Informazione

29 NOVEMBRE - "DAN REPUBLIKE"

29/11/1990: mentre si festeggia per l'ultima volta la festa
nazionale nella Jugoslavia federativa ed unitaria, tutti i giornali
pubblicano le "rivelazioni" della CIA che giura che il paese si
sta per disintegrare.
All'inizio dello stesso mese il Congresso degli Stati Uniti
d'America aveva approvato la legge 101/513 per l'appoggio alle
leadership liberiste, nazionaliste e secessioniste.

> http://www.geocities.com/Pentagon/Barracks/3824/Image14.jpg
> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/files/29novI.jpg


"...Vorrei rispondere ad un signore che ha posto una
domanda sulla presenza ed il significato della stella
rossa sui monumenti del comune di S. Dorligo.
Nel 1990, dopo i fatti che si sono susseguiti, la
Repubblica Socialista di Slovenia e' diventata
una repubblica a se stante, hanno abolito varie cose
e per prima cosa la stella rossa dalla loro
bandiera... Ma ancora dopo due anni, il Comune di San
Dorligo della Valle aveva nella sala del Consiglio tre
bandiere: la bandiera italiana, la bandiera dell'Europa
e la bandiera slovena con la stella rossa.
Ci fu una iniziativa ufficiale alla quale partecipo' un
rappresentante di Lubiana per la Slovenia. Terminato il
protocollo, costui si rivolse in via confidenziale al
Sindaco, dicendo: senta ma perche' voi ancora tenete la
vecchia bandiera con la stella rossa? Ed il signor sindaco
gentilmente risponde: se non fosse per quella stella,
qui, noi oggi, non parleremmo in sloveno.
Dunque la stella rossa e' il simbolo per il quale e'
caduta tanta gente del posto, e sui monumenti del paese
restera' per sempre."

(testimonianza di Aldo,
cittadino di Dolina / S. Dorligo della Valle,
paese bilingue in provincia di Trieste)

> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/617

Perchè essere oggi per la difesa di S. Milosevic
e per l'abolizione del Tribunale Penale dell'Aja

di E. Vigna

Nell'affrontare i drammatici eventi verificatisi a Belgrado a fine
Giugno, culminati con il rapimento dell'ex Presidente della Jugoslavia,
occorre partire da un dato, qui in occidente MAI citato ed è quello
che, alla scadenza dei tre mesi di carcerazione nella prigione di
Belgrado, con le accuse più eclatanti che andavano dall'abuso di
ufficio, alla corruzione, a omicidi, stragi, concussioni, ecc. ecc.,
il collegio difensivo dell'ex Presidente della Jugoslavia, aveva
presentato la domanda di scarcerazione entro il 30 Giugno per ASSOLUTA
MANCANZA di PROVE o di accuse supportate da fatti e non da "sentito
dire" o supposizioni personali. E questo nonostante fossero stati
citati 12 testimoni d'accusa considerati decisivi, ma nessuno di essi è
andato oltre genericità, supposizioni, ipotesi di colpevolezza (si veda
il documento allegato in "Jugoslavia 2001", Manes Edizioni).

Ecco che, "casualmente",il 28 Giugno, dopo pressioni, minacce, ricatti,
ultimatum da parte degli USA e della Nato sul governo fantoccio DOS,
scatta l'operazione di rapimento di Milosevic, sotto la regia CIA -
avendo dichiarato lo Stato Maggiore dell'Esercito Jugoslavo di non aver
fornito né un uomo, né un mezzo per l'estradizione dell'ex Presidente.
Emblematica e illuminante sul grado di sottomissione e dipendenza è la
telefonata, avvenuta prima di dare avvio all'operazione di sequestro,
tra il premier Djindjic ed il presidente Kostunica, svelata dal
giornale " Nedeljni Telegraf" (filogovernativo: in Jugoslavia dal 5
ottobre 2000 non esistono più giornali d'opposizione, l'unico che era
rimasto - "24 Ore" - ha chiuso in dicembre per mancanza di soldi... ma
si sa, la libertà e la democrazia Nato hanno un prezzo da pagare ai
nuovi padroni del paese) e poi confermata dallo stesso Djindjic alla
radio B92. Dalle loro stesse parole viene fuori il regista di tutto:
l'ambasciatore americano a Belgrado W. Montgomery, già ambasciatore in
Croazia negli anni della secessione e delle pulizie etniche (anch'esse,
come dichiarato a fine agosto all'agenzia croata Hina, dall'avvocato
L. Misetic difensore dell'ufficiale croato Gotovina, pianificate e
dirette dalla Cia...) e coordinatore a Budapest e Sofia degli "stages"
di formazione per gli attivisti di Otpor e i quadri della DOS del
futuro governo, condotti da personale Cia nel Luglio-Agosto 2000 e in
settembre prima del colpo di stato del 5 Ottobre. Oppure, nelle
dichiarazioni del vice presidente del governo serbo D. Korac alla Radio
France International, dove ha spiegato che era oltre un mese che vi
erano riunioni nella DOS per decidere come fare quest'operazione
delicata per il paese, e dove lo stesso presidente Kostunica vi
prendeva parte ed era d'accordo con questa necessità.

