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2 OTTOBRE 2000: NEL SUO ULTIMO DISCORSO TELEVISIVO,
IL PRESIDENTE MILOSEVIC SI RIVOLGE ALLA NAZIONE
English version:
http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/494
En francais:
http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/567
(prima parte)
http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/565
(seconda parte)
Belgrado, 2 ottobre 2000 - (Tanjug) -
Il Presidente della R.F.J. Slobodan Milosevic lunedi
2 ottobre 2000 si e' rivolto alla nazione attraverso
la radiotelevisione serba.
---
Cari concittadini,
nell'attesa del secondo turno delle elezioni colgo
l'occasione per esporvi la mia opinione sulla
situazione politica ed elettorale nel nostro Paese, e
in special modo in Serbia. Come voi sapete, da dieci
anni sono in corso manovre per porre tutta la penisola
balcanica sotto il controllo di alcune potenze
occidentali. Buona parte di questo lavoro e' stato
compiuto mediante l'insediamento di governi fantoccio
in alcuni paesi, trasformati in paesi a sovranita'
limitata, cioe' privati a tutti gli effetti di
sovranita'.
A causa della resistenza opposta dal nostro Paese a una
tale sorte, siamo stati sottoposti a tutte le forme di
pressione alle quali un popolo puo' essere sottoposto
nel mondo contemporaneo. Queste pressioni sono andate
via via crescendo in quantita' ed intensita'. Tutta
l'esperienza accumulata dalle grandi potenze nel corso
della seconda meta' del XX secolo nell'arte di
rovesciare governi, provocare disordini, fomentare
guerre civili, screditare o liquidare coloro che
lottano per la liberta' nazionale, ridurre le nazioni
e gli stati sull'orlo della miseria - tutto cio' e'
stato applicato contro il nostro Paese e il nostro
popolo.
Tutto quello che e' stato organizzato attorno a queste
elezioni fa parte quindi della persecuzione organizzata
contro il nostro Paese e il nostro popolo, perche' il
nostro Paese e il nostro popolo costituiscono una
barriera contro lo stabilirsi di un dominio totale
nella penisola balcanica.
Da molto tempo e' presente in mezzo a noi un
raggruppamento che, con il pretesto di orientare i
partiti politici di opposizione, rappresenta gli
interessi di quei governi che sono stati protagonisti
delle pressioni contro la Jugoslavia e specialmente
contro la Serbia. Questa lobby si e' presentata a
queste elezioni sotto il nome di Opposizione
Democratica Serba (D.O.S.). Il suo vero capo non e' il
suo candidato alla presidenza. Da molti anni il suo
capo e' il presidente del Partito Democratico,
collaboratore dell'allenza militare che ha scatenato la
guerra contro il nostro Paese. Egli non ha neanche
potuto nascondere la sua collaborazione con quelsta
alleanza. Nei fatti, tutto il nostro popolo e' al
corrente del suo appello alla NATO perche' continuasse
a bombardare la Serbia per tutto il tempo necessario a
spezzarne la resistenza. Il cartello che si e' cosi'
organizzato per le elezioni rappresenta gli eserciti e
i governi che hanno appena condotto la guerra contro la
Jugoslavia. Rappresentando quegli interessi, ha
lanciato alla opinione pubblica il messaggio che, con
loro al potere, la Jugoslavia sarebbe uscita da ogni
pericolo di guerra e di violenza, sarebbe riavviata la
prosperita' economica, il tenore di vita sarebbe
migliorato visibilmente e rapidamente, la Jugoslavia
sarebbe reintegrata nelle istituzioni internazionali, e
via dicendo.
Cari concittadini, e' mio dovere mettervi
pubblicamente in guardia e per tempo sulla falsita' di
queste promesse e sul fatto che la situazione e' ben
diversa. E' proprio la nostra politica che garantisce
la pace, mentre la loro provoca conflitti incessanti e
violenza e vi diro' perche'.
Con l'instaurazione di un governo appoggiato o
direttamente insediato dalla comunita' dei paesi
riuniti nella NATO, la Jugoslavia diventerebbe
inevitabilmente un Paese il cui territorio verrebbe
rapidamente smembrato.
Queste non sono soltanto le intenzioni della NATO.
Queste sono le promesse pre-elettorali della
Opposizione Democratica Serba. Noi l'abbiamo ascoltato
dalla bocca dei suoi stessi rappresentanti: - il
Sangiaccato otterrebbe l'autonomia che un membro della
coalizione, leader di un'organizzazione separatista
musulmana, Suleiman Ugljanin, reclama da dieci anni- e
che significherebbe, nei fatti, la separazione
definitiva del Sangiaccato dalla Serbia.
- Le loro promesse comprendono anche l'ottenimento da
parte della Vojvodina di un'autonomia che non soltanto
la separerebbe dalla Serbia e dalla Jugoslavia, ma la
trasformerebbe nei fatti in parte integrante della
vicina Ungheria.
- Nello stesso modo, altre regioni sarebbero separate
dalla Serbia, e anche alcune zone di frontiera. La loro
annessione da parte degli Stati confinanti costituisce
da lungo tempo un imperativo per questi paesi, che
continuano ad incitare le loro minoranze presenti in
Jugoslavia a contribuire all'integrazione di queste
parti del nostro Paese negli Stati vicini.
- Nel quadro di questa politica di smembramento della
Jugoslavia, il Kosovo sarebbe la prima vittima. Il suo
status attuale sarebbe dichiarato legale e definitivo.
Questa sarebbe la prima parte del suo territorio cui la
Serbia dovrebbe dire addio, senza poter neanche sperare
che questa parte della sua terra le possa mai essere
restituita.
- Il resto del territorio che continuera' a chiamarsi
Serbia verrebbe occupato da forze militari
internazionali, USA o comunque straniere, che
tratteranno il nostro territorio come loro zona di
esercitazioni militari e loro proprieta', da
controllare secondo gli interessi della potenza che
disloca il proprio esercito di occupazione. Abbiamo
visto casi di controllo simili, e le loro conseguenze,
negli scorsi decenni, e specialmente negli ultimi dieci
anni in molti paesi nel mondo e ultimamente purtroppo
anche in Europa, per esempio nel Kosovo, nella
Repubblica Serba di Bosnia, in Macedonia, per restare
intorno a noi. Il popolo della Serbia subirebbe la
stessa sorte dei Kurdi, con la prospettiva di essere
sterminato ben piu' rapidamente dei Kurdi, essendo
meno numeroso e muovendosi su un territorio assai piu'
ristretto del loro.
- Quanto al Montenegro, il suo destino sarebbe lasciato
nelle mani della mafia le cui regole del gioco i
cittadini dovrebbero conoscere: ogni infrazione alla
disciplina e soprattutto ogni opposizione agli
interessi mafiosi e' punita con la morte, senza alcun
diritto di appello.
Vi ho descritto il destino della Jugoslavia in caso di
accettazione dell'opzione NATO per il nostro paese, con
l'intento di mettervi in guardia che oltre e piu'
della perdita territoriale e all'umiliazione del
popolo, noi ci troveremo tutti a vivere in un clima di
continue violenze. I nuovi proprietari degli antichi
territori dello Stato di Jugoslavia e gli occupanti del
restante territorio serbo terrorizzerebbero, come e'
nella natura delle cose, le popolazioni dei territori
che andrebbero ad occupare. Nello stesso tempo, il
popolo serbo stesso si batterebbe continuamente per
ristabilire uno Stato serbo nel quale potersi riunire.
Queste potenze non vogliono la pace e la prosperita'
nei Balcani. Esse vogliono che questa sia una zona di
conflitti permanenti e di guerre che servano da alibi a
far perdurare la loro presenza. Un governo fantoccio
e' una garanzia certa di violenze, forse anche di
molti anni di guerra. Di tutto salvo che di pace. Solo
il nostro governo indipendente puo' garantire la pace.
