Informazione

Alcuni rapporti sulle manifestazioni internazionali tenutesi
nel 2. anniversario dell'aggressione NATO alla Jugoslavia
si possono trovare sul sito internet del Campo Antimperialista:

> http://www.antiimperialista.com/en/

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Note di CARLO PONA
(dalla mailing list scienzaepace@...)

Martedi sera [27/3] sono tornato da Belgrado dopo aver partecipato alla
conferenza del Belgrade Forum a due anni dall'inizio dei bombardamenti
sulla Jugoslavia. Prima un breve resoconto della conferenza, poi le
considerazioni personali sui tre giorni e sulla situazione a Belgrado e
dintorni.

Pre- conferenza:
Mercoledi 21 ci invitano (i pochi gia' arrivati: io, Fulvio Grimaldi, i
tre russi e pochi altri) alla conferenza stampa di presentazione.
Arrivano un bel gruppetto di giornalisti, anche se non capisco di quali
giornali. Il tutto ovviamente si svolge in puro serbo ortodosso per cui
posso solo intuire quello di cui si parla, nonostante i miei sforzi
(vani) di imparare la lingua.
Il chairman della conferenza, Zivadin Jovanovic, ex ministro degli
esteri di Milosevic, tra le altre cose, ci parla di arresti
indiscriminati verso esponenti del partito socialista (il suo), di
requisizioni degli uffici, di una situazione debitoria preoccupante, di
rischi di chiusura totale, eccetera. Insomma un quadro preoccupante.

Conferenza.

Alle 9:30 ci mettiamo ad aspettare il pullman che ci deve portare alla
conferenza (a Novi Beograd). Dopo piu' di un'ora cominciamo a
preoccuparci. Viste le premesse del giorno prima abbiamo subito pensato
che la conferenza era stata cancellata, i responsabili arrestati,
deportati, e che presto sarebbe invece arrivato un cellulare a prendere
a noi e a rispedirci a casa.... invece il pullman e' semplicemente
andato a sbattere!
Insomma alle 11, piu' o meno, finalmente arriviamo e la conferenza
inizia. La lista degli interventi e' lunghissima... ci sono solo i nomi
e si capisce gia' che sara' un carnaio. Gli interventi sono di 10
minuti, invece dei 15 concoradti inizialmente, ma tutti sforano e di
conseguenza il mio inetrvento che era programmato all'1:20 slitta fino
alle 17:30 circa! Alla fine dei due giorni gli interventi saranno circa
70 (!!) e quasi tutti uguali: i corridoi, le interfenze del FMI, il
libro di Brzinski, gli imperialisti, i capitalisti, la necessita' di
creare un fronte antiimperialista, gli errori della Russia, la
situazione in Palestina e Iraq, l'UCK, il controllo dei Balcani, il
ruolo della sinistra europea, le sanzioni, i parallelismi e le diffenze
con l'America Latina, le violazioni al diritto internazionale, Solana,
la catastrofe umanitaria, ruolo della Germania, pretesto della difesa
dei diritti umani, la politica britrannica degli ultimi 100 anni
eccetera; questi piu' o meno i temi trattati.

Come avete potuto gia' capire c'e' stato poco spazio per interventi
"scientifici" o cumunque con un supporto scientifico alle spalle. Ce ne
sono stati, credo, 3.
Il primo e' stato di un certo Prof. Skaric, Macedone, che si e' preso la
briga di cniare un neologismo: Natocide per indicare tutta la tragedia
ecologica causata dai bombardamenti e per dire che con questa
aggressione la NATO si' e' votata alla propria dissoluzione e al proprio
suicidio (beato lui!). Ha parlato del DU, ma lui e' un professore di
diritto all'Univ. di Skopje, per cui ha parlato di questo aspetto. Sta
scrivendo un libro.
Il secondo e' stato di P.Simonovic, che ha parlato della
cancerogenicita' del DU e che in alcure aree si registra un aumento
della incidenza dei tumori (K.Mitrovica). Dice pure che da quando i
serbi sono usciti dal Kosovo, non si hanno piu' dati sulle popolazioni
albanesi.
Il terzo e' il mio/nostro. Per questioni di tempo e visto l'ambiente,
non ho fatto una disquisizione sull'uranio, ma ho cercato di far capire
quello che stiamo facendo in Italia come Comitato al fine di far
trapelare un po' di verita' sulla condotta dell'aggressione; del nostro
ruolo di scienzoiati contrapposti alla scienza "ufficiale" (quella per
capirci della comm Mandelli). Il testo dell'intervento, appena ho un po'
piu' di tempo lo trascrivo e ve lo faccio avere.

Oltre a questi interventi orali, hanno girato due articoli:
uno di Darko Nadic della facolta' di Scienze Politiche di Belgrado (A
socio ecological approach to investigating the environment in
Yugoslavia) che io ho e che scannerizzero' per farvelo avere.
l'altro di un tal Predrag Jaksic, che non si sa di dove sia, perche' il
suo articolo di due pagine e' comparso senza la sua presenza. Il titolo
e' molto attraente: Discovering the full truth about the use of depleted
uranium during the NATO air strikes in Kosovo and Metohia. questo tipo
avrebbe scoperto, analizzando le informazioni della NATO e le coordinate
delle localita' che sarebbero state bombardate con il DU, che delle 112
localita', 6 sono nel Mare Adriatico (!!), 14 in Albania e 14 in
Macedonia!!! Anche questo lo scannerizzo e ve lo mando appena possibile.
(...)

---

Note di FULVIO GRIMALDI
(dalla mailing list pck-yugoslavia@...)

(...) Il convegno del Foro di Belgrado in occasione del secondo
anniversario
dell'aggressione Nato nonchè della grande manifestazione di massa di
sabato
scorso, alla quale ho avuto il privilegio di essere invitato... Entrambe
le
iniziative sono state coronate da enorme successo e il provvedimento
preso
dal regime [il ventilato arresto di Jovanovic, principale organizzatore,
arresto
poi smentito] è chiaramente anche una vendetta contro la riuscita
dell'impresa
e, implicitamente, contro la ricomparsa in forze del Partito Socialista,
anche sulla scena internazionale. La frustrazione del regime di Zoran
Djindjic è stata poi accentuata dalla clamorosa vittoria del sindacato
autonomo della Zastava sul sindacatino giallo, altro segno che in
Jugoslavia
i tempi della ripresa si stanno accorciando. Il convegno di Belgrado, di
cui
avete potuto leggere il comunicato finale messo in rete dal Tribunale
Clark, ha visto la partecipazione di 17 paesi e 25 delegati, tra i quali
Jaret Israel, degli USA, e esponenti del vertice del Partito Comunista
Russo, tra i quali la viocepresidente della Duma, delegati britannici,
greci, argentini, tedeschi, iracheni, libici, palestinesi, italiani e
altri.
Nel corso degli interventi sono state illustrate le menzogne che hanno
accompagnato l'aggressione, la situazione nei Balcani con la nuova
offensiva
dei banditi UCK addestrati ed armati nelle basi USA e britanniche, gli
equilibri internazionali, le infiltrazioni USA e Nato nella DOS e in
particolare in Otpor. E' stato formulato anche un piano d'azione
internazionale i cui punti principali sono l'attuazione della
risoluzione
ONU 1244 suilla sovranità jugoslava sul Kosovo, il ritiro della Nato
dal
Kosovo e dai Balcani, il ritorno delle forze armate jugoslave in Kosovo,
il
disarmo e scioglimento dei pulitori etnici dell'UCK e bande associate,
il
ritorno dei profughi di ogni nazionalità in Kosovo e il loro
risarcimento,
il risarcimento per tutti i danni di guerra, la messa sotto accusa dei
leader della Nato responsabili dell'aggressione e di crimini di guerra e
contro l'umanità, la bonifica immediata, pagata dalla Nato, di tutti i
siti
contaminati, la liberazione di coloro che sono stati arbitrariamente
arrestati, a cominciare dal direttore della TV di Stato, Dragoljub
Milanovic.

(...) Con Milosevic ho avuto un incontro di due ore e mezza e una
conversazione
molto rivelatrice sui retroscena dell'aggressione, delle campagne di
diffamazione e del putsch di ottobre. Il contenuto dettagliato della
conversazione verrà pubblicato nei prossimi giorni, dopodichè mi
preoccuperò
di metterlo in rete. Intanto posso dire che ho trovato un uomo nel pieno
delle sue forze psichiche, fisiche e morali, con una lucida analisi, pur
nella debolezza dell'impianto ideologico di Milosevic, della situazione
interna ed internazionale. La determinazione a resistere alla
cospirazione
imperialista è evidente in Milosevic, il quale nutre una discreta
fiducia
nel patriottismo di Kostunica, anche se non si nasconde il fatto che il
presidente è molto isolato nell'ambito delle forze al potere. E' diffusa
tra
i dirigenti del PSS la convinzione che un colpo di mano contro Milosevic
possa portare alla guerra civile. Motivo per il quale si sta ora
cercando di
fare il vuoto intorno a lui. Lo stesso PSS mi è parso radicalmente
rinnovato. Sono andati via, passati alla controparte oppure cacciati gli
elementi della passata dirigenza compromessi con operazioni
affaristiche,
opportunistiche, speculative e il Partito si è rafforzato con l'arrivo
di
moltissimi quadri volontari giovani, fortemente motivati e dotati di
indubbio coraggio, date le difficilissime condizioni attuali.
Ho anche parlato con il leader del Nuovo Partito Comunista e della
coalizione di sei partitini comunisti che, insieme, appoggiano la
controffensiva guidata dal PSS, Kitanovic. La consistenza numerica di
questo
schieramento è minima, la sua pretesa di fungere da forza guida delle
sinistre antimperialiste un po' patetica. Ho avuto l'impressione di
personaggi un po' fuori dal tempo, incapsulati ideologicamente in
formule
astratte e di scarso rilievo per la situazione contingente,
caratterizati da
una presunzione che la loro piccolissima entità numerica rende quasi
grottesca, divisi tra posizioni titine, cominformiste, staliniste pure,
post-titine e altre. Ben venga comunque un fronte comune tra quella che
è
oggi indiscutibilmente la vera forza di massa della resistenza
patriottica e
antimperialista e tutte le formazioni di sinistra. Del resto, lo stesso
Kitanovic mi ha detto che Milosevic e il PSS rappresentano il cuore
dell'opposizione patriottica agli aggressori ed ai loro fiduciari nel
paese.
Ogni divergenza verrà affrontata una volta sciolta la contraddizione
principale. (...)

---

Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti
dell'ex Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'",
oggi "Comitato Promotore dell'Assemblea Antimperialista":
> http://www.tuttinlotta.org
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Subject: Death threat for Milosevic
Date: Wed, 04 Apr 2001 13:30:09 +0200
From: global reflexion <office@...>
To: office@...


The Global Reflexion Foundation contributes, according to her ability,
to
the distribution of information on international issues that in the
media
does not recieve proper attention or is presented in a distorted way. We
receive information from different sources, that does not necessary
reflect
our opinion. If you don't want to receive it, please send us an e-mail.

See also http://emperors-clothes.com/ and http://www.targets.org/

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Wednesday, april 4, 2001

1. Death threat for Milosevic
2. Milosevic's lawyer appeals detention decision
3. Milosevic says process against him political staged
4. US pressures on Yugoslavia could cause serious rift
5. Statement of Gennady Zyuganov
6. Yugoslav leader distances himself from arrest of predecessor
7. Milosevic arrest heightens feud

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DEATH THREAT FOR MILOSEVIC
Milosevic may choose to go to The Hague sais interior minister

VIENNA, April 2 (Reuters) - Serbia's interior minister said on Monday
that
former Yugoslav President Slobodan Milosevic might choose to go to The
Hague to face war crimes charges in order to avoid the death penalty at
home.
Dusan Mihajlovic, in a brief interview with Austria's ORF television
after
his arrival for an official visit to Austria, added that the discomfort
of
Belgrade prisons might be a further incentive for Milosevic.
"He will certainly come to a court hearing in Belgrade and perhaps he
may
wish to be handed over to The Hague," Mihajlovic said.

When the interviewer questioned whether the former Yugoslav ruler would
really choose to go to the
international war crimes tribunal voluntarily, Mihajlovic replied:
"There
is an essential difference between The Hague and Serbia. Serbian
criminal
law envisages the death penalty. Also the prisons in Serbia are far from
being very comfortable."

Milosevic, arrested in Belgrade on Sunday after a standoff with security
forces, was indicted by the Hague Tribunal in 1999 for alleged
atrocities
against Kosovo Albanians. Justice authorities in Serbia have not so far
accused Milosevic of any offence serious enough to carry the death
penalty.
He currently faces charges of corruption and criminal conspiracy.
However,
many of his opponents have accused him of involvement in politically
motivated killings, which could in theory result in the death penalty.
The
penalty has not, though, been carried out in Serbia for many years.

Mihajlovic, speaking through an interpreter, said Milosevic had hoped to
encourage destabilisation in Serbia which could have paved the way for a
comeback. "These were just dreams of Milosevic. He hoped there would be
a
destabilisation of democratic forces in Serbia. He hoped that in the
difficult economic and social conditions there would be unrest among the
population. He hoped he would get the support of his party friends," the
minister said. "His hopes were not fulfilled. Milosevic is today in
prison
and Serbia is free."

http://www.serbianna.com/news/04_02/20.shtml

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MILOSEVIC'S LAWYER APPEALS DETENTION DECISION

BELGRADE, April 2 (Tanjug) - The lawyer of former Yugoslav president
Slobodan Milosevic, Toma Fila, said on Monday that he appealed the
decision
of Belgrade district court on the pre-trial detention of Milosevic.
Fila
told Tanjug that the appeal in question was written by Milosevic
himself,
and that he (Fila) previosuly submitted his own appeal. Fila told Tanjug
that the results of the appeal were expected within 48 hours. "We will
have
an answer most probably Tuesday morning. I think it will be a negative
one."
"We are not against the investigation, because we consider that every
citizen against whom proceedings are underway must respond to the
summons
of a judge," Fila said. It is a lie, and the former president wrote that
in
his appeal, that he refuses to be held accountable in his country, Fila
aid, stressing that Milosevic does not want to go to The Hague. Fila
said
that Milosevic is feeling very well, "as well as a person can feel when
in
prison."

