Informazione


"NON FATELI PARLARE"


Gentili Presidenti,
Il prossimo 10 febbraio verrà celebrato il Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata (...) si eviti di dare voce a coloro i quali, in qualsiasi modo, leniscono lo spirito commemorativo espresso dalla legge dello Stato, poiché ciò equivarrebbe a porre sullo stesso piano, offensivamente, vittime ed aguzzini di una tragedia storica...

(fonte: lettera del presidente nazionale ANVGD, Antonio Ballarin, al Presidente RAI Dr.ssa Anna Maria Tarantola, al Presidente MEDIASET Dr. Fedele Confalonieri, al Presidente Telecom Italia Media Dr. Severino Salvemini, al Presidente Sky Italia Sig. James Rupert Jacob Murdoch http://www.anvgd.it/notizie/14479-giorno-del-ricordo-2013-ballarin-anvgd-scrive-alle-tv-25gen13.html )


... Mentre ci avviciniamo al 10 Febbraio (...) sono tutti impegnati ad informare in modo giusto, obiettivo e puntuale sulle pagine di storia che ci riguardano.  Spesso però, come abbiamo avuto modo di rilevare e denunciare ogni anno, si fanno avanti e offrono la propria interpretazione, individui di poco scrupolo, per non dire dei negazionisti, il cui unico fine è quello di sminuire la portata di una tragedia spesso considerandola la normale conseguenza della contrapposizione bellica, nazionale ed ideologica.
Ecco perché chiediamo a tutti coloro – amministrazioni, scuole, circoli, enti, testate giornalistiche - che, dovendo operare una scelta, si trovassero a dubitare della legittimità di un intervento, di un articolo, di una conferenza, di consultare le nostre associazioni, affinché ciò che la legge ci concede non ci venga tolto, o semplicemente vanificato, da un approccio indicibile di genti di poco scrupolo e spessore...

(fonte: lettera aperta del Cav. Renzo Codarin, Presidente FederEsuli, 


... Il prossimo 10 febbraio si celebrerà il Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata. Desideriamo  rammentarvi che sarebbe assai inopportuno che tale ricorrenza venisse snaturata, ponendo artificiosamente in dubbio le ragioni che hanno portato il Parlamento a votare (a stragrande maggioranza) la sua stessa istituzione. 
Viceversa, il Giorno del Ricordo è un'occasione pensata e concepita per onorare il dramma delle genti giuliano-dalmate ed il sacrificio di tanti italiani vittime degli orrori della barbarie umana. Si spera pertanto che nel corso delle manifestazioni culturali nonché delle trasmissioni radio-televisive da voi organizzate e promosse si eviti di invitare tutti coloro che in un modo o nell'altro potrebbero venire meno allo spirito commemorativo espresso da relativa legge dello Stato (n°92/2004) e anzi mostrarsi in palese contrasto con essa attraverso tesi vergognosamente negazioniste ed offensive, come purtroppo troppo spesso è accaduto in passato anche in sedi prestigiose... 

(fonte: messaggio della Mailing List Histria - www.mlhistria.it - a Redazioni, Comuni, Istituti scolastici





Alessandra Kersevan in Veneto tra intimidazioni e censure

1) MINACCE NEOFASCISTE A MONTEBELLUNA. Sabato 9 febbraio alle 15.00 CONFERENZA STAMPA; alle 17.00 iniziativa pubblica FASCISMO, CONFINE ORIENTALE, FOIBE spostata nel vicino comune di Giavera del Montello
2) Verona martedì 12 febbraio 2013: INCONTRO CON LA STORICA ALESSANDRA KERSEVAN


=== 1 ===


MINACCE NEOFASCISTE A MONTEBELLUNA


Posted on 8 febbraio 2013 by admin
 

Un convegno su “fascismo, confine orientale e foibe”  scatena polemiche e minacce neofasciste. È quello organizzato dall’Anpi di Montebelluna (TV), in programma per sabato 9 febbraio all’Auditorium della biblioteca civica. La Giovane Italia di Treviso guidata da Claudio Borgia, promette contestazioni pubbliche prima e durante il convegno.La motivazione è la presenza tra le relatrici della storica Alessandra Kersevan.

Il Comune di Montebelluna dopo le minacce di Giovine Italia, ha ritirato il proprio pratrocinio e la concessione della sala della biblioteca.

L’ANPI di Montebelluna e di Treviso ha deciso allora di fare una conferenza stampa, a Montebelluna sabato 9 alle 15.00 e di spostarsi poi per la conferenza in un comune vicino, Giavera.

Quelli di Giovine Italia, definiti come l’organizzazione giovanile del PDL, hanno annunciato che sposteranno la “contestazione” a Giavera.

La Digos ha contattato l’ANPI, preoccupata per l’ordine pubblico.

Sarebbe necessario essere più numerosi possibile a Montebelluna e a Giavera.

Gli articoli sull’argomento, conditi asetticamente di accuse di negazionismo alla Kersevan, si possono trovare nel sito della Tribuna di Treviso:

http://ricerca.gelocal.it/tribunatreviso?query=kersevan&view=web_locali.la+tribuna%20di%20Treviso

COMUNICATO ANPI MONTEBELLUNA

dall’EVENTO FACEBOOK: https://www.facebook.com/events/479461162112895/?ref=2

L’ANPI di Montebelluna deplora il comportamento della Giunta Comunale di Montebelluna che all’ultimo momento ha ritirato la collaborazione e revocato l’uso della biblioteca comunale impedendo lo svolgimento della conferenza tenuta dalle ricercatrici:
MONICA EMMANUELLI e ALESSANDRA KERSEVAN.

L’ANPI di Montebelluna annuncia che la conferenza su:
FASCISMO, CONFINE ORIENTALE, FOIBE
si terrà a Giavera del Montello
presso Villa Wassermann, lo stesso sabato 9 febbraio alle ore 17.00

L’ANPI di Montebelluna denuncia il clima di intolleranza che si è determinato in questi giorni
da sedicenti amici della libertà, montando una gratuita campagna di denigrazione
e tentando di impedire una libera discussione su un tema di sempre notevole interesse
storico e politico che ha dolorosamente coinvolto tante popolazioni del confine orientale.

Nel pomeriggio di sabato 9 febbraio l’ANPI di Montebelluna terrà una conferenza stampa
su questi argomenti a cui interverrà il presidente provinciale dell’ANPI Umberto Lorenzoni.

Si ringrazia la disponibilità dell’Amministrazione Comunale di Giavera del Montello a rispettare il diritto di pensiero e di parola garantito dalla nostra grande Costituzione.

 

La locandina aggiornata dell’evento: http://www.diecifebbraio.info/wp-content/uploads/2013/02/locandina.jpg

La precedente locandina: http://www.diecifebbraio.info/wp-content/uploads/2013/02/foibe-9-feb-2013.jpg




=== 2 ===

Verona, martedì 12 febbraio 2013

ore 16:00 aula 1.5 Polo Zanotto - Veronetta

INCONTRO CON LA STORICA ALESSANDRA KERSEVAN




Foibe: tra mito e realtà


by studentilenti


Non è semplice affrontare la questione delle Foibe: stereotipi consolidati (1) ed interessi politici contingenti invadono il terreno della ricerca storica. Negli ultimi anni in Italia si è sollevato un acceso dibattito pubblico attorno alla costruzione di una verità ufficiale che ha dato il via ad un walzer di commemorazioni, monumenti, lapidi, intitolazioni di strade. Grazie al contributo di Alessandra Kersevan, attraverso un esercizio di rigorosa contestualizzazione storica (2), ci proponiamo di individuare e discutere quelli che appaiono elementi di mistificazione, falsificazione e propaganda (3).

Quali sono i dati più realistici relativi al numero degli infoibati? Perchè dalle diverse ricerche emergono numeri tanto discordanti? E’ possibile parlare di “pulizia etnica” nei confronti della popolazione italiana? Che ruolo hanno giocato le politiche del fascismo in quei territori? Quali sono le effettive responsabilità dei partigiani comunisti di Tito? Queste alcune delle domande su cui ci confronteremo.

Siete tutte e tutti invitati a partecipare.

Alessandra Kersevan è una storica, insegnante ed editrice italiana, specializzata in storia e cultura del Friuli-Venezia Giulia e del confine orientale tra le due guerre. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo “Un campo di concentramento fascista: Gonars 1942-1932” (Kappa Vu 2010) e “Lager italiani. Pulizia etnica e campi di concentramento fascisti per civili jugoslavi 1941-1943″ (Nutrimenti 2008).

(1) Il sempreverde mito degli “italiani brava gente” poggiante su un sistematico lavoro di rimozione, viene qui utilizzato in chiave vittimistica, operando una decontestualizzazione dei fatti in funzione di un costante tentativo di rivalutazione del fascismo. Interessanti in questo senso le recenti dichiarazioni di Silvio Berlusconi secondo cui “Il fatto delle leggi razziali è stata la peggiore colpa di un leader, Mussolini, che per tanti altri versi invece aveva fatto bene”.

(2) A tal proposito suggeriamo la visione di “Fascist Legacy – L’eredità del fascismo”, documentario incentrato sui crimini di guerra commessi dagli italiani durante l’invasione dell’Etiopia e del Regno di Jugoslavia. La sezione che esamina l’occupazione della Jugoslavia cita oltre 200 campi di prigionia italiani sparsi nei Balcani, in cui morirono 250.000 internati (600.000 secondo il governo jugoslavo), e si sofferma sulle testimonianze relative al campo di concentramento di Arbe (Rab in lingua serbo-croata) e le atrocità commesse nel villaggio croato di Podhum, presso Fiume: http://youtu.be/2IlB7IP4hys

“So che a casa vostra siete dei buoni padri di famiglia, ma qui voi non sarete mai abbastanza ladri, assassini e stupratori” Benito Mussolini ai soldati della Seconda Armata in Dalmazia, 1943.

(3) Riscrivere la memoria: foibe, media e revisionismo storico:
http://www.casoesse.org/2012/02/10/riscrivere-la-memoria-foibemedia-e-revisionismo-storico/

Un esempio: i carnefici italiani trasformati in vittime dalla Rai
http://www.linkiesta.it/blogs/c-era-volta/i-carnefici-italiani-trasformati-vittime-dalla-rai

In collaborazione con Pagina/13
Foglio di scrittura studentesco
www.pagina3dici.blogspot.com





CHE BELLA GENTE

Da:  Claudia Cernigoi <nuovaalabarda  @  gmail.com>

Oggetto:  comunicato stampa

Data:  05 febbraio 2013 14.58.13


Il 21/9/44 furono uccisi nella Risiera di San Sabba i quattro martiri della missione alleata (congiunta tra SIM del Regno del Sud ed Intelligence Service britannico) guidata dal capitano Valentino Molina: il capitano stesso, il tenente colonnello Francesco Sante De Forti, Guido Gino Pelagalli e la signora Clementina Tosi vedova Pagani, uccisi dai nazisti il 21/9/44.

