Informazione
Il ministro degli Esteri italiano Gianfranco Fini, durante la sua
visita ai militari italiani di stanza in Kosovo il 28/12/2005, ha detto:
"Grazie per quello che fate. Il vostro è un impegno faticoso, che
comporta sacrificio e in assenza del quale le parole anche nobili di
alcuni miei colleghi, come democrazia, rispetto e pace, rischierebbero
di essere stonate. Perché la pace si conquista, la democrazia è
difficile e al tempo stesso indispensabile... I costruttori di pace
siete voi, non certo quelli che vanno in giro con le bandiere
arcobaleno... Tra chi costruisce la pace e i pacifisti c'è la stessa
differenza che corre tra una fotografia e una caricatura".
L'Italia di Fini mette in pratica, oggi in Kosovo, in perfetta
continuità con le azioni ed ideali del Fascismo nei quali Fini è
cresciuto, quella politica colonialista consistente nella demolizione
degli Stati sovrani confinanti, nella appropriazione delle loro
economie, nella spoliazione delle risorse minerarie. L'Italia
sovrintende, assieme alle altre truppe imperialiste di occupazione,
alla creazione di una Grande Albania su base razziale, che fu il sogno
di breve durata dei collaborazionisti del nazifascismo nel corso della
Seconda Guerra Mondiale. Lo fa nel nome, appunto, di "parole anche
nobili ... come democrazia, rispetto e pace", assolutamente "stonate",
in un contesto di apartheid e pogrom contro le comunità che a questo
schifo si oppongono.
(A cura di Italo Slavo - Fonte: WWW.CENTOMOVIMENTI.COM - 28 DICEMBRE
2005 - "Da Fini un nuovo duro attacco al popolo pacifista")
art68.html
il manifesto - 24 Dicembre 2005
BOLZANO
Alto Adige, maxi-blitz contro i naziskin
Otto arresti e 41 indagati, tra cui un consigliere provinciale.
L'accusa: istigazione all'odio razziale
STEFANO ISCHIA
Festeggiamenti per il giorno di nascita di Hitler, sms antisemiti,
pestaggi di italiani e stranieri: si è scoperchiato un pentolone in
Alto Adige-Südtirol. Otto neonazisti arrestati, quarantuno indagati,
tra cui il consigliere provinciale Andreas Pöder e altri quattro
esponenti dell'Union für Südtirol. Decine e decine le perquisizioni,
sequestro di manganelli, mazze, bandiere con svastiche e materiale
propagandistico. Il gip di Bolzano, Isabella Martin, giovedì ha
convalidato l'arresto degli otto estremisti di destra: sono accusati di
aver fatto parte di un'associazione di naziskin denominata «Südtiroler
Kameradschaftsring» (Skr). Devono rispondere della violazione della
legge Mancino per istigazione all'odio razziale. A tutti la procura ha
contestato il vincolo associativo e una serie di reati minori legati ai
singoli episodi di violenza, intimidazione, lesioni, favoreggiamento,
resistenza a pubblico ufficiale e violenza privata a danni di italiani
o stranieri.
L'area neonazi altoatesina odia in modo uguale ebrei, immigrati e
italiani, in nome di un pangermanesimo datato. Rivendica l'appartenenza
dell'Alto Adige-Südtirol all'area tedesca (la provincia, passata sotto
l'Italia dopo la I guerra mondiale, conta oggi quasi 500 mila abitanti
che sono per 3 quarti di madrelingua tedesca).
Gli otto arrestati lavorano principalmente come artigiani e provengono
quasi tutti da Caldaro, cittadina a sud di Bolzano: Armin Sölva, 26
anni, è muratore, Stefan Andergassen elettricista, il fratello
Christoph muratore, Dietmar Orsi cameriere, Fabian Kemenater meccanico.
Il leader del gruppo sembra essere Sölva. «Mente brillante - ha detto
il sindaco di Caldaro, Wilfried Battisti Matscher, la cui figlia è
stata compagna di scuola dell'arrestato - tanto che poteva dedicarsi
anche all'università. Per tanti anni ci si vedeva la domenica, a messa».
Tra gli indagati della maxi inchiesta anche due insegnanti. Una
professoressa di 50 anni delle scuole medie di Salorno e un'insegnante
presso un istituto professionale, fidanzata di uno degli otto. Il
gruppo era nel mirino degli inquirenti dall'aprile dello scorso anno.
Due sono gli aspetti rilevanti emersi nel corso delle indagini: il
primo, la fitta rete di collegamenti tra estremisti dell'Alto Adige,
dell'Austria e della Germania. Il secondo, la presenza tra gli indagati
di esponenti politici e di due insegnanti.
Sarebbe stato Sölva a tenere i contatti con diversi gruppi oltranzisti
d'Oltrebrennero, sia con le tedesche «Deutsche Volksunion»,
«Nationaldemokratischepartei Deutschland» e «Fränkische Aktionsfront»,
tutti movimenti di ispirazione neonazista messi al bando in Germania,
sia con le associazioni austriache «Bund Freier Jugend» e «Arbeit
Gemeinschaft für demokratische Politik».
L'elemento nuovo dell'inchiesta è il coinvolgimento dell'Union für
Südtirol, il partito di Eva Klotz, (ha due consiglieri provinciali) che
da sempre mira al distacco dell'Alto Adige- Südtirol dallo Stato
italiano nell'ottica della grande Germania. Complessivamente sono
cinque gli esponenti dell'Union finiti sul registro degli indagati.
Oltre al consigliere provinciale Andreas Pöder, ci sono anche Josef
Seppi, 55 anni di Caldaro, l'ex consigliere comunale di Caldaro, Erich
Dissertori, 66 anni, Irma Überbacher, 55 anni, di Laion e Agnes
Christina Taraboi, della val Venosta, 43 anni.
Alle recenti elezioni comunali di Bolzano l'Union für Südtirol aveva
appoggiato indirettamente il centrosinistra: non aveva presentato
candidati per consentire che i suoi voti andassero alla Südtiroler
Volkspartei (centro) e favorendo così la vittoria del sindaco Luigi
Spagnolli.
Pöder, respinge le accuse: «Conosco i ragazzi finiti in carcere - ha
detto - sono degli estremisti. Io ho cercato di portarli su posizioni
moderate. Noi siamo lontani anni luce dai neonazisti. Non c'entriamo
nulla con certe idee dalle quali abbiamo sempre preso le distanze».
Anche la Klotz, la pasionaria del partito, accusata di aver partecipato
a una conferenza di negazionisti dell'Olocausto si chiama fuori: «Noi
eravamo lì - dice - solo per far capire ai ragazzi che Hitler è stato
il peggior nemico della Heimat».
Data: Mar 27 dic 2005 18:37:08 Europe/Rome
Oggetto: [CNJ lista interna] Ritorno da Kragujevac dicembre 2005
Care compagne, cari compagni, vi invio la relazione sull'ultimo viaggio
effettuato a Kragujevac e l'intervento letto durante l'assemblea con i
lavoratori e le loro famiglie in occasione della consegna delle quote
di affidi a distanza.
I miei migliori auguri per il prossimo anno
Gilberto Vlaic
===
RITORNO DALLA ZASTAVA DI KRAGUJEVAC
Viaggio del 16-19 dicembre 2005
(resoconto di viaggio a cura di Gilberto Vlaic del gruppo ZASTAVA
Trieste)
Questa relazione e' suddivisa in otto parti ed ha una premessa
1) Introduzione
2) Un secondo camion di aiuti
3) Delegazione in visita e materiale trasportato
4) Cronaca del viaggio
5) Il microprogetto artigianato
6) I progetti in corso
7) Informazioni generali sulla Serbia e sulla Zastava (il progetto con
la FIAT)
8) Conclusioni
PREMESSA
Ci e' capitato a volte di trovare in rete documenti o di leggere e-mail
che contengono parti assai ampie delle nostre relazioni periodiche.
Siamo naturalmente ben felici di contribuire alla diffusione delle
conoscenze sulla realta' di Kragujevac e dei lavoratori della Zastava;
tutto cio' che scriviamo e' a disposizione di tutti. Saremo comunque
grati se chi volesse usare i nostri scritti indicasse la fonte.
1 - Introduzione
Vi invio la relazione del viaggio appena concluso alla Zastava di
Kragujevac per la consegna delle adozioni a distanza che fanno capo al
Gruppo Zastava di Trieste, alla sezione del Veneto e al Coordinamento
Nazionale RSU CGIL e per la verifica dei progetti in corso a Kragujevac.
Tutti i resoconti dei nostri viaggi sono reperibili su diversi siti,
tra i quali
- il sito del coordinamento RSU, all'indirizzo:
http://www.ecn.org/coord.rsu/
seguendo il link: Solidarietà con i lavoratori della Jugoslavia:
http://www.ecn.org/coord.rsu/guerra.htm
dove sono anche descritte in dettaglio tutte le iniziative in corso,
sia nostre che di altre organizzazioni.
L'ultima relazione relativa al nostro viaggio di settembre 2005 si
trova all'indirizzo
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2005/2005_0926_zastava.htm
e poi in ordine cronologico potete trovare tutte le altre.
I nostri resoconti sono presenti anche sul sito del Coordinamento
Nazionale per la Jugoslavia, all'indirizzo:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/messages
che contiene inoltre centinaia di articoli sulla situazione nei Balcani
difficilmente reperibili sulla stampa nazionale.
2 – Un secondo camion di aiuti
A luglio scorso avevamo gia' spedito un camion di aiuti contenente
strumentazione medica per il presidio sanitario della Zastava e
vestiario per i lavoratori e le loro famiglie.
Il giovedi' 15 dicembre e' partito un altro camion, frutto del lavoro
di diverse associazioni.
E' arrivato in Serbia sabato 17 dicembre sera e, dopo un imprevisto
blocco di alcune ore alla dogana, e' giunto la domenica a Kragujevac ed
e' stato scaricato lunedi'.
Ecco la lista del contenuto e della sua destinazione.
- 3 lampade operatorie odontoiatriche Siemens per il presidio
sanitario, provenienti dal COI (Cooperazione Odontoiatrica
Internazionale)
- 11 personal computers, 11 monitors, 4 stampanti e 1 gruppo di
continuita' per la costruzione della rete informatica del presidio
sanitario, provenienti dalla associazione Aiutiamo la Jugoslavia (Sala
Bolognese); sempre da ALJ 4 scatoloni di vestiario
- 1 apparato per radiografia, anche questo per il presidio sanitario,
ottenuto in regalo da una ditta di materiale sanitario a Napoli dalla
nostra infaticabile Boba
- 1 carrozzina per invalido (anche questa ottenuta in regalo da Boba)
- 1 carrozzina elettrica per invalido, completa di batterie e
carica-batterie, proveniente come regalo (grazie al lavoro di Renato)
dalla Croce Rossa di Caraglio (Cuneo)
- 35 personal computers, 29 monitors, 15 biciclette, 1 motorino e 32
scatoloni di vestiario da parte dell'associazione Zastava Brescia per
la solidarieta' internazionale; i personal computers sono destinati a
varie scuole della citta'
- 23 pacchi di vestiario del gruppo Zastava Trieste
- 42 scatole di vestiario provenienti dalla Fondazione Luchetta, Ota,
D'Angelo, Hrovatin di Trieste
- 58 scatole di vestiario e giocattoli provenienti dalla Comunita'
Serbo-Ortodossa di Trieste
Le spese per questa spedizione saranno dell'ordine di 1300 euro (non le
abbiamo ancora pagate, e non posso esser piu' preciso) sottoscritti
dalle varie associazioni coinvolte. Non sappiamo ancora l'entita'
dell'IVA che verra'
richiesta in Serbia.
Desidero a questo punto ringraziare il personale della casa di
spedizioni che ci ha aiutato molto nella preparazione della spedizione,
soprattutto Paolo e Fabiana.
3 - Delegazione in visita e materiale trasportato
Ricordo prima di tutto che le spese di viaggio sono sempre direttamente
sostenute dai partecipanti, senza alcuno storno dai fondi ricevuti per
le quote di adozione a distanza da distribuire. Per questo viaggio sono
stati spesi 1087 euro, comprensivi di tutto (carburante, pasti e
pernottamenti).
La delegazione che ha effettuato il viaggio era costituita da Fabiola,
Gabriella, Gilberto, Linda Serena e Sergio da Trieste, Giuseppina da
Biella, Gino da Montereale Valcellina e Romano da Padova. Per il
viaggio abbiamo utilizzato un pulmino fornitoci gratuitamente dalla
Associazione di Solidarieta' Internazionale Triestina.
Avevamo con noi medicinali per circa 7000 euro, e inoltre 40 scatole di
fitostimoline (regalate da due farmacie di Trieste) per Lazar e
Vasilje, i due fratelli di sette e tre anni, malati di epidermilolisi
bollosa che sosteniamo da marzo 2004. Medicine urgenti erano gia' state
spedite tramite l'associazione ALJ di Sala Bolognese (Paola e Leo) che
erano passati da Trieste a novembre.
Le adozioni da distribuire erano 167, di cui 2 nuove, per un valore
complessivo di 15990 euro, per la maggior parte in quote trimestrali da
75 euro o da 85 euro (quando si tratta di quarto trimestre). Le
adozioni nuove nel corso del 2005 sono state 23; ce ne sono state
inoltre altre 6 nuove che pero' sono state utilizzate per coprire
adozioni gia' esistenti non piu' coperte dall'affidatario italiano.
Avevamo anche 200 euro da consegnare a due donne che hanno partecipato
al microprogetto artigianato.
Sono stati caricati nel furgone anche 33 scatole di regali per le
famiglie jugoslave, alcuni sacchi di giocattoli da regalare ai bambini
degli asili di Vozdovac e 2600 gessi per la Scuola Tecnica di
Kragujevac.
4 - Cronaca del viaggio
Rajka Veljovic, la nostra interprete e e uno dei nostri punti di
riferimento a Kragujevac e' purtroppo ancora malata e subisce continui
ricoveri in ospedale. Sono ormai nove mesi che le sue condizioni di
salute non le permettono di partecipare totalmente alle nostre
attivita'. A lei il nostro piu' affettuoso saluto, con la speranza di
vederla con noi il prossimo anno. Milja e Dragan dell'ufficio adozioni
del Samostanli comunque riescono ad organizzare al meglio le nostre
visite, anche se le difficolta' legate alla lingua si fanno sentire.