Bastano questi elementi per comprendere come la Jugoslavia non sia più
un paese sovrano e libero, un paese dove l'ambasciatore della nazione
che ha bombardato, distrutto e ucciso migliaia di civili innocenti, dà
ordini e ultimatum a questo governo fantoccio. Dove un elicottero Nato
viola confini e sovranità, preleva e rapisce un cittadino jugoslavo in
disprezzo di qualsiasi concetto di indipendenza e libertà: un paese che
non ha sovranità e indipendenza non può avere nessun tipo di libertà o
di altri diritti. Questo è un principio storico basilare, tutto il
resto sono chiacchere per salottieri opulenti.
Quindi una operazione di banditismo internazionale, a cui dovremmo
ormai essere abituati, visto che è solo l'ultima in ordine di tempo, ma
non l'ultima in prospettiva dati i tempi; una operazione che violenta
con arroganza e tracotanza le leggi e la Costituzione della Repubblica
Federale di Jugoslavia, il tutto al modico prezzo dei leggendari "30
denari", o in questo caso 30 dinari, visto che suddividendo per ogni
cittadino jugoslavo il valore del baratto della vita venduta di
Milosevic tra furfanti serbi e padroni yankee, viene circa questo
valore. Cioè un pugno di dollari per la povera gente jugoslava, ma
sicuramente milioni di dollari per questi novelli Giuda del popolo
serbo, che proprio nel giorno di "Vidovdan" (festa profondamente
radicata nei sentimenti e nella tradizione popolare serba) vendono come
merce di scambio un proprio cittadino in cambio di denaro. Un atto
infame e vergognoso, che resterà come un marchio storico su questi
mercenari prezzolati.
Ancora una volta, l'ennesima in questi 10 anni, è toccato a questo
popolo subire una ulteriore umiliazione e violenza morale, che lo ha
ridotto alla stregua dei popoli croato, bosniaco, albanese, macedone, e
cioè succube dei voleri e diktat della Nato e del liberismo selvaggio
del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale e del
capitalismo occidentale.

Siamo giunti al paradosso che gli aggressori processano gli aggrediti.
Chi giudica chi? I fuorilegge del diritto internazionale e delle leggi
di convivenza internazionale, processano il tre volte eletto Presidente
di un popolo, che non voleva stare al loro gioco e per questo va
piegato e sottomesso.
Questo è il famigerato Tribunale Penale Internazionale dell'Aja per la
Jugoslavia, un organo esecutore dell'imperialismo, ce lo dicono loro
stessi; ricordo che questo stesso cosiddetto tribunale ha archiviato
tutte le accuse per crimini contro l'umanità, l'uso di armi proibite,
cluster bomb e all'uranio impoverito, uccisione e mutilazione di
migliaia di civili (in gran parte donne e bambini), distruzione di
ospedali, scuole, centrali, fabbriche, case, strutture civili e anche
parchi. E non dimenticare il crimine del bombardamento del palazzo
della Televisione di stato a Belgrado e l'assassinio dei giornalisti
jugoslavi colpevoli di lavorare, cose che neanche il vituperato regime
dei Talebani è ancora arrivato a fare.

