Informazione

BODO HOMBACH: DIPLOMATICO, AFFARISTA E DISINFORMATORE

Il noto diplomatico tedesco Bodo Hombach - l'ex coordinatore del Patto
di Stabilita' per i Balcani, che oltre ad essere politicamente molto
influente e' anche il direttore della societa' editoriale
"Westdeutsche Allgemeine Zeitung" - ha comprato pochi giorni fa il
quotidiano montenegrino "Vijesti".
Hombach - che negli stessi giorni sui media tedeschi esprimeva parole
di cordoglio per Djindjic definendolo "un filosofo di grande spessore
oltreche' caro amico personale" - e' in possesso anche del maggiore
quotidiano jugoslavo, il belgradese "Politika", da poco dopo il golpe
del 5/10/2001. Adesso Hombach progetta di impadronirsi pure di un
quotidiano di Novi Sad, il "Dnevnik", probabilmente allo scopo di
guidare la campagna di disinformazione che accompagnera' la secessione
della Vojvodina. (Italo Slavo)


GERMAN CONCERN BUYS ANOTHER DAILY IN SERBIA AND MONTENEGRO

PODGORICA, March 16 (Beta) - The Podgorica daily Vijesti
announced on March 15 that the daily has been bought by the German WAZ
concern, which already owns over 130 newspapers in Europe, including
the Belgrade daily Politika.
The agreement on the purchase of Vijesti was signed by the paper
representatives and WAZ director Bodo Hombach, former coordinator of
the Stability Pact for Southeastern Europe.
Following the signing ceremony, Hombach said that he likes the
publishing business very much, but that his love has "an economic
aspect" as well, Podgorica Vijesti reported.
The WAZ is a co-owner of the Belgrade daily Politika and it is
expected to conclude a similar agreement with the Novi Sad daily
Dnevnik.

TRULEZ STARA

Subject: Solana
Date: Mon, 17 Mar 2003 19:15:59 +0100
From: Jugoistrijan
To: telegraf@..., jugocoord@...

Postovana redakcijo,

Solana nam "soli pamet" u ekskluzivnom intervjuu "Nedeljnog Telegrafa"
od 26. februara o.g.
A njegova slika uz intervju nije "sklona" njegovom drzanju. Vidjeli
smo ga cesto kako se cereka, kad je odlucivao politicku i fizicku smrt
Jugoslavije i njenih gradjana.
Bilo bi bil, dolicno i nadlezno pitanje tom duznosniku NATO-a, jednom
postaviti pitanje, sa svim onim sto se desava u njegovoj zemlji da
netko zatrazi i nametne novo ime Spanije, vise nego ono
nadrealisticko ime "Unije srpsko-crnogorske". Zvat ce se Iberijska
drzava Kastiljana, Katalana i Baskijaca?! Vjerovatno bi Solani
odgovaralo kad bi to zatrazio njegov ujka Sam!
Prikladne su k tome rijeci naseg pjesnika Djure Jaksica, upucene
Evropi, pisane 1875;
A Evropa?
Trulez stara! Stvor nakazan.
..............
Ta zbrckana stara lutka,
proglasena prostitutka
sto razrokim svojim okom
na tirana namiguje.."

Ivan Istrijan

VERSO IL QUARTO ANNIVERSARIO DEI BOMBARDAMENTI SULLA JUGOSLAVIA


1. Progetto di solidarietà con l'Associazione
"Profughi Zastava Pec del Kosovo-Metohija"

2. Versione italiana del video "I dannati del Kosovo"

3. *** 24-27 MARZO: TOUR DI MICHEL COLLON IN ITALIA ***


=== 1 ===


Progetto di solidarietà con l'Associazione
"Profughi Zastava Pec del Kosovo-Metohija"

In seguito all'ultimo viaggio di solidarietà di fine gennaio,
l'Associazione "SOS Yugoslavia" di Torino ha stabilito un progetto di
solidarietà con l'Associazione "Profughi Zastava Pec, del Kosovo
Metohija".
Nell'incontro con le famiglie dislocate a Kragujevac è stato preso
l'impegno di sostenere, nella misura delle forze e possibilità, queste
vittime della "pulizia etnica" dell'UCK e scampati ai "bombardamenti
umanitari" della Nato, ormai completamente dimenticati da TUTTI.
Riteniamo necessario non dimenticare e non lasciare sole le vittime di
un'aggressione rivelatasi ingiusta e compiuta per motivi politico-
economici e militari, estranei a qualunque logica di preteso
"intervento umanitario".

Il progetto avrà due obbiettivi e due terreni di impegno, come sempre
nelle nostre attività:

1) una solidarietà concreta, sostenendo necessità specifiche ed
emergenze richiesteci dall'Associazione dei Profughi Kosovo
2) una solidarietà attraverso l'informazione su ciò che è
accaduto, su ciò che era e su ciò che è oggi il Kosovo-Metohija ed i
popoli che lo abitavano.

Per dare voce a chi non ha più voce.

Invitiamo come sempre tutti coloro che in questi anni ci hanno aiutato
e sostenuto, che hanno una coscienza ed una sensibilità non corrotte
dalla disinformazione strategica, a sostenere anche questo progetto.

Associazione " SOS Yugoslavia", Torino con
l'Associazione Profughi Zastava Pec, del Kosovo-Metohija, Kragujevac

Torino, Italia Marzo 2003

Il presidente di "SOS Yugoslavia": Enrico Vigna
Il segretario di "SOS Yugoslavia": Flavio Rossi

Per contatti: posta@...


=== 2 ===


Ass. SOS Yugoslavia - Ass. Profughi Zastava di Pec

Nell'ambito del progetto di solidarietà con
l'Ass. Profughi Zastava del Kosovo di Pec,
locati a Kragujevac, l'Associazione SOS Yugoslavia ha curato la
versione italiana del film

"I DANNATI DEL KOSOVO"

di M. Collon e V. Stojilkovic.

Il videodocumentario sara' disponibile dalla fine di marzo; quanto
sarà ricavato dalle videocassette e dalle serate di divulgazione
contribuirà al sostegno del progetto per quei bambini, donne e uomini,
di tutte le etnie del Kosovo-Metohija scacciati dal terrore UCK e
scampati ai "bombardamenti umanitari", rimossi da "democratici e
umanitaristi" vari, ed ormai dimenticati da tutti.

Riteniamo necessario non dimenticare e non lasciare sole le vittime di
un'aggressione rivelatasi ingiusta e compiuta per motivi, politico -
economici e militari, estranei a qualunque logica di preteso
"intervento umanitario".

Per questo abbiamo concordato con loro l'apertura di un progetto di
solidarietà e sostegno, a partire dalle nostre forze e possibilità.
Abbiamo deciso di curare la versione italiana del film messoci a
disposizione da suoi autori per sostenere questa causa, come sempre su
due fronti: quello dell'informazione e quello della solidarietà
concreta.

Mettendo a disposizione questo lavoro,
SOS Yugoslavia confida nel grado di sensibilità e coscienza di
ciascuno, perciò chiediamo di contribuire/condividere il sostegno ai
"profughi invisibili" mediante la sottoscrizione di
12 euro per ogni video, 10 euro per ordini da cinque video in su.
Il video avrà in allegato un libro sul Kosovo 2003, curato da E.
Vigna.

Chi individualmente acquisterà il video, sosterrà direttamente il
progetto; lo stesso vale per le realtà organizzate; a queste ultime
chiediamo l'acquisto minimo di 5/10 copie come atto tangibile della
condivisione di questa battaglia di giustizia.

Per ordinare i video, organizzare serate di proiezione e divulgazione,
contattare

l'Ass. SOS Yugoslavia: 338/1755563
oppure via e-mail: posta@...


=== 3 ===


Nell'ambito del Progetto di solidarietà con i Profughi del Kosovo
dell'Associazione "SOS Yugoslavia" Torino
e nel quarto anniversario dell'inizio dei bombardamenti sulla
Jugoslavia

sono stati invitati per un giro di presentazioni del loro video gli
autori:
Michel Collon (giornalista belga) e
Vanessa Stojilkovic (regista serba)


DI SEGUITO LE DATE E LE CITTA' DEL TOUR
(maggiori dettagli saranno forniti in messaggi successivi sulla lista
JUGOINFO - http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/messages
- oppure richiedendoli ai riferimenti sotto indicati)


24 Marzo : Torino - Info: 338-1755563 <posta@...>

25 Marzo : Padova - Info: 049-8070787 <chinino@...>

26 Marzo : Bari - Info: 347-6589841 <most.za.beograd@...>

27 Marzo : Roma - Info: 349-4555344 <jugocoord@...>


Associazione " SOS Yugoslavia" - Torino

ventiquattromarzonovantanove (8): manifestazioni

CESENA 21-22-24/3/2003
LONDON (UK) 23/3/2003


=== CESENA 21-22-24/3/2003 ===


--- In Ova adresa el. pošte je zaštićena od spambotova. Omogućite JavaScript da biste je videli., "Caro-Ric" ha scritto:


24 MARZO

Il 24 Marzo 1999 la NATO, l'Europa, gli USA, il governo D'Alema-Ulivo,
con l'appoggio di Berlusconi-Fini, scatenarono una micidiale pioggia
di bombe sui popoli della Federazione Yugoslava, violando la
Costituzione, leggi e trattati internazionali.