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MILOSEVIC SAYS PROCESS AGAINST HIM POLITICAL STAGED

BELGRADE, April 3 (Tanjug) - Former Yugoslav president Slobodan
Milosevic
said in a complaint filed with the Belgrade District Court on Monday
against the court decision on his detention that the process against him
was politically staged. "I believe the court proceedings against me are
politically staged, at the orders of the new authorities, with the
purpose
of tarnishing and discrediting my long-term work, and, in particular,
because I opposed world power-wielders in the interests of the state and
the people," Milosevic said.
Milosevic rejected the reasons for his detention, explaining that "over
the
past six months I was accused and condemned for every possible criminal
act
in the entire press of the current regime, and yet I did not flee." "I
am
filing this complaint strictly in the interest of truth. I do not mind
any
investigation into anything I have done in my life, but I mind being
treated like a criminal for what I did for my state to the best of my
ability," Milosevic said in the complaint, adding that he was ready at
any
time to appear before the judicial organs of his country.

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US PRESSURES ON YUGOSLAVIA COULD CAUSE SERIOUS RIFT

MOSCOW, April 2 (Tanjug) - Russian Duma international relations
committee
chairman Dmitry Rogozin warned on Monday that US pressures on the
Yugoslav
leadership to extradite Slobodan Milosevic to The Hague show that the
United States is interfering in the internal affairs of the country and
threatens to provoke a serious rift in Yugoslavia. Such a rift int he
country could provoke wide-ranging conflicts in the center of Europe,
Rogozin said.
According to him, the armtwisting and issuing of ultimatums to Yugoslav
leaders, including deadlines for the extradition of the former Yugoslav
president and its linking to economic aid, constitute planned
activities,
which are strongly destabilizing the democratic forces of the country.
The
provoking of such the crisis could be extremely dangerous for the whole
of
Europe, Rogozin said.

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STATEMENT OF GENNADY ZYUGANOV
Chairman of the People's Patriotic Union of Russia

Moscow, April 2, 2001

Slobodan Milosevic, Chairman of the Serbian Socialist Party and former
President of the Federal Republic of Yugoslavia, was arrested in
Belgrade.
All circumstances directly indicate that this action was ordered by the
United States. The intensity of pressure on the Yugoslav government was
unprecedented, and the decision to arrest Mr. Milosevic was made under
the
threat of vicious economic and political blackmail.

This represents the most deplorable interference in the internal affairs
of
a sovereign state and a fresh violation of international legal norms,
already shaken by the rogue bombings of Iraq, Libya, Sudan, and
especially
the NATO aggression against Yugoslavia in 1999.

By arresting a former head of a foreign country, the United States is
introducing a dangerous element into international relations. The
consequences of this precedent could be far-reaching for any head of
state
trying to run an independent foreign and domestic policy, including the
leaders of Russia and Belarus.

With that in mind, the deafening silence of the Russian Federation s
Foreign Ministry is simply shocking. Those forces in Yugoslavia that
favor
the preservation of the historical friendship between the Yugoslav
people
and Russia are being openly harassed. The continuance of the current
faceless policy of the Russian Foreign Ministry is bound to lead to
Russia
s removal from the Balkans altogether.

The decision of the Yugoslav regime to arrest its former head of state
for
the sake of financial "aid" is contemptible - especially since it is
obvious that the demand for Slobodan Milosevic's arrest came from the
leaders of NATO, convicted by a Yugoslav court for crimes against the
people of Yugoslavia and responsible for war damages in excess of tens
of
billions of dollars.

The People's Patriotic Union of Russia condemns the persecution of
Slobodan
Milosevic, as it will further increase tensions in Yugoslavia, contrary
to
our desires for peace and stability in that country.

Judging that the persecution of the Serbian Socialist Party leader
represents an attempt to impose the American "New World Order," the
People's Patriotic Union of Russia calls for an international campaign
to
cease political persecution of Slobodan Milosevic and support the
patriotic
forces in Yugoslavia, which continue to resist the expansion of NATO.

*********************************************

YUGOSLAV LEADER DISTANCES HIMSELF FROM ARREST OF PREDECESSOR

BELGRADE, April 3 (AFP) - Yugoslav President Vojislav Kostunica
distanced
himself Tuesday from his predecessor Slobodan Milosevic's arrest but
stressed he has no say in whether the man wanted by a UN court for war
crimes will be transferred to The Hague.

Speaking to reporters for the first time since a weekend siege ended in
Milosevic's arrest on corruption charges, Kostunica said the police
action
had been "clumsy", uncoordinated with army guards at the residence, and
was
not reported to him until it had already bogged down in an armed
stand-off.

He insisted the arrest had nothing to do with US pressure to move
against
the ex-leader by midnight Saturday or lose millions of dollars in
badly-needed aid, which Washington on Monday freed up as promised.

Kostunica said US President George W. Bush would have signed the release
anyway based on democratic changes his reformers had carried out since
toppling Milosevic in October.
But the president's opposition to extraditing Milosevic to a UN war
crimes
court -- which he accused of only prosecuting Serb suspects -- earned
him a
rebuke from one of Europe's top rights bodies. The Council of Europe
said
he risked ruining his reputation as a reformer by refusing to hand over
Milosevic to the International Criminal Tribunal for the former
Yugoslavia
(ICTY) in The Hague.

Milosevic was locked up in a Belgrade prison after his arrest early
Sunday,
as investigators probe him on charges of stealing public funds to prop
up
his authoritarian regime, which was isolated by the international
community
and then bombed by NATO over its Kosovo policies in 1999.

Serbian Interior Minister Dusan Mihajlovic said on a visit to Vienna
that
Milosevic could be tried for "serious crimes" which carry the death
penalty. "But we are talking at the moment about an enquiry, we still
need
proof," he said.

A judicial board rejected Milosevic's appeal to be released from 30 days
investigative custody. He was detained after a gun battle with police
outside his residence which left four officers injured, one of them
seriously.

The appeal, drafted and signed by Milosevic himself, claimed that he had
used the missing state money to finance Serb armies fighting in Bosnia
and
Croatia as the republics broke away from Yugoslavia in the early 1990s.

The admission increased pressure on Belgrade to cooperate with the ICTY,
but also threatened to rekindle nationalist sentiment among supporters
who
had turned away from him among mounting accusations of corruption.

As Milosevic's wife Mira Markovic visited her husband in jail, and was
booed by teenagers waiting outside, one of his key aides was being
quizzed
by investigators on the same charges as his former boss.

Former Yugoslav customs chief Mihalj Kertes was questioned for six hours
before leaving a district courthouse in Belgarde without speaking to
reporters. Kertes was briefly detained earlier this year but was
released
after citing his immunity as a member of parliament.
Two other top Milosevic aides also showed up in the courthouse but it
was
not known if they faced questioning.

And the shockwaves of Milosevic's dramatic arrest were felt in the
Socialist Party (SPS) he founded a decade ago and which he still heads.
Serbian President Milan Milutinovic, the last Milosevic ally to hold on
to
a top government post after six months of reforms, resigned from the
high-level SPS posts he held, citing "increased pressure" from the
party.
The SPS has accused Milutinovic -- who like Milosevic has been indicted
by
the ICTY for war crimes in Kosovo -- of being too close to the new
authorities. He also has, along with the Kostunica, the power to pardon
his
former boss.

Kostunica insisted Tuesday that Milosevic stand trial in Serbia,
accusing
the ICTY of practising "selective justice" in not prosecuting high-level
Bosnian, Croatian or even NATO leaders, all of whom he said bore some
responsibility for crimes committed in the Balkans in the past decade.
He
added that he had ordered a South African-style truth and reconciliation
committee to look into Yugoslavia's recent history.

http://sg.news.yahoo.com/010403/1/ly2n.html

*******************************************

MILOSEVIC ARREST HEIGHTENS FEUD

Stratfor.com, 2345 GMT, 010330 - The apparent arrest of Former Yugoslav
President Slobodan Milosevic marks the beginning of a stand-off among
Yugoslav officials. For the past few weeks, Serbian Justice Minister
Vladan
Batic has encouraged compliance to European Union and U.S. demands to
indict Milosevic for war crimes, and see his trial in The Hague.

Batic's concern anticipated a harsh U.S. response and suspension of aid.
Batic has the full support of Serbian Prime Minister Zoran Djindjic. But
Yugoslav President Kostunica has rejected the gestures of cooperation by
Djindjic and Batic, aggressively contesting the pretension. But the row
between the officials is not yet over since the arrest of Milosevic is
short of full compliance with EU and U.S. demands.

The U.S. Congress determined March 31, 2001 as the deadline for
Yugoslavia
to demonstrate good faith to the international community. If deemed an
ally, the United States would clear $100 million dollars in aid to the
new
government, formed last October when a popular uprising forced strongman
Slobodan Milosevic from office. If deemed an adversary, Washington would
suspend funding.

The ultimate decision was left to Secretary of State Colin Powell, who
decided on March 30 to delay a verdict through the weekend. Reason for
the
delay is unclear, though Powell is likely gauging the political
consequences of Milosevic's arrest.

Reports of Milosevic's arrest conflicted throughout the day March 30,
but
several news sources, including Reuters, Tass and AFP, reported
Milosevic
was taken from his home outside Belgrade and ushered to the Palace of
Justice in Belgrade by a handful of Serbia's Interior Ministry Police.

It was later reported by international news organizations and news
outlets
in Belgrade that Milosevic had returned home and appeared before
reporters
and supporters outside his home. Details of the proceedings inside the
courthouse have not been disclosed.

Milosevic is expected to stand trial in Serbia with no immediate risk of
extradition to The Hague. But the significance of the day's events are
interwoven with the move by the two Serbian ministers against President
Kostunica. Kostunica has a higher diplomatic profile than the Serb prime
minister and justice minister and even garnered support from France for
the
United States to delay its decision.

Kostunica will now have to rally against ministers Batic and Djindjic
and
their attempt to arrest Milosevic. Such a move may turn Kostunica to
rouse
fashionable, populist sentiments in defense of Yugoslavia's sovereignty.

Batic and Djindjic are attempting to isolate Kostunica and potentially
cow
him politically before the Serb public. Kostunica is appealing to Milo
supporters and conservatives to expand his popularity, according to IWPR
analyst Zeljko Cvijanovic.

Djindjic's move against Milosevic is a swift challenge, and Kostunica is
likely to invoke nationalist sentiments as a shield against his more
moderate partners. This may result in less cooperation from Yugoslavia,
and
may even flaunt the will of EU and U.S. representatives.

***********************************************

European Foundation Intelligence Digest
Issue No. 116

22nd March � 5th April 2001

[Excerpt]

Happy anniversary for Yugoslavia

UN FELICE [SIC!] ANNIVERSARIO PER LA JUGOSLAVIA

L'arresto di Milosevic a Belgrado, largamente salutato
come un passo verso l'Europa per la Jugoslavia, coincide
con il 50esimo anniversario dell'attacco della Germania nazista
contro la Jugoslavia. Hitler aveva incominciato a fare
preparativi per l'invasione dell'Unione Sovietica ed originariamente
l'attacco sarebbe dovuto incominciare nel marzo 1941. Ma la guerra
di Mussolini contro la Grecia ha ritardato il tutto perche' Hitler
aveva bisogno dei Balcani stabilizzati e liberi da conflitti,
affinche' servissero da canale per il rifornimento di materie
prime e di cibo per le sue armate in Russia. La Romania e
la Bulgaria furono costrette ad unirsi alle potenze dell'Asse
e vi furono inviate truppe tedesche. Ma per qualche tempo la
posizione della Jugoslavia non fu chiara.
Minacce e promesse finalmente indussero l'allora primo
ministro, Dragisa Cvetkovic, a firmare un patto con le
potenze dell'Asse nel Palazzo del Belvedere di Vienna,
il 25 marzo 1941. Questo andava contro gli umori dominanti
nella opinione pubblica in Serbia, che era in maggioranza
filo-britannica. Due giorni dopo, percio', un golpe militare
rovescio' il governo ed il giovane principe reggente Pietro II.
Il vecchio odio austriaco di Hitler contro i serbi riemerse
ed egli considero' il golpe come una dichiarazione di guerra.
Con la collaborazione di Ungheria e Bulgaria decise di
spazzare via la Jugoslavia in quanto Stato. La
guerra ebbe inizio la mattina presto del 6 aprile 1941
[quando i tedeschi bombardarono Belgrado con l'aviazione
causando decine di migliaia di morti civili, ndT]. La
Wehrmacht penetro' dalla Bulgaria [e da Nord] e raggiunse
Skopje il 7 aprile, Zagabria l'11 aprile e Belgrado il 13
aprile. La guerra-lampo costo' ai tedeschi un numero quasi
trascurabile di perdite, circa 150, mentre la popolazione
civile soffri' perdite terribili nel bombardamento tedesco
di Belgrado. Fu immediatamente realizzato un Nuovo Ordine
balcanico: la Slovenia fu assorbita nelle provincie austriache
della Carinzia e della Stiria [ed il resto, fino a Lubiana,
lo occupo' l'Italia, ndT]; l'Italia prese la Dalmazia con
Spalato come capitale; fu proclamato uno Stato croato
che includeva parti della Bosnia [tutta la Bosnia, piu' parte
della Vojvodina, ndT]; ed il Montenegro divento' uno
Stato vassallo dell'Italia.
Il Kosovo fu annesso all'Albania sotto occupazione italiana,
i bulgari presero la Macedonia, e gli ungheresi ne
approfittarono sulla Vojvodina. Cio' che rimaneva della Serbia
fu governato da un serbo collaborazionista, il generale
Nedic. [Tratto da "Der Standard", 3 aprile 2001]