Non solo questo. Tutti i paesi che si sono trovati in
condizioni di sovranita' limitata e con governi sotto
l'influenza di potenze straniere si sono rapidamente
impoveriti in misura tale da distruggere ogni speranza
di relazioni sociali piu' giuste e umane. La divisione
radicale tra una maggioranza povera e una minoranza
ricca: questo e' il quadro che l'Europa orientale ci
presenta da diversi anni ormai, come tutti possono
constatare. La stessa cosa accadrebbe anche a noi.
Anche noi, una volta sottoposti al comando e al
controllo di quelli che dominerebbero il paese, avremo
in breve un'immensa maggioranza di gente nella piu'
estrema poverta', con una prospettiva di uscirne
molto, molto incerta e lontana. La minoranza ricca
sarebbe composta da un'elite di profittatori del
mercato nero, cui sara' concesso di arricchirsi solo a
patto di sottostare ciecamente al potere di chi
deciderebbe del destino del nostro Paese.
La proprieta' sociale e pubblica sarebbe rapidamente
privatizzata, ma i nuovi padroni, come l'esperienza dei
paesi vicini dimostra, sarebbero di regola stranieri.
Tra le rare eccezioni figureranno coloro che avranno
acquistato il loro diritto di proprieta' con la loro
obbedienza e sottomissione, cosa che portera' alla
scomparsa di ogni piu' elementare dignita', nazionale
e umana.
In queste circostanze, le principali ricchezze della
nazione diverrebbero proprieta' straniera, e coloro
che le gia' amministravano normalmente continuerebbero
a farlo nella nuova situazione ma come impiegati di
societa' straniere nel loro paese. L'umiliazione
nazionale, la frammentazione dello Stato e la poverta'
sociale condurrebbero necessariamente a ogni tipo di
patologia sociale, di cui il crimine sara' il primo.
Questa non e' una supposizione: e' l'esperienza
vissuta da tutti i Paesi che hanno preso il cammino che
noi cerchiamo di evitare a tutti i costi. I centri del
crimine non sono piu' nell'Europa occidentale, si sono
spostati verso l'Europa dell'Est da una decina d'anni.
Il nostro popolo ha gia' dovuto mal sopportare
l'incidenza criminale attuale, perche' noi abbiamo
vissuto a lungo, dalla Seconda guerra mondiale agli
anno '90, in una societa' che non conosceva quasi per
niente il crimine. La criminalita' a grande scala, che
non potrebbe essere evitata nel tipo di societa' che
diverrebbe la nostra in caso di perdita della nostra
sovranita' e di una parte del nostro territorio,
sarebbe tanto pericolosa per la societa' e i cittadini
e per il nostro piccolo popolo, che non vi e'
abituato, quanto puo' esserlo la guerra.
Uno degli obiettivi e compiti essenziali di un governo
fantoccio, non importa in quale Paese, compreso il
nostro se noi dovessimo avere un tale governo, e' la
perdita di identita' nazionale. I Paesi sotto potere
straniero si separano velocemente dalla loro storia,
dal loro passato, dalle loro tradizioni, dal loro stile
di vita, e spesso anche dal loro idioma letterario.
Cio' sara' invisibile all'inizio, ma una selezione
molto efficacie e senza pieta' dell'identita'
nazionale la ridurra' a qualche pietanza locale,
qualche canzone e danza folcloristica, ed al nome di
qualche eroe nazionale utilizzato come marca di
cosmetici o di prodotti alimentari. Nel XX secolo, una
delle piu' evidenti conseguenze dell'usurpazione dei
territori nazionali da parte delle grandi potenze e'
l'annichilimento dell'identita' di popolo di questi
paesi.
L'esperienza delle altre nazioni mostra che le persone
possono difficilmente sopportare la velocita' alla
quale esse devono cominciare a servirsi di una lingua
straniera come fosse la loro, ad identificarsi in
figure storiche straniere dimenticando le loro, ad
avere piu' familiarita' con la letteratura dei loro
occupanti che con la loro, a glorificare la Storia
degli altri sminuendo la loro, ad assomigliare agli
altri e non a se stessi. La perdita dell'identita'
nazionale e' la piu' grande sconfitta che una nazione
possa conoscere, ed essa e' inevitabile nella forma
moderna di colonialismo. Inoltre, questa nuova forma di
colonozzazione mette fuori norma, per sua stessa
natura, ogni possibilita' di liberta' di parola e di
decisione, e soprattutto ogni forma di creativita'.
Quando un Paese non e' libero, esso rifiuta ai popoli
che vivono nel suo seno il diritto di esprimere
liberamente le proprie opinioni, perche' queste
opinioni rischiano di trovarsi in conflitto con
l'assenza di liberta'. E' per questo che la tortura
del pensiero e' la forma piu' essenziale ed efficacie
in un paese che ha perduto la liberta'. Quanto ad
esercitare il proprio libero arbitrio, e' naturalmente
fuori di discussione. La liberta' di decisione non e'
permessa che illusoriamente. Essa e' accordata solo ai
lacche' dei dominatori stranieri, perche' la loro
sedicente liberta' serve agli occupanti per proclamare
di avere instaurato la Democrazia, nel nome della quale
avevano preso possesso del Paese di un altro popolo.
Io vorrei sottolinearlo particolarmente all'attenzione
dei giovani, intellettuali o sapienti: e' di regola
che i Paesi privati di sovranita' nazionale siano
privati del diritto al lavoro creativo, e specialmene
al lavoro creativo in campo scientifico. Sono i centri
di potere e le grandi potenze che finanziano il lavoro
scientifico, controllano i suoi risultati e decidono
della loro applicazione. Negli Stati dipendenti, i
laboratori di ricerca e gli istituti scientifici non
sono indipendenti ma operano in qualita' di branche
controllate da un centro. Le loro realizzazioni devono
restare entro dei limiti che non rischino di introdurre
nei Paesi e nei popoli occupati un seme di ribellione o
di emancipazione.
Al momento in cui vi parlo, siccome l'Opposizione
Democratica Serba non e' sicura di raggiungere i
risultati che le sono necessari, i leader del DOS
stanno accettando, con il denaro introdotto nel paese,
di far ricattare e logorare i cittadini, di organizzare
degli scioperi, di creare un clima di insicurezza e di
violenza, con l'intento di arrestare la produzione,
ogni lavoro e ogni attivita'. Tutto cio' ha lo scopo
evidente di arrestare la vita in Serbia, e di affermare
che essa riprendera' con successo e benessere solo
quando sara' organizzata da coloro che tra noi
rappresentano le intenzioni, i piani e gli interessi
degli occupanti.
Il nostro Paese e' uno Stato sovrano. Ha le sue leggi,
la sua Costituzione e le sue istituzioni. La Serbia ha
il dovere e il diritto all'autodifesa dall'invasione
che e' stata preparata contro di essa attraverso
diverse forme di sovversione. E i cittadini devono
sapere che partecipando ad una sovversione il cui
obiettivo e' la dominazione straniera o l'occupazione
del loro Paese, essi portano la responsabilita'
storica di privare il loro Paese del diritto
all'esistenza, cosi' come la responsabilita' di
perdere il controllo sulla propria esistenza.
Abandonando il loro Paese in mano ad altri, a degli
stranieri, essi stanno per mettere nelle mani dello
straniero la loro vita, la vita dei loro figli e di
molte altre persone.
Io ho ritenuto mio dovere mettere in guardia i
cittadini della nostra patria sulle conseguenze di
queste attivita', finanziate e sostenute dai governi
dei paesi NATO. I cittadini possono credermi, ma non ne
sono obbligati. Mi auguro soltanto che non si ricredano
quando sara' troppo tardi, che non si avvedano di
questa realta' quando sara' difficile correggere gli
errori fatti per ingenuita', o per errore o
indifferenza, perche' quegli errori avranno prodotto
situazioni difficili e forse impossibili da
raddrizzare, e certamente non avranno mai una
riparazione.
Nel dire queste cose non ho motivazioni di carattere
personale. Sono stato eletto due volte presidente
della Serbia e una volta presidente della Jugoslavia.
