i o teritorijima koji su se drzali
zajedno samo vjestinom jednog "autoritarnog rezima". Na ovaj nacin naoko
kritikujuci raspad oni u stvari nastoje da opravdaju ono sto se dogodilo
kao "prirodno", "neizbjezno" ili cak "pravedno" na osnovu kriterija
"samoopredjeljenja" i "demokratije" koje variraju s obzirom na
instrumentalnu upotrebu ovih pojmova. O drugu marsalu Josipu Brozu TITU
je pisano da je bio "diktator", iako uz odavanje priznanja njegovoj
politickoj genijalnosti i njegovim zaslugama u stvaranju ove
jedinstvene, mirnodopske i snazne drzave.

U stvari, sa nase tacke gledista SFRJ je bila neprevazidjeni primjer
"pluralizma", s obzirom na prava naroda i narodnosti (i onih
najmalobrojnijih), kao i s ekonomske tacke gledista zahvaljujuci
mjesovitom sistemu
drzavnog, privatnog i samoupravnog-vlasnistva.
Pored toga SFRJ je bila neprevazidjeni primjer "samoopredjeljenja" u
pravom smislu ovog pojma, u prvom redu
u odnosu na ljevicarsku i komunisticku misao. "Samoopredjeljenje" znaci
prije svega nezavisnost. SFRJ je bila u stanju da zastiti interese svih
svojih nacionalnih komponenata, ono sto male nove "nezavisne" republike
nisu vise u stanju.
Kao sto je rekao drug TITO u svom zadnjem govoru: "Samo ako ostanemo
ujedinjeni nemamo se cega bojati".

Nove jugoslovenske republike su zrtve i robovi volje svjetskih mocnika,
bilo pojedinacnih imperijalistickih drzava ili onih u vojnom bloku
NATO-a -,bilo kao internacionalnih ekonomskih institucija
(Medjunarodni monetarni fond, Svjetska banka, Evropska banka za obnovu i
razvoj itd.), ili oligarhije velikog kapitala. Ove mocnici danas
postavljaju i odlucuju o pravilima, koja se moraju postovati kod
restrukturacije ekonomskih i politickih sistema. Tu politiku provode
svim sredstvima - od medijske dezinformacije do bombardovanja.Vidjeli
smo vec konsekvence njihove politike kroz unistenje i kolonizaciju
proizvodnih sistema svih drzava bivseg Varsavskog pakta, preko Albanije
- prinudjene na uvoz voca iz Italije pa do Rusije - prinudjene na uvoz
votke. Degeneracija uslova zivota i rast socijalne nepravde mogu da vide
svi.

SFRJ koja je dostojanstveno i uz veliki autoritet zauzimala znacajno
mjesto na medjunarodnom planu bila je sposobna zadrzati veliku
ekonomsku, politicku i vojnu autonomiju. Kao drzava predvodnica
Nesvrstanih zemalja SFRJ je predstavljala nadu za mnoge zemlje i narode
na putu razvoja. Bez SFRJ danas ovi narodi i ove zemlje imaju velikih
poteskoca u pronalazenju puteva nezavisnog razvoja i lakse postaju zrtva
procesa neokolonijalizma. SFRJ i njeni stanovnici zato su morali tesko
platiti, krvavim razbijanjem drzave, cijenu osvete mocnih za ovu
poziciju u proslosti efektivne nacionalne, ekonomske, politicke i vojne
nezavisnosti i internacionalnog prestiza.

