Informazione
EMBARGHI E URANIO IMPOVERITO:
vecchie e nuove armi di distruzione di massa dell'occidente e della
NATO.
Dopo le bombe all'uranio impoverito e agli agenti chimici su IRAQ e
Jugoslavia i paesi della NATO
continuano a colpire questi e molti altri popoli con embarghi e sanzioni
che solo in IRAQ hanno causato un
milione e mezzo di morti in dieci anni (pi� di 700.000 di questi morti
sono bambini).
Contro la disinformazione e le menzioni dei media delle democrazie
occidentali il Coordinamento romagnolo
contro la guerra e la NATO e il Comitato contro la guerra e la NATO -
Ravenna vi invitano alla
presentazione di iniziative contro gli embarghi con proiezione del video
POPOLI DI TROPPO di FULVIO
GRIMALDI.
Sar� presente l'autore appena tornato dalla Jugoslavia.
- venerd� 13/10 ore 21
presso il centro autogestito PELLE ROSSA
Vicolo della Stazione 52 Cesena
- sabato 14/10 ore 21
presso Sala Forum
Via Berlinguer 11 Ravenna
PS:
Vi preghiamo di inoltrare questo messaggio a tutti i vs.contatti e di
pubblicizzare l'iniziativa. Grazie
---
GLOBALIZZAZIONE
e IMPERIALISMO
Guerre imperialiste, neoliberismo, colonialismo; ma anche grosse spinte
di
ribellione e di resistenza.
Ci dicono che la globalizzazione � un processo �nuovo� che avanza
inarrestabile e sempre pi� velocemente: ma intanto il mondo � devastato
dalle guerre generate dall�unica superpotenza rimasta (gli U.S.A.); gli
stessi che 30 anni fa bombardavano il Vietnam, oggi con embarghi e
guerre
tengono in ostaggio interi popoli e impongono sul mondo il loro �nuovo
ordine�.
Chi vuole farci credere che non sia possibile opporsi a questa nuova
forma
dell�imperialismo ?
Emerge la necessit� di costruire un percorso autonomo di riflessione
nella
sinistra per non farsi inghiottire dalle verit� preconfezionate dei mass
media�
SABATO 14 OTTOBRE
Ore 18 : DIBATTITO
INTERVIENE: DOMENICO LOSURDO
Ore 20.30: CENA POPOLARE
(per la cena � meglio prenotare...)
PRESSO Il Circolo Culturale Marchesi
via Spallanzani 6 (MM1 P.ta Venezia)
(Milano)
ORGANIZZANO :
COLLETTIVO GIOVANILE RESISTENZA
CIRCOLO CULTURALE CONCETTO MARCHESI
---
ROMA
Comunichiamo che il 19 di ottobre alle ore 10,30 all'Universit� La
Sapienza di Roma alla facolt� di scienze politiche si terr�
un'assemblea dibattito sul tema "Jugoslavia: il grande inganno
mediatico e il vecchio disordine mondiale".
---
Subject:
[noocse-bo] richiesta di solidariet�
Date:
Thu, 28 Sep 2000 15:47:31 +0200
From:
Gianni_Paoletti/CGILER%CGILER@...
Reply-To:
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To:
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Cari/e compagni/e
Vi invio copia di una richiesta di solidariet� da parte della
FILT CGIL del Trentino a proposito di una loro iniziativa in merito alla
strage della funivia del Cermis provocata da un aereo degli USA.
Credo che valga la pena di prenderla in considerazione.
fraterni saluti
Gianni Paoletti
(See attached file: FILT TRENTO 28 09 00.doc)
Cermis
Una sentenza indegna
F.I.L.T./C.G.I.L. DEL TRENTINO - Via dei Muredei n� 8 - 38100 TRENTO
Tel.: 0461/303931 - Fax: 0461/303951 - E-mail:trentino@...
APPELLO ALLA SOLIDARIETA'
Siamo i sindacalisti della FILT/CGIL del Trentino che - a seguito
della
strage del Cermis - hanno osato promuovere un'azione giudiziaria presso
il
Tribunale di Trento contro gli Stati Uniti d'America per chiedere
al
giudice italiano di inibire i voli militari sui cieli del
nostro
territorio, a tutela della vita di tutti i lavoratori ed i cittadini.
Com'� noto, nel processo si � inserito il Governo italiano
che -
promuovendo una causa contro di noi presso la Suprema Corte di
Cassazione -
ha ottenuto il trasferimento dell'azione giudiziaria da Trento a
Roma. I
risultati di questa proditoria manovra ci hanno visto
soccombere
pesantemente. Il 3 agosto u.s. il massimo organo di giustizia nazionale
ha
sentenziato che <i velivoli militari americani hanno piena libert�
di
esercitarsi nei cieli italiani, anche a bassa quota, e nessun
cittadino
(singolo o in associazione) pu� citare in giudizio gli Stati
Uniti
d'America a tutela della propria incolumit� fisica>.
Al danno giuridico e politico prodotto dalla sentenza, sono seguite
anche
le beffe. I giudici della Cassazione ci hanno condannato a pagare
circa
50.000.000 di spese legali, da ripartirsi fra i due governi.
Il nostro obiettivo ora, � quello di portare la questione alla Corte
di
giustizia europea. Ma dopo questo "salasso economico", la nostra
azione �
stata fortemente compromessa. Siamo una piccola organizzazione
sindacale,
che conta poco pi� di 1300 iscritti e un patrimonio di poche decine
di
milioni, ed abbiamo un disperato bisogno di risorse per affrontare
questa
nuova iniziativa.
PERTANTO, RIVOLGIAMO UN APPELLO A TUTTI I LAVORATORI, AI CITTADINI,
AI
PARLAMENTARI, ALLE FORZE POLITICHE E SOCIALI, AI COMITATI AFFINCHE'
CI
AIUTINO A PROSEGUIRE QUELLA CHE CREDIAMO SIA UNA BATTAGLIA DI CIVILTA'.
VI PREGHIAMO DI INVIARCI, NEI LIMITI DELLE CAPACITA' DI CIASCUNO/A,
UN
CONTRIBUTO IN DENARO A MEZZO:
1. BONIFICO BANCARIO, SUL C/C N� 03/301147 ABI 08304 CAB 01804
PRESSO
LA CASSA RURALE DI TRENTO - FILIALE N� 3 - VIA DON SORDO - 38100 TRENTO
INTESTATO A: "FILT/CGIL DEL TRENTINO - RACCOLTA FONDI CAUSE CERMIS",
2. VAGLIA POSTALE, INTESTATO A: FILT/CGIL DEL TRENTINO VIA DEI
MUREDEI
N� 8 - 38100 TRENTO SPECIFICANDO SULLA CAUSALE: "RACCOLTA FONDI CAUSE
CERMIS".
NON LASCIAMO CHE IL CERMIS RIMANGA
L'ENNESIMA STRAGE IMPUNITA!
Cronistoria causa civile FILT/CGIL del Trentino
contro i Governi ITALIA e U.S.A.
3 febbraio 1998: Alle ore 15:12 un velivolo militare di propriet�
degli
Stati Uniti d'America, stanziato ad Aviano, nel sorvolare ad alta
velocit�
i cieli presso l'abitato di Cavalese, taglia di netto i cavi della
funivia
causando la caduta della cabina e la morte del manovratore Marcello
VANZO e
di diciannove turisti.
12 febbraio 1998: La FILT/CGIL del Trentino si costituisce parte
civile
nell'instaurando procedimento penale contro i militari americani
autori
della strage.
27 marzo 1998: I legali della FILT/CGIL, preso atto della
volont�
manifestata dal governo americano di avvalersi dei trattati
internazionali
per processare "in casa" i propri militari responsabili della strage
ed
intuendo che l'azione penale promossa dagli inquirenti trentini
non
produrr� effetti, depositano avanti il Tribunale civile di Trento un
atto
di citazione contro gli Stati Uniti d'America, affinch� il giudice
italiano
accerti e dichiari che "l'attivit� d'addestramento svolta dai velivoli
da
guerra appartenenti agli U.S.A., sopra il territorio della provincia
di
Trento, reca grave pericolo alla vita, all'incolumit� fisica ed alla
salute
dei lavoratori (?); condannare di conseguenza gli U.S.A. (?) a cessare
del
tutto ed in modo assoluto l'attivit� pericolosa accertata, evitando
tra
l'altro il sorvolo della provincia autonoma di Trento mediante velivoli
da
guerra". Il processo � fissato a Trento per il 9 dicembre 1998.
26 maggio 1998: La Procura della Repubblica presso il Tribunale di
Trento,
dopo una puntuale indagine condotta dai procuratori Granero e
Giardina,
rinvia a giudizio i piloti responsabili della strage (Ashby,
Schweitzer,
Raney e Seagraves) e gli ufficiali comandanti di Aviano (Muegge,
Peppe,
Rogers).
13 luglio 1998: Come previsto, il Giudice per le Indagini
Preliminari
Ancona, con sentenza n� 161/98, dichiara di non doversi procedere
"nei
confronti di tutti gli imputati (?) per carenza di giurisdizione
del
giudice penale italiano", mandando assolti tutti i militari autori
della
strage.
19 novembre 1998: Gli Stati Uniti d'America, rappresentati dal
proprio
Dipartimento di Giustizia, si costituiscono in giudizio nel
procedimento
civile intentato dalla FILT/CGIL, chiedendo al giudice del Tribunale
di
Trento di respingere l'azione sindacale per i seguenti motivi: a)
difetto
di giurisdizione del giudice italiano per inammissibilit� della
richiesta
sindacale di inibire i voli militari, in quanto trattasi di "vere e
proprie
attivit� di Governo"; b) immunit� dello stato estero; c) liceit�
delle
esercitazioni aeree americane sui cieli alpini.
3 dicembre 1998: Colpo di scena inaspettato. Il governo
italiano,
rappresentato dal Presidente del Consiglio dei Ministri D'Alema e
dal
Ministro della Difesa Scognamiglio, entra nel processo civile fra
la
FILT/CGIL e gli Stati Uniti d'America, notificando al Sindacato un atto
di
intervento volontario, depositato avanti il Tribunale di Trento, ed
un
ricorso per regolamento di giurisdizione, presentato avanti le
Sezioni
Unite della Suprema Corte di Cassazione a Roma. L'intervento del
governo
italiano, a fianco di quello americano (richiesta di "dichiarare il
difetto
assoluto di giurisdizione" e di rigettare le richieste
sindacali), �
finalizzato esclusivamente ad allontanare il processo dalla sua
sede
naturale (Trento) e trasferirlo a Roma.
9 dicembre 1998: Il giudice istruttore del Tribunale di Trento, preso
atto
del ricorso per Cassazione del governo italiano contro il
Sindacato,
sospende il processo in attesa delle decisioni che assumer� a Roma
la
Suprema Corte.
4 gennaio 1999: La FILT/CGIL del Trentino, per tramite dei suoi
legali,
presenta un controricorso in Cassazione, opponendosi al governo
italiano,
chiedendo che "sia affermata la giurisdizione dell'autorit� giudiziaria"
di
Trento.
30 aprile 1999: Dopo l'assoluzione negli Usa del pilota del marzo
1999,
anche il governo americano si associa a quello italiano e presenta
un
ricorso per regolamento di giurisdizione contro la FILT/CGIL del
Trentino
presso la Corte di Cassazione chiedendo "previa riunione del ?
procedimento
con quello instaurato (dal Governo Italiano), ? il difetto di
giurisdizione
del giudice italiano".
7 aprile 2000: La FILT/CGIL, all'approssimarsi del processo davanti
la
Corte di Cassazione in Roma, fissato per il 14 aprile 2000, lancia
un
appello a tutti i cittadini democratici, ai parlamentari, alle
forze
politiche, alle associazioni, ai comitati, invitandoli a chiedere
al
Presidente del Consiglio D'Alema, di ritirare la causa intentata a
Roma
contro il Sindacato. L'appello ottiene numerosi consensi da ogni
parte
d'Italia: decine di fax giungono alla sede del governo, a
sostegno
dell'iniziativa sindacale. D'Alema non recede dalla sua posizione.
14 aprile 2000: Davanti ai giudici della Suprema Corte di Cassazione
in
Roma, inizia il processo intentato dai due governi Italia e U.S.A.
contro
la FILT/CGIL del Trentino.
3 agosto 2000: In piena estate e ad istituzioni in ferie, la
Cassazione
deposita la sentenza che accoglie in pieno le tesi dei governi italiano
ed
americano, affermando che uno stato estero non pu� essere processato e
che
i voli d'addestramento militare, anche se pericolosi, sono
sempre
legittimi.
f.f.
A chi volesse saperne di pi� pu� trovare tutte le informazioni utili sul
sito
http://www.cgil.it/fiom.trentino/Cermis/cermis.html
Per partecipare: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
Iscriversi: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
Cancellarsi: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
Problemi in lista? This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
Web: http://www.contropiani2000.org - No Copyright Zone
Segnalazioni per il sito: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
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KONKRET-Magazin, Ruhrstr.111, D-22761 Hamburg, Germany
Juergen Elsaesser
Tel. xx49-331/6005211
Fax. xx49-331/6005213
Mobil 0171/1720368
Email: J.Elsasser@...
Website: www.juergen-elsaesser.de
On Sale next week: New Book about the Lies of the Kosovo-War
Dear Ladies and Gentlemen
of the International Media,
what will the successfull revolt against Milosevic bring? Will there be
peace
and stability in the Balkans? After the �public enemy� No. 1 of Nato is
off the
political scene - will we be able to discuss more freely also the
mistakes and
crimes of the western countries against the yugoslav and serbian people?
On 15th October, my new book about the lies of Nato in the
Kosovo-conflict is on
sale in Germany. A big presentation during the Frankfurt Book Fair will
take
place on the 20th October, ex-general Heinz Loquai (the officer who was
fired by
MoD Scharping because of his critic of the war) will join me in this
event.
All details about the book and the author you can find below.
I would appreciate if you could come to Frankfurt and we could meet
personally
and discuss the latest events, or if you would write a review of the
book for
your paper or TV-programm or make an interview (by phone?) with me about
my
theses.
Unfortunately there�s only a German issue at the moment. An english,
dutch and
italian edition could be published next year, but it�s not sure.
Please remail me if you are interested.
Thanks a lot
yours sincerely
J.E.
Summary
KRIEGSVERBRECHEN
Die toedlichen Luegen der Nato und ihre Opfer im Kosovo-Konflikt.
Mit einem Dossier zu Srebrenica
(Konkret Verlag Hamburg, 192 Seiten, 26.80 DM)
WAR CRIMES
The Deadly Lies of Nato and ist Victims in the Kosovo-Conflikt.
With a Special File about Srebrenica
�Never before so few lied so thoroughly to so many, as in connection
with
the Kosovo war�, says Willy Wimmer, member of the CDU party in the
German
Bundestag. �People died for this.�
No lie seemed too grotesque to start the slaughter and keep it going:
Milosevic as the new Hitler, concentration camps in Pristina, Auschwitz
in
Kosovopolje. Whereas NATO and CNN took the trouble to provide fabricated
video documents, the German Minister of Defense sought to convince by
mere
force of words: Mister Scharping�s portrayal of Serbs playing football
with
the heads of their Abanian victims or Serbs grilling foetuses, torn from
their mothers� wombs will go down in the annals of psychopathology.
Finally
miracles of biblical dimensions: massacred Albanian intellectuals hold
post
mortem press conferences in Western capitals; ghost trains suddenly
appear on
scarcely used tracks and bore their way into NATO-missiles; mass graves
are
found as empty as Our Lord�s vault on the third day.
What is left? �In the nine months after stationing of KFOR in Kosovo
nothing could be found to sustain the indictment of �genocide� � (Le
Monde
Diplomatique, March 2000) . In the light of new evidence and with the
aid of
previously unaccessible documents Juergen Elsaesser questions NATO�s
justification for the war.
Elsaesser proves the thesis that the first victim of war is the truth to
be wrong. For the truth dies long before a war starts: It was the lies
about
Srebrenica, about Racak, about Rambouillet and about the so-called
apartheid
in Kosovo that deceived members of parliament and citizens alike and led
them
into a murderous adventure. NATO was made the �air force in an ethnic
war�
(Henry Kissinger ) and brought the KLA into power. The result: Pristina
is
purged, ethnic monirities have been driven out of Kosovo, chaos rules in
the streets, the KLA�s secret police is everywhere, and the few
remaining
survivors fear in ghettos for their lives. Indeed, nobody talks now of
�humanitarian catastrophe�, �ethnic cleansing� or �genocide� and not
surprisingly so: to acknowledge the disgrace of the last war would
impede
preparations for the next.
About the Author
Juergen Elsaesser was born in 1957. Until June 1997 he was chief editor
of
Berlin�s daily newspaper Junge Welt and from April 1999 on has been
editor of
the monthly magazin Konkret, Germany�s most important magazine of an
independent Left since 1957 . He also works as a freelance journalist,
amongst others for the Allgemeine Juedische Wochenzeitung, the
Sueddeutsche
Zeitung, the state television WDR and the Kursbuch.
In the time of the Kosovo war he coined the slogan �No Blood for
Joschka�, an anology to the slogan �No Blood for oil�, that the members
of
the Green Party had coined in the Golf war 1991. The German magazine Der
Spiegel consequently libelled him as a �professional cynic� bound to
�antiquated leftist clich�s�. Others were more kindly disposed: About
his
latest book Nie wieder Krieg ohne uns. Das Kosovo und die neue deutsche
Geopolitik (Konkret Verlag, June 1999, second edition November 1999)
the renowned daily newspaper Frankfurter Rundschau wrote: �An excellent
book.
Written in anger and deep regret, regrets about the development of the
Left
movement and the Green Party. But it is thoroughly investigated.�
Bibliography
Juergen Elsaesser/Andrei S. Markovits (Hrsg)
Die Fratze der eigene Geschichte
Von der Goldhagen-Debatte zum Jugoslawienkrieg. Berlin
(Elefantenpress) September 1999, 208 Seiten, 29.90 DM
Juergen Elsaesser (Hrsg.)
Nie wieder Krieg ohne uns
Das Kosovo und die neue deutsche Geopolitik. Hamburg
(Konkret) Juni
1999, 165 Seiten, 22.80 DM
Juergen Elsaesser
Braunbuch DVU
Eine deutsche Arbeiterpartei und ihre Freunde. Hamburk
(Konkret)
September 1998, 152 Seiten, 19.80 DM
Juergen Elsaesser/Sahra Wagenknecht
Vorwaerts und vergessen?
Ein Streit ueber Marx, Lenin, Ulbricht und die verzweifelte
Aktualitaet des Kommunismus. Hamburg (Konkret) Juni 1996,
140 S.
19.80 DM
Juergen Elsaesser
Wenn das der Fuehrer haette erleben duerfen
29 Glueckwuensche zum deutschen Sieg ueber die Alliierten.
Hamburg
(Konkret) Mai 1995, 112 Seiten, 14.80 DM
Juergen Elsaesser
Antisemitismus - das alte Gesicht des neuen Deutschland
Analysen nach der Wiedervereinigung. Berlin (Dietz)
September 1992,
145 Seiten, 19.80 DM
---
Bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'"
> http://digilander.iol.it/lajugoslaviavivra
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono il Coordinamento, ma vengono
fatti circolare per il loro contenuto informativo al solo scopo di
segnalazione e commento ("for fair use only")
Per contributi e segnalazioni: jugocoord@...
*** QUESTO SERVIZIO E' ANCORA IN FASE SPERIMENTALE ***
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vecchie e nuove armi di distruzione di massa dell'occidente e della
NATO.
Dopo le bombe all'uranio impoverito e agli agenti chimici su IRAQ e
Jugoslavia i paesi della NATO
continuano a colpire questi e molti altri popoli con embarghi e sanzioni
che solo in IRAQ hanno causato un
milione e mezzo di morti in dieci anni (pi� di 700.000 di questi morti
sono bambini).
Contro la disinformazione e le menzioni dei media delle democrazie
occidentali il Coordinamento romagnolo
contro la guerra e la NATO e il Comitato contro la guerra e la NATO -
Ravenna vi invitano alla
presentazione di iniziative contro gli embarghi con proiezione del video
POPOLI DI TROPPO di FULVIO
GRIMALDI.
Sar� presente l'autore appena tornato dalla Jugoslavia.
- venerd� 13/10 ore 21
presso il centro autogestito PELLE ROSSA
Vicolo della Stazione 52 Cesena
- sabato 14/10 ore 21
presso Sala Forum
Via Berlinguer 11 Ravenna
PS:
Vi preghiamo di inoltrare questo messaggio a tutti i vs.contatti e di
pubblicizzare l'iniziativa. Grazie
---
GLOBALIZZAZIONE
e IMPERIALISMO
Guerre imperialiste, neoliberismo, colonialismo; ma anche grosse spinte
di
ribellione e di resistenza.
Ci dicono che la globalizzazione � un processo �nuovo� che avanza
inarrestabile e sempre pi� velocemente: ma intanto il mondo � devastato
dalle guerre generate dall�unica superpotenza rimasta (gli U.S.A.); gli
stessi che 30 anni fa bombardavano il Vietnam, oggi con embarghi e
guerre
tengono in ostaggio interi popoli e impongono sul mondo il loro �nuovo
ordine�.
Chi vuole farci credere che non sia possibile opporsi a questa nuova
forma
dell�imperialismo ?
