Informazione

NOTIZIE PER I BAGNANTI


Da "Il messaggero veneto" di mercoled� 6 giugno 2001:

Era stata trovata in un relitto del '700 dagli archeologi
subacquei del nucleo Nausicaa. Stavano cercando cannoni d'epoca

Allarme per una bomba fatta esplodere a Bibione

Gli ospiti di Lignano non sapevano che l'ordigno al fosforo
sarebbe stato fatto brillare. Moltissime le telefonate ai carabinieri

LIGNANO - SABBIADORO - Il boato provocato dall'esplosione di un
ordigno bellico, fatto brillare poco lontano della foce del
Tagliamento, unita alle numerose segnalazioni di turisti ignari
delle cause della deflagrazione, hanno fatto scattare nel tardo
pomeriggio di ieri, a Lignano Sabbiadoro, la macchina dei soccorsi
e della sicurezza. Ad accrescere la paura � stata la colonna di
fumo biancastro, levatasi alta dalla sponda veneta del Tagliamento.

Immediate sono scattate le telefonate al pronto soccorso, alla
protezione civile e ai carabinieri.
Dalle prime ipotesi, sembrava si trattasse di un'imbarcazione in
difficolt� alle prese con un incendio a bordo. Ma giunti sul posto,
la protezione civile con i gommoni e i carabinieri
con la motovedetta non hanno notato nulla di strano e soltanto
dopo qualche tempo, tramite l'ufficio di capitaneria di Porto
di Lignano, l'episodio � stato collegato con il brillamento
dell'ordigno bellico da parte della Marina militare. Si trattava di
una moderna bomba al fosforo di quasi una tonnellata, probabilmente
"perduta" da un aereo in viaggio per una una missione nell'ex
Jugoslavia. Un ordigno finito proprio dentro il relitto di una nave
del '700, e trovato da un gruppo di giovani archeologi della
soprintendenza di Venezia qualche giorno fa.
Ieri la bomba � stata trainata sulla riva di un poligono militare,
una porzione di spaggia riservata agli usi militari sulla costa
di Bibione, e quindi fatta brillare poco prima delle 20 dagli
artificieri del nucleo Sdai della Marina militare. Al largo due
motovedette dell'ufficio circondariale marittimo di Grado e una
della Capitaneria di porto di Caorle seguivano le operazioni.

�Questa avventura - ricordano gli archeologi che si sono trovati
faccia a faccia con l'ordigno - ci ha fatto perdere dieci anni di
vita. Stavamo ispezionando la zona con un "sonar" a
scansione - racconta il subacqueo Francesco Dossola - quando lo
strumento ha segnalato una massa ferrosa. Credevamo fosse un altro
cannone, come quelli gi� trovati nei resti della nave di linea
francese "Mercure", affondata oltre 200 anni fa con tutto il suo
carico dopo uno scontro con i vascelli inglesi in quella che per
gli storici � "la battaglia di Grado". Cos� ci siamo messi a scavare.
A un certo punto ci siamo trovati faccia a faccia con la sagoma
inconfondibile di una bomba�. Immediato l'allarme alla guardia
costiera di Caorle e Grado, che ha allertato gli artificieri della
marina militare che ieri hanno imbragato l'ordigno e trasportato
fino davanti la riva del poligono di tiro, in localit� Lama del
Revelin, e l'hanno fatto brillare.
Il relitto, in cui � stata trovata la bomba, � stato localizzato per
caso in febbraio. Il peschereccio della famiglia Scala aveva perso
alcuni ramponi mentre raccoglieva capesante.
Durante il recupero aveva "tirato su" anche pentole di rame di una
nave antica. Avvertito, il nucleo di archeologia subacquea del centro
e alto Adriatico (Nausicaa) aveva quindi iniziato le ricerche che
avevano portato al colpo fortunato: due cannoni navali della fine del
'700. Nei giorni scorsi le ricerche sono riprese. Proprio durante una
di queste immersioni � stata trovata la bomba al fosforo. M.D.B.

(Scrive Gian: "...Una bomba al fosforo era destinata alla Jugoslavia
ed � invece esplosa il 6 giugno in una spiaggia, a Bibione. Ne ha
parlato il Messaggero Veneto e chi altri?... Mi sembra nessuno...
La notizia in realt� � anche un altra, un ordigno umanitario al
fosforo doveva colpire la Jugoslavia. Il fosforo veniva usato durante
la guerra in Vietnam dagli americani perch� incendiandosi in aria
bruciava tutto ci� che trovava al suolo, civili compresi ovviamente.
Gli stessi impuniti che parlavano d'armi intelligenti tacciono oggi
sulle bombe al fosforo recuperate e fatte brillare all'insaputa di
tutti, anzi no, quasi tutti, visto che il Messaggero Veneto con
involontaria leggerezza ci illustra la sua presenza nei nostri
litorali...
PS. quanto alla modernit� della "bomba al fosforo", di cui parla
l'incauto autore dell'articolo sul Messaggero Veneto, il suo primo
utilizzo in grande scala � nel bombardamento di Dresda (1945) che
cost� 135.000 vittime...")

