Informazione

(italiano / english)

Fermiamo il massacro a Gaza 
e la disinformazione dei media in Italia!

1) 3 GENNAIO: MANIFESTAZIONI IN TUTTA ITALIA

2) Roma 10 gennaio: convegno sulla questione palestinese
3) V. Brandi: La strage di Gaza. Messaggio ai Direttori dei tre TG della RAI
4) Claudio Pagliara della RAI è un disinformatore di professione
5) GAZA. SOLIDARIZZARE CON CHI RESISTE, DENUNCIARE CHI COLLABORA CON I BOMBARDAMENTI ISRAELIANI (Forum Palestina)
6) Theodoros Pangalos, Member of Parliament (Greece), is a big Greek socialist, returned gift and thanked the Ambassador of Israel...
Il parlamentare socialista greco Pangalos respinge al mittente il regalo di Capodanno dell'ambasciata israeliana
7) Da comitatopalestinabologna:
- "Quella israeliana è una aggressione senza ritegno" di Miguel d'Escoto Brockmann, presidente dell'Assemblea Generale dell'ONU
- Dichiarazione per il boicottaggio di Israele con il sostegno del Comitato britannico per le Università di Palestina (BRICUP)
- Passanti tra parole fugaci (Mahmoud Darwish)
8) Sign the petition initiated by Ramsey Clark, winner, 2008 U.N.Human Rights Award and Founder, International Action Center 
Una importante petizione lanciata da Ramsey Clark, vincitore del premio ONU 2008 per la Pace


=== 1 ===

Fermiamo il massacro a Gaza

L'elenco e gli appuntamenti di tutte le manifestazioni nelle città italiane previste nella prima giornata nazionale di mobilitazione di sabato 3 gennaio per fermare il massacro dei palestinesi a Gaza da parte di Israele.
 
Sabato 3 gennaio tutti in piazza al fianco del popolo palestinese che resiste
 
 
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
ROMA , Sabato 03 Gennaio 2009, ore 16,30 P.zza della Repubblica
Manifestazione Cittadina- Corteo
(le realtà di Napoli convergeranno nella manifestazione di Roma)
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
VICENZA , Sabato 03 Gennaio 2009
Fermiamo il massacro a Gaza
MANIFESTAZIONE
ore 14.00 alla Stazione Ferroviaria
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
MILANO , Sabato 03 Gennaio 2009
Manifestazione organizzata dalla Comunita' palestinese della Lombardia 
DALLE ORE 15.00 A MILANO IN ore 15 Porta Venezia
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
BOLOGNA , Sabato 03 Gennaio 2009
Presidio in solidarietà con il popolo palestinese
ore 15.30 piazza Nettuno
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
PARMA , Sabato 03 Gennaio 2009
Presidio in solidarietà con il popolo palestinese
ORE 16.00, PIAZZA GARIBALDI
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
BARI , Sabato 03 Gennaio 2009
CONTRO LA PULIZIA ETNICA E IL TERRORISMO DI STATO ISRAELIANO
FERMIAMO IL MASSACRO DI GAZA!
MANIFESTAZIONE REGIONALE PUGLIESE
ORE 17.00 IN PIAZZA PREFETTURA
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Torino. Sabato 3 gennaio
        Presidio a Corso Giulio Cesare
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Pisa, Sabato 3 gennaio
presidio manifestazione
ore 17 piazza XX settembre, di fronte al Comune di Pisa
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Pisa, Sabato 3 gennaio
presidio manifestazione
ore 17 piazza XX settembre, di fronte al Comune di Pisa 
-----------------------------



Mail: forumpalestina@...          
Sito: http://www.forumpalestina.org 


=== 2 ===


ROMA 
Sabato 10 Gennaio, ore 15.30 
Federazione PRC-Via Squarcialupo 58 

LA QUESTIONE PALESTINESE 

A fianco del popolo di Pa l e s t i n a : 
lettura storica, analisi di fase e sviluppo 
della solidarietà internazionale

APERTURADEILAVORI 
Daniela Cortese 
Segreteria PRC Roma  
INTRODUCE 
Walter Ceccotti 
Giovani Comunisti Roma 
INTERVENGONO 
Wasim Dahmash 
Docente di lingua e letterat u ra araba Unive rsità di Cag l i a ri 
Bassam Saleh 
Giornalista palestinese 
Tommaso Di Fra n c e s c o 
Redazione de ilManifesto 
Sergio Cararo 
Direttore di Contropiano– Rete dei Comunisti 
Giulietto Chiesa 
Europarlamentare 
Francesco Maringiò 
Responsabile Nazionale Dipartimento 
Solidarietà Internazionale PRC 


=== 3 ===

Da: brandienzo

Oggetto: [SP] articolo e messaggio su Gaza (secondo tentativo)

Data: 31 dicembre 2008 10:45:54 GMT+01:00


vi invio un mio piccolo articolo sui fatti di Gaza ed un messaggio inviato ai 
direttori dei tre TG della RAi per il modo in cui danno le notizie, vostro, 
Vincenzo Brandi

La strage di Gaza

 

L’orribile strage, in corso a Gaza mentre scrivo queste note, colpisce una popolazione disperata, già fiaccata da due anni di blocco totale in cui gli aguzzini israeliani, con l’aiuto del loro complice, il governo egiziano, hanno stretto in una morsa fatta di muri e reticolati un milione e mezzo di persone impedendo che arrivassero loro generi di prima necessità, medicinali, cibo, energia elettrica, combustibili. Persino la pesca era vietata in modo da ridurre la popolazione alla fame. E’ veramente sconvolgente vedere come una comunità che ha conosciuto due generazioni orsono l’esperienza del ghetto di Varsavia, e i campi di concentramento e di sterminio nazisti, possa usare gli stessi metodi verso un altro popolo la cui unica colpa era quella di occupare da millenni una terra che i colonialisti sionisti volevano occupare con la forza.

La popolazione di Gaza viene sterminata due volte, la prima dalle bombe di Israele, la seconda dalle ignobili bugie alimentate dai mass media dei paesi cosiddetti civili e dai loro governi che sostengono gli aggressori contro le vittime. Si dice che la strage è la risposta di Israele per i razzi lanciati dai miliziani del movimento Hamas. Non si dice che Hamas aveva attuato una tregua di sei mesi in cambio della fine del blocco, ma che il blocco, criminale e spietato, non è stato minimamente allentato; tutto ciò nell’indifferenza dei governi e delle opinioni pubbliche occidentali rese cieche e mute dalla campagna mediatica condotta da una stampa succuba dell’imperialismo americano, grande protettore di Israele, e dei governi europei loro alleati. Non si dice che Hamas ha vinto regolari elezioni democratiche conquistando il diritto di governare, ma che tale diritto è stato negato dai governi occidentali e da Israele, che ha arrestato arbitrariamente senza processo decine di ministri, e centinaia di sindaci, di consiglieri e assessori comunali regolarmenti eletti in tutta la Palestina. Si agita la paura della crescita islamica, ma non si dice che i Palestinesi sono uno dei popoli mediorientali più laici e che il voto ad Hamas è stato in buona parte un voto di protesta per il fallimento dei falsi processi di pace in cui si era impegolata la cosiddetta Autorità Nazionale Palestinese, ormai formata da un gruppo di politici borghesi moderati che si sono completamente affidati alla falsa mediazione americana, con esiti disastrosi.

Non si ricordano mai le cause profonde di questo conflitto. A partire dal 1948 un popolo che abitava la Palestina da sempre è stato espropriato di tutto: ha perso il 90% del territorio sottrattogli con la forza delle armi; ha perso il 100% delle fonti d’acqua, bene prezioso che gli viene rivenduto col contagocce e ad prezzo quadruplicato rispetto a quello pagato dagli Israeliani; ha visto sorgere centinaia di colonie ebraiche anche in quel limitato territorio (il 22%) che gli era rimasto dopo il 1948; si è visto circondato da reticolati e da un muro alto 9 metri e lungo 800 chilometri; ha visto il suo territorio sezionato in settori separati da centinaia di chilometri di strade che solo i coloni ebrei possono percorrere, mentre le poche strade praticabili dai Palestinesi sono chiuse da centinaia di posti blocco militari; ha visto abbattere milioni di ulivi, la vera grande ricchezza della Palestina, per far posto a muri, strade per gli ebrei, colonie, installazioni militari, o con altre motivazioni pretestuose; ha visto più di 10.000 giovani e meno giovani, ed anche bambini e donne, languire nelle prigioni dell’occupante; ha visto migliaia di militanti e resistenti assassinati senza processo. Mobilitiamoci per fermare la strage, e il blocco di Gaza, ma anche per far cessare per sempre questa ingiustizia. Mobilitiamoci per un’informazione veritiera. I Palestinesi hanno bisogno della nostra solidarietà.

Roma 29.12.2008

 

Messaggio ai Direttori dei tre TG della RAI:
 
"sono scandalizzato dal modo parziale e omissivo con cui la RAI sta dando
le notizie sull'orribile e spietata strage in corso a Gaza. Mi chiedo: quel
vostro corrispondente, Claudio Pagliara, è un giornalista italiano o il portavoce
dell'esercito e del governo israeliani? Perchè non ricordate mai che Gaza è
sottoposta da anni ad un embargo totale, anche sui beni di prima necessità,
solo perchè il movimento Hamas ha vinto regolari elezioni e si è
conquistato il diritto democratico di governare? perchè non ricordate che Hamas ha
sottoscritto una tregua di 6 mesi senza che il blocco, sostenuto da tutto
il mondo "civile" (?), fosse quanto meno allentato?perchè non ricordate che
centinaia di ministri, sindaci, consiglieri di Hamas regolarmente eletti stanno in galera da anni senza
processo? perchè non ricordate le innumerevoli risoluzioni dell'ONU violate
nel corso di 60 anni da Israrele che continua ad occupare militarmente
territori, a costruire muri per l'apartheid, a commettere crimini contro l'umanità e ad impedire a
milioni di profughi di tornare alla loro terra? cercate di essere più obiettivi e
di fare il vostro mestiere di giornalisti e non di portavoce dei potenti,
vostro, Vincenzo Brandi, via Cassia 859, Roma "


=== 4 ===


----- Original Message -----
 
Occupazione Palestina, la RAI disinforma: Claudio Pagliara deve andarsene a casa
Scritto da Campagna 2008 Anno della Palestina   
lunedì 29 dicembre 2008

BASTA CON LA DISINFORMAZIONE DELLA RAI! VIA CLAUDIO PAGLIARA!

Di fronte alle incredibili manipolazioni sulla tragedia in atto a Gaza operate dal cosiddetto “servizio pubblico”, in particolare dall’inviato CLAUDIO PAGLIARA, non è più possibile tacere. Pagliara non si comporta da giornalista, ma da zelante propagandista del governo israeliano. QUELLO CHE PAGLIARA E LA RAI NON CI FANNO SAPERE 
Tutto il mondo sa che Hamas non ha “rotto la tregua con Israele”, come ripete ossessivamente Claudio Pagliara, ma che la ripresa del lancio di missili artigianali è avvenuta allo scadere della tregua, dopo che Israele ha violato per tutti i sei mesi della tregua stessa le condizioni concordate. Israele non ha aperto i confini di Gaza al passaggio di viveri e medicinali, riducendo alla fame un milione e mezzo di persone e provocando il collasso degli ospedali e la morte di almeno 275 malati gravi.

Israele ha continuato le incursioni militari all’interno della striscia di Gaza, uccidendo almeno 25 Palestinesi. In Cisgiordania e a Gerusalemme, Israele ha continuato i rastrellamenti, le uccisioni, gli arresti arbitrari, la demolizione di case, la distruzione di uliveti e piantagioni, la moltiplicazione dei posti di blocco e la costruzione dei Muri dell’Apartheid, che isolano le città e i villaggi palestinesi, trasformandoli in tante prigioni a cielo aperto. 

Tutte queste cose, e molte altre, Pagliara e la RAI non ce le fanno sapere. Pagliara e la RAI non ci hanno detto che fra le vittime dei bombardamenti israeliani ci sono anche sette operatori dell’ONU, anzi continuano a ripetere che “secondo la stessa Hamas” la maggior parte delle vittime sono miliziani e combattenti del movimento islamico, mentre simili dichiarazioni non risultano da nessuna parte, se non nelle veline dell’esercito israeliano. 

La realtà, che Claudio Pagliara e la RAI offendono quotidianamente, è che i morti di Gaza sono poliziotti, cittadini comuni, donne e bambini, persino detenuti, visto che – oltre alle scuole, alle università, alla sede del parlamento, ai palazzi di civile abitazione ed alle moschee – l’aviazione israeliana ha bombardato anche le carceri. Questa stessa mattina, nel suo servizio trasmesso dal TG1, Claudio Pagliara è riuscito a nascondere anche la notizia dei sei bambini assassinati nella notte dai bombardamenti, nonostante fosse stata diffusa anche dalle agenzie italiane!

Claudio Pagliara e la RAI non possono continuare impunemente a violare il nostro diritto ad un’informazione equilibrata e veritiera. Noi non possiamo continuare ad essere presi in giro ed a pagare, con il canone RAI, lo stipendio di chi ci nasconde la verità. 

CLAUDIO PAGLIARA SE NE DEVE ANDARE!!!
Campagna 2008 Anno della Palestina Roma, 28.12.2009
SABATO 3 GENNAIO CORTEO 
APPUNTAMENTO ALLE 16.30 A PIAZZA DELLA REPUBBLICA


=== 5 ===

GAZA. SOLIDARIZZARE CON CHI RESISTE, DENUNCIARE CHI COLLABORA CON I BOMBARDAMENTI ISRAELIANI


In queste ore la Striscia di Gaza è stata trasformata in una trappola mortale dai bombardamenti israeliani che hanno già fatto centinaia di morti e altrettanto feriti che moriranno nelle prossime ore perché gli ospedali erano al collasso già da due anni a causa del vergognoso embargo.

I palestinesi di Gaza sono chiusi in ogni lato dai militari israeliani e da quelli egiziani, sottoposti a micidiali bombardamenti e impediti a uscire da questo nuovo “ghetto di Varsavia” per cercare rifugio, alimenti, assistenza medica e protezione.

Chiunque abbia un minimo senso di giustizia e verità oggi non può e non deve tacere di fronte al genocidio in corso a Gaza, un genocidio fatto prima di lento strangolamento economico/sanitario e di assedio e poi da missili, bombe e cannonate sull’area del mondo a maggiore densità di popolazione.

Noi riteniamo che sia giunto il momento di prendere posizione e di avviare una vasta campagna di mobilitazione tesa a impedire l’annientamento politico e materiale della popolazione palestinese da parte di Israele.

Per questi motivi riteniamo che:

1)      Oggi occorre schierarsi apertamente con chi a Gaza oppone resistenza con ogni mezzo all’aggressione israeliana e condannare altrettanto apertamente chi si dissocia dalla resistenza. Riteniamo pertanto inaccettabili le parole e l’atteggiamento del presidente palestinese Abu Mazen e degli altri dirigenti dell’ANP che ritengono Hamas, e non Israele, responsabili della situazione, cercando di approfittare dell’aggressione per determinare un nuovo rapporto di forza dentro lo scenario palestinese. Abu Mazen si dovrebbe preoccupare di smentire le dichiarazioni del ministro israeliano Tzipi Livni la quale ha confermato che l’offensiva militare contro Gaza e Hamas andrà avanti fino a quando non ci sarà un nuovo equilibrio di potere funzionale agli interessi israeliani. Se la prospettiva di Abu Mazen e dell’ANP è simile a quella di un governo come quello di Al Maliki in Iraq, è evidente come tale prospettiva non possa trovare più alcun sostegno da parte di chi anima la solidarietà con la lotta del popolo palestinese.

2)      Sulla situazione in Palestina emergono le gravissime complicità dei regimi arabi reazionari e filo imperialisti – in modo particolare dell’Egitto – che si rende ancora complice dell’embargo e del blocco contro la popolazione palestinese di Gaza arrivando a schierare le forze armate ai confini e facendo sparare contro i palestinesi che cercavano di fuggire dalla trappola di Gaza cercando rifugio e protezione in Egitto.

3)      Va affermato con forza che la responsabilità della drammatica situazione a Gaza è della politica di annientamento perseguita da Israele con la complicità dell’Egitto, degli USA e dell’Unione Europea e non di Hamas. Non si può continuare a fare confusione su questo.

Gaza è assediata per terra e per mare da due anni chiudendo in trappola un milione e ottocentomila persone. La tregua non è stata rotta da Hamas o dalle altre organizzazioni palestinesi attive nella Striscia di Gaza ma dalle autorità israeliane che durante la "tregua” hanno ucciso 25 palestinesi, effettuato arresti e rastrellamenti in Cisgiordania, mantenuto chiusi i valichi impedendo ai palestinesi di Gaza di entrare, uscire o ricevere i rifornimenti necessari per sopravvivere. Ogni simmetria tra il lancio di razzi palestinesi a dicembre e i feroci bombardamenti israeliani è una ingiuria alla verità e alla giustizia.

4)      I governi europei (incluso quello italiano) hanno preso posizioni formali ed equidistanti sul mattatoio in corso a Gaza che rivelano una grande preoccupazione per le ripercussioni degli avvenimenti in corso ma senza trarne le dovute conclusioni nelle relazioni politiche, diplomatiche e commerciali con Israele. Hanno accettato e mantenuto l'embargo contro i palestinesi di Gaza ed hanno mantenuto i rapporti di collaborazione militare, scientifico, economico con le istituzioni israeliane. Il governo israeliano ha messo non solo l’Europa ma anche la nuova amministrazione USA di fronte al fatto compiuto potendo godere di un livello di impunità per i propri crimini di guerra e contro l’umanità che la storia dal dopoguerra a oggi non ha assicurato a nessun altro stato.

5)      Il popolo palestinese vive un momento estremamente difficile dal quale potrebbe uscire ridotto ad una esclusiva questione umanitaria che negherebbe decenni di lotta politica e di ambizioni alla liberazione nazionale della Palestina. Il popolo palestinese da anni affronta la più pericolosa potenza militare esistente in Medio Oriente – Israele – potendo contare sul sostegno solo delle altre forze che animano la resistenza antisionista nella regione, a cominciare dal Libano. L’unità di tutte le forze della resistenza a livello regionale è un passaggio che i movimenti di solidarietà in Europa devono appoggiare con ogni sforzo.

In questi giorni in molte città italiane – Roma, Milano, Bologna, Napoli, Pisa, Firenze, Lecce, Cagliari, Padova, Vicenza, Bari e tante altre – ci sono state alcune prime, tempestive e spontanee manifestazioni in solidarietà con il popolo palestinese, contro la strage in corso a Gaza e il terrorismo di stato israeliano. Questa mobilitazione deve proseguire nei prossimi giorni. Cortei sono già stati annunciati in diverse città italiane per sabato 3 gennaio. La nostra iniziativa deve dimostrarsi di essere capace di spezzare o mettere in crisi la catena delle complicità con i crimini di guerra israeliani a cominciare dagli anelli della disinformazione, della subalternità politica e della collaborazione militare e commerciale tra Italia e Israele.

Il Forum Palestina - 
www.forumpalestina.org

[29 dicembre 2008]


=== 6 ===



τρίτη, 30 δεκέμβριος 2008

Theodoros Pangalos, Member of Parliament (Greece), is a big Greek socialist, returned gift and thanked the Ambassador of Israel...

The embassy of Israel sent in Theodoros Pangalos, Member of Parliament (Greece), three bottles wine as gift of feasts with the wishes of Ambassador Ali Giachia.
Theodoros Pangalos returned this gift and thanked the Ambassador with the following letter:

Dear Mr. Ambassador,
Thank you for the 3 bottles of wine that you sent me as season’s greetings. I wish to you, your family and everybody in the Embassy a happy new year. Good health and progress to you all.
Unhappily I noticed that the wine you have sent me has been produced in the Golan Heights. I have been taught since I was very young not to steel and not to accept products of theft. So I can not possibly accept this gift and I must return it back to you.
As you know, your country occupies illegally the Golan Heights who belong to Syria, according to the International Law and numerous decisions of the International Community.
I take the opportunity to express my hope that Israel will find security into its internationally recognized borders and the terrorist activities against Israel territory by Hamas or anybody else will be contained and made impossible, but I also hope that your government will cease practicing the policy of collective punishment which was applied on a mass scale by Hitler and his armies.
Actions such as those of these days of the Israel military in Gaza remind the greek people holocausts such as in Kalavrita or Doxato or Distomo and certainly in the ghetto of Warsaw. With these thoughts allow me to express to you my best wishes for you, the Israeli people and all the people of our region of the world.

