Informazione

tribunale clark wrote:
>
> URANIO: DA RIFARE INDAGINE MANDELLI, ASSOCIAZIONI
> (ANSA) - ROMA, 21 MAR - L'indagine sull'uranio impoverito svolta dalla
> commissione Mandelli ''non ha alcuna validita', deve essere ritirata e
> rifatta daccapo con nuovi criteri''. A sostenerlo sono l'Anavafaf,
> associazione familiari vittime arruolate nelle forze armate, e il Tribunale
> Clark, che da anni si batte per il rispetto dei diritti civili.
>
> ''Il rapporto - ha detto il presidente dell'Anavafaf, Falco Accame, nel
> corso di una conferenza stampa - e' basato su falsi dati di partenza. Per
> fare un esempio: sono stati presi in considerazione i militari che sono
> stati in Albania, dove l'uranio non e' stato usato, e non quelli in Somalia,
> dove invece e' stato usato. Bisognava fare l'esatto contrario''.
>
> Altre critiche da Giorgio Cortellessa, fisico che guida la contro
> commissione di esperti nominata dal Tribunale Clark. ''Il confronto
> sull'incidenza dei tumori con la popolazione civile - ha spiegato - e' stato
> fatto in maniera scorretta. Ci si e' basati sui registri dei tumori del
> Nord, dove l'incidenza di queste malattie e' molto piu' alta che nel resto
> del Paese. La maggior parte dei militari italiani impiegati nelle missioni,
> invece, proviene dal Sud. Insomma, i numeri contenuti nell'indagine non
> hanno diritto di cittadinanza nella comunita' scientifica. Questo malessere,
> peraltro, serpeggia nelle pieghe del rapporto''.
>
> Alla conferenza stampa ha partecipato anche Giambattista Marica, reduce
> della Somalia che e' riuscito a guarire da un linfoma di Hodgkin: ''Il mio
> caso - ha detto - non e' stato preso in considerazione dalla commissione
> perche' dicono che allora l'uranio non fu usato. Ma chi mi garantisce che
> sia andata davvero cosi' ''

---

Il testo che segue e' apparso su "Il Manifesto" del 15 Marzo 2001

Cinque storie impoverite

Effetti dell'uranio Il veterano inglese e quello francese,
il volontario fiammingo e lo spagnolo, il serbo. Seduti a
un tavolo raccontano vite distrutte dalla stessa "sindrome"
JEAN TOSCHI MARAZZANI VISCONTI - BRUXELLES

La Coalizione per l'Abolizione delle Armi ad Uranio
Impoverito ha riunito il 3 marzo scorso intorno ad un
tavolo membri di associazioni di pacifisti, associazioni
contro le armi nucleari, fondazioni e soprattutto
associazioni di veterani colpiti dalla "Sindrome"
provenienti da Francia, Inghilterra, Olanda, Germania,
Stati uniti, oltre ad esperti e medici da Iraq, Bosnia e
Jugoslavia. Un incontro internazionale sugli effetti
dell'uranio impoverito e non solo, che è stato seguito
anche da "funzionari" della Nato.
Sconvolgente il distacco di questi uomini, il loro sguardo.
Apparentemente presenti ma già in un'altra dimensione,
quella della morte dentro di loro. Consci del letale
meccanismo a tempo insinuato nei loro corpi, impiegano le
loro energie per aiutare altri, contaminati in circostanze
similari, e vittime dell'isolamento da parte degli enti
responsabili.