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DEONTOLOGIA PROFESSIONALE UGUALE ZERO


Data: 26/06/2001 16:19
Da: "Espero"
A: mediasetonline@...
Oggetto: Uranio impoverito

Spett.le Direzione del CANALE 5 di Mediaset


Con il Notiziario delle ore 8,00 di stamame (26 giugno 2001), avete
dato ulteriore conferma circa l'uso, illegale e massiccio, dell'uranio
impoverito, da parte di NATO/USA, in Kosovo e altrove, e dei suoi
effetti mortali e patologici attuali tra la popolazione (militare, ci
pare) di casa nostra.
Data l'indubbia importanza di notizie della fattispecie, che
sconfessano via via la menzogna sistematica dei "Barbari di Nagasaki",
alias criminali yankee, e del coro belante dei servi-complici, detti
eufemisticamente "alleati", abbiamo atteso inutilmente di poterla
riascoltare pi� attentamente (ed annotare) nell'edizione dell ore
13.00, restando sorpresi, ma non troppo, della sua assenza.
Troviamo eloquente che una notizia di tale portata, diffusa nel
primo notiziario (forse di minore ascolto) della giornata, non venga
ripetuta (e possibilmente commentata) nelle edizioni successive, e il
fatto d'induce a pensare che codesta emittente, come, del resto, quelle
del sedicente "servizio pubblico", non sia libera nell'esercizio del
proprio compito confermandoci che la "vera verit�" � quella che non si
dice - ovvero che non si pu� dire.
Vi esortiamo a far valere il vostro sacrosanto diritto di
diffondere la verit�, qualunque questa sia, non solo in ottemperanza
alla deontologia del giornalismo, ma soprattutto perch� solo la verit�
pu� aoitare tutti (cattivi compresi) a fermare l'evidente declino della
civilt� verso la propria estinzione per eccesso di prepotenza dei pi�
forti che hanno superato gli stessi limiti dell'autocontenimento
istintivo della vita della giungla.

Saluti cordiali.
Carmelo R. Viola
crviola@...
Centro Studi Biologia Sociale
C.P. 65 - 95024, Acireale -
Tel e fax: 095 763 19 81

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IL FIERO BANDITO DELL'UCK, CON IL PESANTE BAZOOKA SOTTO
AL BRACCIO, AVENDO PRESO POSTO SUL COMODO PULLMAN
MESSO A DISPOSIZIONE DALLA NATO, FU REDISLOCATO PER
NUOVE UMANITARIE MISSIONI TERRORISTICHE E DI DESTABILIZZAZIONE
DELL'AREA...


MACEDONIA: UCK LASCIA ARACINOVO, ORA SI COMBATTE A TETOVO/AN
(ANSA) - SKOPJE, 25 GIU - La guerriglia albanese annuncia l'avvio di
incontri ufficiali ''con rappresentanti della Nato e dell'Unione
Europea'', e promette che ''i negoziati proseguiranno''. Smentendo
quella parte della comunita' internazionale che aveva escluso qualsiasi
dialogo con gli estremisti armati, oggi il leader politico
dell'Esercito di liberazione nazionale (Uck), Ali Ahmeti, ha
pubblicamente attribuito a una trattativa con i rappresentanti
internazionali l'accordo ''raggiunto il 24 giugno nella zona di
Tetovo'' sul ritiro della guerriglia dalla cittadina di Aracinovo,
ormai ex roccaforte della guerriglia alle porte di Skopje. Accompagnati
con pulmann della Kfor -la forza di pace a guida Nato- e garantiti da
ooservatori internazionali, i guerriglieri hanno iniziato nel
pomeriggio il ritiro verso il comune settentrionale di Lipkovo
ottenendo di poterlo fare portandosi dietro anche le armi pesanti. La
polizia macedone e' stata costretta a liberare i posti di blocco lungo
la strada che avrebbe dovuto percorrere il convoglio. Il comandante
locale dell'Uck, conosciuto col nome di battaglia di 'Hoxha', ha
riferito che l'accordo prevede che le forze di sicurezza di Skopje non
potranno rientrare ad Aracinovo, per evitare rappresaglie nei confronti
dei civili albanesi rimasti: ''Se lo faranno - ha avvertito - noi
torneremo ad occupare il villaggio''. Il ritiro onorevole concesso ai
guerriglieri con l'avallo del capo dello Stato Boris Trajkovski rischia
ora di infiammare l'opinione pubblica macedone che vede in quell'intesa
una vergognosa capitolazione. Questa sera una manifestazione di
protesta e' iniziata davanti alla sede del parlamento, dove erano da
poco ripresi i colloqui tra partiti macedoni e albanesi per tentare di
porre fine alla crisi armata. Alle proteste stanno partecipando anche
un centinaio di uomini delle forze di sicurezza impegnati fino a ieri
nell'offensiva su Aracinovo. I manifestanti, che urlano 'Macedonia,
Macedonia'', pretendono spiegazioni dal capo dello Stato sul perche'
abbia accettato un accordo ''con i terroristi albanesi''. Trajkovski ha
temporaneamente interrotto i colloqui con i partiti per incontrare una
rappresentanza dei dimostranti. Nelle fasi del ritiro dei ribelli due
osservatori dell'Unione europera sono rimasti feriti: secondo notizie
non ancora confermate sarebbero stati raggiunti da colpi di arma da
fuoco partiti da un vicino villaggio abitato da macedoni. La tregua
strappata ad Aracinovo e' stata seguita dalla ripresa di violenti
combattimenti sulle alture intorno a Tetovo, circa 80 chilometri piu' a
ovest. Questa sera un agente delle forze speciali macedoni e' rimasto
ucciso e almeno altri quattro sono stati feriti nel corso di un attacco
compiuto dalla guerriglia. Fonti locali hanno detto che dal villaggio
di Gajre e dal quartiere di Drenovec (a est di Tetovo) si vedono levare
colonne di fumo. I combattimenti sono ancora in corso. (ANSA) BLL
25/06/2001 20:54