Emerge la necessit� di costruire un percorso autonomo di riflessione
nella
sinistra per non farsi inghiottire dalle verit� preconfezionate dei mass
media�
SABATO 14 OTTOBRE
Ore 18 : DIBATTITO
INTERVIENE: DOMENICO LOSURDO
Ore 20.30: CENA POPOLARE
(per la cena � meglio prenotare...)
PRESSO Il Circolo Culturale Marchesi
via Spallanzani 6 (MM1 P.ta Venezia)
(Milano)
ORGANIZZANO :
COLLETTIVO GIOVANILE RESISTENZA
CIRCOLO CULTURALE CONCETTO MARCHESI
---
ROMA
Comunichiamo che il 19 di ottobre alle ore 10,30 all'Universit� La
Sapienza di Roma alla facolt� di scienze politiche si terr�
un'assemblea dibattito sul tema "Jugoslavia: il grande inganno
mediatico e il vecchio disordine mondiale".
---
Subject:
[noocse-bo] richiesta di solidariet�
Date:
Thu, 28 Sep 2000 15:47:31 +0200
From:
Gianni_Paoletti/CGILER%CGILER@...
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Cari/e compagni/e
Vi invio copia di una richiesta di solidariet� da parte della
FILT CGIL del Trentino a proposito di una loro iniziativa in merito alla
strage della funivia del Cermis provocata da un aereo degli USA.
Credo che valga la pena di prenderla in considerazione.
fraterni saluti
Gianni Paoletti
(See attached file: FILT TRENTO 28 09 00.doc)
Cermis
Una sentenza indegna
F.I.L.T./C.G.I.L. DEL TRENTINO - Via dei Muredei n� 8 - 38100 TRENTO
Tel.: 0461/303931 - Fax: 0461/303951 - E-mail:trentino@...
APPELLO ALLA SOLIDARIETA'
Siamo i sindacalisti della FILT/CGIL del Trentino che - a seguito
della
strage del Cermis - hanno osato promuovere un'azione giudiziaria presso
il
Tribunale di Trento contro gli Stati Uniti d'America per chiedere
al
giudice italiano di inibire i voli militari sui cieli del
nostro
territorio, a tutela della vita di tutti i lavoratori ed i cittadini.
Com'� noto, nel processo si � inserito il Governo italiano
che -
promuovendo una causa contro di noi presso la Suprema Corte di
Cassazione -
ha ottenuto il trasferimento dell'azione giudiziaria da Trento a
Roma. I
risultati di questa proditoria manovra ci hanno visto
soccombere
pesantemente. Il 3 agosto u.s. il massimo organo di giustizia nazionale
ha
sentenziato che <i velivoli militari americani hanno piena libert�
di
esercitarsi nei cieli italiani, anche a bassa quota, e nessun
cittadino
(singolo o in associazione) pu� citare in giudizio gli Stati
Uniti
d'America a tutela della propria incolumit� fisica>.
Al danno giuridico e politico prodotto dalla sentenza, sono seguite
anche
le beffe. I giudici della Cassazione ci hanno condannato a pagare
circa
50.000.000 di spese legali, da ripartirsi fra i due governi.
Il nostro obiettivo ora, � quello di portare la questione alla Corte
di
giustizia europea. Ma dopo questo "salasso economico", la nostra
azione �
stata fortemente compromessa. Siamo una piccola organizzazione
sindacale,
che conta poco pi� di 1300 iscritti e un patrimonio di poche decine
di
milioni, ed abbiamo un disperato bisogno di risorse per affrontare
questa
nuova iniziativa.
PERTANTO, RIVOLGIAMO UN APPELLO A TUTTI I LAVORATORI, AI CITTADINI,
AI
PARLAMENTARI, ALLE FORZE POLITICHE E SOCIALI, AI COMITATI AFFINCHE'
CI
AIUTINO A PROSEGUIRE QUELLA CHE CREDIAMO SIA UNA BATTAGLIA DI CIVILTA'.
VI PREGHIAMO DI INVIARCI, NEI LIMITI DELLE CAPACITA' DI CIASCUNO/A,
UN
CONTRIBUTO IN DENARO A MEZZO:
1. BONIFICO BANCARIO, SUL C/C N� 03/301147 ABI 08304 CAB 01804
PRESSO
LA CASSA RURALE DI TRENTO - FILIALE N� 3 - VIA DON SORDO - 38100 TRENTO
INTESTATO A: "FILT/CGIL DEL TRENTINO - RACCOLTA FONDI CAUSE CERMIS",
2. VAGLIA POSTALE, INTESTATO A: FILT/CGIL DEL TRENTINO VIA DEI
MUREDEI
N� 8 - 38100 TRENTO SPECIFICANDO SULLA CAUSALE: "RACCOLTA FONDI CAUSE
CERMIS".
NON LASCIAMO CHE IL CERMIS RIMANGA
L'ENNESIMA STRAGE IMPUNITA!
Cronistoria causa civile FILT/CGIL del Trentino
contro i Governi ITALIA e U.S.A.
3 febbraio 1998: Alle ore 15:12 un velivolo militare di propriet�
degli
Stati Uniti d'America, stanziato ad Aviano, nel sorvolare ad alta
velocit�
i cieli presso l'abitato di Cavalese, taglia di netto i cavi della
funivia
causando la caduta della cabina e la morte del manovratore Marcello
VANZO e
di diciannove turisti.
12 febbraio 1998: La FILT/CGIL del Trentino si costituisce parte
civile
nell'instaurando procedimento penale contro i militari americani
autori
della strage.
27 marzo 1998: I legali della FILT/CGIL, preso atto della
volont�
manifestata dal governo americano di avvalersi dei trattati
internazionali
per processare "in casa" i propri militari responsabili della strage
ed
intuendo che l'azione penale promossa dagli inquirenti trentini
non
produrr� effetti, depositano avanti il Tribunale civile di Trento un
atto
di citazione contro gli Stati Uniti d'America, affinch� il giudice
italiano
accerti e dichiari che "l'attivit� d'addestramento svolta dai velivoli
da
guerra appartenenti agli U.S.A., sopra il territorio della provincia
di
Trento, reca grave pericolo alla vita, all'incolumit� fisica ed alla
salute
dei lavoratori (?); condannare di conseguenza gli U.S.A. (?) a cessare
del
tutto ed in modo assoluto l'attivit� pericolosa accertata, evitando
tra
l'altro il sorvolo della provincia autonoma di Trento mediante velivoli
da
guerra". Il processo � fissato a Trento per il 9 dicembre 1998.
26 maggio 1998: La Procura della Repubblica presso il Tribunale di
Trento,
dopo una puntuale indagine condotta dai procuratori Granero e
Giardina,
rinvia a giudizio i piloti responsabili della strage (Ashby,
Schweitzer,
Raney e Seagraves) e gli ufficiali comandanti di Aviano (Muegge,
Peppe,
Rogers).
13 luglio 1998: Come previsto, il Giudice per le Indagini
Preliminari
Ancona, con sentenza n� 161/98, dichiara di non doversi procedere
"nei
confronti di tutti gli imputati (?) per carenza di giurisdizione
del
giudice penale italiano", mandando assolti tutti i militari autori
della
strage.
19 novembre 1998: Gli Stati Uniti d'America, rappresentati dal
proprio
Dipartimento di Giustizia, si costituiscono in giudizio nel
procedimento
civile intentato dalla FILT/CGIL, chiedendo al giudice del Tribunale
di
Trento di respingere l'azione sindacale per i seguenti motivi: a)
difetto
di giurisdizione del giudice italiano per inammissibilit� della
richiesta
sindacale di inibire i voli militari, in quanto trattasi di "vere e
proprie
attivit� di Governo"; b) immunit� dello stato estero; c) liceit�
delle
esercitazioni aeree americane sui cieli alpini.
3 dicembre 1998: Colpo di scena inaspettato. Il governo
italiano,
rappresentato dal Presidente del Consiglio dei Ministri D'Alema e
dal
Ministro della Difesa Scognamiglio, entra nel processo civile fra
la
FILT/CGIL e gli Stati Uniti d'America, notificando al Sindacato un atto
di
intervento volontario, depositato avanti il Tribunale di Trento, ed
un
ricorso per regolamento di giurisdizione, presentato avanti le
Sezioni
Unite della Suprema Corte di Cassazione a Roma. L'intervento del
governo
italiano, a fianco di quello americano (richiesta di "dichiarare il
difetto
assoluto di giurisdizione" e di rigettare le richieste
sindacali), �
finalizzato esclusivamente ad allontanare il processo dalla sua
sede
naturale (Trento) e trasferirlo a Roma.
9 dicembre 1998: Il giudice istruttore del Tribunale di Trento, preso
atto
del ricorso per Cassazione del governo italiano contro il
Sindacato,
sospende il processo in attesa delle decisioni che assumer� a Roma
la
Suprema Corte.
4 gennaio 1999: La FILT/CGIL del Trentino, per tramite dei suoi
legali,
presenta un controricorso in Cassazione, opponendosi al governo
italiano,
chiedendo che "sia affermata la giurisdizione dell'autorit� giudiziaria"
di
Trento.
30 aprile 1999: Dopo l'assoluzione negli Usa del pilota del marzo
1999,
anche il governo americano si associa a quello italiano e presenta
un
ricorso per regolamento di giurisdizione contro la FILT/CGIL del
Trentino
presso la Corte di Cassazione chiedendo "previa riunione del ?
procedimento
con quello instaurato (dal Governo Italiano), ? il difetto di
giurisdizione
del giudice italiano".
7 aprile 2000: La FILT/CGIL, all'approssimarsi del processo davanti
la
Corte di Cassazione in Roma, fissato per il 14 aprile 2000, lancia
un
appello a tutti i cittadini democratici, ai parlamentari, alle
forze
politiche, alle associazioni, ai comitati, invitandoli a chiedere
al
Presidente del Consiglio D'Alema, di ritirare la causa intentata a
Roma
contro il Sindacato. L'appello ottiene numerosi consensi da ogni
parte
d'Italia: decine di fax giungono alla sede del governo, a
sostegno
dell'iniziativa sindacale. D'Alema non recede dalla sua posizione.
14 aprile 2000: Davanti ai giudici della Suprema Corte di Cassazione
in
Roma, inizia il processo intentato dai due governi Italia e U.S.A.
contro
la FILT/CGIL del Trentino.
3 agosto 2000: In piena estate e ad istituzioni in ferie, la
Cassazione
deposita la sentenza che accoglie in pieno le tesi dei governi italiano
ed
americano, affermando che uno stato estero non pu� essere processato e
che
i voli d'addestramento militare, anche se pericolosi, sono
sempre
legittimi.
f.f.
A chi volesse saperne di pi� pu� trovare tutte le informazioni utili sul
sito
http://www.cgil.it/fiom.trentino/Cermis/cermis.html
Per partecipare: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
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Segnalazioni per il sito: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
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KONKRET-Magazin, Ruhrstr.111, D-22761 Hamburg, Germany
Juergen Elsaesser
Tel. xx49-331/6005211
Fax. xx49-331/6005213
Mobil 0171/1720368
Email: J.Elsasser@...
Website: www.juergen-elsaesser.de
On Sale next week: New Book about the Lies of the Kosovo-War
Dear Ladies and Gentlemen
of the International Media,
what will the successfull revolt against Milosevic bring? Will there be
peace
and stability in the Balkans? After the �public enemy� No. 1 of Nato is
off the
political scene - will we be able to discuss more freely also the
mistakes and
crimes of the western countries against the yugoslav and serbian people?
On 15th October, my new book about the lies of Nato in the
Kosovo-conflict is on
sale in Germany. A big presentation during the Frankfurt Book Fair will
take
place on the 20th October, ex-general Heinz Loquai (the officer who was
fired by
MoD Scharping because of his critic of the war) will join me in this
event.
All details about the book and the author you can find below.
I would appreciate if you could come to Frankfurt and we could meet
personally
and discuss the latest events, or if you would write a review of the
book for
your paper or TV-programm or make an interview (by phone?) with me about
my
theses.
Unfortunately there�s only a German issue at the moment. An english,
dutch and
italian edition could be published next year, but it�s not sure.
Please remail me if you are interested.
Thanks a lot
yours sincerely
J.E.
Summary
KRIEGSVERBRECHEN
Die toedlichen Luegen der Nato und ihre Opfer im Kosovo-Konflikt.
Mit einem Dossier zu Srebrenica
(Konkret Verlag Hamburg, 192 Seiten, 26.80 DM)
WAR CRIMES
The Deadly Lies of Nato and ist Victims in the Kosovo-Conflikt.
With a Special File about Srebrenica
�Never before so few lied so thoroughly to so many, as in connection
with
the Kosovo war�, says Willy Wimmer, member of the CDU party in the
German
Bundestag. �People died for this.�
No lie seemed too grotesque to start the slaughter and keep it going:
Milosevic as the new Hitler, concentration camps in Pristina, Auschwitz
in
Kosovopolje. Whereas NATO and CNN took the trouble to provide fabricated
video documents, the German Minister of Defense sought to convince by
mere
force of words: Mister Scharping�s portrayal of Serbs playing football
with
the heads of their Abanian victims or Serbs grilling foetuses, torn from
their mothers� wombs will go down in the annals of psychopathology.
Finally
miracles of biblical dimensions: massacred Albanian intellectuals hold
post
mortem press conferences in Western capitals; ghost trains suddenly
appear on
scarcely used tracks and bore their way into NATO-missiles; mass graves
are
found as empty as Our Lord�s vault on the third day.
What is left? �In the nine months after stationing of KFOR in Kosovo
nothing could be found to sustain the indictment of �genocide� � (Le
Monde
Diplomatique, March 2000) . In the light of new evidence and with the
aid of
previously unaccessible documents Juergen Elsaesser questions NATO�s
justification for the war.
Elsaesser proves the thesis that the first victim of war is the truth to
be wrong. For the truth dies long before a war starts: It was the lies
about
Srebrenica, about Racak, about Rambouillet and about the so-called
apartheid
in Kosovo that deceived members of parliament and citizens alike and led
them
into a murderous adventure. NATO was made the �air force in an ethnic
war�
(Henry Kissinger ) and brought the KLA into power. The result: Pristina
is
purged, ethnic monirities have been driven out of Kosovo, chaos rules in
the streets, the KLA�s secret police is everywhere, and the few
remaining
survivors fear in ghettos for their lives. Indeed, nobody talks now of
�humanitarian catastrophe�, �ethnic cleansing� or �genocide� and not
surprisingly so: to acknowledge the disgrace of the last war would
impede
preparations for the next.
About the Author
Juergen Elsaesser was born in 1957. Until June 1997 he was chief editor
of
Berlin�s daily newspaper Junge Welt and from April 1999 on has been
editor of
the monthly magazin Konkret, Germany�s most important magazine of an
independent Left since 1957 . He also works as a freelance journalist,
amongst others for the Allgemeine Juedische Wochenzeitung, the
Sueddeutsche
Zeitung, the state television WDR and the Kursbuch.
In the time of the Kosovo war he coined the slogan �No Blood for
Joschka�, an anology to the slogan �No Blood for oil�, that the members
of
the Green Party had coined in the Golf war 1991. The German magazine Der
Spiegel consequently libelled him as a �professional cynic� bound to
�antiquated leftist clich�s�. Others were more kindly disposed: About
his
latest book Nie wieder Krieg ohne uns. Das Kosovo und die neue deutsche
Geopolitik (Konkret Verlag, June 1999, second edition November 1999)
the renowned daily newspaper Frankfurter Rundschau wrote: �An excellent
book.
Written in anger and deep regret, regrets about the development of the
Left
movement and the Green Party. But it is thoroughly investigated.�
Bibliography
Juergen Elsaesser/Andrei S. Markovits (Hrsg)
Die Fratze der eigene Geschichte
Von der Goldhagen-Debatte zum Jugoslawienkrieg. Berlin
(Elefantenpress) September 1999, 208 Seiten, 29.90 DM
Juergen Elsaesser (Hrsg.)
Nie wieder Krieg ohne uns
Das Kosovo und die neue deutsche Geopolitik. Hamburg
(Konkret) Juni
1999, 165 Seiten, 22.80 DM
Juergen Elsaesser
Braunbuch DVU
Eine deutsche Arbeiterpartei und ihre Freunde. Hamburk
(Konkret)
September 1998, 152 Seiten, 19.80 DM
Juergen Elsaesser/Sahra Wagenknecht
Vorwaerts und vergessen?
Ein Streit ueber Marx, Lenin, Ulbricht und die verzweifelte
Aktualitaet des Kommunismus. Hamburg (Konkret) Juni 1996,
140 S.
19.80 DM
Juergen Elsaesser
Wenn das der Fuehrer haette erleben duerfen
29 Glueckwuensche zum deutschen Sieg ueber die Alliierten.
Hamburg
(Konkret) Mai 1995, 112 Seiten, 14.80 DM
Juergen Elsaesser
Antisemitismus - das alte Gesicht des neuen Deutschland
Analysen nach der Wiedervereinigung. Berlin (Dietz)
September 1992,
145 Seiten, 19.80 DM
---
Bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'"
> http://digilander.iol.it/lajugoslaviavivra
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono il Coordinamento, ma vengono
fatti circolare per il loro contenuto informativo al solo scopo di
segnalazione e commento ("for fair use only")
Per contributi e segnalazioni: jugocoord@...
*** QUESTO SERVIZIO E' ANCORA IN FASE SPERIMENTALE ***
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Una newsletter personale,
un forum web personale,
una mailing list personale, ...?
Gratis sotto
http://www.ecircle.de/ad186818/www.ecircle.it
Subject:
Jugoslawien: DOS-Mob terrorisiert Linke
Date:
Wed, 11 Oct 2000 23:47:53 +0200
From:
"RKL" <rkl@...>
To:
<rkl@...>
Verteidigt die Linke!
Viel war von der Mediendiktatur Milosevics die Rede - tatsächlich gab es
in
Jugoslawien unter Milosevic aber immer zwei Seiten, nämlich die der
westlichen Medienmaschine, die mit gewaltigen Aufwand Westmedien in
Jugoslawien aufbaute, und jene des Regierungblocks. Bei ins sind alle
Medien
gleichgeschaltet - einfach mit der "Freiheit" des Geldes. Was weder mit
humanitären Bomben noch mit demokratischer Abschaltung der
jugoslawischen
Satellitenübertragung gelangt, schaffte nun Kostunica: die Unterwerfung
unter den westlichen Medientotalitarismus.
Darum ist auch nichts von der Repression zu hören, die die Hampelmänner
des
Westens gegen Linke und Gewerkschaften entfachen.
Damit wird versucht, das russische Modell des Jelzin-Putsches
nachzuahmen
und die linken Kräfte zu zerschlagen. Doch das wird in Jugoslawien noch
weniger gelingen als es in Russland gelang.
Verteidigt die antiimperialistischen und linken Kräfte in Jugoslawien!
***
Nachstehend ein Kommuniqué der SPS, das die gleichgeschalteten Medien
nicht
bringen. Statt dessen legitimieren sie die Repression, in dem sie von
der
Putschgefahr faseln. Wenn man von Putschgefahr sprechen kann, dann von
Seiten der Rechten um Djindjic!
Socialist Party of Serbia (SPS): INFORMATION FOR THE PUBLIC (as of
October
7, 2000 )
Despite Mr. Kostunica's public proclamation that his supporters wouldn't
harass members and sympathizers of the SPS, in the last three days, in
Belgrade and throughout Serbia, we've witnessed a reign of terror.
Supporters of the Socialist Party (SPS) have been physically threatened
over the phone. Children of socialists have been threatened. Members of
the
SPS have been beaten. Offices have been attacked and destroyed.
Skillfully directing the dissatisfaction of working people against the
Socialist Party, the opposition has organized bullying and lawless
actions,
driving out Socialist directors of companies, but only if those
companies
are well established and successful.
In Kragujevac they attacked, tied and abused ten SPS members. This
included
Ms. Slavica Djukic-Dejanovic. They held her for ten hours, trying to
force
her to go on TV and renounce her SPS membership. She refused. They
finally
released her - right into the arms of a drunken mob. She was cursed,
slapped, spat upon and kicked, over and over.
In Nish, Mr. Dragisa Vucic, an SPS representative on the town council
and a
worker at the electric distribution company, as beaten badly. He is in
the
hospital.
In Belgrade they robbed and then destroyed SPS central headquarters
(take a
look at our web album) and they have done the same with offices in all
the
boroughs.
After wrecking the Belgrade offices, members of the opposition parties
in
Kikinda attacked the Young Socialists' Internet Club. They smashed the
doors and windows but SPS members stopped them before they could steal
any
valuable equipment, which was probably what they were after. The
opposition
has recruited the worst kind of thugs for this work.
Last night, the Belgrade headquarters was attacked again. This time
there
was nothing to steal so they burned the building, which is beyond
repair.
In the town boroughs of Palilula, Vracar, Stari Grad and Zvezdara the
SPS
offices have been totally destroyed. Everything of value, all the
furniture, computer equipment and so on has been stolen.
At night, between the 5th and 6th of October, opposition demonstrators
broke into the headquarters in Leskovac, smashed the windows, stole the
computer and other equipment and destroyed what they could not cart
away.
In Jablanica County they demolished the offices, stole equipment, broke
windows and damaged the town building. They looted anything they could.
Then they burned the building, the garage and Mayor Zivojin Stefanovic's
car.
Despite the assurances of the Association of Vojvodina Hungarians that
there would be no attacks or threats against people with different
opinions, the SPS offices in Kanjiza were attacked. There are continuous
telephone threats against those who stand for peace and tolerance. A
special target are Hungarian members of the SPS.
