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PER OGNI ORTODOSSA CHE BUTTI GIU', UNA CATTOLICA LA TIRI SU


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Date forwarded: Tue, 17 Jul 2001 23:40:20 +0200
From: "Luca Kocci" <lkocci@...>
To: <pck-pace@...>
Subject: consacrata nuova "chiesa militare"
Date sent: Tue, 17 Jul 2001 23:43:34 +0200
Forwarded by: pck-pace@...
Send reply to: pck-pace@...

Una nuova "chiesa militare" � stata consacrata lo scorso 20 giugno
a Dakovica, all'interno di una base militare italiana in Kosovo.
"� un giorno importante, storico - ha detto il colonnello
Bertolaso, comandante della base -; da oggi abbiamo un luogo dove
poter incontrare Dio e ritrovare noi stessi. La chiesa diventa
segno del nostro operare per la pace nel mondo e aggiunge
radici profonde alla motivazione della nostra missione".
"Il militare italiano - spiega mons. Giuseppe Mani,
Ordinario militare per l'Italia - non solo compie in modo
esemplare il suo impegno internazionale a servizio della
pace e in difesa dei pi� deboli, ma, spesso, � anche un
fedele e sincero credente. � possibile diventare santi anche in
Kosovo nelle attivit� che ognuno sta svolgendo quotidianamente".

Luca Kocci
lkocci@...

---

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ERRATA CORRIGE dal "Tribunale Clark"

Subject: APPELLO
Date: Fri, 13 Jul 2001 23:10:42 +0200
From: "Fulvio Grimaldi"

Questa � la versione finale e corretta dell'appello.
Non quella che � stata fatta circolare e firmare. Preciso
che la prima uscita sui giornali sar� corredata da poche
firme qualificate e possibilmente non troppo
caratterizzate politicamente. Successivamente si
richiederanno adesioni di massa.

Fulvio.

SI PREGA INSISTENTEMENTE DI NON UTILIZZARE PER PROPRI DOCUMENTI E
INIZIATIVE LA SIGLA TRIBUNALE RAMSEY CLARK, SENZA AVER PREVENTIVAMENTE
CONSULTATO I PORTAVOCE DEL TRIBUNALE E FATTO VISIONARE EVENTUALI
MATERIALI.



APPELLO



Il TRIBUNALE RAMSEY CLARK, Sezione Italiana (tribunaleclark@...),
rivolge il seguente appello all'opinione pubblica democratica.

Ribadiamo, come gi� fatto da giuristi prestigiosi in
tutto il mondo, il carattere del tutto illegale e politico
del Tribunale dell'Aja, come della procedura di estradizione
di Slobodan Milosevic. Il Tribunale dell'Aja �
stato creato su pressioni USA dal Consiglio di Sicurezza
dell'ONU, cui la Carta delle Nazioni Unite non
attribuisce tale potere. E' finanziato dagli USA,
attraverso l'ONU, nonch� da enti e personaggi privati,
come George Soros, che da anni lavorano alla
destabilizzazione degli Stati che si oppongono
all'imperialismo. Utilizza come polizia giudiziaria -
che opera attraverso colpi di mano e rapimenti nel
corso dei quali alcuni "sospetti" sono stati
uccisi (mentre diversi detenuti all'Aja sono deceduti per strani
infarti e "suicidi") - le forze Nato, cio� di una
delle parti in causa nel conflitto balcanico. Nella sua
procedura, il Tribunale dell'Aja viola tutti i principi
del diritto internazionale: formula le proprie leggi e i
propri regolamenti e li modifica su ordine del Presidente
o del Procuratore, assegnando loro carattere
retroattivo; non contempla un giudice per le indagini
preliminari che investighi sulle accuse; utilizza
testimoni anonimi che si possono dunque sottrarre
al confronto con la difesa; secreta fonti testimoniali
che possono essere anche servizi segreti con accuse
segrete, o prove raccolte illegalmente e non
sottoposte a verifica; secreta atti d'accusa ponendo
l'imputato nell'impossibilit� di difendersi; ricusa o
rifiuta a proprio arbitrio di ascoltare gli avvocati
della difesa, allo stesso modo dei tribunali
dell'Inquisizione; pu� rifiutare agli avvocati di
consultare documentazione probatoria; pu� detenere
sospetti per novanta giorni prima di formulare
imputazioni, con l'evidente scopo di estorcere confessioni.
Inoltre, il Tribunale dell'Aja ha sistematicamente
dichiarato il non luogo a procedere per le documentate
accuse di crimini di guerra mosse da varie parti alla
Nato, nonch� alle bande dell'UCK albanese. La
sproporzione tra le incriminazioni nei confronti di
esponenti serbi rispetto a quelle di croati, albanesi
kosovari e bosniaci musulmani, responsabili di vaste
pulizie etniche, � resa evidente dai numeri.

