Informazione

Il profilo precedente, dedicato a Bernard-Henri Levy, si puo' leggere
su: http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1434

[Tra parentesi quadre le note ed i commenti del curatore, I. Slavo]


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PRIMA PUNTATA
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1996: Prezzemolo attacca Handke
e toglie il saluto a Kusturica
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BOSNIA: MATVEJEVIC E LE POLEMICHE FRA GLI INTELLETTUALI

(ANSA) - Bologna 16 gennaio 1996 - "La posizione di
Peter Handke e' esageratissima, ma c'e' anche un po'
di verita' in quello che dice. Non si puo' permettere
la demonizzazione di tutti i serbi, anche se la
colpevolezza piu' grande e' certamente di Milosevic e
dei serbi". Lo scrittore Predrag Matvejevic entra
nella polemica scoppiata fra gli intellettuali
tedeschi. Lo ha fatto a Bologna nel corso della
Conferenza Stampa di presentazione della nuova
rivista trimestrale "Pluriverso. Biblioteca delle
idee per la civilta' planetaria", nata dall'incontro
di un gruppo internazionale di scienziati e filosofi
che hanno contribuito allo sviluppo delle teorie
della complessita', una complessita' che trova nella
ex Jugoslavia e in Bosnia il terreno forse piu'
difficile, e che fa sentire i suoi drammatici
riflessi anche nel mondo della cultura. "Per la ex
Jugoslavia gli intellettuali hanno fatto poco [a
favore, sin troppo per distruggerla, ma Prezzemolo
questo non lo dice], ma si sono anche resi conto che
possono fare poco", ha detto Matvejevic, secondo il
quale la loro posizione e' schiacciata fra "asilo ed
esilio". Lui, che ha passato gli ultimi quattro anni
ad insegnare alla Sorbona ed alla Sapienza, dice che
"l'asilo neutralizza la parola". Ma ad un'altro
intellettuale di calibro e suo vecchio amico, come il
regista Emir Kusturica, ha deciso di togliere il
saluto : "Non gli daro' mai piu' la mano : ha
permesso che il suo bellissimo film fosse presentato
a Belgrado con Milosevic, mentre facevano [manca il
soggetto] la strage del mercato. E' una vergogna".
[Si noti che nel frattempo, nella Croazia di Tudjman,
il film "Underground" di Kusturica era sottoposto a
censura, ma di questo Prezzemolo non parla]

Matvejevic condanna dunque l'atteggiamento di
Kusturica, "il miglior allievo di Fellini", ma
riconosce che gli intellettuali, almeno "quelli
imparziali" [dei quali lui non fa parte] che prendono
la parola, si trovano schiacciati da accuse "fra
tradimento ed oltraggio". Per lui, che si definisce
un meticcio nato a Mostar da madre croata e padre
russo, questa nuova guerra fratricida e' una guerra
"delle memorie", e' - in parte - "la prosecuzione
della seconda guerra mondiale" [nella quale se ne
ribaltano gli esiti, ma neanche questo Prezzemolo
dice]. E il dopoguerra "puo' essere duro come la
guerra stessa": la formula imposta dell'accordo [di
Dayton] e' infatti "insostenibile" nel lungo periodo,
quella di oggi e' solo una tregua [qui Prezzemolo
attende fiducioso i bombardamenti della NATO]. "Una
pace fredda", come la chiamano a Sarajevo.


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SECONDA PUNTATA
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Gennaio 2000: Prezzemolo batte il record dei primati
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> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/32

Nel breve articolo "Il mare sotto Berlino", apparso
su "Il Manifesto" del 25/1/2000, il professor
ex-Predrag ex-Matvejevic riesce a collezionare la
bellezza di otto (8) autocitazioni:

1: "...ne ho parlato tanto nelle mie 'confessioni'..."
2: "Dovevo ribadire tante volte..."
3: "Ripetevo spesso..."
4: "L'ho gia' tentato ne 'Il Mondo ex', invano..."
5: "...tante domande particolari, di cui ho riempito
tutto un 'Epistolario dell'Altra Europa'"
6: "L'avevo chiesto qualche anno fa in una lettera
indirizzata a Gorbaciov..."
7: "...ho coniato questa parola..."
8: "L'autore del 'Breviario Mediterraneo' osserva con
tristezza..." (riferendosi a se stesso in terza persona)


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TERZA PUNTATA
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Estate 2000: Prezzemolo a Belgrado
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> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1093

I GRANDI VIAGGI DEL PROF. PREZZEMOLO

A spasso per Belgrado, Prezzemolo - indisturbato -
recita la parte del dissidente clandestino, e
racconta il suo appoggio per le destre di Djindjic e
Kostunica. Vedasi:

> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1093


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QUARTA PUNTATA
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Ottobre 2000: Prezzemolo, intervistato per la
milionesima volta, consiglia a Milosevic di uccidersi
e fa dichiarazione di voto per Mesic e per Kostunica
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> http://www.arci.it/internazionali/balcani/informazione/
intervistamat.html

Il Manifesto 3/10/00

Viaggio nel cuore d'Europa

Lo scrittore Predrag Matvejevic' racconta i suoi
Balcani e la disintegrazione della Jugoslavia. La
critica della storia lo schiera contro le bombe e
l'ingerenza della Nato [illazione menzognera
dell'intervistatore, poiche'Prezzemolo non si e' mai
espresso esplicitamente a riguardo], senza assolvere
i tragici nazionalismi

"Sono disperato nel vedere che cosa ha fatto il
vostro regime nella stessa Belgrado, dove lo spirito
della differenza e della singolarità fanno fatica a
difendersi dalla folle esaltazione nazionalistica e
religiosa, dove l'arguzia e la serenità,
caratteristiche di questa città staordinaria e a me
così cara, arretrano di fronte all'eccitazione e
all'esclusivismo populistici... Più di chiunque altro
(delle colpe degli altri parlo altrove), lei ha
contribuito a indebolire quelle forze che
desideravano conservare la comunione degli infelici
popoli jugoslavi... Oggi lei può ancora salvare
l'onore con le dimissioni. Domani questo non basterà
più. Forse non le rimarrà altro che il suicidio".
Questa lettera è stata scritta da Predrag Matvejevic'
a Slobodan Milosevic. Non oggi, bensì dieci anni fa,
nel 1990, "prima di Vukovar [dove le milizie ustascia
di Mercep presero in ostaggio la citta' nell'estate
1991], di Sarajevo [divisa tra fautori ed oppositori
della secessione bosniaca], di Srebrenica [da dove a
partire dal 1992 partivano le provocazioni delle
milizie di Nasir Oric], di Mostar [dove i
nazionalisti croati massacravano i musulmani, dopo la
fuga della popolazione serba in toto] e dello stesso
Kosovo [dove il secessionismo panalbanese si
tramutava in terrorismo filo-NATO a partire dal 1997]".

Prima ancora che le guerre distruggessero quella
Jugoslavia che Tito aveva lasciato in eredità ai
becchini. Ora quell'eredità è stata sperperata nel
sangue, e una disperata processione di centinaia di
migliaia di profughi "etnici" vaga in una terra
distrutta e frantumata. Anche la speranza vacilla, e
al popolo serbo schiacciato da una storia infinita di
lutti resta la sua dignità, un'arma più forte delle
armi, verso cui, ci ricorda il professor Matvejevic,
l'Occidente e le sinistre dovrebbero sempre portare
rispetto. Partiamo dall'attualità, per poi riprendere
a ritroso il viaggio jugoslavo del manifesto con
Matvejevic', iniziato durante i bombardamenti della
Nato di un anno fa.

Qual è il tuo giudizio sui due attori dell'ultimo
scontro in atto a Belgrado, attori che tu ben
conosci?

