Informazione

1. Traduzione in lingua italiana dell'articolo di Kosta Cavoski
MEÐUNARODNO "PRAVO"
2. POVODOM REZOLUCIJE SAVETA BEZBEDNOSTI UJEDINJENIH NACIJA
1441 O IRAKU (M. Tepavac)
3. VASINGTONSKI "JASTREBOVI" CEKAJU SVOJ CAS (V. SIMONOV)


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Za verziju na srpskohrvatskom:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2065

Per ulteriori informazioni in italiano sul "caso" del traffico di armi
tra serbi ed iracheni:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2059


Rubrica "Posizione personale"
di Kosta Cavoski

"DIRITTO" INTERNAZIONALE

(tratto da "Glas Javnosti", Belgrado)

Un'importante avvenimento è rimasto nell'ombra della successiva
scoperta di un numeroso gruppo "di terroristi", e dell'ancora
irrisolta questione costituzionale che riguarda la sottrazione dei
mandati parlamentari. Si tratta della cosiddetta consegna di armi
all'Irak, con cui sarebbe stata violata la risoluzione del Consiglio
di Sicurezza sull'embargo imposto all'Irak.
Sostanzialmente si è verificato che la Ditta "Orao" di Bijeljina [R.
Serba di Bosnia, N.d.t.] effettuava le riparazioni dei turbomotori
degli aerei "MIG 21", ormai vecchi, e che tramite la "Jugoimport"
belgradese gli stessi aerei riparati - non nuove armi - venivano
consegnati all'Irak.
Ma prima di occuparsi di questa violazione del diritto internazionale
bisogna spiegare il modo con il quale viene gestita questa nostra
crisi.
Sin dall'inizio essa e' stata gestita da informatori e diplomatici
americani, che sicuramente stavano seguendo da anni questo affare,
e solo adesso hanno deciso di renderlo pubblico per poi gradualmente
metterlo a tacere.
Oltre al competente ministro Goran Svilanovic, tra i primi a sapere di
questo affare è stato Nebojsa Covic che, per quanto noi sappiamo, non
e' ne' un informatore ne' un rappresentante ufficiale dello Stato
federale [jugoslavo, N.d.t.], dal che si può solamente dedurre che i
funzionari americani lo ritengono un loro uomo.
Poi, la cosiddetta esclusiva sulle informazioni riguardanti i canali
delle armi dal nostro paese verso l'estero è stata attribuita - a chi?
A nient'altri che al settimanale "Blic", il cui proprietario è
straniero [Soros, N.d.t.].
Più interessanti ancora sono però i dimissionamenti seguiti,
sicuramente su richiesta americana. Nella Repubblica Serba di Bosnia
sono stati destituiti, oltre che i diretti implicati, il ministro
della Difesa ed il Capo del Quartier Generale, mentre nella RF di
Jugoslavia sono stati destituiti solamente il generale Jovan Cekovic,
direttore della "Jugoimport", e il vice ministro Difesa, il generale
Ivan Djokic.
In seguito Vladan Batic ha chiesto anche la sostituzione del ministro
federale Dragisa Pesic e quella del ministro federale della Difesa
Velimir Radojevic, mentre il premier serbo Zoran Djindjic e Nenad
Canak [il politico sostenitore della separazione della regione di
Vojvodina, N.d.T.] hanno citato le responsabilità del presidente
federale Vojislav Kostunica.
Nessuno, ma proprio nessuno, ha chiesto la sostituzione, ne' tantomeno
e' venuta la richiesta di un'indagine penale contro il presidente del
Consiglio d'amministrazione della "Jugoimport" Dusan Mihajlovic, il
quale sembra mantenga questa funzione soltanto per arrotondare il suo
povero salario da ministro e vicepresidente, per cosi guadagnare
qualcosa anche con il commercio d'armi.
Con il rapimento di Slobodan Milosevic dal carcere e la sua consegna
al Tribunale dell'Aja, Mihajlovic [che in quegli avvenimenti ha
giocato un ruolo centrale, N.d.T.] sembra avere ottenuto tali meriti
presso i funzionari americani che, come un orso polare, o meglio come
come una "Lutra" (la lontra), si può oggi considerare specie rara,
sotto protezione, e guai a chi lo tocca!
Più interessanti sono invece le conseguenze indesiderate che queste
trasgressioni del "Diritto" internazionale possono arrecare. Esse
sono state formulate nel modo forse migliore dallo stesso Mihajlovic,
quando ha detto di sperare che le consegne suddette all'Irak "non
peggiorino le relazioni tra la RF di Jugoslavia e gli USA".
Così sembra che la violazione dell'embargo che il Consiglio di
Sicurezza ha proclamato non abbia offeso alcun altro membro delle NU
eccetto gli USA. E perché soltanto gli USA? Perché gli USA intendono
colpire l'Irak anche senza l'esplicita decisione del Consiglio di
Sicurezza, come hanno fatto nel marzo del 1999 contro il nostro paese,
e così commettere, un'altra volta, il peggiore dei crimini
internazionali, per il quale al processo di Norimberga hanno
condannato i caporioni di Hitler - il crimine contro la pace.
Mentre ai nostri caporioni potremmo porre la seguente domanda:
voi che reagite secondo "riflessi di Pavlov" ad ogni frusciare del
cespuglio americano, e vi scusate servilmente per una pressoche'
insignificante violazione della risoluzione del Consiglio di
sicurezza, avrete il coraggio di condannare con forza, in nome dello
Stato, il crimine contro la pace che gli "States" compiranno con
l'aggressione all'Irak?
A suo tempo un missionario cattolico in Africa domandò ad un capo
tribù che cosa rappresentasse per lui il male e cosa il bene. Questo
riflette' per un attimo e poi disse: "Bene è quando noi attacchiamo la
tribù vicina e rapiamo le loro donne e il bestiame, mentre il male è
quando loro lo fanno a noi".
Proprio questo sono oggi i rapporti internazionali: Bene è quando gli
"States" e i loro alleati attaccano il nostro paese senza il consenso
del Consiglio di Sicurezza, e in quella occasione commettono numerosi
crimini di guerra, mentre Male è quando una nostra Ditta, senza
l'approvazione del Consiglio di Sicurezza, consegna all'Irak riparati
i motori dei loro aerei, proprio nel momento in cui si prepara
l'aggressione contro l'Irak. E questo ancora in molti lo definiscono
il "Diritto" internazionale.

Kosta Cavoski
Traduzione a cura di Ivan per il CNJ


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ARTEL GEOPOLITIKA by www.artel.co.yu
office@...
Datum: 10 novembar 2002


POVODOM REZOLUCIJE SAVETA BEZBEDNOSTI UJEDINJENIH NACIJA
1441 O IRAKU

Dr Milan Tepavac
Beograd, 10. novembar 2002. godine
miltep@...

