Informazione

I GRANDI VIAGGI DEL PROF. PREZZEMOLO


"Prof. Prezzemolo" - diciamolo subito, tanto per
chiarezza - e' il soprannome che abbiamo deciso di
dare a Predrag Matvejevic, ordinario di Slavistica
all'Universita' "La Sapienza" di Roma. Ne parliamo
perche' ispirati dalla lettura del suo ennesimo
articolo per la stampa italiana, che sulla Jugoslavia
da' voce esclusivamente a due o tre persone, e tutte
le altre opinioni sono tabu'. Quella del Prof.
Prezzemolo e' una delle voci "ammesse". L'articolo e'
apparso su "Il Piccolo" domenica 10 giugno 2001. A
dire il vero non e' proprio un articolo, bensi' un
estratto "del suo ultimo libro": una specie di
pamphlet progagandistico, politicamente opportuno,
scritto per festeggiare la "democratizzazione" in
Serbia, da recensire e pubblicizzare su giornali e
mass media di ogni orientamento.

Nato da padre russo "bianco" (cioe' esule
anticomunista) e madre jugoslava di religione
cattolica nella Erzegovina oggi roccaforte del
neonazismo ustascia, Matvejevic e' abituato ad
andarsene in giro: era a Parigi negli anni Sessanta,
oggi fa spola tra Roma, Zagabria e la casa al mare in
Dalmazia, domani chissa'. Questo suo infinito
peregrinare, oggi, dopo lo sfascio della Jugoslavia,
Matvejevic ha trovato il modo di venderlo al lettore
caricandolo artatamente di significati "politici" o
"esistenziali". Tra infinite ridondanti citazioni di
se stesso, egli incessantemente ribatte sullo stesso
identico tema attraverso il titolo del suo
libro-tormentone: "Tra asilio ed esilio".

Un titolo che e' una allitterazione priva di senso,
poiche' Matvejevic non ha mai avuto bisogno di
chiedere "asilo", non essendo mai stato perseguitato
da nessuno, ne' tantomeno puo' dire di essere mai
stato in "esilio", visto che ritorna a Zagabria
quando vuole, e se e' bel tempo va anche al mare su
qualche croaticissimo litorale. Inoltre, come egli
stesso narra su "Il Piccolo", anche a Belgrado trova
tranquillamente ospitalita': "La scorsa estate
[quindi durante quello che lui esplicitamente
definisce "il totalitarismo nazifascista di
Milosevic"] passando per le vie di Belgrado, mi
chiesi che cosa avrebbe portato l'autunno." Che cosa
ci faceva dunque il Prof. Prezzemolo l'estate scorsa
a spasso nella Belgrado oppressa dal "totalitarismo
nazifascista", nonche' dall'afa? Pensava all'autunno.

L'autunno. Alla popolazione di Serbia e Montenegro
l'autunno ha portato ben poco di buono, almeno
(innegabilmente) dal punto di vista delle condizioni
di vita. Anche a noi pero' l'autunno, e l'inverno, e
la primavera, e la stagione prossima e quante altre
ancora portano sempre lo stesso Prof. Prezzemolo
sulle pagine dei giornali, di tutti i giornali:
destra, sinistra, centro, che differenza fa?
Recentemente avevamo letto una intervista a
Matvejevic su "Il Manifesto", nella quale egli
gioiva per l'arresto di Milosevic. Negli stessi
giorni il Prof. Prezzemolo era alla RAI (radio e TV),
sempre per festeggiare e citare se stesso... Adesso
e' su "Il Piccolo", il giornale locale di Trieste,
storicamente velina del colonialismo italiano nei
Balcani e sempre in prima fila nelle campagne di
stampa un tempo slavofobe, poi antijugoslave, poi
antiserbe e tuttora "anti-Milosevic".
Prezzemolo e' sempre li', a dire quello che altri
vogliono che egli dica, e sempre a promuovere se stesso.

Forse il Prof. Prezzemolo, durante il "nazifascismo",
era a Belgrado in incognito? Forse era tenuto
nascosto da qualche suo amico della opposizione
"democratica", che con grande ardimento e sprezzo del
pericolo preparava la riscossa in clandestinita'?
Comunque sia, oggi Matvejevic potrebbe aggirarsi di
nuovo piu' tranquillamente per le vie di Belgrado, e
godersi la ventata d'aria fresca portata dalla
"rivoluzione d'ottobre" - aria certo viziata
soltanto un po' da tracce residue di cloruro di
vinile monomero. Al governo, ormai, ci sono i suoi
amici, "la gioventu' che ha affollato le fila di
Otpor", e Djindjic, del quale Matvejevic dice
solamente che e' "piu' abile nelle cose politiche
dei suoi colleghi". Evviva.

Eh si, il Prof. Prezzemolo ama girovagare, e non solo
da turista - che sia per le vie di Belgrado, o in
aereo tra Roma, Zagabria e Parigi - ma anche in senso
figurato: zompetta da un giornale all'altro, ed in
maniera disinvolta fa contemporaneamente l'amico ed
il critico di tutti: e' un vero e proprio "spirito
libero". Cosicche' nel 1968 lavorava insieme ai
marxisti di "Praxis", ma tenendosi ad una certa
distanza, dai comodi salotti di Parigi - pero', come
lui stesso riconosce, "dissidente" non lo e' mai
stato... Nel 1974, invece, insieme a Kostunica
firmava un appello in difesa del nazionalista serbo
Mihajlo Djuric, contestatore della nuova Costituzione
(quella Costituzione che riconosceva larghissima
autonomia al Kosovo!). Dopodiche', mentre Kostunica
veniva (giustamente) sbattuto fuori dall'Universita'
per le sue posizioni nazionaliste, Prezzemolo
rimaneva a galla. Tra l'altro, non essendo nemmeno
serbo, ma casomai croato dell'Erzegovina, in fondo in
fondo chi glielo faceva fare di compromettersi piu'
di tanto?

Oggi il Prof. Prezzemolo si rallegra della fine del
"nazifascismo", ma critica Kostunica che non e'
abbastanza affidabile per la "comunita'
internazionale". Benche' Prezzemolo definisca se
stesso un uomo di sinistra ("...la mia cerchia di
amici, rivolta a sinistra, simpatizzante della
rivista Praxis..."), egli non critica Kostunica in
quanto uomo di destra, antijugoslavo ed
anticomunista, bensi' in quanto "si e' rifiutato di
riconoscere il diritto di ingerenza del Tribunale
internazionale dell'Aia". Cioe' lo critica proprio
laddove ha ragione, mentre lo difende laddove ha torto:
"qualcuno lo fotografo' [Kostunica in Kosovo] con un
kalashnikov in mano ed il sorriso sulle labbra, ma
non premette mai il grilletto di quell'arma
micidiale..." (E ci mancherebbe pure!) "Di
se Kostunica ha detto di essere nazionalista,
rinfacciando a Milosevic di non esserlo. Questa
sorprendente affermazione merita una spiegazione...".

Certo, i "fini intellettuali" posso trovare qualsiasi
spiegazione per qualsiasi cosa, anche la piu'
illogica. E possono dire tutto ed il suo contrario,
passandola sempre liscia: cosi', sul "Manifesto" il
Prof. Prezzemolo e' "jugoslavo", ma altrove lui
stesso si definisce "croato dell'Erzeg-Bosnia". Come
notava Bertold Brecht, per qualche bieco
obiettivo certuni sarebbero capaci pure di giurare
che le cose, se le lasci, cadono verso l'alto. Se poi
glielo fai notare, con vittimismo ed
autocommiserazione ti dicono che "i 'traditori della
nazione', fra i quali c'e' il sottoscritto" sono
destinati ad essere vituperati.

Forse la smania di viaggiare, di cambiare, andrebbe
psicanalizzata. Magari (chissa'?) ha qualcosa a che
fare con la fuga del padre dalla Russia, cosi' come
(secondo Prezzemolo) le smanie totalitarie di
Milosevic avrebbero a che fare con il suicidio dei
genitori. Anche la frase seguente del Prof.
Prezzemolo andrebbe interpretata con Freud: "gli
intellettuali hanno tradito". Certo, ma perche'
tradiscono? Se non tradiscono per opportunismo,
allora deve essere un problema di quoziente: il
cosiddetto "quoziente dell'intellettuale".

Italo Slavo

---

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[Emperor's Clothes]

WASHINGTON FINANZIA LA GUERRA ETNICA NEI BALCANI

di
Michel Chossudovsky [3 Aprile 2001]

Professore di Economia, Universita' di Ottawa, autore di
"La Globalizzazione della Poverta'", seconda edizione,
Common Courage Press, 2001.

Introduzione

Mentre Washington sostiene la ex-Repubblica Jugoslava di Macedonia
(FYROM), allo stesso tempo -- dietro alle quinte -- fornisce
l'armamentario militare e i denari all'Armata di Liberazione del Kosovo
(KLA), ora impegnata in una guerra di confine con le Forze di Sicurezza
Macedoni.

Per una crudele ironia, Washington sta armando e consigliando sia gli
aggressori della KLA che i difensori Macedoni, secondo decreti legge di
autorizzazione militare e di intelligence, approvati dal congresso degli
USA.
La Military Professional Resources Inc. (MPRI), un'agenzia per
reclutamento
mercenari sotto contratto con il Pentagono, sta aiutando la Macedonia --
essendo parte di un piano di sostegno militare USA -- "in modo da
allontanare
l'aggressione armata e per difendere il territorio Macedone."
Ma nello stesso tempo, MPRI sta consigliando ed equipaggiando la KLA,
responsabile degli attacchi terroristici.
In questa guerra, l'apparato militar-spionistico Americano sta
manovrando
"su entrambi i lati della barricata".

Qual e' il segreto 'ordine del giorno'?

"Gli Stati Uniti d'America e l'Armata di Liberazione del Kosovo
condividono
gli stessi principi e gli stessi valori umani. Combattere per la KLA e'
lo stesso che combattere per i diritti umani e i valori Americani. "
(Senatore Jo. Lieberman, citato nel 'Washington Post', 28 Aprile 1999)

-- M.C.


WASHINGTON FINANZIA LA GUERRA ETNICA NEI BALCANI

di Michel Chossudovsky [3 April 2001]


L'Armata di Liberazione del Kosovo (KLA) -- trasformata nel settembre
1999
in Corpo di Protezione del Kosovo sotto gli auspici dell'ONU -- ha dato
corso agli attacchi terroristici nella regione di Tetovo in Macedonia, e
contemporaneamente nel Sud della Serbia.
In Macedonia, questi assalti sono stati intrapresi, per conto della KLA,
dalla Ushtira Clirimtare Komtare (UCK) o Armata di Liberazione Nazionale
(NLA).
I terroristi operano dalle basi della KLA all'interno del Kosovo e sotto
la protezione KFOR.

Sostenuti dagli USA, la KLA e i suoi vari surrogati sono ben attrezzati.
Secondo Carl Bildt (coordinatore speciale ONU per i Balcani), le Forze
di
Sicurezza della Macedonia non possono tenere testa ai ribelli: 'le
guerrillas costituiscono una competente organizzazione militare;
sono costituite da un nucleo di combattenti di grande esperienza. Sono
ben
fortificate, evidentemente ben preparate e, con tutta probabilita',
controllano parti consistenti del retroterra.'

Ma da dove proviene tutto il denaro? I media Occidentali comunicano
l'impressione che l'Armata di Liberazione Nazionale (NLA) si sia
trasformata
in una moderna forza ribelle nell'arco di una notte, spontaneamente
apparsa
dal nulla, "da aria rarefatta", e che i leaders della NATO non abbiano
mai
avuto contatti con la KLA.

L'ONU (CUSTODE DELLA PACE) CON IL PEACE-KEEPING FINANZIA IL TERRORISMO

Secondo il 'Sunday Times' (Londra):

"Agenti segreti Americani hanno ammesso di avere concorso
all'addestramento
dell'Armata di Liberazione del Kosovo, prima dei bombardamenti NATO
sulla
Jugoslavia".1

La rassegna dei documenti del Congresso degli USA vorrebbe suggerirci
che
l'aiuto della Cia sarebbe continuato anche dopo la guerra.2

Inoltre, mentre la KLA mantiene i suoi legami sia con la CIA che con le
organizzazioni criminali coinvolte nel traffico della droga nei Balcani,
l'organizzazione paramilitare rinominata Corpo di Protezione del Kosovo
(KPC) e' stata elevata allo status di ONU, e questo vuol dire la
concessione
di fonti legittime di finanziamento attraverso l'ONU, come attraverso
canali
bilaterali.

L'ottenimento di rifornimenti militari, l'addestramento della KLA e i
consiglieri militari sono stati affidati all'Agenzia Military
Professional
Resources Inc. (MPRI), un'agenzia USA di reclutamento mercenario
collegata
al Pentagono.

Il modello e' simile a quello seguito in Croazia e nella Federazione
Bosniaca
Mussulmano-Croata (Bosnia-Erzegovina), dove i cosiddetti programmi
"Armare
ed Addestrare" sono stati applicati grazie al Pentagono.

I metodi di addestramento della MPRI -- che sono gia' stati testati in
Croazia
e in Bosnia -- si basano sull'insegnare "tattiche di offensiva... come
la
migliore forma di difesa".3
Nella situazione Kosovara, questa cosiddetta "dottrina difensiva",
applicata
negli assalti terroristici nel Sud della Serbia e in Macedonia, ha lo
scopo
di trasformare la struttura paramilitare della KLA in una moderna forza
militare, che serva agli obiettivi strategici degli Alleati.
La MPRI registrava nel 1999 "novantuno professionisti ex militari, di
grande
esperienza, operanti in Bosnia & Erzegovina".4
Il numero di ufficiali militari, che stanno operando su contratto con la
KLA, non e' stato reso pubblico.

Comunque, la trama e' veramente consistente: il Comandante in Capo della
KLA Agim Ceku (precedentemente con le Forze Armate Croate) era stato
coinvolto in una relazione a lungo termine con la MPRI. Ceku aveva
iniziato
a collaborare con MPRI nel 1995 nella pianificazione della "Operazione
Tempesta" in Croazia, che ha provocato massacri etnici e l'espulsione di
piu' di 200.000 Serbi dalla Krajina, regione della Croazia.
Il fatto che Ceku sia "un comprovato criminale di guerra " -- secondo
gli
archivi del Tribunale dell'Aja (una struttura che fa riferimento al
Segretario
Generale dell'ONU) -- non sembra, comunque, creare preoccupazioni in
nessuno,
nella "comunita' internazionale".5

Ceku possiede un passaporto ONU (lascia-passare) che gli fornisce
immunita'
diplomatica all'interno del Kosovo.
Secondo il Procuratore Carla del Ponte, del Tribunale dell'Aja per i
Crimini
di Guerra, la reputazione e la probita' di Ceku sono assolutamente
limpide,
in base alle "inchieste del Tribunale dell'Aja ... relative alle
atrocita'
commesse (da Ceku!) in Krajina ... tra il 1993 e il 1995... Ugualmente
non
si deve mettere in questione la fedina penale di Ceku in Kosovo".6

Dietro la facciata pulita della diplomazia internazionale, il Segretario
Generale dell'ONU Kofi Annan -- su istruzioni di Washington -- in piena
consapevolezza e intenzionalmente ha approvato la nomina di "un
comprovato
criminale di guerra" a partecipare ad una operazione ONU di
peacekeeping.

