Informazione
Venerdi 10 Febbraio ore 21:00
Sala polivalente Cinema Boiardo
Via 25 Aprile n.3
Scandiano (R.E.)
Iniziativa Pubblica
"Fascismo, Foibe ed Esodo"
Visione del Video
Fascist Legacy
A cui seguirà il Dibattito con:
Sandi Volk
Ricercatore Storico
Roberto Chiarini
Docente di Storia Contemporanea all'Università di Milano
Coordina
Massimo Storchi (Istoreco)
Iniziativa Organizzata da:
Amministrazioni Comunali di Scandiano e Casalgrande
Assessorati alla Cultura di Scandiano e Casalgrande
ED "ESULI" GERMANOFONI
( AUF DEUTSCH: Zangenbewegung (13.04.2005)
Deutsch-italienische Kooperation der ,,Vertriebenen"
http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/52462
IN ENGLISH: Pincer Movement (13.04.2005)
The German-Italian collaboration of "exiles"
http://www.german-foreign-policy.com/en/fulltext/52460 )
MANOVRA A TENAGLIA
La collaborazione italo-germanica degli "esuli"
su german-foreign-policy.com - 13 aprile 2005
TRIESTE/BERLIN (nostro servizio) - La "Lega degli esuli" tedesca (BdV) ha annunciato
la propria cooperazione con le organizzazioni degli esuli italiani. Il governo italiano,
a Roma, ha dichiarato una giornata di commemorazione degli esuli (il cosiddetto
Giorno del Ricordo, 10 febbraio, ndt), i quali, in seguito alla Seconda Guerra Mondiale,
dovettero trasferirsi in Italia dal territorio jugoslavo. Erika Steinbach, presidente del
BdV, è stata ospite d'onore alla prima giornata di commemorazione. Gli esuli
stanno attualmente negoziando con le autorità italiane sulla questione dei
compensi economici di quelle che un tempo erano le loro proprietà in quelle che
sono oggi la Slovenia e la Croazia. Le loro chances sono notevoli, visto che quasi tutti
i partiti italiani sono favorevoli alle loro rivendicazioni. La cooperazione tedesco-
italiana degli "esuli" sta ponendo sotto pressione diplomatica gli Stati ex-jugoslavi
e rafforza le forze revisioniste anche a livello europeo.
Con una legge entrata in vigore il 30 marzo 2004, Roma ha dichiarato il 10
Febbraio giornata nazionale di commemorazione degli "esuli". (1) La data si richiama
al trattato di pace di Parigi, firmato il 10 febbraio 1947, quando l'Italia si impegnò
a lasciare la penisola istriana e parti della Dalmazia alla Jugoslavia. Ebbe luogo
un trasferimento di popolazione, che interessò i collaborazionisti delle potenze
occupatrici sconfitte, analogamente a quanto accadde negli ex territori tedeschi
orientali (Sudeti, Slesia, Pomerania, Prussia - ndt). Una parte della popolazione
jugoslava di lingua italiana aveva appoggiato le politiche di occupazione delle
potenze dell'Asse, commettendo massacri ai danni dei compatrioti jugoslavi durante
la Seconda Guerra Mondiale. I trasferimenti di popolazione furono accompagnati
da numerosi atti di illegalità e vendetta.
Consacrazione nazionale
Con la proclamazione della giornata commemorativa, ed attraverso la esagerazione
di singoli attacchi allo scopo di creare una mitologia, a livello nazionale, basata
sul vittimismo, la politica estera di Roma punta al trattato di pace
internazionalmente riconosciuto, per infondere dubbi sulla sua obiettività. Gli italiani,
in questa maniera, seguono l'esempio tedesco. Le organizzazioni degli esuli dei
territori tedeschi orientali hanno insistito per anni acché Berlino facesse del 5 Agosto
una giornata nazionale di commemorazione. Come per gli italiani, questa data è
stata scelta allo scopo di mettere, in questo caso, un'ipoteca sul Trattato di
Potsdam, firmato il 2 agosto 1945. In questo trattato, la coalizione anti-hitleriana
si accordava sul trasferimento di popolazioni, nel timore di un risorgere delle
attività sovversive da parte delle minoranze di lingua tedesca negli Stati dell'Europa
dell'Est e del Sudest. (2) Una "Carta degli esuli tedeschi", resa pubblica il 5 agosto
1950, esprime contrarietà alla applicazione del trattato. Secondo il BdV, questa data
deve essere consacrata a livello nazionale.
La Nostra Gente
La celebrazione centrale della prima Giornata del Ricordo, alla quale la presidentessa
del BdV ha trasmesso un messaggio di saluto, si è tenuta a Trieste alla presenza
del Ministro degli Esteri italiano Gianfranco Fini. Il parlamento di Roma ha rispettato
un minuto di silenzio per gli esuli, ed il presidente Carlo Azeglio Ciampi ha deposto
una corona di fiori. Come sottolinea il BdV, questo grande appuntamento in Italia è
stato sostenuto da tutti i partiti italiani: "persino quelli che, per decenni, avevano
espresso una opinione diversa, hanno messo stavolta in primo piano la
commemorazione delle vittime, la violazione dei diritti umani, e non più il
loro orientamento politico". (3)
La BdV si riferisce qui alla campagna storiografica che ha avuto luogo in Italia negli
ultimi anni, con la partecipazione dei vari media italiani, per creare consenso attorno
alla revisione del complesso degli sviluppi post-Guerra Fredda e degli
accordi internazionali. Le reti televisive pubbliche (RAI) trasmettono un serial sulla
vicenda degli esuli (il riferimento è a "Il cuore nel pozzo", ndt). Il programma è
stato preparato giusto in tempo per il Giorno del Ricordo, ed ha catturato l'attenzione
di circa 10 milioni di telespettatori italiani. In base alla trama, l'avanzata verso
Trst (Trieste) dei partigiani jugoslavi e le misure militari prese contro i
collaborazionisti italiani in Istria si sono trasformate in una questione da
dramma nazionale. Persino quotidiani seri, quale il Corriere della Sera, hanno dato
ampio risalto negli ultimi anni ad articoli sui cittadini italiani di origine italiana - ,,la
nostra gente".
Allineamento
I partiti italiani di opposizione, compresi gli ex comunisti ed i socialdemocratici,
hanno sostanzialmente appoggiato questa riscrittura della storia (4),
sostenendo l'offensiva revisionista delle leadership italiane ed in questa maniera
aiutando gli "esuli" a conquistare l'opinione pubblica. Persino le manovre di politica
estera del governo, tese a rinegoziare con la Croazia i compensi per gli "esuli",
vengono accettate senza alcun vero dissenso dalla opposizione "di sinistra".
I beni
In seguito al recentissimo incontro (aprile 2005, ndt) del Ministro degli Esteri italiano con
il suo omologo croato, Hido Biscevic, per discutere dei "beni degli esuli italiani",
le organizzazioni revisioniste hanno intensificato, con un ultimatum, la loro pressione
sul governo di Roma. (5) Secondo una dichiarazione della ,,Federazione delle
associazioni degli esuli", bisogna mettere la parola fine ai negoziati infruttuosi. Gli
Stati successori della Jugoslavia devono avere ben chiaro in mente che non
possono sfuggire alle richieste di restituzione. Con ciò, Croazia e Slovenia si trovano
prese in trappola in una manovra a tenaglia delle politiche estere italiana e tedesca.
Gli uffici governativi a Berlino e le associazioni degli "esuli" austriaci chiedono
la rinegoziazione di quanto pretendono di poter rivendicare.
Europea
La BdV ha reso noto a Berlino che intende cooperare con gli esuli italiani, "soprattutto
in vista della costituzione di un 'Centro contro le espulsioni'." (6) Erika
Steinbach, presidente della BdV, ha anche annunciato il suo sostegno ad una
iniziativa della "Unione degli Istriani" per una "Giornata europea del ricordo di tutte
le vittime delle espulsioni".
1) Legge 30 marzo 2004, n.92
2) Vedasi anche: Only Half of the Guilt
http://www.german-foreign-policy.com/goto.php?path=./news/article/1110668400.php
e Disputing Yalta
http://www.german-foreign-policy.com/goto.php?path=./news/article/1109026801.php
3) Italien gedenkt der Opfer von Triest, Deutscher Ostdienst 3/2005
4) Foibe: Ciampi: ,,Tragedia nella memoria di tutti"; Corriere della Sera 09.02.2004
5) Ultimatum della Federazione al Governo; www.unioneistriani.it 19.03.2005
6) Italien gedenkt der Opfer von Triest, Deutscher Ostdienst 3/2005
© Informationen zur Deutschen Außenpolitik
Subject: [icdsm-italia] BLOCCATO ANCHE IL CONTO AUSTRIACO DELL'ICDSM
(deutsch / italiano)
BLOCCATO ANCHE IL CONTO AUSTRIACO DELL'ICDSM
Riceviamo e giriamo questo grave comunicato pervenutoci dalla Sezione
Austriaca dell'ICDSM.
Esso ci informa che, dopo la chiusura successiva dei vari conti
aperti in Germania, ed adducendo di nuovo a pretesto le disposizioni
EU (EG) Nr. 2488/2000 e 1205/2001 sul blocco di tutti i beni di
Milosevic e del suo entourage, anche il conto recentemente aperto in
Austria è stato bloccato - e stavolta direttamente dalla banca (BANK
AUSTRIA) e senza nemmeno un provvedimento delle autorità dello Stato!
Per di più, i soldi sono stati "congelati" e dunque non solo fruibili
nemmeno dagli intestatari del conto: una vera guerra mossa
dall'imprenditore privato (la banca) contro il proprio cliente, insomma.
Si vuole in questa maniera acuire la condizione di isolamento di
Milosevic ed impedirgli di disporre dei mezzi per organizzare la
propria autodifesa. La quale, nonostante tutto, continua a mettere in
grave imbarazzo le autorità europee e NATO che hanno voluto,
organizzato e messo in pratica il sanguinoso squartamento della
Repubblica Federativa Socialista di Jugoslavia.
I compagni austriaci ci invitano a protestare tutti rumorosamente
contro questo comportamento illegale ed antidemocratico, inviando
messaggi a:
Rechtsabteilung Bank Austria
Rene.prohaska@...
Tel: 0043 050505 59121
Fax: 0043 050505 53682
L'ICDSM internazionale ha immediatamente attivato un nuovo conto
bancario sul quale far transitare le donazioni internazionali per la
difesa di Milosevic:
COMITE INTERSOL, Amsterdam (1e Hugo de Grootstraat 11-3,1052 KK
Amsterdam), Postbank N.V., BIC/Swiftcode: PSTBNL21, IBAN: NL07 PSTB
0004766774, Betreff: Prozeßkostenhilfe
Ricordiamo che, per l'Italia, il collettore delle sottoscrizioni è il
conto:
Conto Corrente Postale numero 86557006
intestato ad Adolfo Amoroso, ROMA
causale: DIFESA MILOSEVIC
(a cura di ICDSM-Italia)
---
Spendengelder zur Verteidigung von Milosevic blockiert
Nachdem die Jugoslawisch-Österreichische Solidaritätsbewegung (JÖSB),
entgegen der Aufforderung der Bank Austria, den Spendenaufruf für die
Verteidigung von Slobodan Milosevic nicht zurückgenommen hat,
kündigte letztere das Konto.
Der politische Skandal besteht aber darin, dass die darauf
befindlichen Spendengelder in Höhe von rund € 1.200 ohne
gerichtlichen Beschluss eingefroren wurden. Als Bedingung der
Freigabe wurde eine von der JÖSB auszufertigende Erklärung beigefügt,
in der wir uns verpflichten sollen, dass der Betrag „weder direkt
oder indirekt Herrn Milosevic und Personen seines Umfelds zur
Verfügung gestellt wird“. Dabei wird auf die EU-Verordnungen (EG) Nr.
2488/2000 sowie 1205/2001 verwiesen. Diese Verordnung wurde mit dem
an sich schon völkerrechtlich inakzeptablen Ziel erlassen, die
ehemalige jugoslawische und serbische Staatsführung für ihren
Widerstand gegen das westliche Diktat europaweit zu isolieren. Selbst
dieser neokoloniale Akt kann aber in keiner Weise das international
anerkannte Grundrecht auf Verteidigung in einem Strafverfahren berühren.
In unserem vorausgehenden Schreiben an die Bank Austria wiesen wir
darauf hin, dass es sich bei ihrer Interpretation der Verordnung um
eine politische Radikalisierung handelt, die auch noch das Grundrecht
auf gerichtliche Verteidigung einschränkt. Die Gelder sind nicht für
Milosevic als Person bestimmt, der über sie in keiner Weise verfügt,
sondern dienen ausschließlich seiner Verteidigung. Dieser Sicht der
Dinge gab auch das Darmstädter Amtsgericht Recht.
Und selbst die EU-Kommission sieht das so. Im Schreiben des
Generaldirektors der Europäischen Kommission für Auswärtige
Beziehungen vom 15.12.2003 an Herrn Dr. G.W. Becher im deutschen
Bundesministerium für Wirtschaft und Arbeit wird festgestellt:
„Dagegen stellt das Ansammeln von Geldmitteln auf einem Konto, zu dem
Herr Milosevic keinen Zugang hat, sondern das ausdrücklich als für
seine gesetzliche Verteidigung bestimmt ist, als solches keine
Verletzung dieser Bestimmung dar.“
Das Ziel der Haager Siegerjustiz ist klar: Stellvertretend für
Jugoslawien und Serbien soll dort Milosevic die Schuld am Krieg
zugeschrieben und die NATO-Staaten freigesprochen werden. Widerstand
gegen die Herrschaftspläne des Westens und besonders der USA sind zu
bestrafen. Da sie aber selbst nach einem halben Jahrzehnt noch nicht
am Ziel sind, versuchen sie Milosevic mit allen Mitteln sein Recht
auf Selbstverteidigung zu nehmen.
Die plausibelste Erklärung dafür, dass die Bank Austria selbst einen
so geringen Geldbetrag einfrieren will ist, dass vom Haager Tribunal
und den Eliten, die es installierten, Druck ausgeübt wird, um die
unerwünschte Verteidigung Milosevics zu behindern und zu erschweren.
Das zeigt einerseits, dass die ohnehin ausgehöhlten demokratischen
Grundrechte nur für diejenigen gelten, die sich nicht gegen das
zunehmend autoritäre, an der Peripherie bisweilen sogar tyrannische
System der Herrschaft des Westens und insbesondere der USA stellen,
andererseits dass der Haager politische Schauprozess in echten
Schwierigkeiten steckt.