Bojana e' sempre piu' brava come interprete.
Siamo partiti da Trieste verso le 8 e 30 del mattino del venerdi' 16
dicembre e siamo arrivati a Kragujevac alle 7 di sera, senza alcun
problema durante il viaggio. Tempo buono e traffico scarso, ad
esclusione dell'attraversamento di Belgrado. Passaggio di frontiere
rapido e senza alcun problema.
Dopo lo scarico del furgone, abbiamo verificato le liste delle adozioni
e preparato le buste con il denaro per l'assemblea che abbiamo tenuto
la mattina del sabato 17.
Subito dopo l'assemblea abbiamo avuto un lungo incontro al presidio
sanitario, mentre la domenica abbiamo incontrato il presidente del
consiglio comunale, il direttore della scuola tecnica e abbiamo
visitato il centro di
accoglienza diurna per ragazzi down.
Il lunedi', sulla via del ritorno, ci siamo fermati a Belgrado dove
abbiamo incontrato Snezana Nikic, direttrice degli asili di Vozdovac, e
Gordana Pavlovic dell'associazione Decia Istina (Il sorriso dei
bambini), Su tutti questi incontri scrivero' diffusamente nel
paragrafo "I nuovi progetti".
L'assemblea per la consegna delle quote si e' tenuta sabato 17
dicembre, nella grande sala della direzione in una atmosfera
particolarmente festosa. Abbiamo ricevuto una quantita' enorme di
bottiglie di rakja fatta in casa, di marmellate, di miele, di prodotti
tessili, doni che abbiamo portato con noi in Italia e che, pur con
qualche difficolta' di tipo geografico, consegneremo alle famiglie
italiane.
Visti i tanti impegni, abbiamo avuto un tempo molto limitato per
visitare famiglie con figli adottati dai membri della delegazione; le
condizioni di queste famiglie sono sempre estremamente difficili, e non
si vedono prospettive per il futuro, ma questi incontri si svolgono
sempre in un clima di grande dignita', di festa e di vera amicizia.
Negli spostamenti tra una famiglia e l'altra abbiamo attraversato il
suggestivo Parco della Rimembranza di Kragujevac, dove il 21 ottobre
1941 furono sterminate per rappresaglia dai nazisti 7300 persone, tra
le quali 2500 operai della Zastava e gli studenti del locale liceo,
insieme ai loro professori. Molti monumenti costruiti con pietre
provenienti dalle varie Repubbliche che costituivano la Repubblica
Federativa Socialista di Jugoslavia ricordano quell'eccidio.
Il lunedi', durante il viaggio di ritorno, a Belgrado abbiamo
attraversato il viale delle ambasciate, che ospita tutta una serie di
edifici pubblici completamente distrutti dai bombardamenti del 1999, e
poi visitato il parco di Tasmajdan, dove sorgono due monumenti simbolo:
quello ai giornalisti morti nel bombardamento della sede della
televisione e quello, struggente, dedicato ai bambini uccisi dalle
bombe della NATO, che sue due semplicissimi ovali in marmo nero riporta
in Serbo e in Inglese la scritta "Eravamo solo bambini".
5 - Il microprogetto artigianato
Questo progetto e' iniziato nel maggio 2003; il numero di donne
coinvolte (operaie licenziate o casalinghe) e' stato di circa 20. Esse
ci hanno fornito ad ogni viaggio prodotti di ricamo e di uncinetto che
sono stati posti in vendita in Italia.
Purtoppo il progetto e' praticamente concluso; malgrado l'allargamento
del numero delle persone coinvolte abbiamo in pratica esaurito le
nostre possibilita' di vendita e non siamo riusciti ad inventare nuovi
meccanismi che ci permettessero la vendita di questi prodotti, fatto
salvo il principio dell'assenza di intermediari.
Per questi motivi non abbiamo preso ulteriore materiale nei viaggi del
2005 e ci siamo limitati a vendere gli ultimi lavori in nostro possesso.
In questo viaggio abbiamo consegnato a due donne 200 euro. Il totale
generale del denaro consegnato è stato quindi di 7545,5 euro.
6 - I progetti in corso
Visto che periodicamente riceviamo sottoscrizioni significative non
legate alle adozioni, era stata presa la decisione di finanziare
progetti che vadano incontro a reali bisogni sociali, possibilmente
unendo i nostri sforzi a quelli di altre associazioni.
Descrivo ora brevemente lo stato dei progetti in corso.
A) Collaborazione con il presidio sanitario della Zastava; approvato
un progetto presentato sui fondi per la cooperazione internazionale
della Regione Friuli-Venezia Giulia
Trovate una descrizione assai articolata di questo progetto nelle
relazioni dei viaggi di marzo, luglio e settembre 2005, reperibili agli
indirizzi
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2005/2005_0328_zastava_rel.htm
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2005/
2005_0709_zastava_relazione.htm
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2005/2005_0926_zastava.htm
Ricordo che la Zastava possiede un centro medico (Zavod Za Zdravsvenu
Zastitu Radnika) di ragguardevoli dimensioni: vi lavorano 326 persone,
due terzi dei quali operatori sanitari (piu' di 60 sono i medici) ed un
terzo di amministrativi. 224 lavoratori sono iscritti al sindacato
Samostanli.
Il suo bacino di utenza e' rappresentato attualmente da circa 50.000
lavoratori e da circa 7.000 pensionati.
In questo centro si effettuano ogni anno circa 1 milione di prestazioni
sanitarie di cui 65.000 nel campo dentistico. Nel reparto dentistico
lavorano 25 persone, tra cui sette medici dentisti.
Il problema del presidio sanitario e' che la strumentazione in uso ha
un'eta' media di piu' di 20 anni, ed e' quindi fortemente inadeguata.
Le due poltrone dentistiche fornite a luglio scorso sono in piena
attivita', cosi' come le attrezzature accessorie, ad eccezione del tubo
radiologico per il quale si attendono le autorizzazioni del ministero
dell'ambiente.
Per quanto riguarda i nostri interventi a favore del presidio sanitario
la Regione Friuli-Venezia Giulia ha approvato un nostro progetto, e ci
ha dato un finanziamento per 17400 euro per il 2006.
Durante l'incontro con la Direzione e i lavoratori del reparto
stomatologia sono state discusse a fondo le possibilita' che si aprono
con questo finanziamento, in termini di acquisto di nuova
strumentazione, materiale di consumo e corsi si aggiornamento del
personale.
Abbiamo inoltre avuto un incontro con i delegati dei lavoratori a
proposito della distribuzione gratuita dei medicinali che portiamo
periodicamente.
B) Realizzazione di un centro di accoglienza diurno per ragazzi con
sindrome Down e autistici
Anche per questo progetto trovate una descrizione assai dettagliata
nelle relazioni dei viaggi di marzo e luglio 2005, reperibili agli
indirizzi
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2005/2005_0328_zastava_rel.htm
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2005/
2005_0709_zastava_relazione.htm
La mattina di domenica 17 dicembre abbiamo avuto la grandissima
sorpresa di essere accompagnati in Comune ed al Centro di accoglienza
down da Rajka.
In Comune abbiamo incontrato il presidente del consiglio municipale
Dobrica Milovanovic, che ci ha informato sullo stato di funzionamento
del centro, che e' frequentato attualmente da circa 12 utenti.
Ci ha inoltre fornito ricevute per circa 1700 euro sui 3000 che avevamo
consegnato a luglio. Restano ancora per i bisogni futuri circa 1300
euro.
Dopo questo incontro ci siamo recati al Centro di accoglienza che era
stato inaugurato a luglio. Sono stati aggiunti dei tramezzi che
dividono in locali piu' piccoli la grande stanza di quasi trecento
metri quadrati L'incontro con i genitori e con i ragazzi e' stato
veramente emozionante! I laboratori sono tutti in funzione e ci sono
stati regalati asciugamani e federe per cuscini realizzati nel
laboratorio di sartoria e tessitura.
Al centro lavorano un fisioterapista e una difettologa a tempo
indeterminato; ci sono poi un quattro infermiere a tempo parziale;
attualmente gli utenti del centro sono 12, e 6 entreranno a breve. Vi
sono poi cinque volontari: uno psicologo, un neuropsichiatra, due
medici e un animatore.
Anche alcuni studenti dell'Universita' prestano saltuariamente
attivita' volontaria.
L'impressione generale e' che questo centro sia partito con il piede
giusto, e che abbia colmato un reale bisogno sociale. I genitori ne
sono felicissimi e gli utenti lo considerano la propria seconda casa.
C) La Scuola Tecnica Za Masinstovo I Saobracaj di Kragujevac
Ricordo che si tratta di una Scuola di meccanica fondata nel 1854,
dunque pressoche' contemporanea alla fondazione della Zastava, nella
quale si e' formato il nucleo dei tecnici del Paese. Attualmente conta
piu' di 1800
studenti. Gli edifici della scuola coprono 30.000 metri quadri, con un
grande parco all'interno.
Potete trovare i dettagli relativi a questo progetto nelle relazion di
luglio e settembre scorsi agli indirizzi
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2005/
2005_0709_zastava_relazione.htm
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2005/2005_0926_zastava.htm
Il progetto prevedeva di per rimettere in sesto dei locali abbandonati
nel seminterrato della scuola da utilizzare come mensa per gli
studenti, utilizzando fondi provenienti dalla Associazione Fabio
Sormanni di Milano (4500 euro), Associazione Zastava Brescia (2250
euro) e Gruppo Zastava Trieste (2250 euro), che sono stati consegnati
tra luglio (6000 euro) e settembre (3000 euro).
A settembre quelli che prima erano due stanzoni fatiscenti di circa 200
metri quadrati nel semi-interrato della scuola si presentavano
totalmente trasformati. E' stata rifatta la scala di accesso, gli
intonaci, i pavimenti, i serramenti e l'impianto di riscaldamento. Sono
stati costruiti anche due ampi bagni.
Poiche' il denaro non bastava a tutto, l'impianto elettrico e' stato
costruito con lavoro volontario dei professori della scuola.
A ricordo del nostro contributo sono state apposte due grandi targhe,
una all'ingresso ed una all'interno delle sale, con i nomi delle nostre
associazioni, in Italiano e in Serbo.
Durante questa visita il Direttore ci ha illustrato le necessita'
future di questi locali. Utilizzando i laboratori della Scuola sara'
costruito un grande tendone all'esterno, da utilizzarsi in primavera ed
estate.
Per quanto riguarda l'interno vi e' la necessita' di acquistare dieci
tavoli rotondi e una quarantina di sedie. Utilizzando i prodotti di una
impresa di Kragujevac e' possibile acquistare questi arredi con una
spesa di poco superiore ai 1000 euro.
A nome dell'associazione Zastava Brescia e del Gruppo Zastava Trieste
ho quindi consegnato 1000 euro destinati all'acquisto degli arredi.
Alla Scuola saranno consegnati inoltre quattro dei personal computers
spediti da Zastava Brescia. Abbiamo consegnato anche 2600 gessi per
lavagna (aiuto che ci era stato richiesto a settembre, e per il quale
abbiamo speso 91,50 euro).
D) Gli asili del Comune di Vozdovac e un graditissimo incontro
Attraverso il Consolato serbo di Trieste avevamo ricevuto una richiesta
di aiuto da parte delle scuole materne di Vordovac, grosso Comune alla
periferia di Belgrado.
Si tratta complessivamente di 23 asili pubblici che ospitano 747 bamini
da 1 a 3 anni (i nostri nidi) e di 2812 bambini da 3 a 7 anni (le
nostre scuole materne). La richiesta che ci era stata avanzata
riguardava la fornitura di lenzuola per i lettini, per complessive 5980
lenzuola di diverse dimensioni.
Avevamo gia' consegnato a luglio alla direttrice Snezana Nikic 2500
euro provenienti da una sottoscrizione dei lavoratori della COOP
Nord-Est ai quali abbiamo aggiunto come gruppo Zastava Trieste altri
500 euro provenienti dalla vendita dei CD "Non bombe ma solo caramelle"
con i quali sono stati acquistati circa 300 completi per lettini.
In questo viaggio non avevamo purtoppo denaro da consegnare. Abbiamo
portato con noi 7 grandi sacchi di pupazzi, altri 7 erano gia' stati
portati da una signora belgradese che vive a Trieste.
Siamo stati accolti con grande amicizia e cordialita'; abbiamo pranzato
in uno di questi asili.
E' stato molto commovente entrare di soppiatto in una delle stanze in
cui dormivano, usando le nuove lenzuola, una ventina di bambini.
Era presente anche Gordana Pavlovic, che avevo conosciuto a Trieste nel
novembre del 2002 quando, in occasione di un convegno del Coordinamento
Nazionale per le Jugoslavia, aveva presentato una documentata e
appassionata relazione sullo stato economico e sociale della Serbia.
[si veda: https://www.cnj.it/TRIESTE161102/pavlovic.htm ]. Gordana
dirige l'associazione Decia Istina (Il sorriso dei bambini), che si
occupa di orfani e rifugiato, per la maggior parte senza casa. Hanno
necessita' di tutto. Abbiamo promesso che entro febbraio invieremo
almeno 100 scatoloni di vestiario.
7 - Informazioni generali sulla Serbia e sulla Zastava (il progetto con
la FIAT)
Come ad ogni viaggio, abbiamo raccolto dati sulla condizione generale
del Paese e sulla citta' di Kragujevac. Riporto i piu' significativi.
Informazioni generali sulla Serbia
Il cambio attuale dinaro/euro e' salito a 86.70 (era di 83.3 a luglio
e 84.5 a settembre 2005).
L'inflazione annua nel 2005 e' stata di 17%.
Il numero ufficiale dei disoccupati era di circa 880.000 a settembre
2005, pari al 26.2% della popolazione potenzialmente attiva. Questo
indice e' salito a 897.790 (27.4%) a novembre 2005.