Dovrebbe essere chiaro a tutti, dopo questi dieci anni,
che non attaccano la Serbia perche' c'e' Milosevic,
ma attaccano Milosevic per attaccare la Serbia. La mia
coscienza al riguardo e' assolutamente tranquilla. Ma
non lo sarebbe del tutto se io non dicessi al mio
popolo, dopo tutti questi anni trascorsi alla sua
guida, quella che io penso sara' la sua sorte, sia che
il suo destino gli sia imposto da altri, sia che cio'
significhi dire al popolo che questo destino se lo sta
scegliendo con le sue stesse mani. L'errore di giudizio
che consiste nello scegliere cio' che e' stato scelto
da altri e' il piu' pericoloso degli errori di
giudizio, e questa e' essenzialmente la ragione della
mia decisione di rivolgermi pubblicamente ai cittadini
della Jugoslavia.
Vi ringrazio.
Presidente Slobodan Milosevic
---
Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti della
ASSEMBLEA ANTIMPERIALISTA (ex Coord. Naz. "La Jugoslavia Vivra'"):
> http://www.tuttinlotta.org
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opinioni delle realta' che compongono questa struttura, ma
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2 OTTOBRE 2000: NEL SUO ULTIMO DISCORSO TELEVISIVO,
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Belgrado, 2 ottobre 2000 - (Tanjug) -
Il Presidente della R.F.J. Slobodan Milosevic lunedi
2 ottobre 2000 si e' rivolto alla nazione attraverso
la radiotelevisione serba.
---
Cari concittadini,
nell'attesa del secondo turno delle elezioni colgo
l'occasione per esporvi la mia opinione sulla
situazione politica ed elettorale nel nostro Paese, e
in special modo in Serbia. Come voi sapete, da dieci
anni sono in corso manovre per porre tutta la penisola
balcanica sotto il controllo di alcune potenze
occidentali. Buona parte di questo lavoro e' stato
compiuto mediante l'insediamento di governi fantoccio
in alcuni paesi, trasformati in paesi a sovranita'
limitata, cioe' privati a tutti gli effetti di
sovranita'.
A causa della resistenza opposta dal nostro Paese a una
tale sorte, siamo stati sottoposti a tutte le forme di
pressione alle quali un popolo puo' essere sottoposto
nel mondo contemporaneo. Queste pressioni sono andate
via via crescendo in quantita' ed intensita'. Tutta
l'esperienza accumulata dalle grandi potenze nel corso
della seconda meta' del XX secolo nell'arte di
rovesciare governi, provocare disordini, fomentare
guerre civili, screditare o liquidare coloro che
lottano per la liberta' nazionale, ridurre le nazioni
e gli stati sull'orlo della miseria - tutto cio' e'
stato applicato contro il nostro Paese e il nostro
popolo.
Tutto quello che e' stato organizzato attorno a queste
elezioni fa parte quindi della persecuzione organizzata
contro il nostro Paese e il nostro popolo, perche' il
nostro Paese e il nostro popolo costituiscono una
barriera contro lo stabilirsi di un dominio totale
nella penisola balcanica.
Da molto tempo e' presente in mezzo a noi un
raggruppamento che, con il pretesto di orientare i
partiti politici di opposizione, rappresenta gli
interessi di quei governi che sono stati protagonisti
delle pressioni contro la Jugoslavia e specialmente
contro la Serbia. Questa lobby si e' presentata a
queste elezioni sotto il nome di Opposizione
Democratica Serba (D.O.S.). Il suo vero capo non e' il
suo candidato alla presidenza. Da molti anni il suo
capo e' il presidente del Partito Democratico,
collaboratore dell'allenza militare che ha scatenato la
guerra contro il nostro Paese. Egli non ha neanche
potuto nascondere la sua collaborazione con quelsta
alleanza. Nei fatti, tutto il nostro popolo e' al
corrente del suo appello alla NATO perche' continuasse
a bombardare la Serbia per tutto il tempo necessario a
spezzarne la resistenza. Il cartello che si e' cosi'
organizzato per le elezioni rappresenta gli eserciti e
i governi che hanno appena condotto la guerra contro la
Jugoslavia. Rappresentando quegli interessi, ha
lanciato alla opinione pubblica il messaggio che, con
loro al potere, la Jugoslavia sarebbe uscita da ogni
pericolo di guerra e di violenza, sarebbe riavviata la
prosperita' economica, il tenore di vita sarebbe
migliorato visibilmente e rapidamente, la Jugoslavia
sarebbe reintegrata nelle istituzioni internazionali, e
via dicendo.
Cari concittadini, e' mio dovere mettervi
pubblicamente in guardia e per tempo sulla falsita' di
queste promesse e sul fatto che la situazione e' ben
diversa. E' proprio la nostra politica che garantisce
la pace, mentre la loro provoca conflitti incessanti e
violenza e vi diro' perche'.
Con l'instaurazione di un governo appoggiato o
direttamente insediato dalla comunita' dei paesi
riuniti nella NATO, la Jugoslavia diventerebbe
inevitabilmente un Paese il cui territorio verrebbe
rapidamente smembrato.
Queste non sono soltanto le intenzioni della NATO.
Queste sono le promesse pre-elettorali della
Opposizione Democratica Serba. Noi l'abbiamo ascoltato
dalla bocca dei suoi stessi rappresentanti: - il
Sangiaccato otterrebbe l'autonomia che un membro della
coalizione, leader di un'organizzazione separatista
musulmana, Suleiman Ugljanin, reclama da dieci anni- e
che significherebbe, nei fatti, la separazione
definitiva del Sangiaccato dalla Serbia.
- Le loro promesse comprendono anche l'ottenimento da
parte della Vojvodina di un'autonomia che non soltanto
la separerebbe dalla Serbia e dalla Jugoslavia, ma la
trasformerebbe nei fatti in parte integrante della
vicina Ungheria.
- Nello stesso modo, altre regioni sarebbero separate
dalla Serbia, e anche alcune zone di frontiera. La loro
annessione da parte degli Stati confinanti costituisce
da lungo tempo un imperativo per questi paesi, che
continuano ad incitare le loro minoranze presenti in
Jugoslavia a contribuire all'integrazione di queste
parti del nostro Paese negli Stati vicini.
- Nel quadro di questa politica di smembramento della
Jugoslavia, il Kosovo sarebbe la prima vittima. Il suo
status attuale sarebbe dichiarato legale e definitivo.
Questa sarebbe la prima parte del suo territorio cui la
Serbia dovrebbe dire addio, senza poter neanche sperare
che questa parte della sua terra le possa mai essere
restituita.
- Il resto del territorio che continuera' a chiamarsi
Serbia verrebbe occupato da forze militari
internazionali, USA o comunque straniere, che
tratteranno il nostro territorio come loro zona di
esercitazioni militari e loro proprieta', da
controllare secondo gli interessi della potenza che
disloca il proprio esercito di occupazione. Abbiamo
visto casi di controllo simili, e le loro conseguenze,
negli scorsi decenni, e specialmente negli ultimi dieci
anni in molti paesi nel mondo e ultimamente purtroppo
anche in Europa, per esempio nel Kosovo, nella
Repubblica Serba di Bosnia, in Macedonia, per restare
intorno a noi. Il popolo della Serbia subirebbe la
stessa sorte dei Kurdi, con la prospettiva di essere
sterminato ben piu' rapidamente dei Kurdi, essendo
meno numeroso e muovendosi su un territorio assai piu'
ristretto del loro.
- Quanto al Montenegro, il suo destino sarebbe lasciato
nelle mani della mafia le cui regole del gioco i
cittadini dovrebbero conoscere: ogni infrazione alla
disciplina e soprattutto ogni opposizione agli
interessi mafiosi e' punita con la morte, senza alcun
diritto di appello.
Vi ho descritto il destino della Jugoslavia in caso di
accettazione dell'opzione NATO per il nostro paese, con
l'intento di mettervi in guardia che oltre e piu'
della perdita territoriale e all'umiliazione del
popolo, noi ci troveremo tutti a vivere in un clima di
continue violenze. I nuovi proprietari degli antichi
territori dello Stato di Jugoslavia e gli occupanti del
restante territorio serbo terrorizzerebbero, come e'
nella natura delle cose, le popolazioni dei territori
che andrebbero ad occupare. Nello stesso tempo, il
popolo serbo stesso si batterebbe continuamente per
ristabilire uno Stato serbo nel quale potersi riunire.
