* DUE RESIDENZE REALI "RESTITUITE" ALLA FAMIGLIA REALE SERBA

Prossimamente:
* I TESORI NATURALI DEL LAGO DI BLED "RESTITUITI" ALLA SANTA CHIESA
CATTOLICA APOSTOLICA ROMANA ?
* I BENI ESPROPRIATI AGLI ESULI COLLABORAZIONISTI ED ANTICOMUNISTI
SARANNO "RESTITUITI" ALL'ITALIA ?


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TWO ROYAL RESIDENCES RETURNED TO SERBIAN ROYAL FAMILY
BELGRADE July 13 (Beta) - The Yugoslav government decided on
July
12 to give Prince Alexander II Karadjordjevic, as the head of the royal
house, the right to use Beli Dvor and Stari Dvor, two courts situated in

the Belgrade suburb of Dedinje.
These courts belonged to the Serbian royal family before the
communists came to power after World War II. The Serbian government
announcement said that other members of the royal house of
Karadjordjevic
were have also been given the right to use these residencies.

DUE RESIDENZE REALI RESTITUITE ALLA FAMIGLIA REALE SERBA
BELGRADO, 13 luglio (Beta) - Il governo jugoslavo ha deciso il 12 luglio
di
dare al principe Alessandro II Karadjordjevic, come capo della casa
reale,
il diritto di usare Beli Dvor e Stari Dvor, due tenute situate nel
sobborgo
belgradese di Dedinje.
Queste tenute appartenevano alla famiglia reale serba prima che i
comunisti
prendessero il potere dopo la Seconda Guerra Mondiale. Nell'annuncio, il
governo
serbo afferma che il diritto di usare queste residenze verra' concesso
anche
ad altri membri della casa reale Karadjordjevic.



>
http://www.ilpiccolo.kataweb.it/ilpiccolo/arch_12/trieste/co01/bled.html

"Il Piccolo", 12/7/2001
LUBIANA Il ministero della Cultura ha rifiutato
la restituzione del suggestivo isolotto al centro del lago

Bled, braccio di ferro tra Stato e Chiesa

«E’ un bene che deve rimanere pubblico», offerto un indennizzo in titoli

BLED - Lo stato sloveno non restituirà ai proprietari di un tempo
l’isolotto di Bled, una delle principali attrattive della nota località
turistica. Si è concluso così (almeno per il momento) l’ennesimo atto
della denazionalizzazione in Slovenia, processo iniziato nel 1991 con
l’approvazione della legge specifica. Doveva servire alla riparazione
dei torti fatti dal regime comunista, che dopo il secondo conflitto
mondiale nazionalizzò case, fabbriche terreni e altre proprietà. Le
pratiche si trascinano, però, molto a lungo. I decreti emessi dalle
unità amministrative comunali, eventualmente corretti dai ministeri
competenti, sono spesso oggetto di ricorsi alla Corte costituzionale o
ai tribunali ordinari. Negli ultimi tempi la denazionalizzazione ha
subito un’inattesa accelerazione, quasi certamente in risposta ai
continui appelli dell’Unione Europea per una rapida soluzione delle
vertenze. La settimana scorsa il ministero dell’agricoltura aveva
restituito alla Chiesa cattolica parte dei boschi, inclusi nel Parco
nazionale del monte Tricorno (Triglav). La decisione aveva sorpreso
parte dell’opinione pubblica, che riteneva il patrimonio boschivo di
grande importanza per la nazione. Il governo avrebbe dovuto mantenerne
il controllo. Diametralmente opposta la decisione di martedì
sull’isolotto di Bled, sottoscritta dal ministero per la cultura. La
conformazione geologica della proprietà, rivendicata sempre dalla Chiesa
cattolica, la sua ubicazione e le altre caratteristiche che presenta, la
rendono un bene naturale d’inestimabile valore, che deve rimanere di
carattere pubblico, come prescritto dalle leggi vigenti, è detto nella
motivazione. Ai titolari di un tempo – sempre se non vi saranno ricorsi
– andrà un indennizzo, corrisposto sotto forma di obbligazioni, emesse
dallo Stato.