Die Spendensammlung für die Verteidigung von Slobodan Milosevic ist
mittlerweile auf folgendes Konto ausgewichen:
COMITE INTERSOL, Amsterdam (1e Hugo de Grootstraat 11-3,1052 KK
Amsterdam), Postbank N.V., BIC/Swiftcode: PSTBNL21, IBAN: NL07 PSTB
0004766774, Betreff: Prozeßkostenhilfe
1) Wir fordern die Bank Austria dazu auf, sich an die Regeln des
Rechtsstaates zu halten und die Spendengelder freizugeben.
2) Wir werden die Einfrierung der Spenden gerichtlich anfechten und
ausloten, wie hörig das Justizsystem Österreichs der NATO bereits ist.
3) Wir fordern all demokratisch gesinnten Menschen dazu auf, bei der
Rechtsabteilung der Bank Austria zu protestieren und uns jeweils eine
Kopie des Schreibens zukommen zu lassen.
Wilhelm Langthaler, Obmann
Rechtsabteilung Bank Austria
Rene.prohaska@...
Tel: 0043 050505 59121
Fax: 0043 050505 53682
**************************************
Jugoslawisch-Österreichische Solidaritätsbewegung
PF 217, 1040 Wien
joesb@...
http://www.vorstadtzentrum.org/joesb
**************************************
==========================
IN DIFESA DELLA JUGOSLAVIA
Il j'accuse di Slobodan Milosevic
di fronte al "Tribunale ad hoc" dell'Aia"
(Ed. Zambon 2005, 10 euro)
Tutte le informazioni sul libro, appena uscito, alle pagine:
http://www.pasti.org/autodif.html
http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/message/204
==========================
ICDSM - Sezione Italiana
c/o GAMADI, Via L. Da Vinci 27 -- 00043 Ciampino (Roma)
tel/fax +39-06-4828957 -- email: icdsm-italia @ libero.it
http://www.pasti.org/linkmilo.html
*** Conto Corrente Postale numero 86557006, intestato ad
Adolfo Amoroso, ROMA, causale: DIFESA MILOSEVIC ***
LE TRASCRIZIONI "UFFICIALI" DEL "PROCESSO" SI TROVANO AI SITI:
http://www.un.org/icty/transe54/transe54.htm (IN ENGLISH)
http://www.un.org/icty/transf54/transf54.htm (EN FRANCAIS)
Per chi come i compagni di una radio sono costretti quotidianamente
ad usare le parole come forma di comunicazione, dover parlare in una
giornata come oggi, dover trovare le parole giuste è una impresa
dolorosissima e costosa.
Vogliamo partire da alcune parole chiare: morire è sempre ingiusto,
ma volendo usare le parole di Mao Tse Tung, vogliamo dirvi che ci
sono “morti che pesano piume e morti che pesano come montagne”. Oggi
dobbiamo fare i conti con una morte – quella di Cynthia – che per noi
pesa molto più di una montagna.
Dobbiamo fare i conti con una morte che ci ha privato di una nostra
compagna storica e vitale per tutto il collettivo di Radio Città
Aperta e per i compagni della Rete dei Comunisti di cui era tra i
dirigenti e fondatori. Ma soprattutto ci ha privato improvvisamente
di una compagna che già aspettavamo di ritrovare qui con noi da un
giorno all’altro a fare le cose piccole o grandi che consentono a
questa radio di esistere, resistere e crescere da ventotto anni.
In questi giorni nei nostri comunicati abbiamo preso a prestito le
parole di Lella Costa quando dice che “le parole si comprano solo se
c’è qualcuno disposto a venderle”. In queste parole e nel rifiuto
totale di questo scenario c’è l’essenza del contributo che Cynthia in
questi ventitre anni ha dato all’informazione alternativa, libera e
indipendente. Nessuno può comprarsi la libertà d’informazione se non
c’è qualcuno disposto a venderla senza combattere per difenderla. E’
stata questa l’intuizione di Cinzietta quando in larghissimo anticipo
aveva compreso che i poteri forti stavano mettendo le mani
sull’informazione. Da questa intuizione sono nati negli anni Novanta
il Tribunale per i diritti dell’informazione, l’Associazione delle
Radio Comunitarie, quella sorta di sindacato di base dei giornalisti
come il gruppo Autonomia e Solidarietà che ha portato Cinzietta – lei
che veniva da una piccola- grande radio alternativa – fin dentro la
direzione della Federazione Nazionale della Stampa a rappresentare le
esigenze e le battaglie dei nuovi giornalisti trasformati ormai anche
loro in precari dalla competizione globale, dalla legge 30 e dalla
flessibilità.
Ma Cynthia non era solo una giornalista. Era una giornalista
militante ed una militante comunista.
Quando in centinaia ci siamo attaccati l’adesivo “Giornalista No
Embedded” non pensavamo solo di dover rivendicare il fatto che i
giornalisti non devono farsi arruolare dai signori della guerra e
dalle loro menzogne, ma volevamo riaffermare che eravamo apertamente
contro le guerre di aggressione contro altri popoli e paesi: lo siamo
stati contro l’invasione dell’Iraq ma lo siamo stati anche – ed
apertamente – contro la guerra umanitaria e le menzogne di guerra in
Jugoslavia.
Potremmo stare per ore qui davanti a rimettere insieme i pezzi e gli
episodi del percorso che abbiamo condiviso in tanti anni con Cynthia:
dai blocchi alla base missilistica di Comiso alla lotta per la casa,
dai primi movimenti degli immigrati che hanno trovato spazio e voce
nella loro lingua qui a Radio Città Aperta alle campagne contro
l’inquinamento elettromagnetico, al movimento delle donne contro
l’oscurantismo vaticano e le politiche reazionarie. Affidare uno di
questi settori di lavoro a Cynthia significava metterlo in mani
sicure e meticolose ma significava anche metterlo in mano ad una
compagna che sapeva intessere relazioni umane e politiche
straordinarie, leali e durature.
Ne abbiamo avuto la conferma in questi giorni quando siamo stati
sommersi di messaggi provenienti da ambiti diversissimi ed
estesissimi. Dobbiamo confessarvi che ne siamo rimasti travolti,
sconvolti e sorpresi anche noi. Permetteteci di dirvi che ne siamo
rimasti frastornati ma immensamente confortati in un momento in cui
ci è sembrato che tutto fosse diventato più vuoto e più buio.
Leggendo tra le righe tanti messaggi abbiamo avuto l’impressione che
tanti ci volessero dire che l’esistenza di compagne come Cynthia e di
radio come Radio Città Aperta appare come una specie di presenza
confortante non solo per chi continua a lottare ma anche per chi in
questi anni ha smesso, si è perso, si è disorientato o si è
semplicemente fermato perché gli mancano le parole o non trova più
sufficienti quelle che ha a disposizione.
Proprio per questo vogliamo sottolinearvi un criterio nell’uso delle
parole che Cynthia ha ribadito con forza a tutti coloro che rendono
concreto il progetto di Radio Città Aperta.
Cynthia ha sempre insistito affinché chi trasmette, chi interviene in
una assemblea o in una iniziativa usi sempre la categoria del “noi” e
non quello dell’io. In questa epoca di narcisisti e di individualismo
dilagante questo non è un dettaglio, è il rivelatore di un spirito,
di una mentalità e di un progetto collettivo in cui le capacità di
ognuno sono a disposizione di tutti ed in cui la responsabilità
collettiva assume le responsabilità di ognuno.
Abbiamo visto per strada dei manifesti su cui c’è scritto “comunisti
è bello”. Ecco: anche questi dettagli nell’uso della parole ci dicono
non solo che i comunisti possono essere persone belle come Cynthia ma
che di fronte alla regressione dell’umanità imposta dal modello
capitalista e che oggi è visibile anche a occhio nudo, si può essere
orgogliosamente comunisti e belli anche nel XXI° Secolo come ci manda
a dire l’esperienza di Cuba e l’avanzamento delle forze progressiste
in tutta l’America Latina.
Per questi motivi abbiamo voluto evitare che i tanti fiori che oggi
avreste voluto portare per Cynthia e che sarebbero durati qualche ora
diventassero invece fondi per un ospedale oncologico infantile a
Cardenas a Cuba o vadano ad un ospedale di un campo profughi
palestinese. In questa scelta ci sentiamo confortati dall’aver agito
in totale sintonia con lo spirito e i pensieri di Cynthia.
E forse è anche per questi dettagli che Radio Città Aperta oggi è
piena di compagne e compagni giovani e giovanissimi che avevano
trovato in Cinzietta un punto di riferimento solido, spesso
intransigente sull’uso delle parole ma capace di farti crescere, di
farti acquisire una visione alta ma concreta delle cose.
Oggi abbiamo voluto salutare tutti insieme e a pugno chiuso Cynthia
qui davanti a Radio Città Aperta a cui ha dedicato i suoi ultimi
ventitre anni di vita, insieme a tutti noi e insieme al suo compagno
Roberto.
Abbiamo voluto rendere ad una compagna di vita e di lotta politica
l’omaggio della sua e della nostra gente, di questo nostro popolo
della sinistra sempre in marcia, che qualche volta di disorienta e si
disperde ma che ha sempre saputo che è sufficiente accendere la radio
per trovare le parole giuste nei momenti giusti, una voce che anche
grazie a Cynthia non smetterà mai di remare contro i poteri forti e
la voglia di omologazione.
Noi andiamo avanti perché c’è ancora un mondo intero da conquistare a
da rendere più giusto. La nostra compagna Cynthia siamo sicuri che
camminerà leggera, a testa alta e sorridente insieme a noi
Ciao Cinzietta… che la terra ti sia lieve
Roma 19 gennaio
I compagni
(da www.contropiano.org )
Il 10 febbraio verrà celebrata la «Giornata del ricordo delle foibe e
dell’esodo degli italiani dalla Venezia Giulia e dall’Istria». Questa
iniziativa, la cui istituzionalizzazione è stata fortemente voluta
dalla destra nostalgica e nazionalista, l’anno scorso è stata
occasione per denigrare la Resistenza jugoslava e italiana,
l’antifascismo, e i comunisti, sulla base di un’operazione di
falsificazione della storia.
I promotori della giornata del 10 febbraio infatti si guardano bene
dal dire “i precedenti” di quei tragici eventi, per loro è come se
non fossero esistite le distruzioni e le stragi di decine di migliaia
di civili jugoslavi operate dall’esercito italiano agli ordini del re
e di Mussolini, la guerra di aggressione e l’occupazione della
Jugoslavia da parte dell’Italia fascista, l’”italianizzazione” voluta
e imposta dal fascismo di zone del nord-est abitate da genti anche di
lingua non italiana.
La questione delle “foibe” è stata, fin dagli anni del primo
dopoguerra, uno dei principali motivi di propaganda del Movimento
Sociale Italiano, il partito erede del fascismo, in funzione
antislava e anticomunista. Per decenni si è parlato di «migliaia di
infoibati solo perché italiani», senza che venissero portate prove
precise al riguardo.
Con l’istituzione della «Giornata del ricordo», avvenuta due anni fa,
hanno trovato un riconoscimento ufficiale questi tentativi di
riscrivere il passato, in modo strumentale, anche al fine del
raggiungimento di ben determinati obiettivi politici oggi. Si tratta,
in generale, di un disegno che, partendo dalle mistificazioni sulle
“foibe”, punta all’equiparazione dei massacratori della repubblichina
di Salò con i soldati e i partigiani che combatterono a fianco degli
alleati contro tedeschi e fascisti, per arrivare a scardinare la
Costituzione della Repubblica nata dalla Resistenza.
E’ necessario reagire a questi volgari tentativi di presentare il
passato in termini revisionistici e per fini chiaramente politici
antidemocratici.
Non si tratta di negare fatti tragici che la guerra e la politica
fasciste hanno provocato, si tratta semmai di averne una conoscenza
corretta, suffragata da fonti, ricerche ed analisi critiche rigorose.
Venerdì 10 febbraio 2006 ore 21
Sala civica di via Argonne
Via Argonne, Parma
Occupazione fascista dei Balcani e foibe
Interverrà Alessandra Kersevan dell’Istituto Storico della Resistenza
del Friuli, verranno proiettate sequenze del documentario inglese
della BBC «Fascist Legacy» (mai trasmesso dalla RAI), sarà letto un
messaggio dello storico Gaetano Arfè, già senatore di Parma.
COMITATO ANTIFASCISTA DI PARMA PER LA VERITA’ SULLA “VICENDA
FOIBE”
In Iraq, the whole world now knows, the charge of weapons of mass destruction - WMD - was a fraud and war propaganda. How many people know that the 78-day bombing of all of Yugoslavia, based on the charge of 'mass graves' in Kosovo, was also a fraud and war propaganda - a weapon of mass deception - to justify the U.S. military and corporate takeover of the entire region. Call for special deals on bulk orders of 10 or more! Call (323) 936-5467.
Get the companion books further exposing U.S. war in Yugoslavia:
LIAR'S POKER: The Great Powers, Yugoslavia
and the Wars of the Future
by Michel Collon
By magic powers? Or by a powerful method of analysis?
Liar's Poker illuminates the fundamental interests of the Great Powers and their strategic interests in controlling oil routes and key areas of the world. It offers the reader an efficient guide for understanding international policy for next 20 years. And the true long-term goals of these powers: dominating Russia and China.
Using a unique graphic technique on its large-size pages, Liar's Poker also offers a brilliant demonstration of media lies. How is organized disinformation used to manipulate public opinion and sell a war? The revelations are shocking. Liar's Poker is like a manual, showing step-by-step how to defend yourself from media manipulation in the future.
Washington and NATO strategists invoked humanitarian principles to justify their war. But they practiced the divide-and-conquer tactics used by empires since the days of Imperial Rome.
Behind the facade of concern for self-determination, they sliced away most of the republics of Yugoslavia, one by one, through economic pressure, political threats and, finally, outright warfare.
This book presents evidence gathered by dozens of nongovernmental hearings in 1999 and 2000 that NATO countries engaged in a decade-long conspiracy to foment war in Yugoslavia in order to split it up.
Now NATO has military bases all over the Balkans, Eastern Europe, the Middle East and Central Asia. They are the Roman legions for Western transnational corporations and Big Oil.