Venerdì 21 Marzo h.21.00 presso il centro "Pellerossa"- Vicolo della
stazione 52 Cesena - Incontro con i veterani della guerra del Vietnam
della "STOPTHEWARBRIGADE"

Sabato 22 Marzo dalle h.9.00 alle 19.00 Piazza Pia Cesena - Presidio
cittadino contro la guerra - (mostra fotografica,materiale
informativo, raccolta firme per la chiusura della base di Pisignano,
banchetto "Food no bombs")

H. 17.00 : i veterani del Vietnam incontrano la città con un loro
intervento -

Alle 20.30 presidio-fiaccolata di fronte ai cancelli della base NATO
di Pisignano

Lunedì 24 Marzo h.21.00 presso il centro "Pellerossa"- Vicolo della
stazione 52 - In ricordo delle vittime dei criminali bombardamenti
sulla Yugoslavia, proiezione video di immagini "censurate" e dibattito
su: "Chi e perché ha voluto distruggere la Yugoslavia"


a.. Migliaia di vittime sotto le bombe, missili con uranio
impoverito e grafite, il più grande disastro ambientale mai avvenuto
in Europa. 20.000 morti di tumore in 4 anni di cui il 30% bambini.


b.. La Yugoslavia cancellata politicamente da un governo fantoccio
al servizio della NATO e della Unione Europea. Con un consenso dell'8%
applica fedelmente le ricette liberiste con licenziamenti e
privatizzazioni.


c.. La "guerra umanitaria" alla Yugoslavia è stata il banco di prova
generale di una nuova politica egemonica per far saltare gli ultimi
residui del "diritto internazionale"


d.. La feroce competizione fra gli stati "alleati" membri del G8 sta
sfociando inevitabilmente in nuove guerre, costringendo gli Stati
Uniti ad "alzare il tiro", pena la perdita dell'egemonia mondiale.


e.. E' una guerra globale non solo militare e non solo contro i
popoli che rifiutano di farsi colonizzare. E' una guerra sociale ed
economica contro i lavoratori di tutto il mondo. Contro i lavoratori
italiani costretti a subire in questi ultimi 10 anni le politiche dei
due poli che si sono alternate al governo.: tagli, privatizzazioni,
bassi salari, cancellazione dei diritti.


f.. C'è chi ha interesse che la data del 24 Marzo venga cancellata
dalla nostra memoria. Noi, invece , vogliamo farla vivere e
contestualizzarla dentro la giusta protesta, popolare e di massa, che
in questo periodo si esprime contro la guerra.


g.. Proponiamo un giorno di mobilitazione per Sabato 22 Marzo, a
ridosso del quarto anniversario dei bombardamenti sulla Yugoslavia,
contro la guerra, per la chiusura della base NATO di Pisignano. Base
da cui sono partiti, e partiranno, gli aerei con il loro carico di
morte.



ASSEMBLEA CITTADINA CONTRO LA GUERRA - CESENA


=== LONDON (UK) 23/3/2003 ===


Subject: Fw: Demo re 4th Annivesary of NATO War on Yugoslavia
Date: Sun, 16 Mar 2003 23:54:20 -0000
From: "CDSM" <cdsm_b@...>


From: "M Gavrilovic"
Subject: Demo re 4th Annivesary of NATO War on Yugoslavia
Date: Sat, 15 Mar 2003 13:06:03 -0000


4th Anniversary of NATO's War against Yugoslavia

the British Serbian Alliance for Peace calls for a peaceful
demonstration to

commemorate the victims of NATO Aggression


Please come to:
Whitehall, opposite Downing Street
Sunday, 23rd March at 2:30pm


Speeches at 3:00pm

Speakers:

John Randall, MP
Dr Kate Hudson
Eve-Ann Prentice
Marko Gasic
Misha Gavrilovic


Please feel welcome to bring your own country's flag (Serbian,
Yugoslav, British, other)
Please wear slightly darker dress than you normally do.
Display your target badges.
(you will be able to get them at the demo).

Subject: Parenti in Belgrade
Date: Mon, 17 Mar 2003 12:40:43 +0100
From: "Vladimir Krsljanin"

Medija Centar, Makedonska 5, 11000
Beograd, Jugoslavija,
Tel: (381 11) 3343-225, Faks: (381 11) 3343-420.
http://www.yumediacenter.com/srpski/indexs.asp


Monday, March 17, 2:00 p.m.
Presentation of Michael Parenti's book titled "To Kill a
Nation: The Attack on Yugoslavia"
Michael Parenti, American author and journalist, Prof. dr.
Kosta Cavoski, and Goran Matic, former Federal
Information Minister, to speak about the book published in
2000 in New York and translated into Serbian in 2002.
Simultaneous translation.

Live broadcast: serbian,
Broadcast
http://www.yumediacenter.com/english/dogadjaji/livee.asp?ID=687
Conference
http://www.yumediacenter.com/srpski/indexs.asp

---

SEE ALSO:

The Rational Destruction of Yugoslavia (by Michael Parenti)
http://www.michaelparenti.org/yugoslavia.html

AND:

--- In Ova adresa el. pošte je zaštićena od spambotova. Omogućite JavaScript da biste je videli., "Coordinamento Nazionale per
la Jugoslavia" ha scritto:


http://www.michaelparenti.org/ToKillANation.html

1. To Kill A Nation: The Attack on Yugoslavia. Presentation and
Contents

2. Slobodan Milosevic's Preface to the Yugoslav/Serbian edition of the
book


=== 1 ===

http://www.michaelparenti.org/ToKillANation.html


To Kill A Nation: The Attack on Yugoslavia

For ten years, US and NATO forces have
waged a campaign to dismember Yugoslavia,
including 78 days of round-the-clock aerial
attacks in 1999 that killed or injured
upwards of six thousand people. Drawing on a
wide range of published and unpublished
material (mostly Western sources) and
observations gathered from his visit to
Yugoslavia in 1999 shortly after the bombings,
Michael Parenti challenges the mainstream
media demonization of Yugoslavia and the
Serbs, and uncovers the real goals behind
Western talk of "genocide," "ethnic cleansing,"
and "democracy."

To Kill A Nation reveals a decade-long
disinformation campaign waged by Western
leaders and NATO officials in their pursuit of
free-market "reforms." The political and
economic destabilization of Yugoslavia
continues today, Parenti shows, as does the
forced privatization and Third Worldization of
the entire region.


What they are saying about TO KILL A
NATION: The Attack on Yugoslavia:

"Parenti has written a brilliant critique of the
news reports on Yugoslavia published in the
respectable press. Each chapter provides a
detailed refutation of the propaganda myths
that justified NATO's war. This is by far the
most compelling account in print."

- James Petras, co-author of Empire or Republic?

"A fierce, elegantly constructed elegy not just
for the lives sacrificed in the Balkan wars, but
for concepts of national sovereignty and
constitutionality ... ... he writes with a taut
cadence that exudes conviction. Extremely
disturbing, but, for the brave, jolting and
necessary reading."

- Kirkus

"To Kill a Nation is the best explanation of the
great crime NATO committed and what it will
mean for our future. It is full of insights on the
role of US militarism and media
disinformation in the service of corporate
profits."

- Sara Flounders, editor and co-author of NATO in the Balkans

Contents

Introduction: Whom Do We Believe?
1.Hypocritical Humanitarianism
2.Third Worldization
3.Divide and Conquer
4.Slovenia: Somewhat Out of Step
5.Croatia: New Republic, Old Reactionaries
6.Bosnia: New Colonies
7.Republika Srpska: Democracy, NATO Style
8.The Other Atrocities
9.Demonizing the Serbs
10.On to Kosovo
11.The Rambouillet Ambush
12.NATO's War Crimes
13.The Genocide Hype Continues
14.Where Are All the Bodies Buried?
15.Ethnic Cleansing, KLA-NATO Style
16.Rational Destruction: Eliminating the Competition
17.Multiculturalism in Yugoslavia
18.Yugoslavia's Future: Is It Bulgaria?
19.Privatization as a Global Goal
20.The Aggression Continues
Notes
Index

Copyright © 2002 Michael Parenti. All rights reserved.

=== 2 ===

Date: Tue, 31 Dec 2002 15:57:43 +0100
From: "Vladimir Krsljanin" <vlada@s...>


"THERE IS A GROWING CONSCIOUSNESS IN THE WORLD OF THE NEED TO UNITE
THE FORCES OF RESISTANCE"

Slobodan Milosevic



Slobodan Milosevic wrote a Preface to the
Yugoslav/Serbian edition of the Michael Parenti's
book TO KILL A NATION - THE ATTACK ON
YUGOSLAVIA that just appeared from the press
in Belgrade.

The book appeared as a result of the initiative and
work of a group of patriots, which included the
private publisher MEDIAGRAF, who financed the
edition. President Milosevic gladly accepted the
request of the group to write a preface.

To order a copy of the book, one should contact the
publisher:

MEDIAGRAF, Simon Simonovic (director) tel/fax
+381 11 473 338, mobile +381 63 238 880,
E-mail: solvayyu@n...

English translation of the President Milosevic's
preface (full text) is given below.




PREFACE TO YUGOSLAV EDITION



I congratulate all those people who gave their
contribution to translating and publishing of the
book - TO KILL A NATION - THE ATTACK
ON YUGOSLAVIA - in our country. Its author,
Michael Parenti, is an American to whom every
true veracious inhabitant of the Planet ought to be
grateful for the great courage and ability to see and
understand the events that marked the last decade
of the twentieth century.

His fellow country man, Ernest Hemingway, wrote
in 1948 in the introduction to his novel "Farewell to
Arms" (which was, actually, published for the first
time in 1929):"..wars are created, caused and
started by the economic differences, and they are
waged by the pigs which are trying to benefit from
them".

For the killing of Yugoslavia, all media, political,
economic and military means were used.

The war against Yugoslavia was conducted on
behalf of the great powers (Vatican, Germany,
America...) because Yugoslavia stood in the way
of their interests. It stood as an obstacle to the goals
of the new world oppressors, the new colonialism.
It represented "a bad example" for all those
countries and peoples who wished to stay free and
independent, and who wish to have the
international relationship on the equality basis.

The powers which preempted the name - the
International Community, only had understanding
for those who supported them. They didn't even
want to hear for the ones who didn't share their
point of view and for the ones opposing the New
World Order.

The International Community, meritorious for the
breaking of Yugoslavia, encouragement of extreme
nationalism in all Yugoslav republics (especially in
Croatia and Bosnia-Herzegovina) and responsible
for the national conflicts, accused others for such
actions; the ones that stood as an obstacle to their
intentions, the ones who were the victims of these
intents - it accused Serbs for the evil which it itself
caused and performed.