Una denuncia di centinaia di giuristi, avvocati, magistrati, medici e
personalità di tutto il mondo, contro tutti i governi Nato aggressori è
stata considerata non sufficientemente motivata e archiviata! Altro
che ricerca di latitanti o fuggiaschi, la Jugoslavia è lì, immiserita,
devastata, distrutta ; a disposizione di chiunque voglia documentarsi,
se lo vuole:
MA... come ha dichiarato J. Shea, il portavoce della Nato, circa
l'eventualità di una incriminazione dei governi Nato, quando è stata
presentata la denuncia egli ha serenamente dichiarato : "...dubito che
questo Tribunale (ndr, si riferisce al TPI dell'Aja) morda la mano di
chi lo nutre..." Servono altre profonde analisi?

Personalmente in questi anni non ho condiviso alcune scelte o
valutazioni di politica interna dei governi jugoslavi, mentre spesso
ho condiviso critiche che venivano da forze alla sua sinistra, ma tutto
questo è irrilevante e insignificante perché io/noi viviamo qui e là
per tre volte è stato eletto, ed ancora a settembre 2000 S. Milosevic
ha preso il 43% dei voti da solo contro 19 Partiti: 18 Jugoslavi + 1
straniero, la Nato, non va dimenticato.

Ora io vedo che fino ad un anno fa la Jugoslavia:
- era un paese indipendente, ed oggi non lo è più, oggi è sovraffollato
di uomini CIA, Nato, consiglieri stranieri di vario titolo e mercenari
locali; con marines ed elicotteri Nato padroni a Belgrado;
- era un paese Sovrano ed oggi non lo è più, Kosovo e Montenegro sono
ormai altro, Vojvodina e Sangiaccato si stanno attrezzando; con i
confini e le direttive all'esercito che arrivano da Bruxelles e
Washington;
- era un paese con un forte e radicato senso di Identità e Dignità
nazionali, e oggi è ridotto ad accettare e mendicare continui baratti,
contrattazioni, ricatti, imposizioni, ultimatum, umiliazioni come
quella di rapire un suo ex Presidente della Repubblica proprio nel
giorno di Vidovdan, anniversario della battaglia del 1689 a Kosovo
Poljie, forse la giornata più sentita dal popolo serbo. Mentre nello
stesso momento questo manipolo di governanti "democratici" retribuiti
a Washington, che arresta e perseguita soldati e patrioti jugoslavi
(vedi in "Jugoslavia 2001" il reportage di F. Grimaldi da Belgrado),
libera oltre 200 criminali UCK colpevoli non di efferati crimini, ma
SOLO di aver contribuito all'omicidio e scomparsa di oltre 2000 tra
serbi, rom, gorani, kosovari albanesi e altri, ed alla totale Pulizia
Etnica del Kosovo-Metohjia, ridotto ad un narcostato dominato dall'UCK.
- Era un paese dove la Zastava, cuore della classe operaia dei Balcani,
orgoglio della Jugoslavia, raccoglieva fino ad un anno fa lavoratori
di 36 nazionalità, distrutta e devastata con bombe all'uranio dagli
amici e protettori del nuovo governo DOS venduto allo straniero
aggressore, e che in 10 mesi dopo i bombardamenti era già stata
ricostruita di un terzo nonostante isolamento, sanzioni, embargo,
mentre oggi è una fabbrica morta, e da settembre 2000 non un muro è
stato ricostruito, nonostante i dollari elargiti o donati dal padrone
americano. Oggi i lavoratori Zastava hanno come unica prospettiva
l'emigrazione o la disoccupazione, in quanto la fabbrica è in svendita
al capitale estero; è proprio di questi giorni (settembre) la notizia
di 15500 lavoratori licenziati... come primo passo.
- Era un paese storicamente fiero ed orgoglioso. Oggi è un paese
umiliato, affamato, svenduto, deriso MA NON VINTO. Come ha sottolineato
S. Romano, ex ambasciatore: "...attenzione a voler infierire su questo
popolo, l'Occidente non deve dimenticare che non è stato mai piegato
né dagli ottomani, né dai nazisti, tantomeno dai fascisti italiani
nonostante gli eccidi e i crimini commessi...". E secondo lui la
violenza morale perpetrata con l'estradizione del suo ex Presidente
potrebbe ritorcersi non solo contro il nuovo governo, addomesticato e
disponibile, ma contro l'Occidente stesso, vissuto come impositore e
prevaricatore e non come partner...
Sarà anche lui un agente di Milosevic?...

