Informazione
FIRENZE - BOLOGNA - CARPI - ROMA - RAVENNA - VICENZA
---
FIRENZE
http://bollettino.firenze.net/
MERCOLEDI 17 MAGGIO
CHIOSTRO DI FACOLTA' Via di Parione 7
ROSEROSSE
iniziativa-dibattito e concerto
per finanziare il progetto del centro oncologico per minori di Belgrado
---
BOLOGNA
Il video "Bombe sulle industrie chimiche" si può richiedere al nostro
comitato:
Comitato cittadino contro la guerra
v. Cuccoli 1/c BO - t/f 051.50.31.80
email: controguerra@...
al costo di Lire 10.000 (comprese spese di spedizione). Ogni offerta in
più
sarà devoluta ad:
Abc, solidarietà e pace
via Calosso, 50 - 00155 Roma
tel/fax: 06-4067358; 06-4063334) o
Conto corrente postale 75377002
Oppure: Banco di Sicilia, agenzia 16 di Roma (Abi
01020, Cab 03219), conto corrente 410197871
http://www.freeweb.org/volontariato/abcsolidarieta/index1.htm
email: abcsolidarieta@...
nell'ambito del progetto di solidarietà con "Pancevo" per dotare il
locale
laboratorio di igiene pubblica di strumenti necessari al monitoraggio
ambientale.
___________________________________
comitato carpi contro la GUERRA
in collaborazione con
LEGAMBIENTE, Circolo Arci S.Cabassi, UDI
MERCOLEDI' 24 MAGGIO
ORE 21.00
Presso il Circolo ARCI Sandro Cabassi
Via Don Davide Albertario, 41 - Carpi
LA GUERRA SPORCA...
proiezione del video
"Bombe sulle industrie chimiche"
danni ambientali della guerra in Serbia
(un film di Sascha Adamek , Germania, 1999, colore, 43')
la guerra ecologica in un video verità
intervengono
- Prof. Alberto Tarozzi
(Docente di sociologia dello sviluppo all'università di Bologna)
- Prof. Achille Lodovisi
(Storico, Geografo, Ricercatore)
Comitatoto Carpi contro la GUERRA
c/o Opera Nomadi-Carpi, via G.Rocca, 6
Telefono 059-654668
___________________________________
ROMA
polcaro@... wrote:
>
> Si terra` il prossimo 25 Maggio alle 11,30 circa presso la Sala Rossa
> del Senato una conferenza stampa del Prof.P.Polich -capo di un Diparti-
> mento di chimica analitica dell`Universita` di Belgrado - sugli effetti
> ambientali dei bombardamenti nei Balcani, con particolare enfasi all`uso
> dei proiettili all`Uranio Impoverito (DU). Il luogo della Conferenza
> stampa e` motivato dall`intensa e costruttiva attivita` di denuncia di
> queste munizioni, gia` ampiamente usate in Iraq e in Bosnia, ad opera
> della Commissione Esteri del Senato italiano ad opera della Senatrice
> Tana de Zulueta. Il "cammino" alla suddetta Conferenza stampa e` iniziato
> con l`ordine del giorno presentato il 27 luglio 1999 e accolto dal Governo,
> con l`interrogazione al Governo su questa materia della Sen. De Zulueta
> sottoscritta da una trentina di Senatori (12 novembre 1999), che ha suc-
> cessivamente obbligato il Segretario Generale della NATO Lord Robertson
> a comunicare che nel Kosovo sono stati sparati 31000 proiettili al DU,e
> si e`concluso - in questa prima "fase ufficiale" - con l`interrogazione
> 3-03341 al SS alla Difesa On Guerrini sull`impiego di proiettili al DU da
> parte delle forze NATO, che si e` svolta lo scorso 28 gennaio 2000.
> Il lavoro analitico della Commissione Esteri della Sen. De Zulueta e`
> stato possibile grazie alle informazioni scientifiche e ai campioni di
> terriccio provenienti dall`ex Jugoslavia raccolti dal Prof.Polich sotto
> il coordinamento di una ONG italiana: a parte l`elaborazione di un modello
> di contaminazione radiologica e chimica per l`ambiente, l`analisi di un
> campione raccolto a Novi Sad ha rivelato che uno degli isotopi principali
> del DU, precisamente l`U-238, presentava valori circa 1000 volti superiori
> a quelli presenti in natura e che il suo rapporto rispetto agli isotopi
> dell`Uranio era esattamente quello che ci aspetta da un campione di DU
> escludendo quindi una contaminazione naturale o contraffatta del campione
> di Novi Sad.
> La Conferenza stampa vorra` fare il punto su questa problematica per arri-
> vare a delineare una possibile strategia per avviare una campagna nazionale
> e internazionale volta alla messa al bando di questo tipo di armamenti, che
> per i loro effetti nocivi a lungo termine sulla salute umana, possono essere
> equiparrati a quelli chimici gia` vietati da una convenzione internazionale.
> La Conferenza stampa presso la Sala Rossa del Senato del prossimo Giovedi`
> 25 maggio sara` organizzata dal Dr. Maurizio Gressi della Commissione Esteri
> (telefono:06/67062409;fax:06/6864014).
>
---
From:
"red*ghost" <red-ghost@...>
To:
<red-ghost@...>
Gemellaggi
Sono partite le prime iniziative di gemellaggio tra scuole della
provincia di Ravenna e scuole
jugoslave. Per ora riguardano classi del 5° circolo di Ravenna e del 3°
circolo di Cervia,
gemellate, rispettivamente, con la scuola Dositej Obradovic di Smederevo
e con la scuola
Jovan Popovic di Obrenovac. L?iniziativa viene effettuata tramite
l?associazione Un ponte
per? Eventuali altri colleghi interessati (di scuola elementare o media)
possono contattare il
recapito del bollettino per informazioni.
Se conoscete insegnanti interessati contattatemi:
<red-ghost@...>
---
VICENZA
Il 23 Maggio Iniziativa a Vicenza
Martedì 23 maggio, alle ore 21 presso la sede dell'Ass. Cult. Punto
Rosso di Vicenza (Contrà Porton de Luzzo 10) verrà
proiettato il video "Diario da Belgrado, Jasmina e la Guerra" di Dinko
Tucakovic, si raccoglieranno le firme per "Rompere
l'Embargo". L'iniziativa e organizzata da: Circolo del Cinema
"Fahrenheit 451", Ass. Cul. Punto Rosso e Collettivo
Spartakus. Per Informazioni: sparta@...
Il 1 Giugno Iniziativa a Vicenza
Giovedì 1 giugno a Vicenza alle ore 20,30, presso la Sala Circoscrizione
n.6 (Villa Lattes, Via Thaon di Revel) si terrà il
dibattito "Guerre ed Embarghi" con Fulvio Grimaldi. Verrà proiettato il
video "Serbi da Morire" e si raccoglieranno le
firme contro l'embargo all'Iraq. L'iniziativa e organizzata da: Circolo
del Cinema "Fahrenheit 451", Ass. Cul. Punto
Rosso e Collettivo Spartakus. Per Informazioni: sparta@...
--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
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FIRENZE
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danni ambientali della guerra in Serbia
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>
> Si terra` il prossimo 25 Maggio alle 11,30 circa presso la Sala Rossa
> del Senato una conferenza stampa del Prof.P.Polich -capo di un Diparti-
> mento di chimica analitica dell`Universita` di Belgrado - sugli effetti
> ambientali dei bombardamenti nei Balcani, con particolare enfasi all`uso
> dei proiettili all`Uranio Impoverito (DU). Il luogo della Conferenza
> stampa e` motivato dall`intensa e costruttiva attivita` di denuncia di
> queste munizioni, gia` ampiamente usate in Iraq e in Bosnia, ad opera
> della Commissione Esteri del Senato italiano ad opera della Senatrice
> Tana de Zulueta. Il "cammino" alla suddetta Conferenza stampa e` iniziato
> con l`ordine del giorno presentato il 27 luglio 1999 e accolto dal Governo,
> con l`interrogazione al Governo su questa materia della Sen. De Zulueta
> sottoscritta da una trentina di Senatori (12 novembre 1999), che ha suc-
> cessivamente obbligato il Segretario Generale della NATO Lord Robertson
> a comunicare che nel Kosovo sono stati sparati 31000 proiettili al DU,e
> si e`concluso - in questa prima "fase ufficiale" - con l`interrogazione
> 3-03341 al SS alla Difesa On Guerrini sull`impiego di proiettili al DU da
> parte delle forze NATO, che si e` svolta lo scorso 28 gennaio 2000.
> Il lavoro analitico della Commissione Esteri della Sen. De Zulueta e`
> stato possibile grazie alle informazioni scientifiche e ai campioni di
> terriccio provenienti dall`ex Jugoslavia raccolti dal Prof.Polich sotto
> il coordinamento di una ONG italiana: a parte l`elaborazione di un modello
> di contaminazione radiologica e chimica per l`ambiente, l`analisi di un
> campione raccolto a Novi Sad ha rivelato che uno degli isotopi principali
> del DU, precisamente l`U-238, presentava valori circa 1000 volti superiori
> a quelli presenti in natura e che il suo rapporto rispetto agli isotopi
> dell`Uranio era esattamente quello che ci aspetta da un campione di DU
> escludendo quindi una contaminazione naturale o contraffatta del campione
> di Novi Sad.
> La Conferenza stampa vorra` fare il punto su questa problematica per arri-
> vare a delineare una possibile strategia per avviare una campagna nazionale
> e internazionale volta alla messa al bando di questo tipo di armamenti, che
> per i loro effetti nocivi a lungo termine sulla salute umana, possono essere
> equiparrati a quelli chimici gia` vietati da una convenzione internazionale.
> La Conferenza stampa presso la Sala Rossa del Senato del prossimo Giovedi`
> 25 maggio sara` organizzata dal Dr. Maurizio Gressi della Commissione Esteri
> (telefono:06/67062409;fax:06/6864014).
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Gemellaggi
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jugoslave. Per ora riguardano classi del 5° circolo di Ravenna e del 3°
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VICENZA
Il 23 Maggio Iniziativa a Vicenza
Martedì 23 maggio, alle ore 21 presso la sede dell'Ass. Cult. Punto
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l'Embargo". L'iniziativa e organizzata da: Circolo del Cinema
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Il 1 Giugno Iniziativa a Vicenza
Giovedì 1 giugno a Vicenza alle ore 20,30, presso la Sala Circoscrizione
n.6 (Villa Lattes, Via Thaon di Revel) si terrà il
dibattito "Guerre ed Embarghi" con Fulvio Grimaldi. Verrà proiettato il
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RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
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NUOVA UNITA'
COORDINAMENTO TORINESE PER LA JUGOSLAVIA
COLL. D'INFORMAZIONE UNIVERSITARIA - FIRENZE
---
*****************************
[n]uova [u]nita' on line
rivista comunista di politica e cultura
web: www.marx2001.org/nuovaunita
e-mail: nuovaunita@...