Salario medio nel Paese a novembre 2005 (cambio utilizzato 1 euro = 86
dinari)
Industria 17537 dinari (204 euro)
Settore servizi 20170 dinari (235 euro)
Media pesata su tutte le categorie 18345 dinari (213 euro)
Pensioni
1.244.510 pensionati a novembre 2005
Pensione media 9108 dinari (106 euro)
Prodotto nazionale lordo attuale
2000 dollari/anno/persona
da compararsi con altri Paesi dei Balcani
13000 Slovenia
6000 Croazia
2500 Bulgaria e Romania
Importazioni 2004 11.1 miliardi di dollari
Esportazioni 2004 3.7 miliardi di dollari
Deficit comm. 2004 7.4 miliardi di dollari
Prezzo medio del pane (per pezzi da 600 grammi) 20 dinari (33
dinari/Kilo)
Prezzo medio di un litro di latte 33 dinari
Prezzo di un Kilo di carne (qualita' media) 400 dinari
Prezzo medio di un litro di benzina (Euro95) 77 dinari
Informazioni sulla Zastava
Le elezioni per i delegati sindacali
A novembre si sono tenute le elezioni per il rinnovo dei delegati.
Hanno partecipato al voto 21.000 lavoratori (compresi i cassaintegrati)
riferibili alle 30 unita' produttive del gruppo Zastava. Il Sindacato
Samostanli ha ricevuto circa 16.000 voti, il 75% del totale.
Delic Radoslav e Delko Blagojevic sono stati poi confermati
all'unanimita' (dai 56 delegati eletti nelle singole fabbriche) come
rappresentanti generali delle 30 unita' produttive. A loro i nostri
piu' sinceri auguri di buon lavoro nella difesa degli interessi dei
lavoratori Zastava.
Il primo importante atto della nuova dirigenza sindacale e' stata la
proclamazione il 21 dicembre di uno sciopero contro il recente decreto
governativo che liberalizza le importazioni di auto usate senza limiti
di anno di costruzione, a patto che siano dotate di motore Euro3.
E' un ulteriore colpo alle possibilita' produttive della Zastava.
Questo sciopero ha visto il blocco dell'autostrada Belgrado-Nis (che si
trova a circa 30 Km da Kragujevac) da parte di 7000 lavoratori.
Altre informazioni
E' stata privatizzata la Fucina della Zastava (600 lavoratori) per un
prezzo di acquisto di 1.78 milioni di euro.
I dati sull'occupazione e sui salari non mostrano variazioni rispetto
alla relazione di settembre scorso.
La produzione di automobili e' stata fino a novembre 2005 di 12.000
unita' a fronte di un piano che ne prevedeva 15.000 per tutto il 2005.
Sono state vendute 14.000 unita', dunque anche 2.000 macchine prodotte
nel 2004.
il piano di produzione per il 2006 e' di 18.000 unita'.
Sono stati prodotti nel corso del 2005 (fino a novembre) 360 camion.
L'accordo con la Fiat per l'assemblaggio della vecchia Punto e' stato
firmato. Sara' prodotta con il nome Zastava10 e per il 2006 sara'
montata a Mirafiori in circa 7.000 unita'; dal 2007 la previsione e' di
montare circa 15.000 vetture/anno a Kragujevac per 5 anni.
Ricordo che la firma di questo accordo era subordinata alla
restituzione parziale del debito Zastava verso Fiat, pari a 11.5
milioni di euro. Il 25-9-05 e'stata restituita la somma di 1.85 milioni.
Sono in corso trattative con i governi di Croazia e Macedonia per la
vendita in questi due paesi della rete delle concessionarie e delle
case vacanza al mare dei lavoratori (in Croazia) ben al di sotto del
valore reale. Queste vendite dovrebbero fruttare 4 milioni di euro in
Croazia e 1 milione in Macedonia.
Dalla vendita della rete di assistenza e delle concessionarie in Serbia
e Montenegro sono attesi 7 milioni di euro.
8 - Conclusioni
Sono costretto a scrivere sempre le stesse conclusioni di ogni
relazione, poiche' non sembra di vedere spiragli di luce significativi
sul futuro di questo martoriato Paese.
In modo generale possiamo dire che lavoratori jugoslavi continuano ad
essere in condizioni di oggettiva debolezza e devono fare i conti con
la necessità di una ricostruzione post-bombardamenti che ha ormai da
sei anni assunto una chiara direttrice iper-liberista.
Lo Stato, fortemente allettato e subordinato alle promesse di aiuto
occidentali, ha lasciato al libero mercato ogni decisione. Così i
prezzi aumentano, le scuole e la sanità diventano prestazioni
disponibili solo per i più ricchi, le fabbriche, le zone industriali
sono all'asta di profittatori occidentali che comprano tutto a prezzi
bassi e ponendo condizioni di lavoro inaccettabili.
Sono evidenti e stridenti le contraddizioni tra una estrema poverta'
diffusa nella quasi totalita' della popolazione e una ricchezza esibita
attraverso i suoi tipici simboli, soprattutto le auto di lusso.
Le famiglie che aiutiamo materialmente esprimono la loro gratitudine
per questi aiuti che sono indispensabili per la loro sopravvivenza; una
delle loro grandi preoccupazioni e' di non rimanere soli, abbandonati
ed invisibili al resto del mondo.
La disperazione per un futuro sempre piu' difficile e incerto comincia
a manifestarsi sempre piu' frequentemente tra i lavoratori in cassa
integrazione, specialmente tra quelli piu' anziani e soprattutto tra le
donne.
Dobbiamo continuare i nostri sforzi affinche' giunga a loro la nostra
solidarieta' e fratellanza.
===
Intervento,
a nome del gruppo ZASTAVA Trieste, dell'Associazione "Non bombe ma
solo Caramelle" –ONLUS e del coordinamento RSU-CGIL,
svolto da Gilberto Vlaic all'assemblea dei lavoratori della Zastava di
Kragujevac il 18-12-2005 in occasione della consegna delle adozioni a
distanza
Carissime ragazze, carissimi ragazzi,
care lavoratrici e cari lavoratori,
care compagne e cari compagni,
vi porto il piu' caro e affettuoso saluto delle associazioni che qui
rappresentiamo:
il gruppo Zastava Trieste
il coordinamento delle Rappresentanze Sindacali Unitarie della CGIL
l'associazione Non bombe ma solo Caramelle
la COOP del nord-est.
Questi nostri incontri non sarebbero possibili se non ci fossero tante
famiglie italiane, tanti lavoratori che si sentono vostri fratelli e
che esprimono, con questa solidarieta' materiale, uno degli esempi piu'
belli e significativi dell'amicizia e della solidarieta'
internazionalista tra lavoratori di paesi diversi, uno dei migliori
esempi della fraternita' tra i popoli.
Vorrei prima di tutto esprimere la mia grande soddisfazione per i
risultati delle elezioni per il rinnovo dei delegati sindacali che si
sono tenute qui alla Zastava alcuni giorni fa, e che hanno visto il
nostro Sindacato raccogliere la fiducia della stragrande maggioranza
dei lavoratori.
Dico nostro sindacato perche' come sapete sono fiero ed orgoglioso di
avere in tasca la tessera di iscritto al Samostanli.
In questa occasione abbiamo con noi 167 quote di adozioni, di cui 2
nuove. In totale le adozioni nuove nel corso del 2005 sono state 23.
Come sapete abbiamo deciso con altre associazioni italiane di
sviluppare progetti che riescano a venire incontro a reali bisogni
sociali esistenti a Kragujevac.
Dopo il camion spedito a luglio, giovedi' scorso e' partito da Trieste
un altro camion che dovrebbe essere arrivato in dogana ieri; contiene
uno strumento per radiografie destinato al centro medico Zastava, 50
computers destinati a varie scuole, due sedie a rotelle e 160 scatoloni
di materiale vario. Credo che per febbraio saremo in grado di
effettuare un'altra spedizione
Dopo la caduta del muro di Berlino si parlava di un mondo di pace e di
progresso. Qualcuno avava persino detto che era finita la storia.
Da allora fino ad adesso abbiamo visto invece solo una crescita della
guerra e della violenza.
L'aggressione della NATO al vostro Paese nella primavera del 1999 ha
tragicamente inaugurato la stagione delle ingerenze umanitarie, guerre
preventive al terrorismo. esportazione della democrazia a suon di bombe
Tutto basato sulle piu' ignobili menzogne.
Tutto questo per conquistare le risorse del pianeta, per conquistare la
nostra capacita' di lavorare, riducendo alla miseria e alla fame interi
popoli, interi continenti.
Ma qualcosa sembra essersi inceppato nel meccanismo perverso di questa
violenza: gli Stati Uniti d'America e i loro alleati non riescono ad
uscire dal pantano in cui si sono cacciati in Iraq.
Come lavoratori dobbiamo essere assolutamente contrari a queste guerre
imperialiste, e dobbiamo opporci con tutte le nostre forze ad esse, non
solo perche' la guerra porta lutti e distruzioni, ma perche' sono
assolutamente contro i nostri interessi come classe sociale.
Benche' sia difficile, dobbiamo avere fiducia in noi stessi e nella
nostra forza; solo l'unita' dei lavoratori, al di la' di differenze
lingua, paese, religione ci permettera' di avere un mondo nuovo.
Una sola guerra noi possiamo concepire, ed e' la lotta di liberazione
dei popoli oppressi. E voi soprattutto dovete essere orgogliosi della
lotta di liberazione che sessanta anni fa, con le sole forze del vostro
popolo, libero' la Jugoslavia dall'oppressione nazi-fascista. Insegnate
queste cose ai vostri figli, perche' la memoria deve restare, contro
tutti i tentativi di revisonismo storico.
Vorrei dirvi ancora qualcosa sul mio Paese. Il governo che abbiamo sta
attaccando tutte le conquiste sociali ed economiche dei lavoratori
realizzate negli ultimi decenni. Sono sotto attacco la scuola e la
sanita' pubbliche, le
pensioni, il lavoro, i diritti sociali, specialmente quelli conquistati
dalle donne, come l'aborto e il divorzio. Ma la parte piu' cosciente
del Paese si ribella.
Vorrei a questo proposito citare una lunga e pesante lotta che sta
opponendo tutti gli abitanti di una valle delle Alpi al governo che
vuol far passare in quella valle una nuova linea ferroviaria tra
l'Italia e la Francia, con disastri ambientali e sanitari enormi.
Ebbene centomila persone, tutti gli abitanti, dai bambini agli anziani,
stanno lottando con forte determinazione, e resistono malgrado i
violenti attacchi della Polizia a cui sono sottoposti. A loro vorrei
mandare il nostro saluto e la nostra solidarieta'.
Termino rivolgendomi a tutte le ragazze e i ragazzi presenti. So che
molti di voi si scambiano lettere con i loro amici italiani. E' una
cosa molto importante perche' oltre a rafforzare i vincoli di amicizia,
permette di mantenere la conoscenza reale della vostra situazione.
Infatti nel mio Paese si parla poco di voi, molti sono convinti che vi
abbiamo portato democrazia, liberta' e benessere e che comunque la
vostra situazione e' migliorata dalla fine dell'aggressione; le vostre
parole a questo riguardo valgono piu' di mille dei nostri discorsi e
dibattiti.
Vogliate sempre bene ai vostri amici Italiani, come noi vogliamo bene a
voi.
SVE VAS VOLIM
Kragujevac, 18-12-2005
Note sul Gruppo Unione Difesa - Associazione nazionalista - ed altri
orrori della destra neofascista di Trieste.
Un dossier a cura de La Nuova Alabarda (Trieste) -
http://www.nuovaalabarda.org/
Il file formato Word è scaricabile alla pagina:
https://www.cnj.it/documentazione/nogud.doc
Harold Pinter, a friend of Yugoslavia
1. LINKS: the Nobel Prize speech
2. Some 1999 texts about NATO aggression against Yugoslavia
=== 1 ===
--- ITALIANO
Il Premio Nobel a Harold Pinter: il discorso di accettazione
Fonte: Garzanti Libri
http://www.garzantilibri.it/default.php?page=news&NEWSID=432
l'Unità online-Il discorso di Pinter al Nobel...
http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&topic_id=46182
H. Pinter Premio Nobel “Resistente” e antimperialista
http://www.resistenze.org/sito/te/cu/po/cupo5l18.htm
Si veda anche:
[icdsm-italia] Harold Pinter, amico della Jugoslavia, Premio Nobel...
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4592
ed i link ivi indicati
--- FRANCAIS
Harold Pinter - Discours de réception du Prix Nobel
Art, vérité et politique. Le grand écrivain pourfend les crimes de Bush
et Blair
http://www.michelcollon.info/articles.php?dateaccess=2005-12-
12%2013:17:58&log=invites
--- DEUTSCH
Nobelpreis-Rede: Harold Pinter attackiert die USA
Invasion im Irak sei ein "Akt von unverhohlenem Staatsterrorismus",
100.000 Tote für Bush und Blair eine "bedeutungslose Lappalie"
Kompletter Redetext: Nobelvorlesung - 7. Dezember 2005
http://www.svenskaakademien.se/litiuminformation/site/
page.asp?Page=3&IncPage=1082&Destination=158
http://nobelprize.org/literature/laureates/2005/pinter-lecture-g.html
--- ENGLISH
Art, Truth and Politics
(Harold Pinter)
This is the text of the lecture to be given by Harold Pinter when he
receives the 2005 Nobel Prize for literature on Saturday. Forbidden by
doctors from going to Stockholm to receive the £720,000 prize, the
ailing playwright and poet has delivered his speech by video. (...) The
invasion of Iraq was a bandit act, an act of blatant state terrorism,
demonstrating absolute contempt for the concept of international law.