Athens, 30/12/2008
Theodoros Pangalos, Member of Parliament (Greece)

- E-mail: pangalos@...
αναρτήθηκε από σίβυλλα στις τρίτη, δεκέμβριος 30, 2008


=== 7 ===

Oggetto: GAZA

Data: 31 dicembre 2008 20:41:23 GMT+01:00


"Quella israeliana è una aggressione senza ritegno"
 
di Miguel d'Escoto Brockmann, presidente dell'Assemblea Generale dell'ONU
 
Versione integrale del messaggio del presidente dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Miguel d'Escoto Brockmann, per l'offensiva israeliana a Gaza. Datato 27 dicembre, per strani motivi il documento, non è stato finora ripreso dai mezzi d'informazione
 
"Il comportamento di Israele nel bombardare Gaza è semplicemente un atto di aggressione senza ritegno da parte di uno stato molto potente verso un territorio che occupa illegalmente. È giunto il momento di intervenire con fermezza se le Nazioni Unite non vogliono essere giustamente accusate di complicità per omissione. Gli attacchi aerei israeliani sulla Striscia di Gaza rappresentano gravi e smisurate violazioni del diritto umanitario internazionale, così come definito dalle Convenzioni di Ginevra, sia per quanto riguarda gli obblighi di una potenza occupante sia per le disposizioni delle leggi di guerra.
Tali violazioni comprendono:
Punizione collettiva – perché l'intera popolazione che vive ammassata nella striscia di Gaza (1,5 milioni di persone) viene punita per le azioni di un pugno di militanti.
Colpire i civili – gli attacchi aerei sono diretti contro aree civili in uno dei luoghi più affollati del mondo, certamente la più densamente popolata del Medio Oriente.
Sproporzionata risposta militare – gli attacchi aerei non solo hanno distrutto tutte gli uffici della polizia e delle forze di sicurezza del governo eletto di Gaza, ma hanno ucciso e ferito centinaia di civili; secondo quello che riferiscono, almeno un attacco ha colpito un gruppo di studenti che cercava di tornare a casa dall'università.
Mi permetto di ricordare a tutti gli stati membri delle Nazioni Unite che l'ONU continua a essere vincolata all'obbligo di proteggere ogni popolazione civile da gravi violazioni del diritto umanitario internazional indipendentemente da quale paese possa essere responsabile di tali violazioni. Chiedo a tutti gli stati membri, come anche ai funzionari e ogni organo pertinente del sistema delle Nazioni Unite, di pressare rapidamente non solo per condannare le gravi violazioni di Israele, ma anche di sviluppare nuovi approcci per garantire la reale protezione per il popolo palestinese" .
(Traduzione MISNA)
 
 
Dichiarazione per il boicottaggio di Israele con il sostegno del Comitato britannico per le Università di Palestina (BRICUP)

28 dicembre 2008

Gaza come Guernica
 
Troppo è troppo
Il governo israeliano sta inviando ondate di caccia F16 a bombardare la popolazione palestinese di Gaza, gran parte di essa già indebolita e malata a causa di due anni di assedio e blocco da parte di Israele. I bambini, dice un portavoce di Israele, sono obiettivi legittimi perché vivono in case che si suppone siano usate per costruire razzi artigianali da tirare su Israele., sono essi stessi 'terroristi'. Sabato 27 dicembre Israele ha affermato di aver sganciato 100 tonnellate di bombe su Gaza.
Noi diciamo 'Troppo è troppo'. Fintanto che lo stato di Israele continua a sfidare l'umanità e la legge internazionale, noi, cittadini e cittadine del mondo,  ci dedicheremo a boicottare Israele.
Quando gli aerei nazisti bombardavano la città basca di Guernica nel 1937, per  far vincere la rivolta del generale Franco contro il governo repubblicano eletto democraticamente, Gran Bretagna, Francia e altri poteri europei continuarono a rifiutare il sostegno militare e politico alla repubblica spagnola e Franco e i suoi alleati nazisti prevalsero.
Poiché i nostri governi rifiutano di intraprendere azioni contro il governo di Israele, noi come cittadine e cittadini, dobbiamo agire.
Dichiariamo che, in solidarietà con la popolazione di Palestina bombardata, resa invalida, torturata e  cacciata come gruppo etnico diverso, noi, sia a livello individuale sia collettivamente:
 
• rifiutiamo di comprare qualsiasi tipo di frutto, verdura, fiori, cosmetici, indumento intimo, costumi da bagno o prodotto tecnologico  manufatto o prodotto in Israele o negli insediamenti illegali della Cisgiordania e informeremo i negozi che noi ci opponiamo al rifornimento dei prodotti israeliani.
• Noi non andremo in vacanza in Israele
• Faremo ricerche su quali settori dei componenti di computer hanno design israeliano  o vengono prodotti in Israele e faremo informazione pubblica e faremo pressioni su tutte le fabbriche di computer e sui gruppi di ricerca partner di fabbriche in  Israele.
• Faremo boicottaggio di film israeliani, compagnie di teatro, gruppi di danza e orchestre e faremo conoscere le nostre motivazioni alle direzioni di teatri e cinema.
• Faremo campagne attive  rispetto ai nostri governi per non permettere ai cittadini dei nostri paesi di prestare servizio militare nell'esercito, marina, forze aere e servizi di sicurezza di Israele.
• Organizzeremo gruppi di pressione nelle nostre organizzazioni professionali e sindacati per boicottare le istituzioni israeliane a meno che esse non facciano dichiarazione pubblica di opporsi alle azioni del loro governo, non cooperino con lo stato ( per esempio facendo corsi per i servizi di sicurezza, come sono solite fare tutte le Università israeliane.
 
Firmato:
Professore Jonathan Rosenhead
Professor Haim Bresheeth, London
Abe Hayeem, London
Mike Cushman, London
Professor Keith Hammond, Glasgow
Professor Ghada Karmi, Exeter
Jenny Morgan, London
Dr. Sue Blackwell, Birmingham
 
 
 
LE AZIENDE DI BOLOGNA CHE COMMERCIANO CON ISRAELE
 
SOLUZIONE FINALE di Patrizia Viglino
 
QUANTI ALTRI MORTI PER SENTIRVI CITTADINI DI GAZA di Mustafa Barghouti
 
INCRIMINATE BARAK, LIVNI E OLMERT DI CRIMINI DI GUERRA di Michel Warschawsky
 
GAZA. SOLIDARIZZARE CON CHI RESISTE di Forum Palestina
 
 
 
 

Passanti tra parole fugaci

 

 

O voi, viaggiatori tra  parole fugaci
portate i vostri nomi,
ed andatevene.
Ritirate i vostri istanti dal nostro tempo,
ed andatevene.

 

Rubate ciò che volete dall'azzurrità del mare
e dalla sabbia della memoria.

 

Prendete ciò che volete d'immagini,
 per capire  che mai saprete
come una pietra dalla nostra terra
erige il soffitto del nostro cielo.
 
O voi, viaggiatori tra  parole fugaci
da voi  la spada … e da noi il  sangue



Buon Anno internazionalista!


1) Il 1° gennaio 2009 la Rivoluzione cubana compie 50 anni

2) Due poesie attualissime
dedicata alla Palestina: Pensa agli altri (Mahmoud Darwish)
dedicata a tutti noi: Lode della dialettica (Bertold Brecht)


LINK: L'Internationale (Eugène Pottier) in 86 different languages


--- 1 ---

Ci associamo pienamente all'augurio pervenuto da Claudia Cernigoi:

Quanti oggi (anche chi ha pensato all'illustrazione per la tessera dei Giovani comunisti) pensano al 2009 come al ventennale della caduta del muro di Berlino, e vi pensano non in maniera critica ma in maniera elegiaca. Eppure nel 2009 ricorre un ben altro anniversario, molto più importante per chi ancora si dice comunista e crede nei valori di solidarietà, giustizia, internazionalismo, diritti umani e sociali.
Il 1° gennaio 2009 la Rivoluzione cubana compie 50 anni. E' questo l'anniversario che io voglio festeggiare, celebrare, l'esempio che voglio presentare in questi tempi di crisi, di ingiustizie, guerre e sfruttamento..
Viva la Rivoluzione cubana e l'augurio che pongo è che i suoi 50 anni ci siano di sprone e di esempio per ricominciare a lottare per quelle idee che non sono mai morte, nonostante tutti coloro che cercano di convincerci del contrario.
Auguri a tutti di un felice 2009 di lotta e possibilmente di qualche vittoria.

p.s. una foto dei vecchi tempi: https://www.cnj.it/immagini/tito-in-castro2.jpg


--- 2 ---

Pensa agli altri 

Mahmoud Darwish


Mentre prepari la tua colazione, pensa agli altri,
non dimenticare il cibo delle colombe.
Mentre fai le tue guerre, pensa agli altri,
non dimenticare coloro che chiedono la pace.
Mentre paghi la bolletta dell’acqua, pensa agli altri,
coloro che mungono le nuvole.
mentre stai per tornare a casa, casa tua, pensa agli altri,
non dimenticare i popoli delle tende.
Mentre dormi contando i pianeti , pensa agli altri,
coloro che non trovano un posto dove dormire.
Mentre liberi te stesso con le metafore, pensa agli altri,
coloro che hanno perso il diritto di esprimersi.
Mentre pensi agli altri, quelli lontani, pensa a te stesso,
e dì : magari fossi una candela in mezzo al buio.

---

Lode della dialettica

Bertold Brecht


L'ingiustizia oggi cammina con passo sicuro.
Gli oppressori si fondano su diecimila anni.
La violenza garantisce: Com'è, così resterà.
Nessuna voce risuona tranne la voce di chi comanda
e sui mercati lo sfruttamento dice alto: solo ora io comincio.
Ma fra gli oppressi molti dicono ora:
quel che vogliamo, non verrà mai.
 
Chi ancora è vivo non dica: mai!
Quel che è sicuro non è sicuro.
Com'è, così non resterà.
Quando chi comanda avrà parlato,
parleranno i comandati.
 
Chi osa dire: mai?
A chi si deve, se dura l'oppressione? A noi.
A chi si deve, se sarà spezzata? Sempre a noi.
Chi viene abbattuto, si alzi!
Chi è perduto, combatta!
Chi ha conosciuto la sua condizione, come lo si potrà fermare?
 
Perché i vinti di oggi sono i vincitori di domani
e il mai diventa: oggi!
 




SARKO': ''PAROLE PAROLE PAROLE...''


(30 dicembre 2008)
Un video dei comunisti francesi prende in giro il capo dell'Eliseo e
il suo discorso di fine anno.
Ai francesi l'ironia è piaciuta: il video sta girando in lungo e in
largo come forma d'augurio:
http://tv.repubblica.it/copertina/sarko-parole-parole-parole/27755?video

POCHI GIORNI DOPO: MEZZO MIGLIAIO DI MORTI


Mentre Napolitano era in visita di cortesia in Israele...
Gaza, per "Liberazione" non è un campo di concentramento:
http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o13723

(deutsch / english / italiano)

Kosovo: Mafia, politica e agenti segreti

1) Mafia, politica e agenti segreti. La spy-story che sfiora Thaci (L'Unità)
2) Keine Kompromisse / Die Mafia als Staat (german-foreign-policy.com)
3) A selection of articles on the BND-Kosovo terrorism case
4) KOSOVO: BOMBA A PRISTINA, ACCUSE AI SERVIZI SEGRETI TEDESCHI (www.misteriditalia.com)


Sul recente caso terrorismo kosovaro - BND si veda anche:


=== 1 ===


L'Unità
MARTEDí 9 DICEMBRE 2008
pag.20-21

KOSOVO
Mafia, politica e agenti segreti
La spy-story che sfiora Thaci

A Priština pochi giorni fa tre tedeschi sono stati arrestati con l’accusa di aver compiuto un attentato contro la sede dell’Ico, l’organismo internazionale che vigila sulle istituzioni della nuova Repubblica. Ma forse dietro l’arresto, c’è l’inchiesta sui possibili legami tra il premier e la criminalità organizzata.

PAOLO SOLDINI

I Balcani sono i Balcani, ma una storia come questa pare incredibile pure nel Kosovo di tutte le trame, tra spioni (in proprio e di Stato), doppiogiochisti, mestatori e trafficanti d’ogni risma. Una decina di giorni fa, con grande clamore mediatico la polizia di Priština arresta tre tedeschi. Su Andreas J., Andreas B. e Robert Z. pesa un’accusa molto pesante: avrebbero organizzato e portato a termine, il 14 novembre, un attentato contro la sede dell’ICO, l’organismo amministrativo internazionale che, in base alle intese sull’indipendenza del Kosovo, vigila sulle istituzioni della nuova Repubblica ed è diretto dall’inviato speciale dell’Unione europea, l’olandese Piether Feith. In effetti, quel giorno qualcuno, da un vicino edificio disabitato, ha gettato una bomba di modesta potenza contro la palazzina dell’ICO, senza provocare ne´ feriti ne´ danni troppo seri: niente di grave, insomma, in una terra abituata a ben altre violenze.

I due Andreas e Robert, però, non sono tre persone qualunque: come comunica pubblicamente, contravvenendo alle regole non scritte in questo genere di relazioni, il pubblico ministero di Priština Feti Tunuzliu i tre sono agenti del Bundesnachrichtendienst (BND), il servizio segreto della Repubblica federale, e sono alle dipendenze di una società privata che “notoriamente” assiste per conto del BND le imprese tedesche che investono nel Kosovo. Fotografati e ripresi in tutte le pose, citati per nome e cognome su tutti i giornali del paese e mostrati in tv, insomma bruciati di brutto, Andreas J., accusato di aver materialmente gettato la bomba, Andreas B. e Robert Z., possono cominciare subito a cercarsi un altro lavoro, non prima di aver sperimentato le durezze del carcere di Priština in cui vengono rinchiusi nonostante che Berlino, un paio di giorni dopo l’arresto, abbia inviato un aereo militare per riportarli a casa, com’è d’uso nelle faccende di spionaggio andate a male. Poi tre o quattro giorni fa, all’improvviso, gli spioni tedeschi scompaiono dalle tv e dai giornali. Si dice che, alla fine, i kosovari abbiano accettato di farli partire e di giudicarli in contumacia. Si dice pure che abbiano posto una condizione: nessun clamore, in Germania, sulla conclusione della vicenda.

Fine, apparente, della storia. Della quale, così com’è stata raccontata, non si capisce un accidenti. Anzi, si capisce che ci sono molte cose che non quadrano. La prima è l’esistenza di una ripresa televisiva nella quale, secondo la polizia e la magistratura di Priština si vedrebbe Andreas J. nell’atto di gettare l’ordigno. Le immagini, però, non vengono mai mostrate in pubblico. L’avvocata Bytyqi-Gashi, che difende i tre agenti, sostiene che, a differenza di quanto afferma la polizia, nelle riprese non si distinguerebbe alcun volto. Tanto che i funzionari dell’ambasciata tedesca, i quali ammettono che i tre agenti possano essere stati sul posto, ma dopo l’attentato e per svolgere indagini, invitano le autorità giudiziarie a renderle pubbliche. Invano. Inoltre non si capisce proprio perchè sull’attentato, che era passato quasi inosservato, e sull’arresto sia stato montato un tale battage, a rischio di compromettere molto seriamente le relazioni della giovane Repubblica indipendente con la Germania. La cosa più inspiegabile di tutte, però, è un’altra. Quale sarebbe la ratio dell’attentato? Perchè i tedeschi avrebbero dovuto colpire un organismo politico dell’Unione europea, nel quale, oltretutto, hanno un ruolo centrale?
Perchè il Paese che dopo gli Stati Uniti è stato quello che più si è dato da fare per il distacco del Kosovo dalla Serbia ed è impegnatissimo nella Eulex (European Union Rule of Law in Kosovo), la missione di 2mila tra giuristi, poliziotti e amministratori inviati dalla Ue per costruire il tessuto amministrativo del Paese, avrebbe dovuto mandare i propri agenti a buttare bombe contro, in un certo senso, se stessi? Molto confusamente, esponenti del governo kosovaro hanno sostenuto che la missione dei tre tedeschi era quella di “destabilizzare” la situazione politica a Priština per favorire lo smembramento del Kosovo, con la secessione delle province a maggioranza serba, a cominciare da quella settentrionale, e contigua alla Serbia, di Kosovska Mitrovica. L’accusa, sostengono fonti diplomatiche tedesche, è surreale: la Germania non ha alcun interesse alla creazione diun nuovo contenzioso serbo-albanese su Mitrovica. E però un granello di distorta verità le accuse e le mezze accuse kosovare potrebbero contenerlo: nei piani dell’Eulex ci sono anche programmi di gestione amministrativa delle province e dei comuni kosovari a maggioranza serba, che potrebbero essere “cantonalizzati”, nonche´ precise raccomandazioni al rispetto dei diritti civili, religiosi e linguistici delle minoranze presenti nel Paese: serbe, ma anche rom, turche e “egiziane”. Ne´ le cantonalizzazioni, ne´ gli statuti di protezione delle minoranze incontrano troppe simpatie nell’attuale governo kosovaro.
Ma la stampa tedesca che ha sollevato il caso, in particolare la Süddeutsche Zeitung, ha un’altra chiave di lettura dell’accaduto. Forse meno raffinata ma certo più convincente. L’arresto dei tre agenti sarebbe una vendetta e un messaggio di stampo mafioso che una parte dell’establishment di Priština avrebbe inviato a Berlino. Si sa che il Bundesnachrichtendienst, tra tutti i servizi segreti operanti nel Kosovo, è il più attento ai legami, profondi e organici, che l’attuale potere politico di Priština intrattiene con la criminalità organizzata. Il BND, in un certo senso, lavora per tutti i paesi occidentali, e in particolare per noi italiani, visto che gran parte dei traffici di droga, di prostituzione forzata e di commercio di esseri umani della potente mafia kosovara fanno capo alle organizzazioni italiane, la Sacra Corona Unita, la ‘ndrangheta, Cosa Nostra, la camorra. Pare che la società fittizia per cui lavorano i tre tedeschi, la Logistic Coordination Assessment Service (LCAS) sia in realtà un’agenzia di controllo sulla “pulizia” dei legami d’affari tra le imprese kosovare e i loro referenti nel resto d’Europa. E pare che dedichi una certa attenzione alle attività di buona parte del governo e dell’apparato del Partito democratico del Kosovo (Pdk), erede dell’Uck che condusse la lotta armata contro i serbi. A cominciare dal capo del governo, nonché presidente del partito, Hashim Thaci.

Non è la prima volta che il nome dell’uomo forte del Kosovo viene evocato in relazione ai traffici criminali che fanno della piccola Repubblica priva di risorse e di materie prime il nodo principale del traffico di eroina e di cocaina dall’Oriente all’Europa, nonché una inesauribile riserva di “materiale umano” da avviare alla prostituzione o alla schiavitù. Thaci era abbondantemente “chiaccherato” già una decina di anni fa quando, appena trentenne, come leader dell’Uck fortemente appoggiato dagli Usa partecipò  ai negoziati che sarebbero poi falliti provocando nella primavera del ‘99 l’intervento armato della Nato contro la Serbia.
Una vendetta? Un avvertimento a non indagare più di tanto? Certo, questo spiegherebbe meglio di qualsiasi altra ipotesi la nuova spy-story andata in scena sul palcoscenico
della più complicata e ambigua capitale balcanica. Una storia alla quale sarebbe bene che le nostre autorità prestassero molta attenzione.

---

La copertura
I tre arrestati dalla polizia kosovara lavorano per il Bnd, il servizio segreto tedesco

LA SÜDDEUTSCHE ZEITUNG
Secondo il quotidiano tedesco, l’arresto dei tre sarebbe una sorta di messaggio di stampo mafioso che una parte dell’establishment kosovara avrebbe inviato a Berlino per fermare ulteriori indagini.

Il giro d’affari
Contrabbando e droga, l’economia "sommersa" di un Paese povero

Le cifre del disastro economico del Kosovo dicono che la regione è, con ogni probabilità, la più povera d’Europa. Almeno ufficialmente, perchè in realtà se si guarda alla “economia sommersa” nel Kosovo girano molti più soldi di quanti ce ne dovrebbero essere. Solo che “economia sommersa”, da queste parti, significa criminalità: dalla falsificazione dei grandi marchi europei (film, cd, tessuti, cuoieria) al contrabbando ai traffici di ogni genere, droga e prostituzione in testa. Il Pil del paese non tocca i 2 miliardi di euro; la media salariale degli occupati (appena un terzo della popolazione attiva) non tocca i 250 euro mensili e su 100 kosovari 15 sopravvivono con meno di un euro al giorno.
Va un po’ meglio a quanti lavorano per le organizzazioni internazionali, intorno alle quali si è sviluppata, specie a Priština, una assai precaria rete di servizi. Ma la bilancia dei pagamenti dà la misura di quanto il Kosovo, che al tempo della Jugoslavia ospitava fabbriche, miniere e un’agricoltura in grado di esportare, si sia impoverito negli ultimi anni. La piccola repubblica importa beni per quasi un miliardo di euro, ma ne esporta solo per 37 milioni, soprattutto legname e funghi. Eppure a Priština e nelle altre città non è raro vedere ricchezze ostentate, soprattutto negli ambienti vicini ai gruppi oggi al potere. E a una mafia che ha forti legami al di qua dell’Adriatico.

---

Il sito dell’organismo internazionale in Kosovo: www.ico-kos.org

Il sito dei servizi segreti della Germania: www.bnd.de



=== 2 ===


Keine Kompromisse
 
11.12.2008
PRISTINA/BERLIN
 
(Eigener Bericht) - Unmittelbar nach dem Start der EU-Polizeimission im Kosovo werden in Berlin Proteste wegen angeblicher Rücksichtnahme auf Serbien laut. Der Sprengstoffanschlag, der kürzlich zur Festnahme dreier BND-Agenten geführt hatte, lasse erkennen, dass große Unruhen unter der kosovo-albanischen Bevölkerung bevorstünden, schreibt eine Abgeordnete aus der Partei des früheren Außenministers Fischer. Anlass sei "ein fauler Kompromiss" der EU mit Belgrad, der in Pristina schweren Unmut hervorrufe. Die Abgeordnete legt nahe, den angedrohten Unruhen schon im Voraus nachzugeben und die kosovo-albanischen Forderungen rasch zu erfüllen. Damit wird in Berlin zum wiederholten Male Gewalt zum Anlass genommen, um die Sezession zu stützen. Menschenrechtsorganisationen plädieren stattdessen dafür, endlich dem Aufbau eines Rechtssystems den Vorrang zu geben; so wurden rund 1.500 Strafverfahren gegen Kriegsverbrecher bisher unter Aufsicht der westlichen Besatzer verschleppt. Berliner Regierungsberater empfehlen ebenfalls, Gewicht auf die Durchsetzung rechtsstaatlicher Verhältnisse zu legen und mafiöse Strukturen im Kosovo trockenzulegen, bevor sie ihren Einfluss im Westen ausbauen.
Erzwungene Einigung

Anlass einer aktuellen Stellungnahme der Bundestagsabgeordneten Marieluise Beck (Bündnis 90/Die Grünen) ist der Start der EU-Polizeimission im Kosovo (EULEX) am vergangenen Dienstag. EULEX ist inzwischen mit rund 1.300 Polizisten, Richtern und Zollbeamten vor Ort und soll bis auf 2.000 Personen anwachsen. Ihre Aufgabe besteht darin, den Aufbau eines Rechtsstaates im Kosovo zu begleiten. In besonderen Fällen kann EULEX auch exekutiv tätig werden. Ihrer Entsendung gingen monatelange Auseinandersetzungen voraus, weil EULEX eigentlich wesentliche Teile von UNMIK ablösen soll. Den dazu nötigen Beschluss im Sicherheitsrat der Vereinten Nationen verhinderte Moskau, da es die gesetzwidrige Sezession Pristinas nicht anerkennt. UN-Generalsekretär Ban war trotz westlichen Drucks nicht bereit, Russland unter Bruch der UN-Regularien zu übergehen. Berlin und Brüssel waren daher zu einer Einigung mit Moskau und Belgrad gezwungen, um die Entsendung von EULEX nicht zur offenen Konfrontation mit UNMIK werden zu lassen. Die Einigung trifft in Pristina auf empörten Protest.

