Informazione
(6/6/2 - continua)
> http://www.citinv.it/iniziative/info/ratlines.html
Gli ustascia
Vladimir Kren
Durante la guerra fu generale e comandante in capo
dell'aviazione dello "Stato Croato Indipendente": ``il
generale Vladimir Kren, l'ex-ufficiale dell'aviazione
jugoslava che, nell'aprile del 1941, aveva organizzato il
passaggio ai tedeschi di molti dei suoi militari, era stato
ricompensato con la carica di comandante dell'aviazione
di Pavelic'' (118).
Vladimir Kren fu uno dei pochi amici di Pavelic che fu
preso:
Nell'indagare sulla presenza di criminali croati a San
Girolamo, l'agente americano ``Gowen organizz� un
audace furto con scasso nell'ufficio di Draganovic. [...]
Uno dei documenti pi� importanti era una lista di nomi di
croati che venivano nutriti, vestiti, alloggiati e provvisti
di ogni altra cosa nel monastero di San Girolamo. [...] In
tale elenco erano inclusi anche i nomi di diversi criminali
di guerra jugoslavi ricercati da tempo, dei quali
Draganovic aveva continuamente negato la presenza: [...]
almeno una ventina delle persone alloggiate all'interno
dell'istituto si trovavano nelle liste nere occidentali''
(112-113).
In questo modo, i servizi occidentali avevano saputo che
``un gruppo di criminali di guerra ricercati [...] si era
imbarcato sulla "Philippa" il 4 marzo 1947'' e che fra loro
si trovava Vladimir Kren, che viaggiava sotto il falso
nome di Marko Rubini (118-119). Kren fu arrestato dal
maggiore Clissold, della British Special Screening
Mission, la squadra alla ricerca dei nazisti. ``Questa fu
una delle pochissime occasioni in cui lo spionaggio
occidentale trionf�. [...] Qualche settimana pi� tardi, gli
inglesi prepararono un'imboscata nello stesso istituto di
San Girolamo, arrestando circa un centinaio di uomini che
stavano andandosene al termine di un incontro'' (118).
Alla fine, Kren fu consegnato al governo jugoslavo (118).
Vjekoslav Vrancic
Fu sottosegretario del Ministero degli Interni di Ante
Pavelic. ``Tale ministero [...] era direttamente
responsabile dei campi di concentramento nonch�
dell'apparato poliziesco particolarmente repressivo''
(112). Divenne poi il contatto radio in Austria per le
missioni dei krizari (133).
Nel 1947, ``Vrancic doveva essere consegnato agli
jugoslavi ma, tre giorni dopo questa decisione, egli sfugg�
misteriosamente alla custodia degli inglesi. Riusc� quindi
a mettersi al sicuro all'interno della Confraternita di San
Girolamo, prima che padre Draganovic lo facesse
espatriare attraverso la sua ratline. Nel novembre del
1947 [arriv�] in Argentina sotto il nome di Ivo Rajicevic;
in quel paese Vrancic divenne una figura di primo piano
nella rinascita dell'apparato terroristico ustascia'' (112).
Vilko Pecnikar
Genero di Ante Pavelic (134), Pecnikar era un ``veterano
del movimento e organizzatore dei gruppi terroristici di
Pavelic prima della guerra. Durante il conflitto raggiunse
il grado di generale nella guardia del corpo personale di
Pavelic e fu capo anche della brutale gendarmeria che
operava in stretta collaborazione con la Gestapo'' (112).
Dopo la fine del conflitto ``Draganovic e Pecnikar
lavorarono a stretto contatto per riorganizzare il
movimento ustascia'' (112) ed entrambi gestirono
insieme il tesoro degli ustascia (134). ``Manteneva
contatti con diverse organizzazioni naziste clandestine e
gestiva un sofisticato servizio segreto che collegava i
gruppi italiani con quelli austriaci'' (134).
Ivo Omrcanin
Durante il breve periodo di vita della Croazia
Indipendente, fu ``un funzionario del Ministero degli
Esteri ustascia'' (127).
Successivamente, ``Lavor� a stretto contatto con
Draganovic per dare una mano nelle vicende relative
all'emigrazione dei profughi croati. [...] Lavor�
direttamente sotto la guida di Draganovic nel Pontificio
Comitato Croato di Assistenza tra il 1948 e il 1953,
girando per i campi di profughi e inviando migliaia di
fuggiaschi attraverso la ratline. [...] Si vanta anche di aver
inviato attraverso la ratline 30.000 persone, tra cui molti
scienziati e tecnici tedeschi'' (127).
``Omrcanin [....] vive oggi a Washington, da dove pubblica
una serie di trattati di propaganda pro-ustascia'' (127).
Ljubo Milos
``Fu un alto ufficiale nel campo di concentramento di
Jasenovac. Uno dei suoi atti esemplari fu l'uccisione
rituale degli ebrei. Dopo l'arrivo al campo di un mezzo di
trasporto, Milos indossava un camice da medico, ordinava
alla guardia di portargli tutti coloro che avevano richiesto
un ospedale, li conduceva all'ambulanza, li metteva lungo
il muro e, con un colpo di coltello, tagliava la gola delle
vittime, spezzava loro le costole e le sventrava.
Milos diresse anche altri brutali metodi di sterminio.
Prigionieri nudi venivano gettati vivi nella fornace accesa
della fabbrica di mattoni annessa al campo, mentre altri
venivano percossi a morte con mazze e martelli.
Decisamente, Milos non era un innocente patriota croato
che si era limitato a prestar servizio nel governo di
Pavelic per senso del dovere nei confronti della propria
nazione. Era un volgare e sadico assassino, colpevole
proprio di quel tipo di crimini che Draganovic riteneva
meritassero una punizione. Eppure Draganovic estese
anche a lui la sua carit� cristiana.'' (120).
Il prete croato, infatti, fece fuggire Milos, e gli diede
anche molti soldi (120). Milos scamp� ``all'arresto da
parte degli alleati proprio grazie a padre Draganovic,
nonostante i suoi sanguinosi precedenti'' (132). ``Milos
viveva in un campo italiano e stavano per arrestarlo.
Draganovic fu avvertito segretamente da qualche agente
dei servizi segreti inglesi e us� la sua sofisticata
organizzazione per far sparire Milos, portandolo in salvo''
(121).
In seguito fu catturato in Jugoslavia nel corso di una
missione terroristica (121): nel 1948 figur� come
imputato al processo dei krizari (132).
Lovro Susic
Ministro dell'economia di Ante Pavelic (111), ``collabor�
strettamente coi nazisti alla deportazione di lavoratori
croati per lavori forzati in Germania, prestando servizio,
in seguito, presso la sanguinaria divisione delle SS
denominata Principe Eugenio'' (111).
Nel 1945 si trovava a Wolfsber, dove custodiva gran
parte del tesoro ustascia, prima di affidare tale tesoro a
Draganovic, Hefer, e Pecnikar (133-134). Nel 1947 si
rifugi� nell'istituto di San Girolamo (111), e poi divenne
uno dei comandanti delle operazioni dei krizari (134).
Dragutin Toth
Durante il conflitto il dottor Dragutin Toth fu Ministro del
Commercio di Ante Pavelic, presidente della Banca
Nazionale Croata e, infine, Ministro delle Finanze (111).
``Riusc� ad arrivare alla ratline di Draganovic e a
raggiungere l'Argentina verso la met� del 1947'', e ci�
malgrado il fatto che Londra e Washington avessero gi�
raggiunto un accordo per consegnarlo a Tito (111).
Bozidar Kavran
``Prima della guerra [aveva fatto parte, insieme a Rover,]
del movimento clandestino ustascia in Bosnia, [ed
entrambi] furono coinvolti in un complotto per assassinare
Re Pietro'' (146). ``In tempo di guerra fu il comandante
del quartier generale ustascia'' (146).