Da alcuni documenti reperiti nell’Archivio dello Stato maggiore dell’Esercito viene ricostruita la vicenda della Missione Molina. Il capitano aveva cercato contatti con i suoi ex sottoposti del Servizio statistica, senza sapere che molti di essi erano stati inquadrati in un servizio di spionaggio alle dirette dipendenze dell’Abwehr nazista, il Gruppo Baldo, e ciò causò la sua tragica fine.

Alcuni membri del Gruppo Baldo furono arrestati dalle autorità jugoslave nel maggio 1945: tra essi Alfredo Germani, Remo Lombroni ed Ermanno Callegaris, che compaiono nell’elenco degli incarcerati a Lubiana: morto in prigionia Callegaris (del quale in un processo celebrato a Trieste nel dopoguerra viene ricordata l’attività di collaboratore con le SS); “fatti uscire” dal carcere (e non si sa se condannati a morte o trasferiti altrove) il 23/12/45 Germani, il 6/1/46 Lombroni. Rientrano dunque questi nel novero di coloro che vengono comunemente considerati “infoibati dagli Jugoslavi”, e che le Autorità italiane nel Giorno del Ricordo del 10 febbraio indiscriminatamente commemorano ed a cui rendono onori civili e militari, solo due settimane dopo avere reso onore anche alla missione Molina, fucilata dai nazifascisti per essere stata tradita da militari italiani che non avevano mantenuto il giuramento fatto alla propria Patria, ma avevano accettato di collaborare con gli occupatori, mandando a morire i propri ex commilitoni e compatrioti.


Claudia Cernigoi

candidata di Rivoluzione Civile alla Camera per la regione FVG

Tel. 3450858761


[Per dettagli sul caso della missione Molina e della infiltrazione da parte del Gruppo Baldo si veda:
I DELATORI DELLA MISSIONE ALLEATA MOLINA RISULTANO TRA I MARTIRI DELLE FOIBE
di Claudia Cernigoi (febbraio 2013)
http://www.nuovaalabarda.org/leggi-articolo-giorno_del_ricordo_2013%3A_i_delatori_della_missione_alleata_molina_risultano_tra_i_martiri_delle_foibe..php

oppure http://www.diecifebbraio.info/2013/02/i-delatori-della-missione-alleata-molina-risultano-tra-i-martiri-delle-foibe/
oppure http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/7573 ]

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SALUTI DALLA CROAZIA (SQUADRISTI IN AZIONE)

 

Così come è accaduto per la foto della fucilazione di Ljubo Cupic, non è raro imbattersi nel mercato del collezionismo in reperti che ricordano i misfatti dell’esercito italiano e degli squadristi nei territori occupati della Jugoslavia.

Pratica comune era infatti quella di documentare le azioni compiute e farsi immortalare sul luogo del delitto come se si trattasse di una foto ricordo di una qualche scampagnata. Evidenza di ciò si può trovare su larga scala nelle pubblicazioni dedicate a raccogliere i crimini italiani in Jugoslavia.

Le prime tre foto che abbiamo recuperato mostrano degli incendi a delle proprietà (sul retro di una di queste si legge: squadristi fascisti in azione – Croazia); le altre due la requisizione e l’allontanamento di persone da una casa (sul retro: Croazia – sede comando squadristi).


Vai alle fotografie: http://www.diecifebbraio.info/2013/02/saluti-dalla-croazia-squadristi-in-azione/

Posted on 5 febbraio 2013 by admin


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Giorno del Ricordo: iniziative a Modena, Roma, Padova

Modena 6/2 - Roma 7-8/2 - Padova 9/2


=== MODENA ===

http://www.diecifebbraio.info/2013/02/modena-622013dominio-e-repressione-fascista-nelle-terre-del-confine-orientale/

Modena, mercoledi 6 febbraio 2013
ore 20:30 - presso la sala "Giacomo Ulivi"
Viale Ciro Menotti 137 (ex Mercato Ortofrutticolo)

l'Ass. politico-culturale ASinistra
organizza un'assemblea pubblica sul tema:

DOMINIO E REPRESSIONE FASCISTA NELLE TERRE DEL CONFINE ORIENTALE

Intervengono:

prof.ssa Alessandra Kersevan
storica, autrice del volume "Un campo di concentramento fascista. Gonars 1942-1943"

dott.ssa Toni Rovatti
dottore di ricerca, ricercatrice presso INSMLI

Presiede: Giorgio Prampolini
presidente dell'Ass. ASinistra

scarica la locandina: http://www.diecifebbraio.info/2013/02/modena-622013dominio-e-repressione-fascista-nelle-terre-del-confine-orientale/


=== ROMA ===

Roma, giovedì 7 febbraio 2013
ore 18.00, presso il Nuovo Cinema Palazzo San Lorenzo
Piazza dei Sanniti 9A, 00185 Roma - http://www.nuovocinemapalazzo.it/

"Sapienza Antifascista: la memoria che unisce"

Nasce la sezione ANPI partigiani sempre "Walter Rossi" Università-Castro Pretorio

Partecipano
Bianca Bracci Torsi  (ANPI)
Vito Francesco Polcaro  (Presidente Roma e Provincia ANPI)
Davide Conti  (Storico)
Contributo Artistico di: Attrice Contro

evento Facebook: http://www.facebook.com/events/116865915159323/
scarica il volantino: https://www.cnj.it/INIZIATIVE/volantini/roma070213.jpg

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Roma, 8 febbraio 2013
ore 18:00, presso la Casa della Memoria e della Storia
Via San Francesco di Sales, 5 - ingresso libero

DRUG GOJKO 

MONOLOGO DI PIETRO BENEDETTI
REGIA DI ELENA MOZZETTA
UNO SPETTACOLO PRODOTTO DAL CP ANPI VITERBO
TRATTO DAI RACCONTI DI NELLO MARIGNOLI, PARTIGIANO VITERBESE COMBATTENTE IN JUGOSLAVIA

scarica la locandina: https://www.cnj.it/INIZIATIVE/volantini/roma080213.jpg
maggiori informazioni sullo spettacolo: https://www.cnj.it/cultura.htm#druggojko


=== PADOVA ===

http://www.diecifebbraio.info/2013/02/padova-922013-nessun-ricordo-per-i-fascisti-di-ieri-nessuno-spazio-per-quelli-di-oggi/

Padova, sabato 9 febbraio 2013

NESSUN RICORDO PER I FASCISTI DI IERI
NESSUNO SPAZIO PER QUELLI DI OGGI
 
- ore 16:00 Piazza dei Signori: PRESIDIO ANTIFASCISTA

- ore 20:00 presso Infospazio Chinatown, Piazzetta Toselli: esposizione della mostra “TESTA PER DENTE” e proiezione del video UN CAMPO DI CONCENTRAMENTO A CHIESANUOVA. Musica e ricco buffet

C.doc. C. Giacca comandantegiacca@...

Collettivo Politico Gramigna – www.cpogramigna.org

scarica la locandina: http://www.diecifebbraio.info/2013/02/padova-922013-nessun-ricordo-per-i-fascisti-di-ieri-nessuno-spazio-per-quelli-di-oggi/


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Jugoslavenski glas - Voce jugoslava 
 
"Od Triglava do Vardara..." "Dal monte Triglav al fiume Vardar..."
 

Svakog drugog utorka, od 13,00 do 13,30, na Radio Città Aperta, valu FM 88.9 za regiju Lazio,
*JUGOSLAVENSKI GLAS*
Moze se pratiti i preko Interneta:  http://radiocittaperta.it/
Podrzite ovaj glas. Posjetite https://www.cnj.it . Pisite nam na jugocoord @ tiscali.it


Ogni due martedì dalle ore 13,00 alle 13,30, su Radio Città Aperta, FM 88.9 per il Lazio:
* VOCE JUGOSLAVA*
Si può seguire, come del resto anche le altre trasmissioni della Radio, via Internet: http://radiocittaperta.it/
La trasmissione è bilingue (a seconda del tempo disponibile e della necessità).
Sostenete questa voce libera e indipendente. Visitate il nostro sito https://www.cnj.it . 
Sosteneteci con il 5 per mille. Scriveteci all'indirizzo email: jugocoord @ tiscali.it


Program   5.2.2013.   Programma

Verso il "Giorno del Ricordo" (10 Febbraio). Nonostante la "crisi", Stato ed enti locali elargiscono fondi a palate alle associazioni degli "esuli", a pseudo-istituti storici di tendenza revisionista-revanscista, a organizzazioni palesemente fasciste. Si vedano il caso di Trieste (Ass. "Novecento", Istituto "Panzarasa", ecc.) o quello di Roma (dove il Comune ha donato in questi giorni un palazzo prestigioso in Via San Teodoro all'associazionismo neo-irredentista). Contemporaneamente, mancano i soldi per la gestione minima dei Musei, degli Istituti storici della Resistenza, di enti culturali fondamentali come la Sezione storia della Biblioteca nazionale slovena e degli studi di Trieste. A fronte di questo degrado, partecipiamo in massa alle iniziative pubbliche organizzate in questi giorni a Bari, Firenze, Parma, Cadoneghe, Torino...

Da se podsjetimo: 2 FEBRUAR 1943: STALJINGRAD / Le date da ricordare: 2 FEBBRAIO 1943: STALINGRADO.

Per questa volta la trasmissione è registrata. In studio: Andrea.