Di Milosevic ho poco da aggiungere rispetto a quel
che gli scrissi dieci anni fa, salvo quel che
aggiunsi anni dopo [sic]: ora non basterebbe neppure
il suicidio [Prezzemolo chiede che Milosevic venga
squartato]. Milosevic ha una genialità perversa, ma
non è un nazionalista [sic]. E' un maestro del gioco
nel rallentare, prendere tempo, spostare, per poi
buttarsi con l'istinto di un'animale sulla preda al
momento giusto. Ora gioca sulla legalità [sic],
accusa le opposizioni di non accettare il secondo
turno e quindi le regole. Usa l'ingerenza
occidentale, dalle bombe all'embargo per dire alle
forze armate: dovete difendere il popolo anche da chi
si è alleato con chi ci ha bombardato. Di Kostunica
penso che oggi rappresenti il male minore. Lo
conoscevo molto bene, e non posso dimenticare che
quando noi nella vecchia Jugoslavia ci battevamo da
sinistra contro lo stalinismo ["Della relativita' del
concetto di destra e sinistra"] lui ci attaccava come
se non fosse possibile una sinistra non stalinista.
Per lui l'unico orizzonte era la democrazia borghese
[Infatti Kostunica e' un uomo dichiaratamente di
destra]. Come non dimentico il suo nazionalismo (che
lui stesso rivendica), o la sua vicinanza a Karadzic
in Bosnia [sic]. Però è un uomo pulito [doppio sic],
più un professore universitario che un politico
[percio' e' "pulito"?], non è subalterno agli Stati
Uniti. Accetterà aiuti dall'occidente, ma non a
qualsiasi condizione. Se fossi a Belgrado voterei per
lui [da interpretare come dichiarazione di voto del
"Manifesto"], che rappresenta una transizione
possibile. Ha un profilo di sicuro migliore di
Djndjc, figuriamoci di un fascista come Seselj, o del
monarchico Vuk Draskovic che riunisce i cetnici che
usano lo stesso linguaggio degli ustascia croati.

Pensi che Milosevic abbia un futuro in Serbia?

Il processo avviato a Belgrado andrà avanti, ma come
sempre con stop and go [Prezzemolo sa l'inglese].
Penso che Milosevic stia scrivendo le ultime pagine.
Il problema del Kosovo è irrisolto, e Kostunica fa
grandi promesse ai serbi, mentre io credo, anzi temo,
che l'unica via percorribile sia la spartizione anche
di quel territorio, una cosa drammatica per i
kosovari di ogni etnia, e per i serbi della Serbia,
che hanno laggiù monumenti e radici. Anni fa,
Bogdanovic da Vienna propose di portare quei
momumenti a Belgrado, per farli vedere ai turisti ma
anche ai serbi che non li conoscono.

Già, Kosovo Polje e l'orgoglio serbo, di un popolo
che si identifica con i suoi miti nati dentro
sconfitte storiche.

Attenzione, non c'è solo orgoglio ma anche dignità.
E' il nazionalismo a trasformare la memoria e i
monumenti e i sacrifici in miti. La dignità (e non
l'orgoglio, categoria più ambigua) si radica su una
storia piena di sacrifici. I serbi hanno subito le
perdite maggiori durante la 1 guerra mondiale, per
non parlare delle rappresaglie naziste durante la
seconda: Belgrado ha pagato molto più di Zagabria o
Lubjiana. A Kragujevac i serbi sono stati trucidati a
migliaia dai tedeschi e ora le bombe della Nato hanno
distrutto con la Zastava anche le lapidi delle
vittime di mezzo secolo prima. Per guardare più
vicino, mentre iniziava il disgelo e per esempio in
Italia voi del manifesto sceglievate la vostra via,
Belgrado era un crogiolo di cultura e di esperienze
molto più delle altre capitali jugoslave. In questo
senso dico che voi occidentali dovete sempre
rispettare la dignità del popolo serbo, e che solo il
popolo serbo, non il tribunale dell'Aja, potrà farla
finita politicamente con Milosevic. Però penso che i
serbi debbono fare un serio esame di coscienza, non
possono sempre scaricare su altri le responsabilità
di drammi e orrori. Aspetto ancora che qualche
scrittore serbo pubblichi un libro sulla
responsabilità. Servirebbe, in Serbia e in tutti i
paesi della ex Jugoslavia, un processo simile a
quello avviato da alcuni scrittori tedeschi, come
Günther Grass, che hanno messo lo specchio di fronte
alla nazione. Questo processo nella Croazia di Mesic
è appena cominciato.

Già, ma nella Croazia di Mesic i serbi scacciati
dalla Slavonia non possono far ritorno.

E' vero, e queste cose ho scritto a Mesic
[autocitazione] dicendogli: ho votato per voi perché
non c'era un'alternativa migliore [nota bene:
Prezzemolo e' stato candidato nel Partito Socialista
Operaio della Croazia, ma dichiara di votare per
Mesic]. Capisco che i tempi sono lunghi e l'eredità
di Tudjman è pesante come un macigno, la situazione
economica è difficile [Prezzemolo e' molto
comprensivo con il regime croato]. Ma qualche gesto
simbolico dovete pur farlo, subito. Per esempio il
ritorno dei profughi serbi, come ridare alla piazza
di Zagabria il nome che aveva in memoria delle
vittime antifasciste, come sostituire il nome della
moneta da kuna a kruna: kuna era la moneta ustascia,
kruna vuol dire donnola e ricorda l'economia di
scambio quando si pagava in pellicce. Ai croati - e
io sono croato [bonta' sua, lo dice] - dico che noi
piangiamo sempre perché siamo stati predati dagli
austriaci, dagli ungheresi, dai turchi, da Venezia,
dai serbi, ma dimentichiamo che i peggiori predatori
dei croati sono i croati stessi, i "patrioti".

Sei tornato da poco da un nuovo giro in Jugoslavia,
con una tappa a Belgrado dopo anni di assenza. Cosa
hai trovato?

Ho visto che nei Balcani, come in tutto l'est, si
registra il fallimento del postcomunismo. Dei
fallimenti del comunismo s'è detto tutto, di
quest'altro fallimento si tace. In Slovenia sono
serviti 8 anni per tornare alle condizioni economiche
che aveva il paese al momento della rottura con
Belgrado, quando si fece stato per non pagare le
tasse per il Kosovo. Alla Croazia ne serviranno
almeno 15: avevamo la quarta cantieristica del mondo
e oggi i nostri tecnici emigrano all'estero, a
Trieste. Mi chiedo: quanto tempo servirà alla Serbia?
Quanti anni ci vorranno prima che Kragujevac con la
sua Zastava distrutta tornerà a godere della
prosperità di un tempo? A Ljiubiana ci sono compagni
[sic - forse un lapsus?] che si battono per
l'ingresso in Europa ma contro la Nato, ma a loro
hanno spiegato che la Nato è il purgatorio per
entrare in Europa. E dire che io mi chiedo a cosa
serva la Nato, ora che non c'è più il patto di
Varsavia. In tutto l'est c'è la tendenza della Nato
ad appropriarsi della vittoria sulla guerra fredda,
dimenticando che i vincitori sono i movimenti di
opposizione, a Budapest come a Danzica, a Praga come
con la perestrojka. Ero a Berlino con Claudio Magris
alla caduta del muro, ci chiesero cosa pensavamo.
Magris disse: "Ora temo l'arroganza dell'Occidente",
e io: "temo che il dualismo e il manicheismo vengano
sostituiti dal monismo". Il pensiero unico di Bush
non era molto diverso dal dominio del mercato.
L'idolatria dell'economia di mercato dà scarsi
risultati laddove manca lo stesso mercato e qualche
volta, fatalmente, la mercanzia.

Nostalgia per il passato?

Al contrario [non ne dubitavamo], penso che se il
ritorno al passato è solo una chimera, il ritorno del
passato è una vera sciagura. Per tornare ai Balcani e
alla Jugoslavia, più che salvare il retaggio bisogna
salvarsi dal retaggio, persino dalla memoria ci
dobbiamo difendere: non si conquista il presente se
non si è dominato il passato [frase priva di senso,
Prezzemolo evita di entrare nel merito e spiegare a
cosa si riferisce].