EULEX und UNMIK

Hintergrund ist, dass das kosovarische Sezessionsregime weiterhin Einschränkungen seiner Macht hinnehmen muss. Das betrifft vor allem den serbischsprachigen Norden des Kosovo. Während in den übrigen Teilen des Landes EULEX unter EU-Kontrolle mit Pristina kooperiert, werden die Beamten aus der EU im Nordkosovo der UNO unterstellt. Im Norden operiert EULEX also entsprechend internationalem Recht und erfüllt damit eine Bedingung, von der Moskau seine Zustimmung im UN-Sicherheitsrat abhängig gemacht hatte. Bedingung Nummer zwei - ebenfalls von EULEX erfüllt - war, dass die Polizeimission statusneutral operiert, also keinerlei Aussagen über die Rechtmäßigkeit der Sezession präjudiziert. Pristina lehnt dies ab und hat die Einigung lange zu hintertreiben versucht, ist damit jedoch gescheitert. Proteste halten an.

Blutige Unruhen

Wie Marieluise Beck (Bündnis 90/Die Grünen), Mitglied im Auswärtigen Ausschuss des Bundestages, jetzt in einem Namensartikel in der Frankfurter Allgemeinen Zeitung schreibt, sei der Sprengstoffanschlag auf das EU-Hauptquartier in Pristina Teil dieser Proteste.[1] "Die EU riskiert die Unterstützung im albanischen Kosovo zugunsten eines faulen Kompromisses mit Serbien", urteilt die Abgeordnete und warnt: "Die Mission droht zu scheitern, bevor sie begonnen hat." Ihr zufolge wird der "Kompromiss mit Serbien - und Russland - (...) einen neuen dauerhaften Konflikt erzeugen".[2] Frau Beck legt nahe, dass der Sprengstoffanschlag und die kurz darauf folgenden Anti-EULEX-Demonstrationen in Pristina als Beginn einer neuen Eskalation einzustufen seien: "Die blutigen Unruhen des Jahres 2004 sind noch in lebhafter Erinnerung."

Taktik

Die Stellungnahme der Abgeordneten aus der Partei des früheren Außenministers Fischer entspricht einer Taktik, auf die Berlin bereits mehrfach zurückgegriffen hat. Treten Hindernisse auf, die den Sezessionsprozess bremsen, dann nutzt man kosovo-albanische Gewalttaten als Argument, um ihn zu beschleunigen: Nur eine Erfüllung der Forderungen Pristinas könne die Gewalt beenden, heißt es jeweils. Auf die Pogrome vom März 2004 etwa reagierte Berlin mit der Forderung, es müsse rasch eine Klärung der Statusfrage erreicht werden.[3] Schon damals wiesen Kritiker darauf hin, dass dem BND bereits vor den Pogromen Hinweise auf bevorstehende Unruhen vorlagen, diese Hinweise jedoch nicht weitergegeben wurden; ein Einschreiten gegen die Gewalttaten an Serben und Roma wurde dadurch erschwert. Die Parallelen, die Frau Beck jetzt öffentlich zieht, haben einen bekannten Geheimdienstexperten veranlasst, die Täter des Sprengstoffanschlags auf das Pristinaer EU-Hauptquartier in den drei inhaftierten BND-Agenten zu sehen. "Der Geheimdienst will der Weltöffentlichkeit den Eindruck vermitteln, die Kosovaren holten sich mit unfriedlichen Mitteln, was ihnen die Weltgemeinschaft verwehrt" [4], urteilte Erich Schmidt-Eenboom. "Für mich ist klar: Die drei BND-Mitarbeiter (...) waren an dem Anschlag auf das EU-Hauptquartier beteiligt."

Ungeklärt

Während in Berlin einmal mehr kosovo-albanische Sezessionsakte unterstützt werden, plädiert die Menschenrechtsorganisation amnesty international dafür, dem Aufbau eines Rechtssystems den Vorrang zu geben. "Zehn Jahre nach dem Ende des Krieges" müsse EULEX sicherstellen, dass "die Angehörigen von mehr als 3.000 verschwundenen und entführten Personen die Wahrheit" über deren Schicksal erführen. Zudem sei es nötig, diejenigen, "die diese Verbrechen begangen haben, vor Gericht zu stellen".[5] "Angesichts von mehr als 1.500 nicht abgeschlossenen Ermittlungsverfahren wegen Kriegsverbrechen und Hunderten oder gar Tausenden von Kriegsverbrechen, die noch untersucht werden müssen, sollte die Mission ihre Ressourcen dem Bemühen widmen, den Opfern auf allen Seiten Gerechtigkeit widerfahren zu lassen", fordert amnesty. Die Organisation hat schon im Januar ihre Erkenntnisse über den desaströsen Zustand publiziert, in dem sich Justiz und Polizei im Kosovo befinden - trotz jahrelanger westlicher Protektoratsaufsicht.[6] Die OSZE hat den Befund im Sommer in einem eigenen Bericht weitgehend bestätigt.[7]

Einfallstor

Berliner Regierungsberater empfehlen ebenfalls, endlich den Kampf gegen mafiöse Strukturen im Kosovo zu forcieren.[8] Wie etwa die Berliner Stiftung Wissenschaft und Politik (SWP) schreibt, bestehe im Kosovo "mehr als irgendwo sonst in der Region" eine "personelle Union zwischen Amtsträgern und Mitgliedern von Verbrechersyndikaten". Südosteuropa - und dort insbesondere das Kosovo - gelte mittlerweile weithin als "Einfallstor für organisierte Kriminalität in die Europäische Union". So seien laut Europol "albanische Gangstergruppen in einigen EU-Staaten gegenwärtig dabei, sich vom 'Dienstleister' für vorhandene Verbrechersyndikate zur beherrschenden Macht auf dem Gebiet des Drogenschmuggels, der Zwangsprostitution und anderer Formen der organisierten Kriminalität" zu entwickeln. Vor allem in den Repressionsbehörden wächst der Unmut über die kaum behinderten Aktivitäten mafiöser Strukturen etwa im Kosovo, das als Basis für die Ausdehnung im Westen dient. EULEX müsse jetzt im Unterschied zu UNMIK ganz entschieden "von der Praxis Abstand nehmen, kompromittierte lokale Politiker, denen Korruption und Kriminalität vorgeworfen werden, als vermeintlich loyale Partner zu akzeptieren, die für Ruhe und Ordnung sorgen", fordert die SWP.

An der Spitze

Die Forderung gründet auf negativen Erfahrungen mit den westlichen Besatzern, die im Jahr 2006 Experten aus den USA pointiert beschrieben haben. Demnach "besteht berechtigter Grund anzunehmen, dass es nicht im Interesse der entscheidenden Akteure in der internationalen Zivilverwaltung Kosovos lag, die Korruption im öffentlichen Dienst anzuprangern und strafrechtlich zu verfolgen".[9] "Um ihre Ziele zu erreichen, sind die internationalen Beamten auf die Zusammenarbeit mit den tatsächlichen Führern der Kosovo-Albaner angewiesen." Die aber sind zuweilen Mafiabosse und sitzen in Pristina - an Spitze des Sezessionsregimes.

[1] s. auch Der Zauberlehrling
[2] Marieluise Beck: Ein fauler Kompromiss mit Serbien; Frankfurter Allgemeine Zeitung 10.12.2008
[3] s. dazu s. dazu Konsequenz des KriegesLeitbildKolonialherren und "Stück Land ohne Status"
[4] "Der BND war an dem Anschlag beteiligt"; Netzeitung 24.11.2008
[5] Kosovo (Serbia): New EU mission must bring justice; amnesty international 08.12.2008
[6] Serbia (Kosovo): The challenge to fix a failed UN justice mission; amnesty international 2008
[7] OSCE Mission in Kosovo: Background Report. Human Rights, Ethnic Relations and Democracy in Kosovo, Summer 2007 - Summer 2008
[8], [9] Dušan Reljić: Die Balkan-Mafia. Organisierte Kriminalität und kriminalisierter Staat im Westlichen Balkan, Diskussionspapier FG 2, 2007/09, Dezember 2007, SWP Berlin

---



Die Mafia als Staat
 
01.12.2008

PRISTINA/BERLIN
 
(Eigener Bericht) - Die Bundesregierung droht dem von ihr installierten Sezessionsregime in Pristina mit dem Entzug von Fördermitteln. Es könne nicht hingenommen werden, dass die kosovarische Führung um Hashim Thaci BND-Agenten enttarne, heißt es in Berlin nach der Freilassung der kürzlich im Kosovo festgenommenen deutschen Spione. Ein SPD-Bundestagsabgeordneter erhöht den Druck auf Pristina und erklärt, das Kosovo sei "ein Zentrum der organisierten Kriminalität, das jetzt ein Staat sein darf". In der Tat liegen der Bundesregierung schon seit mehreren Jahren umfangreiche Dossiers vor, die genau dies belegen. In Kenntnis schwerster Vorwürfe gegen kosovarische Politiker setzte die große Koalition ebenso wie ihre rot-grünen Vorgänger auf die kontinuierliche Unterstützung mutmaßlicher Krimineller, die jetzt das politische Geschehen in Pristina kontrollieren. Zu den deutschen Unterstützungsmaßnahmen zählten die Zahlung dreistelliger Millionenbeträge, Rüstungsprogramme und die illegale Anerkennung der kosovarischen Eigenstaatlichkeit. Ein Ende der Beihilfen für das in Berlin als Mafia-Staat bezeichnete Regime, das nur mit Stützung von außen bestehen kann, ist nicht im Gespräch.
Nach der Freilassung der drei deutschen BND-Agenten, die vor zehn Tagen in Pristina festgenommen worden waren, weil sie einen Sprengstoffanschlag auf das EU-Hauptquartier begangen haben sollen [1], zieht die Bundesregierung Strafmaßnahmen gegen das kosovarische Sezessionsregime in Betracht. Bis heute ist nicht geklärt, ob die Vorwürfe gegen die BND-Männer begründet sind oder ob sie frei erfunden wurden, um die deutsche Auslandsspionage zu attackieren. In der deutschen Hauptstadt wird kolportiert, letzteres sei der Fall; dabei gehe man davon aus, dass diese Attacke wegen der klaren Abhängigkeit des Kosovo von deutscher Unterstützung nicht ohne Rückendeckung aus den USA oder Großbritannien habe erfolgen können. Tatsächlich rivalisieren die Auslandsgeheimdienste der westlichen Mächte seit geraumer Zeit um Einfluss in dem südosteuropäischen Protektorat. Der deutsche BND unterhält dort eine seiner weltweit rund 80 offiziellen Residenturen sowie diverse Undercover-Spione, zu denen auch die drei kürzlich festgenommenen Agenten gehörten. Sie waren unter dem Deckmantel einer Tätigkeit für die BND-Tarnfirma "Logistics Coordination Assessment Services" aktiv.

Überprüfung

Wie es jetzt in Berlin heißt, werde man die Enttarnung der BND-Agenten durch die kosovarische Führung um Hashim Thaci nicht ohne Reaktion hinnehmen. Seit 1999 habe Pristina aus dem Bundeshaushalt insgesamt 280 Millionen Euro Direkthilfen erhalten, für die Jahre 2009 und 2010 seien rund 100 Millionen Euro zugesagt - eine beträchtliche Summe, die keinen Spielraum für Unbotmäßigkeiten aus Pristina lasse. Man diskutiere unter anderem über eine Kürzung der Gelder, die für den Aufbau der kosovarischen Armee vorgesehen seien, ist zu vernehmen. Die Bundesregierung erhöht zudem den politischen Druck. Wie der Bundestagsabgeordnete Johannes Jung (SPD), Mitglied im Auswärtigen Ausschuss des Bundestages, erklärt, müsse man die deutsche Strategie gegenüber dem Kosovo "überprüfen".[2] Das Sezessionsgebiet sei "ein Zentrum der organisierten Kriminalität, das jetzt ein Staat sein darf". Ein BND-Beamter lässt sich mit einer fast gleichlautenden Einschätzung zitieren: Im Kosovo sei "organisierte Kriminalität die Staatsform".[3]

Mafiotische Elemente

Tatsächlich kooperiert die Bundesregierung schon seit den 1990er Jahren mit mutmaßlich kriminellen Strukturen im Kosovo - obwohl seit langem umfangreiche Dossiers vorliegen, die deren Charakter ausführlich belegen. Bereits die Kooperation mit dem heutigen Ministerpräsident Hashim Thaci bei den Verhandlungen im Rambouillet Anfang 1999 stand im Schatten schwerer Beschuldigungen. Thaci hatte der jugoslawischen Polizei zufolge 1993 an einem Überfall auf eine Streife teilgenommen und war 1997 wegen weiterer Verbrechen von der jugoslawischen Justiz zu zehn Jahren Haft verurteilt worden. Den deutschen Behörden konnten die Vorwürfe gegen den kosovarischen Verhandlungsführer in Rambouillet nicht verborgen geblieben sein. Thacis Miliz UCK war ohnehin kurz zuvor im Westen noch ausdrücklich als "terroristische Organisation" klassifiziert worden und galt als mit mafiotischen Elementen aufs engste verflochten. Die öffentliche Zusammenarbeit mit mutmaßlich kriminellen Strukturen aus dem Kosovo begann in Rambouillet.

Frauenhändler

Wenig später, unmittelbar nach dem Einmarsch der westlichen Truppen im Sommer 1999, begann offenkundig der rasche Aufstieg des Organisierten Verbrechens im Kosovo. Dies belegte spätestens 2004 ein Bericht, den die Menschenrechtsorganisation amnesty international damals vorlegte; er beschrieb den Handel mit Frauen sowie Zwangsprostitution in dem vom Westen besetzten Gebiet. Hatte es vor 1999 allenfalls einen "örtlichen Prostitutionsmarkt in kleinem Maßstab" gegeben, wurde das Kosovo laut amnesty international "binnen Monaten" zu einem "Hauptzielland" für Frauenhandel zum Zwecke der Zwangsprostitution.[4] Dafür verantwortlich waren mafiotische Strukturen, die die KFOR im März 2004 in einem Bericht beschrieb. KFOR nannte darin eine "bekannte kriminelle Figur, involviert in den Waffen- und Drogenhandel": Xhavit Haliti. Über ihn schrieb der BND kurz darauf, er stehe mit "Frauenhandel und dem Prostitutionsgeschäft" in Verbindung.[5] Konsequenzen hatte all dies nicht: Trotz der offenkundig mafiotischen Entwicklung war in Berliner Parlamentskreisen Anfang 2005 zu hören, das Kosovo solle ein eigener Staat werden.[6] Mit Männern, die der BND für Frauenhändler hält, arbeitet Berlin daher heute auf staatlicher Ebene zusammen: Xhavit Haliti ist stellvertretender Vorsitzender des Auswärtigen Parlamentsausschusses in Pristina.

Florierende Geschäfte

Nicht nur über Haliti, auch über Thaci äußerte sich der BND. Via "Key-Player" wie ihn bestünden "engste Verflechtungen zwischen Politik, Wirtschaft und international operierenden OK-Strukturen im Kosovo", war in einem Bericht der deutschen Auslandsspionage aus dem Jahr 2005 zu lesen.[7] "Die dahinter stehenden Netzwerke fördern dort die politische Instabilität", hieß es weiter: "Sie haben kein Interesse am Aufbau einer funktionierenden staatlichen Ordnung, durch die ihre florierenden Geschäfte beeinträchtigt werden können." Deshalb strebten einflussreiche Mafiabosse "entweder in hohe Regierungs- oder Parteiämter" oder pflegten "gute Beziehungen zu diesen Kreisen". Den Recherchen des BND folgten keine Konsequenzen. Anfang 2006 hielt sich der schwer beschuldigte Thaci zu politischen Gesprächen in Berlin auf, unter anderem im Auswärtigen Amt. Eingeladen hatte ihn die Friedrich-Ebert-Stiftung (SPD).[8]

Berufswunsch: Mafiaboss

Ein vernichtendes Urteil nicht nur über Thaci, sondern über die Entwicklung des Kosovo insgesamt fällte Anfang 2007 ein umfangreicher Bericht, den die Bundeswehr in Auftrag gegeben hatte. Darin hieß es unter anderem, der einzig florierende Wirtschaftszweig in dem Gebiet sei die Organisierte Kriminalität - der illegale Handel mit Waffen, Drogen und mit Frauen, der täglich einen Umsatz von rund 1,5 Millionen Euro erziele. "Aus früheren UCK-Strukturen", resümiert die Studie, die im selben Jahr in Auszügen öffentlich bekannt wurde, hätten sich dabei "unter den Augen der Internationalen Gemeinschaft mittlerweile mehrere Multi-Millionen-Euro-Organisationen entwickelt". Zu den Anführern gehörten Clanchefs wie etwa Thaci.[9] Die Organisierte Kriminalität hat der Studie zufolge längst gesellschaftsprägende Kraft: "Bereits heute", hieß es in dem Bericht, "stellt 'Mafiaboss' den meistgenannten Berufswunsch von Kindern und Jugendlichen dar."

"Abstand nehmen!"

Zu dem Zeitpunkt, zu dem das Papier in Berlin vorgelegt wurde, forcierte die Bundesregierung immer noch die Sezession des Kosovo - und ließ sich trotz aller Warnungen nicht davon abbringen. Im Gegenteil: Wie heute unumwunden zugegeben wird, war Deutschland weiter der finanziell bedeutendste Förderer Pristinas. Selbst Regierungsberater von der Stiftung Wissenschaft und Politik (SWP) wurden ignoriert, als sie noch Ende 2007 mahnten, man müsse "von der Praxis Abstand nehmen, kompromittierte lokale Politiker, denen Korruption und Kriminalität vorgeworfen werden, als vermeintlich loyale Partner zu akzeptieren".[10] Zwei Monate später erkannte Berlin die Sezession des Kosovo an - unter Bruch des internationalen Rechts und unter Billigung einer kosovarischen Führung, deren mutmaßliche kriminelle Energie schon seit Jahren in Regierungskreisen bestens bekannt war.

Keine Konsequenzen

Ob das mafiotische Gebilde im Kosovo mit deutscher Hilfe auch militärisch aufgerüstet wird, ist nach der Enttarnung der drei BND-Agenten in Pristina unsicher. Berlin hatte kürzlich zugesagt, für den Aufbau der kosovarischen Armee ("Kosovo Security Force", KSF) zunächst sieben Millionen Euro bereitzustellen. Zudem sollten deutsche Soldaten "personelle Unterstützung" leisten, umfangreiche Lieferungen von Militärgerät waren eingeplant.[11] Teile des Programms werden nun womöglich gestrichen, um Thaci zu disziplinieren. Weitere Konsequenzen sind nicht geplant, schon gar nicht die Einstellung aller deutschen Beihilfen, ohne die das der Organisierten Kriminalität bezichtigte Regime in Pristina nicht überlebensfähig wäre. Berlin setzt die Unterstützung der mafiotischen Strukturen im Kosovo fort.

Weitere Informationen zur deutschen Kooperation mit kriminellen Strukturen im Kosovo finden Sie hier: Aufs engste verflochtenPolitische FreundschaftenHeldenfigur"Danke, Deutschland!"Unter deutscher Aufsicht,OrganhandelWillkür an der MachtNach NATO-Standards und Der Zauberlehrling.
[1] s. dazu Der Zauberlehrling
[2], [3] BND-Agenten haben das Kosovo verlassen; Der Tagesspiegel 29.11.2008
[4] s. dazu Unter deutscher Aufsicht
[5] Rechtsstaat? Lieber nicht!; Die Weltwoche 43/2005
[6] s. dazu "Stück Land ohne Status"
[7] Rechtsstaat? Lieber nicht!; Die Weltwoche 43/2005
[8] Sozis und Mafiosi: Kosovo-Terrorist zu Gast in Berlin; junge Welt 10.02.2006. S. auch Organhandel
[9] Operationalisierung von Security Sector Reform (SSR) auf dem Westlichen Balkan; Institut für Europäische Politik 09.01.2007. S. auch Aufs engste verflochten
[10] Die Balkan-Mafia; Diskussionspapier der Stiftung Wissenschaft und Politik 09.12.2007
[11] s. dazu Nach NATO-Standards


=== 3 ===

http://news.trend.az/index.shtml?show=news&newsid=1352704&lang=en

Deutsche Presse-Agentur - November 22, 2008

Germans arrested in Kosovo were intelligence agents


Three Germans arrested in Kosovo in connection with a
bomb attack on the European Union (EU) headquarters
were intelligence service operatives, German media
reported Saturday, dpa reported.

Spiegel news magazine said the trio told Kosovo
anti-terrorism police they were inspecting the site of
the blast in Pristina but had nothing to do with the
attack, which damaged the building but caused no
injuries.

On Friday, a German government spokesman declined to
be drawn on speculation about the possible involvement
of the foreign intelligence service BND in the case
and instead pointed to the ongoing investigations.

However, the spokesman said if it emerged any of the
three were BND employees, the matter would be referred
to the parliamentary committee responsible for
monitoring the secret services.

Kosovo police arrested the three Germans on Wednesday,
five days after an explosive device was hurled at the
office of the EU's Special Representative for the
region.

One of the men was reportedly photographing the
damaged office from an adjacent empty building from
where the device is believed to have been thrown,
Spiegel said.

The newspaper Sueddeutsche Zeitung said one of the men
told the investigators he was working for the BND.

The suspects were in Kosovo "in a private capacity"
and had no immunity from prosecution, Kosovo police
spokesman Veton Elshani told Deutsche Presse-Agentur
dpa.

The BND did not comment on the case. An EU mission is
due to take over the oversight of law-enforcement in
Kosovo after more than eight years as a United Nations
protectorate.

Kosovo declared independence from Serbia in February
and Pristina, Belgrade, the UN and EU are currently
wrangling over the conditions for the deployment of
the EU mission, Eulex, comprising 2,000 police,
judicial and customs officials.

---

http://www.alertnet.org/thenews/newsdesk/LM220169.htm

Reuters - November 22, 2008

No comment from Germany on Kosovo spy report  


PRISTINA - Germany declined to comment on Saturday on
reports that three Germans arrested on suspicion of
throwing explosives at an EU office in Kosovo were
intelligence officers.