The invasion was an arbitrary military action inspired by a series of
lies upon lies and gross manipulation of the media and therefore of the
public; an act intended to consolidate American military and economic
control of the Middle East masquerading – as a last resort – all other
justifications having failed to justify themselves – as liberation. A
formidable assertion of military force responsible for the death and
mutilation of thousands and thousands of innocent people...
http://www.uruknet.info/?s1=1&p=18526&s2=09
Harold Pinter’s Nobel Prize speech: a brave artist speaks the truth
about US imperialism
(Barry Grey, WSWS)
British playwright Harold Pinter, this year’s Nobel laureate for
literature, delivered a passionate, truthful and courageous acceptance
speech to the Swedish Academy on Wednesday. The renowned author of such
plays as The Homecoming and The Caretaker, Pinter has spoken out
tirelessly and powerfully against the war in Iraq and the depredations
of American imperialism in the Balkans, Central America and elsewhere
that preceded it...
http://www.uruknet.com/?s1=1&p=18582&s2=10
---
Harold Pinter
His official website:
http://www.haroldpinter.org/home/index.shtml
The ailing author's moving and powerful Nobel lecture on Art, Truth and
Politics:
http://nobelprize.org/literature/laureates/2005/pinter-lecture-e.html
In Swedish:
http://nobelprize.org/literature/laureates/2005/pinter-lecture-s.html
Here is what Michael Billington, the Guardian's theatre critic wrote
about Pinter's lecture:
"This was a man delivering an attack on American foreign policy, and
Britain's subscription to it, with a controlled anger and a deadly
irony. And, paradoxically, it reminded us why Pinter is such a
formidable dramatist. He used every weapon in his theatrical technique
to reinforce his message. And, by the end, it was as if Pinter himself
had been physically recharged by the moral duty to express his
innermost feelings."
http://books.guardian.co.uk/news/articles/0,,1661931,00.html
(Source: TFF)
=== 2 ===
--- In yugoslaviainfo @yahoogroups.com, Rick Rozoff wrote:
http://news.bbc.co.uk/1/hi/entertainment/357999.stm
BBC News
June 1, 1999
Harold Pinter takes on Nato
One of the UK's most important playwrights, Harold
Pinter has challenged audiences around the world since
his play The Birthday Party first hit London in 1958.
He has become increasingly outspoken about the issues
of the day and now talks to BBC HARDtalk about his
current concerns over the Kosovo crisis.
"This Nato action is not only illegal, immoral, and
also crazy and infantile, it will achieve absolutely
nothing," says Harold Pinter.
The playwright, who describes himself as "a bit of an
old warrior", has been speaking out on human rights
issues since the overthrow of Chile's President
Allende back in the 1970s, and how he is standing his
ground over the crisis in the Balkans.
Angry at Nato's intervention, Pinter claims "the
plight of the Kosovo people is irrelevant to the US
and the UK".
Instead he says the two nations are more interested in
"domination and assertion of power", and are pursuing
a course which will "only agravate the misery and the
horror and devastate the country".
Such outspoken views have seen Pinter attacked by the
British press, but he remains determined to have his
say.
"I live in a very hostile press world because I speak
my mind," he says. "The tradition for artists in
Britain is to shut up and write."
But Pinter feels that as British citizen he has an
"obligation" to speak out about the bombing, "Not as
an artist, but as a man," he adds.
....
------------------------------------------------------
http://www.haroldpinter.org/politics/politics_serbia.shtml
Harold Pinter.org
The Guardian
June 7, 1999
Audrey Gillan
The playwright Harold Pinter told an anti-war
demonstration that he was ashamed to be British
because of Nato's bombing of Yugoslavia.
At the gathering of more than 6,000 marchers in a park
next to the Imperial War Museum in London on Saturday,
he described the current peace talks as a sham, and
claimed that the war had been totally unwarranted.
Standing in the shadow of the two l5 inch naval guns
that sit at the entrance to the museum, the playwright
threw his words out like stones, each of them aimed at
the Labour government.
'I am sure those people here today who voted the
Labour party into power share the same feeling - a
deep sense of shame, the shame of being British.
'Little did we think two years ago that we had elected
a government which would take a leading role in what
is essentially a criminal act, showing total contempt
for the United Nations and international law."
Pinter said Britain's leaders had been engaging in
despicable hypocrisy, and he contrasted Tony Blair's
calling the nail bombing of a bar in Old Compton
Street, Soho, "barbaric", with his defending the
cluster bombs dropped on Yugoslavia as "civilization
against barbarism".
These clusterbombs cut children to pieces and this is
an act which takes place 15,000ft 'under 'those brave
bombers. An act which Mr Blair, with his moralistic
Christianity applauds," Pinter said.
"Let us face the truth. The truth is that neither
Clinton nor Blair gives a damn about the Kosovar
Albanians. This action has been yet another blatant
and brutal assertion of US power using Nato as its
missile. It set out to consolidate one thing -
American domination of Europe. This must be fully
recognised and it must be resisted."
The march, which began at the Embankment, had been
organised by the Committee for Peace in the Balkans
before the peace talks began.
The organisers went ahead with the protest because
they said it was 'obscene" that the bombing was
continuing.
Carrying anti-Nato flags, target placards and crosses
with the name of the civilian dead in Serbia and
Kosovo, as well as trade unions, banners, the marchers
chanted anti-war slogans and demanded that money be
spent on welfare rather than warfare.
The march coincided with a number of other anti-war
marches around the world, including one outside the
Pentagon in Washington, which sent messages of
support.
A rally in Glasgow was addressed by the Labour MP for
Linlithgow Tam Dalyell, Alice Mahon the Labour MP for
Halifax, told the London crowd that the real US
objective in the war was the occupation of Yugoslavia,
a country which had "resisted 72 days of criminal
bombardment".
She said that what she had learned was that Nato could
now destroy any country from l0,000ft in the air and
the only way smaller countries could defend themselves
would be to obtain nuclear weapons.
The Committee for Peace in the Balkans intends to
continue its work when the bombing has stopped," she
said. "We are not going to stop until justice is done.
Comment in Socialist Review
June 1999
When the bomb went off in Old Compton Street, Mr Blair
described it as a barbaric act. When cluster bombs go
off in Serbian marketplaces, cutting children into
pieces, we are told that such an act is being taken on
behalf of 'civilisation against barbarism'.
Mr Blair is clearly having a wonderful time. But if
Britain remains America's poodle, she is now a vicious
and demented poodle.
The Nato action is in breach of its own charter and
outside all recognised parameters of international
law. Nato is destroying the infrastructure of a
sovereign state, murdering hundreds of civilians,
creating widespread misery and desolation, and doing
immeasurable damage to the environment.
Underneath the demonisation and the hysteria, there is
an agenda. What is it? It is certainly not what it
purports to be.
Neither Clinton nor Blair gives a damn about the
Kosovan Albanians, despite their tears. This action is
yet another brutal and blatant assertion of US power,
using Nato as its missile.
This "new aggressive" Nato is helping to fulfil one
thing and one thing only-American domination of
Europe. The true danger to world peace is not former
Yugoslavia, but the United States.
--- End forwarded message ---
occidentali non ne parlano (ANSA Balcani non riporta la notizia) e la
"indipendenza" sarà comunque garantita, dall'imperialismo USA-UE, come
premio per questi terroristi e tagliatori di teste ... ]
From: Rick Rozoff
To: yugoslaviainfo @ yahoogroups.com
http://www.b92.net/english/news/index.php?order=priority
FoNet, Beta (Serbia and Montenegro)
DEcember 26, 2005
Attacks leave two injured in Kosovo
KOSOVSKA MITROVICA – Dejan Maksimovic and Branislav
Antovic where injured in two armed attacks in Kosovska
Mitrovica late last night.
An unidentified shooter fired through the window the
Maksimovic family home and wounded Dejan Maksimovic’s
leg. The attacker fled from the scene and no one else
was injured.
In the second incident, Branislav Antovic was shot
several times while working the overnight security
shift at the Vodovod Ibar public parking grounds, and
was taken to the Kosovska Mitrovica Hospital where
doctors operated on him last night. Maksimovic is
receiving treatment at the hospital as well.
“Antovic was shot twice in the stomach, several of his
internal organs were damaged and he was bleeding
heavily. A four hour operation was done and he is
currently is stable but critical condition. Dejan
Maksimovic was shot in the shin. The injuries are
serious, but he is stable.” Milan Ivanovic, deputy
director of the Kosovska Mitrovica Hospital, said.
Maksimovic told Beta that the attacker shot at him
from the terrace of his own apartment. He said that he
was watching television in the room in which his
parents were sleeping.
“I heard steps and sounds coming from the terrace and
went out to see what it was. I saw a silhouette of a
person holding something in their hands. I could not
see anything in the dark. I then went back towards the
room and heard the shots.” Maksimovic said.
The police have yet to give a statement regarding the
attacks and investigations are ongoing.
Violence “will not be tolerated”
US Office Chief in Pristina, Philip Goldberg, said
that disorder or violence in any form will not be
tolerated in Kosovo.
“We are clear in the principles which the Contact
Group has introduced when Kosovo is in question, and
NATO, along with the international and Kosovo police
forces, will do everything to prevent any eventual
violence in Kosovo.” Goldberg said, adding that
“Absolute security cannot be guaranteed in the US,
much less in Kosovo.”
A message to the Serbs
Goran Bogdanovic, member of Belgrade’s Kosovo status
discussion team, has condemned the attacks and said
that they represent a message that Serbs are not
wanted in this Kosovo city.
“I am not going to prejudge who could be responsible
for the attacks while the police and institutions have
yet to make any official statements, but there are
many indications as to where the attacks could be
coming from. We know who has pointed fingers at
Kosovska Mitrovica thus far. We know who has, on
several occasions, tried to cross into northern
Kosovska Mitrovica from the southern region, and last
night’s attack is just another attempt to try and
destabilize the only larger city in Kosovo where there
are still Serbs living and has remained multi-ethnic.”
Bogdanovic said, keeping his statement ambiguous.
He said that last night’s attacks, other more recent
attacks on Serbs in Strpac, the turning off of
electricity going to Serbian villages in Kosovo, all
have one goal in mind; to demoralize the Serbian
community and get them thinking about leaving,
coincidentally, at the same time that discussions for
the future status of Kosovo are set to begin.
-----------------------------------------------------------------
http://www.focus-fen.net/index.php?catid=144&newsid=79388&ch=0
Focus News Agency (Bulgaria)
December 26, 2005
RIA Novosti: Kosovska Mitrovica Saw Another Act of Violence against
Serbs
Belgrade - A rally will be held Tuesday in the
northern region of Kosovska Mitrovica inhabited by
Serbs in Kosovo, in protest against the armed assault
on two citizens of Serbian nationality, RIA Novosti
reports.
The rally will be called under the motto ‘Against
Albanian terror and violence on Serbs’.
The occasion that has led to the calling of the
protest is the assault against two Serbs – Dejan
Maksimovic and Branislav Antonovic by unknown
attackers, as a result of which both of them have been
left with heavy gunfire wounds.
After a surgical intervention the condition of one of
the victims remains endangered.
The local police are investigating the case.
http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/56164
Un sunto in lingua italiana si può leggere qui:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4662 ]
http://www.german-foreign-policy.com/fr/fulltext/55827
Mettre en ordre à temps
16/12/2005
SARAJEWO/MAYEN (Compte-rendu de la rédaction) - Des opérations
psychologiques d'une unité de propagande de la Bundeswehr (armée
allemande) provoquent des rivalités entre les forces d'occupation
européennes. Les troupes étrangères entretiennent des unités spéciales
pour des informations ouvertes (« blanches ») et secrètes (« noires »).
Le but est de stabiliser le régime d'occupation qui vient d'être mis
sous l'autorité d'un ancien ministre allemand - Christian
Schwarz-Schilling. Cet expert des médias a été membre de conseils
d'administration de plusieurs entreprises douteuses et veut soumettre
"les slaves" aux "principes européens". Parmi ces principes il
semblerait qu'on compte aussi le partage des prébendes gérées par
Schwarz-Schilling: L'armée britannique vient en effet de demander le
retrait des soldats allemands des postes dirigeants qu'ils occupent
dans ces opérations psychologiques contre la population bosniaque - des
perspectives géopolitiques sont en jeu. Ces disputes menacent les
projets de médias - dirigés par l'armée - qui comptent parmi ceux qui
ont le plus de succès en Bosnie-Herzégovine.
Attitude positive
La pomme de discorde qui divise les puissances d'occupation d'EUFOR est
la "branche d'opérations psychologiques" (PsyOps), qui dirige les
mesures psychologiques. On attribue à ces campagnes PsyOps une grande
importance pour le maintien du statut d'occupation de la
Bosnie-Herzégovine. Comme la Bundeswehr vient de le communiquer, un des
buts des campagnes PsyOps est de créer une "attitude positive (...)
dans la population" en faveur des armées d'occupation. Leurs "actions"
dans le pays auraient aussi besoin du "soutien" offert par les mesures
de propagande militaires [1], pour pouvoir détecter et réprimer toute
résistance avant qu'elle ne prenne de l'ampleur.
Détection rapide
L'unité Psy-Ops en Bosnie-Herzégovine est considérée comme ayant
beaucoup de succès, elle dispose entre autre de ses propres journaux et
magazines ainsi que de la station de radio "Radio Mir", qui est une des
plus connues du pays. Les médias PsyOps s'orientent à des "études de
marché", qui sont basées sur des enquêtes sur la population bosniaque
faites par des soldats d'occupation habillés en civil. "Les résultats
ont une influence sur les campagnes (de PsyOps) et on détecte plus tôt
d'éventuels problèmes dans le pays", déclare un soldat allemand de la
section d'analyse de PsyOps.[2] Des informations partielles des
militaires sont aussi mises à la disposition de la mission policière de
l'Union européenne.