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----- Messaggio inoltrato da ufficiostampa@... -----
   Data: Mon, 4 Feb 2013 16:07:45 +0100
     Da: Ufficio Stampa Anpi Nazionale <ufficiostampa@...>
Rispondi-A:Ufficio Stampa Anpi Nazionale <ufficiostampa@...>
Oggetto: Urgente - dalla Segreteria Nazionale ANPI: petizione stragi nazifasciste online

vi informiamo che da oggi è possibile firmare anche online la petizione dell'ANPI con cui chiediamo verità e giustizia per le vittime delle stragi nazifasciste. Lo si può fare sul nostro sito nazionale:
http://www.anpi.it/una-grande-campagna-dellanpi-per-fare-giustizia-e-verita-sulle-stragi-nazifasciste/
cliccando su "Firma la petizione online"



Vogliamo giustizia e verità sulle stragi nazifasciste: firma la petizione dell'Anpi

L’ANPI, ritenendo doveroso fare il punto della situazione sulla questione delle stragi nazifasciste, per le quali il nostro paese ha versato un tributo di sangue di circa 15.000 caduti, disseminando eccidi compiuti anche prima dell’otto settembre 1943, dalla Sicilia fino al nord Italia con l’esercito tedesco in rotta verso la Germania, ha deciso di assumere la questione delle stragi nazifasciste come una sua battaglia nazionale, rivendicando “verità e giustizia” per le vittime.
L’azione dell’associazione si è incardinata nella costituzione di una apposita commissione di lavoro, che ha teso l’azione verso tre indirizzi fondamentali: la costituzione come parte civile dell’Anpi in tutti i processi di strage, la raccolta di tutti i materiali giudiziari e parlamentari delle stragi che attualmente sono difficilmente reperibili e consultabili per motivi sia burocratici che politici e non ultimo come importanza censire attraverso la realizzazione di una mappa tutti le stragi avvenute, in quanto ad oggi non si ha questo importante strumento divulgativo e conoscitivo. Aggiungasi a tutto ciò l’avvio di una petizione nel Paese indirizzata al Presidente del Senato.
Cosa ancora più importante sarà per l’Anpi portare le istituzioni preposte, governo e parlamento, a discutere sulla conduzione politica di questi 70 anni che ha causato l’enorme ritardo con il quale si stanno svolgendo oggi i processi, limitando notevolmente la possibilità di far giustizia, procedimenti che sono elementi unici sia per sostenere la verità storiografica sia per dare sollievo a tutte le vittime. Tutti gli interventi dei vari specialisti hanno concordato su alcuni punti precisi comuni ai loro pensieri. Un enorme ritardo dell’inizio dei processi con altrettanto grandi responsabilità dei governi italiani che mai hanno preso posizione e coscienza di quello che ha portato a questo colpevole “dimenticanza” nel famoso e famigerato Armadio della Vergogna. Uno sminuire, attraverso una mirata strategia politica, le gravi responsabilità della repubblica sociale e dei fascisti repubblichini, che “volenterosamente” si sono adoperati ad essere accompagnatori quando non esecutori diretti di queste stragi. Una non considerazione della sofferenza dei superstiti e dei famigliari delle vittime, spesso lasciate sole a se stesse, senza risarcimenti né morali né economici. Così come abbiamo oggi un gap comunicativo di Memoria tra le generazioni, in quanto venendo meno il contributo del testimone per motivi anagrafici, con più difficoltà si riesce a portare a conoscenza questi fatti, che hanno la potenzialità di divenire strumenti di formazione di nuove coscienze civili. Un’altra considerazione importante su cui tutti hanno condiviso le proprie riflessioni, è quella che fin dal dopo guerra, sia da parte dei tedeschi sia anche in alcune memorie di sopravvissuti, si è voluta scaricare le colpe sui partigiani, mentre invece l’analisi del caso Toscana, dimostra come solo il 12% delle vittime sia stata causata da rappresaglia, e come comunque sempre ci si trovi di fronte a risposte sproporzionate, definibili oggi come crimini contro l’umanità e non azioni di guerra. Gli ordini erano di una guerra ai civili voluta dai massimi vertici militari germanici.






Iniziative a Parma, Cadoneghe, Torino il 9-10 febbraio 2013

1) Parma, 9/2: conferenza-dibattito dello storico Davide Conti e spettacolo teatrale "Drug Gojko"
2) Cadoneghe (PD), 9/2: presentazione del libro "Una lunga scia color cenere"
3) Torino, 10/2: Presidio Antifascista per la Pace e la Democrazia contro i neofascismi


=== 1: PARMA ===

http://www.diecifebbraio.info/2013/02/parma-922013-contromanifestazione-antifascista-al-giorno-del-ricordo/

Parma, 9 febbraio 2013

Contromanifestazione antifascista al "Giorno del Ricordo" del 10 febbraio

Sabato 9 febbraio 2013
ore 17.00
 
Parma - cinema "Astra"
 (piazzale Volta) 
ingresso gratuito
 
- conferenza-dibattito dello storico Davide Conti, della Fondazione Basso, sui crimini del fascismo in Jugoslavia
- spettacolo teatrale "Drug Gojko" (Compagno Gojko), monologo dell'attore Pietro Benedetti
 che racconta la vicenda di Nello Marignoli militare italiano sul fronte greco-albanese e poi, l'indomani dell'8 settembre '43, combattente con la Resistenza jugoslava

evento Facebook: http://www.facebook.com/events/396392367111360/

---


DRUG GOJKO  (compagno Gojko)
 
 
Monologo di                           PIETRO BENEDETTI
Regia di                                   ELENA MOZZETTA
Ideato da                                 GIULIANO CALISTI E SILVIO ANTONINI
Testi teatrali di                         PIETRO BENEDETTI
Consulenza letteraria di            ANTONELLO RICCI
Musiche di                               BEVANO QUARTET E FIORE BENIGNI
Foto di                                    DANIELE VITA

 

 
Drug Gojko (Compagno Gojko) narra, sottoforma di monologo, le vicende di Nello Marignoli, classe 1923, gommista viterbese, radiotelegrafista della Marina militare italiana sul fronte greco - albanese e poi, l’indomani dell’8 settembre 1943, combattente partigiano nell’Esercito popolare di liberazione jugoslavo. Lo spettacolo, che si avvale della testimonianza diretta di Marignoli, riguarda la storia locale, nazionale ed europea assieme, nel dramma individuale e collettivo della seconda guerra mondiale. Una storia militare, civile e sociale, riassunta nei trascorsi di un artigiano, vulcanizzatore, del Novecento, rievocati con un innato stile narrativo, emozionante quanto privo di retorica.
  
sabato 9 febbraio 2013   ore  18:00
Parma  -  cinema “Astra”  (piazzale Volta)
ingresso gratuito

 

nell’ambito della manifestazione “FOIBE E FASCISMO”
manifestazione antifascista alternativa alla celebrazione del “giorno del ricordo” del 10 febbraio

scarica la locandina: https://www.cnj.it/INIZIATIVE/volantini/ParmaGojko2013.jpg


=== 2: CADONEGHE (PD) ===

http://www.diecifebbraio.info/2013/02/cadoneghe-pd-922013-una-lunga-scia-color-cenere/

UNA LUNGA SCIA COLOR CENERE

Cadoneghe (PD)
Sabato 9 febbraio 2013, ore 16.00
Sala consiliare
 
presentazione del libro di Bruno Maran

Una lunga scia color cenere
- Fatti e misfatti del Regio esercito ai confini orientali -

edizioni La città del Sole (Napoli 2012)

“per difendere la memoria di chi ha combattuto, di chi ha sofferto”

intervengono 
Giovanni Petrina - vicesindaco e assessore Comune di Cadoneghe
Maurizio Angelini - segretario regionale ANPI Veneto
l'autore Bruno Maran - fotografo e saggista


---

Una lunga scia color cenere non vuol essere un libro di storia, né un manuale. 
Vuol essere un modo semplice di entrare, con l’approccio più accessibile possibile, nei fatti. Con la voglia di uscirne con le idee più chiare e con l’interesse a continuare l’approfondimento, nonostante gli inevitabili errori o imprecisioni che un lavoro propedeutico contiene.
A poco servono i Giorni del Ricordo, monopolio di odi mai sopiti, di gruppi decisi a non voler dimenticare solo per giustificare la loro esistenza, di ricordi usati più per attaccare che per giustificare. 
Non sono certo le calunnie e le falsità, le pietre su cui fondare il senso del Ricordo, che invece deve basarsi sulla Verità anche se scomoda. 
Il tempo deve lenire il dolore, non rinfocolare continuamente il passato.


=== 3: TORINO ===

Presidio Antifascista per la Pace e la Democrazia contro i neofascismi

Torino, Domenica 10 febbraio 2013
ore 15.00, piazza Nazario Sauro 


ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia
Comitato ANPI Provinciale di Torino
Ente Morale dal 1945

Presidio Antifascista per la Pace, la Democrazia e la verità storica

Invitiamo tutti cittadini, le associazioni e i soggetti politici che condividano i valori della Resistenza e della Costituzione 

Esposizione mostra "Fascismo, foibe, esodo" 

Musica, vin brulè, the caldo

Difendiamo la memoria contro tutti i neofascismi

evento Facebook: http://www.facebook.com/events/333746590064165/338795519559272
volantino: https://www.cnj.it/INIZIATIVE/volantini/torino100213.jpg

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Inizio messaggio inoltrato:

Da: "Curzio Bettio" 
Data: 04 febbraio 2013 16.13.17 GMT+01.00
Oggetto: Curzio invia articolo su bombardamento israeliano sulla Siria

Ecco un articolo che illustra bene, sempre a mio parere, l'attuale situazione politico-militare in Siria e una possibile spiegazione dell'attacco aereo di Israele su postazioni siriane, avvenuto la settimana scorsa. Cordialissimi saluti. Curzio 

L’attacco aereo israeliano contro la Siria: il disperato tentativo di salvare dal fallimento la guerra “sotto copertura USA-NATO”.

Quando i Sionisti e gli “Jihadisti” si prendono per mano.

di Tony Cartalucci ; Global Research News



(Traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)


Global Research, 31 gennaio 2013

http://www.globalresearch.ca/israeli-attack-on-syria-desperate-bid-to-save-failed-us-nato-covert-war/5321194



Il 29 gennaio 2013, Israele ha scatenato attacchi aerei contro la Siria, in flagrante violazione della Carta delle Nazioni Unite, del diritto internazionale, e in diretta violazione della sovranità della Siria, sulla base di “sospetti” trasferimenti di armi chimiche.


The Guardian in un suo articolo dal titolo Israel carries out air strike on Syria, “Israele compie un raid aereo sulla Siria”, afferma:

Gli aerei da guerra israeliani hanno attaccato un obiettivo vicino al confine siriano-libanese dopo diversi giorni di avvertimenti sempre più intensi lanciati da funzionari del governo di Israele contro la Siria, a causa di un presunto ammassamento di armi.”


Inoltre, il documento continua:

“Israele ha messo in guardia pubblicamente che ci sarebbe stata un’azione militare per impedire che le armi chimiche del regime siriano cadano nelle mani di Hezbollah in Libano o in quelle di “jihadisti globali”, che combattono all’interno della Siria.

Il servizio di spionaggio militare israeliano afferma di stare controllando ventiquattro ore su ventiquattro la zona via satellite per possibili convogli che trasportano armi.”


In realtà questi “jihaidisti globali” sono di fatto armati e finanziati dagli Stati Uniti, dall’Arabia Saudita e da Israele almeno a partire dal 2007 (by the US, Saudi Arabia, and Israel since at least as early as 2007.)

Inoltre, a tutti gli effetti, sono costoro i diretti beneficiari dell’attuale aggressione da parte di Israele.