``Dopo la fine del conflitto gli fu affidata la responsabilit�
della base austriaca dei krizari a Trofaiach. Lavor�
direttamente agli ordini di Pavelic e Draganovic nelle
operazioni terroristiche e spionistiche dei krizari'' (146).
Fin� imputato al "processo pilotato" del 1948 (146).
Srecko Rover
Ustascia sin da prima della guerra, i suoi camerati lo
soprannominavano affettuosamente "piccolo lupo" (147).
Fece parte, insieme a Kavran, di un complotto per
assassinare Re Pietro (146). ``Quando nel 1941
arrivarono i nazisti, Rover entr� a far parte di una delle
micidiali corti marziali itineranti di Pavelic, che
giustiziavano in maniera sommaria i nemici razziali e
politici degli ustascia. Dopo aver prestato servizio in
questa squadra di sterminio itinerante, Rover fu inviato
in Austria per essere addestrato come agente speciale e
quindi promosso a prestar servizio nella guardia del corpo
personale di Pavelic, un'unit� di polizia repressiva simile
alla Gestapo'' (146).
Divenne il contatto degli americani nei krizari: ``Dopo la
guerra, Rover si un� alla moltitudine di criminali di guerra
latitanti, dandosi alla macchia nella campagna italiana, e
presto si arruol� nel movimento clandestino dei krizari.
Alla Confraternita di San Girolamo, ottenne da
Draganovic i documenti d'identit� falsi che gli permisero
di procurarsi dei certificati ufficiali, soprattutto quelli di
residenza italiana.
Rover lavor� a stretto contatto con Draganovic,
intraprendendo numerose missioni per conto
dell'eminenza grigia degli ustascia, [ossia Draganovic,] e
riuscendo ad arrivare, alla fine, ai vertici del comando dei
krizari. All'inizio del 1946, Rover fu mandato a Trieste
per lavorare nella rete spionistica di Draganovic. Contatt�
il colonnello Perry e stabil� stretti rapporti di lavoro con
l'ufficiale dei servizi segreti americani. [...] Perry rimase
impressionato dai progetti di Rover, dato che reclut� il
capitano dei krizari e gli forn� documenti di viaggio e
d'identit�. L'americano lo invi� in Jugoslavia per creare
un percorso clandestino attraverso cui si potessero far
penetrare degli agenti all'interno di quel paese.
[...] Quasi ogni volta che [Rover] si trovava nei guai con le
autorit� occidentali, Perry veniva in suo aiuto. I reparti
alleati specializzati nella caccia ai nazisti arrestarono
Rover in varie occasioni, ma gli interventi di Perry ne
garantivano sempre il rilascio. Il rapporto con gli
americani permise anche al "piccolo lupo" di avere
accesso a risorse e informazioni grazie alle quali fece
rapidamente carriera tra le file dei krizari, fino a
diventare, alla fine, comandante in seconda di Kavran
della base di Trofaiach, in Austria.
[...] Da principio faceva il corriere e consegnava istruzioni
top secret ai capi krizari. Divenne anche abile nel
procurarsi e falsificare sofisticati documenti d'identit� e
di viaggio, permettendo a se stesso e ai suoi compagni di
viaggiare liberamente persino all'interno della Jugoslavia
comunista. Poi reclut� volontari per le missioni
terroristiche e di spionaggio.
[...] Si rec� a Roma per incontrarsi con Draganovic e
riferirgli di persona i suoi ultimi successi. Cominci�
presto a lavorare a stretto contatto con altri importanti
membri della rete di Draganovic. [...] Fin dall'inizio del
suo rapporto con Perry, sembr� che le cose andassero
storte. Per esempio, la prima missione per conto
dell'americano aveva condotto Rover a Rijeka e Zagabria.
Questi torn� indietro senza correre rischi, ma la persona
che percorse dopo di lui lo stesso itinerario venne
immediatamente catturata.
[...] Quasi tutte le operazioni dei krizari in cui ci fu lo
zampino di Rover si rivelarono un completo disastro. Lo
stesso Pavelic arriv� a sospettare che Rover fosse un
agente comunista che faceva il doppio gioco, o almeno una
specie di agente provocatore. Tra i principali leader dei
krizari, Rover sembra sia stato uno dei pochi a entrare pi�
volte in Jugoslavia senza essere scoperto e arrestato dalla
polizia segreta di Tito.
[...] Quando, verso la met� del 1948, furono varate le
ultime disastrose operazioni, a Rover fu affidata la
responsabilit� di guidare i gruppi terroristici all'interno
del paese. Per coincidenza, tutti gli uomini da lui portati
oltre il confine furono uccisi o catturati, la maggior parte
nel giro di poche ore, i dispersi entro pochi giorni. Nello
stesso anno, i sopravvissuti si trovarono di fronte al
tribunale di Tito a Zagabria. Sembra che Srecko Rover sia
stato uno dei pochi tra i pi� importanti krizari a non
trovarsi tra le loro fila. In seguito Rover riport� fiaschi
simili anche in Australia'' (146-148).
Miha Krek
Presidente di Intermarium e amico intimo di Vajta (67).
``Capo del Partito Popolare Cattolico della Slovenia, [...]
Krek lavorava per i servizi segreti inglesi'' (67,137).
Lavorava in stretta collaborazione con monsignor Anton
Preseren, ``assistente generale del potente ordine dei
gesuiti'' (137).
L'agente statunitense William Gowen
Fu incaricato dal CIC per indagare sulla rete clandestina istituita
per permettere ai nazisti di fuggire ed arrestare i criminali
ricercati presenti a Roma (57). Fu tuttavia convinto da Ferenc
Vajta a premere sugli USA affinch� collaborassero con
Intermarium (73). Vajta gli aveva anche rivelato l'appoggio del
SIS ai krizari (132).
Fu l'arteficie della scelta americana di coprire i criminali in fuga.
Consigli� ``all'America di chiudere un occhio sul fatto che il
Vaticano proteggesse un nazista'', e cio� Vajta, giustificando la
cosa ``in considerazione del contributo della Santa Sede alla
causa anticomunista'' (78). Il 6 luglio 1947, Gowen ``sugger� che i
servizi segreti americani assumessero il controllo
dell'Intermarium'' (92).
(6/6/2 - FINE. Seguono NOTE)
---
Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti della
ASSEMBLEA ANTIMPERIALISTA (ex Coord. Naz. "La Jugoslavia Vivra'"):
> http://www.tuttinlotta.org
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono questa struttura, ma
vengono fatti circolare per il loro contenuto informativo al
solo scopo di segnalazione e commento ("for fair use only").
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Gli ustascia
Vladimir Kren
Durante la guerra fu generale e comandante in capo
dell'aviazione dello "Stato Croato Indipendente": ``il
generale Vladimir Kren, l'ex-ufficiale dell'aviazione
jugoslava che, nell'aprile del 1941, aveva organizzato il
passaggio ai tedeschi di molti dei suoi militari, era stato
ricompensato con la carica di comandante dell'aviazione
di Pavelic'' (118).
Vladimir Kren fu uno dei pochi amici di Pavelic che fu
preso:
Nell'indagare sulla presenza di criminali croati a San
Girolamo, l'agente americano ``Gowen organizz� un
audace furto con scasso nell'ufficio di Draganovic. [...]
Uno dei documenti pi� importanti era una lista di nomi di
croati che venivano nutriti, vestiti, alloggiati e provvisti
di ogni altra cosa nel monastero di San Girolamo. [...] In
tale elenco erano inclusi anche i nomi di diversi criminali
di guerra jugoslavi ricercati da tempo, dei quali
Draganovic aveva continuamente negato la presenza: [...]
almeno una ventina delle persone alloggiate all'interno
dell'istituto si trovavano nelle liste nere occidentali''
(112-113).
