Informazione

(na talijanskom i na srpskohrvatskom)

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PRIMA PUNTATA: BERNARD APPOGGIA I CONTRAS
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Nella prefazione a "Della guerra come politica estera degli Stati
Uniti", una semplice raccolta di 6 articoli di N. Chomsky alla ricerca
dell'ingrato lettore francese, Jean Bricmont parla del "piccolo mondo
dei grandi media", per spiegare come "la buona parte degli
intellettuali francesi fosse politicamente sempre piu' passiva, piu'
che altrove in Europa, prima durante la lotta contro gli euro-missili,
poi durante la guerra del Golfo ed il genocidio in Ruanda, per finire
decisamente bellicista durante gli interventi in Bosnia e Kosovo".

A questo punto troviamo la seguente nota dell'editore: "Sebbene la
passività fosse la tendenza generale, i filosofi mediatici non hanno
tardato a sostenere - molto attivamente - la politica estera di
Reagan; cosicche' i vari Bernard-Henri Levi e André Glucksman insieme
a quel Jean-François Revel firmarono una petizione d'appoggio ai
contras in Nicaragua, indirizzata al Congresso USA."

(Per chi fosse interessato alla prefazione di Jean B. segnaliamo che è
stata riportata da "Le Monde diplomatique" e si puo' trovare nel
supplemento di febbraio de "Il Manifesto". E' interessante
principalmente in quanto analisi del mancato successo francese di
Chomsky.

Titolo: Noam Chomsky: De la guerre comme politique étrangére des Etats
Unis, préface de J. Bricmont, Agone éditeur, 2001)

SRPSKO-HRVATSKI

Naslov knjige: "Noam Comski, O ratu kao spoljnij politici SAD",
predgovor Zan Brikmo, u izdanju Agon, februar 2001 U predgovoru Z.
Brikmona za 6 clanaka N. Comskog sabranih pod gornjim naslovom, u
delu gde Zan govori o "polusvetu medijskih intelektualaca da bi
objasnio da su francuski intelektualci mahom bivali sve pasivniji i
pasivniji, mnogo vise nego drugde u Evropi, prvo za vreme borbe protiv
euro-raketa, zatim tokom rata u Zalivu i genocida u Ruandi, da bi
konacno, za vreme intervencije u Bosni i Kosovu postali odlucne
pristalice rata", nalazimo sledecu fus-notu urednika izdanja:"mada je
sklonost ka ravnodusnosti bila opsta pojava, medijska inteligencija je
podrzala vrlo brzo - i vrlo aktivno- Reganovu spoljnu politiku, tako
da su takvi kao B. H. Levi i A. Gluksman zajedno sa nekakvim Z. F.
Revelom potpisali peticiju u znak podrske kontrasima u Nikaragvi. Ta
je peticija glasila na americki Kongres."


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SECONDA PUNTATA: DIFENSORE DELLA LIBERTA'
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Estratto da "PLPL - Pour Lire Pas Lu" (Per leggere il non letto) "il
giornale che non mente e che prende di mira il potere, la sinistra
molle e i padroni", N° 0, giugno 2000.

IL LACCIO D'ORO

La lotta è accanita, pero'
PLPL sempre equanime,
il laccio d'oro
consegnera'
alla penna del piu' servile.

Editorialista associato di "le Monde", direttore di una collana di
libri presso Grasset (gruppo Matra-Hachette) e cronista di "le Point"
(il padrone di questo giornale è François Pinault), Bernard-Henri Lévy
è anche un caro amico di Jean-Luc Lagardère (il padrone di
Matra-Hachette e mercante d'armi).