Savet bezbednosti Ujedinjenih nacija usvojio je 8.
novembra o.g. novu rezoluciju - 1441 - u vezi sa optu?bama
da Irak proizvodi oru?je za masovno unistenje (hemijsko,
biolosko i nuklearno). Irak mora da odgovori u roku od
osam dana. Od Iraka se zahteva da odmah prestane sa
proizvodnjom ovog oru?ja i da ga odmah unisti. Ukoliko se
bezuslovno i odmah ne povinuje tim zahtevima, "izlo?ice se
ozbiljnim posledicama" Do 8.decembra Bagdad mora predociti
inspektorima i Savetu bezbednosti sve detalje o hemijskom,
bioloskom i nuklearnom vojnom programu, kontrolori ce
najkasnije do 23. decembra u potpunosti obnoviti misiju u
ovoj zemlji. Izgleda da je u rezoluciji po Irak i svet u
celini najnepovoljnije to sto ona ostavlja slobodu
Sjedinjenim Americkim Dr?avama da preduzme vojnu akciju
ukoliko Irak ne bude postovao sve odredbe rezolucije. Po
zajednickom stavu Rusije, Kine i Francuske procenu o
stanju na terenu moraju da daju inspektori UN za
razoru?anje. Amerikanci, izgleda, smatraju da su oni ti
koji ce to procenjivati! Iracki ambasador pri UN
pesimisticki je ocenio da rezolucija namece volju
Vasingtona svetskoj zajednici i da Iraku postavlja zahteve
koji ce veoma tesko biti ispunjeni. "Bagdad trenutno
proucava tu rezoluciju i stav Iraka ce biti kasnije
saopsten. Medunarodna zajednica nije na istoj liniji sa
americkim zlocincima", ocenio je iracki ministar
inostranih poslova Nad?i Sabri.
Americki predsednik D?ord? Bus i njegova administracija su
u petak, neposredno posle usvajanja rezolucije, upozorili
da ce tolerancija SAD biti ravna nuli za bilo kakav
pokusaj ometanja inspektora za oru?je. Istovremeno,
Pentagon je pripremao novi poziv trupama za mogucu
invaziju na Irak Dva nosaca aviona vec se nalaze na mestu
odakle mogu da gadjaju Irak, dok se jos tri pribli?avaju
regionu.
Pa?nju posmatraca takode privlaci i cinjenica da je
rezolucija usvojena jednoglasno. Pored pet stalnih clanica
Saveta bezbednosti (SAD, V. Britanija, Rusija, Kina i
Francuska) za nju je glasalo i 10 nestalnih clanica
(Irska, Kolumbija, Mauricijus, Norveska, Singapur,
Bugarska, Kamerun, Gvineja, Meksiko i - Sirija). Pored
Sirije, posmatraci su uperili svoj pogled posebno na Kinu.
Ocenjuje se da njen glas za ovu i ovakvu rezoluciju
predstavlja dramatican zaokret u spoljnoj politici Kine, a
kao razlog se navodi sve veca ?elja Kine za sve boljim
odnosima sa SAD, kao i njen uocljivi sve veci pragmatizam
u spoljnoj politici. Mi, Jugosloveni, bismo mogli ovde
reci da taj i takav kineski pragmatizam za nas nije
nikakva novost jer su ga Kinezi praktikovali i u odnosu na
nas prilikom usvajanja rezolucija koje su se odnosile na
nas.
Rezolucija Saveta bezbednosti 1441 je nepravedna,
samovoljna i predstavlja veliku pretnju medunarodnom miru
i bezbednosti. Nepravedna jer nije Irak jedina zemlja koja
(verovatno) proizvodi hemijsko, biolosko i nuklearno
oru?je. Tim oru?jem raspola?u pre svih upravo stalne
clanice Saveta bezbednosti, Izrael i jos ko zna koliko
zemalja. A, eto, Irak je na udaru kao da je on jedini.
Zbog toga nije mali broj onih koji veruju da se iza
proklamovanih razloga koje SAD navode da bi opravdale
svoju politiku prema Iraku kriju ustvari drugi razlozi a
oni su - naftom bogato podrucje ne samo Iraka nego i sire.
Dakle, imperijalni ciljevi.

Vec vidjeno
Ova rezolucija jos jednom pokazuje i dokazuje ono, vec
videno, sto bi trebalo da je poznato odranije: da su
Ujedinjene nacije prestale da budu ono sto su nekad bile i
sto bi po svoj Povelji morale da budu, i da su postale
instrument politike SAD. Tu gorku cinjenicu smo upravo mi
najvise osetili na svojoj ko?i. Sa nekoliko svojih
rezolucija u poslednjih desetak i nesto godina Savet
bezbednosti je, pod americkim pritiskom, pocinio teske
zlocine protiv naseg naroda i nase dr?ave, kao sto to cini
i navedenom rezolucijom i ranijim rezolucijama protiv
Iraka usled kojih je iracki narod postradao, ukljucujuci i
smrt preko 500.000 dece. Spomenimo samo one rezolucije
koje su nanele najvise zla nasoj dr?avi nasem narodu.

(a) Rezolucijom 757 od 30. maja 1992. uvedene su sankcije
bez presedana Saveznoj Republici Jugoslaviji koje se bez
preterivanja mogu nazvati zlocinackim, samo zbog toga sto
su se Srbi usudili da brane svoju dr?avu, Jugoslaviju, od
secesionistickih zlocinaca koji su protivustavno i nasilno
krenuli u oru?anu secesiju. Zato sto su tu secesiju
isplanirali, organizovali, podsticali i aktivno pomagali
oni koji su sebe proglasili za stvaraoce novog svetskog
poretka, oni su odlucili da naprave pritisak na Savet
bezbednosti da kazni Srbe sto su se usudili da ometaju
imperijalisticko i zlocinacko cerecenje Jugoslavije i
srpskog naroda. Ni to im nije bilo dosta, nego su dana 18.
aprila 1993. usvojili novu, dodatnu rezoluciju, 820, kojom
su poostrene sankcije uvedene prethodnom rezolucijom koje
su, time, postele genocidne u punom smislu te reci, jer se
islo na fizicko i duhovno unistenje srpskog naroda samo
zato sto se usudio da se brani od genocidnih nasrtaja na
sebe.
(b) Rezolucijom 777 od 19. septembra 1992, bez ikakvog
racionalnog razloga i samo zato sto su SAD tako ?elele,
preporuceno je Generalnoj skupstini UN da suspenduje,
ustvari da iskljuci, Jugoslaviju iz Ujedinjenih nacija,
sto je kukavna Generalna skupstine, pod americkom
dirigentskom palicom i ucinila, i prihvatila. Tim
rezolucijama je protiv Jugoslavije, jednog od osnivaca UN,
pocinjen i dodatni zlocin time sto joj je osporen
kontinuitet u odnosu na prethodnu dr?avu, SFRJ, koju su u
krvi razorili, samo da bi mogli svoje secesionisticke
tvorevine primiti u Ujedinjene nacije kao kobojagi nove
nezavisne dr?ave. Rezolucijama 753 i 754 od 18. maja 1992,
755 od 20.maja i 817 od 7. aprila 1993. Savet bezbednosti
priznao je secesionisticke entitete Hrvatsku, Sloveniju,
Bosnu i Hercegovinu za nezavisne dr?ave i preporucio
Gneralnoj skupstini da i ona to isto ucini. U medunarodnom
pravu je zlocin davanje priznanja secesionistickim
entitetima koji su "nezavisnost" stekli krsenjem ustava i
medunarodnog prava.
(c) Rezolucijom 827 od 25. maja 1993. osnovan je tzv.
Medunarodni krivicni tribunal za sudenje pociniocima
teskih povreda medunarodnog humanitarnog prava na
teritoriji prethodne Jugoslavije od 1. januara 1991.
godine, iako Savet bezbednosti nema takvog prava po
Povelji Ujedinjenih nacija. U praksi, taj "sud" postao je
instrument nastavka genocidne politike protiv srpskog
naroda i njegove satanizacije, i sredstvo izrugivanja sa
medunarodnim pravom.
(d) Rezolucijom 1244 od 10. juna 1999. izvrsene je,
ustvari, legalizacija agresije NATO pakta i njgovih
satelita na Jugoslaviju, a srpska i jugoslovenska
pokrajima Kosovo i Metohija stavljena pod protektorat
formalno Ujedinjenih nacija, a stvarno pod okupaciju od
strane NATO pakta i SAD. Nakon te okupacije gotovo
celokupno nealbansko stanovnistvo je pobeglo sa Kosova i
Metohije usled terora siptarskih terorista, narkodilera i
mafijasa, uz svestranu podrsku okupatora.