*****************************
Il NO alla NATO e' NO alla guerra e allo sfruttamento mondiale
Dal 23 al 25 maggio, Firenze - citta' Medaglia d'Oro della Resistenza -
verra' nuovamente e ulteriormente offesa dalla presenza di un vertice
Nato
che rilegittima la guerra come strumento "normale" del governo del
mondo.
Come gia' annunciato dalla riunione del Comitato per l'ordine e la
sicurezza
pubblica in Prefettura la citta' sara' blindata con un forte contingente
di
sicurezza. Il prefetto Serra sostiene che il problema non e' tanto il
corteo
annunciato "al quale prendera' parte anche Rifondazione comunista, che
finora ha sempre mostrato grande senso di responsabilita'. L'unico
limite al
corteo sara' l'arrivo in piazza del Duomo o della Signoria. Il vero
pericolo - sostiene sempre Serra - potrebbe essere rappresentato da
alcune
frange che vogliono manifestare in maniera eclatante. Temiamo atti
dimostrativi. E allora dovremo prendere severe contromisure".
Il piano di sicurezza, che sta approntando il questore Boncoraglio,
sara'
sicuramente "pesante" per Firenze e perfino i cittadini e, in
particolare
gli automobilisti, subiranno disagi incredibili. Evidentemente maggiori
di
quelli di novembre se il clima e' gia' quello di terrorizzare la citta'
con
annunci di eventuali atti tipo "Seattle". I gendarmi del mondo, i
massimi
rappresentanti dell'imperialismo mondiale (i ministri degli esteri di 46
paesi) insieme agli aspiranti dell'ex Patto di Varsavia si riuniranno
nella
nostra citta', tra l'altro nella giornata del disarmo per elaborare la
strategia di morte e distruzione con un accordo che prendera' il nome di
"Patto di Firenze" (con tutto cio' che ne potra' seguire) e le "forze
dell'ordine" si preoccupano della mobilitazione di protesta! O meglio,
si
preoccupano di far decidere il governo imperialista del mondo in tutta
tranquillita'.
Le provocazioni sono sempre possibili, ma gia' da tempo le
organizzazioni
militanti della Toscana (compresa nuova unita') si incontrano per
preparare
la manifestazione del 24 ed esprimere il proprio dissenso a questo
genere di
"summit".
Un dissenso del tutto legittimo considerati i danni dell'imperialismo
sui
popoli.
PERCHE' NO ALLA NATO?
Perche' la NATO e' una gigantesca macchina da guerra che programma
l'ingerenza armata per evitare i rischi alla propria "sicurezza"; e'
un'autorita' sovranazionale che sostituisce la stessa ONU, dopo averla
esautorata nel tempo.
COSA SIGNIFICA FAR PARTE DELLA NATO?
- il Parlamento non potra' esercitare nessun controllo sulle presenze,
attivita', circolazione di armi mezzi militari sul proprio territorio
(ricordiamo il Cermis);
- obbligo di partecipare a tutte le guerre ritenute "necessaire" secondo
gli
interessi degli Stati Uniti (ricordiamo l'aggressione alla Yugoslavia);
- obbligo di pagare i costi spaventosi che tutto questo comporta. Nei
prossimi anni l'Italia spendera' 20mila miliardi solo per l'acquisto di
130
aerei da caccia Eurofighter, aumentando sempre piu' le spese militari
che
non verranno rese note, ma che saranno a carico di tagli sulla salute
pubblica e sui servizi sociali;
- obbligo di trasformare l'esercito di leva in esercito professionale.
L'Italia si e' gia' adeguata alle direttive Nato accettando il nuovo
modello
di difesa.
NATO che in Italia - il cui governo adegua la sua politica interna a
quella
dei paesi alleati - (Istituzione della 4° Forza armata con lo
spostamento
dei carabinieri dagli Interni alla Difesa; varo del "pacchetto
sicurezza"
che, con la scusa di combattere la microcriminalita', militarizza il
territorio ecc.) appoggiandosi su un potente apparato di centri di
comando e
basi militari, svolge dal dopoguerra ad oggi, il ruolo di marcatura
difensiva dei confini dell'area sud-est del blocco imperialista europeo.
Allo stesso tempo le basi in Italia sono utilizzate come avamposti per
portare attacchi sempre piu' spesso fuori dalla Nato stessa, e creare le
condizioni per cui si possa estendere l'influenza dell'Alleanza
atlantica.
Ma il territorio italiano non e' occupato solo da basi Nato, ma anche da
basi Usa e sono queste che definiscono ruoli e funzioni facendo capire
che
l'occupazione militare del nostro territorio rispecchia i rapporti
dell'egemonia all'interno dell'Alleanza.
I servili governanti italiani accettano i diktat del prepotente alleato
e,
contemporaneamente, si ricavano gli spazi per esercitare i propri
privati
interessi, rendendo l'Italia una potenza imperialista capace di seminare
morte e distruzione, oltre che di sfruttamento, in tutte le parti del
globo.
Sono responsabili di aver consegnato una parte sostanziale del
territorio
italiano, con accordi segreti e nella completa illegalita', per le basi
Usa,
al servizio di una politica genocida e barbara di una potenza
d'occupazione
straniera.
La guerra "umanitaria" nei Balcani e' stata la prima guerra del Nuovo
ordine
mondiale e modello per le prossime guerre che producono la morte totale
di
un paese e strappano le popolazioni dalla propria terra costringendole
ad un
esodo di massa. Sia gli Usa che gli alleati europei - Italia in testa -
sapevano perfettamente cosa avrebbe provocato sulla popolazione e
nell'ambiente la distruzione "scientifica" di tutti gli impianti chimici
e
petrolchimici in Serbia e in Kosovo con le loro 31mila bombe all'uranio
impoverito! Una guerra che prosegue a bassa intensita' con l'embargo
(1.500.000 morti in Iraq), le sanzioni economiche (Yugoslavia ecc.) e
le
guerre commerciali.
La produzione ed il commercio delle armi sono il pilastro dell'economia
(Usa
il primo produttore), percio' hanno bisogno della guerra! Al tempo
stesso il
carattere globale dell'offensiva imperialista, capeggiata dalle piu'
reazionarie oligarchie economiche e finanziarie, soprattutto degli USA,
cercano nelle guerre d'aggressione una via d'uscita dalla crisi
irreversibile. Il sempre piu' stretto collegamento tra i processi di
ristrutturazione attraverso cui il capitalismo monopolistico accresce lo
sfruttamento imperialistico del proletariato e delle vaste masse
popolari
dei paesi dell'Africa, Asia, America Latina, rendono ancora piu'
evidente
l'importanza vitale della mobilitazione in grado di condurre una
battaglia
anche contro lo sfruttamento del neocolonialismo.
E allora, come si fa a non manifestare?
MOBILITIAMOCI IL 24 MAGGIO. TUTTI IN PIAZZA S.MARCO ALLE ORE 17,30!
PER DIRE NO ALLA NATO, NO ALL'IMPERIALISMO, NO ALLE BASI USA e NATO!
---
COMUNICATO STAMPA
Il 1 Maggio 2000 si è svolta la tradizionale manifestazione: i compagni
del
Coordinamento torinese per la Jugoslavia hanno caratterizzato la
presenza in
piazza con l'internazionalismo proletario, la lotta contro tutti gli
embarghi e la lotta contro l'aggressione imperialista alla Jugoslavia.
I compagni dello spezzone molto combattivo e determinato erano alla
testa
dello spezzone antagonista, maggioritario rispetto allo spezzone
istituzionale, caratterizzato dalla ritualità e dall'ipocrisia di una
sinistra istituzionale logora e in molti casi opportunista ed assassina.
Lo
spezzone contro la guerra e l'embargo era composto dai compagni
torinesi, da
una forte presenza di compagni irakeni, jugoslavi, cubani e le
associazioni
in lotta contro tutti gli embarghi.
Gli slogans che caratterizzavano lo spezzone erano:
ieri, oggi e domani
giù le mani dai Balcani
Baghdad, Belgrado, L'Avana
ogni embargo è un'infamia
gli embarghi della Nato uccidono i bambini
nei "nostri" governi ci sono gli assassini
il Vietnam ce l'ha insegnato
non vinceranno mai le bombe della Nato
contro la guerra imperialista
lotta di classe internazionalista
La manifestazione si è conclusa regolarmente in piazza S. Carlo dove si
è
svolto un contro-comizio che ha visto intervenire i compagni dei centri
sociali torinesi, che hanno ricordato il brutale assalto al centro
sociale
ASKATASUNA ad opera della Polizia del governo di centro sinistra come
risposta all'unità di classe contro la guerra imperialista che proprio
il
primo maggio dell'anno scorso si palesava in piazza.
Al comizio è intervenuta una compagna jugoslava che ha denunciato gli
embarghi e i crimini ai danni dei popoli non allineati e ribelli alla
globalizzazione.
Torino 2 maggio 2000
Comitato di lotta contro la guerra
dei lavoratori del Politecnico e Universita'
---
JUGOSLAVIA:
MOVIMENTO ANTIMPERIALISTA E OPPORTUNISMO "DI SINISTRA"
Siamo sempre stati contrari alla posizione dell'equidistanza che, come
pacifismo, lascia molto a desiderare datochè non compromette e non forza
a
prendere posizione, ma porta solo ad allontanarsi dagli schieramenti
creando quella neutralità opportunista c he lascia campo libero al più
forte. In una guerra c'è un aggredito ed un aggressore o si stà da una
parte o si stà dall'altra, non esistono posizioni intermedie, chi stà
nel
mezzo lascia mano libera al più forte ed in questo caso il più forte è
stato il più reazionario, la Nato. Fu quella neutralità dei partiti
socialisti sullo scoppiare della prima guerra mondiale, nè aderire nè
sabotare, che li portò a sviluppare una politica sempre meno
conflittuale
contro le mire del capitale ed ad allontanarsi sempre più
progressivamente
dal le posizioni rivoluzionarie. Lo stesso è successo col movimento
pacifista espressosi in occasione di questa guerra dimodochè "nè aderire
nè sabotare" si è adeguato allo slogan "nè con la Nato nè con Milosevic"
portando in piazza un movimento dalla scarsa forza nei confronti della
politica di guerra dell'Italia e dei paesi del patto atlantico, politica
che offriva per di più una giustificazione dell'intervento alla morale
collettiva. Gli stessi movimenti che avevano sostenuto l'Uck (organismo
militare del nazionalismo albanese sostenuto coi soldi della Cia l'unico
dai mezzi terroristici) quali socialismo rivoluzionario e parte del
cosiddetto movimento antagonista e pacifista, si sono trovati a
sostenere
questa posizione comoda nei confronti della repressio ne dello stato
imperialista e accomodante nei confronti della necessità di
mobilitazione.