In altre parole, il sistema ONU e' quello di "finanziare il terrorismo,"
creando un brutto precedente nella storia di un'organizzazione
internazionale

rispettabile :
"Le Nazioni Unite stanno pagando i salari di molti gangsters," che sono
ora coinvolti nelle aggressioni terroristiche alla Macedonia. 7

RICICLARE NARCO-DOLLARI

L'appoggio USA alla KLA e' una fra le tante sorgenti di finanziamento
della
KLA. Diverse organizzazioni Islamiche hanno inviato denaro e
equipaggiamento
militare alla KLA.
Prima della guerra del 1999, "istruttori della Germania, della Turchia e
Afgani sono stati segnalati per essere gli addestratori della KLA nelle
tecniche di guerilla e in tattiche di diversione."8

Mercenari Mujahedeen sono stati reclutati in un numero di nazioni che
hanno
combattuto contro le Forze di Sicurezza Serbe, a fianco della KLA, in
Kosovo.
Secondo il 'Sunday Times,' i recenti assalti da parte di forze contigue
alla KLA nella regione di Tetovo della Macedonia sono stati "sostenuti
da
mercenari provenienti dall'Afghanistan e dall'Arabia Saudita."9

Il commercio della droga nei Balcani viene usato per finanziare i
conflitti
etnici, con la complicita' della NATO e degli USA, e questo e'
ampiamente
documentato.
Il modello di appoggio segreto -- attraverso il riciclaggio di
narco-dollari
-- e' stato una parte integrante delle operazioni segrete della CIA, sin
dalla guerra Sovietico-Afgana. Secondo i documenti della US Drug
Enforcement
Administration (DEA) (Amministrazione USA dell'Osservatorio sulle
Droghe),
"membri della famigerata mafia Albanese hanno legami con il cartello
per il contrabbando della droga" con base a Pristina, capitale del
Kosovo.
Questo cartello, secondo quanto viene asserito, e' manovrato da elementi
di etnia Albanese, che sono membri del Fronte Nazionale per il Kosovo
(KNF),
il cui braccio armato e' la KLA.

I documenti della DEA evidentemente mostrano che questa e' una delle
"piu'
potenti organizzazioni del traffico di eroina nel mondo", i cui proventi
vengono dirottati in favore della KLA, per l'acquisto delle armi. 10

Dichiarazione di un ex agente DEA , Michael Levine:

"Dieci anni fa, noi abbiamo armato ed equipaggiato
i peggiori elementi dei Mujahedeen in Afghanistan
- trafficanti di droga, contrabbandieri di armi,
terroristi anti-Americani - Ora noi teniamo lo stesso atteggiamento
con la KLA, che e' strettamente collegata con ogni ben noto
cartello della droga del medio ed estremo Oriente.
L'Interpol, l'Europol, e quasi tutte le agenzie Europee
di intelligence e anti-narcotici hanno archivi aperti sulle
organizzazioni della droga; vi si trovano documenti che fanno
riferimento, giustamente, alla KLA e alle gangs Albanesi
in questa regione."11

Mentre gli aiuti degli USA -- in combinazione con il denaro della droga
--
sono indirizzati alla KLA, Washington e Brussels condannano in modo
superficiale gli assalti terroristici provocati dalla NLA-Tetovo, mentre
accidentalmente negano i collegamenti degli aggressori con la KLA.

Ecco una dichiarazione dell'ex Segretario Generale NATO Javier
Solana: "Sarebbe uno sbaglio negoziare, i terroristi devono essere
isolati.
Tutti noi li dobbiamo isolare e condannare. Nessuno puo' accettare
la loro violenza."

La NATO si era impegnata di ''affamare'' i ribelli, tagliando loro le
linee
di rifornimenti dal vicino Kosovo".12
Mentre condanna i terroristi, la NATO -- attraverso l'ONU -- ha anche
"sollevato l'urgente necessita' di frenare le forze Macedoni".13

Questa duplice argomentazione e' di fatto una forma di mimetizzazione
politica:
voi sapete che noi siamo contro i terroristi e allora l'aiuto che viene
dato loro, attraverso la KLA, con armi, vettovagliamento e consiglieri
militari, proviene dalla borsa del denaro pubblico degli Stati Uniti.

FINANZIARE ENTRAMBI I CONTENDENTI

Ma vi e' ancora qualcosa di piu' incredibile che non e' stato rivelato
alla pubblica opinione. La guerra di guerilla nella regione di Tetovo in
Macedonia e' stata finanziata e quindi controllata da Washington
"su entrambi i lati" del confine.
Mentre Washington pompa denaro alla KLA, anche la Repubblica
ex-Jugoslava
di Macedonia -- che e' sempre stata uno stato cliente molto obbediente
-- risulta beneficiaria dell'aiuto e dell'addestramento militare degli
USA.
La Macedonia e' un membro dell'Associazione per la Pace (PfP) della NATO
e aspira ad ottenere lo status definitivo di membro della NATO.
Lo stesso gruppo di consiglieri militari USA a contratto con la KLA
risulta
essere anche "aiutante" delle Forze Armate della Macedonia.
La MPRI -- mentre assiste la KLA nei suoi assalti terroristici -- e'
presente
anche dietro le linee nemiche in Macedonia, secondo il cosiddetto
"Programma
di Stabilita' e Deterrenza".

Quest'ultimo prevede di "prestare assistenza alle Forze Armate Macedoni,
di
respingere l'aggressione armata e, se dovesse fallire questo obiettivo
di deterrenza, di difendere il territorio della Macedonia".14

Quello che sta succedendo e' che la compagnia mercenaria USA, con il
mandato
di "difendere il confine (della Macedonia!)", ha anche consigliato la
KLA
sul modo migliore di "attaccare il confine (della stessa Macedonia!)".

Questo non e' proprio del tutto cristallino: lo stratagemma spionistico-
militare e' di finanziare entrambe le parti in conflitto, fornendo aiuto
militare ad una parte e finanziando l'altra parte.
E allora: "preparagli la rissa!". Si tratta di un sinistro gioco
spionistico-
militare, una "operazione dal di dentro" con consiglieri militari USA
della
stessa agenzia di mercenari (la MPRI), su entrambi i fronti.

Il "Programma di Stabilita' e Deterrenza" per la Macedonia si appoggia,
nei
fatti, largamente sulle vendite di armi all'estero, Foreign Military
Sales
(FMS), da parte degli Stati Uniti, e in questo caso la MPRI e'
incaricata di
consegnare (o meglio, di smaltire) alle Forze Armate della Macedonia
armi
ed equipaggiamento obsoleti, di cui il Dipartimento della Difesa USA
desidera
sbarazzarsi.

In piu', con le sue varie forme di finanziamento (droghe, organizzazioni
Islamiche, aiuto militare dagli USA, contributi dalla comunita' Albanese
negli USA), la KLA e i suoi alleati Macedoni della Ushtira Clirimtare
Komtare
sono sulla cresta dell'onda. Il denaro che arriva da diverse fonti,
incluso
il traffico della droga, supera di molto le misere assegnazioni di armi
delle FMS alle Forze Macedoni, concessioni fatte al Ministero della
Difesa
della Macedonia sotto la forma di equipaggiamento militare "in
eccedenza".

Gli amichevoli e cordiali incontri tenuti a Skopje (luglio
2000) tra il Generale Henry H. Shelton, Capo di Stato
Maggiore degli Usa, e la sua controparte Macedone,
Generale Jovan Andrevski, constituiscono ovviamente una cortina
fumogena.
Mentre i tromboni Americani pagano per il loro servizio
di suonatori i Macedoni, partner e loro alleati nell'Associazione
per la Pace (PfP) della NATO, la KLA -- con
il supporto della comunita' Albanese negli USA -- e' attiva nel
reclutare cittadini Americani perche' combattano come volontari
contro le Forze di Sicurezza della Macedonia.16

Bisogna ben tenere presente che questa strategia di
"finanziare entrambi i contendenti " non e' limitata ai soli Balcani:
dalla fine della Guerra Fredda, Washington e' stata coinvolta
spesso nel procurare copertura finanziaria e nel far scatenare
conflitti civili in differenti parti del mondo, ad esempio nell'Africa
Centrale, nel Caucaso e nell'Asia Centrale.
Finanziando entrambe le parti in conflitto, gli Usa controllano
l'esito finale della guerra.

L' AGENZIA DI RECLUTAMENTO MERCENARIO MPRI DIRIGE LO SPETTACOLO

Nel reclutare a largo raggio esperti militari e di spionaggio, presenti
nella sua banca dati di personale ex militare, la MPRI e' controllata da
un piccolo gruppo di ex generali e operatori CIA.
Il Generale (in pensione) della MPRI Rich Griffitts -- responsabile per
il
programma della MPRI in Macedonia -- e' in collegamento con il Capo di
Stato
Maggiore della Macedonia. Inoltre e' in contatto con il Comandante della
KLA Agim Ceku -- con il quale ha stabilito relazioni da tanto tempo, fin
dal 1995, dall'Operazione "Storm" in Croazia. Ceku fa parte della "old
boys network (rete di vecchi ragazzi)" della MPRI; in collaborazione con
la
MPRI, egli e' stato uno dei principali artefici dell'"Operatione
Tempesta".
Inoltre, in questa circostanza, egli ha agito come Comandante della
divisione
di Artiglieria, che spietatamente ha bombardato i civili Serbi nella
Krajina.17

Fare in modo che il personale della MPRI di stanza in Kosovo sia in
diretto
contatto o in comunicazione con i loro colleghi, non costituisce un
problema:
tutto lo staff militare della MPRI in campo e' in stretto rapporto con
Rich
Griffitt, Crosbie Saint e Carl Vuono (Presidente della MPRI), al
quartier
generale della compagnia ad Alexandria, Virginia.

Crosbie Saint -- responsabile del "Gruppo Internazionale" della
compagnia --
coordina le varie operazioni della MPRI in Kosovo e in Macedonia, cosi'
come aveva fatto in Croazia e in Bosnia. Inoltre, Saint -- che in
passato
e' stato direttore dello spionaggio militare -- e' in permanente
contatto
con il Pentagono, con la KFOR e la CIA.18

L'AGENDA SEGRETA

Ma che razza di guerra e' mai questa? Entrambi i belligeranti nella
guerra
di confine in Macedonia sono manovrati dagli Stati Uniti. Il personale
militare Americano, della stessa agenzia privata mercenaria, e'
distribuito
su "entrambe le parti della barricata" fornendo assistenza alle
controparti
locali nel combattere la guerra, secondo le direttive di Washington.

Se questa guerra e' destinata a continuare, inevitabilmente condurra' ad
un'escalation di odio etnico, di vittime civili, di rifugiati.
In conclusione, questo sara' il risultato di una politica di
destabilizzazione
e di agitazione sociale sia per la Macedonia, che per la Jugoslavia, e
comunque verra' fornito il pretesto a Washington e alla NATO per
intervenire direttamente sotto la maschera di "sorveglianti della pace"
e
di "costruttori di sicurezza".

Il piano segreto, quindi, consiste nel mobilitare le etnie Albanesi in
Macedonia, in appoggio della struttura della KLA, o a intervenire
direttamente.

In altre parole, Washington sta "finanziando la guerra etnica",
come mezzo per acquisire completamente obiettivi geopolitici, strategici
ed economici, usando la KLA e forze affini a questa.
Intanto, la "comunita' internazionale" -- preavvisando di voler impedire
un "disastro umanitario" -- ha inviato un esercito di osservatori e di
esperti in diritti umani, con il mandato di proteggere i diritti sociali
e politici delle etnie Albanesi.

Questa "riconciliazione" per mediazione -- imposta dalla NATO sotto il
patrocinio dell'ONU -- si basa sulla premessa che l'etnia Albanese in
Macedonia e' una minoranza sociale oppressa. Questa visione non solo ha
favorito le divisioni etniche e sociali nella Macedonia, ma ha anche
procurato ai terroristi della KLA una legittimazione come "combattenti
garanti della liberta'", in aggiunta al favore internazionale dei media.

Tutto questo tende a gettare discredito sulle Forze di Sicurezza della
Macedonia, e quindi ad indebolire la loro capacita' di combattere la
KLA.
Mentre Washington continua ad appoggiare i terroristi dietro le quinte,
l'Alleanza militare presenta essa stessa come imparziale mediatore.

Alternativamente, il portavoce informale della NATO, l'Organizzazione
per
la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), ha presentato una nota
di biasimo al Governo di Skopje, dichiarando:

"le autorita' legali della FYROM, di Presevo e del Kosovo si devono
attivare
per restaurare la pace e la sicurezza, tutti i settori della societa'
Macedone devono cooperare pacificamente e costruire fiducia
inter-etnica."19

L'aver spedito truppe della Bulgaria in Macedonia (secondo il Programma
della NATO "Partnership per la Pace"), a combattere i ribelli, puo'
contribuire a far scattare nella regione una conflagrazione molto piu'
larga.
In modo consimile, gli scontri etnici -- ugualmente progettati da
Washington
-- sono stati fatti scattare in Montenegro, che ha una piuttosto
consistente
minoranza etnica Albanese. E in Montenegro, la MUP, forza di polizia
filo-ribelli del Montenegro, e' stata assistita dalle Forze Armate
Croate,
che d'altronde sono state addestrate dalla MPRI, secondo il Sistema di
Addestramento e Preparazione delle Forze Armate della Croazia (CARTS).
Allo stesso modo, la pretesa "autonomia" per le etnie Ungheresi nel Nord
della Vojvodina e' parte dell'impegno NATO, che dispiega un largo numero
di truppe che stazionano dalla parte Ungherese del confine.