I “sospetti” di Israele su “trasferimenti di armi”, ovviamente, restano da confermare, perché lo scopo dell’attacco non era quello di impedire il trasferimento di “armi chimiche” agli Hezbollah in Libano, ma di provocare un conflitto più ampio volto non alla difesa di Israele, ma al salvataggio delle forze terroriste delegate dell’Occidente, che si dibattono in difficoltà all’interno della Siria nel tentativo di sovvertire e rovesciare la nazione siriana.


Il silenzio delle Nazioni Unite è assordante.

Mentre la Turchia ospita apertamente basi di terroristi stranieri, (arming and funding them) armati e finanziati dall’Occidente, dall’Arabia e dal Qatar, pronta cassa, (Saudi, and Qatari cash ) per condurre incursioni nella vicina Siria, qualsiasi attacco siriano sul territorio turco avrebbe come conseguenza immediata la mobilitazione delle Nazioni Unite.

Al contrario, alla Turchia è consentito, per anni, di condurre attacchi aerei (to conduct air strikes) e perfino invasioni di terra del confinante Iraq, seppure parziali (partial ground invasions), per attaccare gruppi di Curdi accusati di minacciare la sicurezza della Turchia.

È chiaro che questo doppio metro di giudizio è da tempo applicato anche in favore di Israele.


Israele, insieme a Stati Uniti & Arabia Saudita, fra gli sponsor più importanti di Al Qaeda.

Va ricordato che nel lontano 2007, veniva ammesso da funzionari degli Stati Uniti, dell’Arabia Saudita e del Libano che erano proprio gli Stati Uniti, Israele e l’Arabia Saudita ad intenzionalmente armare, finanziare, e organizzare questi “jihadisti globali” direttamente vincolati ad Al Qaeda, allo scopo esplicito di rovesciare i governi di Siria ed Iran.


Questo veniva ribadito dal giornalista vincitore del Premio Pulitzer Seymour Hersh nel suo articolo sul New Yorker, “The Redirection,” in cui affermava:

“Per indebolire l’Iran, che è prevalentemente sciita, l’amministrazione Bush ha deciso, in buona sostanza, di riconfigurare le sue priorità in Medio Oriente.

In Libano, l’amministrazione ha collaborato con il governo dell’Arabia Saudita, che è sunnita, in operazioni clandestine che hanno lo scopo di indebolire Hezbollah, l’organizzazione sciita sostenuta dall’Iran.

Inoltre, gli Stati Uniti hanno preso parte ad operazioni segrete dirette contro l’Iran e il suo alleato Siria. Un prodotto collaterale di queste attività è stato il rafforzamento di gruppi estremisti sunniti che sposano una visione militante dell’Islam e sono ostili agli Stati Uniti d’America e sodali con Al Qaeda.”


Di Israele, è specificamente indicato:

“Il cambiamento di politica ha indotto l’Arabia Saudita e Israele in un nuovo abbraccio strategico, soprattutto perché entrambi i paesi vedono l’Iran come una minaccia alla loro esistenza. I due paesi sono stati impegnati in colloqui diretti, e i Sauditi, che credono che una maggiore stabilità in Israele e in Palestina possa rendere l’Iran meno influente nella regione, sono i più convinti nel portare avanti i negoziati arabo-israeliani.”


Per giunta, funzionari sauditi sottolineavano come il loro paese avesse la necessità di esercitare un’attenta azione di equilibrio in modo da non rendere evidente il suo ruolo nel sostenere le ambizioni USA-Israele in tutta la regione:

“I Sauditi affermavano che, secondo il punto di vista del loro paese, ci si assumeva un rischio politico nell’imbarcare gli Stati Uniti nella sfida contro l’Iran: Bandar è già visto nel mondo arabo come troppo vicino all’amministrazione Bush.”

[ N.d.tr.: Bandar bin Sultan è un membro della famiglia reale saudita ed è stato ambasciatore dell’Arabia Saudita negli Stati Uniti dal 1983 al 2005. Nel 2005, è stato nominato Segretario Generale del Consiglio di Sicurezza Nazionale. Il 19 luglio 2012 ha assunto l’incarico di Direttore generale dell’Agenzia di intelligence dell’Arabia Saudita per volontà diretta del re Abdullah.]


Un ex diplomatico mi interpellava così: “Abbiamo due incubi, che l’Iran acquisisca la bomba atomica e che gli Stati Uniti attacchino l’Iran. Preferisco che siano gli Israeliani a bombardare gli Iraniani, e noi allora potremo condannare gli Israeliani. Se lo fanno gli Stati Uniti d’America, la colpa sarà nostra!”


Può interessare ai lettori sapere che, mentre la Francia invade e occupa vaste aree del Mali in Africa, accusando il Qatar di finanziare e armare gruppi terroristici nella regione collegati ad Al Qaeda (accusing the Qataris of funding and arming Al Qaeda-linked terrorist groups), la Francia, gli Stati Uniti e Israele stanno lavorando in tandem con il Qatar, finanziando e armando questi stessi gruppi in Siria.

In effetti, il centro studi statunitense, la Brookings Institution, ha un suo “Doha Center” con sede proprio in Qatar, mentre il  Brookings “Saban Centerdi Haim Saban, un cittadino israelo-statunitense, organizza incontri, e molti componenti del suo consiglio di amministrazione sono

anche residenti a Doha, Qatar.



.


Doha è anche servita da sede territoriale per la creazione (as the venue for the creation) della più recente “Coalizione siriana” dell’Occidente, guidata da Moaz al-Khatib, un sostenitore senza alcun imbarazzo di Al Qaeda (an unabashed supporter of Al Qaeda).


Tutti questi sono particolari che dimostrano gli accordi complottistici documentati da Seymour Hersh nel 2007.


Il Wall Street Journal, sempre nel 2007, riferiva sui piani dell’amministrazione degli Stati Uniti di Bush per creare un sodalizio con i Fratelli Musulmani della Siria, e sottolineava come il gruppo fosse l’ideologico ispiratore delle organizzazioni terroristiche collegate con la stessa Al Qaeda. Nell’articolo intitolato “To Check Syria, U.S. Explores Bond With Muslim Brothers” – “Per controllare la Siria, gli Stati Uniti vanno alla ricerca di un collegamento con i Fratelli Musulmani” si legge:

“In un pomeriggio umido di fine maggio, circa 100 sostenitori del più grande gruppo di oppositori siriani in esilio, il Fronte di Salvezza Nazionale, si sono riuniti davanti all’ambasciata di Damasco per protestare contro il governo del presidente siriano Bashar Assad. I partecipanti hanno gridato slogan anti-Assad e innalzato striscioni con su scritto: “Cambiamo il regime adesso!”.

Il Fronte di Salvezza Nazionale riunisce democratici liberali, Curdi, marxisti ed ex funzionari siriani, nel tentativo di trasformare il regime dispotico del presidente Assad.

Ma la protesta di Washington è anche servita da connessione fra una coppia di attori, la peggioassortita - il governo degli Stati Uniti e la Fratellanza Musulmana.”


L’articolo inoltre segnalava:

“Negli ultimi mesi, anche diplomatici e politici statunitensi hanno incontrato legislatori e parlamentari di fazioni collegate con la Fratellanza Musulmana in Giordania, Egitto ed Iraq per ascoltare le loro opinioni sull’attuazione di riforme democratiche in Medio Oriente, come asserito dai funzionari degli Stati Uniti.

Il mese scorso, un’unità del servizio segreto del Dipartimento di Stato ha organizzato una conferenza di esperti sul Medio Oriente per esaminare i pro e i contro di un impegno con la Fratellanza, in particolare in Egitto e in Siria.”


Il documento descrive i legami ideologici e operativi tra la Fratellanza e Al Qaeda:

“Oggi, le relazioni fra la Fratellanza e gli attivisti islamisti, con Al Qaeda in particolare, sono fonte di molte discussioni.

Osama bin Laden e altri leader di Al Qaeda citano le opere dell’ideologo della Fratellanza, Sayyid Qutb (accusato di apostasia e giustiziato in Egitto il 29 agosto 1966 tramite impiccagione), come fonte di ispirazione per la loro crociata contro l’Occidente e i dittatori arabi. Membri del braccio armato della Fratellanza egiziana e siriana hanno continuato ad assumere ruoli di primo piano nel movimento di Mr. bin Laden.”


Eppure, nonostante tutto questo, gli Stati Uniti, l’Arabia Saudita e il Qatar, insieme ad Israele e alla Turchia, stanno apertamente tramando con costoro; per anni hanno continuato ad armare e finanziare questi gruppi terroristici di estremisti decisamente settari, in tutto il mondo arabo, dalla Libia all’Egitto, e ora in Siria e ai suoi confini.

I timori di Israele che questi terroristi arrivino ad impossessarsi di “armi chimiche” sono assurdi. Costoro già se ne erano impossessati nel 2011 in Libia (in Libya in 2011 ) con la complicità degli Stati Uniti, della NATO, della Gran Bretagna, dell’Arabia Saudita, del Qatar e perfino di Israele.

Di fatto, i medesimi terroristi libici sono alla testa dei gruppi di miliziani stranieri (are spearheading the foreign militant groups) che si stanno riversando all’interno della Siria, attraverso il confine turco-siriano.


Quello che l’attacco di Israele può davvero significare

In buona sostanza, la spiegazione di Israele sul perché ha colpito la vicina Siria è debole come non mai, per il timore che armamenti possano cadere nelle mani di terroristi, considerando i suoi documentati rapporti allacciati da lungo tempo con questi “jihaidisti globali” nel finanziarli ed armarli.

Anche i timori di Israele su Hezbollah sono parimenti infondati - Hezbollah, o i Siriani, o gli Iraniani fossero stati interessati a piazzare armi chimiche in Libano, lo avrebbero già fatto, e certamente lo avrebbero fatto utilizzando altri mezzi ben diversi da convogli in piena vista semplicemente “attraversanti il confine”.

Hezbollah. ha già dimostrato di essere in grado di sconfiggere l’aggressore Israele con armi convenzionali, come dimostrato durante l’estate del 2006.

In realtà, la pressione esercitata sulle frontiere della Siria sia da Israele che dal suo partner, la Turchia del primo ministro Recep Tayyip Erdogan, al nord, fa parte di un piano documentato per allentare la pressione sulle milizie che operano all’interno della Siria, armate e finanziate dall’Occidente, da Israele, dall’Arabia Saudita-Qatar.


Il sopracitato centro studi di politica estera degli Stati Uniti, finanziato da Fortune 500 (vedi pagina 19) [Fortune 500-funded (page 19)], la Brookings Institution - che aveva nel suo programma progetti per un cambiamento di regime in Libia, così come in Siria e nell’Iran, (in Libya as well as both Syria and Iran) – ha ribadito questo in modo specifico nel suo rapporto intitolato Assessing Options for Regime Change. - Valutazione delle opzioni per un cambio di regime.”