In questo modo, i servizi occidentali avevano saputo che
``un gruppo di criminali di guerra ricercati [...] si era
imbarcato sulla "Philippa" il 4 marzo 1947'' e che fra loro
si trovava Vladimir Kren, che viaggiava sotto il falso
nome di Marko Rubini (118-119). Kren fu arrestato dal
maggiore Clissold, della British Special Screening
Mission, la squadra alla ricerca dei nazisti. ``Questa fu
una delle pochissime occasioni in cui lo spionaggio
occidentale trionf�. [...] Qualche settimana pi� tardi, gli
inglesi prepararono un'imboscata nello stesso istituto di
San Girolamo, arrestando circa un centinaio di uomini che
stavano andandosene al termine di un incontro'' (118).
Alla fine, Kren fu consegnato al governo jugoslavo (118).
Vjekoslav Vrancic
Fu sottosegretario del Ministero degli Interni di Ante
Pavelic. ``Tale ministero [...] era direttamente
responsabile dei campi di concentramento nonch�
dell'apparato poliziesco particolarmente repressivo''
(112). Divenne poi il contatto radio in Austria per le
missioni dei krizari (133).
Nel 1947, ``Vrancic doveva essere consegnato agli
jugoslavi ma, tre giorni dopo questa decisione, egli sfugg�
misteriosamente alla custodia degli inglesi. Riusc� quindi
a mettersi al sicuro all'interno della Confraternita di San
Girolamo, prima che padre Draganovic lo facesse
espatriare attraverso la sua ratline. Nel novembre del
1947 [arriv�] in Argentina sotto il nome di Ivo Rajicevic;
in quel paese Vrancic divenne una figura di primo piano
nella rinascita dell'apparato terroristico ustascia'' (112).
Vilko Pecnikar
Genero di Ante Pavelic (134), Pecnikar era un ``veterano
del movimento e organizzatore dei gruppi terroristici di
Pavelic prima della guerra. Durante il conflitto raggiunse
il grado di generale nella guardia del corpo personale di
Pavelic e fu capo anche della brutale gendarmeria che
operava in stretta collaborazione con la Gestapo'' (112).
Dopo la fine del conflitto ``Draganovic e Pecnikar
lavorarono a stretto contatto per riorganizzare il
movimento ustascia'' (112) ed entrambi gestirono
insieme il tesoro degli ustascia (134). ``Manteneva
contatti con diverse organizzazioni naziste clandestine e
gestiva un sofisticato servizio segreto che collegava i
gruppi italiani con quelli austriaci'' (134).
Ivo Omrcanin
Durante il breve periodo di vita della Croazia
Indipendente, fu ``un funzionario del Ministero degli
Esteri ustascia'' (127).
Successivamente, ``Lavor� a stretto contatto con
Draganovic per dare una mano nelle vicende relative
all'emigrazione dei profughi croati. [...] Lavor�
direttamente sotto la guida di Draganovic nel Pontificio
Comitato Croato di Assistenza tra il 1948 e il 1953,
girando per i campi di profughi e inviando migliaia di
fuggiaschi attraverso la ratline. [...] Si vanta anche di aver
inviato attraverso la ratline 30.000 persone, tra cui molti
scienziati e tecnici tedeschi'' (127).
``Omrcanin [....] vive oggi a Washington, da dove pubblica
una serie di trattati di propaganda pro-ustascia'' (127).
Ljubo Milos
``Fu un alto ufficiale nel campo di concentramento di
Jasenovac. Uno dei suoi atti esemplari fu l'uccisione
rituale degli ebrei. Dopo l'arrivo al campo di un mezzo di
trasporto, Milos indossava un camice da medico, ordinava
alla guardia di portargli tutti coloro che avevano richiesto
un ospedale, li conduceva all'ambulanza, li metteva lungo
il muro e, con un colpo di coltello, tagliava la gola delle
vittime, spezzava loro le costole e le sventrava.
Milos diresse anche altri brutali metodi di sterminio.
Prigionieri nudi venivano gettati vivi nella fornace accesa
della fabbrica di mattoni annessa al campo, mentre altri
venivano percossi a morte con mazze e martelli.
Decisamente, Milos non era un innocente patriota croato
che si era limitato a prestar servizio nel governo di
Pavelic per senso del dovere nei confronti della propria
nazione. Era un volgare e sadico assassino, colpevole
proprio di quel tipo di crimini che Draganovic riteneva
meritassero una punizione. Eppure Draganovic estese
anche a lui la sua carit� cristiana.'' (120).
Il prete croato, infatti, fece fuggire Milos, e gli diede
anche molti soldi (120). Milos scamp� ``all'arresto da
parte degli alleati proprio grazie a padre Draganovic,
nonostante i suoi sanguinosi precedenti'' (132). ``Milos
viveva in un campo italiano e stavano per arrestarlo.
Draganovic fu avvertito segretamente da qualche agente
dei servizi segreti inglesi e us� la sua sofisticata
organizzazione per far sparire Milos, portandolo in salvo''
(121).
In seguito fu catturato in Jugoslavia nel corso di una
missione terroristica (121): nel 1948 figur� come
imputato al processo dei krizari (132).
Lovro Susic
Ministro dell'economia di Ante Pavelic (111), ``collabor�
strettamente coi nazisti alla deportazione di lavoratori
croati per lavori forzati in Germania, prestando servizio,
in seguito, presso la sanguinaria divisione delle SS
denominata Principe Eugenio'' (111).
Nel 1945 si trovava a Wolfsber, dove custodiva gran
parte del tesoro ustascia, prima di affidare tale tesoro a
Draganovic, Hefer, e Pecnikar (133-134). Nel 1947 si
rifugi� nell'istituto di San Girolamo (111), e poi divenne
uno dei comandanti delle operazioni dei krizari (134).
Dragutin Toth
Durante il conflitto il dottor Dragutin Toth fu Ministro del
Commercio di Ante Pavelic, presidente della Banca
Nazionale Croata e, infine, Ministro delle Finanze (111).
``Riusc� ad arrivare alla ratline di Draganovic e a
raggiungere l'Argentina verso la met� del 1947'', e ci�
malgrado il fatto che Londra e Washington avessero gi�
raggiunto un accordo per consegnarlo a Tito (111).
Bozidar Kavran
``Prima della guerra [aveva fatto parte, insieme a Rover,]
del movimento clandestino ustascia in Bosnia, [ed
entrambi] furono coinvolti in un complotto per assassinare
Re Pietro'' (146). ``In tempo di guerra fu il comandante
del quartier generale ustascia'' (146).
``Dopo la fine del conflitto gli fu affidata la responsabilit�
della base austriaca dei krizari a Trofaiach. Lavor�
direttamente agli ordini di Pavelic e Draganovic nelle
operazioni terroristiche e spionistiche dei krizari'' (146).
Fin� imputato al "processo pilotato" del 1948 (146).
Srecko Rover
Ustascia sin da prima della guerra, i suoi camerati lo
soprannominavano affettuosamente "piccolo lupo" (147).
Fece parte, insieme a Kavran, di un complotto per
assassinare Re Pietro (146). ``Quando nel 1941
arrivarono i nazisti, Rover entr� a far parte di una delle
micidiali corti marziali itineranti di Pavelic, che
giustiziavano in maniera sommaria i nemici razziali e
politici degli ustascia. Dopo aver prestato servizio in
questa squadra di sterminio itinerante, Rover fu inviato
in Austria per essere addestrato come agente speciale e
quindi promosso a prestar servizio nella guardia del corpo
personale di Pavelic, un'unit� di polizia repressiva simile
alla Gestapo'' (146).