Piu' in generale, i vari programmi di aiuti militari forniti alla
Croazia,
alla Bosnia, e alla KLA sono sostanzialmente orientati contro la
Serbia.20

Malgrado la condiscendenza dei Governi di Belgrado e di Skopje alle
richieste
di Washington, la politica estera degli USA si propone di smantellare
eventualmente le istituzioni politiche e di sbarazzarsi dei partiti
politici
che resistono al dominio USA-NATO. L'obiettivo e' di demolire cio' che
resta
della Jugoslavia in quello che l'inviato ONU nei Balcani Carl Bildt ha
definito un "pasticcio di protettorati", secondo il modello
Kosovo-Bosnia,
sotto il patrocinio del "peace-keeping" ONU; in effetti sotto
occupazione
militare.21

Un accordo nello stile-Dayton e' la soluzione scelta per rimuovere e
distruggere le istituzioni Statali esistenti, incluso il fragile sistema
parlamentare ancora funzionante.
Con riguardo alla Macedonia, l'OSCE ha incaricato l'Ambasciatore Robert
Frowick a collaborare con il Governo di Skopje. I termini delle sue
referenze
sono chiari. Nel 1996, Frowick era stato incaricato di introdurre la
"democrazia" in Bosnia-Erzegovina, secondo gli accordi di Dayton: la
"Costituzione" della Bosnia -- in precedenza disegnata da legislatori
Americani nella base dell'Air Force a Dayton, Ohio -- veniva allegata
all'"Accordo di Struttura Generale" del 1995, raggiunto con la
mediazione
degli USA.22

DISARMARE IL NUOVO ORDINE MONDIALE

Le aggressioni terroristiche in Macedonia e nel Sud della Serbia stanno
servendo a Washington per raggiungere obiettivi strategici in flagrante
violazione delle leggi internazionali. La NATO e' sempre piu'
discreditata
agli occhi della pubblica opinione mondiale. Le menzogne e le falsita'
sono
palesi e i popoli della Jugoslavia sono determinati a preservare la loro
sovranita', di fronte all'aggressione Americana.

La politica estera degli USA diretta contro i cosiddetti "stati
furfanti"
perde di credibilita' sia negli USA, che nel contesto internazionale. In
tutto il mondo, i cittadini stanno guardando alla Jugoslavia e al
coraggio
dei suoi popoli, che hanno resistito all'imposizione del Nuovo Ordine
Mondiale.

Le menzogne riguardanti la guerra contro la Jugoslavia sono state
svelate
e rivelate a milioni di persone.


NOTE FINALI

1. Tom Walker e Aiden Laverty, `CIA Aided Kosovo
Guerrilla Army (La Cia aiuta l'esercito di guerrilla in Kosovo)', Sunday
Times, 12 Marzo 2000 .

2. Vedi "Intelligence Authorization Act for Fiscal Year2000 (Legge di
autorizzazione spionistica per l'anno fiscale 2000)" HR 1555, Sezione
308
intitolata "Report on Kosova Liberation Army (Rapporto sull'Esercito di
Liberazione in Kosovo)" disponibile a
http://www.senate.gov/search/index.html.

3. Vedi Tammy Arbucki, "Building a Bosnian Army (Costruendo un esercito
in Bosnia)", Jane International Defence Review, August 1997.

4. Vedi Military Professional Resources, Inc, "Personnel Needs",
pagina web della MPRI a http://www.mpri.com/.

5. Vedi Michel Chossudovsky, "United Nations Appoints
Alleged War Criminal (le Nazioni Unite incaricano un comprovato
criminale
di guerra)", Emperors Clothes, Marzo 2000, a
http://emperors-clothes.com/articles/chuss/unandthe.htm.

6. Vedi Tom Walker, "Kosovo Defense Chief Accused of War
Crimes (Il Comandante della Difesa in Kosovo accusato di crimini di
guerra)",
Sunday Times, Londra, 10 Ottobre 1999.

7. Riportato in John Sweeney e Jen Holsoe, "Kosovo
Disaster Response Service Stands Accused of Murder and
Torture," The Observer, Londra, 12 Marzo 2000.

8. Michel Chossudovsky, "Kosovo Freedom Fighters Financed
by Organized Crime (I combattenti per la liberta' in Kosovo finanziati
dal
crimine organizzato)", Covert Action Quarterly, Fall 1999;
anche pubblicato da Emperors Clothes,
http://emperors-clothes.com/indexe.htm

9. Tom Walker, "NATO Troops caught in a Balkan Ulster (Le truppe NATO
coinvolte in un'Ulster Balcanica)", Sunday Times, London, 18 Marzo 2001.

10. Conformemente ai documenti della DEA, recensiti e riportati da
R.Chandran, "US-backed KLA linked to Heroin Network (La KLA, sostenuta
dagli
USA, collegata alla rete dell'eroina)"
http://www.voz-rebelde.de/ipan51.htm.
Consulta anche Michel Chossudovsky in "Kosovo Freedom Fighters Financed
by Organized Crime (i combattenti per la liberta' in Kosovo finanziati
dal
crimine organizzato)".Vedi punto 8.

11. Riportato nel New American Magazine, Maggio 24, 1999

12. Riportato nel New York Times, 20 Marzo 2001

13. United Nations Interim Administration Mission In
Kosovo (UNMIK), Press Release, 29 Marzo 2001.

14. Consulta il sito della MPRI a
http://www.mpri.com/subchannels/int_europe.html.

15. L'aiuto militare USA, secondo il programma FMS per la Macedonia
era di 4 milioni di $ nell'Anno Finanziario 2000; 7.9 milioni di $
vengono
assegnati per il 2001. Piu' recentemente gli USA hanno annunciato un
pacchetto
di aiuti militari di 13.5 milioni di $: vedi Governo di Macedonia,
Ministero
della Difesa, comunicato ufficiale, 21 Marzo 2001;
Giustificazione del Budget Congressuale per le operazioni all'estero,
Anno
Fiscale 2001, rilasciata dall'Ufficio del Segretario di Stato, "Risorse,
progetti e politica", Dipartimento di Stato USA, 15 Marzo, 2000.

16. New York Times, 19 Marzo 2001.

17. Vedi Michel Chossudovsky, "NATO has Installed a Reign
of Terror in Kosovo (la NATO ha installato un regno del terrore in
Kosovo)",
luglio 1999, a http://emperors-clothes.com/indexe.htm.

18. Vedi pagine Web della MPRI, op.cit.

19. Dichiarazione di Severin, Presidente dell'Assemblea Parlamentare
OSCE,
sulla Macedonia, Repubblica dell'ex Jugoslavia, e sul Kosovo, 23 Marzo
2001,
http://www.osce.org/news/generate.php3?news_id63.

20. Vedi Michel Chossudovsky, "The War Against Yugoslavia
Is Not Over (La guerra contro la Jugoslavia non e' ancora terminata)",
giugno 2000, a
http://www.emperors-clothes.com/articles/chuss/warnot.htm.

21. Vedi la dichiarazione di Carl Bildt in
http://www.usip.org/oc/cibriefing/bildt_cib.html,
(Bildt era formalmente l'Alto Rappresentante in Bosnia in seguito
all'adozione del Trattato di Dayton nel 1995).

22. Per il dibattito vedi Michel Chossudovsky in "Smantellamento della
Jugoslavia, Ricolonizzazione della Bosnia, Relazione trimestrale del
1996
sulle azioni segrete"; pubblicata anche da Emperors Clothes in
http://emperors-clothes.com/indexe.htm.
Il testo della Costituzione Bosniaca e' disponibile in
http://www.bosnia.co.uk/dayton.html


Copyright by Michel Chossudovsky, Ottawa, Marzo 2001.
Tutti i diritti riservati. E' concesso il permesso di pubblicare questo
testo su siti Internet non commerciali, curando che il saggio rimanga
intatto
e che la nota di copyright sia esibita.

Per pubblicare questo testo in forma stampata e/o in altra forma, si
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coprono gli ultimi venti anni. Probabilmente si tratta del migliore
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(Traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova,
revisione a cura del CRJ, giugno 2001)

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THE FOLLOWING ARTICLE can be viewed with photos of Saturday's huge
Belgrade rally and march. Go to

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...On Saturday, June 16th, tens of thousands marched to the Belgrade
jail, while Prosecutors told an investigator: "We're Only Doing What
the US Wants....."

---

IL GOVERNO COLONIALE DI BELGRADO STA PREPARANDO LA
COMPLETA CAPITOLAZIONE E LO SMEMBRAMENTO DEL PAESE!

From: "Vladimir Krsljanin"
Subject: COLLONIAL GOVERNMENT IN BELGRADE IS PREPARING TOTAL
CAPITULATION AND FINAL BREAK-UP OF THE COUNTRY!
Date: Fri, 22 Jun 2001 23:33:33 +0200

ALMOST LAST NEWS FROM YUGOSLAVIA

Belgrade, June 22, 2001 23:30 CET

After the major people's rally in support to the leader of country's
independence Slobodan Milosevic, after almost all intellectuals and law
experts of Belgrade University warned for the possible consequences of
the threatened violation of the Constitution and thus creation of
precedent in International Law by eventual extradition of president
Milosevic to NATO court in the Hague, after the members of International
Committee to Defend Slobodan Milosevic have sent a similar appeal from
the meeting of it's Standing Committee in Belgrade, the colonial
rulers in Belgrade are threatening with new abduction attempt.

The DOS coalition suffered a first major political defeat. They were
forced to withdraw their controversial Draft Law on Cooperation with the
Hague Tribunal from the parliamentary procedure after it become obvious
that it couldn't be adopted. Now they have another, even more
anti-Constitutional proposal: regulations of "cooperation" with the
Hague, including the extradition, or, as they said "surrender" of
Yugoslav
citizens should be adopted by - Federal Government! According to DOS
leaders the session of the Federal Government should take place at
Saturday, June 23, 10 a.m. CET.

Simultaneously, rumors are being spread in Belgrade that even new
attempt
of abduction of Mr. Milosevic can take place during the weekend.
If the Federal Government would decide by vote of its members, DOS
majority could reach their goal. Federal Prime-Minister, Montenegrin
socialist Zoran Zizic could then eventually resign. Reaction of the
Federal Constitutional Court would then also be expected. Most hysteric
of
the DOS leaders state that eventual fall of "their" Federal Government
would mean the end of Yugoslavia - their fear of early elections they
hide
by warnings that such elections would be senseless due to almost certain
boycott of Montenegrin separatists, led by Milo Djukanovic. They don't
even want to mention the fact that Socialist Party of Serbia and
Montenegrin
Socialist People's Party have enough seats in the Federal Parliament
to form a new majority.

In this dramatic moment when USA-NATO puppets in Belgrade threat to
the very existence of the country, not saying about its independence
and sovereignty, the Socialist Party of Serbia calls all progressive
forces world-wide to protest against USA international dictatorship and
against the quisling and colonial policy of the Belgrade regime.
Eventual
International Law precedent with the extradition of the former head of
state would destroy last traces of sovereignty of any small and
medium-size
country in the world.

Please come to Belgrade immediately and declare solidarity with our
struggle.
Organize protests in front of USA and Yugoslav embassies. Give public
statements, contact the media!

Send your protest letters to Belgrade rulers. Here are their fax
numbers:

Federal President Kostunica: +381 11 3015 055
Federal Foreign Minister Svilanovic: +381 11 3618 366
Serbian Prime-Minister Djindjic: +381 11 3617 609
Serbian Minister of Justice Batic: +381 11 685 672

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Milosevic)

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------- Forwarded message follows -------
From: "tribunale clark" <tribunaleclark@...>
Subject: iniziat.milano
Date sent: Tue, 19 Jun 2001 17:33:05 +0200

TRIBUNALE RAMSEY CLARK
sezione italiana del tribunale indipendente
contro i crimini della NATO.
tel.0338/7963539 - fax 068174010
e-mail: tribunaleclark@...


DOMENICA24 GIUGNO - MILANO ORE 21.00 ALL'INTERNO DELLA
FESTA PROVINCIALE DI RIFONDAZIONE COMUNISTA INIZIATIVA A
CURA DELLA SEZIONE ITALIANA DEL TRIBUNALE CLARK:

DAI BOMBARDAMENTI IN JUGOSLAVIA E L'USO DELL'URANIO
IMPOVERITO, AL TRIBUNALE DELL'AJA E L'ARRESTO DI MILOSEVIC:
IL DIRITTO INTERNAZIONALE VISTO DALL'IMPERIALISMO.

INTERVENGONO:
FALCO ACCAME
FULVIO GRIMALDI
ALDO BERNARDINI

introduce STEFANO DE ANGELIS

inoltre
PROIEZIONE DEL FILMATO : PATRIA PALESTINA
DI Fulvio Grimaldi

Grimaldi e Barnardini sono di ritorno da importanti iniziative
svoltesi a Belgrado.

Intervenite.


------- End of forwarded message -------
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Verso un coordinamento nazionale degli amici della Jugoslavia

LETTERA-APPELLO a tutti gli interessati alle problematiche jugoslave

Nelle ultime settimane abbiamo sondato il terreno in vista della
costituzione di una realta' organizzata nazionale che si impegni sulle
problematiche jugoslave, inerenti cioe' allo spazio geografico,
culturale e
politico della disciolta
Repubblica Federativa Socialista di Jugoslavia.

A nostro avviso tale realta' unitaria si rende necessaria per continuare
in
maniera proficua ed anzi, se possibile, rilanciare tutte le attivita'
che,
nei nostri rispettivi ambiti, abbiamo avviato. Tra queste attivita'
ricordiamo:

1. SOLIDARIETA' La solidarieta' materiale nei confronti delle
popolazioni
jugoslave, ed in particolare dei cittadini della attuale Repubblica
Federale di Jugoslavia bombardata da aerei partiti dal nostro suolo
nella
primavera del 1999, espressa attraverso adozioni a distanza, raccolte di
fondi, invio di medicine, vestiti ed altri materiali, gemellaggi,
appoggio
di vario tipo ai lavoratori di quelle terre. Tale solidarieta' non e' da
noi intesa in senso meramente umanitario, bensi' come espressione del
nostro sentimento internazionalista e della nostra condanna nei
confronti
degli atti (politici, diplomatici, militari) di cui il nostro paese si
e'
reso responsabile e per i quali gli jugoslavi hanno diritto
all'indennizzo.
La costituzione di una rete nazionale potrebbe facilitare la conoscenza
reciproca delle varie iniziative e l'opera stessa di aiuto ai lavoratori
ed
agli strati piu' deboli e bisognosi della popolazione di quelle terre,
in
particolare verso i profughi vittime di dieci anni di spartizioni
artificiose del territorio.