Nel testo che segue ("le Point", 5 maggio 2000) il grande filosofo
delle libertà, prende le difese di un industriale perseguitato dalla
giustizia: "Quando ci capita di vedere un capitano dell'industria come
Jean-Luc Lagardére sbattuto davanti ai giudici, anche se a quanto pare
non abbia fatto niente per impedire l'arricchimento nè della propria
impresa ne della collettività, non ci restano che due possibili
reazioni ..."
Tuttavia piu' in là BHL precisa: "Jean-Luc è un amico. Quello che
apprezzo in lui e' questo suo stile da grande condottiero, da Cirano
che sa il fatto suo."
E vero, "l'amico" Lagardère ha finanziato con F. Pinault l'ultimo film
di BHL, "Il Giorno e la Notte", un pessimo film fallimentare.
PLPL si felicita con BHL: leccare è un affare delicato quando le
ghiandole salivari sono compresse dal laccio d'oro.

SRPSKO-HRVATSKI

Preuzeto bez pitanja iz PLPL, Pour Lire Pa Lu, (Sta Stampa ne Stampa)
"novina koje ne lazu" a izlaze kao dvomesecnik u Parizu. "Na meti PLPL
su vlastodrsci, levi mekusci i gazde" Jun 2000. br. 0

ZLATNA UZICA

I u najzescoj konkurenciji,
PLPL nepristrasno nagradu dodeljuje
samo najvecoj ulizici.

Spoljni saradnik "Le Mond-a", direktor izdanja kod Grase (Grasset u
sastavu Marta-Hachette) hronicar u listu "Point", BERNAR-ANRI LEVI je
takodje i prijatelj ZAN-LUK LAGARDERA koji je ne samo gazda preduzeca
Matra-Hachette vec i trgovac oruzjem. U tekstu sto sledi ("Le Point",
5.maja 2000.) veliki filozof i ljubitelj slobode zauzima se za
industrijalca koga sud progoni:
"Kad covek vidi kapetana industrije kakav je Zan-Luk Lagarder kako se
povlaci po sudovima, a da nije, a kazu da nije, onemogucio bogacenje,
ni svom preduzecu, ni zajednici, moze da bira izmedju dve moguce
reakcije ...."
Malo dalje u istom tekstu BHL pojasnjava : "Zan-Luk je moj prijatelj.
Volim kod njega tu zicu velikog vojskovodje, Sirana koji tera po
svom."

Tacno je da su prijatelji, Lagarder je sa F. Pinoom finansirao
najnoviji film Bernara-Anrija, "Dan i Noc", pravo djubre od filma koje
je progutalo ogromne pare.

PLPL cestita Bernar-Anriju : Ulizivanje je vrlo slozen napor kada
zlatna uzica steze pluvacne zlezde.


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TERZA PUNTATA: BERNARD COSMOPOLITA TUTTOLOGO
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PLPL n° 1 ottobre 2000

Le disavventure d'un analfabeta mondano

Editorialista associato a "Le Monde" BHL è anche un grande cronista.
Ha esordito con l'Algeria offrendoci un'analisi approfondita sulla
situazione (quattro pagine, 8-9/01/1998), ha minuziosamente descritto
una giornata qualunque di un combattente in Afganistan (due pagine
13/10/98), dall'Austria ha riportato i suoi commenti filosofici (2
pagine 2/03/00), ha ricordato che in Germania vivono i tedeschi
(quattro pagine 5-6/02/99).

Cambiamento di tono il 14 ottobre: toccava alla Bosnia (due pagine).
Albania, Angola e Argentina hanno subito espresso il proprio sollievo
mentre Belgio, Brasile e Botswana stanno per chiudere le frontiere.

PLPL n°1 oktobar 2000

Potucanja belosvetskog nepismenjakovica

Spoljni saradnik "Le Monda", BH Levi je takodje i veliki reporter.
Poceo je istancanom analizom dogadjaja u Alziru (4 strane 8-9/01/98).
Do tancina je opisao dan jednog ratnika u Avganistanu (dve strane,
13/10/98). Svoja filosofska zapazanja preneo je iz Austrije (2 str.
2/03/00) i podsetio da Nemacku nastanjuju Nemci (4 str. 5-6/02/99).
A onda je promenio slovo 14 oktobra ove godine. Dosla je na red Bosna
(dve str.).
Albanija, Angola i Argentina su tom prilikom sa olaksanjem odahnule,
a Belgija, Brazil i Bocvana se spremaju da zatvore granice.


