Jugoinfo

In seguito alle polemiche scoppiate sulla lista del Coordinamento
"NOOCSE" a causa di un volantinaggio a favore della opposizione
liberista e filoatlantica in Serbia...


---

Ci è giunto oggi questo messaggio dal noOcse di Bologna.


> Il gruppo donne Contropiani NoOcse Bologna riunitosi presso
Atlantide il
> 26/6/2000 esprime la propria adesione all'appello di solidarietà con
la
> "Serbia Democratica" per lanciare per il 24/6/2000 ponti di
solidarietà
> concreti con più di venti città italiane, con:
> - la rete delle donne in nero contro la guerra sia in Serbia che
kosovo/a
> - appello per l'immediata liberazione di Flora Brovina
> - con il movimento studentesco Otpop (Resistenza)
>
> Riuniamoci tutte/i per il volantinaggio insieme con le donne in nero
di
> Bologna in piazza ore 18 il 24/6/2000. Saranno fatte comunicazioni
anche
> durante ko Street Rave Parade antiprobizionista.
>
> 20/6/2000.
> Gruppo Donne Contropiani.
>


Permetteteci di esprimere il nostro sdegno.


Come è possibile che dall'interno di una rete che si proclama
antagonista si faccia da sponda ai governi NATO nel solidarizzare
con la "Serbia Democratica", cioè con le forze filo-occidentali che
proclamano apertamente la loro simpatia con l'Europa di
Maastricht e che chiedono l'ingresso della Iugoslavia nella NATO?
Come non sapere che sono proprio i governi NATO (gli stessi che
hanno sganciato tonnellate di bombe all'uranio impoverito, gli
stessi che stringono i popoli iugoslavi in un'embargo infame e
illegale) a promettere aiuti solo a quei municipi amministrati dalle
forze politiche filo-USA-UE, cioè alla "Serbia democratica"?
Come è possibile rivendicare la liberazione dell'unico prigioniero
dell'UCK nelle prigioni iugoslave mentre nel Kosovo, col terrore,
sono stati espulsi 250mila rom, serbi, gorani, montenegrini e
albanesi anti-UCK? Mentre a Kosovska Mitrovica sono detenuti e
in sciopero della fame per protestare contro la violazione da parte
dei poliziotti ONU dei più elementari diritti umani, una quarantina
di cittadini non-albanesi?
Come è possibile solidarizzare con il movimento "Otpop" il quale
solidarizza a sua volta con i tirannosauri del turbocapitalismo
globalizzato contro i quali ci siamo mobilitati ad Ancona, Firenze,
Genova e Bologna?
Donne in nero?
Qui in lutto ci sono solo l'intelligenza, la dignità, la coerenza di
tutti quelli che erano a Bologna con la rete noOcse, e che si
illudevano di avere al fianco, pur nella diversità di opinioni,
compagni e compagne che avevano chiaro, come minimo, cosa
stavamo facendo, contri chi stavamo lottando.

Invitiamo i compagni a boicottare, a sabotare, ad impedire il
proclamato volantinaggio ed a partecipare invece all'incontro
nazionale delle Associazioni anti-NATO e di solidarietà con la
Iugoslavia che si svolgerà proprio a Bologna, proprio il 24
giugno, dalle ore 11 in poi presso la saletta del sindacato
ferrovieri dentro la stazione FS centrale.

VOCE OPERAIA


Subject: Bifo politically S/correct
Date: Sat, 24 Jun 2000 02:02:29 +0800
From: VOCE OPERAIA <voceoperaia@...>
To: <Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.>


Franco Berardi "Bifo" denudandosi un'altra volta,
ha così risposto al nostro invito a boicottare il meeting in
difesa della "Serbia
democratica", cioè di quel cartello di forze politiche iugoslave
notoriamente
sponzorizzate dalla NATO:


"Esprimo la mia solidarietà e il mio affetto per le donne in nero
per il
movimento OTPOR e per tutti coloro che hanno saputo riconoscere
nel regime
fascista serbo e nel criminale Milosevic un nemico dell'umanità -
non meno
ripugnante ed orrendo dei bombardieri della NATO e dei regimi
occidentali che
speculano sulla guerra.
Vorrei inoltre sapere come questi signori che si firmano Voce
operaia
pensano di potere sabotare, boicottare, impedire il volantinaggio
delle donne
in nero. Forse dispongono delle squadre naziste di Seselj, o si
rivolgeranno
per un petit coup de main alle tigri di Arkan?
Su molte cose ci può essere discussione, differenza, disaccordo,
all'interno
della rete che si sta costituendo. Su questa cosa no. Sappiamo
riconoscere i
fascisti, i nazionalisti, e gli assassini, quale che sia la
bandiera che
sventolano.
Per quel che io ne so la rete NOOCSE è pronta a rispondere
all'appello di ogni
oppresso, che sia uomo o donna, kosovaro o albanese, serbo o
croato.
Ma non è disposta a difendere nessun regime dittatoriale. E meno
di ogni altro
il regime dei violentatori serbi, di Milosevic, di Seselj, di
Karadzic, di
Mladic e di Arkan.

Scomparite, miserabili".
Franco Berardi Bifo

Allo s.d.e.g.n.o. si aggiunge la nostra pena.
Questo messaggio di Bifo sembra una fotocopia dei discorsetti che
James
Shea, portavoce della NATO, a nome del Segretario di Stato USA M.
Albright, diffondeva un anno fa per giustificare i bombardamenti
"intelligenti"
in Iugoslavia.
Essi ci dicevano infatti che si trattava di una "guerra
umanitaria" in difesa dei
"poveri kosovari" contro il "regime fascista serbo" capeggiato
"dal criminale
Milosevic nemico dell'umanità". E noi, che assieme a milioni di
antimperialisti
e di democratici ci siamo battuti per fermare l'aggressione,
proprio come
dicevano Veltroni e D'Alema, siamo stati in realtà dei servi degli
"violentatori serbi",dei sostenitori della "pulizia etnica".
Ma un anno è passato, e solo Bifo sembra non essersi accorto di
cosa nel
frattempo è accaduto in Kosovo sotto lo sguardo 'vigile' dei
mercenari
NATO. (...)