2. CONTROINFORMAZIONE La controinformazione, mirata a disvelare le cause
meno note del disastro balcanico degli ultimi dieci anni, a smascherare
le
interferenze imperialiste e gli interessi neocoloniali, a combattere le
campagne di demonizzazione scagliate contro talune parti in conflitto o
contro interi popoli, nonche' a collocare in una prospettiva storica il
recente e perdurante sfascio della unita' jugoslava.
Un organismo unitario, a differenza di tante iniziative locali
disarticolate, renderebbe possibile una maggiore integrazione delle
conoscenze storiche e politiche in materia in direzione della creazione
di
un archivio dove reperire informazioni spesso introvabili; consentirebbe
una maggiore presenza di forze e di fondi da dedicare alla pubblicazione
di
libri, opuscoli, alla diffusione via internet o alla promozione di
specifiche iniziative.

3. CULTURA La conoscenza della realta' jugoslava e balcanica, attraverso
la
diffusione della musica, della letteratura, della storia di quelle
terre.
Si potrebbero organizzare anche iniziative promozionali e di
autofinanziamento di vario tipo, o coordinare e fare da cassa di
risonanza
ad iniziative promosse da realta' locali.

4. POLITICA Il mantenimento dei rapporti con le sinistre sociali e
politiche delle varie repubbliche jugoslave, creando in Italia un
referente
unitario ed affidabile.
Non si tratterebbe di creare un referente "unico", ne' di individuare
interlocutori "esclusivi", ma piuttosto di collaborare insieme ad
organizzare e gestire momenti di scambio con rappresentanti di partiti,
sindacati, gruppi o movimenti, o singoli, per consentire la conoscenza
di
tutto lo spettro delle posizioni politiche ed ideologiche della sinistra
jugoslavista, antifascista ed internazionalista presente nelle varie
repubbliche.

5. AMICIZIA La necessita' di un costituire un punto di riferimento e di
incontro, in Italia, per tutti quegli jugoslavi - di ogni cittadinanza o
nazionalita' - che hanno rifiutato lo smantellamento sanguinoso del loro
paese e ne sono rimasti persino vittime, costretti alla emigrazione o
all'isolamento. Costoro, vivendo oggi in Italia, non hanno ancora un
ambito
culturale-associativo per esprimere la loro identita'.

QUALI VALORI FONDATIVI?

Il 25 giugno 2001 ricorre il decimo anniversario dall'inizio della
guerra
nei Balcani, che e' contemporaneamente una guerra di distruzione
fratricida
ed una guerra di assoggettamento imperialista. Nonostante le sofferenze
per
le popolazioni locali e nonostante il pesante coinvolgimento
internazionale
- quest'ultimo, spesso, con effetti assolutamente deleteri - lo scenario
con il trascorrere del tempo si e' tutt'altro che stabilizzato. Per le
attivita' che prevediamo di svolgere nel futuro non potremo fare a meno
di
inquadrare questa difficilissima situazione attuale nel contesto
politico
piu' generale, con lo sguardo attento alle dinamiche economiche, alle
transizioni in corso anche nei limitrofi paesi balcanici, agli scenari
strategici che muovono le vicende dei vari paesi: riforme "strutturali",
questione dell'approvvigionamento delle risorse, allargamento ad est
della
UE e della NATO, eccetera.

La nascente struttura nazionale puo' essere ovviamente fondata solo su
quegli stessi valori su cui e' stato fondato mezzo secolo di vita
pacifica
e di sviluppo della Jugoslavia, contro ogni secessionismo e contro ogni
contrapposizione nazionalitaria od etnicistica, a partire dalla Guerra
Popolare di Liberazione alla quale, assieme a tutti gli altri,
parteciparono anche migliaia di italiani. Potremo cosi' contribuire
anche a
rimediare al profondo debito storico e culturale ed alla profonda
disinformazione sulle vicende jugoslave e del nostro confine orientale
che,
proprio in Italia, ereditiamo da lunga data, attraverso il nazionalismo
italiano post-unitario, le annessioni coloniali ed il fascismo, la
guerra
fredda, lo smembramento della RFSJ. In questo ci sentiamo in continuita'
con lo spirito della comune lotta dei partigiani jugoslavi e italiani
contro il nazifascismo.

Maria Grazia Ardizzone (Perugia) Ljiljana Banjanin (Torino / Novi Sad)
Giulia Barone (Roma) Peter Behrens (Trieste / Trst) Boris Bellone
(Torino /
Dubrovnik) Tamara Bellone (Torino / Dubrovnik) Gabriele Campana (Trieste
/
Trst) Claudio Cancelli (Torino) Giuseppe Catapano (Roma) Andrea Catone
(Bari) Milena Cubrakovic (Roma / Beograd) Angelo D'Orsi (Torino)
Nicoletta
Dosio (Torino) Giorgio Ellero (Trieste / Trst) Andrea Fioretti (Roma)
Eros
Francescangeli (Perugia) Eleonora Gallucci (Roma) Enrico Giardino (Roma)
Marcello Graziosi (Modena) Fulvio Grimaldi (Roma) Mirjana Jovanovic
(Roma /
Beograd) Vladimir Kapuralin (Pula) Natasa Karanovic (Varese / Beograd)
Ivana Kerecki (Milano / Beograd) Dorothea Krauss (Novara) Rino Lamonaca
(Torino) Domenico Losurdo (Urbino) Franco Marenco (Roma) Manuela
Marianetti
(Roma) Andrea Martocchia (Roma) Jasna Matic (Trieste / Zenica) Licia
Mazzola (Milano) Orsola Mazzola (Bologna) Zivkica Nedanovska (Ravenna /
Pancevo) Mara Oneta (Cremona) Stefano Paltrinieri (Milano) Miodrag
Paskuci
(Roma / Beograd) Ivan Pavicevac (Roma / Pula) Svjetlana Pejic Adzaip
(Varese / Doboj) Nicola Pisani (Roma) Valeria Poletti (Milano) Carlo
Pona
(Roma) Roberto Renzetti (Roma) Oreste Strano (Novara) Alberto Tarozzi
(Bologna) Marcello Teti (Perugia) Jasna Tkalec (Roma / Zagreb) Enrico
Vigna
(Torino) Gilberto Vlaic (Trieste / Trst) Milica Vukelic (Milano /
Beograd)


-*-*-*-




Come primi firmatari, vorremmo raccogliere ulteriori adesioni
all'iniziativa, da parte di coloro i quali, jugoslavi od italiani, con
diverse esperienze e possibilita' di impegno, condividendo i nostri
scopi
sono disponibili a contribuire attivamente.
Il criterio che abbiamo finora seguito per raccogliere le adesioni e'
basato sulla contiguita' (ciascuno dei firmatari si e' fatto carico di
contattare altri, con i quali e' particolarmente affiatato) ed e'
individuale. Rivolgendosi alle persone individualmente abbiamo pensato
di
garantire che ognuno si esprimesse, aiutando a costruire questa realta'
nel
modo piu' condiviso possibile. Inoltre, in questa maniera ognuno potra'
distinguere l'eventuale adesione a questa iniziativa nazionale dal
proseguimento delle sue iniziative specifiche, che potranno andare
avanti
in perfetta autonomia. Ciascuno portera' pero' sul piano nazionale
spunti,
informazioni, iniziative provenienti dal suo ambito specifico. Chi
volesse
aggiungere la sua adesione puo' segnalarlo...

... per posta elettronica all'indirizzo: <jugocoord@...> indicando
nome, cognome e recapiti;

... oppure mettendosi in contatto con uno dei componenti della
segreteria
organizzativa:

TORINO: Tamara Bellone <BELLONE@...> tel. 011-5647709 MILANO:
Ivana
Kerecki <ivanak011@...> tel. 02-2482118
TRIESTE: Gilberto Vlaic <gilberto.vlaic@...> tel.
040-579049
BOLOGNA: Marcello Graziosi <mara@...> tel. 0335-402306
BOLOGNA: Orsola Mazzola <orsola.ma@...> tel. 051-254981
ROMA: Andrea Martocchia <andreamartocchia@...> tel. 0338-3836121
BARI: Andrea Catone <catonean@...> tel. 080-5562663 oppure
0347-6589841


La struttura che andiamo a costituire, almeno inizialmente avra' la
forma
di un semplice coordinamento, nel quale sia ampiamente mantenuta
l'autonomia politica ed organizzativa di ciascuno, ma che funzioni come
sede di scambio di idee ed informazioni. Il nome e la strutturazione di
questo coordinamento, o movimento, saranno decisi sulla base delle idee
e
delle proposte di chi, avendo aderito, partecipera' alla prima riunione
nazionale, che abbiamo convocato

a BOLOGNA il giorno DOMENICA PRIMO LUGLIO 2001.

In questo primo incontro si dovrebbe costituire formalmente il
coordinamento nazionale per la Jugoslavia (adesioni e denominazione);
censire delle realta' locali e gli ambiti di attivita'; valutare i fondi
e
gli strumenti in dotazione; ipotizzare le prime iniziative e relativi
incarichi. L'ordine del giorno esatto della riunione e tutti i dettagli
logistici verranno diffusi dalla segreteria organizzativa a tutti gli
aderenti nel giro di pochi giorni.

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PUZZLE MACEDONE

Il noto artista jugoslavo Andrej Tisma ha appena
completato una composizione fotografica e testuale
dal titolo "Puzzle macedone".
Andando all'indirizzo internet indicato di seguito
e cliccando su tutte le fotografie su entrambe le
pagine si ottiene una disamina provocatoria ed
illuminante di quello che sta realmente accadendo
in Macedonia.

> http://aaart.tripod.com/macedonian.htm

The outstanding Yugoslav artist
(and equally heroic individual) Andrej Tisma has just
completed a photographic and text display called
Macedonian Puzzle.
Please click on the URL (Web address) below, and click
on all the photographs on both pages for a provocative
and enlighening examination of what's really at stake
in Macedonia. Thanks (Rick Rozoff)

Play MACEDONIAN PUZZLE refreshing intelligence game.
Every picture tells a story, and every image is a
question. Click it to get an answer.

> http://aaart.tripod.com/macedonian.htm

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91965589.shtml

JUGOSLAVIA: AL VIA DECRETO TPI,MILOSEVIC PRESTO ALL'AJA

(Di Beatrice Ottaviano e Dragan Petrovic)

(ANSA) - BELGRADO, 23 GIU - Saranno brevi i tempi per l'estradizione
all'Aja dell'ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic, grazie al
varo, oggi, di un decreto legge del governo federale per la piena
cooperazione con il Tpi, il Tribunale penale internazionale.
Lo ha promesso il vicepremier jugoslavo Miroljub Labus, sottolineando
che ''l'estradizione di chi e' gia' stato incriminato e' inevitabile'':
gli jugoslavi sarebbero 16, e accanto a Slobo figurano personaggi come
l'attuale presidente serbo Milan Milutinovic - il cui mandato scade a
fine anno -, l'ex vicepremier federale Nikola Sainovic, gli ex ministri
degli interni Vlajko Stojiljkovic e della difesa Dragoljub Ojdanic.
''Restate a Belgrado - ha consigliato Labus ai giornalisti stranieri
che chiedevano maggiori precisazioni sui tempi - abbiamo ottimi
alberghi''. Il premier serbo Zoran Djindjic ha parlato di 15-20 giorni
per espletare la procedura, che coinvolge governo federale, tribunale
di Belgrado, Corte suprema serba e governo repubblicano. Tutto cio'
dovrebbe bastare per soddisfare gli Stati Uniti, che sul problema della
cooperazione col Tpi avevano minacciato di boicottare una conferenza di
donatori in programma a Bruxelles il 29 giugno. Da essa Belgrado spera
di avere aiuti fin oltre un miliardo di dollari. Ma sul decreto, che
entrera' in vigore gia' da domani, il governo federale rischia la crisi
e il ricorso a nuove elezioni.
I sette ministri del Partito popolare socialista del Montenegro (Snp),
un tempo fedeli a Milosevic e ora in coalizione con i democratici serbi
del Dos, hanno boicottato la riunione odierna, consegnando i propri
mandati alla direzione del Partito, che decidera' forse gia' lunedi' se
ritirare i suoi uomini dall'esecutivo. Il Snp potrebbe in teoria
formare una nuova maggioranza con gli antichi alleati, il Partito
socialista serbo (Sps), gli ultranazionalisti del Partito radicale di
Vojislav Seselj e la Sinistra jugoslava (Jul) della ex first lady Mira
Markovic. Ma la nomina di un nuovo premier spetta al presidente
federale, il democratico Vojislav Kostunica, e se l'attuale governo
cadra', le elezioni saranno difficilmente evitabili. L'Snp e' in una
posizione difficile: il suo acerrimo avversario, il presidente
montenegrino Milo Djukanovic, si e' fatto meno insistente sulle istanze
indipendentiste dopo gli ambigui risultati delle elezioni legislative
di aprile a Podgorica. Secondo il quotidiano 'Politika', avrebbe
presentato alla Serbia proposte piu' moderate delle precedenti per il
mantenimento della Federazione jugoslava. Se Djukanovic decidesse di
non boicottare nuove elezioni federali, come aveva fatto nel settembre
del 2000 regalando ai socialisti tutti i seggi montenegrini del
Parlamento jugoslavo, i democratici di Podgorica e di Belgrado
potrebbero creare assieme una maggioranza ben piu' omogenea di quella
attuale. (...)