O unutrasnjim razlozima raspada SFRJ vec je receno previse da bi se na
kraju zataskala odgovornost medjunarodne zajednice. Drugi kljucni faktor
koji je odlucio o raspadanju SFRJ bio je proces ekspanzije
NATO-a u pravcu istoka. Komentatori su svih ovih godina pridavali
previse vaznosti unutrasnjim razlozima raspada SFRJ. S obzirom na taj
stav i izmedju nas koji danas podrzavamo znacaj i vrijednosti AVNOJ-a
moze postojati razlicitost misljenja i nijansi koja se baziraju na nasim
razlicitim i dramaticnim iskustva. Ali je ocito da su sva
nacionalisticka vodstva bila podrzana od zapada, i to tim veca je bila
podrska ukoliko su obecavali sto potpunije unistenje Jugoslavije.
Clanice NATO-a nisu se previse uzdrzavale od kolaboracije sa tendencama
bliskim starim drzavama - Kvislinzima koje su postojale tokom Drugog
svjetskog rata (domobrani, ustase, nacisti-muslimani Handzar divizije,
cetnici, albanski balisti...), samo ukoliko su ovi garantovali raspad
jedinstvene jugoslovenske drzave. Ne slucajno clanice NATO-a su
priznale nove balkanske granice koje glamorozno podsjecaju na granice iz
1941-1944. djeleci medju sobom zone uticaja, ekonomskih investicija i
resurse.

Mi vjerujemo da je pravi nacin sjecanja na Jajce u sprovodjenju u praksu
njegovih zakljucaka danas: pored Jedinstva i Bratstva izgradnja jednog
drustva bez izrabljivanja i borba za slobodu svoje zemlje. I danas treba
da bude primjer svima nama zrtvovanje partizana svih naroda i narodnosti
za oslobodjenje svoje zemlje od imperijalisticke vladavine nacisticko
fasistickog okupatora i poraz lokalnih kolaboratera.

Zbog svih ovih razloga odlucili smo da kao gradjani Trsta italijanskoga
i slovenackoga jezika ovim povodom osnujemo trscansku sekciju Drustva
Josip Broz Tito, kojoj dajemo ime Antun Kapuralin - istarskog druga
koosnivaca Italijanske komunisticke partije dvadesetih godina ovoga
vijeka, koji je cesto bio prisutan u Trstu i posljednjih godina,a
nedavno preminulog. Kao Drustvo JBT iz Trsta obavezujemo se da cemo
prenositi vrijednosti zakljucaka iz Jajca na znanje i za borbu buducih
generacija.

Smrt fasizmu, sloboda narodu

---

DISCORSO DI APERTURA

La iniziativa odierna prende spunto da una ricorrenza
importante, che fino a pochissimi anni fa era
sentita e celebrata da milioni di persone nelle
repubbliche federate della Jugoslavia. Oggi questa data,
se non viene forzatamente ignorata per ragioni di
opportunita' politica, e' vissuta soprattutto con
nostalgia. Tuttavia in questa occasione noi non vogliamo
solamente celebrare o ricordare un avvenimento
fondamentale nella storia europea di questo secolo:
piuttosto, come e' scritto sui volantini con i quali
l'iniziativa e' stata pubblicizzata, vogliamo
sottolinearne il valore attuale interessandoci
soprattutto al presente, e con lo sguardo rivolto al
futuro. Oggi piu' che mai e' attuale il messaggio di
Unita' e di Fratellanza lanciato nella assemblea
dell'AVNOJ a Jajce 57 anni fa.

E' curioso e paradossale che in questi anni di scontri
fratricidi tra i popoli e le nazionalita' della
Repubblica Federativa Socialista di Jugoslavia pressoche'
nessuno, che fosse giornalista, o uomo politico, o
semplice commentatore, abbia voluto volgere lo sguardo
un poco all'indietro per ritrovare, cosi' vicino nel
tempo, un esempio reale di pace e di convivenza proprio
tra quegli stessi popoli e nazionalita'. Questi
commentatori, pur condannando moralisticamente quanto e'
avvenuto, riferendosi alla RFSJ di solito preferiscono
parlare di un paese "artificiale" e di territori tenuti
insieme solo in virtu' di un "regime autoritario". In
questa maniera, pur apparentemente biasimandone lo sfascio,
essi in effetti cercano di giustificare quello che
e' successo a partire dal 1991, come se fosse "naturale", "inevitabile"
o persino "giusto" in base a criteri di "autodeterminazione"
e di "democrazia" a geometria variabile,
cioe' in base all'uso strumentale di questi valori. Del
compagno maresciallo Josip Broz TITO si e' scritto che
fu un "dittatore", pur ammettendone la genialita'
politica ed i meriti nella creazione di quel paese unito,
pacifico e forte.