Alla luce di quanto sopra, il Tribunale dell'Aja
si configura come uno strumento politico, totalmente sotto
controllo dei vincitori e, dunque, degli aggressori,
devastatori e invasori della Jugoslavia. E' la negazione
dell'imparzialit� e della terziet� della magistratura,
della legalit� e della giustizia

Il 31 marzo scorso l'ex-presidente jugoslavo e presidente
del Partito Socialista Serbo, Slobodan
Milosevic, � stato arrestato su pressioni del Tribunale
Criminale per la Jugoslavia all'Aja in cambio di 50
milioni di dollari promessi dagli USA. Il 28 giugno,
data altamente simbolica per la nazione serba
(battaglia contro i turchi, discorso del 1989 di Milosevic
a Kosovo Polje, in cui invocava la convivenza e
la parit� tra tutte le etnie), Milosevic veniva prelevato
dal carcere di Belgrado e consegnato agli USA e,
quindi, all'Aja, in base a un decreto del solo premier
serbo Zoran Djindjic e del ministro degli interni, con
un governo dimezzato dal ritiro dei ministri montenegrini,
decreto che violava, insieme alle costituzioni
jugoslava e serba, la posizione del parlamento federale
e le decisioni contrarie della Corte Suprema. Il
giorno dopo, i governanti jugoslavi giunti al potere
con l'aiuto militare e finanziario Nato, ottenevano il loro
premio: 1.360 milioni di dollari stanziati dalla
Conferenza dei "donatori". Aiuti concessi a condizione della
totale privatizzazione dell'economia nazionale e
di posizioni di privilegio assicurate alle multinazionali.

I dirigenti oggi al potere a Belgrado, ottemperando
ai ricatti militari ed economici degli USA, della Nato e
del Tribunale dell'Aja, hanno commesso una serie di
macroscopiche illegalit�. Milosevic � stato detenuto
per tre mesi senza che nessuno delle centinaia di
testimoni ascoltati avesse fornito la minima prova a
sostegno dell'imputazione di "abuso di potere".
Al termine delle due proroghe della detenzione preventiva
avrebbe dovuto essere scarcerato. A Milosevic, che il 13
maggio aveva subito un infarto, � stato negato il
ricovero in struttura ospedaliera e il ricorso a medici
di sua fiducia.

L'operazione Milosevic non pu� non essere qualificata,
indipendentemente dai vari giudizi che vengono
espressi sull'operato politico dell'ex-presidente e che
sono in grande misura condizionati dalla pi�
massiccia strategia di disinformazione e diffamazione
mai attuata, come il proseguio dell'aggressione alla
Jugoslavia e, oggi, al popolo serbo, alla sua sovranit�
ed indipendenza. L'incriminazione e la condanna di
Milosevic intendono criminalizzare ulteriormente una
nazione che lo aveva democraticamente eletto in tre
occasioni. Si vorrebbero giustificare gli smembramenti
territoriali, l'aggressione, le uccisioni, le
distruzioni, l'uso di armi genocide come l'uranio-plutonio
e l'inquinamento chimico pianificato. Si intende
sottoporre il paese al controllo coloniale dell'imperialismo
USA e Nato, appropriarsi delle sue risorse e,
soprattutto, negargli il diritto al risarcimento degli
immensi danni subiti e avviarlo, con l'intervento delle
multinazionali USA ed europee, a un depauperamento
materiale e culturale sul modello di quanto inflitto
ad altri paesi dell'Europa orientale. E' il destino
riservato a coloro che si oppongono a Nato, imperialismo
USA, neoliberismo.

Il TRIBUNALE RAMSEY CLARK invita a sottoscrivere
questo appello in vista del lancio nelle prossime
settimane, in collegamento con il Comitato Internazionale
per la Difesa di Slobodan Milosevic e per
l'Abolizione del Tribunale dell'Aja (ICDSM), presieduto
da Ramsey Clark e che raccoglie giuristi e
personalit� di 80 paesi, di una campagna mondiale per
la scarcerazione di Milosevic, l'incriminazione dei
responsabili dell'aggressione, lo scioglimento del
Tribunale dell'Aja. Invita inoltre tutti i cittadini a
indirizzare cartoline e fax a:

Mrs. Carla del Ponte, Prosecutor,
International Criminal Tribunal for
Yugoslavia (ICTY), DEN HAAG, Paesi Bassi,

con la richiesta di liberare Milosevic e di abolire il
tribunale.