> http://wwwext.ansa.it/balcani/jugoslavia/jugoslavia.shtml

Pianeta Balcani: Jugoslavia

23-06-2001 21:34
MILOSEVIC: SPS PREANNUNCIA RICORSO A CORTE COSTITUZIONALE

23-06-2001 19:25
JUGOSLAVIA: TPI, ORA VOGLIAMO PASSI CONCRETI

23-06-2001 19:19
JUGOSLAVIA: AL VIA DECRETO TPI,MILOSEVIC PRESTO ALL'AJA

23-06-2001 17:28
MILOSEVIC: ESTRADIZIONE IN TEMPI BREVI, VICEPREMIER LABUS

23-06-2001 16:34
JUGOSLAVIA: DECRETO SU TPI, PROTESTA SEGUACI MILOSEVIC

23-06-2001 16:04
JUGOSLAVIA: TPI, GOVERNO VARA DECRETO COLLABORAZIONE (2)

23-06-2001 15:58
+++ JUGOSLAVIA: TPI, GOVERNO VARA DECRETO COLLABORAZIONE +++

23-06-2001 12:26
JUGOSLAVIA: TPI, OGGI DECRETO GOVERNO, MONTENEGRINI ASSENTI

22-06-2001 16:52
MONTENEGRO: DJUKANOVIC SI APPELLA A BERLUSCONI, CORREGGA ERRORI
PRECEDENTE GOVERNO

22-06-2001 14:29
JUGOSLAVIA: DONATORI; UE, GLI USA PARTECIPERANNO

22-06-2001 13:28
JUGOSLAVIA: TPI, GOVERNO VARERA' DECRETO LEGGE COOPERAZIONE

22-06-2001 03:32
JUGOSLAVIA: MALTEMPO; PIOGGE TORRENZIALI,TRASFERITI DETENUTI

22-06-2001 02:34
JUGOSLAVIA: MILOSEVIC, AVVOCATI PRONTI A CAUZIONE 250 MLD

22-06-2001 01:20
JUGOSLAVIA: TPI, DEL PONTE CHIEDE PRESSIONE SU BELGRADO

21-06-2001 19:58
JUGOSLAVIA: TPI, FALLITI NEGOZIATI SU LEGGE DI COOPERAZIONE

21-06-2001 18:50
JUGOSLAVIA: MILOSEVIC, PARLA L'UOMO COSTRETTO A TRASPORTARE CAMION DI
CADAVERI DAL KOSOVO

21-06-2001 13:20
JUGOSLAVIA: TPI,SCARICABARILE PER EVITARE CRISI GOVERNO

21-06-2001 13:18
JUGOSLAVIA: TPI, PROROGATO TERMINE PER TRATTATIVE SU LEGGE

20-06-2001 21:47
JUGOSLAVIA: TPI, PROROGATO TERMINE PER TRATTATIVE SU LEGGE

20-06-2001 18:16
JUGOSLAVIA: TPI,SCARICABARILE PER EVITARE CRISI GOVERNO/ANSA

20-06-2001 15:45
JUGOSLAVIA: TPI;LEGGE ESTRADIZIONE VERRA' RITIRATA,KOSTUNICA

20-06-2001 14:53
JUGOSLAVIA: CHIESTO RINVIO CONFERENZA DONATORI BRUXELLES

19-06-2001 16:04
JUGOSLAVIA: TPI; SCONTRO SU LEGGE, DEL PONTE RIMANDA VISITA

19-06-2001 13:57
JUGOSLAVIA: MONTENEGRO, EVASO CRIMINALE DI GUERRA

18-06-2001 17:37
MILOSEVIC: CONCLUSE PRIME INDAGINI, PRESTO PROCESSO

17-06-2001 18:43
JUGOSLAVIA-RUSSIA: PUTIN VUOLE RUOLO DA PROTAGONISTA/ANSA

17-06-2001 14:21
JUGOSLAVIA-RUSSIA: PROGETTO PER UNIONE DOGANALE

17-06-2001 12:16
KOSOVO: PUTIN E KOSTUNICA, FONTE D'INSTABILITA' PER BALCANI

17-06-2001 11:00
JUGOSLAVIA: RUSSIA, RIPRESI COLLOQUI KOSTUNICA-PUTIN

16-06-2001 22:54
JUGOSLAVIA: MIGLIAIA IN PIAZZA MANIFESTANO PER MILOSEVIC

16-06-2001 20:22
JUGOSLAVIA: PUTIN ARRIVATO A BELGRADO DOPO VERTICE CON BUSH

16-06-2001 19:13
USA-RUSSIA: PUTIN PARTITO DA LUBIANA PER BELGRADO

16-06-2001 18:45
PUTIN A BELGRADO: STASERA VEDE KOSTUNICA, TV SLOVENA

15-06-2001 18:37
KOSOVO: TROVATA ALTRA FOSSA COMUNE IN SERBIA (2)

15-06-2001 18:04
JUGOSLAVIA: TPI; RISCHIO CROLLO FEDERAZIONE, VICEPREMIER

15-06-2001 17:41
JUGOSLAVIA:CAPO FORZE ANTITERRORISMO PROVOCA PROPRIO ARRESTO(2)

15-06-2001 16:39
KOSOVO: TROVATA ALTRA FOSSA COMUNE IN SERBIA

15-06-2001 15:59
JUGOSLAVIA:CAPO FORZE ANTITERRORISMO PROVOCA PROPRIO ARRESTO

15-06-2001 02:43
JUGOSLAVIA: TPI; ULTIMA PAROLA SPETTA A REPUBBLICHE, TANJUG

14-06-2001 18:06
L'INTERESSE DEGLI IMPRENDITORI FRIULANI VERSO LA JUGOSLAVIA

14-06-2001 13:26
JUGOSLAVIA: IN MONTENEGRO LA LAMPADINA PIU' VECCHIA D'EUROPA

14-06-2001 13:23
JUGOSLAVIA: TPI, GOVERNO APPROVA BOZZA LEGGE COOPERAZIONE

13-06-2001 19:59
KOSOVO: FOSSE BELGRADO, PRIME IMMAGINI DA CAMPO MORTE / ANSA

13-06-2001 16:11
JUGOSLAVIA: TPI; ENTRO VENERDI' VOTO GOVERNO,CAOS SU ACCORDO

13-06-2001 14:34
KOSOVO: FOSSE COMUNI SERBIA, ARRIVATI OSSERVATORI TPI

13-06-2001 02:33
JUGOSLAVIA: VERSO ADESIONE PARTNERSHIP PACE NATO, GENERALE

13-06-2001 00:04
JUGOSLAVIA: USA ELOGIANO KOSTUNICA PER RAPPORTI CON CROAZIA

12-06-2001 17:16
JUGOSLAVIA: COLLABORAZIONE CON TPI UN OBBLIGO, DJINDJIC

11-06-2001 22:39
SERBIA: SI' PARLAMENTO A DESTITUZIONE VICE PREMIER OBRADOVIC(2)

11-06-2001 22:15
JUGOSLAVIA: FMI APPROVA PRESTITO, NONOSTANTE RISERVE USA

11-06-2001 21:28
SERBIA: SI' PARLAMENTO A DESTITUZIONE VICE PREMIER OBRADOVIC

11-06-2001 18:56
JUGOSLAVIA: ZIZIC A PRAGA AUSPICA SOLUZIONI DEMOCRATICHE

11-06-2001 18:05
EX JUGOSLAVIA: ARMI DURANTE EMBARGO CON CONNIVENZA FRANCIA

11-06-2001 13:05
JUGOSLAVIA: ASSASSINATO GIORNALISTA SERBO

06-06-2001 19:14
KOSOVO: FOSSE COMUNI BELGRADO, MINISTRO SERBO CAUTO

05-06-2001 17:24
JUGOSLAVIA: FARNESINA, INIZIATIVE SOSTEGNO DEMOCRATIZZAZIONE

05-06-2001 13:38
ONU: MISSIONE DEL CONSIGLIO SI CUREZZA IN JUGOSLAVIA E KOSOVO

04-06-2001 14:07
JUGOSLAVIA: INIZIATO PROCESSO CONTRO EX CAPO SERVIZI SEGRETI

04-06-2001 12:01
JUGOSLAVIA: MILOSEVIC, MONTENEGRINI BLOCCANO LEGGE SU TPI

03-06-2001 10:28
JUGOSLAVIA: INEVITABILE CONSEGNARE MILOSEVIC A TPI, DJINDJIC

02-06-2001 17:43
ITALIA-JUGOSLAVIA: A BELGRADO GIORNATE ITALIANE

02-06-2001 17:09
JUGOSLAVIA: PROCESSO A MILOSEVIC ENTRO QUATTRO MESI,DJINDJIC

01-06-2001 19:49
SERBIA SUD: EVITATA GUERRA MA RISCHI IN MACEDONIA, PURDEW

01-06-2001 16:55
JUGOSLAVIA: PRONTO A COLLABORARE CON TPI,RIBADISCE KOSTUNICA

01-06-2001 15:31
JUGOSLAVIA: DEL PONTE CHIEDE PIU' SOSTEGNO EUROPA, FOCUS

01-06-2001 13:06
KOSOVO: PARLAMENTO SERBO RESPINGE QUADRO ISTITUZIONALE ONU

31-05-2001 17:02
SERBIA SUD: ANCHE MANO ITALIANA DIETRO PACE / ANSA

31-05-2001 13:25
SERBIA SUD: FORZE JUGOSLAVE COMPLETANO RIENTRO

31-05-2001 10:46
SERBIA SUD: FORZE JUGOSLAVE ENTRANO IN ULTIMA ZONA FASCIA

30-05-2001 15:50
KOSOVO: CADAVERI DANUBIO; CASO NON ISOLATO, MINISTRO SERBO

30-05-2001 15:07
NATO: JUGOSLAVIA CHIEDE DI ENTRARE IN PARTENARIATO PACE

30-05-2001 11:41
NATO: MINISTRO ESTERI JUGOSLAVIA A VERTICE BUDAPEST

30-05-2001 00:43
MONTENEGRO: GOVERNO, INCARICO A PREMIER USCENTE VUJANOVIC

29-05-2001 13:27
GOVERNO NON TROVA INTESA SU LEGGE ESTRADIZIONE

28-05-2001 13:38
SERBIA SUD: PRIME PATTUGLIE MISTE CONTROLLANO ZONE

28-05-2001 13:37
SERBIA SUD: PRIME PATTUGLIE MISTE CONTROLLANO ZONE

27-05-2001 16:55
SERBIA SUD: BAMBINO ALBANESE MUORE IN ESPLOSIONE MINA

26-05-2001 12:59
SERBIA SUD: SI CONSEGNA A KFOR COMANDANTE GUERRIGLIA (2)

26-05-2001 11:59
+++ SERBIA SUD: SI CONSEGNA A KFOR COMANDANTE GUERRIGLIA +++

25-05-2001 19:35
SERBIA SUD: FOLLA IMPONENTE A FUNERALI 'COMANDANTE LLASHI'

25-05-2001 18:59
EX JUGOSLAVIA: CINQUE STATI SE NE DIVIDONO L'EREDITA'

25-05-2001 18:21
EX JUGOSLAVIA: BUSH PROLUNGA SANZIONI CONTRO LEADER SERBI

25-05-2001 13:48
SERBIA SUD:CAPO ALBANESE UCCISO IN SCONTRO CON SOLDATI,COVIC

25-05-2001 13:42
KOSOVO: MILOSEVIC ORDINO' OCCULTARE CADAVERI DANUBIO,POLIZIA

25-05-2001 13:10
CROAZIA-JUGOSLAVIA: RAPPORTI MIGLIORATI,PRESTO NUOVI ACCORDI

24-05-2001 22:05
SERBIA SUD: GUERRIGLIERO ALBANESE UCCISO, SCAMBI ACCUSE

24-05-2001 20:51
SERBIA SUD: TRUPPE BELGRADO TORNANO IN FASCIA SICUREZZA/ANSA

24-05-2001 20:35
JUGOSLAVIA: NO MILOSEVIC A VISITA COMITATO DIRITTI UMANI

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Data: 23/06/2001 22:08
Da: "Vladimir Krsljanin"
Oggetto: Proclamation of the Socialist Party of Serbia against the
treason and capitulation

PROCLAMATION OF THE SOCIALIST PARTY OF SERBIA

Respected citizens!


An attempt of treason and shameful capitulation of the country is going
on! The decree by which members of DOS politburo in Federal Government
have accepted extradition of our citizens to the Hague Tribunal is an
unprecedented anticonstitutional and antipopular act that puts under
the question survival of the federal state, our freedom and sovereignty.

This unprecedented decision has been prepared and followed by a series
of lies and manipulations such as: alleged commitments accepted in
Dayton, alleged unity of the international community, alleged prospects
of our better treatment in donors' conferences... They've been telling
us about forgiving of the interests grown during the period of embargo
and aggression, but they haven't been telling that we shall pay many
times more by loosing the right for war reparations, by paying
compensations to Bosnia and Croatia and by selling out our economy.

The real aim of this in the world history unprecedented decision is the
amnesty of NATO criminals and imposing the collective guilt to the
Serbian people for all past and future sufferings in the region. So
that the Serbian people loses all prospectives and become an object of
mass deportations to foreign political judges financed by Soros and
American agencies.

DOS just destroyed the Federal Government. Due to resistance in
Montenegro, they want to destroy the Federal State as well. They are
attacking the Yugoslav Army.

The Presidents of Yugoslavia and Serbia are not only failing to protect
the constitutional order, but are also becoming a cover for its
undermining. DOS blackmails and misuses judiciary. The economic system
has been fallen and poverty becomes massive. Education, health-care,
culture are humiliated. The country drowns hopelessly deep.


Respected citizens,


Say decisively NO to the traitors of the people and the country! Say NO
to the ones ready to sell the Serbian soul and honor for a handful of
dollars!

The people that deserved admiration of the world for its heroism can
not accept the major humiliation! The Serbian people will never
recognize their capitulation!

Let us unite to protect democracy, sovereignty and constitutional
order! Let us protect Slobodan Milosevic and each citizen of this
country!


Belgrade, June 23, 2001


THE SOCIALIST PARTY OF SERBIA

Head Committee

Belgrade, June 23, 2001

THE STATEMENT


The Executive Committee of the Socialist Party of Serbia warns that the
decision of the DOS Politburo to adopt the federal decree about
extradition of Yugoslav citizens to the Hague Tribunal represents a
most severe violation of the Constitution and paves the way for
imposition of the martial law in the country.

Since the DOS regime have failed in the attempt to pass the
anticonstitutional law, they decided to adopt a decree which in its
essence abolishes the multiparty parliamentary system.

It is now obvious that DOS takes control over the state by decrees and
that there is nothing left of the rule of law. The Federal Government
is not working. The Presidents of Yugoslavia and Serbia who are obliged
to protect the Constitution as well as interests and dignity of the
people and the country are not reacting to the major violation of the
Constitution and even more, they are becoming a coverage for the policy
that produces serious harms to the country and the people. The
interests of the people can not be subordinated to anyone's personal,
leaders' or political ambitions. No one has right to violate the
Constitution which forbids extradition of our citizens, nor can accept
commitments in contradiction with the interests of the people.

No one has right to diminish and insult the thousands of victims of the
NATO aggression, nor to forgive the mass destruction and amnesty the
ones responsible for the crimes against the peace and humanity. The aim
of the DOS decree is, by the surrender of our citizens, to impose the
collective guilt to the Serbian people for everything that happened in
the past. The actions of DOS and of the Soros representatives in the
Federal Government are unprecedented in the world history. To all those
who are taking part in it or are agreeing with it must be clear that
they are bearing the responsibility for the unforeseeable consequences.
Since they act contrary to the Constitution and to their powers - both
they and the so-called International Community must know that Serbian
people and our citizens will never recognize such acts.

The leadership of the Socialist Party of Serbia, on behalf of the
highest Party organs and on behalf of the Parliamentary Groups in
Federal and Serbian Assemblies, have sent a letter to the president of
the Federal Republic of Yugoslavia Vojislav Kostunica, demanding that
violation of the Constitution must be stopped, as well as the system of
capitulation derived from the anticonstitutional decree on extradition.