The explosive charge was thrown on Nov. 14 at the
International Civilian Office (ICO), the office of EU
Special Representative Pieter Feith, who oversees
Kosovo's governance, but caused only minor damage. 

The men were detained on Thursday.

A spokesman for the German foreign ministry in Berlin
confirmed that three Germans had been arrested, but
declined to make any further comment as an
investigation was under way.

A police source in Kosovo told Reuters: "They are
members of the BND", but gave no further details. 

The German weekly Der Spiegel also said the men worked
for the German intelligence agency BND, and that they
had told investigators they had been examining the
scene of the explosion, but had not been involved in
it.

Kosovo declared independence from Serbia in February
after nine years under U.N. stewardship and is
recognised by more than 50 countries, including
Germany. 

Four days before the bomb attack, its leaders rejected
a plan by U.N. Secretary General Ban Ki-moon's for the
deployment of an EU police and justice mission, EULEX.

Der Spiegel said the BND agents had not been
officially registered with Kosovo authorities, which
would have secured them diplomatic immunity.

A judge in Pristina was due to decide on Saturday
whether to extend the men's detention or release them
on bail. (Reporting by Fatos Bytyci; Writing by
Kerstin Gehmlich, Editing by Matthew Jones and Kevin
Liffey) 

---

http://news.trend.az/index.shtml?show=news&newsid=1352967&lang=en

Deutsche Presse-Agentur - November 23, 2008

Germans arrested in Kosovo face terrorism charges


A judge in Kosovo ordered late Saturday a 30-day
detention for three suspected German intelligence
agents arrested on Wednesday in connection with a bomb
attack on European Union offices in Pristina, dpa
reported. 

Lawyers of the men said prosecutors were trying to
link their clients to "acts of terrorism," punishable
with up to 20 years in prison. 

Kosovo and German media reports have claimed the
suspects were working for the German intelligence
service, the BND. Berlin officials have not commented
on the allegations. 

Police arrested the three Germans on Wednesday, five
days after an explosive device was hurled at the
office of the EU's Special Representative for the
region. Nobody was injured in the blast. 

An EU mission is due to take assume oversight of
law-enforcement in Kosovo after more than eight years
as a United Nations protectorate. 

Kosovo declared independence from Serbia in February
and Pristina, Belgrade, the UN and EU are currently
wrangling over the conditions for the deployment of
the EU mission, Eulex, comprising 2,000 police,
judicial and customs officials.

---

http://www.makfax.com.mk/look/novina/article.tpl?IdLanguage=1&IdPublication=2&NrArticle=133369&NrIssue=831&NrSection=20

MakFax (Macedonia) - November 27, 2008

Albanian paramilitary group claims responsibility for Pristina bombing


Pristina - A previously unknown Albanian group took
credit Thursday for a bomb attack on a European Union
office in Kosovo that took place two weeks ago.

"This attack marks the start of the armed battle
against the EU mission in Kosovo EULEX that operates
under conditions set by the Serbs, which is
unacceptable for the Albanians," the obscure Army of
the Republic of Kosovo (ARK) said in a statement.

The spokesman of Kosovo's Police, Veton Elshani, said
that they are taking the threats very seriously.

Three Germans alleged to be working for the BND,
Berlin's intelligence agency, who were arrested last
week in connection with the bombing of the EU office,
could be released from detention upon approval of the
Kosovo Supreme Court.

---

http://www.b92.net/eng/news/crimes-article.php?yyyy=2008&mm=11&dd=28&nav_id=55352

Tanjug News Agency - November 28, 2008

Germans arrested in Kosovo confirmed as secret service


BERLIN - The German government has stated today that
the three German nationals arrested in Kosovo are in
fact members of the German secret service (BND). 

This was confirmed by Bundestag Speaker Thomas
Oppermann. 

The Germans were arrested last week over the bombing
of the International Civilian Office (ICO) in
Pristina, since which time speculation has been rife
that they may have been secret service operatives. 
....
“They worked for the BND there,” Oppermann told
reporters after a meeting of the committee, which,
according to Reuters, is responsible for “overseeing
intelligence operations.” 

Oppermann did not want to reveal the nature of the
German operatives’ mission in Kosovo. 

He said that the government in Kosovo has been holding
the Germans for nine days in inhumane conditions and
that the “arrest is a mystery.” 

A special commission was formed yesterday by the
Kosovo Supreme Court, which is expected to decide on
whether the German operatives should be freed. Supreme
Court Judge Anton Nokaj said that the case would be
referred to an international judge who would take the
final decision, according to Macedonian news agency
MIA. 

The German press writes that the operatives will be
released by the end of the weekend at the latest. 

Yesterday, an unknown group calling itself the Army of
the Republic of Kosovo claimed responsibility for the
attack, and warned international community officials
and Serb officials in Kosovo of further attacks.  

---

http://www.stripes.com/article.asp?section=104&article=59206

Stars and Stripes European Edition - December 4, 2008

Kosovo frees 3 German agents suspected in bomb-throwing 
By Marcus Klockner


Kosovar officials have released three German
intelligence service agents who were arrested on
suspicion that they threw a small bomb Nov. 14 at the
European Union headquarters in Pristina. 

"There was not enough evidence to raise reasonable
suspicion," Judge Vinod Boolell, one of three
international judges who investigated the charges,
told The Associated Press.

German media also are reporting that the German
government placed political pressure on Kosovo
officials.

According to the German newspaper Welt am Sonntag,
Germany’s chancellery department head Thomas De
Maiziere called Kosovar government officials and
threatened to cut Germany’s financial aid to Kosovo if
the agents were not set free immediately.

Additionally, the German media reported that the
intelligence agency, the Bundesnachrichtendienst, or
BND, was unhappy with the German government’s initial
response to the arrests.

Bernd Uhrlau, head of the BND, said he has missed the
support by the government necessary to help its
agents.

The Suddeutsche Zeitung newspaper quoted another
high-ranking BND member as saying: "The German
government had allowed itself to be dragged by the
nose through global politics by a country in which
organized crime is the form of government."

Erich Schmidt-Eenboom, a German author who has written
articles about the BND, told the Netzzeitung that he
believes the agents had indeed carried out the bombing
to make the international community more aware of the
Kosovar struggle for independence.

The lack of casualties in the bombing also has the
markings of the intelligence unit, Schmidt-Eenboom
said. The building was damaged.

"They wanted something like a political bang, but took
care that no one was hurt. Terrorists would have acted
much more violently."

The three agents have been called to testify before a
special commission of the German parliament this week.

---

http://news.trend.az/index.shtml?show=news&newsid=1365174&lang=en

Deutsche Presse-Agentur - December 7, 2008

Kosovo minister expresses regret over arrest of German agents


The government of Kosovo, while expressing regret over
the circumstances in which three German intelligence
agents were arrested and detained for more than a
week, announced that it would not apologize for the
arrests, dpa reported.

Deputy Foreign Minister Vlora Citaku in an interview
published Sunday in the weekly Welt am Sonntag said
the arrests were "a very unfortunate incident."

She however said Kosovo government would not apologize
for the affair "with which we had nothing to do,"
adding that if a mistake had been made, "it was not
the fault of our government."

Arrested on November 17, the three members of the
Germany's BND foreign intelligence service despite
protestations from Berlin and the BND of their
innocence spent 10 days in detention accused of
throwing an ex

(Message over 64 KB, truncated)

(english / francais / italiano)

Merci au combattant à la chaussure

1) Choukran, Muntadar ! Liens et commentaires par Michel Collon
2) Reporters sans Frontières refuse de condamner les mauvais traitements infligés à Al-Zaidi (Maxime Vivas, Jean-Guy Allard)
3) A New Years Eve gift... Send your shoes to the White House!!
4) Ode to shoes (Workers World)
5) Un redattore straordinario (Editoriale di Radio Città Aperta, 17 dicembre 2008)
6) Wall Street & MTA: "This Shoe is for You!"

Vedi anche: 
http://tv.repubblica.it/copertina/reporter-tira-scarpe-a-bush/27303?video
http://tv.repubblica.it/copertina/reporter-tira-scarpe-a-bush-2/27304?video


=== 1 ===


Choukran, Muntadar !
Merci au combattant à la chaussure

MICHEL COLLON


Cher Muntadar,

Comme des millions de gens dans le monde, j’ai souvent serré les poings de rage en voyant les crimes impunis de Bush. J’aurais tant aimé l’avoir en face de moi... Lui faire ressentir ne serait-ce que la millième partie de la peur et des souffrances infligées à tant d’innocents !

Vous l’avez fait. Quel courage, en sachant qu’un gouvernement de marionnettes vous le ferait payer. Mais vous avez choisi d’incarner notre révolte à tous face aux guerres du pétrole, guerres du dollar, guerres du mensonge.

S'il y avait une Justice, vous seriez décoré, Bush jugé pour crimes contre l'humanité et les Etats-Unis devraient payer des dommages à l'Irak - martyr.

Choukran (merci), Muntadar !

MICHEL COLLON


PETITION DE SOUTIEN :
Muntadar al-Zeidi a été tabassé et est menacé de sept années de prison par le "gouvernement" irakien. Pour le soutenir, vous pouvez signer à : 
Pétition - http://www.uruknet.info/?p=m49604&hd=&size=1&l=e


COMMENTAIRES :

Maxime Vivas - Lettre ouverte à J-F Julliard, secrétaire-général de RSF
Reporters sans Frontières - http://www.michelcollon.info/articles.php?dateaccess=2008-12-17%2014:30:40&log=attentionm

HUMOUR :
Sur notre site, vous verrez que la chaussure fait le tour du monde et des humoristes :
Humour - http://www.michelcollon.info/humour.php

VISEZ BUSH !
Un jeu pour vous exercer si vous le rencontrez un de ces jours...
Jeu Bush - http://www.sockandawe.com/

LA SITUATION EN IRAK :
Sur notre site, en tapant "Irak", de nombreux articles à lire, diffuser, discuter :
www.michelcollon.info

SITES IRAK :
Pour vous informer sur ce qui se passe vraiment en Irak et que les médias ne montrent pas:

Brussels Tribunal - Intellectuels et artistes contre l'occupation
http://www.brusselstribunal.org/

Uruknet - Le plus complet sur l'occupation
http://www.uruknet.info/

Dahr Jamail - Un des rares journalistes indépendants des Etats-Unis
http://dahrjamailiraq.com/

Irak Body Count - «Nous ne comptons pas les cadavres» disait le chef de l'armée US. Eux si.
http://www.iraqbodycount.org/

Military Families Speak Out - Témoignages et activités des familles de soldats US
http://www.mfso.org/

Nadia mcCaffrey - La maman d'un soldat US tué en Irak
http://mollyivinscampaign.blogspot.com/2008/01/nadia-mccaffrey-gold-star-mom.html

MEDIAS :
Un faux (et si c'était l'autre, le faux?) New York Times annonce le retrait de l'Irak, le 4 juillet 2009.
Vrai/faux NYT - http://www.nytimes-se.com/


=== 2 ===


Lettre ouverte à J-F Julliard, secrétaire général de Reporters sans Frontières

Appel à défendre Muntadar al Zaidi

Maxime Vivas
 
Monsieur le secrétaire général, 
En avril 2003, G.W. Bush décrétait que la guerre en Irak était finie. 
En juillet 2003, RSF publiait un rapport intitulé : « Les médias irakiens trois mois après la guerre. Une liberté nouvelle mais fragile». 
On y lisait : « Voici trois mois qu’un vent de liberté souffle sur la presse irakienne… », mais aussi que « Le décret 7 de l’administrateur Paul Bremer, fin juin 2003, interdit et réprime, entre autres l’incitation à la violence contre les forces de la coalition». 
En clair, rien ne peut être dit dans la presse contre l’occupant, toute critique de l’envahisseur étant assimilée à une incitation à le bouter dehors. 
Muntadar Al Zaidi vient de faire voler en éclat cette censure. Pour cela il doit être défendu.
 
Reporters sans frontières dispose d’un réseau, appelé Damoclès, dont la fonction est de soutenir devant la Justice les journalistes emprisonnés. 
C’est le moment de l’activer. Non pas pour cautionner le lancer de chaussures à la tête des conférenciers, mais parce que ce journaliste-là n’avait pas d’autre moyen d’exprimer dans les médias irakiens et aux yeux du monde, un reproche au chef des envahisseurs venu pérorer devant lui après avoir dévasté son pays, pillé son pétrole et ses musées, tué 800 000 civils d’après certains, un million d’après d’autres. Parmi les victimes, figure une partie de la famille de Muntadar Al Zaidi. 
222 journalistes ont été assassinés en Irak depuis le début de l’invasion. Vous indiquez sur votre site qu’entre 2003 et 2006, 12% d’entre eux sont tombés sous des tirs états-uniens. 

200 avocats ont déjà fait savoir qu’ils souhaitent assurer gratuitement la défense de Muntadar Al Zaidi. On ignore à ce jour dans quel bagne il est encagé. Des milliers d’irakiens ont défilé dans la rue pour exiger sa libération. 

Le film du lancer de chaussures nous montre que le journaliste était en parfaite santé après le deuxième jet. Or, il « a été hospitalisé à l'hôpital Ibn Sina car il a un bras et des côtes cassées et souffre de blessures à l'oeil et à la jambe » a affirmé son frère à l'AFP. On apprend par ailleurs qu'il souffrirait aussi d'un traumatisme crânien. Il a donc été sévèrement tabassé alors qu’il était inoffensif. 

A Washington, le département d'Etat a averti qu'il condamnerait d'éventuelles violences infligées au journaliste par les forces de l'ordre après l'incident de Bagdad. 
« Nous condamnons bien évidemment tout recours inutile à la force à l'encontre d'un journaliste », a déclaré le porte-parole de la diplomatie américaine Robert Wood, tout en assurant ne pas savoir si M. al-Zaïdi avait effectivement été frappé et qu'il condamnerait d'éventuelles violences infligées au journaliste par les forces de l'ordre après l'incident de Bagdad. Ce qui prouve que l’humour (noir) n’est pas l’apanage des Anglais. 

RSF a publié un communiqué implorant la clémence du gouvernement mis en place par l’occupant. Mais il est de votre devoir, d’intervenir autrement qu’en paroles, autrement que par un communiqué platonique. 

Il faut exiger que Washington condamne, comme il s’y est engagé, le « recours inutile à la force à l'encontre d'un journaliste », puisque l’on constate des « violences infligées au journaliste par les forces de l'ordre après l'incident de Bagdad ». 

Vos liens particuliers avec les USA vous positionnent avantageusement pour intervenir auprès des envahisseurs, qui sont en mesure de faire cesser les sévices.

En effet, le rapport « Commission for Assistance to a free Cuba « (458 pages) remis au début du mois de mai 2004 par Colin Powell à Georges Bush vous distingue parmi des centaines d’autres ONG. A presque toutes les pages (et jusqu’à dix fois à la page 77), Powell fait appel aux ONG. Une seule, est nommée (dès la page 20) comme on cite le bon élève : Reporters sans frontières (associating Reporters Without Borders). 

Personne ne comprendrait que RSF tolère que Muntadar al Zaidi continue à être maltraité en secret, sauf à y voir une collusion de votre organisation avec un pays qui vous verse des subsides depuis 2002. 

Vous avez su, au mois d’avril décorer de banderoles revendicatives la Tour Eiffel et Notre-Dame de Paris. Fort de votre expérience, agissez ainsi pour ce journaliste que l’opinion publique mondiale (y compris aux USA) ne condamne pas. 

Vous avez su cadenasser à Paris les grilles de l’ambassade d’un pays du tiers monde, refaites-le à l’ambassade états-unienne à Paris. Ou à celle de Bagdad si vous croyez qu’elle ne dépend pas de la première. 

Vous avez su faire connaître, parmi les centaines de journalistes assassinés depuis 10 ans à travers le monde, le nom d’Anna Politkovskaïa. Faites de même pour un journaliste d’un pays occupé, qui n’a blessé personne et dont le geste n’eut pour conséquence que de rendre visible l’opinion de la rue irakienne dans le monde entier. 

Vous avez su établir d’éphémères liaisons radios et créer des sites Internet à destination de pays dont vous vouliez dénoncer le comportement à l’égard de la presse. Refaites-le en Irak et aux USA. 

Vous avez manifesté devant l’UNESCO, déguisés en bagnards, refaites-le devant les ambassades d’Irak et des Etats-Unis à Paris. 

Vous disposez d’un budget de plus de 5 800 000 euros pour venir en aide aux journalistes. Usez-en pour que la famille (ce qu’il en reste) de Muntadar al Zaidi puisse survivre pendant sa détention. 

Vous avez su organiser avec Médiapart deux rencontres au théâtre du Rond-Point à Paris. Organisez la troisième sur un sujet qui remplira la salle. 

Vous avez su distribuer des tracts dans les aéroports pour dissuader des touristes Français d’embarquer pour les Caraïbes. Revenez-y en tractant devant les salles d’embarquement pour Bagdad et New York. 

Vous avez organisé une conférence de presse à l’hôtel Hilton de Caracas pour soutenir une chaîne de télévision complice de putschistes qui appelèrent à l’assassinat du président élu. Agissez de même depuis Bagad pour soutenir celle qui employait un lanceur de chaussures contre un président venu narguer un peuple écrasé par son armée. 

Vous avez su impulser les actions des partisans de l’indépendance du Tibet, persévérez avec les mêmes procédés pour celle de l’Irak débarrassée d’un intrus botté qui « interdit et réprime » les écrits des journalistes patriotes. 

Hélas, vous avez su aussi oublier pendant deux ans un journaliste innocent (Sami Al Haj) à Guantanamo, et attendre, pour demander la fermeture de ce bagne où croupissaient des journalistes, qu’Amnesty International, l’Union Européenne, l’ONU l’aient exigé solennellement. 

Ne renouvelez pas ce genre d’« erreurs » : exigez la fermeture des bagnes de Bagram en Afghanistan et d’Abou Ghraib en Irak. 

Enchaînez-vous aux grilles de Guantanamo. Protestez dans des combinaisons orange devant les barbelés de cette zone de non droit. 

Et surtout, agissez sans relâche pour Muntadar al Zaidi. 

Dans l’improbable hypothèse où vous en resteriez à des communiqués sur votre site Internet, nul ne comprendrait en quoi l’association RSF d’aujourd’hui est différente de celle qui fut longtemps dirigée par un homme désormais salarié d’une dictature arabe (le Qatar) où la presse n’a pas le droit de critiquer la famille régnante. 

Veuillez agréer, monsieur Julliard, l’expression de mes sentiments attentifs au sort des journalistes. 


___________ 
* Maxime Vivas est écrivain et auteur notamment de « La face cachée de Reporters sans frontières. De la CIA aux Faucons du Pentagone », éditions Aden.

---


Le lancer de souliers de Bagdad

RSF refuse de condamner les mauvais traitements infligés à Al-Zaidi

Jean-Guy Allard

 
Avec son habituelle complaisance envers les Etats-Unis qui assurent une bonne partie de son financement, la pseudo ONG française Reporters sans Frontières, non seulement refuse de condamner l’extrême violence avec laquelle il a été procédé à l’arrestation du journaliste Mountazer Al-Zaidi qui a jeté ses souliers sur le président nord-américain George W. Bush, mais « elle regrette que le journaliste ait eu recours à un tel procédé ».
 
Selon son frère, Al-Zaidi est prisonnier à l’hôpital Ibn Sina de Bagdad où il est soigné pour la fracture d’un bras et pour plusieurs côtes cassées en plus de ses blessures à un œil et à une jambe. D’autres sources affirment qu’il souffre d’un traumatisme crânien. 

Plus subtil, le porte-parole du Département d’Etat, Robert Word, a déclaré qu’il condamnerait l’usage de la violence qui serait exercée à l’encontre du journaliste par les forces de l’ordre. 

Cependant, RSF consent finalement à « demander aux services de sécurité irakiens de garantir l’intégrité physique du journaliste » et elle reconnaît que, « visiblement il a été blessé durant sa rétention ». 

Mais elle insiste : « Nous n’approuvons pas cette forme de comportement comme moyen pour exprimer une opinion ». 

Mountazer Al-Zaidi a jeté ses souliers sur le président nord-américain George W. Bush dans un geste de mépris envers celui qui a dévasté son pays et tué des dizaines de milliers de ses compatriotes. 

L’organisation française qui a organisé un si grand nombre de campagnes, financées par Washington, contre Cuba et le Venezuela finit en se mettant à genoux devant le maître de la Maison Blanche pour que son agresseur n’aille pas rendre une petite visite au camp de concentration de Guantánamo. 

Textuellement, Benoit Hervieu, l’auteur de ce communiqué inepte, écrit : « La décontraction avec laquelle George W. Bush a commenté l’incident doit, a fortiori, inciter les autorités irakiennes à la clémence » a déclaré l’organisation. 

Dans une conversation - apparemment tout-à-fait aimable - avec Reporters sans Frontières, Abdel Karim Khalaf, « responsable d’opérations au Ministère de l’Intérieur irakien, a déclaré que Mountazer Al-Zaidi a été arrêté en flagrant délit et qu’il est inculpé en vertu des articles 223, 225 et 227 du code pénal irakien ». 

Le journaliste encourt une peine de « 7 années d’emprisonnement pour offense envers un Chef d’Etat étranger » a précisé ce sbire de service en s’adressant à la si peu prestigieuse organisation parisienne qui prétend défendre les journalistes. 

Mountazer Al-Zaidi est un héros dans son pays et dans tout le monde arabe à la suite de l’incident survenu le 14 décembre lorsqu’il a jeté ses souliers sur George W. Bush au cours d’une conférence de presse organisée dans un bunker militaire de Bagdad à la suite d’une visite surprise du président nord-américain. 

Ces dernières années, Reporters sans Frontières s’est rendue célèbre à cause de sa négligence criminelle face à la cruelle détention, à Guantánamo, du journaliste soudanais Sami Al-Haj. Cette pseudo ONG a aussi été clouée au pilori suite à un rapport scandaleusement pro-nord-américain dans lequel elle niait une quelconque responsabilité de l’US Army dans la mort du cameraman espagnol José Couso. 

Elle a de même fait preuve d’une singulière lâcheté dans l’affaire du reporter ukrainien Taras Protsyuk, assassiné par l’armée des Etats-Unis en Irak. 