This was not just the immorality of the
International Community, that is, of a certain part
of it which advocated such immorality, but it was a
crime of that certain part of the International
Community as well. In a certain way this was a
crime towards Croats and Muslims too, because
they were pushed back to the past, to irrational
nationalistic savagery. But, this crime, targeted
against Serbs, was the greatest of all crimes ever
directed towards any of the peoples in the second
half of the twentieth century in Europe.

Even the military support and involvement of
Islamist extremists bothered no one despite they
were the first Mujahideens ever appearing in the
military conflicts in the European domain till that
time. Nor was the military support of the regular
Croatian Army given to the Croatian military units
in Bosnia-Herzegovina of any interest to anyone.

It was only Serbia's material and moral help to the
Serbian population living in warring
Bosnia-Herzegovina that was causing rage and
disgust of the so-called International Community
to such extent that actions against "tyrannical and
militant" political authorities in Belgrade were
immediately taken, being in the shape of brutal
economic and all other sorts of sanctions which
were imposed to the just reorganized FR
Yugoslavia, along with the military intervention
against Serbs in Bosnia-Herzegovina in 1995 and
against FR Yugoslavia in 1999, in the collaboration
with the Albanian terrorists and separatists. Today
Serbs in Croatia and Serbs in Bosnia-Herzegovina
and Serbs in Serbia and all Serbs in general are
guilty for the crimes of which they were the
victims.

The war against Yugoslavia was and still is waged
without any moral scruples. Illegal "Court" in The
Hague is one of the means of that war and the
proof that it (the war) is still ongoing.

But the events, contrary to the intentions of the
creators of the New World Order and of The
Hague "Court", show every day that there is a
growing consciousness in the World of the need to
unite the forces of resistance to the new oppressors.

Michael Parenti is among those people who
undoubtedly gave great personal contribution to
that resistance.



The Hague, October 17, 2002

Slobodan Milosevic



Publisher's note: This text is the property of the publisher of the
Serbian edition of the book: `To kill a Nation: The Attack on
Yugoslavia' written by Michael Parenti, and the recipients by e-mail
are not allowed to make financial profit from it, by using it in web,
press or TV presentations without previous written permission of the
publisher.

© Mediagraf Belgrade 2002


--- Fine messaggio inoltrato ---

US Script For Yugoslavia's Privatization
by Konstantin Kilibarda

With Serbian prime minister Zoran Djindjic's untimely demise,
Yugoslavia was back in the news for a day or two. The shameful
anniversary of the Kosovo war, on March 24, is a sad occasion to
provide important clarifications and explanations that
debunk "official" history, a useful exercise thanks to Konstantin
Kilibarda.

http://www.swans.com/library/art9/kkilib01.html

---

From Der Spiegel: How Kostunica [and Djindjic!] Came to Power
Comments by Jared Israel, plus Further Reading

The media is now praising Zoran Djindjic, the recently assassinated
Serbian politician, as a great democrat and leader of the
'independent' anti-Milosevic opposition. But two years ago a German
magazine wrote that the U.S. and Germany made the opposition's
decisions & paid the bills!

http://emperors-clothes.com/docs/spie.htm

---

FLASHBACK: The Nuts & Bolts of a Scam...
How the U.S. has Created a Corrupt Opposition in Serbia
A joint statement

http://www.emperors-clothes.com/engl2.htm

---

Tension in Belgrade over Djindjic assassination
by Tanja Djurevic

http://www.iacenter.org/djurevic--0303.htm



--- VISNJICA ---

US Congress salutes fallen hero

WASHINGTON, March 15 (Tanjug) - At the Senate and Congress
House of Representatives, several representatives of the US
authority talked with reverence about Serbian Premier Zoran
Djindjic, assassinated in Belgrade on Wednesday, and stressed that
the United States was saluting the fallen hero.
Congressman Curt Weldon from Pennsylvania expressed deep regret, and
warned that the fact that Djindjic was gone should not stop the
process of reforms and democratization, for which the Serbian premier
had been striving for.
The world laments over a true democrat and a person that
whole-heartedly fights for freedom, Weldon said, and stressed that
Djindjic had dedicated his life to those ideals and was ready to risk
all so as to bring freedom to his country. Congressmen David Dreier
from California and Steny Hoyer from Maryland also talked about
Djindjic at the House of Representatives on Thursday.
Expressing grief, Dreier said it was long ago that the
United States had learned how high the price of freedom was. Other
nations are also learning the same thing at a high price, Dreier
said, and stressed that the sacrifice of Serbian premier should not
be forgotten. Congressman Hoyer reminded of the fact that Djindjic
had had the courage for the transfer of Slobodan Milosevic to The
Hague tribunal, and pointed out that we had lost a man whose courage
and dedication to freedom and human rights was significant both for
his nation and the international community.

Estratti dal libro "La risposta"

(Edizioni internazionali "Beta", Roma 1998) che contiene le
trascrizioni di numerose interviste effettuate a Mirjana Markovic nel
corso degli anni.
Il libro e' stato tradotto e pubblicato in Italia come anche i volumi
"La domanda" ed "Il giorno e la notte". Nel corso degli anni Novanta
gli scritti della Markovic sono stati tradotti in molte lingue,
comprese l'indiano ed il cinese. Tuttavia, in Italia i libri di cui
sopra non sono stati recensiti da nessuno affinche' le opinioni della
dirigente della JUL (Sinistra Unita Jugoslava) non si potessero
conoscere se non attraverso la distorsione della propaganda
guerrafondaia ed antijugoslava dei nostri media. (I.S.)

(A cura di I. Istrijan. Le nostre note tra parentesi quadre)

---

DALLA PREFAZIONE:

...Ci sono, nelle sue risposte, dei veri valori letterali. C'è pure la
lungimiranza. C'è pure la stanchezza. Ma c'è pure la speranza che è
oggi l'unica medicina per le ferite aperte...

Aleksandar Popovic

---

SI CERCA LA NUOVA JUGOSLAVIA
intervista di Hadzi Dragan Antic a Mira Markovic e Stjepan Mesic
per la rivista "Intervju", marzo 1991.

[L'intervista è preceduta da un testo introduttivo a firma di Hadzi
Dragan Antic comprendente anche anche le biografie degli intervistati]

Continuando a pubblicare le doppie interviste, la redazione in questo
numero ha scelto come propri interlocutori la prof. dott. Mira
Markovic e Stjepan Mesic.
Venerdi, 8 marzo 1991, il giornalista H.D. Antic ha parlato con il
signor Mesic a Zagabria e con la compagna Markovic a Belgrado. Agli
intervistati ha posto 14 domande uguali. Alla fine li ha pregati di
porsi reciprocamente una domanda di loro scelta
[che vi riproponiamo]:

M.Markovic: Visto che per molti anni è stato comunista, oggi come si è
trovato di destra?

S. Mesic: Proprio perché provengo da una tale famiglia, proprio per il
fatto che nella mia famiglia ci siamo sempre parlati apertamente, sono
arrivato alla conclusione che non è un qualunque comunismo ne' il
periodo di transizione al socialismo l'obiettivo che renderà felice la
gente. Sono arrivato alla conclusione che bisogna creare una nuova
società efficace nella quale sarà garantita il più possibile la
massima libertà civile e umana e per questo faccio parte di questo
partito HDZ [il partito di Tudjman] che non è di destra , ma è
un partito di centro. [sic! Ricordiamo che il CNJ riportò a suo
tempo la notizia di quando S. Mesic - attuale presidente della Croazia
- volle promuovere agli onori di generale eroe nazionale della guerra
di Liberazione 1941-1945 un suo zio che, dagli albori della guerra al
1945, cambio' bandiera per ben cinque volte.]

Mesic: Essendo una donna ragionevole e colta, la dr Markovic davvero
pensa che i nostri obiettivi possono essere il socialismo e il
comunismo? E' davvero convinta che l'obiettivo di questa società
possono essere il socialismo e il comunismo?

Markovic: Nelle nozioni sulla società teoriche ed empiriche delle
quali disponiamo oggi niente mette in dubbio la possibilità di un
percorso che porti a una società sviluppata economicamente e
culturalmente e in cui sia eliminato lo sfruttamento e la
sottomissione politica delle persone.
In molti paesi sviluppati del capitalismo occidentale oggi è in corso
un processo di socializzazione che li avvicina a una siffatta società.
A una tale società si avvicinerano anche i paesi socialisti,
attraverso il processo di riforme economiche politiche che li
introducono in una fase successiva dello sviluppo. La domanda sul
senso del socialismo si basa in questo momento sulle esperienze
empiriche del socialismo contemporaneo e si ha spesso il pregiudizio
che queste esperienze sono tali da screditare in partenza anche l'idea
stessa del socialismo. Queste esperienze offrono molto materiale
e quasi degli argomenti per le conclusioni profane, piuttosto
conservatrici e in ogni caso astoriche.
Tutte le difficoltà, le deformazioni e i fallimenti del socialismo
contemporaneo, a partire dai suoi finti regimi come era quello romeno,
i blocchi economici, la pietrificazione del sistema e la chiusura
culturale, fanno parte di un percorso storico di un nuovo sistema
sociale durante il quale molte illusioni e molti errori potevano
essere evitati, ma che in nessun caso può svolgersi su una strada
spianata e senza ostacoli. E gli ostacoli, naturalmente, non sono una
buona ragione per rinunciare al cammino.
Le società che non hanno per obiettivo il movimento e lo sviluppo,
cioè i cui ideali si riducono allo status quo o al ritorno al passato,
verranno in conflitto con la storia e vivranno con minori possibilità
di eliminare con successo le conseguenze di questo conflitto.
Per quanto riguarda la società comunista, essa finora non è stata
realizzata da nessuna parte e nessuno ha tentato nemmeno di
realizzarla. E' un sistema sociale realizzabile nelle condizioni
tipiche di un grande sviluppo economico della società e anche
di tutte le forme della coscienza sociale molto sviluppate. Perciò
ogni discorso sulla società comunista esistita finora e sul suo
fallimento è quanto meno poco serio. Questo equivoco, sulla presunta
società comunista finora esistita che adesso in Europa viene demolita,
si dovrebbe cominciare a chiarirlo prima di tutto dagli intellettuali,
dagli esperti. Senza aver paura che i motivi e gli argomenti con i
quali spiegherebbero questo equivoco abbiano una base politica o
ideologica. L'unica base sulla quale questo equivoco può essere
chiarito è la verità scientifica.