Eto, to je u najkracem ono u sta se pretvorio Savet
bezbednosti i Ujedinjene nacije u celini. Postavsi
sredstvo politike SAD on - umesto da bude glavni cuvar
medunarodnog mira i bezbednosti sto mu je i du?nost po
Povelji - postao je mo?da najveca pretnja medunarodnom
miru i bezbednosti i pravnom poretku sto se vidi i iz
njegove najnovije rezolucije o Iraku.

Kako onemoguciti samovolju Saveta bezbednosti?
Ne samo mi, nego ljudi sirom planete su zabrinuti zbog
ovakvog stanja stvari. Upravo na dan usvajanja rezolucije
o Iraku u Firenci su odr?ane demonstracije protiv takvog
stanja stvari kakve se ne pamte: oko 450.000 ljudi iz
citave Evrope je demonstriralo. Pored politickih akcija,
raste nemirenje i u strucnim intelektualnim krugovima. U
tim krugovima se uglavnom predla?e da se uvede pravna
kontrola svih odluka Saveta bezbednosti. To bi znacilo da
bi Savet bezbednosti morao pre nego sto neka njegova
odluka stupi na snagu bio du?an da je dostavi odredenom
telu, odredenom organu UN - na primer Medunarodnom sudu
pravde - da oceni da li je predlo?ena odluka u skladu sa
Poveljom i medunarodnim pravom. Mi smatramo da bi to bilo
najprakticnije resenje. Ne vidimo razloga zasto bi neko -
osim onih koji od postojeceg stanja imaju koristi - bio
protiv toga da jedno pravno, sudsko telo kontrolise
zakonitost u medunarodnim odnosima.


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ARTEL GEOPOLITIKA by www.artel.co.yu
office@...
Datum: 12 novembar 2002


VASINGTONSKI "JASTREBOVI" CEKAJU SVOJ CAS

Moskva, 11. novembra RIA "Novosti"
specijalno za Artel-Gopolitiku
Vladimir SIMONOV, politicki komentator RIA "Novosti"

Ko pored koga stoji znacajno je samo na tribini Mauzoleja. Americki
analiticari obratili su paznju na to, da je objavljujuci ispred
Bele kuce usvajanje nove rezolucije Saveta bezbednosti o Iraku
Dzordz Buss pored sebe postavio Kolina Puela. Istovremeno je
predsednik stedro pohvalio drzavnog sekretara na njegovom
"rukoovdjenju, dobrom radu i upornosti". Samim tim Pauel kao da je
rehabilitovan u ulozi lidera predsednicke spoljnopoliticke ekipe.
Tokom poslednjih meseci ta uloga mu je izmicala. Drzavni sekretar
je jednu po jednu gubio od apologeta ostrog kursa u administraciji
poziciju, bilo da se radilo o politici na Bliskom Istoku, odnosu
prema Iranu, ili cak i o ucescu SAD u humanitarnim programima.
Potpredsednik Riccard Ccejni, ministar odbrane Donald Ramsfeld,
koji stoje na celu vasingtonskih "jastrebova", tesko su skrivali
svoj trijumf. Moguce je da je upravo u njihovom okruzenju u opticaj
pustena glasina, da je Pauel na izdisaju, da gubi blagonaklonost
predsednika, da je blizu podnosenja ostavke.
Glasine se nisu obistnile. Na protiv, stvaranje kompromisne
rezolucije SB OUN, iz koje je ispao pasaz o kaznjavanju Iraka
silom, vasingtonska elita pravicno je ocenila kao licni uspeh
drzavnog sekretara, koji je donedavno hodao u generalskoj uniformi.
Mozda je upravo zato njemu i poslo za rukom da se vesto suprostavi
pritisku Ramsfeldovog generaliteta i Cejnijevih pomocnika, koji su
predlagali predsedniku da se ne bakce sa usvajanjem novog dokumenta
SB OUN, vec da samo informise taj organ o "medjunarodnom
legitimitetu" udara SAD po Iraku. Na kraju krajeva, Bagdad se vec
deceniju nalazi u redu prekrsitelja predjasnjih rezolucija,
insistirali su "jastrebovi". Pauelu je poslo za rukom, takodje, da
prelomi raspolozenje samog predsednika. Buss je sklon da smatra OUN
organizacijom XX veka, koja se jos nije licem okrenula prema
opasnostima i zahtevima XXI veka. Medjutim, predsednik je poslusao
argument drzavnog sekretara, da bez medjunarodne koalicije, cije je
formiranje moguce jedino u prostorijama OUN, rat sa Irakom nece
izgledati dobro. Zapravo, izgledace kao jednostrani akt odmazde
Bagdadu od strane opijene svojom moci supersile.
O tome, na kakvom je koloseku lebdela rezolucija 1441 svedoce
detalji koji su isplivali na povrsinu tokom poslednjih dana.
Ispostavilo se da je britanski premijer Toni Bler maltene svakog
dana ubedjivao Bussa telefonom da je vaznije postici usaglasenu
rezoluciju nego u njoj braniti svaku rec. Ispostavilo se da je
ministar inostranih poslova Rusije Igor Ivanov telefonirao Kolinu
Pauelu da mu saopsti pristanak Rusije u 9 sati izjutra, u petak, na
dan glasanja. Telefonski poziv sa pristankom Sirije stigao je na
mobilni telefon ambasadora SAD u OUN Dzona Negrepontea, kada je
ovaj vec prilazio vratima sale za zaasedanje Saveta bezbednosti.
Tri meseca stresa, u kome je ziveo Pauel, okoncana su vedrim
njujorskim jutrom.
Ali, ne zadugo. Cak i sam drzavni sekretar smatra svoju pobedu nad
apologetama obracuna sa Bagdadom samo kao prolaznu, medjuprostornu.
Vasingtonski "jastrebovi" cekaju svoj trenutak. On moze nastupiti i
pre 21. februara, kada inspekcijska komisija Hansa Bliksa treba da
obavesti Savet bezbednosti o tome, sta je ona i zaista otkrila u
Iraku.
Taj isti Pauel ne ocekuje mnogo od pristanka Bagdada na novu
rezoluciju, mada ce taj pristanak, sudeci po svemu, ipak uslediti.
Ponajpre ce "da" Iraka biti umotano u arapski vez ograda I magle,
da bi bilo tumacen na razlicite nacine, smatraju u drzavnom
departmentu SAD. Tamo preovladava misljenje da Bagdad nece
dopustiti "pretres do gola", sa kojim se moze uporediti novi
drasticni inspekcijski rezim. Zato se pre ili kasnije Buss okupiti
oko sebe "jastrebove" i izazovno im pogledati u oci pitajuci: "Kada
cemo poceti rat? Predsednik je vec utvrdio plan vojnih operacija.
Oticanje te informacije u stampu nije sracunato samo na
zastrasivanje Sadama Huseina i njegovih generala kojima, kao, jos
nije kasno da napuste svog lidera. Plan je pozvan da umiri svetsku
zajednicu: SAD ce vojevati pazljivo, promisljeno, protiv rezima, a
ne protiv naroda. Uz to, imajuci u vidu solidno iskustvo operacije
1991. u Zalivu i nedavne vojne kampanje u Avganistanu. Kako to
irnoicno veli na sve to jedan ruski starac, uz bombu ce privezati
humanitarnu posiljku.
Kako, dakle, izgleda rat sa Irakom na papiru, koji je utvrdio
predsednik SAD?
Pripremno bombardovanje iz vazduha bice znatno krace, nego za vreme
"Pustinjske oluje", koje je trajalo 43 dana. Ovog puta bice
dovoljno i mesec. Preko 60 procenata izrucenih projektila iz
vazduhoplova na Irak bice bombe i rakete sa laserskim navodjenjem.
1991. godine korisceno je svega 9 procenata takvog cuda-oruzja.
Medju prioritetnim ciljevima su predsednicki dvorci i komandni
centri, cije razaranje treba da priblizi, po misljenju pentagonskih
stratega, brzi kolaps rezima Sadama Huseina. Odmah posle avijacije
u Irak ce biti prebaceni svim zamislivim sredstvima - pomocu
helikopterske grupe koja je sada bazirana u Kuvajtu, kopnom i morem
- do 250 hiljada vojnika. Plus simbolicna hiljada Engleza, koje ce
poslati verni prijatelj SAD Toni Bler. Napad ce se razvijati po
principu "rastuceg talasa". Tojest, planirano je "blickrig"
zauzimanje teritorija unutar Iraka, koje ce biti koriscene kao
potporne baze za upad narednih, jos krupnijih kontingenata u dubinu
zemlje. Na taj nacin Pentagon se nada da ce izbeci neprijatne
diplomatske situacije skopcane sa krupnim koncentracijama vojske na
teritoriji trecih zemalja, recimo, u Saudijskoj Arabiji. A da ne
govorimo da ce do tad u Irak prodreti americki specijalci. U
uobicajene njihove zadatke spada navodjenje avijacije na ciljeve,
diverzije u skladistima oruzja, ukljucujuci, verovatno, i oruzje a
masovno unistavanje. A pridodati su im jos i neobicni zadaci: na
primer, da onemoguce Bagdad da potopi mocvare u Juznom Iraku kako
bi usporio americki blic, ili da potpali neftne busotine.
Briga o busotinama provlaci se kao crvena nit kroz ceo plan. I tako
istinski ciljevi plemenite bitke SAD sa irackim gnezdom terorizma
sstrcce vani.
Dalje treba da se odigra, kako se izrazio jedan visokopostavljeni
pentagonovski oficir, "besssavni prelazak" sa upada u vojnu
okupaciju znacajnog dela zemlje. Ta okupacija se modelira po uzoru
na poratne dogadjaje u Japanu. U pocetnoj etapi Irakom ce
upravljati americki vojni gubernator, najverovatnije Tomas Frenks,
komandant oruzanih snaga SAD u Persijskom zalivu.
A taj ce u svom irackom ofisu obesiti portret generala Daglasa
Makartura, koji je bio komandant okupacionih snaga u Japanu posle
njegove kapitulacije 1945. godine. Sudeci po utvrdjenom od strane
Dzordza Bussa planu rata protiv Iraka, americka istorija treba da
se vrti na jednom mestu, kao pseto koje pokusava da se ujede za
rep. Medjutim, istorija je kapriciozna i sve moze da se odigra
drugacije!