Le fondateur de Reporters sans Frontières, Robert Menard, a démissionné il y a quelques semaines de son poste à la tête de l’organisation lorsqu’a éclaté, à Washington, un scandale dans lequel il fut révélé qu’un lieutenant de Frank Calzón, son bienfaiteur de la CIA, avait détourné cinq cent mille dollars des fonds payés par les contribuables. 

Traduction par Manuel Colinas pour Investigaction.


=== 3 ===

Source: earthchange-bulletins @yahoogroups.com

Send your shoes to the White House!!

I think this is an awesome idea---inundate the White House with shoes!!!!!!! !!!!!!! Let's get this around the whole world! 

Tell George what you think of his presidency!

Contact #s.
http://www.whitehou se.gov/contact/

Mailing Address 

The White House
1600 Pennsylvania Avenue NW
Washington, DC 20500 

SPREAD THIS FAR AND WIDE!!!!!


=== 4 ===


EDITORIAL

Ode to shoes

Published Dec 17, 2008 3:51 PM

Ah, lowly objects of mundane human existence, forever condemned to carry on your backs the weight of the world, this ode is to you. Because of you we tenderfeet are able to trudge through burning deserts and freezing slush. We slap you upon the pavements of great metropolises and quiet villages until your seams split, your tongues loll and your soles disintegrate. You are then discarded to the ashbins of history, leaving no record of your great service to humanity.

But now comes a humble pair of shoes that shall live forever.

When you flew through the air, one after the other, in a transcendent arc that nearly clipped the ears of W. Mad Dog, a great sigh went up to the heavens and swept the globe. It was the sigh that comes when a door long shut is cracked open, when a torment long denied at last finds its breath.

A presidential media appearance! How many shoes have attended such solemn and august occasions before, dutifully shuffling in and out on cue, never drawing attention to their presence. But this time, you could not remain rooted to the floor. This time it was one WMD too many. You soared and with you went the hopes of suffering humanity.

You rode in on the feet of Muntader al-Zaidi, a 29-year-old Iraqi journalist who, it turned out subsequently, kept a poster of Che on the wall of his modest apartment. As he threw the first shoe, he shouted to WMD, “This is a gift from the Iraqis; this is the farewell kiss, you dog!”

Perhaps that shoe’s mate felt left out—but not for long. “This is from the widows, the orphans and those who were killed in Iraq!” was Zaidi’s greeting to the president as he lofted the second shoe.

Where are you now, oh noble shoes? Have sinister bureaucrats with the Secret Service sliced you apart, trying to find some clue as to who lovingly tanned your leather, stitched your seams, added a touch of polish? Did they search you for weapons of mass destruction? How dense. The WMD was at the podium.

Even if you are bloodied and abused now, you and Zaidi cannot be erased. The liberating deed was done. The stifling weight of bourgeois decorum couldn’t stop it. The pure oxygen of freedom and sovereignty, for which so many have given their lives, filtered through even the reinforced concrete and razor wire of the puke-Green Zone.

The day will come when monuments of bronzed shoes will dot the street corners. Perhaps your torturers know this. Maybe, before disassembling you, these creatures of free enterprise calculated what you will be worth soon on E-Bay and wondered if they could trade you as they did Iraq’s archeological treasures.

But they have lost. And your brief journey, defying the tug of gravity and the gravity of the occasion, proves it.


Articles copyright 1995-2008 Workers World. Verbatim copying and distribution of this entire article is permitted in any medium without royalty provided this notice is preserved. 

Workers World, 55 W. 17 St., NY, NY 10011
Email: ww@...
Subscribe wwnews-subscribe@...
Support independent news http://www.workers.org/orders/donate.php


=== 5 ===

Un redattore straordinario

L'editoriale di Radio Città Aperta
 
Non c’è stata discussione. Abbiamo nominato Muntazer Al-Zaidi  redattore onorario della nostra emittente e intendiamo adoperarci – insieme ai giornalisti di mezzo mondo – affinchè venga restituito al più presto alla libertà e al suo lavoro.
Il caso del giornalista iracheno che ha infranto le regole del protocollo – incluso quello secondo cui un giornalista diventa pericoloso solo da quando pone la famosa “seconda domanda” al suo interlocutore – non può che riempire di orgoglio sia chi pratica questo lavoro con passione e onestà sia chi ha lottato in questi anni insieme al popolo iracheno contro la guerra e l’occupazione militare USA ed europea.
Quelle due scarpe volate in direzione del presidente che ha le maggiori responsabilità nei crimini di guerra commessi in Iraq, sono state un urlo di dignità e di libertà per tutti.
Scarpe contro missili, bombe, bombardieri, carri armati ma scarpe anche contro quella informazione asservita – o embedded, come siamo stati costretti ad imparare - che da anni occulta, riduce, minimizza, distorce le notizie dai fronti di guerra in Iraq e Afghanistan ma anche dalla Palestina o dal continente latinoamericano. Una malainformazione complice e persuasa che i fatti vadano sempre filtrati e riportati secondo le chiavi di lettura del conformismo mediatico occidentale.
Quelle due scarpe lanciate contro Bush sono un gesto di liberazione anche da tutto questo. Ed è per questo motivo che siamo onorati di nominare Muntazer Al-Zaidi redattore onorario della nostra radio, in attesa che torni presto libero e possa venire in Italia ospite nostro e di tutta la comunità dei giornalisti non arruolati.
 
17 dicembre 2008


=== 6 ===

Source: Bail Out The People Movement - www.BAILOUTPEOPLE.org


Support Steve Millies

Defend the Right to Demand "Bail Out the People, Not the Banks!"



Wall Street & MTA: "This Shoe is for You!"

Yesterday, activists from the Bail Out the People Movement attended the MTA board meeting to protest proposed draconian budget cuts and fare hikes.  The increase in subway & bus fares, layoffs, and service cuts are all going to fatten the coffers of Wall Street Bankers - the same bankers who have received hundreds of billions of dollars in bailout money. 

Steve Millies, a long time activist, took the podium at the meeting and denounced the MTA as "a collection agency for the biggest banks and insurance companies," and said that the budget should be "thrown in the garbage can." 

Today's New York Times reports:

“We don’t need any fare increases and we don’t need our transit system ravaged either,” said Mr. Millies, who said he was an Amtrak signal-tower operator and a member of the Bail Out the People Campaign, a group that has stood up for victims of the economic crisis. He called for the subway and bus fare to be reduced to $1, to help unemployed New Yorkers.

Then, referring to the authority’s chief executive, who was sitting about 15 feet away, he said: “Where is Elliot Sander?” He stooped, slipped off one of his shoes and shouted, “You made $300,000 last year.”

Immediately, authority police officers swarmed him and pushed him out of the room. He was clutching his shoe, a black, thick-soled oxford, in his hand....

 “I wanted to show the sole of the shoe as a sign of contempt for someone who makes so much money and yet wants to raise fares on the disabled,” he said. He said that the authority’s plans to more than double the $2 fare for disabled passengers who use the Access-a-Ride service particularly incensed him.

He said the gesture was planned with Muntader al-Zaidi, the Iraqi shoe-thrower, in mind.

“I was very much inspired by that courageous Iraqi journalist who was protesting the occupation of his country by the American and British oil companies and their governments,” Mr. Millies said.

Mr. Millies said the ticket he was given charged him with “intent to cause a public annoyance.”

“What’s the point of having a public hearing,” he said, “unless you allow people to annoy public officials?”
Activists all around the city and country are applauding Steve Millies. He did what millions of New Yorkers, who are paying more for everything while bankers are being bailed out, would love to do. 

Millies reported for work yesterday at AMTRAK, where he has been a union worker for 24 years, and was told by his supervisors to go home because of this incident.


Action Alert:

Here's how you can help: 
  • Please call the NYPD Switchboard at 1-646-610-5000 - demand that the false charges against Steve Millies be dropped.
  • Make a donation online at http://bailoutpeople.org/donate.shtml.  Help us defend Steve Millies and continue to organize to demand "Bail Out the People Not the Banks!"
Steve Millies will be one of the many activists and community organizers attending the important January 17 Fightback Conference, held on the weekend of the 80th Anniversary of Martin Luther King, Jr.'s 80th birthday. This important conference will include skill sharing, workshops, and planning for direct action and peoples' intervention against fare hikes, tuition and utility increases, evictions and foreclosures, as we continue to mobilize to demand "Bail Out the People - Not the Banks!"  For information on the conference, go towww.BailOutPeople.org.


MEDIA COVERAGE***

Youtube - Ch 11
http://www.youtube.com/watch?v=BjAslDC3BbU

Say Whatever You Want, but No Throwing Shoes (New York Times):
http://www.nytimes.com/2008/12/18/nyregion/18sander.html

The shoe must go on: MTA adopts 'miserable' budget
http://www.newsday.com/news/local/transportation/ny-limta185969267dec18,0,1516669.story

Touching your shoes during conference can land you in jail!
http://www.thaindian.com/newsportal/world-news/touching-your-shoes-during-conference-can-land-you-in-jail_100132527.html

This Shoe's For You: Emotions Boil At MTA Hearing:
http://wcbstv.com/cbs2crew/mta.cash.crunch.2.889271.html

At M.T.A. Hearing, Another Shoe Almost Dropped:

http://cityroom.blogs.nytimes.com/2008/12/17/at-mta-hearing-another-shoe-almost-dropped/

Rider to MTA boss: 'This shoe is for you!":

http://www.newsday.com/iphone/ny-nymta1218,0,5427568.story

This Shoe's for you, MTA! Protestor at board meeting inspired by Iraqi who threw shoes at Bush:
http://www.nydailynews.com/ny_local/2008/12/17/2008-12-17_this_shoes_for_you_mta_protestor_at_boar-1.html

MTA Board Approves Fare Hike, Service Cuts:

http://www.ny1.com/content/top_stories/90797/mta-board-approves-fare-hike--service-cuts/Default.aspx

Disgruntled Subway Rider Attempts to Throw Shoe at MTA Boss:
http://www.wpix.com/landing/?Disgruntled-Subway-Rider-Attempts-to-Thr=1&blockID=164538&feedID=1404


Bail Out The People Movement

55 W. 17th St., 5C, New York, NY 10111
212-633-6646
www.BAILOUTPEOPLE.org




BOSNIAN WANTS HER HUSBAND BACK FROM GUANTANAMO SOON


(Donna bosniaco-musulmana reclama la liberazione del marito -
algerino, trasferito in Bosnia durante la guerra contro i serbi e
contro la Jugoslavia - detenuto a... Guantanamo.
Si vedano le eloquenti fotografie: http://www.reuters.com/news/pictures/articleslideshow?articleId=USTRE4AP61220081126&channelName=topNews#a
=1 )


Wed Nov 26, 2008 12:34pm EST

By Daria Sito-Sucic

SARAJEVO (Reuters) - Hajj Boudella's children will have to wait a
while to see their father, even though a U.S. federal judge ordered
his release last week from the Guantanamo Bay prison after nearly
seven years...
... It may take up to two years before Boudella, one of five Algerians
ordered released last week from Guantanamo, returns home to Bosnia,
where he first went during the 1992-95 war to help organize
humanitarian assistance.
Thousands of volunteers from Arab and African countries came to Bosnia
during the war to fight along with Bosnian Muslims against Serbs and
Croats. Some worked for Islamic aid groups...
... "I fought not to spend the rest of my life as the wife of a
terrorist but of a man who was illegally kidnapped," she said.

(Reporting by Daria Sito-Sucic; editing by Adam Tanner and Philippa
Fletcher)

http://www.reuters.com/article/topNews/idUSTRE4AP61220081126?pageNumber=2&virtualBrandChannel=0&sp=true


Quel Natale nelle baracche 

- di Adriano Prosperi

 
Strano Natale. 
Una cronaca televisiva da Forte dei Marmi mostra un mercatino di Natale nel luogo più caro d'Italia. Un venditore dichiara soddisfatto: «Spendono, spendono». La televisione diffonde immagini da cartolina: paesaggi, consumi, uomini e donne tutto di lusso. Spostiamoci di poco. Siamo nei pressi dell'Arno, a poca distanza da Pisa. Altre immagini, altre parole. Si vedono ma non in televisione alcune baracche.

Gli abitanti hanno scritto un appello, in italiano e in inglese. Ne riporto alcune frasi: 
«Siamo dei Rom rumeni, siamo circa 60 famiglie.Viviamo nella città di Pisa, nelle baracche in condizioni non buone, senza acqua e senza luce. 
Noi non vogliamo vivere nelle baracche. Siamo costretti a vivere nelle baracche perché non ci è data la possibilità di prendere una casa: il Comune non ha interesse ad aiutarci a trovare una casa. Non possiamo mandare a scuola i bimbi perché non abbiamo le condizioni igienico-sanitarie. Alcuni bimbi vanno a scuola, ma spesso le scuole rifiutano di iscrivere i nostri figli. 
Facciamo lavori che gli italiani non vogliono fare, in condizioni peggiori. Alcuni di noi lavorano con contratto regolare, altri al nero, altri sono in cerca. Alcune persone hanno fatto dei corsi di specializzazione, anche se vivono in queste condizioni. 
E' difficile trovare lavoro perché molti datori di lavoro chiedono la residenza dell'anagrafe. Anche se viviamo a Pisa da tanti anni, anche se lavoriamo, anche se i nostri figli vanno a scuola, il Comune non ci dà la residenza dell'anagrafe perché viviamo nelle baracche. 
Noi siamo persone che vogliamo integrarci, siamo persone intelligenti, con cultura, con tradizioni. 
Il Sindaco di Pisa ha firmato una ordinanza per sgomberare i campi, senza soluzione, in stagione di inverno. Noi non possiamo lasciare la città di Pisa, abbiamo lavoro, paghiamo i contributi, abbiamo anche alcuni figli malati. Ordinare uno sgombero in queste condizioni è inumano».

Mi dicono che lo sgombero sarà spostato a dopo Natale. Pietà? Forse è vero che, come ha scritto Machiavelli, gli uomini non sono mai del tutto buoni o del tutto cattivi. Forse si è temuto l'effetto sgradevole dello sgombero nel freddo intenso di questi giorni, mentre i cittadini bennati vanno alla messa. O forse anche i vigili incaricati della demolizione delle baracche e della deportazione dei rom in quel giorno hanno altro da fare.

Non chiedete da quale parte politica viene quell'ordinanza. La cosa non è importante, non più. La politica, sia quella delle lotte dei partiti, sia l'antica paziente arte del possibile è morta. Rimane solo la caccia al favore degli elettori. Che non la faranno mancare.

Me ne offre la prova una lettera anonima (non del tutto, c'è una firma collettiva: «un gruppo di lettori del Tirreno») speditami un mese fa dove si legge fra l'altro: «In città ci sono troppi immigrati e zingari, tutta gente che non fa nulla ai quali si aggiungono una miriade di ambulanti di colore che danneggiano gravemente il turismo. Di qui l'ordinanza più che giusta anti-borzoni» (sic: trattasi di un'ordinanza che vietava le grosse borse dei venditori ambulanti di colore). E continuava: «Case ai rom? Cose da pazzi! Gli zingari prima o poi dovranno essere rispediti nei loro paesi di provenienza. Di questo ne è convinto il novanta per cento della gente. Quella degli zingari, in particolare, è l'etnia più odiata dagli italiani».

Dai tempi dell'esplosione di violenza con l'aggressione fascista al campo di Ponticelli le cose sono dunque cambiate. Come, lo lasciamo giudicare ai lettori. Nel paese che ricorda ufficialmente le leggi razziali del 1938, nella regione che ha dedicato solenni e commosse cerimonie pubbliche e convegni di studio, a pochi passi da quel Parco di San Rossore dove quelle leggi vennero firmate, l'odio «etnico» è professato apertamente da anonimi lettori di un quotidiano di sinistra.

Forse è il caso di progettare su quell'argine dell'Arno, al posto delle baracche destinate alla ennesima demolizione (ché molte altre ce ne sono già state) un monumento alla memoria di Arturo Bocchini, il capo della polizia che nel settembre del 1940 emanò i primi provvedimenti di internamento degli zingari italiani. Lui li internava nei campi di concentramento, i suoi imitatori di oggi li buttano fuori dalle baracche, all'aperto, in questa stagione. Forse moriranno di freddo. L'importante è che lo facciano lontano dai nostri occhi.

Questo accade in un paese dove nella distrazione generale si parla apertamente di regime presidenziale e si portano a termine gli ultimi dettagli di quel piano della P2 di cui giustamente Licio Gelli rivendica la lungimiranza e il successo. Buon Natale e felice anno nuovo.


Adriano Prosperi, La Repubblica, 24 Dicembre 2008



BOSNIA: ATTACCO A BABBO NATALE


La redattrice di Osservatorio Balcani Azra Nuhefendic' osserva con
amarezza che "dopo aver introdotto nei nidi le lezioni di religione
musulmana" in Bosnia anche "Babbo Natale è stato cancellato per
decreto dagli asili di Sarajevo" per lo zelo bigotto dell'SDA:

http://www.osservatoriobalcani.org/forum/messagelist/10440

Cosicchè Azra e Osservatorio Balcani piangono lacrime di coccodrillo
sulla cancellazione di quella Bosnia jugoslava in cui "più cresceva il
benessere comune del Paese, più si festeggiava. Oltre alle feste
ufficiali celebravamo pure quelle religiose, a modo nostro. Non erano
proibite... In tutto questo, per la maggior parte di noi, la religione
c'entrava poco. La nostra devozione fu quella di stare insieme, di
divertirci, di volersi bene, il rispetto per gli altri e diversi. Non
ci sentivamo né oppressi né stupidi, ancora meno ingannati..."

Adesso invece "si sta realizzando... quello che l'ex presidente
bosniaco Alija Izetbegovic' prometteva nel 1996", e cioè: "non
insisteremo su censure o divieti, ma prenderemo misure perché il
nostro popolo, con disprezzo, respinga i valori sospetti".
In effetti, prima ancora di respingere Babbo Natale, vale a dire
almeno dagli anni Settanta (Dichiarazione Islamica), Izetbegovic e
quelli che lo hanno appoggiato hanno respinto i ben più preziosi
"valori sospetti" della Unità e della Fratellanza, cioè della laicità
e del socialismo, imponendo lo smembramento del paese per creare
piccole patrie basate su etnia e religione: "etnia" bosgnacca e
religione musulmana, nel caso specifico.

Non si capisce perciò il senso di questo "pianto greco", da parte di
Osservatorio Balcani e dei suoi collaboratori, sulla abolizione di
Babbo Natale e dei tempi che furono, visto che gli stessi Osservatorio
Balcani e collaboratori per il resto del tempo si dedicano alla
ipocrita criminalizzazione della controparte etno-politica serba come
"causa prima" del disastro sociale ed umano di cui sopra (vedi
"Srebrenica" e le altre parole-chiave della disinformazione
strategica) ed alla stigmatizzazione demagogica ed intellettualistica
della Jugoslavia socialista, delle sue memorie, dei suoi valori.

(a cura di Italo Slavo)

(italiano / english / deutsch)

Notizie e appuntamenti del movimento contro la guerra

1) Roma 17/1: Assemblea nazionale del movimento antiguerra a Roma.
L'adesione del Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia - onlus

2) No alla guerra, No alla NATO. Mobilitazione internazionale dal 2 al 5 aprile 2009 a
Strasburgo-Kehl.
Appello concordato a Stoccarda il 05-11-2008
Strasbourg-Kehl 4-5 April, 2009: International demonstration against NATO

3) Report riunione della Rete nazionale Disarmiamoli! - Roma, 6 dicembre 2008

4) Comunicato Rete nazionale Disarmiamoli!:
AFRICOM - Un nuovo progetto colonialista U.S.A. con basi in Italia. Grazie al governo
Berlusconi

5) Aufruf "NEIN ZUR NATO"


Segnaliamo anche, sul sito http://www.disarmiamoli.org , i nuovi video-intervista di
Manlio Dinucci:
"Il conflitto in Georgia"
"Il ruolo dell'Asia nella strategia USA"
"Il Comando Africa – Una nuova servitù militare statunitense che dalle basi militari in Italia
si proietta sul continente africano"
"Obama va alla guerra? – I primi passi di una Amministrazione che non promette niente di
buono"


=== 1 ===

E' stata annunciata per il 3-4 aprile 2009 una grande iniziativa internazionale di protesta
contro il summit della NATO a Strasburgo-Kehl.
L'iniziativa sarà preparata in Italia con una assemblea nazionale di tutto il movimento
contro la guerra, il 17 gennaio a Roma.

Il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia - onlus aderisce e parteciperà all'assemblea,
e darà il proprio contributo alla sua riuscita oltrechè alla riuscita della importante iniziativa
internazionale di inizio aprile.

Il nostro Coordinamento, che in questo stesso periodo è impegnato anche negli
appuntamenti legati al X Anniversario della aggressione della NATO contro la Jugoslavia
(vedi: https://www.cnj.it/24MARZO99/2009/index.htm ), sottolinea come questi vadano
visti nell'ambito della più ampia campagna per la abolizione della NATO, che è animata da
uno spettro di forze larghissimo in numerosi paesi europei e culminerà il 3-4 aprile 2009
a Strasburgo-Kehl.

CNJ-onlus


---

fonte: Rete Disarmiamoli!
"60 anni di NATO sono troppi. Basta con la NATO, con la guerra, con le basi militari"

17 gennaio assemblea nazionale a Roma.
4 aprile 2009 manifestazione europea a Strasburgo-Kehl.