Ray Bristow, veterano britannico del Golfo, ha 43 anni,
sposato con 3 figli. E' affetto da una sindrome di
stanchezza che lo obbliga alla sedia a rotelle. Nel 1990
correva la Maratona di Londra, doveva avere il fisico del
bevitore di birra, oggi è abbandonato sulla sedia come una
bambola rotta, non coordina bene i movimenti e la parola e,
come egli stesso dice con ironia, il suo cervello funziona
come un computer con il virus. Nel dicembre 1990 viene
richiamato come riservista, operava nel settore medico come
tecnico. Nel gennaio 1991 è in Iraq. Secondo il programma
di vaccinazioni riceve 23 iniezioni, in breve tempo, contro
peste, colera, tosse canina (due volte) e antrax fra
l'altro, e due con etichetta biologica. Probabilmente anche
una droga in prova contro l'Aids. All'inizio dei
bombardamenti sente spesso suonare i detector chimici e con
l'attacco via terra arrivano nelle retrovie i feriti, fra i
quali molti iracheni. Avevano strane bruciature e nel
togliere loro gli abiti si formava nell'infermeria
un'atmosfera di sabbia impalpabile. Durante quel periodo
dovevano prendere due pillole ogni 8 ore, contro
l'avvelenamento chimico. Mentre si trovava presso un
deposito Usa - ricorda - suonano i detector chimici, nulla
succede, ma, per i due giorni seguenti, tutti i militari
presenti soffrono di una specie di influenza che sparirà di
colpo. Al termine delle operazioni di guerra, il suo
gruppo, nel prepararsi alla partenza, riceve l'ordine di
bruciare un notevole quantitativo di medicinali ed
equipaggiamento medico. Viene avanzata la proposta di
donare agli ospedali civili il materiale intatto. Risposta
negativa. Suggeriscono di metterlo in scatole e rimandarlo
a casa. Negazione definitiva. Il materiale viene bruciato e
le ceneri seppellite. Commenta Bristow: probabilmente era
contaminato, non ci sono conferme ufficiali sull'uso di
armi chimiche, ma sono state usate.
Rientra in Inghilterra il 15 marzo 1991. Dopo due anni,
inizia ad avere problemi di memoria, disturbi di vista,
vuoti improvvisi, impossibilità di concentrazione al punto
che nel 1996 non può più lavorare. Gli trovano un fegato
allargato, un test IQ rivela un problema organico simile ad
un uomo in avanzato stato di malattia di Alzhaimer.
Progressivamente iniziano dolori ai muscoli e ai tendini,
una spossatezza progressiva che lo obbliga alla sedia a
rotelle. Deve bere 8 litri di acqua al giorno per lavare le
reni da tutte le pillole che deve assumere per tenere a
bada i dolori. Oggi si sente abbastanza bene, ma sa di
essere sul ruolino della morte. Il suo desiderio -dice - è
di essere seppellito in una fossa comune con il milione di
iracheni colpiti dalla Sindrome del Golfo, i centomila
della Bosnia e quelli della Jugoslavia. E' stato in Iraq
due anni fa e ha promesso di fare del suo meglio per
aiutare la popolazione. Ha fondato un'associazione di
veterani del Golfo (National Gulf Veterans and Families)
per aiutare coloro che affrontano il male in una solitudine
sociale - i sintomi sono misconosciuti -e per lottare
contro l'indifferenza del governo e dell'esercito. Bristow
racconta che 9000 degli iscritti soffrono degli stessi
prodromi, ogni anno alcuni muoiono, secondo lui quanto
hanno provocato gli Usa in Iraq, in Bosnia, più
recentemente in Jugoslavia, è paragonabile ai campi di
sterminio nazisti.

Hervé Deslat, veterano francese del Golfo, ha 30 anni, è
sposato con una bambina. Alto, robusto, era molto sportivo.
All'epoca della guerra dell'Alleanza aveva 19 anni ed era
volontario da due. Ha fondato con la giornalista Christine
Abdelkrim-Delanne, autrice di "La sporca guerra pulita",
un'associazione di veterani (Association de defense
Avigolf). Faceva parte dell'esercito di terra in
artiglieria: un gruppo di trenta soldati addetti ai missili
antiaerei, Desplat era a capo di un sottogruppo di cinque
uomini che girava in camion con 6 missili Mistral ed
operava al confine con l'Arabia saudita. Durante la fase
delle operazioni aeree erano sottoposti a continui
allenamenti anti guerra chimica, durante i quali dovevano
indossare tute e maschere. Gli allenamenti si ripetevano
con tale frequenza da dubitare si trattasse di allarmi
reali. Il suo gruppo era dotato di detector chimici, spesso
iniziavano a suonare, ma gli ufficiali assicuravano che non
c'era nulla da temere. Al termine delle operazioni di
guerra, Desplat passando per una base americana, vede
uomini in tute anti-contaminazione bruciare tutto, compresi
i carri armati. Un'altra volta, mentre tiene una postazione
nel deserto, un'inaspettata esplosione, davanti a lui,
produce una nuvola di fumo verde. Gli americani facevano
esplodere o bruciare tutto quanto era in superficie.
Specialisti in tute protettive si occupavano
dell'eliminazione. Mettevano le cariche e, dopo essersi
allontanati 3.000 metri, le facevano esplodere. I soldati
degli altri eserciti non venivano informati. Anche Desplat
aveva ricevuto un notevole numero di vaccini, erano
obbligati a prendere pillole anti sonno (generalmente non
autorizzate) e altre ignote che davano strani sintomi.
Durante l'attacco terrestre viene ordinato di prendere
pillole di physostignin contro agenti biologici.
Al ritorno in patria, Desplat per un intero anno soffre di
terribili incubi, depressione, credeva di impazzire. Nel
giugno '93, perde 20 chili di peso, ospedalizzato, gli
viene diagnosticata una grave forma di tubercolosi
polmonare. Trattato per un anno, ha perso il 60% di
capacità polmonare. E' considerato un lavoratore adulto
handicappato, ma senza pensione, sociale o militare. Sua
figlia, nata dopo la sua malattia, viene controllata
periodicamente. Desplat ritiene che nella guerra del Golfo
la combinazione di armi chimiche quali gas nervino
(sarin/cyclosarin/tabin), gas vescicante (mustard gas) e un
agente che agisce sul sangue, oltre al Du (depleted
uranium), siano le principali cause delle malattie che
affliggono la popolazione irachena, soprattutto i bambini.
Non sono esclusi test clandestini sui soldati attraverso
vaccini e medicinali sconosciuti. I numerosi bombardamenti
su Bassora e sulla centrale nucleare, a 40 chilometri da
Baghdad, avevano creato una nuvola gassosa che, secondo una
mappa meteorologica dell'epoca presso la sua fondazione, i
venti avrebbero spinto sugli eserciti dell'Alleanza.
Anch'egli desidera ritornare in Iraq per chiedere perdono
alla popolazione per quello a cui ha partecipato.
P. Furenkas, fiammingo, un omone con la barba, volontario
nei campi dei rifugiati in Croazia e Bosnia fin dal 1992.
All'epoca godeva ottima salute. Ritorna a Sarajevo nel '94
per accompagnare i convogli delle popolazioni in movimento.
Dopo un anno dal suo rientro a casa (1996) iniziano i primi
sintomi di stanchezza e vista sdoppiata. Peggiora
continuamente al punto di non poter più lavorare. I medici
non trovano indicazioni per una diagnosi e lo inviano da
psichiatri e psicologi. Credeva di impazzire, quando il
Sindacato Democratico ha preso la sua difesa e lo ha
aiutato. Molti suoi colleghi, reduci dai Balcani, soffrono
degli stessi sintomi.