---

LA JUGOSLAVIA E' STATA DISTRUTTA DA COLORO CHE NON L'HANNO COSTRUITA O
DAI LORO DISCENDENTI".
Dall'intervista al quotidiano "Borba", dicembre 1992

"Non sapevo neanche di amarla tanto"

D. - Qual'è il suo atteggiamento nei confronti dell'ex Jugoslavia?

R. - Le dirò qualcosa che non è di moda.
Ciò che penso è in contrasto con lo stato d'animo ufficiale e
dominante in tutte le repubbliche dell'ex Jugoslavia, che può esser
identificato quale spirito nazionalista, separatista e antijugoslavo.
Io credo nella Jugoslavia. Nella Jugoslavia com'era prima di
quest'ultima guerra. Non posso prevedere la velocità con la quale essa
si costituirà di nuovo. Nutro la speranza personale e profonda che ciò
accadrà prima di quanto pensano coloro che l'hanno disintegrata.
Ma, indipendentemente dalla mia aspettativa individuale e forse
irrazionale che ciò accada presto, ci sono molti elementi razionali
che fanno pensare alla sua ricostituzione come a una necessità
economica, politica e culturale, come all'esito storico dei
processi e delle relazioni che si svolgono in questa parte della
penisola balcanica.
I popoli jugoslavi sono nonostante tutto piccoli per poter
sopravvivere nelle condizioni attuali da soli, cioè per poter
mantenere, isolati gli uni dagli altri, la propria indipendenza
economica, politica e culturale. E nello stesso tempo i popoli
jugoslavi sono reciprocamente talmente legati storicamente,
economicamente, culturalmente e demograficamente che la loro
definitiva separazione nazionale, anche se la volessero, sarebbe
impossibile.
Nei gruppi primari, nella famiglia, nella microsfera della società,
questi legami tra gli appartenenti a diversi popoli sono estremamente
profondi, razionali ed emotivi e sono piuttosto resistenti alla
politica, alla propaganda, così che sopravvivono anche nelle
condizioni della guerra civile e tribale.
In base a questi legami la Jugoslavia si costituirà nuovamente, ma
pure adesso ci sono molte persone che semplicemente e testardamente
continuano a considerare la propria patria la "ex Jugoslavia".
Se fossero loro a decidere, se fossero presenti nei mezzi
d'informazione, nei parlamenti e nei governi, la Jugoslavia si
ricostruirebbe velocemente. Ma tali persone sono estromesse da tutti
gli ambienti in cui si decide. Del resto, se loro fossero stati lì
dove si decide, alcuni anni fa, la Jugoslavia non si sarebbe
disintegrata e la guerra non sarebbe accaduta.
La Jugoslavia è stata disintegrata da chi non l'ha costruita o dai
rispettivi discendenti. L'analisi delle biografie degli ideologi
nazionalisti di spicco in tutta l'ex Jugoslavia, dimostrerebbe il vero
volto di questa guerra: in queste biografie non ci sono vittime cadute
per la Jugoslavia, non c'è quel profondo dolore per essa né
quell'amore passionale che motivavano quelli che l'hanno costruita e
conservata.
Quanto a me personalmente, ho amato la Jugoslavia da sempre. Ma non
sapevo neanche di amarla tanto finché non è stata ferita, finché non
si è trovata in pericolo. Nonostante questa guerra, non ho provato
alcun odio per i croati, per i musulmani o per gli albanesi. Continuo
a essere convinta che siamo fratelli. Per la verità, fratelli matti e
rozzi. Perciò vedo la soluzione per i popoli jugoslavi nella pace e
nella vita comune. Ma anche in una società che permetterà loro di
vivere in modo più umano e di essere loro stessi più umani.
E così, la Jugoslavia rimane per sempre la mia patria. Ho insegnato ai
miei figli di amarla prima di avere insegnato loro a leggere e a
scrivere. E anche se potessi, ma non posso, dir loro adesso di non
amare la Jugoslavia, perché quell'amore non è vero, sarebbe inutile -
loro l'amano già. Per mio merito o per mia colpa. Spero, il tempo
lo dimostrerà, che sia un merito.

"Dal monte Triglav al fiume Vardar..."

notizie in breve dalle prime pagine dei giornali delle repubbliche
jugoslave ex-federate

A cura di Ivan Istrijan
("Voce Jugoslava" su Radio Citta' Aperta, Roma)

[Nota: notizie e commenti sono riportati in forma discorsiva, senza
distinzione tra il testo e l'interpretazione del curatore. CNJ]

---

"Vecernji list" di Zagabria, del 2.3.03

LA CROAZIA E L'IRAK

I pacifisti preparano manifestazioni contro la guerra all'Irak

Marcia Vukovar - Zagabria. Sei attivisti della ONG Mirovna grupa
mladih Dunava, (MGMD) e i Verdi di Osijek, hanno iniziato ieri dalla
piazza centrale la marcia di pace da Vukovar a Zagabria. "Vogliamo in
questo modo protestare contro la politica americana contro l'Irak, ma
anche contro le decisioni del governo croato in favore della guerra
all'Irak", hanno detto i pacifisti. Hanno aggiunto che partono da
Vukovar, la cittadina che sa cosa significa la guerra, attraverso
Osijek e la magistrale della Podravina, per esser tra alcuni giorni a
Zagabria, su Markov trg, la piazza di fronte al palazzo del Governo.

Gli attivisti antiguerra pronti a bloccare il trasporto ferroviario a
causa della guerra all'Irak.

D'accordo contro la guerra americana all'Irak, vorrebbero e non
vorrebbero i soldi dei finanziatori americani.

Zagabria. Con lo striscione "Basta con le guerre!" apparso alla
galleria della sala del Sabor (Parlamento) sono state annunciate una
serie di azioni, quale dimostrazione contro la guerra, che saranno
promosse dagli attivisti contro la guerra, contrari al Governo che ha
concesso lo spazio aereo croato per il trasporto degli aerei civili
americani.
L'attenzione dell'opinione pubblica e degli attivisti è stata attirata
giorni fa al Sabor dai "quattro antiguerra" - Dorino Manzin,
dell'associazione "Iskorak", Hrvoje Juric dalla Facoltà di Filosofia,
Slavica Fribec, attivista del Movimento femminista e Dragutin
Kljucaric, anarchico.

E' interessante che i maggiori finanziatori stranieri delle ONG sono
gli americani, tra i quali "l'Academy for Educational Development" che
finanzia proprio l'iniziativa cittadina "Basta con le guerre".
Dorino Manzin ha affermato che "Iskorak" non ha e non riceverà
donazioni dagli inglesi e dagli americani.

IL SOSTEGNO AUSTRIACO ALLA CROAZIA

I media austriaci hanno informato sul nuovo programma della nuova
coalizione di governo austriaca; il sostegno dell'Austria alla Croazia
per entrare nell'Unione Europea

Tunnel sotto la la montagna Mala Kapela:
I CROATI RITIRANO LA COLLABORAZIONE CON GLI ITALIANI

Ogulin. Ritirati tutti gli undici macchinari, proprietà dell'IGM, per
decisione del proprietario e direttore Ivan Padjen, perché, nonostante
i rappresentanti della ditta italiana Coopcostruttori dichiaravano di
esser soddisfatti della cooperazione, non sono stati pagati gran parte
dei lavori. Delle 5.900.000 kune sono state pagate appena 1.700.000
kune, da cui [gli italiani] volevano detrarre ulteriori interessi.

---

"Nacional", 4 marzo '03, quotidiano di Belgrado

E' STATA FORMATA L'ASSEMBLEA [PARLAMENTO] DELLA NUOVA UNIONE STATALE

La prima riunione del nuovo Parlamento federale continuerà solo
giovedì, 6 marzo. Per il presidente dell'Assemblea è stato eletto
Dragoljub Micunovic, mentre il vice è Milorad Drljevic.
L'ex presidente jugoslavo Kostunica e Srdja Bozovic sono rimasti senza
alcuna funzione.
Il primo giorno dei lavori ha dimostrato che a livello federale
funzionerà la nuova coalizione - il DOS della Serbia e il DPS, il
Partito socialdemocratico del Montenegro.

Il ministro serbo della Giustizia, Vladan Batic, leader del DHSS: "E'
inutile che avete ridipinto, tanto questa Unione crollerà", alludendo
alla aula ridipinta di fresco.

LA RICHIESTA DEL GOVERNO MONTENEGRINO DI AVERE PROPRI AMBASCIATORI A
ROMA, BRUXELLES, LONDRA...

Non meraviglia tanto l'ex ambasciatore jugoslavo a Washington, Protic:
Le ambasciate a Bruxelles e a Roma sono il più importante collegamento
all'Europa. Se Belgrado acconsente alle richieste montenegrine perché
i loro quadri guidino le ambasciate a Bruxelles e Roma, la Serbia
rimane senza il migliore aggancio all'UE.

KOSMET

Che cosa c'è dietro l'iniziativa del premier serbo Zoran Djidjic
perché l'esercito torni "alla sacra terra serba" e quali sono le
conseguenze di tale richiesta.
Ne parla l'esperto politico, collaboratore del "Nacional",
Vukadinovic.
"Il premier non ha nessuna strategia per il Kosovo e Metohija.
L'insistenza di Djindjic perche' "si apra" la questione dello status
finale del Kosmet (Kosovo e Metohija, N.d.t.) per ora ha soltanto
contribuito a che di questa regione nel sud della Serbia si parli un
pò di più nei media nazionali ed internazionali

IL GOVERNO CONTRO I GIUDICI

Zoran Ivosevic, Giudice della Corte suprema, accusa il ministro della
Giustizia:
Per colpa del ministro Batic, dal 1. marzo i Tribunali non esisteranno

(Un pò come quello che si sta facendo in Italia contro la
Magistratura!)