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QUARTA PUNTATA: SQUADRISTI A PARIGI
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Stralci dall'intervista a Peter Handke effettuata dal giornalista
televisivo tedesco Martin Lettmayer nel gennaio 1997 e riportata in
inglese sul sito del Congresso dell'Unità Serba:
http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1417
http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1418


DOMANDA: Il sig. Levy e il sig. Finkielkraut, naturalmente l'hanno
attaccata...

HANDKE: Esatto. Ma loro non sono scrittori. Loro sono "I nuovi
filosofi". Non so perché siano stati chiamati "nuovi" o "filosofi".
C'è stata un'epoca all'inizio della guerra in cui loro hanno avuto
bisogno di me. Avevano bisogno di qualcuno che non fosse un filosofo,
ma un autore, un autore riconosciuto che, al contrario di loro, avesse
una qualche conoscenza della Jugoslavia. Dopo alcuni incontri con
Finkielkraut e Bernard Henri Levy, mi fu chiaro che loro volessero
soltanto usarmi. Ma appena presi le difese della Serbia, non mi
vollero più vedere. Questo è un gruppo veramente poco comunicativo. E
appartiene al Quarto Reich. Ci sono un sacco di soldi in ballo. E
potere. In Francia i libri e i mezzi elettronici sono completamente
controllati da una catena di gente come questa. Non si riesce più a
far arrivare nessuna notizia. La stampa francese e la TV sono
pressoché totalmente sotto il controllo di Bernard Henri Levy, così
come di Finkielkraut. Alcune persone lo ridicolizzano, ma in virtù di
tutti quegli indecenti, decorati, pessimi diari che lui [Levy]
pubblica sulla guerra in Bosnia, nessuno lo attacca più. Non un
singolo attacco. Prendono tutto come una buona letteratura. Tutto
quello che basta fare è prendere un paio di frasi nel dizionario
Robert's dei luoghi comuni. Il suo lavoro è sbagliato nei suoi punti
di vista, e pieno di errori di grammatica. Da non credere. Ma nessuno
fa niente. C'è in giro un sacco di denaro, e di potere. Tutto questo
mi fu chiaro dopo che mi incontrai un paio di volte con i "nuovi
filosofi". Decisi di non firmare nulla. E non sarei più andato ai loro
incontri. Hanno usato questo fatto contro di me, ma è meglio così.

DOMANDA: Questi signori Finkielkraut e Levy pero' mi interessano.
Potrebbero guadagnare soldi scrivendo altro, invece il primo elogia la
democrazia di Tudjman, l'altro dice che l'Europa inizia a Sarajevo.
Chi li ha ingaggiati?

HANDKE: Gli intellettuali (non intendendo niente di negativo) non sono
a corto di denaro, oggigiorno. Perciò non è il denaro che li spinge.
E' il potere, il potere più del denaro. Certamente denaro e potere
sono strettamente connessi. Bernard Henri Levy, credo, non ha una
spiegazione per la sua demonologia. E' taciturno, ma ingannevole.
Taciturno e ingannevole, malizioso. E' una meraviglia speculare come
il suo diario di Bosnia ci mostri una quadro in cui esiste un secondo
potere, oltre a quello del governo, di Chirac, etc., un potere etico e
morale. Questo è quello che lui immagina. Ma questa è la difficoltà,
poiché moralmente ed eticamente, lui è una papera morta. (Come noi
diciamo in un proverbio austriaco, "sotto il cane").