MACEDONIA: NATO, NON ABBIAMO AIUTATO ALBANESI A FUGGIRE
(ANSA) - BRUXELLES, 26 GIU - La Nato ha smentito oggi a Bruxelles di
avere imposto alle autorita' macedoni l'accordo intervenuto ieri per
l'evacuazione senza consegna delle armi dei guerriglieri albanesi dal
villaggio di Aracinovo. ''Non e' vero che abbiamo aiutato gli albanesi
a fuggire: la Nato ha agito su richiesta delle autorita' macedoni e con
l'appoggio di tutto il governo di unita' nazionale'' ha precisato il
portavoce della Nato Yves Brodeur. Le condizioni dell'evacuazione dei
600 guerriglieri albanesi asserragliati ad Aracinovo (localita'
prossima alla capitale) trasportati in autobus forniti dalla Nato senza
avere dovuto prima deporre le armi in altri villaggi piu' a nord sono
state all'origine dei disordini della notte scorsa a Skopje. Il
ministro degli interni macedone Ljube Boskovski ieri ha affermato
che ''la Nato ha costretto il governo ad autorizzare i terroristi a
lasciare Aracinovo''. Il portavoce Nato ha detto invece che l'alleanza
e' intervenuta solo ''per facilitare una soluzione''. Secondo Brodeur
gli incidenti della notte scorsa a Skopje ''sembrano dovuti ad una
minoranza manipolata da agitatori che hanno interesse ad esacerbare le
tensioni fra le due comunita'''. (ANSA). CEF
26/06/2001 15:57

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www.tenc.net
[Emperor's Clothes]

Illegal Tribunal - Illegal Indictment

Statement of the International Progress Organization on the Hague War
Crimes Tribunal's indictment of Serbian Leaders

Dr. Hans Koechler, President [posted 23 April 2001]

[The following statement was written just after the 'War Crimes
Tribunal' brought 'indictments' against Slobodan Miloshevich (Milosevic)
and other Serbian government leaders in 1999. The text was sent to us
recently by a contributor from Germany. It was published by the
International Progress Organization, an
NGO (non-governmental organization) which has worked in various
associations with the United Nations
for almost 30 years. It makes excellent points, especially about the
sheer illegality of the "War Crimes
Tribunal". We post it for your information - Jared Israel.]

The International Progress Organization hereby presents the following
legal observations on today's "indictment" by the "International
Criminal Tribunal":

1. The "indictment" issued by the "Chief Prosecutor" of the so-called
"International Criminal Tribunal for the Former
Yugoslavia" is legally invalid because this "Tribunal" has no
jurisdiction whatsoever in the present or any other case.

2. The "Tribunal" derives its raison d'�tre exclusively from Security
Council resolution 827, adopted at the Council's
3217th meeting on 25 May 1993. In this resolution, establishing the
so-called "International Criminal Tribunal," the
Security Council states that it acts "under Chapter VII of the Charter
of the United Nations."

3. When adopting the above resolution, the Security Council acted ultra
vires. According to the provisions of the U.N.
Charter, the Council has no competence whatsoever in judicial matters.
The provisions of Chapter VII determine the
Council's competence in matters of international security but not in
matters of criminal justice or other judicial matters.
The sole authority in international judicial matters rests with the
International Court of Justice.

4. The "determination," in the preamble of Security Council resolution
827, paragraph four, that the "widespread and
flagrant violations of international humanitarian law" on the territory
of the former Yugoslavia "constitute a threat to
international peace and security" does not provide a sound legal basis
for the Security Council acting as a surrogate
judicial authority or establishing an international court with
jurisdiction in this or any other case.

5. It is regrettable that the institution of the Security Council, while
being unable to stop the undeclared war waged by
NATO countries against Yugoslavia in violation of international law, and
while being prevented, because of the veto power
of countries conducting the present war, from restoring international
peace and security in Yugoslavia, is now being used
to take a so-called "judicial" action against the legitimate Head of
State and other high officials of the country under
attack.

6. Under the present circumstances, the move by the "Chief Prosecutor"
of the so-called "Tribunal," Ms. Louise Arbour,
can only be considered of political nature. This interpretation is
confirmed by today's statement of the President of the
United States who declared that the "indictment" by the "Tribunal" can
be seen as an endorsement of NATO's campaign.

7. The purely political nature of the "indictment" and the lack of any
legal validity of this decision can further be seen from
the fact that the "President" of the so-called "Tribunal," Ms. Gabrielle
Kirk McDonald (United States of America), the
"Chief Prosecutor," Ms. Louise Arbour (Canada), and the investigating
"judge" in the present case, Mr. David Anthony
Hunt (Australia), are citizens either of NATO member countries directly
responsible for the undeclared war against
Yugoslavia or of a country fully endorsing the NATO war. If the
"Tribunal" would have taken general legal standards of
impartiality seriously, it would have been obliged to determine that
there is a conflict of interest for "judges" from countries
waging an undeclared war against Yugoslavia to sit on such a panel
initiating "judicial" action against the Head of State of
the country under attack.

8. The political nature of the "indictment" was further made obvious by
the "Chief Prosecutor's" press statement earlier
today in which she expressed her view that the "indicted" Head of State
cannot be considered a partner of any
negotiations about a peaceful settlement of the conflict. Such a
statement makes a mockery of whatever legal standards
the so-called "Tribunal" claims to adhere to. By her statement, the
"Chief Prosecutor" has tried to act as a surrogate
politician and to influence political events in the interest of those
NATO countries presently waging war against Yugoslavia.

9. When, in violation of the United Nations Charter, a self-appointed
group of states claiming to act on behalf of
international peace and human rights, wages an all-out war against a
sovereign member state of the United Nations and
deliberately destroys the civilian infrastructure of that country with
impunity, the present move by functionaries of the
so-called "Tribunal" to declare the legitimate leaders of the country
under attack as criminals, can only be seen as an act
to hamper the international community's efforts to settle the conflict
in Yugoslavia by peaceful means. This move
undermines all efforts to settle the conflict within the framework of
the United Nations and only prolongs the suffering of
the people of Yugoslavia including the Kosovar Albanians.

10. It would be fitting that the so-called "Tribunal"- if it wants, at
least, to prove its credibility in terms of basic moral
standards, in spite of its legal incompetence as explained above -
should also turn its attention to the practices applied by
the NATO coalition in its undeclared war against the people of
Yugoslavia (including the province of Kosovo).