Sempre questi organismi sono stati gli stessi che hanno dato credito
acriticamente alle notizie provenienti dai media dell'imperialismo e
della
Nato sugli eccidi, le fosse comuni, i profughi: notizie false e gonfiate
che oggi gli stessi giornali e tv che le avevano dette smentiscono... ma
oggi, a intervento finito si può anche dire, pensano lorsignori, tanto
la
Nato ha raggiunto il suo scopo di stabilire basi nei Bal cani per
rilanciare una politica di guerra e dominiio su quei territori. Anche il
"mostro" Milosevic è stato una finction televisiva: è oggi sotto gli
occhi di tutti che non solo sono state gonfiate le cifre sui numeri dei
profughi, sui morti, ma è stata anche creata la falsità per cui
Milosevic
ed il suo governo fossero una dittatura (l'unico governo dell'area ad
essere stato eletto secondo le regole della democrazia borghese in
vigore
anche da noi) e si stessero muovendo secondo un piano d' epurazione
dell'etnia albanese dal Kosovo, un piano di stampo nazista: oggi i
giornal i negano anche questo dietro la forza evidente dei fatti e della
verità. Milosevic ed il suo governo non hanno mai avuto un piano del
genere... la propaganda di guerra Nato ha fatto si che questo fosse
ritenuto tale attraverso i media. Per non parlare poi dell'imposizione
dell'indipendenza del Kosovo tramite gli accordi di Rambouillet che
sono
stati fatti passare invece come un rifiuto serbo alla trattativa. Tutte
cose che noi abbiamo sempre denunciato attirandoci le ire di molti
opportunisti che, sia fra i media sia in certo movimento antagonista,
hanno invece dato loro credito senza neppure assumerle criticamente come
sempre dicono invece di voler fare. L'unico vero pacifismo che
conosciamo è perciò quello che mette sempre in evidenza le cause della
guerra, ovvero il capitalismo con le sue brame di profitto,
sistema economico che non lesina guerra, miseria e sfruttamento pur di
riprodursi. E' quel movime nto che si muove contro le cause fino a
sviluppare la coscenza antimperialista che bisogna lottare a fianco
degli
altri popoli solidarizzando con loro per un mondo libero dallo
sfruttamento del capitale. Di fronte a questo scenario fatto di
opportunismo di sinistra e di socialdemocrazia guerrafondaia va
ricordato
anche che, all'epoca, in questo governo assassino c'erano anche i
Comunisti Italiani, con Diliberto Ministro di Grazia e Giustizia. Quel
ministr o sotto il quale è avvenuta la repressione di tutto il movimento
contro la guerra: non solo sono stati inquisiti una quarantina di
compagni
per la manifestazione del 13 maggio sotto l'ambasciata Usa a Firenze, ma
sono state poi fatte anche una sessantina di perquisizioni in
tutt'Italia
con accuse di associazione sovversiva, accuse riprese dal codice Rocco
di
matrice fascista. Ecco quello di cui è capace l'ipocrisia della
socialdemocrazia e dei gruppi di sinistra che, solo a parole, stanno
contro le guerre e nei fatti, facendo politica per la poltrona, danno il
loro contributo alla reazione interna ed internazionale.
Collettivo d'Informazione Universitaria - Scienze dell'Educazione -
Firenze - Maggio 2000
--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
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COORDINAMENTO TORINESE PER LA JUGOSLAVIA
COLL. D'INFORMAZIONE UNIVERSITARIA - FIRENZE
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rivista comunista di politica e cultura
web: www.marx2001.org/nuovaunita
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Il NO alla NATO e' NO alla guerra e allo sfruttamento mondiale
Dal 23 al 25 maggio, Firenze - citta' Medaglia d'Oro della Resistenza -
verra' nuovamente e ulteriormente offesa dalla presenza di un vertice
Nato
che rilegittima la guerra come strumento "normale" del governo del
mondo.
Come gia' annunciato dalla riunione del Comitato per l'ordine e la
sicurezza
pubblica in Prefettura la citta' sara' blindata con un forte contingente
di
sicurezza. Il prefetto Serra sostiene che il problema non e' tanto il
corteo
annunciato "al quale prendera' parte anche Rifondazione comunista, che
finora ha sempre mostrato grande senso di responsabilita'. L'unico
limite al
corteo sara' l'arrivo in piazza del Duomo o della Signoria. Il vero
pericolo - sostiene sempre Serra - potrebbe essere rappresentato da
alcune
frange che vogliono manifestare in maniera eclatante. Temiamo atti
dimostrativi. E allora dovremo prendere severe contromisure".
Il piano di sicurezza, che sta approntando il questore Boncoraglio,
sara'
sicuramente "pesante" per Firenze e perfino i cittadini e, in
particolare
gli automobilisti, subiranno disagi incredibili. Evidentemente maggiori
di
quelli di novembre se il clima e' gia' quello di terrorizzare la citta'
con
annunci di eventuali atti tipo "Seattle". I gendarmi del mondo, i
massimi
rappresentanti dell'imperialismo mondiale (i ministri degli esteri di 46
paesi) insieme agli aspiranti dell'ex Patto di Varsavia si riuniranno
nella
nostra citta', tra l'altro nella giornata del disarmo per elaborare la
strategia di morte e distruzione con un accordo che prendera' il nome di
"Patto di Firenze" (con tutto cio' che ne potra' seguire) e le "forze
dell'ordine" si preoccupano della mobilitazione di protesta! O meglio,
si
preoccupano di far decidere il governo imperialista del mondo in tutta
tranquillita'.
Le provocazioni sono sempre possibili, ma gia' da tempo le
organizzazioni
militanti della Toscana (compresa nuova unita') si incontrano per
preparare
la manifestazione del 24 ed esprimere il proprio dissenso a questo
genere di
"summit".
Un dissenso del tutto legittimo considerati i danni dell'imperialismo
sui
popoli.
PERCHE' NO ALLA NATO?
Perche' la NATO e' una gigantesca macchina da guerra che programma
l'ingerenza armata per evitare i rischi alla propria "sicurezza"; e'
un'autorita' sovranazionale che sostituisce la stessa ONU, dopo averla
esautorata nel tempo.
COSA SIGNIFICA FAR PARTE DELLA NATO?
- il Parlamento non potra' esercitare nessun controllo sulle presenze,
attivita', circolazione di armi mezzi militari sul proprio territorio
(ricordiamo il Cermis);
- obbligo di partecipare a tutte le guerre ritenute "necessaire" secondo
gli
interessi degli Stati Uniti (ricordiamo l'aggressione alla Yugoslavia);
- obbligo di pagare i costi spaventosi che tutto questo comporta. Nei
prossimi anni l'Italia spendera' 20mila miliardi solo per l'acquisto di
130
aerei da caccia Eurofighter, aumentando sempre piu' le spese militari
che
non verranno rese note, ma che saranno a carico di tagli sulla salute
pubblica e sui servizi sociali;
- obbligo di trasformare l'esercito di leva in esercito professionale.
L'Italia si e' gia' adeguata alle direttive Nato accettando il nuovo
modello
di difesa.
NATO che in Italia - il cui governo adegua la sua politica interna a
quella
dei paesi alleati - (Istituzione della 4° Forza armata con lo
spostamento
dei carabinieri dagli Interni alla Difesa; varo del "pacchetto
sicurezza"
che, con la scusa di combattere la microcriminalita', militarizza il
territorio ecc.) appoggiandosi su un potente apparato di centri di
comando e
basi militari, svolge dal dopoguerra ad oggi, il ruolo di marcatura
difensiva dei confini dell'area sud-est del blocco imperialista europeo.
Allo stesso tempo le basi in Italia sono utilizzate come avamposti per
portare attacchi sempre piu' spesso fuori dalla Nato stessa, e creare le
condizioni per cui si possa estendere l'influenza dell'Alleanza
atlantica.
Ma il territorio italiano non e' occupato solo da basi Nato, ma anche da
basi Usa e sono queste che definiscono ruoli e funzioni facendo capire
che
l'occupazione militare del nostro territorio rispecchia i rapporti
dell'egemonia all'interno dell'Alleanza.
I servili governanti italiani accettano i diktat del prepotente alleato
e,
contemporaneamente, si ricavano gli spazi per esercitare i propri
privati
interessi, rendendo l'Italia una potenza imperialista capace di seminare
morte e distruzione, oltre che di sfruttamento, in tutte le parti del
globo.
Sono responsabili di aver consegnato una parte sostanziale del
territorio
italiano, con accordi segreti e nella completa illegalita', per le basi
Usa,
al servizio di una politica genocida e barbara di una potenza
d'occupazione
straniera.
La guerra "umanitaria" nei Balcani e' stata la prima guerra del Nuovo
ordine
mondiale e modello per le prossime guerre che producono la morte totale
di
un paese e strappano le popolazioni dalla propria terra costringendole
ad un
esodo di massa. Sia gli Usa che gli alleati europei - Italia in testa -
sapevano perfettamente cosa avrebbe provocato sulla popolazione e
nell'ambiente la distruzione "scientifica" di tutti gli impianti chimici
e
petrolchimici in Serbia e in Kosovo con le loro 31mila bombe all'uranio
impoverito! Una guerra che prosegue a bassa intensita' con l'embargo
(1.500.000 morti in Iraq), le sanzioni economiche (Yugoslavia ecc.) e
le
guerre commerciali.
La produzione ed il commercio delle armi sono il pilastro dell'economia
(Usa
il primo produttore), percio' hanno bisogno della guerra! Al tempo
stesso il
carattere globale dell'offensiva imperialista, capeggiata dalle piu'
reazionarie oligarchie economiche e finanziarie, soprattutto degli USA,
cercano nelle guerre d'aggressione una via d'uscita dalla crisi
irreversibile. Il sempre piu' stretto collegamento tra i processi di
ristrutturazione attraverso cui il capitalismo monopolistico accresce lo
sfruttamento imperialistico del proletariato e delle vaste masse
popolari
dei paesi dell'Africa, Asia, America Latina, rendono ancora piu'
evidente
l'importanza vitale della mobilitazione in grado di condurre una
battaglia
anche contro lo sfruttamento del neocolonialismo.