>
http://www.ilpiccolo.kataweb.it/ilpiccolo/arch_13/trieste/pp01/1tre.html

"Il Piccolo", 13/7/2001
Il ministro degli Esteri Ruggiero andrà in Slovenia e Croazia per gli
indennizzi. Antonione: «Incontro dopo il G8»

Il governo tratterà per gli esuli

ROMA - Torna prepotentemente d’attualità il
tema degli indennizzi agli esuli. «Basta con
le soluzioni parziali» ha detto chiaramente il
ministro degli Esteri Renato Ruggiero nel
suo intervento alla commissione Esteri della
Camera. «La questione dell'indennizzo dei
profughi italiani da Croazia e Slovenia deve
trovare una soluzione globale e definitiva»
e «occorre fare degli sforzi» per raggiungere
questo traguardo, ha detto il ministro.
Ruggiero ha sottolineato che la soluzione del
problema dei profughi «è uno dei temi
prioritari» che devono essere affrontati. «Ne
ho già parlato – ha aggiunto – con i miei
colleghi di Croazia e Slovenia e nei prossimi
mesi ci sarà probabilmente un incontro ad
alto livello». E il sottosegretario agli Esteri
Roberto Antonione, che farà da battistrada
nella trattativa, conferma che alla Farnesina
si sta lavorando agli atti necessari: «Dopo il
G8 l’incontro». (...)


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"Il Piccolo", 12 luglio 2001

Sono i primi effetti della liberalizzazione del mercato energetico

Tutti vogliono l’oleodotto

FIUME - A metà della settimana prossima dovrebbe svolgersi la seduta
parlamentare straordinaria chiesta dal governo per l’approvazione del
«pacchetto» di cinque provvedimenti di legge che segneranno la
liberalizzazione del mercato energetico, aperto quindi alla libera
concorrenza, e l’avvio del processo di privatizzazione nel settore
(corrente elettrica, derivati del petrolio, gas naturale). Tappa
decisiva nel quadro delle riforme volute dall’attuale governo di
centro-sinistra, che spera di ricavare il necessario per rimettere in
sesto i conti pubblici.
A parte i timori che la «liberalizzazione» del mercato energetico
comporti un’ondata di rincari e un nuovo cedimento del tenore di vita,
quasi sicuramente le nuove leggi moltiplicheranno i tentativi di scalata
a quelle che erano finora le grosse compagne di Stato nei settori
dell’elettricità e del petrolio: Hep e Ina. Ma apriranno anche la corsa
a una struttura che fa gola a molti, ossia lo Janaf, l’oleodotto che dal
terminal di Castelmuschio (Omisalj), sull’isola di Veglia, risale verso
la Croazia continentale e si dirama in due bracci principali: verso il
territorio ungherese a Nord e verso la Serbia a Est (con futuro
allacciamento agli oleodotti rumeni e, quindi, più in là, con i
giacimenti del bacino caucasico-caspico). È proprio il «braccio
orientale» dello Janaf che solletica gli interessi, rientrando in quella
serie di progetti che nel quadro del Piano di stabilità per i Balcani
intenderebbero fare della regione una sorta di «piattaforma girevole»
che connetta l’Europa occidentale (sulla congiungente Mar Caspio-Mar
Nero-Adriatico) con le risorse energetiche caucasiche.
Anche detta così, cioè semplificata ai minimi termini, la cosa
suggerisce un coacervo di interessi in parte già manifestatisi. Oltre
alle ambizioni magiare e russe, allo Janaf – ed è notizia recente –
sarebbe interessata anche la Kuwait Investment Authority (Kia). Secondo
notizie ufficiose, un alto personaggio kuwaitiano avrebbe sondato il
terreno in un incontro con il presidente della Repubblica, Mesic. Al
quale avrebbe prospettato la possibilità di ripianare il debito croato
(35 milioni di dollari, più interessi) proprio con la cessione di una
congrua quota del pacchetto azionario Janaf. Facendo inoltre balenare la
possibilità di investimenti in Croazia per altri 200 milioni di dollari.
Una proposta concreta, che però non è una novità: già l’anno scorso un
alto dirigente Kia aveva delineato a Mesic la stessa possibilità, sia
pure in un discorso più generico.
Il valore stimato dello Janaf è sul miliardo di dollari. Il 50,5 per
cento delle azioni è proprietà statale, il 37,7 per cento è della Ina e
infine una restante quota dell’11,7 per cento spetta a una serie di
azionisti minori.

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ENGELS SCRIVE A MARX

20 maggio 1863

"...Sonst treibe ich stark Serbisch, die von Vuk Stef. Karadzic
gesammelten
Lieder. Es geht mir leichter, als irgend eine andere slawische
Sprache.."