Queste previsioni sono confermate dalle imponenti manifestazioni di
piazza, solo in quella di fine luglio scorso le agenzie internazionali
stimavano tra le 100.000 e le 150.0000 persone a Belgrado (chiunque
volesse ci sono le immagini) aperto da uno striscione con su scritto
TRADITORI e dove migliaia di persone, in maggioranza donne, portavano
la scritta: "Io sono Milosevic, arrestate anche me!". Oltre alle
manifestazioni in tutte le città della Jugoslavia, io personalmente
sono stato testimone a Kragujevac di un meeting con 7.000-10.000
persone (in una città di 120.000 abitanti!). E in piazza si è
ricompattato un blocco popolare e patriottico, che va dalle forze di
sinistra, quelle patriottiche, fino a quelle che si richiamano alla
dignità nazionale del popolo serbo, oltre a tantissimi che avevano
votato DOS nella speranza di migliorare la propria condizione e futuro.
Un esempio tra tutti: Petar Makara, leader della diaspora serba in
America, personalità che aveva sostenuto per anni Kostunica e che
oggi ha scritto un testo contro il tradimento di Kostunica stesso
(vedi "Emperors Clothes", 5/7/01).

Di fronte a tutto questo, SOPRA tutto questo si erge questo Tribunale
Penale Internazionale dell'Aja che su ordine Nato decreta chi sono i
buoni e i cattivi.
Marchia, ordina, sentenzia prima di un processo, esegue, rapisce
S. Milosevic, tre volte eletto dal suo popolo - e quindi se è colpevole
lo è anche il popolo serbo e jugoslavo, che per 10 anni lo ha scelto
come suo rappresentante e lo ha sostenuto nella politica di resistenza
alle aggressioni (politiche, economiche, militari e morali) contro la
Jugoslavia. E allora, se colpevoli, perché pagare i danni di guerra
(stesso meccanismo usato con l'Iraq - vedi in "Jugoslavia 2001",
allegato Onu sul caso Iraq)?
Cercavano e desideravano un uomo vinto, sconfitto, sottomesso, da
consegnare agli archivi della LORO storia, da far dimenticare...
Ma, come titolava un giornale di Belgrado: "Hanno sollevato il
vento...".
Tra tante responsabilità di vario genere, una colpa S. Milosevic
sicuramente ce l'ha, ed è quella di non essersi piegato alla Nato, di
non aver svenduto il proprio popolo agli affamatori del liberismo
selvaggio, di non aver assecondato la colonizzazione del proprio paese
tramite FMI, Banca Mondiale, i vari Soros e la loro marea
globalizzatrice.
E questa, ai giorni nostri, è una colpa che si paga con l'ergastolo, se
non con la morte.
Come hanno dichiarato i suoi avvocati (d'ora in poi unici portavoce
ufficiali, insieme a Mira Markovic) a nome suo: "Per quanto hanno
frugato e cercato, nelle mie tasche non hanno trovato un solo dollaro,
né sui miei vestiti una sola traccia di sangue...".
Comunque la si pensi, quest'uomo merita rispetto, non foss'altro perché
ha il coraggio di sfidare i padroni del mondo, lo strapotere
dell'imperialismo e le sue atrocità quotidiane contro i popoli e gli
oppressi della terra. E chiunque, in vari modi, cerchi di resistere
allo stato presente delle cose, di mantenere una coscienza fondata su
giustizia ed uguaglianza sociale, indipendenza e progresso sociale
come cardini fondamentali per poter parlare di libertà, non dovrebbe
restare indifferente.

Io credo che la battaglia di quest'uomo solo in quell'aula della Nato,
in piedi e fiero di fronte ai potenti, sia anche la nostra... anche se
qui in Occidente non ce ne rendiamo conto.