Una volta vidi una scena girata, penso, dalla TV tedesca, in cui Levy
va al Centro Culturale Jugoslavo a Parigi, con un gruppo di suoi
seguaci. A questo punto la donna che dirige il centro desidera
chiudere l'edificio. Lei rifiuta di passare la chiave agli intrusi.
Levy e il suo assistente, prendono la chiave alla donna con la forza.
Per due o tre minuti questa donna, abbastanza anziana, urla, grida:
"No, non voglio darvi la chiave, non vi appartiene. Non potete entrare
qui."

Levy rimane li, proprio come il commissario comunista dei film di
seconda categoria con il suo soprabito di pelle nero, e, sorridendo,
osserva il suo amico mentre rigira e strappa la chiave dalle mani
della donna. Questa immagine dovrebbe essere trasmessa dai notiziari
della sera, per tutti i tre minuti, su ogni emittente TV del mondo per
far vedere come questo autoproclamato difensore di Sarajevo e della
Bosnia, si comporta con la gente di tutti i giorni. Mi piacerebbe che
tutto il mondo lo guardasse.

DOMANDA: E' convinto che tutte queste persone che oggi fanno queste
cose, potranno correggersi?

HANDKE: No, sarebbe troppo facile. E' tragica, la storia della
Jugoslavia, la storia dell'Europa in questo secolo. Come la storia
avviene e come la storia viene scritta, sono due cose unite insieme.
Questa storia va insieme con la storia del popolo ebreo. Queste sono
le due storie tragiche. E probabilmente non saranno corrette. Pensare
in questo modo, che un giorno le cose potranno essere viste
differentemente, penso, sarebbe un falso ottimismo. Questa gente non
cambia. Con il loro linguaggio e le loro immagini hanno commesso così
tanti crimini, crimini veri, contro la Jugoslavia. Ci sono crimini che
possono solo essere perpetuati. Non c'è via di ritorno.


(a cura di Olga, da Parigi, e di Andrea, da Roma)

Da "Stvarnost", bollettino del SKJ u Srbiji (Lega dei Comunisti di
Jugoslavia in Serbia), Belgrado, marzo-giugno 2000

IL GUSTO AMARO DELLA PRIVATIZZAZIONE

La "geniale scoperta", da parte dei teorici borghesi a meta' degli
anni Ottanta, del fatto che tutti i mali dell'economia socialista
avrebbero origine per lo piu' dalla defezione della iniziativa
privata e dalle sovrastrutture politico-economiche eccessivamente
burocratizzate, avrebbe forse potuto anche ingannare quegli
osservatori non sufficientemente informati, o quelli in cattiva fede.
In parte, la crisi e' stata certo dovuta proprio al sistema economico
molto rigido vigente nell'ex Unione Sovietica. Tuttavia, i rimedi
essenziali erano stati gia' approntati, in laboratori da lungo tempo
dimenticati, da parte di inventori un tempo in disgrazia, sulla base
di ricette del secolo scorso.

Con l'ideologia ben mascherata del "monetarismo" e' iniziata - con
l'aiuto del conservatorismo aggressivo e subdolo i cui portavoce sono
stati Margaret Thatcher e Ronald Raegan - la messa in pratica, o
meglio la rivincita di uno spettro del passato. Tutto quello che si
era concluso con la rottura degli anni Trenta, nota come "Grande
crisi economica" e risoltasi con la Seconda guerra mondiale, adesso
ha ripreso vigore. Innanzitutto sono risorte le regole inviolabili
del capitalismo liberale, grazie ad una abile messa in scena, e con
la regia del "ceto giornalistico". I bilanci parificati, una labile
legislazione sociale, la flessibilita' della forza-lavoro, la
frantumazione dei sindacati, la rigida politica monetaria nonche' il
controllo onnipresente hanno intorpidito ed ubriacato la maggiorparte
del mondo socialista, gia' ben drogato dalle proprie sciocchezze. Il
risveglio da ogni ubriacatura anzitutto significa intontimento, e
proprio questa e' la fase in cui si trovano adesso molte societa'
dell'ex blocco orientale.