Invitiamo tutti i soggetti impegnati a lottare contro la guerra globale ad aderire all'appello
europeo di Stoccarda contro la NATO ed a sostenere le proteste che si svolgeranno a
Strasburgo nell'aprile del 2009, in occasione del vertice dei paesi della NATO che
celebrerà il 60° anniversario dell'Alleanza Atlantica nella sede del parlamento Europeo.
Questa scadenza coincide anche con l'anniversario - per noi vergognoso - dei
bombardamenti della NATO sulla ex Jugoslavia nel '99 e con la mobilitazione popolare in
corso contro la nuova base USA a Vicenza
Per discutere, coordinare, approfondire questa campagna contro la NATO e le lotte sul
territorio a ciò connesse, per organizzare la mobilitazione di Strasburgo del 4 aprile 2009,
invitiamo a partecipare alla Assemblea nazionale convocata a Roma per il 17 gennaio
promossa dalle associazioni del PATTO PERMANENTE CONTROLAGUERRA ed aperta alle
forze che si riconoscono nell'Appello di Stoccarda pubblicato sul sito
www.disarmiamoli.org


=== 2 ===
No alla guerra, No alla NATO

Mobilitazione internazionale dal 2 al 5 aprile 2009

Appello concordato a Stoccarda il 05-11-2008. Da www.contropiano.org

In occasione del 60° anniversario dell'organizzazione militare NATO, lanciamo un appello
ad essere presenti a Strasburgo e a Kehl ad aprile 2009, per protestare contro le politiche
nucleari e le aggressive politiche militari della NATO, chiediamo anche di sostenere la
nostra visione di un mondo giusto e libero dalle guerre.
La NATO è un ostacolo crescente per il raggiungimento della pace mondiale. Dalla fine
della Guerra Fredda, la NATO si è reinventata come strumento di azione militare della
"comunità internazionale", compresa la cosiddetta "guerra al terrorismo". In realtà, è un
veicolo per l'uso di forze, a direzione statunitense, con basi militari in tutti i continenti,
scavalcando così le Nazioni Unite ed il diritto internazionale, e accelerando la
militarizzazione e l'escalation delle spese militari – i paesi della NATO rappresentano il
75% della spesa militare globale. Perseguendo questa linea espansionista fin dal 1991,
ideata per favorire interessi strategici, la NATO ha sostenuto la guerra nei Balcani,
mascherata da "guerra umanitaria", ed ha sostenuto sette anni di brutale guerra in
Afghanistan, dove si è verificata una tragica escalation della situazione e la guerra ha
raggiunto il Pakistan.
In Europa la NATO sta aggravando le tensioni, sostenendo la corsa al riarmo con la
cosiddetta "difesa missilistica", un massiccio arsenale nucleare e una politica del colpire
per primi. La politica dell'Unione Europea è sempre più strettamente legata alla NATO. E'
in atto una potenziale espansione della NATO verso l'Europa dell'est ed oltre, e le sue
operazioni "fuori area" stanno rendendo il mondo sempre più pericoloso. Il conflitto nel
Caucaso indica chiaramente questi pericoli. Ogni ampliamento dei confini della NATO
aumenta la possibilità di guerre, compreso l'uso di armi nucleari.
Per raggiungere la nostra visione di un mondo in pace, rifiutiamo ogni risposta militare
alle crisi regionali e globali – queste risposte fanno parte del problema e non della
soluzione. Rifiutiamo di vivere sotto la minaccia delle armi nucleari e rifiutiamo una nuova
corsa agli armamenti. Dobbiamo ridurre le spese militari – indirizzando piuttosto le risorse
verso i bisogni dei cittadini. Dobbiamo chiudere tutte le basi militari straniere. Ci
opponiamo a tutte le strutture militari usate per interventi militari. Dobbiamo
democratizzare e demilitarizzare le relazioni tra i popoli e stabilire nuove forme di
cooperazione pacifica per costruire un mondo più sicuro e più giusto.
Lanciamo un appello per la divulgazione di questo messaggio nelle comunità e nei
movimenti, affinché si estenda la presenza a Strasburgo e a Kehl per far diventare una
realtà questa nostra visione. Crediamo che un mondo di pace sia possibile.
No alla guerra No alla NATO
Le attività durante la mobilitazione anti NATO comprenderanno una manifestazione sabato
4 aprile, una conferenza internazionale da giovedì 2 a domenica 5 aprile, azioni dirette di
disobbedienza civile ed un campo internazionale di resistenza che si terrà da mercoledì 1
a domenica 5 aprile.

---

http://www.stopwar.org.uk/index.php?
option=com_content&task=view&id=785&Itemid=27

International demonstration against NATO

Written by No To Nato
Wednesday, 08 October 2008

On the occasion of the sixtieth anniversary of the NATO military organisation, we appeal
to all people to come to Strasbourg and Kehl in April 2009, to protest against NATO's
aggressive military and nuclear policies, and assert our vision of a just world free of war.

NATO is an increasing obstacle to achieving world peace. Since the end of the Cold War,
NATO has reinvented itself as a tool for military action by the "international community",
including the promotion of the so-called "war on terror". In reality it is a vehicle for US-
led use of force with military bases on all continents, bypassing the United Nations and
the system of international law, accelerating militarisation and escalating arms
expenditure - NATO countries account for 75% of global military expenditure. Pursuing
that expansionist agenda since 1991, designed to advance strategic and resource
interests, NATO has waged war in the Balkans, under the guise of so-called "humanitarian
war", and has waged seven years of brutal war in Afghanistan, where the tragic situation is
escalating and the war has expanded into Pakistan.


In Europe NATO is worsening tensions, feeding the arms race with so-called "missile
defence", a massive nuclear arsenal and a nuclear first strike policy. EU policy is
increasingly tied to NATO. NATO's ongoing and potential expansion into eastern Europe
and beyond, and its "out of area" operations are making the world a more dangerous place.
The conflict in the Caucasus is a clear indication of the dangers. Each advance of the
NATO border increases the possibility of war, including the use of nuclear weapons.

To achieve our vision of a peaceful world, we reject military responses to global and
regional crises - these are part of the problem not part of the solution. We refuse to live
under the terror of nuclear weapons, and reject a new arms race. We must decrease
military expenditure - directing resources instead to meeting human needs. We must close
down all foreign military bases. We oppose all military structures used for military
intervention. We must democratise and demilitarise the relations between peoples and
establish new forms of peaceful cooperation to build a more secure and just world.

We call on you to spread this message in your communities and movements, to come to
Strasbourg and Kehl and to make this vision a reality. We believe that a world of peace is
possible.

No to war
No to NATO.

The activities during the anti-NATO protest will include a demonstration on Saturday 4th
April, an international conference from Thursday 2nd April to Sunday 5th April, direct
action and civil disobedience, and an international resistance camp from Wednesday 1st
April to Sunday 5th April.
Signed:
International: Global Network Against Weapons & Nuclear Power in Space /// International
Association of Lawyers Against Nuclear Arms, Europe (IALANA) /// International Network
of Engineers and Scientists for Global Responsibility (INES) /// International Peace Bureau
(IPB) /// No Bases Network /// Women's International League for Peace and Justice (WILPF)
/// Anti-imerpialistische Koalition /// Circulo Latinoamericano de Estudios
Internacionales (CLAEI)
Afghanistan: Afghanistan Socialist Organisation /// Left Radical of Afghanistan
Belgium: attac Vlaanderen /// Bombspotting /// CADTM Belgium (Committee for the
Abolition of the Third World Debt) /// Christenen voor het Socialisme ///Coordination
Nationale d'Action pour la Paixet la Démoratie (CNAPD) /// Comité de Surveillance
OTAN/// Intal /// Links Ecologisch Forum /// Une autre Gauche /// Forum voor
Vredesactie /// monde sans guerres et sans violence /// Socialistische Arbeiderspartij
(SAP) /// vrede
Denmark: Aldrig Mere Krig (AMK) /// Enhedslisten de Rod Gronne / Red-Green Alliance
/// Faellesskabet for Menneskets Udvikling /// Nej til Krig / No to War
Germany: Aachener Friedenspreis ///Antimilitaristische Gruppe Münster ///
Aktionsbündnis gegen die NATO und Sicherheitskonferenz /// Attac Deutschland /// Bund
für Soziale Verteidigung (BSV) ///Bundesausschuss Friedensratschlag Bundeswehr
wegtreten /// Deutsche Friedensgesellschaft, Vereinigte Kriegsdienstverweigerinnen ///
Deutscher Friedensrat /// Die Linke -Bundespartei /// Die Linke LV Bayern ///Die Linke
LV BaWü /// Dortmunder Friedensforum /// Europäisches Friedensforrum (EFF) /
European Peace Forum /// Friedensnetz Baden-Württemberg ///
Friedensplenum/Antikriegsbündnis Tübingen /// Gründe Jugend Bundesverband ///
Hamburger Forum /// Heidelberg Forum gegen Militarismus und Krieg ///
Informationsstelle Friedensarbeit /// Informationsstelle Militarisierung (IMI) ///
Internationale Ärzte für die Verhütung des Atomkrieges, Ärzte in sozialer Verantwortung
(IPPNW) /// International Association of Lawyers Against Nuclear Arms (IALANA), German
section /// Internationale Frauenliga für Frieden und Freiheit (IFFF) /// Internationaler
Versöhnungsbund (VB) /// Internationale Sozialistische Linke ///Interventionstische Linke
/// Karlsruher Friedensbündnis /// Kooperation für den Frieden ///Kulturvereinigung
Leverkusen ///Kultur des Friedens /// Linksjugend [solid] /// MC Brigadistas ///
Mönchengladbacher Friedensforum /// Münchner Bürgerinitiative für Frieden und
Abrüstung (BIFA) ///Münchner Friedensbündnis /// NaturwissenschaftlerInnen-Initiative /
Verantwortung für Frieden und Zukunftsfähigkeit (NatWis) /// Netzwerk
Friedenskooperative /// Netzwerk Friedenssteuer /// Ostermarsch Komitee Ruhr und
Rhein /// Pax Christi Deutschland /// Republikanischer Anwaltsverein (RAV) ///
Résistance deux Rivières /// Rosa Luxemburg Stiftung BaWü /// Trägerkreis Atomwaffen
abschaffen /// Vereinigung der Verfolgten des Naziregimes Bund der Antifaschistinnen
und Antifaschisten (VVN) /// Werkstatt für Gewaltfreie Aktion Baden (WfgA) /// Würselener
Initiative für den Frieden /// Zukunftskonvent Berlin
Frankreich: Association des Combattants de la Cause Anticoloniale (ACCA) /// Agir Contre
la Guerre (ACG)/// Americans Against the War France (AAWF) /// Association Nationale
des Elus Communistes et Républicains (ANECR) /// Association des Médecins Français
pour la Prévention de la Guerre Nucléaire (AMFPGN) /// Association Nationale des Elues
Communistes et Républicains /// Attac France /// Attac Strasbourg /// Colectif des
Traxieurs contre la Guerre /// Dissent France /// Droit Solidarite France /// Fédération
Syndicale Unitaire (FSU) /// Initiative Feministe et … /// IPAM/CEDEAM /// La guerre tue
/// Les Alternatifs ///Ligue communiste révolutionnaire (LCR) /// MARS - Gauche
Republicaine /// Mouvement contre le Racisme et pour l'Amitié entre les peuples ///
Mouvement de la Paix /// MPEP France /// Nouveau Parti Anticapitaliste (NPA) /// Parti
Communiste Français (PCF) /// Parti Communiste des Ouvriers de France (PCOF) /// Pour
la République Sociale (PRS) /// Union Juive Francaise pour la Paix (UJFP) /// Union Pacifiste
de France (UPF)
Greece: Campaign Genoa 2001 /// Greek Social Forum /// Stop the War Coalition Greece
/// GSEE Greek General Workers Confederation (Privat Sector) /// ADEDY, Civil Servants
Confederation /// EKA, Athens Labour Center /// AGSSE, Confederation of Pensioneers ///
OTOE, Federation of Bank Employees Unions /// OLME, Federation of Public High School
Teachers /// DOE, Federation of Primary School Teachers /// POEDHN, Federation of
Hospital Workers /// EINAP, Athens and Pireaus Hospital Doctors Union /// OENGE,
Hospital Doctors Federation /// POE-OTA, Federation of Municipality Workers /// POST,
Federation of Post Workers /// OMYLE, Federation of Port Workers /// GENOP-DEH,
Federation of Public Power Company Workers /// POS, Federation of Railway Workers ///
OME-EYDAP, Federation of Workers Working for the Water Company ///POEDXB,
Federation of Workers of the Chemistry Industry and Refineries /// POSPERT, Federation of
workers in the radio and the television /// OIYE, Federation of Private Sector Employees
/// OIELE, Federation of Private High Schoolteachers /// SIEL, Union of Private High
Schoolteachers of Athens and Pireus /// POSE-IKA, Federation of workers in IKA ///
POSYPPO, Federation of Workers in the Ministry of Civilization /// OSYO, Federation of
workers in the Ministry of Finance /// POE-DOY, Federation of Tax Employees /// OLP,
Port Workers Federation /// Greek Oil Company Workers Union /// National Bank of
Greece Workers Association /// Agricultural Bank of Greece Workers Association /// Bank
of Greece Workers Association (Greek Central Bank) /// Attica Bank Workers Union ///
Unionf of the employees in the Agricultural Insurance Company /// National Bank of
Greece (Cyprous Department) Workers Union /// Altec Workers Union /// Union of
workers in the Agia Olga Hospital /// Union of workers in the Local Government of Nea
Ionia /// Athens Lawyers Association /// Pireus Lawyers Association /// Association of
students in the Athens University of Economics (ASOEE) /// Association of Athens Law
University students /// Association of the studenst in the Architecture Department of the
NTUA (National Technical University of Athens) /// Chania Elementary School Teachers
Union /// Chania Federation of High SchoolTeachers /// Chania Labor Center /// Chania
Doctors Union /// Union of the workers in the General Hospital of Chania /// Union of
workers in the Chania Prefecture /// Chania Firefighters Union /// Chania taxi drivers
union /// Chania Cooks Union /// Chania Postal Workers Union /// Committee against
Military Bases and Foreign Dependency /// Chania Immigrants Forum /// Chania
Ecological Initiative /// Association for animals protection /// Rethymnon Labor Center
/// Association of the employees of Rethymnon Local Government /// Rethymnon
Federation of Highscholl Teachers /// Union of hospital workers /// Association of Creta
University Postgraduate Students /// Association of Soclology Students /// Association of
Pedagogic Students /// Association of Psychology Students /// Greek Social Forum
(Rethymnon) /// Radical Left Students Association (AEP-EAAK) /// Iraklion Labor Center
/// Civil Servants Union /// Iraklion Teachers Union /// Iraklion Federation of High
SchoolTeachers /// Union of tax employees /// Association of Biology Students ///
Association of Physics Students /// Ioannina Labor Center /// Ioannina Teachers Union
/// Association of Doctors in the Hospitals of Ipirous /// Union of Metal Workers of Ipirous
/// Association of Ioannina University Teachers /// Association of Students Residents in
the Domboli Dormants /// Pakistani Community of Ioannina /// Radical Left Municipality
Groups (DRASI-NORASI) /// Colaboration for Change /// Ioannina Social Forum /// Local
Government of Prevesa /// Prevesa Labor Center
Great Britain: Campaign for the Accountability of America Bases (CAAB) /// Campaign for
Nuclear Disarmament (CND) /// City of Leicester NUT /// CND, West Midlands /// Bertrad
Russel Peace Foundation ///Dundee Trade Unions Council /// Leicester Social Forum ///
Red Pepper Magazine /// Stop the War Coalition///
Guinea: Centre d'Etude et de Recherche pour l'Intégration régionale et le Développement
de l'Afrique (CERIDA)
Iraq: Makhmour Organisation for Human Rights
Ireland: Irish Anti-War Movement /// Peace and Neutrality Alliance
Italy: Collettivo Bellacio Grecia /// Confederazione COBAS - Confederazione dei Comitati
di Base /// Fiom CGIL /// Sindicatio del Lavrotori Intercategoriale
Japan: The Japan Council against Atomic and Hydrogen Bombs
Canada: Canadian Voice of Women for Peace
Mauritania: Le réseau de la Société Civile Mauritanienne pour la Promotion de la
Citoyenneté (RPC)
Macedonia: Mirovna Akcija (Peace Action)
Netherlands: Internationale Socialisten /// Freedom, Nederland /// Kerk en Vrede ///
Nederlands Palestina Komitee /// PAIS - War Resister's International, Netherlands ///
Platform tegen de `Nieuwe Oorlog' / Anti War Coalition /// VD - Anti-Militaristies
OnderzoeksKollektief (AMOK) /// Women's International League for Peace and Justice
(WILPF), Dutch section
Niger: RNDD (Reseau National Dette et Developpement)
Norway: Norwegian Union of Municipial and General Employes
Austria: Linkswende
Philippines: Stop the War Coalition
Poland: Inicjatywa Stop Wojnie (Stop the War Initiative)
Russia: International Federation for Peace and Conciliation (IFPC) /// International
Federation for Peace and Conciliation, St. Petersburg section /// IPPNW, Russian Affiliates
/// Social Ecology Foundation /// Social Movemenet "Alternatives"
Switzerland: Gruppe für eine Schweiz ohne Armee (GSoA) /// Humanistische Partei der
Schweiz
Spain: Alternativa Antimilitarista - Moc Network /// Center of Peace Studies/ Catalan Stop
the War Coalition/// ESK Union, Basque country /// campaña contra OTAN /// Josep Bel
coordinadora Sindicato cobas (comisiones de Base de España) /// Plataforma Aturem la
Guerra
Czech Republic: Neradaru /// Socialisticka Solidarita
Türkey: Global Peace and Justice Coalition of Turkey
USA: Code Pink /// Global Exchange /// Institute for Policy Studies /// Iraq Veterans
against the War (IVAW Europe) /// Peace Action /// United for Peace and Justice /// US
Peace Council


=== 3 ===
Report riunione della Rete nazionale Disarmiamoli!

www.disarmiamoli.org


Roma, 6 dicembre 2008.


La riunione si è tenuta a distanza di molti mesi dalla precedente, quando ancora era in
corso la raccolta di firme a sostegno della LIP sui trattati internazionali e sulle basi
militari.

Ripartiamo quindi dal 6 agosto 2008, giorno in cui sono state consegnate, al Parlamento
italiano, le 62.000 firme raccolte a sostegno della legge. Legge che, successivamente, è
stata assegnata alla Commissione Esteri della Camera dei Deputati. Sono stati chiesti gli
incontri al Presidente della stessa commissione e al Presidente della Camera dei Deputati.
Contemporaneamente si è cercata una interlocuzione con i gruppi politici del PD e
dell'Italia dei Valori, ma a tutt'oggi non ci sono stati riscontri positivi. Stiamo verificando
in questi giorni se il regolamento della Camera prevede un vincolo di tempo per l'esame
della legge: il Servizio Testi Normativo, a cui abbiamo consegnato materialmente le firme,
ci ha comunicato che oltre alla Commissione Esteri il testo di legge dovrà essere valutato
anche da altre commissioni – Difesa e Affari Regionali – e quindi è presumibile che sui
tempi ci sarà bisogno di un tallonamento continuo. Si può pensare, come forma di
pressione, ad una interrogazione parlamentare e, se si renderà necessario, ad allestire un
gazebo davanti al Parlamento nel mese di febbraio.


CONSIDERAZIONI GENERALI



Tenendo conto che le circostanze attuali (crisi economica globale) tendono a far scivolare
in secondo piano le tematiche relative alla guerra, l'obiettivo per i prossimi mesi è quello
di contestualizzare e dare continuità al nostro agire , da un lato predisponendo strumenti
di informazione, propaganda e agitazione e, dall'altro sollecitando iniziative e le scadenze
del movimento nowar.

Il Forum Sociale Europeo di Malmoe ha lanciato la proposta di una manifestazione per il 4
aprile 2008 a Strasburgo contro la Nato e le basi militari in occasione delle celebrazioni
per il 60° dell'Alleanza Atlantica. Sono le due questioni centrali affrontate nel testo della
Legge di Iniziativa Popolare, quindi un appuntamento importante sul quale concentrare il
nostro impegno.


Ci sarà utile per preparare la manifestazione il Questionario/inchiesta sulla Nato, le basi
militari e la partecipazione delle forze armate italiane alle missioni di guerra
internazionali, già discusso in rete e predisposto per essere gestito.


Il 17 gennaio a Roma (probabilmente alla facoltà di Lettere della Sapienza) si svolgerà
l'assemblea nazionale del Patto contro la guerrae sarà l'occasione per presentare un
nostro documento. Inoltre siamo impegnati nella costruzione del meeting internazionale
nel X° anniversario dei bombardamenti della NATO sulla Repubblica Federale di Yugoslavia
a Vicenza il 21 e 22 marzo.

Due momenti importanti per esprimere una valutazione del ruolo che assume l'Italia nel
quadro del conflitto generale, tenendo conto degli "orientamenti schizofrenici" del
governo Berlusconi che, da un lato appoggia Putin sulla Georgia e, dall'altro accoglie
AFRICOM, rafforza la presenza aerea e terrestre in Afghanistan per meglio combattere.

Dovremo nel contempo analizzare le conseguenze della ristrutturazione in corso delle
Forze Armate con una relativa contrazione del budget per la Difesa accompagnato ad un
piano di militarizzazione interna nella logica della governabilità.

Su questi temi c'è uno spazio politico entro il quale intervenire, rimettendo il problema
della guerra al centro delle tematiche di movimento, contrastando pericolosi localismi di
ritorno.

Il nostro ruolo è quello di contribuire a focalizzare l'attenzione sulla dinamica tra
proiezione di forza all'esterno e militarizzazione interna, capire come il keinesismo
militare vuole rispondere alla crisi generale del sistema.

Sarebbe – è - necessario contribuire alla generalizzazione delle lotte e al collegamento
delle mobilitazioni dei lavoratori e degli studenti: l'interrelazione tra guerra militare e
guerra economica è strettissima e la militarizzazione si declina sul piano sociale e nel
territorio con il controllo securitario sempre più asfissiante, di cui gli immigrati sono le
prime vittime.


La mobilitazione contro la guerra e la militarizzazione è in una fase di "bassa marea" e
non omogenea in tutta Italia. Pur in una fase di cosiddetta "regressione antropologica"
(censis) esiste un margine di autonomia critica in Italia e in Europa sulla quale possiamo e
dobbiamo agire. In questi margini la battaglia politico-culturale è strategica.

Le visite e gli ingressi su www.disarmiamoli.org sono in crescita e la redazione collettiva
comincia a funzionare abbastanza bene. Notizie e video che proponiamo circolano in rete.

Il sito non è però ancora sufficientemente interattivo e da questo punto di vista la
necessità di migliorare è stata richiamata più volte: gli strumenti informatici possono
rafforzare la nostra credibilità politica. Negli USA reti telematiche costituite da realtà nowar
anche piccole hanno prodotto un rovesciamento di opinione sulla guerra in Iraq.