-

Original text:

Happy anniversary for Yugoslavia

The arrest of Milo�evic in Belgrade, widely welcomed
as a step for Yugoslavia towards Europe, coincides
with the 50th anniversary of Nazi Germany�s attack on
Yugoslavia. Hitler had begun to make preparations for
the invasion of the Soviet Union and originally the
attack was due to start in March 1941. But Mussolini�s
war with Greece delayed matters because Hitler needed
the Balkans to be stabilised and free from conflict in
order to serve as a conduit for the supply of raw
materials and food to his armies in Russia. Romania
and Bulgaria were co-opted into joining the Axis
powers and German troops were sent there. But for a
while Yugoslavia�s position remained unclear. Threats
and promises finally coaxed the then Yugoslav prime
minister, Dragi�a Cvetkovic, to sign a pact with the
Axis powers in the Belvedere Palace in Vienna on 25th
March 1941. This went against the dominant public
opinion in Serbia, which was predominantly
pro-British. Two days later, therefore, an army putsch
overthrew the government and the young prince regent
Peter II. Hitler�s old Austrian hatred of the Serbs
resurfaced and he treated the putsch as a declaration
of war. With the co-operation of Hungary and Bulgaria,
he decided to crush Yugoslavia as a state. The war
began in the early morning of 6th April 1941. The
Wehrmacht invaded from Bulgaria and reached Skopje by
7th April, Zagreb by 11th April and Belgrade by 13th
April. The Blitzkrieg cost the Germans an almost
negligible number of casualties, about 150, while the
civil population suffered terrible losses in the
German bombing of Belgrade. A New Order in the Balkans
was rapidly implemented: Slovenia was absorbed into
the Austrian provinces Carinthia and Styria; Italy
took Dalmatia with Split as the capital; a Croat state
was created including parts of Bosnia; and Montenegro
became a vassal state of Italy. Kosovo was annexed to
Italian-occupied Albania, the Bulgarians took
Macedonia, and the Hungarians helped themselves to the
Vojvodina. The remaining rump of Serbia was governed
by a Serb collaborationist General Nedic. [Der
Standard, 3rd April 2001]

---

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"24Casa" Jedina dnevna novina bez kriznog staba

8:00:15 Sreda, 4-i April

TRIBINA
CISTA POLITICKA HAJKA
STRELAC
MONTIRANI PROCES
SVE JE LICILO NA OTMICU
ATAK NA DOSTOJANSTVO ZEMLJE
VREME BE�CA�CA
GUBLJENJE OBRAZA
ME�UNARODNA PETICIJA
NEMINOVNI IZBORI
NEDOSTOJNA POSLU�NOST
SRAMNA PREDSTAVA
ZVANICNICI O SARADNJI SA HAGOM
MILUTINOVIC PODNEO OSTAVKU
SVE PESME U VODI
PRAZNA OBECANJA
TERORISTI SE UTVR�UJU
NI MINIMUM USLOVA
POVODI

Tekstove na adresu: http://www.24casa.co.yu/jugoslavija.htm

---

Dear friend,

Thank you for your excellent posts. I haven't seen a number of
articles
recently posted on Emperor's Clothes which are I think of importance.
If
you go to www.tenc.net you will find the following articles, which are
at or
near the top of the page:

WASHINGTON FINANCES ETHNIC WARFARE IN THE BALKANS
by Prof. Michel Chossudovsky [3 April 2001]
> http://emperors-clothes.com/articles/choss/fin.htm

The 'New York Times' Spreads a Deadly Lie
by Jared Israel [2 April 2001]
> http://emperors-clothes.com/articles/jared/lie.htm

Slobodan Miloshevich: Key Symbol in a Great Power Game
by Sven Olafsson [2 April 2001]
> http://emperors-clothes.com/articles/sven/scapegoat.htm

Threat of Chilean Scenario Looms in Belgrade
Statement of the Serbian Socialist Party, 9:00 PM Belgrade Time, 31-3-
2001
> http://emperors-clothes.com/docs/chile.htm

Reject Blackmail & Vilification
by T.V. & Alida Weber [31-3-2001]
> http://emperors-clothes.com/articles/weber/threatof.htm

Civilian Defenders of Miloshevich Break Through Police Lines [31-3-2001]
> http://emperors-clothes.com/docs/civilian.htm

Best regards,
jared Israel

---

> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/885

The Global Reflexion Foundation:

1. Death threat for Milosevic
2. Milosevic's lawyer appeals detention decision
3. Milosevic says process against him political staged
4. US pressures on Yugoslavia could cause serious rift
5. Statement of Gennady Zyuganov
6. Yugoslav leader distances himself from arrest of predecessor
7. Milosevic arrest heightens feud

See also http://emperors-clothes.com/ and http://www.targets.org/

---

> http://www.sps.org.yu/eng/index-n.htm

Belgrade, April 01, 2001, 05:00 p.m.

THE STATEMENT

The Head Committee of the Socialist Party of Serbia has condemned
most strongly the inquiry-process and the decision on one-month
temporary custody against former President of Serbia and Yugoslavia
and the President of the Socialist Party of Serbia Mr. Slobodan
Milosevic. The very content of the report against Mr. Slobodan
Milosevic and the action of the Interior Ministry are the shameful
facts in the history of Serbia and Yugoslavia, particularly having
in mind that more policemen have been engaged than in the battles
against Albanian terrorist in south Serbia.

Mr. Slobodan Milosevic does not feel guilty and immediately he has
expressed his readiness to contribute in dismantling of the
monstrous fabrications. It is clear to all decent citizens of Serbia
that there are no intentions at all of proving alleged misdoing of
Mr. Slobodan Milosevic, but the only intention is fulfillment of the
orders of the former US Administration. The final aim is to have
pardoned of any crime Clinton, Albright and other who ordered the
bombardment of our country and our people by trial against Mr.
Slobodan Milosevic and other persecuted Serbs.

In all this, the most shocking is the role of some media that have
allegedly become "free" after October 05th last year. Not just that
their information have not been true and accurate, but they
initiated and lead persecution campaign against Mr. Slobodan
Milosevic and the Socialist Party of Serbia, bringing Serbia by such
information at the very edge of civil war. The leading role in that
dirty campaign had "BK" TV network, whose owners have become rich in
the very dubious manner that they would like to conceal. Therefore,
the Head Committee of the Socialist Party of Serbia decided to break
any cooperation with this TV network until their dirty approach is
changed, even regardless to the fact that it will decrease the
presence of the Socialist Party of Serbia in media which is anyhow
very small and limited.

The Socialist Party of Serbia would like to express its appreciation
to all citizens who participated, besides our members and
supporters, in symbolic "people guard", to all citizens who gave by
that the political support to Mr. Slobodan Milosevic and the
Socialist Party of Serbia. By protesting against the pressures and
attacks on Mr. Slobodan Milosevic and the Socialist Party of Serbia,
they defend in the same time the freedom, dignity and national pride
of Serbia and all Serbs.

Mr. Slobodan Milosevic personally, the Socialist Party of Serbia and
all democratic and freedom-loving people in our country and abroad
are very keen to have urgent public establishment of the full truth
in the process based on the monstrous fabrications against Mr.
Slobodan Milosevic.

We request immediate release of Mr. Slobodan Milosevic from custody
in order to stop this shameful charade which will leave the blemish
on the face of all Serbs.

We call all citizens, along with our members and supporters, to
continue and to keep up their political struggle, as well as to use
all democratic means to have Mr. Slobodan Milosevic released.

We request authorities to free Mr. Slobodan Milosevic immediately
and to allow him to defend himself as a free person, since he is the
most honest man who will never leave his country or run away
anywhere.

The Socialist Party of Serbia would like to express its gratitude to
numerous honorable policemen who, with tears in their eyes and
apologies on their mouths, were forced to participate unwillingly in
the dubious action of the Interior Ministry against those same
citizens who stand along with them during patriotic defense of the
country, particularly in Kosovo and Metohija.

We condemn, also, all fabricated attacks on the Yugoslav Army who
strictly fulfilled its legal role and tasks in securing the objects
that are vitally important for the country. Yugoslav Army prevented
possible bloodshed since policemen from Interior Ministry have tried
to penetrate into object contrary to the valid Government's decision
on the security of the former Yugoslav President.

Copyright � 1997-2001 SPS

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www.tenc.net
[Emperor's Clothes]

WASHINGTON FINANCES ETHNIC WARFARE
IN THE BALKANS

by
Michel Chossudovsky [3 April 2001]

Professor of Economics, University of Ottawa, author of
The Globalization of Poverty, second edition, Common
Courage Press, 2001.

Synopsis

While Washington supports the Former Yugoslav Republic of
Macedonia, it is at the same time --behind the scenes--
funneling money and military hardware to the Kosovo
Liberation Army (KLA) now engaged in a border war with
the Macedonian Security Forces. In a cruel irony,
Washington is arming and advising both the KLA attackers
and the Macedonian defenders under military and
intelligence authorization acts approved by the US
Congress. Military Professional Resources Inc. (MPRI), a
mercenary outfit on contract to the Pentagon, is helping
Macedonia --as part of a US military aid package-- "to
deter armed aggression and defend Macedonian territory."
But MPRI is also advising and equipping the KLA, which is
responsible for the terrorist assaults. In this war, the
American military-intelligence apparatus is pulling
strings "on both sides of the fence". What is the hidden
agenda?

"[The] United States of America and the Kosovo
Liberation Army stand for the same human values
and principles ... Fighting for the KLA is
fighting for human rights and American
values."(Senator Jo. Lieberman, quoted in the
'Washington Post', 28 April 1999)

-- M.C.

WASHINGTON FINANCES ETHNIC WARFARE
IN THE BALKANS
by Michel Chossudovsky [3 April 2001]

The Kosovo Liberation Army (KLA) --transformed in
September 1999 into the Kosovo Protection Corps (KPC)
under UN auspices-- is behind the terrorist attacks in
the Tetovo region of Macedonia as well as in Southern
Serbia. In Macedonia, these assaults are waged by the
KLA's proxy: the Ushtira Clirimtare Komtare (UCK) or
National Liberation Army (NLA). The terrorists operate
from KLA bases inside Kosovo under KFOR protection.

Supported by the US, the KLA and its various proxies are
well equipped. According to Carl Bildt (special UN
coordinator for the Balkans), the Macedonian Security
Forces "are no match" for the rebels: 'the guerrillas are
a competent military organization� They have a core of
very experienced fighters. They are well fortified,
evidently well prepared, and in all probability they
control substantial parts of the hinterland.'"

But where did they get the money? The Western media
conveys the impression that the National Liberation Army
(NLA) developed into a modern rebel force overnight,
spontaneously "out of thin air" and that NATO leaders
have no contacts with the KLA.

UN PEACE-KEEPING FINANCES TERRORISM

According to the (London) 'Sunday Times',

"American intelligence agents have admitted
they helped to train the Kosovo Liberation Army
before NATO�s bombing of Yugoslavia".1

A review of US Congressional documents would suggest that
CIA support was not discontinued after the war.2
Moreover, while the KLA maintains its links both to the
CIA and criminal syndicates involved in the Balkans
narcotics trade, the paramilitary organisation -renamed
the Kosovo Protection Corps (KPC) has been elevated to UN
status, implying the granting of legitimate sources of
funding through UN as well as through bilateral channels.

Procurement of military supplies, training of the KLA and
military advisers has been entrusted to Military
Professional Resources Inc. (MPRI), a US based mercenary
outfit linked to the Pentagon. The pattern is similar to
that followed in Croatia and in the Bosnian
Muslim-Croatian Federation where so-called "equip and
train" programmes were put together by the Pentagon.

MPRI's training concepts --which had already been tested
in Croatia and Bosnia� are based on imparting "offensive
tactics... as the best form of defence".3 In the Kosovar
context, this so-called "defensive doctrine" applied in
terrorist assaults in Southern Serbia and Macedonia is
intent upon transforming the KLA paramilitary into a
modern military force which serves the Alliance's
strategic objectives. MPRI listed in 1999 "ninety-one
highly experienced, former military professionals working
in Bosnia & Herzegovina".4 The number of military
officers working on contract with the KLA has not been
disclosed.