E allora, come si fa a non manifestare?
MOBILITIAMOCI IL 24 MAGGIO. TUTTI IN PIAZZA S.MARCO ALLE ORE 17,30!
PER DIRE NO ALLA NATO, NO ALL'IMPERIALISMO, NO ALLE BASI USA e NATO!
---
COMUNICATO STAMPA
Il 1 Maggio 2000 si è svolta la tradizionale manifestazione: i compagni
del
Coordinamento torinese per la Jugoslavia hanno caratterizzato la
presenza in
piazza con l'internazionalismo proletario, la lotta contro tutti gli
embarghi e la lotta contro l'aggressione imperialista alla Jugoslavia.
I compagni dello spezzone molto combattivo e determinato erano alla
testa
dello spezzone antagonista, maggioritario rispetto allo spezzone
istituzionale, caratterizzato dalla ritualità e dall'ipocrisia di una
sinistra istituzionale logora e in molti casi opportunista ed assassina.
Lo
spezzone contro la guerra e l'embargo era composto dai compagni
torinesi, da
una forte presenza di compagni irakeni, jugoslavi, cubani e le
associazioni
in lotta contro tutti gli embarghi.
Gli slogans che caratterizzavano lo spezzone erano:
ieri, oggi e domani
giù le mani dai Balcani
Baghdad, Belgrado, L'Avana
ogni embargo è un'infamia
gli embarghi della Nato uccidono i bambini
nei "nostri" governi ci sono gli assassini
il Vietnam ce l'ha insegnato
non vinceranno mai le bombe della Nato
contro la guerra imperialista
lotta di classe internazionalista
La manifestazione si è conclusa regolarmente in piazza S. Carlo dove si
è
svolto un contro-comizio che ha visto intervenire i compagni dei centri
sociali torinesi, che hanno ricordato il brutale assalto al centro
sociale
ASKATASUNA ad opera della Polizia del governo di centro sinistra come
risposta all'unità di classe contro la guerra imperialista che proprio
il
primo maggio dell'anno scorso si palesava in piazza.
Al comizio è intervenuta una compagna jugoslava che ha denunciato gli
embarghi e i crimini ai danni dei popoli non allineati e ribelli alla
globalizzazione.
Torino 2 maggio 2000
Comitato di lotta contro la guerra
dei lavoratori del Politecnico e Universita'
---
JUGOSLAVIA:
MOVIMENTO ANTIMPERIALISTA E OPPORTUNISMO "DI SINISTRA"
Siamo sempre stati contrari alla posizione dell'equidistanza che, come
pacifismo, lascia molto a desiderare datochè non compromette e non forza
a
prendere posizione, ma porta solo ad allontanarsi dagli schieramenti
creando quella neutralità opportunista c he lascia campo libero al più
forte. In una guerra c'è un aggredito ed un aggressore o si stà da una
parte o si stà dall'altra, non esistono posizioni intermedie, chi stà
nel
mezzo lascia mano libera al più forte ed in questo caso il più forte è
stato il più reazionario, la Nato. Fu quella neutralità dei partiti
socialisti sullo scoppiare della prima guerra mondiale, nè aderire nè
sabotare, che li portò a sviluppare una politica sempre meno
conflittuale
contro le mire del capitale ed ad allontanarsi sempre più
progressivamente
dal le posizioni rivoluzionarie. Lo stesso è successo col movimento
pacifista espressosi in occasione di questa guerra dimodochè "nè aderire
nè sabotare" si è adeguato allo slogan "nè con la Nato nè con Milosevic"
portando in piazza un movimento dalla scarsa forza nei confronti della
politica di guerra dell'Italia e dei paesi del patto atlantico, politica
che offriva per di più una giustificazione dell'intervento alla morale
collettiva. Gli stessi movimenti che avevano sostenuto l'Uck (organismo
militare del nazionalismo albanese sostenuto coi soldi della Cia l'unico
dai mezzi terroristici) quali socialismo rivoluzionario e parte del
cosiddetto movimento antagonista e pacifista, si sono trovati a
sostenere
questa posizione comoda nei confronti della repressio ne dello stato
imperialista e accomodante nei confronti della necessità di
mobilitazione.
Sempre questi organismi sono stati gli stessi che hanno dato credito
acriticamente alle notizie provenienti dai media dell'imperialismo e
della
Nato sugli eccidi, le fosse comuni, i profughi: notizie false e gonfiate
che oggi gli stessi giornali e tv che le avevano dette smentiscono... ma
oggi, a intervento finito si può anche dire, pensano lorsignori, tanto
la
Nato ha raggiunto il suo scopo di stabilire basi nei Bal cani per
rilanciare una politica di guerra e dominiio su quei territori. Anche il
"mostro" Milosevic è stato una finction televisiva: è oggi sotto gli
occhi di tutti che non solo sono state gonfiate le cifre sui numeri dei
profughi, sui morti, ma è stata anche creata la falsità per cui
Milosevic
ed il suo governo fossero una dittatura (l'unico governo dell'area ad
essere stato eletto secondo le regole della democrazia borghese in
vigore
anche da noi) e si stessero muovendo secondo un piano d' epurazione
dell'etnia albanese dal Kosovo, un piano di stampo nazista: oggi i
giornal i negano anche questo dietro la forza evidente dei fatti e della
verità. Milosevic ed il suo governo non hanno mai avuto un piano del
genere... la propaganda di guerra Nato ha fatto si che questo fosse
ritenuto tale attraverso i media. Per non parlare poi dell'imposizione
dell'indipendenza del Kosovo tramite gli accordi di Rambouillet che
sono
stati fatti passare invece come un rifiuto serbo alla trattativa. Tutte
cose che noi abbiamo sempre denunciato attirandoci le ire di molti
opportunisti che, sia fra i media sia in certo movimento antagonista,
hanno invece dato loro credito senza neppure assumerle criticamente come
sempre dicono invece di voler fare. L'unico vero pacifismo che
conosciamo è perciò quello che mette sempre in evidenza le cause della
guerra, ovvero il capitalismo con le sue brame di profitto,
sistema economico che non lesina guerra, miseria e sfruttamento pur di
riprodursi. E' quel movime nto che si muove contro le cause fino a
sviluppare la coscenza antimperialista che bisogna lottare a fianco
degli
altri popoli solidarizzando con loro per un mondo libero dallo
sfruttamento del capitale. Di fronte a questo scenario fatto di
opportunismo di sinistra e di socialdemocrazia guerrafondaia va
ricordato
anche che, all'epoca, in questo governo assassino c'erano anche i
Comunisti Italiani, con Diliberto Ministro di Grazia e Giustizia. Quel
ministr o sotto il quale è avvenuta la repressione di tutto il movimento
contro la guerra: non solo sono stati inquisiti una quarantina di
compagni
per la manifestazione del 13 maggio sotto l'ambasciata Usa a Firenze, ma
sono state poi fatte anche una sessantina di perquisizioni in
tutt'Italia
con accuse di associazione sovversiva, accuse riprese dal codice Rocco
di
matrice fascista. Ecco quello di cui è capace l'ipocrisia della
socialdemocrazia e dei gruppi di sinistra che, solo a parole, stanno
contro le guerre e nei fatti, facendo politica per la poltrona, danno il
loro contributo alla reazione interna ed internazionale.
Collettivo d'Informazione Universitaria - Scienze dell'Educazione -
Firenze - Maggio 2000
--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
------------------------------------------------------------
GLI INCENDIARI DI NUOVO ALL'OPERA:
ADESSO TOCCA AL... MONTENEGRO!
---
L'articolo che segue verra' pubblicato, in forma riveduta, sugli Atti
del Tribunale italiano contro i crimini della NATO in Jugoslavia e sulla
rivista "SenzaCensura"
-
UNA NUOVA PEDINA NEL "MONOPOLI" GLOBALE: IL MONTENEGRO
Seguendo la tragica vicenda jugoslava, in questi anni ci e' capitato una
infinita' di volte di dire a noi stessi: "la realta' supera - e di gran
lunga - la fantasia". La stessa sensazione dobbiamo provarla oggi per la
problematica, davvero paradossale, apertasi in Montenegro.
Il Montenegro e', insieme alla Serbia, una delle
due repubbliche che costituiscono la attuale federazione jugoslava
(RFJ). La sua estensione territoriale e' molto limitata, ma la sua
importanza strategica e' enorme visto che rappresenta l'unico sbocco
al mare per la RFJ e la propaggine piu' occidentale di tutto il mondo
slavo-ortodosso non ancora inglobato nelle strutture euroatlantiche -
quindi di interesse rilevante ad esempio per una Russia che possa
ipoteticamente svolgere un ruolo autonomo sullo scenario internazionale
- con tutte le implicazioni che questo comporta dal punto di vista
del controllo strategico delle vie di comunicazione.
Percio' l'imperialismo oggi si accanisce a voler staccare questo
ulteriore pezzetto di terra da cio' che rimane
della Repubblica Federativa e Socialista di Jugoslavia. In caso di
riuscita, gli strateghi di Bruxelles e del Pentagono otterrebbero
la fine della "Jugoslavia" anche come denominazione
politico-istituzionale.
Allora avremmo, si, la "Serbia" come Stato a se, ma non "Grande" bensi'
piccolissima, e possibilmente vassalla dell'Impero come la Serbia
occupata dai nazisti, governata dal collaborazionista Nedic durante la
II Guerra Mondiale.
Si determinerebbe poi un ulteriore parallelismo con la situazione
balcanica durante il nazifascismo, quando il Montenegro era occupato
dagli italiani.
All'inizio del 1998 in Montenegro, in seguito ad elezioni contestate a
causa di brogli, diventava presidente Milo Djukanovic, ex compagno di
partito del predecessore Momir Bulatovic. Entrambi i personaggi
provengono dall'area politica socialista, ma laddove Bulatovic e'
jugoslavista intransigente e vicino alle posizioni socialdemocratiche di
Milosevic, Djukanovic appartiene al settore piu' opportunista e
liberista, con addentellati nella criminalita' organizzata
che, nel Montenegro attuale, gestisce circa il 50% dell'economia.
In poco piu' di due anni attorno a Djukanovic e' stata creata una corte
di quasi 20mila "pretoriani" armati ed addestrati dalla CIA e dal
Mossad,
secondo quanto riportato dalla Transnational Foundation TFF (TFF Press
Info #91, 8/4/2000; http://www.transnational.org).