Queste potenze non vogliono la pace e la prosperita'
nei Balcani. Esse vogliono che questa sia una zona di
conflitti permanenti e di guerre che servano da alibi a
far perdurare la loro presenza. Un governo fantoccio
e' una garanzia certa di violenze, forse anche di
molti anni di guerra. Di tutto salvo che di pace. Solo
il nostro governo indipendente puo' garantire la pace.
Non solo questo. Tutti i paesi che si sono trovati in
condizioni di sovranita' limitata e con governi sotto
l'influenza di potenze straniere si sono rapidamente
impoveriti in misura tale da distruggere ogni speranza
di relazioni sociali piu' giuste e umane. La divisione
radicale tra una maggioranza povera e una minoranza
ricca: questo e' il quadro che l'Europa orientale ci
presenta da diversi anni ormai, come tutti possono
constatare. La stessa cosa accadrebbe anche a noi.
Anche noi, una volta sottoposti al comando e al
controllo di quelli che dominerebbero il paese, avremo
in breve un'immensa maggioranza di gente nella piu'
estrema poverta', con una prospettiva di uscirne
molto, molto incerta e lontana. La minoranza ricca
sarebbe composta da un'elite di profittatori del
mercato nero, cui sara' concesso di arricchirsi solo a
patto di sottostare ciecamente al potere di chi
deciderebbe del destino del nostro Paese.
La proprieta' sociale e pubblica sarebbe rapidamente
privatizzata, ma i nuovi padroni, come l'esperienza dei
paesi vicini dimostra, sarebbero di regola stranieri.
Tra le rare eccezioni figureranno coloro che avranno
acquistato il loro diritto di proprieta' con la loro
obbedienza e sottomissione, cosa che portera' alla
scomparsa di ogni piu' elementare dignita', nazionale
e umana.
In queste circostanze, le principali ricchezze della
nazione diverrebbero proprieta' straniera, e coloro
che le gia' amministravano normalmente continuerebbero
a farlo nella nuova situazione ma come impiegati di
societa' straniere nel loro paese. L'umiliazione
nazionale, la frammentazione dello Stato e la poverta'
sociale condurrebbero necessariamente a ogni tipo di
patologia sociale, di cui il crimine sara' il primo.
Questa non e' una supposizione: e' l'esperienza
vissuta da tutti i Paesi che hanno preso il cammino che
noi cerchiamo di evitare a tutti i costi. I centri del
crimine non sono piu' nell'Europa occidentale, si sono
spostati verso l'Europa dell'Est da una decina d'anni.
Il nostro popolo ha gia' dovuto mal sopportare
l'incidenza criminale attuale, perche' noi abbiamo
vissuto a lungo, dalla Seconda guerra mondiale agli
anno '90, in una societa' che non conosceva quasi per
niente il crimine. La criminalita' a grande scala, che
non potrebbe essere evitata nel tipo di societa' che
diverrebbe la nostra in caso di perdita della nostra
sovranita' e di una parte del nostro territorio,
sarebbe tanto pericolosa per la societa' e i cittadini
e per il nostro piccolo popolo, che non vi e'
abituato, quanto puo' esserlo la guerra.
Uno degli obiettivi e compiti essenziali di un governo
fantoccio, non importa in quale Paese, compreso il
nostro se noi dovessimo avere un tale governo, e' la
perdita di identita' nazionale. I Paesi sotto potere
straniero si separano velocemente dalla loro storia,
dal loro passato, dalle loro tradizioni, dal loro stile
di vita, e spesso anche dal loro idioma letterario.
Cio' sara' invisibile all'inizio, ma una selezione
molto efficacie e senza pieta' dell'identita'
nazionale la ridurra' a qualche pietanza locale,
qualche canzone e danza folcloristica, ed al nome di
qualche eroe nazionale utilizzato come marca di
cosmetici o di prodotti alimentari. Nel XX secolo, una
delle piu' evidenti conseguenze dell'usurpazione dei
territori nazionali da parte delle grandi potenze e'
l'annichilimento dell'identita' di popolo di questi
paesi.
L'esperienza delle altre nazioni mostra che le persone
possono difficilmente sopportare la velocita' alla
quale esse devono cominciare a servirsi di una lingua
straniera come fosse la loro, ad identificarsi in
figure storiche straniere dimenticando le loro, ad
avere piu' familiarita' con la letteratura dei loro
occupanti che con la loro, a glorificare la Storia
degli altri sminuendo la loro, ad assomigliare agli
altri e non a se stessi. La perdita dell'identita'
nazionale e' la piu' grande sconfitta che una nazione
possa conoscere, ed essa e' inevitabile nella forma
moderna di colonialismo. Inoltre, questa nuova forma di
colonozzazione mette fuori norma, per sua stessa
natura, ogni possibilita' di liberta' di parola e di
decisione, e soprattutto ogni forma di creativita'.
Quando un Paese non e' libero, esso rifiuta ai popoli
che vivono nel suo seno il diritto di esprimere
liberamente le proprie opinioni, perche' queste
opinioni rischiano di trovarsi in conflitto con
l'assenza di liberta'. E' per questo che la tortura
del pensiero e' la forma piu' essenziale ed efficacie
in un paese che ha perduto la liberta'. Quanto ad
esercitare il proprio libero arbitrio, e' naturalmente
fuori di discussione. La liberta' di decisione non e'
permessa che illusoriamente. Essa e' accordata solo ai
lacche' dei dominatori stranieri, perche' la loro
sedicente liberta' serve agli occupanti per proclamare
di avere instaurato la Democrazia, nel nome della quale
avevano preso possesso del Paese di un altro popolo.
Io vorrei sottolinearlo particolarmente all'attenzione
dei giovani, intellettuali o sapienti: e' di regola
che i Paesi privati di sovranita' nazionale siano
privati del diritto al lavoro creativo, e specialmene
al lavoro creativo in campo scientifico. Sono i centri
di potere e le grandi potenze che finanziano il lavoro
scientifico, controllano i suoi risultati e decidono
della loro applicazione. Negli Stati dipendenti, i
laboratori di ricerca e gli istituti scientifici non
sono indipendenti ma operano in qualita' di branche
controllate da un centro. Le loro realizzazioni devono
restare entro dei limiti che non rischino di introdurre
nei Paesi e nei popoli occupati un seme di ribellione o
di emancipazione.
Al momento in cui vi parlo, siccome l'Opposizione
Democratica Serba non e' sicura di raggiungere i
risultati che le sono necessari, i leader del DOS
stanno accettando, con il denaro introdotto nel paese,
di far ricattare e logorare i cittadini, di organizzare
degli scioperi, di creare un clima di insicurezza e di
violenza, con l'intento di arrestare la produzione,
ogni lavoro e ogni attivita'. Tutto cio' ha lo scopo
evidente di arrestare la vita in Serbia, e di affermare
che essa riprendera' con successo e benessere solo
quando sara' organizzata da coloro che tra noi
rappresentano le intenzioni, i piani e gli interessi
degli occupanti.
Il nostro Paese e' uno Stato sovrano. Ha le sue leggi,
la sua Costituzione e le sue istituzioni. La Serbia ha
il dovere e il diritto all'autodifesa dall'invasione
che e' stata preparata contro di essa attraverso
diverse forme di sovversione. E i cittadini devono
sapere che partecipando ad una sovversione il cui
obiettivo e' la dominazione straniera o l'occupazione
del loro Paese, essi portano la responsabilita'
storica di privare il loro Paese del diritto
all'esistenza, cosi' come la responsabilita' di
perdere il controllo sulla propria esistenza.
Abandonando il loro Paese in mano ad altri, a degli
stranieri, essi stanno per mettere nelle mani dello
straniero la loro vita, la vita dei loro figli e di
molte altre persone.