Se solo Bifo conservasse un briciolo della passione sociale di un
tempo, se
volesse davvero difendere ogni uomo o donna opressi, se volesse
combattere davvero contro ogni dittatura e violenza, saprebbe da
che parte
stare. Chiederebbe la fine delle sanzioni contro la Iugoslavia,
vorrebbe che
sul banco degli accusati, come criminali di guerra, sedessero i
ministri dei
governi NATO, si batterebbe per i diritti dei Rom ( e delle altre
minoranze
oppresse dalla mafia albanese) non solo a Bologna (questo fa
chic!) ma
proprio in Kosovo, chiederebbe il ritiro delle truppe NATO da i
Balcani,
sarebbe per spazzare via i papponi narcotrafficanti
(ultranazionalisti)
dell'UCK. Ma egli ha perso, assieme alla passione per la
giustizia, anche la
lucidità (altrimenti non direbbe che la nostra difesa della
Iugoslavia equivale a
difendere il suo regime attuale), e non sa più riconoscere
oppressi e
oppressori, ricchi e poveri, tiranni e ribelli. A forza di
trastullarsi con il cyber
spazio e le reti virtuali, ha perso ogni contatto con la concreta
realtà
mondiale. L'odio antiserbo e antiiugoslavo da cui è accecato è una
buona
credenziale per accreditarsi come pupillo politically S/correct
nei salotti buoni
dell'imperialismo, ma che non ci venga allora a prendere per il
culo con il suo
antagonismo da baraccone. Anche la battaglia per cibi non
transgenici va
benissimo ai borghesi, basta che non metta in discussione
l'imperialismo,
questo sistema di saccheggio planetario che solo con la rapina a
spese dei
quattro quinti della popolazione mondiale può garantire i
privilegi dei bifi e dei
bifetti dell'Occidente opulento. Noi possiamo permetterci il lusso
di chiedere
cibi biologici solo perché in Africa, Asia, America Latina i
proletari non
mangiano che una ciotola di riso, perché in Iugoslavia si fanno le
file per il
pane, perché in Iraq o a Cuba non ci sono latte o medicinali per i
bambini. E
cosa fanno i bifi dell'Occidente che mangiano pastasciutta con
farina
biologica a 10mila al chilo? Si lagnano perché in simili
circostanze, in questi
paesi martoriati, non c'è libertà (borghese, s'intende), si
mettono a
pontificare, a dare lezioni di democrazia.
Questo è quello che chiamiamo antagonismo da baraccone,
l'antagonismo di
plebei che cercano una civile convivenza dentro la fortezza
imperialista, una
nicchietta confortevole per mettersi la coscienza a posto, in cui
sia loro
concesso fingere di battersi per i diritti degli schiavi.
E' no cari signori! Anche se voi vi credete assolti, siete per
sempre coinvolti!

Voce Operaia


Subject: R.I.T.E.G.N.O.
Date: Wed, 28 Jun 2000 20:04:43 +0800
From: VOCEOPERAIA <voceoperaia@...>
To: <Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.>


28 giugno
voce operaia


Tentando di chiarire la nostra posizione....