Direction de la campagne
Dans la "Branche d'opérations psychologiques" les soldats de la
Bundeswehr de la "troupe pour des informations opératives" (OpInfo,
Mayen, Rhénanie-Palatinat) ont le plus d'influence. Ainsi un soldat
allemand est le rédacteur en chef du titre phare de PsyOps, le magazine
pour les jeunes "Mirko", qui avec un tirage de 160000 exemplaires est
le magazine le mieux vendu en Bosnie-Herzégovine. Presque tous les
jeunes de Bosnie-Herzégovine le connaîtraient et 75% d'entre eux
seraient "très satisfait de Mirko, d'après les résultats d'un sondage",
a déclaré la Bundeswehr.[3] Une analyse des activités de PsyOps révèle
que chaque numéro de ce magazine a servi "à soutenir les objectifs des
campagnes PsyOps". Le magazine serait « un excellent moyen pour établir
un dialogue entre les équipes tactiques de PsyOps et la population
adulte de la Bosnie - à travers les intérêts de leurs enfants.[4]
PSK
Les qualités de guerre psychologique allemande ont une réputation
internationale depuis que la Wehrmacht Nazie équipait, lors de la
seconde guerre mondiale, ses compagnies de propagande (PK) de moyens
techniques et scientifiques.[5] L'infiltration subversive par des
médias de tous genres était souvent fatal pour les forces de résistance
dans l'Europe occupée.[6] Les unités psychologiques nazies arrivaient à
attiser des conflits ethniques, à recruter des travailleurs étrangers
avec des fausses promesses où à inciter des soldats ennemis à la
désertion. Berlin consacrait une partie du travail des PK à la
propagande de haine antisémite, ce qui coûtait la vie à des centaines
de milliers de juifs. Seulement quelques années après la fin de la
guerre des spécialistes PK survivants mirent leur savoir-faire à la
disposition des unités psychologiques de la Bundeswehr. Des antisémites
notoires du "Reichssicherheitshauptamt", qui avaient aussi appelé à
tuer des officiers soviétiques, travaillaient par la suite pour la
"section de guerre psychologique" ("Psychologische Kriegführung", PSK),
dans l'Allemagne d'après-guerre. Autrefois comme aujourd'hui, les
centrales Psy-War sont installées dans la région de Mayen
(Rhénanie-Palatinat).
Rivalités entre occupants
Les missions psychologiques de la Bundeswehr, qui sont de plus en plus
raffinés, et qui ont même occasionnés des écoutes et des surveillances
en Allemagne même, comptent après la guerre de l'OTAN contre la
Yougoslavie, parmi les plus performantes de l'alliance atlantique. Pour
assurer le succès de PsyOps dans le long terme, aussi après un possible
retrait des troupes, il était prévu de transférer l'appareil militaire
des médias à une gestion civile. Ceci a provoqué des disputes entre les
participants. La Grande-Bretagne demande d'avoir plus d'influence et
menace de tout bloquer: Au cas où les Allemands ne seraient pas près à
un compromis, les opérations médiatiques ("Influence sur la
population") pourraient être bloquées par Londres et ainsi ne pas
apporter à Berlin les effets escomptés.[7]
Dépôt de bilan
En même temps que Berlin et Londres se disputent, Christian
Schwarz-Schilling devient le nouveau "Haut Représentant" du
protectorat. L'ancien ministre allemand de la poste et des
télécommunications a été, après son départ en retraite, membre de
plusieurs conseils d'administration d'entreprises qui lui ont versé des
honoraires de plusieurs centaines de milliers d'Euro et qui par la
suite ont dû déposer leur bilan (Aubis, Gigabell).[8] Selon l'opinion
de la presse économique allemande, l'affaire de l'entreprise Gigabell
ne donne pas une très bonne image de son conseil d'administration. Le
président du conseil d'administration de Gigabell était Christian
Schwarz-Schilling.[9]
Juste le moment
M. Schwarz-Schilling est d'avis que "sur les Balkans" vivent "les
slaves" qui y côtoient "sur un espace très étroit" des "descendants des
turcs et des hongrois etc.". "C'est vraiment un chaudron bouillonnant,
si on ne le remet pas en ordre", pense le nouveau représentant de l'UE
et conseille de "vraiment introduire là-bas des valeurs européennes,
des principes européens". Au cas ou "les Balkans" ne devraient pas
accepter leurs "perspectives de vie" ("nécessité absolue"), la région
risquerait de devenir une "zone de transit pour la contrebande, la
mafia, des bandes militaires etc., comme on peut déjà l'observer en
Amérique du Sud. Cela arrivera, si on ne remet pas tout en ordre à
temps. Maintenant est juste le moment pour le faire. Il faut en
profiter".[10]
[1] Medien für Bosnien-Herzegowina;
www.streitkraeftebasis.de/C1256C290043532F/
FrameDocName/r_medien_fuer_bosnien_herzegowina. Voir aussi Aufklärung
[http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/
50814?PHPSESSID=l5tiv2kckr0j3kdapb0nvs26n3]
[2] "PsyOps" wendet sich mit Botschaften an die einheimische
Bevölkerung; www.deutschesheer.de/redaktionen/heer/internet/
Contentbase2.nsf/docname/DECF603BDA064A1BC1256E67002FB889
[3] Medien für Bosnien-Herzegowina;
www.streitkraeftebasis.de/C1256C290043532F/
FrameDocName/r_medien_fuer_bosnien_herzegowina
[4] PSYOP C2W Information Operations in Bosnia;
www.iwar.org.uk/psyops/resources/bosnia/psyopc2w.htm. "Face to Face
Kommunikation erfolgt landesweit durch eine Vielzahl von EUFOR
Verteilertrupps und hat sich außerordentlich bewährt für die Gewinnung
von Informationen oder bei der Durchführung von Befragung. Als Einstieg
in die Kontaktaufnahme mit der Bevölkerung dienen den Soldaten
erfolgreiche Magazine wie die MIRKO, die in vier Sprachen für die
Kinder des Landes produziert wird." Europa steht für Frieden;
www.operative-information.de/einsatz/eufor.html
[5] Ortwin Buchbender: Das tönende Erz. Deutsche Propaganda gegen die
Rote Armee im Zweiten Weltkrieg, Stuttgart 1978
[6] Ortwin Buchbender et al.: Geheimsender gegen Frankreich. Die
Täuschungsoperation "Radio Humanité"
[7] Radiokrieg auf dem Balkan; Die Welt 07.12.2005
[8] Mysteriöser Tod eines Kronzeugen; Das Parlament 29.11.2004
[9] Schlamperei beim insolventen Provider Gigabell; heise news
21.09.2000
[10] Christian Schwarz-Schilling im Gespräch; BR alpha 22.11.2005
voir aussi Deutsche Ausstattung für Grenzschutz in Bosnien-Herzegowina
[http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/
25052?PHPSESSID=l5tiv2kckr0j3kdapb0nvs26n3], "Wie im Protektorat"
[http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/
37644?PHPSESSID=l5tiv2kckr0j3kdapb0nvs26n3] et Kriegsrendite
[http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/
55508?PHPSESSID=l5tiv2kckr0j3kdapb0nvs26n3]
© Informationen zur Deutschen Außenpolitik
info @ german-foreign-policy.com
Da: Marco Cervino
Data: Gio 22 dic 2005 16:01:27 Europe/Rome
A: scienzaepace @...
"I am a shameless agitator" diceva una spilletta di una gentile
"critical masser" newyorkese.
In realta', assieme a due altri falsi bike-riders, era infiltrata della
polizia, per meglio procedere agli arresti dei veri "criticals" durante
la manifestazione di A29, a NYC.
E' tutto on-line, video compreso (con commento audio che ricorda per
stile "la vita del salmone norvegese di fiume"..) sul sito del NYTimes.
Strana gente davvero...
http://www.nytimes.com/2005/12/22/nyregion/
22police.html?hp&ex=1135314000&en=10dca8926beae1ec&ei=5094&partner=homep
age
E PRO MEMORIA PER IL MOVIMENTO CONTRO LA GUERRA
PER IL NUOVO ANNO
Con il nuovo anno, la partita contro la guerra in Iraq e nel Medio
Oriente rimane ancora tutta aperta.
Al momento le aspettative per il ritiro immediato delle truppe italiane
restano disattese sia dal governo di destra in carica che dalla
coalizione di centro-sinistra che si candida a sostituirlo. Fino ad ora
segnali di inversione di tendenza non se ne vedono. Ciò rende ancora
più decisiva l’iniziativa del movimento contro la guerra e la sua piena
autonomia dal quadro politico esistente.
Il Comitato nazionale per il ritiro dei militari italiani dall’Iraq, in
venti mesi di attività ha posto dentro il movimento questioni,
iniziative e obiettivi in parte coincidenti e in parte dissonanti.
Nei prossimi mesi le realtà politiche, associative, informative che
hanno dato vita al Comitato per il ritiro dei militari dall’Iraq,
saranno chiamate a portare il loro contributo sia sugli appuntamenti
che il Comitato si è già dato autonomamente sia negli appuntamenti
unitari con le altre realtà del movimento contro la guerra.
1) Segnaliamo per il mese di gennaio l’appuntamento per il forum su
“Informazione, ideologia, guerra” che stiamo organizzando per sabato 28
gennaio a Roma. A questo appuntamento parteciperanno giornalisti,
mediattivisti e realtà del movimento contro la guerra. Il terreno
dell’informazione ci sembra decisivo per lo sviluppo e l’autonomia del
movimento. La lotta contro quello che viene definito lo “tsunami
informativo” davanti al quale tentennano e capitolano in molti, è in
realtà una battaglia che individua nelle scelte politiche l’origine e
non la conseguenza della disinformazione. L’autonomia del movimento
diventa quindi decisiva sia per delineare alternative alle scelte della
politica sia per resistere allo tsunami informativo. Tra l’altro
l’ipoteca rappresentata dalla minaccia di attentati in Italia e la sua
strumentalizzazione, deve vedere il movimento affrontare e chiarire per
tempo le valutazioni da dare e le iniziative da prendere. Non sarà una
discussione semplice ma riteniamo che vada fatta.
2) Gli altri appuntamenti di gennaio riguardano la gestione sul
territorio nazionale delle due proposte di legge presentato dal
deputato Mauro Bulgarelli sul referendum contro la presenza di armi,
siti e porti nucleari nelle basi militari straniere in Italia e per la
desecretazione sui documenti di Stato degli ultimi venticinque anni.
Una prima iniziativa c’è già stata a Cesena (dove c’è la base militare
di Pisignano) mentre altre due sono in cantiere per gennaio in Toscana
(Camp Darby) e in Sicilia (Sigonella). La vicenda della base della
Maddalena in Sardegna è un incoraggiamento importante che ha portato la
vicenda delle basi militari nell’agenda politica nazionale.
2) A tale proposito, sarebbe utile verificare la possibilità di fare il
3 febbraio (anniversario della strage del Cermis) una giornata di
“pressing” con dei SIT IN (anche non in numerosissimi ma chiari nei
cartelli e nei volantini) sotto le sedi delle regioni che ospitano le
basi militari. Si può cominciare nelle regioni dove l’attività è stata
già avviata e cercare di coinvolgere le regioni dove ancora non ci sono
realtà in movimento.
3) Per il 18 febbraio è stata convocata dalle reti impegnate
storicamente sulla Palestina una manifestazione nazionale a Roma. Il
Comitato deve sentirsi impegnato a dare il massimo contributo alla
riuscita di questa manifestazione si solidarietà con la lotta del
popolo palestinese.. Non solo perché abbiamo sempre sostenuto che la
situazione di Iraq e Palestina sono strettamente collegate, ma anche
perché tra gli obiettivi della manifestazione c’è anche la richiesta di
revoca dell’accordo di cooperazione militare Italia-Israele che,
insieme al ritiro delle truppe dall’Iraq, rappresenta il banco di prova
del prossimo governo sulle scelte di politica estera e militare. Su
questo è stata comunque convocata una seconda riunione nazionale il 15
gennaio a Firenze.
4) La manifestazione del 18 marzo contro la guerra. Su quella data e
sul fatto che ci debba essere una grande manifestazione – tra l’altro
coordinata a livello internazionale – non possono esserci dubbi. Come è
noto ci sono settori del movimento (la maggioranza del PRC ma non solo)
che preferirebbe rinviarla a dopo le elezioni, mentre sulla
piattaforma, le proposte fino ad oggi in discussione tendono ad
escludere il punto del riconoscimento e sostegno della Resistenza
popolare contro l’occupazione militare dell’Iraq. Ciò sarebbe un
arretramento rispetto alla manifestazione nazionale del 19 marzo 2005
che invece – e finalmente – su questo aveva rotto gli indugi schierando
il movimento contro la guerra al fianco della Resistenza irachena. Un
passaggio della discussione sulla manifestazione è l’assemblea
nazionale prevista per l’11 febbraio a Firenze convocata da diverse
(non tutte) le realtà del movimento no war (Bastaguerra, Arci, Un Ponte
per etc.). Riteniamo che in quella sede vada ribadito che la
manifestazione del 18 marzo va fatta e su una piattaforma più avanzata
possibile.
Un altro passaggio verso la manifestazione sarà l’assemblea generale
dei movimenti sociali che, inizialmente prevista per metà gennaio,
subirà uno slittamento a febbraio a causa delle mobilitazioni in corso
(TAV, carovita, reddito acqua etc.). In quella sede la scadenza del 18
marzo come data della manifestazione nazionale ed internazionale contro
la guerra verrà ribadita con forza.
5) Infine, ma non per importanza, il 9 aprile sapremo con quale governo
dovremo fare i conti nei prossimi anni. I primi cinquanta giorni
saranno sufficienti per capire che aria tira sull’agenda relativa alla
guerra, al ritiro delle truppe dall’Iraq, alla revoca dell’accordo di
cooperazione militare con Israele, alle scelte di politica militare ed
internazionale. La data del 2 giugno torna così ad essere un
appuntamento significativo per verificare o meno la discontinuità con
il governo della guerra. Le manganellate della polizia alla
manifestazione del 2 giugno del 2005 hanno persuaso molti che la festa
della Repubblica non può legittimare le politiche belliciste e la
cultura militarista del nostro paese.
Con questo promemoria di proposte e appuntamenti cogliamo l’occasione
per fare gli auguri per il nuovo anno a tutte e a tutti gli attivisti
del movimento contro la guerra, con la speranza che il 2006 porti il
nostro paese fuori da ogni complicità con la guerra e l’oppressione di
altri popoli.
Dicembre 2005
Il Comitato nazionale per il ritiro dei militari italiani dall’Iraq
Info: viadalliraqora@...
----------------------------------------
Informazione-ideologia-guerra
Un momento di confronto nel movimento nowar con il mondo
dell’informazione
Forum
Roma, 28 gennaio, ore 10.00-18.00
(centro congressi Cavour, via Cavour 50/A)
Partecipano:
Giulietto Chiesa, Maurizio Torrealta, Alberto Burgio, Umberto Zona,
Paolo Serventi Longhi, Vladimiro Giacchè, Jurgen Elsaesser, Antonello
Petrillo, Stefano Chiarini, Maurizio Musolino, Sergio Cararo, Roberto
Taddeo, Valter Lorenzi, mediattivisti e attivisti del movimento contro
la guerra. Altri relatori devono ancora confermare.