Per rappresentare i regimi nati dalla dissoluzione
del comunismo tu hai inventato il termine di
"democrature". Cosa hai visto in Bosnia, e in
Macedonia?

In Bosnia sono tornato tre volte in questi 10 anni:
nella prima ho trovato umanità, solidarietà,
convivenza fra 3 popoli e tre religioni. Tre anni fa
restava solo un po' di speranza. Ora ho trovato
soltanto apatia tra la gente, disinteresse anche per
quel che avviene a Belgrado, e fila lunghissime di
aspiranti emgranti davanti alle ambasciate
occidentali. In Bosnia l'apocalisse è già avvenuta.
Persino gli intellettuali sono separati, persino tra
di loro [perche' "persino"?]. In questo momento temo
molto gli aiuti dei paesi petroliferi che stanno
definitivamente delaicizzando la Bosnia [aveva
incominciato Izetbegovic, proprio con lappoggio di
Prezzemolo]: non si costruiscono che moschee, e i
gruppi interetnici, non nazionalisti, sono mosche
bianche. Mi colpisce, come a Belgrado mi colpisce il
silenzio degli intellettuali. Il silenzio di
Pasternak in epoca zdanovista era eloquente, il
silenzio di oggi è conformismo. Il mondialismo che
per noi è un valore è interpretato dai nazionalismi
dominanti nei paesi ex-jugoslavi come tradimento. Mi
chiedevi di Skopje: rispunta il problema macedone con
i suoi quattro pericoli. Non esiste ancora una
frontiera definita con la Serbia; la Bulgaria non
riconosce la lingua né la nazione; gli albanesi
pretendono sempre di più; la Grecia non riconosce il
nome. Solo la grande saggezza macedone ha salvato il
paese da questi quattro pericoli. Per ora.

C'è una specie di maledizione balcanica da cui questa
terra non riesce a liberarsi.

Vedi, Winston Churchill ebbe a dire che i Balcani
producono più storia di quella che possono consumare.
Sono il barometro d'Europa, ma anche una polveriera.
E restano, non dimentichiamolo, la culla della
cultura europea. Cultura di cui restano solo alcune
tracce sempre più sfumate, per esempio a Novi Sad che
è stata patria di popoli e culture diverse, luogo di
integrazione. Di Sarajevo ho già detto, e così del
difficile nuovo corso croato. La storia dei Balcani è
segnata da eventi non compiuti, a volte endogeni e
molto spesso portati dall'esterno. Dal Congresso di
Vienna alla cosiddetta pace di Dayton, non si fa che
dividere senza risolvere; il Congresso di Berlino non
chiude i conti con la moribonda Turchia; e lo stesso
dicasi per il trattato di Versailles, o di Rapallo, o
del Trattato di Roma che produsse nuovi conflitti, o
di Yalta che cerca simmetrie dove simmetrie non
esistono [alzi la mano chi ci ha capito qualcosa].
Dayton ha fermato la guerra di Bosnia, è vero, ma
oggi è un ostacolo [per la prosecuzione dello
squartamento del paese]. Una realtà incompiuta [lo
squartamento non ancora terminato: mancano il
Montenegro, il Kosovo, la Mecedonia occidentale, la
Vojvodina] non può che produrre sempre nuove
frustrazioni. Il mio discorso potrà sembrarti
disperato: in realtà è piuttosto disilluso che
disperato. (Loris Campetti)

Chi è Predrag Matvejevic'

Predrag Matvejevic' è nato a Mostar da madre croata e
padre russo. Ha insegnato Letteratura francese
all'Università di Zagabria e Letterature comparate
alla Sorbona. All'inizio della guerra in Jugoslavia è
emigrato, dal '91 al '94 in Francia e quindi in
Italia, dove è professore ordinario di Slavistica
alla Sapienza di Roma, nominato per chiara fama [sic!
- forse per chiara fama gli e stata attribuita anche
la cittadinanza italiana con provvedimento
straordinario del Presidente della Repubblica].

Tra i suoi libri tradotti in varie lingue, i più noti
in Italia sono: "Epistolario dell'altra Europa"
(Garzanti '92); "Breviario mediterraneo", ('88,
ripubblicato in edizione ampliata nel '91 da Garzanti
con il titolo "Mediterraneo/ Un nuovo breviario";
tradotti in italiano "Ex Jugoslavia. Diario di una
guerra"; "Golfo di Venezia"; "Mondo ex/ Confessioni";
"Tra asilo ed esilio"; "Il Mediterraneo e l'Europa/
lezioni al College de France"; "I signori della
guerra"; "Isolario mediterraneo". Durante la "guerra
umanitaria" dello scorso anno, Matvejevic non si è
limitato a manifestare il suo disappunto e ha
partecipato alle manifestazioni di protesta,
recandosi ad Aviano con i pacifisti e i comunisti
italiani e rappresentanze dei serbi che vivono nel
nostro paese [NON CI RISULTA - ci risulta invece che
i Comunisti Italiani erano parte del governo che
bombardava, e che Prezzemolo era ad Otranto ad
esprimere solidarieta ai profughi albanesi,
addossando tutte le colpe della tragedia alla parte
jugoslava].
Il suo rifiuto della guerra e dell'ingerenza della
Nato nei Balcani non gli ha impedito di combattere
tutti i nazionalismi che hanno fatto terra bruciata
della ex-Jugoslavia. E' tornato recentemente a
Belgrado [vedi sopra per il diario da Belgrado...]


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EPILOGO
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Agosto 2001: La Croazia premia Prezzemolo
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> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1280

Le nuove peripezie del prof. Prezzemolo

MAMMA CROAZIA PREMIA IL SUO BENEMERITO FIGLIO PREZZEMOLO

Tratto da "Vecernji List" (Zagabria) del 29 agosto 2001.

Predrag Matvejevic riceve l'ordine benemerito dal
presidente Stjepan Mesic

MATVEJEVIC: "LIBERIAMOCI DAL PESO DEL PASSATO"

Vedasi:

> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1280

* LETTURA NUOVO "CAPO DI IMPUTAZIONE" SULLA BOSNIA PER MILOSEVIC
* "AMICI CURIAE" IMPONGONO AVVOCATO CONTRO LA VOLONTA' DI MILOSEVIC

* JUSTICE? OR ITS ANTITHESIS? (by Stephen Gowans)

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MILOSEVIC: TPI; VIA A LETTURA ATTO INCRIMINAZIONE PER
BOSNIA E' ACCUSATO DI GENOCIDIO E CRIMINI CONTRO L'UMANITA'

(ANSA) - L'AJA, 11 DIC - Nell'aula del Tribunale
Internazionale per l'ex-Jugoslavia (Tpi) all'Aja e' appena
cominciata la lettura dell'atto di incriminazione contro
Slobodan Milosevic per genocidio, crimini contro l'umanita' ed
altri gravi capi d'imputazione per presunte responsabilita'
durante il conflitto in Bosnia (1992-95).
L'imputato e' in aula, di fronte alla Corte presieduta dal
giudice britannico Richard May. Sul fronte opposto il
procuratore del Tpi Carla Del Ponte.
Al termine della lettura dell'atto d'accusa, l'ex-presidente
jugoslavo dovra' dire se si dichiara colpevole o meno per
ciascuno dei capi di imputazione.
Quella relativa alla Bosnia e' la terza incriminazione
portata da Del Ponte nei confronti di Milosevic accanto a quelle
per il Kosovo e la Croazia. La Corte dovra' oggi decidere se i
tre 'dossier' potranno essere riuniti in modo da celebrare un
unico maxi-processo a carico di Milosevic, che non riconosce il
Tribunale. (ANSA)