In Ada, rioters led by Vojvodina Hungarian leaders have attacked the
home
of town Mayor Tomic Ognjan, a respected teacher. Police were late in
intervening so his house got severely damaged.
The home of county mayor Ljuba Slijepcevic was attacked. The savagery
was
stopped by police.
Demonstrators broke into SPS headquarters in Smederevo, stole everything
they found, then stole the equipment used by Radio "S."
In Lajkovac they demolished the Peasant Bank and Cafe. They broke into
the
local radio station and stole part of the equipment. They also broke
into
the SPS town headquarters and tried to loot and destroy these offices
but
were stopped by SPS members. They tried to do the same with the local TV
station.
In Kragujevac the demonstrators entered the Self-Management Club where
the
SPS headquarters and TV station are located. Police stopped them.
In Vlasotince they demolished the offices of the SPS and the JUL
(Yugoslav
United Left)as well.
In Temerin they broke in and seized the local radio station.
They attacked SPS headquarters in Pecinci, Prokuplje, Uzice, Bor,
Arilje,
Zrenjanin, Sremsak Mitrovica and Pancevo.
This is how the "democratic" opposition expresses its much-promised
tolerance of all views, all across Serbia.
For photo documentation go to
http://www.sps.org.yu/aktuelno/2000/okt/foto-01.html
**************************************
Revolutionär Kommunistische Liga (RKL)
(österr. Sektion der Internationalen Leninistischen Strömung - ILS)
PF 23, A-1040 Wien, Österreich
Tel & Fax +43 1 504 00 10
rkl@...
members.magnet.at/rkl
www.antiimperialista.com
Konto PSK 92 125 137 BLZ 60000
---
******************************************************
Wednesday, October 11, 2000
1. Reign of terror in Serbia
2. 'On the list they had me marked as a nationalist'
3. 'These Djindjic people are brown shirts'
*****************************************************
The url for this is http://emperors-clothes.com/news/attack.htm
REIGN OF TERROR IN SERBIA
Translated and edited by Emperor's Clothes
Introductory note: It has been admitted in the Western media (AFP, Oct.
8)
that last Thursday's Yugoslav coup was a military operation with a hard
core of at least 2000 men, many of them armed. It was planned and
organized
well in advance. Since then our Yugoslav contacts tell us there has been
a
real reign of terror, not reported in the Western press. This is
described
in two interviews on Emperor's Clothes, and in the statement from the
Socialist Party (SPS) below.
An Emperor's Clothes reader suggested that people send email to the
Serbian
Socialist Party, telling them we are outraged at these attacks and
urging
them not to cave in to the intimidation. You can write the SPS at
www@... Please forward this note.
Socialist Party of Serbia (SPS): INFORMATION FOR THE PUBLIC (as of
October
7, 2000 )
Despite Mr. Kostunica's public proclamation that his supporters wouldn't
harass members and sympathizers of the SPS, in the last three days, in
Belgrade and throughout Serbia, we've witnessed a reign of terror.
Supporters of the Socialist Party (SPS) have been physically threatened
over the phone. Children of socialists have been threatened. Members of
the
SPS have been beaten. Offices have been attacked and destroyed.
Skillfully directing the dissatisfaction of working people against the
Socialist Party, the opposition has organized bullying and lawless
actions,
driving out Socialist directors of companies, but only if those
companies
are well established and successful.
In Kragujevac they attacked, tied and abused ten SPS members. This
included
Ms. Slavica Djukic-Dejanovic. They held her for ten hours, trying to
force
her to go on TV and renounce her SPS membership. She refused. They
finally
released her - right into the arms of a drunken mob. She was cursed,
slapped, spat upon and kicked, over and over.
In Nish, Mr. Dragisa Vucic, an SPS representative on the town council
and a
worker at the electric distribution company, as beaten badly. He is in
the
hospital.
In Belgrade they robbed and then destroyed SPS central headquarters
(take a
look at our web album) and they have done the same with offices in all
the
boroughs.
[Emperor's Clothes note: To view web album go to
www.sps.org.yu/aktuelno/2000/okt/foto-01.html . There are several pages
of
pictures. Click 'next' on lower right of page)
After wrecking the Belgrade offices, members of the opposition parties
in
Kikinda attacked the Young Socialists' Internet Club. They smashed the
doors and windows but SPS members stopped them before they could steal
any
valuable equipment, which was probably what they were after. The
opposition
has recruited the worst kind of thugs for this work.
Last night, the Belgrade headquarters was attacked again. This time
there
was nothing to steal so they burned the building, which is beyond
repair.
In the town boroughs of Palilula, Vracar, Stari Grad and Zvezdara the
SPS
offices have been totally destroyed. Everything of value, all the
furniture, computer equipment and so on has been stolen.
At night, between the 5th and 6th of October, opposition demonstrators
broke into the headquarters in Leskovac, smashed the windows, stole the
computer and other equipment and destroyed what they could not cart
away.
In Jablanica County they demolished the offices, stole equipment, broke
windows and damaged the town building. They looted anything they could.
Then they burned the building, the garage and Mayor Zivojin Stefanovic's
car.
Despite the assurances of the Association of Vojvodina Hungarians that
there would be no attacks or threats against people with different
opinions, the SPS offices in Kanjiza were attacked. There are continuous
telephone threats against those who stand for peace and tolerance. A
special target are Hungarian members of the SPS.
In Ada, rioters led by Vojvodina Hungarian leaders have attacked the
home
of town Mayor Tomic Ognjan, a respected teacher. Police were late in
intervening so his house got severely damaged.
The home of county mayor Ljuba Slijepcevic was attacked. The savagery
was
stopped by police.
Demonstrators broke into SPS headquarters in Smederevo, stole everything
they found, then stole the equipment used by Radio "S."
In Lajkovac they demolished the Peasant Bank and Cafe. They broke into
the
local radio station and stole part of the equipment. They also broke
into
the SPS town headquarters and tried to loot and destroy these offices
but
were stopped by SPS members. They tried to do the same with the local TV
station.
In Kragujevac the demonstrators entered the Self-Management Club where
the
SPS headquarters and TV station are located. Police stopped them.
In Vlasotince they demolished the offices of the SPS and the JUL
(Yugoslav
United Left)as well.
In Temerin they broke in and seized the local radio station.
They attacked SPS headquarters in Pecinci, Prokuplje, Uzice, Bor,
Arilje,
Zrenjanin, Sremsak Mitrovica and Pancevo.
This is how the "democratic" opposition expresses its much-promised
tolerance of all views, all across Serbia.
For photo documentation go to
http://www.sps.org.yu/aktuelno/2000/okt/foto-01.html
There are several photographs; go to the lower right and click on 'next'
)
***
If you would like to be informed by email of actions or information
concerning events in Yugoslavia and have not signed up for the Emperor's
Clothes mailing list, send your address to emperors1000@...
For more on what's been happening in Yugoslavia see the articles listed
below.
'Djindjic Calls for Complete Yugoslav Submission to U.S.' at
http://emperors-clothes.com/news/submit.htm
Discusses the consequences of turning Yugoslavia into a U.S.
protectorate
'U.S. Arrogance and Yugoslav Elections' at
http://emperors-clothes.com/engl.htm
'The International Monetary Fund And The Yugoslav Elections' at
http://emperors-clothes.com/analysis/1.htm
www.tenc.net Emperor's Clothes]
*****************************************
The url for this article
www.emperors-clothes.com/interviews/onthelist.htm
'On the list they had me marked as a nationalist'
Interview with a Serbian woman threatened by the opposition prior to
the
recent coup.
Interview was conducted the morning of 10-5-2000 and posted 10-10
Interviewer: Jared Israel
The following interview was conducted prior to the attack on Parliament
and other Yugoslav institutions last week. The interview was conducted
in
English and is accurate to the word. Mirjana's identity has been
withheld,
despite her insistence that I reveal it.
Jared: I got an email from [name of mutual friend]. She said you had
been
threatened or something?
Mirjana: Yes, a man was waiting when I came to work. He threatened to
kill
me if I went to vote in the second part of the elections. This also
happened to many other people, not just to me.
Jared: Can you talk about it?
Mirjana: Of course. You see, Jared, I did not expect this. I think I am
always doing right things so I never think that there is anybody in this
world who is doing something bad to me. And do you know when he came
close
to me, in that moment when I realized what is going on I just said to
myself, because you know I have experience from the war in Republic of
Serbian Krajina [when Croatia attacked this Serbian area] just to look
at
his eyes all the time. His stayed there three or four minutes and it was
so
bad.
Jared: You are very brave. Was he young or old?
Mirjana: He was about 40 years old. And you know, I think that I met
him
several years ago and that he is a Serbian man from Germany. He looked
familiar and I had all day yesterday to think. And now I remember that
he
was coming from U.S. some years ago to complain and give his opinions.
You see, Jared, I am sure that I'm doing very good things, I am really
fighter for freedom for everybody in this world. And if God is going to
allow that they do me something bad it is no matter. I am not afraid for
myself.
They are doing this all around Belgrade. Even in the supermarkets they
are
telling people that they are going to kill people if they try to vote,
that
they are not allowed to go to vote. Can you imagine this?
Jared: Isn't that going to turn people against them? The word will
spread -
Mirjana: Of course.
Jared: Have you told other people.
Mirjana: Yesterday morning I called my friends of course because first
of
all I wanted them to know because I am scared for them because they are
also people like me, big fighters
But there are so many people they have threatened, even people living
on
my street, they have been threatened too. Because do you know, people
from
Democratic Parties, they have all lists with citizens of voters of
Belgrade. And one man from DOS he came, you know from this democratic
opposition parties, he came to my work to talk to me and showed me that
list. In our country it is a crime to have a list of the citizens who
are
voters. So all the people on the list, they were marked if they were
members of the Socialist Party or Serbian Radical Party or Communist
Party.
I was marked as a nationalist. You understand? So I told him first this
is
a crime. And second, as want to represent people in government, this is
a
very bad thing that you have something like this list. So now I know
how they can be so well organized, to threaten all the voters. Because
they have all informations about people. Especially they are now
pressuring
people who have never been to any political party. Pressuring them not
to
go and vote. But a lot of them will go now because they are angry.
You cannot tell me not to go to work or to vote. I want to have my
personal opinion. Serbian people hate to be pressed. Especially Serbian
women. Can you imagine? To try to scare me! My father he is peasant from
Krajina.
[Note: the Krajina is a mountainous section near Croatia and inhabited
for
hundreds of years almost entirely by ethnic Serb farmers. When Croatia
seceded from Yugoslavia in June, 1991, the Croatian neo-fascists tried
to
subjugate the Krajina Serbs, but were roundly defeated. The West then
brokered a peace agreement disadvantageous to the Serbs, who were
disarmed.
Four years later, the Croatian army, trained by a CIA-connected private
military organization called MPRI, and with US air support, drove the
entire population of Krajina from their homes - 250,000 people in a few
days. These people are now refugees in Serbia. The MPRI is now involved
in
training the paramilitary forces of the secessionist government in
Montenegro.]
Mirjana: We prefer to die before we accept to be a slave. I got so mad.
I
think these people took the U.S. money and promised something to
American
government and so they're scared. They are afraid of the Americans so
now
they try to scare me and other people - and you know most of the people
they threatened are women - can you imagine?
Jared: Did you tell your husband?
Mirjana: Of course. You know, he's my best friend. But he knows that I
am
enough crazy that I can protect myself.
Jared: We're all a little crazy
Mirjana: We're not crazy, we have crazy politicians. If there are
people
listening to your phone from your country's secret police, let me tell
them
something: you should stop these stupid people to do such bad things in
our
country.. If you want an Empire, don't you need women to have children?
It is not smart to threaten women and try to scare them. Can you
imagine,
a new Empire which is trying to run the world by scaring women?
Jared: Kidnapping them too. The Sunday Times says 500,000 women a year
are
kidnapped out of Eastern Europe, sold.
Mirjana: Can you imagine things like this? But this will not work, no,
especially not with the Serbian women because we are very strong. When
we
get mad we are capable of doing many things.
Jared: Thank you for talking about this. I was worried when I heard you
were being harassed.
Mirjana: Don't worry for your friend.
Jared: But I'm going to publicize it. But I don't want to use your name
of
course and -
Mirjana: Write my name! Why not? Do you want to say where they
threatened,
the address?
Jared: The address? I don't -
Mirjana: Yes, say it. [Despite her demand I have not published
Mirjana's
full name or address- JI.] I was a member of Djindjic's party but I am
not
a member, not anymore. Because they are involved in crime. Racketing. I
found this out and you can write it all now. Because now I am mad. I
hate
when somebody threaten me.
www.tenc.net [Emperor's Clothes]
*************************************************
The url for this article
www.emperors-clothes.com/interviews/djindjic2.htm
'These Djindjic people are brown shirts'
Interview with a Serbian woman, by Jared Israel
The following interview took place several days after the October 5 coup
in
Belgrade. The person interviewed is a member of the Serbian Radical
Party,
a conservative nationalist party opposed to the recent coup.
Jared: What's going on?
Gordana: Some very aggressive people from the opposition are grabbing
everything around here, in particular taking the institutions that have
some money, for instance the telecommunications company. They are
scaring
people and beating people.
They want to destroy the results of previous elections by declaring that
new elections have to be held for the Serbian Parliament. Elections are
not
supposed to be held for a year but they want them this fall. That would
mean the Serbian people would lose their representatives because the
elections would be held in an impossible situation. Whole groups of
political parties have no access to media. In the past we had many
viewpoints because we had government media and even more widespread was
various shades of opposition media. Now only one view. And there is day
to
day terrorizing of people. Mr. Djindjic hopes that people will be too
scared to run as candidates from those parties which stand in his way.
Jared: You say there is "day to day terrorizing"?.
Gordana: Take this example. A friend of mine is intellectual. Every time
her phone rings she gets a threat from the other side. They stop her car
in
traffic to threaten her, and so on. And this is a professional woman,
the
daughter of a well-known professor. Even these people who are well known
are subject to threats. Another such woman, a reporter, visits me, and
she
is afraid to go home alone and stays over - and this is in Belgrade! Can
you imagine how the common people feel? They are even more afraid. I was
on
a bus full of tired, worried working people and one of these Otpor types
got on and demanded that the bus stands still and he says: "Listen! We
have
the power now and you will see what we do!"
Jared: So you think that people will be afraid to vote for the Socialist
or
Radical parties or other parties that oppose the coup?
Gordana: No, I think that people may be afraid to run as candidates for
these parties.
The Djindjic people took over all the radio stations and TV stations and
newspapers. On TV now you can't see even the regular old shows. It is
propaganda. The old ladies in Serbia like to watch soap operas from
South
America but now they can't do that. You see they are poor and they have
such a hard life and now they don't have even this small pleasure.
Instead
we have to watch stupid American government lies, even about the wars in
Bosnia and Croatia and so on. They have programs that blame the Serbs,
for
everything. Can you believe this? Do they think we are morons, not to
know
our own history. But the purpose here is also a kind of terror, to break
the spirit. To make people feel hope is lost.
Today they had a show on the television telling lies about Dubrovnik,
showing pictures to prove it was burned down in 1991 by the Yugoslav
army.
But Dubrovnik has all the old buildings in perfect condition and I know
this because friends have been back to see the town, and it was not
damaged. (1)
And these movies they now show to prove to us that the Serbs were
responsible for the wars this past decade. Why? Did we try to secede?
Doesn't Yugoslavia have a right to exist? .Would other countries allow
secessionists and foreign factors to destroy their nation? I have never
seen such lies. Can you imagine, having a situation where you can't
stand
to watch the TV or read the papers.
Jared: I'm afraid I can imagine. What we mainly do on Emperor's Clothes
is
expose lies. They create 'em faster than we can expose them. All I do is
expose fiction.
Gordana: Today is 1941 in Yugoslavia. If there are people who don't
know,
well, they will know it very soon. Even some people I spoke to who were
supporting the DOS now see this violence that is going on and they say,
"These Djindjic people are brown shirts."
[Brown shirts is a term for Fascists or Nazi's - E-C]
Footnotes
(1) I am writing a book about the Western media's lies about Yugoslavia.
As
part of the research, I read many of the news reports written in 1991
about
Dubrovnik. As Gordana says, the Western claim is that the Yugoslavs
(read:
Serbs) burned the place down. This lie was used to prove the Serbs were
ruthless monsters. When the first stories broke about burning Dubrovnik
down they produced a strongly anti-Serb response in the public so,
wanting
to make the most of a good thing, the stories were repeated. In the
"Independent" I found Dubrovnik burned to the ground on not fewer than
five
occasions, spanning a period of four months. Remarkable. Despite this
repeated cataclysm, Prof. Peter Maher, who is a knowledgeable witness,
shot
a film during his March 1992 visit to Dubrovnik which proves there was
no
damage to the old city.
There was indeed fighting in the Dubrovnik area. But the evidence I
uncovered during my research shows that the Yugoslav Army deliberately
avoided shelling the old city. Here is the basic sequence of events: the
Croatian secessionist troops attacked Yugoslav army barracks near
Dubrovnik. The Yugoslav Army gave chase. The secessionists retreated
behind
the old city digging in in areas dangerously close to hotels in which
they
had housed refugees from the fighting . In a moment of candor, Phil
Davison, a reporter from the British "Independent" admitted that this
virtually guaranteed the shelling of hotels:
"The Croats have set up a mortar close to our hotel, just as they
have
next to hospitals and refugee centres. This may make us a target
for
the army. Sooner or later, they are going to lay a couple of
rounds
on us. The army is zapping Lokrum island, 300 yards from my hotel.
Mortars, machineguns, ack-ack guns. It is deafening. A machinegun
barrage rattles my windows. It is just a matter of time."
(The 'Independent' November 17, 1991)
The press was full of stories of how the heartless Yugoslav Army was
shelling hotels where refugees were housed. Did the secessionists set up
their positions near the hotels in order to force the Yugoslavs to shell
the hotels and thus provide ammunition for anti-Yugoslav propaganda?
Common
sense suggests they did. And more than common sense: consider this
report,
which appeared in only two English language newspapers:
"Women And Children Barred From Leaving Croatian Town
"The six-member Dubrovnik crisis committee decided six days ago
that
the defense of this coastal Adriatic city required the presence of
all
the remaining women and children.
UNICEF was informed of the decree three days ago, and on Tuesday,
it
was first implemented when 200 people were prevented from leaving
the
city on a UNICEF relief vessel that had brought supplies to the
city.
"First, he said, if the women and children stay, it will mean that
the
attacking army would be shooting at them and not just at
a
walled city.
"Second, he said, their presence might force the army to hesitate
before shooting.
"Third, if there is an attack, the international public reaction to
such an attack
would be a public-relations coup for Croatia, which has been trying
desperately for months to get diplomatic and military support from
the
West
"Only 100 of 300 people scheduled to leave on a ship Tuesday were
allowed to depart, and UNICEF was told by Dubrovnik officials
that no one else would be able to leave."('The Orange County
Register,' December 5, 1991)
www.tenc.net [Emperor's Clothes]
***
Jugoslawien: DOS-Mob terrorisiert Linke
Date:
Wed, 11 Oct 2000 23:47:53 +0200
From:
"RKL" <rkl@...>
To:
<rkl@...>
Verteidigt die Linke!
Viel war von der Mediendiktatur Milosevics die Rede - tatsächlich gab es
in
Jugoslawien unter Milosevic aber immer zwei Seiten, nämlich die der
westlichen Medienmaschine, die mit gewaltigen Aufwand Westmedien in
Jugoslawien aufbaute, und jene des Regierungblocks. Bei ins sind alle
Medien
gleichgeschaltet - einfach mit der "Freiheit" des Geldes. Was weder mit
humanitären Bomben noch mit demokratischer Abschaltung der
jugoslawischen
Satellitenübertragung gelangt, schaffte nun Kostunica: die Unterwerfung
unter den westlichen Medientotalitarismus.
Darum ist auch nichts von der Repression zu hören, die die Hampelmänner
des
Westens gegen Linke und Gewerkschaften entfachen.
Damit wird versucht, das russische Modell des Jelzin-Putsches
nachzuahmen
und die linken Kräfte zu zerschlagen. Doch das wird in Jugoslawien noch
weniger gelingen als es in Russland gelang.
Verteidigt die antiimperialistischen und linken Kräfte in Jugoslawien!
***
Nachstehend ein Kommuniqué der SPS, das die gleichgeschalteten Medien
nicht
bringen. Statt dessen legitimieren sie die Repression, in dem sie von
der
Putschgefahr faseln. Wenn man von Putschgefahr sprechen kann, dann von
Seiten der Rechten um Djindjic!
Socialist Party of Serbia (SPS): INFORMATION FOR THE PUBLIC (as of
October
7, 2000 )
Despite Mr. Kostunica's public proclamation that his supporters wouldn't
harass members and sympathizers of the SPS, in the last three days, in
Belgrade and throughout Serbia, we've witnessed a reign of terror.
Supporters of the Socialist Party (SPS) have been physically threatened
over the phone. Children of socialists have been threatened. Members of
the
SPS have been beaten. Offices have been attacked and destroyed.
Skillfully directing the dissatisfaction of working people against the
Socialist Party, the opposition has organized bullying and lawless
actions,
driving out Socialist directors of companies, but only if those
companies
are well established and successful.
In Kragujevac they attacked, tied and abused ten SPS members. This
included
Ms. Slavica Djukic-Dejanovic. They held her for ten hours, trying to
force
her to go on TV and renounce her SPS membership. She refused. They
finally
released her - right into the arms of a drunken mob. She was cursed,
slapped, spat upon and kicked, over and over.