Francamente non pensavamo che il nostro S.D.E.G.N.O. del 22 giugno
avrebbe suscitato questo
putiferio.
E' facile dedurre che se ciò è accaduto è perché abbiamo ficcato il
coltello in una piaga del corpo
del movimento antagonista. Un movimento non può essere giudicato da ciò
che dice di se stesso,
ma dalle posizioni che assume riguardo ai fatti salienti, i quali, in un
contesto globalizzato, sono
anzitutto fatti di rilievo internazionale. E di primissimo rilievo è, da
almeno l'estate del 1990, la
tragedia della Iugoslavia.
Dopo tutte le accuse mosseci (prendiamo in considerazione quelle
meritevoli di attenzione)
riteniamo di non abusare della pazienza dei compagni/e se ci prendiamo
il diritto di replica.
Partiamo da un primo elemento. Non è vero che il panorama iugoslavo è
diviso in due campi
soltanto: quello capeggiato da PSS di Milosevic e la filo-occidentale
"Opposizione Unita"
--facciamo notare che in una riunione dei Ministri degli esteri della
NATO svoltasi a Sarajevo nel
luglio del 1999 l'investitura a leader di questa coalizione è caduta dul
banchiere Abramovic.
I progressisti europei potranno anche fare spallucce, ma in Iugoslavia,
esistono più campi politici
in lotta fra loro, a dimostrazione che c'è un regime democratico, una
variante della sola
democrazia oggi esistente, quella borghese. Che essa sia blindata non
crediamo dipenda anzitutto
dalla paranoia di Milosevic, ma dalle profonde tensioni sociali causate
da dieci anni di guerra e di
embargo. Per molto meno, negli anni '20 e '30 la democrazia europea, è
sfociata nella tirannide
fascista. Checcé deducano i nostri critici VOCE OPERAIA non sta nel
campo di Milosevic, ma, e
da più di un decennio, in quello dell'estrema sinistra. Si compagni!
esiste una sinistra comunista
Iugoslava ed è con questa che da almeno dieci anni abbiamo relazioni
strettissime, loro ci passano
informazioni di prima mano, loro ci hanno aiutato nei nostri continui
viaggi dal 1991 in poi, loro
hanno consenito, nell'estate del 1998, il campo antimperialista in
Montenegro. Si tratta di
organizzazioni di operai, contadini, intellettuali che nel 1989/90 non
seguirono Milosevic e Mira
Markovic (della JUL) quando imboccarono, tanbto per capirci, la via
della disoluzione della
vecchia lega dei Comunisti titoista. Non si tratta però solo di
nostalgici del titoismo, ci sono anche
antitotisti a vario titolo (ad esempio gli staliniani del NKPJ-Nuovo
Partito Comunista di
Jugoslavia- guidati da Kitanovic che come cominternista si fece sotto
Tito una decina d'anni di
galera. C'è la Lega dei Comunisti di Stevan Mirkovic, considerato il
vero erede di Tito. Ci sono
gruppi tacciati di essere trotskysti (come il Partito dei Lavoratori),
titoisti autogestionari e
internazionalisti come il Partito Comunista Serbo e il Partito
Socialista Popolare. In Montenegro,
come da tradizione, a questi partito se ne aggiungono anche altri,
componendo un'area composita
e spesso litigiosa. Esisitono infine, per quanto i progressisti nostrani
possano socchignare, varie
correnti organizzate di sinistra, sia nalla Sinistra Jugosva (JUL) che
nel partito Socialista di
Milosevic.
Noi è a questo "terzo campo" comunista che siamo legati da vincoli di
amicizia e solidarietà.
Ricordiamo anche l'Associaziione Internazionale E. Che Guevara di
Pristina, i cui dirigenti,
assolutamente "multietnici" sono dovuti scappare dal Kosovo già nel
dicembre del 1998, quando,
sotto gli occhi degli "Osservatori" dell'ONU, l'UCK scatenava la sua
caccia all'uomo, non solo
anti-serba, non solo anti-rom, ma pure anticomunista.
Con questi compagni riteniamo che nonostante tutti gli errori e i
crimini commessi durante un
decennio di conflitto, nonostante il regime "socialista" di Milosevic la
Iugoslavia andava difesa,
l'espansione della NATO contrastata. Dubitiamo che i nostri critici
riescano a capire questa
dialettica (che essi scambiano con la duplicità): comunque quest'estrema
sinistra, considerando
che l'esplosione della Iugoslavia era nell'interesse dell'imperialismo,
ha combattuto la NATO
(anche inviando propri volontari in alcuni fronti di guerra), pur senza
aver mai appoggiato
Milosevic e il suo governo.
L'equazione: difesa della Iugoslavia uguale difesa di Milosevic è una
delle armi più sottili e infami
della propaganda imperialista nonché delle forze disfattiste iugoslave.
Qui in Occidente la storia è vecchia come il cucco: difendi l'Argentina
contro la Gran Bretagna nel
conflitto sulle Malvinas? Ma allora stai coi generali golpisti! Difendi
l'Iran? Quindi sei con
l'integralismo islamico. Dici giù le mani dall'Iraq? Dunque sei con
Saddam Hussein che fa strage
dei curdi! Sei contro l'invasione "democratica" di Panama? Ma allora
difendi il narcotrafficante
Noriega! Sostieni la resistenza Hezbollah in Libano? Dunque sei per
imporre lo chador alle donne!
Ogni compagno/a intellettualmente onesto e che non abbia gettato alle
ortiche certi fondamentali
criteri marxisti e antimperialisti di interpretazioni dei fatti, però,
capisce al volo il senso della
nostra posizione.
Il dramma è che il "terzocampismo" --la posizione di equidistanza tra la
NATO che avanza come
un rullo compressore per spianare la strada alle multinazionali e al
capitale finanziario e quegli
stati ribelli che dicono Signor No!-- non è più l'atteggiamento
snobistico di certi settori della
borghesia, è diventata, pensate un po', la posizione di buona parte
dell'antagonismo qui in
Occidente. Qui in Occidente certi compagni, si mettono a fare le pulci a
questi regimi, misurano il
loro tasso di democraticità (borghese) e condizionano il loro appoggio
al rispetto di quelli che essi
considerano principi sacri, metastorici. Degli apriori di natura
etico-morale, quindi metapolitici.
Potremmo farla lunga sul discorso della "democrazia", potremmo ribadire
che la democrazia è
sempre una forma mascherata di dittatura. Ma la facciamo corta. Per dare
lezioni di democrazia ai
cittadini iugoslavi (facendo il contrappunto a criminali internazionali
come Clinton e company) essi
dovrebbero prima conquistarla nel loro proprio paese. Come possono,
degli italiani il cui governo
D'Alema ha calpestato come Mussolini non solo la democrazia formale
(Costituzione) ma lo
stesso Diritto internazionale, arrogarsi quello di chiedere più
democrazia per i serbi? Come
possono gli antagonisti italiani che non riescono ad impedire i lavori
dell'OCSE, salire in cattedra e
dare lezioni a chi da dieci anni difende con le unghie e coi denti i
principi non meno democratici di
quello di voto o di parola, come quelli della sovranità e
dell'indipendenza nazionali? Come possono,
gli antagonisti per cui la classe operaia non esiste, in un paese in cui
si consente che i proletari
ammazzati sul lavoro superino quelli massacrati dalla NATO in
Iugoslavia, dare lezioni? Come
possono, certi antagonisti, firmare petizioni per la libertà di una
poetessa kosovara per sua
ammissione vicina all'UCK, quando in Italia essi non muovono un dito per
i nostri 200 prigionieri
politici? Questi nostri antagonisti che hanno fatto finta di nulla
mentre il regime di centro-sinistra,
non venti anni fa, ma nel 1999, ha affibbiato il 270bis ad un centinaio
di militanti anti--NATO e
incarcerato e condannato una cinquantina di compagni, comunisti e
anarchici, in base alle
legislazione speciale anti-terrorismo?
Dovrebbero solo vergognarsi per i loro livelli di opportunismo, di
assuefazione, di cerchiobottismo,
di consociativismo oggettivo con questo sistema di merda e i suoi
satrapi eletti a suffragio
universale.

VOCE OPERAIA

Ultimo ma non meno importante.
Il nostro appello a boicottare i sit-in in favore della "serbia
democratica" e il movimento Otpor era
aleatorio, virtuale, dello stesso tipo di quello tanto strombazzato per
sabotare il vertice dell'OCSE.
Resta il fatto che il cartello di forze che si oppone al regime di
Milosevic non è né democratico, né
popolare. Chi conosce le vicende iugoslave lo sa e non aspetta di
prendere la linea dal TG1 o dal
TG5, da Gad Lerner o dalla Annunziata. Il cartello di partiti raccolti
nella sigla "Opposizione
Unita" è composto notoriamente da partitelli "democratici" sponzorizzati
dai paesi NATO (ognuno
ha il suo preferito) ma anche, da ultra-monarchici, fascisti e cetnici
serbi di diverso stampo, da
leader che si sono macchiati, tra il 1992 e il 1996, nelle Kraijne e in
Bosnia, dei peggiori crimini
nazionalistici (non ci sono solo le Aquile Bianche di Seselj o le Tigri
di Arkan). Dei veri
democratici-terzocampisti-pacifisti, se fossero coerenti, dovrebbero
disprezzare questi non meno
di Milosevic.
Per quanto riguarda Otpor (la coalizione di certe associazioni di base,
non solo studentesche!)
solo un movimentismo becero e apolitico può considerarlo un elemento
autonomo nella lotta per il
potere attualmente in atto in Iugoslavia. Che ci credano o no i nostri
detrattori, il loro legame con la
"Opposizione Unita" di Draskovic, Dindijc e Obramovic, è dichiarato e
indissolubile. Non si tratta
di un movimento spontaneo di studenti all'italiana, ma di un reparto
d'assalto, del cavallo di Troia
dei reazionari.
Ecco perché, anche i Diessini (leggasi DS), oltre a fungere in Italia da
architrave del potere
neoliberista, possono aderire a pieno titolo alla iniziativa con
rappresentanti di Otpor che i
compagni di Radio Sherwood (leggasi radio Sherwood) svolgeranno a Padova
sabato 1. luglio.
Sarebbe necessario boicottare anche questa iniziativa, ovviamente.
Tuttavia chiamiamo . Certi
compagni padovani non vanno troppo per il sottile. Già l'anno scorso, ad
Aviano, ci hanno
malmenato perché portavamo delle bandiere iugoslave (quelle con la
stella rossa beninteso). Loro
odiano la "pulizia etnica" serba, ma non disdegnano quella politica di
stampo "stalinista" (senza
offesa per i compagni stalinisti).