There is, however, a consistent thread: KLA Chief of
Staff Agim Ceku (previously with the Croatian Armed
Forces) has been involved in a long-term relationship
with the MPRI. Ceku started working with MPRI in 1995 in
the planning of "Operation Storm" in Croatia, which led
to ethnic massacres and the expulsion of more than
200.000 Serbs from the Krajina region of Croatia. The
fact that Ceku is "an alleged war criminal" -- according
to the files of the Hague Tribunal (a body reporting to
the UN Secretary General)-- does not, however, seem to
bother anybody in the "international community".5

Ceku holds a UN passport (Laissez-Passer) which provides
him with diplomatic immunity within Kosovo. According to
ICTY prosecutor Carla del Ponte, Ceku's reputation and
integrity, however, are unstained because the Hague
tribunal's "inquiries ... relate to atrocities committed
[by Ceku] in Krajina ... between 1993 and 1995... Ceku's
record in Kosovo itself is not thought to be in
question�".6

Behind to polite fa�ade of international diplomacy, UN
Secretary General Kofi Annan has --on Washington's
instructions-- knowingly and willfully approved the
appointment of "an alleged war criminal" to participate
in a UN peacekeeping operation. In other words, the UN
system is "financing terrorism," creating an ugly
precedent in the history of a respected international
body: "The United Nations is paying the salaries of many
of the gangsters," who are now involved in the terrorist
assaults into Macedonia.7

RECYCLING NARCO-DOLLARS

US support to the KLA is only one among several sources
of KLA financing. Various Islamic organisations have
channeled money and military equipment to the KLA. Prior
to the 1999 war,

"German, Turkish and Afghan instructors were
reported to be training the KLA in guerilla and
diversion tactics."8

Mujehadeen mercenaries recruited in a number of countries
fought against Serb Security forces alongside the KLA in
Kosovo. According to the 'Sunday Times,' the recent
assaults by the KLA's proxy in the Tetovo region of
Macedonia have been "encouraged by mercenaries from
Afghanistan and Saudi Arabia."9

Amply documented, the Balkans drug trade is used to
finance ethnic warfare with the complicity of the US and
NATO. The pattern of covert support --through the
recycling of narco-dollars-- has been an integral part of
CIA covert operations since the Soviet-Afghan war.
According to documents of the US Drug Enforcement
Administration (DEA), "members of the notorious Albanian
mafia have links to a drug smuggling cartel'' based in
Kosovo's capital, Pristina. This cartel is allegedly
manned by ethnic Albanians who are members of the Kosovo
National Front (KNF) whose armed wing is the KLA. The DEA
documents apparently show it is one of the "most powerful
heroin smuggling organisations in the world'' with its
profits being diverted to the KLA to buy weapons.10

In the words of former DEA agent and author Michael
Levine:

"Ten years ago we were arming and equipping the
worst elements of the Mujahadeen in Afghanistan
- drug traffickers, arms smugglers,
anti-American terrorists�Now we're doing the
same thing with the KLA, which is tied in with
every known middle and far eastern drug cartel.
Interpol, Europol, and nearly every European
intelligence and counter-narcotics agency has
files open on drug syndicates that lead right
to the KLA, and right to Albanian gangs in this
country."11

While US aid --combined with drug money-- is channeled to
the KLA, Washington and Brussels perfunctorily condemn
the NLA-Tetovo instigated terrorist assaults while
casually denying the links of the attackers to the KLA.
In the words of former NATO Secretary General Javier
Solana: "'it would be a mistake to negotiate,� the
terrorists have to be isolated. All of us have to condemn
and isolate them. Nothing can be achieved through
violence'' �

NATO has pledged to ''starve'' the rebels by cutting
supply lines from neighboring Kosovo".12 While condemning
the terrorists, NATO --through the UN-- has also been
"raising the urgent need for restraint by the Macedonian
forces".13

This double talk is of course a form of political
camouflage: you say that you are against the terrorists
and then support them via the KLA with guns, ammo and
military advisers paid by the US public purse.

FINANCING BOTH SIDES

But there is something else even more terrifying which
has not been revealed to public opinion. The guerilla war
in the Tetovo region of Macedonia is being financed and
therefore controlled by Washington "on both sides" of the
border. While Washington pumps money into the KLA, the
FYR of Macedonia --which has been an obedient client
state-- is also the recipient of US military aid and
training. Macedonia is a member of NATO's Partnership for
Peace (PfP) and aspires to acquire full NATO membership.

The same group of US military advisers on contract with
the KLA is also "helping" the Macedonian Armed Forces.
The MPRI --while assisting the KLA in its terrorist
assaults-- is also present behind enemy lines in
Macedonia under a so-called "Stability and Deterrence
Program". The later is intent upon "assisting the
Macedonian Armed Forces � to deter armed aggression and,
should deterrence fail, defend Macedonian territory�".14
What is happening is that the US mercenary company with a
mandate "to defend the border" is also advising the KLA
on how best "to attack the border".

Is this not crystal clear: The military-intelligence ploy
is to finance both sides of the conflict, provide
military aid to one side and finance the other side. And
then "make them fight". It�s a sinister
military-intelligence game, an "insider operation" with
US military advisers on both sides from the same
mercenary outfit (the MPRI). Macedonia's "Stability and
Deterrence Program" is in fact largely supported by US
foreign military sales (FMS), namely MPRI is in charge of
delivering (i.e. dumping) to the Macedonian Armed Forces
obsolete weapons and hardware which the US Department of
Defense wants to get rid of.

Moreover, with its various sources of financing (drugs,
Islamic organisations, US military aid, contributions
from the US-Albanian community), the KLA and its
Macedonian proxy the Ushtira Clirimtare Komtare have the
upper edge. The money channeled from various sources
including the drug trade far exceeds the meager FMS
allocations granted in the form of surplus military
equipment to the Macedonian Ministry of Defence. 15

The friendly and cordial meetings held in Skopje (July
2000) between General Henry H. Shelton, Chairman of the
US Joint Chiefs of Staff and his Macedonian counterpart,
General Jovan Andrevski, constitute an obvious smoke
screen. While America's top brass pays lip service to its
PfP partner and ally, the KLA --with the support of the
Albanian American community-- is actively recruiting US
citizens to fight as volunteers against the Macedonian
Security Forces.16 Bear in mind that this pattern of
"financing both sides" is not limited to the Balkans:
since the end of the Cold War, Washington has been
involved in channeling covert financing and triggering
civil conflicts in different parts of the World including
Central Africa, the Caucasus and Central Asia. By
financing both sides of the conflict, the US controls the
outcome of the war.

MPRI OVERSEES THE SHOW

While recruiting a wide range of military and
intelligence expertise from its data bank of former
military personnel, MPRI is controlled by a handful of
former generals and ex-CIA officers. MPRI General
(retired) Rich Griffitts --responsible for MPRI's program
in Macedonia-- is talking to the Macedonian Chief of
Staff. He also talks to KLA Commander Agim Ceku --with
whom he has established a longstanding relationship since
Operation Storm in Croatia in 1995. Ceku is part of the
MPRI's "old boys network"; in collaboration with MPRI, he
was one of the main architects of "Operation Storm". In
this capacity, he also acted as Commander of the
Artillery division, which ruthlessly shelled Krajina Serb
civilians.!7

Whether MPRI personnel stationed in Kosovo is in direct
contact or communication with their colleagues in
Macedonia is not the issue: all MPRI military staff in
the field report back to Rich Griffitt, Crosbie Saint and
Carl Vuono (President of MPRI) at the company's
headquarters in Alexandria, Virginia. Crosbie Saint --in
charge of the company's "International Group"--
coordinates MPRI's various operations in Kosovo and
Macedonia as well as in Croatia and Bosnia. In turn,
Saint --who is a former director of military
intelligence-- is in permanent contact with the Pentagon,
KFOR and the CIA.18

HIDDEN AGENDA

So what kind of war is this? Both sides in the Macedonia
border war are controlled by the US. American military
personnel from the same private mercenary company are
stationed on "both sides of the fence" assisting their
local counterparts to fight a war on Washington's behest.

If this war is allowed to continue, it will inevitably
lead to the escalation of ethnic hatred, civilian
casualties and refugees. This in turn will result in
political destabilization and social unrest in both
Macedonia and Yugoslavia, thereby providing a pretext to
Washington and NATO to directly intervene under the
disguise of "peace-keeping" and "confidence building."
The hidden agenda also consists in the mobilization of
ethnic Albanians in Macedonia to support or become part
of the KLA'S structure.

In other words, Washington is "financing ethnic warfare"
as a means to achieving broad geopolitical, strategic and
economic objectives using the KLA as proxy force.
Meanwhile, the 'international community" --warning of an
impending "humanitarian disaster"-- has sent in an army
of observers and human rights experts, with a mandate to
protect the political and social rights of ethnic
Albanians. This brokered "reconciliation" --imposed by
NATO under UN auspices-- is based on the premise that
ethnic Albanians in Macedonia are an oppressed social
minority. It not only fosters socio-ethnic divisions
within Macedonia; it also provides legitimacy to the KLA
sponsored "freedom fighters" as well as international
media sympathy. It tends to discredit the Macedonian
Security Forces, thereby weakening their ability to fight
the KLA.

While Washington continues to support the terrorists
behind the scenes, the military alliance presents itself
as an impartial mediator. In turn, NATO's informal
mouthpiece, the Organisation for Security and Cooperation
in Europe (OSCE), is placing the blame on the Skopje
government, calling upon:

"the legal authorities in the FYR of Macedonia,
Presevo and Kosovo to act to restore peace and
security, � all sectors of the Macedonian
society [should] co-operate peacefully and �
build inter-ethnic confidence."19

The dispatching of Bulgarian troops into Macedonia (under
NATO's "Partnership for Peace" Program) to fight the
rebels could (if implemented) contribute to triggering a
much broader conflagration in the region. Similarly,
ethnic clashes --also engineered by Washington-- have
been triggered in Montenegro, which has a sizeable
Albanian ethnic minority. And in Montenegro, the MUP,
Montenegro's highly partisan police force is being
assisted by the Croatian Armed Forces, which in turn are
being trained by the MPRI under the so-called Croatian
Armed Forces Readiness and Training System (CARTS).
Similarly, demanding "autonomy" for ethnic Hungarians in
the North of Vojvodina is part of NATO's ploy with large
numbers of NATO troops stationed on the Hungarian side of
the border. More generally, the various military aid
packages provided to Croatia, Bosnia and the KLA are
ultimately directed against Serbia.20

Despite the compliance of the Belgrade and Skopje
governments to Washington's demands, US foreign policy
purports to eventually dismantle political institutions
and get rid of political parties which resist US-NATO
domination. Their objective is to eventually break up
what remains of Yugoslavia into what UN Balkans envoy
Carl Bildt has called a "patchwork of protectorates" on
the "Kosovo-Bosnia model under UN "peace-keeping", namely
under military occupation. 21

A Dayton-style agreement is the chosen framework for
displacing and destroying existing State institutions
including a fragile yet functioning parliamentary system.
With regard to Macedonia, the OSCE has appointed
Ambassador Robert Frowick to work with the Skopje
government. His terms of reference are clear. In 1996,
Frowick was put in charge of implementing "democracy" in
Bosnia-Hercegovina under the Dayton agreement: the
Bosnian "Constitution" -- previously drafted by American
lawyers at the US Air Force base in Dayton, Ohio-- was
appended to the 1995 US brokered "General Framework
Agreement."22

DISARMING THE NEW WORLD ORDER

The terrorist assaults in Macedonia and Southern Serbia
are serving Washington's strategic goals in blatant
violation of international law. NATO is increasingly
discredited in the eyes of World public opinion. The lies
and falsehoods are surfacing and the people of Yugoslavia
are determined to preserve their sovereignty in the face
of American aggression.

US foreign policy directed against so-called "rogue
states" lacks credibility both in the US and
internationally. Around the World, citizens are looking
to Yugoslavia and the courage of its people who have
resisted the imposition of the New World Order. The lies
concerning the war against Yugoslavia have been uncovered
and revealed to millions of people.



ENDNOTES

1. Tom Walker and Aiden Laverty, �CIA Aided Kosovo
Guerrilla Army�, Sunday Times, 12 March 2000) .

2. See "Intelligence Authorization Act for Fiscal Year
2000." HR 1555, Section 308 entitled "Report on Kosova
Liberation Army" available at
http://www.senate.gov/search/index.html).

3. See Tammy Arbucki, "Building a Bosnian Army", Jane
International Defence Review, August 1997.

4. See Military Professional Resources, Inc, "Personnel
Needs", MPRI web page at http://www.mpri.com/.

5. See Michel Chossudovsky, "United Nations Appoints
Alleged War Criminal", Emperors Clothes, March 2000,
http://emperors-clothes.com/articles/chuss/unandthe.htm).

6. See Tom Walker, "Kosovo Defense Chief Accused of War
Crimes", Sunday Times, London, 10 October 1999.

7. Quoted in John Sweeney and Jen Holsoe, "Kosovo
Disaster Response Service Stands Accused of Murder and
Torture," The Observer, London, 12 March 2000.

8. Michel Chossudovsky, "Kosovo Freedom Fighter Financed
by Organized Crime", Covert Action Quarterly, Fall 1999,
also published by Emperors Clothes,
http://emperors-clothes.com/indexe.htm

9. Tom Walker, "NATO Troops caught in a Balkan Ulster",
Sunday Times, London, 18 March 2001.

10. According to DEA documents reviewed and quoted in R.
Chandran, "US-backed KLA linked to Heroin Network"
http://www.voz-rebelde.de/ipan51.htm. See also Michel
Chossudovsky, Kosovo Freedom Fighters Financed by
Organized Crime".

11. Quoted in the New American Magazine, May 24, 1999)

12. Quoted in the New York Times, 20 March 2001)

13. United Nations Interim Administration Mission In
Kosovo (UNMIK), Press Release, 29 March 2001.

14. See MPRI at
http://www.mpri.com/subchannels/int_europe.html.

15. US military aid under the FMS program for Macedonia
was $4 million in FY 2000, 7.9 million was appropriated
for 2001. More recently, the US announced a $13.5 million
military aid package, See Government of Macedonia,
Ministry of Defence, Communique, 21 March 2001;
Congressional Budget Justification for Foreign
Operations, Fiscal Year 2001, Released by the Office of
the Secretary of State, Resources, Plans and Policy, U.S.
Department of State, March 15, 2000.