Received from: Vladimir Krsljanin, SLOBODA Association, Belgrade


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A MANSLAUGHTER OF SLOBODAN MILOSEVIC
IS BEING PREPARED AT THE HAGUE



Public statement by Genadi Zyuganov,

Chairman of the Central Committee of the Communist Party
of the Russian Federation (CC CPRF),
Chairman of the Peoples' Patriotic Alliance of Russia
(PPAR)



According to the recent information the health
condition of Slobodan Milosevic have been seriously
deteriorated. Extremely high arterial blood pressure
(240/140 mmHg) could cause the hardest stroke. This is a
direct consequence of the torture, which is there called
"tribunal". Many hours of exhausting "court" proceedings.
Lack of any medical assistance and of opportunity to
breathe the fresh air. Unbearable load of 100.000 pages
of documents and 600 video tapes, that he has to study
instead of the rest. All this is quickly ruining the
health of the former head of the Yugoslav state.

There is a clear conclusion of an independent
medical concilium that continuation of the process with
its current intensity and denial of specialized medical
assistance to Slobodan Milosevic can lead to his death.
However, the NATO "tribunal" persistently refuses to
follow the medical doctors' recommendations. The Hague
"judges" and "prosecutors" with full consciousness direct
the events towards the loss of life of their political
prisoner. And the Dutch authorities do nothing to prevent
the attempted crime.

The Communist Party of the Russian Federation
and the Peoples' Patriotic Alliance of Russia most
strictly condemn the inhuman and contradicting to all
generally accepted humanitarian norms behavior of the
prosecutor Carla del Ponte and of the judge Richard May.

The leadership of Russia bears considerable
part of the responsibility for the ruthlessness in
relation to Slobodan Milosevic. Eltzin's representative
voted in UN Security Council for the sanctions against
Yugoslavia and for the establishment of the so-called
"international tribunal for the former Yugoslavia". The
leadership of Russia hasn't condemned the abduction of
Slobodan Milosevic from Belgrade. Kremlin is silent even
before the severest human rights violations taking place
currently at The Hague.

We call upon the President of the Russian
Federation and the Ministry of Foreign Affairs of the
Russian Federation to perform the most vigorous actions
in order to prevent the manslaughter of the former head
of a friendly country.

As an innocent man and following the principle
of the presumption of innocence, Slobodan Milosevic has
to be released. He has to receive medical assistance in
Yugoslavia by the physicians who treated him for many
years. And he has to prepare and conduct his defense as a
free man.

Moscow, November 11, 2002


Genadi Zyuganov,
Chairman of CC CPRF,
Chairman of PPAR


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Milosevic needs heart treatment, life in danger, brother says

MOSCOW, Nov 11 (AFP) - Slobodan Milosevic has only months to
live and can only be saved if he is urgently sent to hospital for
heart treatment, the former Yugoslav president's brother said Monday.
Borislav Milosevic, the former Yugoslav ambassador to Moscow,
said he spoke by telephone last week with his brother, on trial for
war crimes in The Hague, and is worried about his survival.
"He is on the verge of having a heart attack," Borislav told AFP by
telephone. "He constantly suffers from high blood pressure. If he is
not treated, a fatal result is inevitable."
He added that his brother should be treated for a short time in
Belgrade, and that the trial in The Hague could resume once Milosevic
was again in stable health. "After he is cured, this process can
resume."
Judges trying Milosevic, 61, have voiced concern that the trial
might not be completed, after the former Yugoslav president's poor
health again forced a delay in the proceedings.
His trial has been interrupted four times since it began in
February because of ill health.
Doctors who carried out a full medical check-up in July confirmed
he had high blood pressure and ran the risk of a heart attack.
The court tried to reduce the workload on Milosevic after the last
health warning but even with the time limits imposed on it the case
will take years to complete.
The prosecution has until May 2003 to present its case. Milosevic
will have until at least mid-2004 for his defense, which he is
conducting himself.