[N.d.tr.: Fortune 500 è una lista annuale compilata e pubblicata dalla rivista Fortune che classifica le 500 maggiori imprese societarie statunitensi misurate sulla base del loro fatturato.]



Nell’immagine: Medio Oriente; marzo 2012; Memo # 21 della Brookings InstitutionAssessing Options for Regime Change (.pdf), - Valutazione delle opzioni per un cambio di regime”.


La Siria è intrappolata sull’orlo di un precipizio che si sta sgretolando, e comunque avvenga il crollo, questo comporterà rischi significativi per gli Stati Uniti e per il popolo siriano.


Il brutale regime di Bashar al-Assad sta impiegando le sue forze militari lealiste e criminali settari per schiacciare l’opposizione e riaffermare la sua tirannia.

Anche se Bashar cadesse, la Siria non potrebbe dirsi fuori dei guai: esiste un’alternativa sempre più probabile all’attuale regime, vale a dire una sanguinosa guerra civile del tutto simile ai conflitti a cui noi abbiamo assistito in Libano, Bosnia, Congo, e più di recente in Iraq.

Gli orrori di un tale conflitto potrebbero perfino eccedere la brutale riaffermazione del controllo di Assad, ed espandersi a macchia d’olio ai paesi vicini della Siria – Turchia, Iraq, Giordania, Libano, ed Israele – con risultati disastrosi per loro e per gli interessi usamericani nel Medio Oriente.


Tuttavia, la rivolta in Siria, che ora sta entrando nel suo secondo anno di attività, offre anche alcune rilevanti opportunità, che potrebbero derivare dalla caduta del regime di Bashar al-Assad, la cui famiglia ha governato il paese con pugno di ferro per oltre quarant’anni.

La Siria è il più vecchio e il più importante alleato dell’Iran nel mondo arabo, e il regime iraniano ha puntato doppio su Assad, fornendogli aiuto finanziario e sostegno militare per puntellare il suo regime. L’uscita di scena di Assad potrebbe assestare un duro colpo a Teheran, isolando ulteriormente l’Iran in un’epoca in cui questo paese può vantare pochi amici nella regione e nel mondo.

Per giunta, Damasco è risoluto nel suo atteggiamento ostile nei confronti di Israele, ed inoltre il regime di Assad sta appoggiando da tanto tempo gruppi terroristici, come Hezbollah ed Hamas, e in qualche occasione ha aiutato i terroristi di al-Qaeda ed elementi dell’ex regime in Iraq.

Quindi, il collasso del regime potrebbe procurare significativi vantaggi agli Stati Uniti e ai loro alleati nella regione.

Comunque, spodestare effettivamente Assad non sarà facile. Sebbene l’amministrazione Obama per mesi abbia lanciato appelli perché Assad se ne vada, ogni opzione politica per la sua rimozione si è incrinata, e qualcuno potrebbe anche rendere la situazione ancora peggiore, ad esempio proponendo una ricetta all’inazione.

Tuttavia, fare nulla significa stare a guardare mentre Assad massacra il suo popolo, e la Siria sprofonda nella guerra civile, con il rischio della dissoluzione dello Stato.

Già la violenza è incredibile: dal marzo 2012, nel tentativo di far crollare il regime, almeno 8.000 Siriani sono stati uccisi e migliaia sono stati arrestati e torturati. Nello stesso tempo, la Siria si sta disgregando. L’opposizione siriana rimane divisa e l’Esercito Libero Siriano è più una sigla, che una formazione armata significativa e coesa.

Al-Qaeda sta sollecitando combattenti a gettarsi nella mischia siriana, e sono in aumento uccisioni settarie e atrocità. Dovesse la violenza aumentare di intensità, i paesi vicini della Siria potrebbero accrescere la loro ingerenza, l’instabilità potrebbe espandersi, e paesi come l’Iraq e il Libano già di per sé fragili potrebbero vedersi ulteriormente indeboliti.


Allora, per la protezione degli interessi degli Stati Uniti, Assad non può prevalere.

Ma dal crollo della Siria, dalla sua rovina a causa della guerra civile, potrebbe derivarne un bene come un male.

Per questo, la politica degli Stati Uniti deve muoversi con grande equilibrio, cercando di rimuovere Assad, ma in maniera tale che la Siria rimanga uno Stato integro, in grado di controllare i propri confini e di assicurare l’ordine interno.

Alla fine, in buona sostanza, la rimozione di Assad potrebbe dimostrarsi non tanto realizzabile.”


In questo documento non si fa segreto che l’umanitaria “responsabilità di fornire protezione” per salvare la Siria non è altro che un pretesto per un cambio di regime a lungo pianificato.

Brookings indica come gli sforzi israeliani nel sud della Siria, in combinazione con il dispiegamento da parte della Turchia di grandi quantità di armamenti e truppe lungo il confine a nord, potrebbero contribuire efficacemente a un cambiamento di regime violento in Siria:

“Inoltre, i servizi di intelligence di Israele hanno una forte conoscenza della Siria, così come delle attività all’interno del regime siriano che potrebbero essere utilizzate per sovvertire le basi del potere del regime ed esercitare pressioni per la rimozione di Assad.

Israele potrebbe posizionare forze sopra o vicino le alture del Golan e, in tal modo, potrebbe distrarre forze del regime dall’opera di soppressione dell’opposizione. Questa dislocazione di forze potrebbe suscitare nel regime di Assad timori di un conflitto su più fronti, particolarmente se la Turchia è disposta a fare lo stesso sul suo confine, e se l’opposizione siriana viene alimentata con forniture costanti di armi e di addestramento. Una tale mobilitazione potrebbe forse convincere gli alti gradi militari della Siria a cacciare Assad, con l’obiettivo di salvare se stessi.

I sostenitori di questa strategia reputano che questa pressione addizionale potrebbe far pendere la bilancia contro Assad all’interno della Siria, se altre forze venissero schierate tutte nella stessa direzione in modo opportuno.” - page 6, Assessing Options for Regime Change, Brookings Institution - pagina 6, della “Valutazione delle opzioni per un cambio di regime”, Brookings Institution.


Naturalmente, gli attacchi aerei all’interno della Siria vanno oltre “il posizionamento di forze”, e indicano forse il grado di esasperazione in Occidente, dove sembra abbiano eletto il loro capo canaglia, Israele, per un “intervento” sempre più accentuato con riferimento a un attacco all’Iran, proprio come si era progettato (just as they had planned in regards to attacking Iran) - e documentato da Brookings in un rapporto dal titolo “Which Path to Persia? - Quale percorso verso la Persia?

Per quanto riguarda l’Iran, in questa relazione di Brookings si afferma specificamente:

“Sembra che Israele abbia già accuratamente pianificato e compiuto esercitazioni per un attacco di questa portata, e la sua forza aerea probabilmente è già dislocata il più vicino possibile all’Iran.

In quanto tale, Israele potrebbe essere in grado di lanciare l’attacco nel giro di settimane o addirittura di giorni, e questo dipende dalle condizioni meteo e di intelligence le più opportune.

In più, dal momento che Israele avrebbe pochissime necessità (o interessi) di garantirsi un appoggio regionale in questa operazione, Gerusalemme probabilmente si dimostra meno disposta ad attendere una provocazione iraniana prima di attaccare.

In breve, Israele potrebbe passare all’azione molto velocemente per dare esecuzione a questa opzione, se entrambe le dirigenze di Israele e degli Stati Uniti si decidessero che ciò avvenga.

Tuttavia, come osservato in precedenza, gli stessi attacchi aerei costituiscono in realtà solo l’inizio di questa politica. D’altra parte, gli Iraniani andrebbero senza dubbio a ricostruire i loro siti nucleari. Probabilmente il loro desiderio sarebbe quello di restituire pan per focaccia ad Israele, e anche potrebbero rivalersi contro gli Stati Uniti, (che potrebbero creare un pretesto per attacchi aerei statunitensi o addirittura un’invasione).”- pagina91, Which Path to Persia?, Brookings Institution.


E da queste affermazioni possiamo intuire e dedurre cosa ci sia nel retroscena, dietro l’attitudine guerrafondaia, altrimenti irrazionale, (otherwise irrational belligerent posture) di Israele nel corso della sua breve storia, così come nel suo più recente atto di aggressione non provocata contro la Siria.

Il ruolo di Israele è quello di recitare la parte del “cattivo”.

Come testa di ponte nella regione per gli interessi del capitale finanziario dell’Occidente, Israele introduce sempre un “piede nella porta” in ognuno dei molti conflitti desiderati fortemente dall’Occidente.

Bombardando la Siria, Israele spera di provocare un conflitto più ampio - un intervento che l’Occidente ha voluto e progettato fin dal momento in cui nel 2011 ha iniziato a soffiare sul fuoco di un conflitto violento in Siria.


Per la Siria e i suoi alleati – l’obiettivo ora deve essere quello di scoraggiare ulteriori aggressioni israeliane e di evitare a tutti i costi l’allargamento del conflitto. Se le forze terroristiche che agiscono per procura della NATO sono così deboli come sembra - incapaci di conquiste sul terreno sia tattiche che strategiche, e in fase di disgregazione a causa dei loro disperati attacchi, è solo una questione di tempo l’arresto subitaneo della campagna della NATO.

Come accennato prima, un tale insuccesso da parte della NATO sarà l’inizio della fine dell’aggressione, e degli interessi occidentali che l’hanno sfruttata come strumento per acquisire egemonia geopolitica.

Per questo è possibile che Israele si impegni in azioni sempre più estreme e disperate per provocare la Siria e l’Iran, visto che i suoi governanti rappresentano direttamente gli interessi del capitalismo straniero delle imprese e della finanza, non gli interessi migliori per il popolo di Israele, (tra cui la pace e perfino la sua sopravvivenza).

Per il popolo di Israele, questo deve rendersi conto che i suoi dirigenti in effetti non lo rappresentano, e nemmeno operano in favore dei suoi interessi, e che gli attuali governanti di Israele sono capaci, anzi entusiasti, di spendere le vite e le fortune dei loro cittadini al servizio degli interessi stranieri delle corporation e della finanza e dell’egemonia globale.


Articoli di riferimento:


Israeli Intelligence: US Israeli led “Covert Wars” on Iran and Syria

Dall’intelligence di Israele: gli Stati Uniti ed Israele hanno condotto “conflitti segreti” contro l’Iran e la Siria.

I conflitti segreti degli Stati Uniti ed Israele esercitano ulteriori pressioni su Iran e Siria, 29 novembre 2011.