16. New York Times, 19 March 2001.

!7. See Michel Chossudovsky, NATO has Installed a Reign
of Terror in Kosovo, July 1999,

http://emperors-clothes.com/indexe.htm.

18. See MPRI web page, op cit

19. Statement by OSCE Parliamentary Assembly President
Severin on former Yugoslav Republic of Macedonia and
Kosovo, 23 March 2001,
http://www.osce.org/news/generate.php3?news_id63.

20. See Michel Chossudovsky, "The War Against Yugoslavia
Is Not Over", June 2000, at
www.emperors-clothes.com/articles/chuss/warnot.htm.

21. See Carl Bildt's statement at
http://www.usip.org/oc/cibriefing/bildt_cib.html, Bildt
was formerly the High Representative in Bosnia following
the adoption of the Dayton Agreement in 1995).

22. For a discussion see Michel Chossudovsky, Dismantling
Yugoslavia, Recolonizing Bosnia, Covert Action Quarterly,
Spring 1996, also published by Emperors Clothes at
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Bosnian Constitution is available at
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C Copyright by Michel Chossudovsky, Ottawa, March 2001.
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DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE

Sono andato all'iniziativa sui monumenti del Kosovo [tenutasi alla
Scuola Normale Superiore di Pisa il 30 marzo 2001], ma dopo un'oretta
me ne sono andato perche' le palle mi spazzavano per terra. A parte
alcuni "esperti" italiani che citavano Sgarbi, c'era il vescovo Artemije
(circondato da altri pretoni) che distribuiva un opuscolo clericale e
anticomunista dove tutto quello che e' successo in Kosovo era imputato
1) a Satana; 2) a Milosevic; 3) al Comunismo. C'era poi uno del
Ministero dei Beni Culturali jugoslavo (un bel "nazional-democratico"
di quelli che tanto piacciono agli americani e a noi) che faceva tirate
ipernazionaliste grandi-serbe e offensive per l'Islam e per gli
schipetari, e infine c'era un kosovaro albanese fatto arrivare in
Italia direttamente con un aereo presidenziale (cosi' mi hanno detto
quelli della Normale) che, parlando in inglese, ha spiegato che in
realta' erano i serbi a distruggere le moschee (ha fatto vedere delle
foto che per quello che ne so potevano essere state scattate a
Cologno Monzese), dando chiaramente per scontato che gli schipetari
siano tutti musulmani.
Tutto cio' in un clima blindatissimo e senza la minima possibilita' di
fare domande o quant'altro. Sono forse da biasimare se alla fine mi
sono rotto le palle di stare li'?

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DA FULVIO GRIMALDI
A SANDRO CURZI, DIRETTORE DI "LIBERAZIONE"

Caro Direttore, dopo lo scoop che Liberazione ha voluto bucare, ti
prego di pubblicare almeno questa lettera. Grazie e un abbraccio.
Fulvio.

Quando da Belgrado, avendo seguito da vicino e con impegno
professionale tutta la crisi jugoslava, nel corso dei rivolgimenti
dell�ottobre scorso ho inviato a "Liberazione" corrispondenze che
descrivevano quanto andava accadendo e, soprattutto, i retroscena delle
manipolazione USA e Nato della presunta "rivoluzione democratica", il
giornale non ritenne di pubblicarle. Eppure, poche settimane pi� tardi
tutta la stampa statunitense e anche organi italiani come "Il Diario"
di Enrico De Aglio confermavano tutte le mie analisi. Che cio� si era
trattato di un colpo di stato orchestrato e guidato da formazioni
politiche istruite e finanziate dagli Stati Uniti. Giornali come il
Washington Post e il New York Times, emittenti come la BBC, elogiavano
il "capolavoro" dei servizi USA nel manovrare la folla di un paese
gettato nella devastazione, nella disperazione e nella fame
dall�aggressione Nato. Ho proposto al giornale nel giorno successivo
all�arresto di Slobodan Milosevic un lavoro giornalistico non comune:
l�ultima intervista a un giornalista occidentale, cio� a me, dell�ex-
presidente della Jugoslavia. La mia offerta � stata respinta con
l�argomento che avrebbe fatto "appiattire il partito sulle posizioni di
Milosevic". Nel resoconto di quella storica conversazione, a poche ore
dall�arresto ordinato dagli USA con il ricatto della cattura
del "mostro" contro aiuti finanziari, non avevo espresso alcuna
valutazione personale, ma avevo fatto parlare soltanto il protagonista,
nel bene e nel male a seconda delle opinioni, della tragedia balcanica.
A me pare che qualsiasi giornale avrebbe dovuto pubblicare con
soddisfazione un tale documento, prendendone eventualmente le distanze.
Come ha fatto il Corriere della Sera che della mia intervista ha
pubblicato uno stralcio. Il Corriere pi� a sinistra di noi? In questo
modo non ci si sar� "appiattiti su Milosevic", ma forse si � apparsi
appiattiti su buona parte della canea diffamatoria allestita dalla
stampa ufficiale con il ripescaggio di fandonie ed invenzioni da lungo
tempo smentite e provate false. Tutto questo indebolisce la resistenza
jugoslava agli aggressori e ai Quisling che oggi li rappresentano,
disonorati addirittura dall�accettazione della violenta interferenza di
una potenza straniera nelle sue questioni pi� strettamente nazionali.
Tutto questo serve, nonostante i melliflui ed ambigui distinguo, a
fornire agli USA e alla Nato la copertura per un�operazione che
vorrebbe scaricare sul solo Milosevic le immani responsabilit� dei
distruttori della Jugoslavia e dei Balcani, tuttora all�opera, ed a
esonerarli dal sacrosanto dovere di risarcire gli jugoslavi delle
vittime e dei danni, incommensurabili anche sul piano ambientale (vedi
l�uranio), che per pura volont� di dominio universale gli sono stati
arrecati. Mi dispiace che "Liberazione" abbia perso un�occasione
storica di imparziale informazione. Mi dispiacer� ancora di pi� quando
la storia dimostrer� che il nostro giornale ha voluto costeggiare un
vortice di bugie e di mistificazioni. Come gi� accaduto a proposito del
colpo di stato del 5 ottobre. Ho l�impressione che i giornalisti della
televisione di Stato jugoslava siano stati ammazzati un�altra volta.
Fulvio Grimaldi

From: "glr" <glr.y@i...>
Date: Tue Apr 3, 2001 1:03pm
Subject: Il Prc sull'arresto di Slobodan Milosevic - da Liberazione

"Al di la' del nostro giudizio su Milosevic e sul suo regime, quello
che sta
avvenendo a Belgrado e nei Balcani in generale e' la dimostrazione di
quanto abbiamo detto piu' volte: gli Stati Uniti lavorano per una
sitiazione
permanente di instabilita' politica in tutta la regione. Con l'arresto
dell'ex
Presidente della Jugoslavia si e' voluto continuare su questa strada.
L'arresto di Milosevic e' una scelta grave. (...) I Balcani devono
restare
instabili nel lungo periodo: e' questo l'obiettivo degli Usa, e anche
se
l'Europa dovrebbe esprimere un altro interesse i suoi comportamenti non
fanno che incoraggiare questa strategia. Innanzitutto l'Europa dovrebbe
ottenere la sostituzione delle truppe Nato presenti in Bosnia e Kosovo
con
truppe Onu con un mandato diverso da quello dell'Alleanza atlantica. In
secondo luogo, bisognerebbe convocare una conferenza internazionale
sotto egida Onu e Osce capace di affrontare tutti i problemi aperti con
il
metodo della trattativa e nel rispetto delle sovranita' attuali. Infine,
l'Europa
dovrebbe progettare un piano di aiuti tesi a ricostruire tutte le
devastazioni
della guerra e soprattutto a promuovere uno sviluppo socialmente equo e
ambientalmente compatibile. Purtroppo sia la Nato, sia Prodi, sia i
singoli
governi europei procedono in direzione opposta".

Ramon Mantovani, responsabile esteri di Rifondazione comunista
Liberazione, 3 aprile 2001 - articolo su http://www.liberazione.it

Inoltre, Liberazione presenta altri tre articoli sui Balcani di S.
Podda, P.
Pittei
e Fa. Seba., piu' un estratto dell'intervista di Grimaldi a Milosevic
dal
Corsera e un resoconto del sit-in del Tribunale Clark a Roma completo
della
lettera integrale al governo jugoslavo consegnata all'ambasciatore.

yure

---

> http://www.europeaninternet.com/centraleurope/news.php3?id28178

Milosevic's Arrest is "A Disgrace" for Belgrade, Says
Lukashenko

MOSCOW, Apr 3, 2001 -- (Agence France Presse) The
arrest of former president Slobodan Milosevic is a
"disgrace" for Belgrade and creates "a bad precedent,"
Belarus's Soviet-style leader Alexander Lukashenko
said on Monday.

"You cannot betray your own citizen, especially a
president, for money. This was a mistake by the
Yugoslav authorities," Lukashenko told a press
conference.

The United States had set a March 31 deadline for
Belgrade to show it was cooperating with the UN war
crimes tribunal, which has indicted Milosevic, in
return for releasing 50 million dollars in aid and
supporting International Monetary Fund and World Bank
programs for Belgrade.

Lukashenko however said his offer for Yugoslavia to
become a member of the Russia-Belarus union stands
firm.

"Yugoslavia can still join the union without
Milosevic. President (Vojislav) Kostunica is also a
patriot," he said.

Lukashenko was in Moscow for a ceremony marking the
fifth anniversary of the launch of an embryonic union
between Russia and Belarus. ((c) 2001 Agence France
Presse)

> http://www.russiatoday.com/news.php3?id27165%ef%bf%bdion%ef%bf%bdfault

"The daily Izvestia, close to the Kremlin, said that
if Yugoslavia gave in to the United States' ultimatum
and handed Milosevic over to the International
Criminal Tribunal for the former Yugoslavia (ICTY), it
would be endorsing NATO's 11-week bombing campaign of
Yugoslavia in 1999."
[Trust you can screen out the NATOspeak, with
characteristic Slav-baiting, in the rest of the
report.]

---

Russia's Press Laments Loss of Russian Influence in
Yugoslavia

MOSCOW, Apr 2, 2001 -- (Agence France Presse) Russia's
media on Monday portrayed the arrest of former
Yugoslav strongman Slobodan Milosevic as a trade off
between the United States and Belgrade which shut out
traditional Slav ally Russia.

The daily Izvestia, close to the Kremlin, said that if
Yugoslavia gave in to the United States' "ultimatum"
and handed over Milosevic to the International
Criminal Tribunal for the former Yugoslavia (ICTY), it
would be endorsing NATO's 11-week bombing campaign of
Yugoslavia in 1999.

"It will amount to a confession that NATO was right to
bomb Yugoslavia," the newspaper said.

The opposition liberal daily Segodnia said the affair
showed Moscow had lost influence in Yugoslavia, with
which it has traditionally held close ties.

"In Moscow, where there are myths of Slavic fraternity
and popular support for special links with Belgrade,
there reigns the disappointment at having lost yet
another zone of influence," it said.

It said that in the heat of the NATO bombing campaign,
the former president had called for a union with
Russia and Belarus.

The daily Kommersant said that Moscow had avoided
criticizing Belgrade's arrest of Milosevic on Sunday.

"Russia has too often been on the side of the losers
in the Balkans," it said. ((c) 2001 Agence France
Presse)

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LETTERA DALLA VOJVODINA

Serba, cio� colpevole

RUZICA *

Il 5 ottobre � stato il giorno della nuova vita, della speranza, di un
radioso futuro per molta gente nel mio paese. Nella mia citt�, nel nord
della Serbia dove ci sono pi� ungheresi che serbi, ci sono state molti
festeggiamenti tra gli ungheresi e molta paura tra i serbi. Dopo le
elezioni, noi abbiamo preso coscienza dei cambiamenti. Il nuovo governo
locale � stato formato solo da ungheresi, i direttori delle fabbriche
sono stati sostituiti, ma solo quelli serbi. Nella commissione
umanitaria della municipalit� sono stata sostituita,
perch� io sono serba.
Non potevano negare che io avessi svolto le attivit� umanitarie pi� di
qualsiasi altro nella regione, che io avessi lavorato con
l'associazione umanitaria italiana Abc, con l'Unicef e
due chiese, una cattolica e una ortodossa. Ma io sono serba.
Sanno che io ho diretto questa scuola per 15 anni, lavorando giorno e
notte per il bene e una felice infanzia dei miei bambini. Ma io sono
serba. Il governo locale sa che cinque anni fa noi siamo diventati il
centro educativo dell'innovazione in regione, che siamo stati la
scuola pi� attrezzata e di maggior successo per i risultati educativi.
Ma io sono serba.
Hanno cominciato a realizzare la loro politica con l'intenzione di
unire le sette municipalit� in cui gli ungheresi sono in maggioranza,
organizzando gare solo per i bimbi ungheresi, regali di Natale solo per
i bimbi ungheresi (due libri sui 10.000 anni di presenza ungherese
qui). Ai bimbi serbi hanno dato Cenerentola.
Le autorit� locali ci hanno inviato dei questionari dettagliati da
riempire in cui si chiedono informazioni sulle nostre scuole, da
consegnare al governo ungherese. Ho rifiutato di fare
questo per il governo di un paese straniero. E ho rifiutato di fare
qualsiasi cosa suonasse alle mie orecchie come nazionalismo o fosse
estraeo ai miei doveri e responsabilit�.
Qualsiasi cosa fosse estraneo al mio cuore o al mio cervello, alla mia
educazione, al mio patriottismo, al mio amore per i bambini e per il
paese. Perch� io sono serba.