"...Poi faccio molto esercizio nella lingua serba, i 'Canti' di Vuk
Stefanovic
Karadzic. Mi rimane piu' facile di tutte le altre lingue slave..."

(citato da Ivo Andric nei "Quaderni")

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MANY ARE CALLED, BUT KOSTUNICA WAS CHOSEN

Below are excerpts from an article that appeared in the German
publication,
'Der Spiegel,' on 9 October 2000. The article can be read in German at
http://www.spiegel.de/spiegel/0,1518,97117,00.html . The excerpts were
kindly
translated for Emperor's Clothes by George Pumphrey, an American writer
living in Germany. The question of how Mr. Kostunica was chosen to run
for
President of Yugoslavia is of heightened interest given his leading role
in
the campaign to extradite Slobodan Milosevic to The Hague (1), a
campaign
which culminated in the kidnapping of Mr. Milosevic on 28 June, a very
special day for Serbian people. (2)

"Helping the Revolution"

'Der Spiegel' 41/2000 (9.10.2000)

"December 17 last year, [German Minister of Foreign Affairs]Fischer and
[US
Secretary of State] Albright met the most well known Yugoslav opposition
figures in a windowless room of the Interconti Hotel on Budapest St. in
Berlin on the fringes of the G-8 meeting. Among the participants was
Zoran
Djindjic and Vuk Draskovic, both Milosevic opponents who had never been
able
to unite for any length of time. A participant of the meeting says now,
'the
opposition was given a thorough balling out.'

"The Milosevic opponents who were really willing to cooperate agreed on
Kostunica, until then largely unknown, as the presidential candidate.
The
discussion group withdrew any support for the unpredictable populist
Draskovic." (From the text below)

"For months the federal government of Germany has discretely and
purposefully
supported the Serbian opposition against Milosevic."

(...) "Massive political and material support from Berlin - as well as
other
western capitals - contributed to the fact that opposition groups and
parties
could develop the strength to force Milosevic to give up and take the
government themselves."

(...) "December 17 last year, [German Minister of Foreign
Affairs]Fischer and
[US Secretary of State] Albright met the most well known Yugoslav
opposition
figures in a windowless room of the Interconti Hotel on Budapest St. in
Berlin on the fringes of the G-8 meeting. Among the participants was
Zoran
Djindjic and Vuk Draskovic, both Milosevic opponents who had never been
able
to unite for any length of time. A participant of the meeting says now,
'the
opposition was given a thourough balling out.'

"The Milosevic opponents who were really willing to cooperate agreed on
Kostunica, until then largely unknown, as the presidential candidate.The
discussion group withdrew any support for the unpredictable populist
Draskovic."

(...) "On election day the opposition was so well equipped and organized
that
it was in a better position to supervise the results than Milosevic.
Election
helpers monitored the counting of the votes in 180 of approximately
9,200
polling stations and sent the results over their own radio network to
the
head office of the opposition." (2)

"Approximately $30 million, predominantly from America, were channeled
into
the country via an office in Budapest, in order to equip the opposition
for
the election campaign with computers, telephones and office materials.
Hundreds of election helpers were trained abroad for these tasks." (3)
(4)

"On a large scale and "very very clandestinely" according to
[BalkanStability
Pact director] Bodo Hombach, the oppositional media was also supported.
Journals were given paper so that they could even be published. Smaller
publications were even furnished a new printing press in the publishing
houses. Radio and TV stations were furnished modern broadcasting
equipment.
(...)

"Officially the aid to the media was carried by the Deutsche Welle, the
Zweite Deutsche Fernsehen (Channel 2) and the Bayrische
Rundfunk(Bavarian
Broadcasting). The financial aid was furnished mostly from the Federal
Press
Office in Berlin. Approx. 4 million DM has been given by Germany since
the
end of last year for outfitting the oppositional and independent [sic!]
media
in Yugoslavia. The Deutsche Welle invested another 10 million DM alone
in
1999 in order to further enhance their program in the local Yugoslav
languages. (...)" (5)

***

Further reading:

1) The mass media has been virtually unanimous in telling us that Mr.
Kostunica was uninvolved in kidnapping President Milosevic, indeed, that
he
was opposed. Not so, says the public record, inconveniently recalled in
'The
treason of Vojislav Kostunica,' at
http://emperors-clothes.com/analysis/treas.htm