Estradizione, carcerazione e condanna di Milosevic
vorrebbero instaurare, sulle macerie del vecchio, un
nuovo ordine giudiziario mondiale governato dagli
USA e ispirato ai suoi interessi politici, economici e
militari. Opporsi a questo processo significa
difendere la giustizia e la libert� di tutti.

---

DAL COMITATO SCIENZIATE/I CONTRO LA GUERRA
(www.scienzaepace.it)

Il Comitato Scienziate/ i contro la guerra � nato nel 1999 in
opposizione alla guerra scatenata dalla NATo contro la Repubblica
Federale
di Jugoslavia, guerra che ritenevamo e, riteniamo, violasse la
Costituzione
italiana, la Carta dell'ONU e lo stesso Statuto della NATO. La nostra
condanna � stata ulteriormente rafforzata da quanto avvenuto in Kosovo e
Macedonia, ove la convivenza multietnica � sempre pi� minacciata, se non
annientata, pur in presenza o con l'effettivo appoggio delle truppe
della NATO.
Oggi noi siamo convinti che l'estradizione all'Aja di un qualsiasi
cittadino della Repubblica Federale di Jugoslavia, e non solo del suo
ex-presidente Slobodan Milosevic, rappresenti una flagrante violazione
dell'art. 10 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, vera
"Costituzione" dell'ONU, che afferma che: "Ogni individuo ha diritto, in
posizione di piena uguaglianza, ad una equa e pubblica udienza davanti
ad un
tribunale independente e imparziale". Il Tribunale penale internazionale
dell'Aja non � indipendente, in quanto notoriamente finanziato- in larga
misura- proprio da quei paesi che hanno mosso guerra alla Repubblica
Federale di Jugoslavia e ha dimostrato la propria parzialit�
archiviando,
nel giugno del 2000, senza alcuna seria inchiesta, le denunce che erano
state presentate contro i leaders dei paesi della NATO. Tale rifiuto di
fare
giustizia a chi aveva sofferto per 78 giorni bombardamenti distruttivi
di
ogni tipo di infrastruttura civile, con gravissimi danni alla salute e
all'ambiente, e l'accettazione, in base a semplici dichiarazioni della
NATO,
che l'uso dell'uranio impoverito non pu� in alcun caso avere conseguenze
negative, delegittimano ai nostri occhi la cosiddetta "giustizia
internazionale".

---

Date: Fri, 13 Jul 2001 19:38:34 +0300
From: WPC info <adan@...>
Organization: World Peace Council
To: STOP NATO <STOPNATO@...>
Subject: International Appeal Against the New
World Order and for the Release of Sl. Milosevic

[WWW.STOPNATO.ORG.UK]

INTERNATIONAL INITIATIVE FROM GREECE

Nineteen public figures of Greece, from all political
parties, signed the following international appeal protesting
against the new world order and demanding the release of
Slobodan Milosevic.
Among them there are people with international prestige,
such as Mikis Theodorakis, former government ministers
of Greece, vice-presidents of the Greek parliament,
scientists and intellectuals. They call upon public figures from all
over the world to sign this appeal and to mobilize in this
direction.

INTERNATIONAL APPEAL

The dramatic events being experienced by all of humanity
owing to the unprecedented process of handing over and
selling out the former President of Yugoslavia, his
indictment by and deliverance to the so-called "International Court
of Justice on former Yugoslavia" violate and abolish all
concepts of national sovereignty and international law. These
events were the result of the heavy and multiple pressures
exerted by NATO, whose leaders should be on trial for their
attack against Yugoslavia, in which they sowed death and
destruction, flagrantly and cynically violating the UN
Founding Charter.

Through these actions, an effort is being made to
penalise international political life, to overthrow International Law
completely and to create a terrorist international framework
of "rules and institutions" that will bring to trial and convict
all those who resist the barbarity of the new international
order.

We protest strongly and express our absolute opposition
to these actions.

We call upon all those who refuse to keep silent or to
give their consent to the rule of "might is right" and ask them
to join us and mobilise for the release of Slobodan
Milosevic, former President of Yugoslavia, to bring a halt to these
unacceptable processes, and to prevent the penalisation of
international political life.