In the 40+ essays presented here, leading anti-war activists and analysts from many countries take up the Hague Tribunal, the occupation of Kosovo, media lies, war crimes and the blatant illegality of NATO aggression. Former U.S. Attorney General Ramsey Clark writes on "Blaming the victim." Former Yugoslav President Slobodan Milosevic, demonized in the Western press, stands up to the NATO tribunal based in the Hague.
NATO in the Balkans shows how sophisticated "Big Lie" war propaganda nearly silenced popular debate and opposition.
Authors former U.S. Attorney General Ramsey Clark, Sean Gervasi, Sara Flounders, Thomas Deichmann, Gary Wilson Richard Becker and Nadja Tesich will take you through the ins and the outs, the framework and media lies that led to the series of bloody conflicts that have characterized central Europe in the last years of this century.
And, here's an essential to start off the new year of struggle:
Tushita, Format: Standard Wall, Size Opened: 11.75" x 23.5" Grid Size: Small Square
Culture and art are the soul of human civilizations. Throughout history, culture and art have always been the celebration of freedom under oppression. The blooming of Palestinian culture and art under harsh and thorny conditions is a true example of the strength and defiance of the Palestinian character.
The wall calendar features 12 months each on a 2 page spread with 12 paintings from Palestinian artists. Palestinian important dates are marked on the calendar.
Resistance Art, 2007 calendar included. Size when folded 12" x 12", opened 12" x 24"
Tushita, Format: Standard Wall, Size Opened: 11.75" x 23.5" Grid Size: Small Square. The pictures shown on the left are also included in the Ché Pocket Planner featured earlier.
And yes, we're open 24 hours. So, what are you waiting for? Join the on-line activist community.
Da oggi più facile sparare al ladro che viola il proprio domicilio
L'approvazione accompagnata dalla esultanza dei leghisti
Cambia la legittima difesa
Dalla Camera sì definitivo
Castelli: "Riconosciuto il diritto di difendersi"
L'Unione Camere Penali: "Autorizza la legittima offesa"
ROMA - L'aula della Camera ha approvato in via definitiva la legge sulla legittima difesa.
Il provvedimento, fortemente voluto dalla Lega, ha avuto il sostegno di tutta la Cdl.
L'Unione ha votato contro.
La riforma varata autorizza l'uso di armi per difendere la vita e la "borsa". Nell'ipotesi
di violazione di domicilio, infatti, non sarà più punibile chi spara contro il malvivente
o lo colpisce con un coltello per difendere la propria o altrui incolumità. E non sarà
più punibile nemmeno se gli spara per difendere i (propri o altrui) beni, a due
condizioni però: che vi sia "pericolo d'aggressione" e che non vi sia "desistenza"
da parte dell'intruso. Ossia che di fronte all'intimazione del proprietario di casa,
ad esempio, invece di scappare reagisca minaccioso.
Le nuove norme sulla legittima difesa valgono non solo all'interno delle abitazioni
privata, ma anche nei negozi e in ogni luogo dove sia svolta attività commerciale
e imprenditoriale.
"Da oggi i delinquenti Devono avere qualche timore in più e le brave persone, vittime
di aggressioni, qualche problema in meno. E' stato finalmente sancito il principio per
cui un aggressore e un aggredito non sono più sullo stesso piano. E' stato riconosciuto
il diritto dell'aggredito di difendersi" dice il ministro della Giustizia, Roberto Castelli.
Ma gli avvocati non sono d'accordo: "Purtroppo è stata approvata un'altra legge
ingiusta: autorizza la 'legittima offesa' ", dice il presidente dell'Unione delle Camere
Penali Ettore Randazzo, spiegando che i penalisti hanno sempre avversato la legge
"fin dalla sua presentazione in Parlamento, perchè autorizza la 'legittima offesa' anche
nei confronti di chi non rappresenta un pericolo per la incolumità del cittadino".
Randazzo aggiunge che "il nostro sistema era al proposito molto ben maturato e
tutelava soltanto i casi in cui l'aggredito dovesse davvero difendere la sua incolumità
semprechè la difesa fosse proporzionata all'offesa ricevuta".
Il testo era stato approvato al Senato il 6 luglio scorso, ma era da tre anni che giaceva
in Parlamento. Il leghista Luciano Dussin, infatti, da primo firmatario l'aveva presentata
il 26 giugno del 2003. Oggi, l'approvazione della legge rappresenta per la Lega un
nuovo successo politico con una "legge bandiera" da utilizzare in campagna elettorale.
(24 gennaio 2006)
http://www.repubblica.it/2006/a/sezioni/politica/legdif/legdif/legdif.html
Roma, 16:30 - VITTORIO EMANUELE SAVOIA: SOSTERREMO CAMPAGNA BERLUSCONI
Vittorio Emanuele di Savoia e sua moglie Marina sosterranno la campagna elettorale di
Silvio Berlusconi. Lo affermano i due esponenti di casa Savoia, al termine dell'incontro a
Palazzo Chigi con il Presidente del Consiglio. Alla domanda se sosterranno Silvio
Berlusconi in campagna elettorale, Vittorio Emanuele di Savoia e sua moglie Marina
rispondono all'unisono: "Lo faremo sicuramente".
http://www.repubblica.it/news/ired/ultimora/rep_nazionale_n_1271490.html
Savoia Vittorio Emanuele, tessera P2 numero 1621 o 516 a seconda delle fonti.
Silvio Berlusconi, tessera P2 numero 1816.
I Savoia ringraziano quegli stupidi del centrosinistra che hanno approvato, nel 2002, una
riforma costituzionale apposita per consentire il loro rientro in Italia.
LONDON, BOSNIA (2)
vedi anche / see also:
http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/messages
London, Bosnia (1)
JUGOINFO September 18, 2005
Kristallnacht in London
JUGOINFO August 3, 2005
London: Strategy of Tension Continues
JUGOINFO July 29, 2005
Visnjica broj 501
JUGOINFO July 17, 2005
Visnjica broj 501 BIS
JUGOINFO July 22, 2005
http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/messages
===
IN ORDINE CRONOLOGICO INVERSO / IN INVERSE CHRONOLOGICAL ORDER:
===
http://www.makfax.com.mk/look/agencija/article.tpl?IdLanguage=1&IdPublication=1&NrArticle=16075&NrIssue=351&NrSection=20
MakFax (Macedonia)
January 17, 2006
London bombers with possible Bosnian connection
Banja Luka - British team of anti-terror investigators
will be heading to Sarajevo on Thursday to probe into
possible Bosnian connection of the last year's bombing
attacks on London, when 52 people died, "Nezavisne
Novine" paper reports, quoting a source from the
Bosnia-Herzegovina's Prosecution Office.
Initially, the news was made public by the Swiss
agency ISN Security Watch.
The paper's source said the British investigators
expressed interest on four British citizens of
Afro-Asian origin, who had been staying in BiH.
"It is believed the brother of one of the London
suicide bombers was among them."
BiH Prosecution Office announced it had received no
notification about British investigators coming in
Sarajevo.
"I would be the first to be aware about anybody
looking into possible connection with the London
attacks of persons who are already subject to our
investigation", Prosecutor Ahmed Helebic told
"Nezavisne Novine".
He is the head of the Bosnian team tasked to examine
suspects who were arrested in BiH under suspicion of
preparing terrorist actions.
---
http://www.slobodan-milosevic.org/news/isn011506.htm
British in Bosnia to probe 7 July terror link
ISN Security Watch - January 15, 2006
ISN SECURITY WATCH (15/01/06) A source in the Bosnian State
Prosecutor's Office has told ISN Security Watch that British
anti-terror investigators are due to arrive in the Bosnian capital,
Sarajevo, this week to investigate a Bosnian link to the 7 July
bombings of London's transport network that killed 52 people,
including the suicide bombers.
The high-ranking source said the British investigators were interested
in four British citizens of Afro-Asian origin who had been under
surveillance in Bosnia, one of which is believed to be the brother of
one of the London suicide bombers.
British anti-terror investigators are scheduled to arrive in Bosnia on
19 January, the source said.
In late October 2005, Bosnian police arrested five teenagers on
suspicion of plotting terrorist attacks on Western embassies in
Sarajevo. Only days later, police in Denmark arrested six teenagers
believed to be linked to those arrested in Bosnia.
The first two men arrested in Sarajevo were identified as Cesur
Abdulkadir and Mirsad Bektasevic, whose confiscated mobile phones and
laptop computers led to the arrest in December of three more suspects
in the Sarajevo suburb of Hadzici. One of the suspects is believed to
be the leader of a Bosnian militant cell.
According to the State Prosecutor's Office, at the same time that
Bektasevic had arrived in Sarajevo from Sweden and Abdulkadir from
Denmark, a young man of Afro-Asian origin with Danish citizenship
arrived from Denmark.
Bosnian police alerted the Danish authorities after finding the Danish
citizen's contacts in the mobile phone and laptops confiscated from
Bektasevic and Abdulkadir. The Bosnian police source said Danish
police had revealed that a raid on the suspect's parents' home in
Denmark had uncovered US$500,000 in cash, and that investigators were
still tracing the money to determine its origin.
ISN Security Watch's source in the Bosnian State Prosecutor's Office,
who spoke on condition of anonymity, said none of the suspects had yet
been indicted, but that their period of detention, which was about to
expire, would be extended as the investigation continued.
Also in late October, Bosnian authorities received information about
the arrival in the western Bosnian city of Bihac of four British
citizens of Afro-Asian origin, who were under surveillance for
suspected radical Islamic activities in Britain, though there were no
concrete suspicions.
After the first arrests were made in October, police temporarily lost
the track of the four British citizens, but traced them to Sarajevo in
December. According to the Prosecutor's Office source, the four stayed
in Sarajevo for approximately one month and then left the country.
Bosnian police currently do not know their whereabouts.
"It appeared that one of those four people was the brother of one of
the suicide bombers in the 7 July attacks on the London transport
network, the senior Bosnian official told ISN Security Watch. "That is
the reason for British officials' visit [on 19 January]," he said.
The source would not reveal the name of the suspect believed to be the
brother of one of the London suicide bombers.
A Bosnian Federation police official also told ISN Security Watch on
condition of anonymity that while the four British citizens were in
Sarajevo, they spent most of their time at the Saudi-funded King Fahd
Mosque, which is frequented by naturalized Bosnians from Arab
countries and fundamentalist Bosnian Muslims who have joined the
Wahhabi movement of strict Islam.
According to ISN Security Watch's source in the Prosecutor's Office,
the four suspects had also visited the Sarajevo suburbs of Vogosca and
Hadzici several times during their stay. The source said the
investigation had shown that Hadzici appeared to be the base for a
Bosnian, or even European, "terror cell", and that one of the three
people arrested in late November in Hadzici appeared to be their leader.
Amir Bajric, Bajro Ikanovic, and a third person whose identity has not
been revealed, were arrested in Hadzici in late November. Prosecutors
said that during the interrogation of Bajric they learned that he and
the third unidentified teenager were members of the same extremist
group as Bektasevic and Abdulkadir, who were arrested earlier in
October. Bajric, Ikanovic, and the third unidentified teenager are
suspected of having provided support and logistics for the alleged
terror cell. Bosnian police seized 16 kilograms of explosives hidden
by the unidentified 19-year-old in a forest near Hadzici.
The source from the Prosecutor's Office said investigators believed
that Ikanovic was the group's leader, saying that the other two had
referred to him as "boss" or "emir". He said Ikanovic had refused to
cooperate with investigators.
Police sources said Ikanovic, a 32-year-old Bosnian national, had no
criminal record. During the 1992-1995 Bosnian war, he fought against
Bosnian Serb forces as a member of the Al-Mujaheed Muslim unit, which
operated on its own, outside the control of the Bosnian Army. The unit
was largely comprised of Bosnian Wahhabis and fighters from Muslim
countries.
A senior official in the Bosnian Federation police told ISN Security
Watch that investigators were also following the movements of three
other people in Sarajevo, suspected of having links to the alleged
network.
"Those three people, all Bosnian citizens, never sleep in one place
for more than a couple of days. Yet, all we can do for now is follow
them because we have no grounds for tapping their phones or raiding
their apartments," the source said.
The source also said that one of the three suspects being followed had
been arrested four years ago by NATO forces in Bosnia on suspicion
that he was plotting attacks on a US military base in northern Bosnia.
A search of his home uncovered a rocket-propelled grenade launcher,
three passports, and an Islamic last will and testament.
After pressure from human rights groups, who protested over the
suspect's detention for four months without the right to contact a
lawyer and without evidence that he was plotting an attack on the US
military base, he was released. He now lives in Sarajevo and either
works at or owns a car wash in the suburb of Stup.
Bosnian police may face similar problems, as they have so far been
unable to charge any of the five suspects arrested.
"Due to the fact that both Abdulkadir and Bektasevic have refused to
cooperate with investigators and have denied that the weapons found in
their apartment were theirs and that they were planning a terror
attack, all we can do is examine the evidence from the apartment," the
source from the Prosecutor's Office said.
Some 30 kilograms of explosives, dozens of guns, a suicide bombers
vest, and a videotaped last will and testament were confiscated in
raids on three apartments being rented out by the two suspects
arrested in October.
The video tape shows the two men asking God for forgiveness for the
sacrifice they were about to make. The two suspects are also shown
making bombs, including one planted in a lemon and another planted in
a tennis ball.
Police also found face masks worn by two of the suspects in the
videotape and hair samples from those face masks believed to belong to
one of the suspects. However, Bosnian forensics teams do not have the
technical capability to analyze these samples.
The Bosnian authorities sent the videotape, a video camera, and other
evidence to the US Federal Bureau of Investigation (FBI), which
sources said were analyzing the samples.
The source said the FBI's forensic tests had shown that the video
camera was the same one used to record the confiscated video tape
containing the bombing-making evidence and the last will and
testament. The hair analysis is expected later this month. The voice
samples from the videotape could not be verified, the Bosnian police
source said.
The source also said that comparing the number of weapons found in the
apartment rented by Bektasevic and Abdulkadir with the number of
weapons seen on the videotape, it was clear that weapons and
explosives were still unaccounted for.
In the last two months, the source said, police had conducted several
anti-terror raids in forests near the town of Kakanj, in the Hadzici
suburb, and in the Bjelasnica mountain area, near Sarajevo.
"We believe that the majority of missing weapons are located in an
abandoned house in one of those three locations and that the videotape
was made there," the source said. However, so far, security forces
have been unable to uncover the location.