===


Russie-TPI-Milosevic
La vie de Milosevic en danger, selon son frère

MOSCOW, 11 nov (AFP) - Slobodan Milosevic n'aura plus que
quelques mois à vivre s'il n'est pas hospitalisé d'urgence pour un
traitement destiné à empêcher une crise cardiaque, a
déclaré lundi à Moscou le frère de l'ancien président
yougoslave.
Borislav Milosevic, ancien ambassadeur yougoslave en Russie, a
indiqué à l'AFP qu'il s'était entretenu avec son frère la
semaine dernière et qu'il était très inquiet.
"Il est au bord d'une crise cardiaque. Il souffre constamment de
l'hypertension. S'il n'est pas soigné, une issue fatale est
inévitable", a-t-il dit.
L'ancien dirigeant yougoslave devrait subir un traitement de courte
durée à Belgrade et son procès devant le TPI pourrait reprendre
dès que son état de santé redeviendrait stable, a estimé
Borislav Milosevic.
"Quand il sera guéri, ce procès pourra reprendre", a-t-il
déclaré.
Depuis le 12 février, date du début du procès, les audiences
ont été ajournées à plusieurs reprises du fait de l'état de
santé de M. Milosevic, qui mène seul sa défense.
En juillet, un rapport médical a indiqué que l'ancien dirigeant,
âgé de 61 ans, présente des "risques cardio-vasculaires
sévères".
M. Milosevic est accusé de génocide, crimes de guerre et
crimes contre l'humanité. Le second volet de son procès,
consacré à sa responsabilité dans les crimes commis en Croatie
et Bosnie, a commencé fin septembre.


===


Letter sent to the Permanent Mission of PR China to UN

Dear Mr. Security Council President

We wish to bring to your attention the inhumane conditions
being imposed on former President Slobodav Milosevic at the
US-sponsored and financed International Tribunal.

President Milosevic's health is precarious at best. He has been
given insufficient time to prepare his case, insufficient time to
rest.
The case against him is going poorly and the treatment accorded
him is cruel and unfair.

We urge you to bring this issue before the UN and ask that
the punitive and unjust "court" be obliged to give Mr. Milosevic
decent treatment, more rest, shorter sessions, more opportunity for
fresh air and food, and--most important--all the medical care that he
needs.

As of now, his poor health is being ignored or dismissed out
of hand by the court.

Thank you for your attention to this matter,

Michael Parenti, Ph.D., Berkeley, California, USA
Christian Parenti, Ph.D., New York, NY, USA
Lauren Coodley, M.A., Napa, California, USA
Peggy Karp, Albany, California, USA


===


-------------------------
Via Workers World News Service
Reprinted from the Nov. 14, 2002
issue of Workers World newspaper
-------------------------

CONTINUES TO RESIST KANGAROO COURT:
CONCERN GROWS FOR MILOSEVIC'S HEALTH

By John Catalinotto

Is former Yugoslav President Slobodan Milosevic's life in
danger? On Oct. 31, Milosevic had a sudden increase of high
blood pressure that often comes with his illness--malignant
hypertension plus angina pectoris.

Since then, the proceeding in the International Criminal
Tribunal for the Former Yugoslavia (ICTY) at The Hague,
Netherlands, have been postponed.

Milosevic's supporters pointed out in a statement soon after
that "such an event can cause his death." The Serb official
who led Yugoslavia during the aggression on that country by
the U.S./NATO war machine has been defending himself
against
spurious war-crimes charges in the court set up by NATO
since last February.

Since the trial began in mid-February, Milosevic has
managed
to turn the case around on NATO, exposing the criminal
actions of the U.S. and its European allies, first for
plotting to bring about the war and destruction of
Yugoslavia, and then for bombing the civilian infrastructure
and killing thousands of Yugoslav civilians. He has been so
successful that the imperialist media has chosen to ignore
what at first was designed to be a show trial of the
Yugoslav leader.

The Hague authorities are holding him under onerous
conditions. His cell is small, without access to natural
air. He attends the trial every weekday between 9 a.m. and
4:30 p.m., and is confined to the ICTY basement during the
lunch break, where he can eat only a sandwich. He goes
through humiliating searches when in transit. Back in
detention by 6 p.m., he must choose between dinner and a
short walk in fresh air, then must prepare until late at
night for the next day of trial.

The former president faces mountains of papers to review
without facilities to prepare his extraordinary courtroom
battle. He also has absolutely no medical care. By the end
of the prosecution's case, which is scheduled to conclude in
May 2003, he has to review over 100,000 pages of text and
over 600 videotapes submitted by the prosecution.

Milosevic's supporters in Serbia and worldwide are using a
seven-day hiatus proclaimed by the court to campaign to get
him specialized medical treatment in Belgrade, Yugoslavia.
They want him seen by doctors who have taken care of his
health for years, until his full recovery.

They ask that people send faxes to the ICTY at 31-70-512-
8637 and demand this treatment. Lawyers are invited to fax
ICTY President Claude Jorda and President of Trial Chamber

III Richard May at the same number.

- END -


===


International Committee to Defend Slobodan Milosevic
(ICDSM) - German Section
Internationales Komitee für die Verteidigung von
Slobodan Milosevic - Deutsche Sektion

c/o Klaus Hartmann
SchillstraÃYe 7
D-63067 Offenbach am Main
T/F: -69 - 83 58 50
e-mail: vorstand@...
URL: www.free-slobo.de

06.11.2002

Herrn Claude Jorda
Präsident des ICTY; Den Haag
Herrn Richard May
Praesident der Dritten Kammer des ICTY, Den Haag
Fax: 0031-70-512 5252


Sehr geehrte Herren,

im Maerz d. J. appellierten wir an Sie (siehe Anhang), Slobodan
Milosevic freizulassen, damit er seine Verteidigung kuenftig
wenigsten unter minimalen Bedingungen der Fairness vorbereiten kann.
Leider erfolgte darauf keine positive Reaktion, und wir erhielten auch
keine Antwort auf unseren Brief.
Im Gegenteil:

Donnerstag, den 31. Oktober, abends, litt Slobodan Milosevic
ploetzlich unter ansteigendem Blutdruck, wie dies fuer seine Krankheit
(Boesartiger Bluthochdruck und Angina pectoris) typisch ist. Danach
fuehlte er sich so krank, dass er am naechsten Morgen dem "Verfahren"
nicht beiwohnen konnte.
Ein solcher Vorfall kann zu seinem Tode fuehren.

Diese ploetzliche Bedrohung der Gesundheit und des Lebens von Slobodan
Milosevic ist eine unmittelbare, dramatische Folge der
Haftbedingungen, der Art, in der das "Verfahren" gefuehrt wird, sowie
der Tatsache, dass das Tribunal sogar die Empfehlungen der Aerzte
missachtet hat, die es selbst bestellt hatte, um den
Gesundheitszustand von Slobodan Milosevic feststellen zu lassen.