MILOSEVIC: TPI;BOSNIA,SLOBO NON RISPONDE SU ACCUSA GENOCIDIO
IGNORA DOMANDA GIUDICE: INCRIMINAZIONE E' 'SUPREMA ASSURDITA'

(ANSA) - L'AJA, 11 DIC - Non cambia l'atteggiamento di sfida
di Slobodan Milosevic nei confronti del Tribunale Internazionale
per l'ex-Jugoslavia (TPI) dell'Aja.
Oggi l'ex-presidente jugoslavo - dopo aver ascoltato per
oltre un'ora in aula la lettura dell'atto di incriminazione a
suo carico per i presunti crimini commessi durante la guerra di
Bosnia (1992-1995) - si e' rifiutato di rispondere al giudice
Richard May che gli chiedeva di dichiararsi colpevole o non
colpevole per il capo di imputazione di genocidio.
'Slobo' ha ignorato la richiesta di May ed ha replicato con
durezza: ''Quello che ho appena sentito, questo testo tragico,
e' una suprema assurdita'. Io dovrei ricevere credito per la
pace in Bosnia, non essere accusato per la guerra. La
responsabilita' per la guerra in Bosnia e' delle forze che hanno
condotto alla disintegrazione della Jugoslavia, e non dei
serbi''. May ha allora tagliato corto ed ha disposto d'ufficio
la messa agli atti di una dichiarazione di non colpevolezza per
tutti i 29 capi di imputazione a carico di Milosevic.
La Corte - dopo una pausa - ha poi avviato l'esame del
secondo punto dell'udienza odierna: la mozione del procuratore
del TPI Carla Del Ponte per la riunificazione dei tre
procedimenti contro Milosevic (per Bosnia, Croazia e Kosovo) in
un unico maxi-processo. La tesi dell'accusa e' che esiste un
solo grande disegno di 'Slobo' che unisce i tre sanguinosi
conflitti: il progetto per la creazione di una Grande Serbia.
Del Ponte - nel motivare la sua richiesta alla Corte - ha
sottolineato che ''migliaia di vittime chiedono giustizia'':
''Se avremo tre diversi processi - ha aggiunto - i tempi si
allungheranno enormemente. E' essenziale dare a queste vittime
la possibilita' di seguire un solo processo dall'inizio''.
Se l'istanza di Del Ponte venisse accolta, i tempi per
l'avvio del processo contro Milosevic slitterebbero
sensibilmente: per il momento e' previsto che il dibattimento
sul Kosovo abbia inizio nel febbraio 2002.

MILOSEVIC: LO DIFENDERA' EX AVVOCATO CARLOS E KLAUS BARBIE

(ANSA) - PARIGI, 13 DIC - Jacques Verges, avvocato francese
noto per la difesa di cause ''impossibili'' - quali quelle del
terrorista Carlos e il criminale di guerra nazista Klaus Barbie
- fara' parte del collegio di legali dell'ex presidente jugoslavo
Slobodan Milosevic, in stato d'accusa davanti al Tribunale penale
internazionale (Tpi) per la ex Jugoslavia. ''Sono stato contattato
dagli amici di Milosevic - ha detto al quotidiano 'Le Monde' l'avvocato
Verges, personaggio dalla biografia fitta di misteri - che mi hanno
chiesto di partecipare al loro lavoro. Il contatto si e' stabilito.
Ora preparo dei dossier''. Carlos e l'ex capo della Gestapo a Lione,
Klaus Barbie, sono alcuni dei clienti ''eccellenti'' di Verges,
che si e' occupato anche della difesa di alcuni inquisiti nella
'tangentopoli' francese dell'Rpr, il partito neogollista. Nato in
Indocina, formato alla scuola del comunismo stalinista, Verges e' stato
confidente di capi di stato come Mao Zedong e Omar Bongo. (ANSA). GIT
13/12/2001 18:23


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Justice? Or its Antithesis?
by Stephen Gowans
[posted 28 November 2001]
=======================================

Former Yugoslav President Slobodan Milosevic, under detention
at the Hague in connection with murder, deportation and genocide
charges, says he's under drastically increased pressure to recognize
the Hague Tribunal.

In three appearances before the tribunal, Milosevic refused to
plead to the indictments against him, and refused to appoint
lawyers, arguing the tribunal, and his detention, are illegal.

And now Milosevic's Belgrade lawyer, Dragoslav Ognjanovic says
that strong spotlights have been left on all night in Milosevic's
cell, a subtle form of torture.

Why is Milosevic being deprived of sleep?

And why is the former Yugoslav president denied access to the
media? After doing an interview with American media, Milosevic
was reprimanded by Hague authorities, and warned against further
breaches of rules that prevent the former president from talking
to the press.

Why won't the Hague Tribunal allow Milosevic to conduct his own
defense?

And why is Milosevic's microphone cut-off when he appears before
the tribunal?

The usual reply is that Milosevic would make a mockery of the
proceedings. And if given access to the media he would have a
platform to spout nonsense. But surely, if it's nonsense he'll
spout, let him. Nonsense will be obvious for what it is, and
the press will soon grow tired of it. But another answer seems
more likely: Maybe it's not nonsense Milosevic has to speak.
And maybe Milosevic's being allowed to conduct his own
defense would expose the tribunal for what it is -- a mockery of
justice.

Augusto Pinochet, dictator, murderer, goes free. Ariel Sharon,
architect of the Sabra and Shatilla massacres, ethnic cleanser,
and war criminal, presides over the commission of fresh war crimes
as prime minister of Israel. War criminals Henry Kissinger and Bill
Clinton make a king's ransom from speaking engagements. Meanwhile,
we're showered with absurdities from the US foreign policy
establishment connected Human Rights Watch about war criminals
having nowhere to hide, Milosevic being the signal case.

The hypocrisy is plain, if the case is made, but who makes the
case? People on the margins, heard by few. But what if someone
like Milosevic, who, if allowed to speak to the media, reached
countless numbers? He'd have a platform to make the case, if the
tribunal's rules didn't gag him. And maybe that's why he's gagged.

Washington and London have always been afraid of their own people
hearing the other side. During NATO's 78-day terror campaign against
Yugoslavia, Serb Radio-TV, which carried a different view of the
bombing than delivered by the complicit and tightly controlled Western
press, was deliberately bombed, a blatant war crime. British Prime
Minister Tony Blair said that Milosevic's propaganda machine had
to be taken out. What he meant was that NATO had to control the
public relations agenda.

Weeks ago, US bombers took out Al Jazeera in Afghanistan, for the
same reason -- it threatened Washington's control over what the
public saw and heard and understood. Al Jazeera offered something
other than the tightly controlled and scripted US take on the
war against Afghanistan. Control the story, and you control the
hearts and minds of the public. Give people like Milosevic and the
Afghans carried on Al-Jazeera a platform, and the carefully crafted
complex of lies may fall apart.

As to the nonsense about war criminals having nowhere to hide, they
do. Behind a Security Council veto, for one. And behind a compliant
press, whose deafness, dumbness and blindness owes much to
Chauvinism, and the fact that letting the White House, State
Department, and Pentagon write your copy is a good business model.
Keeps cost down.

Up to now, Milosevic has been under indictment for murder and
deportation, in connection with events in Kosovo. The White House
and State Department and Pentagon, and yes, the media too, tried,
and convicted Milosevic of committing genocide in Kosovo. There
were 100,000 missing and presumed dead. Then 10,000. Then forensic
pathologists turned up only 2,000 corpses, none in mass graves,
their identities (were they ethnic Albanian Kosovars?) uncertain.
Then doubts arose about the authenticity of the Racak massacre,
the casus belli for terrorizing Yugoslavia with bombs for 78 days.
And then the indictment came, and with it, no charge of genocide.