Con i bombardamenti della primavera del 1999 il governo Djukanovic ha
mostrato tutta la sua attitudine antijugoslava fino al collaborazionismo
con gli aggressori. Mentre a Titograd-Podgorica si susseguivano le
manifestazioni anti-NATO, guidate dai sostenitori di Bulatovic,
Djukanovic
era in tournee' in varie capitali occidentali a fare "diplomazia" ovvero
ad incassare assegni. Il governo montenegrino non ha fatto applicare le
chiamate di leva ne' tante altre disposizioni legate allo stato di
emergenza, benche' bombe "umanitarie" siano cadute anche in varie
localita' montenegrine, innanzitutto vicino agli aereoporti militari. Da
allora esso cerca anche di gestire autonomamente i valichi di frontiera
e le dogane, causando momenti di tensione con l'Armata Jugoslava
specialmente ai confini con la Croazia e con l'Albania. Alla fine del
'99 il governo montenegrino ha cercato di prendere il controllo
dell'aereoporto di Titograd-Podgorica impiantando un posto di
polizia sulla pista. Ne e' seguito un tira-e-molla inquietante e
particolarmente difficile per una Armata Jugoslava nel frattempo
impegnata a registrare continue violazioni dello spazio aereo jugoslavo
da parte degli aerei della NATO, soprattutto nella
zona delle bocche di Cattaro, al confine con la Croazia.
Il 5 agosto 1999 Djukanovic presentava un documento-piattaforma per
"ristrutturare" la Federazione trasformandola in una confederazione tra
due Stati completamente autonomi, persino con due eserciti e due valute
distinte. Da allora, uomini di Djukanovic hanno incontrato emissari del
Dipartimento di Stato USA ed europei.
Il 31 agosto Veselin Vukotic, responsabile governativo per le
privatizzazioni e membro del Gruppo G-17 degli economisti legati alla
opposizione jugoslava filo-occidentale, dichiara a Guido Ruotolo sul
"Manifesto" che le imprese montenegrine non verranno "svendute" al
capitale straniero bensi', piu' semplicemente, "regalate" perche'
altrimenti non sarebbero appetibili.
Il 27 ottobre 1999 a Djukanovic, nel corso dell'ennesimo incontro con i
suoi "datori di lavoro" (nella fattispecie il coordinatore del
"Patto per i Balcani", il tedesco Bodo Hombach), viene dato il via
libera
per alcuni passaggi molto gravi. Innanzitutto viene introdotta la
"cittadinanza montenegrina". Dopo due giorni il governo montenegrino, in
maniera assolutamente arbitraria ed anticostituzionale, istituisce una
sua
propria Banca Centrale ed introduce l'uso del marco tedesco come valuta
"parallela", e per il pagamento di tutti i dipendenti della
amministrazione pubblica, in questo modo ricattati e legati a se'. La
mossa, come rivelato gia' sul "Manifesto" del 15/9/1999, era stata
decisa ben prima di ottobre dall'americano Steve
Hanke, "consulente economico" di Djukanovic e di vari altri governi
neoliberisti balcanici, ad esempio quello bulgaro.
Trentacinque tonnellate di marchi in moneta sonante vengono allora
trasferiti con un primo carico via aerea dalla Germania all'aereoporto
di Dubrovnik, e di qui via terra in Montenegro attraverso doganieri
compiacenti ("Junge Welt" 8/11/1999). Il tasso di cambio e' fissato al
triplo del cambio ufficiale. In seguito alla introduzione del marco
tedesco a quei tassi ovviamente l'inflazione in Montenegro ha fatto un
balzo pauroso. Per evitare di subirne le conseguenze, la Serbia ha
dovuto interrompere ogni transazione economica. In particolare, camion
dalla Serbia carichi di merci sono bloccati alla frontiera interna con
il Montenegro. Su questa storia della "chiusura delle frontiere
commerciali" naturalmente i nostri mezzi di disinformazione di massa
hanno molto ricamato, cercando di convincerci che Milosevic, non
soddisfatto dell'embargo cui e' sottoposta la Serbia, voglia a sua volta
fare l'embargo contro il Montenegro. In realta' la Serbia cerca
semplicemente di non morire di inflazione.
A meta' gennaio si scatena una ridda di voci su preparativi in
atto per la accoglienza di profughi albanesi, e non solo, dal Montenegro
in Albania in caso di inizio di una nuova guerra. In marzo si parlera'
invece di agenti speciali britannici della SAS attivi in Montenegro per
"preparare l'evacuazione" (Sunday Telegraph 19/3/2000).
Alla fine di gennaio 2000 a Belgrado viene ucciso Arkan, che
intretteneva stretti rapporti con l'area di Djukanovic, e pochi giorni
dopo lo stesso Ministro della Difesa della RFJ Pavle Bulatovic,
montenegrino, viene assassinato da chi evidentemente vuole tagliare
ogni "cordone ombelicale" simbolico tra Belgrado ed il Montenegro.
Ovviamente, anche l'Italia fa la sua parte:
l'8 agosto 1999 "Il Manifesto" informa che centinaia di
agenti dei servizi segreti italiani sono stati mandati in Montenegro.
Alla fine di ottobre 1999 "a Bar c'e' stata una invasione 'pacifica',
anzi concordata con gli 'inviati all'Avana'... A Bar sventola la
bandiera
italiana... E' un presidio, per il momento, e' soltanto un ufficio di
collegamento della Direzione centrale della polizia criminale. Quattro
'investigatori' italiani - un maresciallo della GdF e un altro dei
Carabinieri, un ispettore della polizia e un funzionario dell'Interpol -
rappresentano le prima teste di ponte italiane in territorio 'nemico'"
(G. Ruotolo su "Il Manifesto" del 4/11/1999).
Il quotidiano triestino "Il Piccolo", che e' storicamente legato
agli interessi coloniali italiani nei Balcani ed ha sempre delle pagine
di politica estera sull'Europa centroorientale molto piu' aggiornate di
ogni grande quotidiano nazionale, da mesi va cianciando di "una grande
'voglia d'Italia'" che si sarebbe sviluppata in Montenegro. Ad esempio
il
18/3/2000 il giornale scrive che "l'Universita' popolare di Trieste,
d'intesa con il Ministero degli Affari Esteri, ha avviato una serie di
iniziative volte alla diffusione della lingua italiana e della cultura
italiana in Montenegro, dove esiste un grande desiderio 'd'Italia'"
(spec. corsi di lingua e letteratura italiana eccetera). E' noto che
certi ambienti di destra italiani coltivano da sempre un "feeling" per
questa repubblichetta, un tempo italiana, che diede i natali - non va
dimenticato - alla Regina Elena, moglie di Vittorio Emanuele III...
A causa degli evidenti interessi economici e strategici
a fare del Mare Adriatico un "lago interno italiano", come dicevano i
fascisti, viene accuratamente coltivato un buon rapporto tra le classi
dirigenti montenegrina ed italiana. Questo benche' alla fine del 1999
la magistratura napoletana abbia rinviato a giudizio, tra gli altri, il
Ministro degli Esteri del Montenegro Branko
Perovic per collusioni con la camorra. Dopo pochi giorni il governo
montenegrino viene "rimpastato"
in una operazione di facciata con la quale cerca di mettere da parte gli
elementi piu' imbarazzanti per potere continuare, oltreche' a fare
traffici illeciti, anche a godere del sostegno italiano ed occidentale.
Nel frattempo, vari incidenti causati dai contrabbandieri
montenegrini, albanesi e pugliesi (una vera e propria "internazionale"
del contrabbando di droga e di sigarette) sul mare Adriatico
("corbelli")
ed in Puglia ("blindati") hanno una certa eco sulla stampa italiana, che
pure evita di andare alla radice del problema del contrabbando. Con il
contrabbando delle "bionde", in particolare sigarette Philip Morris,
sotto la supervisione della Camorra del boss Prudentino e di altri, da
anni la cricca di Djukanovic sostiene se stessa e la sua clientela.
In totale si valuta che nel 1999 il governo montenegrino abbia ricevuto
55 milioni di dollari dagli USA, mentre almeno altri 60 milioni sono
stati richiesti per il 2000 (cfr. "Il Manifesto" del 2/3/2000). Certo,
l'Occidente non puo' fare a meno di darglieli se vuole il Montenegro per
se, anche considerata la necessita' dei montenegrini di acquistare merci
in Occidente, a caro prezzo, dopo il blocco determinatosi con la
Serbia...
Percio', gia' 20 milioni di euro sono stati accordati dal "Patto di
Stabilita'", cioe' dalla Trilateral Commission, per il 2000 (B92 29/3).
Peraltro, l'embargo di USA ed UE contro la RFJ in effetti non e' stato
applicato ne' al Kosovo-Metohija, ne' al Montenegro; aerei di linea
hanno
collegato
Titograd-Podgorica con le grandi capitali occidentali per tutti questi
mesi. I collegamenti in Adriatico sono aumentati: ad esempio e' stata
istituita una linea marittima Trieste-Bar, mai esistita prima, deserta
di
passeggeri ma sempre piena di strani containers.
Da un certo punto di vista, il copione per il distacco del Montenegro
dalla RFJ sembra ricalcare la strategia di moda in tanti scenari
contemporanei. Si "monta" una problematica indipendentista
in uno Stato che si intende indebolire, e poi, a scelta, si persegue
uno dei due seguenti obiettivi:
A - si mantiene aperta la questione all'infinito perche' non la si vuole
realmente risolvere essendo sufficiente la destabilizzazione
perpetua dell'area interessata a fini di inserimento e controllo
militare/economico permanente (e' il caso del Kurdistan iracheno, dove
il nazionalismo kurdo risponde a logiche imperialiste);
B - si porta la situazione fino a livelli insostenibili, mirando
precisamente alla frantumazione del paese e contemplando all'uopo
ogni possibile opzione compreso l'intervento militare imperialista
direttamente sul territorio a favore di una delle parti in causa
(esempi: Kosovo, Timor Est; in futuro, forse, Cecenia, Sudan, Tibet...).
Entrambe le strategie si basano sull'uso strumentale della
"autodeterminazione dei popoli" o dei "diritti umani", attraverso
campagne portate avanti dalla stampa e da enti e fondazioni solo
apparentemente "culturali" o "filantropiche" che lavorano a mettere
le popolazioni le une contro le altre ("differenzialismo etnico") e
tutte al servizio dei poteri stranieri - altro che "autodeterminazione"!