Uno degli elementi piu' importanti nella neo-liberalizzazione
generalizzata del panopticum economico mondiale e' incarnato da
una "parola magica": privatizzazione. Come funziona la sua
realizzazione, da che cosa e' motivata, qual e' il suo ruolo
nell'odierna mondializzazione dei mercati globali?

A differenza di quanto pensano numerosi teorici dell'economia, che
fanno della privatizzazione un elemento cruciale della ricostruzione
di ogni economia avviata al moderno sistema di produzione, essa ha
anche altri aspetti che non sono neanche poi cosi' produttivi come
vorrebbero sostenere questi fautori delle "soluzioni di transizione".
Tale processo ha avuto il suo impulso iniziale con la politica
thatcheriana (...). Dapprima esso e' stato stimolato per garantire
grandi mezzi finanziari, per ragioni del tutto pratiche, per il
riequilibrio dei bilanci statali, che e' la leva centrale della
politica neoconservatrice. Piu' tardi, alla privatizzazione si e'
attribuito un forte stimolo economico nell'ambito della generale
prostrazione alla microeconomia e dell'uscita dalla politica
cosiddetta "di deficit finanziario".

Bisognerebbe ricordare che proprio con l'aiuto del deficit di
bilancio e' stato edificato l'intero sistema post-bellico della
societa' capitalista occidentale. Si nasconde accuratamente il fatto
che queste economie hanno costruito il loro alto standard di
produttivita' proprio su misure semi-socialiste di carattere
pianificato, sul mercato controllato della forza-lavoro, su forti
strumenti di regolazione della politica agricola e su lavoratori
fortemente tutelati, dietro ai quali erano sindacati forti. Tutto
cio' e' stato sostenuto da una politica monetaria permissiva. Quando
poi, a causa delle contraddizioni interne e dell'enorme peso
economico, l'intero sistema si e' rovesciato, ai teorici occidentali
non e' rimasto altro da fare che, lasciata da parte la teoria
generale keynesiana dell'interesse e del denaro, ritornare a
soluzioni da lungo tempo abbandonate, il cui principio di fondo e' la
cosiddetta legge di Sej [?] sull'equilibrio tra domanda ed offerta.
Questo principio era caduto con il superamento della gia' menzionata
crisi degli anni Trenta. Una delle "soluzioni di salvataggio" si e'
ora riattualizzata, sotto la forma della privatizzazione.

Questa, concretamente, significa la svendita sul mercato (leggi:
deprezzamento) della fatica pluridecennale e di tutto cio' che le
generazioni prima di noi hanno creato con il lavoro collettivo, per
soddisfare gli appetiti delle grandi compagnie internazionali di
ottenere a basso costo i mezzi di produzione, la forza-lavoro,
determinate posizioni sui mercati esteri e cosi' via.
Lo strumento piu' utile per attuare questo processo e' proprio
l'assegnazione dei diritti di proprieta' agli individui, che
diventano di fatto proprietari isolati di piccole quantita' di beni,
il cui destino logico - nell'ambito di una liberalizzazione
generalizzata - e' un ambito di esistenza precario: la borsa.
Li', in un rapporto fittizio tra domanda ed offerta, si effettua la
trasformazione sostanziale della proprieta' o, per meglio dire, la
svendita ed il trasferimento della proprieta' dalle mani di quelli
che fino a ieri erano i produttori, ora promossi a piccoli
proprietari, alle mani delle grandi compagnie transnazionali.