Le guerre nascoste che gli Stati Uniti, la NATO, i membri della Lega araba e Israele stanno conducendo contro l’Iran, la Siria ed Hezbollah stanno assumendo ritmi vertiginosi…


US-NATO-Israeli Agenda: Syria to be Subdivided into “Three Weaker States”

L’agenda USA-NATO-Israele: la Siria deve essere smembrata in “tre Stati più deboli”

L’esperto mediologico egiziano Tawfik Okasha, proprietario del canale televisivo dell’opposizione egiziana al-Fara'een, ha accusato il sistema dei media di complicità con i Fratelli Musulmani nel propinare menzogne al popolo egiziano sulla crisi siriana. Egli fa appello a tutti i Siriani liberi…


SAVE SYRIA: Demand An End to US-NATO Supported Sectarian Terrorists

Salviamo la Siria: pretendiamo la fine dell’appoggio ai terroristi settari da parte degli USA-NATO

Cronistoria 1991: Paul Wolfowitz, allora sottosegretario alla Difesa, rivela al generale Wesley Clark dell’Esercito degli Stati Uniti che gli Stati Uniti si sono dati 5-10 anni per “ripulire quei vecchi regimi clienti dell’Unione Sovietica, Siria, Iran, Iraq, prima che la prossima superpotenza arrivi a sfidare ...


NATO Terrorists in Syria Attack Kurdish Minority

I terroristi NATO in Siria aggrediscono la minoranza curda

I media occidentali e i rappresentanti dei governi occidentali, dagli Stati Uniti all’Unione europea nel suo complesso, ancora insistono sul fatto che il bagno di sangue settario in atto in Siria, alimentato dalle armi e dal denaro degli Stati Uniti, della Gran Bretagna, e dall’Unione europea sia una cosiddetta rivolta “pro-democrazia”. Perché …



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Le strategie “naziste” di USA, UE e NATO nell'epoca degli assedi

3 Febbraio 2013 

di Felicity Arbuthnot* | da www.rebelion.org

Traduzione dallo spagnolo a cura di Marx21.it

*Felicity Arbuthnot è una giornalista, profonda conoscitrice della situazione in Iraq. Ha collaborato a numerosi documentari sulle conseguenze della guerra scatenata da Bush, alcuni dei quali insigniti di premi internazionali.

Pensiamo che l'assedio di Leningrado sia stato il più terribile della storia del mondo, una “politica della fame per motivi razziali”, descritta come “parte integrante della politica nazista in Unione Sovietica durante la Seconda Guerra Mondiale”. L'assedio di 872 giorni di durata cominciò l'8 settembre 1941 e venne finalmente spezzato il 27 gennaio 1944. E' stato descritto come “uno degli assedi più lunghi e distruttivi della storia e con il numero di gran lunga più alto di vittime”. Alcuni storici lo definiscono un genocidio. A causa delle difficoltà incontrate nella conservazione dei registri, la quantità esatta delle morti risultanti dalle privazioni causate dal blocco non è certa, e le cifre vanno da 632.000 a 1,5 milioni di persone.
Gli assedi ora si sono estesi a interi paesi, si sono trasformati nella tortura prima della distruzione. E non durano molti giorni, ma molti anni. In Iran 33 anni, in Iraq più di 13 anni. Ironicamente, il numero delle morti in Iraq risultanti dal blocco riflette esattamente quello che è stato considerato un “genocidio” a Leningrado.

La Siria è sottoposta a sanzioni da parte dell'UE dal 2011, sempre più vessatorie, con il risultato che da maggio 2011, quando vennero imposte restrizioni al presidente Assad, a tutti gli alti funzionari del governo e ai massimi dirigenti dell'apparato di sicurezza e delle forze armate, è quasi impossibile qualsiasi transazione finanziaria. La lista delle restrizioni è sconcertante (1). Nel febbraio 2012 sono stati congelati gli attivi di singoli individui e quelli della Banca Centrale della Siria.

Sono stati proibiti anche i voli commerciali di aerei siriani nell'UE, e il commercio dell'oro, dei metalli preziosi e dei diamanti, di qualsiasi cosa possa essere trasformata in denaro, senza il quale né le persone né i paesi possono comprare le cose essenziali.

Nel luglio del 2012 Syrian Arab Airlines e l'Organizzazione per il Marketing del Cotone di Siria si sono aggiunte alle vittime dell'UE.

Gli USA, naturalmente, erano significativamente in vantaggio, con la Legge di Responsabilizzazione della Siria e la Legge di Sovranità Libanese (2) promulgate il 12 dicembre 2003, l'anno della completa distruzione dell'Iraq diretta dagli USA. Pertanto, il poderoso assedio personale degli USA contro 21 milioni di persone inizia il suo decimo anno.

Lo scorso agosto, come in precedenza nel caso dell'Iraq, l'impossibilità di commerciare ha significato che, come sempre, l'UE con il suo Premio Nobel della Pace e le politiche del presidente degli Stati Uniti insignito del medesimo premio, abbia colpito le persone più vulnerabili in Siria.

Molte compagnie farmaceutiche hanno chiuso provocando una grave scarsità di medicine per gli infermi cronici e le vittime dell'insurrezione, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (3). Prima dell'insurrezione appoggiata da USA, Regno Unito, UE e NATO, la Siria produceva il 90% dei farmaci di cui necessitava.

Così, “... la produzione è stata colpita dai combattimenti, dalla mancanza di materie prime, dall'impatto delle sanzioni e dai maggiori costi del combustibile”. Inoltre, quasi tutti gli impianti farmaceutici erano ubicati in aree di intensi combattimenti, le province di Aleppo, Homs e Damasco, e hanno sofferto “danni sostanziali”. Il risultato è la “scarsezza critica di medicine”, secondo il portavoce dell'OMS Tarik Jasarevic.

“Si ha necessità urgente delle medicine per la tubercolosi, l'epatite, l'ipertensione, il diabete e il cancro, come pure dell'emodialisi per i malati renali”.

I centri sanitari hanno chiuso a causa delle violenze, i danni, o perché sono caduti sotto il controllo dei combattenti spalleggiati dall'Occidente.

“Le installazioni sanitarie che hanno cessato di funzionare si trovano nelle aree più colpite, in cui la necessità urgente di interventi medici e chirurgici è più considerevole”, ha detto Jasarevic.

Il ministero della Salute siriano ha informato che “ha perduto” - rubate o distrutte – duecento ambulanze in alcune settimane tra giugno e l'inizio di agosto del 2012.

Alle banche manca il denaro e la raccolta del grano nel 2012 probabilmente è rovinata per la mancanza di manodopera, secondo le agenzie dell'ONU. Nel dicembre 2012, l'Iran ha inviato della farina in Siria, alleggerendo temporaneamente la crisi del pane. E in Occidente vengono censurate vergognosamente le informazioni sull'enorme assedio a cui è sottoposto anche l'Iran.

Mentre l'Iran inviava farina alla Siria, il ministero della Salute dell'Iran prendeva contatto con l'India con una lista di medicine negate che potrebbero salvare vite nel caso di pazienti in situazioni critiche. Le forniture vitali negate comprendono: “medicine per il cancro al polmone e alla mammella; per tumori cerebrali; per infermità cardiache; per infezioni postoperatorie di trapianto del rene, cuore e pancreas; per meningiti in malati di HIV; per artriti; per bronchiti e problemi respiratori dei neonati e l'epilessia” (4).

E di nuovo entrano in gioco gli artifici: “Sebbene il commercio di medicinali sia esentato dalle sanzioni internazionali imposte dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU e dalle sanzioni unilaterali annunciate dagli USA e dall'UE, le banche occidentali si rifiutano di fare le operazioni”.

Attaccare i malati è azione degna di dementi criminali. Sicuramente non è ancora stata coniata un'espressione per descrivere gli attacchi ai neonati, eccetto quella di Madeleine Albright quando ha fatto riferimento alla morte di mezzo milione di bambini a causa delle sanzioni contro l'Iraq: “...pensiamo che il prezzo valga la pena”. Non è stato un lapsus linguae, ma evidentemente aveva a che vedere con il Nuovo Ordine Mondiale.

La lista parziale delle medicine che non si possono ottenere in Iran dovrebbe essere collocata sul muro della vergogna a Washington e in tutte le capitali dell'UE che hanno ricevuto il Premio Nobel:

“Le medicine negate includono la chemioterapia; medicinali per prevenire infezioni del rene, cuore e pancreas e nel trattamento dell'AIDS. Trattamenti del cancro al colon, cancro del polmone; tumori cancerosi del cervello; medicinali di chemioterapia per il cancro del polmone, delle ovaie e dei testicoli; trattamento del linfoma di Hodgkin”.

E anche: “trattamento del cancro della mammella; una serie di medicinali per la chemioterapia; per patologie del cuore che mettano in pericolo la vita; trattamenti specifici per la meningite; medicine per problemi respiratori dei neonati; trattamenti per attacchi epilettici; trattamento di ampio spettro per infermità cardiache”.

Inoltre:

“Nitroglicerina per angina e infermità dell'arteria coronarica; trattamento per la setticemia e per la meningite batterica; medicine per ridurre il rischio di parto prematuro; trattamenti per bronchite acuta, pneumonia, infezioni delle ossa, infezioni ginecologiche e del tratto urinario”.

Si trova nella lista anche la Nimodipina, che riduce il rischio dopo le emorragie cerebrali. Che fortuna ha avuto la signora Clinton a non essere colpita dal suo coagulo cerebrale in Iran!

Lo scorso mese di ottobre, il Capo della Fondazione per le Infermità Speciali in Iran, Fatemeh Hashemi, ha dichiarato che sei milioni di pazienti corrono potenzialmente rischi per la mancanza delle medicine sanzionate (5). Un olocausto annunciato e accettato praticamente in silenzio dall'assassina “comunità internazionale”.

Anche Mehrnaz Shahabi (6) riassume questa Era del Blocco:

“L'Iran produceva il 97% delle medicine di cui aveva bisogno...La moneta svalutata significa che le materie prime importate per la produzione ora sono molto più care. In molti casi, la materia non si può neppure pagare, in particolare a causa delle sanzioni bancarie, dal momento che la Società di Telecomunicazioni Finanziarie Interbancarie Mondiali (SWIFT), attuando le sanzioni dell'UE, ha impedito l'utilizzo dei suoi servizi di comunicazione elettronica alle istituzioni finanziarie iraniane e alle transazioni dell'Iran”.

Perciò, come in Siria, le medicine fabbricate nel paese sono quasi inesistenti.

In aggiunta: “le medicine più avanzate per salvare vite non si possono fabbricare in modo generico. Si tratta delle medicine per infermità cardiache, problemi polmonari, infermità renali e dialisi, sclerosi multipla, talassemia, emofilia e molti tipi di cancro”.