Zelijko Samardic, guardia forestale nella Repubblica Srpka
di Bosnia, 33 anni, sposato con tre figli. Un uomo alto,
robusto, gran camminatore. Nel '95 si trovava nella foresta
a Bulozi, non lontano da Pale, quando un missile cade a
cinquanta metri da lui. Ben felice di essere vivo, nei
giorni seguenti controlla altre zone bombardate sulla
montagna e raccoglie un pezzetto della bomba che lo ha
mancato. Nel '97 iniziano i primi sintomi: doppia visione,
disordine di vista, ronzio nelle orecchie, perdita di
equilibrio e di memoria, grande stanchezza. Quando iniziano
forti dolori di stomaco ed emorragia, si rivolge ai medici
che diagnosticano un tumore maligno al colon e lo operano.
Da quel momento sarà obbligato a portare un sacchetto di
contenzione. Sei mesi dopo riprendono gli stessi sintomi
iniziali e la parte sinistra del corpo si paralizza
obbligandolo alla sedia a rotelle, i disturbi cessano
misteriosamente in 15 giorni e ritorna a camminare. Ancora
qualche tempo e iniziano gravi dolori alle mani, si
gonfiano, si storcono, i medici sono obbligati a tagliare
il mignolo sinistro in cancrena. In seguito é attaccato da
febbre alta, mal di testa e vomito, perdita di coscienza.
Gli diagnosticano un tumore maligno delle surrenali e viene
operato. A quel punto lo informano della contaminazione da
Du.
Oggi sta bene, ma non sa per quanto. Non può fare esaminare
il bambino, nato dopo la bomba, per mancanza di soldi. Non
lavora e lo stato non lo considera pensionabile, ma solo in
congedo per malattia. Nei boschi - racconta - le zone
colpite stanno morendo, sono spariti gli scoiattoli, la
flora ha subito un radicale cambiamento. Il suo gatto è
nato con sole tre zampe. Il professor Djordje Jovanovic,
che ha operato Samardzic, racconta che i suoi tumori erano
composti di tessuti cromosomicamente diversi e non
dipendenti l'uno dall'altro. Altri casi in Bosnia si sono
presentati con le stesse peculiarità. Il professore ritiene
che siano centinaia di migliaia le persone contaminate, le
bombe al Du lanciate sulle montagne intorno a Sarajevo e
sul Monte Igman a questo punto hanno raggiunto le falde
acquifere. La popolazione ignara non prende precauzioni, i
soldati della Sfor bevono solo acqua minerale. Il dottor
Dragutin Ilic, deputato e direttore del Fondo di salute, a
Banja Luka, aggiunge che mancano i mezzi pratici per fare
test alla popolazione, solo le malattie maligne sono
operate gratuitamente. In pratica possono solo contare le
vittime della sindrome dei Balcani.
La Coalizione belga aveva invitato anche dei medici
albanesi - sembra che casi sempre più numerosi si
verifichino anche in Kosovo - ma si sono mostrati reticenti
per paura di perdere il lavoro e per non dispiacere alla
Nato.