Es koennte mit Recht davon gesprochen werden, dass verschiedene Mittel
moderner Folter gegen Slobodan Milosevic angewandt wurden, und zwar
seit dem ersten Tag seines Aufenthalts im UN-Gefaengnis in Den Haag
mit 24 Stunden taeglich angeschalteten Reflektoren in seiner kleinen
Zelle, die keinen Zugang zu natuerlicher Luft und nur primitive
sanitaere Einrichtungen hat, sowie unter permanenter
Video-Kameraueberwachung. Er kann nur das Oeffentliche Telefon
benutzen und bezahlt fuer seine Anrufe. Er ist in den letzten neun
Monaten (allerdings mit einer Unterbrechung im August) gezwungen
gewesen, an jedem Arbeitstag dem Verfahren beizuwohnen. Sein
Arbeitstag beginnt um 7 Uhr morgens. Er ist erniedrigender Behandlung
waehrend des Transports von der Haftanstalt zum Gerichtssaal und
zurueck ausgesetzt. Das Verfahren findet von 9 Uhr morgens bis 16 Uhr
30 nachmittags statt. Waehrend der Mittagspause ist er im
Kellergeschoss des Tribunals eingeschlossen und kann nur ein Sandwich
zu sich nehmen. Gegen 18 Uhr kehrt er in die Haftanstalt zurueck und
muss dann zwischen dem Abendessen und einem kurzen Gang an der
frischen Luft waehlen. Danach bereitet er sich bis spaet in die Nacht
auf den naechsten Verhandlungstag vor. Fuer das restliche Vorbringen
der Anklagevertretung, das nach Plan im Mai 2003 beendet sein soll,
muss er ueber 100.000 Seiten Text und ueber 600 Videoaufnahmen
durchsehen, die von der Anklagevertretung vorgelegt wurden. Die Laenge
des Verfahrens und die Menge des ihm zugestellten Materials sind fuer
die Anklage unerheblich, und ihr primaerer Zweck besteht darin,
Praesident Milosevic zu zermoerben.
Sein Rechtsbeistand kann ihn nicht an Wochenenden besuchen. Im
Unteschied zu anderen Gefangenen, die ihre Familien jeden Tag sehen
koennen, und sogar unbeaufsichtigt, kann Slobodan Milosevic seine
Familie nur einmal im Monat an zwei bis drei Tagen sehen und immer
unter Aufsicht. Auch alle uebrigen Besuche fuer Praesident Milosevic
unterliegen aussergewoehnlichen Beschraenkungen.

Es fehlt nicht nur an einer medizinischen Spezialbehandlung fuer
Slobodan Milosevic, es fehlt ueberhaupt an jeglicher aerztlichen
Betreuung. Nach vielfachen Appellen und Antraegen aus Belgrad, und
nachdem umfassende medizinische Unterlagen an das Tribunal gesandt
wurden, stimmte die Kammer einer medizinischen Untersuchung zu. Diese
erfolgte nur einmal am 11. Juli 2002, und zwar durch vom ICTY
bestellte niederlaendische Allgemeinmediziner.
Gleichwohl bestaetigten die Aerzte, dass die Lebens- und
Arbeitsbedingungen von Praesident Milosevic ein Risiko fuer Leben und
Gesundheit darstellten, und dass es notwendig waere, die
Anstrengungen, denen er ausgesetzt worden ist, zu reduzieren und fuer
eine Untersuchung und Betreuung durch einen Kardiologen zu sorgen. Die
Kammer beriet ueber ihren Bericht und ihre Empfehlungen am 25. Juli
und 26. August 2002 und kam zu dem Schluss, dass diese nicht woertlich
sondern "sinngemaess" verwirklicht werden sollten. Doch bis zum
heutigen Tag erhielt kein Kardiologe die Moeglichkeit, Praesident
Milosevic zu untersuchen, waehrend die Verhandlungen, die zuvor um 14
Uhr unterbrochen wurden, wieder tagtaeglich bis 16 Uhr 30 verlaengert
wurden.

Offenkundig verletzt das Tribunal damit Resolutionen und Dokumente der
UN-Generalversammlung im Bezug auf die Gesundheit von Personen in
Haft, und zwar

· die Bestimmungen der Resolution der UN-Generalversammlung Nr. 3794
vom Dezember 1982, welche Aerzte und anderes medizinisches Personal
verpflichtet, Personen im Gefaengnis oder in Haft "eine Therapie
derselben Qualitaet und gemaess denselben Normen wie fuer Personen,
die sich nicht im Gefaengnis oder in Haft befinden", zukommen zu
lassen, sowie

· Artikel 6 des Kodex fuer das Verhalten von Personen der
Rechtspflege, der von der UN-Generalversammlung am 17. Dezember 1979
angenommen wurde, und der alle Gerichte verpflichtet, fuer einen
vollstaendigen Schutz der Gesundheit von Personen Sorge zu tragen, die
ihrer Rechtsprechung unterliegen.

Darueber hinaus verletzt das "Tribunal" sein eigenes Statut,
insbesondere Artikel 21, Punkt 4b, der dazu verpflichtet, jedem
Angeklagten angemessene Zeit und Voraussetzungen fuer die Vorbereitung
seiner Verteidigung zu gewaehren.

Dies alles deutet darauf hin, dass das Verfahren nur ein
organisierter Versuch ist, Praesident Milosevic umzubringen.

Nur seine Freilassung und anschliessende medizinische Betreuung und
Erholung in Belgrad unter der Aufsicht von Spezialisten, die ihn seit
Jahren behandelt und seine Gesundheit Ueberwacht haben, sowie die
Gewaehr, dass er sich als freier Mann in dem spaeter fortzusetzenden
Verfahren verteidigen kann, koennten weitere Risiken fuer das Leben
von Praesident Milosevic ausschalten und dem elementaren Erfordernis
der Gleichwertigkeit im Verfahren Rechnung tragen.

Wir warnen Sie, dass es Ihre Pflicht ist, Ihre Verfahrensregeln und
-praktiken mit allen UN-Dokumenten ueber den Schutz der Menschenrechte
sowie mit dem Internationalen Pakt ueber buergerliche und politische
Rechte in Uebereinstimmung zu bringen.

Hochachtungsvoll
i.A.

Klaus Hartmann


Annex

International Committee to Defend Slobodan Milosevic
(ICDSM) - German Section
Internationales Komitee für die Verteidigung von
Slobodan Milosevic - Deutsche Sektion

c/o Klaus Hartmann
Schillstrasse 7
D-63067 Offenbach am Main
T/F: -69 - 83 58 50
e-mail: vorstand@...
URL: www.free-slobo.de

02.03.2002

FAIRNESS FOR MR. MILOSEVIC

Your Honour,

We, the panellists of the colloquium "The 'Milosevic Case' - The
International Criminal Jurisdiction and the New Wars of the
Great Powers", held today in Berlin, regret that Mr. Milosevic is
severely restricted in his basic legal right as a defendant to
unhampered consultation with advisors of his choice and freedom to
defend his case also through communication with the media. Our
colloquium took place in the City Hall of the Schoeneberg District of
Berlin and was attended by approximately 200 people.
We urge you to grant Mr. Milosevic's request to be released in order
to continue to prepare his defence under minimal conditions of
fairness.