Sul piano dei mezzi di comunicazione di massa, spesso anche nel
movimento e nella sinistra c’è una posizione consolatoria e remissiva.
Ci si lamenta della disinformazione e si addebita a questa molte che
invece sono responsabilità della “politica”
La questione che sta emergendo non è solo quella delle menzogne di
guerra, sulle quali si è rivelata una contraddizione/debolezza politica
di gestione dei governi della guerra e della informazione “arruolata”.
Sulla guerra questo atteggiamento è contraddetto ad esempio
dall’orientamento maggioritario dell’opinione pubblica che, nonostante
la informazione “embedded”, si schiera contro la guerra e vuole il
ritiro delle truppe (vedi gli USA ma anche l’Italia e la Gran
Bretagna). Non solo. La straordinaria socializzazione del video sulla
strage di Falluja trasmesso da RAI News e ritrasmesso in centinaia di
assemblee locali, ha incontrato un'accoglienza superiore alle
aspettative. Il problema dunque è la politica e non l’informazione.
Nel nostro paese esiste ed opera un sistema di guerra bipartizan che
sta lavorando per mantenere la presenza militare straniera in Iraq, ha
abbondantemente metabolizzato la guerra contro la Jugoslavia, sta
metabolizzando la preparazione e la gestione di nuove possibili guerre
contro l’Iran e la Siria, sta sperimentando una “operazione umanitaria”
in Darfur e dopodomani chissà dove. Su tutto grava poi la
consapevolezza del rischio di uno scenario londinese o madrileno anche
in Italia. Le reazioni – come è noto – sono state diverse. Positive nel
caso spagnolo, devastanti per il movimento contro la guerra in Gran
Bretagna. Sulla capacità del movimento di giocare d’anticipo su questi
scenari, possiamo anche noi sperimentare una capacità di autonomia,
resistenza e contrattacco politico sul piano dell’informazione che
inchiodi il governo della guerra (e i suoi alleati nell’opposizione)
alle proprie responsabilità.
Il clima di repressione preventiva e di islamofobia manipola la realtà
e mobilita la paura. La caccia all’islamico sta occultando il fatto che
le uniche stragi in Italia fino ad oggi non le hanno compiute gli
islamici ma uomini “battezzati” e legati in gran parte agli USA. Che
fine ha fatto ad esempio la recente inchiesta sulla DSSA, la polizia
parallela che ha invocato il segreto NATO? I due agenti speciali
inglesi "beccati" a Bassora con l’auto piena di armi ed esplosivi
offrono un’altra versione degli attentati nei mercati iracheni? Quanto
c’è da scavare sulla politica degli attentati? Come mai nessuno si
prende la briga di andare più a fondo e si accontenta di una chiave di
lettura che al massimo arriva alla semplificazione della “spirale
guerra-terrorismo”?
Dobbiamo cominciare a delineare una strategia di attacco dei movimenti
sul piano dell’informazione.
a) Il primo problema è l’autonomia critica rispetto a quello che ci
viene propinato. In tal senso, partendo dall’assunto che “tutto quello
che ci dicono è falso", spetta a loro (i guerrafondai) dimostrare il
contrario. Questo implica un livello alto di autonomia e alterità nel
rapporto con l’informazione, propedeutico alla ricerca ed alla
circolazione di fonti di informazione alternative a quelle esistenti ma
che diventano “consolatorie” e insufficenti se non precedute da una
rottura netta con l’informazione ufficiale.
b) Il secondo problema attiene alla resistenza contro quello che
Giulietto Chiesa definisce lo “tsunami informativo”. Anche qui è la
politica che decide. Allo tsunami si resiste o ci si lascia trascinare
sulla base del posizionamento politico. Fassino, per fare un esempio –
accreditando la legittimità delle elezioni irachene e le sue
percentuali – non è stato una vittima dello tsunami informativo ma se
ne è collocato al suo epicentro sulla base di una riflessione e una
posizione politica.
Il forum che intendiamo promuovere, intende essere un momento alto di
confronto tra movimento contro la guerra e quei pezzi del mondo
dell’informazione più avanzati ed autonomi, sia per delineare
un’alleanza importante sia per cominciare a fornire alcuni strumenti di
crescita culturale e politica dell’autonomia dei movimenti stessi.
Comitato nazionale per il ritiro dei militari italiani dall'Iraq
di Claudio Grassi
(Liberazione del 17/12/2005)
La Repubblica Ceca minaccia di rendere illegale l'Unione comunista
della gioventù. Ma il vero obiettivo è il pc di Boemia e Moravia,
seconda forza politica del paese
"Vi scriviamo per informarvi dell'ultimo attacco del potere dello
Stato contro l'Unione Comunista della Gioventù (Ksm) e contro il
movimento comunista in generale»: così inizia un appello della
gioventù comunista, pervenuto in questi giorni dalla Repubblica Ceca.
Il testo prosegue denunciando l'iniziativa del ministro degli Interni
dello stesso Paese che, sulla base di un rilievo pretestuoso (lo
sconfinamento contra legem dell'attività dell'associazione entro
finalità di competenza dei partiti), minaccia di rendere illegale il
Ksm a partire dal prossimo 31 dicembre 2005. Si tratta di un fatto
gravissimo, i cui effetti politici esorbiterebbero dai confini della
Repubblica Ceca per investire le responsabilità dell'intero continente
europeo: è evidente che l'Europa non potrebbe chiamarsi fuori da una
vicenda che incrina pesantemente il profilo democratico di uno Stato
ad essa così strettamente omogeneo per cultura e istituzioni.
Sul piano tecnico-formale, la strumentalità di tale intervento è
palese: il campo d'azione del Ksm non differisceinfatti da quello di
altre organizzazioni giovanili che operano nella Repubblica Ceca
(Giovani Conservatori, Giovani Socialdemocratici, Giovani
Cristiano-Democratici ecc.). Il punto vero è che il Ksm fa riferimento
ad un partito comunista - il Partito Comunista di Boemia e Moravia
(Kscm) - che nel suo Paese raccoglie un quarto dei voti
dell'elettorato, attestandosi asecondo partito dell'arco parlamentare,
ed è di fatto uno dei più forti partiti comunisti d'Europa.
L'obiettivo dunque di tale censura giuridica sono i comunisti in
quanto tali; ed essa si inserisce nel quadro di un piano di
criminalizzazione dei comunisti. Al riguardo, le notizie contenute
nell'appello e quelle riportate dalle recenti agenzie di stampa sono
più che preoccupanti. Nell'ultimo anno si èinfatti intensificata una
feroce campagna tesa a porre all'indice le idee e il movimento dei
comunisti nonché la stessa parola "comunista", fino a rendere illegale
l'uso stesso dei simboli della falce e del martello: questo è stato il
fine dichiarato di una petizione lanciata da due senatori di destra
(dal significativo titolo "Aboliamo i comunisti"), la quale ha aperto
la strada ad una proposta di legge, già in discussione nel Parlamento
ceco, che - mettendo il comunismo sullo stesso piano del nazi-fascismo
- ne condanna qualunque eredità ed attuale operatività politica. Va
ricordato che Vaclav Havel aveva già emanato nel 2000 una legge,
peraltro rimasta non operativa, in cui erano dichiarate illegali
quelle forze politiche che mirassero a rivolgimenti rivoluzionari di
carattere nazista o comunista.
In un tale clima da crociata maccartista, non sorprende il
coinvolgimento della sedicente "associazione umanitaria" People in
Need-Czech Republic, che al pari di altre simili organizzazioni attive
da qualche tempo nell'Est europeo (per lo più lautamente finanziate da
organismi statunitensi) non ha perso tempo nell'azione di propaganda
del revisionismo storico, finalizzata all'equiparazione di comunismo e
nazi-fascismo: va notato in proposito che persino una parte dell'ex
dissidenza ha rifiutato di applicare alla storia cecoslovacca la
nozione di "genocidio", pertinente alla tragedia dell'Olocausto. Ciò
tuttavia non ha impedito il moltiplicarsi di proposte di modifica
della normativa e dello stesso Codice penale ceco, che vanno nella
direzione di una sostanziale messa al bando dei comunisti.
Accadimenti come quelli appena descritti non sono una novità,
purtroppo, per la democratica Europa. Sin dal dopoguerra, dopo la metà
del secolo scorso, abbiamo dovuto assistere alla messa fuori legge del
Partito comunista tedesco (Kpd); e, poi, all'emanazione del
Berufsverbote, la legge che impediva ai comunisti l'esercizio di
professioni pubbliche, oggi congelata seppure ancora vigente. Ma,
negli ultimi tempi, c'è stata un'ulteriore accelerata involuzione. Il
vento della repressione anticomunista ha ricominciato a soffiare forte
a Est, ad esempio nelle Repubbliche Baltiche: e per le strade di Riga
sono ricomparse, colpevolmente tollerate, le bandiere con la croce
uncinata. Recentemente, la proposta della messa al bando dei simboli
della falce e del martello è perfino arrivata al Parlamento Europeo.
Lasciando ai rigurgiti reazionari le strumentali riscritture della
storia e rivendicando il valore etico e politico della liberazione
dallo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, proprio degli ideali dei
comunisti e di quanti si sono battuti e continuano a battersi per una
società più giusta e solidale, è oggi importante manifestare una
concreta solidarietà ai giovani compagni del Ksm e in generale ai
comunisti di Boemia e Moravia. Ciò va detto nella convinzione che non
possa esservi alcun progresso democratico quando si manipola e
confonde il valore dell'antifascismo, cui i comunisti di tutta Europa
hanno offerto in prima persona un generoso tributo.
---
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4661
(english / italiano)
SOLIDARIETÀ AI COMUNISTI DI BOEMIA E MORAVIA
Il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia (Italia) si unisce alle
voci di protesta che si stanno levando in tutta Europa contro la
campagna di criminalizzazione dei comunisti in atto nella Repubblica Ceca.
The National Coordination for Yugoslavia (Italy) joins the protest
which is rising all over Europe against the campaign which has been
started in the Czech Republic to criminalize the communists.
---------
Nella Repubblica Ceca è in atto una feroce campagna anticomunista:
1) si equiparano i crimini del nazismo ed i "crimini del comunismo",
perseguendo penalmente chi li nega;
2) è in atto una fortissima campagna contro il Partito Comunista di
Boemia e Moravia KSCM (uno dei più forti dell'arco parlamentare);
3) il Governo della Rep. Ceca, con delle motivazioni evidentemente
falsate, cercherà dimettere fuori legge la Gioventù Comunista Ceca -
KSM - a partire dal 31/12/2005.
I giovani compagni del KSM stanno facendo circolare un appello in cui
chiedono di reagire a livello internazionale contro questo tentativo
di criminalizzare il movimento comunista nella Repubblica Ceca, di
esprimere solidarietà al KSM e di mandare le proteste contro questo
attacco che non ha precedenti al governo della Repubblica Ceca.
Per il coordinamento delle iniziative a sostegno del KSM si può fare
riferimento su Yassir - leskimo1917 @ yahoo.it - dei Giovani Comunisti
/ area Essere Comunisti del PRC. Si stanno valutando le seguenti
iniziative:
1) lanciare una campagna di raccolta firme, chiedendo l'adesione
di: istituzionali, giuristi, intellettuali, ... contro l'ipotesi di
messa al bando del KSM.
2) Organizzare una serie di iniziative (volantinaggi, conferenze
stampa, ... ) davanti alle sedi della Rep. Ceca in Italia (ambasciata,
consolati, uffici ... ) che trovate sul link internet contenuto
nell'appello (riportato qui sotto).
3) se possibile, promuovere un sit-in di protesta, davanti
l'ambasciata a Roma.
==============================================
*KSM** (**Czech** **Republic**),** Request For Solidarity *
*-------------------------------------------------***
*From:* *Communist Union of Youth, (KSM), **Friday**, 09 December 2005***
http://www.ksm.cz , mailto:international@k...
===
*Dear comrades,*
We are writing to inform you of the latest attack of state power the
Home Office of the Czech Republic against the Communist Union of
Youth (Komunisticky svaz mladeze, KSM) - a member organization of the
World Federation of Democratic Youth (WFDY) - and against the
communist movement in general in the Czech Republic.
The Ministry of Interior has sent a warning and precept, in which it:
*1. *impugns the status of the KSM as a civic association under
pretext that the goals of KSM´s activity interfere with an area
restricted to activities of political parties that is, according to
the interpretation of the Home Office of the Czech Republic, excluded
from the intervention of civic associations. Nevertheless the KSM does
not differ in this area from the field of action of other youth
political organizations in the Czech Republic like Young
Conservatives, Young Social Democrats, Young Christian Democrats, etc.
Thus it is obvious that this attack against the KSM is politically
motivated. It is an obvious attempt to restrain our freedom of
association.
*2. *tries to coerce the KSM into renouncing its political program,
communist identity, goals, and theoretical basis in Marx, Engels and
Lenin, that is Marxism as a whole.
On this ground the Home Office of the Czech Republic threatens to make
the KSM illegal by December 31, 2005. If that happened it would
without any doubt set a precedent whereby the same argument could be
used against other civic associations. But the Home Office of the
Czech Republic also aims to attack the parliamentary Communist Party
of Bohemia and Moravia (Komunisticka strana Cecha a Moravy, KSCM).
This attack against the KSM is just the climax of a long-run
anticommunist campaign that has increased in intensity this year.
Among its manifestations was for example a petition titled "Let´s
abolish the communists," an endeavour of senators Mejstrik and Stetina
to pass a law that would criminalize communist ideas, movement and the
word "communist" as such. This bill simultaneously put communism and
its ideas on one level with fascism and its crimes. (This text has
been already passed in the Senate of the Parliament of the Czech
Republic and now it shall be discussed in the House of Deputies of the
Parliament of the Czech Republic.) Also a so-called humanitarian
organization People in Need Czech Republic has been involved in this
anticommunist campaign. This organization has begun to organize a
strongly anticommunist campaign within the public education system in
elementary schools and secondary schools. In recent days the House of
Deputies of the Parliament of the Czech Republic has also passed a new
Penal Code according which it is a criminal act to approve of and/or
deny Nazi and so-called communist crimes.