I cittadini già da alcuni giorni presentano le loro cause a tribunali
virtuali. Non si sa chi giudica chi ne' chi è competente per cosa.

TRIBUNALE DELL'AIA

Il Tribunale ha respinto la richiesta di Milosevic perché venga
dichiarata l'identità del testimone, implicato nell'uccisione di Arkan
[SIC!]. Il testimone, denominato K-2, ha ottenuto la protezione a vita
dal Tribunale [SIC!].

Il Tribunale dell'Aia quale prova contro l'ex presidente sfoggia la
relazione del corso dei soldi nella RF di Jugoslavia.
S. Milosevic: "I serbi nelle Krajine serbe e nella Repubblica Serba di
Bosnia sarebbero morti di fame se la Serbia non li avesse aiutati".

---

"BLIC News", 5 marzo '03, settimanale di Belgrado

DECRETO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA BATIC CONTRO I GIUDICI

Il controverso ministro della Giustizia ottiene dal Governo serbo mani
libere per la purga più grande nella Magistratura fin dal 1945.
Il motivo per cui la Giustizia si trova nell'occhio del ciclone del
Governo esecutivo è il tentativo del Governo serbo di scaricare da se'
le responsabilità dell'insuccesso della lotta contro la criminalità
organizzata e addossarle agli altri.

Toma Fila, noto avvocato (si è offerto anche di difendere Milosevic
all'Aia):
"Si tratta di qualcosa da cui - che Dio ci salvi!
Sostengo invece l'idea formulata dal presidente della Corte suprema,
Leposava Karamarkovic e il suo vice. Questo che sta facendo Batic è
la richiesta di una giurisprudenza servile: si deve fare diversamente
se al Ministro non va bene. Così non si può andare avanti. Sempre ho
sostenuto che quando la politica entra a far parte della
giurisdizione, la giustizia ne esce, per citare me stesso".

WESLEY CLARK ALLA CNN

Il generale americano in pensione (così giovane!!!), che comandò i
bombardamenti delle forze NATO in Europa contro la Jugoslavia nel
1999, sarà corrispondente della CNN in Kuwait, quale consulente
professionista nelle trasmissioni dedicate all'azione militare degli
USA e della Gran Bretagna contro l'Irak. W. Clark è già da più di un
anno che lavora per la CNN quale consulente militare. L'ex comandante
delle forze NATO in Europa negli ultimi mesi ha criticato la politica
di G. Bush verso l'Irak e contro gli ispettori che controllano gli
armamenti irakeni.
Inoltre si diceva che potrebbe candidarsi alle prossime presidenziali
a nome del Partito dmocratico. Ultimamente lui stesso ha affermato che
gli è stata fata tale proposta.

NICOLO' AMMANNITI OSPITE DEL FEST A BELGRADO

Entusiasta dell'ospitalità belgradese

Il giovane scrittore italiano si trova in questi giorni a Belgrado,
ospite del FEST, la Mostra del meglio del film internazionale, che si
svolge regolarmente da una ventina di anni nella capitale.
Dal suo romanzo tradotto in serbocroato "Dolazim po tebe i vodim te sa
sobom", cioè "Vengo a prenderti per portarti via con me", verrà girato
il film dal noto regista jugoslavo Goran Paskaljevic.

---

Dal quotidiano "Nacional", 6 marzo 2003

Momcilo Perisic, presidente del Movimento per la Serbia democratica
(PDS), teme per la sua vita.

<<DEI LEGIONARI MI MINACCIANO DI MORTE>>

<<Mi hanno detto che mi liquideranno gli uomini dell'ex comandante dei
"berretti rossi" se non darò le dimissioni.>>
Le sue dimissioni vengono richieste anche da alcuni leader dello
stesso movimento.

DISTRUGGERE DJINDJIC COME E' STATO FATTO CON MILOSEVIC

Lo dice Slobodan Vuksanovic, leader del NDS (un ennesimo partito
"democratico" popolare), invitando a creare un blocco democratico
patriottico, invitando V. Kostunica, ex presidente, ed altri leader
dei partiti che avevano sostenuto all'epoca Kostunica.

Dal e sul Kosovo e Metohija, sempre da "Nacional":

Belgrado. La Serbia non può creare un proprio mezzo d'informazione nel
Kosovo, a differenza dell'Albania.

Pristina. Dei 200.000 profughi dal Kosmet, 180.000 sono i serbi.

Krusevac. Il rappresentante della Lega per la salvaguardia delle
proprietà privata nel settore dell'industria, Vladimir Lesic, ha
dichiarato che i serbi sono, secondo il catasto, proprietari del 90%
delle terre nel Kosmet. Lesic nega le affermazioni di alcuni leader
del governo secondo i quali la proprietà sarebbe soltanto del 62%,
citando che Djindjic e Covic non possono rappresentare gli interessi
delle famiglie dei serbi kosovari.

Francoforte. I serbi intorno a Pristina stanno svendendo in massa i
loro beni, la loro terra agli schipetari (albanesi-kosovari), scrive
un giornale francofortese. Secondo il quotidiano, il villaggio "Sedam
Jugovica" (i "sette Jugovic" descritti nel poema della storica
battaglia della Piana del Kosovo dei serbi contro gli ottomani) è
stato visitato dal capo della coalizione "Povratak" (Ritorno), Dragisa
Krstovic, che ha confermato la notizia dell'avvenuta vendita e che ci
son poche probabilità che la svendita venga fermata.

Su invito di Michael Steiner (sempre un tedesco!), capo dell'UNMIK a
Pristina, si è svolta una riunione insieme ai rappresentanti della
coalizione "Povratak". L'invito del capo missione è stata una risposta
alla lettera inviatagli da "Povratak", nella quale si lamentava la
scontentezza della popolazione serba per il lavoro finora svolto dalla
missione UNMIK.

E, dulcis in fundo...

A Pristina viene ricordato l'anniversario degli scontri dell'UCK
contro le forze dell'ordine:

IL "GOVERNO" KOSOVARO FESTEGGIA L'INIZIO DELLA GUERRA NEL SUD

Alla manifestazione "L'epopea dell'UCK" sono intervenuti il premier
del Kosovo, Bajram Redzepi e il leader del più forte partito albanese
in Macedonia, l'Unione democratica per l'integrazione, Ali Ahmeti.

Subject: testo di Collon
Date: Fri, 14 Mar 2003 19:20:49 +0100
From: "Enrico Giardino" <forumdac@...>


Cari amici,
Credo di fare cosa utile nell'allegarvi una mia traduzione-sintesi
dell'ultimo documento di Collon (14-3-03) sulla situazione balcanica.

---

Chi ha ucciso Djindjic?

...si chiede M. Collon - un acuto ed attento osservatore della
geopolitica mondiale nei Balcani - nel suo documento del 14 marzo
2003 (diffuso in rete in inglese); e quali saranno ora le
ripercussioni nella regione?
Sherlock Holmes avrebbe molto da fare nel trovare l'assassino, dal
momento che è difficile trovare amici di Djindjic. Seselj aveva detto
di avere le prove che Djindjic era il capo della mafia.


Chi ha portato al potere Djindjic? Non certo il popolo come ci dicono
i media occidentali (era molto impopolare per aver sostenuto
l'aggressione Nato), ma l'Occidente. Esso - dopo 9 anni di embargo,
dopo altri 9 anni di campagna mediatica antiserba, dopo 78 giorni di
bombardamenti - aveva condotto una campagna antiMilosevic a suon di
milioni di dollari. Lo stesso sta accadendo con Chavez in Venezuela.
Nessuno ci parla più della situazione tragica dei Balcani, ma là i
lavoratori stanno resistendo al tradimento ed alla privatizzazione-
demolizione dello Stato - anche sociale.
Questa lotta sta mettendo in crisi il gruppo di potere messo su dagli
occidentali.
L'uccisione di Djindjic non è opera di un patriota che si vendica per
il suo tradimento. Due sono le ipotesi più plausibili:
1. rivalità interne alla cricca dominante
2. omicidio mafioso.
Djindjic aveva rovesciato Milosevic capeggiando una coalizione di 18
partiti il cui unico collante era l'opportunismo. Una volta al potere
aveva favorito i suoi amici scontentando i più. Aveva impedito una
indagine sulla mafia, provocando le dimissioni di alcuni Ministri di
Kostunica.
Tutti i protetti dell'Occidente sono legati al traffico illegale
(droga, armi e prostituzione). Il clan di Izetbegovic in Bosnia
rubacchiò milioni di dollari sugli "aiuti internazionali". L'UCK -
secondo le stesse fonti occidentali - ha ridotto il Kosovo ad un
mercato di droga, armi e prostituzione.
Nel video "I dannati del Kosovo" viene denunciato il connubio
Nato-mafia.
Djindjic è anche responsabile di una serie di atti illegali contro
Kostunica ed i suoi Ministri, da lui allontanati dal Governo
illegalmente e nonostante il giudizio della Corte Suprema. Analoga
illegalità - condannata inutilmente dalla Suprema Corte - riguarda il
rapimento di Milosevic ed il suo trasferimento alla Corte dell'Aja. Si
può dire quindi che l'uomo di fiducia dell'Occidente era
semplicemante un gangster politico. Ma l'uccisione di Djindjic può
derivare da uno stato di conflitto tra USA e Germania, datato 1991.
Ecco tre indizi al riguardo :
1.La Germania forzò nel 1991 la disgregazione della Jugoslavia
assumendo il controllo dei regimi di Slovenia, Croazia e Bosnia.
L'obiettivo tedesco è quello di trasportare il petrolio mediante il
Reno ed il Danubio. Gli USA invece vogliono trasportarlo con un
oleodotto più a sud che attraversi Bulgaria, Macedonia ed Albania
(perciò la loro grande base militare di Camp Bondsteel). Sorpresi
dalla "rapidità tedesca", gli USA avevano bisogno di tempo per
rientrare in gioco. Così - promettendo ad Izetbegovic una sua vittoria
militare - gli chiesero di non firmare il piano di pace "europeo":
questo allungò di due anni la guerra con relativo aumento delle
vittime e dei disastri.
2. Gli USA nel 2000 avevano promesso a Djindjic crediti ed aiuti, poi
mai corrisposti: il destinatario se ne era lamentato pubblicamente,
inviando un "avvertimento" a Washington.
3. Perché potenze prima alleate si trovano oggi divise sull'Irak? Da
un lato USA ed U.K., dall' altro Francia e Germania. La ragione sta
negli interessi opposti delle compagnie petrolifere in Irak - ESSO, BP
e SHELL contro la Total (Francia) - ed in Iran , dove la Germania è il
primo competitore delle compagnie USA. La eliminazione della
"stampella tedesca " in Jugoslavia (Djindjic) sarebbe allora una
"ritorsione" contro Francia e Germania contrarie alla aggressione USA
in Irak.
Cosa potrà succedere ora nei Balcani? Tre ipotesi:
1. Kostunica potrebbe riguadagnare il potere perduto;
2. Un regime reazionario e fascista potrebbe agire contro
l'opposizione dei lavoratori e popolare;
3. I Balcani cadono in una nuova e più caotica destabilizzazione.
Tutto ciò è il risultato catastrofico della "missione umanitaria" di
stabilizzazione. Nel 2001 si è avuta una guerra in Macedonia, la
regione del Sandzak potrebbe infiammarsi per cause "esterne". In
Kosovo l'UCK - protetto dagli USA - fa fuggire serbi, rom ed ebrei.
Una situazione - sobillata da USA - che infastidisce Germania e
Francia: queste hanno bisogno di "stabilità". Un gioco pericoloso da
guerra mondiale.
E la sinistra europea emergerà dal silenzio? Saprà riconsiderare la
catastrofe in atto nei Balcani?