The provisions of Article 3 of the so-called "Tribunal" identify, among
others, the following practices as "violations of the laws or customs of
war":

(a) "employment of poisonous weapons or other weapons calculated to
cause unnecessary suffering;" (c) "attack, or bombardment, by whatever
means, of undefended towns, villages, dwellings, or buildings;" etc.

NATO's use of depleted uranium missiles and of cluster bombs, NATO's
attacks on villages, civilian buses etc. fall clearly within the
definition of "violations of the laws or customs of war" as given in the
Statute of that very "Tribunal" not to speak of the numerous grave
breaches of the Geneva Conventions of 1949 committed by the NATO
alliance, for which the "Tribunal" also claims to be competent according
to Article 2 of its Statute. As long as the "Tribunal" does not take
action against those NATO politicians and military officers responsible
for these grave breaches of international
humanitarian law, the "Tribunal" can only be considered as one more
futile exercise in the political use of judicial
procedures within the framework of a "policy of double standards" which
seems to be the essence of power politics in NATO's "New World Order."

11. A dangerous precedent is being created by this new use of judicial
procedures for the purposes of power politics. The
separation of powers, one of the basic requirements of the rule of law,
is being completely neglected when a purely
political organ of the United Nations, the Security Council, arrogates
to itself judicial powers by establishing an
"International Criminal Tribunal," and when the functionaries of this
"Tribunal" act as surrogate politicians effectively
hindering a political settlement of an international armed conflict. The
sole responsibility for whichever judicial matters in
international affairs rests with the International Court of Justice. It
is this institution alone that decides on the legal
questions related to aggression by one state or a coalition of states
against another state, and that decides on issues of
international humanitarian law.

12. Because of the regrettable paralysis of the Security Council, the
member states of the United Nations as represented
in the General Assembly should take immediate action on the basis of the
"Uniting for Peace Resolution" (res. 377 A [V]
of the General Assembly) in order to prevent a further dangerous
deterioration of the situation in Yugoslavia. When
otherwise invalid legal procedures are being used to prevent a just
political settlement and when the ongoing large-scale
bombing of Yugoslavia causes an ecological disaster rendering large
areas uninhabitable, urgent action is required by the
international community. If this new form of self-righteous power
politics is not being checked, similar action may be
taken in the time to come against other sovereign countries and their
leadership. In this case, the "rule of force" will
replace whatever remains of the "rule of law" in international
relations. International anarchy will be the inevitable result.
All political leaders and people of good will should unite against this
most serious threat to the international order since the
end of the Cold War.

Dr. Hans Koechler, President

[Reprinted from the IPO Website at http://i-p-o.org/yu-tribunal.htm%5d

For more on the War Crimes Tribunal, see:

'Back to the Dark Ages?' by Jared Israel at
http://emperors-clothes.com/articles/jared/bac.htm

'The War Crimes Tribunal: Illegal Origins' By Dr. Kosta Cavoski at
http://emperors-clothes.com/articles/cavoski/c-3.htm

'The War Crimes Tribunal: Learning from the Inquisition'
By Dr. Kosta Cavoski at
http://emperors-clothes.com/articles/cavoski/c-4.htm

Secret witnesses; some defendants are more equal than others.

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> http://sg.news.yahoo.com/010621/1/14mr2.html

Friday June 22, 5:08 AM

Committee backing Milosevic warns against
extradition to ICTY

BELGRADE, June 21 (AFP) - An official of an
international committee set up to defend
Slobodan Milosevic Thursday warned of
catastrophic consequences for Yugoslavia if the
former president is handed over to the UN war
crimes tribunal in The Hague. "Be sure that
misery, poverty, famine and total destruction
would prevail in the country" if Milosevic is
sent to The Hague, said Mikhail Kuznecov, deputy
chairman of the International Committee for the
Defense of Slobodan Milosevic.
"Do not have any illusions that the United
States or NATO will give you money and help you
rebuild your economy," he told reporters.
The committee was set up on March 24, just a
week before Milosevic's arrest by Belgrade
reformers on charges of abuse of power and
corruption, to clear the ex-president's name
over the war crimes indictment by the
International Criminal Tribunal for the former
Yugoslavia (ICTY).
NATO "is aiming to destroy Yugoslavia and its
citizens," Kuznecov said, adding that Milosevic
"is in prison since he was the only one to
confront the Alliance, and even managed to stop
it."
He said that no "law can legalise" Milosevic's
extradition to ICTY, as the move "is clearly
banned by the Constitutions of Yugoslavia and
Serbia."
Belgrade authorities have been trying to push
forward a draft on cooperation with the ICTY,
but its federal partners from Montenegro have
rejected the law since it could lead to the
extradition of Yugoslav nationals to the UN
court.

Yugoslavia is under intense international
pressure, particularly from the United States,
to adopt the law before an international donors'
conference scheduled for June 29.
The committee, chaired by Bulgarian MP Velko
Valkanov, and grouping figures like former US
Attorney General Ramsey Clark and writer Harold
Pinter, said it has members from 20 countries
throughout the world.
Its activities are supported by more than 600
prominent figures from 30 countries, said a
statement on its website
(www.predsednikmilosevic.com).

Kuznecov said the committee has set up an
international working group to monitor legal
procedures against Milosevic, led by Canadian
lawyer Christopher Black, who had visited the
former president in prison last week.
Black was among the lawyers who in 1999 brought
war crimes charges against NATO leaders for the
bombing campaign on Yugoslavia.
Milosevic, currently in jail on charges of
corruption and abuse of power, and four of his
former associates have been indicted by the ICTY
for war crimes and crimes against humanity
allegedly committed against the ethnic Albanian
majority of Serbia's Kosovo province in
1998-1999.

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sono raccolti dispacci di varie agenzie stampa
(spec. Tanjug), articoli e contributi vari in
inglese, italiano e tedesco ricevuti da gennaio
a giugno 2001 e da noi ritenuti di particolare
interesse per comprendere l'evoluzione della
situazione interna jugoslava.