Divenne il contatto degli americani nei krizari: ``Dopo la
guerra, Rover si un� alla moltitudine di criminali di guerra
latitanti, dandosi alla macchia nella campagna italiana, e
presto si arruol� nel movimento clandestino dei krizari.
Alla Confraternita di San Girolamo, ottenne da
Draganovic i documenti d'identit� falsi che gli permisero
di procurarsi dei certificati ufficiali, soprattutto quelli di
residenza italiana.
Rover lavor� a stretto contatto con Draganovic,
intraprendendo numerose missioni per conto
dell'eminenza grigia degli ustascia, [ossia Draganovic,] e
riuscendo ad arrivare, alla fine, ai vertici del comando dei
krizari. All'inizio del 1946, Rover fu mandato a Trieste
per lavorare nella rete spionistica di Draganovic. Contatt�
il colonnello Perry e stabil� stretti rapporti di lavoro con
l'ufficiale dei servizi segreti americani. [...] Perry rimase
impressionato dai progetti di Rover, dato che reclut� il
capitano dei krizari e gli forn� documenti di viaggio e
d'identit�. L'americano lo invi� in Jugoslavia per creare
un percorso clandestino attraverso cui si potessero far
penetrare degli agenti all'interno di quel paese.
[...] Quasi ogni volta che [Rover] si trovava nei guai con le
autorit� occidentali, Perry veniva in suo aiuto. I reparti
alleati specializzati nella caccia ai nazisti arrestarono
Rover in varie occasioni, ma gli interventi di Perry ne
garantivano sempre il rilascio. Il rapporto con gli
americani permise anche al "piccolo lupo" di avere
accesso a risorse e informazioni grazie alle quali fece
rapidamente carriera tra le file dei krizari, fino a
diventare, alla fine, comandante in seconda di Kavran
della base di Trofaiach, in Austria.
[...] Da principio faceva il corriere e consegnava istruzioni
top secret ai capi krizari. Divenne anche abile nel
procurarsi e falsificare sofisticati documenti d'identit� e
di viaggio, permettendo a se stesso e ai suoi compagni di
viaggiare liberamente persino all'interno della Jugoslavia
comunista. Poi reclut� volontari per le missioni
terroristiche e di spionaggio.
[...] Si rec� a Roma per incontrarsi con Draganovic e
riferirgli di persona i suoi ultimi successi. Cominci�
presto a lavorare a stretto contatto con altri importanti
membri della rete di Draganovic. [...] Fin dall'inizio del
suo rapporto con Perry, sembr� che le cose andassero
storte. Per esempio, la prima missione per conto
dell'americano aveva condotto Rover a Rijeka e Zagabria.
Questi torn� indietro senza correre rischi, ma la persona
che percorse dopo di lui lo stesso itinerario venne
immediatamente catturata.
[...] Quasi tutte le operazioni dei krizari in cui ci fu lo
zampino di Rover si rivelarono un completo disastro. Lo
stesso Pavelic arriv� a sospettare che Rover fosse un
agente comunista che faceva il doppio gioco, o almeno una
specie di agente provocatore. Tra i principali leader dei
krizari, Rover sembra sia stato uno dei pochi a entrare pi�
volte in Jugoslavia senza essere scoperto e arrestato dalla
polizia segreta di Tito.
[...] Quando, verso la met� del 1948, furono varate le
ultime disastrose operazioni, a Rover fu affidata la
responsabilit� di guidare i gruppi terroristici all'interno
del paese. Per coincidenza, tutti gli uomini da lui portati
oltre il confine furono uccisi o catturati, la maggior parte
nel giro di poche ore, i dispersi entro pochi giorni. Nello
stesso anno, i sopravvissuti si trovarono di fronte al
tribunale di Tito a Zagabria. Sembra che Srecko Rover sia
stato uno dei pochi tra i pi� importanti krizari a non
trovarsi tra le loro fila. In seguito Rover riport� fiaschi
simili anche in Australia'' (146-148).
Miha Krek
Presidente di Intermarium e amico intimo di Vajta (67).
``Capo del Partito Popolare Cattolico della Slovenia, [...]
Krek lavorava per i servizi segreti inglesi'' (67,137).
Lavorava in stretta collaborazione con monsignor Anton
Preseren, ``assistente generale del potente ordine dei
gesuiti'' (137).
L'agente statunitense William Gowen
Fu incaricato dal CIC per indagare sulla rete clandestina istituita
per permettere ai nazisti di fuggire ed arrestare i criminali
ricercati presenti a Roma (57). Fu tuttavia convinto da Ferenc
Vajta a premere sugli USA affinch� collaborassero con
Intermarium (73). Vajta gli aveva anche rivelato l'appoggio del
SIS ai krizari (132).
Fu l'arteficie della scelta americana di coprire i criminali in fuga.
Consigli� ``all'America di chiudere un occhio sul fatto che il
Vaticano proteggesse un nazista'', e cio� Vajta, giustificando la
cosa ``in considerazione del contributo della Santa Sede alla
causa anticomunista'' (78). Il 6 luglio 1947, Gowen ``sugger� che i
servizi segreti americani assumessero il controllo
dell'Intermarium'' (92).
(6/6/2 - FINE. Seguono NOTE)
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[Emperor's Clothes]
AMERICA AT WAR IN MACEDONIA
by Michel Chossudovsky
Professor of Economics, University of
Ottawa [14 June 2001]
[See map at
http://www.bsrec.bg/taskforce/SYNERGY/oilprojects2.html
. ]
Washington's covert war in Macedonia aims to
consolidate America's sphere of influence
in southeastern Europe. At stake is the strategic
Bulgaria-Macedonia-Albania transport, communications
and oil pipeline "corridor" which links the Black Sea
to the Adriatic coast. Macedonia stands at the
strategic crossroads of the oil pipeline corridor.
To protect these pipeline routes, Washington's goal is
to install a "patchwork of protectorates" along
strategic corridors in the Balkans. The promise of
"Greater Albania" used by Washington to foment
Albanian nationalism is part of the
military-intelligence ploy. Amply documented, the
latter consists in
financing and equipping the Kosovo Liberation Army
(KLA) and its National Liberation Army (NLA) proxy
to wage the terrorist assaults in Macedonia.
The development of America's sphere of influence in
Southeastern Europe --in complicity with Britain--
supports the interests of the oil giants including
BP-Amoco-ARCO, Chevron and Texaco. Securing
control and "protecting" the pipeline routes is
paramount to the success of these multi-billion dollar
ventures:
AA successful international oil regime is a
combination of economic, political, and military
arrangements to support oil production and
transportation to markets.1
The Anglo-American consortium which controls the AMBO
Trans-Balkan pipeline project linking the
Bulgarian port of Burgas to Vlore on the Albanian
Adriatic coastline largely excludes the participation of
Europe's competing oil giant Total-Fina-Elf. 2 In
other words, US strategic control over the pipeline
corridor is intent upon weakening the role of the
European Union and keeping competing European
business interests at arms' length.
WHO IS BEHIND THE TRANS-BALKAN PIPELINE?
The US based AMBO pipeline consortium is directly
linked to the seat of political and military power in
the United States and Vice President Dick Cheney's
firm Halliburton Energy.3
The feasibility study for AMBO's Trans-Balkan Oil
Pipeline, conducted by the international engineering
company of Brown & Root Ltd. [Halliburton's British
subsidiary] has determined that this pipeline...will
become a part of the region's critical East-West
corridor infrastructure which includes highway, railway,
gas and fiber optic telecommunications lines.4
And upon completion of the feasibility study by
Halliburton, a senior executive of Halliburton was
appointed CEO of AMBO. Halliburton was also granted a
contract to service US troops in the Balkans
and build "Bondsteel" in Kosovo, which now constitutes
"the largest American foreign military base
constructed since Vietnam".5 Coincidentally, White and
Case LLT, the New York law firm that President
William J. Clinton joined when he left the White House
also has a stake in the AMBO pipeline deal.