In Nish, Mr. Dragisa Vucic, an SPS representative on the town council
and a
worker at the electric distribution company, as beaten badly. He is in
the
hospital.
In Belgrade they robbed and then destroyed SPS central headquarters
(take a
look at our web album) and they have done the same with offices in all
the
boroughs.
After wrecking the Belgrade offices, members of the opposition parties
in
Kikinda attacked the Young Socialists' Internet Club. They smashed the
doors and windows but SPS members stopped them before they could steal
any
valuable equipment, which was probably what they were after. The
opposition
has recruited the worst kind of thugs for this work.
Last night, the Belgrade headquarters was attacked again. This time
there
was nothing to steal so they burned the building, which is beyond
repair.
In the town boroughs of Palilula, Vracar, Stari Grad and Zvezdara the
SPS
offices have been totally destroyed. Everything of value, all the
furniture, computer equipment and so on has been stolen.
At night, between the 5th and 6th of October, opposition demonstrators
broke into the headquarters in Leskovac, smashed the windows, stole the
computer and other equipment and destroyed what they could not cart
away.
In Jablanica County they demolished the offices, stole equipment, broke
windows and damaged the town building. They looted anything they could.
Then they burned the building, the garage and Mayor Zivojin Stefanovic's
car.
Despite the assurances of the Association of Vojvodina Hungarians that
there would be no attacks or threats against people with different
opinions, the SPS offices in Kanjiza were attacked. There are continuous
telephone threats against those who stand for peace and tolerance. A
special target are Hungarian members of the SPS.
In Ada, rioters led by Vojvodina Hungarian leaders have attacked the
home
of town Mayor Tomic Ognjan, a respected teacher. Police were late in
intervening so his house got severely damaged.
The home of county mayor Ljuba Slijepcevic was attacked. The savagery
was
stopped by police.
Demonstrators broke into SPS headquarters in Smederevo, stole everything
they found, then stole the equipment used by Radio "S."
In Lajkovac they demolished the Peasant Bank and Cafe. They broke into
the
local radio station and stole part of the equipment. They also broke
into
the SPS town headquarters and tried to loot and destroy these offices
but
were stopped by SPS members. They tried to do the same with the local TV
station.
In Kragujevac the demonstrators entered the Self-Management Club where
the
SPS headquarters and TV station are located. Police stopped them.
In Vlasotince they demolished the offices of the SPS and the JUL
(Yugoslav
United Left)as well.
In Temerin they broke in and seized the local radio station.
They attacked SPS headquarters in Pecinci, Prokuplje, Uzice, Bor,
Arilje,
Zrenjanin, Sremsak Mitrovica and Pancevo.
This is how the "democratic" opposition expresses its much-promised
tolerance of all views, all across Serbia.
For photo documentation go to
http://www.sps.org.yu/aktuelno/2000/okt/foto-01.html
**************************************
Revolutionär Kommunistische Liga (RKL)
(österr. Sektion der Internationalen Leninistischen Strömung - ILS)
PF 23, A-1040 Wien, Österreich
Tel & Fax +43 1 504 00 10
rkl@...
members.magnet.at/rkl
www.antiimperialista.com
Konto PSK 92 125 137 BLZ 60000
---
******************************************************
Wednesday, October 11, 2000
1. Reign of terror in Serbia
2. 'On the list they had me marked as a nationalist'
3. 'These Djindjic people are brown shirts'
*****************************************************
The url for this is http://emperors-clothes.com/news/attack.htm
REIGN OF TERROR IN SERBIA
Translated and edited by Emperor's Clothes
Introductory note: It has been admitted in the Western media (AFP, Oct.
8)
that last Thursday's Yugoslav coup was a military operation with a hard
core of at least 2000 men, many of them armed. It was planned and
organized
well in advance. Since then our Yugoslav contacts tell us there has been
a
real reign of terror, not reported in the Western press. This is
described
in two interviews on Emperor's Clothes, and in the statement from the
Socialist Party (SPS) below.
An Emperor's Clothes reader suggested that people send email to the
Serbian
Socialist Party, telling them we are outraged at these attacks and
urging
them not to cave in to the intimidation. You can write the SPS at
www@... Please forward this note.
Socialist Party of Serbia (SPS): INFORMATION FOR THE PUBLIC (as of
October
7, 2000 )
Despite Mr. Kostunica's public proclamation that his supporters wouldn't
harass members and sympathizers of the SPS, in the last three days, in
Belgrade and throughout Serbia, we've witnessed a reign of terror.
Supporters of the Socialist Party (SPS) have been physically threatened
over the phone. Children of socialists have been threatened. Members of
the
SPS have been beaten. Offices have been attacked and destroyed.
Skillfully directing the dissatisfaction of working people against the
Socialist Party, the opposition has organized bullying and lawless
actions,
driving out Socialist directors of companies, but only if those
companies
are well established and successful.
In Kragujevac they attacked, tied and abused ten SPS members. This
included
Ms. Slavica Djukic-Dejanovic. They held her for ten hours, trying to
force
her to go on TV and renounce her SPS membership. She refused. They
finally
released her - right into the arms of a drunken mob. She was cursed,
slapped, spat upon and kicked, over and over.
In Nish, Mr. Dragisa Vucic, an SPS representative on the town council
and a
worker at the electric distribution company, as beaten badly. He is in
the
hospital.
In Belgrade they robbed and then destroyed SPS central headquarters
(take a
look at our web album) and they have done the same with offices in all
the
boroughs.
[Emperor's Clothes note: To view web album go to
www.sps.org.yu/aktuelno/2000/okt/foto-01.html . There are several pages
of
pictures. Click 'next' on lower right of page)
After wrecking the Belgrade offices, members of the opposition parties
in
Kikinda attacked the Young Socialists' Internet Club. They smashed the
doors and windows but SPS members stopped them before they could steal
any
valuable equipment, which was probably what they were after. The
opposition
has recruited the worst kind of thugs for this work.
Last night, the Belgrade headquarters was attacked again. This time
there
was nothing to steal so they burned the building, which is beyond
repair.
In the town boroughs of Palilula, Vracar, Stari Grad and Zvezdara the
SPS
offices have been totally destroyed. Everything of value, all the
furniture, computer equipment and so on has been stolen.
At night, between the 5th and 6th of October, opposition demonstrators
broke into the headquarters in Leskovac, smashed the windows, stole the
computer and other equipment and destroyed what they could not cart
away.
In Jablanica County they demolished the offices, stole equipment, broke
windows and damaged the town building. They looted anything they could.
Then they burned the building, the garage and Mayor Zivojin Stefanovic's
car.
Despite the assurances of the Association of Vojvodina Hungarians that
there would be no attacks or threats against people with different
opinions, the SPS offices in Kanjiza were attacked. There are continuous
telephone threats against those who stand for peace and tolerance. A
special target are Hungarian members of the SPS.
In Ada, rioters led by Vojvodina Hungarian leaders have attacked the
home
of town Mayor Tomic Ognjan, a respected teacher. Police were late in
intervening so his house got severely damaged.
The home of county mayor Ljuba Slijepcevic was attacked. The savagery
was
stopped by police.
Demonstrators broke into SPS headquarters in Smederevo, stole everything
they found, then stole the equipment used by Radio "S."
In Lajkovac they demolished the Peasant Bank and Cafe. They broke into
the
local radio station and stole part of the equipment. They also broke
into
the SPS town headquarters and tried to loot and destroy these offices
but
were stopped by SPS members. They tried to do the same with the local TV
station.
In Kragujevac the demonstrators entered the Self-Management Club where
the
SPS headquarters and TV station are located. Police stopped them.
In Vlasotince they demolished the offices of the SPS and the JUL
(Yugoslav
United Left)as well.
In Temerin they broke in and seized the local radio station.
They attacked SPS headquarters in Pecinci, Prokuplje, Uzice, Bor,
Arilje,
Zrenjanin, Sremsak Mitrovica and Pancevo.
This is how the "democratic" opposition expresses its much-promised
tolerance of all views, all across Serbia.
For photo documentation go to
http://www.sps.org.yu/aktuelno/2000/okt/foto-01.html
There are several photographs; go to the lower right and click on 'next'
)
***
If you would like to be informed by email of actions or information
concerning events in Yugoslavia and have not signed up for the Emperor's
Clothes mailing list, send your address to emperors1000@...
For more on what's been happening in Yugoslavia see the articles listed
below.
'Djindjic Calls for Complete Yugoslav Submission to U.S.' at
http://emperors-clothes.com/news/submit.htm
Discusses the consequences of turning Yugoslavia into a U.S.
protectorate
'U.S. Arrogance and Yugoslav Elections' at
http://emperors-clothes.com/engl.htm
'The International Monetary Fund And The Yugoslav Elections' at
http://emperors-clothes.com/analysis/1.htm
www.tenc.net Emperor's Clothes]
*****************************************
The url for this article
www.emperors-clothes.com/interviews/onthelist.htm
'On the list they had me marked as a nationalist'
Interview with a Serbian woman threatened by the opposition prior to
the
recent coup.
Interview was conducted the morning of 10-5-2000 and posted 10-10
Interviewer: Jared Israel
The following interview was conducted prior to the attack on Parliament
and other Yugoslav institutions last week. The interview was conducted
in
English and is accurate to the word. Mirjana's identity has been
withheld,
despite her insistence that I reveal it.
Jared: I got an email from [name of mutual friend]. She said you had
been
threatened or something?
Mirjana: Yes, a man was waiting when I came to work. He threatened to
kill
me if I went to vote in the second part of the elections. This also
happened to many other people, not just to me.
Jared: Can you talk about it?
Mirjana: Of course. You see, Jared, I did not expect this. I think I am
always doing right things so I never think that there is anybody in this
world who is doing something bad to me. And do you know when he came
close
to me, in that moment when I realized what is going on I just said to
myself, because you know I have experience from the war in Republic of
Serbian Krajina [when Croatia attacked this Serbian area] just to look
at
his eyes all the time. His stayed there three or four minutes and it was
so
bad.
Jared: You are very brave. Was he young or old?
Mirjana: He was about 40 years old. And you know, I think that I met
him
several years ago and that he is a Serbian man from Germany. He looked
familiar and I had all day yesterday to think. And now I remember that
he
was coming from U.S. some years ago to complain and give his opinions.
You see, Jared, I am sure that I'm doing very good things, I am really
fighter for freedom for everybody in this world. And if God is going to
allow that they do me something bad it is no matter. I am not afraid for
myself.
They are doing this all around Belgrade. Even in the supermarkets they
are
telling people that they are going to kill people if they try to vote,
that
they are not allowed to go to vote. Can you imagine this?
Jared: Isn't that going to turn people against them? The word will
spread -
Mirjana: Of course.
Jared: Have you told other people.
Mirjana: Yesterday morning I called my friends of course because first
of
all I wanted them to know because I am scared for them because they are
also people like me, big fighters
But there are so many people they have threatened, even people living
on
my street, they have been threatened too. Because do you know, people
from
Democratic Parties, they have all lists with citizens of voters of
Belgrade. And one man from DOS he came, you know from this democratic
opposition parties, he came to my work to talk to me and showed me that
list. In our country it is a crime to have a list of the citizens who
are
voters. So all the people on the list, they were marked if they were
members of the Socialist Party or Serbian Radical Party or Communist
Party.
I was marked as a nationalist. You understand? So I told him first this
is
a crime. And second, as want to represent people in government, this is
a
very bad thing that you have something like this list. So now I know
how they can be so well organized, to threaten all the voters. Because
they have all informations about people. Especially they are now
pressuring
people who have never been to any political party. Pressuring them not
to
go and vote. But a lot of them will go now because they are angry.
You cannot tell me not to go to work or to vote. I want to have my
personal opinion. Serbian people hate to be pressed. Especially Serbian
women. Can you imagine? To try to scare me! My father he is peasant from
Krajina.
[Note: the Krajina is a mountainous section near Croatia and inhabited
for
hundreds of years almost entirely by ethnic Serb farmers. When Croatia
seceded from Yugoslavia in June, 1991, the Croatian neo-fascists tried
to
subjugate the Krajina Serbs, but were roundly defeated. The West then
brokered a peace agreement disadvantageous to the Serbs, who were
disarmed.
Four years later, the Croatian army, trained by a CIA-connected private
military organization called MPRI, and with US air support, drove the
entire population of Krajina from their homes - 250,000 people in a few
days. These people are now refugees in Serbia. The MPRI is now involved
in
training the paramilitary forces of the secessionist government in
Montenegro.]
Mirjana: We prefer to die before we accept to be a slave. I got so mad.
I
think these people took the U.S. money and promised something to
American
government and so they're scared. They are afraid of the Americans so
now
they try to scare me and other people - and you know most of the people
they threatened are women - can you imagine?
Jared: Did you tell your husband?
Mirjana: Of course. You know, he's my best friend. But he knows that I
am
enough crazy that I can protect myself.
Jared: We're all a little crazy
Mirjana: We're not crazy, we have crazy politicians. If there are
people
listening to your phone from your country's secret police, let me tell
them
something: you should stop these stupid people to do such bad things in
our
country.. If you want an Empire, don't you need women to have children?
It is not smart to threaten women and try to scare them. Can you
imagine,
a new Empire which is trying to run the world by scaring women?
Jared: Kidnapping them too. The Sunday Times says 500,000 women a year
are
kidnapped out of Eastern Europe, sold.
Mirjana: Can you imagine things like this? But this will not work, no,
especially not with the Serbian women because we are very strong. When
we
get mad we are capable of doing many things.
Jared: Thank you for talking about this. I was worried when I heard you
were being harassed.
Mirjana: Don't worry for your friend.
Jared: But I'm going to publicize it. But I don't want to use your name
of
course and -
Mirjana: Write my name! Why not? Do you want to say where they
threatened,
the address?
Jared: The address? I don't -
Mirjana: Yes, say it. [Despite her demand I have not published
Mirjana's
full name or address- JI.] I was a member of Djindjic's party but I am
not
a member, not anymore. Because they are involved in crime. Racketing. I
found this out and you can write it all now. Because now I am mad. I
hate
when somebody threaten me.
www.tenc.net [Emperor's Clothes]
*************************************************
The url for this article
www.emperors-clothes.com/interviews/djindjic2.htm
'These Djindjic people are brown shirts'
Interview with a Serbian woman, by Jared Israel
The following interview took place several days after the October 5 coup
in
Belgrade. The person interviewed is a member of the Serbian Radical
Party,
a conservative nationalist party opposed to the recent coup.
Jared: What's going on?
Gordana: Some very aggressive people from the opposition are grabbing
everything around here, in particular taking the institutions that have
some money, for instance the telecommunications company. They are
scaring
people and beating people.
They want to destroy the results of previous elections by declaring that
new elections have to be held for the Serbian Parliament. Elections are
not
supposed to be held for a year but they want them this fall. That would
mean the Serbian people would lose their representatives because the
elections would be held in an impossible situation. Whole groups of
political parties have no access to media. In the past we had many
viewpoints because we had government media and even more widespread was
various shades of opposition media. Now only one view. And there is day
to
day terrorizing of people. Mr. Djindjic hopes that people will be too
scared to run as candidates from those parties which stand in his way.
Jared: You say there is "day to day terrorizing"?.
Gordana: Take this example. A friend of mine is intellectual. Every time
her phone rings she gets a threat from the other side. They stop her car
in
traffic to threaten her, and so on. And this is a professional woman,
the
daughter of a well-known professor. Even these people who are well known
are subject to threats. Another such woman, a reporter, visits me, and
she
is afraid to go home alone and stays over - and this is in Belgrade! Can
you imagine how the common people feel? They are even more afraid. I was
on
a bus full of tired, worried working people and one of these Otpor types
got on and demanded that the bus stands still and he says: "Listen! We
have
the power now and you will see what we do!"
Jared: So you think that people will be afraid to vote for the Socialist
or
Radical parties or other parties that oppose the coup?
Gordana: No, I think that people may be afraid to run as candidates for
these parties.
The Djindjic people took over all the radio stations and TV stations and
newspapers. On TV now you can't see even the regular old shows. It is
propaganda. The old ladies in Serbia like to watch soap operas from
South
America but now they can't do that. You see they are poor and they have
such a hard life and now they don't have even this small pleasure.
Instead
we have to watch stupid American government lies, even about the wars in
Bosnia and Croatia and so on. They have programs that blame the Serbs,
for
everything. Can you believe this? Do they think we are morons, not to
know
our own history. But the purpose here is also a kind of terror, to break
the spirit. To make people feel hope is lost.
Today they had a show on the television telling lies about Dubrovnik,
showing pictures to prove it was burned down in 1991 by the Yugoslav
army.
But Dubrovnik has all the old buildings in perfect condition and I know
this because friends have been back to see the town, and it was not
damaged. (1)
And these movies they now show to prove to us that the Serbs were
responsible for the wars this past decade. Why? Did we try to secede?
Doesn't Yugoslavia have a right to exist? .Would other countries allow
secessionists and foreign factors to destroy their nation? I have never
seen such lies. Can you imagine, having a situation where you can't
stand
to watch the TV or read the papers.
Jared: I'm afraid I can imagine. What we mainly do on Emperor's Clothes
is
expose lies. They create 'em faster than we can expose them. All I do is
expose fiction.
Gordana: Today is 1941 in Yugoslavia. If there are people who don't
know,
well, they will know it very soon. Even some people I spoke to who were
supporting the DOS now see this violence that is going on and they say,
"These Djindjic people are brown shirts."
[Brown shirts is a term for Fascists or Nazi's - E-C]
Footnotes
(1) I am writing a book about the Western media's lies about Yugoslavia.
As
part of the research, I read many of the news reports written in 1991
about
Dubrovnik. As Gordana says, the Western claim is that the Yugoslavs
(read:
Serbs) burned the place down. This lie was used to prove the Serbs were
ruthless monsters. When the first stories broke about burning Dubrovnik
down they produced a strongly anti-Serb response in the public so,
wanting
to make the most of a good thing, the stories were repeated. In the
"Independent" I found Dubrovnik burned to the ground on not fewer than
five
occasions, spanning a period of four months. Remarkable. Despite this
repeated cataclysm, Prof. Peter Maher, who is a knowledgeable witness,
shot
a film during his March 1992 visit to Dubrovnik which proves there was
no
damage to the old city.
There was indeed fighting in the Dubrovnik area. But the evidence I
uncovered during my research shows that the Yugoslav Army deliberately
avoided shelling the old city. Here is the basic sequence of events: the
Croatian secessionist troops attacked Yugoslav army barracks near
Dubrovnik. The Yugoslav Army gave chase. The secessionists retreated
behind
the old city digging in in areas dangerously close to hotels in which
they
had housed refugees from the fighting . In a moment of candor, Phil
Davison, a reporter from the British "Independent" admitted that this
virtually guaranteed the shelling of hotels:
"The Croats have set up a mortar close to our hotel, just as they
have
next to hospitals and refugee centres. This may make us a target
for
the army. Sooner or later, they are going to lay a couple of
rounds
on us. The army is zapping Lokrum island, 300 yards from my hotel.
Mortars, machineguns, ack-ack guns. It is deafening. A machinegun
barrage rattles my windows. It is just a matter of time."
(The 'Independent' November 17, 1991)
The press was full of stories of how the heartless Yugoslav Army was
shelling hotels where refugees were housed. Did the secessionists set up
their positions near the hotels in order to force the Yugoslavs to shell
the hotels and thus provide ammunition for anti-Yugoslav propaganda?
Common
sense suggests they did. And more than common sense: consider this
report,
which appeared in only two English language newspapers:
"Women And Children Barred From Leaving Croatian Town
"The six-member Dubrovnik crisis committee decided six days ago
that
the defense of this coastal Adriatic city required the presence of
all
the remaining women and children.
UNICEF was informed of the decree three days ago, and on Tuesday,
it
was first implemented when 200 people were prevented from leaving
the
city on a UNICEF relief vessel that had brought supplies to the
city.
"First, he said, if the women and children stay, it will mean that
the
attacking army would be shooting at them and not just at
a
walled city.
"Second, he said, their presence might force the army to hesitate
before shooting.
"Third, if there is an attack, the international public reaction to
such an attack
would be a public-relations coup for Croatia, which has been trying
desperately for months to get diplomatic and military support from
the
West
"Only 100 of 300 people scheduled to leave on a ship Tuesday were
allowed to depart, and UNICEF was told by Dubrovnik officials
that no one else would be able to leave."('The Orange County
Register,' December 5, 1991)
www.tenc.net [Emperor's Clothes]
***
Sulla copertina del sito del Coordinamento
> http://digilander.iol.it/lajugoslaviavivra/
e su
> http://www.sps.org.yu/aktuelno/2000/okt/foto-01.html
le foto della devastazione della sede belgradese del Partito Socialista
della Serbia ed il comunicato stampa del PSS
AUF DEUTSCH/ IN ENGLISH:
>> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/514
---
Comunicato del Partito socialista serbo (http://www.sps.org.yu/)
7 ottobre 2000
A Belgrado e in tutta la Serbia le violenze e gli attacchi ai membri del
Partito socialista serbo
(P.S.S.) non cessano. Per metodi e modalit� di organizzazione e di
azione gli attacchi rassomigliano
alle azioni naziste perpetrate contro la sinistra agli inizi della
formazione del nazismo tedesco.
Membri della D.O.S. [?Opposizione democratica serba?, il raggruppamento
di Kostunica] hanno
aggredito i leader del P.S.S., minacciando fisicamente anche membri e
sostenitori. Sono giunti a
minacciare per telefono le loro mogli e i loro figli.