Tra gli argomenti affrontati segnaliamo in
particolare:

- la visita della Del Ponte a Belgrado in
gennaio e le relative contestazioni;
- le pressioni esterne (di USA, UE, Banca
Mondiale) ed interne (Djindjic, Djukanovic) per
la "collaborazione con il Tribunale dell'Aia";
- i ricatti economici che hanno portato
all'arresto di Milosevic ed al decreto
(anticostituzionale e senza maggioranza
parlamentare) per l'estradizione dei
cittadini jugoslavi;
- il voltagabbana di Kostunica a partire da
aprile (da critico della NATO e del Tribunale
dell'Aia a "uomo politico dell'anno" negli USA);
- le elezioni in Montenegro, le reiterate
minacce di secessione, l'atteggiamento ipocrita
dell'Occidente;
- l'annuncio dell'introduzione dell'Euro come
valuta ufficiale in Montenegro;
- il legame tra la crisi nel governo serbo per
la legge sulla estradizione dei cittadini
jugoslavi e la possibilita' del disfacimento
della Federazione.

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Venticinque giugno millenovecentonovantuno: le dirigenze di Slovenia e
Croazia inaugurano la stagione delle secessioni su base etnica.

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365 GIORNI

1991, UN ANNO DI ALTO RISCHIO


(Dalla rivista belgradese "NIN". Dicembre l99l)

04.1. - Nella Repubblica di Croazia viene fondato il Consiglio per la
difesa nazionale e la tutela del sistema costituzionale. Nella stessa
data il Segretariato degli Interni della regione di Krajina invita i
riservisti componenti della milizia del comune di Knin e degli altri
comuni a presentarsi immediatamente, completamente equipaggiati, ai
loro distretti di appartenenza

08.1. - La ditta di Zagabria "Astra" importa in Croazia 36000
kalashnikov, e queste armi vengono distribuite prevalentemente nei
territori della frontiera amministrativa con la Serbia.

09.1. - La Presidenza della RSFJ emana l�ordinanza sullo scioglimento e
sul disarmo di tutte le formazioni armate illegali in Jugoslavia.

11.1. - Si tiene la prima riunione dell�Assemblea popolare della
Repubblica di Serbia. Il dr. Slobodan Unkovic viene eletto Presidente
dell�Assemblea, mentre Slobodan Milosevic giura davanti ai deputati in
qualit� di Presidente della Repubblica di Serbia.

17.1. - Le forze armate degli USA insieme alle formazioni dei Paesi
alleati danno inizio all�operazione militare denominata "tempesta nel
deserto". Obiettivo - liberazione del Kuwait dall�esercito iracheno.

25.1. - La televisione di Belgrado trasmette il documentario (detto
popolarmente "di Spegelj") che dimostra l�armamento massiccio dei
membri dell�HDZ (partito di Tudjman n.d.T.) e la loro preparazione per
la repressione e l�uccisione dei membri della JNA (Esercito Popolare
Jugoslavo) e dei Serbi "sgraditi" viventi in Croazia.

11.2. - Viene eletto il Governo della Repubblica di Serbia con il
premier dr. Dragutin Zelenovic.

15.2. - Circa 150 poliziotti del Ministero degli Interni croato occupa
la parte nord del comune di Titova Korenica nelle vicinanze dei laghi
di Plitvice.

25.2. - Saddam Hussein ordina il ritiro delle truppe iraquene dal
Kuwait sulle posizioni che avevano da prima del primo Agosto.

01.3. - Alla conferenza stampa a Novi Sad si dichiara la proclamazione
dell�autonomia del popolo serbo in Slavonia, Baranja e Srem occidentale.

02.3. - Le unit� speciali del Ministero degli Interni croato entrano a
Pakrac e occupano il dipartimento di polizia e l�edificio del Comune.
La presidenza della RSFJ ordina l�avanzata di alcune unit� dell�JNA che
entrano a Pakrac, cosa che ha comportato un calmarsi della situazione.

07.3. - Nel Parlamento sloveno viene approvato, con un solo voto
contrario, il decreto costituzionale con cui la Slovenia forma
definitivamente il proprio esercito.

09.3. - Malgrado il divieto pronunciato contro la manifestazione
organizzata dall�SPO in p.za della Repubblica a Belgrado, si radunano
alcune centinaia di migliaia di cittadini. Negli scontri con i servizi
di sicurezza muoiono un poliziotto e un manifestante. Contro l�SPO e
Vuk Draskovic, che � stato arrestato, viene emessa una denuncia.
Qualche momento prima delle ore 20 :00, sulle strade di Belgrado sono
apparsi i carri armati. Il Presidente Milosevic si rivolge ai
cittadini : "Oggi in Serbia e a Belgrado � stato attaccato il pi� alto
valore del nostro Paese e del nostro popolo - � stata attaccata la
pace... "

11.3. - Sulla piazza di Terazije , nel centro di Belgrado iniziano le
manifestazioni pacifiche degli studenti.
Ad Usce, Belgrado, si radunano 150.000 cittadini in segno di appoggio
al partito di governo in Serbia.

12.3.- Il Comitato per la cultura e l�informazione del parlamento
esamina le dimissioni della dirigenza pi� stretta della TV di
Belgrado : Dusan Mitevic, Sergej Sestakov e Predrag Vitas, e convalida
la loro destituzione, il che viene accettato anche dal Parlamento.

13.3.- In piazza della Repubblica a Belgrado si tiene il meeting
dell�opposizione unita.

08.4.- Il Consiglio penale del Tribunale militare di Zagabria rimanda
il processo contro Martin Spegelj e altre sette persone incriminate per
la preparazione dell�insurrezione armata nel territorio della
Repubblica di Croazia a causa del clima teso davanti all�edificio
militare di Zagabria.
Due granate cadono su Borovo Selo.
I capi di Stato e i primi ministri dell� UE e 12 ministri degli Interni
discutono sulla situazione in Jugoslavia. In questa occasione viene
dato a quest�ultima un forte segnale sulla possibilit� di diventare
membro dell�UE solo come stato unito.