MILITARISATION OF THE PIPELINE CORRIDORS
The AMBO Trans-Balkans pipeline project would link up
with the pipeline corridors between the Black
Sea and the Caspian Sea basin, which lies at the hub
of the World's largest unexplored oil reserves
(See map of
http://www.bsrec.bg/taskforce/SYNERGY/oilprojects2.html
). The militarisation of these
various corridors is an integral part of Washington's
design.
The US policy of "protecting the pipeline routes" out
of the Caspian Sea basin (and across the Balkans)
was spelled out by Clinton's Energy Secretary Bill
Richardson barely a few months prior to the 1999
bombing of Yugoslavia:
"This is about America's energy security... It's also
about preventing strategic inroads by those who
don't share our values. We're trying to move these
newly independent countries toward the west... We
would like to see them reliant on western commercial
and political interests rather than going another
way. We've made a substantial political investment in
the Caspian, and it's very important to us that
both the pipeline map and the politics come out
right."6
The Anglo-American oil giants, including
BP-Amoco-Arco, Texaco and Chevron --supported by US
military might-- are competing with Europe's oil giant
Total-Fina-Elf (associated with Italy's ENI) which
is a big player in Kazakhstan's wealthy North East
Caspian Kashagan oil fields. The stakes are high:
Kashagan is reported "so large as to even surpass the
size of the North Sea oil reserves."7 The
competing EU based consortium, however, lacks a
significant stake and leverage in the main pipeline
routes out of the Caspian Sea basin and back (via the
Black Sea and through the Balkans) to Western
Europe. The key pipeline corridor projects --including
the AMBO project and the Baku-Cehyan project
through Turkey to the Mediterranean-- are largely in
the hands of their Anglo-American rivals, which
rely heavily on US political and military presence in
both the Caspian basin and the Balkans.
Washington's design is to eventually distance all
three AMBO countries, namely Bulgaria, Macedonia
and Albania from German-EU influence through the
installation of full-fledged US protectorates. In
other words, US militarisation and geopolitical
control over the projected pipeline linking Burgas in
Bulgaria to the Adriatic port of Vlore in Albania is
intent upon undermining EU influence as well as
weakening competing Franco-Belgian-Italian oil
interests.
Negotiations concerning the AMBO pipeline have been
supported by US government officials through
the Trade and Development Agency's (TDA) South Balkan
Development Initiative (SBDI) "designed to
help Albania, Bulgaria and FYR Macedonia further
develop and integrate their transportation
infrastructure along the east-west corridor that
connects them."8
The TDA points to the need for the three countries to
"use regional synergies to leverage new public
and private capital [from US companies]" while
underscoring the responsibility of the US government
"for implementing the initiative." With regard to the
AMBO pipeline, it would appear that the EU has
largely been excluded from the planning and
negotiations. "Memoranda of understanding" (MOU) have
already been signed with the governments of Albania,
Bulgaria and Macedonia which strip the
countries' national sovereignty over both the pipeline
and the transport corridors by providing
"exclusive rights" to the Anglo-American consortium:
" ...[The] MOU states that AMBO will be the only party
allowed to build the planned Burgas-Vlore oil
pipeline. More specifically, it gives AMBO the
exclusive right to negotiate with investors in and
creditors of the project. It also obligates ... [the
governments of Bulgaria, Macedonia and Albania] not
to disclose certain confidential information on the
pipeline project.9
"EAST-WEST CORRIDOR 8"
The AMBO pipeline project is linked up with another
strategic project entitled "Corridor 8", initially
proposed by the Clinton Administration in the context
of the "Balkans Stability Pact". Of strategic
importance to both the US and the European Union,
"Corridor 8" includes highway, railway, electricity
and telecommunications infrastructure. In turn, the
existing infrastructure in these sectors is slated for
deregulation and privatisation (at rock bottom prices)
under IMF-World Bank supervision.
Although rubber-stamped by EU transport ministers as
part of the process of European economic
integration, "Corridor 8" feasibility studies were
conducted by US companies financed directly by the
TDA. In other words, Washington seems to have set the
stage for the takeover of the countries'
transport and communications infrastructure. American
corporations including Bechtel, Enron and
General Electric (with financial backing from the US
government) are competing with companies from
the European Union.
Washington's design is to open up the entire corridor
to US multinationals in a region situated in the
European Union's "economic backyard", where the power
of the Deutschmark tends to dominate over
that of the US dollar.
"EU ENLARGEMENT"
In early 2000, the European Commission began
negotiations on EU associate membership status with
Macedonia, Bulgaria and Albania. And in April 2001, at
the height of the terrorist assaults, Macedonia
became the first country in the Balkans to sign a
so-called "stabilisation and association agreement"
(SAA) constituting an important step towards full EU
membership. The agreement provides the basis
for "trade liberalisation, political co-operation,
economic and institutional reform and transplantation of
EU legislation." Under the SAA, Macedonia would (de
facto) be integrated into the European monetary
system, with full access to the EU market.10
The terrorist assaults coincided chronologically with
the process of "EU enlargement", gaining
momentum barely a few weeks before the signing of the
historic "association agreement" with
Macedonia. Amply documented, the US has military
advisers working with the terrorists. Was this a
mere coincidence?
Also, Robert Frowick, "a former US diplomat", was
appointed to head the OSCE mission in Macedonia in
mid-March, again barely a few weeks before the signing
of the "association agreement." In close liaison
with Washington and the US embassy in Skopje, Frowick
initiated a "dialogue" with NLA rebel leader Ali
Ahmeti. He was also instrumental in brokering an
agreement between Ahmeti and the leaders of the
Albanian parties, which form part of the government
coalition.
This agreement negotiated by Frowick has largely
contributed to destabilising political institutions,
while at the same time jeopardising the process of EU
enlargement.11 Moreover, the deteriorating
security situation in Macedonia has provided a pretext
for increased US political, "humanitarian" and
military interference, while contributing to weakening
Skopje's economic and political ties to Germany
and the EU. In this regard, one of the "binding
conditions" of the "association agreement" is that
Macedonia conform to "EU standards on democracy".12
Needless to say, without a "functioning
government" in Macedonia, the EU association process
with Brussels cannot proceed.
The puppet governments installed in Tirana, Skopje and
Sofia, while largely responding to US diktats,
are currently being swayed in the direction of the
European Union. Washington's intent is ultimately to
curb Germany's "Lebensraum" into Southeastern Europe.
While paying lip service to "EU enlargement",
the US has consistently favoured "NATO enlargement" as
a means to pursuing its strategic interests in
Eastern Europe and the Balkans, while Germany and
France have opposed it.