THE SOCIALIST PARTY OF SERBIA

Belgrade, June 23, 2001

THE STATEMENT


The Socialist Party of Serbia underlines that by the today's DOS decree
an unprecedented coup has been performed against the constitutional
order of the country and constitutional protection of all citizens of
the Federal Republic of Yugoslavia, and in the first place of the
defenders of the fatherland, has been abolished.

The Socialist Party of Serbia as the major opposition party considers
this as an disgraceful fraud of the people, who will never recognize
such an act.

The Socialist Party of Serbia decided to send immediately an appeal to
the Federal Constitutional Court to judge the legality of the decree of
the DOS part of the Federal Government.

The Socialist Party of Serbia expects that the Federal Constitutional
Court will:


1. Declare the decree of the DOS part of the Federal Government
unconstitutional, since the Constitution of the Federal Republic of
Yugoslavia and the Constitution of the Republic of Serbia explicitly
forbid the extradition of their citizens;


2. Prevent immediately the implementation of any individual act or
action that might be based on that unconstitutional decree, since it
can make irreversible harmful consequences for the interests of the
people and state, until the final decision will be made.


To join or help this struggle, visit:
http://www.sps.org.yu/ (official SPS website)
http://www.belgrade-forum.org/ (forum for the world of equals)
http://www.icdsm.org/ (the international committee to defend Slobodan
Milosevic)

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Dear John (and other foreign correspondents), due to an
incredible amount of commitments, among other travels my
evidence in Derry, Northern Ireland, to the Inquiry on Bloody
Sunday, I don't have the time to translate this report on my
visit to Belgrade in mid-June. I hope you can manage. The
report provides an exhaustive report on the present
situation, the works of the International Committe for the
Defence of Slobodan Milosevic, the mass-rally on Saturday 16
June, the conditions of Slobodan Milosevic, the prospects for
his extradition to the The Hague Tribunal.

Cheers, Fulvio.

DA FULVIO GRIMALDI

Riunione a Belgrado del Comitato Internazionale di Difesa di
Slobodan Milosevic. Nuove iniziative e mobilitazioni del
Partito Socialista Serbo.

Situazione politica, sociale, economica in Jugoslavia al 20
giugno 2001

Tasso di disoccupazione 60%. Tasso d'inflazione dall'ottobre
scorso 85%, con un salto del 18% nell'ultimo mese. Lavorano a
tempo pieno, perlopiu' nell'edilizia, solo 850.000 operai.
L'industria lavora al 10% della sua capacita'. Quasi tutti i
salari arrivano con due, tre mesi di ritardo. Lo stipendio
medio e' di 100DM, sufficienti per comprare mezzo paio di
scarpe. Mancano spesso i generi di prima necessita'. Tagli
della corrente elettrica di sette ore ogni 24. La maggioranza
dei raccolti sono falliti per mancanza di fertilizzanti e
anticrittogamici e per la mancata bonifica dei campi
costellato di bombe a grappolo.Fame diffusa. Negli ultimi
due mesi le bollette di luce, gas, telefono sono aumentate
del 16%. Ai disoccupati arriva un sussidio di 13 DM. Sono
stati aboliti i buoni-cibo. Viene richiesto l'arretrato delle
bollette che, durante il governo di Milosevic non era stato
esatto. Il governo jugoslavo ha approvato un disegno di legge
per la cooperazione con il Tribunale dell'Aja che stenta a
passare in parlamento per l'opposizione del SNP (Partito
Socialista Montenegro), membro della coalizione DOS.
Djindjic, premier serbo, capo della DOS, rinnegato al
servizio della Germania prima e degli USA oggi, "ordinando"
al parlamento di approvare la legge, ha dichiarato che
l'alternativa sarebbe "il disastro", cioe' la negazione dei
prestiti-capestro dei club di Londra e Parigi, del FMI e di
altri creditori. Kostunica ha dato il suo assenso alla
modifica della costituzione determinata da questa legge. Si
cerca di evitare la necessita' di modificare la Costituzione
affermando che essa vieta l'estradizione di cittadini
jugoslavi a stati stranieri, non a organizzazioni o organismi
(che al tempo della redazione della costituzione ovviamente
non esistevano). Nell'ipotesi peggiore, il permier serbo
Djindjic ipotizza la dissoluzione del governo federale e,
dunque della federazione. La costituzione verrebbe cosi'
abolita e l'ostacolo superato. La Serbia, separata dal
Montenegro, come auspicano gli USA, potrebbe da sola decidere
l'estradizione. In Bulgaria, ci ha detto il prof. Velko
Valkanov, copresidente del Comitato, parlamentare bulgaro e
presidente dell'Unione antifascista bulgara, si sta
costruendo una prigione che dovrebbe ospitare coloro che, su
ordine del Tribunale dell'Aja, si riuscira' ad arrestare e
condannare.

Per superare questo impasse e premere sugli oppositori e
dubbiosi e' in questi giorni a Belgrado la procuratrice
dell'Aja, Carla del Ponte. Putin, durante una breve visita a
Belgrado domenica scorsa, non si e' pronunciato
sull'estradizione di Milosevic e sul Tribunale dell'Aja (di
cui, del resto Mosca ha gia' chiesto lo scioglimento per
evidente illegalita' e parzialita'), ma ha nuovamente
condannato i bombardamenti Nato e la protezione fornita dalla
KFOR ai pulitori etnici albanesi in Kosovo, ora all'opera in
Macedonia. A luglio si svolgera' la Conferenza dei "donatori"
che dovrebbe prendere in esame una ricostruzione jugoslava
oggi totalmente ferma dopo che durante il precedente governo,
in un solo anno, la Jugoslavia aveva ricostruito oltre meta'
delle sue infrastrutture in pieno regime di sanzioni.

Finora alla Jugoslavia il FMI ha concesso un prestito di 150
milioni di dollari. Questo e' servito per ripagare un
prestito ottenuto da banche svizzere e norvegesi, a sua volta
erogato perche' la Jugoslavia potesse ripagare un debito di
tale ammontare allo stesso FMI.

Continuano le partite di giro chiamate "aiuti".
Implicitamente si preme per la totale subordinazione di
Belgrado all'Aja, per la consegna di Milosevic e per il
rapido avvio delle privatizzazioni di tutte le maggiori
industrie dello Stato. Condizione per i prestiti: che i
lavori di ricostruzione siano affidate a imprese straniere e
che le aziende dismesse siano cedute a prezzi infimi alle
multinazionali. Queste, se competitive nei confronti di
aziende occidentali, verranno chiuse. E' successo, tra tanti
altri esempi, alla Light Bulb, grande fabbrica elettrica di
stato ungherese, acquistata per pochi soldi dalla General
Electric americana. La stessa ricetta shock inflitta, con i
noti risultati, a Polonia, Ucraina, Bulgaria, Romania, ecc.

In tutto il paese si susseguono scioperi, perlopiu' nel
settore del pubblico impiego, mentre le maggiori fabbriche, a
partire dalla Zastava, pur in buona parte ricostruite sotto
il precedente governo, sono ferme e sono in corso trattative
per la vendita. Gli operai ricevono 13 DM al mese e devono,
per sopravvivere, arrangiarsi facendo i braccianti nelle
aziende agricole dei dintorni.

Tre milioni su dieci sono oggi sotto il livello della
poverta' e non riescono a sfamarsi. Ignote, perche' celate
dal governo, nonostante organismi indipendenti ed enti locali
abbiano fatto ricerche che hanno prodotto risultati
drammatici, le condizioni di una popolazione tutta
contaminata dall'inquinamento chimico e radioattivo prodotto
dai bombardamenti.

L'istituto d'igiene del lavoro a Pancevo (120.000 abitanti)
ha registrato 8000 nuovi casi di cancro dalla fine dei
bombardamenti, solo tra la popolazione femminile. Dati
analoghi sono diffusi, ma non pubblicizzati dai media e dalle
istituzioni, da organismi sanitari e scientifici di varie
citta'. Assolutamente nulla viene fatto perche' la
popolazione sia informata o curata. Dall'estero non sono
arrivati neppure gli apparecchi di misurazione delle
contaminazioni da tempo richieste dai laboratori jugoslavi.
Dopo i primi due provvedimenti legislativi presi dal governo
al suo insediamento - amnistia e restituzione dei beni
all'ex-re di Jugoslavia e amnistia, su ordine Nato, dei
terroristi albanesi processati e condannati, accompagnata
dall'arresto di Milosevic e di 250 dirigenti e militanti del
Partito Socialista - viene ora avviata la privatizzazione dei
servizi pubblici, gia' prevista dal programma elettorale di
Kostunica e a me da lui confermata in un'intervista, a
partire da istruzione e sanita'. Le rette universitarie sono
state quadruplicate (per Giurisprudenza da 300 a 1200 DM, ed
e' la retta piu' bassa) e per le scuole superiori e' stata
introdotta una "partecipazione" finanziaria delle famiglie.
La Jugoslavia, come Iraq, Cuba, Vietnam e altri stati vittime
di aggressioni USA o Nato, garantiva l'assoluta gratuiticita'
di pubblica istruzione e sanita' a ogni grado e livello.
Nelle presenti condizioni del paese, questi costi
significheranno l'espulsione dal sistema sanitario e
scolastico superiore di almeno il 50% della popolazione.

Dopo quasi tre mesi di detenzione, prolungata due volte oltre
i tempi stabiliti, e' terminata l'inchiesta che avrebbe
dovuto appurare le responsabilita' di Slobodan Milosevic per
quanto attiene a "abusi di potere". Specificamente gli era
stato imputato di aver ordinato a un ministro e al direttore
delle dogane di stornare fondi verso destinazioni ignote.
Dopo aver ascoltato centinaia di testimoni, gli inquirenti
non sono riusciti a trovare una sola prova a carico di
Milosevic. E' probabile che ora, su suggerimento di Carla del
Ponte, verranno sollevate nuove accuse, anche se, per legge,
l'ex-presidente dovrebbe essere scarcerato. Lo stesso giudice
inquirente e il presidente del Tribunale hanno confessato
all'avvocato Christopher Black (titolare del piu' grande
studio legale canadese e membro del Comitato Internazionale
di Difesa di Milosevic) che non vedono piu' motivi per tenere
in prigione Milosevic e, in privato, hanno ammesso che lo
scarcererebbero se non fossero a rischio le loro future
carriere e, forse, qualcos'altro.

Il Comitato Internazionale di Difesa di Slobodan Milosevic si
e' recato in carcere ed ha incontrato l'ex-presidente. Erano
presenti due militari che hanno preteso la traduzione della
conversazione svoltasi in inglese. Milosevic e' apparso in
buona forma, soprattutto psichica e, all'apparenza, anche
fisica. Se ne poteva constatare un'irritazione cutanea tra
fronte e naso, dovuta secondi i medici alla tensione
psicologica. Soprattutto si e' mostrato combattivo e
estremamente determinato a proseguire la lotta contro la
persecuzione giudiziaria di cui e' vittima, al pari di tutto
il paese. Milosevic si rende perfettamente conto che
l'accanimento giudiziario contro di lui e l'eventuale
estradizione all'Aja puntano alla distruzione definitiva di
una sovranita' anche solo formale dello stato jugoslavo e,
nell'immediato, a responsabilizzare l'intero popolo serbo,
che lo aveva eletto per ben tre volte, per i crimini commessi
dalla Nato. E' probabile che si vorra' arrivare non solo alla
rinuncia da parte jugoslava di ogni risarcimento di danni di
guerra, ha detto Milosevic, ma addirittura alla richiesta a
Belgrado di pagare ai paesi Nato i costi delle distruzioni e
delle operazioni. Cosi' fu fatto col Vietnam quando gli USA;
con il ricatto di un embargo genocida, pretesero dal Vietnam
di pagargli anche le spese incorse dal governo fantoccio di
Saigon per armarsi contro il proprio paese.

Quanto allo stato di salute di Milosevic e al trattamento
riservatogli, l'ex-presidente ci ha detto di aver fermamente
respinto una recente offerta dei suoi carcerieri di curarlo
per via intravenosa. Ci si rende facilmente conto,
nell'Italia dei caffe' al cianuro, cosa questo potrebbe
comportare. Le patologie di Milosevic mi sono state
illustrate dalla squadra di legali (10 studi con 50 avvocati,
tutti volontari) che assistono l'ex-presidente (e tuttora
presidente del Partito Socialista Serbo), capeggiati dal
principe del Foro Toma Fila. Secondo Fila, si cerca di
uccidere il detenuto per superare lo scoglio
dell'estradizione ostacolata. Milosevic ha subito un infarto
(ischemia acuta) a meta' maggio e soffre di forte
ipertensione, probabilmente causata dallo stress, del quale
danno indicazione anche da una forma di dermatite rilevate
sul suo viso. Dopo una lunga discussione tra Milosevic e i
suoi carcerieri, l'ex-presidente e' stato portato
all'Ospedale Militare, attrezzato con un reparto cardiaco
altamente specializzato, da lui preferito all'infida clinica
privata che gli volevano imporre. L'ECG e' risultato
fortemente alterato e, dopo una coronarografia, anziche'
essere ricoverato in animazione, come richiesto dai sanitari,
e' stato subito ricondotto in prigione. Nelle sue condizioni
un nuovo, fatale infarto e' altamente probabile. Questa
diagnosi e' stata firmata da 19 medici indipendenti, insieme
a un appello all'OSCE per il ricovero immediato di Milosevic
, in clinica o nella sua abitazione. Contro il presunto
pericolo di fuga (quello di influenzare i testimoni e' stato
superato dalla deposizione di tutti i testimoni convocati),
gli avvocati di Milosevic hanno offerto come cauzione la sua
residenza. Al Tribunale non e' bastato. Non sono bastate
neppure le abitazioni e i patrimoni di tutti i dirigenti e di
molti militanti del PSS offerti in cauzione.

L'ICDSM (Comitato Internazionale di Difesa di Slobodan
Milosevic) si e' riunito nei giorni 16, 17 e 18 giugno e, al
termine, ha denunciato in una conferenza stampa le violazioni
giuridiche e il degrado politico e morale impliciti nelle
manovre per l'estradizione di Milosevic e di molti altri
dirigenti serbi, le violazioni delle norme sanitarie a sua
protezione, la continua repressione e persecuzione esercitata
dal governo e dalle sue bande di teppisti nei confronti di
esponenti del precedente assetto istituzionale e di centinaia
di semplici funzionari e dirigenti d'impresa senza qualifica
politica, ma le cui posizioni sono ambite da esponenti DOS,
nonche' le procedure di strangolamento messe in atto dalle
istituzioni finanziarie internazionali per distruggere del
tutto l'economia jugoslava.