Respectfully

· Rolf Becker, Actor, Hamburg
· Klaus Hartmann, President of the World Union of
Freethinkers, Offenbach
· Ralph Hartmann, Former ambassador to Yugoslavia,
author of three books on the destruction of Yugoslavia, Berlin
· Gert Julius, Berlin City District Counsellor, Schoeneberg
District
· Peter Koch, Attorney at Law, Heidelberg
· Norman Paech, Professor of international law, Hamburg
School of Economics and Politics, Hamburg
· Klaus von Raussendorff, Publicist, Bonn
· Eberhard Schultz, Attorney at Law, Bremen

CROAZIA: NAVE RUSSA SPARA CONTRO IMBARCAZIONE SCONOSCIUTA

(ANSA) - ZAGABRIA, 29 OTT - Una nave militare russa ha sparato ieri
sera contro un'imbarcazione sconosciuta che le si e' avvicinata,
senza identificarsi, nelle acque dell'Italia meridionale. Lo riferisce
l'agenzia di stampa Hina citando gli ufficiali della nave russa
attraccata ieri sera nel porto di Spalato. Si tratta della 'Jamal',
appartenente alla flotta del Mar Nero con 90 membri d'equipaggio.
Quando e' avvenuto l'episodio era diretta a Spalato per la prima
visita in Croazia di una nave russa dalla proclamazione
dell'indipendenza nel 1991. Secondo l'agenzia ''gli ufficiali della
nave hanno raccontato ai giornalisti croati alla presenza del
comandante Aleksandrovic, che un'imbarcazione senza insegne si e'
avvicinata alla nave ieri sera durante la navigazione verso Spalato''.
''Abbiamo lanciato dei razzi bengala di avvertimento - hanno
raccontato gli ufficiali - abbiamo chiesto agli occupanti di
identificarsi, non c'e' stata risposta e l'imbarcazione ha
continuato a venire verso di noi''. ''Si e' allontanata - hanno
aggiunto gli ufficiali - soltanto quando abbiamo sparato davanti alla
prua''. Gli ufficiali non hanno escluso la possibilita' di un atto
terroristico.
L'equipaggio del 'Jamal' non ha precisato dove esattamente sia
avvenuto l'incidente e se in quel momento navigasse in acque
internazionali o nelle acque territoriali italiane.
(ANSA). COR*VD 29/10/2002 17:44

http://www.ansa.it/balcani/croazia/20021029174432370122.html

1. L'agonia della Zastava (di Claudio Grassi - da "Resistenze")
2. Definisani detalji saradnje Njukarko i Zastave ("Danas")

=== 1 ===

www.resistenze.org - popoli resistenti - jugoslavia - 06-11-02

Nella prestigiosa azienda jugoslava arriva Malcom Bricklin, magnate
newyorchese

L'agonia della Zastava

di Claudio Grassi

Dopo le bombe dell'Alleanza atlantica, i tagli di Djindjic

"Dov'è questo mare, delle lacrime dei bambini, che ogni
giorno diventa più grande? Si trova forse su qualche
carta geografica perché lo veda tutto il mondo? Si è
abbattuta una tempesta feroce su questo pallido mare
(?) E' stata la tempesta a distruggere i sogni oppure è
stato il frutto delle mani di qualcuno? ". Mentre una
nuova guerra rischia di profilarsi all'orizzonte, nulla
descrive meglio la situazione in cui è piombata l'ex
Jugoslavia dei versi scritti da Milica Simovic, bambina
di Kragujevac e figlia di un operaio metalmeccanico
della Zastava. Una tempesta quella che, con conflitti e
odi razziali fomentati dall'esterno, in un decennio ha
spazzato via il suo paese, per mezzo secolo esempio di
multietnicità, indipendenza e non allineamento alle
scelte delle superpotenze. Che ha soffocato nel sangue
le speranze di progresso sociale, trasformando una
nazione un tempo prospera in uno dei dieci fanalini di
coda dell'economia mondiale, dove due terzi della
popolazione vive con meno di un euro al giorno e i
tassi di scolarità e copertura sanitaria sono tornati a
livelli pre-seconda guerra mondiale. Che ha distrutto i
sogni dei padri, anche quando questi trovavano come
spartana culla una fabbrica di autovetture. Sì, una
fabbrica di autovetture, una "bandiera rossa" intrisa
di olio e grasso difesa con orgoglio come il frutto del
riscatto di un intero popolo.
La Zastava era una delle officine più gloriose della
Jugoslavia socialista di Tito, l'unica dell'Est Europa
capace di esportare automobili anche in un mercato come
quello degli Stati Uniti. Era un laboratorio in cui si
sperimentava l'autogestione, sorto nel cuore di una
città martire della Resistenza, dove la lotta contro
l'occupante nazifascista è costata la fucilazione
sommaria di settemila persone. Ora è solo l'ombra di sé
stessa, prima quasi rasa al suolo dalle "bombe
intelligenti" della Nato, poi falcidiata dalle scelte
economiche di un governo telediretto da Washington. Con
i suoi operai, già fiore all'occhiello delle sei
repubbliche federate, oggi impossibilitati a far fronte
alle spese più elementari, come garantire un pasto e
l'istruzione ai propri figli.

Una storia gloriosa alle spalle

Sono i miracoli del liberismo sfrenato, la
religione laica da cui il nuovo esecutivo di Belgrado è
rimasto folgorato. Che tra i suoi riti prevede la
svendita di un ex presidente a un tribunale-fantoccio
straniero, l'esautorazione di parlamentari non graditi
al proprio premier "democratico", l'istituzione di un
Ministero ad hoc per le privatizzazioni selvagge, o,
semplicemente, il licenziamento in tronco di decine di
migliaia di lavoratori.
La Zastava era stata fondata nel 1851 come fabbrica di
armi e macchinari per officine meccaniche. Dopo la II
guerra mondiale, posta sotto la direzione dello stato
socialista, diventa una delle realtà industriali più
avanzate dell'Europa Orientale. A partire dal 1953,
stipula accordi commerciali con la Fiat che porteranno
alla produzione di veicoli per usi privati come la
Campagnola e la Zastava 600 B, gemella della più famosa
Fiat 600, di cui ne sfornerà fino al 1985 quasi un
milione di esemplari. Ma a fare la fortuna dello
stabilimento di Kragujevac - capoluogo della regione
serba della Sumadjia, 250 mila abitanti - sarà la
Zastava 101, praticamente una Fiat 128 con la parte
posteriore modificata, destinata a divenire una delle
autovetture più utilizzate nell'allora blocco
socialista, esportata anche in diversi paesi "fuori
cortina" e dell'Asia. La vettura conquisterà, nel 1973,
il Tour d'Europa di rally della sua categoria. Il
marchio della Zastava riesce addirittura a varcare
l'Oceano Atlantico. Oltre 140 mila esemplari di Yugo
Koral 45, utilitaria che monta il motore della Fiat
127, approdano negli States. Assieme alle automobili, a
partire dal 1955 la fabbrica produce, su licenza della
Fiat Iveco, anche camion, furgoni e autobus, fino ai
recenti piccoli mezzi da lavoro commercializzati con il
marchio "ZK Italia".
Nel 1999, prima dell'aggressione imperialista coperta
sotto l'etichetta di "operazione di polizia
internazionale", la Zastava poteva contare su una forza
lavoro stimata attorno ai 36.000 tra operai, tecnici e
impiegati, escluso l'indotto. Da essa dipendevano
direttamente o indirettamente i redditi di oltre il 70
percento degli abitanti attivi di Kragujevac. Una
speranza di progresso, per le popolazioni jugoslave
tutte che vi trovavano occupazione; un obiettivo
sensibile, per i generali della Nato. Tanto da essere
il bersaglio di buona dose di micidiali bombe
all'uranio impoverito, scagliate nel corso dei 35 mila
attacchi aerei ordinati dalle "sinistre con l'elmetto"
di Clinton, Blair e D'Alema tra il 24 marzo e l'8
giugno di quell'anno.
Poca roba resterà in piedi nei reparti di produzione
delle auto e dei camion, come nella centrale termica
della Zastava (che forniva il riscaldamento a molte
abitazioni della città), mentre risulterà seriamente
danneggiato l'efficiente centro sanitario interno, uno
dei punti di riferimento ospedaliero della regione. A
questi danni, si sommano quelli subiti dai lavoratori e
dall'ambiente circostante. Più di 120 i dipendenti
feriti dalle schegge, alcuni dei quali per mesi hanno
lottato con la morte e tutt'oggi portano sulla pelle il
ricordo di quelle giornate. Incalcolabili le tonnellate
di PCB (Piralene, policlorinato bifenile), liquido
refrigerante nei trasformatori elettrici e nella
preparazione delle vernici industriali, fuoriuscito
dallo stabilimento bombardato: si tratta di una
sostanza altamente tossica, responsabile di mortalità
fetale, danni al sistema immunitario, cancro al
cervello, di cui basta un solo litro per contaminare un
miliardo di litri d'acqua!