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30 GIUGNO

40° Anniversario della Rivolta Antifascista genovese
Genova - 30 Giugno 1960 - 30 Giugno 2000

http://digilander.iol.it/linearossage/30giugno.htm



Nel giugno del 1960 il MSI intende tenere il suo congresso a Genova. E'
chiaro alle forze
della Resistenza e a tutti gli antifascisti che questo congresso a
Genova, medaglia d'oro
della Resistenza rappresenta un momento determinante per il
reinserimento del fascismo
nel potere politico ufficiale. Genova antifascista, partigiana e
proletaria insorge e dice no
al fascismo! La città si mobilita, i giovani con le loro magliette a
righe (allora indossate non
certo per seguire la moda, ma perchè erano un capo di abbigliamento a
buon mercato [in
vendita specialmente nei mercatini del centro storico genovese],
diventeranno l'emblema, il
simbolo giovanile del 30 Giugno 60) si uniscono ai reduci partigiani; la
polizia [di Spataro]
carica i manifestanti, seguono violenti scontri con i scelbotti (così
vennero ribatezzati il 14
Luglio del 48 (attentato a Togliatti) i poliziotti usati contro gli
operai insorti [allora furono
formati questi speciali «reparti celere» della polizia, dall'allora
ministro DC Mario Scelba
[dal cui cognome trae l'origine il termine], e così continuarono a
chiamarli in quei giorni di
maggio i giovani antifascisti ) ma, nonostante la polizia abbia uomini
addestrati e ben
equipaggiati, non riesce a debellare la sommossa popolare e viene
sonoramente battuta dai
giovani antifascisti! E...mentre in piazza De Ferrari i giovani
antifascisti e i partigiani erano
impegnati a respingere le provocazioni poliziesche, un altro reparto di
polizia, in pieno
assetto di guerra proteggeva i gerarchi fascisti permettendogli di
sfuggire indisturbati. In
seguito si venne a sapere che furono messi su un treno speciale che
partì dalla stazione di
Ge.Nervi (nota località turisticà climatica genovese) e, dove si erano
rifugiati nella
speranza di tenere lì il loro congresso .

Il 30 Giugno 1960 Genova è la capitale dell'antifascismo
italiano.
Il fascismo non passò!



Non tardò comunque ad arrivare la repressione. Avvalendosi di delazioni
e false
testimonianze, nonchè basandosi su alcune fotografie, scattate dal
solito intraprendente
fotoreporter (pare di un noto quotidiano locale) nei pressi della Piazza
De Ferrari, vennero
arrestati numerosi antifascisti, (specialmente si cercò di colpire la
gioventù antifascista),
seguirono processi e dure condanne.

Quei giovani valorosi hanno dovuto subire ogni angheria e sopruso
(vennero reclusi nel
carcere di Regina Coeli); la cartolina che vedete è una delle centinaia
di migliaia che furono
inviate, in occasione del 2° Anniversario del 30 Giugno, al Presidente
della Repubblica,
appunto per chiedere la liberazione di tutti gli antifascisti.
Scarcerati, quasi tutti, chi dopo
tre, altri dopo quattro anni di duro carcere, anche perchè vi furono
sinceri Comunisti che
mai li abbandonarono, come il Comp. Terracini che fu il loro avvocato e
li difese con
risolutezza e tenacia o come il Comp.Pietro Secchia (allora senatore);
ritornati in libertà
alla maggior parte di questi giovani il reinserimento stabile nel mondo
del lavoro venne
negato ed oggi che hanno passato la sessantina vivono malati e in
solitudine, dimenticati
dalle istituzioni, con i pochi soldi di una misera pensione!


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IO ESSERE CRANTE IMPERATORE T'ASPURCO

"Gia' negli anni Trenta, il diplomatico francese Pozzi aveva ammonito
che era un crimine costringere la civile Croazia a sottomettersi alla
Serbia, che aveva ancora tanto da imparare"
Arciduca Otto d'Asburgo, su "Globus", Croazia, 16/6/1995, pg.6
http://zagreb.matis.hr/books/blackhand/article.htm

ZIETTO FRANZ FERDINAND TI VENDICHERO'

"Capibanda come Aidid in Somalia e Milosevic in Serbia hanno la stessa
ideologia ed agiscono nello stesso modo. Se l'Occidente vince
nell'ex-Jugoslavia, sara' una vittoria non solo contro il governo
totalitario di Belgrado, ma contro tutti i banditi del mondo"
Arciduca Otto d'Asburgo, sul giornale spagnolo ABC, maggio 1994

EUROPA SONO IO, VOI SERPI ESSERE INFERIORI, JA?

"I croati, che sono nella parte civilizzata dell'Europa, non hanno
niente a che spartire con il primitivismo serbo nei Balcani. Il futuro
della Croazia risiede in una Confederazione Europea cui
l'Austria-Ungheria puo' servire come modello".
Arciduca Otto d'Asburgo, 15 agosto 1991, "Le Figaro", Francia