Ma da questo punto di vista la problematica apertasi in Montenegro
rimane davvero paradossale: i montenegrini non sono "altro" dai serbi
bensi' sono, storicamente e culturalmente, i serbi "piu' serbi" di
tutti.
Essi infatti rivendicano la non-soggezione all'occupazione turca, dalla
quale riuscirono in grande misura a salvaguardarsi "arroccandosi" sulle
aspre montagne. Tanto per
dirne una: pure Radovan Karadzic, serbo-bosniaco, e' di origini
montenegrine. I montenegrini si considerano storicamente quasi i
depositari
della "serbita'" attraverso il loro Principato, esistito fino alla
rinascita
della Serbia come Stato indipendente nello scorso secolo, guidato dalla
famiglia Njegos. Uno degli ultimi esponenti di questa dinastia e' anche
il principale autore "classico" della letteratura serbocroata, famoso
per
il poema "Il serto della montagna" nel quale si riprendono praticamente
tutti i temi centrali della tradizione nazionale serba e jugoslava,
compreso quello del Kosovo.
Oggi, i montenegrini che abitano in Montenegro sono circa 600mila, a
fronte
di ben un milione di abitanti della Serbia aventi origini e parentele
montenegrine. Questo sarebbe un ulteriore fattore a scoraggiare una
divisione tra i due territori, ad aggiungersi al fatto che l'economia
montenegrina e' notevolmente dipendente da quella serba. Dalla Serbia
si
deve importare praticamente tutto, e soprattutto beni agricoli visto che
il
territorio montenegrino e' aspro e montagnoso, un po' come quello
abruzzese.
La situazione e' paradossale infine perche', nonostante tutti gli
sforzi fatti in questi anni dagli imperialisti per pompare il
secessionismo
islamico ("bosgnacco") in Sangiaccato (la fascia confinaria tra Serbia e
Montenegro), i musulmani del Montenegro sono tuttora piu' jugoslavisti
che mai proprio perche' comprendono il valore dell'unita' e della
fratellanza tra popoli e culture, soprattutto dopo tutto quanto e'
successo... E come si potrebbero avere i montenegrini "fuori" ed i
musulmani "dentro" la Jugoslavia?
Ecco perche' oggi, nonostante tutto, l'esito di un nuovo ipotetico
referendum sull'indipendenza non sarebbe affatto scontato.
Gli scenari piu' probabili della secessione ci sembrano due: o si fa il
referendum, lo si perde, si accusa "Milosevic" di brogli e si fa
scoppiare
un putiferio, determinando il "necessario" intervento della NATO; oppure
si dichiara l'indipendenza evitando di tenere il referendum, per poi
scagliare la NATO a "difesa" di un Montenegro "attaccato" dall'Armata
Jugoslava qualora questa intervenisse ad impedire un atto che sarebbe,
oltreche' vergognoso come tutte le secessioni jugoslave di
questi anni, anche palesemente illegittimo in assenza di una
consultazione
popolare. Sia la Albright sia Robertson lo hanno ha gia' detto: "se vi
attaccheranno, non resteremo insensibili".
Coordinamento Romano per la Jugoslavia
Maggio 2000
> CIVIL WAR IN MONTE NEGRO
>
> - URGENT MESSAGE -
>
> ____________________________________________________________________
>
> ---------- Forwarded Message ----------
>
> ----- Original Message -----
> From: <Petokraka78@...>
> To: <STOPNATO@...>
> Sent: Monday, May 15, 2000 12:40 PM
> Subject: [STOPNATO] Fwd: RE;Hitna poruka suborcima od Emila
> Vlajkija
>
> STOP NATO: NO PASARAN! - HTTP://WWW.STOPNATO.COM
>
> In a message dated 15/05/00
> zana@... writes:
>
> Subject: [sn-vesti 5990] GET READY FOR WAR IN MONTE NEGRO "a little
> successful war" for the US elections.
> Sender:
> Reply-To: john_peter maher <jpmaher@...>
> __________________________________________________________________
>
> CIVIL WAR IN MONTE NEGRO
>
> - URGENT MESSAGE -
> from Professor Emil Vlajki,
> (author of THE NEW TOTALITARIAN SOCIETY and the destruction of Yugoslavia )
>
> According to documents published in the West in the last couple of weeks
> which I have prepared an analysis, a scenario has been prepared for war in
> Monte Negro. The only thing left to do is pull the plug.
> As I noted in my book, the coming war would play a part in the US
> presidential elections and is timed for September and October 2000, when
> the two leading candidates will be conducting the conclusion of their
> campaigns.
> In brief I repeat two main scenarios from my book,
>
> 1. Plan . Injections of million dollars given by the West to Monte Negro
> will come to fruition. Montenegrin citizens will soon vote in a referendum
> for independence. The local elections in June will be the test for
> evaluating the effectiveness of this tactic.
>
> 2. In case the West determines that the anti-Serbia referendum cannot be
> won, then they will move on to Plan B, which involves: provoking conflict
> between Monte Negro (by provocations of the Army), blaming Serbia, bombing
> Serbia until she voluntarily breaks off relations with Monte Negro and
> withdraws the army.
>
> 3. The greatest probably exists that in case of a split in the referendum,
> it will come to a partition of Monte Negro, civil war, and finally Scenario
> No. 3.
>
> Once again I appeal to all those who can bring any influence to bear on
> public opinion to engage themselves immediately as loudly as possible to
> denounce this newly planned wave of bloodshed. If we begin action now, we
> may be able to block it.
>
> Once the conflict breaks out, there will be no more helping. And all those
> "defenders of the Serb cause" who then vote (and those who right now don't
> even make a squeak regarding Monte Negro) will have wittingly or
> unwittingly played a role in the West's further destruction of Yugoslavia
> and Serbia.
>
> Emil Vlajki
> Professor
> Ottawa
>
> Translated by Prof. J. P. Maher, Chicago
> 15 May 2000 >>
>
> izvinite, ali prva poruka nije bila kompletna.. Zana
>
> NOTE: text in english comes after the serbian , thanks to our very devoted
> and tireless , very special friend of serbian people, Prof. Peter Maher.
> Feel free to pass both text to as many
> people as you find have any interest on the topic of the Balkans and the
> American involvement . Zana
>
> ___________
> There seems to be a typographical mistake in the translation. In
> Serbo-Croat, it says in point 3 that culmination will be scenario 2 (not 3)
> which makes more sense. D.
>
>
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RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
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ADESSO TOCCA AL... MONTENEGRO!
---
L'articolo che segue verra' pubblicato, in forma riveduta, sugli Atti
del Tribunale italiano contro i crimini della NATO in Jugoslavia e sulla
rivista "SenzaCensura"
-
UNA NUOVA PEDINA NEL "MONOPOLI" GLOBALE: IL MONTENEGRO
Seguendo la tragica vicenda jugoslava, in questi anni ci e' capitato una
infinita' di volte di dire a noi stessi: "la realta' supera - e di gran
lunga - la fantasia". La stessa sensazione dobbiamo provarla oggi per la
problematica, davvero paradossale, apertasi in Montenegro.
Il Montenegro e', insieme alla Serbia, una delle
due repubbliche che costituiscono la attuale federazione jugoslava
(RFJ). La sua estensione territoriale e' molto limitata, ma la sua
importanza strategica e' enorme visto che rappresenta l'unico sbocco
al mare per la RFJ e la propaggine piu' occidentale di tutto il mondo
slavo-ortodosso non ancora inglobato nelle strutture euroatlantiche -
quindi di interesse rilevante ad esempio per una Russia che possa
ipoteticamente svolgere un ruolo autonomo sullo scenario internazionale
- con tutte le implicazioni che questo comporta dal punto di vista
del controllo strategico delle vie di comunicazione.
Percio' l'imperialismo oggi si accanisce a voler staccare questo
ulteriore pezzetto di terra da cio' che rimane
della Repubblica Federativa e Socialista di Jugoslavia. In caso di
riuscita, gli strateghi di Bruxelles e del Pentagono otterrebbero
la fine della "Jugoslavia" anche come denominazione
politico-istituzionale.
Allora avremmo, si, la "Serbia" come Stato a se, ma non "Grande" bensi'
piccolissima, e possibilmente vassalla dell'Impero come la Serbia
occupata dai nazisti, governata dal collaborazionista Nedic durante la
II Guerra Mondiale.
Si determinerebbe poi un ulteriore parallelismo con la situazione
balcanica durante il nazifascismo, quando il Montenegro era occupato
dagli italiani.
All'inizio del 1998 in Montenegro, in seguito ad elezioni contestate a
causa di brogli, diventava presidente Milo Djukanovic, ex compagno di
partito del predecessore Momir Bulatovic. Entrambi i personaggi
provengono dall'area politica socialista, ma laddove Bulatovic e'
jugoslavista intransigente e vicino alle posizioni socialdemocratiche di
Milosevic, Djukanovic appartiene al settore piu' opportunista e
liberista, con addentellati nella criminalita' organizzata
che, nel Montenegro attuale, gestisce circa il 50% dell'economia.
In poco piu' di due anni attorno a Djukanovic e' stata creata una corte
di quasi 20mila "pretoriani" armati ed addestrati dalla CIA e dal
Mossad,
secondo quanto riportato dalla Transnational Foundation TFF (TFF Press
Info #91, 8/4/2000; http://www.transnational.org).
Con i bombardamenti della primavera del 1999 il governo Djukanovic ha
mostrato tutta la sua attitudine antijugoslava fino al collaborazionismo
con gli aggressori. Mentre a Titograd-Podgorica si susseguivano le
manifestazioni anti-NATO, guidate dai sostenitori di Bulatovic,
Djukanovic
era in tournee' in varie capitali occidentali a fare "diplomazia" ovvero
ad incassare assegni. Il governo montenegrino non ha fatto applicare le
chiamate di leva ne' tante altre disposizioni legate allo stato di
emergenza, benche' bombe "umanitarie" siano cadute anche in varie
localita' montenegrine, innanzitutto vicino agli aereoporti militari. Da
allora esso cerca anche di gestire autonomamente i valichi di frontiera
e le dogane, causando momenti di tensione con l'Armata Jugoslava
specialmente ai confini con la Croazia e con l'Albania. Alla fine del
'99 il governo montenegrino ha cercato di prendere il controllo
dell'aereoporto di Titograd-Podgorica impiantando un posto di
polizia sulla pista. Ne e' seguito un tira-e-molla inquietante e
particolarmente difficile per una Armata Jugoslava nel frattempo
impegnata a registrare continue violazioni dello spazio aereo jugoslavo
da parte degli aerei della NATO, soprattutto nella
zona delle bocche di Cattaro, al confine con la Croazia.