Patricia Rodriguez è una studentessa spagnola, esile ed
intensa. Vuole fondare un'associazione di reduci dal Kosovo
in nome del suo compagno. Il giovane, rientrato dal Kosovo
nel settembre 2000, inizia a sentirsi molto stanco,
sviluppa una febbre molto alta, gli viene diagnosticata una
doppia polmonite. I medici militari trovano che è affetto
da grave anemia, infine da leucemia. Cinque giorni dopo é
in coma, il 4 ottobre muore. Un altro compagno della stessa
unità è affetto da linfoma. Sembra che ci siano altri 50
casi nello stesso corpo. Le autorità militari spagnole
avevano deciso di fare test a tutti i soldati reduci dalla
Jugoslavia, ma si sono fermate a 5.000 e rifiutano di
pubblicare i risultati.
Un medico iracheno ha posto l'accento sull'ipotesi che nel
'91 la guerra fosse anche chimica e batteriologica, lo
proverebbero i cadaveri nel deserto evitati dalle mosche.
Il sud dell'Iraq e la zona di Bassora sono pesantemente
contaminate. Nessuno compra prodotti di quella zona. Grave
è l'inquinamento dei pozzi anche a Baghdad. Si conta un
aumento dodici volte maggiore di cancri ai polmoni,
all'intestino, linfomi e leucemia. Il numero di bambini
infettati, con malattie della pelle da radiazione o con
insolite sindromi al fegato ai reni, cresce. Purtroppo
anche la percentuale di neonati focomelici o con terribili
deformazioni.

Coalition por l'Abolition des Armes
à l'Uranium Appauvri - Bruxelles
(Abolition.ua@...)

National Gulf Veterans and Families - UK
(ray.bristow@...)

Association de défense Avigolfe - France
(cabdel@...)

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Swans
Kosovo - The "Banality of Evil"
by Gilles d'Aymery
February 19, 2001

> http://www.centraleurope.com/news.php3?id=294133

Macedonia Warns NATO of Possible Conflict on Border
With Kosovo
SKOPJE, Feb 21, 2001 -- (Agence France Presse)

---

Alberto Tarozzi wrote:

> ecco come si stanno mobilitando gli albanesi nei balcani per la campagna di
> primavera.
>
> alberto tarozzi e zivkica nedanovska.
>
> 1.FONTE: FREE B-92- VESTI.
>
> 2.TITOLO: Il numero delle vittime doppio.
>
> 3.INDICE: ///
>
> 4.SITO INTERNET:
> http://vesti.freeb92.net/press-index.phtml">http://www.b92.net/archive/s/pre
> ss-index.phtmlmozete
>
> 5.NUMERO DI PAGINE: 1.
>
> 6.DATA: 20.02.2001. Le Notizie del 19.02.2001.
>
> L'attacco sull'autobus dei Serbi nel villaggio Livadice vicino a Podujevo
> In Kosovo è
> l'indice chiaro alla comunità internazionale che i terroristi albanesi sono
> "i padroni
> della situazione sul terreno"- ha dichiarato il vicepresidente del Partito
> Democratico
> Serbo ( DSS), Marko Jaksic. "L'escalation spaventosa del terrorismo in
> Kosovo e
> Metohija ci dimostra che il KFOR e l'UNMK non sono in grado di proteggere i
> Serbi
> neanche di eliminare le bande terroristiche ".Secondo l'avviso di Jaksic"il
> numero
> delle vittime nell'attacco sul convoglio dei Serbi il 16 febbraio è doppio
> di quello
> che hanno pubblicato e fra le vittime ci sono anche i bambini"."Se si vuole
> , sul serio
> la pace in Kosovo, la comunità internazionale si deve scontrare con gli
> Albanesi".
> "Però, quello è poco probabile, perchè il comandante di KFOR, Carlo Cabigiosu
> ha dichiarato che il KFOR non ha l'intenzione di scontrarsi con gli
> Albanesi a causa
> dei Serbi".
>
> 1.FONTE: FRVESTI
>
> 2.TITOLO: Gli attacchi non cesseranno
>
> 3.INDICE: Nebojsa Pavkovic avverte il vertice jugoslavo:
>
> 4.SITO INTERNET: http://www.frvesti.com/vest.asp?t=85135&s=dnevnik.gif&e=
>
> 5. NUMERO DI PAGINE : 1.
>
> 6.DATA: 20.02.2001.
>
> Alla riunione del vertice jugoslavo e serbo, dedicata all'escalation della
> violenza al sud di Serbia e in Kosovo e Metohija, il capo dello Stato
> Maggiore, il generale Nebojsa Pavkovic, ha annunciato l'ecalation ulteriore
> della situazione che si rifletterà negli attacchi giornalieri fuori della
> zona di
> sicurezza.Secondo lui"gli attacchi saranno indirizzati alla polizia e
> all'esercito perchè l'ultimo
> attacco sul convoglio di civili ha provocato la condanna della pubblica
> opinione al mondo."
> Lui ha aggiunto che l'atteggiamento e le reazioni dei politici occidentali
> è differente dall'atteggiamento degli appartenenti di KFOR sul terreno.Loro
> tuttora "chiudono un occhio"
> quando si tratta dei terroristi albanesi i quali campi e basi sono
> letteralmente davanti agli occhi
> di KFOR, all'estremo est del Kosovo.
> Il generale Pavkovic in particolare ha preso in considerazione le
> conseguenze del ritiro dell'Esercito
> Jugoslavo dalla regione di Medvedje, Bujanovac e Presevo, come prevede il
> piano del vicepresidente del Governo serbo, Njebojsa Covic.
> "Con la partenza dell'Esercito jugoslavo da questo territorio, la
> situazione nella regione peggiorerà
> sia nel piano militare- strategico, sia nel piano psicologico perchè questo
> stimolerà lo sfollamento
> della popolazione serba di questi comuni"-dice la fonte di "Vesti"vicina
> allo Stato Maggiore jugoslavo.
>
> 1.FONTE: FrVesti.
>
> 2.TITOLO: L'offensiva degli Albanesi in primavera.
>
> 3.INDICE: l'Ex-ministro macedone degli Interni avverte.
>
> 4.SITO INTERNET: http://www.frvesti.com/vest.asp?t=85212&s=dnevnik.gif&e=
>
> 5.NUMERO DI PAGINE: 1.
>
> 6.DATA: 20.02.2001.
>
> L'ex ministro macedone degli Interni, Pavle Trajanov, afferma che in
> Macedonia esistono
> i campi per l'addestramento delle nuove unità dell'Esercito separatistico
> di Kosovo"OVK"
> per gli attacchi primaverili nel sud di Serbia e che le autorità macedone
> ne sanno."Nelle
> regioni di Skopje,Kumanovo e Tetovo esistono i campi dove si nascondono e
> dove si addestrano le nuove formazioni dellOVK che si stanno preparando per
> gli attacchi in primavera nel sud
> di Serbia"- ha dichiarato per il giornale "Vesti" di Skopje Pavle
> Trajanov.Lui ha precisato che
> nei villaggi Tanusevci, Malino,Brest, Lijane e Vakinci si raccolgono i
> membri dell'OVK,
> si nascondono e si preparano per l'attacco militare nel sud di Serbia.
>
> 1.FONTE: FrVesti.
>
> 2.TITOLO: La mobilitazione forzata.
>
> 3.INDICE: L'associazione di Goranci denuncia.
>
> 4.SITO INTERNET: http://www.frvesti.com/vest.asp?t=85213&s=dnevnik.gif&e=
>
> 5.NUMERO DI PAGINE: ½.
>
> 6.DATA: 20.02.2001.
>
> L'associazione nativa di Goranci ( il gruppo etnico che vive in 16 villaggi
> al confine di tre campi di
> Jugoslavia, Albania e Macedonia. Parla il serbo e ha la confessione
> musulmana ) ha avvertito
> ieri il pubblico che i suoi membri sono esposti a molte minacce degli
> estremisti albanesi e che il
> KFOR non ha intrapreso niente per proteggerli .L'associazione ha avviato
> l'appello alle forze
> Internazionali di pace in Kosovo per impedire quanto prima la mobilitazione
> forzata che l'OVK
> sta effettuando a Gora sui Goranci. Infine, dicono che gli estremisti
> albanesi minacciano con la
> morte ai Goranci che rifiutano di essere 'mobilitati'.
>


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LETTERA APERTA A RAMON MANTOVANI