Io ho ritenuto mio dovere mettere in guardia i
cittadini della nostra patria sulle conseguenze di
queste attivita', finanziate e sostenute dai governi
dei paesi NATO. I cittadini possono credermi, ma non ne
sono obbligati. Mi auguro soltanto che non si ricredano
quando sara' troppo tardi, che non si avvedano di
questa realta' quando sara' difficile correggere gli
errori fatti per ingenuita', o per errore o
indifferenza, perche' quegli errori avranno prodotto
situazioni difficili e forse impossibili da
raddrizzare, e certamente non avranno mai una
riparazione.
Nel dire queste cose non ho motivazioni di carattere
personale. Sono stato eletto due volte presidente
della Serbia e una volta presidente della Jugoslavia.
Dovrebbe essere chiaro a tutti, dopo questi dieci anni,
che non attaccano la Serbia perche' c'e' Milosevic,
ma attaccano Milosevic per attaccare la Serbia. La mia
coscienza al riguardo e' assolutamente tranquilla. Ma
non lo sarebbe del tutto se io non dicessi al mio
popolo, dopo tutti questi anni trascorsi alla sua
guida, quella che io penso sara' la sua sorte, sia che
il suo destino gli sia imposto da altri, sia che cio'
significhi dire al popolo che questo destino se lo sta
scegliendo con le sue stesse mani. L'errore di giudizio
che consiste nello scegliere cio' che e' stato scelto
da altri e' il piu' pericoloso degli errori di
giudizio, e questa e' essenzialmente la ragione della
mia decisione di rivolgermi pubblicamente ai cittadini
della Jugoslavia.
Vi ringrazio.
Presidente Slobodan Milosevic
---
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[Note - for pictures of the massive
demonstration the day after Slobodan
Milosevic was kidnapped, go to
http://emperors-clothes.com/petition/j29.htm%5d
The Theft of the Serbs' Only Treasure
by Petar Makara. [5 July 2001]
[NOTE FROM EMPEROR'S CLOTHES - Petar
Makara was born in the Serbian town of
Pancevo. A leading activist in the
Serbian Diaspora, he co-founded the
Website, www.srpska-mreza.com . (1) Mr.
Makara has devoted most of his
energy these past 10 years to exposing
misinformation about what has been
done in and to Yugoslavia. He was a
supporter of Vojislav Kostunica. - END
NOTE ]
Thank you for your recent article, "The
Treason of Vojislav Kostunica." (2)
More than seven years ago, on a late
April day in 1994, with a small group
of close friends, I entered the office of
Vojislav Kostunica in Belgrade.
We, Serbian-American activists deeply
concerned with events in Yugoslavia,
were eager to meet the man whose articles
we read and loved.
While Slobodan Milosevic, who promised
many times to protect the truly
vital interests of the Serbian people was
persistently trying to find a
political solution to the Western-induced
crisis and thus avoid a clash
with mighty NATO, Mr. Kostunica was
criticizing what he called indecision.
He was always eloquent in explaining the
rights of Serbs as the people who
founded Yugoslavia and who were still
loyal to this multiethnic state. He
explained that the Serbs have the right
and duty to help their own people
who were, in 1945, left outside the
Republic of Serbia by President Tito's
artificial, undemocratic borders. The
Serbs have the right, Mr. Kostunica
claimed, to defend the lands where they,
as the majority population, have
lived for centuries.
In his statements Mr. Kostunica seemed
always to be right. He seemed to be
not only a person who understood law, but
a man who understood the soul of his people.
Our surprise as we entered Mr.
Kostunica's office was to find a man who
appeared to be in quite a contrast to his
fiery statements, not only good
mannered and soft-spoken but with his
eyes always half closed, giving him
the look of someone completely drained of
life energy or, at least, who had
not slept for days.
What kind of a leader, I remember
thinking, would this guy be? But I told
myself, who cares about appearances? The
hope was Kostunica would be firm
and principled, an intellectual who knew
the enemy and the way out of its grip.
Such was the hope. After the ten long
years that the Serbs gave to Mankind
by single-handedly fighting NATO and its
combined onslaught on the economy,
property and lives of the Serbian people,
is it a surprise that many Serbs
hoped that Kostunica - Mr. Right - would
not sell out Serbian interests?
The hope dies last.
The colonial club (now known by its
nickname as NATO) and its thousands of
psychologists, employed in covert
agencies (this is not my personal
nightmare - it is fact!), empowered with
knowledge accumulated over the
centuries that their countries pillaged,
cleansed and annihilated uncounted
peoples across the globe - these
psychologists must have fully grasped this
truth: false hope will keep the victim
immobilized when action is the only
real hope left.
That is why virtually all Western press
articles talking about the recent
kidnap of the ex-president of a sovereign
country to the kangaroo court of
the colonialists never forgot to give
their local quisling Vojislav
Kostunica the well known tool of deceit,
a 'plausible denial.' That is why
they all say about the kidnapping of
Milosevic, "this was done without
Kostunica's knowledge" or "Kostunica
disapproved of this action," or words
to the effect.
Except that, as your clear analysis has
proven, the denial is NOT plausible.
After recent events, the last hope of us
who wanted to believe that Mr.
Kostunica is a decent man should cease.
Kostunica's name must be listed
alongside Djindjic's as history's worst
traitors of the Serbian people.
That is as clear as day.
We the Serbs are a small people who as a
Serbian poet has noted have the
bad luck that our forefathers "built a
home in the middle of the road."
Fourteen centuries ago, they settled in
the middle of Balkans, in the
middle of the main road that leads from
Central Europe to Central Asia, the
Middle East and North Africa. It is the
southern flank in a conqueror's
attack on Russia.
Since those ancient times all those who
aspired to rule the Earth tried
their ruthless methods of conquest, of
divide-and-rule, on the Balkan
peoples first. As stepping-stones to what
they dreamed to be their Eternal
Empires they wanted the Balkans as the
first jewel in the crown. Those
empires include the Ottoman Empire, the
Austro-Hungarian Empire, Hitler's
Third Reich and now U.S./NATO.
We the Serbs do not have vast lands or
far-away islands. We are rather
poor. We never collected riches by
oppressing or enslaving near or far-away
peoples as the NATO nations did. Our only
treasure is our pride that our
forefathers, through many centuries, and
the last two in particular, fought
countless battles against all those
foreign oppressors. Our forefathers
never fought to grab other people's
lands. Our forefathers never fought to
impose our culture, our way of life on
anyone. They fought for freedom, for
the simple right to exist. They fought so
we are in charge of our own
destinies. Throughout the countless
centuries of fighting gruesome
oppressors, there is no record that would
shame the Serbs. Pride is our
only treasure and now NATO, with
quislings like Kostunica, would take away
that, the only treasure we possess.
To understand the Serbs is to understand
their sense of pride; it is to
understand why the Serbs celebrate June
28, St. Vitus Day, the day of the
Kosovo Battle of 1389. Those who hate the
Serbs claim we are sick people
who celebrate a day of defeat. (The
actual battle, according to countless
history books, was a draw; both the
Serbian King and Turkish Sultan
perished.)
The Serbs do not celebrate this as
victory or defeat. They celebrate the
bravery, the pride of their forefathers
who came to meet on the battlefield
the intruder to their homeland. It did
not matter that the advancing forces
were immense. To protect their way of
life, to protect their families, to
protect freedom, all Serbian nobility
came to fight. Most of them died on
that day, June 28, 1389. Since that day
the Serbs firmly knew that FREEDOM
HAS NO PRICE. Many Serbs, through
generations and time, easily sacrificed
their lives for freedom.
The Hague 'Tribunal' is not the first
time that a conqueror attacks the
Serbs as physical beings, but also
attacks their pride. To keep a people
subjugated, the oppressors knew you have
to destroy their pride. That is
why, exactly on June 28, 1914, Prince
Ferdinand, the Austrian heir to the
throne, decided to have military
maneuvers in Bosnia, then a majority
Serbian province which the
Austro-Hungarian Empire had illegally annexed
six years before. The Serbian answer was
to assassinate Ferdinand. That is
how World War I started, remember? Some
50% of the Serbian male population
perished in that war! Every second man.
The story of that Serbian sacrifice and
Golgotha should be in every
elementary history book. That was the
price the Serbs were ready to pay.