15.4.- Sul territorio di confine tra Serbia e Croazia inizia il dialogo
tra S. Milosevic e F. Tudjman.

18.4.- Il Parlamento della Repubblica di Croazia approva i decreti in
cui si chiede una quanto pi� immediata tutela dell�assetto giuridico su
tutto il suo territorio, come la formazione delle Unit� volontarie
(militari) mentre i diritti delle minoranze nazionali si sottopongono
alla loro disponibilit� a "rispettare l�assetto giuridico del paese in
cui vivono" (con tali decreti, un popolo costitutivo diventa
minoranza, N.d.T.).

19.4.- Il dinaro subisce una svalutazione del 44% (un marco vale 13
anzich� 9 dinari).

02.5.- Nello scontro armato a Borovo Selo muoiono 12 poliziotti e 3
civili.

06.5.- Nei disordini di fronte al Comando della marina militare a
Spalato muore la recluta Sasa Gesovski.

12.5.- Negli undici comuni della Krajina si tiene il referendum per
l�annessione del Parlamento regionale autonomo della Krajina alla
Repubblica di Serbia.

15.5.- Stipe Mesic non viene eletto Presidente della Presidenza della
RSFJ. (L�ultima votazione � finita in stallo. Mesic torna a Zagabria e
si autoproclama Presidente, N.d.t.).

24.5.- Il dr Borisav Jovic viene eletto presidente del Partito
Socialista Serbo.

04.6.- Il presidente del Parlamento serbo Slobodan Unkovic si dimette.

05.6.- Aleksandar Bakocevic viene eletto nuovo presidente del
Parlamento serbo.

09.6.- Si tiene il meeting dell �Opposizione democratica serba unita a
Belgrado.

13.6.- Inizia la guerra doganale tra la Slovenia e il Governo federale.

21.6.- La Croazia e la Slovenia delimitano le proprie frontiere.
(Finora esistenti soltanto a livello amministrativo, N.d.t.)

23.6.- I 12 Paesi dell�UE si accordano a Lussemburgo di non riconoscere
nessuna dichiarazione unilaterale sull�indipendenza della Slovenia e
della Croazia queste Repubbliche decidono di lasciare la Federazione
jugoslava.

25.6.- Croazia e Slovenia proclamano la sovranit� e l�indipendenza.

27.6.- L� Esercito inizia a prendere posizione sulle frontiere in
Slovenia. Si giunge al conflitto tra alcune unit� della Difesa
territoriale della Slovenia e l� Armata Popolare Jugoslava. (Ogni
repubblica federata aveva la propria difesa territoriale - formata di
riservisti, N.d.t.).

01.7.- In pi� parti della Croazia si giunge al conflitto armato.

02.7.- In alcune parti della Slovenia si arriva e violenti scontri tra
l�A.P.J. e la Difesa territoriale locale.

04.7.- Forti unit� armate del Ministero degli interni croato e della
Guardia croata attaccano i serbi a Borovo naselje e Borovo Selo.

07.7.- Vengono attaccati i villaggi serbi nei pressi di Osijek, negli
scontri a Tenje ci sono stati alcuni morti e feriti.

10.7.- I ministri degli Interni dell�UE approvano un piano dettagliato
per l�invio da 30-50 osservatori armati, militari e civili in
Jugoslavia per la tutela della tregua.

18.7.- Alla seduta della presidenza della RSFJ si decide per il ritiro
dell�Esercito dalla Slovenia. Contro questa decisione vota Stipe Mesic,
mentre Bogic Bogicevic viene arrestato.

22.7.- Forti unit� armate del MIC e della Guardia croata attaccano il
villaggio serbo di Mirkovci.

05.8.- Il Governo francese decide la convocazione del Consiglio di
sicurezza delle NU per il rischio della guerra civile in Jugoslavia.

07.8.- Nell�intervista allo Sky news, Slobodan Milosevic : "Tutti gli
stranieri son benvenuti in questo Paese, ma non i militari."
La Federazione calcio jugoslava decide che il campionato nazionale si
inizi senza squadre provenienti dalla Federazione croata.

19.8.- A Mosca viene pubblicato il proclama del vice presidente
dell�URSS Genadij Janajev, in cui si dice che Mihail Gorbacov per
ragioni di slaute non � in grado di adempiere ai suoi obblighi di
Presidente dell�URSS. Jelcin, Silajev e Hazbulatov si rivolgono ai
cittadini della Russi invitandoli a "rispondere adeguatamente ai
golpisti".

21.8.- Il complotto degli otto in Unione Sovietica viene sventato. Il
presidente legittimo M. Gorbacov ritorna al potere.

24.8.- Il Partito comunista dell� Unione Sovietica dopo 93 anni di
attivit�, cessa praticamente di esistere.

27.8.- L�UE decide il riconoscimento delle Repubbliche baltiche.

29.8.- Inizia l�assedio delle Unit� croate a Vukovar. L�Armata Popolare
Jugoslava controlla tutte le vie di transito.

31.8.- L�aeroporto Pleso di Zagabria � teatro degli scontri tra le
forze del MIC e le Unit� dell�Aeronautica miltare e della contraaerea
jugoslave, i cui aerei hanno costretto l�atterraggio di due aerei
stranieri, e in uno di questi si contrabandavano armi, fornite da Antun
Kikas , un canadese di origine croate.
Precisamente dopo 5 mesi cade nelle mani della milizia della RA della
Krajina il Distretto di polizia imposto con forza dal MIC a Plitvice.

07.9. - Nel "Palazzo della Pace", all�Aia, e� iniziata la Conferenza
per la pace in Jugoslavia.