I cancri in Iran sono aumentati e si predice uno “tsunami di cancri” nel 2015. Poiché l'Iran confina con l'Iraq, e respira la stessa aria, sarebbe ragionevole ritenere che, nel momento in cui si punisce l'Iran per la sua industria nucleare, gli USA e il Regno Unito abbiano una certa responsabilità nell'enorme tragedia sanitaria causata dalle armi all'uranio impoverito impiegate in Iraq.

“Tutte le operazioni chirurgiche di migliaia di pazienti emofilici sono state cancellate a causa della scarsità di coagulanti. Un ragazzo di 15 anni è morto alla fine di ottobre per la mancanza di coagulanti. Il responsabile della Società di Emofilia dell'Iran ha dichiarato: “E' un'evidente presa in ostaggio delle persone più vulnerabili da parte dei paesi che proclamano il loro interessamento per i diritti umani. Anche solo pochi giorni di ritardo possono comportare gravi conseguenze, come emorragie e invalidità”.

Mentre si stava celebrando l'anno nuovo in tutta Europa e nel “Paese della Libertà”, l'Arcivescovo dell'Alta Mesopotamia, Jacques Benand Hindo, inviava un appello urgente alla Presidenza dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO).

Egli ha dichiarato che in una situazione che “presto potrebbe diventare catastrofica”, si stavano chiudendo i canali delle forniture e che “tutta l'attività economica sembra paralizzata, con la conseguenza dell'esaurimento dei beni vitali e di un grande aumento dei prezzi. La mancanza di combustibile impedisce il riscaldamento delle case e porta alla chiusura totale di tutte le attività agricole, proprio quando sta iniziando la stagione della semina. I depositi di grano sono stati saccheggiati ed è stato venduto frumento a commercianti turchi che lo hanno portato in Turchia, sotto lo sguardo di funzionari della dogana turca”.

Come non pensare che la Turchia, alleata della NATO, rappresenti l'equivalente del bombardamento con bengala della raccolta di grano iraniano?

Oltre al grano saccheggiato, l'Arcivescovo ha denunciato la scomparsa graduale di altri prodotti essenziali che comprendono, come in Iraq, il latte per i bambini.

L'Arcivescovo Hindo ha anche lanciato un appello al primo ministro dell'Iraq, Nuri al-Maliki: “Per favore aiutateci con la maggiore rapidità possibile, inviando 600 serbatoi di combustibile, 300 serbatoi di benzina e alcune tonnellate di farina. Le prime vittime sono i bambini. Tutta l'ingiustizia si sente nel corpo, nell'anima e nei bambini”. E' causata dalla punizione draconiana, assassina, illegale e collettiva nei confronti di un popolo e, una volta ancora, ricade sui quelli che devono ancora nascere, gli appena nati e quelli che solo gattonano.

Al termine della Seconda Guerra Mondiale, Leningrado (oggi San Pietroburgo) fu insignita del titolo di Città Eroica per l'incrollabile valore collettivo, la resistenza e l'inventiva di fronte alle atrocità naziste.

Senza dubbio il mondo deve insignire del titolo di Paese Eroico quelli che dimostrano il medesimo valore contro le nazioni che ripetono le stesse atrocità.

Note

1. http://www.sanctionswiki.org/Syria
2. http://www.bis.doc.gov/licensing/syriaimplementationmay14_04.htm
3.  http://www.reuters.com/article/2012/08/07/syria-crisis-health-idUSL6E8J74NZ20120807  
4. http://www.indianexpress.com/news/shackled-by-sanctions-iran-sends-india-sos-for-lifesaving-drugs/1054837/
5. http://www.dailystar.com.lb/News/Middle-East/2012/Oct-21/192191-sanctions-affecting-6-million-patients-in-iran-report.ashx#axzz2HZnCUyUS
6. http://www.deliberation.info/sanctions-aganst-iran-a-form-of-genocide

L'originale in 




Giorno del Ricordo 2013

I DELATORI DELLA MISSIONE ALLEATA MOLINA RISULTANO TRA I MARTIRI DELLE FOIBE.

di Claudia Cernigoi

Nella Risiera di San Sabba a Trieste c’è una targa (*) che ricorda i quattro caduti della missione alleata del capitano Valentino Molina: il capitano stesso, il tenente colonnello Francesco Sante De Forti, Guido Gino Pelagalli e la signora Clementina Tosi vedova Pagani, uccisi dai nazisti il 21/9/44. I dati storici finora noti si basano su quanto emerse nel corso del processo che vide un collaboratore di Molina, il radiotelegrafista Enzo Barzellato, accusato di avere tradito il suo capo: egli avrebbe iniziato a collaborare coi tedeschi non appena giunto a Trieste, ma dal processo appare anche che le leggerezze di Molina in materia di sicurezza sarebbero state molte 1.
Presso l’archivio storico dello Stato maggiore dell’esercito (AUSSME) si trovano alcuni documenti dai quali si può però ricostruire in modo più dettagliato la tragica vicenda.
Secondo gli storici, Molina era sbarcato in Istria nel gennaio 1944 assieme al radiotelegrafista Barzellato; la sua missione (nome in codice Fair II ) è una delle 37 organizzate dalla Rete Nemo (una struttura organizzata dal Servizio informazioni militari, SIM, del Regno del Sud in collaborazione con i servizi britannici) per creare contatti tra la resistenza dell’Italia occupata ed il governo legittimo 2.
Il 2/5/45 si presentò agli uffici del FSS 3 di Trieste il maresciallo Nicola Mallardi, che dichiarò di avere fatto parte di una struttura di spionaggio nazista, il Gruppo Baldo; Mallardi ritornò il 16 successivo dicendo che gli Jugoslavi avevano arrestato alcuni membri di questa struttura, ed egli evidentemente voleva mettersi al sicuro presentandosi ai britannici 4.
Del Gruppo Baldo si legge5 che era stato organizzato dal Kommando 150 (nome in codice Erika) dell’Abwehr 6; che il primo comandante fu il capitano Paimann (nome in codice Pitter) sostituito successivamente dal sottotenente Buddenbrock (Busoni), anche se, a leggere un rapporto dei servizi britannici (datato 10/5/45 e tradotto per il SIM 7), i due erano gli ufficiali di collegamento tra Baldo ed il comando tedesco: il sottotenente Willy Buddenbrook sostituì Paimann che si era recato a Rovereto in febbraio. La sede di Erika si trovava in via Nizza 6, ma altre sedi dei servizi informativi germanici si trovavano in via Nizza 21 e via Nizza 14. Tali sedi furono “visitate” dal FSS prima che arrivassero gli Jugoslavi, ed in tal modo furono recuperati “importanti documenti”; Busoni ed altri lasciarono Trieste il 28/4/45.
Dallo stesso rapporto ricaviamo le sedi del comando del Gruppo Baldo: dapprima in via degli Squadristi 2, poi in via San Nicolò 10 ed in via Cassa di Risparmio 6, per finire in viale XX Settembre 16; il nome di copertura era “Ufficio Studio Razziale” e l’ufficio era intestato al cognome Vaccari (va qui annotato che nella Guida generale del 1942 in via San Nicolò 10 risultava una “Bianca Vaccari, camiceria”).
Gurrey spiega che lo scopo di questa struttura era di installare una rete di cellule in Istria e di infiltrare elementi nelle formazioni partigiane del retroterra triestino; ma anche il reclutamento di agenti stay behind, cioè di resistenza oltre le linee. Gli agenti di Erika convinsero un ufficiale del Regio esercito a mettere a disposizione una rete di agenti (da lui già gestiti nella regione prima della resa dell’Italia), che furono appunto strutturati nel Gruppo Baldo. Essi furono inviati a Firenze tra aprile e maggio 1944, al comando FAK 8, per l’addestramento e nel settembre successivo, 44 di questi agenti furono piazzati non solo in Istria e nella Slovenia del nord, ma anche ad Ancona, Venezia, Treviso e Ravenna. Gurrey segnala i nominativi di alcuni di questi agenti: Miceli Ireneo ad Ancona, Italico a Venezia, Furlani Ignazio a Treviso e Mangia Marte a Ravenna.
Tornando al rapporto britannico leggiamo che il Gruppo Baldo era “un’organizzazione designata a rimare sul posto (in tedesco Hernetz)”, cioè finalizzata allo stay behind; lo scopo era la “lotta contro i partigiani”, la zona d’operatività la “provincia di Lubiana e regioni orientali (italiane) confinanti con la Jugoslavia”; e troviamo anche i nomi completi degli agenti ed altri dati su di loro.
Ricordiamo che questo rapporto è datato 10 maggio, quindi le informazioni erano in possesso dei servizi britannici già da prima della deposizione di Mallardi, che fu resa il 16. Dai due documenti abbiamo tratto i dati che ora riportiamo sul Gruppo Baldo.
La centrale di Trieste era diretta dal capitano Bruno Carmeli (dottor Stefano), alle dipendenze del comando Erika ed aveva sede nella sua abitazione privata in via Nizza 6; il vice capo era il dottor Cesare, cioè Carlo Colognetti (questo cognome non esiste a Trieste, quindi supponiamo trattarsi di Carlo Colognatti, giornalista e successivamente parlamentare del MSI), descritto nel rapporto come “non filo-fascista ma filo-tedesco”; capo-maglia della rete era Francesco Ciollaro (ingegner Fiocco), radiotelegrafista, al momento riparato presso Verona; Remo Lombroni (Ludovico Renoldi), informatore di Mallardi; ed ancora Renato Cortese (Fazio), Giulio Ciollaro (Secondo), Andrea Francescutti (Franco Andretti).
Mallardi era stato capo della sezione di Udine, poi sostituito da Alfredo Germani (Gennaro Alfonso, che, interrogato dal FSS avrebbe ammesso di avere fatto parte del gruppo destinato a rimanere a Trieste dopo l’arrivo degli Alleati, ma di non avere svolto alcuna attività; di lui parleremo più avanti), sezione che comprendeva anche Federico Ceschia (Celso Feresin), arrestato (ma viene detto da chi, né in che data). A Fiume il capo era Silvio Saccucci (Fiore), che precedentemente abitava a Trieste in via Revoltella e qui si può collegare quanto riferito da Mallardi nel suo interrogatorio a proposito di un agente noto come Trani, ma del quale non conosceva il nome, abitante in via Revoltella, zoppo, che aveva fatto catturare un inviato inglese in una località fuori Trieste. Saccucci a Fiume era coadiuvato da Salvatore Latriglia (Lauro); a Lubiana c’erano l’ex segretario comunale di Umago Facchini, il soldato Fragiacomo ed un Ferencich (Francone); infine a Pisino un Ghersetti amico di Ferencich.
Ed ancora: a Treviso Redento Furlani (Ignazio); ad Ancona il “sedicente dottore in medicina Miceli” Ireneo, napoletano; Italo Famea Italico, al Lido di Venezia; Rodolfo Mangia Martedì, a Rimini.
Vengono segnalati anche degli informatori locali: Ermanno Callegaris (Terenzio), i fratelli Mamolo (uno era un avvocato) e Pierino Madaro 9 a Trieste; Luciano Clementi a Fiume.
I marescialli Mallardi e Saccucci della Sezione statistica dell’esercito ed il carabiniere Andrea Franceschini, ad essa collegato, erano stati interrogati dopo l’armistizio dal capitano Peterson del controspionaggio germanico e minacciati di internamento. Secondo il rapporto, “accettarono di collaborare” con il servizio, con l’intenzione “di penetrarne l’organizzazione a vantaggio degli Alleati”. Il vantaggio che ebbero gli Alleati da questa collaborazione lo valuteremo tra un po’.
Torniamo alla storia della missione Molina. Il capitano Molina, che aveva prestato servizio presso la Sezione statistica e pertanto conosceva bene Mallardi e Saccucci, secondo Mallardi sarebbe giunto a Trieste nel novembre 1943 (altrove si parla di uno sbarco effettuato in Istria nel gennaio 1944, e qui abbiamo una discrepanza non chiarita), prendendo casa con il proprio nome e riprendendo i contatti con gli ex subordinati, di cui si fidava. Mallardi dichiarò di avere avvertito Molina di diffidare di Renato Cortese e di Francesco Ciollaro, e di essersi fatto trasferire come dattilografo a Trieste lasciando il comando del centro di Udine, su indicazione del suo ex superiore.
Nel marzo 1944 Ciollaro avrebbe detto a Mallardi di nutrire dei sospetti su Molina, per il fatto che questi dichiarava di vivere con uno stipendio di “sole” 2.000 lire mensili, fatto che non lo convinceva. Successivamente il fratello di Ciollaro, che era stato internato in Germania, fu rimpatriato per intercessione del capitano Paimann ed inserito nel Gruppo Baldo.
Molina aveva insediato nella zona di Palmanova un proprio agente, Gino Pelagalli; in seguito Mallardi lo avrebbe informato di una conferenza tenutasi a Treviso all’inizio di aprile 1944, con la partecipazione del maresciallo Graziani, e di una segnalazione giunta al Gruppo Baldo relativa all’attività di Pelagalli, invitandoli a stare attenti.
Mallardi ebbe spesso abboccamenti con Molina, presi mediante “telefonate convenzionali” per incontri in locali pubblici; a luglio, non avendo più notizie del capitano cercò di informarsi, ma fu Francesco Ciollaro a riferirgli che Molina era stato arrestato dai tedeschi, che gli avevano trovato molta documentazione compromettente in casa (tra cui una trasmissione relativamente ad un bombardamento alleato su Treviso), e dati i particolari a conoscenza di Ciollaro, Mallardi affermò di ritenere che il suo interlocutore non fosse estraneo all’arresto del capitano Molina.
Altre informazioni giunsero a Mallardi dal “carabiniere Burzachechi del centro CS di Trieste” (qui annotiamo che Giovanni Burzachechi risulta essere entrato nei ranghi delle SS ancora prima dello scioglimento dell’Arma dei Carabinieri, avvenuto su ordine del Reich il 25/7/44), che gli riferì anche dell’arresto di Pelagalli. Sarebbe stato sempre Burzachechi a comunicargli della fucilazione di Molina e Pelagalli, ma ne era già stato informato da Franceschini, che l’aveva appreso dal capo gruppo Carmeli. Successivamente anche Ciollaro avrebbe riferito il fatto a Mallardi “e mi apparve contento”, perché attribuiva a Molina i morti del bombardamento alleato su Treviso.
Infine Mallardi affermò che Saccucci gli avrebbe detto che l’arresto di Molina era dovuto al tradimento del suo radiotelegrafista “Bartolozzi (grafia incerta)”: evidentemente Barzellato.
Abbiamo visto prima che Mallardi si era presentato al FSS perché alcuni agenti del Gruppo Baldo erano stati arrestati dalle autorità jugoslave, ed in effetti da controlli incrociati da noi in precedenza fatti 10 risulta che il 15 maggio (cioè il giorno prima della deposizione di Mallardi) erano stati arrestati Alfredo Germani e Remo Lombroni; Ermanno Callegaris era stato arrestato il 14, mentre Burzachechi fu arrestato già il 2 maggio.
Germani, Lombroni, Callegaris e Burzachechi compaiono nell’elenco degli arrestati dall’Ozna e poi incarcerati a Lubiana: morto in prigionia Callegaris (del quale in un processo celebrato a Trieste nel dopoguerra viene ricordata l’attività di collaboratore con le SS); “fatti uscire” dal carcere (e non si sa se condannati a morte o trasferiti altrove) il 23/12/45 Germani, il 6/1/46 Lombroni e Burzachechi, dei quali non si seppe altro. Rientrano dunque questi quattro nel novero di coloro che vengono comunemente considerati “infoibati” dagli Jugoslavi, e che le Autorità italiane nel Giorno del Ricordo del 10 febbraio indiscriminatamente commemorano ed a cui rendono onori civili e militari, solo due settimane dopo avere reso onore, nella Risiera di San Sabba, alla missione alleata del capitano Molina, fucilato dai nazifascisti per essere stato tradito da militari italiani che non avevano mantenuto il giuramento fatto alla propria Patria, ma avevano accettato di collaborare con gli occupatori, mandando a morire i propri ex commilitoni e compatrioti.