Il processo di privatizzazione e', appunto, il processo di
ingrandimento della piccola proprieta', che oggi su scala mondiale si
attua sotto il giogo di alcune grandi istituzioni bancarie
investitrici. Anche se tutto cio' e' ancora lontano dal nostro mondo
[nota: l'articolo risale alla primavera del 2000... ndT],
bisognerebbe ben ricordare i nomi di questi enormi dragoni finanziari
che, in soli pochi minuti, possono devastare altrettanto grandi
economie, come erano fino a ieri quella russa, quella brasiliana, o
le economie dell'estremo Sud-est asiatico. Si tratta di compagnie dai
nomi accattivanti, ma dalle intenzioni, in fondo, pericolose, come
la "Goldman Sachs", la "G.P. Morgan", la "Morgan Stanley Dean
Witter", la "Merrevill Linch", ed alcune altre. Di questo molto
probabilmente vi convincerete presto anche da soli.
(Jugoslavo)

[Traduzione a cura della redazione di "Voce Jugoslava" su Radio
Citta' Aperta - http://www.radiocittaperta.it - ogni martedi dalle
ore 13 alle ore 14 in diretta radiofonica nel Lazio, ed ovunque via
internet]

DUE PASSAPORTI BOSNIACI DAI TALEBAN

DVOJICA TALIBANA SA BOSANSKIM PASOSEM U KABULU

Mudjahedini severne alijanse pronasli su 22. novembra dva bosanska
pasosa u jednoj kuci koju su talibani u bekstvu napustili.
Predsednik muslimansko hrvatske vlade, Alija Behmen, izjavio je da su
pasosi pripadali dvojici lica iz islamskih zemalja koja su bosansko
drzavljanstvo dobili, ali im je ono sada oduzeto. Prosle nedelje 94
stranca izgubila su bosansko drzavljanstvo u okviru mera koje vlada
sprovodi posle 11. septembra. Dzon Silvester, general Usa je naglasio da
ce njegove jedinice zajedno sa bosanskom policijom nastaviti da
"procesljavaju teren kako bi otkrili i unistili teroristicku mrezu koja
odavde planira napade i vrbuje pristalice."

Mujaheddin dell'alleanza del nord hanno ritrovato ieri due passaporti
bosniaci in una casa abbandonata dai taleban a Kabul. Il primo
ministro Alija Behmen della federazione musulmana croata ha detto che i
passaporti appartenevano a due islamici che avevano ottenuto la
cittadinanza bosniaca, ormai revocata. Dopo l'11 settembre, il governo
ha riesaminato le cittadinanze concesse a stranieri: la scorsa settimana
ne sono state revocate 94. John Sylvester, generale dell'esercito Usa,
ha detto che le sue unità e la polizia bosniaca continueranno a
"identificare ed eliminare la rete terroristica che da qui programma
attacchi e recluta seguaci".

(da "Il Manifesto" del 23 Novembre 2001)

Subject: Appeal: PROTECT THE FREEDOM
FIGHTERS AND VICTIMS OF TERRORISM!
Date: Sun, 25 Nov 2001 03:03:34 +0100
From: "Vladimir Krsljanin" <vlada@...>

Appeal
PROTECT THE FREEDOM FIGHTERS
AND VICTIMS OF TERRORISM!