Now, in new indictments, Milosevic is charged with genocide in
connection with earlier wars in Croatia and Bosnia. It's as if
the tribunal had come up with the charge first and has worked
backwards from there. Now that we've made the charge, we'll need the
evidence to make it stick.

Genocide? In what connection has that word been uttered before?

East Timor. That genocide was carried out by a pal of Washington's,
the dictator Suharto, right under Washington's nose and with its
full approval. Nothing as insignificant as genocide was going to
stand in the way of US businesses turning handsome profits in an
Indonesia known as an "investor's paradise," "hell" being more
frequently uttered by those who have to work there. And yet there
was no indictment. Earlier, Suharato had arranged for the systematic
killing of between 500,000 and one million communists, while Washington
checked off the names. No indictment for that crime either.

Iraq. Over the last decade, US enforced sanctions of mass destruction
have killed over one million Iraqis. That's a genocide. Will the
perpetrators be held accountable? No. They wield a Security Council
veto.

The Security Council set up the Hague Tribunal, which means Security
Council members, some of which committed brazen war crimes in
their 78-day terror campaign against Yugoslavia, will never be
indicted, unless you assume the tribunal's prosecutors are going to
indict their bosses who appointed them.

An International Criminal Court, which would obviate the Security
Council striking tribunals, and allow anyone to be indicted, won't
do the trick either. Washington won't agree to it, unless Americans
are given blanket immunity from prosecution, or Washington controls
who's indicted.

And it also means that war crimes, crimes against humanity, and
genocides, committed by permanent members of the Security Council
and their allies, will never be the subject of a tribunal. Handy,
isn't it?

So, this is what we get as justice. Washington backs fascist
elements in Croatia and Islamists in Bosnia and Kosovo connected
to Osama bin Laden, the Yugoslav federation spins apart under the
pressure of the centrifugal forces nurtured by Security Council
members, and the Serbs, at the center of the opposition, are
branded the new Nazis, and are brought before a Security Council
created tribunal to answer for crimes against humanity by the very
forces that set in motion the descent into war and terrorism and
chaos, and now, growing poverty.

Justice? How about its very antithesis?

***

Mr. Steve Gowans is a writer and political activist who lives in
Ottawa, Canada.

By courtesy & (C) 2001 Steve Gowans

By the same author: http://www.mediamonitors.net/gowans35.html

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IN ENGLISH AND SERBOCROATIAN


> http://www.sps.org.yu/aktuelno/2001/decembar/12-01.html


11. decembar 2001. godine - HAG

Predsednik Slobodan Milo¹eviæ u Hagu, 11. decembra 2001.
(stenogram)

ZASLU®NI SMO ZA MIR, A NE ZA RAT!

A za rat su odgovorni oni koji su rasturali
Jugoslaviju. Ovo je kazna za otpor najveæoj tiraniji
koja je zapretila èoveèanstvu. La¾nim optu¾bama ¾ele
da prikriju saradnju sa teroristima. Branili smo
slobodu i ravnopravnost naroda i ljudi!

SRBIJOM ÆE USKORO PONOVO UPRAVLjATI PATRIOTE!



SLOBODAN MILO©EVIÆ (posle èitanja "optu¾nice" za Bosnu i
Hercegovinu):
Ovo ¹to smo èuli ovde, ovaj ¾alosni tekst
je vrhunac apsurda. Meni pripada zasluga
za mir u Bosni, a ne za rat. Odgovornost
za rat u Bosni snose sile koje su rasturale
Jugoslaviju i njihovi satrapi u Jugoslaviji, a ne ni
Srbija, ni srpski narod, ni srpska politika. Ovo je
poku¹aj... (iskljuèen mikrofon)