2) Petar Makara says it was quite significant that the 'international
community' set its so-called Donors Conference for 28 June and that they
and
the DOS leaders kidnapped Slobodan Milosevic on that day, which has
great
significance for Serbian people. See, "The Theft of the Serbs' Only
Treasure"
at http://emperors-clothes.com/articles/makara/disgust.htm

3) The 'monitoring' of the Sept. 23 Yugoslav Presidential elections was
a
large-scale operation administered by US agencies operating out of
Bulgaria.
The goal was to create the impression that a grass-roots citizens'
campaign
was standing up to fraud by the Milosevic government and thus portray
Kostunica as the champion of clean government. Three articles deal with
this
U.S. operation:

* 'Bulgaria Meddles in Yugoslav Vote.' From the Bulgarian newspaper,
'Monitor.' Translated by Blagovesta Doncheva, at
http://emperors-clothes.com/articles/doncheva/bulgmed.htm

* 'Election Day' In which Ms. Doncheva discussed the significance of the
'Monitor' article, at
http://emperors-clothes.com/articles/doncheva/electionday.htm

* 'The Election Story They Pulled' by Max Sinclair at
http://emperors-clothes.com/articles/sinclair/andnow.htm

4) Otpor was one of the groups most active in backing Kostunica's
candidacy.
In 'Otpor is an American Tragedy,' Jared Israel argued that Otpor was a
group
financed and manipulated by Washington. This view was attacked in some
quarters. (Mr. Israel's article can be read at
http://emperors-clothes.com/articles/jared/otpor.htm )

But recently the National Endowment for Democracy, a U.S. government
organization set up to finance and control pro-U.S. groups in other
countries, boasted that it had funded Otpor since the summer of 1999.

See George' Szamuely's report, 'Eviscerating Democracy' at
http://emperors-clothes.com/articles/szamuely/neda2.htm

5) Mr. Kostunica has a remarkable facility for recovering from
outrageous
admissions. During the September Presidential elections in Yugoslavia he
admitted that 'some' people involved in his campaign took who took lots
of
U.S. cash might be furthering U.S. Imperial goals; yet everyone
continued to
salute Kostunica's unblemished record.

See 'Kostunica: some backers 'work for American Imperial goals'' at
http://emperors-clothes.com/news/erlang.htm

URGENT APPEAL! 10 JULY

TO THOSE WHO HAVE DONATED TO OUR FUNDRAISING APPEAL - THANK YOU!

BUT EMPEROR'S CLOTHES STILL URGENTLY NEEDS HELP!

The George Soros Foundation does not fund Emperor's Clothes. Our only
source
of money is people like you. All contributions help.

Our work has expanded but our income has not kept pace. We are now
several
months behind on long distance and international phone bills, and other
expenses as well.

All but local service has been turned off.

We have other big bills too, including for Lexis, our key research tool,
and
we are presently too strapped for cash to pay for things we need, such
as a
good laptop computer and some graphics software.

We use long distance and overseas calls for interviews (if we need a
translator, this involves a three-way call) to consult with writers, to
check
the accuracy of information and sometimes to discuss articles being
translated. We also use international calls to help write and edit
articles
for media besides Emperor's Clothes.

Using international long distance, we were able to stay in constant
touch
with the unarmed witnesses guarding Mr. Miloshevich's house when it was
attacked March 28th and 29th. That is why you could read accurate news
on
Emperor's Clothes - the only honest reports available anywhere.

After the attack, by using international phone calls we were able to
talk
directly with people involved in the negotiations between Mr.
Miloshevich and
the current Serbian authorities. So we knew first hand that the 'NY
Times'
report that Mr. Miloshevich was suicidal during the talks was a lie.

Because we need to use the phone so much, our bills are well over a
thousand
dollars a month. Now our long distance and international service has
been
turned off because we owe almost $5000. We are in danger of losing phone
service altogether. In addition, we owe over $1500 to Lexis, a key
research
tool, which allows us to check the accuracy of newspaper excerpts and
quotes
over the past 20 years.

If everyone who cares about Emperor's Clothes chips in, we'll be out of
trouble in no time.

If everyone chips in - $20, $50, $100 or $1000 - we'll be out of danger
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1 - The easiest and most reliable way - Call us any time at (USA)
617-916-1705 and we will take your credit card information over the
phone.

2 - OR use our secure server at
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3 - Or mail us a check - to Emperor's Clothes, P.O. Box 610-321, Newton,
MA
02461-0321. (USA)

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