"Voi non vedrete mai apparire i piloti della Nato dinanzi ad un
Tribunale dell'Onu. La Nato è accusatrice, procuratrice, giudice ed
esecutore, poiché è la Nato che paga le bollette. La Nato non è
sottomessa al diritto internazionale. Essa è il diritto
internazionale".
(Lester Munson, parlamentare statunitense)

"C'è uno sforzo organizzato di cancellare per sempre dalla memoria
storica tutto ciò che è legato al tempo passato, perché esso ha portato
con sé il socialismo, i comunisti... Di nuovo nel mio paese, per la
seconda volta nel corso di questo secolo, i membri di una generazione
di combattenti coraggiosi moriranno infelici. Domandandosi: sotto
questo cielo serbo, per non dire slavo, non c'è giustizia? I migliori
uomini devono andarsene dalla vita come se alla società avessero fatto
solo del male? E forse quelli il cui contributo alla società è nullo,
quelli che hanno approfittato del lavoro svolto dagli altri e della
guerra combattuta dagli altri, devono essere l'elite? Per la seconda
volta osservo un dolore inconsolabile..."
(Mira Markovic)

"...Io sono il vincitore morale! Io sono fiero di ogni cosa da me
fatta, perché fatta per il mio popolo e per il mio paese, ed in modo
onesto. Io ho solo esercitato il diritto di ogni cittadino di difendere
il proprio paese e questo è il vero motivo per cui mi hanno
illegalmente arrestato. Se voi state cercando dei criminali di guerra
l'indirizzo non è qui a Scheveningen (ndr: il distretto dove è situato
il Tribunale all'Aja) ma al Quartier Generale della Nato..."
(Slobodan Milosevic, 30/08/2001)


Ottobre 2001
Enrico Vigna (Assoc. SOS Yugoslavia - Tribunale R. Clark Italia)

SLOBODAN MILOSEVIC GEGEN HAAGER "TRIBUNAL":
EIN KAMPF GEGEN DIE GLOBALISIERUNG DER BARBAREI
AUF DEM GEBIET DES INTERNATIONALEN STRAFRECHTS

Von Klaus Hartmann und Klaus von Raussendorff
(Der Artikel erscheint demnächst in
"junge Welt" und "Marxistische Blätter")

> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/files/haag_raus.txt
> http://www.free-slobo.de

ZUSAMMENFASSUNG:
Der Kampf des Slobodan Milosevic gegen
das "International Criminal
Tribunal for the former Yugoslavia"
(ICTY) richtet sich gegen ein
ad-hoc-Tribunal, das von den USA und
ihren Verbündeten als Werkzeug ihrer
Aggression auf dem Balkan geschaffen
wurde. "ICTY, das ist das Kürzel für
eine neuartige internationale Strafjustiz
mit folgenden Merkmalen:
Mandatierung als ad-hoc-Tribunal durch
den Sicherheitsrat ohne Grundlage in
UN-Charta und internationalem Recht;
Abkopplung vom Meinungs- und
Willensbildungsprozeß der
Staatengemeinschaft in der
UN-Generalversammlung;
Selbstdefinition der Verfahrensregeln;
Tätigwerden als zweite Instanz in
eigener Rechtsprechung; Abschirmung gegen
die gutachterliche Funktion des
Internationalen Gerichtshof." Die
Anklägerin Carla Del Ponte fordert
öffentlich, "Milosevics Recht auf freie
Meinungsäußerung" einzuschränken.
Der Prozess scheint auf Jahre angelegt.
Mit der schieren Masse von Kriegs-
und Bürgerkriegsvorfällen in "Kosovo",
"Kroatien" und "Bosnien" hoffen
Tribunal und Kriegsmedien die in die
Köpfe gehämmerten Bilder und Deutungen
des Geschehens auf dem Balkan wieder zu
festigen und die NATO von ihren
Verbrechen freizusprechen.
"Milosevics Kampf ist nicht das
verzweifelte letzte Aufbäumen eines
ehemaligen Führers eines kleinen, von den
Transnationalen Konzernen und
ihren NATO-Regierungen unterworfenen
Landes. Sein Kampf ist nicht einfach
Verteidigungsstrategie in einem
politischen Schauprozeß. Milosevic kämpft
gegen eine Institution, die Parteilichkeit
und ungleiches Recht zum Prinzip
erhoben hat. Ziel seines Kampfes ist
nicht einfach, wie sonst in politischen
Prozessen üblich, politisch motivierte
Rechtswillkür einer im Rahmen der
bürgerlichen Rechtsordnung ansonsten
'normalen' rechtsprechenden Instanz
abzuwehren und zu entlarven. Der
'Angeklagte' Milosevic steht in Den Haag
gegen ein neuartiges Konzept, das mit dem
Grundsatz gleichen Rechts
definitiv gebrochen hat. Das Haager
'Tribunal' wurde illegal geschaffen. Es
ist von vornherein Partei. Die Natur des
Tribunals selbst verhindert einen
'fairen Prozeß'. Der Kampf gegen das
Haager 'Tribunal' ist der Kampf gegen
einen Modellversuch der Anpassung des
internationalen Strafrechts an die
neue Weltkriegsordnung der USA,
Deutschlands und ihrer Verbündeten. Es
ist der Kampf gegen den Rechtszynismus
der konzerngesteuerten Medienöffentlichkeit,
unter deren Einfluß auch die Linke steht. Dem
'Angeklagten' in Den Haag gebührt die
Anerkennung und Solidarität der
friedliebenden und rechtsbewußten
Menschen aller Länder."
"...die ersten drei Auftritte Milosevics
vor dem 'Tribunal' haben weltweites
Aufsehen erregt. Selbst seine Kritiker
konnten zur eigenen Überraschung
einen souverän auftretenden und brillant
argumentierenden Verteidiger der
Freiheit und Souveränität der Völker
erleben. Wenn nur einige Regierungen,
z.B. Chinas und Rußlands, mutig und
unabhängig genug wären, könnte sich
Widerstand gegen Den Haag auch in den
Vereinten Nationen regen." Die Autoren
des Beitrags, die dem Internationalen
Komitee für die Verteidigung von
Slobodan Milosevic angehören, appellieren
insbesondere an Menschen in der Anti-Kriegs-
und Anti-Globalisierungsbewegung mit dem
Argument, dass das Haager Tribunal nichts
mit "normalem" internationalen Strafrecht
zu tun hat sondern ein Werkzeug zur
Durchsetzung der Weltkriegsordnung ist,
gegen die sie protestieren und Widerstand
leisten, und dass daher der Kampf von
Slobodan Milosevic auch ihr Kampf sein sollte.

> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/files/haag_raus.txt
> http://www.free-slobo.de

SOLDATINI

------- Forwarded message follows -------
Date sent: Mon, 26 Nov 2001 07:38:10 +0100
To: pck-pcknews@...
From: Alessandro Marescotti
Subject: padroni della guerra, anno 2001
Forwarded by: news@...


Padroni della guerra

A guidare le Forze Armate italiane in guerra è il ministro della
Difesa Antonio Martino, che a suo tempo non ha fatto il militare: fu
riformato per "ridotte attitudini militari". Anche il ministro degli
Esteri Renato Ruggiero è stato sfortunato: quindici giorni prima di
indossare l'uniforme cadde dagli sci a Roccaraso e ottenne l'esonero.
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha fatto solo pochi
giorni di Car (Centro addestramento reclute) e poi è ritornato a casa:
non ha avuto neanche il tempo per scattarsi una foto col fucile in mano
da inserire nella sua biografia illustrata, quella distribuita a
tutti gli italiani per le elezioni. Il leader dell'opposizione Francesco
Rutelli le armi non le voleva assolutamente usare e si è dichiarato
obiettore di coscienza: tuttavia ora è schierato per la guerra. Il
presidente degli Stati Uniti George Bush ha invece fatto il servizio
militare (a differenza di Bill Clinton) ma come il suo predecessore non
ha provato l'emozione del Vietnam.
Volete un'informazione utile? Se state partendo per il militare
controllate se avete una sinusite cronica: basta per non indossare la
divisa e seguirete così le orme del ministro degli Interni Claudio
Scajola.
Il sottoscritto ha fatto le guardie armate con la broncopolmonite
cronica, ma pazienza, gli sarà sfuggita qualche informazione. Al
ministro Umberto Bossi invece non è sfuggito nulla: "nipote di
inabile" ha saputo sfruttare una vecchia leggina che ad alcuni milioni
di italiani è forse sfuggita.

Alessandro Marescotti

N.B. Per la stesura del testo mi sono avvalso delle informazioni
apparse sul Corriere della Sera del 7/11/2001.


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