08.9. - In Macedonia ha luogo il referendum. I cittadini si esprimono
a favore della sovranita� ed indipendenza della Macedonia, con la
facolta� di entrare a far parte di una federazione di Stati sovrani.

10.9. - A Lubiana si e� svolta una grande manifestazione di protesta a
causa "della vita da cani di tutti i cittadini della Repubblica" da
quando la coalizione DEMOS ha preso il potere.

11.9. - Ante Cicin-Sajn, direttore dell�"Oleodotto Adriatico", ha
avvisato le autorita� delle due raffinerie della Serbia
che "l�Oleodotto non esiste piu�". Allo stesso tempo la Croazia sottrae
la nafta destinata alla Serbia.

13.9. - E� stato rapito il General Maggiore della JNA Milan
Aksentijevic.

15.9. - A Gospic e� morto Djordje Bozovic-Giska, comandante della
Guardia serba.

16.9. - L�Assemblea della Comunita� dei Comuni della Bosanska Krajna
[serba] ha proclamato l�autonomia.

17.9. - Il comando della Marina Militare inizia il blocco dei
principali porti della Croazia.

18.9. - Il presidente del Parlamento della RFSJ, Slobodan
Gligorijevic, ha dichiarato alla Tanjug che la richiesta di Mesic per
inviare truppe di pace in Jugoslavia e� "un atto senza precedenti
nella storia del nostro paese e significa una minaccia alla sua
indipendenza".

04.10. - La presidenza della RFSJ ha decretato la parziale
mobilitazione.
All�Aia si e� arrivati ad un accordo di pace tra Milosevic, Tudjman e
Kadijevic.con Lord Carrington e Van Der Brook.

05.10. - A Belgrado arriva Aleksandar Karadjordjevic con la sua
famiglia.

07.10. - Le autorita� croate hanno dichiarato che e� stato colpita e
danneggiata la vecchia parte di Zagabria, cioe� la residenza del
presidente Tudjman nel palazzo "Banski dvori".
La nuova valuta slovena si chiama "tolar".

08.10. - Il Sabor (parlamento) croato ha promulgato la dichiarazione
di indipendenza e sovranita� dello Stato croato.

10.10. - I deputati dell�Assemblea popolare (parlamento) della Serbia
hanno deciso che la bandiera serba sara� il tricolore senza la stella
rossa. Non si e� giunti ad alcuna decisione sull�inno e sullo stemma.
Il Parlamento Europeo ha rigettato la risoluzione con la quale l�Unione
Europea invita a riconoscere la indipendenza di Slovenia e Croazia.

15.10. - La sovranita� della Bosnia-Erzegovina e� stata proclamata
dopo la riunione e la fuoriuscita dei deputati serbi (bosniaci) dal
Parlamento.
Slobodan Milosevic e Franjo Tudjman arrivano a Mosca su invito di
Mihajl Gorbachev.
Le unita� della JNA entrano a Cavtat.

24.10. - Fondazione della Assemblea del popolo serbo in Bosnia-
Erzegovina.

25.10. - Si tiene il referendum per far diventare il Sangiaccato
una "autonomia territoriale e politica integrale con il diritto di
annettersi ad una delle repubbliche sovrane".

01.11. - Organizzata dal Movimento delle donne per la Jugoslavia, si
e� mossa la carovana dei genitori dei soldati prigionieri.

02.11. - Inizia l�attacco generale a Vukovar.

05.11. - Dalla direzione dei villaggi croati Nijemci e Lipovac si
lancia l�attacco dell�artiglieria alla citt� di Sid. � il primo attacco
militare effettuato da parte della Croazia su una cittadina in Serbia.
Cossiga a Nova Gorica (Slovenia) : "Grazie della Slovenia a Cossiga ".
La Slovenia giudica un importante atto politico la visita di Cossiga.
Il leader sloveno : "questa � una guerra che far� crescere semi di odio
e separer� per lunghi anni Serbi e Croati. Zagabria ha sbagliato a
seguire la nostra strada."
La CEE pronta a far scattare dure sanzioni contro la Serbia. All�Aja
giornata decisiva.
(nel Medio Oriente invece : tocca a Baker convincere Shamir.)

08.11. - La Comunit� europea decide di applicare le sanzioni
economiche alla Jugoslavia.

09.11. - In Bosnia ed Erzegovina inizia la dichiarazione del popolo
serbo di rimanere in uno stato comune con Serbia, Montenegro, Regione
Autonoma di Krajina, Slavonia, Baranja e Srem occidentale, e con altre
nazionalit� che prendono la medesima decisione.
La presidenza della RSF di Jugoslavia indirizza una lettera al
Presidente del Consiglio di Sicurezza dell�ONU, in cui si chiede di
inviare urgentemente le forze di pace ONU in Croazia.

16.11. - Viene liberato Borovo naselje.

18.11.- Il Consiglio supremo della Croazia decide che non ce pi�
necessit� e nessun interesse politico per la Repubblica di Croazia
perch� Stjepan Mesic rimanga nella presidenza della RSFJ. (Dopo che
questi aveva insistito "per esser l�ultimo presidente" della RSFJ,
N.d.t.).

25.11.- Viene liberato il generale-maggiore della JNA Milan
Aksentijevic, che era stato arrestato dall� Esercito croato,
in cambio di Antun Kikas, trafficante d�armi.

02.12.- La CEE adotta "misure positive" per ridimensionare le sanzioni
economiche alla Bosnia ed Erzegovina, alla Maacedonia, alla Slovenia e
alla Croazia.

08.12.- Russia, Bielorussia e Ucraina fondano la Comunit� di stati
sovrani.

10.12.- Entra in vigore il blocco dei trasporti della Serbia e del
Montenegro da parte della Germania.

11.12- Il Presidente del governo serbo, Dott. Dragutin Zelenovic si
dimette.