In realta', a nostro avviso la RFSJ e' stato un esempio
insuperato di *pluralismo*, sia dal punto di vista dei
diritti delle minoranze e delle nazionalita' - anche le
piu' esigue dal punto di vista numerico -, sia dal
punto di vista economico grazie al sistema misto di
proprieta' statale, privata e sociale-autogestita.
Inoltre, la RFSJ e' stata un esempio insuperato di
*autodeterminazione* nella vera accezione che questo
termine deve avere, soprattutto nello specifico del
pensiero di sinistra e comunista. "Autodeterminazione"
significa innanzitutto indipendenza. La RFSJ era in
grado di tutelare gli interessi di ciascuna sua
componente nazionale, cosa che le nuove piccole
repubbliche "indipendenti" non sono piu' in grado di
fare. Come disse il compagno Tito nel suo ultimo discorso
prima di morire: "Solo se resteremo uniti non dovremo
avere paura di niente".

Le nuove repubbliche jugoslave sono assoggettate ai voleri
dei potenti del mondo, intesi sia come singoli paesi
imperialisti - e quelli del blocco NATO in particolare -
sia come istituzioni economiche internazionali (Fondo
Monetario Internazionale, Banca Mondiale, Banca Europea
per la Ricostruzione e lo Sviluppo, eccetera), sia come
oligarchia del grande capitale. Questi potenti impongono
oggi con tutti i mezzi - dalla disinformazione dei media
ai bombardamenti - le condizioni da loro stessi dettate
per la ristrutturazione del sistema economico e politico.
Abbiamo visto le conseguenze delle loro politiche nello
sfascio e nella colonizzazione dei sistemi produttivi
di tutti i paesi dell'ex Patto di Varsavia. Dall'Albania,
costretta ad importare la frutta dall'Italia, alla
Russia, costretta ad importare la Vodka, la degenerazione
delle condizioni di vita e la crescita delle peggiori
ingiustizie sociali sono sotto gli occhi di tutti.

La RFSJ, collocandosi in uno spazio proprio con grande
dignita' ed autorevolezza sullo scenario internazionale,
poteva invece mantenere una grande autonomia economica,
politica e militare. Come paese guida del Movimento dei
Non-Allineati, la RFSJ rappresentava una speranza per
molti popoli e paesi in via di sviluppo. Senza la RFSJ,
oggi quei popoli e quei paesi hanno maggiore difficolta'
a trovare strade per uno sviluppo autonomo e sono piu'
facilmente vittime dei processi di ricolonizzazione. La
RFSJ ed i suoi abitanti hanno dovuto percio' pesantemente
pagare, attraverso lo smembramento sanguinoso del paese,
il prezzo della vendetta dei potenti per questa passata
posizione di effettiva indipendenza nazionale, economica,
politica, militare, e di prestigio internazionale.

Delle cause endogene dello sfascio della RFSJ si e'
parlato sin troppo, arrivando al punto da nascondere
le responsabilita' della comunita' internazionale.
Un altro fattore chiave che ha determinato lo smembramento
della RFSJ e' stato il processo di espansione della NATO
verso Est. I commentatori in questi anni hanno dato
molto peso alle ragioni interne della disgregazione
della RFSJ; rispetto a queste, anche tra di noi, che
sosteniamo oggi i valori dell'AVNOJ, puo' esistere
una articolazione di posizioni e di sfumature in base
alle nostre diverse, drammatiche esperienze. E' pero'
evidente che tutte le leadership nazionaliste sono state
appoggiate in Occidente, e questo tanto piu' quanto
meglio garantivano lo sfascio della RFSJ. I paesi
della NATO non si sono certo sottratti dal collaborare
con settori legati ai vecchi Stati-quisling esistenti
durante la II Guerra Mondiale (domobrani, ustase, nazisti
musulmani della Handzar, cetnici, balisti albanesi...),
purche' questi garantissero lo sfascio dello Stato
jugoslavo unitario. Non per caso i paesi della NATO
hanno sancito i nuovi confini balcanici, che somigliano
clamorosamente ai confini del periodo 1941-1944,
ritagliandosi sfere di influenza, aree di investimento
economico redditizio, risorse.