Manipolando con abilit� lo scontento dei lavoratori la D.O.S. organizza
e attua azioni violente e
fuorilegge sostituendo e perseguitando i direttori che appartengono al
P.S.S., soprattutto nelle
aziende che operano con successo.
A Kragujevac gli aggressori della D.O.S. hanno sequestrato,legato e per
dieci ore maltrattato
un membro del Comitato esecutivo del comitato generale del P.S.S.,
Slavica Djukic-Dejanovic;
volevano costringerla ad apparire su un canale della tv di Kragujevac
per disconoscere
pubblicamente la sua appartenenza al P.S.S.. Siccome non ha ceduto, �
stata consegnata ad un
branco ubriaco ed inferocito di teppisti che l?hanno pesantemente
insultata, presa a schiaffi, pugni
e calci.
A Nis � stato pesantemente picchiato Dragisa Vucic,operaio dipendente
della
elettro-distribuzione, nonch� nuovo membro del comitato P.S.S. del
Comune di Nis. E? finito in
ospedale perch� sul posto di lavoro un centinaio di persone inferocite
lo hanno quasi linciato.
La notte del 6 a Belgrado � stata di nuovo attaccata l?organizzazione
comunale del P.S.S.. e
siccome non c?era pi� nulla da saccheggiare, hanno dato fuoco alla sede.
Nei Comuni di Palilula, Vracara, Stari Grad e Zvezdara le sedi del PSS
sono totalmente distrutte e
oggetti di valore (mobili,computer etc.) sono stati rubati.
A Bor sono state demolite le sedi comunali e di circoscrizione del
P.S.S.
La stessa cosa � avvenuta a Ariljie, dove i membri della D.O.S. sono
entrati nella sede facendosi
largo a colpi d?ascia.
Al ritorno dalla loro marcia distruttrice su Belgrado, i membri della
D.O.S. hanno attaccato la sede
dei ?Giovani Socialisti? frantumando vetri e porte e solo la presenza
dei membri del P.S.S.. nella
sede ha impedito il saccheggio del costosissimo impianto informatico.
A Kovacica sostenitori della D.O.S. hanno levato le bandiere dalla sede
cittadina del P.S.S.. e le
hanno incendiate in piazza.
La sede comunale del P.S.S. a Sremska Mitrovica � stata oggetto di atti
vandalici.Ieri a Pecince i
membri della D.O.S. sono entrati nella sede comunale del P.S.S.. e hanno
cambiato la serratura.
---
---
Riceviamo da Lino Anelli del coordinamento nazionale RSU
Quale democrazia in Jugoslavia ?
Un appello per la cessazione immediata delle violenze nei confronti del
sindacato e della sinistra
Jugoslava.
Le aggressioni di tipo squadristico nei confronti dei militanti del
sindacato Samostalni si susseguono
di ora in ora con crescente intensit�. Si tratta in tutta evidenza di un
piano sistematico, volto a
distruggere tutte le organizzazioni sindacali che manisfestano critiche
verso le politiche neoliberiste
del programma della "Opposizione democratica serba" di Kostunica.
Gli attacchi non sono certo portati avanti da chi, in tutta coerenza ha
lottato per il rinnovamento
della Jugoslavia, ma da soggetti arroganti e settari che rappresentano
parti consistenti dei partiti di
"opposizione" che vedono la caduta di Milosevic come occasione per
rafforzare se stessi
distruggendo ogni voce concorrente. Questo � sostenuto anche da
Dragoljub Micunovic, voce
autorevole dell'opposizione e candidato alla prossima carica di Primo
Ministro,che in una intervista
al Manifesto del 10 ottobre denuncia gli atti di violenza in corso.
E' quanto ad esempio sta avvenendo alla Zastava di Kragujevac.
Sulla base di testimonianze dirette, denunciamo le aggressioni compiute
a Kragujevac nei confronti
dei rappresentanti del sindacao autonomo Zastava.
Luned� 9 ottobre sono stati devastati gli uffici del sindacato Zastava
"Iveco". Gli agressori,
esponenti del sindacato indipendente, hanno imposto le dimissioni, tra
gli altri di Milan Doncic e
Sreten Milicevic. Alla stessa segretaria del sindacato Zastava, la
compagna Rusika, � stato
"ordinato" di dimettersi immediatamente. Anche la compagna Rajka
veljovic assieme al gruppo
impegnato a seguire il progetto di adozioni a distanza hanno subito
pesanti minacce, al punto da
temere per la loro incolumit� fisica.
E' questa la nuova democrazia Jugoslava ??
La nostra condanna nei confronti di questi atti di violenza, e la nostra
solidariet� ai rappresentanti
del sindacato Zastava colpiti nella loro libert� individuale e di
organizzazione sono convinte e
decise.
Conosciamo bene i compagni colpiti dalla aggressione anche perch�
sono stati da subito, durante
i bombardamenti e dopo, interlocutori infaticabili, credibili e convinti
dell'unico progetto di
solidariet� tra i lavoratori Italiani e quelli Jugoslavi che ha saputo
svolgersi nonostante l'embargo
ed in completa autonomia dal quadro politico ed istituzionale della
jugoslavia.
Un impegno che ha reso possibile l'arrivo di aiuti (medicinali ed
apparecchiature sanitarie) non solo
al presidio sanitario della Zastava, ma anche all'ospedale civile,
all'orfanotrofio ed al centro
geriatrico di Kragujevac. Un impegno che ha realizzato una rete di
sostegno al reddito alle famiglie
dei lavoratori della Zastava con le oltre 1.100 adozioni a distanza
gestite da diverse associazioni e
strutture sindacali Italiane.
I compagni e le compagne colpite dall'aggressione e dalla violenza
politica di queste ore sono
inoltre conosciuti da tanti che, in Italia, li hanno incontrati in
occasione di manifestazioni ed
assemblee pubbliche contro la guerra, contro l'embargo, per la
costruzione di una rete di
solidariet� diretta e concreta tra lavoratori di tutti i paesi capace di
agire in risposta alle parole
dell'odio e della guerra ed in autonomia dagli schieramenti politici in
campo e dai loro obiettivi di
egemonia economica e territoriale.
La posizione dei compagni del sindacato Zastava, (vedi comunicato) anche
in occasione delle
ultime vicende politiche in Jugoslavia, � stata capace di autonomia e
coerenza col loro compito di
rappresentanti di lavoratori impegnati sopratutto a sostenere e
rivendicare impegni concreti per il
lavoro e per il salario a tutte le forze politiche in campo, preoccupati
sia degli aspetti che portavano
a rivendicare maggiore democrazia nel paese che delle proposte
neoliberiste del programma
economico di Kostunica che prevedono, tra l'altro, la chiusura della
Zastava e pesanti tagli al
salario ed all'assistenza sociale e previdenziale.
E' paradossale che gli agenti dell'aggressione fisica e politica siano
esponenti di quel sindacato
indipendente che, in piena era Milosevic erano in prima fila a
rivendicare agibilit�, democrazia e
libert� sindacale.
Paradossalmente questi, che in piena era Milosevic hanno comunque
potuto, certamente non
senza difficolt�, tenere riunioni, costituire organizzazioni, convocare
congressi, ora negano agli altri
sindacati anche la minima possibilit� di esistenza.
Oltretutto, rifiutando l'eventualit� che una verifica della reale
rappresentanza sindacale nel luogo di
lavoro sia demandata ad una verifica elettorale nei reparti e tra i
lavoratori della Zastava, essi
pretendono di essere una forza sindacale rappresentativa solo sulla
scorta del loro essere legati ai
partiti di opposizione. Una visione particolarmente reazionaria della
libert� per cui il popolo
Jugoslavo ha lottato e che getta una cattiva luce su alcune forze
rappresentate nel cartello del
fronte dell"opposizione".
E' oltretutto drammatico che i lavoratori della Zastava, che a causa dei
bombardamenti della Nato
sono ancora oggi senza lavoro e senza reddito, in un clima di
intimidazione e di confusione,
diventino a tutti gli effetti soggetti ricattati dalle cos� dette nuove
forze del cambiamento che
sembrano non avere altri strumenti di acquisizione del consenso se non
la pratica dell'intimidazione
e dell'arroganza che, con la complicit� dei vertici aziendali, arriva
anche a proporre lo scambio tra
aiuti economici e la disdetta al sindacato Zastava.
Come Coordinamento Nazionale delle RSU denunciamo quanto sta avvenendo
come un'attacco
alla democrazia sindacale in Jugoslavia, un'attacco che sta assumendo
forme anche peggiori di
quelle che "l'umanitario" occidente ed il Sindacato Italiano
denunciavano esistere nell'era
Milosevic.
In solidariet� con i sindacalisti ed i delegati sindacali della Zastava
di Kragujevac, in rispetto degli
stessi ideali di solidariet� tra i lavoratori e di democrazia sindacale
da loro stessi ribaditi nelle varie
iniziative da loro tenute in Italia e nelle posizioni da loro espresse
in Jugoslavia proponiamo che
dalle Rsu, dai luoghi di lavoro, vengano inviati messaggi di solidariet�
indirizzati alla compagna
Ruzica ed alla compagna Rajka del sindacato Zastava ai seguenti
indirizzi [NOTA: GLI INDIRIZZI RISULTANO NON PIU' FUNZIONANTI
A CAUSA DEI FURTI E DEI VADALISMI SUBITI]:
email: sindikat@... (provare comunque, anche se sembra che il
computer,dono della Cgil
Lombardia, sia stato rubato o distrutto)
fax: 00381 34 335367
Proponiamo inoltre che si attivino iniziative su tutte le strutture
sindacali, anche della sinistra
sindacale, perch� vengano prese posizioni ed iniziative in difesa delle
libert� sindacali in Jugoslavia.
Vi preghiamo di inviare anche al sito del coordinamento rsu i testi
delle varie prese di posizione dai
luoghi di lavoro, dai sindacati, dalle rsu in modo da darne la massima
pubblicizzazione
Il Coordinamento nazionale delle Rsu -
Marted� 10 ottobre 2000
Il documento � scaricabile in formato ipertesto (con i link ad altri
documenti richiamati dall'appello)
dal sito del coordinamento Rsu -
http://www.ecn.org/coord.rsu/
Alma Rossi - email - alma@...
indirizzo email del coordinamento RSU - coord.naz.rsu@...
indirizzo internet del Coordinamento RSU - http://www.ecn.org/coord.rsu/
---
Michel Collon
[giornalista, autore di diversi libri sulla Jugoslavia, da Poker
menteur a quello sull?espansione della
NATO]
JOURNAL DE BELGRADE - Lundi 9 octobre, 13 heures
Les violences dont on ne parle pas
[Le violenze di cui non si parla]
[... Saltiamo tutta la prima parte sugli equilibri interni al governo
della repubblica serba: la
situazione � precipitata nella serata del 9 ottobre, quando � stato
imposto lo scioglimento del
governo serbo e sono state indette nuove elezioni per fine dicembre]
Le grandi manovre politiche ruotano anche intorno al nuovo governo
federale. Il partner
indispensabile e fortemente corteggiato � il partito socialista
montenegrino. DOS [Opposizione
democratica serba, il partito di Kostunica] gli ha immediatamente fatto
delle avances. Solo che
entro un anno avranno luogo le elezioni nella repubblica del Montenegro
e in questo paese le
elezioni della repubblica sono ancora pi� importanti in termini di
competenze e di budget. I socialisti
montenegrini hanno il vento in poppa e potrebbere vincere contro la
destra filoamericana di
Djukanovic. Ma se andassero con la destra serba di DOS che ha
esattamente lo stesso
programma stile FMI di Djukanovic, la loro immagine sarebbe deteriorata.
Ecco perch� essi hanno
scelto piuttosto scelto il PSS [partito socialista serbo] di Milosevic
come partner. Tutto � stato
negoziato. Non rimane che un ostacolo.
Messo fuori gioco, DOS ha cominciato a contestare il mandato
di 18 deputati socialisti
Lontano dalle telecamere, le violenze di Djndjic
E? forse proprio per questo che DOS mantiene la pressione. Quali sono i
metodi impiegati?
Minacce di manifestazioni e di blocchi delle istituzioni legali,
violenze fisiche e minacce contro i
membri del partito socialista e diverse istituzioni dello Stato, messa
sotto controllo con la forza di
alcune imprese.
Dietro la figura simbolica di Kostunica che occupa il
davanti della scena, � Zoran Djindjic
che organizza tutto.
Venduto da tempo agli interessi tedeschi, poi americani, come ognuno qui
sa bene, Djindjic,
fortemente disprezzato, si � servito di Kostunica per battere Milosevic
ed ora si avventa sul potere
reale. Con la violenza. La sede belgradese del partito socialista �
stata completamente distrutta.
Kostunica ha inviato un fotografo sul posto, che si � mostrato
indignato. Alcune case di membri del
PSS sono state date alle fiamme. Numerose imprese, ad es. la fabbrica di
tabacco DIN ? sono state
prese di forza da uomini di Djindjic. In questo momento DOS espelle con
la forza il direttore
dell?ospedaletto dei bambini, Scepanovic, molto competente, ma colpevole
di essere membro del
partito socialista. Altri eventi di questo genere non possono ancora
essere pubblicati perch� le
vittime hanno troppa paura. Ma i fatti sono stati riferiti e se
accedesse qualcosa, sarebbero diffusi.
E in provincia le aggressioni terroristiche sono ancora pi� gravi che a
Belgrado, dove bisogna
preservare un?immagine presentabile.
Non � evidentemente per questo che il popolo ha votato. Ha
votato per vivere meglio e per il
fatto che la maggioranza aveva perso fiducia in Milosevic. E per
impedire che questi fatti siano
conosciuti dall?opinione pubblica, tutti i mass media sono stati messi
sin dall?inizio sotto
controllo della DOS, pi� precisamente di Djindjic.
E? la DOS e l?Occidente che hanno instaurato il controllo
sui mass media!
E? Djindjic, non Kostunica, ad aver organizzato molto
efficacemente l?occupazione dei
mass media pubblici: RTS [la televisione di stato serba, bombardata
dalla NATO, che i
?democratici? hanno finito di saccheggiare], l?agenzia di stampa Tanjug,
il quotidiano Politika. Con
la complicit� di alcuni responsabili di questi mass media, ed escludendo
di forza gli altri giornalisti o
sottoponendoli a fortissime pressioni.
Risultato: quando oggi accendete il televisore, vedete la
stessa cosa dappertutto: Kostunica
e DOS, oppure DOS e Kostunica. Nient?altro. Mai un punto di vista
dell?altro campo. Era quello
che si rimproverabva prima a Milosevic. Ma, sotto Milosevic, anche si vi
sono state delle
sospensioni in certi periodi, l?opposizione aveva tre volte pi�
mass-media del potere e cinque volte
pi� del potere a livello di comunicazione elettronica. E anche le sue
televisioni. La popolazione
riceveva costantemente quelle opinioni che l?hanno del resto fortemente
influenzata. Adesso tutta
l?informazione � controllata da un solo partito, e questa la chiamano
?democrazia?.
Con metodi psicologico-mediatici modernissimi, da cui si
vede che sono stati preparati da
tempo. I dollari di Washington sono stati investiti per preparare questi
mass-media moderni.
Che accadr�? DOS cercher� di mantenere la pressione per
impedire il funzionamento dei
governi che non controllerebbe. Sia con manifestazioni e scontri, ma la
maggior parte delle persone
desiderano qui la fine delle violenze e il ritorno alla calma. Sia con
delle ostruzioni istituzionali. Pi�
passa il tempo, meno potranno usare la forza. O, almeno, � quello che
molti sperano.
---
8 ottobre 2000
Fonte: AFP
Il sindaco di Cacak, Velimir Ilic, riconosce di aver iniziato gioved� 5
ottobre, con un commando di
oltre 2000 uomini, l'assalto al parlamento e alla televisione di
Belgrado, un'azione premeditata che
mirava a provocare la caduta di Slobodan Milosevic.
"La nostra azione era stata preparata in anticipo. Tra i miei uomini
c'erano degli ex paracadusti,
dei vecchi ufficiali dell'esercito e della polizia e degli uomini che
avevano combattuto tra le forze
speciali", ha raccontato ai giornalisti il sindaco di Cacak.
"Molti di noi avevano dei giubbotti antiproiettile e delle armi". "Il
nostro scopo era molto chiaro,
prendere il controllo delle istituzioni-chiave del regime, tra cui il
parlamento e la televisione [...].
Sono stato costantemente al telefono con un generale dell'esercito cos�
come con una parte della
gerarchia del ministero dell'Interno. Per il momento preferisco non
divulgare i loro nomi".
Infine, Mr Ilic svela che le scene di "fraternizzazione" tra
manifestanti e poliziotti erano una messa
in scena: "Erano i nostri uomini vestiti delle uniformi della polizia".
Ben studiato, come sottolinea il
dispaccio dell'AFP che riporta l'intervista, queste scene "hanno dato
coraggio ai manifestanti" [per
non dire "hanno scoraggiato i sostenitori di Milosevic"] e hanno
destabilizzato le forze ancora fedeli
a Milosevic.
Si fa luce quindi a poco a poco la verit� sulla sedicente insurrezione
popolare. Se ne sapr� si pi� in
futuro, in particolare sui "consigli" che sono stati dati a colpo sicuro
ai vari Ilic e agli altri
"democratici".
---
==
Bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'"
> http://digilander.iol.it/lajugoslaviavivra
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono il Coordinamento, ma vengono
fatti circolare per il loro contenuto informativo al solo scopo di
segnalazione e commento ("for fair use only")
Per contributi e segnalazioni: jugocoord@...
*** QUESTO SERVIZIO E' ANCORA IN FASE SPERIMENTALE ***
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Puoi disporre in ogni gruppo di 20 MB
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http://www.ecircle.de/ad182075/www.ecircle.it
> http://digilander.iol.it/lajugoslaviavivra/
e su
> http://www.sps.org.yu/aktuelno/2000/okt/foto-01.html
le foto della devastazione della sede belgradese del Partito Socialista
della Serbia ed il comunicato stampa del PSS
AUF DEUTSCH/ IN ENGLISH:
>> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/514
---
Comunicato del Partito socialista serbo (http://www.sps.org.yu/)
7 ottobre 2000
A Belgrado e in tutta la Serbia le violenze e gli attacchi ai membri del
Partito socialista serbo
(P.S.S.) non cessano. Per metodi e modalit� di organizzazione e di
azione gli attacchi rassomigliano
alle azioni naziste perpetrate contro la sinistra agli inizi della
formazione del nazismo tedesco.
Membri della D.O.S. [?Opposizione democratica serba?, il raggruppamento
di Kostunica] hanno
aggredito i leader del P.S.S., minacciando fisicamente anche membri e
sostenitori. Sono giunti a
minacciare per telefono le loro mogli e i loro figli.
Manipolando con abilit� lo scontento dei lavoratori la D.O.S. organizza
e attua azioni violente e
fuorilegge sostituendo e perseguitando i direttori che appartengono al
P.S.S., soprattutto nelle
aziende che operano con successo.
A Kragujevac gli aggressori della D.O.S. hanno sequestrato,legato e per
dieci ore maltrattato
un membro del Comitato esecutivo del comitato generale del P.S.S.,
Slavica Djukic-Dejanovic;
volevano costringerla ad apparire su un canale della tv di Kragujevac
per disconoscere
pubblicamente la sua appartenenza al P.S.S.. Siccome non ha ceduto, �
stata consegnata ad un
branco ubriaco ed inferocito di teppisti che l?hanno pesantemente
insultata, presa a schiaffi, pugni
e calci.
A Nis � stato pesantemente picchiato Dragisa Vucic,operaio dipendente
della
elettro-distribuzione, nonch� nuovo membro del comitato P.S.S. del
Comune di Nis. E? finito in
ospedale perch� sul posto di lavoro un centinaio di persone inferocite
lo hanno quasi linciato.
La notte del 6 a Belgrado � stata di nuovo attaccata l?organizzazione
comunale del P.S.S.. e
siccome non c?era pi� nulla da saccheggiare, hanno dato fuoco alla sede.
Nei Comuni di Palilula, Vracara, Stari Grad e Zvezdara le sedi del PSS
sono totalmente distrutte e
oggetti di valore (mobili,computer etc.) sono stati rubati.
A Bor sono state demolite le sedi comunali e di circoscrizione del
P.S.S.
La stessa cosa � avvenuta a Ariljie, dove i membri della D.O.S. sono
entrati nella sede facendosi
largo a colpi d?ascia.
Al ritorno dalla loro marcia distruttrice su Belgrado, i membri della
D.O.S. hanno attaccato la sede
dei ?Giovani Socialisti? frantumando vetri e porte e solo la presenza
dei membri del P.S.S.. nella
sede ha impedito il saccheggio del costosissimo impianto informatico.
A Kovacica sostenitori della D.O.S. hanno levato le bandiere dalla sede
cittadina del P.S.S.. e le
hanno incendiate in piazza.
La sede comunale del P.S.S. a Sremska Mitrovica � stata oggetto di atti
vandalici.Ieri a Pecince i
membri della D.O.S. sono entrati nella sede comunale del P.S.S.. e hanno
cambiato la serratura.
---
---
Riceviamo da Lino Anelli del coordinamento nazionale RSU
Quale democrazia in Jugoslavia ?
Un appello per la cessazione immediata delle violenze nei confronti del
sindacato e della sinistra
Jugoslava.
Le aggressioni di tipo squadristico nei confronti dei militanti del
sindacato Samostalni si susseguono
di ora in ora con crescente intensit�. Si tratta in tutta evidenza di un
piano sistematico, volto a
distruggere tutte le organizzazioni sindacali che manisfestano critiche
verso le politiche neoliberiste
del programma della "Opposizione democratica serba" di Kostunica.