In 1941 Hitler could not wait for June 28
to issue his ultimatums. He was
in a hurry to attack Russia and had to
conquer Serbia first. The Serbian
answer to the weakness in the Yugoslav
government, weakened by a strong
Croatian fascist secessionist movement
was: "Better grave than slave." Well
over one million Serbs perished during
W.W.II fighting against the Nazi New
World Order.
That the oppressor would attack the
Serbian sense of pride is not
surprising, but that a handful of Serbs
would sink so low in their treason
and hand over their recent elected leader
to the attacking enemy - and
exactly on June 28 - is shocking! The
message is clear because the timing
is everything. The event was clearly
timed to destroy the Serbian sense of pride.
June 28, 2001 is probably the darkest day
in Serbian history. It is a dark
day in world history too as it clearly
sends a message about the
American-led NATO form of Nazism. It is
planetary in scope and no one can
hide from it, not even presidents of
states, people who have armies. It
shows that the American form of Nazism,
while showing all elements of the
German Nazi type of pure, raw brutality,
as evidenced from Hiroshima to
Vietnam, to Panama, to Iraq, to
Yugoslavia and on, also employs another
powerful weapon - money. Whatever NATO
Nazism cannot achieve with
uranium-rich bombs it attempts to achieve
by buying the services of
traitors. For that reason this type of
Nazism is doubly threatening to the
destinies of peoples across the globe.
That Kostunica would sink so low in his
treason as to betray the Serbs and
the whole of Mankind fills me with a
sickened feeling as I remember the
April day when I met him. I am disgusted
that I shook his hand.
As the old saying goes, the devil is at
his worst when pretending to be an
angel. At least and at last Kostunica has
shown his true face. No one
should be fooled any more.
One could have more respect even for a
Djindjic who was at least open in
his treason.
-- Petar Makara
Further reading:
1) 'NATO Deliberately Triggered an
Environmental Catastrophe in
Yugoslavia,' by Michel Chossudovsky at
http://www.emperors-clothes.com/articles/chuss/willful.htm
2) 'The Treason of Vojislav Kostunica,'
at
http://emperors-clothes.com/analysis/treas.htm
3) 'We Accuse: Washington's Aid Promises
Are A Traitorous Lie!' at
http://emperors-clothes.com/docs/fools.htm
---
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Milosevic was kidnapped, go to
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by Petar Makara. [5 July 2001]
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Pancevo. A leading activist in the
Serbian Diaspora, he co-founded the
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Makara has devoted most of his
energy these past 10 years to exposing
misinformation about what has been
done in and to Yugoslavia. He was a
supporter of Vojislav Kostunica. - END
NOTE ]
Thank you for your recent article, "The
Treason of Vojislav Kostunica." (2)
More than seven years ago, on a late
April day in 1994, with a small group
of close friends, I entered the office of
Vojislav Kostunica in Belgrade.
We, Serbian-American activists deeply
concerned with events in Yugoslavia,
were eager to meet the man whose articles
we read and loved.
While Slobodan Milosevic, who promised
many times to protect the truly
vital interests of the Serbian people was
persistently trying to find a
political solution to the Western-induced
crisis and thus avoid a clash
with mighty NATO, Mr. Kostunica was
criticizing what he called indecision.
He was always eloquent in explaining the
rights of Serbs as the people who
founded Yugoslavia and who were still
loyal to this multiethnic state. He
explained that the Serbs have the right
and duty to help their own people
who were, in 1945, left outside the
Republic of Serbia by President Tito's
artificial, undemocratic borders. The
Serbs have the right, Mr. Kostunica
claimed, to defend the lands where they,
as the majority population, have
lived for centuries.
In his statements Mr. Kostunica seemed
always to be right. He seemed to be
not only a person who understood law, but
a man who understood the soul of his people.
Our surprise as we entered Mr.
Kostunica's office was to find a man who
appeared to be in quite a contrast to his
fiery statements, not only good
mannered and soft-spoken but with his
eyes always half closed, giving him
the look of someone completely drained of
life energy or, at least, who had
not slept for days.
What kind of a leader, I remember
thinking, would this guy be? But I told
myself, who cares about appearances? The
hope was Kostunica would be firm
and principled, an intellectual who knew
the enemy and the way out of its grip.
Such was the hope. After the ten long
years that the Serbs gave to Mankind
by single-handedly fighting NATO and its
combined onslaught on the economy,
property and lives of the Serbian people,
is it a surprise that many Serbs
hoped that Kostunica - Mr. Right - would
not sell out Serbian interests?
The hope dies last.
The colonial club (now known by its
nickname as NATO) and its thousands of
psychologists, employed in covert
agencies (this is not my personal
nightmare - it is fact!), empowered with
knowledge accumulated over the
centuries that their countries pillaged,
cleansed and annihilated uncounted
peoples across the globe - these
psychologists must have fully grasped this
truth: false hope will keep the victim
immobilized when action is the only
real hope left.
That is why virtually all Western press
articles talking about the recent
kidnap of the ex-president of a sovereign
country to the kangaroo court of
the colonialists never forgot to give
their local quisling Vojislav
Kostunica the well known tool of deceit,
a 'plausible denial.' That is why
they all say about the kidnapping of
Milosevic, "this was done without
Kostunica's knowledge" or "Kostunica
disapproved of this action," or words
to the effect.
Except that, as your clear analysis has
proven, the denial is NOT plausible.
After recent events, the last hope of us
who wanted to believe that Mr.
Kostunica is a decent man should cease.
Kostunica's name must be listed
alongside Djindjic's as history's worst
traitors of the Serbian people.
That is as clear as day.
We the Serbs are a small people who as a
Serbian poet has noted have the
bad luck that our forefathers "built a
home in the middle of the road."
Fourteen centuries ago, they settled in
the middle of Balkans, in the
middle of the main road that leads from
Central Europe to Central Asia, the
Middle East and North Africa. It is the
southern flank in a conqueror's
attack on Russia.
Since those ancient times all those who
aspired to rule the Earth tried
their ruthless methods of conquest, of
divide-and-rule, on the Balkan
peoples first. As stepping-stones to what
they dreamed to be their Eternal
Empires they wanted the Balkans as the
first jewel in the crown. Those
empires include the Ottoman Empire, the
Austro-Hungarian Empire, Hitler's
Third Reich and now U.S./NATO.
We the Serbs do not have vast lands or
far-away islands. We are rather
poor. We never collected riches by
oppressing or enslaving near or far-away
peoples as the NATO nations did. Our only
treasure is our pride that our
forefathers, through many centuries, and
the last two in particular, fought
countless battles against all those
foreign oppressors. Our forefathers
never fought to grab other people's
lands. Our forefathers never fought to
impose our culture, our way of life on
anyone. They fought for freedom, for
the simple right to exist. They fought so
we are in charge of our own
destinies. Throughout the countless
centuries of fighting gruesome
oppressors, there is no record that would
shame the Serbs. Pride is our
only treasure and now NATO, with
quislings like Kostunica, would take away
that, the only treasure we possess.
To understand the Serbs is to understand
their sense of pride; it is to
understand why the Serbs celebrate June
28, St. Vitus Day, the day of the
Kosovo Battle of 1389. Those who hate the
Serbs claim we are sick people
who celebrate a day of defeat. (The
actual battle, according to countless
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Serbian King and Turkish Sultan
perished.)
The Serbs do not celebrate this as
victory or defeat. They celebrate the
bravery, the pride of their forefathers
who came to meet on the battlefield
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not matter that the advancing forces
were immense. To protect their way of
life, to protect their families, to
protect freedom, all Serbian nobility
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that day, June 28, 1389. Since that day
the Serbs firmly knew that FREEDOM
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The Hague 'Tribunal' is not the first
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Serbs as physical beings, but also
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subjugated, the oppressors knew you have
to destroy their pride. That is
why, exactly on June 28, 1914, Prince
Ferdinand, the Austrian heir to the
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Austro-Hungarian Empire had illegally annexed
six years before. The Serbian answer was
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how World War I started, remember? Some
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perished in that war! Every second man.