Faccio riferimento alle parole che Mantovani mi disse alcuni anni fa,
in seguito ad una mia critica relativa a certi titoli del
quotidiano "Liberazione" sulla guerra in Bosnia : "Il titolo e' un po'
infelice, ma sai quali sono le posizioni del partito e puoi ritrovarle
nel contenuto dell’articolo..." Gia’ allora fui scettico e
risposi : "Ma in quanti vuoi che vadano a vedere il contenuto
dell’articolo, con tutta la propaganda continua e a senso unico che
devono sorbirsi da tutti i media: la gente si ferma al titolo e giudica
in base a quello".
Pochi giorni fa mi sono purtroppo dovuto ricordare di questo scambio di
battute. Su "Liberazione" del 17 febbraio scorso si leggeva il
titolo: "Mantovani, PRC : Il caso Telecom e’ plausibile". Il contenuto
svela chiaramente quali sono i referenti privilegiati da Mantovani e da
una parte del PRC, nelle problematiche jugoslave: "Quando nell’estate
del 1998 (prima dell’inizio del conflitto [per il Kosovo-Metohija]) mi
recai nuovamente a Belgrado e a Pristina (...) trovai sia gli esponenti
del Partito Socialista sia quelli della JUL, il partito della signora
Milosevic [sic! Mira Markovic : "Per i compagni sono compagna, per gli
altri ho un nome e cognome", dal libro-intervista "La risposta",
Edizioni Internazionali Beta, Roma 1998, che voi avete opportunamente
evitato di recensire su "Liberazione"...], molto freddi. Al contrario
ho trovato buona accoglienza da parte dei leader pacifisti kosovari
[vuol dire secessionisti pan-albanesi ?], Rugova in testa."

A parte il fatto che qui Mantovani dimentica di parlare dell’accoglienza
che gli riservarono i "combattenti" dell’UCK - ma come diamine puo’
continuare
a definire semplicisticamente "pacifisti" gli ambienti rugoviani,
legati da sempre all’Occidente attraverso Germania e Vaticano, quando
lo stesso Rugova ha ripetuto per l’ennesima volta a "Der Spiegel" lo
scorso dicembre che la indipendenza e' il suo obiettivo, aggiungendo
peraltro (come se non l’avessimo gia’ capito) che "La NATO e’ gia’ il
nostro esercito privato"?!? Dichiarazioni che ricalcano pari-pari
le precedenti, ad esempio quelle del '92 a "Danas" (Croazia), nelle
quali Rugova ha sempre sostenuto che quello di protettorato deve
essere uno status transitorio in vista delle unificazione della
Grande Albania. Avete pubblicato almeno queste ultime dichiarazioni
a "Der Spiegel" su "Liberazione"? Perche’ non ne traete mai nessuna
conseguenza?

In tutto il resto dell’articolo di Mantovani e’ contraddittorio e
dimostra apparentemente scarsa conoscenza delle questioni, ad esempio
quando dice che la FIAT (Iveco) avrebbe fatto "il suo ingresso con
quote consistenti nelle imprese di quel paese", il che e’ semmai da
riferire ai decenni precedenti ma resta comunque inesatto.
Il recente "caso" della Telekom serba e’ chiaramente, a mio avviso, una
campagna tutta giocata a fini di politica interna italiana, con la
quale pero’ si cerca sempre di attribuire, in ultimo, le colpe peggiori
a Milosevic che avrebbe "finanziato la pulizia etnica", pulizia etnica
che e’ una invenzione, dal punto di vista storico. La RF di Jugoslavia
ha dovuto attuare una legittima repressione contro il movimento
secessionista e terrorista, movimento che tutti gli internazionalisti
ed i democratici avrebbero dovuto denunciare e combattere per il suo
carattere nazionalista e reazionario e per la sua funzione
disgregatrice nei confronti della Jugoslavia multinazionale, in questo
affiancato dagli altri secessionismi.
D’altronde anche nell’articolo a fianco, a firma Paola Pittei, si
dimostra chi sono gli interlocutori del PRC sulle questioni jugoslave :
Giulio Marcon, capofila di una delle tante ONG, istituzioni
paragovernative (altro che "non governative..."), maestrine di
democrazia ma con le mani in pasta nella gestione degli "aiuti"
(predestinati verso si-sa-chi) e della ricostruzione. Da ben prima dei
bombardamenti Marcon e altri come lui invocavano una
internazionalizzazione della questione del Kosovo-Metohija, adesso che
quello e’ diventato un protettorato co-gestito da NATO e mafia
nazionalista non sono ancora soddisfatti ?