[chi fosse in grado di tradurre questo articolo con estrema urgenza e'
pregato di contattarci: jugocoord@...]


Subject: The Quisling Of Belgrade
Date: Thu, 13 Mar 2003 22:26:46 -0800 (PST)
From: Rick Rozoff


http://www.guardian.co.uk/comment/story/0,3604,913918,00.html

The quisling of Belgrade

The murdered Serbian prime minister was a reviled
western stooge whose economic reforms brought misery

Neil Clark
Friday March 14, 2003
The Guardian

-[T]here is evidence that underworld groups,
controlled by Zoran Djindjic and linked to US
intelligence, carried out a series of assassinations
of key supporters of the Milosevic regime, including
Defence Minister Pavle Bulatovic and Zika Petrovic,
head of Yugoslav Airlines.
-When a man has sold his country's assets, its
ex-president and his main political rivals, what else
is there to sell? Only the country itself.
-The lesson from Serbia for today's serial regime
changers is a simple one. You can try to subjugate a
people by sanctions, subversion and bombs. You can, if
you wish, overthrow governments you dislike and seek
to impose your will by installing a Hamid Karzai,
General Tommy Franks or a Zoran Djindjic to act as
imperial consul. But do not imagine that you can then
force a humiliated people to pay homage to them.


Tributes to Zoran Djindjic, the assassinated prime
minister of Serbia, have been pouring in. President
Bush led the way, praising his "strong leadership",
while the Canadian government's spokesman extolled a
"heralder of democracy" and Tony Blair spoke of the
energy Djindjic had devoted to "reforming Serbia".

In western newspaper obituaries Djindjic has been
almost universally acclaimed as an ex-student
agititator who bravely led a popular uprising against
a tyrannical dictator and endeavoured to steer his
country into a new democratic era.

But beyond the CNN version of world history, the
career of Zoran Djindjic looks rather different. Those
who rail against the doctrine of regime change should
remember that Iraq is far from being the first country
where the US and other western governments have tried
to engineer the removal of a government that did not
suit their strategic interests. Three years ago it was
the turn of Slobodan Milosevic's Yugoslavia.

In his recent biography of Milosevic, Adam LeBor
reveals how the US poured $70m into the coffers of the
Serb opposition in its efforts to oust the Yugoslav
leader in 2000. On the orders of Secretary of State
Madeleine Albright, a covert US Office of Yugoslav
Affairs was set up to help organise the uprising that
would sweep the autocratic Milosevic from power.

At the same time, there is evidence that underworld
groups, controlled by Zoran Djindjic and linked to US
intelligence, carried out a series of assassinations
of key supporters of the Milosevic regime, including
Defence Minister Pavle Bulatovic and Zika Petrovic,
head of Yugoslav Airlines.

With Slobo and his socialist party finally toppled,
the US got the "reforming" government in Belgrade it
desired. The new President Vojislav Kostunica received
the bouquets, but it was the State Department's man,
Zoran Djindjic, who held the levers of power - and he
certainly did not let his Washington sponsors down.

The first priority was to embark on a programme of
"economic reform" - new-world-order-speak for the
selling of state assets at knockdown prices to western
multinationals. Over 700,000 Yugoslav enterprises
remained in social ownership and most were still
controlled by employee-management committees, with
only 5% of capital privately owned. Companies could
only be sold if 60% of the shares were allocated to
workers.

Djindjic moved swiftly to change the law and the great
sell-off could now begin. After two years in which
thousands of socially owned enterprises have been sold
(many to companies from countries which took part in
the 1999 bombing of Yugoslavia), last month's World
Bank report was lavish in its praise of the Djindjic
government and its "engagement of international banks
in the privatisation process".

But it wasn't just state assets that Djindjic was
under orders to sell. Milosevic had to go too, for a
promised $100m, even if it effectively meant
kidnapping him in contravention of Yugoslav law, and
sending him by RAF jet to a US-financed show trial at
the Hague. When a man has sold his country's assets,
its ex-president and his main political rivals, what
else is there to sell? Only the country itself. And in
January this year Djindjic did just that. Despite the
opposition of most of its citizens, the "heralder of
democracy" followed the requirements of the
"international community" and after 74 years the name
of Yugoslavia disappeared off the political map. The
strategic goal of its replacement with a series of
weak and divided protectorates had finally been
achieved.

Sometimes, though, even the best executed plans go
awry. Despite the western eulogies, Djindjic will be
mourned by few in Serbia. For the great majority of
Serbs, he will be remembered as a quisling who
enriched himself by selling his country to those who
had waged war against it so mercilessly only a few
years earlier. Djindjic's much lauded reforms have led
to soaring utility prices, unemployment has risen
sharply to over 30%, real wages have fallen by up to
20% and over two-thirds of Serbs now live below the
poverty line.

It is still unclear who fired the shots that killed
Zoran Djindjic. The likelihood is that it was an
underworld operation, his links to organised crime
finally catching up with him. But, harsh though it
sounds, there are many in Serbia who would willingly
have pulled the trigger. On a recent visit to
Belgrade, I was struck not only by the level of
economic hardship, but by the hatred almost everyone I
met felt towards their prime minister, whose poll
ratings had fallen below 10%.

The lesson from Serbia for today's serial regime
changers is a simple one. You can try to subjugate a
people by sanctions, subversion and bombs. You can, if
you wish, overthrow governments you dislike and seek
to impose your will by installing a Hamid Karzai,
General Tommy Franks or a Zoran Djindjic to act as
imperial consul. But do not imagine that you can then
force a humiliated people to pay homage to them.

· Neil Clark is writing a book about the recent
history of Yugoslavia

neil.clark@...

ARTEL GEOPOLITIKA by www.artel.co.yu
office@...
Datum: 13. mart 2003. g.


Poslanici koalicije "Povratak" i nasi aktuleni
politicari "otkrili" tajne poteza Mihaela Stajnera i
siptarskih separatista

Beograd, 13.03.2003.
Sladjan Nikolic

Mihael Stajner ce ako nasa drzava ne ucini nista 26. marta
prosiriti ovlascenja kosovskoj vladi i institucijam, navodno zbog
stabilizacije. Sta to znaci? Obezbedjivanje prava manjinskim
zajednicama, ostvarivanje multietnickog drustva, obaveze u
odrzavanju bezbednosti i u oblasti spoljne politike ce i posle
ovog datuma ostati u kompetenciji UNMIK-a. Sva ostala
ovlascenja ce sef UNMIK-a, Mihael Stajner preneti na Vladu
Kosova.