13.12.- Secondo i dati pi� recenti della Croce Rossa jugoslava in
Serbia ci sono 142.864 profughi dalla Croazia, in Bosnia ed Erzegovina
88.000, in Montenegro 7.000, e in Macedonia 2.050 ; mentre secondo i
dati della Croazia in questa repubblica ci sono 194.000 profughi.

17.12.- Il Presidente della Repubblica di Serbia propone il
Dott.Radovan Bozovic per il nuovo mandato di governo.
La Comunit� Europea nella Dichiarazione sulla Jugoslavia che il 15
gennaio riconoscer� l�indipendenza delle repubbliche che la vogliono.
La missione di preparazione delle forze di pace ONU parte per la
Jugoslavia.

19.12.- Il governo di Bonn decide di riconoscere Croazia e Slovenia nei
loro confini esistenti (confini amministrativi, N.d.t.). La decisione
entra in vigore il 15 gennaio. (Due giorni prima vengono riconosciute
dal Vaticano, N.d.t.).
Viene proclamata la Repubblica Serba di Krajina.
Ante Markovic si dimette dalla funzione di presidente del Consiglio
esecutivo jugoslavo federale.

21.12.- Nel Summit ad Alma Ata, si costituisce il Consiglio di Stati
indipendenti da 11 ex repubbliche dell� URSS.
Il Parlamento del popolo serbo in Bosnia ed Erzegovina decide la
formazione della Repubblica Srpska in Bosnia. La nuova Repubblica sar�
proclamata entro il Capodanno serbo ortodosso del 1992.

23.12.- Il marco a Belgrado viene venduto anche per 100 dinari (era a
30-35, N.d.t.).

A cura di Zoran
Markovic

Traduzione a cura del CRJ

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QUANTE E QUALI LE VITTIME DEL TROPPO ZELO UMANITARIO?

Secondo quanto riporta il giornale conservatore svizzero "Zeit-Fragen",
una interrogazione parlamentare presentata lo scorso 28/5/2001 dalla
frazione della PDS al Bundestag tedesco ha sortito una risposta ignobile
da parte del governo bombarolo di Schroeder: il numero esatto delle
vittime dei bombardamenti della NATO nel 1999 non e' dato sapere, in
quanto segreto militare, ed il governo "non e' comunque tenuto a
rispondere" sulle modalita' con cui si decide l'entrata in guerra in
casi simili.
Per una stima del numero di quelle vittime il giornale cita allora la
"Independent International Commission on Kosovo", istituita dal premier
svedese Persson, che aveva valutato in circa 10mila i morti causati
dalla NATO, dei quali peraltro la maggioranza sarebbero
kosovari-albanesi...

Artikel 7: Zeit-Fragen Nr. 80a vom 28.5. 2001

( http://www.zeit-fragen.ch )

Unabh�ngige internationale Kommission deckt auf

Zahl der Toten durch Nato-Krieg in Kosovo auf 10 000
gesch�tzt

gl. Bis heute wird von der deutschen Bundesregierung
verheimlicht, wie viele Tote, Verletzte und
Sachsch�den der Kosovo-Krieg gekostet hat. In der
Antwort der Bundesregierung auf eine entsprechende
Grosse Anfrage der PDS-Fraktion vom 28. M�rz 2001
wird darauf hingewiesen, dass zwar Nato-Berichte
dar�ber vorliegen, diese aber nicht ver�ffentlicht
werden d�rften, da sie als geheime Verschlusssache
eingestuft seien. Eine Begr�ndung, warum die deutsche
Bev�lkerung nicht erfahren darf, was in diesem Krieg
angerichtet worden ist, der immerhin unter deutscher
Beteiligung gef�hrt worden ist, wird nicht gegeben.
Peinlich f�r CDU/CSU und SPD ist, dass nur die PDS zu
solchen Problemen im Bundestag die Debatte verlangt.

Im Abschlussbericht der Independent International
Commission on Kosovo, die vom schwedischen
Ministerpr�sidenten Persson eingesetzt wurde, wird
die Zahl der Toten durch die Nato-Bombardierung auf
rund 10 000 gesch�tzt, von denen die Mehrheit
Kosovo-Albaner waren. Die bisherigen Ausgaben der
Bundeswehr f�r den Kosovo-Krieg und die nachfolgende
Stationierung sind f�r 1998 bis Ende 2000 auf 2,2
Milliarden DM beziffert - ohne die zus�tzlichen
humanit�ren Kosten der Kriegsfolgen. Die Dauer der
Stationierung ist nach Angaben der Bundesregierung
nicht abzusehen. Junge Bundeswehr-Freiwillige werden
angeheuert f�r einen sechsmonatigen Kosovo-Aufenthalt
zu einem Monatslohn von 12 000 DM. Neben dem
f�rstlichen Lohn werden sie mit dem Versprechen
gelockt, dass sie nicht an kriegerischen Handlungen
teilnehmen m�ssen, falls im Grenzgebiet zu Mazedonien
der n�chste Krieg losgetreten wird. Angeblich soll
ihre Einheit dann sofort ins ruhige Hinterland
verlegt werden.

Auf die Frage, wer nach Meinung der Bundesregierung
in Zukunft legitimiert sein sollte zu entscheiden, ob
zum Schutz der Menschenrechte milit�risch
interveniert werden sollte oder nicht, speist die
Bundesregierung das Parlament mit der Antwort ab:
�Die Bundesregierung sieht keine Notwendigkeit, sich
im Zusammenhang mit der besonderen Situation, wie sie
in Kosovo bestanden hat, zu diesen grunds�tzlichen
Fragen zu �ussern.� Der deutsche B�rger und das
Parlament, die ein Recht auf Auskunft und Information
haben, d�rfen sich also auf den n�chsten Krieg in
ihrem Namen gefasst machen, ohne ihr Wissen, ohne
ihre Zustimmung - oder das deutsche Volk weigert
sich, seine Steuergelder und das Leben seiner jungen
M�nner und Frauen daf�r zur Verf�gung zu stellen.

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