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(...) Apriamo un giornale a caso, "Il Giorno" di oggi, 23 giugno.
Si tratta di un
reportage di Lorenzo Bianchi. Riportiamo testualmente dal servizio
a pagina
9:
"I bimbi albanesi di Pec hanno ricominciato a disegnare soli e
farfalle. Ma Fatimah,
kosovara 'ashaljia', di antiche radici egiziane ha visto la sua
speranza solo quando
è nata e quando è morta, sedici giorni dopo. A Pristina, nel
reparto dei prematuri
poteva andare a visitarla solo Ibush berisha, il padre albanese,
sufficientemente
chiaro di pelle. Lei, Fatimah è troppo scura. Sarebbe stata
scambiata per una
zingara e nessuno poteva giurare che sarebbe uscita incolume dalla
sala delle
incubatrici. Ibush Berisha ha 24 anni, è sempre vissuto a Obilic,
in un piccolo
villaggio di "albanesi egiziani" e di rom sedentari. Della sua
casa sono rimasti in
piedi solo i pilastri. E' stata scarnificata dalla furia degli
albanesi come tutte le
altre. Abita ora in una baraccopoli in cui si rifugiano ottocento
persone, una piccola
parte dei seimila che si erano riparati in una scuola della vicina
Kosovo Polje. Gli
italiani che li assistono dicono: "La loro sicurezza non è
garantita. Se i nostri
protetti si allontanano più di trecento metri, la loro vita non
vale più nulla".
Andreoni, 49 anni, romano, il responsabile della baraccopoli
racconta la miserabile
storia delle fognature: 'Abbiamo dovuto scavarle per
trecenetocinquanta metri,
anziché novanta, spendendo 50 milioni in più, perché gli albanesi
del vicino
villaggio, Plemetina, non volevano che i loro liquidi organici si
mescolassero con
quelli dei rom e degli egiziani'. A Plemetina, uno degli ultimi
villaggi a popolazione
mista, quindici chilometri a nord di Pristina, la scuola
elementare albanese è
proprio di fronte alla pari grado (e media) dei serbi e dei rom.
'Ma quando ci sono
le lezioni un cordone di soldati della KFOR, armati di mitra,
evita che gli alunni si
azzuffino'... All'ospedale di Pec capoluogo della Brigata
multinazionale a guida
italiana, è stato abbandonato un bimbo di pochi giorni. 'Non sarà
mica serbo',
hanno bisbigliato le puerpere albanesi. Gli amministratori
italiani hanno mangiato
subito la foglia. Il piccolo da tre mesi è stato adottato
dall'ospedale
militare....Nove proiettili sono caduti la scorsa notte vicino al
monastero di Decani,
rufugio non più sicuro di trenta serbi. Al sesto mese di
gravidanza le donne do
Gorazdevac vengono trasferite nell'ospedale di Kralijevo, in
Serbia centrale.
Partono a notte fonda, sotto pesante scorta militare.Gli autissti
rifiutano di
mettersi al volante: "Siamo reclusi.Viviamo senza diritti", si
lamenta l'anzino del
villaggio, Misha Kasratovic. Gli ultimi due serbi che lavorano
all'ospedale di Pec,
un magazziniere e un portantino, sono sepolti vivi. Non escono
mai."

(ricevuto da Voce Operaia)

---


Subject: Delegación al último rincón multinacional de Kosovo
Date: Tue, 20 Jun 2000 19:48:17 +0200
From: Jug Öster Solibeweg <joesb@...>
To: <joesb@...>


Perseguidos y expulsados por el ELK (UCK), la OTAN y Naciones Unidas

Informe de la delegación de solidaridad al último rincón multinacional
de
Kosovo

******
Fotos de Kosovska Mitrovica:
www.vorstadtzentrum.net/joesb/aktuell/210500
Tarjetas postales políticas:
www.vorstadtzentrum.net/joesb/aktuell/170500
Este reportaje se presentarà en el encuentro antiimperialista en Assisi
del
30 Julio al 6 Augusto con diapositivas: http://summercamp.cjb.net
*******


A principios de Mayo una delegación del Movimiento austro-yugoslavo de
solidaridad (JÖSB) viajó a Kosovska Mitrovica para:

a. expresar nuestra demanda de liberación de los presos políticos
encarcelados por NUMIK,

b. expresar nuestra ayuda a los no albaneses que permanecen en el
gueto de
Kosovska Mitrovica

c. investigar la situación del lugar más allá de la manipulación de
los
medios de comunicación

Huelga de hambre de los presos políticos
Según señalamos en nuestra declaración del 24 de abril de 2000
(www.vorstadtzentrum.net/joesb/aktuell/270400.shtml#esp), el
acontecimiento
que provocó la decisión de iniciar una huelga de hambre fue la puesta en
libertad del albanés Dzeljalj Ademi, que había herido a 22 civiles y 14
soldados de KFOR al atacar con granadas a unos serbios, mientras que
presos
no albaneses permanecen durante meses en espera de juicio. Los presos
exigen
que se realicen investigaciones para enjuiciarlos. El caso más evidente
es
el de un muchacho de 16 años que fue arrestado y acusado de genocidio el
verano pasado. Otro caso digno de mención es el de un serbio llamado
Jaksimovic de la vecindad de Orahovac, que fue parado por NUMIK en un
control del carretera. Un albanés que había resultado herido en la mano
en
un tiroteo y que estaba allí por la casualidad declaró que el Sr.
Jaksimovic
era la persona que lo había herido, y el Sr. Jaksimovic fue
inmediatamente
arrestado . Uno de los compañeros de viaje del Sr. Jaksimovic, que es
albanés, oyó como un transeúnte le dijo al otro albanés que señalara al
"individuo con barba" (es decir, Jaksimovic) para acusarlo.

En general las acusaciones son totalmente arbitrarias y sus motivos son
políticos. Los testigos se eligen de forma arbitraria y sus testimonios
vienen determinados fundamentalmente por su lealtad a los objetivos del
UCK,
así como el proceder de los jueces. Los pocos jueces serbios que había
dimitieron todos, porque su seguridad personal no podría ser
garantizada.
También protestaron contra el parcialidad del sistema judicial de NUMIK.
La
discriminación existente entre albaneses y no albaneses lleva a pensar
que
serbios y gitanos están siendo detenidos por razones políticas y
nacionales,
más que por la comisión de delitos concretos, por lo que deben ser
considerados como presos políticos de la UN.

Dos de los huelguistas de hambre están en estado crítico. Uno de ellos
ha
caído en coma. Sin embargo NUMIK no permite que médicos ni periodistas
visiten a los presos. Ahora también los parientes de los presos han
iniciado
una huelga de hambre. Diariamente organizan manifestaciones de protesta
delante de la prisión, a las que acuden millares de personas. El
representante de JÖSB expresó su solidaridad a la gente allí reunida.

Como delegados de la organización de ayuda Humanitas, hemos intentado
obtener permiso para ver a los presos. El comandante local del policía
de
NUMIK, Sven Erik Larsson, nos dijo que efectivamente la mayoría de las
acusaciones de los presos serbios y gitanos contra la judicatura de
NUMIK
estén justificadas. Sin embargo, no nos concedió el permiso de visita
que
pedíamos, sino que nos remitió a Pristina. En Pristina nuestra demanda
fue
rechazada por Edita Ryan, que es la oficial de enlace responsable de las
relaciones con las ONG y que declaró que Humanitas era una organización
que
operaba de forma ilegal en Kosovo.

Hacemos un llamamiento para apoyar nuestra campaña para exigir la
liberación
de los presos políticos y para intensificar la presión sobre NUMIK,
organizando otras visitas a la prisión de Kosovska Mitrovica.