Ivan per il Coordinamento Romano per la Jugoslavia
Roma, 23/2/2001


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http://emperors-clothes.com/articles/djaja/amnesia.htm


> AMNESTY.... OR AMNESIA?
> By Aleksandar Djaya
> From Belgrade, Special to Emperor's Clothes [2-21-2001]
> Translated by N. Malic
>
> It took the martyrdom of Serb civilians in a bus near Poduyevo ?
> protected by soldiers of the same countries that drove those Serbs out
> of Kosovo-Metohia [Kos-Met] ? to stop the Federal Parliament, at least
> temporarily, from passing the humiliating, Western-instigated Amnesty
> Act.
>
> Amnesty, or Amnesia?
>
> Earlier, in the Serbian Parliament, a DOS minister explained that "an
> act of mercy" made such a law necessary. Well mercy is a fine thing
> and perhaps some of the KLA prisoners deserve it. But there is the
> other side of the story....
>
> In the spring of 1999, NATO?s operation "Merciful Angel", the bombing
> of Yugoslavia, killed thousands of civilians and inflicted immense
> destruction. Today, this Merciful Angel issues ultimatums to the same
> Yugoslav political forces whose electoral campaign and subsequent
> government takeover it had financed. It demands DOS pass the Amnesty
> Act and release the "political prisoners."
>
> Who are these Kos-Met Political Prisoners? They were arrested for the
> murder of Yugoslav civilians, Serbian and Albanian, and of policemen
> and Yugoslav soldiers. What would these prisoners of conscience do
> upon their release? They would return to Kos-Met to be greeted as
> heroes by their terrorist associates. The next day they would take
> rifles and, as members of the "KLA" or "UCPMB" [which has invaded
> Serbia] again shoot or abduct and murder Serbian and uncooperative
> Albanian citizens or set up ambush massacres like the bus bombing near
> Poduyevo.
>
> Until that tragic event, the Yugoslav media mentioned little else but
> the Amnesty Act and the need to cooperate with the Hague Tribunal and
> possibly extradite our citizens to this New World Inquisition. As if
> there were no enterprises and factories, economy and industry,
> workers, civil servants, teachers or administrators. As if there were
> no people with ordinary, everyday lives, but only the visions in the
> brains of DOS leaders of some hypothetical "better future" ? dependent
> on the tender mercies of those who made our lives miserable for ten
> long years, only finally to bomb us with thousands of tons of their
> nuclear waste...
>
> Some facts are obvious to the blind. Nevertheless, the DOS-controlled
> media labors heroically to hide them.
>
> If the former government thought that controlling the state television
> and the largest publishing house in the Balkans (while allowing the
> existence of a hundred opposition TV stations throughout Serbia and a
> dozen opposition newspapers) would secure an easy electoral victory ?
> thus committing a major strategic blunder ? then DOS, still
> unnaturally calling itself the "opposition", is continuing in the
> footsteps of its predecessor. There is one important difference: the
> current government controls all the media. Through this captive media
> it continually attempts to convince itself and everyone else that it
> can fill the restless hearts and minds of Serbian citizens with
> optimism and their increasingly empty wallets with funds by doing two
> things:
>
> * First, constantly repeating the promise to arrest leaders of the
> previous government.
> * Second, submitting to all sorts of humiliating demands from the
> US and the West.
>
> If NATO, KFOR and the Hague are the true political reality, as the DOS
> leaders claim, how "real" are these leaders? Does this country have a
> president? Does it have a prime minister, parliament and government?
> Does it have citizens; indeed, does it have any "Reality" at all? Or
> are Serbia and Yugoslavia today only virtually real, a computer game
> run by DOS for the greater amusement of the New World Masters?
>
> Unfortunately, the events in Kosovo-Metohia and the south of Serbia
> transcend virtual-reality fiction. It is true that the new government
> cannot (yet) be held legally responsible for the tragedies in Kos-Met.
> (Though one should ask oneself why the latest and most monstrous
> attack by the terrorist "KLA" - the massacre of Serb civilians in a
> bus near Poduyevo ? happened to this government (and not the old one)
> though this government "cooperates" with the international community
> to a sometimes disgusting degree? Or how long will DOS continue to
> blame the current escalation of terrorism against Yugoslavia on
> someone else? Or at least wish it was the fault of someone else?
>
> JUST WISHING AND HOPING
>
> Wishes are one thing; reality is something else. Ever since the
> victory of "democratic" forces in the federal and state elections,
> what has been the reality in southern Serbia?s Buyanovats, Preshevo
> and Medvedja counties?
>
> Albanian secessionist terrorists have fortified their positions
> including outside the so-called ground safety zone. With the help and
> protection of American KFOR troops, they have brought in heavy
> weaponry. In the "pauses" between attacks on our country?s sovereignty
> and its citizens, they engage in "combat target practice". The targets
> are our law enforcement agents and soldiers, forbidden from firing