While the tone of international diplomacy remains
mannerly and polite, US foreign policy under the
Bush administration has become distinctly
"anti-European". According to one observer:
"At the heart of the Bush team, Colin Powell is
[considered] the friend of the Europeans, while the
other ministers and advisers are considered arrogant,
hard and indisposed to listen or to give the
Europeans a place."13
GERMANY AND AMERICA
Amply documented, the CIA is behind the KLA and the
NLA rebels, who are waging the terrorist
assaults against the Macedonian security forces. While
the CIA's German counterpart the Bundes
Nachrichten Dienst (BND) collaborated with the CIA in
overseeing and financing the KLA prior to the
1999 war, recent developments suggest that the BND is
not involved in Washington's
military-intelligence ploy in Macedonia.14
Barely a few weeks before the signing of the
"association agreement" with the European Union,
German troops stationed in Macedonia in the Tetovo
region were (mid March 2001) "accidentally"
targeted by the NLA. While the Western media --echoing
in chorus the official statements-- maintains
that German troops were "caught in the cross-fire",
reports from Tetovo suggest that the NLA shelling
"was deliberate." In any event, the incident would not
have occurred had Germany's BND been working
with the rebel army:
"Up to 600 German troops were forced to leave Tetovo
overnight after their barracks... were caught in
crossfire... [They] were too lightly armed to defend
themselves against the Albanians. The Germans
will replace the departing troops with a Leopard tank
squadron [belonging to the
Panzer-Artillerie-Batterie division stationed in
Nordrein-Westphalen]. ...[T]he new [German] firepower
may be used to knock out Albanian positions now
established around Tetovo,..." 15
In a bitter irony, two of the commanders responsible
for the terrorist assaults in the Tetovo region had
been trained by British Special Forces:
"Embarrassingly for KFOR, it emerged that two of the
Kosovo-based commanders leading the Albanian
push [into the Tetovo region] were trained by former
British SAS and Parachute Regiment officers in the
days when NATO was more comfortable with the fledgling
Kosovo Liberation Army (KLA). A former
member of a European special forces unit who
accompanied the KLA during the Kosovo conflict said
that a commander with the nom de guerre of Bilal was
organising the flow of arms and men into
Macedonia, and that the veteran KLA commander Adem
Bajrami was helping to co-ordinate the assault
on Tetovo. Both were taught by British soldiers in the
secretive training camps that operated above
Bajram Curri in northern Albania during 1998 and
1999."16
These same British trained rebel commanders view
Germany as the "enemy" because Bundeswehr
troops stationed in Macedonia and Kosovo --rather than
providing "protection" to NLA "freedom
fighters" in the same way as their British and
American KFOR counterparts-- frequently detain
"suspected terrorists" at the border:
"A spokesman for the Albanians' National Liberation
Army (NLA) in Pristina warned the Bundeswehr its
involvement would constitute 'a declaration of war by
the Federal Republic of Germany'". 17
In response to NLA threats, the Bundeswehr sent in its
own Special Forces, the Fallschirmj�ger
(Parachutists) to work with its
Panzer-Artillerie-Batterie squadron.18 German Defence
Minister Rudolf
Scharping confirmed that "he was ready to send more
tanks and troops to bolster Bundeswehr
forces".19 Yet in recent developments, Berlin has
chosen to withdraw most of its troops from the
Tetovo region and not in any way challenge the US
military-intelligence ploy in support of the NLA
rebels. Some of these German troops are now stationed
on the Kosovo side of the border.
While the NLA received a shipment of brand new
advanced weaponry "made in America", Germany
donated (mid-June) to the Macedonian Security forces
all terrain vehicles as well as weapons "for
sophisticated infrared tracing in the battlefield."
According to a report from Macedonia, the small
contingent of German troops which still remains in the
Tetovo region "was under heavy attack from the
terrorists who attacked them with mortar from the
mountains above Tetovo. That is probably the
response of yesterday's [14 June 2001] donation to our
army made by the German government".20
While divisions between "NATO allies" are never made
public, Germany's Foreign Minister Joschka
Fischer --in a strongly worded statement to the
Bundestag directed against "the Albanian extremists in
Macedonia"-- has called for "a long-term arrangement,
aimed to make the whole region closer to
Europe." (i.e. free of US encroachment). The German
position is in marked contrast to that put forth by
the US, which requires the Skopje government to grant
amnesty to the terrorists, modify the country's
constitution and incorporate the NLA rebels in
civilian politics:
"The pact reportedly called for the rebels to stop
their fight in exchange for amnesty guarantees. The
rebels would also have the right to veto future
political decisions regarding ethnic Albanian rights. The
accord was reportedly mediated by Robert Frowick, a
former U.S. envoy who currently served as a
Balkan representative for the Organization for
Security and Cooperation in Europe." 21
THE ANGLO-AMERICAN AXIS
The clash between Germany and America in the Balkans
is part of a much broader process which affects
the heart of the Western military-industrial complex
and defence establishment.
>>From the early 1990s, the US and Germany have acted
jointly as NATO partners in the Balkans,
coordinating their respective military, intelligence
and foreign policy initiatives. While maintaining in
their public statements a semblance of political
unity, serious divisions started to emerge in the wake
of the Dayton Accords (1995), as German banks
scrambled to impose the Deutschmark and take over
the monetary system of Yugoslavia's successor states.
Moreover, in the wake of the 1999 war in Yugoslavia,
the US has reinforced its strategic, military and
intelligence ties with Britain, while Britain has
severed many of its ties (particularly in the area of
defence and aerospace production) with Germany and
France.
Launched in early 2000, U.S. Defense Secretary William
Cohen and his British counterpart, Geoff Hoon,
signed a "Declaration of Principles for Defense
Equipment and Industrial Cooperation''. 22 Washington's
objective was to encourage the formation of a
"transatlantic bridge across which the DoD
[US Department of Defense] can take its globalization
policy to Europe."23
The US defence industry --which now includes British
Aerospace Systems (BaeS)-- is clashing with the
Franco-German defence consortium EADS --a conglomerate
composed of France's Aerospatiale Matra,
Deutsche Aerospace, which is part of the powerful
Daimler group, and Spain's CASA. In other words, a
major split in the Western military-industrial complex
has occurred with the US and Britain on one side
and Germany and France on the other.
Oil, guns and the Western military alliance are
intimately related processes. Washington's design is to
eventually ensure the dominance of the US
military-industrial complex in alliance with the
Anglo-American oil giants and Britain's major defense
contractors. These developments evidently also
have a bearing on the control over strategic
pipelines, transport and communications corridors in the
Balkans, Eastern Europe and the former Soviet Union.
In turn, this Anglo-American axis is also matched by
increased cooperation between the CIA and
Britain's MI5 in the sphere of intelligence and covert
operations as evidenced by the role played by
British SAS Special Forces in training KLA rebels.
WAR, "DOLLARISATION" AND THE NEW WORLD ORDER
"Protection" of the pipelines, covert activities and
the recycling of drug money in support of armed
insurgencies, militarisation of strategic corridors,
defence procurement to "Partnership for Peace" (PfP)
countries are all an integral part of the
Anglo-American axis and its quest to dominate oil and gas
routes and transport corridors out of the Caspian sea
basin and from the Black sea across the Balkans.
More generally, what is happening in the broader
region linking Eastern Europe and the Balkans to the
former Soviet republics is a relentless scramble for
control over national economies by competing
business conglomerates. And behind this process is the
quest by Wall Street's financial establishment
--in alliance with the defence and oil giants-- to
destabilise and discredit the Deutschmark (and the
Euro) with a view to imposing the US dollar as the
sole currency for the region.
Control over "money creation" --imposing the rule of
the US Federal Reserve system throughout the
World-- has become a central feature of US
expansionism. In this regard, Washington's
military-intelligence ploy not only consists in
undermining "EU enlargement", it is also intent upon
weakening and displacing the dominion of Germany's
largest banking institutions (e.g. Deutsche Bank,
Commerzbank and WestDeutsche Landesbank) throughout
the Balkans.
In other words, the New World Order is marked by the
clash between Europe and America for "colonial
control" over national currencies. And this conflict
between "competing capitalist blocks" will become
increasingly acute when several hundred million people
from Eastern Europe and the Balkans to Central
Asia start using the Euro as their "de facto" national
currency on January 1st 2002.
See map at
http://www.bsrec.bg/taskforce/SYNERGY/oilprojects2.html
).
NOTES
1 Robert V. Baryiski, The Caspian Oil Regime: Military
Dimensions, Caspian Crossroads Magazine
,Volume 1, Issue No. 2, Spring 1995.
2. Reference to the European Union in this article
should be interpreted as the "European Union minus
Britain".
3 See Albanian Telegraph Agency, Tirana 28 July 1998
and Milsnews, Skopje, 23 January, 1997 available at
http://www.freerepublic.com/forum/a379fb721329c.htm.