Medju najbitnijim ovlascenjima su povecanje ingerencije
Kosovske policijske sluzbe, ukljucivanje Kosovara ( o politickim
posledicama upotrebe pojma "Kosovar" autor ovog teksta je
pisao u studiji Osvrt na knjigu 'Kosovo - kratka istorija' Noela
Malcolma . Studija je poslata i nekim nasim akademicima
medjutim oni nisu nasli za shodno da i sa svoje strane upozore
javnost.) u oblasti prava zajednica, zatim strukture upravljanja
finansijama, finasijska regulativa, monetarna poltika i pravna
pitanja. Pokrajinska vlada ce imati ovlascenja i u oblasti
Kosovskog zastitnog korpusa, medjunarodnih sporazuma, odnosa
sa spoljnim subjektima, prelaz robe i zivotinja preko drzavne i
administrativne granice, preduzeca u drzavnoj i javnoj svojini,
zeleznica, upravljanje frekvencijama civilne avijacije i drugo. U
delu koji se odnosi na Kosovski zastitni korpus predvidja se
povecanje uloge Kosovara u operativnom upravlajnju tom
organizacijom.U vezi sa medjunarodnim sporazumima, navodi
se ucestvovanje i pracenje izvrsavanja medjunarodnih ugovora
preko zajednickih mehanizama, sto znaci da ce Vlada Kosova
pratiti i izvrsavati medjunarodne ugovore preko "zajednickog
rezima" koji ce uspostaviti predstavnik generalnog sekretara, u
ovom slucaju Mihael Stajner. Predvidjeno je da se u
ovlascenjima koja ce preuzeti Vlada Kosova nadju i funkcije koje
se odnose na pravosudni sistem na Kosovu, ali bez samostalnosti
pravosudja. Takodje, sira ovlascenja Vladi Kosova prenece se i u
oblasti poljoprivrede, kulture, obrzavanja, zdravstva, rada i
socijalne politike, javnih sluzbi, finansija i privrede. Predvidjeno
je i da Vlada Kosova ucestvuje u radu zajednickog tela sa
UNMIK-om u gradjenju odnosa sa "subjektima spolja"

Dr. Rada Trajkovic poslanik a do skoro i sef koalicije "Povratak"
u izjavi za "Glas javnosti" od 11.03.2003 u vezi toga izmedju
ostalog kaze da su Stajnerovi potezi su sasvim u suprotnosti sa
Rezolucijom 1244 i da on njima vodi Kosovo u nezavisnost.
Gospodja Rada Trajkovic je sasvim u pravu, jedino je steta sto je
do ovog saznanja da je prosirivanje ovlascenje kosovskoj vladi i
institucijama jos jedan korak do nezavisnosti, dosla isuvise
kasno, kad je zaustvljanje procesa predaje ovlascnja gotovo
nemoguce. Gospodja Trajkovic trazi da svi poslanici koalicije
"Povratak" zamrznu svoje funkicije kako ne bi dali legitimitet
Stajnerovim namerama. Ovakav potez nece znaciti nista, mogu
poslanici koalicije "Povratak" da zamrzavaju svoje funkcije
koliko god hoce, oni su u kosovskoj skupstini samo dekor, to je
isuvise slab pritisak na Mihaela Stajnera da povuce svoju odluku.

Ono sto je takodje steta, jeste da gospodja Rada Trajkovic, citava
koalicija "Povratak", nasi aktuleni politicari kako na vlasti tako i
u opoziciji, brojni politicki analiticari sto je danas unosno
zanimanje nisu primetili da je od dolaska KFOR-a i UNMIK-a
siptarskim institucijama postepeno predavani atributi drzavne
suverenosti Srbije i SRJ, i da je ovo samo nastavak tog
kontinuiranog procesa. Drzavna suverenost ima cetri atributa -
zakonodavnu, sudsku, izvrsnu vlast i bezbednost gde spadaju
granice i vojska. Prve tri su prakticno vec predate, kosovskom
parlamentu, vladi i sudstvu. Sve je to uz nadzor medjunarodne
zajednice, ali to ne moze vecno da traje. Predaja cetvrte funkcije
- bezbednosti, Siptarima takodje je zapoceta. Ovo je konstatovao
i pokojni dr. Zoran Djindjic, Premijer Vlade Srbije, koji je ubijen
u brutalnom teroristickom aktu, u intervjuu listu "Novosti" od
petka, 7. 03.2003. godine. Jedino je steta, sto je ova konstatacija
dosla malo prekasno kad su tri funkcije vec predate, cetvrta je na
putu a Stajner prosiruje ovlascenja kosovskoj vladi i
institucijama.

Drzava Srbija u proteklom periodu u kom su jedna po jedna
funkcija drzavne suverenosti Srbije i SRJ predavane kosovskim
institucijama, a koji je pokojni Premijer ocenjivao kao period od
cetri godine, nije ucinila nista da ovaj proces "poremeti". Od te
cetri godine DOS je na vlasti tri i ako neko hoce da kaze da je za
sve kriva bivsa vlast to moze da bude samo licemerje; autor ovog
teksta misljenja je da su i jedni i drugi zasluzni za predavanje
ovih funkcija kosovskim institucijama. Ko je i koliko zasluzan to
je manje bitno i mozda je stvar koju mogu meriti dokoni
kafanski stratezi - bitno je ono sto je fakat, a to je da su Siptari
preuzeli jednu po jednu funkciju drzavne suverenosti SRJ i Srbije
s trendom daljeg preuzimanja.

Sta znaci "poremetiti predaju funkcija"? U ovoj zemlji mnogi se
pominjali Makijavelija ali uglavnom u negativnom kontekstu.
Verovatno su samo preleteli preko "Vladaoca" i iz njega izvukli
pouke imanentne svom psiholoskom profilu. Da su malo bolje
prostudirali knjigu verovatno bi zapazili da je Makijaveli bio pre
svega rodoljub i da je osnovna pouka njegove knjige - uciniti sve
i ne birati sredstava kako bi se porazio onaj ko ugrozava
domovinu. "Poremetiti" u politici a pre svega u spoljnoj poitici
znaci remetiti saveze, kompromitovati vodece licnosti, sklapati
saveze sa korisnima, stvarati afere, nervozu i zbunjenost u
protivnickim redovima i sl. O tome je jos i mnogo pre
Makijavelija pisao kineski strateg Sun Cu Vu i to su opste
poznate stvari po kojima i danas funkcionise diplomatija i
obavestajne sluzbe kao produzena ruka spoljne politike. Mozda
obicnom citaocu ovog teksta ovo zvuci grozno ali to je fakat, to
su pravila igre i ko ne igra po njima gubi.

I da ne bude kao u izreci "svi generali su pametni posle rata" i da
neko autora ovog teksta ne poistoveti sa generalom kojim ima
pametne ideje o tome kao je trebalo voditi bitke i ratu koji je vec
zavrsen, jedno kratko podsecanje. U tekstu "Moguce varijante
razvoja situacije posle izbora na Kosovu i Metohiji , pisanom
neposredno pred izbore na KiM, autor ovog teksta je upozorio na
sve ovo sto su nasi politicari kostatovali nazalost posle dve
godine kada je za mnogo toga kasno. Procena je pisana na osnovu
javnih ali i na osnovu izvora koji su dolazeci do informacija
rizikovali mnogo toga s jednim ciljem - da se upozori sta ce se
desavati i koji su osnovni pravci politickog delovanja siptarskih
politicara kao osnova za adekvatno reagovanje od strane nasih
politicara. Verovatno ovu procenu oni nisu ni citali, jer kako
ocekivati kad po istrazivanju lista BLIC NEWS u skupstini
politicari najveci deo vremena na Internetu provode posecujuci
sexi sajtove.
Najvazniji zakljucci iz procene "Moguce varijante razvoja
situacije posle izbora na Kosovu i Metohiji":

" Zajednicki imenitelj Rugove, Tacija i Haradinaja je njihova
ideja o nezavisnosti Kosova i Metohije. Ono sto ih razlikuje jeste
metod ostvarenja tog cilja. To znaci da ce predstojeci izbori
posmatrani u okviru albanskih politickih partija ustvari
predstavljti politicku borbu tri frakcije albanskog
separatistickog pokreta.
" Osnovni pravci politickog delovanja bilo da koja od ovih
frakcija pobedi bice usmereni prema UN, SAD, Evropskoj uniji,
SRJ i na samo Kosovo i Metohiju. Zajednicki imenitelj
politickog delovanja prema UN, SAD i EU bice dokazivanje da
privremene institucije koje budu proizasle iz izbora mogu same
da upravljaju Kosovom i Metohijom. Politicko delovanje prema
UN podrazumeva i postepeno preuzimanje ingerencija
UNMIK-a i njihovo prebacivanje u nadleznost privremenih
institucija.
" U pokrajini jos uvek formlano vazi pravni sistem SRJ,
ekonomski i drugi sistemi koji cine jedno drustvo takodje su bar
formalno prisutni, s toga ce njihovo delovanje na unutrsnjem
planu biti usmereno na izgradnju pravnog i drugih sistema koji
nece imati nikakvih dodirnih tacaka sa SRJ.
" S obzirom da buducoj skupstini Kosova i Metohije nije
izbegnuta majorizacija, srpski poslanici u njoj nece imati
adekvatne mehanizme zastite od strategije ostvarenja
nezavisnosti koja podrazmeva korak po korak odsecanje jedne po
jedne veze sa SRJ i koja ce se ostvarivati na unutrsnjem planu
" Ono cega se albanski separtatisticki pokret plasi je eventualna
podela Kosova i Metohije stoga ce njihovo politicko delovanje
unutar same pokrajine biti usmereno na zakonska resenja kojim
bi se izricito zabranila bilo kakva podela teritorija po etnickom
ili bilo kom drugom principu.
" Svoj glavni oslonac albanski separatisticki pokret jos uvek vidi
u SAD iako je doslo do smene administracije u Beloj kuci.
" U sustini ovako razgranata mreza albanskog lobija u SAD nece
delovati samo neposredno u realizaciji ciljeva nezavisnog
Kosova, vec ce primenjivati i strategiju posrednog nastupanja,
rasplamsavajuci krize na nasem prostoru, otvarajuci neka od
neresenih pitanja u odnosima sa svetom (odnos sa Hagim npr.) i
sl. Sve to u cilju pritisaka kako bi se pozicije Savezne Republike
Jugoslavije prema pitanju Kosova i Metohoje sto vise oslabile.
" I na kraju ovih izvoda, ono sto je pokojni Premijer Srbije dr.
Zoran Djindjic konstatovao u pomenutom intervjuu: Da se i ovo
vec dogodilo (misleci na predaju funkcije bezbednosti) realno bi
se postavilo pitanje: o cemu cemo posle kada se formalno otvori
itanje "konacnog statusa" uopste imati da diskutujemo?". U vezi
s tim zakljucak iz procene koja je pisana pred izbore na KiM:
Prema zamisli albanskog separatistickog pokreta ovakava
strategija politickog delovanja na unutrasnjem i spoljnom planu,
obilato koriscenje lobija, propagandih agencija za promociju i
strategija korak po korak, trebalo bi da medjunarodnu zajednicu
i Saveznu Republiku Jugoslaviju dovedu do svrsenog cina, da
priznaju neminovnost stvarnosti-nezavisno Kosovo. Ova
strategija nije vremenski ogranicena s tim sto je njen osnovni
cilj u nacelu: u naredne tri godine uveriti medjunarodnu
zajednicu da privremene unstitucije u kojima ce dominirati
Albanci mogu same bez icije podrske da upravljaju Kosovom i
Metohijom.