Gli attacchi non sono certo portati avanti da chi, in tutta coerenza ha
lottato per il rinnovamento
della Jugoslavia, ma da soggetti arroganti e settari che rappresentano
parti consistenti dei partiti di
"opposizione" che vedono la caduta di Milosevic come occasione per
rafforzare se stessi
distruggendo ogni voce concorrente. Questo � sostenuto anche da
Dragoljub Micunovic, voce
autorevole dell'opposizione e candidato alla prossima carica di Primo
Ministro,che in una intervista
al Manifesto del 10 ottobre denuncia gli atti di violenza in corso.
E' quanto ad esempio sta avvenendo alla Zastava di Kragujevac.
Sulla base di testimonianze dirette, denunciamo le aggressioni compiute
a Kragujevac nei confronti
dei rappresentanti del sindacao autonomo Zastava.
Luned� 9 ottobre sono stati devastati gli uffici del sindacato Zastava
"Iveco". Gli agressori,
esponenti del sindacato indipendente, hanno imposto le dimissioni, tra
gli altri di Milan Doncic e
Sreten Milicevic. Alla stessa segretaria del sindacato Zastava, la
compagna Rusika, � stato
"ordinato" di dimettersi immediatamente. Anche la compagna Rajka
veljovic assieme al gruppo
impegnato a seguire il progetto di adozioni a distanza hanno subito
pesanti minacce, al punto da
temere per la loro incolumit� fisica.
E' questa la nuova democrazia Jugoslava ??
La nostra condanna nei confronti di questi atti di violenza, e la nostra
solidariet� ai rappresentanti
del sindacato Zastava colpiti nella loro libert� individuale e di
organizzazione sono convinte e
decise.
Conosciamo bene i compagni colpiti dalla aggressione anche perch�
sono stati da subito, durante
i bombardamenti e dopo, interlocutori infaticabili, credibili e convinti
dell'unico progetto di
solidariet� tra i lavoratori Italiani e quelli Jugoslavi che ha saputo
svolgersi nonostante l'embargo
ed in completa autonomia dal quadro politico ed istituzionale della
jugoslavia.
Un impegno che ha reso possibile l'arrivo di aiuti (medicinali ed
apparecchiature sanitarie) non solo
al presidio sanitario della Zastava, ma anche all'ospedale civile,
all'orfanotrofio ed al centro
geriatrico di Kragujevac. Un impegno che ha realizzato una rete di
sostegno al reddito alle famiglie
dei lavoratori della Zastava con le oltre 1.100 adozioni a distanza
gestite da diverse associazioni e
strutture sindacali Italiane.
I compagni e le compagne colpite dall'aggressione e dalla violenza
politica di queste ore sono
inoltre conosciuti da tanti che, in Italia, li hanno incontrati in
occasione di manifestazioni ed
assemblee pubbliche contro la guerra, contro l'embargo, per la
costruzione di una rete di
solidariet� diretta e concreta tra lavoratori di tutti i paesi capace di
agire in risposta alle parole
dell'odio e della guerra ed in autonomia dagli schieramenti politici in
campo e dai loro obiettivi di
egemonia economica e territoriale.
La posizione dei compagni del sindacato Zastava, (vedi comunicato) anche
in occasione delle
ultime vicende politiche in Jugoslavia, � stata capace di autonomia e
coerenza col loro compito di
rappresentanti di lavoratori impegnati sopratutto a sostenere e
rivendicare impegni concreti per il
lavoro e per il salario a tutte le forze politiche in campo, preoccupati
sia degli aspetti che portavano
a rivendicare maggiore democrazia nel paese che delle proposte
neoliberiste del programma
economico di Kostunica che prevedono, tra l'altro, la chiusura della
Zastava e pesanti tagli al
salario ed all'assistenza sociale e previdenziale.
E' paradossale che gli agenti dell'aggressione fisica e politica siano
esponenti di quel sindacato
indipendente che, in piena era Milosevic erano in prima fila a
rivendicare agibilit�, democrazia e
libert� sindacale.
Paradossalmente questi, che in piena era Milosevic hanno comunque
potuto, certamente non
senza difficolt�, tenere riunioni, costituire organizzazioni, convocare
congressi, ora negano agli altri
sindacati anche la minima possibilit� di esistenza.
Oltretutto, rifiutando l'eventualit� che una verifica della reale
rappresentanza sindacale nel luogo di
lavoro sia demandata ad una verifica elettorale nei reparti e tra i
lavoratori della Zastava, essi
pretendono di essere una forza sindacale rappresentativa solo sulla
scorta del loro essere legati ai
partiti di opposizione. Una visione particolarmente reazionaria della
libert� per cui il popolo
Jugoslavo ha lottato e che getta una cattiva luce su alcune forze
rappresentate nel cartello del
fronte dell"opposizione".
E' oltretutto drammatico che i lavoratori della Zastava, che a causa dei
bombardamenti della Nato
sono ancora oggi senza lavoro e senza reddito, in un clima di
intimidazione e di confusione,
diventino a tutti gli effetti soggetti ricattati dalle cos� dette nuove
forze del cambiamento che
sembrano non avere altri strumenti di acquisizione del consenso se non
la pratica dell'intimidazione
e dell'arroganza che, con la complicit� dei vertici aziendali, arriva
anche a proporre lo scambio tra
aiuti economici e la disdetta al sindacato Zastava.
Come Coordinamento Nazionale delle RSU denunciamo quanto sta avvenendo
come un'attacco
alla democrazia sindacale in Jugoslavia, un'attacco che sta assumendo
forme anche peggiori di
quelle che "l'umanitario" occidente ed il Sindacato Italiano
denunciavano esistere nell'era
Milosevic.
In solidariet� con i sindacalisti ed i delegati sindacali della Zastava
di Kragujevac, in rispetto degli
stessi ideali di solidariet� tra i lavoratori e di democrazia sindacale
da loro stessi ribaditi nelle varie
iniziative da loro tenute in Italia e nelle posizioni da loro espresse
in Jugoslavia proponiamo che
dalle Rsu, dai luoghi di lavoro, vengano inviati messaggi di solidariet�
indirizzati alla compagna
Ruzica ed alla compagna Rajka del sindacato Zastava ai seguenti
indirizzi [NOTA: GLI INDIRIZZI RISULTANO NON PIU' FUNZIONANTI
A CAUSA DEI FURTI E DEI VADALISMI SUBITI]:
email: sindikat@... (provare comunque, anche se sembra che il
computer,dono della Cgil
Lombardia, sia stato rubato o distrutto)
fax: 00381 34 335367
Proponiamo inoltre che si attivino iniziative su tutte le strutture
sindacali, anche della sinistra
sindacale, perch� vengano prese posizioni ed iniziative in difesa delle
libert� sindacali in Jugoslavia.
Vi preghiamo di inviare anche al sito del coordinamento rsu i testi
delle varie prese di posizione dai
luoghi di lavoro, dai sindacati, dalle rsu in modo da darne la massima
pubblicizzazione
Il Coordinamento nazionale delle Rsu -
Marted� 10 ottobre 2000
Il documento � scaricabile in formato ipertesto (con i link ad altri
documenti richiamati dall'appello)
dal sito del coordinamento Rsu -
http://www.ecn.org/coord.rsu/
Alma Rossi - email - alma@...
indirizzo email del coordinamento RSU - coord.naz.rsu@...
indirizzo internet del Coordinamento RSU - http://www.ecn.org/coord.rsu/
---
Michel Collon
[giornalista, autore di diversi libri sulla Jugoslavia, da Poker
menteur a quello sull?espansione della
NATO]
JOURNAL DE BELGRADE - Lundi 9 octobre, 13 heures
Les violences dont on ne parle pas
[Le violenze di cui non si parla]
[... Saltiamo tutta la prima parte sugli equilibri interni al governo
della repubblica serba: la
situazione � precipitata nella serata del 9 ottobre, quando � stato
imposto lo scioglimento del
governo serbo e sono state indette nuove elezioni per fine dicembre]
Le grandi manovre politiche ruotano anche intorno al nuovo governo
federale. Il partner
indispensabile e fortemente corteggiato � il partito socialista
montenegrino. DOS [Opposizione
democratica serba, il partito di Kostunica] gli ha immediatamente fatto
delle avances. Solo che
entro un anno avranno luogo le elezioni nella repubblica del Montenegro
e in questo paese le
elezioni della repubblica sono ancora pi� importanti in termini di
competenze e di budget. I socialisti
montenegrini hanno il vento in poppa e potrebbere vincere contro la
destra filoamericana di
Djukanovic. Ma se andassero con la destra serba di DOS che ha
esattamente lo stesso
programma stile FMI di Djukanovic, la loro immagine sarebbe deteriorata.
Ecco perch� essi hanno
scelto piuttosto scelto il PSS [partito socialista serbo] di Milosevic
come partner. Tutto � stato
negoziato. Non rimane che un ostacolo.
Messo fuori gioco, DOS ha cominciato a contestare il mandato
di 18 deputati socialisti
Lontano dalle telecamere, le violenze di Djndjic
E? forse proprio per questo che DOS mantiene la pressione. Quali sono i
metodi impiegati?
Minacce di manifestazioni e di blocchi delle istituzioni legali,
violenze fisiche e minacce contro i
membri del partito socialista e diverse istituzioni dello Stato, messa
sotto controllo con la forza di
alcune imprese.
Dietro la figura simbolica di Kostunica che occupa il
davanti della scena, � Zoran Djindjic
che organizza tutto.
Venduto da tempo agli interessi tedeschi, poi americani, come ognuno qui
sa bene, Djindjic,
fortemente disprezzato, si � servito di Kostunica per battere Milosevic
ed ora si avventa sul potere
reale. Con la violenza. La sede belgradese del partito socialista �
stata completamente distrutta.
Kostunica ha inviato un fotografo sul posto, che si � mostrato
indignato. Alcune case di membri del
PSS sono state date alle fiamme. Numerose imprese, ad es. la fabbrica di
tabacco DIN ? sono state
prese di forza da uomini di Djindjic. In questo momento DOS espelle con
la forza il direttore
dell?ospedaletto dei bambini, Scepanovic, molto competente, ma colpevole
di essere membro del
partito socialista. Altri eventi di questo genere non possono ancora
essere pubblicati perch� le
vittime hanno troppa paura. Ma i fatti sono stati riferiti e se
accedesse qualcosa, sarebbero diffusi.
E in provincia le aggressioni terroristiche sono ancora pi� gravi che a
Belgrado, dove bisogna
preservare un?immagine presentabile.
Non � evidentemente per questo che il popolo ha votato. Ha
votato per vivere meglio e per il
fatto che la maggioranza aveva perso fiducia in Milosevic. E per
impedire che questi fatti siano
conosciuti dall?opinione pubblica, tutti i mass media sono stati messi
sin dall?inizio sotto
controllo della DOS, pi� precisamente di Djindjic.
E? la DOS e l?Occidente che hanno instaurato il controllo
sui mass media!
E? Djindjic, non Kostunica, ad aver organizzato molto
efficacemente l?occupazione dei
mass media pubblici: RTS [la televisione di stato serba, bombardata
dalla NATO, che i
?democratici? hanno finito di saccheggiare], l?agenzia di stampa Tanjug,
il quotidiano Politika. Con
la complicit� di alcuni responsabili di questi mass media, ed escludendo
di forza gli altri giornalisti o
sottoponendoli a fortissime pressioni.
Risultato: quando oggi accendete il televisore, vedete la
stessa cosa dappertutto: Kostunica
e DOS, oppure DOS e Kostunica. Nient?altro. Mai un punto di vista
dell?altro campo. Era quello
che si rimproverabva prima a Milosevic. Ma, sotto Milosevic, anche si vi
sono state delle
sospensioni in certi periodi, l?opposizione aveva tre volte pi�
mass-media del potere e cinque volte
pi� del potere a livello di comunicazione elettronica. E anche le sue
televisioni. La popolazione
riceveva costantemente quelle opinioni che l?hanno del resto fortemente
influenzata. Adesso tutta
l?informazione � controllata da un solo partito, e questa la chiamano
?democrazia?.
Con metodi psicologico-mediatici modernissimi, da cui si
vede che sono stati preparati da
tempo. I dollari di Washington sono stati investiti per preparare questi
mass-media moderni.
Che accadr�? DOS cercher� di mantenere la pressione per
impedire il funzionamento dei
governi che non controllerebbe. Sia con manifestazioni e scontri, ma la
maggior parte delle persone
desiderano qui la fine delle violenze e il ritorno alla calma. Sia con
delle ostruzioni istituzionali. Pi�
passa il tempo, meno potranno usare la forza. O, almeno, � quello che
molti sperano.
---
8 ottobre 2000
Fonte: AFP
Il sindaco di Cacak, Velimir Ilic, riconosce di aver iniziato gioved� 5
ottobre, con un commando di
oltre 2000 uomini, l'assalto al parlamento e alla televisione di
Belgrado, un'azione premeditata che
mirava a provocare la caduta di Slobodan Milosevic.
"La nostra azione era stata preparata in anticipo. Tra i miei uomini
c'erano degli ex paracadusti,
dei vecchi ufficiali dell'esercito e della polizia e degli uomini che
avevano combattuto tra le forze
speciali", ha raccontato ai giornalisti il sindaco di Cacak.
"Molti di noi avevano dei giubbotti antiproiettile e delle armi". "Il
nostro scopo era molto chiaro,
prendere il controllo delle istituzioni-chiave del regime, tra cui il
parlamento e la televisione [...].
Sono stato costantemente al telefono con un generale dell'esercito cos�
come con una parte della
gerarchia del ministero dell'Interno. Per il momento preferisco non
divulgare i loro nomi".
Infine, Mr Ilic svela che le scene di "fraternizzazione" tra
manifestanti e poliziotti erano una messa
in scena: "Erano i nostri uomini vestiti delle uniformi della polizia".
Ben studiato, come sottolinea il
dispaccio dell'AFP che riporta l'intervista, queste scene "hanno dato
coraggio ai manifestanti" [per
non dire "hanno scoraggiato i sostenitori di Milosevic"] e hanno
destabilizzato le forze ancora fedeli
a Milosevic.
Si fa luce quindi a poco a poco la verit� sulla sedicente insurrezione
popolare. Se ne sapr� si pi� in
futuro, in particolare sui "consigli" che sono stati dati a colpo sicuro
ai vari Ilic e agli altri
"democratici".
---
==
Bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'"
> http://digilander.iol.it/lajugoslaviavivra
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono il Coordinamento, ma vengono
fatti circolare per il loro contenuto informativo al solo scopo di
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http://www.ecircle.de/ad182075/www.ecircle.it
(ANSA) - BRUXELLES, 9 OTT - Ecco un quadro delle sanzioni
economico finanziarie dell'Unione europea contro la Jugoslavia.
=== ABOLITE OGGI == - EMBARGO PETROLIFERO: vietava la vendita e le forniture di
greggio e prodotti petroliferi alla Serbia. Erano previste
eccezioni per l'iniziativa dell'Ue 'Energia per la democrazia',
volta a rifornire le municipalita' governate dall'opposizione a
Slobodan Milosevic, e per Kosovo e Montenegro.
- EMBARGO AEREO: vietava i collegamenti aerei verso la Serbia.
Era gia' stato sospeso dall'agosto scorso fino al 31 marzo 2001.
=== ANCORA IN VIGORE ==
- SANZIONI FINANZIARIE E BANDO INVESTIMENTI: sono provvedimenti
espressamente mirati a danneggiare Milosevic e il suo entourage.
Comprendono fra l'altro il congelamento di fondi all'estero del
governo jugoslavo, di quello serbo e di aziende sotto il loro
controllo; ed il divieto di investimenti in Serbia ed in
societa' controllate da Belgrado. I 15 hanno esentato dal blocco
un certo numero di aziende e soggetti non collegati al
regime.
- BANDO SUI VISTI: divieto di ingresso nei paesi Ue di
esponenti del governo jugoslavo, funzionari ed altre persone
considerate vicine a Milosevic; riguarda centinaia di
persone.
- EMBARGO ARMI E MATERIALE BELLICO: non e' un bando dell'Ue, ma
delle Nazioni Unite. Spettera' dunque al Consiglio di sicurezza
ogni eventuale intervento in proposito. (ANSA).
09/10/2000 17:15
(ANSA) - LUSSEMBURGO, 9 OTT - La situazione in Kosovo resta
''complessa e preoccupante'' e ''non si vede quale possa essere
lo snodo per arrivare ad una riconciliazione fra serbi e
kosovari''. E' quanto ha sottolineato oggi il ministro degli esteri
Lamberto Dini. ''Da un lato - ha detto Dini - ''la liberazione di
detenuti
kosovari da parte di Belgrado, come auspicato dall' Amministratore
dell'Onu
Bernard Kouchner, potrebbe essere un gesto distensivo. Dall'altro,
pero',
lo stesso Kouchner dice che i serbi non possono tornare in Kosovo perche
la
KFOR e l'UNMIK
non sono in grado di garantire la loro sicurezza. Il grado di animosita'
resta forte. In piu', nonostante i forti aiuti dell'Ue per la
ricostruzione, tutti i leader albanesi continuano ad invocare
l'indipendenza del Kosovo, che non e' prevista dalla risoluzione 1244
dell'Onu''.
(ANSA-AFP) - BELGRADO, 10 OTT - Il presidente jugoslavo Vojislav
Kostunica
ha detto che la Costituzione jugoslava non permette l'indipendenza del
Kosovo, la provincia serba attualmente sotto amministrazione dell'Onu.
''La
nostra Costituzione jugoslava non permette l'indipendenza del Kosovo, e
neppure l'indipendenza del Montenegro, in quanto sono elementi
costitutivi
del Paese, la Repubblica federale jugoslava'', ha dichiarato Kostunica
in
un'intervista alla televisione francese Tf1. A quelli che ''sperano o
sognano'' questa indipendenza, ''come i separatisti albanesi'', il
neopresidente jugoslavo replica che essa ''e' impossibile, in quanto
esiste
la risoluzione del Consiglio di sicurezza (dell'Onu), la 1244, che
garantisce l'integrita' territoriale e la sovranita' della Repubblica
federale jugoslava''. ''La questione del Kosovo deve essere regolata nel
quadro di questa risoluzione e non secondo gli auspici o i desideri di
certi leader albanesi, principalmente di quelli che sono orientati in
maniera separatista'', ha aggiunto Kostunica. A suo avviso, la piena
applicazione della risoluzione Onu, ''soprattutto sul punto dei
rifugiati
serbi (...) portera' la pace e la stabilita' nel Kosovo'', stabilita'
che
''ci e' assolutamente necessaria in questa situazione attuale in cui
c'e'
caos'', ha affermato ancora. (ANSA-AFP).
13:12 Il ministro degli esteri francese Vedrine e' a Belgrado per
incontrare, in qualita' di presidente di turno dell'Ue, Kostunica. Con
il
nuovo presidente jugoslavo Vedrine discutera' della decisione dei 15 di
abolire parte delle sanzioni contro la Jugoslavia. Vedrine in teoria
rischierebbe l'arresto, in quanto e' stato condannato, al pari di altri
dirigenti americani ed europei, a 20 anni di carcere per il suo ruolo
nei
bombardamenti Nato del '99.
18.00 (ANSA) - BELGRADO, 10 OTT - Il presidente jugoslavo Vojislav
Kostunica e' tornato oggi dai minatori del bacino carbonifero di
Kolubara per ringraziarli di avere dato con il loro sciopero un
forte segnale al resto del paese, culminato con la rivolta di
Belgrado di giovedi' e la marcia indietro di Slobodan Milosevic.
''Kolubara ha avuto un grande ruolo, un ruolo onorevole nei
cambiamenti democratici del paese. Abbiamo iniziato un mutamento
radicale che da' risultati gia' dopo pochi giorni'', ha detto il
presidente.
''Ieri - ha ricordato Kostunica, l'Unione europea ha
tolto le sanzioni, abbiamo ristabilito molti legami bilaterali.
Ho una buona notizia per voi: il ministro degli esteri francese
Hubert Vedrine (capo di turno dell'Ue che oggi era a Belgrado,
ndr) ha regalato ai minatori di Kolubara un milione di franchi
francesi'', circa 3 miliardi di lire.
''Possiamo essere fieri del fatto che il mondo ora guarda a
noi con ammirazione'', ha concluso. (ANSA).
AGI/AP) - Lussemburgo, 9 ott. - Il rappresentante speciale dell'Onu per
il
Kosovo Bernard Kouchner ha frenato sulla revoca delle sanzioni alla
Jugoslavia. Intervenendo alla riunione dei ministri degli Esteri dell'Ue
a
Lussemburgo, Kouchner ha chiesto che prima vi siano "passi concreti" di
Kostunica per risolvere la questione delle "migliaia" di kosovari ancora
dispersi o detenuti illegalmente a seguito della guerra dello scorso
anno.
"Abbiamo bisogno di un gesto dal nuovo governo democratico", ha spiegato
Kouchner. In un rapporto di 5 pagine consegnato ai capi delle diplomazie
dell'Unione, l'amministratore Onu ha delineato una serie di rischi che
possono derivare dalla vittoria di Kostunica se l'Occidente abbassera'
la
guardia in Kosovo. (AGI)
091346 OTT 00
---
Nove punti per discutere il futuro della Jugoslavia
(da CONTROPIANO - cpiano@...)