(By Damir Kaletovic and Anes Alic in Sarajevo)
Damir Kaletovic is a Sarajevo-based correspondent for ISN Security
Watch, and the co-host of Bosnian Federal Television's "60-Minutes"
political talk show. Anes Alic is the Southeastern Europe Regional
Editor for ISN Security Watch. He is based in Sarajevo.
Copyright 2006 ISN Security Watch
Posted for Fair Use only.
---
TERRORISMO: SLOVENIA; SEQUESTRATI 38 KG DI ESPLOSIVO
(ANSA) - ZAGABRIA, 15 NOV - La polizia slovena ha sgominato nei giorni
scorsi un'organizzazione criminale che si occupava di contrabbando di
materiale esplosivo destinato probabilmente a qualche organizzazione
terroristica, forse di base in Italia. Lo scrive oggi la stampa di
Zagabria. Giovedi' scorso, dopo un anno di intensa sorveglianza, sono
stati fermati a Rogaska Slatina, nel nord della Slovenia non lontano
dal confine croato, cinque uomini, due sloveni, due croati e un
bosniaco con residenza in Slovenia, perche' sospettati di appartenere
a un'organizzazione che si occupava di rivendita di materiale
esplosivo. Data la quantita' e la forza distruttiva dell'esplosivo
sequestrato al momento dell'arresto in un furgoncino proveniente dalla
Croazia 25 kg di pentrite e quello immagazzinato in Slovenia nel corso
di un anno di attivita' di contrabbando cinque kg di Austrogel e sette
di Goma 2 eco - la polizia solvena sospetta che il carico possa essere
stato destinato a qualche organizzazione terroristica. Il valore di
mercato dell'esplosivo ritrovato e' stato stimato a circa 22.000 euro.
A titolo di paragone Robert Mravljak, capo della squadra speciale
slovena che ha guidato l'operazione in collaborazione con le polizie
croata, bosniaca e di alcuni altri paesi, ha spiegato che per
l'attacco terroristico due anni fa a Madrid al Qaida ha usato 12 kg di
Goma. Secondo quanto riferito da Mravljak, tutti gli indizi fanno
pensare che la Slovenia non sia l'obbiettivo di un attacco
terroristico, ma piuttosto una base logistica e di transito da dove
l'esplosivo sarebbe stato poi trasfeito in qualche altro paese,
probabilmete in Italia. Tutti i fermati si sono per ora avvalsi del
diritto di non rispondere e rischiano da uno a dieci anni di carcere.
(ANSA). COR
15/11/2005 15:24
---
http://www.setimes.com/cocoon/setimes/xhtml/en_GB/newssummary/#setimes/newsbrief\
s/2005/11/07/nb-04
Southeast European Times (US Defense Department-linked)
November 7, 2005
Terror network linked to BiH reportedly targeted Washington landmarks
LONDON, Britain - A terrorist network stretching from
the United States to Britain and to Bosnia and
Herzegovina (BiH) may have planned bomb attacks on
Washington landmarks including the White House or
Capitol Hill, international media reported Saturday (5
November).
Investigators found evidence of the plot when they
arrested three suspected Islamic militants in London.
The terror network's main recruiter initially operated
out of Sweden before moving to BiH.
In other news, Spain has agreed to extradite to
Algeria two suspects wanted there on terrorism
charges.
One of them, identified as Abdelkrim Hammad, was
trained to make bombs in Al-Qaeda camps in Afghanistan
and fought in BiH and Kosovo in the 1990s. (AFP, AFP,
Newsweek - 05/11/05)
---
http://www.slobodan-milosevic.org/news/dfasa071805.htm
FRENCH INTELLIGENCE SAYS BOMBS USED IN LONDON TERROR ATTACKS WERE FROM
KOSOVO
Defense & Foreign Affairs Special Analysis - July 23, 2005
French UCLAT Chief Notes Balkan Link to London Bombings
Defense & Foreign Affairs Special Analysis - July 18, 2005 Monday
Analysis. By Valentine Spyroglou, GIS. Christope Chaboud, the new
commandant of the anti-terrorist unit of France (UCLAT: l'unite de
coordination de la lutte anti-terroriste ], a unit of the French
criminal police, Police Judiciaire (PJ) which specializes in the fight
against terrorism, said on July 13, 2005, that the explosives used in
the London terrorist bombings on July 7, 2005, were of military
derivation and had come to the UK from Kosovo.
GIS/Defense & Foreign Affairs had already known that the bombs used
were based on former Yugoslav National Army (JNA) stocks of Semtex
plastic explosive, and that subsequent to the London bombings, UK
security officials flew to Belgrade to discuss the matter with
Serbia-Montenegro security officials. GIS sources had said that the
Semtex had originated from the Bosnian jihadist support network,
although it is important to stress that the
Bosnia-Kosovo-Albania-Raska (Southern Serbia) jihadist net functions
as a single operational zone.
See:
Defense & Foreign Affairs Special Analysis, July 8, 2005: London
Bombings: Initial Observations .
Defense & Foreign Affairs Special Analysis, July 11, 2005: Additional
Evidence of Support for Terrorists, Violations of Arms Trafficking
Laws by New Bosnian Ambassador to US .
Defense & Foreign Affairs Special Analysis, July 13, 2005: Despite
Firm Linkages to 9/11, Madrid, and London Attacks, Bosnian Jihadist
Networks Remain "Out of Bounds" .
Sources within the Greek security agencies -- which have extremely
good access in the Balkans and are very activated in the region --
after the London bombings told GIS/Defense & Foreign Affairs that "for
years" they had given information to their allies for the activity and
the danger derived by the Islamists in Bosnia and Kosovo and Albania;
although there is no reciprocation on their part (ie: the allies do
not respond by providing intelligence on the jihadists to the Greek
security agencies). Furthermore, the Greek security sources stated
that "a month ago and after information derived from the Greek
agencies and the Greek military force in KFOR, CIA and MI-6
disarticulated three cells of al-Qaida in their common operation held
in Kosovo. They had also found contemporary armament and military
plastic explosives. A comparison was held between the oddments of the
explosives in London, and the explosives found in Kosovo one month
[earlier]." For the results, the agency simply told GIS that they only
needed to be asked.
By way of background: on July 27, 2000, beginning at 05:30 hrs, a
common operation was held in Greece by the Greek agencies and the US
Army under the code name Fuente . The Greek patrol of the Special
Forces, discovered, based on information which directed them to the
site, a clandestine cache with many armaments and explosives on
Kourkoulitsa mountain, in the Greek Peleponnese, near the village
Nepodible (as transliterated). Among other things, there were sniper
weapons, and manportable rockets of contemporary technology. Also,
there were found electronic devices which could simultaneously
detonate remote-controlled explosive devices in different locations
from a distance of many kilometres.
The US Forces had kept the remote control devices and the explosives
for further investigation.
The Greek officers continued independent research, and they concluded
that these derived from a country in the Middle East, which had
supplied them to Islamists via the Albanian network of UCK (KLA:
Kosovo Liberation Army). The Greek Force has arrested three times
fundamentalists in Kosovo, and has handed them over to the US.
The Greek agencies focus in the area of Sanzak (Raska) in southern
Serbia and northern Montenegro, and they consider that there are
located important cells of fundamentalists which had planned strikes
against Europe. Since 1996, jihadist terrorists from
Bosnia-Herzegovina have been located in Sanzak. The Greek agencies
have information that many terrorist attacks against the Caucasus and
Europe derive from there, and it operates as a directorate of al-Qaida .
At the same time, and while the memorial events were taking place for
the victims of Srebrenica, former US Assistant Secretary of State
Richard Holbrook stated that the Orthodox Serbian Church was hiding
the Bosnian Serb fugitives Radovan Karadzic and Gen. Ratko Mladic. On
July 8, 2005, the NATO forces in Bosnia arrested the son of former
Pres. Karadzic, Aleksandar "Sasa" Karadzic, in order to put pressure
on the former President for his arrest.
Another important issue emerging are the charges against Greek
citizens for alleged involvement in the alleged massacres in
Srebrenica. This issue remains secret within the International
Criminal Tribunal for the former Yugoslavia (ICTY) and the Greek
Government at this point, although the (ICTY) sent a confidential
report in the Greek Government at the beginning of July 2005 on the
possible role of Greek volunteers who fought in Srebrenica.
See:
Defense & Foreign Affairs Special Analysis, June 17, 2005: Srebrenica
and the Politics of War Crimes .
Defense & Foreign Affairs Special Analysis, July 13, 2005: Researchers
and Former UN Officials Challenge Portrayal of Events at Srebrenica.
Copyright 2005 Defense & Foreign Affairs/International Strategic
Studies Association
Reprinted with Permission.
---
http://www.adnki.com/index_2Level.php?cat=Terrorism&loid=8.0.187273061&par=0
LONDON BOMBS: SERB MEDIA LINK EXPLOSIVES TO BALKANS
Belgrade, 14 July (AKI) - As British police investigating last week's
London bombings search for the one man who is believed to have
assembled all four devices, Serb media are speculating that the type
of explosive used in the attacks may have originated in the Balkans.
According to Belgrade daily, Blic, only four countries in the world
produce or have produced the type of high-grade military plastic
explosives believed to have been used in the Thursday, 7 July,
attacks, and that the type produced in the fomer Yugoslavia was of the
"best quality."
The Yugoslav explosive was even better than another type also
mentioned in connection with the attacks, the American-made C4, the
former head of Belgrade's Military-Technical Institute, Milovan
Azbejkovic told Blic. Azbejkovic said that while Yugoslav explosive
may have been used in the London bombings, he excluded the possibility
that it came from the military supplies of Serbia and Montenegro.
Azbejkovic said that large quantity of plastic explosives had been
left in Slovenia, Croatia and Bosnia, after the disintegration of
Yugoslavia in 1991, and might be easily accessible on the black market.
A French explosives expert assisting London police with their
investigation, Christian Chaboud, said he thought the ordnances were
probably of "miltary origin" and may have come from the Balkans, or
have been obtained from a military establishment by an insider, the
Times of London reported.
Blic also reported that Moroccan-born Mohamed al-Guerbouzi, whose name
was mentioned in the early stages of the investigation into the London
bombings,lived in the Bosnian village of Gornji Rasljani, near
northeast town of Brcko, in the 1990s.
Bosnian Serb daily, Nezavisne novine, also said al-Guerbouzi lived in
the town and published a list of 31 Moroccans and one Turk who lived
in Gornji Rasljani during the 1992-1995 civil war in Bosnia.
The paper said that the list was compiled by Brcko police at the
request of Interpol, but didn't specify to which period the list
referred. Police in Brcko, which is under international protectorate,
said they had no knowledge of the list.
Several hundreds of former mujahedin, Muslim volunteers who fought on
the side of Bosnian Muslims in the civil war remained in the country
and acquired Bosnian nationality. According to intelligence reports,
they operated training camps and recruited local Muslims in what is
called "white Al-Qaeda" for the purpose of carrying out terrorist
attacks in Europe.
Several Greek newspapers this week reported that a team of British
experts had arrived to Belgrade to check the origin of the explosive
used in London, but a high placed police source, which asked not to be
named, told Adnkronos International (AKI) that it was "absolutely not
true".
---
TERRORISMO: ESPERTO FRANCESE, ATTENTI A ESPLOSIVO DA BALCANI
(ANSA) - PARIGI, 13 LUG - I terroristi islamici sono clienti
potenziali dei trafficanti di armi e di esplosivi, che forniscono gia'
la grande criminalita'. Lo sostiene Louis Caprioli, ex responsabile
del servizio antiterrorismo alla Direzione di sorveglianza del
territorio. ''Se fosse confermato - ha detto Caprioli - che l'
esplosivo utilizzato a Londra era militare, sarebbe la prima volta in
uno dei maggiori attentati di gruppi islamici di questi ultimi anni''.
Fonti della polizia francese sono preoccupate da diversi mesi della
scomparsa di esplosivi della Bosnia, che sono stati sottratti agli
stock dell' esercito da gruppi mafiosi. ''Non si sa quanti ce ne siano
scomparsi nel nulla'', hanno aggiunto le stessi fonti, secondo le
quali le autorita' bosniache non conoscono le quantita' scomparse dai
loro magazzini. ''Finora - viene detto - lo sbocco di queste armi era
la delinquenza comune. Ma si sa che c' e' una tendenza verso gli
islamici''. Secondo Caprioli ''e' disgraziatamente facile introdurre
questo tipo di materiale nell' Europa occidentale''. (ANSA). BL
13/07/2005 18:26
===
LINKS FROM SLOBODAN-MILOSEVIC.ORG
in inverse chronological order:
===
UK TERROR SUSPECT ADMONISHED MUSLIMS TO WAGE JIHAD IN KOSOVO AND BOSNIA
The London Times - January 18, 2006
http://www.slobodan-milosevic.org/news/lt011706.htm
AL-QAEDA FINDS FOOTHOLD IN BOSNIA
The Houston Chronicle - January 2, 2006
http://www.slobodan-milosevic.org/news/hc122705.htm
NATO COMMANDER ADMITS TERRORIST PRESENCE IN BOSNIA
Nezavisne Novine - December 15, 2005
http://www.slobodan-milosevic.org/news/nn121205.htm
MUSLIM EXPERT WARNS OF GROWING WAHABBI PRESENCE IN BOSNIA
SRNA - November 24, 2005
http://www.slobodan-milosevic.org/news/srna112105.htm
BOSNIAN MUSLIMS ARRESTED FOR SUPPLYING EXPLOSIVES TO TERRORISTS
Nezavisne Novine - November 23, 2005
http://www.slobodan-milosevic.org/news/nn112005.htm
PAKISTANI TERROR GROUP ACTIVE IN BOSNIA
Nezavisne Novine - November 7, 2005
http://www.slobodan-milosevic.org/news/nn110705.htm
MORE INFORMATION ON AL-QAEDA MONEY LAUNDERING IN CROATIA
Nacional (Zagreb) - September 27, 2005
http://www.slobodan-milosevic.org/news/nacional092105.htm
AL-QAEDA LAUNDERED 900 MILLION DOLLARS THROUGH CROATIAN BANKS
AFP - September 25, 2005
http://www.slobodan-milosevic.org/news/afp092105.htm
ALBANIAN AND ARAB TERRORISTS SEEN TRAINING TOGETHER IN MACEDONIAN
MOUNTAIN CAMP
Dnevnik (Macedonia) - September 19, 2005
http://www.slobodan-milosevic.org/news/dnevnik091405.htm
GERMAN BND: BOSNIAN AL-QAEDA CELL PREPARING FRESH ATTACKS ON LONDON
DDP News Agency (Germany) - September 13, 2005
http://www.slobodan-milosevic.org/news/ddp091205.htm
AMERICAN AND BRITISH SUPPORT FOR BALKAN TERRORISM MAY THWART LONDON
BOMBING INVESTIGATION
The Guardian (UK) - September 11, 2005
http://www.slobodan-milosevic.org/news/guardian091005.htm
BOSNIAN GOVERNMENT ISSUES FAKE IDENTITY DOCUMENTS TO SUSPECTED TERRORISTS
Dani (Sarajevo) - August 22, 2005
http://www.slobodan-milosevic.org/news/dani081805.htm
LONDON BOMBINGS: MORE BALKAN BLOW-BACK?