(*) direttrice didattica in una scuola della Vojvodina

Tratto da: "Il Manifesto" del 3 aprile 2001

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> THE TORONTO SUN
> April 1, 2001
>
> The hoax that started a war
>
> HOW THE U.S. NATO AND THE WESTERN MEDIA WERE CONNED IN KOSOVO

NESSUNA NOSTALGIA MI RACCOMANDO

<<Non c'e' niente di jugo-nostalgico, ne' di patetico del tipo
"Fratellanza ed Unita'". Siamo semplicemente pragmatici... Siamo stati
costretti ad unirci>> dice il signor Hamovic, editore di Belgrado,
commentando la nascita di un cartello di case editrici delle varie
repubbliche jugoslave ex-federate. Poiche' separatamente nessuna casa
editrice balcanica era in grado di sostenere le spese di uno stand alla
Fiera del libro di Parigi, e' stato necessario creare gli "Editori
Riuniti dei Balcani". Idea geniale. L'esempio andrebbe seguito in tanti
altri campi: ad esempio nel cinema - dopo le secessioni, sono
praticamente morte le cinematografie croata, bosniaca,
albanese-kosovara, eccetera, che invece avevano risorse e specificita'
nei decenni della tanto vituperata "Fratellanza ed Unita'".

L'importante e' non proclamarsi "jugonostalgici", perche' senno' alla
Fiera del libro di Parigi col piffero che ti concedono lo stand. (Italo
Slavo)

-

Udruzeni izdavaci Balkana - United Balkan Publishers
from: http://www.danasnews.com/20010327/kultura.htm#4

The publishers from Belgrade, Zagreb, Sarajevo, Skopje and LJubljana,
founded an Association of balkanian publishers, and are making first
steps in their inter-regional collaboration, and towards the world. For
next year, they plan a group presentation on the book saloon in Paris.

"There's nothing jugonostalgic nor the pathetic of the brotherhood-and-
unity type. Simply, we are pragmatic," says Zoran Hamovic, director of
the publishing company "Clio" from Belgrade. While explaining how the
"Balkanian Association of publishers" was founded, he points out: We
were forced to enter into the union, by the same publishing problems,
and by a mutual interest", and explains that, on a concrete example.
The rent of the fair space in the fair zone at the Versailles gates is
so expensive, so that there are no publishers from the south-slavic
region, capable to present themselves singularly on the Parisian book
saloon. "We are here solely for the purpose to get informed with the
new production in French language and to make contacts with authors and
publishing houses. Next year in this united form, we shall participate
on the Saloon and present ourselves. It would not be possible to do it,
for anyone of use, alone," says Hamovic.

Publishing is an activity that requires continuous investments and
costs. In the circumstances of five new states created of one, and when
the quantity of languages, at least officially speaking, increased,
publishers encountered an unpleasant situation mostly for the
enormously decreased the area for books placement, so that each new
edition is a real adventure. Due to this precise publishing problems,
on the conference bout the cultural co-operation in Balkans, which had
been held upon the initiative of the Stability Pact for Southeast
Europe, held in Sarajevo in December 1999., the idea of founding an
balkanian association of publishers, was born. That idea got realised
so that already on the last years' Frankurt's book fair, several
independent publishers were present under the name of "Balkan
Association of Publishers" [BAP], such as:
Durieux from Zagreb, Geopoetika from Belgrade, Omnibus from Sarajevo,
Beletrina from LJubljana, Templum from Skopje. "Literaturen vestnik"
from Sofia joined them as well.

"The point is in a joint presentation in order to change the imagine
that Europe has about us. That imagine is generally speaking a very
ugly one, in spite of the fact that life circumstances in each of the
south-east European country, differ. We are still looked upon as a
region that possesses some mutual characteristics, so this kind of
political openness and stimulation by side of the Europe, towards a
regional unity, should be exploited. This was what countries of Latin
America had already done. They presented themselves in the form of
Latin-American literature, and entered "on great doors" into Europe. I
do not see a reason why we shouldn't attempt the same," says Hamovic,
but as well ads that there are a series of very practical reasons for
the union. For example, the association will deal with acquisition of
authors' rights, instead of each publisher, the editions of all members
will be placed onto the linguistically similar areas, and electronic
publishing will commence, as well as joint editions.

One of them is "Balkan express", where books of eminent south-European
authors will be printed. The edition in fact is already started.
Belgrade's "Geopoetika" and Sarajevan "Omnibus" are preparing a book of
essays by Dubravka Ugresic. The book will be distributed in Croatia
through its Croatian members, where Dubravka Ugresic did not have
anything since her voluntary exiles in 1993. godine.
Dz. Sabljakovic (Sense)

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UNA GRANDISSIMA SCRITTRICE

Biljana Srbljanovic e' la vera, clamorosa rivelazione della letteratura
serva recente. Essa eccelle nella fiction, ed e' pure drammaturga di
insperato talento. Su "La Repubblica" di oggi 2/4/2001 la sua prosa
disvela acrobazie concettuali di sapore joyciano, forse: "Soltanto due
anni fa, proprio in questo periodo, le bombe cadevano su di noi, i
proiettili Nato indirizzati a lui uccidevano noi". "Lui" e' (testuale)
la "personificazione di tutte le colpe", metafora simbolica incarnata in
un personaggio da tragedia greca, non umano bensi' pura maschera (1).
Come scriveva Gianfranco Capitta su "Il Manifesto" dell'1/11/2000:
"Biljana Srbljanovic e' diventata famosa per la cronaca privata e
quotidiana della tragedia jugoslava che mandava ogni giorno per
'Repubblica', dove ha tenuto il suo 'diario da Belgrado'. Ma la sua vera
e prima attivita' professionale e' da tempo quella di scrittrice per il
teatro. Oggi il pubblico italiano ha modo di conoscerla, a 28 anni (2)
in entrambe le vesti. Da Baldini&Castoldi esce la raccolta dei suoi
articoli... Alcuni teatri italiani hanno in questo mese ospitato una
breve tournee di un suo lavoro, 'La caduta'... A Firenze, al teatro
Rifredi, lo spettacolo attuale ha trovato ospitalita' presso la rassegna
che da anni viene dedicata al 'teatro delle donne'... che quest'anno si
e' trovata a fare i conti con il successo improvviso e mediatico (3)
della scrittrice serba (4), nevrotizzata e quasi vittima del proprio
successo (e della campagna promozionale organizzatale)..." (5). "La
Caduta" e' "uno spettacolo scarno e duro, anche se molti momenti
inclinano alla comicita' ed al grottesco": "casus" e stimolo di questa
produzione artistica della Sbljanovic, una satira di Slobodan Milosevic
e Mira Markovic e del loro ambiente politico. Ma ovviamente - come in
tutta la grande letteratura - la motivazione cronachistica che da lo
spunto per questo capolavoro e' puro accidente, poiche' non certo di
arte di servizio si tratta (6), bensi di un'opera destinata a diventare
un classico al di la' della contingenza storica, ed a rimanere valida
per ogni tempo. "Circondati dai pisciatoi che sono l'unico ornamento
alle pareti, Suncana e Zivko, grande madre e grande patrigno della
nazione, si affannano a gridare, a comandare...". I personaggi non sono
solo brutali e superficiali caricature pregne di odio politico, bensi'
categorie dell'anima, "anche se la scrittura di Biljana non sembra
proprio quella dei grandi letterati cinici mitteleuropei della prima
meta' del secolo... Le battute del testo sono minimali... Tradizioni e
culture balcaniche appaiono in forma ironica di coroncine d'aglio o di
paramenti desueti. Eppure lo spettacolo, nella sua 'sgradevolezza' e
improbabilita', sferra un sonoro colpo allo stomaco di ogni spettatore".

(1) Sulla caratterizzazione inumana del capro espiatorio dei Balcani
cfr.l'altro editoriale goebbelsiano odierno sullo stesso quotidiano,
quello dell'esasperato signor Rumiz.
(2) Si noti l'eta' da "enfant prodige" di questo vero e proprio fenomeno
della letteratura europea contemporanea.
(3) Qui ci appare ingrato, per questa giovane promessa, benche'
certamente non intenzionale, l'accostamento del suo nome a valutazioni
spregiative sul sistema della disinformazione di massa.
(4) Cosi' nell'originale: "serba", senza con "b" al posto di "v".
(5) Per fortuna - diciamo noi - questo genio della cultura serva moderna
ha trovato quotidiani, enti teatrali e persone altolocate disposte a
farla uscire in maniera trionfante dal suo grigio anonimato di piccola
studentessa anticomunista belgradese.
(6) Giammai!
(Critica a cura di I. Slavo)

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Una versione abbreviata della seguente intervista e' stata pubblicata
sul "Corriere della Sera" dell'1/4/2001.

MILOSEVIC, ULTIMA INTERVISTA PRIMA DELL�ARRESTO
DI FULVIO GRIMALDI
Tutti i diritti di riproduzione concessi.