Noi crediamo che il vero modo per commemorare Jajce
consista nel metterne in pratica i valori oggi: oltre
alla Unita' ed alla Fratellanza, la costruzione di una
societa' senza sfruttamento, e la lotta per la
indipendenza della propria terra. Ancora oggi il
sacrificio dei partigiani di ogni nazionalita' per
la liberazione della propria terra dal giogo imperiale
dell'occupatore nazifascista e per la sconfitta dei
collaborazionisti locali deve essere d'esempio per tutti
noi.

Per tutti questi motivi, come cittadini di Trieste di
lingua italiana e slovena abbiamo deciso di fondare in
questa occasione la sezione triestina della Associazione
Josip Broz Tito, che intitoliamo ad Antun Kapuralin, il
compagno istriano co-fondatore del Partito Comunista
d'Italia negli anni Venti, spesso presente a Trieste anche
negli ultimi anni, solo recentemente scomparso. Come
Associazione JBT di Trieste ci ripromettiamo di
trasmettere quei valori per la conoscenza e la lotta
delle generazioni future.

Morte al Fascismo, Liberta' ai Popoli

---

ASSOCIAZIONE/DRUSTVO JOSIP BROZ TITO
josipbroztito@...


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CHI SONO I "CIACENI"

Non sono originari di un territorio della Federazione Russa, e non sono
secessionisti, anche se forse non disdegnano l'alleanza con settori
secessionisti di altri territori. Non sono nemmeno musulmani. Il loro
comandante e' un tale Velimir Ilic, che si vanta di avere organizzato le
squadracce che hanno dato l'assalto al parlamento ed alla
radiotelevisione del suo paese (vedasi ad esempio le dichiarazioni che
ha rilasciato all'agenzia di stampa AFP:
http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/515). I "ciaceni" non
dispongono di armi pesanti (almeno per ora...), ma usano volentieri i
bulldozer per rimuovere ogni ostacolo interposto sul loro cammino.

"Ciaceni" e' il nome ironico che nelle barzellette che girano in
Jugoslavia viene assegnato agli abitanti di Cacak per colpa del loro
sindaco, golpista esponente della opposizione filo-occidentale.


> ...The fiercely anti-communist mayor of Cacak, Velimir Ilic, told the
French news
> agency AFP that his armed "commando" of
> 2,000 men had set out quite deliberately on October 5 to "take control
of the key
> institutions of the regime, including the parliament and the
television".
> "Our action had been prepared in advance. Among my men were
ex-parachute
> troops, former army and police officers as well as men who had fought
in special forces," he told
> AFP. "A number of us wore bullet-proof vests and carried weapons", he
added proudly.
> Ilic said contact was maintained throughout the action with high
police and Interior Ministry
> officials, but that president-elect Kostunica was unaware of what was
going on. "We were
> afraid he'd be opposed", said Ilic. And indeed, when he got word of
what was going on,
> Kostunica by all accounts prevented the commandos from hunting down
Milosevic and
> giving their spectacle a bloody finale. Some of these former "special
forces" commandos
> included veterans of the civil wars in Croatia and Bosnia. The peak of
irony lies in the fact
> that such paramilitaries, primarily responsible for giving the Serbian
people the
> (unjustified) reputation of "ethnic cleansers" and war criminals, were
instantly promoted by
> Western media into heroes of an inspiring "democratic revolution". But
there is a
> consistency about it: the same tiny group of men are able to perform
for world media as an
> exaggerated caricature of "the Serbs", first as villains, later as
heroes..."
>
> (Diana Johnstone, "In a spin" -
http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/569 )

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