L'ICDSM e' stato fondato a Berlino, il 24 marzo scorso,
durante il primo Forum Europeo della Pace. I suoi esponenti
provengono da 20 paesi e sostegno alle sue attivita' e' stato
offerto da 600 personalita' accademiche, politiche, culturali
e giuridiche di oltre 30 paesi, tra i quali nomi prestigiosi
come il commediografo britannico Harold Pinter, 98 deputati
su 130 della Camera Alta russa, William Spring presidente di
"Cristiani contro la Nato" (Londra), il poeta greco Georgios
Kakudilis, i dirigenti del Partito Comunista e del Partito
dei contadini ucraini, dirigenti dell'International Action
Center (N.Y.) di Ramsey Clark. E'presieduto da Ramsey Clark e
Velko Valkanov (parlamentare bulgaro, presidente dell'Unione
Antifascista). Vicepresidenti sono Fulvio Grimaldi (Tribunale
Ramsey Clark, Italia e PRC), Jared Israel (giornalista USA),
Sergei Dovgan (Presidente del Partito dei Contadini di
Ucraina), Liana Kaneli (deputato indipendente per il Partito
Comunista Greco).

Al termine dei lavori che, visto che tutte le sedi nazionali
e molte locali sono state sottratte al PSS, si sono svolti
nella sede cittadina del Partito Socialista Serbo
(interamente rinnovato e ringiovanito nella direzione,
presidente ad interim l'ex-ministro degli esteri Zivadin
Jovanovic, con l'esclusione spontanea o forzata di tutti gli
elementi opportunisti), un edificio parzialmente restaurato
dopoche' i teppisti del golpe lo avevano demolito,
saccheggiato e incendiato, sono stati diffusi alcuni
documenti. Uno di questi riassume le conclusioni di
Christopher Black, responsabile del team di giuristi
internazionali che controllano la procedura messa in atto a
Belgrado (e nel quale sarebbe auspicabile ed urgente che
entrassero altri avvocati stranieri con possibilita' di
recarsi per brevi periodi a Belgrado). Black, incontrati i
magistrati inquirenti e i legali di Milosevic, ribadisce che
non vi e' piu' nessun elemento che possa giustificare la
continuata detenzione del prigioniero. L'avvocato canadese ha
sottolineato il carattere tutto politico di quanto viene
inflitto a Milosevic, motivato:

1) dalla sua decennale resistenza alla Nato e ai diktat
imperialistici;

2) dalla sua posizione di presidente del PSS, unico partito
di opposizione in Serbia e nella Federazione;

3) dal diktat USA la cui data ultimativa per l'arresto, 31
marzo, e' stata disciplinatamente osservata dai quisling di
Belgrado;

4) dalle costanti pressioni del Tribunale dell'Aja, un
tribunale del tutto illegittimo perche' nominato dal
Consiglio di Sicurezza al quale la Carta del'ONU non
conferisce tale diritto, e non in base a un trattato
ratificato dai paesi interessati;

5) da USA, organismi finanziari internazionali e paesi
creditori che rinnovano il ricatto della negazione di
prestiti e intanto mantengono in vigore le sanzioni del 1993
e del 1999;

6) dalla necessita' di distruggere, eliminando il massimo
punto di riferimento, tutte le forze jugoslave che difendono
la sovranita' nazionale.

Black ha poi denunciato il carattere illegittimo poiche'
retroattivo di un eventuale provvedimento legislativo per
l'estradizione e ha rivelato particolari relativi all'arresto
di Milosevic (che non ha mai voluto sottrarsi fuggendo, pur
consapevole di quanto si stava per verificare)il 31 marzo
scorso, poche ore dopo il mio lungo colloquio con lui. Il
primo tentativo di arresto e' stato compiuto da una banda di
uomini mascherati che sono stati respinti dalle guardie e
dalla folla che circondava la residenza. Si voleva effettuare
un rapimento, come gia' successo per dirigenti serbi nella
Repubblica Serpska. Nelle vicinanze della residenza era
pronto un elicottero che avrebbe dovuto trasportare
l'ex-presidente all'appuntamento con gli scherani dell'Aja.
Fallito questo tentativo, nelle trattative successive e'
entrato Kostunica (assente dal paese al momento del tentato
sequestro), che ha accettato la consegna di Milosevic a
reparti ufficiali di polizia, alla presenza dei suoi amici
politici. Le armi trovate nella residenza di Milosevic
appartenevano al reparto dell'Esercito ufficialmente
incaricato della sua protezione. Infine, Black ha ribadito
che, dopo centinaia di interrogatori, non una sola prova e'
emersa che giustificasse l'accusa di "abuso di potere". In
compenso il viceministro della giustizia, Sarkic, non ha
esitato a rivelarci le sue motivazioni personali: "Anni fa,
ero magistrato, Milosevic mi sospese per 4 mesi dalla
professione . Capirete che non ho gradito e che questo pesa.
Eppoi non ho simpatie per socialisti e comunisti. Molti di
noi vorrebbero vederli tutti appesi a un lampione. Cio' non
toglie che, dal punto di vista giuridico, non vi e' al
momento alcun motivo per temere Milosevic in carcere." I
magistrati inquirenti lavorano in questa atmosfera. Uno di
loro ha candidamente ammesso: "Io voglio fare l'avvocato. Ma
qui, per fare quel mestiere, devi prima fare cinque anni il
magistrato. Se io non mi piego alle pressioni che mi vengono
dall'alto, posso dare l'addio al mio futuro professionale."

A cio' Toma Fida e gli altri legali del detenuto hanno
aggiunto la denuncia della montatura circa gli 85 corpi
ritrovati nel Danubio, chiusi in un camion che, su ordine di
Milosevic non suffragato da alcun documento o testimonianza,
sarebbe stato fatto sprofondare nel fiume nel 1999. La
scoperta sarebbe stata fatta da un subacqueo dilettante che
avrebbe scoperto il camion a una profondita' di 30 metri,
allorche' la visibilita' in quelle acque non supera un metro.
Quei corpi sarebbero stati poi seppelliti nella fossa comune
scoperta nelle vicinanze dell'aeroporto militare di Belgrado,
dove i media occidentali avrebbero denunciato la presenza di
ben 800 corpi, per poi tacersi del tutto. Il ricordo va a
Timisoara, dove al tempo della satanizzazione di Ceausescu,
la stampa mondiale "trovo'" 2000 "vittime del dittatore", che
risultarono poi corpi giustapposti, sottratti dall'obitorio e
da un vicino cimitero. Scopo evidente: riesumare la montatura
delle famigerate fosse comuni, nessuna delle quali, dopo aver
scavato in mezzo Kosovo, ha potuto essere trovata (tranne
una, con 136 corpi serbi). Il PSS chiede ora che sui corpi
ritrovati si effettui l'esame del DNA e lo si confronti con
quello dei famigliari di 1300 serbi scomparsi, nonche' dei
famigliari di albanesi denunciati come scomparsi. Si
ricordera' che la cifra ufficiale sulle vittime del Kosovo e'
di 3000, di cui 1300 serbi uccisi e altrettanti scomparsi.

Questo, dopo una guerra tra esercito e separatisti e 78
giorni di bombardamenti Nato. L'ICDSM ha anche redatto un
documento sugli avvenimenti in Macedonia, visti come la
continuazione dell'aggressione Nato ai Balcani con l'utilizzo
come fanteria delle bande terroristiche UCK, istigate ed
armate dagli USA e dalle sue agenzie militari, come lo sono
anche le forze armate macedoni. Lo scopo evidente e'
frammentare ulteriormente la regione per creare una serie di
mininarcostati, affidati al controllo militare USA (in netta
contraddizione con gli interessi europei) e alla criminalita'
organizzata albanese. Si ripete il modello Kosovo. Con
l'obiettivo della Grande Albania, inizialmente portata avanti
da Mussolini e Hitler con la cacciata di decine di migliaia
di serbi dal Kosovo, si utilizzano le bande UCK per
disintegrare la Macedonia con il pretesto dei diritti civili
da riconoscere alla minoranza (20%) albanese e che, peraltro,
in Macedonia sono largamente riconosciuti (come lo erano da
parte di Belgrado in Kosovo). E' iniziata la costruzione del
corridoio 8 in partenza dal Mar Nero in Bulgaria e che,
attraversata Serbia meridionale e Macedonia settentrionale,
deve arrivare sull'Adriatico in Albania. Un corridoio che
taglia fuori dai rifornimenti energetici l'Europa e di cui
gli USA vogliono garantirsi, attraverso lo smantellamento di
autorita' statali nazionali, l'assoluto controllo.

L'attacco alla Macedonia, in partenza dal Kosovo controllato
da 50.000 militari Nato e condotto con armi pesanti fornite
dagli USA, dimostra che nessuna subordinazione alla Nato
protegge un paese dal terrorismo grandalbanese organizzato
dalla Nato. Il governo macedone ha eseguito tutti gli ordini
della Nato. Ha accettato l'associazione alla Nato tramite la
"Partnership for Peace" (fase che precede l'ingresso vero e
proprio, cui anela anche Djindjic), ha accettato truppe Nato
sul proprio territorio, ha chiesto di entrare a far parte
dell'UE, ha consentito alla Nato di utilizzare il proprio
territorio per condurre attacchi contro l'amica Jugoslavia.

Tutto cio' dimostra che se uno stato cede anche una piccola
parte della propria sovranita' nazionale alla Nato, la Nato
presto o tardi se la prende tutta. La Nato non ha amici, solo
future vittime. Se ne accorgeranno anche le sue attuali
quinte colonne in Jugoslavia, la DOS (Opposizione Democratica
Serba, il caravanserraglio di 17 partitini perlopiu' etnici o
localistici, aggregati al Partito Democratico di Djindjic e
Kostunica) e Otpor.

Il responsabile del PSS per le relazioni internazionali,
Vladimir Krlsjanin, un comunista, si chiede il perche' di uno
sforzo cosi' immane della Nato e degli USA contro un piccolo
paese, di appena dieci milioni di abitanti, totalmente
inoffensivo. 100.000 truppe Nato concentrate in soli due anni
nei Balcani. La piu' grande base militare USA dal tempo del
Vietnam. Un impegno militare e finanziario quattro volte
superiore a quello della guerra del Golfo, dove si trattava
di eliminare una importante potenzia regionale che minacciava
gli interessi USA e israeliani. Una pletora di finte ONG, in
particolare italiane, che strombazzavano diritti femminili,
solidarismi, pacifismi, ambasciate di pace, e, finanziate da
George Soros, costituivano il bacino di raccolta per la banda
CIA Otpor, con in prima fila i centri sociali del Nord Est.
10.000 giovani reclutati in questo sottobosco di infiltrati e
sabotatori sono stati da Otpor avviati a corsi di formazione
insurrezionale a Sofia, Skopje, Budapest, Timisoara. Lo
ammettono - e se ne vantano - oggi gli stessi protagonisti di
quell'operazione cilena pianificata dagli USA per la
Jugoslavia. Vladimir si risponde: "L'episodio che ha visto
l'aggressione alla Jugoslavia fa parte di una guerra
complessiva, dai risvolti psicologici e sociali, oltreche'
militari ed economici. Altrimenti non si spiegherebbe la
messa in opera da parte dell' imperialismo di tutto il suo
enorme armamentario: USA, ONU, UE, Nato, OCSE.

La distruzione della Jugoslavia e del suo modello politico di
convivenza e relativa protezione sociale doveva essere prima
demonizzato e poi cannibalizzato. Noi eravamo un posto di
blocco sulla strada della globalizzazione all'insegna del
mercato e del profitto. Rappresentevamo un'alternativa, anche
orgogliosa e ostinata. Di questa politica Milosevic era il
simbolo, come la Nato e' il simbolo e la soluzione finale per
la globalizzazione capitalista. Bisognava dare un
avvertimento a popoli, stati e classi i quali ritengono di
opporsi a questo imperialismo genocida, che avanza sui corpi
di miliardi di affamati e narcotizzati. Bisognava lanciare
segnali anche a Russia e Cina, i temuti futuri rivali degli
USA in un mondo che potrebbe tornare multipolare e percio'
piu' equilibrato, sottratto all'arbitrio degli USA. Ricordi
il bombardamento dell' ambasciata cinese, inizio di una
sequela di provocazioni pesantissime contro quel grande
paese? Gli USA gia' temevano un ingresso di Pechino
nell'Organizzazione Mondiale del Commercio, con un netto
cambio di equilibri in quell'organismo che oggi regola scambi
ineguali e assassini, grazie alla funzione di guida che la
Cina potra' assumere per i paesi del Terzo Mondo, o comunque
contrari all'imperialismo USA. La pressione per la consegna
- o la morte - di Milosevic si spiega cosi': Devono mostrare
di sapere, oltreche' disintegrare con bombe, chimica, uranio,
chiudere in fretta i dossier aperti, prima che le
contraddizioni sociali suscitino ripensamenti e quindi
conflitti. In questo caso il dossier
Nato-Kosovo-Rambouillet-crimini di guerra. Tutto questo prima
che la gente e gli storici confermino che a noi non facevano
difetto i diritti umani e la democrazia e che i responsabili
della catastrofe balcanica ed europea innescata da tedeschi e
americani dal 1991 ad oggi".

(1/2, continua)

---

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(2/2 - fine)

Girando per la Jugoslavia ho potuto raccogliere altri dati.
Sono 40.000 i manager, imprenditori, funzionari,
professionisti cacciati dai propri posti di lavoro con la
feroce epurazione condotta da Otpor e dalla DOS. Come il PSS
ha denunciato all'OSCE, senza esito alcuno, la DOS ha
estromesso con la violenza la maggior parte degli eletti del
PSS nelle amministrative del settembre scorso, quando il PSS
aveva conquistato il 34,9% dei comuni. O attraverso la
rimozione forzata delle giunte, o attraverso commissariamenti
arbitrari, la DOS ha insediato proprie giunte in 29 comuni
amministrati dal PSS e dai suoi alleati di sinistra. Questi
comuni erano stati conquistati dalle sinistre nonostante
l'allarme lanciato dalla solita Otpor, che "i villaggi e le
citta' che avessero votato socialista sarebbero stati di
nuovo bombardati dalla Nato". Minaccia nient'affatto
incredibile, se si ricorda con quale cinico razzismo l'Unione
Europea decise, all'indomani dell'aggressione, di rifornire
di quantita' di combustibili, peraltro misere, soltanto i
centri amministrati dalle destre. Una pratica cui si e'
piegata anche la CGIL nei suoi aiuti al Kosovo.