Impresiones de Kosovo
En efecto, el norte de Kosovo que no esta bajo control de UCK es el
único
enclave multinacional de Kosovo -- incluso después de la guerra. Éstos
son
algunos ejemplos concretos de ello:

Kaplan Beruti en Svecan: El magistrado jefe del juzgado de Kosovska
Mitrovica, el albanés Kaplan Beruti, que ordenó el arresto arbitrario de
los serbios y los gitanos que ahora están en huelga de hambre, esta
viviendo en Svecan, al norte de Kosovska Mitrovica, una aldea
predominantemente serbia -- y él vive allí sin necesitar la protección
del
KFOR. Sus niños van a una escuela del mismo pueblo.

Refugiados Serbios en casas albanesas en Banjska: En las cercanías de
este
monasterio, en las montañas del Norte, hay varias cabañas para pasar el
fin de semana que son propiedad de albaneses. Actualmente se hallan
ocupadas por refugiados serbios del sur de la ciudad. Al preguntar por
los
propietarios, nos sorprendió oír que están viviendo en la parte Norte de
Kosovska Mitrovica y que incluso cobran alquiler por sus casas.

Albaneses en la vida cotidiana: Cuando hemos preguntado a varios serbios
acerca de los pisos y las casas albanesas en Kosovska Mitrovica que
están
bajo protección de la KFOR, nos dijeron siempre que hay una diferencia
significativa entre los pisos de seguidores del UÇK usados como bases
por
parte del UÇK, y los pisos de albaneses que son leales a Yugoslavia.
Estos
últimos pueden vivir allí sin ningún problema.

Las impresiones de la parte meridional de Kosovo son totalmente
diferentes.

Barrio gitano destruido: En la caretera de Kosovska Mitrovica a Pristina
solamente 10-20% de las casas parecen haber sido quemadas. Sin embargo,
el
barrio gitano de la parte Sur de Kosovska Mitrovica ha sido totalmente
destruido, quemado y arrasado hasta los imientos. La ideología nacional
racista del UCK ha dado allí sus frutos, evidentemente.

Un funcionario de UNMIK nos advierte del peligro mortal: Fuimos a la
oficina de UNMIK para las ONGs en Pristina para obtener un permiso de
visita a los presos de Kosovska Mitrovica. Cuando el funcionario al
cargo,
Edita Ryan, vio nuestra carta escrita en cirílico, nos dijo
inmediatamente
que no podíamos mostrar esta carta a nadie, porque podría ser nuestra
sentencia de la muerte -- y añadió que esta advertencia nos la hacía
"extraoficialmente". Incluso nos desaconsejó hacerla traducir al inglés
dentro de Kosovo.

Un taxista albanés habla en serbocroata: Debido a las muchas
advertencias
evitamos hablar en serbio con el taxista que nos llevó y nos trajo de
Mitrovica a Pristina. Pero cuando vimos que escuchaba la radio en serbio
y
maldecía en serbio, comenzamos a hablar con él en ruso. Él se sentía
totalmente cómodo hablando en serbio pero, al bajar delcoche, nos
recordó
que no dijésemos ni una sola palabra en serbio por las calles, porque
eso
es muy peligroso.

Hay un sistema detrás de la persecución de no Albaneses
La persecución nacional y política de los serbios y los gitanos por la
judicatura de la. NU es solamente el colmo del iceberg. OTAN/NU, apoyado
en
el UCK, realmente formado por un régimen que oprime y discrimina todos
que
son no Albaneses para finalmente expulsarlos y privar Yugoslavia de su
territorio legitimo.

Armamento: Mientras que UCK y su sucesor respectivo, organización TMK,
eran
desmilitarizada superficial (solamente las armas pesadas), y hay
constantemente ataques contra no Albaneses -- estos ataques llevaron más
de
1.000 vidas desde el principio del ocupación! de la OTAN -- Serbios
quedaron
por completo sin sus armas, así privando los de la autodefensa. Esto
significa una sentencia de muerte para muchos quien optaron permanecer,
y
debido a la " carencia de la capacidad " no se les concede la protección
de
KFOR. Solamente los convoyes de no Albaneses que abandonan territorio,
se
presta la protección.

Restablecimiento: Kouchner y otros representantes de la comunidad
supuestamente internacional dicen que todavía es temprano traer a los
refugiados de no Albaneses al sur de Kosovo; pero en el mismo tiempo, en
el
norte de Kosovska Mitrovica, KFOR está intentando por medio de fuerza
traer
a refugiados albaneses a sus casas. Hay pruebas que los combatientes de
UCK
también están infiltrados, traído al norte de Kosovska Mitrovica: Había
ataques del francotiradores de los tres edificios altos albaneses que
fueron
restablecidos recientemente.

Elecciones: Hay también prueba que NU/KFOR no es un mediador neutral,
solamente una fuerza muy motivada. Planean organizar las elecciones para
un
gobierno del protectorado en la base de la actual composición nacional,
para
preservar la expulsión de 300.000 no Albaneses y el establecimiento de
un
número desconocido de Albaneses del norte de Albania.

Yugoslavia es el único estado multinacional de los Balcanes
La guerra provocada por el UCK con la ayuda de Occidente, y transformada
por la OTAN en una guerra contra el conjunto de Yugoslavia, cobro un
total
de 2.108 víctimas contando ambos lados. Pero, un año apenas de
protectorado de la OTAN se ha cobrado ya las vidas de más de mil no
albaneses. A pesar de los envenenados conflictos étnicos, no había
habido
expulsiones ni "limpiezas étnicas" bajo gobierno yugoslavo en Kosovo.
Incluso cuando el UCK inició la espiral de violencia con sus ataques
terroristas en 1997, apenas había habido refugiados. Cuando cesaron los
combates, la mayoría de los refugiados pudieron volver. El "Plan
Herradura" ("Potkovica plan") resultó ser una falsedad propagada por el
servicio secreto. Solamente después del inicio de los bombardeos de la
OTAN se produjo el éxodo masivo de refugiados. Ahora, bajo el mandato
del
UCK y de la OTAN, sí que se está produciendo la "limpieza étnica
sistemática" atribuida anteriormente a las fuerzas yugoslavas. Se han
expulsado 300.000 no albaneses y los pocos que permanecen son amenazados
constantemente, y la KFOR rechaza asegurar su protección. A pesar de la
tendencia a la desintegración y de las tensiones internas, Yugoslavia
sigue siendo un estado multiétnico y, como tal, es la única forma
posible
de coexistencia pacífica de una población tan diversa nacionalmente como
la
de los Balcanes. Fue Occidente quien utilizó el "derecho de
autodeterminación étnico-territorial" como palanca contra Yugoslavia.
Esto
condujo necesariamente a una guerra civil. Los serbios eran y son el
corazón de Yugoslavia y habían abandonado sus intereses étnicos en favor
de este estado común. Y cuando los otros pueblos de Yugoslavia revocaron
esta federación, era justo que los serbios también defendieran sus
intereses nacionales. Pero la diferencia decisiva entre los serbios y
las
otras naciones es que, mientras estos últimos se convirtieron en
esclavos
del Nuevo Orden mundial, los Serbios están luchando contra la nueva
tiranía de la OTAN. Esta es la razón por la cual Kosovo tiene que seguir
siendo una parte de Yugoslavia, los refugiados tienen que volver a sus
hogares y el UCK y la OTAN tienen que desaparecer.