SCADENZE E GESTIONE QUESTIONARIO/INCHIESTA



Al momento le date sono quelle dell'assemblea nazionale a Roma del Patto permanente
contro la guerra il 17 gennaio, il 22/23 marzo a Vicenza per il meeting nel X° anniversario
dei bombardamenti NATO sulla Repubblica Federale di Yugoslavia, e il 4 aprile
manifestazione europea a Strasburgo contro la NATO e le basi militari.

Da gennaio 2009 dobbiamo essere pronti con il lancio della campagna, avendo a
disposizione il documento di Disarmiamoli e il questionario/inchiesta.

Per la gestione del questionario/inchiesta l'indicazione è quella di puntare sul rapporto
diretto con alcuni settori sociali (studenti, lavoratori); l'obiettivo è quello di raccogliere
2000 questionari, e di esporre pubblicamente l'elaborazione statistica entro giugno 2009.
Ma niente ostacola la raccolta di un numero maggiore di questionari, dato che il campione
più è ampio e più è attendibile dal punto di vista del dato statistico.

Un primo test (parzialissimo) è stato condotto tra gli studenti della Sapienza a Roma, dal
quale si è potuto rilevare un basso livello di conoscenza dei temi al centro dell'inchiesta e
in particolare sulla NATO e sul suo ruolo.

Il questionario, insieme alla distribuzione dell'allegato (con la scheda sulla NATO e il testo
della legge di iniziativa popolare consegnata al Parlamento italiano) è quindi uno
strumento utile di agitazione e informazione.


Infine la "Rete Nazionale Disarmiamoli!" rivolge un appello a tutti coloro, singoli e realtà
associative, che hanno contribuito alla riuscita della raccolta firme a sostegno della legge
di iniziativa popolare, a partecipare alle scadenze del movimento nowar e ad usare il
questionario/inchiesta come uno strumento per riprendere e dare continuità alla battaglia
contro la guerra e la militarizzazione.


Il questionario/inchiesta si può chiedere tramite e-mail(indicando il recapito a cui
spedirlo) o chiamando il 338/1028120.



info@...; www.disarmiamoli.org

=== 4 ===

AFRICOM
Un nuovo progetto colonialista U.S.A. con basi in Italia. Grazie al governo Berlusconi.


Comunicato della Rete nazionale Disarmiamoli!
www.disarmiamoli.org info@... 3381028120 3384014989


Stampa e TV italiane, a cose fatte, comunicano ai cittadini l'avvenuta sistemazione d'altri
uomini e mezzi militari a stelle e strisce nelle basi USA installate sui nostri territori.
Obiettivo dell'ulteriore militarizzazione è la creazione di alcuni nodi fondamentali della
nuova rete di comando per l'intervento dell'esercito statunitense in Africa.

Il quartier generale di "Africom", ora nella città tedesca di Stoccarda, vede la sua forza
navale dislocata a Napoli e quella terrestre a Vicenza. I mass media italiani dimenticano
però di dire che altre basi USA presenti in Italia sono e saranno interessate alla nuova
proiezione bellica USA, come camp Darby per la logistica e Sigonella per lo spionaggio.

Le notizie più chiare sull'obiettivo militare di questo nuovo comando ci giungono, come
sempre, dalla fonte principale: il Pentagono, che indica tra gli obiettivi del nuovo comando
quello di "sviluppare tra i nostri partner africani la capacità di affrontare le sfide per la
sicurezza dell'Africa". Anche in questo caso, come da copione, l'infiltrazione militare sarà
veicolata da aiuti "umanitari" alle popolazioni. Romano Prodi, eletto lo scorso settembre
dall'ONU come "master peacekeeping" per l'Africa, avrà sicuramente buoni consigli da
dispensare agli alleati d'oltre Oceano.

Nei fatti, l'obiettivo statunitense è quello di proteggere il flusso di petrolio che dall'Africa
rifornisce per il 15% ( la percentuale salirà al 25% nel 2015) la propria comatosa economia
nazionale, contrastando nello stesso tempo l'espansionismo cinese in quell'immenso e
strategico continente.

Assoluto silenzio stampa invece sulle tante manifestazioni, conferenze, convegni e
mobilitazioni nel continente africano contro il nuovo proposito colonialista statunitense.
Sudafrica, Libia e Nigeria hanno detto no al Pentagono, seguiti da molti altri paesi
dell'Unione Africana.

Il governo italiano supplisce al diniego dei paesi africani, e dopo le esternazioni razziste di
Berlusconi su Barak Obama, le recenti prese di posizione a favore della Russia di Putin e
Medvedev, si riallinea velocemente con la nuova leadership statunitense.
Le dichiarazioni del ministro degli Esteri italiano per giustificare questa nuova umiliante
concessione all'esercito USA rasentano il ridicolo.
Nella conferenza stampa del 3 dicembre 2008 alla Farnesina - disertata dal Segretario di
Stato USA Condoleeza Rice - Frattini dichiara che la concessione rientra negli accordi
internazionali perché "si tratta di strutture di comando che operano nell'ambito del
NATO".
Niente di più falso! Africom, come tutti gli altri comandi con i quali il Pentagono ha diviso
l'intero pianeta, sono sotto l'esclusivo controllo dell'esercito USA.

Dai Balcani all'Afghanistan, dal Libano all'Iraq il nostro paese è sempre più partecipe alle
aggressioni colonialiste occidentali. Ora i nostri territori saranno un retroterra strategico
anche per il tentativo statunitense di riconquista del continente africano.

La lotta contro le basi militari USA e NATO nel nostro paese deve riprendere con vigore,
per contrastare un'escalation di guerra e morte che oggi sconvolge la vita di milioni
d'esseri umani nei paesi attaccati, ma che presto si ritorcerà direttamente contro i nostri
territori.

Trasformiamo la scadenza anti NATO indicata dal Forum sociale internazionale per il
prossimo aprile 2009 (si legga l'appello su www.disarmiamoli.org ) in un ricco, articolato e
determinato percorso di mobilitazioni contro il crescente militarismo colonialista
occidentale.


=== 5 ===

Da: redaktion @...
Oggetto: Aufruf "NEIN ZUR NATO"
Data: 05 dicembre 2008 10:38:41 GMT+01:00

Liebe Leute,

"Vom 3. bis zum 4. April 2009 wird sich die NATO in Strasbourg/Frankreich und Baden-
Baden/Deutschland selbst zum 60. Geburtstag gratulieren.(.) Schon seit April 2008
arbeiten viele Menschen in der Region, in ganz Deutschland und Frankreich und in vielen
anderen Ländern an den Vorbereitungen der Proteste gegen die Jubelfeier der
KriegstreiberInnen." So heißt es auf der Webseite "Gipfelsoli - Meldungen über
globalisierte Solidarität und unsolidarische Globalisierung" (http://www.gipfelsoli.org/)

Dort sind auch die Links zu den bisher beteiligten Gruppierungen zu finden.

Zuvor findet am 6./7. Februar 2009 in München die NATO - "Sicherheitskonferenz" statt.
"Erneut ist ein breites Bündnis aus pazifistischen, sozialen, globalisierungskritischen und
antikapitalistischen Gruppierungen unterwegs, um die Aktionen gegen die SiKo zu
organisieren und zu unterstützen." So die Webseite des Bündnisses
(http://sicherheitskonferenz.de/)

An diesem Wochenende wird beim Kasseler Friedensratschlag eine weitere Gelegenheit zur
Vorbereitung auf die Proteste sein (http://www.uni-kassel.de/fb5/frieden/)

Hierzu dokumentiere ich den Aufruf

NEIN ZUR NATO

FÜR EINE WELT OHNE NATO - FÜR EIN EUROPA DER VÖLKER

(Erstunterzeichner: Deutscher Freidenker-Verband; Initiativ e.V.; Antiimperialistische
Koordination; Vereinigung für Internationale Solidarität (VIS) e.V. )

Mit internationalistischen Grüßen
Klaus von Raussendorff

---------------------------------------------------------------------
-------

Anti-Imperialistische Korrespondenz (AIKor) -
Informationsdienst der Vereinigung für Internationale Solidarität (VIS) e.V.,

Redaktion: Klaus von Raussendorff
Postfach 210172, 53156 Bonn; Tel. & Fax: 0228 - 34.68.50;
Webmaster: Dieter Vogel

AIKor-Infos können auf der Seite der AIKor http://www.aikor.de
unter "Info-Dienst der AIKor" runter geladen werden
Email-Kontaktaufnahme zu Redaktion und Webmaster über unsere Webseite.
Wer die AIKor-mails nicht empfangen möchte, schicke uns bitte eine Mail mit dem Betreff
"unsubscribe"


***************************************************************

NEIN zur NATO

In Solidarität mit allen, die im April 2009 in Strasbourg und Kehl gegen den NATO-Gipfel
zum 60. Gründungstag des Militärpakts protestieren, rufen wir dazu auf, die Proteste zum
Start einer anhaltenden Kampagne gegen NATO und EU-Militarisierung zu machen und
dabei folgende Forderungen in den Mittelpunkt zu stellen:

. Abzug aller fremden Truppen aus Afghanistan

. Abzug aller fremden Truppen aus dem Irak - Schluss mit der deutschen
Unterstützung der Besatzung

. Solidarität mit dem legitimen Widerstand der Völker des Nahen und Mittleren Ostens
gegen Krieg und Besatzung

. Aufhebung der Blockade gegen Gaza, Schleifung der Apartheid-Mauer und der
illegal errichteten israelischen Siedlungen

. Schluss mit den Kriegsdrohungen gegen den Iran

. NEIN zur Einmischung von NATO und EU auf dem Balkan und Abzug ihrer Truppen,
die "Kosovo"-Anerkennung ist nichtig von Anfang an

. Auflösung der völkerrechtswidrigen Ad-Hoc-Tribunale gegen Jugoslawien und
Ruanda, die als Instrumente der NATO-Propaganda und Gehirnwäsche dienen

. Nein zur NATO-Osterweiterung (Ukraine, Georgien)

. Solidarität mit dem Widerstand gegen die Raketenpläne der USA in Tschechien und
Polen

In nahezu allen Konflikten weltweit stellen die in der NATO verbündeten Mächte ein
Haupthindernis für friedliche politische Lösungen dar. Die NATO untergräbt die
demokratische Entwicklung der Völker. Sie verhindert Selbstbestimmung und vernichtet
damit die Grundlagen für Wohlstand und umweltgerechtes Wirtschaften.

Nach der Serie der bisherigen Angriffskriege gegen Irak (1991), Somalia (1992),
Jugoslawien (1999), Afghanistan (2001) und Irak (2003) sowie der Serie der Stellvertreter-
Kriege der Milizen gegen die DR Kongo (1998), Israels gegen den Libanon (2006) und
Georgiens gegen Russland (2008) fragen sich die Menschen besorgt, was als Nächstes von
den USA und ihren Verbündeten zu befürchten ist. Wird der Besatzungskrieg in
Afghanistan weiter verschärft? Werden Pakistan und Indien destabilisiert? Wird Iran mit
Bombenterror überfallen? Wird der eigenständige Weg, den Cuba, Venezuela und immer
mehr Länder Lateinamerikas gehen, mit Militärgewalt zerstört?

Angesichts der sich entfaltenden Weltwirtschaftskrise erinnern sich die Menschen daran,
dass schon in der Weltwirtschaftskrise der 1930er Jahre der Imperialismus einen Ausweg
in Rüstung und Krieg suchte, der in die Katastrophe des 2. Weltkriegs führte.

Die Antwort der Friedensbewegung auf die NATO-Politik muss der gewachsenen Gefahr
entsprechen. Daher appellieren wir an alle gerecht denkenden Menschen: Entfalten wir
eine anhaltende, umfassende, entschlossene Kampagne gegen die NATO. Entwickeln wir
koordinierte Strategien, um auf allen Schauplätzen und in allen Bereichen der NATO-
Politik Gegenkräfte zu mobilisieren. Erkennen wir rechtzeitig die akuten Gefahren und
schlagen wir Alarm, um möglichst viele Menschen für Abwehraktionen zu gewinnen.
Entlarven wir die Kriegs-Zwecklügen und treten wir der Gehirnwäsche mit Information und
Aufklärung entgegen. Propagieren wir beharrlich das Ziel, dass einzelne Mitgliedsländer
sich einseitig aus den Strukturen der NATO zurückziehen. Jede Schwächung der NATO
stärkt die Kräfte des Friedens und Fortschritts in der ganzen Welt. Zwanzig Jahre nach
dem Ende des Warschauer Vertragsbündnisses ist die Auflösung des NATO-Pakts
überfällig.

***

Die EU ist im Gleichschritt mit der NATO-Erweiterung in Richtung Ost- und Südosteuropa
ausgedehnt worden. Europa wurde durch neue EU-Außengrenzen erneut gespalten. Die EU
wurde zum Instrument einer neuen Konfrontation mit Russland und Belarus. Im Rahmen
der EU wurde die USA/NATO-Doktrin präventiver Kriege übernommen. "Schnelle
Eingreifkräfte" der EU wurden aufgebaut, um in Koordination mit der NATO überall auf der
Welt unter dem Vorwand der "humanitären Mission", des "Kampfes gegen den Terrorismus"
oder der "Krisenbewältigung" militärisch zu intervenieren. Zwecks politischer
Unterwerfung, Kontrolle der Märkte und Plünderung der natürlichen Ressourcen anderer
Länder wurde die Zusammenarbeit zwischen EU, USA und NATO bedeutend intensiviert.
Die EU verpflichtet ihre Mitglieder zu fortgesetzter Aufrüstung und Militarisierung. Im
Gleichschritt mit USA und NATO und mit den Mechanismen der EU setzten die
europäischen Regierungen Maßnahmen durch, um demokratische Rechte einzuschränken,
soziale Errungenschaften zu beseitigen und die Repressionsstrukturen gegen
Volksbewegungen auszubauen. Angesichts des Charakters der EU als imperialistischer
Union europäischer Regierungen kann von einer Verselbständigung der EU und
Abkoppelung von der Vormundschaft der imperialistischen Supermacht - trotz
gelegentlicher Kraftmeierei - nicht die Rede sein.


Doch die inneren Widersprüche der EU, die Konkurrenz aller imperialistischen Mächte
gegeneinander, Rückschläge der EU-Politik, das französische, niederländische und irische
Nein zur EU, Verweigerungen und ziviler Ungehorsam gegen EU-Verordnungen, all dies
eröffnet Möglichkeiten zur Entwicklung neuer Formen der Zusammenarbeit zwischen den
Ländern Europas, der früheren Sowjetunion, aber auch des Mittelmeers, der arabischen
Welt und anderer Kontinente. Nur wenn auch dem Juniorpartner von USA und NATO, dem
imperialistischen EU-Bündnis Widerstand entgegengesetzt und die angemaßte
"europäische" Legitimität entzogen wird, kommt der antimilitaristische Kampf gegen die
NATO voll zum Tragen.

***

In der gegenwärtigen allgemeinen Krise, die zugleich die Bereiche der Wirtschaft, der
Finanzbeziehungen, der sozialen Entwicklung, der Rohstoffversorgung und der Umwelt
erfasst, entstehen neben neuen Gefahren auch neue Chancen. Die Politik des
Neoliberalismus musste bereits den vollständigen Bankrott anmelden. Die Vorherrschaft
der USA über den Planeten wird zunehmend in Frage gestellt. Der Versuch der
neokolonialen Umgestaltung des Nahen und Mittleren Ostens ist in die Sackgasse geraten,
weil die Kräfte der nationalen Selbstbehauptung in der Region der Militärmaschinerie der
USA und ihrer Verbündeten erbitterten Widerstand leisten. In Lateinamerika haben sich
neue Perspektiven der sozialistischen Gesellschaftsentwicklung eröffnet. Es formieren sich
neue Koalitionen zwischen Ländern wie China, Russland, Indien und Brasilien, die zu einer
multipolaren Welt drängen. Vorbei ist die Zeit des Triumphgeschreis vom Sieg des
Kapitalismus über den Sozialismus, vom "Ende der Geschichte". Die Welt ist in eine Etappe
des Aufschwungs des antiimperialistischen Kampfes für Unabhängigkeit, soziale
Entwicklung und Fortschritt der Völker und Nationen eingetreten.

Die entschiedene Absage an den imperialistischen NATO-Pakt samt seiner EU-Hilfstruppe
bedeutet nicht - wie die Geldmachteliten verbreiten lassen - Isolierung, Nationalismus und
Wirtschaftsautarkie, sondern Wiedergewinnung der vollen nationalen Souveränität als
elementarer Voraussetzung eines demokratischen oder sozialistischen Entwicklungsweges.
Ein prinzipielles NEIN zu NATO und EU ist unverzichtbar für die Bewältigung der Krise und
die Schaffung neuer Formen internationaler Zusammenarbeit zugunsten der Mehrheit der
arbeitenden Menschen.


FÜR EINE WELT OHNE NATO - FÜR EIN EUROPA DER VÖLKER

Deutscher Freidenker-Verband; Initiativ e.V.; Antiimperialistische Koordination;
Vereinigung für Internationale Solidarität (VIS) e.V.

___________________________________________________________________________


Verantwortlich i.S.d.P.: Klaus von Raussendorff, An der Nesselburg 91, 53179 Bonn; E-
Mail: redaktion@...

********************************************************

E N D E


Il seguente resoconto del viaggio di solidarietà di Non Bombe ma solo Caramelle - Onlus a Kragujevac si può scaricare nella versione completa (formato Word) corredata di fotografie alla URL: https://www.cnj.it/AMICIZIA/Relaz1008.doc

---


Da: gilberto.vlaic @ elettra.trieste.it

Oggetto: Relazione di viaggio a Kragujevac ed auguri

Data: 19 dicembre 2008 14:11:24 GMT+01:00


Trieste, 19 dicembre 2008

Care amiche, cari amici, vi spedisco la relazione del viaggio a Kragujevac di ottobre scorso. Vi chiedo scusa di questo grande ed inusuale ritardo, ma ho avuto alcuni problemi personali a cui si e' aggiunta la spedizione di un camion di aiuti ed un problema sanitario grave  di un bambino di Kragujevac che e' stato molto difficile risolvere, ed ha richiesto molto tempo.

Una settimana dopo il nostro rientro in Italia, il 30 di ottobre, ci e' giunta la richiesta di aiuto per un bambino di tre anni, Luka M., affetto da un tumore (retinoblastoma) all'occhio sinistro. Siamo riusciti a trovare la disponibilita' dell'Ospedale di Siena, che ha un centro di eccellenza in campo oftalmologico nel trattamento di questi tumori.
Dopo due settimane avevamo ottenuto tutti i documenti necessari per il visto di ingresso in Italia di Luka e di sua madre, MENO UNO, che si e' rivelato essere un muro insormontabile.
Si trattava della presa in carico delle spese sanitarie da parte del Ministero della salute di Belgrado; malgrado tutte le pressioni possibili due successive commissioni ministeriali hanno rifiutato questo documento ed allora e' diventato necessario trovare qualcuno che si accollasse le spese dell'intervento.
In una corsa contro il tempo siamo riusciti ad entrare in contatto con una ONLUS che ha il significativo nome di ''Bambini del Danubio'' che si occupa specificatamente di casi di questo genere e che ha garantito la copertura delle spese.
IL 30% del costo delle cure e' stato versato in Banca il giorno 11 di dicembre, i visti sono stati dati il 12 e finalmente Luka e' giunto a Siena con la mamma Jelena il 16 dicembre.
Un grandissimo grazie a tutti quelli che (e sono stati tanti!) in vario modo hanno contribuito a poter portare Luka in Italia.
Il tempo passato e' stato molto lungo, il tumore ha progredito  ed ora possiamo solo sperare che i medici che lo hanno in cura riescano a salvarlo.
Leggendo la relazione acclusa potrete verificare lo stato dei nostri progetti a Kragujevac, e soprattutto
quanto sia ancora necessario il vostro contributo per gli affidi a distanza.
E visto che siamo in periodo di regali di fine d'anno, quale regalo puo' essere migliore dell'offrire un po' di speranza ad un bambino?
Vi invio i miei piu' sinceri, cordiali ed affettuosi auguri per le prossime feste e per un ottimo 2009!
Gilberto Vlaic


Il nostro prossimo viaggio sara' a marzo prossimo; sarete avvisati con un congruo anticipo

Coordinate bancarie: Banca di Credito Cooperativo del Carso, Filiale di Basovizza, Via Gruden 23
Basovizza-Trieste
Codice IBAN   IT18 E089 2802 2020 1000 0021 816
intestato all'Associazione "Non Bombe ma solo Caramelle - Onlus"


---


RITORNO DALLA  ZASTAVA DI KRAGUJEVAC

Viaggio del 18-22 ottobre 2008

(resoconto di viaggio  a cura di Gilberto Vlaic)

 

Questa relazione e’ suddivisa in quattro parti.

 

1      Introduzione e siti web

2      Cronaca del viaggio; i progetti in corso e quelli futuri

3      Alcune informazioni generali sulla Serbia e sulla Zastava

4      Conclusioni

 

1.  Introduzione (come sempre uguale a tutte le introduzioni...)

Vi invio la relazione del viaggio svolto circa un mese fa a Kragujevac per la consegna delle adozioni a distanza che fanno capo alla ONLUS Non Bombe ma solo Caramelle (Gruppo Zastava di Trieste e sezione del Veneto) e al Coordinamento Nazionale RSU CGIL e per la verifica dei progetti in corso a Kragujevac.
Vi ricordo  il sito del coordinamento RSU,  sul quale trovate tutte le notizie sulle nostre iniziative a partire dal 1999

http://www.coordinamentorsu.it

Trovate tutte le informazioni seguendo il link

Solidarietà con i lavoratori della Jugoslavia:

http://www.coordinamentorsu.it/guerra.htm

Il nostro sito e’ all’indirizzo

 
I nostri resoconti sono presenti anche sul sito del Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia, all'indirizzo:

http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/messages 

[ NB. sul sito internet di CNJ-onlus esiste uno spazio dedicato a Non Bombe ma solo Caramelle - Onlus, dal quale si possono scaricare i resoconti nella versione completa, corredata di fotografie (formato Word):  https://www.cnj.it/solidarieta.htm#nonbombe

In particolare questo ultimo resoconto si può scaricare alla URL: https://www.cnj.it/AMICIZIA/Relaz1008.doc ]

 

Ricordo che molti dei progetti in corso a Kragujevac sono realizzati in collaborazione con altre associazioni: Zastava Brescia, ABC solidarieta’ e pace di Roma, Fabio Sormanni di Milano, e Cooperazione Odontoiatrica Internazionale.