1. Una delle prime dichiarazioni di Koustonica - "presidente eletto"
dalle
cancellerie dell'Unione Europea ancora prima che dalle urne- � stata
quella
di decretare l'entrata della "Jugoslavia in Europa".
Koustonica e buona parte della popolazione che ha ritenuto di dover
contribuire ad eleggerlo, ignorano forse quanto questa ambizione si
riveli
contraddittoria rispetto alle proprie aspettative.
2. Non � secondario rammentare il nesso tra la dichiarazione
dell'ambasciatore USA a Belgrado, Zimmerman, sulla sopraggiunta
"inutilit�
della Jugoslavia cos� come era (la "cerniera tra est e ovest") dopo il
1989"
e la disgregazione sistematica che ha distrutto il paese a partire dalle
secessioni del 1991.
3. La disgregazione della Jugoslavia ha via via ridotto alla sola
Federazione serbo-montenegrina l'unica struttura statale che rifiutava
la
dissoluzione dello Stato come cambiale da pagare alle regole della
globalizzazione imperialista. La RFJ era uno dei pochissimi paesi
dell'Europa dell'Est a non aver accettato di entrare nella NATO n� nelle
forme di "partenariato" politico-militare costruite ad hoc dalla NATO
stessa. La liquidazione della leadership espressa dalla coalizione tra
Partito Socialista e Sinistra Unita Jugoslava, priva la Jugoslava di un
progetto nazionale indipendente da quelli elaborati nelle cancellerie
dell'Unione Europea. A questo obiettivo l'Unione Europea ha lavorato
apertamente e spudoratamente come ha riferito Mr. PESC, Javier Solana,
nella
intervista rilasciata a Repubblica del 30 settembre
4. Koustounica ha dichiarato di voler difendere l'identit� nazionale e i
confini statuali della RFJ. I fatti lo metteranno ben presto alla prova.
L'indipendenza del Kosovo, le ambizioni secessioniste del Montenegro, il
manifestarsi di spinte analoghe in Vojvodina, si presentano gi� come il
metro di misura con cui le cancellerie occidentali valuteranno la
attendibilit� di Koustonica. Al primo scostamento dai progetti di
spartizione e controllo dei Balcani previsti dai poli imperialisti, egli
sar� messo fuori campo come tutti gli uomini di paglia prodotti dalle
transizioni dirette dall'esterno.
5. In quella parte dell�Europa che comincia a Est della "frontiera di
Gorizia", nel 1989 vi erano 10 Stati (di cui la met� erano membri del
Patto
di Varsavia e del Comecon). Dieci anni dopo questi Stati sono diventati
28,
ma solo 11 di essi hanno una popolazione superiore ai dieci milioni di
abitanti. Si tratta dunque in gran parte di Stati piccoli e piccolissimi
che
hanno dato vita a secessioni dai vecchi stati-nazione (soprattutto
socialisti). In alcuni casi la secessione � stata "consensuale" in altri
pesantemente conflittuale. In questo secondo caso l�ingerenza esterna
(soprattutto della Germania nella fase iniziale) � stata determinante e
non
solo nel caso della Federazione Jugoslava. Nella dissoluzione della ex
URSS
il peso e le responsabilit� degli Stati Uniti sono state notevoli e
niente
affatto casuali.
6. La disgregazione di tutti gli Stati non appartenenti ai tre "poli
forti"
dell�imperialismo moderno (USA,UE e Giappone) � un processo che sta
marciando con forza dietro la tesi quasi religiosa della inevitabilit�
della
globalizzazione che renderebbe superflui gli Stati-Nazione. In realt�,
come
abbiamo pi� volte sottolineato, questa tesi � falsa in quanto esistono
Stati
"disgreganti" e Stati "disgregati". I Balcani e l�Eurasia (cos� come
l�Africa e buona parte dell�Asia) appartengono a questa seconda
categoria.
Questi nuovi Stati sono piccoli, deboli, subalterni agli organismi
finanziari internazionali (FMI,BM,BERS), dipendenti dalla quantit� di
investimenti esteri che riescono ad attrarre e dalla quantit� di export
che
riescono far arrivare sul mercato regionale e mondiale.
A tale scopo questi Stati devono essere "leggeri" nelle frontiere e
nelle
dogane, assai "indulgenti" nelle tasse e imposte per gli investitori
esteri,
obbedienti al FMI nella politica di privatizzazioni e liquidazione
dell�economia statale, puntuali nel pagamento dei debiti accumulati con
le
banche e gli istituti internazionali, implacabili nel mantenere basso e
disciplinato il salario dei lavoratori e il costo del lavoro pi�
complessivamente. Infine, ma non per importanza, devono assicurare con
ogni
mezzo la"stabilit� interna" per gli investitori esteri. Qualora la
funzione
coercitiva dei nuovi Stati non fosse sufficiente diventa automatico
l'intervento della nuova NATO che si � riconvertita proprio con tale
funzione.
7. La fortissima "dipendenza" dai poli forti, dagli investitori esteri e
dagli istituti finanziari internazionali, spiega in buona parte perch�
le
popolazioni dei nuovi stati "indipendenti" abbiano in realt� visto
peggiorare le loro condizioni di vita dopo le secessioni. Quasi ovunque
(con
le sole eccezioni di Slovenia, Polonia e Rep. Ceca) la ricchezza - ma
soprattutto la sua redistribuzione - si � ridotta significativamente.
Europa dell'Est: dieci anni dopo
Come il capitalismo ha portato indietro lo sviluppo
Paesi che hanno chiesto l'adesione all'Unione Europea Prodotto Interno
Lordo
attuale riferito ad un parametro 100 nel 1989 Differenza del PIL
1989-1999
Bulgaria 86 -14
Repubblica Ceca 95 -5
Estonia 76 -24
Ungheria 95 -5
Lettonia 59 -41
Polonia 117 +17
Romania 76 -24
Slovacchia 100 0
Slovenia 104 +4
Lituania 65 -35
(Fonte: Banca Europea per la Ricostruzione e Sviluppo, 1999)
Sulla base di questi dati, solo la Polonia e la Slovenia sembrano aver
migliorato la situazione economica rispetto al 1989. La Slovacchia
sarebbe
in parit� mentre Repubblica Ceca e Ungheria vi si avvicinano. Una stima
pi�
recente della BERS vede migliorare le "performance" di queste ultime
fino al
pareggio ed un ulteriore miglioramento per Slovenia, Polonia e
Slovacchia.
Tutti gli altri paesi restano al palo. Se teniamo conto che questo
rappresenta lo "sviluppo economico" di ben dieci anni, si comprende bene
che
l'integrazione di questi paesi nell'Unione Europea richiederebbe assai
di
pi� delle "lacrime e sangue" che abbiamo versato in Italia per
rispettare i
parametri di Maastricht.
8. Oggi l'Unione Europea si vuole "allargare" ai paesi dell'Europa
dell'Est.
Pertanto viene chiesto a questi paesi di rispettare i parametri di
convergenza previsti dai trattati fondativi dell'Unione Europea
(Maastricht
e Amsterdam). Sappiamo sulla nostra pelle quanto sia costato ad un paese
"ricco" come l'Italia (in termini di tagli alle spese e servizi sociali,
ai
salari o in nuove imposte) il rispetto dei parametri di Maastricht e
l'ingresso nell'area euro. Immaginiamo quale potr� essere il costo
sociale
per economie e societ� gi� devastate dalle ricette liberiste applicate
in
questi dieci anni nell'Europa dell'Est.
I dati ci dimostrano che questi paesi fanno gi� fatica a recuperare i
livelli di ricchezza che avevano nel famigerato 1989 (livelli che in
occidente venivano gi� ritenuti estremamente bassi). Figuriamoci cosa
pu�
significare per la Romania o l'Ungheria cercare di "convergere" con i
parametri di Maastricht sul debito pubblico o l'inflazione, tenendo
anche
conto che questi paesi hanno accumulato un debito estero rilevante e che
ipoteca da anni lo sviluppo economico.
9. La frantumazione della parte orientale dell�Eurasia, dunque, non �
stata
affatto determinata da problemi interni, etnici o da "odi atavici":
siamo in
presenza di un progetto di controllo, spartizione, concertazione e
competizione che vede protagonisti i due principali poli imperialisti
(USA
ed Unione Europea). La Repubblica Federale Jugoslava era un punto di
dissonanza nella spartizione dei Balcani. Ora che � nelle mani di uomini
affidabili per l'occidente, le multinazionali europee e statunitense si
contenderanno le concessioni per la navigazione sul Danubio, faranno
partire
i corridoi energetici rimasti in sospeso con l'aggressione di un anno
fa,
potranno spartire l'apparato produttivo e le infrastrutture di un paese
moderno devastato dalla guerra e dell'embargo. Da qui occorre partire se
vogliamo darci spiegazioni razionali per la guerra e l'operazione contro
la
Jugoslavia. La "vittoria" di Koustonica dopo 10 anni chiude questo
cerchio.
E adesso....benvenuti in questa Europa!!!
---
Da ?La Stampa?
"�Next stop, Belarus�; ultima ?fermata?, il capolinea: la
Russia."
A Minsk, a Minsk
�Next stop, Belarus�, la prossima fermata � la Bielorussia,
scrive il Washington Post in un editoriale assai tempestivo.
S?intende dopo la fermata jugoslava. Anzi serba, poich� tutti
danno per scontato che - scorporato il Kosovo - anche il
Montenegro uscir� dalla Federazione Jugoslava. Dunque occorre
prepararsi a moti e manifestazioni che prima scuoteranno e poi
abbatteranno colui che il Washington Post definisce il �pomposo
dittatore dell?assediata Belarus�. La prima tappa sar� quella
delle prossime elezioni parlamentari, previste per domenica, che
il quotidiano di Washington ha gi� preventivamente squalificato
come ?phony?, cio� truccate, invalide. Quella finale sar� l?anno
prossimo, alla scadenza del mandato - anch?esso ?fasullo? - di
Aleksandr Lukascenko. Se - come scrive il giornale americano -
�l?Occidente decider� fermamente di sostenere i democratici e
rifiuter� di riconoscere le elezioni-farsa, i cittadini di
Belarus potranno trovare la forza di mettersi nella scia dei
serbi�. Cos� comincia, anzi prosegue, il processo che condurr�
inesorabilmente alla liquidazione dell?ultima anomalia europea.
Viviamo nell?epoca della rivoluzione dell?informazione-
comunicazione e non c?� pi� dittatore che possa impedire ai suoi
sudditi di ascoltare, guardare, gioire dell?incessante afflusso
di verit� proveniente dall?esterno. Non occorrer� dunque
bombardare, come a Belgrado, l?emittente televisiva statale.
Forte delle proprie convinzioni l?Occidente potr� dunque usare
tutti i mezzi a propria disposizione, per ottenere il risultato
desiderato. Poich� - come aggiunge il Washington Post - �cosa mai
potrebbe meglio coincidere con gli interessi degli Usa che un
continente europeo pacifico, democratico e libero?�. Se qualcuno
si stupisse, data l?apparente irrilevanza economica e politica
dei circa 10 milioni di bielorussi, si sbaglierebbe. Anche i
serbi sono all?incirca 10 milioni e non si � badato a spese per
normalizzarli, sempre che Spiegel non menta quando rivela che
Kostunica e le opposizioni hanno ricevuto dalla Germania 20
milioni di marchi, cui vanno aggiunti 30 milioni di dollari
dall?America. E si capisce perch�. Non � questione delle
dimensioni dell??infezione?, quanto del suo significato
simbolico: non basta colpirla, occorre debellarla. Pertanto la
nazione-paria verr� inondata di promesse di benessere, per chi
accetter� di farsi portatore dei valori dell?Occidente.
L?opposizione sar� finanziaria e assistita poich� si dovr� tenere
conto dell?inesperienza democratica e della prevaricazione cui �
esposta da parte di un potere ?criminale?. Per gli altri - dal
?dittatore? Lukascenko ai suoi sostenitori, certamente colpevoli,
fossero anche maggioranza - promesse di punizioni esemplari.
Cosicch� le campagne elettorali verranno opportunamente
riequilibrate, mettendo il potere sulla difensiva e
costringendolo a reagire con misure che appariranno liberticide e
tali da suscitare l?esecrazione internazionale. Ingerenza negli
affari interni di uno stato sovrano? Sciocchezze da anime belle.
La ?sovranit� limitata? � cattiva solo se esercitata dai cattivi.
Ultima ?fermata?, il capolinea: la Russia.
Giulietto Chiesa
---
Via Workers World News Service
Reprinted from the Oct. 19, 2000
issue of Workers World newspaper
-------------------------
INTERNATIONAL ACTION CENTER SPEAKS TO THE ANTI-
GLOBALIZATION MOVEMENT:
WHAT YOUR SHOULD KNOW ABOUT EVENTS IN YUGOSLAVIA
[The International Action Center released the following
statement Oct. 11.]
The corporate-backed politicians all agree. The torching of
Yugoslavia's parliament and the overthrow of President
Slobodan Milosevic was a "triumph for democracy." That's
what Bill Clinton says. So do George W. Bush, Dick Cheney,
Mad e leine Albright, Al Gore and the Joint Chiefs of Staff
at the Pentagon. CNN, NBC, CBS and Time magazine say so too.
WHAT'S WRONG WITH THIS PICTURE?
In Seattle, Washington, Philadelphia and Los Angeles,
protesters were gassed, beaten, shot with rubber bullets and
held for days in overcrowded cells. The media called us
"rioters" and "vandals" and told us to go home and "seek
change through the ballot box." But in Yugoslavia the CIA
and State Department urged the "opposition" to boycott the
second round of elections, march in the streets and attack
government offices.
It is supposed to be a crime for any U.S. political
candidate to accept donations from abroad. But Washington
gave hundreds of millions of dollars to Vojislav Kostunica's
"Democratic Opposition of Serbia" before the Sept. 24
elections.
FROM BOMBERS TO 'DEMOCRATS'
Last year the United States and other NATO powers rained
bombs and missiles on Yugoslavia for 78 days. They destroyed
homes, schools and hospitals. They killed and maimed
thousands, including hundreds of children. The U.S. media
and politicians justified these war crimes with a lie
campaign demonizing all Serbs. Now the politicians and
generals who ordered the bombing and the media who justified
it claim to be champions of the rights of the Serbian
people.
There is no inconsistency here. All over the world
Washington's attitude is guided by concern for corporate
interests. U.S. policy toward Yugoslavia is war by other
means.
MILOSEVIC SAID NO TO IMF
Slobodan Milosevic may not be a revolutionary in the mold of
Fidel Castro or Che Guevara. But in the eyes of Washington
he committed the same sin as the protesters in Seattle and
Prague: He said no to the New World Order and the
International Monetary Fund.
Under the leadership of his Serbian Socialist Party, the
United Left and the Montenegrin People's Socialist Party,
Yugoslavia refused to join NATO or accept IMF-dictated
"economic restructuring." It resisted privatization and the
"free flow of capital" demanded by Wall Street. For that
reason--and that alone--Yugoslavia was the target of eight
years of war and economic sanctions by the U.S. and NATO and
a nonstop campaign of lies by the biggest propaganda machine
in history--the U.S. corporate news media.
KOSTUNICA SAID YES
On Sept. 27, unknown to most of their followers, leaders of
the U.S.-funded "Democratic Opposition" met with
representatives of the IMF and the World Bank in Sofia,
Bulgaria. They agreed that if they came to power they would
hike prices, privatize industry, lay off workers and
dismantle Yugoslavia's free health-care system. That's
right: Yugoslavia has free health care--and the IMF wants to
destroy it!
These are the same measures that have devastated Bulgaria,
Romania, the former Soviet republics and countries
throughout Africa, Asia and Latin America. That was the
price of Washington's support.
A CLASSIC CIA OPERATION
Kostunica and his CIA advisers arrogantly rejected a second
round of elections. They feared that even if they won--a big
"if"--the elected Socialist parliamentary majority would
block the IMF's program. Kostunica and the CIA wanted to
take power by force in order to intimidate or disband the
parliament and crush the Serbian Socialist Party and its
allies. They wanted to send a message to anyone in East
Europe who would resist Washington and Wall Street.
In 1993 the White House encouraged Boris Yeltsin to send
tanks to shell Russia's parliament when it refused to accept
IMF "shock therapy." Hundreds were massacred. Clinton called
that a "triumph for democracy" too.
The Pentagon, State Department and CIA have decades of
experience overthrowing independent governments. They've
done it in Iran (1953), Guate mala (1954), Congo (1961),
Guyana (1962), Indonesia (1965), Ghana (1966), Chile (1973),
Argentina (1976), Romania (1989), Bulgaria (1990) and
Albania (1991).
In Indonesia a CIA-backed junta executed nearly 1 million
people in the name of "democracy." The New York Times called
that slaughter a "gleam of light in Asia."
The formula is generally the same. Cause tremendous hardship
for the people of the target country. Create a pro-U.S.
"opposition" and pump it full of dollars. Promise that if
Washington gets its way, people may again live a "normal"
life.
It's a lie! The IMF and World Bank are agencies of
destruction. They aim to destroy all avenues of economic
life that are not controlled by Wall Street. When they take
over a country life always gets worse. Workers in Bulgaria
now live on 56 cents a day.
FIGHT THE POWER
The media call the coup in Yugoslavia an "endgame." But it
is unlikely that the U.S.-backed regime can implement its
program without force. The new movement against corporate
globalization must stand with all those around the world who
are fighting injustice--from Colombia to Zimbabwe to
Palestine.
That includes those in Yugoslavia and across East Europe who
are resisting the tyranny of NATO and the IMF.
- END -
(Copyleft Workers World Service: Everyone is permitted to
copy and distribute verbatim copies of this document, but
changing it is not allowed. For more information contact
Workers World, 55 W. 17 St., NY, NY 10011; via e-mail:
ww@.... For subscription info send message to:
info@.... Web: http://www.workers.org)
==
Bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'"
> http://digilander.iol.it/lajugoslaviavivra
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono il Coordinamento, ma vengono
fatti circolare per il loro contenuto informativo al solo scopo di
segnalazione e commento ("for fair use only")
Per contributi e segnalazioni: jugocoord@...
*** QUESTO SERVIZIO E' ANCORA IN FASE SPERIMENTALE ***
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economico finanziarie dell'Unione europea contro la Jugoslavia.
=== ABOLITE OGGI == - EMBARGO PETROLIFERO: vietava la vendita e le forniture di
greggio e prodotti petroliferi alla Serbia. Erano previste
eccezioni per l'iniziativa dell'Ue 'Energia per la democrazia',
volta a rifornire le municipalita' governate dall'opposizione a
Slobodan Milosevic, e per Kosovo e Montenegro.
- EMBARGO AEREO: vietava i collegamenti aerei verso la Serbia.
Era gia' stato sospeso dall'agosto scorso fino al 31 marzo 2001.
=== ANCORA IN VIGORE ==
- SANZIONI FINANZIARIE E BANDO INVESTIMENTI: sono provvedimenti
espressamente mirati a danneggiare Milosevic e il suo entourage.
Comprendono fra l'altro il congelamento di fondi all'estero del
governo jugoslavo, di quello serbo e di aziende sotto il loro
controllo; ed il divieto di investimenti in Serbia ed in
societa' controllate da Belgrado. I 15 hanno esentato dal blocco
un certo numero di aziende e soggetti non collegati al
regime.
- BANDO SUI VISTI: divieto di ingresso nei paesi Ue di
esponenti del governo jugoslavo, funzionari ed altre persone
considerate vicine a Milosevic; riguarda centinaia di
persone.
- EMBARGO ARMI E MATERIALE BELLICO: non e' un bando dell'Ue, ma
delle Nazioni Unite. Spettera' dunque al Consiglio di sicurezza
ogni eventuale intervento in proposito. (ANSA).
09/10/2000 17:15
(ANSA) - LUSSEMBURGO, 9 OTT - La situazione in Kosovo resta
''complessa e preoccupante'' e ''non si vede quale possa essere
lo snodo per arrivare ad una riconciliazione fra serbi e
kosovari''. E' quanto ha sottolineato oggi il ministro degli esteri
Lamberto Dini. ''Da un lato - ha detto Dini - ''la liberazione di
detenuti
kosovari da parte di Belgrado, come auspicato dall' Amministratore
dell'Onu
Bernard Kouchner, potrebbe essere un gesto distensivo. Dall'altro,
pero',
lo stesso Kouchner dice che i serbi non possono tornare in Kosovo perche
la
KFOR e l'UNMIK
non sono in grado di garantire la loro sicurezza. Il grado di animosita'
resta forte. In piu', nonostante i forti aiuti dell'Ue per la
ricostruzione, tutti i leader albanesi continuano ad invocare
l'indipendenza del Kosovo, che non e' prevista dalla risoluzione 1244
dell'Onu''.
(ANSA-AFP) - BELGRADO, 10 OTT - Il presidente jugoslavo Vojislav
Kostunica
ha detto che la Costituzione jugoslava non permette l'indipendenza del
Kosovo, la provincia serba attualmente sotto amministrazione dell'Onu.