> back until Washington gives its blessing. Meanwhile, our humiliated
> police respond to the hail of mortar fire from terrorist positions
> with "dignified restraint" from any response!
>
> Meanwhile, Albanian terrorists responded to the [DOS] peace plan for
> southern Serbia by bombing a bus, massacring Serb returnees in
> Kos-Met, near Poduyevo. And while the United States and NATO "support"
> the peace plan and pat the backs of DOS diplomats worldwide, the
> charred bodies of Serb policemen are being dragged out of their patrol
> car, which hit a mine near the village of Luchane, near Buyanovats.
>
> Nevertheless the most important issue for some of our leaders (not
> all, one must say with honesty) is still the extradition of the former
> Yugoslav President Slobodan Miloshevich to the Hague Tribunal!
>
> Was the Yugoslav Parliament really supposed to ratify the Amnesty
> (Amnesia) Act on that fateful day?
>
> THE PLAN TO FINISH OFF YUGOSLAVIA
>
> The Washington-concocted scenario for crippling the Serbian state is
> in its essence so simple and logical (sinister, but logical
> nevertheless) that it can be ignored only by those who wish to do so.
>
> 1. The Amnesty Act would release all Albanian terrorists. Furthermore,
> it would halt prosecution of deserters and draft-dodgers, rendering
> any subsequent draft ineffective;
>
> 2. As stated in warnings from the West and as enforced by the threat
> of arrest by the Hague Tribunal, any Army commander or law enforcement
> agent in the field who shoots back at NATO's proxy terrorists could be
> labeled a "war criminal". The Army and police chain of command would
> be paralyzed;
>
> 3. Continued insistence on restraint would in effect support the
> deeper penetration of Albanian terrorists from Kos-Met into southern
> Serbia;
>
> 4. Conditioning financial aid to our country with the extradition of
> Yugoslav citizens to the Hague Inquisition would stimulate political
> conflict among the people (1) and if need be ? in order to definitely
> destroy Serbia and Yugoslavia ? incite a civil war. Afterwards,
> obviously, under appropriate resolutions of the UN Security Council
> and in order to protect civilians, their "human rights" and
> "democratic liberties", NATO would occupy all of Yugoslavia! (2)
>
> This State Department/CIA production isn't especially original.
> Nevertheless, it has worked to destroy many Latin American
> "banana-republics." Whether the thousand-year Serb state will founder
> and become a banana-republic at the dawn of the 21st century depends
> on all of us: those in power, as well as ? and even more ? those who
> elected them.
>
> Amnesty, or amnesia? You decide.
>
> Aleksandar Djaya was a columnist for the Yugoslav newspaper 'Borba'
> for two decades, until the Oct. 5th coup. He has written in several
> media and directed Theater in Belgrade.
>
> ***
>
> Further reading...
>
> 1) 'For Whom the Bell Tolls," by Jared Israel at
> http://emperors-clothes.com/articles/jared/tolls.htm Discusses the
> attitude of the current Yugoslav 'government' toward the Hague
> Tribunal.
>
> 2)'German Foreign Minister Calls for Permanent German Troop Occupation
> of Yugoslavia' at http://emperors-clothes.com/news/occupation.htm
> discusses the 'Associated Press' dispatch in which the German Foreign
> Minister argues that Germany should occupy Yugoslavia. Comments by
> Michel Chossudovsky.
>
> 3) Critics say the Hague Tribunal (also known as the International
> Criminal Tribunal for the Former Yugoslavia or ICTY and also the War
> Crimes Tribunal...) - critics say it reminds them of the Inquisition.
> How very strange... See 'Learning from the Inquisition' by Dr. Kosta
> Cavoski at http://emperors-clothes.com/articles/cavoski/c-4.htm
>
> Send this article to a friend! [Does not work with all email
> programs...]
>
> Please Assist Yugoslav Journalists' Fund
>
> Emperor's Clothes is trying to assist a few families of Yugoslav
> journalists. These journalists are among the many journalists who have
> literally been thrown out of work when thugs took over all TV and
> radio stations and newspapers during and after the Oct. 5th coup.
> These attacks are part of the terror in 'democratic' Serbia. We are
> providing some financial help; we need to provide more.
>
> It's really a privilege to be able to help these brave men and women
> who are trying to report 'the other side' within Yugoslavia and,
> through Emperor's Clothes and other media, to the outside world.
>
> Meanwhile, our own operating costs have increased. (For instance,
> monthly fees for the superb news media search engine Lexis have more
> than doubled.)
>
> If you can make a contribution either to our general expenses or
> specifically to help the Journalists' Fund, please do. Any amount will
> help. To use our secure server, please go to
> http://www.emperors-clothes.com/howyour.htm#donate. (If you use the
> secure server and wish your contribution to go to the Journalists'
> Fund, please send us a note at emperors1000@...
>
> Or you can mail a check to Emperor's Clothes, P.O. Box 610-321,
> Newton, MA 02461-0321.
>
> Or call 617 916-1705 from 9-5, Eastern U.S. time and ask for Bob.
> Thanks very much!
>
> And please join our email list so we can keep you informed.
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> [Emperor's Clothes]
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