Mira Markovic, moglie di Milosevic, ha rilevato che
nonostante a loro carico siano state elevate accuse -
dimostrate fondate - ben piu' gravi di abuso di potere,
corruzione e quant'altro, nessuno si e' mai sognato di
incarcerare per un solo giorno, in attesa di processo, uomini
di stato come Helmut Kohl, Giulio Andreotti, Bettino Craxi e
molti dirigenti dei paesi est-europei. E ha detto: "Se si
tiene conto che questo tribunale (inventato dagli USA e
commissionato all'ONU illegittimamente, pagato dagli USA,
diretto dagli USA, con PM Carla del Ponte e portavoce la sua
nuora croata Florence Hartmann, con pratiche accusatorie che
fanno rizzare i capelli all'ultimo pretore di una dittatura
del Terzo Mondo) e questa carcerazione sono stati destinati
ai serbi, e' davvero strabiliante che serbi spediscano i loro
connazionali al Tribunale e in prigione, alla merce' degli
stragisti che hanno distrutto la Jugoslavia e che ne vogliono
il genocidio economico, sociale e biologico. Sarebbe stato
altrettanto illogico che gli ebrei spedissero i loro fratelli
di fede ad Auschwitz o Mathausen, nei campi di concentramento
e nelle camere a gas. L'Aja e' l'equivalente per i serbi di
quei campi di concentramento".

Sono stato invitato dal PSS, insieme all'avv. Black, come
rappresentante del Comitato di Difesa di Milosevic, alla
grande manifestazione di sabato 16 giugno, in piazza della
Repubblica a Belgrado. Si sono riunite, in una piazza
stracolma di bandiere jugoslave moderne dell'epoca di Tito,
di bandiere rosse con la falce e il martello della coalizione
comunista e di ritratti di Che Guevara, oltre 25.000 persone
(effettive, nonostante i giornali se la siano poi cavata con
la cifra di "piu' di 5000"), in leggero aumento, cioe',
rispetto alla manifestazione di 20.000 del 24 marzo scorso,
anniversario dell'attacco Nato. La manifestazione era stata
preceduta da mobilitazioni in molti centri jugoslavi. Impresa
tanto piu' riuscita quanto meno l'opposizione ha oggi accesso
ai mezzi d'informazione, tutti indistintamente in mano alla
DOS, o facenti parte, come Radio B-92, del circuito mediatico
europeo allestito dalla CIA. L'unico giornale rimasto al PSS,
"24 ore", ha dovuto chiudere per mancanza di fondi, imposta
anche dal totale boicotaggio degli inserzionisti
pubblicitari. Il PSS tenta ora, con poverissimi mezzi, di
allestire una propria stazione televisiva regionale.

La composizione dei manifestanti era ad altissimo tasso
proletario. Quasi solo facce operaie e contadine, con un
grande numero di donne, studenti e militari. E' poi partito
un corteo che, per sette chilometri, ha attraversato la
citta' per arrivare alla prigione centrale, in cui e'
rinchiuso Milosevic. I manifestanti, trattenuti a fatica da
un servizio d'ordine efficace ma discreto, hanno anche
effettuato alcuni tentativi di superare le cancellate che
circondano il carcere. Tra le parole d'ordine della
manifestazione: il rifiuto della consegna di cittadini serbi
o jugoslavi a autorita' o enti stranieri. La liberazione
immediata di Milosevic. La fine delle violenze politiche e
delle montature processuali. La fine di misure legislative
che accentuino la dipendenza dell'economia nazionale
dall'estero e stanno riducendo alla fame milioni di
jugoslavi. Il ritorno in assoluta sicurezza dei 400.000
profughi dal Kosovo prima che vi si tengano elezioni e
l'attuazione della risoluzione 1244 dell'ONU che sancisce la
sovranita' di Belgrado su Kosovo e Methoja. La verita' sulle
oltre 1300 persone di origine serba scomparse in Kosovo.

Zivadin Jovanovic, intimo collaboratore di Milosevic, a suo
tempo universalmente rispettato come ministro degli esterei
jugoslavo, ha attirato l' attenzione sull'imminente impiego
di militari italiani anche in Macedonia e sul presunto
disarmo "volontario" che si chiede all'UCK . "Si ripete la
farsa del Kosovo dove il disarmo dell'UCK si e' trasformato
nella creazione di una polizia armata onnipotente, chiamata
Corpo di Protezione del Kosovo, che ha attuato in prima
persona l'unica, vera pulizia etnica condotta in Kosovo,
quella che ha portato alla cacciata di quasi tutta la
popolazione serba e all'assassinio di migliaia di inermi
cittadini di ogni etnia. L'ingresso Nato in Macedonia
equivale a quello in Kosovo ed e' destinato a dare copertura
alle attivita' disgregatrici dei terroristi albanesi, al fine
di smembrare anche la Macedonia e porre l'intera regione
sotto il controllo USA, presente con la piu' grande base
statunitense d'Europa, costruita e manutenuta dalla compagnia
USA Halliburton, di cui e' capo il vicepresidente Dick
Cheney. La Halliburton controlla anche il consorzio AMBO che
ha iniziato a costruire, in coincidenza con la sovversione in
Macedonia, il famigerato corridoio 8 dal Caucaso alla
Macedonia e all'Albania". Quanto all'esito della contesa
sulla consegna di Milosevic, Jovanovic prevede la
possibilita', in caso di impasse parlamentare, di una
dichiarazione unilaterla di indipendenza della Serbia dalla
Federazione Jugoslava, in combutta con il governo
montenegrino del narcotrafficante Milo Djukanovic, che da
tempo briga per la separazione.

Jovanovic ha anche fatto riferimento alle manovre
destabilizzanti dell'Ungheria in Vojvodina, dove si sta
effettuando una pulizia etnica amministrativa e politica nei
confronti dei serbi nelle zone a maggioranza ungherese. Il
parlamento ungherese ha approvato una legge finalizzata a
stimolare le ambizioni separatiste in Jugoslavia (350.000
ungheresi), ma anche in Romania, Slovacchia e Ucraina)
attraverso la concessione di privilegi residenziali, sociali,
scolastici e lavorativi ai cittadini dei paesi vicini che
dimostrino un'ascendenza magiara.

Non si vedono piu' in giro ne i teppisti di Otpor, la cui
ultima impresa era stata la campagna di cartelloni con il
patriottico slogan "CONSEGNATELO" (Milosevic) e che dagli USA
vengono tenuti in serbo nell'eventualita' che si debba
esercitare pressioni sull'attuale regime o destabilizzarlo,
ne' le inquietanti "camicie nere" a testa rasata che
costituivano la guardia pretoriana di Djindjic. Un amico
accademico, da sempre apartitico, mi racconta che, da
criminali che erano, sono stati tutti assunti in polizia.
Venti sono diventati guardie del corpo del primo ministro
serbo, con una paga di 2.500 DM al mese. Tutti i maggiorenti
della DOS sono circondati da nugoli di gorilla, quando
Milosevic, al tempo della sua presidenza, si avvaleva di
un'unica guardia del corpo. Il ministro degli interni,
Mihailovic, e quello della giustizia, Batic, sono tra i piu'
accaniti sostenitori della consegna di Milosevic e
dell'attuazione dei programmi di svendita del patrimonio
produttivo jugoslavo alle transnazionali. Continua a' la loro
campagna contro "l'infido" generale Pavkovic, comandante di
Kosovo, dove straordinariamente e' riuscito ad evitare bagni
di sangue etnici, e ancora oggi capo di stato maggiore delle
FA. E' stato Pavkovic a sventare il tentativo di rapimento di
Milosevic e pare che per ora goda ancora del sostegno di
Kostunica. Quest'ultimo, secondo sondaggi recenti, avrebbe il
60% dei consensi della popolazione, contro il 9% di Djindjic
e il 27% del Partito Socialista (17% alle elezioni). Sulla
storia del camion con 85 corpi fatto precipitare nel Danubio,
Mihailovic ha mostrato alla stampa un video di 90 secondi in
cui si vedevano un corpo e resti di un altro cadavere,
estratti dalla presunta "fossa comune". Ha poi accennato ad
altri corpi probabilmente seppelliti sotto l'autostrada
Belgrado-Pristina. La cosa curiosa e' che sul luogo dove si
sarebbe scoperta la fossa comune svettavano grossi cespugli
ed arbusti, vecchi di alcuni anni.

Ricordate Rade Markovic, l'ex-capo dei servizi segreti? Era
stato accusato da mezzo mondo dell'attentato a Vuk
Drasakovic, allora leader dell'opposizione al governo,
nonche' dell'assassinio di altri oppositori. Ora che le sue
presunte vittime sono al potere, l'accusa si e' ridotta alla
sola "rivelazione di segreti di stato". Quale rivelazione?
Quelle delle accuse mosse a Milosevic, "rivelate" allo stesso
Milosevic.

Secondo molti oppositori della DOS, Kostunica non sarebbe
quell'onest'uomo, difensore della nazione, cui i serbi hanno
dato fiducia perche' difendesse il paese e al tempo stesso lo
facesse uscire dalla morsa degli aggressori. Secondo verbali
del Congresso, sarebbero stati gli stessi USA a indicare in
Kostunica, liberista integralista e filomonarchico, il
successore di Milosevic. I 75 milioni di dollari dati alla
DOS e ad Otpor nel 1998, i 30 milioni del 1999, i 200 e passa
del 2000, sarebbero stati stanziati dal governo USA e da
George Soros a condizione che si scegliesse Kostunica, visto
come vetrina serbista in grado di meglio ingannare gli
elettori.

Parte attiva nella mobilitazione popolare avrebbe avuto la
mafia, pesantemente controllata e limitata sotto Milosevic e
oggi allo scoperto, ricompensata dal potere. Mentre ero a
Belgrado, il ministro degli esteri federale Svilanovic ha
detto, riferendosi alle richieste di danni di guerra da parte
della Bosnia (40.000 miliardi di lire), che Belgrado non e'
in grado di pagare, ma che puo' offrire immobili, centrali
elettriche, stabilimenti, aziende. Contemporaneamente ha
ritirato la precedente richiesta jugoslava di danni di guerra
a Croazia e Bosnia, per la cacciata e uccisione dei serbi e
la distruzione o requisizione dei loro beni. Svilanovic ha
anche ritirato la denuncia di 60.000 pagine contro la Nato
mossa dal precedente governo, con la documentazione dei danni
subiti nell'aggressione.

Una storia uscita sul giornale croato "Feral Tribune", ma non
ripresa dai media serbi, racconta dello zar del contrabbando
balcanico di sigarette e stupefacenti, Stanco Subotic Zane,
che avrebbe regalato al presidente montenegrino Milo
Djukanovic e al premier serbo Djndjic un aereo privato
ciascuno, in cambio di assoluta liberta' d'azione. Ci
troviamo dunque con la Jugoslavia afflitta da un racket
mafioso interno, e da uno altrettanto criminale esterno, nel
quale gli USA intimano: "O mi dai una fetta del tuo business,
o ti faccio saltare per aria l'azienda". Il viceministro
federale Miroljub Labus ha detto in una conferenza stampa:
"Abbiamo 38 miliardi di dollari di debito. Se non consegniamo
Milosevic, non ci saranno salari, pensioni, lavoro". E' una
cifra curiosa. Quando la Jugoslavia, nel 1992, fu espulsa dal
FMI, il debito estero ammontava a 5 miliardi di dollari. Da
allora piu' nessun prestito, ma gli interessi sul debito
hanno portato la cifra a 12 miliardi. A che cosa siano da
attribuire gli altri 26 non e' dato sapere. Forse sono i
danni di guerra che Belgrado intende risarcire alla Nato?

Alla manifestazione del PSS circolava un volantino intitolato
"Chi ci processa?" con sopra tre citazioni significative: "La
Nato e' amica del Tribunale dell'Aja. I paesi Nato lo hanno
istituito e lo finanziano", Jamie Shea, portavoce Nato,
16/5/99. "La Nato e' un criminale di guerra. In Kosovo i
comandanti Nato hanno violato le leggi di guerra. Non hanno
impedito gli attacchi a tre ponti quando era evidente che vi
sarebbero state vittime civili". Amnesty International,
Rapporto del giugno 2000. "Non c'e' base per aprire indagini
sulla Nato, o in rapporto con qualsiasi altro incidente
provocato dai bombardamenti sulla Jugoslavia". Carla del
Ponte, procuratrice del Tribunale dell'Aja per i crimini di
guerra in Jugoslavia.

Sono indimenticabili le mani di operai e operaie che ci hanno
salutato e stretto nel corso della manifestazione per la
liberazione di Milosevic. Tante storie. Un giovane: "Ho
lavorato ai ponti distrutti. Ne avevamo ricostruiti 24 in
pochi mesi. Ora tutto e' finito e fermo". Una donna sui 40:
"Prima del 5 ottobre eravamo liberi. Ora siamo comprati e
venduti". Un giovane veterano della Krajna e della Bosnia
mostra cinque profonde e vaste cicatrici, dalle spalle alle
gambe: "Neanche una lira di pensione". Davanti ai cancelli
della prigione sale su uno sgabello e parla un giovane
dirigente del PSS. Mi dicono che e' stato arrestato per il
solito "abuso di potere", ma che hanno dovuto rilasciarlo
dopo 30 giorni di sciopero della fame. Ha i capelli lunghi e
la faccia bianchissima. Manco a farlo apposta assomiglia al
martire nordirlandese Bobby Sands. Mi si avvicina, davanti
alla prigione, una donna fasciata in un tricolore jugoslavo.
Ha una rosa in mano. Apre la borsetta e mi mostra la foto di
un ragazzo in divisa. Ucciso in Kosovo. "Non me l'ha ucciso
Slobo. Era un uomo di pace lui. Anche troppo. Perche' non
sono morta io? Ora quei ragazazi che difendevano la patria e
sono stati massacrati dai terroristi albanesi, i nostri
dirigenti li chiamano "cani da guerra"". E' incontenibile il
suo pianto sulla mia spalla. Sempre alla prigione una
compagna comunista mi abbraccia: "Sappiamo che i comunisti
italiani si battono per noi. Qui siamo tutti compagni. Grazie
di essere con noi e buona fortuna a noi e ai comunisti
italiani. Dillo quando torni a casa". Sento di arrossire fino
alla punta dei capelli. Davanti al carcere, come durante
tutto il corteo e in piazza della Repubblica, tuona l'urlo
"Slobo - Slobo". Questa e' la Jugoslavia che ho visto a
giugno. Questo e' il destino di uno dei popoli piu'
coraggiosi e piu' provati del mondo. Questa e' la cricca di
traditori e speculatori che lo sta portando alla svendita,
all'umiliazione e alla rovina. Questa era la culla di
un'Europa unita, democratica, rispettosa e amica di tutti i
popoli dentro e fuori le sue frontiere. Questo e' il paese su
cui la vilta' e l'opportunismo hanno fatto calare un sipario.
Che non sia un sudario.

Fulvio Grimaldi

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