SLOBODAN MILO©EVIÆ (u raspravi o objedinjavanju "optu¾nica"):
Sve ¹to smo danas èuli od tzv. tu¾be samo potvrðuje
da je celokupna zamisao potpuno proma¹ena, ali da mi
ne biste oduzeli reè, dr¾aæu se samo onih argumenata
koji odgovaraju na va¹e pitanje.
Za mene je potpuno jasno za¹to ova la¾na tu¾ba
insistira na spajanju. To je posledica 11. septembra.
Oni ¾ele da stave u drugi plan optu¾be za Kosovo, jer
optu¾be za Kosovo neizbe¾no otvaraju pitanje saradnje
Klintonove administracije sa teroristima na Kosovu,
ukljuèujuæi i organizaciju Bin Ladena.
Drugo, ono ¹to smo mogli danas da èujemo - i oni su
svesni toga da u tom sluèaju ne mogu izbeæi, bez
obzira na ilegalnost ovog suda, da se ovde pojave
glavni akteri zloèina izvr¹enog protiv moje zemlje i
mog naroda, poèev od Klintona, Olbrajtove, Klarka i
drugih, ali naravno, i mnogi mirovni posrednici èija
aktivnost i saradnja na pronala¾enju mira potpuno
demantuje ove, rekao bih, monstruozne optu¾be koje su
ovde izreèene.
Dakle, njihovi su razlozi potpuno pragmatièni i
vezani za za¹titu onih koji su izvr¹ili zloèine nad
mojom zemljom, a ne za bilo kakvo ekonomisanje
vremenom, jer njih sigurno nije briga da li æu se ja
umarati ili ne, a ja sam vam rekao ¹ta o tome mislim
i pre.
©to se tièe krunskog argumenta, o ideji o stvaranju
"velike Srbije", taj argument se sasvim lako mo¾e
demantovati i ja mislim da niko razuman ne bi smeo
taj argument, koji su uzeli kao mit i osnovu za sve
zloèine da vi¹e poku¹ava da imputira, nameæe ili na
bilo kakav naèin zloupotrebi. Postoje èinjenice koje
su neoborive. 28. aprila 1992. godine formirana je
Savezna Republika Jugoslavija. 28. aprila 1992.
godine, dakle, pre nego ¹to su poèeli sukobi, pre
nego ¹to je poèeo graðanski rat. Ta ustavotvorna
skup¹tina je svojim zvaniènim dokumentom deklarisala
na¹u poziciju u kojoj se ka¾e da Savezna Republika
Jugoslavija nema teritorijalne pretenzije ni prema
jednoj od biv¹ih jugoslovenskih republika. To je
apsolutno dovoljan dokaz da se ove besmislice koje
poku¹avaju da se imputiraju u potpunosti odbace.
Podsetio bih vas i na to da je na samom poèetku, maja
1993. godine, uz na¹e maksimalno zalaganje, u Atini
prihvaæen Vens-Ovenov plan koji su tada potpisali i
srpski predstavnici. I da je to prihvatanje, takoðe -
smatrajuæi mir najveæim ciljem i najveæom vredno¹æu
za sve jugoslovenske narode - do kraja demantovalo
svaku takvu ideju.
Na kraju krajeva, sam ¾ivot tih deset godina u
nekada¹njoj Jugoslaviji najbolje demantuje ideje o
nacionalnoj ili verskoj diskriminaciji, jer je
Savezna Republika Jugoslavija ostala jedina dr¾ava
koja je saèuvala svoj vi¹enacionalni karakter i u
kojoj nije bilo nikakve diskriminacije na nacionalnoj
ili verskoj osnovi. Deset godina to potvrðuje. Ista
je stvar i sa Kosovom. Mo¾da vi ne znate, ali je
vlada AP Kosovo i Metohija i 1998. i 1999. - u toku
rata (sve dok oni koji su izvr¹ili agresiju nisu
instalirali na vlast u Beogradu svoje najamnike) bila
sastavljena od Srba, Albanaca, Muslimana, Turaka,
Goranaca, Roma i Egipæana. Srbi su u toj vladi bili u
manjini. Kako uop¹te ideju o nekakvoj nacionalnoj
diskriminaciji pomiriti sa tom èinjenicom?! Na¹a
delegacija u Rambujeu sastojala se, isto tako, od
predstavnika svih tih nacionalnosti. Kako to pomiriti
sa ovakvim monstruoznim imputiranjem nacionalne
diskriminacije?! Da li znate da je 1998. godine,
posle deset godina potpunog mira na Kosovu, (u deset
godina u kojima niko nije ubijen, za tih deset godina
niko nije uhap¹en, izlazilo je nekoliko desetina
listova na albanskom jeziku koje ste mogli da kupite
na svakom æo¹ku, ¹kolovanje je bilo na albanskom
jeziku u svim osnovnim i srednjim ¹kolama) posle
deset godina, kada je krenuo terorizam koji su
organizovale strane slu¾be od otpadaka albanske
mafije po Evropi, mi smo formirali lokalnu policiju u
albanskim selima tako ¹to su sami graðani birali
svoje policajce koji su nosili oru¾je i svi su bili
Albanci. Ti isti lokalni policajci kao i Albanci
po¹tari, kao i Albanci ¹umari, kao i Albanci na
drugim funkcijama u dr¾avnom aparatu, bili su predmet
atentata, ubistava, klanja, pretnji, itd. od strane
albanskih terorista. U toj 1998. godini vi¹e je ljudi
albanske nacionalnosti ubijeno od strane albanskih
terorista, nego ¹to je Srba ubijeno od strane
albanskih terorista. Posebno je ilustrativno to da u
svim na¹im strukturama, pa i u ovoj na¹oj
Socijalistièkoj partiji, èlanstvo je bilo one
strukture kakva je bila i meðu graðanima - bilo je i
Srba, i Albanaca, i Turaka, i Maðara, i Rusina, i
Rumuna, i Bugara i svih drugih. Ko bi od njih uop¹te
i¹ao uz program nacionalne, verske ili rasne
diskriminacije koji se ovde imputira?
Ove dve optu¾nice za Hrvatsku i Bosnu, ekspresno su
lansirane upravo da bi se utopila optu¾nica za Kosovo
koja ukazuje na terorizam, iako je jasno da smo se i
u Hrvatskoj i u Bosni bavili mirom, a ne ratom. Mi
smo pomagali svoj narod da opstane, da ne postane,
kao u Drugom svetskom ratu, ¾rtva genocida. Ali mnogo
puta smo i javno rekli, i ja sam o tome govorio, mi
¾elimo da on bude slobodan i ravnopravan na
teritorijama na kojima vekovima ¾ivi. I da to ne bude
na raèun bilo kog drugog naroda. Primer Savezne
Republike Jugoslavije i veoma dobrih meðunacionalnih
odnosa za sve vreme sukoba to najbolje pokazuje. Za
vreme sukoba u Bosni nijedan musliman nije isteran iz
Srbije, za vreme sukoba u Hrvatskoj nijedan Hrvat
nije isteran iz Srbije. Èak, za vreme sukoba u Bosni
- pogledajte evidenciju Meðunarodnog komesarijata za
izbeglice UN - preko 70 hiljada Muslimana izbeglica
na¹lo je skloni¹te upravo u Srbiji. Pa koji bi to
narod i koje desetine hiljada ljudi dolazile da se
sklone kod onih koji su izvr¹ili agresiju na njih. Pa
znate li vi da u Srbiji ¾ivi vi¹e muslimana nego u
Bosni i Hercegovini? Muslimani u Bosni i Hercegovini
su gurnuti u tu nesreæu, u taj rat, da bi kasnije
mogla da im se daje podr¹ka i da bi se time kupio
alibi za ubijanje mnogostruko vi¹e - miliona
Muslimana - u skladu sa interesima onih koji su to
postavljali u funkciji novog porobljavanja sveta i
novog kolonijalizma.
Posebno, ja ne mogu da razumem da neko mo¾e da se
drzne da ovde govori o Kosovu implicite kao o neèemu
¹to nije deo Srbije. Kosovo je Srbija i Kosovo æe
ostati Srbija i ova situacija trajaæe taèno onoliko
koliko bude trajala ova nelegalna okupacija Kosova i
Metohije. Nelegalna zato ¹to je do nje do¹lo
zloupotrebom UN i Rezolucije 1244 Saveta bezbednosti
koja predviða prisustvo bezbednosnih snaga UN.
Meðutim, te su snage uzurpirale ovla¹æenja UN,
dozvolile dalje divljanje albanskih terorista,
hiljade Srba i drugih nealbanskih stanovnika Kosova
su ubijeni i oteti, desetine hiljada srpskih kuæa je
zapaljeno, vi¹e od stotinu crkava je sru¹eno i
zapaljeno, sve pod okriljem meðunarodnih snaga koje
su bile do¹le da garantuju svima bezbednost. I danas,
posle ovih karikaturalnih izbora, ti vajni srpski
poslanici dolaze avionom iz Beograda da vr¹e svoju
funkciju poslanika i pod vojnom pratnjom ulaze u taj
tzv. parlament. To æe stanje trajati koliko bude
trajala okupacija. To je stanje trajalo i pod turskom
okupacijom èitavih 500 godina. Ova neæe moæi toliko
da traje, ali onog trenutka kada se ona zavr¹i Kosovo
æe opet biti potpuno pod srpskom kontrolom, a nije
reè samo o Kosovu veæ i o Srbiji, jer æe i Srbijom
ponovo i uskoro upravljati patriote. Patriote æe
upravljati i drugim zemljama umesto ove ¹eme novog
kolonijalizma i postavljanja raznih marionetskih
vlada.
Ja mislim da je sve ¹to smo èuli danas i ¹to je u
potpunoj svaði sa istinom pokazalo do koje su mere
ove optu¾nice proma¹ene. Ja jedino mogu da ih razumem
kao izraz gneva i osvete za fijasko koji je NATO
pretrpeo u poku¹aju da izvr¹i vojnu okupaciju
Jugoslavije. I mogu da vam ka¾em, ponosim se time ¹to
sam komandovao oru¾anim snagama Jugoslavije koje su
zaustavile NATO, jer se pokazalo da zemlja, makar i
mala, koja ima èvrstu volju da brani svoju slobodu i
da brani ideju slobode i ravnopravnosti i naroda i
ljudi, mo¾e da se odbrani. Ovo je kazna zato ¹to smo
se usprotivili opasnosti najveæe tiranije koja je
zapretila èoveèanstvu.
I ono ¹to mo¾e da se pogrebe po tim optu¾nicama je
talog i mulj iz desetogodi¹njeg medijskog rata koji
je voðen sa ciljem satanizacije i Srbije i srpskog
naroda, i srpskog rukovodstva, i moje liène, pa èak i
moje porodice. Zato ¹to je medijski rat prethodio
pravom ratu i ¹to je imao cilj da ubedi javno mnjenje
na Zapadu da smo mi zlikovci iako za to nikada nismo
dali povoda.
Vi ste danas proèitali ovde kako je 6. aprila 1992.
godine Evropska Unija priznala Bosnu i Hercegovinu.
To je uèinjeno pod uticajem tada¹njeg ministra
inostranih poslova Nemaèke Hansa Ditriha Gen¹era, jer
je 6. april dan kada je 1941. godine Hitler napao
Beograd. To je bila ¾elja da se simbolizuje promena
rezultata Drugog svetskog rata. Nikada to ne bih
pripisao nemaèkom narodu, ali neki su politièari
zadr¾ali isto ono zlo protiv koga smo se zajedno
borili i postigli i vi¹e od osvete jer su uspeli da
nas ubijaju rukama na¹ih saveznika, Amerikanaca,
Engleza, Francuza, sa kojima smo se u dva svetska
rata borili protiv tog istog zla.

(.........)