The New American - August 2, 2005
http://www.slobodan-milosevic.org/news/na080105.htm
CLINTON ADMINISTRATION ASKED LONDON TERROR BOMBERS TO FIGHT AGAINST
THE SERBS IN BOSNIA
UPI - July 27, 2005
http://www.slobodan-milosevic.org/news/upi072605.htm
BALKANS: CIA PROBES POSSIBLE KOSOVO LINKS TO LONDON BLASTS
IPS-Inter Press Service - July 25, 2005
http://www.slobodan-milosevic.org/news/ips072505.htm
TERRORISM EXPERT WARNS OF WAHABBI PRESENCE IN BOSNIA AND KOSOVO
Borba - July 24, 2005
http://www.slobodan-milosevic.org/news/borba071805.htm
Nezavisne novine: Suspect has same name as member of Wahhabi community
living near Brcko (by M. Cubro)
http://www.slobodan-milosevic.org/news/nn071305.htm
London Bombings: More Balkans Blow-back?
The New American - August 1, 2005, by William Norman Grigg
http://www.slobodan-milosevic.org/news/na080105.htm
CLINTON ADMINISTRATION ASKED LONDON TERROR BOMBERS TO FIGHT AGAINST
THE SERBS IN BOSNIA
UPI - July 26, 2005 Tuesday 12:44 PM EST, By: MUAZZAM GILL
http://www.slobodan-milosevic.org/news/upi072605.htm
BALKANS: CIA PROBES POSSIBLE KOSOVO LINKS TO LONDON BLASTS
IPS-Inter Press Service - July 25, 2005
http://www.slobodan-milosevic.org/news/ips072505.htm
TERRORISM EXPERT WARNS OF WAHABBI PRESENCE IN BOSNIA AND KOSOVO
Borba - July 24, 2005
http://www.slobodan-milosevic.org/news/borba071805.htm
FRENCH INTELLIGENCE SAYS BOMBS USED IN LONDON TERROR ATTACKS WERE
FROM KOSOVO
Defense & Foreign Affairs Special Analysis - July 23, 2005
http://www.slobodan-milosevic.org/news/vercer072005.htm
SUSPECTED LONDON TERROR MASTERMIND MAY HAVE LED WAHABBI SECT IN BOSNIA
Nezavisne Novine - July 16, 2005
http://www.slobodan-milosevic.org/news/nn071305.htm
BOSNIAN CITIZEN IS AL-QAEDA LEADER IN SAUDI ARABIA
SRNA - July 12, 2005
http://www.slobodan-milosevic.org/news/srna063005.htm
SAUDI AL-QAEDA LEADER ISSUED BOSNIAN PASSPORT
Deutsche Presse-Agentur - June 29, 2005
http://www.slobodan-milosevic.org/news/dpa062905.htm
CIA CHIEF GAVE BOSNIA LIST OF 900 AL-QAEDA MEMBERS - TWO 9/11
TERRORISTS WERE MEMBERS OF BOSNIAN ARMY
SRNA - June 28, 2005
http://www.slobodan-milosevic.org/news/srna062805.htm
BOSNIAN LINKS TO MADRID AND OTHER TERRORIST ATTACKS BECOMING
INCREASINGLY CLEAR
Defense & Foreign Affairs Special Analysis - June 23, 2005
http://www.slobodan-milosevic.org/news/dfasa062105.htm
ASHDOWN OBSTRUCTS TERRORISM WAR - TELLS BOSNIAN-SERB POLICE OFFICIAL
TO RETRACT TERRORISM ALLEGATIONS
HINA - June 4, 2005
http://www.slobodan-milosevic.org/news/hina060305.htm
===
MORE LINKS
===
Bosnia's Now-Clear Link to the London, Madrid, and US Attacks
http://www.apisgroup.org/article.html?id=2671
The Brooklyn-Kosovo-London Connection (by M. Bozinovich)
http://www.serbianna.com/columns/mb/038.shtml
===
LIENS EN FRANCAIS
===
Attentats de Londres : Rachid Aswat est un agent britannique
http://www.voltairenet.org/article127433.html
Terrorisme: Ces exercices de simulations qui facilitent les attentats
Tout comme les militaires organisent régulièrement des manuvres pour
tester leur matériel et leur organisation en vue de combats réels, les
puissances publiques civiles ont mis en place des exercices de
simulation d'attentats. Partant d'un scénario catastrophe tel qu'un
avion suicide ou une bombe placée dans le métro, des cabinets de
gestion de crise sont formés qui coordonnent les secours et les
premières réactions. Mais l'étude de plusieurs cas récents montre que
ce qui devait permettre de sauver des vies a, en fait, été utilisé
pour faciliter des attentats. Des exercices de simulation se
déroulaient ainsi à Londres le 7 juillet 2005 ou à New York le 11
septembre...
http://www.voltairenet.org/article127890.html
===
LINKS AUF DEUTSCH
===
Nach Srebrenica und nach London
Zwei Planeten
12.07.2005 - Jürgen Elsässer - Heute ist in den westlichen Printmedien
der Höhepunkt einer Schizophrenie zu bestaunen, die die
Metropolenbewohner schon länger am klaren Denken hindert. Auf der
einen Seite werden die Moslems anläßlich des zehnten
Srebrenica-Jahrestages als die Opfer par excellence präsentiert, auf
der anderen bezüglich des Terroranschlages von London als Natural born
killers....
http://www.jungewelt.de/2005/07-12/002.php
Scotland Yard untersucht Spur zum Balkan
13.07.2005 - Jürgen Elsässer - ...Gleichzeitig sind erstmals Indizien
aufgetaucht, wonach es eine Verbindung der Londoner Bluttat mit dem
nur notdürftig befriedeten Kriegssschauplatz im ehemaligen Jugoslawien
geben könnte. Die Times schrieb gestern, daß die für die vier
Anschläge verwendeten Explosivstoffe wahrscheinlich von ein und
demselben Hersteller produziert wurden, daß es sich dabei um
militärisches Sprengmaterial handele und es »vom Balkan gekommen sein
könnte«. Nach Gesprächen mit britischen Ermittlern streute auch
Christophe Chaboud, Leiter einer französischen Koordinationsstelle zur
Terrorbekämpfung, einen entsprechenden Hinweis auf »Schmuggel, zum
Beispiel vom Balkan«...
http://www.jungewelt.de/2005/07-13/005.php
===
COLLEGAMENTI IN ITALIANO
===
COME FACEVA GREENSPAN A SAPERE DELLE BOMBE DI LONDRA DUE GIORNI PRIMA
DELL'ATTACCO?
(MIKE WHITNEY, www.comedonchisciotte.org)
Due giorni prima delle bombe nella metropolitana, il presidente della
Federal Reserve Alan Greenspan ha improvvisamente immesso quasi 40
miliardi di dollari liquidi nel mercato finanziario.Questa mossa
improvvisa ha rappresentato una sorprendente inversione di tendenza
rispetto alla politica attuale, concentrata sul contenimento dei tassi
d'interesse al fine di mantenere bassa l'inflazione. Il presidente non
ha dato spiegazioni riguardo al suo anomalo comportamento, ma circola
insistentemente la voce che Greenspan possa aver ricevuto in anticipo
informazioni riguardo all'attacco, e che abbia così deciso di dare un
forte impulso "preventivo" ai mercati...
http://www.uruknet.info/?s1=1&p=14610&s2=21
LE STRANE COINCIDENZE TRA LONDRA E l ' 11 SETTEMBRE
(JOHN J. ALBANESE, POAC- Comedonchisciotte.org)
Nel riportare questi fatti ci sono tre punti chiave dell'attacco di
Londra che sembrano particolarmente simili ad altrettanti fatti
dell'attacco dell'undici settembre. <u><b>Strane coincidenze numero 1
</b></u> Come per l'11 settembre, le bombe di Londra del 7 luglio 2005
sono esplose nel luogo esatto dove erano previste le "prove di allerta
in caso di esplosione di bombe" quella stessa mattina...
http://www.uruknet.info/?s1=1&p=14293&s2=03
POLIZIOTTI BRITANNICI ADDESTRATI IN ISRAELE
(MICHEL CHOSSUDOVSKY)
L'omicidio a sangue freddo di Jean Charles de Menezes nella stazione
metropolitana "Stockwell" non è stato un incidente. La Polizia di
Londra aveva già deciso in precedenza di attuare la politica "Spara
per uccidere": "una linea di condotta alquanto controversa e da usare
solo nelle situazioni più estreme, per la cui attuazione però, la
polizia si preparava già da due settimane". La politica "Spara per
Uccidere" è iniziata ufficialmente con l' "Operazione Kratos" (dal
nome del mitologico eroe spartano) effettuata da membri in borghese
dell'Unità Speciale SO19 (i cosiddetti "Berretti Blu"). Si tratta di
uno dei reparti più importanti della polizia londinese, spesso
paragonati agli S.W.A.T. americani. L'addestramento dei tiratori
scelti dell'Unità SO19 è avvenuta in Medio Oriente sotto la diretta
supervisione dell'equivalente reparto speciale israeliano, con lo
scopo di apprendere le più recenti strategie israeliane impiegate
nell'affrontare i Combattenti di Hamas...
http://www.uruknet.info/?s1=1&p=14329&s2=03
MANUALE DI AL QAEDA DIFFUSO SU INTERNET DAL GOVERNO USA
di Maurizio Blondet
http://www.effedieffe.com/fdf/giornale/interventi.php?id=558¶metro=esteri
Davvero vergognoso l'atteggiamento dei media nostrani sul gravissimo
incidente ferroviario avvenuto due sere fa in Montenegro, che ha
causato UNA CINQUANTINA DI MORTI (vedi i dispacci riportati di
seguito). Molti dei giovanissimi ritornavano da una vacanza invernale.
Nessuno dei tre canali RAI ha dato rilievo alla notizia, al contrario
della morte del signor Rugova, per il quale sono stati spesi
tantissimi minuti nei notiziari.
Il professorucolo kosovaro-albanese, ideologo dell'indipendenza del
Kosovo, è stato dipinto coma un Ghandi ed un combattente per la
libertà del popolo oppresso. Naturalmente è stato raccontato che i
suoi genitori sono stati ammazzati dalle truppe titine; furono
giustiziati infatti per avere partecipato alla ribellione fascista
contro i partigiani tra il 1944 ed il 1945 a Vucitrn. Nonostante il
collaborazionismo dei suoi famigliari, benestanti proprietari
terrieri, Rugova potè studiare a Belgrado con le borse di studio
jugoslave, e poi alla Sorbona, con le stesse borse, conseguì il
dottorato. Di queste cose naturalmente non si è detta una parola, per
lasciare spazio piuttosto alla falsificazione ed all'elogio ipocrita.
Invece, nonostante tutto, per Clemente Mimun e i suoi redattori, i
montenegrini e le loro sciagure non sono degne di nota. D'altronde, i
montenegrini sono sempre quelli che il 13 maggio nel 1941 si
ribellarono all'occupazione italiana, mentre i kosovari albanesi erano
alleati fedeli della canaglia nazifascista. "On reviens toujours a ses
premiers amours", dicono i francesi.