The story of that Serbian sacrifice and
Golgotha should be in every
elementary history book. That was the
price the Serbs were ready to pay.
In 1941 Hitler could not wait for June 28
to issue his ultimatums. He was
in a hurry to attack Russia and had to
conquer Serbia first. The Serbian
answer to the weakness in the Yugoslav
government, weakened by a strong
Croatian fascist secessionist movement
was: "Better grave than slave." Well
over one million Serbs perished during
W.W.II fighting against the Nazi New
World Order.
That the oppressor would attack the
Serbian sense of pride is not
surprising, but that a handful of Serbs
would sink so low in their treason
and hand over their recent elected leader
to the attacking enemy - and
exactly on June 28 - is shocking! The
message is clear because the timing
is everything. The event was clearly
timed to destroy the Serbian sense of pride.
June 28, 2001 is probably the darkest day
in Serbian history. It is a dark
day in world history too as it clearly
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American-led NATO form of Nazism. It is
planetary in scope and no one can
hide from it, not even presidents of
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"NON HA VOLUTO CAPIRE CHE SIAMO DEGLI INFAMI ASSASSINI"
LIMES: Se lei fosse stato Milosevic, come avrebbe risposto alla NATO?
NAUMANN: Se fossi stato al posto di Milosevic, avrei fatto marcia
indietro prima, in modo da non rischiare che il mio paese venisse
distrutto nella misura in cui poi lo � stato. E Milosevic questo lo
sapeva. Sono stato uno dei pochi che con lui ha parlato a lungo: il
generale Clark ed io gli avevamo detto chiaramente quello che sarebbe
accaduto. Milosevic non ci ha creduto e ha bluffato sulla pelle del suo
paese e del suo popolo e per questo spero, come molti altri, che le
macine della giustizia terrena, nella loro lentezza, prima o poi
alla fine lo raggiungano.
(Dall'intervista di Tiziana Boari al generale
Klaus Naumann, in Limes, 2001, n. 3, p. 272)
---
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NAUMANN: Se fossi stato al posto di Milosevic, avrei fatto marcia
indietro prima, in modo da non rischiare che il mio paese venisse
distrutto nella misura in cui poi lo � stato. E Milosevic questo lo
sapeva. Sono stato uno dei pochi che con lui ha parlato a lungo: il
generale Clark ed io gli avevamo detto chiaramente quello che sarebbe
accaduto. Milosevic non ci ha creduto e ha bluffato sulla pelle del suo
paese e del suo popolo e per questo spero, come molti altri, che le
macine della giustizia terrena, nella loro lentezza, prima o poi
alla fine lo raggiungano.
(Dall'intervista di Tiziana Boari al generale
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[Emperor's Clothes]
Invited Lawyers Await 'Permission' to See Milosevic
by Jared Israel [7 July 2001]
I caught up with the lawyers Chris Black and Andre Tremblay yesterday by
phone. President Slobodan Milosevic had requested to see them so they
flew
to the Netherlands on Thursday and are now waiting for officials at the
'War Crimes Tribunal' to approve their visit. They should have an answer
Monday at noon, Dutch time. (1)
The trip has received much coverage, some accurate, some not. Mr. Black
said the 'Toronto Star' had entirely misquoted him, misrepresenting the
reason for his trip to The Hague, making it sound as if he wanted to
pressure President Milosevic. Said ChrisBlack:
"The Committee to Defend Milosevic and its lawyers have nothing but
admiration for what Mr. Milsoevic did during his confrontation with the
Tribunal and we are going to the Hague to help him any way he sees fit."
The BBC (pleasant surprise!) got the story right:
"Two Canadian lawyers are travelling to the International War Crimes
Tribunal at The Hague at the request of the former Yugoslav President
Slobodan Milosevic.
"The lawyers are part of an international support committee that
considers
Mr Milosevic a political prisoner.
"Formed in Berlin in March, the International Committee to Defend
Slobodan
Milosevic is made up of 200 lawyers, writers and intellectuals.
"One of the lawyers, Christopher Black, said he was going there on
behalf
of the group to see the conditions of Mr Milosevic's detention and
discuss
any legal matters he wished to raise.
"At his first appearance at the tribunal earlier this week, the former
Yugoslav leader declined to ask for defence lawyers and refused to enter
a
plea on war crimes charges....
"Mr Black, accompanied by his colleague Andre Tremblay, refused to
speculate about whether they would eventually represent Mr Milosevic."
(BBC
News, July 6, 2001)
Things are not always handled so objectively. Here's a report I wrote
about
an interview the BBC had with Chris Black on July 3rd.
CHRIS BLACK, ABANDONED
It's a Free World unless you're too free with your opinions. Chris Black
reports on an interview with the BBC, 9AM Greenwich Mean Time.
Black: I had a discussion with the producer two hours before the
interview.
Everything seemed OK. When the program comes on, I don't recall the
gentleman's name, but he was taking a very strong pro-NATO view.
Israel: That's no gentleman.
Chris: It starts with a lead-in. There's some Serbian person they found
to
trash Milosevic and say he has to answer for his 'crimes'. The usual.
And
then the Serb says, "All Serbs are responsible because we voted for
him."
That seemed to me a very dangerous sentiment. First the assertion of
crimes. He offered nothing to back it up but people would think, "It's a
Serb saying this, so it must be true." And then his clincher: all Serbs
are
guilty. He says, "We shouldn't believe in collective responsibility."
But
then he says, "All Serbs are responsible."
So then they jump to me and the BBC guys says, "So Mr. Black do you
think
he's going to get a fair trial at the Tribunal?"
And I told him bluntly, "No," and explained why: "It's a NATO court, its
purpose is to justify NATO's flagrant aggression."
And then he cuts in and says, "Surely you would admit that there are
crimes
he has to answer for?"
The 'surely' is where you're expected to cave; the pressure is for you
to
say, "Well of course I'm not saying that!" But I said. "No. Nobody has
seen
any evidence."
And he said, "Oh come on now, there is massive evidence proving his
guilt.
It's all been proven in the media. We've had it on the BBC."
And I said, "That's fluff. There's nothing solid to back it up. If they
had
anything solid they would have produced it by now. It's all fabrications
that disappear when you examine them."
And he said, "How can you make such a sweeping statement like that?"
And I said, "Just as you made your sweeping statement, I have a right to
make my own sweeping statement. The purpose of this court is to justify
NATO's aggression against Yugoslavia to their own domestic populations.
To
justify that NATO had the right to bomb this poor country."
And he said, "But surely you would agree he can get a fair hearing!"
And I said, 'But surely I would not agree. He's been convicted in
advance."
And he said "How? How can you say that? These are only charges,
allegations. There's been no presumption of guilt. Who has convicted
him?"
And I said, "He has been convicted in the media."
He said: "How can you say that?"
I said: "You said it."
He said: "When?"
I said: "One minute ago. You asked me how I could deny he's guilty when
it's all been proven right in the media. Including the BBC. Your words."
That was when the phone went "Click" and there was 15 seconds of silence
and then a woman came on and said, "Well thank you, then. Good bye."
Jared: That's it? Not even flowers?
Chris: Nothing.
Jared: I told you he was no gentleman.
-- End of report on BBC interview.
AND EXACTLY WHAT WOULD YOU BE DISCUSSING WITH MR. MILOSEVIC?
Though President Milosevic had requested the meeting with Chris Black
and
Andre Tremblay, they had to apply to the 'Tribunal', fill out forms, go
through an interview. A 'Tribunal' official asked Chris Black what he,
Tremblay and Milosevic might be planning to discuss. Black pointed out
that
such a question violates the lawyer-client relationship. The official
argued that since the President was defending himself, he did not need
to
see lawyers. Chris responded that regardless of how President Milosevic
is
dealing with the 'Tribunal,' he has the right to consult legal counsel
or
anyone else he wishes. Just because he has chosen not to register any
lawyers to represent him at the 'Tribunal,' because of his opinion of
that
body, does not mean he can't talk to attorneys.
ANDRE TREMBLAY
I spoke to Chris again this morning (Eastern U.S. time) and also for the
first time talked to the legal scholar, Andre Tremblay.