It is necessary to emphasize that the attack against the KSM is an
attack against the whole communist movement in the Czech Republic, and
therefore also against the Communist Party of Bohemia and Moravia,
which the state power has not so far dared to attack directly; it does
so indirectly by attacking the Communist Union of Youth. The closeness
between the Communist Party of Bohemia and Moravia, which is today one
of the strongest parliamentary political parties in the Czech Republic
and one of the strongest communist parties in Europe, and the
Communist Union of Youth has been shown also with the attendance of
the president of the Communist Party of Bohemia and Moravia Vojtech
Filip at the recent Seventh Congress of the KSM, when he expressed his
wish that the ideas of the KSM find a rousing response throughout the
young people and that "people who have passed through the ranks of the
KSM provide new blood for the KSCM."
Dear comrades, friends,
We believe that it is necessary to stand up internationally against
this attempt to criminalize the communist movement in the Czech
Republic. We ask you therefore to express your solidarity with the KSM
and to send protests against this unprecedented move of the Home
Office of the Czech Republic to the following address:
Ministerstvo vnitra
oddeleni volebni a sdruzovani,
namesti Hrdinu 3,
140 21 Praha 4
Czech Republic
Fax: ++420 974 816 872
e-mail: stiznosti@m...
benesova@m...
krivova@m...
You may also send your protest to the missions of the Czech Republic
abroad. Their addresses are on the following internet page:
http://www.mzv.cz/wwwo/mzv/default.asp?ido=7904&idj=2&amb=1&ikony=False&trid=2&prsl=False&pocc1
We ask you simultaneously to send copies of your protests on our
e-mail: international @ ksm.cz
or on fax: ++420 222 897 426.
Thank you for your solidarity.
Milan Krajca, President of the KSM
Radim Gonda, Vice-President of the KSM
Zdenek Stefek, Vice-President of the KSM
Ludvik Sulda, Vice-President of the KSM
Veronika Sykorova, Vice-President of the KSM
*End*
subscribe/unsubscribe mailto:info@s...,
http://www.solidnet.org
==========================
TRADUZIONE:
Cari compagni,
Vi scriviamo per informarvi dell'ultimo attacco del potere dello Stato
- il governo della Repubblica Ceca - contro l'Unione Comunista della
Gioventù (Komunisticky svaz mladeze, KSM) e contro il movimento
comunista in generale nella Repubblica Ceca.
Il Ministro degli Interni ha inviato una nota e un decreto nel quale:
1. impugna lo status del KSM di associazione civica, col pretesto
che la finalità delle attività del KSM vanno ad interferire con un
ristretto campo d'intervento dei partiti politici che è escluso,
secondo l'interpretazione del governo, dall'ambito di azione delle
associazioni civili. Inoltre il KSM non differisce in questo ambito
dal campo di azione di altre organizzazioni politiche giovanili nella
Repubblica Ceca come i Giovani Conservatori, i Giovani
Socialdemocratici, i Giovani Cristiano- democratici, ecc. Pertanto è
ovvio che questo attacco contro il KSM è motivato politicamente. E' un
evidente tentativo di restringere la nostra libertà di associazione.
2. cerca di costringere il KSM a rinunciare al suo programma
politico, alla sua identità comunista, ai suoi obiettivi, e alle sue
basi teoriche su Marx, Engels e Lenin, cioè al marxismo in generale.
Su questa base il governo della Repubblica Ceca cercherà di rendere
illegale il KSM dal 31 Dicembre 2005. Se ciò accadrà si costituirà
senz'altro un precedente che potrà essere usato contro tutte le altre
associazioni civiche. Ma il governo della Repubblica Ceca ha anche lo
scopo di attaccare il Partito comunista parlamentare di Boemia e
Moravia (Komunisticka strana Cecha a Moravy, KSCM).
Questo attacco contro il KSM è solo il punto culminante di una
campagna anticomunista di lunga lena che è cresciuta di intensità
quest'anno. Tra queste iniziative c'era per esempio una petizione
intitolata "Aboliamo i comunisti", un'idea dei senatori Mejstrik e
Stetina per far passare una legge che avrebbe criminalizzato le idee
comuniste, il movimento e la parola "comunista". Questo provvedimento
avrebbe messo sullo stesso piano il comunismo e le sue idee, al
fascismo ed i suoi crimini (Questo testo di legge è già passato al
Senato e ora dovrà essere discusso alla camera dei deputati).
Anche una cosiddetta organizzazione umanitaria People in Need-Czech
Republic è stata coinvolta in questa campagna anti-comunista. Questa
organizzazione ha portato avanti una forte campagna anti-comunista
nella scuola pubblica elementare e superiore. Negli ultimi giorni i
deputati hanno approvato un nuovo codice penale in base al quale è un
crimine approvare e/o negare sia i crimini del fascismo, che i
cosiddetti crimini comunisti.
E' necessario mettere in evidenza che l'attacco contro il KSM è un
attacco contro l'intero movimento comunista nella Repubblica Ceca e in
fondo anche contro il Partito Comunista di Boemia e Moravia, che il
potere dello Stato non è poi così lontano dall'attaccare direttamente;
la sua strategia è quella di attaccarlo indirettamente attaccando
l'Unione Comunista della Gioventù. La vicinanza del partito comunista
di Boemia e Moravia, che è oggi uno dei più forti partiti politici
parlamentari nella Repubblica Ceca e uno dei più forti partiti
comunisti in Europa, con l'Unione Comunista della Gioventù è stata
dimostrata anche con la presenza del presidente del Partito Comunista
di Boemia e Moravia Vojtech Filip al recente Settimo Congresso del
KSM, quando egli ha espresso il suo desiderio che le idee del KSM
trovino un consenso tra i giovani e che "le persone che hanno militato
tra le file del KSM portino nuova linfa al KSCM."
Cari compagni, amici,
Crediamo che sia necessario reagire a livello internazionale contro
questo tentativo di criminalizzare il movimento comunista nella
Repubblica Ceca. Vi chiediamo perciò di esprimere la vostra
solidarietà con il KSM e di mandare le proteste contro questo attacco
che non ha precedenti al seguente indirizzo del governo della
Repubblica Ceca:
Ministerstvo vnitra
oddeleni volebni a sdruzovani,
namesti Hrdinu 3,
140 21 Praha 4
Czech Republic
Fax: ++420 974 816 872
e-mail: stiznosti@m...
benesova@m...
krivova@m...
Potete anche mandare la vostra protesta alle sedi della Repubblica
Ceca all'estero. I loro indirizzi si trovano alla seguente pagina web:
http://www.mzv.cz/wwwo/mzv/default.asp?ido=7904&idj=2&amb=1&ikony=False&trid=2&prsl=False&pocc1
Vi chiediamo di mandare simultaneamente le copie delle vostre proteste
alla nostra e-mail: international @ ksm.cz oppure al fax: ++420 222
897 426.
Grazie per la vostra solidarietà.
==========================================
----- Original Message -----
From: Marco Sferini
To: rome@e...
Sent: Monday, December 12, 2005 1:23 PM
Subject: all'Ambasciata della Rep. Ceca in Italia
Alla gentile attenzione del Signor Ambasciatore della Repubblica Ceca
in Italia
- propria sede in Roma -
Egregio Signor Ambasciatore,
desidero formulare, da libero cittadino della Repubblica Italiana, le
mie più profonde preoccupazioni per le misure adottate dal Suo Governo
contro il movimento KSM (la gioventù comunista del Suo Paese) e,
generale, contro tutti i cittadini della Repubblica Ceca che si
professano di ideologia marxista e che sono o meno militanti di una
forza di sinistra.
Mi permetta, signor Ambasciatore, di farLe rispettosamente osservare
come in nessun Paese dell'Unione Europea i comunisti - che tanto hanno
contribuito alla lotta di liberazione dal nazifascismo - siano oggetto
di misure come quelle che il Suo Governo sta per approntare contro il KSM.
Poichè le attività del KSM sono - sul piano delle intenzioni e delle
azioni - equipollenti a quelle delle altre organizzazioni giovanili
degli altri soggetti politici del Suo Paese, ne dovremmo conseguire
che anche queste associazioni - a detta delle disposizioni del Suo
Governo - vanno perseguite: ci riferimo a movimenti di ispirazione
cristiana, socialdemocratica, ambientalista.
Voglia Signor Ambasciatore farsi portavoce di questa nostra protesta
presso il Suo Governo, al fine di far sì che la Repubblica Ceca non
crei delle difformità così evidenti con il resto dei princìpi di
rispetto delle idee e della libertà di tutti i cittadini dell'Unione
Europea, per la salvaguardia dei diritti di tutti.
Con osservanza.
Marco Sferini
Savona (Italia)
RSF sul libro paga della NED (CIA)
1. Links
2. La verità su Rsf ora viene a galla
(Gianni Minà)
3. Denunciato il mercenarismo anticubano di Reporters Sans Frontières
(Prensa Latina 15/12/2005)
4. ONG: Quando Reporters sans frontieres copre la CIA
(Thierry Meyssan)
=== 1 # LINKS ===
Salim Lamrani: Les mensonges de Reporters sans Frontières
Dans une déclaration datant du 6 juillet 2005, Reporters sans
frontières (RSF) répond aux accusations portées à son encontre
concernant son acharnement obsessionnel envers Cuba, ses liens
financiers occultes avec le gouvernement des Etats-Unis et certaines
multinationales, ainsi que les rapports qu'elle entretient avec des
organisations aux activités douteuses dont certaines sont gravement
impliquées dans le terrorisme international (1).
http://www.michelcollon.info/articles.php?dateaccess=2005-09-05%2010:18:00&log=invites
Thierry Meyssan: Reporters sans Frontières couvre la CIA
D'où viennent les sous, et ceci expliquerait-il les partis pris de
Ménard ?
http://www.michelcollon.info/articles.php?dateaccess=2005-12-07%2019:30:56&log=invites
Salim Lamrani: Curieuse myopie de l'Europe à propos de l'Amérique latine
La politisation du prix Sakharov
Le 26 octobre 2005, le Parlement européen a conjointement décerné le
prix Sakharov à Mme Hauwa Ibrahim, juriste nigériane, aux Dames en
Blanc de Cuba et à l'organisation parisienne Reporters sans frontières
(RSF)...
http://www.michelcollon.info/articles.php?dateaccess=2005-12-03%2012:45:46&log=invites
---
Le " relazioni pericolose" tra Reporter Sans Frontieres e la Cia
(di Thierry Meyssan)
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4422
Chi finanzia Reporters sans frontieres?
(di S. Lamrani)
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4438 o
http://www.zmag.org/Italy/lamrani-usafinanziarsf.htm
---
Geldspritze aus Washington. Französische Nichtregierungsorganisation
»Reporter ohne Grenzen« im Dienste des US-State Departement
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4404
=== 2 ===
REPORTERS SENZA FRONTIERE FINANZIATA DALLA CIA
LA VERITA' ORA VIENE A GALLA - di Gianni Mina'
http://www.lernesto.it/index.aspx?m=77&f=2&IDArticolo=4206
«La verità su Rsf ora viene a galla»
di Gianni Minà
su Corriere della Sera del 09/07/2005
LA LETTERA
Gianni Minà risponde all'articolo «Reporters sans frontières:
denunciamo Cuba ma non ci paga la Cia», pubblicato il 4 luglio del
2005 sul Corriere della Sera.
Mi rallegra che un mio articolo su come viene finanziata
l'associazione Reporters sans Frontières, pubblicato nel numero
attualmente in libreria di Latinoamerica, la rivista che
l'indimenticabile storico Enzo Santarelli mi ha lasciato in eredità
perché non scomparisse, abbia suscitato l'attenzione di molti che
purtroppo finora non si erano accorti di certe contraddizioni
imbarazzanti dell'attuale mondo dell'informazione. Contraddizioni come
quella rappresentata dall'attività dell'associazione per la presunta
tutela dei giornalisti fondata da Robert Ménard. Mi rallegra perché
ora, per esempio, non sarà più possibile alcun equivoco sul fatto che
Rsf, come ha dovuto ammettere Ménard, è finanziato, tra tanti
potentati, anche dal Ned, National Endowment for Democracy che, non
per me, ma per chiunque abbia voglia di fare una seria ricerca
giornalistica, è un'agenzia della Cia voluta da Reagan nel 1983, in
teoria per «aiutare lo sviluppo delle democrazie nel mondo, in realtà,
come è stato provato, per svolgere un lavoro di intelligence o di
discredito verso tutti quei governi o leader non approvati dal governo
degli Stati Uniti o non convenienti alle strategie delle
multinazionali nordamericane. Insomma, campagne destabilizzanti di
disinformazione come quelle contro Cuba o più recentemente contro il
Venezuela. Negli anni '80-90, con i soldi del Ned, furono creati i
famosi comitati per i diritti umani a Cuba. Ce n'era uno in ogni
capitale europea. Solo per Cuba, ma non, ad esempio, per la Cina che
fucilava e fucila più di duemila persone l'anno o per la Russia che ha
trasformato la Cecenia in un mattatoio o la Birmania o la Colombia
degli squadroni della morte e tanto meno per il Guatemala dei
trentamila desaparecidos, dei 627 massacri accertati e delle tremila
fosse comuni. Negli anni '90, però, Clinton considerò sterile e
ipocrita quella strategia che sperperava soldi inutili e la accantonò.
Bush junior è stato più pragmatico. Ha reputato più semplice usare
direttamente il lavoro embedded di agenzie informative, network
radiotelevisivi compiacenti come hanno malinconicamente ammesso
recentemente molti prestigiosi anchormen Usa e associazioni spesso
sovvenzionate a suon di dollari per imporre un'informazione che
giustificasse politiche spesso discutibili. Non a caso, solo un anno
fa l'Onu ha messo in atto un processo di espulsione per tre anni di
Reporters sans frontières dal ruolo di entità consultiva per «atti
incompatibili con i principi e gli obiettivi della Carta delle Nazioni
Unite... E questo a causa del lavoro, non sempre trasparente e non
sempre da giornalisti, riguardo a Cuba.