4. Milsnews, op cit.
5. See Karen Talbot's incisive analysis: "Former
Yugoslavia: The Name of the Game is Oil, People's
Weekly World, May 2001 at
http://www.ecadre.net/pages/news/stories/990197752.shtml
, see also
Marjorie Cohn, "Pacification for a pipeline:
explaining the US Military presence in the
Balkans, The Jurist, Legal Education Network, June 2001,
http://jurist.law.pitt.edu/forumnew22.htm.
6. George Monbiot, A Discreet Deal in the Pipeline,
The Guardian, 15 February 2001.
7. Richard Giragosian, "Massive Kashagan Oil Strike
Renews Geopolitical Offensive In Caspian", The
Analyst, Central Asia-Caucasus Institute, Johns
Hopkins University-Paul H. Nitze School
of Advanced International Studies, 7 June, 2000,
http://www.soros.org/caucasus/0059.html.
8. See the Trade and Development (TDA) by Region at
http://www.tda.gov/region/sbdi.html.
9. Alexander Gas and Oil Connections,
http://www.gasandoil.com/goc/news/nte04224.htm,
October 2000.
10. Under so-called "asymmetric trade preferences"
with the EU.
11. For further details on the role of Robert Frowick,
see Michel Chossudovsky, "Macedonia:
Washington's Military-Intelligence Ploy". June 2001
12. See AFP, 10 April 2001.
13. According to Pascal Boniface, director of the
Paris Institute of International and Strategic Relations,
UPI, 11 April 2001.
14. For details on CIA-BND support to the KLA see
Michel Chossudovsky, "Kosovo Freedom Fighters
Financed by Organised Crime", Covert Action Quarterly,
Fall 1999 also available at
http://www.heise.de/tp/english/inhalt/co/2743/1.html),
15 Tom Walker, NATO Troops caught in a Balkan Ulster,
Sunday Times, London, 18 March 2001,
16. Ibid.
17. Ibid.
18. See Deutsche Fallschirmj�ger nach Tetovo, Spiegel
Online, 24 March 2001, see also, Bundeswehr
verlegt Soldaten ins Kosovo, Spiegel Online, 23 March
2001.
19. Deutsche Press Agentur, 19 March 2001,
20. Information transmitted to the author from Skopje,
June 2001.
21. Facts on File, World News Digest, 30 May 2001.
22. Reuters, 5 February 2000.
23. The agreement was signed (according to a Pentagon
official quoted in Muradian) shortly after the
creation of British Aerospace Systems resulting from
the merger of BAe with GEC Marconi. British
Aerospace (Bae) was already firmly allied to America's
largest defense contractors Lockheed Martin and
Boeing. For further details see Vago Muradian,
Pentagon Sees Bridge to Europe, Defense Daily, Vol.
204, No. 40 Dec. 01, 1999.
Recent articles by the author on the Balkans:
"Washington Finances Ethnic Warfare in the Balkans",
April 2001, at
http://www.emperors-clothes.com/articles/choss/fin.htm
or
http://www.canadiandimension.mb.ca/extra/x0404mc.htm
"Economic Terrorism", May 2001 at
http://emperors-clothes.com/articles/choss/eco1.htm or
http://alainet.org/active/show_news.phtml?news_id25
.
C Copyright by Michel Chossudovsky, Ottawa, June 2001.
All rights reserved. Permission is granted to
post this text on non-commercial community internet
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We use long distance for interviews (if we need a
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when it was attacked March 28th
and 29th. That is why you could read accurate news on
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After the attack, by using international phone calls
we were able to talk directly with
people involved in the negotiations between Mr.
Miloshevich and the current Serbian
authorities. So we knew first hand that the 'NY Times'
report that Mr. Miloshevich was
suicidal during the talks was a lie.
Because we need to use the phone so much, our bills
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Case LLT, the New York law firm that President
William J. Clinton joined when he left the White House
also has a stake in the AMBO pipeline deal.
MILITARISATION OF THE PIPELINE CORRIDORS
The AMBO Trans-Balkans pipeline project would link up
with the pipeline corridors between the Black
Sea and the Caspian Sea basin, which lies at the hub
of the World's largest unexplored oil reserves
(See map of
http://www.bsrec.bg/taskforce/SYNERGY/oilprojects2.html
). The militarisation of these
various corridors is an integral part of Washington's
design.
The US policy of "protecting the pipeline routes" out
of the Caspian Sea basin (and across the Balkans)
was spelled out by Clinton's Energy Secretary Bill
Richardson barely a few months prior to the 1999
bombing of Yugoslavia:
"This is about America's energy security... It's also
about preventing strategic inroads by those who
don't share our values. We're trying to move these
newly independent countries toward the west... We
would like to see them reliant on western commercial
and political interests rather than going another
way. We've made a substantial political investment in
the Caspian, and it's very important to us that
both the pipeline map and the politics come out
right."6
The Anglo-American oil giants, including
BP-Amoco-Arco, Texaco and Chevron --supported by US
military might-- are competing with Europe's oil giant
Total-Fina-Elf (associated with Italy's ENI) which
is a big player in Kazakhstan's wealthy North East
Caspian Kashagan oil fields. The stakes are high:
Kashagan is reported "so large as to even surpass the
size of the North Sea oil reserves."7 The
competing EU based consortium, however, lacks a
significant stake and leverage in the main pipeline
routes out of the Caspian Sea basin and back (via the
Black Sea and through the Balkans) to Western
Europe. The key pipeline corridor projects --including
the AMBO project and the Baku-Cehyan project
through Turkey to the Mediterranean-- are largely in
the hands of their Anglo-American rivals, which
rely heavily on US political and military presence in
both the Caspian basin and the Balkans.
Washington's design is to eventually distance all
three AMBO countries, namely Bulgaria, Macedonia
and Albania from German-EU influence through the
installation of full-fledged US protectorates. In
other words, US militarisation and geopolitical
control over the projected pipeline linking Burgas in
Bulgaria to the Adriatic port of Vlore in Albania is
intent upon undermining EU influence as well as
weakening competing Franco-Belgian-Italian oil
interests.
Negotiations concerning the AMBO pipeline have been
supported by US government officials through
the Trade and Development Agency's (TDA) South Balkan
Development Initiative (SBDI) "designed to
help Albania, Bulgaria and FYR Macedonia further
develop and integrate their transportation
infrastructure along the east-west corridor that
connects them."8
The TDA points to the need for the three countries to
"use regional synergies to leverage new public
and private capital [from US companies]" while
underscoring the responsibility of the US government
"for implementing the initiative." With regard to the
AMBO pipeline, it would appear that the EU has
largely been excluded from the planning and
negotiations. "Memoranda of understanding" (MOU) have
already been signed with the governments of Albania,
Bulgaria and Macedonia which strip the
countries' national sovereignty over both the pipeline
and the transport corridors by providing
"exclusive rights" to the Anglo-American consortium:
" ...[The] MOU states that AMBO will be the only party
allowed to build the planned Burgas-Vlore oil
pipeline. More specifically, it gives AMBO the
exclusive right to negotiate with investors in and
creditors of the project. It also obligates ... [the
governments of Bulgaria, Macedonia and Albania] not
to disclose certain confidential information on the
pipeline project.9
"EAST-WEST CORRIDOR 8"
The AMBO pipeline project is linked up with another
strategic project entitled "Corridor 8", initially
proposed by the Clinton Administration in the context
of the "Balkans Stability Pact". Of strategic
importance to both the US and the European Union,
"Corridor 8" includes highway, railway, electricity
and telecommunications infrastructure. In turn, the
existing infrastructure in these sectors is slated for
deregulation and privatisation (at rock bottom prices)
under IMF-World Bank supervision.