Tremblay is Professor of Law at University of Montreal. This month he
addressed the European Parliament, delivering a scathing critique of The
Hague 'Tribunal.' Like Black, Tremblay has been defending officials of
the
former Rwandan government, which has been jailed en masse by the Rwandan
'War Crimes Tribunal,' sister to the one holding Milosevic.
The current Rwandan government, which began as a military force trained
and
armed by the U.S., has no legal problems with the 'Tribunal.' Yet many
experts say its leaders and their U.S. sponsors bear overwhelming
responsibility for past and current violence in Rwanda. But that's a
whole
other nightmare... (3)
I asked Mr. Tremblay to describe his work and he said, "I defend poor
people, the ones who are abused, the oppressed." About the kidnapping
and
'trial' of Mr. Milosevic, he said:
"It is just the beginning. It's going to be a long fight. The President
is
in a very very good spirit and he is a man ready to fight. We do not
fear
and he does not fear at all - for we are telling the truth. "
Chris Black says other Serbian prisoners being held in the 'Tribunal'
"have
been electrified by Milosevic's resistance."
-- JI
***
Further Reading:
1) To see/hear Committee to Defend Milosevic lawyer Chris Black on CBC
TV,
go to http://cbc.ca/clips/ram-newsworld/kelley_black010704.ram
2) Regarding the demonization of Milosevic, please see "KLA Attacks
Everyone. Media Attacks...Miloshevich?" by Jared Israel at
http://emperors-clothes.com/articles/jared/expan.htm
3) The Rwanda Tribunal is the subject of the article, 'One-Sided Justice
At
The Rwanda Tribunal' . That 'Tribunal' is also discussed in For Whom the
Bell Tolls by Jared Israel. The background of the situation in Rwanda is
discussed in the interview, 'A Murder in Congo' . The URLs for these
articles are
http://emperors-clothes.com/analysis/rwanda.htm
http://emperors-clothes.com/articles/jared/tolls.htm
http://emperors-clothes.com/interviews/congo.htm
4) One critical question of evidence is: What did Mr. Milosevic say? Did
he
exhort Serbs to commit hate crimes, as the Western media claim? Or did
he
preach ethnic cooperation and unity against NATO? You won't find out
from
the mass media, which manages to attack what he 'said' without quoting a
word. One of the most important texts is "Milosevich's 1989 Speech in
Kosovo" at http://emperors-clothes.com/articles/jared/milosaid.html
---
Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti della
ASSEMBLEA ANTIMPERIALISTA (ex Coord. Naz. "La Jugoslavia Vivra'"):
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I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono questa struttura, ma
vengono fatti circolare per il loro contenuto informativo al
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The trip has received much coverage, some accurate, some not. Mr. Black
said the 'Toronto Star' had entirely misquoted him, misrepresenting the
reason for his trip to The Hague, making it sound as if he wanted to
pressure President Milosevic. Said ChrisBlack:
"The Committee to Defend Milosevic and its lawyers have nothing but
admiration for what Mr. Milsoevic did during his confrontation with the
Tribunal and we are going to the Hague to help him any way he sees fit."
The BBC (pleasant surprise!) got the story right:
"Two Canadian lawyers are travelling to the International War Crimes
Tribunal at The Hague at the request of the former Yugoslav President
Slobodan Milosevic.
"The lawyers are part of an international support committee that
considers
Mr Milosevic a political prisoner.
"Formed in Berlin in March, the International Committee to Defend
Slobodan
Milosevic is made up of 200 lawyers, writers and intellectuals.
"One of the lawyers, Christopher Black, said he was going there on
behalf
of the group to see the conditions of Mr Milosevic's detention and
discuss
any legal matters he wished to raise.
"At his first appearance at the tribunal earlier this week, the former
Yugoslav leader declined to ask for defence lawyers and refused to enter
a
plea on war crimes charges....
"Mr Black, accompanied by his colleague Andre Tremblay, refused to
speculate about whether they would eventually represent Mr Milosevic."
(BBC
News, July 6, 2001)
Things are not always handled so objectively. Here's a report I wrote
about
an interview the BBC had with Chris Black on July 3rd.
CHRIS BLACK, ABANDONED
It's a Free World unless you're too free with your opinions. Chris Black
reports on an interview with the BBC, 9AM Greenwich Mean Time.
Black: I had a discussion with the producer two hours before the
interview.
Everything seemed OK. When the program comes on, I don't recall the
gentleman's name, but he was taking a very strong pro-NATO view.
Israel: That's no gentleman.
Chris: It starts with a lead-in. There's some Serbian person they found
to
trash Milosevic and say he has to answer for his 'crimes'. The usual.
And
then the Serb says, "All Serbs are responsible because we voted for
him."
That seemed to me a very dangerous sentiment. First the assertion of
crimes. He offered nothing to back it up but people would think, "It's a
Serb saying this, so it must be true." And then his clincher: all Serbs
are
guilty. He says, "We shouldn't believe in collective responsibility."
But
then he says, "All Serbs are responsible."
So then they jump to me and the BBC guys says, "So Mr. Black do you
think
he's going to get a fair trial at the Tribunal?"
And I told him bluntly, "No," and explained why: "It's a NATO court, its
purpose is to justify NATO's flagrant aggression."
And then he cuts in and says, "Surely you would admit that there are
crimes
he has to answer for?"
The 'surely' is where you're expected to cave; the pressure is for you
to
say, "Well of course I'm not saying that!" But I said. "No. Nobody has
seen
any evidence."
And he said, "Oh come on now, there is massive evidence proving his
guilt.
It's all been proven in the media. We've had it on the BBC."
And I said, "That's fluff. There's nothing solid to back it up. If they
had
anything solid they would have produced it by now. It's all fabrications
that disappear when you examine them."
And he said, "How can you make such a sweeping statement like that?"
And I said, "Just as you made your sweeping statement, I have a right to
make my own sweeping statement. The purpose of this court is to justify
NATO's aggression against Yugoslavia to their own domestic populations.
To
justify that NATO had the right to bomb this poor country."
And he said, "But surely you would agree he can get a fair hearing!"
And I said, 'But surely I would not agree. He's been convicted in
advance."
And he said "How? How can you say that? These are only charges,
allegations. There's been no presumption of guilt. Who has convicted
him?"
And I said, "He has been convicted in the media."
He said: "How can you say that?"
I said: "You said it."
He said: "When?"
I said: "One minute ago. You asked me how I could deny he's guilty when
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Jared: That's it? Not even flowers?
Chris: Nothing.
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and
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Tremblay and Milosevic might be planning to discuss. Black pointed out
that
such a question violates the lawyer-client relationship. The official
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to
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is
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lawyers to represent him at the 'Tribunal,' because of his opinion of
that
body, does not mean he can't talk to attorneys.
ANDRE TREMBLAY
I spoke to Chris again this morning (Eastern U.S. time) and also for the
first time talked to the legal scholar, Andre Tremblay.
Tremblay is Professor of Law at University of Montreal. This month he
addressed the European Parliament, delivering a scathing critique of The
Hague 'Tribunal.' Like Black, Tremblay has been defending officials of
the
former Rwandan government, which has been jailed en masse by the Rwandan
'War Crimes Tribunal,' sister to the one holding Milosevic.
The current Rwandan government, which began as a military force trained
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and
'trial' of Mr. Milosevic, he said:
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is
in a very very good spirit and he is a man ready to fight. We do not
fear
and he does not fear at all - for we are telling the truth. "
Chris Black says other Serbian prisoners being held in the 'Tribunal'
"have
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At
The Rwanda Tribunal' . That 'Tribunal' is also discussed in For Whom the
Bell Tolls by Jared Israel. The background of the situation in Rwanda is
discussed in the interview, 'A Murder in Congo' . The URLs for these
articles are
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he
exhort Serbs to commit hate crimes, as the Western media claim? Or did
he
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the mass media, which manages to attack what he 'said' without quoting a
word. One of the most important texts is "Milosevich's 1989 Speech in
Kosovo" at http://emperors-clothes.com/articles/jared/milosaid.html
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