L�appuntamento con Slobodan Milosevic ricorda quelli che ho avuto
ripetutamente con Yasser Arafat: assoluta incertezza sul luogo e sui
tempi dell�incontro fino alle 19 di venerd� sera, mentre mi accingevo a
partire per Kragujevac per intervistare i dirigenti del sindacato di
sinistra che hanno appena registrato una sorprendente, schiacciante
vittoria sul sindacato vicino al nuovo potere, nelle elezioni per il
rinnovo dei dirigenti sindacali della fabbrica automobilistica
Zastava. In quel preciso momento arriva l�ex.ministro degli esteri e
oggi vicepresidente del Partito Socialista Serbo, Zivedin Jovanovic,
del quale pure era stato annunciato l�arresto, poi smentito, insieme a
quello, effettivo, di otto alti dirigenti del partito. Vengo portato di
gran carriera alla residenza dell�ex-presidente e nel tragitto
Jovanovic esprime il timore che tutti questi arresti e una feroce
campagna contro Milosevic, allestita dal movimento giovanile del
premier Zoran Djindjic, le "Camicie Nere", insieme all�organizzazione
Otpor, rivendicata dagli USA come proprio strumento insurrezionale,
stiano cercando di fare il vuoto intorno a Milosevic, in vista
dell�arresto entro il 31 marzo, intimato da Washington pena il rifiuto
di qualsiasi finanziamento e il mantenimento delle sanzioni.
Passati per la cancellata della residenza, nella periferia di
Belgrado, attraversiamo un ampio parco, fortemente illuminato e
presidiato da militari dell�esercito e da carri armati che mi dicono
posti a difesa di Milosevic, contro un qualche colpo di mano che voglia
arrivare alla sua cattura.
Sull�uscio di un fabbricato a un piano, l�ex-presidente jugoslavo mi
viene incontro e mi saluta con cordialit�. Vengo introdotto in un ampio
salone di stile neoclassico, con al centro tre divani a ferro di
cavallo. Milosevic si siede su quello centrale, con me e Jovanovic ai
due lati. Chiede di non utilizzare apparecchi di registrazione e
insiste che questa � una conversazione e non un�intervista. Ma mi
consente di pubblicarla.
Slobodan Milosevic, 60 anni, appare pi� giovane e pi� vigoroso di
quanto non risulti nelle foto o in televisione. Non da l�impressione di
un uomo sconfitto e piegato, magari impaurito. Si esprime con la stessa
spontanea e tranquilla sicurezza che lo avevano caratterizzato in altre
occasioni. Apparentemente animato da ottimismo, esprime i suoi
ringraziamenti a tutti coloro che, nel mondo, manifestano solidariet�
alla Jugoslavia, ne sostengono la sovranit� e integrit� e condannano
sia l�aggressione Nato, sia la richiesta di Carla del Ponte e degli USA
di consegnarlo al tribunale internazionale dell�Aja, da Milosevic
definito il "braccio illegale della Nato" e "uno strumento per
perpetuare il genocidio della Jugoslavia". A questo proposito, l�ex-
ministro Jovanovic illustra un forte scontro in corso tra il premier
serbo Zoran Djindjic, definito l�uomo dei servizi tedesco-americani, e
il presidente Vojislav Kostunica. Verterebbe sui vertici delle forze
armate, apparentemente ancora fedeli all�ex-presidente (che per� ne
avrebbe sempre voluto inibire l�intervento contro il nuovo potere), che
Djindjic starebbe sostiutuendo con uomini di sua fiducia. Alla mia
prima domanda sulla possibilit� di un arresto di Milosevic, sia
Jovanovic che l�ex-presidente si dicono fiduciosi in una risposta di
massa. Jovanovic parla addirittura di possibile guerra civile,
specialmente se Djindjic dovesse decidere di consegnare Milosevic nelle
mani del Tribunale dell�Aja, un tribunale squalificato non solo agli
occhi dei sostenitori del vecchio governo, ma visibilmente
inaccettabile per gran parte della popolazione che, pur schierandosi
contro colui che per dieci anni � stato presidente della Serbia e della
Jugoslavia, resta critica dei bombardamenti Nato e di quello che viene
visto come uno strumento legale per rovesciare sui serbi la
responsabilit� di quanto hanno subito, in termini di smembramento,
danni e uccisioni, i popoli jugoslavi, nonch� per evitare qualsiasi
richiesta di risarcimento e di bonifica dei territori contaminati dalla
chimica e dall�uranio.
La conversazione, dominata da Milosevic e che mi lascia poco spazio per
le domande, scivola subito su quella che, non essendovi ancora state
avvisaglie di un tentativo di cattura del capo socialista, appare come
la questione pi� bruciante: gli attacchi dei "terroristi" UCK in
Macedonia e Serbia del Sud. "E� in corso", dice con gravit�
Milosevic, "una enorme manovra di destabilizzazione del Sud-Est
europeo. I terroristi dell�UCK vengono utilizzati dagli USA in funzione
antieuropea ed antibalcanica con il miraggio della "Grande Albania". In
stretta collaborazione con il regime turco, uno dei massimi
finanziatori degli albanesi, si stanno attivando, sotto la direzione
UCK e con la copertura politica di Rugova, tutte le minoranze albanesi
nei paesi balcanici: Serbia del Sud, l�intera Macedonia e presto anche
Bulgaria e Grecia, dove vivono forti comunit� albanesi (800.000 in
Grecia). In Romania, invece, vengono istigate alla rivolta le minoranze
ungheresi. Lo scopo strategico � di mantenere in permanente subbuglio
l�intera area, contro l�interesse europeo ad una stabilizzazione, in
particolare per contrastare le tendenze anti-Nato forti in Grecia e in
crescita in Bulgaria e Romania e per assicurare ampi territorio al
controllo della criminalit� narcotrafficante diretta dall�UCK.
L�approccio politico � ancora una volta inteso a sfruttare le
differenze etniche".
Chiedo al mio interlocutore se non ritenga che anche il precedente
governo jugoslavo non abbia la sua parte di responsabilit� in questa
frammentazione lungo linee etniche, religiose, linguistiche, culturali
e per il controllo delle rotte delle risorse energetiche. Milosevic
risponde con fervore: "La Federazione jugoslava, con la sua convivenza
pacifica, era un modello di Unione Europea, fino a quando non sono
entrate in gioco le trame del�imperialismo tedesco ed americano Viveano
in pace popoli di diversa cultura, storia, confessione. Vivevano in
armonia da 80 anni. In Jugoslavia non si chiedeva a nessuno di che
razza o nazionalit� fosse. La rottura � venuta quando da fuori si sono
istigati gruppi di potere con la promessa di grandi privilegi personali
e di elite. Quanto alla popolazione croata, per esempio, come si
sarebbe potuto convincerla della bont� di una frantumazione, quando
tantissimi croati vivevano in Bosnia, in Serbia e in Kosovo? Lo stesso
valeva per i serbi, a cui invece � poi stata negata
l�autodeterminazione, e per i musulmani. Non era nell�interesse
nazionale di nessuna di queste comunit� arrivare a una divisione e
contrapposizione."
"Anche la Germania e gli USA hanno un sistema federale".
"Gi�, ma nessuno per ora ha cercato di mettere il dito in quei
matrimoni. Quello degli Stati Uniti, del resto, � un sistema federativo
obsoleto e che presto andr� in forte crisi perch� riconosce solo
geometriche divisioni geografiche e non le diverse comunit� etniche,
culturali, linguistiche, sociali. Di fatti � un sistema che non sa dare
risposta alle sacrosante richieste dei latinos, dei neri, dei nativi,
degli italiani, dei poveri. Si tratta di comunit� emergenti che
vorranno essere riconosciute. Tanto che Bush ha sentito il bisogno di
rivolgersi in spagnolo agli immigrati latinos. Dovrebbe essere un
principio di riconoscimento delle comunit� etniche e sociali. E� la
dimostrazione che tutti esigono un nuovo codice, una nuova formula di
convivenza. E di questi la Jugoslavia era un esempio. Anche questo
spiega perch� � vista come nemica dai poteri attuali"
A Belgrado, nei giorni precedenti, si era svolto un convegno
internazionale convocato dal Forum di Belgrado, una coalizione delle
sinistre jugoslave, nel secondo anniversario della guerra. Da molti
paesi, Stati Uniti, Germania, Russia, Palestina, Iraq, Libia, Grecia,
Italia e altri paesi erano venute delegazioni ad esprimere solidariet�
a questo paese. Milosevic ne � apparso molto incoraggiato: "Gli
italiani che ci hanno visitato durante la crisi, tra i quali Cossutta e
molti politici di paesi europei, ci hanno fatti chiaramente capire che
i loro paesi non sono indipendenti. Al popolo italiano non � stato
neanche chiesto se volesse una guerra. Se ne � parlato informalmente in
Parlamento. E� la prova che la Nato non � un�alleanza tra uguali, ma
una macchina da guerra che si trascina dietro tutto l�Occidente. I
popoli vengono sopraffatti e assistono inermi alla distruzione di
ospedali, scuole, treni e autobus pieni di civili in un paese amico e
inoffensivo"
Poco prima del mio arrivo, Milosevic aveva dato un�intervista al
quotidiano israeliano Haaretz. Ne cita qualche osservazione ribattendo
all�affermazione di Kostunica secondo cui ci sarebbero similarit� tra
il Kosovo e Gerusalemme, entrambi aggrediti dai musulmani: " E�
un�interpretazione aberrante e razzista. Le similarit� sono altre, sono
quelle tra genocidio dei serbi e genocidio degli ebrei e, ora,
genocidio dei palestinesi. I mezzi sono differenti: non pi� camere a
gas, ma una scientifica satanizzazione dei nemici attraverso i media.
Si tratta di anestetizzare la sensibilit� pubblica di fronte al
massacro di civili e all�embargo." Nelle parole di Milosevic si
inserisce una punta di indignazione e il suo gesticolare si fa ampio e
veloce:"Ci hanno lasciato un esercito assolutamente integro, ma hanno
fatto stragi di civili, bambini, infrastrutture: 88mila tonnellate di
esplosivo e di uranio sulle teste degli jugoslavi. Siamo l�unico popolo
che sia stato bombardato in Europa dopo la seconda guerra mondiale. E
con un�arma criminale e genocida come l�uranio. Queste sono le
analogie!"
Sottopongo a Milosevic una questione che dovrebbe risultare
inquietante: la mancata o debole solidariet� manifestatagli nel mondo
da parte della maggioranza delle sinistre, anche di quelle che si
dicono contrarie all�egemonia Nato. L�ex-presidente assume
un�espressione amareggiata e punta ancora una volta il dito sui mezzi
d�informazione che, in questa occasione, avrebbero perfezionato agli
ordini del supremo potere politico-economico-militare USA, salvo poche
eccezioni, un meccanismo quasi perfetto di narcotizzazione: "Un
meccanismo fondato sull�inganno che, dunque, ha abolito la democrazia
sostanziale in America e in Europa. Si sono vendute menzogne anzich�
verit�. E� incredibile: adesso non hanno pi� nessuno scrupolo ad
ammettere di non aver trovato tracce di una pulizia etnica fatta dai
serbi in Kosovo (mentre loro ne hanno protetto una dell�UCK), che le
foto di presunti campi di concentramento serbi erano un fotomontaggio,
che i duecentomila stupri erano secondo l�.ONU, tra tutte le parti e in
tutta la guerra, solo 300, che non si sono trovate le fosse comuni. A
che servono le istituzioni democratiche e la libert� se tu, governo,
non diffondi che bugie? Una democrazia non � possibile senza la verit�.
Le istituzioni diventerebbero delle vuote quinte".
Poi Milosevic mi ha invitato a confrontare il pluralismo dei media (e
dei partiti) esistenti in Jugoslavia, perfino durante la guerra , con
la granitica omologazione della stampa in Occidente.
"Ma voi alcuni dei media d�opposizione li avete chiusi." A questo punto
si inserisce nella conversazione il vicepresidente del PSS, Jovanovic:
"Per brevissimo tempo, quando in piena aggressione incitavano il popolo
a liberarsi con la violenza del governo ed era stato provato che
venivano diretti e finanziati dalla CIA. Agivano da quinta colonna e
istigavano alla sovversione violenta. Qualsiasi governo avrebbe reagito
in quel modo. Anzi, da noi, pure in guerra, non c�era neanche la
censura e a Belgrado 4 quotidiani su 6 ci attaccavano
sistematicamente".
"Presidente. Una domanda che molti dei suoi denigratori considereranno
provocatoria. Cuba, col suo partito unico resiste da oltre 40 anni. Non
c�� stato da voi un eccesso di democrazia, visto che l�opposizione se
la sono potuta comprare gli americani?"
"E chi lo pu� dire. Io alla democrazia ci tengo. Se non � democrazia il
fatto che ci fossero i partiti d�opposizione e il 95% dei mezzi
d�informazione erano in mano loro� Non hanno mai subito censure. In
Kosovo c�erano 20 giornali albanesi che tuonavano contro il governo.
Non sono mai stati chiusi. Da noi non c�� mai stato un priginiero
politico e ora questi concedono l�amnistia a terroristi, tagliagole,
infanticidi. E cos� che si difene il Sud della Serbia aggredito? Da noi
tutti potevanol avere il passaporto, Rugova teneva conferene stampa al
centro di Belgrado attaccandomi a morte. Mai nessuna vessazione,
nessuno ucciso. Eppure mi hanno accusato di omicidi quando in 12 anni
nessun oppositore � stato ucciso. Sono stati invece uccisi i miei
migliori amici. Se potessero mi darebbero anche la responsabilit�
dell�uccisione di Moro o di Kennedy. Ma le bugie hanno le gambe corte.
Mi hanno accusato di crimini di guerra e il giorno prima hanno lanciato
le foto satellitari delle fosse comuni. C�� stata una rivolta di 22
mesi in Kosovo, e non hanno trovato che una fossa comune, piena di
serbi. Questo tribunale dell�Aja e le sue bugie non sono che una parte
del meccanismo di genocidio del popolo serbo, mascherato con una
spruzzata di croati e musulmani. Del resto, la Del Ponte era coinvolta,
nella Commissione Europea, in un gravissimo scandalo. Poi l�hanno
fatta procuratore all�Aja".
Sottopongo a Milosevic l�osservazione di molti, secondo cui lui sarebbe
stato a un certo punto "l�uomo degli americani". L�ex-presidente
respinge con veemenza la definizione:"Mai. Semmai ho trattato con gli
americani finch� appariva che volessero salvaguardare l�unit� della
Jugoslavia, o almeno di quanto rimaneva dopo le secessioni di Croazia
e Bosnia. Del resto i continui ricatti e strangolamenti del FMI, cui
ci siamo dovuti piegare fino a un certo punto per le condizioni
terribili in cui le secessioni e le sanzioni avevano gettato il nostro
paese, raccontano un�altra storia. Gli USA devono rendersi conto che
non � possibile avere la democrazia in casa propria e sottomettere
altri popoli. E� una contraddizione in termini. Posso capire che gli
Stati Uniti, il paese oggi pi� potente e ricco, abbia l�aspirazione a
fare da leader della squadra. Ma due anni fa ho detto a Holbrooke
(inviato di Clinton.Ndr.), quando ci minacciava: avete sbagliato
millennio, non il secolo. Potevate essere i capisquadra lanciando un
grande progresso per il benessere, la diffusione delle tecnologie,
della giustizia, della democrazia. La vostra ossessione di dominio e di
profitti vi porta invece a uccidere gente e piccole nazioni, come
Giulio Cesare 2000 anni fa. Il vostro � un comportamento cesarista:
comico se non fosse tragico. Per voi esiste solo la vostra economia di
mercato che produce, accanto a straordinari profitti per pochi,
diseguaglianze e sfruttamento. La vostra massima legge nella conquista
del mondo � abbassare il costo del lavoro. Siete portatori di un nuovo
schiavismo."
Chiedo a Milosevic se non abbia registrato, nei mesi dopo la sconfitta
e la pulizia etnica dell�UCK contro le minoranze in Kosovo ,
riconosciuta se non condannata da tutto il mondo, un mutamento
dell�opinione pubblica interna ed internazionale. "Per fortuna",
risponde Milosevic, mentre sul tavolino si ammonticchiano caff�,
bibite, t� portati da un militante del partito, "non siamo in Uganda ma
in Europa, dove, nonostante la marcia blindata della stampa, si stanno
aprendo spiragli alla presa di coscienza. Lo noto soprattutto tra gli
albanesi che, in numero enorme, sono fuggiti dal Kosovo in Serbia.
Holbrooke mi disse chiaro e tondo: "Non ce ne importa niente degli
albanesi". Ebbene, a noi serbi, gli albanesi stanno a cuore, sono
nostri cittadini. Gli ho anche posto una domanda cui non ha risposto:
quali interessi mai potete avere voi, USA, a un�alleanza con terroristi
e trafficanti di armi, droga, organi, che a un certo punto non saprete
pi� controllare?"
Faccio a Milosevic l�obiezione che tante volte � stata sollevata in
Occidente: l�abolizione dell�autonomia del Kosovo. La risposta �
tecnica. Non ci sarebbe mai stata una tale abolizione. Nel 1989, dopo
numerosi pogrom antiserbi, al Kosovo si sarebbe tolta la facolt� di
paralizzare la federazione con un diritto di veto che una provincia
poteva imporre alle altre provincie autonome, alle repubbliche e,
addirittura, all�intera federazione. Nel discorso che Milosevic tenne a
Kosovo Polje, giudicato di un nazionalismo esasperato, l�allora
presidente avrebbe invece sollecitato all�uguaglianza e al rispetto
tra tutti i popoli della federazione. E mi cita le parole testuali del
discorso.