Il 5 agosto 1999 Djukanovic presentava un documento-piattaforma per
"ristrutturare" la Federazione trasformandola in una confederazione tra
due Stati completamente autonomi, persino con due eserciti e due valute
distinte. Da allora, uomini di Djukanovic hanno incontrato emissari del
Dipartimento di Stato USA ed europei.
Il 31 agosto Veselin Vukotic, responsabile governativo per le
privatizzazioni e membro del Gruppo G-17 degli economisti legati alla
opposizione jugoslava filo-occidentale, dichiara a Guido Ruotolo sul
"Manifesto" che le imprese montenegrine non verranno "svendute" al
capitale straniero bensi', piu' semplicemente, "regalate" perche'
altrimenti non sarebbero appetibili.
Il 27 ottobre 1999 a Djukanovic, nel corso dell'ennesimo incontro con i
suoi "datori di lavoro" (nella fattispecie il coordinatore del
"Patto per i Balcani", il tedesco Bodo Hombach), viene dato il via
libera
per alcuni passaggi molto gravi. Innanzitutto viene introdotta la
"cittadinanza montenegrina". Dopo due giorni il governo montenegrino, in
maniera assolutamente arbitraria ed anticostituzionale, istituisce una
sua
propria Banca Centrale ed introduce l'uso del marco tedesco come valuta
"parallela", e per il pagamento di tutti i dipendenti della
amministrazione pubblica, in questo modo ricattati e legati a se'. La
mossa, come rivelato gia' sul "Manifesto" del 15/9/1999, era stata
decisa ben prima di ottobre dall'americano Steve
Hanke, "consulente economico" di Djukanovic e di vari altri governi
neoliberisti balcanici, ad esempio quello bulgaro.
Trentacinque tonnellate di marchi in moneta sonante vengono allora
trasferiti con un primo carico via aerea dalla Germania all'aereoporto
di Dubrovnik, e di qui via terra in Montenegro attraverso doganieri
compiacenti ("Junge Welt" 8/11/1999). Il tasso di cambio e' fissato al
triplo del cambio ufficiale. In seguito alla introduzione del marco
tedesco a quei tassi ovviamente l'inflazione in Montenegro ha fatto un
balzo pauroso. Per evitare di subirne le conseguenze, la Serbia ha
dovuto interrompere ogni transazione economica. In particolare, camion
dalla Serbia carichi di merci sono bloccati alla frontiera interna con
il Montenegro. Su questa storia della "chiusura delle frontiere
commerciali" naturalmente i nostri mezzi di disinformazione di massa
hanno molto ricamato, cercando di convincerci che Milosevic, non
soddisfatto dell'embargo cui e' sottoposta la Serbia, voglia a sua volta
fare l'embargo contro il Montenegro. In realta' la Serbia cerca
semplicemente di non morire di inflazione.
A meta' gennaio si scatena una ridda di voci su preparativi in
atto per la accoglienza di profughi albanesi, e non solo, dal Montenegro
in Albania in caso di inizio di una nuova guerra. In marzo si parlera'
invece di agenti speciali britannici della SAS attivi in Montenegro per
"preparare l'evacuazione" (Sunday Telegraph 19/3/2000).
Alla fine di gennaio 2000 a Belgrado viene ucciso Arkan, che
intretteneva stretti rapporti con l'area di Djukanovic, e pochi giorni
dopo lo stesso Ministro della Difesa della RFJ Pavle Bulatovic,
montenegrino, viene assassinato da chi evidentemente vuole tagliare
ogni "cordone ombelicale" simbolico tra Belgrado ed il Montenegro.
Ovviamente, anche l'Italia fa la sua parte:
l'8 agosto 1999 "Il Manifesto" informa che centinaia di
agenti dei servizi segreti italiani sono stati mandati in Montenegro.
Alla fine di ottobre 1999 "a Bar c'e' stata una invasione 'pacifica',
anzi concordata con gli 'inviati all'Avana'... A Bar sventola la
bandiera
italiana... E' un presidio, per il momento, e' soltanto un ufficio di
collegamento della Direzione centrale della polizia criminale. Quattro
'investigatori' italiani - un maresciallo della GdF e un altro dei
Carabinieri, un ispettore della polizia e un funzionario dell'Interpol -
rappresentano le prima teste di ponte italiane in territorio 'nemico'"
(G. Ruotolo su "Il Manifesto" del 4/11/1999).
Il quotidiano triestino "Il Piccolo", che e' storicamente legato
agli interessi coloniali italiani nei Balcani ed ha sempre delle pagine
di politica estera sull'Europa centroorientale molto piu' aggiornate di
ogni grande quotidiano nazionale, da mesi va cianciando di "una grande
'voglia d'Italia'" che si sarebbe sviluppata in Montenegro. Ad esempio
il
18/3/2000 il giornale scrive che "l'Universita' popolare di Trieste,
d'intesa con il Ministero degli Affari Esteri, ha avviato una serie di
iniziative volte alla diffusione della lingua italiana e della cultura
italiana in Montenegro, dove esiste un grande desiderio 'd'Italia'"
(spec. corsi di lingua e letteratura italiana eccetera). E' noto che
certi ambienti di destra italiani coltivano da sempre un "feeling" per
questa repubblichetta, un tempo italiana, che diede i natali - non va
dimenticato - alla Regina Elena, moglie di Vittorio Emanuele III...
A causa degli evidenti interessi economici e strategici
a fare del Mare Adriatico un "lago interno italiano", come dicevano i
fascisti, viene accuratamente coltivato un buon rapporto tra le classi
dirigenti montenegrina ed italiana. Questo benche' alla fine del 1999
la magistratura napoletana abbia rinviato a giudizio, tra gli altri, il
Ministro degli Esteri del Montenegro Branko
Perovic per collusioni con la camorra. Dopo pochi giorni il governo
montenegrino viene "rimpastato"
in una operazione di facciata con la quale cerca di mettere da parte gli
elementi piu' imbarazzanti per potere continuare, oltreche' a fare
traffici illeciti, anche a godere del sostegno italiano ed occidentale.
Nel frattempo, vari incidenti causati dai contrabbandieri
montenegrini, albanesi e pugliesi (una vera e propria "internazionale"
del contrabbando di droga e di sigarette) sul mare Adriatico
("corbelli")
ed in Puglia ("blindati") hanno una certa eco sulla stampa italiana, che
pure evita di andare alla radice del problema del contrabbando. Con il
contrabbando delle "bionde", in particolare sigarette Philip Morris,
sotto la supervisione della Camorra del boss Prudentino e di altri, da
anni la cricca di Djukanovic sostiene se stessa e la sua clientela.
In totale si valuta che nel 1999 il governo montenegrino abbia ricevuto
55 milioni di dollari dagli USA, mentre almeno altri 60 milioni sono
stati richiesti per il 2000 (cfr. "Il Manifesto" del 2/3/2000). Certo,
l'Occidente non puo' fare a meno di darglieli se vuole il Montenegro per
se, anche considerata la necessita' dei montenegrini di acquistare merci
in Occidente, a caro prezzo, dopo il blocco determinatosi con la
Serbia...
Percio', gia' 20 milioni di euro sono stati accordati dal "Patto di
Stabilita'", cioe' dalla Trilateral Commission, per il 2000 (B92 29/3).
Peraltro, l'embargo di USA ed UE contro la RFJ in effetti non e' stato
applicato ne' al Kosovo-Metohija, ne' al Montenegro; aerei di linea
hanno
collegato
Titograd-Podgorica con le grandi capitali occidentali per tutti questi
mesi. I collegamenti in Adriatico sono aumentati: ad esempio e' stata
istituita una linea marittima Trieste-Bar, mai esistita prima, deserta
di
passeggeri ma sempre piena di strani containers.
Da un certo punto di vista, il copione per il distacco del Montenegro
dalla RFJ sembra ricalcare la strategia di moda in tanti scenari
contemporanei. Si "monta" una problematica indipendentista
in uno Stato che si intende indebolire, e poi, a scelta, si persegue
uno dei due seguenti obiettivi:
A - si mantiene aperta la questione all'infinito perche' non la si vuole
realmente risolvere essendo sufficiente la destabilizzazione
perpetua dell'area interessata a fini di inserimento e controllo
militare/economico permanente (e' il caso del Kurdistan iracheno, dove
il nazionalismo kurdo risponde a logiche imperialiste);
B - si porta la situazione fino a livelli insostenibili, mirando
precisamente alla frantumazione del paese e contemplando all'uopo
ogni possibile opzione compreso l'intervento militare imperialista
direttamente sul territorio a favore di una delle parti in causa
(esempi: Kosovo, Timor Est; in futuro, forse, Cecenia, Sudan, Tibet...).
Entrambe le strategie si basano sull'uso strumentale della
"autodeterminazione dei popoli" o dei "diritti umani", attraverso
campagne portate avanti dalla stampa e da enti e fondazioni solo
apparentemente "culturali" o "filantropiche" che lavorano a mettere
le popolazioni le une contro le altre ("differenzialismo etnico") e
tutte al servizio dei poteri stranieri - altro che "autodeterminazione"!
Ma da questo punto di vista la problematica apertasi in Montenegro
rimane davvero paradossale: i montenegrini non sono "altro" dai serbi
bensi' sono, storicamente e culturalmente, i serbi "piu' serbi" di
tutti.
Essi infatti rivendicano la non-soggezione all'occupazione turca, dalla
quale riuscirono in grande misura a salvaguardarsi "arroccandosi" sulle
aspre montagne. Tanto per
dirne una: pure Radovan Karadzic, serbo-bosniaco, e' di origini
montenegrine. I montenegrini si considerano storicamente quasi i
depositari
della "serbita'" attraverso il loro Principato, esistito fino alla
rinascita
della Serbia come Stato indipendente nello scorso secolo, guidato dalla
famiglia Njegos. Uno degli ultimi esponenti di questa dinastia e' anche
il principale autore "classico" della letteratura serbocroata, famoso
per
il poema "Il serto della montagna" nel quale si riprendono praticamente
tutti i temi centrali della tradizione nazionale serba e jugoslava,
compreso quello del Kosovo.
Oggi, i montenegrini che abitano in Montenegro sono circa 600mila, a
fronte
di ben un milione di abitanti della Serbia aventi origini e parentele
montenegrine. Questo sarebbe un ulteriore fattore a scoraggiare una
divisione tra i due territori, ad aggiungersi al fatto che l'economia
montenegrina e' notevolmente dipendente da quella serba. Dalla Serbia
si
deve importare praticamente tutto, e soprattutto beni agricoli visto che
il
territorio montenegrino e' aspro e montagnoso, un po' come quello
abruzzese.