(a cura di JT ed AM)
MONTENEGRO: TRENO PRECIPITA IN CANYON, MORTI E FERITI / ANSA
(ANSA) - BELGRADO, 23 GEN - Ha preso velocita' come fosse impazzito,
poi e' deragliato ed e' precipitato per decine di metri fra le strette
pareti rocciose del suggestivo canyon formato dal fiume Moraca. E'
finita cosi', oggi, nella repubblica ex jugoslava del Montenegro, la
corsa di un treno carico di passeggeri, incluse decine di studenti. Un
incidente che ha provocato almeno tre morti e piu' 100 feriti, secondo
gli ultimi dati, sullo sfondo in un bilancio che resta peraltro
provvisorio e seguita ad aggravarsi di ora in ora. Il convoglio era
partito da Bjelo Polje, nelle impervie regioni interne del piccolo
Paese balcanico, ed era diretto a Bar, sull'Adriatico, dopo una tappa
nella capitale Podgorica. Ma a non molta distanza dalla stazione di
partenza i macchinisti ne hanno perso il controllo, forse per un
guasto ai freni. Quattro carrozze sono deragliate proprio all'altezza
del canyon e si sono ribaltate piu' volte prima di concludere il loro
volo al fondo di un ripido precipizio. I soccorsi sono stati
abbastanza rapidi, come hanno testimoniato le drammatiche immagini
della tv montenegrina. Ma la natura del terreno, estremamente
accidentata, hanno ostacolato le squadre dei vigili del fuoco,
assistiti da polizia, reparti dell'esercito e volontari. Dall'alto
sono intervenuti anche alcuni elicotteri, ma per le operazioni di
salvataggio e' stato necessario l'uso di rampini e cavi, come per le
scalate in parete. Molti superstiti, feriti compresi, sono stati
imbracati uno per volta, mentre calava rapidamente il buio e un forte
vento sferzava la zona. I primi bilanci hanno fatto riferimento a un
numero compreso fra 100 e 110 feriti o contusi. Piu' tardi il ministro
dell' interno montenegrino, Jusuf Kalamperovic, ha diffuso una stima
aggiornata che comprende tre morti accertati e 106 feriti, tra cui
almeno 10 ragazzi, ma non ha escluso un bilancio finale assai piu'
grave. Alcuni reporter locali che sono riusciti ad arrivare a fondo
valle hanno parlato in effetti di diverse salme composte vicino ai
vagoni semidistrutti e si sono detti convinti che altri morti possano
essere ancora tra le lamiere contorte. Tragedia nella tragedia la
presenza a bordo di numerosi giovani e giovanissimi, reduci da una
settimana bianca sui campi di sci di Kolasin, la piu' nota stazione
invernale del Paese, e attesi domani nelle citta' di origine (Bar,
Podgorica) per la ripresa delle scuole. Sul posto sono giunti a
seguire personalmente gli interventi di soccorso il popolare premier
montenegrino Milo Djukanovic, il presidente Filip Vujanovic e il
ministro dei trasporti Andrja Lompar, mentre la notte e' stata
convocata una riunione straordinaria del governo locale. La Serbia,
che con il Montenegro forma tuttora un'unica entita' statale - almeno
fino al previsto referendum indipendentista montenegrino dell'aprile
prossimo -, ha offerto stasera per bocca del premier Vojislav
Kostunica aiuti alla piccola repubblica sorella e assistenza medica
per i feriti piu' gravi. (ANSA). LR
23/01/2006 20:33
MONTENEGRO: TRENO IN BURRONE PER GUASTO FRENI, STRAGE / ANSA
(AGGIORNA E SOSTITUISCE SERVIZIO ANSA DELLE 22:59 DI IERI) (ANSA) -
BELGRADO, 24 GEN - Ha preso velocita' come fosse impazzito, poi e'
deragliato ed e' precipitato per decine di metri fra le strette pareti
rocciose del suggestivo canyon formato dal fiume Moraca. E' finita in
una strage, ieri, nella Repubblica ex jugoslava del Montenegro, la
corsa di un treno carico di passeggeri, incluse decine di studenti -
bambini e ragazzi - che rientravano da una settimana bianca. Un
incidente ferroviario - il piu' grave nella storia del Paese e per il
quale il governo ha decretato tre giorni di lutto nazionale - che ha
provocato almeno 39 morti e circa 135 feriti (una settantina dei quali
ragazzi), secondo un ultimo bilancio, che potrebbe essere definitivo o
quasi, fornito in tarda serata dal governo. ''Una terribile tragedia
e' accaduta a Bioce e si sta facendo di tutto per ridurre il numero
delle vittime'', ha dichiarato ai giornalisti il presidente
montenegrino Filip Vujanovic, recatosi sul luogo del disastro assieme
al primo ministro Milo Djukanovic e ad altre autorita'. Il convoglio
era partito da Bjelo Polje, nelle impervie regioni interne del piccolo
Paese balcanico, ed era diretto a Bar (Antivari), sull'Adriatico, dopo
una tappa nella capitale Podgorica. Ma a non molta distanza dalla
stazione di partenza i macchinisti ne hanno perso il controllo, per un
guasto ai freni. Quattro carrozze sono deragliate proprio all'altezza
del canyon e si sono ribaltate piu' volte prima di concludere il loro
volo al fondo di un ripido precipizio. I soccorsi sono stati
abbastanza rapidi, come hanno testimoniato le drammatiche immagini
della tv montenegrina. Ma la natura del terreno, estremamente
accidentata, ha ostacolato le squadre dei vigili del fuoco, assistiti
da polizia, reparti dell'esercito e volontari. Dall'alto sono
intervenuti anche alcuni elicotteri, ma per le operazioni di
salvataggio e' stato necessario l'uso di rampini e cavi. Molti
superstiti, feriti compresi, sono stati imbragati uno per volta,
mentre calava rapidamente il buio e un forte vento sferzava la zona.
Alcuni reporter locali che sono riusciti ad arrivare a fondo valle
hanno parlato di diverse salme composte vicino ai vagoni
semidistrutti. Con il passare delle ore, la sciagura ha assunto le
dimensioni di una vera strage: almeno 39 morti, appunto, e circa 135
feriti. Tragedia nella tragedia, la presenza a bordo di numerosi
giovani e giovanissimi, reduci da una settimana bianca sui campi di
sci di Kolasin, la piu' nota stazione invernale del Paese, e attesi
oggi (martedi') nelle citta' di origine (Bar, Podgorica) per la
ripresa delle scuole. ''L'incidente e' accaduto a causa di un guasto
del sistema frenante del treno'', ha dichiarato il ministro
dell'Interno montenegrino Jusuf Kalamperovic, confermando i primi
sospetti. Nel corso di una riunione straordinaria del governo
montenegrino convocata in nottata, il ministro dei Traporti Andrija
Lompar ha offerto le dimissioni. Lo stesso ha fatto il capo delle
Ferrovie nazionali, Ranko Medenica. Un superstite ha raccontato che si
trovava a bordo di una carrozza che non e' deragliata e si e' fermata
all'interno di una galleria. ''Siamo stati fortunati a causa del
tunnel. Ero nell'ultimo vagone, per quelli avanti e' stata critica'',
ha detto Ivan Stanic, aggiungendo che molti gridavano in preda al
panico e che corpi senza vita giacevano tra le rocce. Un fotografo
dell'agenzia Reuters giunto sul posto ha riferito un particolare
straziante: ''Sul luogo del disastro, tra la boscaglia e le rocce,
c'erano telefonini che squillavano in continuazione'', ha detto. La
Serbia, che con il Montenegro forma tuttora un'unica entita' statale -
almeno fino al previsto referendum indipendentista montenegrino
dell'aprile prossimo -, ha offerto in serata per bocca del premier
Vojislav Kostunica aiuti alla piccola Repubblica sorella e assistenza
medica per i feriti piu' gravi. (ANSA). LR-DIG
24/01/2006 01:28
MONTENEGRO: TRENO DERAGLIATO, 47 MORTI PER ULTIMO BILANCIO
(ANSA) - BELGRADO, 24 GEN - E' salito a 47 morti e quasi 200 feriti,
14 dei quali in pericolo di vita, il bilancio della catastrofe
ferroviaria avvenuta ieri tra le montagne della repubblica ex
jugoslava del Montenegro, dove un treno e' precipitato in una gola non
lontano dal villaggio di Bioce. Lo riferisce la tv locale, citando gli
ultimi dati ufficiali disponibili. Secondo i medici, 45 corpi sono
stati gia' recuperati, mentre almeno altri due sono stati individuati
sotto una delle quattro carrozze precipitate nel canyon sul fondo del
quale scorre il fiume Moraca. Tra le vittime ci sono cinque ragazzi
morti e oltre 100 feriti, tutti reduci da una settimana bianca nella
localita' sciistica di Kolasin. In salvo invece una donna incinta che
ha partorito nella notte senza compliocazioni. Il treno, partito da
Bjelo Polje, nell'interno, e diretto a Bar, sull'Adriatico, attraverso
la capitale Podgorica, e' deragliato in circostanze in via di
accertamento. Sembra confermata la versione iniziale di un problema ai
freni, che tuttavia non sarebbe l'unica causa. Stando all'ultima
ricostruzione, pare che un macchinista fosse riuscito infatti a
rallentare il convoglio in extremis, ma abbia poi commesso un errore
di manovra non inserendo il freno di stazionamento e lasciando le
carrozze alla merce' della forza d'inerzia su un ripido tratto di
discesa. Lo stesso macchinista, che e' tra i feriti, e' stato
sottoposto a un provvedimento di fermo per strage colposa ed e' ora
piantonato in ospedale. Confermate inoltre le dimissioni del ministro
dei trasporti montenegrino, Andrja Lompar, e del direttore delle
ferrovie locali. Le autorita' avevano diffuso nella tarda serata di
ieri un bilancio di 39 morti, ma alle prime luci dell'alba e' stato
possibile ai soccorritori - impegnati nel gelo in una zona
estremamente impervia - l'individuazione di altri cadaveri. Il
Montenegro ha poclamato tre giorni di lutto e cosi' pure la Serbia,
che con la piccola repubblica vicina forma tuttora un'unica entita'
statale, almeno fino al referendum per l' indipendenza annunciato da
Podgorica per aprile. (ANSA). LR
24/01/2006 12:33
MONTENEGRO: TRENO DERAGLIATO, CELEBRATI PRIMI FUNERALI
(ANSA) - BELGRADO, 25 GEN - In un clima di lutto nazionale,
accompagnato anche dal gelo meteorologico, la piccola repubblica ex
jugoslava del Montenegro ha celebrato oggi i primi funerali di alcune
delle vittime della sciagura ferroviaria di lunedi' scorso. Sciagura
costata la vita a oltre 40 persone, tra le quali diversi bambini e
ragazzi reduci da una settimana bianca. Una cerimonia pubblica si e'
svolta nella capitale Podgorica dove il presidente Filip Vujanovic ha
definito l'accaduto ''una catastrofe fra le piu' gravi avvenute in
tempo di pace, tanto piu' tragica poiche' ha falciato giovani vite''.
Le polemiche sulle cause dell'incidente - attribuito a un'avaria ai
freni, ma anche all'errore umano di un macchinista e alle cattive
condizioni della linea ferroviaria - hanno lasciato il posto per
qualche ora al dolore: molto sentito da tutti, riferiscono i media
locali, in un Paese di appena 650.000 abitanti. Il lutto ufficiale di
tre giorni, proclamato anche dalla vicina Serbia, con cui il
Montenegro forma tuttora una precaria unione interstatale, proseguira'
fino a domani. Riguardo al bilancio della sciagura, i portavoce del
governo di Podgorica ripetono per ora la cifra di 44 morti confermati,
tra cui sei bambini, e di 198 feriti, ma fonti sanitarie e delle
squadre di soccorso ripetono fin da ieri che ci sarebbero almeno altri
tre cadaveri tuttora incastrati sotto i rottami dei vagoni finiti in
fondo a un dirupo. Tredici dei feriti, inclusi due bimbi, restano
inoltre in condizioni critiche. L'incidente e' avvenuto lunedi'
pomeriggio in una delle zone piu' impervie del Paese balcanico, quando
quattro carrozze di un convoglio in viaggio tra Bijelo Polje,
nell'interno, e Bar, sull'Adriatico, sono deragliate e volate per
alcune decine di metri in uno stretto canyon formato dal fiume Moraca.
(ANSA). LR
25/01/2006 18:17
Petizione di 113 amministratori consegnata a Vienna
per inserire nella Costituzione il diritto all'autodeterminazione
Alto Adige, la rivolta dei sindaci
"La costituzione austriaca ci tuteli"
BOLZANO - Una petizione per chiedere all'Austria di tutelare l'Alto Adige. L'hanno firmata
113 sindaci o vicesindaci dei 116 comuni altoatesini e l'hanno consegnata al presidente
del Parlamento nazionale austriaco Andreas Khol. Come riporta il quotidiano in lingua
tedesca Dolomiten, nel documento si chiede che nella carta costituzionale sia inserito fra
l'altro un passaggio che recita: "La Repubblica austriaca si impegna alla tutela al diritto
all'autodeterminazione del popolo di lingua tedesca e ladina separato dal Tirolo (i
sudtirolesi, ndr.)".
Il giornale scrive poi che lo stesso presidente della Provincia autonoma Luis Durnwalder
(Svp), "ha difeso il diritto politico degli esponenti firmatari a esprimere la propria opinione
nella funzione di rappresentanza dei sentimenti della popolazione". E che un forte
sostegno all'appello dei primi cittadini altoatesini, è anche arrivato dal Tirolo del nord e
dal Tirolo orientale.
Durnwalder ha auspicato una citazione di questo genere anche nella carta costituzionale
italiana. Il sindaco Svp centrosinistra di Bolzano Luigi Spagnolli, uno dei pochi a non aver
firmato, ha espresso perplessità, mentre si è detto indignato il presidente di An Giorgio
Holzmann.
Anche gli Schutzen, il movimento filoaustriaco, sono tornati a formulare, come altre volte,
una nuova richiesta di tutela a Vienna. La stessa, nei contenuti, che avevano presentato
due anni fa. "Chiediamo che il Sudtirolo venga inserito nella Costituzione austriaca,
insieme al nostro diritto all'autodeterminazione", spiega Paul Pacher.
Nei giorni scorsi sull'ipotesi di un richiamo alla funzione di tutela dell'Austria nei confronti
della minoranza austriaca in Alto Adige vi erano state alcune polemiche dopo che il
Corriere della Sera aveva scritto che quest'ipotesi "non sarebbe piaciuta a Ciampi, nè piace
alla Farnesina".
In quell'occasione un portavoce del presidente austriaco Heinz Fischer aveva però
specificato che il dibattito su una revisione della Costituzione è "lettera morta".
(24 gennaio 2006)
http://www.repubblica.it/2006/a/sezioni/politica/adige/adige/adige.html
by Michel Chossudovsky - January 3, 2006
http://www.globalresearch.ca/index.php?context=viewArticle&code=%20CH20060103&articleId=1714
]
La guerra nucleare contro l'Iran
by Michel Chossudovsky
GlobalResearch.ca
3 gennaio 2006
[ Traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova;
adattamento a cura del CNJ.
Si veda alla URL originale per i molti utili hyperlinks:
http://www.globalresearch.ca/index.php?context=viewArticle&code=%20CH20060103&articleId=1714
Si noti che, secondo alcune fonti, dal 20 marzo 2006 la borsa
petrolifera iraniana ha previsto di cominciare a contrattare in euro -
"petroeuri" al posto dei "petrodollari": << on March 20, 2006
- everybody's favorite Middle Eastern Nation, Iran - is scheduled to
begin trading oil for <http://en.wikipedia.org/wiki/Petroeuro>
Petroeuros on their own "newly minted" Iranian Oil Bourse [IOB] >> - e
questo potrebbe essere un motivo ben concreto, per gli statunitensi,
per aggredire l'Iran come è già stato fatto con l'Iraq.
La suddetta fonte, maliziosamente, aggiunge: << March 20 2006 (or
March 23, 2006, when the Federal Reserve System will cease
publication of the M3 monetary aggregate), once again the date of
Israeli "Purim" festivity, as it was on March 20, 2003, when the
"Coalition of Willing" started to bomb Iraq? (As "Purim" is
considered, see the "Book of Esther" and the described there holocaust
of Babylonian populace organized by a conspiracy of local Jews) >>
(Fonte: http://it.groups.yahoo.com/group/marxiana , Wed, 21 Dec 2005)
(a cura del CNJ) ]
Lo scatenamento di una guerra spudorata con l'uso di testate nucleari
contro l'Iran è ora nelle sue fasi finali di pianificazione.
I partners della coalizione, che comprende gli USA, Israele e la
Turchia, si trovano in 'uno stadio avanzato di preparazione'.