Viena, 15 de Mayo 2000
(Traducción por Tatiana Cacic Trifunovic a quien se lo agrdecemos
mucho.)

****************************
Jugoslawisch-Österreichische Solidaritätsbewegung (JÖSB)
PF 217, A-1040 Wien, Österreich
Tel/Fax +43 1 924 31 61
joesb@...
www.vorstadtzentrum.net/joesb
Kto-Nr. 9282, RB Schwechat, BLZ 32823


---


STOP NATO: ¡NO PASARAN! - HTTP://WWW.STOPNATO.COM


-----Original Message-----
From: David Jakovljevic <abcde@...>
To: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. <Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.>
Date: Thursday, June 15, 2000 10:25 AM
Subject: Re: [sorabia] Visit to the Serb and Roma Prisoners at Kosovska
Mitrovica, June 1, 2000


>g.Jankovicu!
>
>Borci za ljudska prava Vam cestitaju na Vasoj hrabrosti i zalaganju za
prava Srba na
>Kosovu.
>
>David Jakovljevic
>
>pelkinsin@... wrote:
>
>> On Thursday morning, June 1, 2000 I visited four Serb and Roma prisoners,
>> hospitalized at the City Hospital of Kosovska Mitrovica. Later in the
day, I
>> visited their unfortunate 39 brothers, the jailmates at the City Prison.
>> While the guards at the hospital let me video interview the detainees,
the
>> guards at the jail, headed by the American warden, did not.
>> First reacion at the sight of the sick prisoners was pain in the heart,
rage
>> and revulsion against the perpetrators. I was accompanied by three Serb
>> physisians, three Serb friends, two nurses and two guards: one was a
Jordan
>> policeman, the other an Argentina policeman. The prisoners were lying in
very
>> clean bedding, wearing pajamas, in a well kept and specious hospital
room.
>> Apparently, they did not lack human touch and care by the hospital staff.
I
>> talked to each prisoner-patient and doctors helped me with explanation of
>> their illnesses and the course of recovery.
>>
>> PRISONER # 1: GASI AGIM, Rome from Prizren, around 55, lean, with sad,
>> melancholic eyes, that lit up at our appearance. He was arrested on
October
>> 7, 1999
>> by German police force, along with his two brothers. An Albanian
translator
>> brought the police to the door. Since then, he lost contact with his
family
>> and the brothers. He was then turned over to the Albanian police station,
>> where the Albanian judge passed the speedy sentence down: homicide.
There, he
>> was appointed an "attorney", Hasan Redzepi, Albanian, to give the charade
of
>> the "court" a look of legality!
>> A night before, a few Albanians broke into his home, pulled the knives
and
>> cut him several times, on the hand and on the neck, and one of them hit
him
>> with the but of his gun on the head.
>> He has never seen the "judge". The first sentence of two months has
>> meticulously been extended by two months every time the previous one was
>> about to expire. About two months before, he was transported from the
>> Albanian jail in Prizren to the international detention center, City Jail
in
>> Kosovska Mitrovica, northern part, under Serb control, so to say, where
>> conditions were somewhat better.
>>
>> PRISONER # 2 : ARSENIJE VITOROVIC, plumber, Serb from Orahovac, around
55,
>> pretty stout built, paralyzed in the right side due to a stroke of 10
years
>> before. He lost the vision of the right eye as the consequence of the
stroke.
>> Now hospitalized for heart deficiency and another stroke. He was arrested
by
>> German police, led by an Albanian to his home on October 8, 1999. He was
>> taken to the Albanian court in Prizren, where judge, an Albanian, passed
the
>> sentence: multiple homicide as an Arkan's commando(!!). He was
represented in
>> the court by an Albanian "defense attorney". The first sentence of two
months
>> (for "murder'!) has been routinely extended for another two months, when
the
>> expiration of the earlier sentence was due. And so several time, since
the
>> first was passed down.
>> The Albanian thugs abducted his son on July 17, 1998, two years earlier,
>> whose whereabout has remained unknown to these days. Arsenije has been
flown
>> from Prizren jail to the Mitrovica prison by a German helicopter a couple
of
>> months earlier.
>>
>> PRISONER # 3 : VLASTIMIR ALEKSIC, Serb from Kosovska Mitrovica, South,
the
>> NATO-Albanian side of the city, around 55, exhausted, in a depressive
mood.
>> He was arrested by French police, along with his son. They
were
>> taken to the Albanian court in South Mitrovica, where was charged with
>> "GENOCIDE, Article 26". His prosecutor was an Albanian, his judge
another,
>> his "attorney" also an Albanian and the "witnesses" in the court, again
>> Albanins, unknown to Vlastimir. The sentence was passed down before the
>> trial, two months, for "genocide", with the extensions for another two
>> months, each time the current one was about to expire.
>>
>> PRISONER # 4: VLADAN VUCETIC, Srbin, 16(!), mentally retarded, from
South
>> Mitrovica. He was arrested by French policemen, led by an Albanian. He
was
>> taken to the Albanian court in South Mitrovica. The Albanian judge handed
him
>> already prepered sentence. Charges: 100 (even!) torched Albanian houses,
>> sentence for two months in prison, extensions automatically issued every
two
>> months, written on a piece of paper, with no signiture, seal, stamp, or
form.
>> His "defense attorney" was an Albanian. He is recovering in the Serb
hospital.
>>
>> Speaking of this hospital, it is worth mentioning that the French
>> legionnaires occupied the Children hospital, located in the Hospital
complex,
>> just completed prior to the NATO bombing. The French colonial Governor
for
>> the city of Mitrovica ordered ripping off the roof on the main hospital,
last
>> year, just before the rain season, on the pretext to have it fixed. The
Fall
>> outpour flooded the operation theaters, and put them out of commission
for
>> the rest of the winter. So, the building was left open and the rooms
frozen
>> throughout the winter. Meanness and evilness of the NATO governors of
Kosovo
>> have no bounds. I could tell you a string of similar stories, mopped up
on
>> the spot.
>>
>> CITY JAIL : There were 39 more prisoners in the jail, all the men, Roma
and
>> Serbs. I talked to many and heard very similar stories, such as those