Alla conversazione non pu� sfuggire l�antefatto principale della
guerra: Rambouillet e un accordo che prevedeva, come ammesso dallo
stesso Dini pi� tardi, l�occupazione dell�intera Jugoslavia da parte
delle forze Nato, a la loro sottrazione alla giurisdizione della
magistratura federale. Racconta Milosevic:" Durante i negoziati di
Rambouillet, il generale Wesley Clark � andato ripetutamente con
Hashim Thaci, leader dell�UCK, nei ristoranti parigini. Eppure tutti
sapevano che Thaci aveva per ufficiali pagatori i narcotrafficanti
albanesi. Cosa ne poteva venire di positivo al popolo americano? Di
intese con la mafia si pu� avvantaggiare solo un profitto economico
senza scrupoli. Ma quell�intesa continua a funzionare e a produrre
disastri nei Balcani".
Milosevic, sul quale di l� a poco si abbatter� la resa dei conti
finale, non da l�impressione di un uomo braccato, in cerca di una
qualsiasi via d�uscita per s� e per la famiglia. Anzi, del suo destino
personale non parla mai. Crede nella possibilit� di una resistenza che
si svilupper� e che trarr� impulso dalle sempre pi� disastrose
condizioni della popolazione. In effetti, la Belgrado di oggi, tuttora
sottoposta ad embargo, salvo per il petrolio, appare pi� spenta, cupa,
desolata di quella del tempo di guerra e del dopoguerra. L�inflazione
galoppa al 100%. Secondo dati dei ricercatori scientifici, taciuti o
minimizzati dalle autorit�, le patologie da contaminazione chimica e
radioattiva dilagano. A Pancevo, l�Istituto dell�Igiene del Lavoro
denuncia un buon 80% della popolazione adulta affetta da tumori,
linfomi e malattie connesse all�inquinamento.

Su una possibile risposta di lotta ai vincitori delle elezioni
presidenziali, Milosevic dice:"Quella che conta, nella vita delle
nazioni, � resistere. Il complotto antijugoslavo sta diventando
visibile. Guardate ai fatti semplici della storia. Nell�ottobre del
1997 c�� il vertice sudeuropeo a Creta. C�eravamo tutti e tra tutti si
era stabilito un ottimo accordo. Avevo anche suggerito un�area di
libero scambio sudeuropea, senza dogane. In un�economia di mercato, pur
con le nostre irrinunciabili salvaguardie dei lavoratori (la legge che
garantiva ai lavoratori delle industrie privatizzate il 60% delle
quote. Ndr), ogni paese avrebbe avuto spazi pi� ampi di manovra,
mercati pi� vasti. Un�ottima soluzione anche prima di un ingresso
nell�UE. Per gli americani era una minaccia. Anche Fatos Nano, il
premier albanese, era d�accordo per l�apertura delle frontiere alle
persone, alle merci, alla normalizzazione. Mi disse: il Kosovo � un
problema interno della Jugoslavia, non negoziabile. Nel sud-est le cose
si sarebbero potute risolvere in pace e cooperazione. E� stato un forte
segnale d�allarme per i destabilizzatori e un mese dopo il ministro
degli esteri francese, Hubert Vedrine, espresse gravi preoccupazioni
per la sorte del Kosovo. Perch�, se non era preoccupato neppure Fatos
Nano? E subito dopo la Germania si mette ad organizzare e armare i
gruppi criminali. Nel 1988 iniziano a sparare a poliziotti, forestali,
magistrati, postini, bombe nei caff�, nei mercati. Abbiamo reagito come
tutti avrebbero fatto. Alla fine del �98 l�UCK era finito. In TV si
vedevano camionate di armi UCK consegnate alla polizia. Ma arriva
Holbrooke e insiste sulla spedizione di personale armato. Rifiutai
ovviamente e ci accordammo sulla missione di osservatori dell�OSCE,
solo civili. Appena Holbrooke ametteva che il problema era risolto, il
giorno dopo lo riapriva: erano arrivate nuove istruzioni da Washington.
Ma in Kosovo tutto restava calmo, alla presenza di 2000 osservatori
Osce, centinaia di membri della Croce Rossa, giornalisti, diplomatici.
Poi il criminale William Walker (capo dell'�OSCE. Ndr) si invent� la
strage di Racak, successivamente smentita da tutti gli investigatori.
Fu il pretesto per Rambouillet e per l'aggressione. Quando il nostro
giurista Radko Markovic defin� il diktat "spazzatura", James O�Brian,
assistente della Albright, si inalber�: "Come pu� dirci questo? Non si
rende conto che il testo � stato preparato da colui che ha elaborato il
testo per l�indipendenza tibetana?" Ho detto tutto."
Chiedo a Milosevic se anche la distruzione della Jugoslavia faccia
parte del processo di globalizzazione. "La distruzione del mio paese �
la dimostrazione che non esiste la globalizzazione, ma solo un nuovo
colonialismo. Se si trattasse di vera globalizzazione, cercherebbe
l�integrazione, su basi di parit�, di popoli, culture, religioni. Si
sarebbe preservata la Jugoslavia, che aveva messo in atto la formula
migliore. Se le nazioni, gli stati, i popoli fossero trattati da
soggetti pari, non conquistati, stuprati, se il mondo non dovesse
appartenere a una minoranza ricca, che deve diventare pi� ricca mentre
i poveri diventano pi� poveri, si avrebbe la giusta globalizzazione.
Non si � ma vista una colonia svilupparsi e conquistare la felicit�. Se
si perdono l�indipendenza e la libert�, tutte le altre battaglie sono
perse. Gli schiavi non prosperano".
"Eppure a condurre la guerra sono stati i governi di sinistra,
socialdemocratici, europei".
"La disinformazione e manipolazione sono purtroppo penetrati anche
nelle sinistre, dato che oggi in Europa abbiamo solo sinistre false.
Blair, Schoreder, Jospin, D�Alema sono forse di sinistra? Perch� Kohl �
stata rimosso con il solito sistema degli scandali? Perch� rifiutava
di sottomettere la Germania totalmente al controllo USA. Questi qua,
invece, sono disposti a fare da sciusci�. Gli USA sono penetrati nelle
loro strutture politiche e dunque mediatiche. Sono state
paradossalmente le sinistre a bombardarci. Con i greci di Mitsotakis,
per esempio, c�era un�intesa pi� rispettosa che con l�amerikano
Papandreu. Quanto agli italiani, ho poco da dire. Non si sono molto
adoperati per avere un dialogo con noi. Sono rimasti nell�ombra"
Chiedo a Milosevic giudizi su paesi e personaggi in qualche misura
all�orizzonte della crisi jugoslava. "La Cina? Ci sostiene
discretamente e indirettamente, ma si occupa dei fatti suoi. I cinesi
sono calmi e pazienti. Dicono di aver bisogno di cent�anni per
competere con le potenze imperiali. La Russia � stata distrutta
dall�amerikano Gorbaciov. Ingenui i russi se pensavano che la
devastazione si sarebbe fermata ai loro confini. Ora, forse, c��
qualche segnale di ripresa. Ramsey Clark, l�ex-ministro statunitense
della giustizia e leader dei diritti civili, � un grande combattente
per la pace. Quando inizi� la guerra Iraq-Iran, la crisi degli ostaggi,
Clark chiese a Kissinger cosa si aspettasse da quella guerra. La
risposta fu "che si uccidano a vicenda". La storia si ripete: guerra
tra slavi e tra slavi e musulmani perch� si indeboliscano, si uccidano,
sgomberino il campo. Basta guardare al Kosovo, alla Cecenia, al
Daghestan, alla Macedonia. Ora gli USA si sentono minacciati da Putin
(sul nome del presidente russo Milosevic alza dubbiose sopracciglia.
Ndr), dalla Moldavia, dalla Bielorussia, dall�Ucraina. Li considerano
tutti minacce all�Occidente solo perch� hanno iniziato a muoversi verso
sinistra e a curare con maggiore responsabilit� i propri interessi.
Molte cose stanno cambiando. La gente si sveglia dall�ipnosi che gli
aveva fatto credere che il suo futuro dipendesse da FMI e Banca
Mondiale. Hanno rubato alla Russia centinaia di miliardi e poi
vorrebbero negoziare crediti a tassi d�interesse da strozzino. Questa
Russia ha un potenziale enorme. Deve liberarsi delle mafie nutrite
dall�Occidente che ne governano l�economia. Putin se ne rende conto e
questo spiega tutte le sue recenti iniziative internazionali. La
Russia deve mandare al diavolo il Fondo Monetario i cui schemi servono
solo a distruggere quel paese".
"Certa sinistra europea l�ha accusata per le privatizzazioni".
Nella nostra costituzione tutte le propriet� sono garantite: statali,
sociali, cooperative, private. Il grado di privatizzazione dipende
dallo sviluppo dell�economia, dalle condizioni imposte dagli organismi
internazionali (che alla fine abbiamo rifiutato), dall�indebitamento e
dalla protezione sociale. Noi abbiamo cercato un equilibrio ottimale
nelle circostanze date. Abbiamo respinto una privatizzazione totale,
soprattutto dei settori strategici, per mantenerne il controllo
pubblico. Abbiamo assicurato ai nostri operai il 60% delle aziende
privatizzate e limitato al 40% i capitali nazionali o stranieri.
Nessuno in Europa lo ha fatto. Abbiamo dato molta terra ai contadini. I
10 ettari della precedente legge erano troppo pochi per una famiglia
nell�economia moderna. Ora gli ettari che si possono possedere sono
160. Non � certo un latifondo.
Quanto alla Telekom, la mediazione di un miliardo e mezzo di un prezzo
che per noi era conveniente, per gli italiani costoso, � andata per
met� a intermediari cechi. Noi non abbiamo visto un dinaro in termini
di mazzette. Quella somma ci occorreva per ricostruire un�economia
devastata dalle sanzioni che avevano determinato nel 1993 un�inflazione
del 350mila per cento. Entro il 1994 eravamo riusciti a ridurre
l�inflazione a zero. Il dinaro rimase stabile, l�inflazione sotto
controllo fino al l999. Eravamo in miseria, ma sani, e tra il 1994 e il
1998 il nostro PIL aument� tra il 4 e l�8 per cento, pi� che in tutti i
paesi vicini, per quanto foraggiati. Ecco un�altra minaccia jugoslava:
non c�� un serbo che lavori in altri paesi, mentre qui vengono a
lavorare migliaia di rumeni e bulgari. Ne sono fiero. Come sono fiero
della ricostruzione che in poco pi� di un anno questo paese ha saputo
fare. Oggi ci sono i black-out continui, allora neanche uno.

"Presidente, l�accusano spesso di aver accumulato tesori in banche
estere, anche se alcuni sospettano che si trattava di conti che
servivano ad aggirare l�embargo e nutrire la popolazione".
"Gi�, due anni fa Holbrooke mi annuncia:"La Svizzera ha congelato i
suoi conti". Gli risposi che gli avrei subito firmato la donazione di
tutti i miei fondi svizzeri. Del resto la massima autorit� finanziaria
svizzera ha dichiarato di non aver trovato traccia di miei averi in
quel paese. L�unico conto che possiedo � qui in una banca e serve a
ricevere il mio stipendio. Ora si parla di Cipro, ma anche l� non hanno
trovato niente e hanno fatto arrabbiare molto i ciprioti".
"Presidente, nutre fiducia nel futuro? Le circostanze sembrano a lei
molto sfavorevoli. Si parla di un arresto imminente. Lo hanno chiesto
gli USA."
"Credo di poter nutrire fiducia. Tutto dipende dalla linea politica del
nuovo governo, da chi vi prevarr� e da come reagir� il popolo quando
capir� di essere stato ingannato e impoverito. Il gruppo dirigente �
molto diviso. Kostunica � meglio degli altri, pare voglia difendere gli
interessi nazionali, ma � debole e non ha la maggioranza nella
coalizione. Vedremo cosa ne verr� fuori. Noi intanto lavoriamo al
rafforzamento del partito, nostra unica difesa, e alla presa di
coscienza della gente. Sentiamo che il nostro punto di vista si sta
diffondendo tra operai, contadini, clero. Siamo invalidati dalla quasi
totale mancanza di mezzi d�informazione. Abbiamo un solo quotidiano.
Tutti i media sono controllati dalla DOS, altro che democrazia. Una
volta un giornalista in TV ha preso a criticare questa blindatura
dell�informazione. Hanno immediatamente interrotto le trasmissioni. Con
noi non era mai successo".
Milosevic mi congeda con calore. "Grazie per l�informazione corretta".
E aggiunge con forza:"Never give up", forse in inglese perch� suocera
intenda: arrendersi mai. Poi mi richiama per una citazione di Madeleine
Albright, la segretaria di stato di Clinton, riferitagli dal
giornalista del New York Times, Steve Erlander. Esclam� Albright:"Ma
come, Milosevic ha accettato il risultato delle elezioni? E� il colmo,
non � possibile! Lo avevamo incriminato apposta di tutti quei delitti,
per dieci ergastoli, onde non rinunciasse a nessun costo al potere. E
adesso questo se ne va�Non � una vittoria, questa". Poi, con un
sorriso amaro, mormora una raccomandazione: "Non � vero che avessimo
saputo del bombardamento della nostra televisione. Hanno incarcerato
Dragoljub Milanovic, l�ex-direttore, per questo. Proprio lui che era
rimasto fino a pochi minuti prima delle bombe. Come se uno potesse
sapere il minuto secondo del botto. E� una delle tante infamie di Carla
del Ponte per coprire il crimine del bombardamento sui giornalisti.
Non dovevano esserci? E lei in guerra non terrebbe presidiato il mezzo
di comunicazione pi� immediato per avvertire le popolazioni, chiamare
soccorsi, provvedere a mantenere operativo il sistema di comunicazione
d�emergenza? Quei ragazzi erano tutti volontari. Li ha uccisi la Nato.
Come ha fatto uccidere tutti i miei pi� cari e validi collaboratori
facendo passare gli omicidi come guerre di mafia".
E qui Slobodan Milosevic abbassa gli occhi. Adesso pare un po� piegato.

Fulvio Grimaldi

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