=== 3 ===
Denunciato il mercenarismo anticubano di Reporters Sans Frontières
15.12 - Il mercenarismo dell'organizzazione Reporters Sans
Frontières (RSF) e il suo ruolo da protagonista nell'aggressione
mediatica contro Cuba sono stati denunciati oggi a La Habana durante
il VII Festival Nazionale della Stampa Scritta. Il giornalista Jean-
Guy Allard, di Granma Internacional, ha detto come l'Unione Europea
(UE) ostacola in modo burocratico una richiesta del suo collega
francese Maxime Vivas, che cerca di smascherare la dipendenza di RSF
dai potenti circoli anticubani negli Stati Uniti. Allard ha elencato
le vicissitudini di Vivas, il cui reclamo va da un ufficio all'altro
senza una risposta coerente e senza azioni precise.
Fonte: Agencia Informativa Latinoamericana Prensa Latina S.A. -
www.prensa-latina.cu
=== 4 ===
http://www.voltairenet.org/article17502.html
ONG: Quando Reporters sans frontieres copre la CIA
di Thierry Meyssan*
Reporters sans frontières gode, in Francia, di un onorevole
reputazione, mentre i media latino americani l'accusano di essere
assoldato dalla NED/CIA. L'associazione raccoglie più di 2 milioni di
euro all'anno grazie al pubblico francese che contribuisce
economicamente ad aiutare i giornalisti oppressi nel mondo. In realtà,
solo il 7% del budget totale di RSF è destinato alla sua missione
principale. La vera attività dell'associazione, da quando ha firmato
un contratto con la fucina d'Otto Reich, si è trasformata in lotta ai
regimi progressisti latino-americani (Cuba, Haïti, Venezuela).
18 agosto 2005
Durante il processo alla Havana, nel 2003, Nestor Baguer ha
pubblicamente chiamato in causa Robert Ménard , e l'ha accusato di
collusione con i servizi segreti statunitensi. Nello stesso periodo,
reporters Sans Frontières (RSF), di cui M. Ménard è il direttore
esecutivo, ha condotto una campagna contro il governo cubano e lo ha
anche accusato di imprigionare giornalisti dissidenti.
Da allora, la polemica non ha smesso di inasprirsi fino a quando la
giornalista statunitense Diana Barathona, del Northern California
Media Guild, facesse un passo in più avanti accusando Reporters Sans
Frontières di essere finanziato dalla NED/CIA e di scrivere i suoi
rapporti sotto l'influenza dell'amministrazione Bush.
Abbiamo ritrasmesso questa controversa sul nostro sito spagnolo, Red
Voltaire, e rimpiangiamo di averlo fatto senza sfumature. Difatti,
l'indagine del nostro corrispondente canadese Jean-Guy Allard, e le
altre verificazioni del nostro comitato francese, dimostra che il
finanziamento diretto di RSF dalla NED/CIA è aneddotico e recente, in
modo tale che non abbia potuto influenzare la sua attività. Intanto ci
scusiamo nei confronti di RSF. Rimpiangiamo, tanto più che questo
errore nasconde fatti davvero sorprendenti.
Inizialmente fondata per mandare reporters a testimoniare dell'azione
d'ONG umanitarie, Reporters Sans Frontières si è evoluto per diventare
un'organizzazione internazionale di sostegno ai giornalisti repressi.
L'associazione è stata riconosciuta d'utilità pubblica dal decreto del
Primo ministro Alain Juppé, il 19 settembre del 1995. Questa posizione
le ha permesso di accedere più facilmente ai finanziamenti pubblici
che rappresentano, negli ultimi conti pubblicati [1] 778 000 euro.
Provengono dai servizi del Primo ministro francese degli Affari
Esterni, dall'Agenzia intergovernativa della francofonia, dalla
commissione europea, dall'OSCE e dall'UNESCO. RSF può anche contare
sul mecenate privato (FNAC,CFAO, Hewlett Packard, Fondation Hachette,
Fondation EDF etc.) per circa 285 000 euro. Tuttavia, la maggior parte
del budget proviene dalla generosità del pubblico, in particolare per
la vendita dell'album annuale per la libertà della stampa e altre
operazioni speciali ossia 2 125 000 euro su un budget totale di 3 474
122 euro.
Ora, l'attività concreta di Reporters sans frontières è molto distante
da ciò che i donatori credono finanziare. Il fondo d'assistenza ai
giornalisti oppressi, vale a dire il pagamento della parcella degli
avvocati che difendono i giornalisti oppressi, il sostegno materiale
alle loro famiglie, lo sviluppo delle Case dei giornalisti, tutto ciò
che rappresenta il cuore dell'attività ufficiale e la ragione della
generosità del pubblico riceve solo il 7% del budget generale ! Sì,
avete letto proprio bene : per 1 euro dato per i giornalisti oppressi,
solo 7 centesimi arrivano a destinazione.
Dove va a finire il resto?
La vera attività di Reporters sans Frontières è di condurre campagne
politiche con bersagli ben determinati. Sarebbero legittimi se, come
la Fondazione Soros [2], non strumentalizzassero la libertà della
stampa al punto di evocarlo per giustificare gravi violazioni del
diritto internazionale. A titolo di esempio, RSF si è congratulato del
rapimento del presidente costituzionale d'Haïti da parte delle Forze
speciali statunitensi appoggiate da una logistica francese [3], in
quanto Jean-Bertrand Aristide sarebbe stato un "predatore della
libertà della stampa"; un qualificativo sostenuto da una visione
troncata di avvenimenti che mirava a far passare il presidente
haïtiano per il responsabile dei crimini di giornalisti. È giocoforza
osservare che Reporters sans Frontière sosteneva tramite i media
un'operazione nella quale il governo francese si era smarrito, mentre
lo stesso governo francese sovvenzionava l'associazione.
Il carattere ideologico delle campagne di Reporters sans Frontières
mette l'associazione a volte in ridicolo. Così l'associazione si è
indignata del progetto di legge venezuelano mirando a sottomettere i
media al diritto generale, ma non si è preoccupata del ruolo del
magnate dell'audiovisivo Gustavo Cisneros e dei suoi canali TV nel
tentativo del colpo di stato militare per destituire il presidente
costituzionale Hugo Chavez [4].
Alla fine, è a proposito di Cuba che la polemica si è cristallizzata,
tanto è vero che RSF ha fatto del regime castriste l'asso principale
delle sue campagne. Secondo l'associazione, i 21 giornalisti
imprigionati sull'isola sarebbero stati accusati abusivamente di
spionaggio a favore degli stati Uniti e sarebbero in realtà vittime
della repressione governativa. Per lottare contro questo governo, RSF
ha organizzato diverse manifestazioni, tra le quali quella del 14
aprile 2003 davanti all'Ambasciata di Cuba a Parigi la quale è andata
a finire male. Nel suo entusiasmo, l'associazione ha ugualmente
disturbato la sessione della Commissione dei diritti dell'Uomo, alla
sede dell'ONU a Ginevra. I suoi militanti avevano preso da parte la
presidenza libica della Commissione e molestato anche dei diplomatici.
Di conseguenza, RSF è stato sospeso per un anno del suo stato
d'osservatore al Consiglio economico e sociale (Ecosoc) dell'ONU.
Robert Ménard ha stigmatizzato le derive della commissione perché
secondo lui, la violazione dei diritti dell'uomo si trova nelle mani
di specialisti. Però le sanzioni contro RSF sono state votate dagli
Stati perfettamente democratici come l'Africa del Sud, il Brasile, Il
Benino.
Interrogato via telefono, Robert Ménard ricusa le allegazioni secondo
le quali RSF sarebbe stato comprato grazie ai soldi della NED/CIA [5]
per condurre una campagna contro Cuba. Spiega che l'associazione ha
richiesto una sovvenzione all'Agenzia statunitense per aiutare i
giornalisti oppressi in Africa e che alla fine ha ricevuto solo 40 000
dollari à metà gennaio 2005. Di cui atto.
Proseguendo la discussione, M. Ménard ricusa anche le accuse del
nostro collaboratore Jean-Guy Allard, d'altronde giornalista
all'agenzia nazionale Granma Internacional. Nella sua opera, il
Dossier Robert Ménard. Perché RSF si accanisce contro Cuba
[http://www.reseauvoltaire.net/librairie/product_info.php?products_id=41],
questo ultimo riporta i legami personali stretti che il direttore
esecutivo dell'associazione mantiene con gli ambienti di estrema
destra anticastriste a Miami, e in particolare con Nancy Pérez Crespo.
Alzando la voce, ci accusa di proiettare dei presupposti ideologici
sulle cose, mentre la sua associazione e lui stesso si sottopongono
alla più grande neutralità. Poi, ci accusa di accordare credito alla
"propaganda comunista" (sic).
Dopo verificazione, Robert Ménard frequenta davvero l'estrema destra
di Miami e RSF è finanziata dal lobby anticastriste per condurre una
campagna contro Cuba. Nel 2002, RSF ha firmato un contratto con il
Center for a Free Cuba e i cui termini non sono conosciuti. Al termine
di questo contratto, ha ricevuto una prima sovvenzione di 24 970 euro
e poi è stata aumentata e ha raggiunto il 59 201 euro nel 2003.
L'importo del 2004 non è ancora conosciuto.
Il Center for a Free Cuba è un'organizzazione creata per rovesciare la
rivoluzione cubana e riportare al potere il regime di Battista [6]. È
presieduta dal padrone dei Rhum Bacardi, diretta dal vecchio
terrorista Frank Calzon, e articolata a una fucina della CIA, la
Freedom House [7].
Il contratto firmato con il Center for a Free Cuba è stato negoziato
nel 2001 con il responsabile allora dell'organizzazione : Otto Reich,
il campione della contro-rivoluzione in tutta l'America latina [8]. Lo
stesso Otto Reich, diventato vice segretario di Stato per l'emisfero
occidentale, fu l'organizzatore del colpo di stato fallito contro il
presidente eletto Hugo Chavez ;poi, diventato capro espiatorio
speciale del presidente Bush, soprintese l'operazione di rapimento del
presidente Jean-Bertrand Aristide.
RSF: il 7 % di sostegno ai giornalisti oppressi e il 93 % di
propaganda imperialista statunitense.
Thierry Meyssan
Giornalista e scrittore, presidente del Réseau Voltaire
Note:
[1] Gli ultimi conti pubblicati sono quelli del 2003. I conti 2004
saranno pubblicati questo mese.
[2] La Fondazione Soros ha sovvenzionato RSF nel 2003 dando la somma
di 70 378 euro. A proposito di questo organismo, vedere : " George
Soros, speculatore e filantropo "
[http://www.reseauvoltaire.net/article11936.html%5d, Voltaire, 15
gennaio 2004.
[3] " Colpo di Stato in Haïti "
[http://www.reseauvoltaire.net/article12713.html%5d da Thierry Meyssan,
Voltaire, 1 marzo 2004 ; " Jean-Bertrand Aristide, un anno dopo "
[http://www.reseauvoltaire.net/article16329.html%5d, intervista con
Claude Ribbe, Voltaire, 22 febbraio 2005.
[4] " Operazione fallita nel Venezuela "
[http://www.reseauvoltaire.net/article8686.html%5d da Thierry Meyssan,
Voltaire, 18 maggio 2002.
[5] " La NED, nebulosa dell'ingerenza democratica"
[http://www.reseauvoltaire.net/article12196.html%5d da Thierry Meyssan,
Voltaire, 22 gennaio 2004.
[6] Sull'insieme del dispositivo US, vedere " Gli Stati Uniti in
guerra di bassa intensità contro Cuba "
[http://www.reseauvoltaire.net/article10389.html%5d da Philip Agee,
Voltaire, 10 settembre 2003.
[7] " Freedom House, quando la libertà è solo uno slogan "
[http://www.reseauvoltaire.net/article14830.html%5d, Voltaire, 7
settembre 2004.
[8] " Otto Reich e la contro-rivoluzione "
[http://www.reseauvoltaire.net/article13891.html%5d da Arthur Lepic e
Paul Labarique, Voltaire, 14 maggio 2004.
Il calendario 2006 delle Forze Armate ha 12 volti televisivi
come testimonial. Si veda al link:
http://www.esercito.difesa.it/root/chisiamo/promo_calen2006.asp
Guardare chi sono può essere istruttivo ed inquietante. L'iniziativa è
stata presentata nell'ambito di un programma in cui si chiedeva un
impegno per sostenere le spese militari. Il "Calendesercito2006" è
articolato su una prefazione a cura del Capo di Stato Maggiore
dell'Esercito, Generale di Corpo d'Armata Filiberto Cecchi, e su 12
tavole che riportano le fotografie e le testimonianze di giornalisti
professionisti, corrispondenti delle reti televisive
nazionali.
I 12 volti noti sono quelli di Franco Di Mare, Toni Capuozzo, Letizia
Leviti, Gabriella Simoni, Fabio Chiucconi, Francesco Cito, Ennio
Remondino, Anna Migotto, Luca del Re, Carmen Lasorella, Mauro Maurizi
e Giovanna Botteri.
Completano l'opera altrettante immagini di donne ed uomini in servizio
nell'Esercito. Il calendario infatti si ispira agli uomini e alle
donne dell'Esercito, soldati del terzo millennio, dotati di molte
capacità, prima fra tutte quella di riuscire a coniugare valori,
ideali e tradizioni che affondano le radici nell'umanesimo
rinascimentale, con materiali e mezzi frutto della tecnologia di
ultima generazione, e bla bla bla.
"Agli operatori della comunicazione - dice il Generale Cecchi - "va il
ringraziamento dell'Esercito per aver compreso e fatto comprendere
l'incessante opera della Forza Armata e la sua evoluzione verso
livelli di efficienza, modernità e credibilità che fanno onore a tutto
il Paese, valorizzando l'importantissimo compito svolto dai nostri
Soldati a difesa della Patria e a salvaguardia della pace e della
democrazia nel mondo". Ci mancherebbe. D'altronde, per quanto riguarda
la democrazia nel nostro paese, siamo "in una botte di ferro": ne
abbiamo così tanta che quella che avanza possiamo persino esportarla
altrove.