Ja sam vam veæ rekao o svom odnosu prema ovom sudu,
iako sudija Robinson ka¾e da taj moj odnos ne
proizvodi za vas nikakve posledice. Prema tome ¹ta
æete da uradite to je va¹a stvar, a ja vam samo ka¾em
da nijedan argument koji je ovde upotrebljen u prilog
nekakvog spajanja nije istinit, ne stoji, nije taèan,
i ne mo¾e se ni na kakav naèin pravdati. Prema tome,
argumenti su la¾ni kao ¹to je la¾na i optu¾nica, a vi
æete uraditi kako vi ¾elite, to je va¹a stvar.
Ja mislim da su upravo dati argumenti koji su protiv
ideje koju je iznela tu¾ba, jer sve ¹to oni iznose i
koliko god dalje budu i¹li - pokazaæe koliko je to
sve na staklenim nogama, iskonstruisano i pokupljeno
iz taloga tog medijskog rata a ne iz stvarnih
èinjenica, pogotovo èinjenica koje bi mogle imati
pravnu te¾inu. A to ¹to je njihov reènik i struktura
onoga ¹to izla¾u u potpunosti podudarno sa onim ¹to
smo deset godina slu¹ali u politièkim pamfletima, po
raznoj ¹tampi samo pokazuje da im je poreklo iz iste
kuhinje i ni¹ta drugo.
Na va¹em mestu ja bih lièno, bez obzira na va¹ status
koji ja osporavam, ¹to vam nije nepoznato, odbacio
ovakve ideje. Oni hoæe u drugi plan da stave Kosovo
samo zato ¹to ono otvara pitanje saradnje sa
teroristima, ¹to ne odgovara tekuæoj politici. Oni u
ovom trenutku falsifikuju istorijske èinjenice u
funkciji dnevne politike, a time ne bi smeo da se
bavi èak ni ovaj ilegalni sud.

(............)

Ja sam u meðuvremenu obave¹ten da ste, bez mog
zahteva imenovali neke savetnike koje ja nisam
tra¾io, tumaèeæi moju saglasnost da primim posete
pojedinih ljudi kao zahtev da se imenuju pravni
savetnici. Ja sam na to odgovorio Sekretarijatu da ne
smatram da ko god me poseæuje, a ima u d¾epu diplomu
Pravnog fakulteta, da mora prvo sa moje strane da
bude imenovan za pravnog savetnika. I mislim da ne bi
bilo dopustivo da mi se dalje ogranièavaju posete
lica koja ¾ele da me posete u skladu sa pravilima
koja ste vi izgradili, i na bazi nediskriminacije, s
obzirom da drugi koji se nalaze u tom zatvoru imaju
moguænost da budu poseæivani. Drugo...

(.............)

Ja sam rekao da ¾elim da mi se omoguæi da me poseæuju
ljudi koji ¾ele da me posete i to je sve.

Drugo, èuo sam ovde da imate ovde infra-crvenu kameru
u mojoj æeliji. Mene je obavestila uprava zatvora da
mi je sad svetlo iskljuèeno jer su oni iskljuèili
svoju kameru, a nisam obave¹ten da je ta o kojoj je
va¹ predstavnik govorio za javnost iskljuèena, pa
molim da se i ona iskljuèi.


===*===


"I DESERVE CREDIT FOR PEACE NOT WAR!" - MILOSEVIC

Those who have been breaking up Yugoslavia are guilty for
war.

This "trial" is a punishment for our resistance to the worst
tyranny that has ever threatened mankind.

Using false accusations they try to hide the fact that they
have allied with terrorists.

We have been defending the freedom and equality of all
individuals and all peoples.

PATRIOTS WILL SOON, ONCE AGAIN, RULE SERBIA!



President Slobodan Milosevic in
the Hague, December 11, 2001

(full transcript):



SLOBODAN MILOSEVIC



[After the reading of the "indictment" for Bosnia
and Herzegovina]



I want to tell you that what we have heard here,
this miserable text, is the ultimate absurdity. I
deserve credit for the peace in Bosnia, not the
war. The responsibility for the war lies with the
powers that have been breaking up Yugoslavia and
with their agents in Yugoslavia, not with Serbia,
not with the Serbian people and not with Serbian
policy. This is an attempt... [Here the mike was
turned off]





SLOBODAN MILOSEVIC



[In the debate on unifying the 'indictments']



All that we have heard today from the so-called
prosecution only confirms that the focus here
entirely misses the point, but so as to not have
the mike turned off again, I will stick to
arguments that respond to your question.

It is entirely clear to me why this false
prosecution insists on "unifying." It is because of
September 11th. They want to divert attention from
the accusations against me concerning Kosovo since
those accusations inevitably open the question of
the Clinton administration's collaboration with
terrorists in Kosovo, including bin Laden's
organization.

Second, regarding what we have heard today, they
are conscious that, if they focus on Kosovo, they
cannot, regardless of the illegality of this court,
avoid having the main perpetrators of the crimes
committed against my country and my people,
starting from Clinton, Albright and Clark and then
also the others, appear before this body, nor could
they avoid the appearance here of many peace
brokers whose activities and cooperation in
searching for peace deny the accusations - I would
say, monstrous accusations - that have been made
here.

So, their reasons for attempting to "unify" are
totally pragmatic and aimed at the protection of
those who have committed crimes against my country,
and are not, as they claim, intended to ensure an
efficient trial since they certainly do not care if
I get tired out or not. I have told you before what
I think about that.

As for their crowning argument, the accusation that
we were motivated by the aim of creating a "Greater
Serbia," that argument can be very easily disproved
and I think that no reasonable person should dare
to use that argument, which they have put forward
as the mythical basis for all crimes. Nobody should
try any longer to impute, to impose, or to abuse
that argument in any way.

Here are irrefutable facts: On April 28, 1992 the
Federal Republic of Yugoslavia was formed. On April
28, 1992, that is, before the conflicts began,
before the civil war broke out, that Constitutional
Assembly declared, in its official document, our
position: that the Federal Republic of Yugoslavia
has no territorial pretensions regarding any of the
former Yugoslav republics. This is absolutely
enough evidence to totally reject the nonsense that
they are trying to impute.

I would remind you as well, that at the very
beginning, in May 1993, with our maximum efforts,
the Vance-Owen Plan was accepted and was then
signed in Athens, including by Serbian
representatives. The acceptance of that plan
clearly shows that we regarded peace as the
greatest goal and highest value for all Yugoslav
peoples and refutes this mythical idea.

Finally, during those ten years in Yugoslavia, life
itself has entirely disproved these accusations of
national or religious discrimination, since the
Federal Republic of Yugoslavia remained the only
part of the old Yugoslavia to preserve its
multinational character and in which there was no
discrimination on national or religious grounds.
Those ten years confirm that. The same goes for
Kosovo. Maybe you do not know, but the government
of the Autonomous Province of Kosovo and Metohia in
1998 and 1999 - that is, during the war, until
those who committed aggression installed their
mercenaries in power - was formed of Serbs,
Albanians, Moslems, Turks, Goranies, Roma and
Egyptians. Serbs were a minority in that
government. How can the notion that there was
national discrimination be reconciled with that
fact?!

Our delegation in Rambouillet was comprised of
representatives of all these nationalities as well.
How does that jibe with this monstrous imputing of
national discrimination?! Do you know that in 1998,
after ten years of total peace in Kosovo - ten
years when no one got killed, ten years when no one
got arrested, when tens of daily papers printed in
Albanian could be purchased on every corner, when
education in primary and secondary schools was in
Albanian - when, after ten years, terrorism broke
out, organized by foreign secret services out of
the outcasts of the Albanian Mafia all over Europe,
we formed local Police forces in Albanian villages,
where citizens chose their policemen. They carried
weapons. All of them were ethnic Albanians. These
Albanian policemen, and also Albanian mailmen,
Albanian foremen, and other Albanians within the
State apparatus, were all targets of threats,
attempted murders, assassinations and outright
butchery, all committed by Albanian terrorists.