>> described above. The prisoners were lacking everything: shoes, clothes,
>> underwear, towels, bed linen. They sleep in dirty cots, with soiled
blankets,
>> never washed, without bed sheets, pilowcases, pajamas, slippers. They
have a
>> very poor diet, with no fruits, meat, fresh vegetables, refreshment
drinks,
>> desert, vitamins. The Ward, an arrogant American policeman, commented on
the
>> washing machine by saying, "it would be a good idea to have one(sic)."
>> After the visit, I handed a $100.00 bill to each prisoner, a part of the
>> fund, raised at the St. Michael Archangel Church, Saratoga, California a
>> couple weeks before. I, also, made a few other humanitarian distributions
to
>> the city needy, the Hospital, the refugees from Kosovo and Krajina,
defenders
>> of the Bridge, and the others.
>> My more extensive report from the trip to Kosovo is under way.
>>
>> Tika Jankovic
>> San
Jose,.California
>>
>>
>>
>> From: Ju>g Öster Solibeweg <joesb@...>
>> >>To: <joesb@...>
>> >>Subject: Hunger strike in K Mitrovica resumed
>> >>Date: Thu, 8 Jun 2000 23:29:55 +0200
>> >>X-MSMail-Priority: Normal
>> >>Importance: Normal
>> >>X-MimeOLE: Produced By Microsoft MimeOLE V5.00.2314.1300
>> >>
>> >>Our solidarity must go on
>> >>
>> >>As reported the Serb and Romany UN prisoners had ended their political
>> >>hunger strike as the protector Kouchner promised them to meet their
demands.
>> >>
>> >>We were sure that he and the entire KFOR and UNMIK occupational forces
are
>> >>not willing to meet their demands because they are linked to the
general
>> >>fate of Kosovo Serbs and non- Albanians nationalities. The campaign to
>> >>forcibly albanise Kosovo by the KLA is in full swing, while the KFOR is
>> >>mainly targeting Serbian attempts of elementary self -defense. In order
to
>> >>fully control Kosovo the NATO is support ing "ethnic cleansing" by its
local
>> >>Albanian puppets.
>> >>
>> Therefore, we still fully support the resumed hunger strike of the
>> politico-national prisoners in Kosvska Mitrovica. (See below the petition
>> and its supporters).
>>
>> JÖSB (Yugoslav Austrian Solidarity Movement)
>>
>> BETA DAILY NEWS, June 8
>>
>> SERB PRISONERS IN KOSOVSKA MITROVICA AGAIN ON HUNGER STRIKE. A group of
>> 13Serbs imprisoned in Kosovska Mitrovica prison went on a hunger strike
again
>> on June 7, because, they said, U.N. Mission in Kosovo Chief Bernard
Kouchner
>> failed to fulfill their demands for altering judicial procedure.
>>
>> They are asking for just trials by forming international court councils,
>> transferring Serbs and Roma gypsies imprisoned in Pristina and in
Bondsteel
>> base to Kosovska Mitrovica, and out of safety reasons to authorize the
>> Mitrovica court to try non-Albanians, and to also revise court documents.
>> Until recently 40 non-Albanians staged a hunger strike in the Kosovska
>> Mitrovica prison until Kouchner promised to fulfill their demands.
>>
>> >>********
>> >>
>> >>Bernard Kouchner, UNMIK governor
>> >>Juan Ortuno, KFOR commander
>> >>Kaplan Baruti, president of the court of Kosovska Mitrovica
>> >>Sven Eric Laarsen, UNMIK police chief of Kosovska Mitrovica
>> >>
>> >>Freedom for the political prisoners in Kosovo who are in hunger strike
>> >>
>> >>We, the undersigned individuals and organisations, request the UN
>> >>protectorate authorities, UNMIK, to immediately release the thirty-six
Serbs
>> >>and Roma who are in hunger strike, as well as their five fellow
detainees in
>> >>the UN prison of Kosovska Mitrovica, if they are only being accused of
>> >>summary offences.
>> >>
>> >>Substantiation:
>> >>
>> >>1
>> >>For almost one year the non-Albanian detainees are being held without
the
>> >>prospect of trials in court. According to press statements, not even
>> >>preliminary examinations are being conducted.
>> >>
>> >>2
>> >>At the same time, assassins motivated by Albanian nationalism such as
the
>> >>recent case of Dzeljalj Ademi, who threw a hand grenade in the Serb
Ghetto
>> >>of Mitrovica, injuring 22 Serb civilians and 14 French NATO soldiers
are
>> >>released without being tried.
>> >>
>> >>3
>> >>Until now the protectorate judiciary was not at all able to dispel the
>> >>massive doubts of their impartiality.
>> >>
>> >>4
>> >>Under the given circumstances as the UÇK/KSK is still armed and still
acting
>> >>as a belligerent power in a civil war and expelled great parts of the
>> >>national minorities and political critics to own and to carry weapons,
which
>> >>is the main accusation against the detained non-Albanians, is pure
>> >>self-defence.
>> >>
>> >>To detain the non-Albanians of Kosovska Mitrovica obviously has
political
>> >>and nationalist motives and they have to be freed immediately.
>> >>
>> >>Yugoslav Austrian Solidarity Movement
>> >>(Jugoslawisch-Österreichische Solidaritätsbewegung)
>> >>Vienna, April 27th, 2000
>> >>

---


> BELGRADE, June 22 (AFP) - The UN High Commissioner for Refugees
>(UNHCR) is concerned about the ongoing high crime rate against Serbs
>in Kosovo, a spokeswoman for the organisation said here Thursday.
> A year after the end of the war and the retreat of Yugoslav
>security forces, "there is still a major security problem for
>non-Albanians in Kosovo," Maki Shinohara, UNHCR Belgrade bureau
>spokeswoman, told reporters.
> "The crime rate is very high, and proportions of crime are much
>higher against Serbs than other ethnic communities," Shinohara
>said.
> In recent weeks, an increasing number of attacks, including
>drive-by shootings, have left 10 Serbs dead and more than 20
>injured.
> More than 210,000 Serbs and other non-Albanians have fled Kosovo
>since the arrival of international KFOR troops and the UN mission
>UNMIK in June 1999, a UNHCR registration carried out earlier this
>year showed.
> The aid agency estimated the total figure of refugees could be
>even higher.
> Shinohara said that continuing poor security conditions for
>Serbs in Kosovo "do not offer (the) possibility for their return to
>the province at this time".
> She said the UNHCR was "looking for opportunities" for the
>return of Serbs, but could not give any concrete details.
>


--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
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