1. GLEZOS MANOLIS Fighter in the National Resistance
2. KATRIVANOS THEODOROS Former Minister of the Interior
3. KATSAROS NIKOS Former Vice President of the Greek Parliament
4. KATSAROS NIKOS General Secretary of the Balkan Association of
Chemists
5. KAZAKOS ?OSTAS Vice President of Honor of World Peace Council
6. KOSIONIS PANAGIOTIS Vice President of the Greek Parliament
7. KOURIS NIKOLAOS Former Minister of Defense, General
8. KRITIKOS PANAGIOTIS Former Vice President of the Greek Parliament
9. MAGAKIS GEORGIOS Former Minister of Exterior
10. MAHERAS EVANGELOS President of Honor of World Peace Council
11. MARAGOPOULOU ALIKI President of Human Rights Foundation
12. PAFILIS ATHANASSIOS Executive Secretary of World Peace Council
13. PAPAMARGARIS THEOHARIS Former Minister of Labour
14. POLIDORAS VIRON Former Minister of Press
15. ROUPAKIOTIS ANTONIS President of the Athens Bar Association
16. THEODORAKIS MIKIS Composer
17. VARDANIS MICHALIS Major General (ret.)
18. VAVOURAS IOANNIS Dean of the Panteio University of Social and
Political Sciences
19. XANTHOPOULOS THEMISTOKLIS Dean of National Technical
University of Athens

---

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COORDINAMENTO NAZIONALE PER LA JUGOSLAVIA
ITALIJANSKA KOORDINACIJA ZA JUGOSLAVIJU

DOCUMENTO COSTITUTIVO

Il CNJ e' formato da persone a vario titolo impegnate sulle
problematiche jugoslave, inerenti cioe' allo spazio geografico,
culturale e politico della disciolta Repubblica Federativa
Socialista di Jugoslavia.
Un Coordinamento Nazionale si e' reso necessario per continuare in
maniera proficua e anzi, se possibile, rilanciare tutte le attivita'
che, nei nostri rispettivi ambiti, abbiamo avviato. Tra queste
attivita' ricordiamo:

1. SOLIDARIETA'

Consideriamo importante la solidarieta' materiale nei confronti delle
popolazioni jugoslave, e in particolare verso i cittadini della attuale
Repubblica Federale di Jugoslavia bombardata da aerei partiti dal
nostro suolo nella primavera del 1999, espressa attraverso adozioni a
distanza, raccolte di fondi, invio di medicine, vestiti ed altri
materiali, gemellaggi, appoggio di vario tipo ai lavoratori di
quelle terre. Tale solidarieta' non e' da noi intesa in senso
meramente umanitario, bensi' come espressione del nostro sentimento
internazionalista e della nostra condanna nei confronti degli atti
(politici, diplomatici, militari) di cui il nostro paese si e' reso
responsabile e per i quali gli jugoslavi hanno diritto all'indennizzo.
Il CNJ mira a facilitare la conoscenza reciproca delle varie iniziative
di solidarieta' e l'opera stessa di aiuto ai lavoratori e agli strati
piu' deboli e bisognosi della popolazione di quelle terre, in
particolare verso i profughi vittime di dieci anni di spartizioni
artificiose del territorio.

2. INFORMAZIONE

Il CNJ ritiene necessaria la controinformazione, per disvelare
le cause meno note del disastro balcanico degli ultimi dieci anni,
smascherare le interferenze imperialiste e gli interessi neocoloniali,
combattere le campagne di demonizzazione contro talune
parti in conflitto o contro interi popoli, nonche' per collocare in una
prospettiva storica il recente e perdurante sfascio della unita'
jugoslava.
Come CNJ ci impegniamo a rendere possibile una maggiore
integrazione delle conoscenze storiche e politiche in materia,
a gestire un archivio dove si possano reperire le informazioni
spesso introvabili, a pubblicare libri, opuscoli, a diffondere
informazioni via internet o a promuovere specifiche iniziative.

3. CULTURA

Riteniamo insufficiente la conoscenza della realta' jugoslava
e balcanica nel nostro paese, e per questo cerchiamo di diffonderla
attraverso la musica, la letteratura, la storia di quelle
terre. Oltre alle iniziative da noi promosse, siamo disposti a
coordinare e fare da cassa di risonanza per iniziative organizzate
da realta' locali.