''La
nostra Costituzione jugoslava non permette l'indipendenza del Kosovo, e
neppure l'indipendenza del Montenegro, in quanto sono elementi
costitutivi
del Paese, la Repubblica federale jugoslava'', ha dichiarato Kostunica
in
un'intervista alla televisione francese Tf1. A quelli che ''sperano o
sognano'' questa indipendenza, ''come i separatisti albanesi'', il
neopresidente jugoslavo replica che essa ''e' impossibile, in quanto
esiste
la risoluzione del Consiglio di sicurezza (dell'Onu), la 1244, che
garantisce l'integrita' territoriale e la sovranita' della Repubblica
federale jugoslava''. ''La questione del Kosovo deve essere regolata nel
quadro di questa risoluzione e non secondo gli auspici o i desideri di
certi leader albanesi, principalmente di quelli che sono orientati in
maniera separatista'', ha aggiunto Kostunica. A suo avviso, la piena
applicazione della risoluzione Onu, ''soprattutto sul punto dei
rifugiati
serbi (...) portera' la pace e la stabilita' nel Kosovo'', stabilita'
che
''ci e' assolutamente necessaria in questa situazione attuale in cui
c'e'
caos'', ha affermato ancora. (ANSA-AFP).
13:12 Il ministro degli esteri francese Vedrine e' a Belgrado per
incontrare, in qualita' di presidente di turno dell'Ue, Kostunica. Con
il
nuovo presidente jugoslavo Vedrine discutera' della decisione dei 15 di
abolire parte delle sanzioni contro la Jugoslavia. Vedrine in teoria
rischierebbe l'arresto, in quanto e' stato condannato, al pari di altri
dirigenti americani ed europei, a 20 anni di carcere per il suo ruolo
nei
bombardamenti Nato del '99.
18.00 (ANSA) - BELGRADO, 10 OTT - Il presidente jugoslavo Vojislav
Kostunica e' tornato oggi dai minatori del bacino carbonifero di
Kolubara per ringraziarli di avere dato con il loro sciopero un
forte segnale al resto del paese, culminato con la rivolta di
Belgrado di giovedi' e la marcia indietro di Slobodan Milosevic.
''Kolubara ha avuto un grande ruolo, un ruolo onorevole nei
cambiamenti democratici del paese. Abbiamo iniziato un mutamento
radicale che da' risultati gia' dopo pochi giorni'', ha detto il
presidente.
''Ieri - ha ricordato Kostunica, l'Unione europea ha
tolto le sanzioni, abbiamo ristabilito molti legami bilaterali.
Ho una buona notizia per voi: il ministro degli esteri francese
Hubert Vedrine (capo di turno dell'Ue che oggi era a Belgrado,
ndr) ha regalato ai minatori di Kolubara un milione di franchi
francesi'', circa 3 miliardi di lire.
''Possiamo essere fieri del fatto che il mondo ora guarda a
noi con ammirazione'', ha concluso. (ANSA).
AGI/AP) - Lussemburgo, 9 ott. - Il rappresentante speciale dell'Onu per
il
Kosovo Bernard Kouchner ha frenato sulla revoca delle sanzioni alla
Jugoslavia. Intervenendo alla riunione dei ministri degli Esteri dell'Ue
a
Lussemburgo, Kouchner ha chiesto che prima vi siano "passi concreti" di
Kostunica per risolvere la questione delle "migliaia" di kosovari ancora
dispersi o detenuti illegalmente a seguito della guerra dello scorso
anno.
"Abbiamo bisogno di un gesto dal nuovo governo democratico", ha spiegato
Kouchner. In un rapporto di 5 pagine consegnato ai capi delle diplomazie
dell'Unione, l'amministratore Onu ha delineato una serie di rischi che
possono derivare dalla vittoria di Kostunica se l'Occidente abbassera'
la
guardia in Kosovo. (AGI)
091346 OTT 00
---
Nove punti per discutere il futuro della Jugoslavia
(da CONTROPIANO - cpiano@...)
1. Una delle prime dichiarazioni di Koustonica - "presidente eletto"
dalle
cancellerie dell'Unione Europea ancora prima che dalle urne- � stata
quella
di decretare l'entrata della "Jugoslavia in Europa".
Koustonica e buona parte della popolazione che ha ritenuto di dover
contribuire ad eleggerlo, ignorano forse quanto questa ambizione si
riveli
contraddittoria rispetto alle proprie aspettative.
2. Non � secondario rammentare il nesso tra la dichiarazione
dell'ambasciatore USA a Belgrado, Zimmerman, sulla sopraggiunta
"inutilit�
della Jugoslavia cos� come era (la "cerniera tra est e ovest") dopo il
1989"
e la disgregazione sistematica che ha distrutto il paese a partire dalle
secessioni del 1991.
3. La disgregazione della Jugoslavia ha via via ridotto alla sola
Federazione serbo-montenegrina l'unica struttura statale che rifiutava
la
dissoluzione dello Stato come cambiale da pagare alle regole della
globalizzazione imperialista. La RFJ era uno dei pochissimi paesi
dell'Europa dell'Est a non aver accettato di entrare nella NATO n� nelle
forme di "partenariato" politico-militare costruite ad hoc dalla NATO
stessa. La liquidazione della leadership espressa dalla coalizione tra
Partito Socialista e Sinistra Unita Jugoslava, priva la Jugoslava di un
progetto nazionale indipendente da quelli elaborati nelle cancellerie
dell'Unione Europea. A questo obiettivo l'Unione Europea ha lavorato
apertamente e spudoratamente come ha riferito Mr. PESC, Javier Solana,
nella
intervista rilasciata a Repubblica del 30 settembre
4. Koustounica ha dichiarato di voler difendere l'identit� nazionale e i
confini statuali della RFJ. I fatti lo metteranno ben presto alla prova.
L'indipendenza del Kosovo, le ambizioni secessioniste del Montenegro, il
manifestarsi di spinte analoghe in Vojvodina, si presentano gi� come il
metro di misura con cui le cancellerie occidentali valuteranno la
attendibilit� di Koustonica. Al primo scostamento dai progetti di
spartizione e controllo dei Balcani previsti dai poli imperialisti, egli
sar� messo fuori campo come tutti gli uomini di paglia prodotti dalle
transizioni dirette dall'esterno.
5. In quella parte dell�Europa che comincia a Est della "frontiera di
Gorizia", nel 1989 vi erano 10 Stati (di cui la met� erano membri del
Patto
di Varsavia e del Comecon). Dieci anni dopo questi Stati sono diventati
28,
ma solo 11 di essi hanno una popolazione superiore ai dieci milioni di
abitanti. Si tratta dunque in gran parte di Stati piccoli e piccolissimi
che
hanno dato vita a secessioni dai vecchi stati-nazione (soprattutto
socialisti). In alcuni casi la secessione � stata "consensuale" in altri
pesantemente conflittuale. In questo secondo caso l�ingerenza esterna
(soprattutto della Germania nella fase iniziale) � stata determinante e
non
solo nel caso della Federazione Jugoslava. Nella dissoluzione della ex
URSS
il peso e le responsabilit� degli Stati Uniti sono state notevoli e
niente
affatto casuali.
6. La disgregazione di tutti gli Stati non appartenenti ai tre "poli
forti"
dell�imperialismo moderno (USA,UE e Giappone) � un processo che sta
marciando con forza dietro la tesi quasi religiosa della inevitabilit�
della
globalizzazione che renderebbe superflui gli Stati-Nazione. In realt�,
come
abbiamo pi� volte sottolineato, questa tesi � falsa in quanto esistono
Stati
"disgreganti" e Stati "disgregati". I Balcani e l�Eurasia (cos� come
l�Africa e buona parte dell�Asia) appartengono a questa seconda
categoria.
Questi nuovi Stati sono piccoli, deboli, subalterni agli organismi
finanziari internazionali (FMI,BM,BERS), dipendenti dalla quantit� di
investimenti esteri che riescono ad attrarre e dalla quantit� di export
che
riescono far arrivare sul mercato regionale e mondiale.
A tale scopo questi Stati devono essere "leggeri" nelle frontiere e
nelle
dogane, assai "indulgenti" nelle tasse e imposte per gli investitori
esteri,
obbedienti al FMI nella politica di privatizzazioni e liquidazione
dell�economia statale, puntuali nel pagamento dei debiti accumulati con
le
banche e gli istituti internazionali, implacabili nel mantenere basso e
disciplinato il salario dei lavoratori e il costo del lavoro pi�
complessivamente. Infine, ma non per importanza, devono assicurare con
ogni
mezzo la"stabilit� interna" per gli investitori esteri. Qualora la
funzione
coercitiva dei nuovi Stati non fosse sufficiente diventa automatico
l'intervento della nuova NATO che si � riconvertita proprio con tale
funzione.
7. La fortissima "dipendenza" dai poli forti, dagli investitori esteri e
dagli istituti finanziari internazionali, spiega in buona parte perch�
le
popolazioni dei nuovi stati "indipendenti" abbiano in realt� visto
peggiorare le loro condizioni di vita dopo le secessioni. Quasi ovunque
(con
le sole eccezioni di Slovenia, Polonia e Rep. Ceca) la ricchezza - ma
soprattutto la sua redistribuzione - si � ridotta significativamente.
Europa dell'Est: dieci anni dopo
Come il capitalismo ha portato indietro lo sviluppo
Paesi che hanno chiesto l'adesione all'Unione Europea Prodotto Interno
Lordo
attuale riferito ad un parametro 100 nel 1989 Differenza del PIL
1989-1999
Bulgaria 86 -14
Repubblica Ceca 95 -5
Estonia 76 -24
Ungheria 95 -5
Lettonia 59 -41
Polonia 117 +17
Romania 76 -24
Slovacchia 100 0
Slovenia 104 +4
Lituania 65 -35
(Fonte: Banca Europea per la Ricostruzione e Sviluppo, 1999)
Sulla base di questi dati, solo la Polonia e la Slovenia sembrano aver
migliorato la situazione economica rispetto al 1989. La Slovacchia
sarebbe
in parit� mentre Repubblica Ceca e Ungheria vi si avvicinano. Una stima
pi�
recente della BERS vede migliorare le "performance" di queste ultime
fino al
pareggio ed un ulteriore miglioramento per Slovenia, Polonia e
Slovacchia.
Tutti gli altri paesi restano al palo. Se teniamo conto che questo
rappresenta lo "sviluppo economico" di ben dieci anni, si comprende bene
che
l'integrazione di questi paesi nell'Unione Europea richiederebbe assai
di
pi� delle "lacrime e sangue" che abbiamo versato in Italia per
rispettare i
parametri di Maastricht.
8. Oggi l'Unione Europea si vuole "allargare" ai paesi dell'Europa
dell'Est.
Pertanto viene chiesto a questi paesi di rispettare i parametri di
convergenza previsti dai trattati fondativi dell'Unione Europea
(Maastricht
e Amsterdam). Sappiamo sulla nostra pelle quanto sia costato ad un paese
"ricco" come l'Italia (in termini di tagli alle spese e servizi sociali,
ai
salari o in nuove imposte) il rispetto dei parametri di Maastricht e
l'ingresso nell'area euro. Immaginiamo quale potr� essere il costo
sociale
per economie e societ� gi� devastate dalle ricette liberiste applicate
in
questi dieci anni nell'Europa dell'Est.
I dati ci dimostrano che questi paesi fanno gi� fatica a recuperare i
livelli di ricchezza che avevano nel famigerato 1989 (livelli che in
occidente venivano gi� ritenuti estremamente bassi). Figuriamoci cosa
pu�
significare per la Romania o l'Ungheria cercare di "convergere" con i
parametri di Maastricht sul debito pubblico o l'inflazione, tenendo
anche
conto che questi paesi hanno accumulato un debito estero rilevante e che
ipoteca da anni lo sviluppo economico.
9. La frantumazione della parte orientale dell�Eurasia, dunque, non �
stata
affatto determinata da problemi interni, etnici o da "odi atavici":
siamo in
presenza di un progetto di controllo, spartizione, concertazione e
competizione che vede protagonisti i due principali poli imperialisti
(USA
ed Unione Europea). La Repubblica Federale Jugoslava era un punto di
dissonanza nella spartizione dei Balcani. Ora che � nelle mani di uomini
affidabili per l'occidente, le multinazionali europee e statunitense si
contenderanno le concessioni per la navigazione sul Danubio, faranno
partire
i corridoi energetici rimasti in sospeso con l'aggressione di un anno
fa,
potranno spartire l'apparato produttivo e le infrastrutture di un paese
moderno devastato dalla guerra e dell'embargo. Da qui occorre partire se
vogliamo darci spiegazioni razionali per la guerra e l'operazione contro
la
Jugoslavia. La "vittoria" di Koustonica dopo 10 anni chiude questo
cerchio.
E adesso....benvenuti in questa Europa!!!
---
Da ?La Stampa?
"�Next stop, Belarus�; ultima ?fermata?, il capolinea: la
Russia."
A Minsk, a Minsk
�Next stop, Belarus�, la prossima fermata � la Bielorussia,
scrive il Washington Post in un editoriale assai tempestivo.
S?intende dopo la fermata jugoslava. Anzi serba, poich� tutti
danno per scontato che - scorporato il Kosovo - anche il
Montenegro uscir� dalla Federazione Jugoslava. Dunque occorre
prepararsi a moti e manifestazioni che prima scuoteranno e poi
abbatteranno colui che il Washington Post definisce il �pomposo
dittatore dell?assediata Belarus�. La prima tappa sar� quella
delle prossime elezioni parlamentari, previste per domenica, che
il quotidiano di Washington ha gi� preventivamente squalificato
come ?phony?, cio� truccate, invalide. Quella finale sar� l?anno
prossimo, alla scadenza del mandato - anch?esso ?fasullo? - di
Aleksandr Lukascenko. Se - come scrive il giornale americano -
�l?Occidente decider� fermamente di sostenere i democratici e
rifiuter� di riconoscere le elezioni-farsa, i cittadini di
Belarus potranno trovare la forza di mettersi nella scia dei
serbi�. Cos� comincia, anzi prosegue, il processo che condurr�
inesorabilmente alla liquidazione dell?ultima anomalia europea.
Viviamo nell?epoca della rivoluzione dell?informazione-
comunicazione e non c?� pi� dittatore che possa impedire ai suoi
sudditi di ascoltare, guardare, gioire dell?incessante afflusso
di verit� proveniente dall?esterno. Non occorrer� dunque
bombardare, come a Belgrado, l?emittente televisiva statale.
Forte delle proprie convinzioni l?Occidente potr� dunque usare
tutti i mezzi a propria disposizione, per ottenere il risultato
desiderato. Poich� - come aggiunge il Washington Post - �cosa mai
potrebbe meglio coincidere con gli interessi degli Usa che un
continente europeo pacifico, democratico e libero?�. Se qualcuno
si stupisse, data l?apparente irrilevanza economica e politica
dei circa 10 milioni di bielorussi, si sbaglierebbe. Anche i
serbi sono all?incirca 10 milioni e non si � badato a spese per
normalizzarli, sempre che Spiegel non menta quando rivela che
Kostunica e le opposizioni hanno ricevuto dalla Germania 20
milioni di marchi, cui vanno aggiunti 30 milioni di dollari
dall?America. E si capisce perch�. Non � questione delle
dimensioni dell??infezione?, quanto del suo significato
simbolico: non basta colpirla, occorre debellarla. Pertanto la
nazione-paria verr� inondata di promesse di benessere, per chi
accetter� di farsi portatore dei valori dell?Occidente.
L?opposizione sar� finanziaria e assistita poich� si dovr� tenere
conto dell?inesperienza democratica e della prevaricazione cui �
esposta da parte di un potere ?criminale?. Per gli altri - dal
?dittatore? Lukascenko ai suoi sostenitori, certamente colpevoli,
fossero anche maggioranza - promesse di punizioni esemplari.
Cosicch� le campagne elettorali verranno opportunamente
riequilibrate, mettendo il potere sulla difensiva e
costringendolo a reagire con misure che appariranno liberticide e
tali da suscitare l?esecrazione internazionale. Ingerenza negli
affari interni di uno stato sovrano? Sciocchezze da anime belle.
La ?sovranit� limitata? � cattiva solo se esercitata dai cattivi.
Ultima ?fermata?, il capolinea: la Russia.
Giulietto Chiesa
---
Via Workers World News Service
Reprinted from the Oct. 19, 2000
issue of Workers World newspaper
-------------------------
INTERNATIONAL ACTION CENTER SPEAKS TO THE ANTI-
GLOBALIZATION MOVEMENT:
WHAT YOUR SHOULD KNOW ABOUT EVENTS IN YUGOSLAVIA
[The International Action Center released the following
statement Oct. 11.]
The corporate-backed politicians all agree. The torching of
Yugoslavia's parliament and the overthrow of President
Slobodan Milosevic was a "triumph for democracy." That's
what Bill Clinton says. So do George W. Bush, Dick Cheney,
Mad e leine Albright, Al Gore and the Joint Chiefs of Staff
at the Pentagon. CNN, NBC, CBS and Time magazine say so too.
WHAT'S WRONG WITH THIS PICTURE?
In Seattle, Washington, Philadelphia and Los Angeles,
protesters were gassed, beaten, shot with rubber bullets and
held for days in overcrowded cells. The media called us
"rioters" and "vandals" and told us to go home and "seek
change through the ballot box." But in Yugoslavia the CIA
and State Department urged the "opposition" to boycott the
second round of elections, march in the streets and attack
government offices.
It is supposed to be a crime for any U.S. political
candidate to accept donations from abroad. But Washington
gave hundreds of millions of dollars to Vojislav Kostunica's
"Democratic Opposition of Serbia" before the Sept. 24
elections.
FROM BOMBERS TO 'DEMOCRATS'
Last year the United States and other NATO powers rained
bombs and missiles on Yugoslavia for 78 days. They destroyed
homes, schools and hospitals. They killed and maimed
thousands, including hundreds of children. The U.S. media
and politicians justified these war crimes with a lie
campaign demonizing all Serbs. Now the politicians and
generals who ordered the bombing and the media who justified
it claim to be champions of the rights of the Serbian
people.
There is no inconsistency here. All over the world
Washington's attitude is guided by concern for corporate
interests. U.S. policy toward Yugoslavia is war by other
means.
MILOSEVIC SAID NO TO IMF
Slobodan Milosevic may not be a revolutionary in the mold of
Fidel Castro or Che Guevara. But in the eyes of Washington
he committed the same sin as the protesters in Seattle and
Prague: He said no to the New World Order and the
International Monetary Fund.
Under the leadership of his Serbian Socialist Party, the
United Left and the Montenegrin People's Socialist Party,
Yugoslavia refused to join NATO or accept IMF-dictated
"economic restructuring." It resisted privatization and the
"free flow of capital" demanded by Wall Street. For that
reason--and that alone--Yugoslavia was the target of eight
years of war and economic sanctions by the U.S. and NATO and
a nonstop campaign of lies by the biggest propaganda machine
in history--the U.S. corporate news media.
KOSTUNICA SAID YES
On Sept. 27, unknown to most of their followers, leaders of
the U.S.-funded "Democratic Opposition" met with
representatives of the IMF and the World Bank in Sofia,
Bulgaria. They agreed that if they came to power they would
hike prices, privatize industry, lay off workers and
dismantle Yugoslavia's free health-care system. That's
right: Yugoslavia has free health care--and the IMF wants to
destroy it!
These are the same measures that have devastated Bulgaria,
Romania, the former Soviet republics and countries
throughout Africa, Asia and Latin America. That was the
price of Washington's support.
A CLASSIC CIA OPERATION
Kostunica and his CIA advisers arrogantly rejected a second
round of elections. They feared that even if they won--a big
"if"--the elected Socialist parliamentary majority would
block the IMF's program. Kostunica and the CIA wanted to
take power by force in order to intimidate or disband the
parliament and crush the Serbian Socialist Party and its
allies. They wanted to send a message to anyone in East
Europe who would resist Washington and Wall Street.
In 1993 the White House encouraged Boris Yeltsin to send
tanks to shell Russia's parliament when it refused to accept
IMF "shock therapy." Hundreds were massacred. Clinton called
that a "triumph for democracy" too.
The Pentagon, State Department and CIA have decades of
experience overthrowing independent governments. They've
done it in Iran (1953), Guate mala (1954), Congo (1961),
Guyana (1962), Indonesia (1965), Ghana (1966), Chile (1973),
Argentina (1976), Romania (1989), Bulgaria (1990) and
Albania (1991).
In Indonesia a CIA-backed junta executed nearly 1 million
people in the name of "democracy." The New York Times called
that slaughter a "gleam of light in Asia."
The formula is generally the same. Cause tremendous hardship
for the people of the target country. Create a pro-U.S.
"opposition" and pump it full of dollars. Promise that if
Washington gets its way, people may again live a "normal"
life.
It's a lie! The IMF and World Bank are agencies of
destruction. They aim to destroy all avenues of economic
life that are not controlled by Wall Street. When they take
over a country life always gets worse. Workers in Bulgaria
now live on 56 cents a day.
FIGHT THE POWER
The media call the coup in Yugoslavia an "endgame." But it
is unlikely that the U.S.-backed regime can implement its
program without force. The new movement against corporate
globalization must stand with all those around the world who
are fighting injustice--from Colombia to Zimbabwe to
Palestine.
That includes those in Yugoslavia and across East Europe who
are resisting the tyranny of NATO and the IMF.
- END -
(Copyleft Workers World Service: Everyone is permitted to
copy and distribute verbatim copies of this document, but
changing it is not allowed. For more information contact
Workers World, 55 W. 17 St., NY, NY 10011; via e-mail:
ww@.... For subscription info send message to:
info@.... Web: http://www.workers.org)
==
Bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'"
> http://digilander.iol.it/lajugoslaviavivra
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono il Coordinamento, ma vengono
fatti circolare per il loro contenuto informativo al solo scopo di
segnalazione e commento ("for fair use only")
Per contributi e segnalazioni: jugocoord@...
*** QUESTO SERVIZIO E' ANCORA IN FASE SPERIMENTALE ***
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