Condizioni di vita difficili

Ieri le bombe dell'Alleanza atlantica, oggi i pesanti tagli
di Djindjic e dello spezzone della cosiddetta "Opposizione
democratica serba" che gli è rimasta fedele.
Alla Zastava sono attualmente impiegati 17 mila
lavoratori, posti in una specie di cassa integrazione a
rotazione che li impegna nei pochi reparti attivi e con
un livello salariale che ha raggiunto il baratro dei
130-150 euro mensili. Cifra che non permette
assolutamente di far quadrare i bilanci familiari, se
si tiene conto che l'inflazione reale registrata in
Serbia è ben al di sopra del 5% sbandierato dal
governo, e che per sopravvivere dignitosamente un
nucleo ha bisogno di almeno 250 euro. Ma, se per
questi lavoratori le condizioni di vita sono
precipitate vorticosamente, ben peggiore è la sorte
toccata ai 9.200 lavoratori posti in esubero presso
l'ufficio di collocamento Zastava (con una situazione
simile alla nostra cassa integrazione a zero ore), che
percepiscono un'indennità mensile di 50 euro. O degli
8400 licenziati in via definitiva in seguito alle prime
ristrutturazioni dell'agosto 2001 e dei circa 800
lavoratori della Zastava di Pec, nel Kosovo occupato,
espulsi dalla "pulizia etnica" avviata dai terroristi
dell'UCK.
Questo, mentre all'orizzonte si profila una grande
incognita anche per i dipendenti "garantiti": nelle
scorse settimane, sotto la supervisione
dell'iper-liberista ministro Alekxander Vlahovic, è
stato stipulato un pre-accordo con un'azienda
statunitense, la Nucarco del magnate newyorkese Malcom
Bricklin, molto probabilmente antesignano di nuovi
colpi di mannaia contro la classe operaia serba. Di
certo, nonostante la disponibilità a investire 150
milioni di dollari per i prossimi tre anni, i trascorsi
che Bricklin si porta sulle spalle - due clamorosi
fallimenti, nel 1975 con la Bricklin Vehicle Co. e nel
1997 con l'Electric Bycicle Co. - sono pesanti come
macigni e non fanno sperare nulla di buono per il
futuro.

La solidarietà internazionalista

L'unico appiglio rimasto ai lavoratori di Kragujevac è
la solidarietà di classe internazionale. All'appello lanciato
dal Samostalni Sindikat, la sigla sotto cui converge la
componente maggioritaria e più combattiva della
Zastava, hanno già risposto diverse realtà politiche e
sindacali europee, specie del nostro Paese. Si punta in
primo luogo sulla campagna per le adozioni a distanza,
uno strumento che permette alle famiglie operaie di
sostenere gli studi per i propri figli e ammortizzare
le spese sanitarie: sono, infatti, migliaia i bambini
di queste zone affetti di leucemie, tumori, diabete,
malattie cardiache, asmatiche e psicosomatiche, in gran
parte attribuibili agli effetti dei proiettili Nato e
difficilmente curabili in strutture ospedaliere tornate
a standard da Terzo mondo.
Come ha affermato l'Ufficio rapporti internazionali del
Samostalni, "in questa difficile situazione riteniamo
che sia stato, e sia per il futuro, di vitale
importanza il poter contare ancora sugli aiuti ai
bambini con le adozioni a distanza, perché sono loro le
vittime innocenti delle colpe e degli errori degli
adulti. Il poter contare su questi aiuti è una speranza
per il futuro, speranza che non si può negare a un
bambino. Le adozioni a distanza sono state e sono un
grande aiuto, anche morale, ed un grande gesto di
solidarietà tra lavoratori".

=== 2 ===

--- In This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it., "Miroslav Antic" wrote:

Definisani detalji saradnje Njukarko i Zastave

Kragujevac - Vlasnik americke kompanije Njukarko Malkom Briklin
razgovarao je sa poslovodstvom Grupe Zastava vozila i Fabrike
automobila, a juce se susreo i sa predstavnikom Upravnog odbora Grupe
Zastava Miloradom Savicevicem i predstavnicima republicke Agencije za
privatizaciju.
- Mnoge stvari su definisane i pripremljen teren za potpisivanje
ugovora. Briklin je doveo investitore, odnosno predstavnike americkih
banaka koje treba da finansiraju njegove planove u zajednickkom
preduzecu, kazu u Zastavi.
Brinklin je najavio da ce i pre formiranja zajednickog preduzeca
ZMW predvidjenog za mart 2003, startovati sa izvozom inoviranih korala
i florida u Juznu Ameriku.
Treba podsetiti da ovo trziste nije nepoznanica za Zastavu.
Naprotiv, Zastava je u juznoamericke zemlje izvezla vise hiljada
automobila, a svojevremeno je imala i svoje predstavnistvo za Juznu
Ameriku, sa sedistem u Dominikanskoj Republici.
U razgovorima sa americkim partnerom definisani su mnogi tehnicki
detalji u vezi sa planiranom proizvodnjom od oko 60.000 automobila u
prvoj godini rada zajednickog preduzeca.
Da je najava izvoza Zastavinih automobila u zemlje Juzne i Severne
Amerike, izazvala paznju ne samo domace vec i inostrane javnosti, a
pre svega drzava nastalim na prostoru bivse SFRJ, pokazao je i juce
zavrseni Prvi medjunarodni sajam auto-komponenti u Kragujevcu.
"Najveci broj izlagaca iz bivsih jugoslovenskih republika dosao je na
Sajam, upravo zbog Zastave i najave novih poslovnih aranzmana te
fabrike sa strateskim partnerom", receno je, izmedju ostalog, na
zavrsnoj pres konferenciji na kragujevackom Sajmu.
Prvi medjunarodni sajam auto-komponenti posetili su predstavnici
americke kompanije Nujkarko. Menadzeri Zastavinog poslovnog partnera
zeleli su da se upoznaju saproizvodno-poslovnim mogucnostima i
potencijalom kako domacih, tako i proizvodjaca auto-delova sa prostora
bivse Jugoslavije.
Z. R.

http://www.danas.co.yu/

--- End forwarded message ---