febbraio 2013


NOTE:
1) Roberto Spazzali, “l’Italia chiamò”, LEG 2003, p. 193-195. 
2) L’elenco delle missioni e degli agenti si trova in AUSSME b. 50 n. n. 46409 (ufficiali), 46407 (sottufficiali), 46408 (truppa). 
3) Field Security Section, sezione dell’Intelligence Service britannico assegnato alle unità campali con compiti di sicurezza e controspionaggio. 
4) AUSSME b. 149, n. 124583 
5) Donald Gurrey, “La guerra segreta nell’Italia liberata”, LEG 2004, p. 127, 137, 174, 230. 
6) L’Abwehr era il reparto informazioni e controspionaggio della Wehrmacht. 
7) AUSSME b. 149, n. 124587-124591. 
8) Frontaufklärungskommando, “commando” esplorante di prima linea. 
9) Un Pietro Madaro risulta essere stato nei ranghi dell’Ispettorato Speciale di PS per la Venezia Giulia.
10) Si vedano C. Cernigoi, “Operazione foibe a Trieste”, Kappavu 1997, e “Operazione foibe tra storia e mito”, Kappavu 2005. 




Giorno del Ricordo, iniziative a Bari e Firenze

1) Bari 6/2: La questione delle foibe
2) Firenze 8/2: Foibe, Giornata del ricordo: operazione di regime


=== 1: BARI ===

http://www.diecifebbraio.info/2013/01/bari-622013-la-questione-delle-foibe/

BARI, MERCOLEDÌ 6 FEBBRAIO

Palazzo Ateneo, Facoltà di Lettere

Aula IV, ore 11.00

 

La questione delle foibe

 

INTERVENGONO:

Student* In Lotta

 

Marco Delle Rose, CNR, autore di “Revisione storiografica e uso politico della questione delle foibe” (*)

 

Andrea Catone (associazione MarxXXI)

 

***

Aula V, ore 16.30

 

I crimini fascisti nei Balcani

proiezione del documentario “Fascist Legacy” (Regia Ken Kirby, BBC, 1989

 

________________________________________________________________

Organizza: collettivo Student* In Lotta (con la collaborazione del centro di documentazione c/o MARX XXI, Bari)

(*) Relazione esposta all’incontro pubblico promosso dall’ANPI “Il Giorno del Ricordo per la pace tra i popoli”, Lecce, 10 febbraio 2011. Ricerca presentata nella sessione “La Geografia e la Geologia Militare: una nuova prospettiva per gli studi storico-militari” di Geoitalia 2011, Torino, 22 settembre 2011, ora in: http://www.marx21.it/storia-teoria-e-scienza/storia/984-revisione-storiografica-e-uso-politico-della-questione-delle-foibe.html oppure http://www.diecifebbraio.info/2012/02/revisione-storiografica-e-uso-politico-della-questione-delle-foibe/ .


Per contatti: marx21bari @ libero.it


=== 2: FIRENZE ===

http://www.diecifebbraio.info/2013/01/firenze-822013-foibe-giornata-del-ricordo-operazione-di-regime/

venerdì 8 febbraio 2013
ore 21:30, presso l’Archivio ’68, in via Orsini 44 a Firenze

FOIBE, GIORNATA DEL RICORDO: OPERAZIONE DI REGIME

Dibattito con lo storico SANDI VOLK

La propaganda mistificatoria intorno alle foibe è sempre stata oggetto dei fascisti fin dai tempi della repubblica di Salò, sia per screditare i partigiani e la Resistenza, sia per nascondere le efferatezze commesse dai fascisti italiani oltre il nostro confine orientale durante il ventennio fascista e i veri e propri massacri lì compiuti durante la seconda guerra mondiale. La propaganda prosegue con MSI ed epigoni fino a trovare una legittimazione con l'istituzione del "giorno del ricordo" con una legge proposta dal fascista Roberto Menia, appoggiata dai revisionisti Violante e Fassino del PDS e promulgata durante il Governo Berlusconi del 2004. Violante e Fassino lo useranno come strumento di legittimazione nazionale e internazionale della svolta anticomunista della Bolognina del 1989 con lo scioglimento del PCI.
Nel 2007 la questione foibe viene usata con la dichiarazione "xenofoba e razzista" del Presidente della Repubblica Napolitano per affermare un indirizzo strategico che si coniuga con "la patria Italiana". Si vuol far passare l'idea che in Italia non esiste più la contrapposizione fra fascismo e antifascismo e che esiste un'Italia omogenea pronta ad essere legittimata come paese imperialista. La presenza dell'Italia negli scenari di guerra consoliderà questa impostazione.
La storiografia non prezzolata si pone in una posizione diversa sulla nascita e sugli avvenimenti riguardanti le foibe rispetto all'interpretazione fascista, revisionista e imperialista. Così anche noi ci poniamo in una posizione diversa rispetto al "giorno del ricordo" dimostrando che in Italia la partita fra i costruttori di un regime autoritario e chi gli si oppone è ancora aperta e trasformeremo quel giorno in una mobilitazione contro il "giorno della menzogna".


CAAT (Coordinamento Antifascista Antirazzista Toscano)

la locandina in formato PDF: http://www.diecifebbraio.info/wp-content/uploads/2013/01/firenze080213.pdf


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