Questi sono gli indirizzi dei loro siti:

http://digilander.libero.it/zastavabrescia

http://www.abconlus.it

http://www.fabiosormanni.org

http://www.cooperazioneodontoiatrica.eu/

 

2. Cronaca del viaggio; i progetti in corso e quelli futuri

Sabato 18 ottobre 2008

Abbiamo spostato di un mese in avanti la data del viaggio autunnale (che da sei anni si svolgeva a meta’ settembre) per poter essere presenti alla inaugurazione dei locali del centro per giovani nella Scuola Tecnica e per poter partecipare almeno una volta alla Grande Lezione di Storia nel parco della memoria di Sumarice, in ricordo della strage del 21 ottobre 1941, perpetrata sulla popolazione della citta’ dai nazisti, con circa 7300 fucilati.
 
Ha partecipato al viaggio una delegazione di tre rappresentanti della Misericordia della Bassa Friulana di San Giorgio di Nogaro (Bruno, Bruno e Paolo, che doveva consegnare in dono alla Associazione Malati Sclerosi Multipla di Kragujevac uno splendido (benche’ usato) furgone Fiat Ducato attrezzato per il trasporto di invalidi, con elevatore elettroidraulico per carrozzine.
 
Poiche’ dovevamo espletare alle varie dogane (Slovena Croata e Serba) una serie di formalita’ per questo furgone abbiamo deciso di partire un po’ piu’ presto del solito e cosi’ alle 8 del mattino ci siamo trovati all’ex valico doganale di Fernetti.

[Due foto del furgone della Misericordia]

La delegazione di Trieste ha utilizzato il solito pullmino prestato dalla Associazione di Solidarieta’ Internazionale Triestina. Hanno partecipato al viaggio Bruno da Padova,Claudia, Gabriella, Gilberto Giuliano e Stefano da Trieste.

Il primo presagio che sarebbe stato un viaggio difficile gia’ alla partenza: a Fernetti le ruote posteriori del nostro furgone cominciano a emanare un insopportabile puzzo e sono caldissime.

Per fortuna troviamo un gommista aperto all’autoporto di Fernetti, che ci smonta le ruote, le controlla e non trova niente di anomalo!
Ripartiamo con un ritardo di un’ora.
In uscita dalla Slovenia riusciamo ad ottenere in un quarto d’ora il timbro che certifica l’uscita dall’Unione Europea.
In entrata in Croazia dovevamo farci rilasciare per il furgone della Misericordia un documento di transito, che poteva essere preparato da una qualunque delle case di spedizione presenti in frontiera. Abbiamo avuto difficolta’ enormi, siamo stati trattati con pesante arroganza; in piu’ ci sono state le barriere linguistiche, risolte con continue costosissime telefonate internazionali con il cellulare ai nostri amici serbi; finalmente dopo piu’ di un’ora siamo riusciti ad ottenerlo, pagando 60 euro e lasciando una cauzione di 500 euro, che ci e’ stata comunque restituita durante il viaggio di ritorno.
Analogo documento abbiamo dovuto fare in ingresso in Serbia; i doganieri sono stati molto piu’ disponibili e gentili, ma abbiamo anche qui impiegato quasi un’ora.
Finalmente alle 9 e mezzo di sera siamo arrivati a Kragujevac, alla sede del Sindacato Samostanli.
Dopo i soliti calorosissimi saluti, abbiamo abbiamo preparato il piu’ velocemente possibile le buste contenenti gli affidi da distribuire il giorno seguente, controllati i pacchi regalo da distribuire (una decina doni di famiglie italiane alle famiglie serbe in affido) e finalmente sul tardi una eccellente cena serba con i nostri amici del Sindacato Samostalni e meritato riposo in un albergo in centro citta’.
A cena abbiamo incontrato Riccardo, Luciano ed Adriano dell’associazione Zastava Brescia; avevamo deciso da tempo di fare un viaggio insieme, questa era senz’altro la migliore occasione.
Con loro c’era anche Ernesto, del Sindacato Pensionati della CGIL di Brescia.
 
Domenica 19 ottobre 2008

Al mattino si e’ tenuta l’assemblea per la consegna delle quote di affido.
Atmosfera festosa, come sempre con almeno 350 persone presenti nella  grande sala della direzione.
Si prova  sempre la stessa gioia nel rivedere persone che conosciamo ormai da anni, i “nostri“ operai e operaie, i loro figli che crescono viaggio dopo viaggio, nell’essere circondati dalle strette di mano, dagli abbracci, spesso tra le lacrime. Non si puo’ certo essere insensibili di fronte a questa grande assemblea ordinata e attenta che trimestre dopo trimestre riceve un contributo che, pur rimasto uguale a quello iniziale, ha ancora un suo piccolo valore economico, ma e’ non solo questo. Precari, malandati, disoccupati, malati, disperati ma, almeno, non abbandonati da tutti. La solidarietà è soprattutto questo.
Riccardo di Brescia mi ha ricordato la frase che un lavoratore della Zastava ci disse ormai 8 anni fa, durante il nostro primo viaggio a Kragujevac, e che riassume bene queste emozioni e lo scopo delle nostre azioni:
‘’Non vi ringrazieremo mai abbastanza per quello che fate per noi, per tutti noi, ma non per i soldi che portate ma per il calore umano che la vostra presenza ci trasmette. Voi fate migliaia di chilometri per venire ad aiutare persone che mai avete conosciuto e lo fate disinteressatamente: questo ha per noi un grande valore e non lo potremo mai dimenticare’’
Abbiamo consegnato 175 quote d’affido, quasi tutte di 150 euro (due trimestri) ed alcuni regali in denaro, per un totale di 30655 euro.
Dopo la nostra consegna si e’ tenuta quella delle quote di Brescia, che si e’ svolta con le stesse modalita’ ed ha riguardato la consegna di 121 quote di affido semestrali per un totale di 18755 euro.
 
Nel pomeriggio festa grande per la consegna del furgone della Misericordia di San Giorgio di Nogaro all’associazione malati sclerosi multipla.
Bruno e Bruno, i due volontari della Misericordia, con molta emozione e moltissima felicita’ hanno consegnato le chiavi del furgone a Jasmina Brajkovic, presidente della associazione.
 
[foto: La consegna delle chiavi - Istruzioni per l’uso]

Dopo la consegna, festoso rinfresco e scambio di regali nella sede della associazione. Abbiamo conosciuto molti dei soci e stringe il cuore ascoltare le loro storie e sapere che questa terribile malattia sta colpendo in eta’ sempre più precoce.
Jasmina ci ha presentato un progetto che vorrebbero portare avanti: nella sede della associazione e’ possibile ricavare una piccola palestra per la fisioterapia riabilitativa. C’e’ un centro riabilitativo privato a circa 60 Km da Kragujevac, e i malati devono pagarselo; molti di loro non possono permetterselo
Il costo totale per la realizzazione della palestra, comprese le apparecchiature per le terapie, dovrebbe aggirarsi su circa 8000-10000 euro.
Quando sara’ realizzata ci saranno almeno due fisioterapisti che opereranno in modo gratuito.
Se i nostri sottoscrittori continueranno a sostenerci, parteciperemo senz’altro a questa iniziativa.
La sera siamo stati invitati da questa Associazione ad una cena presso il ristorante... Italia, un locale realizzato dalla Croce Rossa subito dopo i bombardamenti del 1999. E quale visita inattesa può essere più gradita dell’irruzione a metà cena di una banda balcanica preceduta dal frastuono delle sue trubace (tromboni)? Per quasi mezz’ora e’ stato impossibile scambiare tra di noi una sola parola, il frastuono della musica balcanica era impressionante.

[Due momenti della festa]
 
Lunedi 20 ottobre 2008, una bellissima giornata piena di emozioni

Ore 10: incontro con Ljljana Jaglicic, Direttrice della Scuola Primaria Jovan Popovic.

UN NUOVO PROGETTO

Si tratta di una scuola elementare in centro citta’, di fronte alla Scuola per  Infermiere dove lo scorso anno abbiamo realizzato un progetto di odontoiatria sociale che riguarda anche gli alunni della Popovic (vedi relazione di giugno e dicembre 2007)
Questa scuola elementare rappresenta bene il problema dell’invecchiamento della societa’ serba: otto anni fa aveva 1080 alunni, attualmente ne conta 580. La fortissima contrazione delle nascite coincide con la dissoluzione della Jugoslavia, con il periodo dell’embargo e con la guerra della NATO.
Attualmente la prima classe e’ frequentata dai nati nel 2001; le nascite hanno ripreso lentamente a crescere dal 2002.
 
La scuola ha una succursale nella localita’ di Sumarice, che e’ un quartiere molto periferico della citta’, da cui dista alcuni chilometri, con collegamenti molto carenti con il centro della citta’.
E’ un quartiere poverissimo, abitato da molti profughi  che hanno potuto costruirsi piccole e molto semplici case a causa dei bassi prezzi del terreno. Non esiste alcun tipo di infrastruttura, l’unica realta’ organizzata e’ la Scuola che quest’anno ha deciso di aprire i propri locali anche il sabato e la domenica per quelle attivita’ che si inquadrano nell’attivita’ scolastica ma sono di tipo complementare: per esempio danze folkloristiche, diversi laboratori ecc. In questo modo i bambini non sono abbandonati a loro stessi per il fine settimana.
Gli alunni della Scuola sono in totale 172 a cui si aggiungono i bambini che frequentano una classe di scuola materna; quest’anno sono 15 bambini da 3 a 6 anni.
L’Associazione Zastava Brescia collabora con questa scuola in vari progetti dal 2004; i piu’ importanti sono stati la realizzazione di un laboratorio informatico e l’arredo della palestra della Scuola.
L’anno scorso l’associazione aveva, per puro caso, verificato le condizioni dell’aula dell’aula destinata alla scuola materna. E uno spazio limitatissimo, non piu’ largo di un corridoio, che non arriva  a 20 metri quadri, dove questi bambini e le loro assistenti si trovano in  uno stato di estremo disagio.
 
[foto: L’intera aula  -  Due piccole alunne]
 
L’associazione di Brescia aveva avuto l’idea di costruire un locale prefabbricato nel grande prato che circonda la scuola, per poter ospitare la scuola materna; in realta’ la soluzione del problema risulta piu’ semplice, perche’ l’intero edificio e’ un prefabbricato. Si possono demolire con facilita’ le pareti e ricostruire una intera ala e, eliminando alcuni spazi morti, si puo’ recuperare una nuova aula di circa 50 metri quadrati per questi piccoli. La direttrice era in possesso di un dettagliato preventivo per questi lavori; il costo totale e’ di 891.410,00 dinari, equivalenti circa 11.150 euro.
Poiche’ era presente la maggioranza del direttivo della nostra associazione, abbiamo potuto decidere seduta stante di aderire anche noi al progetto.
All’uscita dalla scuola abbiamo anche verificato lo stato dei servizi igienici, che versano in pessime condizioni, e deciso che devono assolutamente essere rifatti. La spesa aggiuntiva sara’ dell’ordine di 2500 euro.
Abbiamo versato alla direttrice un acconto di 3500 euro; i lavori sono cominciati nello scorso mese di novembre e si spera che possano essere conclusi entro questo anno scolastico.

Ore 11 e 30: Incontro con delegati sindacali e i lavoratori della fabbrica Zastava Camion:

riadattamento di locali di proprieta’ del Sindacato

Si tratta di un progetto che ci era stato illustrato a dicembre scorso, e che avevamo deciso di sostenere a partire dal nostro viaggio di marzo scorso.
All’interno del recinto della fabbrica c’e’ un vasto edificio a un piano (piu’ di 400 metri quadrati) che in passato era stato utilizzato come teatro e palestra e che e’ in abbandono da piu’ di 15 anni. Dopo aver verificato al catasto che si tratta di un locale di esclusiva proprieta’ dei lavoratori avevamo preso in carico l’acquisto dei materiali necessari per il recupero integrale, mentre i lavoratori di Zastava Camion avrebbero fornito gratuitamente il lavoro necessario. Nel frattempo anche Zastava Brescia ha aderito a questo progetto.
Abbiamo consegnato 3000 euro a marzo, e 1350 a giugno, con l’ipotesi di vedere i lavori ultimati a ottobre.

E cosi’ e’ stato!

Siamo rimasti veramente sorpresi di come l’edificio si presenta a lavori ultimati e del poco tempo che e’ stato impiegato per realizzarli.
La galleria fotografica da inserire sarebbe imponente, mi limito a qualche dettaglio del ‘’prima e dopo la cura’’ e ad una foto di gruppo con tutti quelli che hanno lavorato gratuitamente.
 
[foto:  Stato iniziale - Lavori finiti - Altra vista - Foto di gruppo]
 
Erano rimasti fuori dai lavori eseguiti la costruzione dei servizi igienici (circa 1250 euro di preventivo)  e l’impianto di riscaldamento (circa 4000 euro); prima di salutare i nostri amici abbiamo consegnato al loro segretario la somma necessaria per la realizzazione dei bagni, che troveremo senz’altro finiti durante il prossimo viaggio.
Ci sono state ovviamente consegnate tutte le ricevute degli acquisti eseguiti, come del resto succede sempre per ogni nostro intervento.
 

Ore 13: alla Scuola Tecnica di Meccanica e Trasporti per l’inaugurazione della

Sala Polivalente

Questo e’ il maggiore progetto da noi realizzato in questi anni, sia per l’importanza che avra’ per i giovani di Kragujevac che per l’impegno finanziario richiesto, un’opera che legittimamente riempie di orgoglio chi l’ha progettata e realizzata materialmente, e cioè la scuola, gli studenti e gli insegnanti che hanno partecipato con lavoro volontario, sia le Associazioni,  senza il cui contributo finanziario non si sarebbe mai riusciti nell’ impresa.
Per poter realizzare questo centro abbiamo potuto contare anche su un finanziamento di 13.500 euro della Regione Friuli Venezia Giulia.
E’ il primo centro di questo genere in tutta la regione della Sumadija

Si tratta di uno spazio seminterrato di circa 500 metri quadrati, una volta destinato a laboratorio tecnico della scuola, che è stato completamente ristrutturato.

D’ora in avanti si chiamera’ Centar za mlade, ossia Centro per i giovani e sara’ aperto gratuitamente a tutti i ragazzi della citta’ a partire dai 7 anni fino ai 18, dalle 19 alle 22 nei giorni feriali mentre il sabato le porte di questo Centro saranno aperte tutto il giorno.

Ci saranno attivita’ sportive, musicali, di coro e di recitazione, di pittura, organizzate per sezioni.

I ragazzi avranno anche l’opportunità di frequentare corsi gratuiti di lingua italiana.

L'attività di questo Centro comprende infine anche il progetto  "Pari opportunità per tutti" per i bambini Rom, in modo da includerli nel tessuto sociale della citta’.

Si è trattato di una cerimonia in grande stile, con tanto di autorità ministeriali, comunali e di rappresentanti delle scuole gemellate, due dalla Serbia, una dalla Macedonia, una dalla Bosnia ed una dall’Italia (il Liceo di Rho) con molti interventi, per fortuna brevi...
I ragazzi del gruppo folk della scuola hanno fornito un saggio della loro bravura ed infine i locali sono stati inaugurati con il tradizionale taglio del nastro.
Alla fine della cerimonia Riccardo ed io abbiamo consegnato al Preside l’ultimo versamento di 10.000 euro per l’acquisto degli arredi. In questo modo sono stati utilizzati complessivamente, a partire dal primo versamento del dicembre 2006, 27.000 euro, provenienti in quote diverse dalle quattro associazioni che hanno voluto realizzare questo ambizioso progetto: ABC Solidarieta’ e Pace di Roma, Zastava Brescia, Associazione Fabio Sormanni di Milano e noi.
 
[foto:   Situazione a marzo 2007 - Lavori giugno 2008 (pavimenti non ancora realizzati) - Un momento dell’inaugurazione - Il taglio del nastro - Con gli studenti del gruppo folk, Riccardo di Brescia, la Prof. Jasmina che, oltre ad insegnare Matematica, dirige il gruppo]

Potete trovare molte informazioni su questo centro sulle pagine della scuola agli indirizzo:
 
Ore 16 Visita al Centro giovani invalidi civili

I locali che lo ospitano erano destinati al progetto “Centro di accoglienza diurno per ragazzi autistici“, realizzato nel 2006. A causa della loro ubicazione non adatta ad ospitare ragazzi affetti da sindrome autistica rimasero inutilizzati per circa un anno. Successivamente il Comune aveva deciso, con il nostro consenso, di farne un centro di aggregazione per giovani con handicap vari. E devo ammettere che la iniziale delusione è stata superata da quello che abbiamo visto in quel luogo. Molti giovani, che a causa dei loro problemi non avrebbero saputo dove e come passare le giornate, hanno trovato il luogo adatto a vivere la loro vita in maniera certamente meno dolorosa. Utilizzano il computer, internet, leggono libri e riviste, eseguono lavori di artigianato e lo fanno in gruppo, in compagnia di vari volontari che passano con loro varie ore. Il centro e’ aperto tutti i giorni dalle 7 del marttino alle 21 la sera.
All’inizio dell’anno ci avevano spedito una lista di materiali di cui hanno necessita’, che vanno dai computers alle macchine da cucire.
A luglio scorso avevamo inviato loro una stampante ed uno scanner; in questo viaggio abbiamo consegnato un computer per karaoke, con i programmi in Serbo gia’ installati, dono di una sottoscrittrice di Firenze, e la bandiera della pace con scritta bilingue che accompagna sempre le nostre realizzazioni.
 
 
Martedi 21 ottobre 2008, la giornata della memoria
 
Ore 9 Visita al Centro per ragazzi Down 21 ottobre
Abbiamo cominciato questa giornata con una visita (che non poteva mancare) al Centro 21 ottobre, il centro di accoglienza diurno per ragazzi down, che rappresenta la nostra prima realizzazione esssendo stato inaugurato il 7 luglio 2005.
Tutto funziona al meglio e senza intoppi. Come sempre la direttrice Jelena ci ha consegnato tutte le ricevute relative al regalo di 200 euro che avevamo fatto ai nostri ragazzi l’ultima volta che ci eravamo visti nel giugno scorso. Anche questa volta abbiamo voluto lasciare un piccolo regalo, praticamente solo simbolico, di 150 euro e alcune scatole di gomitoli di lana.
 
Alle 10 siamo a Sumarice, per la commemorazione della strage del 21 ottobre 1941.
Tra il 14 e il 19 ottobre 1941 vi furono nei dintorni della citta’ durissimi scontri tra soldati tedeschi e partigiani, durante i quali vi furono dieci morti e ventisei feriti tra le truppe occupanti.
Le agghiaccianti regole di rappresaglia imponevano il rapporto di 100 fucilati per ogni tedesco morto e 50 per ogni ferito. In realta’ tra il 19 e il 21 ottobre furono fucilate 7300 persone, quasi tutti maschi, rastrellati in tutta la citta’ e nei villaggi contadini circostanti; trovarono la morte anche gli studenti e i professori del Ginnasio, prelevati direttamente dalle aule. E furono poi uccisi anche i piccoli rom della citta’ che facevano tradizionalmente i lustrascarpe, perche’ rifiutarono di pulire gli stivali dei fucilatori.
I fucilati vennero gettati in trentatre fosse comuni, disseminate in 380 ettari di terra che oggi costituiscono il Parco della Rimembranza. Nel territorio del Parco sono stati eretti molti monumenti, il piu’ imponente dei quali ricorda gli studenti del Ginnasio ed e’ chiamato le Ali Spezzate.
Ogni anno da piu’ di 60 anni nell’anniversario della strage si tiene una imponente commemorazione, che viene chiamata ‘’La grande lezione di Storia’’ a cui prendono parte decine di migliaia di persone.
Quest’anno la cerimonia si e’ svolta durante una giornata di sole quasi estivo. Prima vi e’ stata una cerimonia religiosa, con molti cori serbi ed una lunga deposizione di corone e fiori provenienti da mezzo mondo. Mi ha fatto particolare impressione vedere una corona con i colori nazionali tedeschi.
Di seguito si e’ svolta nel prato antistante al monumento delle Ali Spezzate una rapppresentazione teatrale, recitata da un gruppo di attori del teatro di Kragujevac. Molto interessante ed emotivamente molto coinvolgente; anche senza capire le parole si potevano intuire i significati e le forti tensioni delle singole scene.

[foto: Il monumento delle Ali Spezzate]

A pranzo abbiamo avuto la sorpresa di ricevere la visita di Andreja P., il bambino di Kragujevac che e’ stato trapiantato di fegato in Italia lo scorso anno. È molto commovente trovarsi davanti un ragazzo che ce l’ ha fatta per un pelo.
 
Mercoledi 22 ottobre  verso le 8 del mattino cominciamo un  tranquillissimo viaggio di ritorno in Italia; arrivati a Trieste verso le sei di sera.

 

3 – Alcune informazioni generali sulla Serbia, su Kragujevac e sulla Zastava

 

Cambio Euro – Dinaro al 29-10-2008            1 a 84.5

 

Salari medi in Serbia nel 2008 (in dinari)

Mese

Produzione

Servizi

Media totale

Gennaio

27516

29582

28230

Maggio

30136

35867

32147

Settembre

31489

35683

32969

 

Esistono pero’ fortissime differenze tra diverse categorie di lavoratori  ed anche forti differenze tra diverse citta’ (dati analoghi ai seguenti erano stati riportati nelle relazioni di marzo e settembre del 2007)

 

Categoria                    Salario medio (in dinari)

Tabacchi                                 83839

Bancari                                   69121

Trasporto aereo                       55986

Assicurativi                              55165

Petroliferi                                 40255

Elettrici                                    47876

Informatica                              45630

.................................................................

.................................................................

Industria del legno                   15407

Industria tessile                       10215

 

 

Citta’                           Salario medio (in dinari)

Novi Beograd                          50521

Surcin                                    47518

Lazarevac                               42590

Novi Sad                                 37902

.................................................................

.................................................................

Svrljig                                      14306

Bela Palanka                           12924

 

 

Prezzi dei carburanti (in dinari, a meta’ ottobre 2008)

Benzina senza piombo            89,3

Diesel                          74.9

Eurodiesel                   79.6

Gas                             54.5