Monster-tribunal in the Hague, the most
outrageous instrument of international terrorism
have raised its third "indictment" against
Slobodan Milosevic and Serbian people.
The most consequent defender of the preservation
of Yugoslavia and of equality of its peoples,
strongest supporter of all peace plans of the
so-called International Community for Bosnian
civil war, person celebrated for Dayton-Paris
peace agreement is now charged for genocide and
all other evils in Bosnia!
Western governments destroyed the former
Yugoslavia in blood, terror and destruction,
directly and by supporting chauvinists as
democrats, and in alliance with Bin Laden & KLA
terrorists. With three "indictments" against
Slobodan Milosevic (Kosovo, Croatia and now
Bosnia) it appears that:
For all their crimes one man should be convicted
- Slobodan Milosevic!
For all their destruction one nation should pay -
Serbs!
If Slobodan Milosevic will be convicted, Republic
of Srpska will disappear and FR Yugoslavia
destroyed by NATO bombs will pay war
reparation, office of the Prime Minister of
Republic of Srpska Mr. Mladen Ivanic stated.
By such conviction of Serbian will for freedom,
Europe would totally loose its face and prove its
colonial status.
The Hague "tribunal" never charged single
Albanian terrorist despite they have been
organized, financed and trained by Osama Bin
Laden, among other American and international
terrorists.
Physical torture against president Slobodan
Milosevic is resumed - that's today's latest news
from the Hague. Electric light which was 24 hours
turned on in his prison cell in first weeks of his
illegal detention is turned ON AGAIN! Ten years
head of Serbian and Yugoslav state is prevented
from sleeping! Is it called 'democracy' or 'human
rights'?
In his open letter to presidents Bush and Putin,
famous Russian physicist, member of Russian
Academy of Sciences, professor Belokon'
proposed that Slobodan Milosevic should be
elected president of an International Committee
for Fight Against Terrorism.
This is one of crucial moments of our struggle. It
is time to
- give strong statements of support to president
Milosevic and against the terrorist "tribunal"
- send letters and petitions to the leaders of
Western countries
- bombard media with the truth
- demonstrate.
FREEDOM FOR FREEDOM FIGHTERS!
JAIL FOR TERRORISTS!

Subject: SPS: ZAUSTAVITI OPTUZBE PROTIV BORCA ZA MIR
Date: Fri, 23 Nov 2001 22:21:44 +0100
From: "Vladimir Krsljanin" <vlada@...>

Socijalisti~ka partija Srbije

Glavni odbor

Beograd, 23. novembar 2001. g.

SAOP[TEWE

Socijalisti~ka partija Srbije
najenergi~nije osu|uje i odbacuje besramne
tvrdwe iznete u politi~ki montiranoj
kvazioptu`nici protiv predsednika Slobodana
Milo{evi}a u vezi sa wegovom ma kakvom
odgovorno{}u za ratna zbivawa u biv{oj Bosni
i Hercegovini.

Dana{we saop{tewe portparola tzv.
tu`ioca kvazitribunala u Hagu, kojim se
iznosi tvrdwa da je predsednik Milo{evi}
odgovoran za genocid u biv{oj BiH predstavqa
jo{ jedan dokaz da je monstruozni tzv.
tribunal u Hagu institucija ~iji je iskqu~ivi
zadatak i svrha postojawa da okrivi srpski
narod za sva zbivawa vezana za razbijawe
nekada{we SFRJ, iako je on bio najve}a `rtva
tih zbivawa, a ~itav svet dobro zna da je
proces rasturawa Jugoslavije kreiran,
usmeravan i direktno rukovo|en upravo od
strane onih koji su stvorili i bili glavni
sponzori tzv. ha{kog tribunala. Re~ je o tome
da se `rtva proglasi krivcem, a da se krivica
zlo~inca sakrije.

Socijalisti~ka partija Srbije,
pru`aju}i punu podr{ku svom predsedniku
Slobodanu Milo{evi}u, isti~e da je upravo
predsednik Milo{evi} bio taj koji je kqu~no
doprineo uspostavqawu mira na teritoriji
nekada{we BiH i sklapawu Dejtonsko-Pariskog
mirovnog sporazuma. Ta wegova kqu~na uloga
priznata je od svih u svetu, ukqu~uju}i
svetsku organizaciju. Socijalisti~ka partija
Srbije nagla{ava da je na{a politika, ~iji
je kreator predsednik Milo{evi}, uvek bila
zasnovana na ideji mira i ravnopravnosti svih
qudi, naroda i dr`ava.

To join or help this struggle, visit:
http://www.sps.org.yu/ (official SPS website)
http://www.belgrade-forum.org/ (forum for the world
of equals)
http://www.icdsm.org/ (the international committee
to defend Slobodan Milosevic)
http://www.jutarnje.co.yu/ ('morning news' the only
Serbian newspaper advocating liberation)