In 1998 Albanian terrorists killed more Albanians
than Serbs. It is truly remarkable that in all of
our state structures, and in our Socialist Party as
well, membership corresponded to the ethnic
composition of our citizens - there were Serbs,
Albanians, Turks, Hungarians, Ruthenians,
Romanians, Bulgarians and all the others. Which one
of these groups would ever go along with a program
of national, religious, or racial discrimination,
such as has here been imputed?

These two "indictments," for Croatia and Bosnia,
were expressly launched for one purpose only: to
drown the "indictment" concerning Kosovo because
talking about Kosovo opens up the whole issue of
terrorism - this apart from the fact that it is
clear that in Croatia and Bosnia we worked for
peace, not war. We have assisted our people in
order to help them survive rather than becoming, as
they did in World War II, a victim of genocide.
Many times we have said publicly, and I have said
this myself, that we want our people to be free and
equal in the territories where it has lived for
centuries. But at the same time, this should not be
at the expense of any other people.

The example of the Federal Republic of Yugoslavia
and its very good interethnic relations during the
whole period of conflicts demonstrates this best.
During the conflict in Bosnia no Moslem was
expelled from Serbia. During the conflict in
Croatia no Croat was expelled from Serbia. More
than that, during the conflict in Bosnia - look at
the records at UNHCR - over 70.000 Moslem refugees
found shelter in Serbia. What nation, what tens of
thousands of people, would seek shelter among those
who had committed aggression against them?

Do you know that more Moslems live in Serbia than
in Bosnia and Herzegovina? The Moslems in Bosnia
and Herzegovina were pushed into that disaster,
into that war, so that those outside forces,
appearing as supporters of Muslims, could hide
their responsibility for the deaths of many times
more - millions of Moslems - in accordance with
their interests of enslaving the World and a new
colonialism.

Especially, I cannot understand that someone could
dare to speak here about Kosovo implicitly as if it
were something outside Serbia. Kosovo is Serbia and
Kosovo will remain Serbia but the terrible
situation in Kosovo and Metohia will continue as
long as it is subject to illegal occupation.
Illegal because it was made possible based on an
abuse of the UN and of Security Council Resolution
1244. This Resolution does envisage the presence of
UN security forces; however, the forces in Kosovo
have violated their UN authorization, including by
allowing further savageries by the Albanian
terrorists.

Thousands of Serbs and other non-Albanian residents
of Kosovo have been killed and kidnapped, tens of
thousands of Serb homes have been burned down, more
than a hundred churches have been destroyed and
burned down, all under the auspices of the
international forces that came there to guarantee
safety for all.

And today, after these cartoon-like elections,
those fine Serbian MPs come by plane from Belgrade
to do their job as deputies and under military
escort get into that so-called parliament. This
situation will last as long as the occupation. A
similar situation under Turkish occupation lasted
for all of 500 years. This one won't last that
long, and in the very moment it ends, Kosovo will
again be completely under Serbian control, and here
we are talking not only about Kosovo, but of Serbia
as well, since Serbia too will be ruled again and
soon by patriots. Patriots will rule in other
countries as well, instead of this scheme of new
colonialism and the establishing of various puppet
governments.

I think that all we heard here today, which is in
total contradiction to the truth, has shown how
failed these "indictments" are. I can only
understand them as a statement of anger and revenge
for the fiasco that NATO has suffered in the
attempt to militarily occupy Yugoslavia. I can tell
you that I am proud that I commanded the armed
forces of Yugoslavia that have stopped NATO, since
this has shown that a country, even a small one,
having a strong will to defend its freedom and
defend the idea of freedom and equality of nations
and peoples, can succeed. I am here as a punishment
for our standing up against the danger of the
biggest tyranny that has threatened mankind.

What of substance can be scraped from these
accusations is nothing more than the mud and dregs
of a decade-long media war aimed at demonizing both
Serbia and the Serbian people, as well as the Serb
leadership, and myself, and even my family. Because
the media war preceded the real one and had as its
goal convincing public opinion in the West that we
are villains, regardless of the fact that we never
provided any grounds for that.

You have read here today how on April 6, 1992, the
European Union recognized Bosnia and Herzegovina.
This was done under the influence of the then
foreign affairs minister of Germany, Hans Dietrich
Genscher, because April 6, 1941 was the day when
Hitler started the attack on Yugoslavia and bombed
Belgrade. There was a wish, in this way, to
communicate that the outcome of World War II had
been changed. I would never blame such a desire on
the German people, but some politicians have held
onto the evil, which we fought against together. In
this way, these politicians realized a revenge in
greater measure, for they have succeeded in killing
us using the hands of our Allies, the Americans,
English and French, with whom we fought together in
two world wars, against that very same evil.



(...........)



I have already told you about my relation to this
court; no matter that Judge Robinson says my
relation to it is of no consequences for you.
Therefore, what you are going to do is your
business, and I can only tell you that every
argument used here to support "unifying" is not
true, does not stand, is not correct, and cannot be
justified in any way. So, the arguments are false,
as the indictment is false; and you will do what
you please, and that is your problem.

We have heard many arguments against the idea
raised by the prosecution. Everything they bring
up, and this will become more apparent as they go
on, shows that their entire case stands on glass
legs and is taken from the dregs of the media war,
not from real facts, especially not from facts that
could have some legal weight. The vocabulary and
structure of all their arguments entirely matches
what we have heard in political pamphlets or the
media, which only shows that it was all cooked in
the same kitchen, nothing else.

If I were you, I would, personally, regardless of
your status, to which I object, a fact which is not
unknown to you, reject such ideas. They want to put
aside Kosovo only because it opens the matter of
collaboration with the terrorists, which does not
correspond with current policies. At this moment
they are falsifying historical facts for the sake
of daily policies, and that is something that even
this illegal tribunal should not allow.



(............)



I have been informed, in the meantime, that without
my knowledge you have nominated some legal advisers
whom I have not requested, interpreting my
agreement to receive the visits of some people as a
request to nominate legal advisors. I have answered
the Registry, stating that I do not consider that
whoever visits me, and has a Law Faculty degree,
must first be nominated by me as legal advisor. And
I consider that it would be inadmissible to have
limitations to visits by people who wish to visit
me, according to the rules you have set, and on the
basis of no discrimination, since others who are in
this prison have the possibility of receiving such
visits. Second.....



(............)



I have only said that I wish that people who want
to visit me should be allowed to do it and that is
all.

Second, I have heard that you have an infrared
camera in my cell. The prison authorities informed
me that the reason they finally turned off the
regular light in my cell was that they had turned
off their camera, but I have not been informed that
this one, which your representative referred to
publicly, has also been turned off. I ask that this
one be turned off as well.



To join or help this struggle, visit:
http://www.sps.org.yu/ (official SPS website)
http://www.belgrade-forum.org/ (forum for the world of equals)
http://www.icdsm.org/ (the international committee to
defend Slobodan Milosevic)
http://www.jutarnje.co.yu/ ('morning news' the only Serbian
newspaper advocating liberation)

RADIO B-52 INTERVISTA NOAM CHOMSKY

Radio B-92, la radio piu' filoamericana nel panorama dei media
jugoslavi, da molti anni nota per gli appoggi ed i fondi ricevuti dal
carrozzone Soros e da altri settori statunitensi ed europei (compresa la
campagna pubblicitaria nella quale fu coinvolta Hillary Clinton), ha
intervistato l'"intellettuale critico ufficiale" degli USA, il signor
Noam Chomsky, sul significato degli attentati dell'11 settembre.
L'intervista, tradotta in italiano, si puo' leggere su:

http://www.collettivodifisica.it/Attivita/Gruppi_di_studio/
Guerra_e_pace/Guerra_e_pace_doc/b-92_intervista.htm

Radio B-92 imita nel nome i famosi bombardieri B-52, quelli delle bombe
"taglia margherite", che colpiscono chirurgicamente i cattivi facendo
germogliare la democrazia tutto attorno al luogo dell'esplosione. (I.
Slavo)