Sono state condotte diverse esercitazioni militari, che hanno avuto
inizio nei primi mesi del 2005. A loro volta, in dicembre, in
previsione di un attacco sponsorizzato dagli USA, le Forze Armate
Iraniane hanno dato luogo a manovre militari su larga scala nel Golfo
Persico.
Fin dall'inizio del 2005, vi sono stati intensi movimenti diplomatici
fra Washington, Tel Aviv, Ankara e il quartier generale della NATO a
Brussels.
Questi i recenti sviluppi: il Direttore della CIA, Porter Goss, in
missione ad Ankara, ha fatto richiesta al Primo Ministro Recep Tayyip
Erdogan 'di fornire appoggio politico e logistico per attacchi aerei
contro obiettivi nucleari e militari Iraniani.' Da come viene
riferito, Goss ha richiesto 'una speciale cooperazione da parte
dell'intelligence Turca per aiutare a preparare e a monitorare
l'operazione.' (DDP, 30 dicembre 2005).
D'altro canto, il Primo Ministro Ariel Sharon ha dato il via libera
alle Forze Armate Israeliane per lanciare degli attacchi per la fine
di marzo:
"Tutti gli ufficiali di grado superiore Israeliani si sono pronunciati
per la fine di marzo 2006 come termine ultimo per scatenare
un'aggressione militare contro l'Iran... Inoltre la data della fine di
marzo coincide con la relazione che la IAEA (Agenzia Internazionale
per l'Energia Atomica) deve presentare all'ONU, relativamente al
programma energetico nucleare Iraniano. I responsabili della politica
di Israele credono che le loro minacce possano influenzare la
relazione, o almeno forzare il tipo di ambiguità che possono venire
utilizzate dai loro sostenitori stranieri per promuovere sanzioni del
Consiglio di Sicurezza o giustificare l'azione militare di Israele."
(James Petras, Il termine ultimo per la guerra Israeliana: l'Iran in
un nodo cruciale, Global Research, December 2005)
Il piano militare appoggiato dagli USA è stato approvato dalla NATO,
anche se non risulta chiaro, a questo punto, quale sia la natura del
coinvolgimento della NATO negli attacchi aerei pianificati.
'Colpisci e terrorizza'
I vari componenti dell'operazione militare sono strettamente sotto il
Comando USA, con la coordinazione del Pentagono e del Quartier
Generale del Comando Strategico USA (USSTRATCOM) presso la base
dell'Aviazione Militare di Offutt in Nebraska .
Le azioni annunciate da Israele dovranno avvenire in stretta
coordinazione con il Pentagono. La struttura di comando
dell'operazione è centralizzata ed in ultima analisi sarà Washington
che deciderà quando dare inizio alle operazioni militari.
Fonti militari USA hanno confermato che un attacco aereo sull'Iran
dovrebbe implicare uno spiegamento a larga scala, paragonabile ai
raids USA di bombardamenti 'colpisci e terrorizza' effettuati
sull'Iraq nel marzo 2003:
"Gli attacchi aerei Americani contro l'Iran dovrebbero ampiamente
superare la portata dell'attacco Israeliano del 1981 contro il centro
nucleare di Osiraq in Iraq, e dovrebbero assomigliare di molto ai
giorni del 2003 che hanno aperto la campagna aerea contro l'Iraq.
Usando la forza completa dei bombardieri operativi 'invisibili' B-2,
fatti partire dalla base di Diego Garcia o in volo direttamente dagli
Stati Uniti, possibilmente coadiuvati dai caccia invisibili F-117 di
stanza ad al Udeid in Qatar, o posizionati nel teatro delle operazioni
da qualche altra località, dovrebbero essere presi di mira le due
dozzine di siti nucleari sospetti.
I pianificatori militari dovrebbero adeguare la loro lista degli
obiettivi in modo da rispettare le preferenze dell'Amministrazione,
visti i limiti agli attacchi aerei che dovrebbero colpire solo le
strutture essenziali - o gli Stati Uniti potrebbero optare per una
serie di attacchi di ben più vasta portata contro un insieme largo di
obiettivi che hanno relazione con armi di distruzione di massa, così
come contro forze convenzionali e non convenzionali che potrebbero
essere usate per contrattaccare le forze USA presenti in Iraq."
(Vedere Globalsecurity.org a
http://www.globalsecurity.org/military/ops/iran-strikes.htm)
In novembre, il Comando Strategico USA ha guidato una importante
esercitazione per 'un piano di attacco globale', dal titolo
'Illuminazione Globale', che prevedeva un attacco simulato con l'uso
di armi convenzionali e nucleari contro un 'nemico fittizio'.
A seguito dell'esercitazione 'Illuminazione Globale', il Comando
Strategico USA ha dichiarato uno stato avanzato di fattibilità (Vedere
la nostra analisi più in sotto).
Mentre gli articoli della stampa Asiatica stabilivano che il 'nemico
simulato' nell'esercitazione 'Illuminazione Globale' era la Corea del
Nord, la tempistica di queste manovre suggerisce che queste sono state
condotte in previsione di una attacco pianificato contro l'Iran.
Consenso per la Guerra Nucleare
Finora non si è levata nessuna voce di dissenso dall'interno
dell'Unione Europea.
Sono in corso consultazioni fra Washington, Parigi e Berlino.
Contrariamente all'invasione dell'Iraq, che aveva visto l'opposizione
a livello diplomatico della Francia e della Germania, Washington sta
costruendo 'un consenso' sia nell'ambito dell'Alleanza Atlantica sia
all'interno del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Questo consenso
riguarda la conduzione di una guerra nucleare, che potenzialmente
potrebbe coinvolgere una larga parte della regione dell'Asia Centrale
e del Medio Oriente.
Inoltre, un numero di stati Arabi confinanti, direttamente coinvolti,
sono partner taciti del progetto militare USA/Israele. Un anno fa, nel
novembre 2004, alti ufficiali dell'esercito Israeliano hanno
incontrato al quartier generale della NATO a Brussels i loro
corrispondenti di sei nazioni gravitanti sul bacino del Mediterraneo,
Egitto, Giordania, Tunisia, Marocco, Algeria e Mauritania. Veniva
sottoscritto un protocollo NATO-Israeliano. A seguito di questo
incontro, venivano effettuate manovre militari congiunte al largo
della costa della Siria con la partecipazione degli USA, Israele e la
Turchia, e, nel febbraio 2005, Israele prendeva parte a esercitazioni
militari e 'a manovre anti-terrorismo' insieme a diversi paesi Arabi.
I media, tutti in coro, hanno in modo inequivocabile fatto riferimento
all'Iran come una 'minaccia alla Pace Mondiale'.
Il movimento contro la guerra ha ingoiato le menzogne dei media. Il
fatto che gli USA ed Israele abbiano programmato un olocausto nucleare
in Medio Oriente non fa parte dell'agenda contro la guerra/contro la
globalizzazione.
Gli 'attacchi chirurgici' vengono presentati all'opinione pubblica
mondiale come un mezzo per prevenire l'Iran nello sviluppo di armi
nucleari.
Ci dicono che questa non sarebbe una guerra ma un'operazione militare
di 'peace-keeping', nella forma di attacchi aerei diretti contro gli
impianti nucleari Iraniani.
Mini-nukes, mini-bombe nucleari: 'Innocue per i civili'
Gli articoli di stampa, mentre rivelano solo alcuni aspetti
dell'agenda militare, servono in modo largo a distorcere la natura più
ampia delle operazioni militari, che contemplano l'uso preventivo di
armi nucleari di tipo tattico.
L'agenda di guerra si fonda sulla dottrina dell'amministrazione Bush
della guerra nucleare 'preventiva', secondo l'Analisi della Situazione
Nucleare del 2002.
La disinformazione mediatica è stata usata in modo estensivo per
nascondere le conseguenze devastanti di un'azione militare che implica
testate nucleari contro l'Iran. Il fatto che questi attacchi
chirurgici dovrebbero avvenire con l'uso di armi sia convenzionali che
nucleari non è oggetto di dibattito.
Secondo una decisione del Senato USA del 2003, la nuova generazione di
armi nucleari tattiche o 'mini-nukes a basso potenziale', comunque con
un potenziale esplosivo superiore ad un terzo della bomba di
Hiroshima, vengono attualmente considerate 'innocue per i civili',
dato che l'esplosione avviene nel sottosuolo.
Attraverso una campagna propagandistica che ha arruolato a sostegno
'autorevoli' scienziati nucleari, le mini-nukes vengono presentate
come uno strumento di pace più che ordigni di guerra. Ora, queste
bombe atomiche a bassa potenzialità sono state definite ad 'uso sul
campo di battaglia', il loro uso è stato previsto in un passaggio
successivo della 'guerra contro il Terrorismo' portata avanti
dall'America, accanto agli armamenti convenzionali:
"Funzionari dell'amministrazione argomentano che le armi nucleari a
basso potenziale sono necessarie come valido deterrente contro gli
stati canaglia [Iran, Corea del Nord]. La loro logica comporta che le
armi nucleari esistenti sono troppo distruttive per essere impiegate,
tranne che in una guerra nucleare a tutto campo. I nemici potenziali
realizzano tutto questo, e quindi non considerano la minaccia di una
rappresaglia nucleare come credibile. Invece, armi nucleari a bassa
intensità sono meno distruttive, e allora plausibilmente possono
essere usate. Queste dovrebbero essere molto più efficaci come
strumenti di deterrenza."
(Oppositori colti di sorpresa per la soppressione dei fondi per la
ricerca sulle armi atomiche; 'Defense News', 29 novembre 2004)
In una logica completamente rovesciata, le armi nucleari vengono
presentate come un mezzo per costruire la pace e per prevenire 'danni
collaterali'. A questo riguardo, il Pentagono ha indicato come le
`mini-nukes' (con un potenziale inferiore alle 5000 tonnellate di
esplosivo) siano innocue ai civili, dato che le esplosioni 'avvengono
sotto terra'. Ognuna di queste `mini-nukes', nondimeno, costituisce,
in termini di esplosione e di un potenziale fallout radioattivo, una
frazione significativa della bomba atomica fatta cadere su Hiroshima
nel 1945. Valutazioni sul potenziale per le bombe su Nagasaki e
Hiroshima indicano rispettivamente 21.000 e 15.000 tonnellate di
esplosivo. In altre parole, le mini-nukes a basso potenziale hanno una
capacità esplosiva pari ad un terzo della bomba di Hiroshima.
(http://www.warbirdforum.com/hiroshim.htm)
---
SCHEDA: Mini-nukes
La capacità di penetrazione nel suolo della bomba nucleare B61-11 è
abbastanza limitata. I test hanno dimostrato che può penetrare per
soli 20 piedi (circa 6 metri) in un terreno secco, cadendo da
un'altezza di 40.000 piedi (circa 12 Km). E così, sprofondando nel
sottosuolo prima della detonazione, una parte dell'energia
dell'esplosione si trasferisce all'onda d'urto sotterranea in modo più
rilevante rispetto ad una esplosione in superficie. Quindi, provando
ad usare una bomba di questa natura in un ambiente urbano si avrebbe
come risultato un massiccio numero di perdite civili. Anche al livello
più basso del suo intervallo di potenziale fra 0.3-300 kiloton,
l'esplosione nucleare farà semplicemente saltare per aria un enorme
cratere di materiale radioattivo, dando origine su una vasta area ad
un campo letale di radiazioni gamma.
(http://www.fas.org/faspir/2001/v54n1/weapons.htm)
[FOTO: Gbu 28 Guided Bomb Unit-28 (GBU-28)]
---
La nuova definizione di testata nucleare ha reso confusa la
distinzione fra armi convenzionali e armamenti nucleari:
"'Si tratta di un unico insieme (costituito da armi nucleari e
convenzionali). Ovviamente, questo implica che le armi nucleari stanno
per essere sottratte alla speciale categoria di armi di ultima
risorsa, come una sorta di armi estreme, per essere trasferite nella
cassetta degli attrezzi, come uno strumento qualsiasi' ha dichiarato
Hans Kristensen."
(Japan Economic News Wire, op. cit.)
Noi ci troviamo a un punto cruciale pericoloso: i pianificatori
militari prestano fede alla loro stessa propaganda! I manuali militari
stabiliscono che questa nuova generazione di armi nucleari sono
'sicure', quando usate in un campo di battaglia. Non sono più ordigni
di ultima risorsa. Non esistono più impedimenti od ostacoli politici
per il loro uso. In questo contesto, il Senatore Edward Kennedy ha
accusato l'Amministrazione Bush di avere sviluppato 'una generazione
di armi nucleari meglio utilizzabili'.
La comunità internazionale ha accettato la guerra nucleare in nome
della Pace Mondiale. 'Rendere il Mondo più sicuro', questa è la
giustificazione per scatenare una operazione militare che potrebbe
potenzialmente sfociare in un olocausto nucleare. Ma gli olocausti
nucleari non stanno sulle prime pagine dei giornali! Secondo quel che
dice Mordechai Vanunu,
"il governo Israeliano sta preparandosi ad usare armi nucleari nella
sua prossima guerra contro il mondo Islamico. Qui dove vivo, la gente
parla spesso di Olocausto. Ma ogni singola bomba nucleare costituisce
in sé un Olocausto. Può ammazzare, devastare città, distruggere intere
popolazioni." (Vedi l'intervista a Mordechai Vanunu del dicembre 2005)
Unità di Comando per Attacchi dallo Spazio e da Terra
Un attacco nucleare preventivo con l'uso di armi nucleari tattiche
dovrebbe essere coordinato all'esterno del Quartier Generale del
Comando Strategico USA, alla base dell'Aviazione Militare di Offutt in
Nebraska, in collegamento con le unità di comando USA e della
coalizione nel Golfo Persico, con la base militare di Diego Garcia,
con Israele e la Turchia.
Secondo questo nuovo mandato, lo USSTRATCOM ha la responsabilità di
'sovrintendere un piano di attacco generale' con l'uso di armi sia
convenzionali che nucleari. In gergo militare, viene previsto che
assuma il ruolo di 'integratore globale incaricato delle missioni di
Operazioni Spaziali; di Operazioni di Informazione; della Difesa
Missilistica Integrata; del Comando e Controllo Generale; di
Intelligence, Sorveglianza e Ricognizione; di Attacco Globale e
Deterrenza Strategica...'
Nel gennaio 2005, all'inizio del progetto di campagna militare diretta
contro l'Iran, lo USSTRATCOM veniva identificato come 'il Comando
Combattente guida per l'integrazione e la sincronizzazione degli
sforzi del Ministero della Difesa nella lotta contro le armi di
distruzione di massa.'