4. POLITICA

E' a nostro avviso necessario mantenere stabili rapporti con le
sinistre sociali e politiche delle varie repubbliche jugoslave, e ci
prefiggiamo per questo di essere in Italia un referente unitario ed
affidabile. Intendiamo organizzare e gestire momenti di scambio con
rappresentanti di partiti, sindacati, gruppi o movimenti, o singoli,
per consentire la conoscenza di tutto lo spettro delle posizioni
politiche e ideologiche della sinistra jugoslavista, antifascista
e internazionalista presente nelle varie repubbliche.

5. AMICIZIA

Vorremmo essere un punto di riferimento e di incontro, in Italia,
per tutti quegli jugoslavi - di ogni cittadinanza o
nazionalita' - che hanno rifiutato lo smantellamento sanguinoso del
loro paese e ne sono rimasti persino vittime, costretti alla
emigrazione o all'isolamento. Costoro, vivendo oggi in Italia,
troppo spesso non hanno un ambito
culturale-associativo per esprimere la loro identita'.

I NOSTRI VALORI FONDATIVI

Il 25 giugno 2001 ricorreva il decimo anniversario dall'inizio della
guerra nei Balcani, che e' contemporaneamente una guerra di
distruzione fratricida e una guerra di assoggettamento imperialista.
Nonostante le sofferenze per le popolazioni locali e nonostante
il pesante coinvolgimento internazionale - quest'ultimo, spesso,
con effetti assolutamente deleteri - lo scenario con il trascorrere
del tempo si e' tutt'altro che stabilizzato. E' necessario percio'
inquadrare questa difficilissima situazione attuale nel contesto
politico piu' generale, con lo sguardo attento alle dinamiche
economiche, alle transizioni in corso anche nei limitrofi Stati
balcanici, agli scenari strategici che muovono le vicende dei vari
paesi: riforme "strutturali", questione dell'approvvigionamento
delle risorse, allargamento a est della UE e della NATO eccetera.

Il CNJ si fonda su quegli stessi valori su cui e' stato fondato
mezzo secolo di vita pacifica e di sviluppo della Jugoslavia, contro
ogni secessionismo e contro ogni contrapposizione nazionalitaria
od etnicistica, a partire dalla Guerra Popolare di Liberazione alla
quale, assieme a tutti gli altri, parteciparono anche migliaia di
italiani. Con la nostra attivita' ci prefiggiamo di contribuire anche
a rimediare al profondo debito storico e culturale e alla profonda
disinformazione sulle vicende jugoslave e del nostro confine
orientale che, proprio in Italia, ereditiamo da lunga data,
attraverso il nazionalismo italiano post-unitario, le annessioni
coloniali ed il fascismo, la guerra fredda, lo smembramento
della RFSJ. In questo ci sentiamo in continuita' con lo spirito
della comune lotta dei partigiani jugoslavi e italiani contro il
nazifascismo.

LA STRUTTURA INTERNA

L'adesione al CNJ e' individuale. In questa maniera ognuno puo'
distinguere l'eventuale adesione a questa iniziativa nazionale dal
proseguimento delle sue iniziative specifiche, che potranno andare
avanti in perfetta autonomia. Ogni aderente porta pero' sul piano
nazionale spunti, informazioni, iniziative provenienti dal suo ambito
specifico. Nel CNJ e' ampiamente mantenuta l'autonomia politica
ed organizzativa delle singole istanze, ma per queste ultime il CNJ
e' sede di scambio di idee e informazioni, e punto di riferimento
per la collaborazione e l'arricchimento reciproco.

Bologna, primo luglio 2001

-------------------------------------------------

Chi volesse aderire puo' segnalarlo:

... per posta elettronica all'indirizzo: <jugocoord@...>
indicando nome, cognome e recapiti;

... oppure mettendosi in contatto con uno dei referenti locali:

TORINO: Tamara Bellone <BELLONE@...> tel. 011-5647709
(Tamara e' anche portavoce del CNJ)

MILANO: Ivana Kerecki <ivanak011@...> tel. 02-2482118

TRIESTE: Gilberto Vlaic <gilberto.vlaic@...> tel.
040-579049

BOLOGNA: Marcello Graziosi <mara@...> tel. 0335-402306

BOLOGNA: Orsola Mazzola <orsola.ma@...> tel. 051-254981

ROMA: Andrea Martocchia <andreamartocchia@...> tel. 0338-3836121

BARI: Andrea Catone <catonean@...> tel. 080-5562663 oppure
0347-6589841

L'adesione comporta
- la condivisione dei contenuti del Documento Costitutivo;
- la comunicazione dei propri dati personali ed il versamento di
una sottoscrizione libera.

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