La situazione e' paradossale infine perche', nonostante tutti gli
sforzi fatti in questi anni dagli imperialisti per pompare il
secessionismo
islamico ("bosgnacco") in Sangiaccato (la fascia confinaria tra Serbia e
Montenegro), i musulmani del Montenegro sono tuttora piu' jugoslavisti
che mai proprio perche' comprendono il valore dell'unita' e della
fratellanza tra popoli e culture, soprattutto dopo tutto quanto e'
successo... E come si potrebbero avere i montenegrini "fuori" ed i
musulmani "dentro" la Jugoslavia?
Ecco perche' oggi, nonostante tutto, l'esito di un nuovo ipotetico
referendum sull'indipendenza non sarebbe affatto scontato.
Gli scenari piu' probabili della secessione ci sembrano due: o si fa il
referendum, lo si perde, si accusa "Milosevic" di brogli e si fa
scoppiare
un putiferio, determinando il "necessario" intervento della NATO; oppure
si dichiara l'indipendenza evitando di tenere il referendum, per poi
scagliare la NATO a "difesa" di un Montenegro "attaccato" dall'Armata
Jugoslava qualora questa intervenisse ad impedire un atto che sarebbe,
oltreche' vergognoso come tutte le secessioni jugoslave di
questi anni, anche palesemente illegittimo in assenza di una
consultazione
popolare. Sia la Albright sia Robertson lo hanno ha gia' detto: "se vi
attaccheranno, non resteremo insensibili".
Coordinamento Romano per la Jugoslavia
Maggio 2000
> CIVIL WAR IN MONTE NEGRO
>
> - URGENT MESSAGE -
>
> ____________________________________________________________________
>
> ---------- Forwarded Message ----------
>
> ----- Original Message -----
> From: <Petokraka78@...>
> To: <STOPNATO@...>
> Sent: Monday, May 15, 2000 12:40 PM
> Subject: [STOPNATO] Fwd: RE;Hitna poruka suborcima od Emila
> Vlajkija
>
> STOP NATO: NO PASARAN! - HTTP://WWW.STOPNATO.COM
>
> In a message dated 15/05/00
> zana@... writes:
>
> Subject: [sn-vesti 5990] GET READY FOR WAR IN MONTE NEGRO "a little
> successful war" for the US elections.
> Sender:
> Reply-To: john_peter maher <jpmaher@...>
> __________________________________________________________________
>
> CIVIL WAR IN MONTE NEGRO
>
> - URGENT MESSAGE -
> from Professor Emil Vlajki,
> (author of THE NEW TOTALITARIAN SOCIETY and the destruction of Yugoslavia )
>
> According to documents published in the West in the last couple of weeks
> which I have prepared an analysis, a scenario has been prepared for war in
> Monte Negro. The only thing left to do is pull the plug.
> As I noted in my book, the coming war would play a part in the US
> presidential elections and is timed for September and October 2000, when
> the two leading candidates will be conducting the conclusion of their
> campaigns.
> In brief I repeat two main scenarios from my book,
>
> 1. Plan . Injections of million dollars given by the West to Monte Negro
> will come to fruition. Montenegrin citizens will soon vote in a referendum
> for independence. The local elections in June will be the test for
> evaluating the effectiveness of this tactic.
>
> 2. In case the West determines that the anti-Serbia referendum cannot be
> won, then they will move on to Plan B, which involves: provoking conflict
> between Monte Negro (by provocations of the Army), blaming Serbia, bombing
> Serbia until she voluntarily breaks off relations with Monte Negro and
> withdraws the army.
>
> 3. The greatest probably exists that in case of a split in the referendum,
> it will come to a partition of Monte Negro, civil war, and finally Scenario
> No. 3.
>
> Once again I appeal to all those who can bring any influence to bear on
> public opinion to engage themselves immediately as loudly as possible to
> denounce this newly planned wave of bloodshed. If we begin action now, we
> may be able to block it.
>
> Once the conflict breaks out, there will be no more helping. And all those
> "defenders of the Serb cause" who then vote (and those who right now don't
> even make a squeak regarding Monte Negro) will have wittingly or
> unwittingly played a role in the West's further destruction of Yugoslavia
> and Serbia.
>
> Emil Vlajki
> Professor
> Ottawa
>
> Translated by Prof. J. P. Maher, Chicago
> 15 May 2000 >>
>
> izvinite, ali prva poruka nije bila kompletna.. Zana
>
> NOTE: text in english comes after the serbian , thanks to our very devoted
> and tireless , very special friend of serbian people, Prof. Peter Maher.
> Feel free to pass both text to as many
> people as you find have any interest on the topic of the Balkans and the
> American involvement . Zana
>
> ___________
> There seems to be a typographical mistake in the translation. In
> Serbo-Croat, it says in point 3 that culmination will be scenario 2 (not 3)
> which makes more sense. D.
>
>
--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
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A PENSAR MALE CI SI AZZECCA (QUASI) SEMPRE (FORSE)
(O FORSE NO)
Coord. Comitati contro la guerra - Sud Milano wrote:
>
> A precisazione di quanto affermato nella e-mail dell'11 maggio c.m.
> "Ciliegina
> numero 137" (riportata in calce) il "coordinamento dei comitati contro la
> guerra zona sud Milano" che ha organizzato l'iniziativa per la
> presentazione del libro di M. Rivelli "L'arcivescovo del genocidio"
> sottolinea che entrambe le iniziative erano gia' programmate da tempo e che
> purtroppo la disponibilita' dei relatori ha influito negativamente sulla
> scelta del giorno.
> Non riteniamo, quindi, di dover attribuire ne' ai comitati/associazioni che
> hanno organizzato l'iniziativa dal titolo "La guerra in Kosovo" ne',
> tantomeno al Punto Rosso (che ha ospitato la nostra iniziativa nella sua
> sede) alcuna responsabilita' politica di contrapposizione come sottinteso
> nella comunicazione.
> Per evitare il nascere di considerazioni quali quelle contenute nella e-mail
> del CRJ auspichiamo una maggiore coordinazione futura e un maggior scambio
> di notizie, non solo a livello locale, credendo che maggiori sforzi
> andrebbero fatti in questo senso per evitare polemiche inutili e infondate
> da parte di tutte le forze che si occupano attivamente dei Balcani.
>
> Coorinamento Comitati contro la Guerra - sud Milano
>
> >Da: Coordinamento Romano per la
> >Jugoslavia[SMTP:crj@...]
> >Inviato: giovedì 11 maggio 2000 12.51
> >A: crj
> >Oggetto: Ciliegina numero 137
> >
> >I VERI COMUNISTI HANNO IL DONO DELL'UBIQUITA'
> >
> >
> >Essendo stata da tempo indetta una iniziativa a Milano, nella sede
> >della
> >Ass. Culturale Punto Rosso, per il 19 aprile 2000 alle ore 21, dal
> >titolo: "Il genocidio occultato" sui crimini clerico-nazisti nella
> >Croazia di Pavelic e Stepinac, l'Ass. Culturale Punto Rosso ha pensato
> >casualmente di indire un'altra iniziativa a Milano, nella sala AEM,
> >per
> >il 19 aprile 2000 alle ore 21, dal titolo: "La guerra del Kosovo,
> >anatomia di un'escalation".
> >Nella prima iniziativa si e' presentato il libro di M.A. Rivelli
> >"L'arcivescovo del genocidio", ospite l'autore; nella seconda, il
> >libro
> >di G. Scotto ed E. Arielli sul Kosovo, ospiti i nazionalisti
> >pan-albanesi A. L'Abate (linea Rugova) ed A. Moscato (linea Demaci).
> >
> >
> > --------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
> > RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU e-mail: crj@... -
> >URL: http://marx2001.org/crj
> > http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
> > ------------------------------------------------------------
> >
(O FORSE NO)
Coord. Comitati contro la guerra - Sud Milano wrote:
>
> A precisazione di quanto affermato nella e-mail dell'11 maggio c.m.
> "Ciliegina
> numero 137" (riportata in calce) il "coordinamento dei comitati contro la
> guerra zona sud Milano" che ha organizzato l'iniziativa per la
> presentazione del libro di M. Rivelli "L'arcivescovo del genocidio"
> sottolinea che entrambe le iniziative erano gia' programmate da tempo e che
> purtroppo la disponibilita' dei relatori ha influito negativamente sulla
> scelta del giorno.
> Non riteniamo, quindi, di dover attribuire ne' ai comitati/associazioni che
> hanno organizzato l'iniziativa dal titolo "La guerra in Kosovo" ne',
> tantomeno al Punto Rosso (che ha ospitato la nostra iniziativa nella sua
> sede) alcuna responsabilita' politica di contrapposizione come sottinteso
> nella comunicazione.
> Per evitare il nascere di considerazioni quali quelle contenute nella e-mail
> del CRJ auspichiamo una maggiore coordinazione futura e un maggior scambio
> di notizie, non solo a livello locale, credendo che maggiori sforzi
> andrebbero fatti in questo senso per evitare polemiche inutili e infondate
> da parte di tutte le forze che si occupano attivamente dei Balcani.
>
> Coorinamento Comitati contro la Guerra - sud Milano
>
> >Da: Coordinamento Romano per la
> >Jugoslavia[SMTP:crj@...]
> >Inviato: giovedì 11 maggio 2000 12.51
> >A: crj
> >Oggetto: Ciliegina numero 137
> >
> >I VERI COMUNISTI HANNO IL DONO DELL'UBIQUITA'
> >
> >
> >Essendo stata da tempo indetta una iniziativa a Milano, nella sede
> >della
> >Ass. Culturale Punto Rosso, per il 19 aprile 2000 alle ore 21, dal
> >titolo: "Il genocidio occultato" sui crimini clerico-nazisti nella
> >Croazia di Pavelic e Stepinac, l'Ass. Culturale Punto Rosso ha pensato
> >casualmente di indire un'altra iniziativa a Milano, nella sala AEM,
> >per
> >il 19 aprile 2000 alle ore 21, dal titolo: "La guerra del Kosovo,
> >anatomia di un'escalation".
> >Nella prima iniziativa si e' presentato il libro di M.A. Rivelli
> >"L'arcivescovo del genocidio", ospite l'autore; nella seconda, il
> >libro
> >di G. Scotto ed E. Arielli sul Kosovo, ospiti i nazionalisti
> >pan-albanesi A. L'Abate (linea Rugova) ed A. Moscato (linea Demaci).
> >
> >
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