Per rendere effettivo questo mandato, veniva creata una nuova unità di
comando, la Joint Functional Component Command Space and Global Strike
, con la sigla JFCCSGS.
Lo JFCCSGS ha il mandato di dirigere il lancio di un attacco nucleare,
in accordo con l'Analisi della Situazione Nucleare del 2002, approvata
dal Congresso USA nel 2002. L'Analisi sottolinea l'uso preventivo di
testate nucleari non solo contro gli 'stati canaglia', ma anche contro
la Cina e la Russia.
Da novembre, lo JFCCSGS sembra essere in 'uno stato avanzato di
operatività', in seguito alla gestione di manovre militari importanti.
Di conseguenza, agli inizi di dicembre, dal Comando Strategico USA è
stata fatta la dichiarazione che l'unità di comando aveva conseguito
'una capacità operativa per attaccare rapidamente obiettivi in tutto
il mondo usando armi nucleari o convenzionali.' Le esercitazioni
condotte in novembre avevano considerato 'un paese immaginario, che
però doveva rappresentare la Corea del Nord'. (Vedi David Ruppe, 2
dicembre 2005).
"La nuova unità [JFCCSGS] ha 'soddisfatto i requisiti necessari per
dichiarare una possibilità di inizio operazioni ' dal 18 novembre. Una
settimana dopo questo annuncio, l'unità ha portato a conclusione una
esercitazione di posto-di-comando, soprannominata 'Illuminazione
Globale', collegata con un'altra manovra, definita 'Scudo Vigilante',
condotta dal Comando Difesa Aerospaziale del Nord America, o NORAD,
incaricato della difesa missilistica per l'America del Nord.
'Dopo l'assunzione nel 2002 di diverse nuove missioni, il Comando
Strategico USA è stato riorganizzato per creare una migliore
cooperazione e correlazione inter-funzionale; - così si è espresso il
Capitano della Marina Militare James Graybeal, portavoce principale di
STRATCOM - dal maggio di quest'anno, lo JFCCSGS ha reso pubblico il
proprio concetto di piano operativo e ha iniziato a sviluppare i suoi
requisiti per operazioni giorno per giorno e un processo integrato di
pianificazione.'
'La prestazione di comando durante l' 'Illuminazione Globale' ha
dimostrato l'ottimale grado di preparazione per eseguire la sua
missione di verificare lo spazio integrato e le capacità di un attacco
generale, in grado di scoraggiare e dissuadere gli aggressori e,
quando indicato, di sconfiggere gli avversari per mezzo di decisive
azioni globali congiunte in appoggio a STRATCOM,' - questo ha aggiunto
Graybeal, senza diffondersi su 'nuove missioni' della nuova unità di
comando, che conta su un personale di circa 250 unità.
Specialisti nucleari e fonti governative hanno puntualizzato che una
delle sue principali missioni dovrebbe essere la messa in opera della
strategia nucleare del 2001 che include una opzione di attacchi
nucleari preventivi contro gli 'stati canaglia' con armi di
distruzione di massa."
(Japanese Economic News Wire, 30 dicembre 2005)
Concept Plan (CONPLAN) 8022
Lo JFCCSGS è in uno stato avanzato di preparazione per provocare
attacchi nucleari diretti contro l'Iran o la Corea del Nord.
La realizzazione operativa dell'Attacco Globale viene definita come
CONCEPT PLAN (CONPLAN) 8022, e viene descritta come 'un piano
effettivo che la Marina e l'Aviazione militari traducono nell'attacco
integrato dei loro sottomarini e bombardieri' (Ibid).
"CONPLAN 8022 è 'il piano complessivo di copertura per il tipo di
scenari strategici pre-programmati che comportano l'impiego di armi
nucleari. Nello specifico si focalizza su questi nuovi tipi di
minacce, l'Iran e la Corea del Nord, proliferatori (nucleari) e
perfino terroristi potenziali. Non esiste nulla che dica che non si
possa usare il CONPLAN 8022 anche in scenari limitati contro obiettivi
Russi e Cinesi.'"
(secondo Hans Kristensen, del Nuclear Information Project , riportato
da Japanese Economic News Wire, op cit)
La missione di JFCCSGS è la messa in opera del CONPLAN 8022, in altri
termini di scatenare una guerra nucleare contro l'Iran.
Il Comandante in Capo, vale a dire George W. Bush dovrebbe informare
il Ministro della Difesa, che a sua volta dovrebbe dare istruzioni ai
vertici militari per l'attivazione del CONPLAN 8022.
Il CONPLAN si distingue dalle altre operazioni militari in quanto non
contempla lo spiegamento di truppe di terra.
"Il CONPLAN 8022 è differente dagli altri piani di guerra in quanto
prevede un'operazione su piccola scala e niente 'scarponi sul
terreno'. Il tipico piano di guerra racchiude in sé un amalgama di
forze, di aria, di terra, di mare, e prende in considerazione le
logistiche e le dimensioni politiche necessarie a sostenere queste
forze nel proseguo delle operazioni... Il piano di attacco generale è
aggressivo, provocato dalla percezione di una imminente minaccia e
messo in essere da un ordine presidenziale."
( William Arkin, Washington Post, maggio 2005 )
Il ruolo di Israele
Sin dal 2004, Israele sta immagazzinando sistemi d'arma convenzionali
e nucleari, in previsione di un attacco contro l'Iran. Questa riserva,
che è finanziata con l'aiuto militare degli USA, è stata ampiamente
completata nel giugno 2005. Israele ha preso in consegna dagli USA
molte migliaia di 'armi intelligenti per lanci aerei' (missili
intelligenti, sic!), comprendenti circa 500 bombe anti-bunker, che
possono essere usate anche per sganciare bombe nucleari tattiche.
Il B61-11, che è la 'versione nucleare' della 'convenzionale' BLU 113,
può essere lanciata allo stesso modo della bomba anti-bunker
convenzionale. (Vedi Michel Chossudovsky,
http://www.globalresearch.ca/articles/CHO112C.html , vedere anche
http://www.thebulletin.org/article_nn.php?art_ofn=jf03norris ).
Inoltre, come riferito nel 2003, i sottomarini Israeliani della classe
Dolphin, equipaggiati con missili USA Harpoon armati con testate
nucleari, sono ora diretti verso l'Iran. (Vedi Gordon Thomas,
http://www.globalresearch.ca/articles/THO311A.html)
---
SCHEDA: Fine di aprile 2005. Vendita di micidiali armamenti a Israele:
le bombe anti-bunker GBU-28.
In coincidenza con la visita di Putin in Israele, l'Agenzia di
Cooperazione per la Sicurezza e la Difesa USA ( DSCA-Ministero della
Difesa) ha annunciato la vendita ad Israele di 100 bombe supplementari
anti-bunker, prodotte dalla Lockheed Martin. Questa decisione è stata
considerata dai media USA come 'un avvertimento all'Iran riguardo alle
sue ambizioni nucleari'.
La vendita riguarda la più grande e più sofisticata "Guided Bomb
Unit-28 (GBU-28) BLU-113 Penetrator" (inclusa l'unità di controllo
guida WGU-36A/Be e l'equipaggiamento di supporto). La GBU-28 viene
descritta come 'un'arma speciale di penetrazione in centri di comando
protetti, localizzati profondamente nel sottosuolo.' Il fatto in
questione consiste che la GBU-28 è fra le armi 'convenzionali' al
mondo più micidiali, usata nell'invasione dell'Iraq del 2003, e in
grado di provocare migliaia di morti attraverso impressionanti esplosioni.
L'Aeronautica Militare Israeliana ha previsto di usare le GBU-28 sui
suoi aerei da combattimento F-15.
(Vedere il testo delle informazioni rilasciate dalla DSCA su:
http://www.dsca.osd.mil/PressReleases/36-b/2005/Israel_05-10_corrected.pdf
)
---
Estensione della guerra
Teheran ha confermato che, se attaccata, risponderà con lanci di
missili balistici diretti contro Israele (CNN, 8 febbraio 2005).
Questi attacchi potrebbero avere anche come obiettivi istallazioni
militari in Iraq e nel Golfo Persico, cosa che ci porterebbe
immediatamente in uno scenario di escalation militare e di guerra totale.
Al presente, ci sono tre distinti teatri di guerra: Afghanistan, Iraq,
e la Palestina. Gli attacchi aerei contro l'Iran potrebbero
contribuire a scatenare una guerra di più ampia portata nella regione
del Medio Oriente e dell'Asia Centrale.
Inoltre, l'attacco pianificato contro l'Iran dovrebbe anche essere
inteso in relazione al ritiro, venuto a proposito, delle truppe
Siriane dal Libano, che ha aperto un nuovo spazio per il dispiegamento
delle forze di Israele.
Un altro fattore è la partecipazione della Turchia all'operazione
militare USA-Israele, in seguito all'accordo dell'anno scorso
raggiunto da Ankara e Tel Aviv.
Più recentemente, Teheran ha rafforzato le proprie difese aeree
tramite l'acquisizione di 29 sistemi anti-missile Tor M-1 dalla
Russia. In ottobre, con la collaborazione di Mosca, 'un razzo Russo ha
portato in orbita un satellite spia Iraniano, il Sinah-1." (vedere
Chris Floyd )
"Il Sinah-1 è solo il primo di diversi satelliti Iraniani pronti per i
lanci Russi nei prossimi mesi.
Così, gli Iraniani avranno presto una rete satellitare in grado di
dare loro un immediato avvertimento di un attacco Israeliano, anche se
questa risulterà essere una pallida eco delle molto più potenti spie
spaziali Israeliane ed Americane che possono localizzare il minimo
movimento delle barbe dei mullah a Teheran.
In più, secondo notizie del Sunday Times, il mese scorso la Russia ha
sottoscritto un contratto da un miliardo di dollari per vendere
all'Iran un sistema avanzato di difesa che possa distruggere missili
guidati e bombe a guida laser. Anche questo sarà pronto nei prossimi
mesi." (op.cit.)
Guerra terrestre
Mentre una guerra terrestre non è prevista dal CONPLAN, i
bombardamenti aerei potrebbero condurre, attraverso il processo di
escalation, ad una guerra terrestre. Truppe Iraniane potrebbero
attraversare il confine Iran-Iraq ed affrontare le forze della
coalizione all'interno dell'Iraq. Le truppe e/o le Forze Speciali di
Israele potrebbero invadere il Libano e la Siria.
Dati gli ultimi sviluppi, Israele progetta di condurre manovre
militari e l'impiego di Forze Speciali in zone montagnose della
Turchia, confinanti con l'Iran e la Siria, con la collaborazione del
governo di Ankara.
"Ankara e Tel Aviv sono giunte ad un accordo che permette all'esercito
Israeliano di condurre manovre militari nelle zone montagnose [in
Turchia], che confinano con l'Iran. ... [Secondo] ... un quotidiano
degli Emirati Arabi Uniti (UAE), in seguito ad un accordo raggiunto
fra il Capo di Stato Maggiore dell'esercito di Israele, Dan Halutz, e
ufficiali Turchi, Israele può eseguire varie manovre militari nelle
zone confinanti con l'Iran e la Siria. [La punteggiatura corrisponde
qui e nel seguito]. Dan Halutz era stato in Turchia, pochi giorni prima.
Citando alcune fonti senza nominarle, il quotidiano degli UAE va a
sottolineare: La parte Israeliana ha fatto richiesta di non eseguire
le manovre d'inverno a causa delle difficoltà di passare per i
territori montagnosi vicino ai confini con l'Iran.
I due, Hakari e Bulo [trascrizione fonetica, non riscontrati], stanno
per prendere parte alle manovre che non sono state ancora programmate.
Queste unità sono le più importanti unità speciali dell'esercito di
Israele e il loro compito è quello della lotta al terrorismo e di
combattere secondo i canoni della guerriglia.
In precedenza, la Turchia aveva accettato che piloti Israeliani
vengano addestrati nello spazio aereo confinante con l'Iran. Le
notizie [dell'accordo] sono state fornite nello stesso tempo in cui
ufficiali Turchi stanno cercando di evitare l'accusa di collaborazione
con l'America in operazioni di spionaggio contro i paesi confinanti
Siria ed Iran. Dalla settimana scorsa, la stampa Araba sta pubblicando
vari articoli sulla buona disposizione di Ankara o, almeno,
sull'accordo di principio per mettere in atto trattative sull'uso del
suo territorio e dello spazio aereo per azioni contro l'Iran."
(E'temad Website, Teheran, in persiano, 28 dicembre 2005, traduzione
dei Servizi di Monitoraggio della BBC)
Commenti conclusivi
Le implicazioni sono opprimenti.
La cosiddetta comunità internazionale ha accettato l'eventualità di un
olocausto nucleare.
Quelli che decidono hanno finito per fagocitare la loro stessa propaganda.
Nell'Europa Occidentale e nell'America del Nord si è sviluppato un
consenso politico rispetto alle aggressioni aeree con l'uso di armi
nucleari tattiche, senza considerare le loro devastanti conseguenze.
Questa avventura militare guidata dal profitto in termini ultimi
minaccia il futuro dell'umanità.
Nei prossimi mesi, quello che è necessario sarà una maggior spinta,
nazionale ed internazionale, che rompa la congiura del silenzio, che
crei consapevolezza sui pericoli, che porti questo progetto bellico in
prima linea del dibattito politico e dell'attenzione dei media, a
qualsiasi livello, che affronti e costringa i leader politici e
militari a prender una ferma posizione contro la guerra nucleare
portata avanti dagli USA.
Per concludere, quello che viene preteso sono sanzioni
internazionalmente estese dirette contro gli Stati Uniti d'America e
contro Israele.
Michel Chossudovsky è l'autore del best seller internazionale "The
Globalization of Poverty " pubblicato in undici lingue. È Professore
di Scienze Economiche all'Università di Ottawa ed è il Direttore del
Centro di ricerche sulla Globalizzazione, a www.globalresearch.ca .
Inoltre è collaboratore dell'Enciclopedia Britannica.
Il suo libro più recente porta il titolo: America's 'War on Terrorism'
(La "Guerra al Terrorismo" dell'America, Global Research, 2005.
Articolo collegato: Planned US-Israeli Attack on Iran
http://www.globalresearch.ca/index.php?context=viewArticle&code=%20CH20050501&articleId=66
by Michel Chossudovsky
© Copyright Michel Chossudovsky, GlobalResearch.ca , 2006
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