I da ne bude zabune, na neke od ovih cinjenica su upozoravali
predstavnici SNV, dr. Marko Jaksic i dr. Milan Ivanovic kao i
gospodin Momcilo Trajkovic. Koliko god su mogli pokusavali
su da sprece prenosenja funkcija drzavne suverenosti Srbije i SRJ
na kosovske institucije i kosovsku vladu, uporavali na pogubnost
izlaska na izbore i da ce Srbi u toj skupstini biti samo dekor.
Medjutim, drzavna politika je bila drugacija, verovatno zato sto
tada oni koji je i danas vode, nisu uspali da kostatuju ono sto su
konstatovali ovih dana, da Stajnerove odlike vode ostvarenju
siptarskog separatistickog sna - Nezavisnog Kosova uz
simbolican broj Srba.

Stvari su barem sasasvim ciste, sa dve i vise godina zakasnjenja
konstatovano je da da predavanje jedne po jedne funkcije
kosovskim institucijama od strane UNMIK-a vodi KiM u
nezavisnot. Imamo Stajnera koji je najavio prosirivanje
ovlascenja kosovskoj vladi i institucijama. Gradjanima Srbije
ostaje da vide hoce li drzavni organi Srbije uspeti da osujete
nameru Stajnera za koju su konstatovali da je jos jedan korak do
nezavisnosti KiM. Autor ovog teksta je pesimista po tom pitanju
i stoprocentno je siguran da ce ako se ovako nastavi Stajner
uspeti u toj nameri. Osim toga, ubistvo dr. Zorana Djindjica ce
umonogome zbog fokusiranosti drzavnih organa na ovaj brutalni
akt uticati da oni ne nadju model za sprecavanje Stajnerove
odluke.

Ono sto takodje podgrejava taj pesimizam, jeste da je prokojni dr.
Djindjic zastupao stav: Niko nema ni medju Albancima ni u
svetu, prava da nam kaze : Milosevic je potrosio sva vasa prava i
vi pocinjete od nule". Kao i to da je potrebno da napravimo
nekoliko diplomatskih i politickih krugova oko Kosova i
Metohije. Medjutim, od koje diplomatije ocekivati da tako nesto
pravi, kad predstavnici nase ambasade na "Medjunarodnom
institutu za politiku"u Becu, na tribini posvecenoj Kosovu i
Metohiji izrazavaju solidarnost sa mladim Siptarom Krasnicijem
koji govori o tome da Srbija zbog Miloseviceve politike nema
prava na KiM. Da zlo bude vece, oni su cak tokom tribine
negodovali i ucutkivali nase intelektulace koji su branili stav
koji je zastupao upravo pokojni dr. Zoran Djindic - govorili da je
Milosevic za sve kriv i da mi moramo da ispastamo kao
Nemacka posle Drugog svetskog rata. Verovatno o ovome naseg
pokojnog Premijera niko iz SID-a nije obavestio, jer i kako bi
kad je na celu ove sluzbe covek koji nije znao ni da mu "Crvene
beretke", dok je bio sef SDB-a, pripremaju pobunu a pomenute
diplomate su iz redova stranke ministra spoljnih poslova.

http://www.guardian.co.uk/comment/story/0,3604,913918,00.html


IL QUISLING DI BELGRADO (*)

Il Primo Ministro serbo assassinato era un ignobile servitore
occidentale le cui riforme economiche hanno portato miseria

Neil Clark
The Guardian (Gran Bretagna)
venerdi 14 marzo 2003


I tributi a Zoran Djindjic, il Primo Ministro della Serbia
assassinato, sono arrivati a pioggia. Ha aperto la strada il
presidente Bush lodando la sua forte leadership, mentre il portavoce
del governo canadese lo ha esaltato come "baluardo della democrazia" e
Tony Blair ha parlato della "energia" che Djindjic aveva dedicato a
"riformare la Serbia".

Nei necrologi dei giornali occidentali Djindjic è stato quasi
universalmente acclamato come un ex-agitatore di studenti che
coraggiosamente guidò una rivolta popolare contro una dittatura
tirannica e tentò di guidare il suo paese verso una nuova era
democratica.

Ma al di là della versione "tipo CNN" della faccenda, la carriera di
Zoran Djindjic appare piuttosto differente. Coloro che non danno peso
al senso del cambiamento di regime dovrebbero ricordare che l'Iraq non
è il primo paese dove gli USA e altri governi occidentali hanno
provato ad architettare la rimozione di un governo che non
soddisfaceva i loro interessi strategici.
Tre anni fa fu il turno della Jugoslavia di Slobodan Milosevic.

Nella sua recente biografia su Milosevic, Adam LeBor rivela come gli
USA versarono 70 milioni di dollari nelle casse dell'opposizione serba
e dei suoi sostenitori per osteggiare il leader jugoslavo nel 2000.
Agli ordini del segretario di Stato Madaleine Albright, un ufficio
americano segreto per gli affari jugoslavi fu istituito per aiutare ad
organizzare la rivolta che avrebbe spazzato via l'autocratico
Milosevic dal potere.

Allo stesso tempo è evidente come gruppi mafiosi controllati da Zoran
Djindjic e legati all'Intelligence americana abbiano eseguito una
serie di assassinii di sostenitori-chiave del regime di Milosevic,
inclusi il Ministro della Difesa Pavle Bulatovic ed il capo
dell'aviazione civile jugoslava Zika Petrovic.

Con Slobo ed il suo partito socialista finalmente caduti, gli Usa
hanno avuto il governo "riformatore" che desideravano. Il nuovo
presidente Vojislav Kostunica prese il "bouquet" ["prese ufficialmente
l'incarico", ndT], ma fu l'uomo del Dipartimento di Stato, Zoran
Djindjic, a tenere le redini del potere - e certamente a non
abbandonare i suoi sponsor di Washington.

La prima priorità fu quella di intraprendere un programma di "riforme
economiche" - dal sapore di nuovo ordine mondiale - per la vendita dei
beni statali, a prezzi stracciati, alle multinazionali occidentali.
Più di 700.000 imprese jugoslave erano rimaste a partecipazione
statale, e la maggior parte erano ancora controllate da comitati di
impiegati, con solo il 5% del capitale privato. Le compagnie potevano
vendere solo se il 60% degli introiti erano allocati tra i lavoratori.

Djindjic cambiò rapidamente la legge e la grande svendita poteva
adesso incominciare. Dopo due anni in cui migliaia di imprese a
partecipazione statale furono vendute (molte alle compagnie dei paesi
che presero parte ai bombardamenti della Jugoslavia del 1999), nella
relazione dell'ultimo mese la Banca Mondiale e' stata generosa di
encomi verso il governo-Djindjic ed il suo "coinvolgimento delle
banche internazionali nel processo di privatizzazione".

Ma non erano solo i beni statali che Djindjic aveva l'ordine di
svendere. Anche Milosevic doveva andare, in cambio di 100 milioni di
dollari promessi, anche se effettivamente cio' significava rapirlo, in
contravvenzione alla legge jugoslava, e spedirlo con un jet della RAF
al processo-spettacolo dell'Aia, finanziato dagli USA. Quando un uomo
ha venduto i beni del suo paese, il suo ex-presidente ed i suoi
principali rivali politici, cosa c'è ancora da vendere se non il paese
stesso? E nel gennaio di quest'anno Djindjic ha fatto proprio questo.
Nonostante l'opposizione di molti dei suoi cittadini, il "baluardo
della democrazia" ha seguito la richiesta della "Comunità
Internazionale" e dopo 74 anni il nome della Jugoslavia è scomparso
dalle cartine politiche. L'obbiettivo strategico della sua
sostituzione con una serie di protettorati deboli e divisi era
finalmente stato raggiunto.

A volte però anche i piani eseguiti in modo ineccepibile decadono.
Nonostante gli elogi occidentali, Djindjic verrà rimpianto da pochi in
Serbia. Per la maggior parte dei Serbi egli sarà ricordato come un
traditore che si è arricchito vendendo il proprio paese a coloro che
gli scatenarono contro la guerra, così spietatamente, solo pochi anni
prima. Le riforme di Djindjic più lodate hanno condotto ad un rialzo
dell'inflazione, la disoccupazione è salita oltre il 30%, i salari
reali si sono svalutati di oltre il 20% e oltre i due-terzi dei serbi
ora vivono al di sotto della soglia della povertà.

Non è ancora chiaro chi ha sparato i colpi che hanno ucciso Zoran
Djindjic. Verosimilmente è stata un'operazione di malavita, alla fine
i suoi legami con il crimine organizzato gli si sono ritorti contro.
Ma, sebbene risulti cinico, ci sono molti in Serbia che avrebbero
premuto il grilletto. In una recente visita a Belgrado, fui colpito
non solo dal livello dello stento economico, ma anche dall'odio che
quasi tutti nutrivano verso il loro Primo Ministro, la cui popolarità
era scesa sotto il 10%.

La lezione dalla Serbia, per quelli che cambiano regimi uno dopo
l'altro, è una lezione semplice. Si può provare a soggiogare un popolo
con le sanzioni, le sovversioni e le bombe. Si possono, volendo,
rovesciare governi che non piacciono e cercare di imporre il proprio
volere insediando un Hamid Karzai, un Generale Tommy Franks o uno
Zoran Djindjic, affinchè svolgano il ruolo di "consoli imperiali". Ma
non si creda di poter forzare un popolo umiliato a rendere a questi
omaggio.

(Neil Clark sta scrivendo un libro sulla recente storia della
Yugoslavia).

neil.clark@...

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(*) "Quisling", dal nome di un proverbiale collaborazionista norvegese
dei nazisti.

Traduzione di Matteo Zamboni, che ringraziamo calorosamente. Revisione
a cura del CNJ.