Although rubber-stamped by EU transport ministers as
part of the process of European economic
integration, "Corridor 8" feasibility studies were
conducted by US companies financed directly by the
TDA. In other words, Washington seems to have set the
stage for the takeover of the countries'
transport and communications infrastructure. American
corporations including Bechtel, Enron and
General Electric (with financial backing from the US
government) are competing with companies from
the European Union.
Washington's design is to open up the entire corridor
to US multinationals in a region situated in the
European Union's "economic backyard", where the power
of the Deutschmark tends to dominate over
that of the US dollar.
"EU ENLARGEMENT"
In early 2000, the European Commission began
negotiations on EU associate membership status with
Macedonia, Bulgaria and Albania. And in April 2001, at
the height of the terrorist assaults, Macedonia
became the first country in the Balkans to sign a
so-called "stabilisation and association agreement"
(SAA) constituting an important step towards full EU
membership. The agreement provides the basis
for "trade liberalisation, political co-operation,
economic and institutional reform and transplantation of
EU legislation." Under the SAA, Macedonia would (de
facto) be integrated into the European monetary
system, with full access to the EU market.10
The terrorist assaults coincided chronologically with
the process of "EU enlargement", gaining
momentum barely a few weeks before the signing of the
historic "association agreement" with
Macedonia. Amply documented, the US has military
advisers working with the terrorists. Was this a
mere coincidence?
Also, Robert Frowick, "a former US diplomat", was
appointed to head the OSCE mission in Macedonia in
mid-March, again barely a few weeks before the signing
of the "association agreement." In close liaison
with Washington and the US embassy in Skopje, Frowick
initiated a "dialogue" with NLA rebel leader Ali
Ahmeti. He was also instrumental in brokering an
agreement between Ahmeti and the leaders of the
Albanian parties, which form part of the government
coalition.
This agreement negotiated by Frowick has largely
contributed to destabilising political institutions,
while at the same time jeopardising the process of EU
enlargement.11 Moreover, the deteriorating
security situation in Macedonia has provided a pretext
for increased US political, "humanitarian" and
military interference, while contributing to weakening
Skopje's economic and political ties to Germany
and the EU. In this regard, one of the "binding
conditions" of the "association agreement" is that
Macedonia conform to "EU standards on democracy".12
Needless to say, without a "functioning
government" in Macedonia, the EU association process
with Brussels cannot proceed.
The puppet governments installed in Tirana, Skopje and
Sofia, while largely responding to US diktats,
are currently being swayed in the direction of the
European Union. Washington's intent is ultimately to
curb Germany's "Lebensraum" into Southeastern Europe.
While paying lip service to "EU enlargement",
the US has consistently favoured "NATO enlargement" as
a means to pursuing its strategic interests in
Eastern Europe and the Balkans, while Germany and
France have opposed it.
While the tone of international diplomacy remains
mannerly and polite, US foreign policy under the
Bush administration has become distinctly
"anti-European". According to one observer:
"At the heart of the Bush team, Colin Powell is
[considered] the friend of the Europeans, while the
other ministers and advisers are considered arrogant,
hard and indisposed to listen or to give the
Europeans a place."13
GERMANY AND AMERICA
Amply documented, the CIA is behind the KLA and the
NLA rebels, who are waging the terrorist
assaults against the Macedonian security forces. While
the CIA's German counterpart the Bundes
Nachrichten Dienst (BND) collaborated with the CIA in
overseeing and financing the KLA prior to the
1999 war, recent developments suggest that the BND is
not involved in Washington's
military-intelligence ploy in Macedonia.14
Barely a few weeks before the signing of the
"association agreement" with the European Union,
German troops stationed in Macedonia in the Tetovo
region were (mid March 2001) "accidentally"
targeted by the NLA. While the Western media --echoing
in chorus the official statements-- maintains
that German troops were "caught in the cross-fire",
reports from Tetovo suggest that the NLA shelling
"was deliberate." In any event, the incident would not
have occurred had Germany's BND been working
with the rebel army:
"Up to 600 German troops were forced to leave Tetovo
overnight after their barracks... were caught in
crossfire... [They] were too lightly armed to defend
themselves against the Albanians. The Germans
will replace the departing troops with a Leopard tank
squadron [belonging to the
Panzer-Artillerie-Batterie division stationed in
Nordrein-Westphalen]. ...[T]he new [German] firepower
may be used to knock out Albanian positions now
established around Tetovo,..." 15
In a bitter irony, two of the commanders responsible
for the terrorist assaults in the Tetovo region had
been trained by British Special Forces:
"Embarrassingly for KFOR, it emerged that two of the
Kosovo-based commanders leading the Albanian
push [into the Tetovo region] were trained by former
British SAS and Parachute Regiment officers in the
days when NATO was more comfortable with the fledgling
Kosovo Liberation Army (KLA). A former
member of a European special forces unit who
accompanied the KLA during the Kosovo conflict said
that a commander with the nom de guerre of Bilal was
organising the flow of arms and men into
Macedonia, and that the veteran KLA commander Adem
Bajrami was helping to co-ordinate the assault
on Tetovo. Both were taught by British soldiers in the
secretive training camps that operated above
Bajram Curri in northern Albania during 1998 and
1999."16
These same British trained rebel commanders view
Germany as the "enemy" because Bundeswehr
troops stationed in Macedonia and Kosovo --rather than
providing "protection" to NLA "freedom
fighters" in the same way as their British and
American KFOR counterparts-- frequently detain
"suspected terrorists" at the border:
"A spokesman for the Albanians' National Liberation
Army (NLA) in Pristina warned the Bundeswehr its
involvement would constitute 'a declaration of war by
the Federal Republic of Germany'". 17
In response to NLA threats, the Bundeswehr sent in its
own Special Forces, the Fallschirmj�ger
(Parachutists) to work with its
Panzer-Artillerie-Batterie squadron.18 German Defence
Minister Rudolf
Scharping confirmed that "he was ready to send more
tanks and troops to bolster Bundeswehr
forces".19 Yet in recent developments, Berlin has
chosen to withdraw most of its troops from the
Tetovo region and not in any way challenge the US
military-intelligence ploy in support of the NLA
rebels. Some of these German troops are now stationed
on the Kosovo side of the border.
While the NLA received a shipment of brand new
advanced weaponry "made in America", Germany
donated (mid-June) to the Macedonian Security forces
all terrain vehicles as well as weapons "for
sophisticated infrared tracing in the battlefield."
According to a report from Macedonia, the small
contingent of German troops which still remains in the
Tetovo region "was under heavy attack from the
terrorists who attacked them with mortar from the
mountains above Tetovo. That is probably the
response of yesterday's [14 June 2001] donation to our
army made by the German government".20
While divisions between "NATO allies" are never made
public, Germany's Foreign Minister Joschka
Fischer --in a strongly worded statement to the
Bundestag directed against "the Albanian extremists in
Macedonia"-- has called for "a long-term arrangement,
aimed to make the whole region closer to
Europe." (i.e. free of US encroachment). The German
position is in marked contrast to that put forth by
the US, which requires the Skopje government to grant
amnesty to the terrorists, modify the country's
constitution and incorporate the NLA rebels in
civilian politics:
"The pact reportedly called for the rebels to stop
their fight in exchange for amnesty guarantees. The
rebels would also have the right to veto future
political decisions regarding ethnic Albanian rights. The
accord was reportedly mediated by Robert Frowick, a
former U.S. envoy who currently served as a
Balkan representative for the Organization for
Security and Cooperation in Europe." 21
THE ANGLO-AMERICAN AXIS
The clash between Germany and America in the Balkans
is part of a much broader process which affects
the heart of the Western military-industrial complex
and defence establishment.
>>From the early 1990s, the US and Germany have acted
jointly as NATO partners in the Balkans,
coordinating their respective military, intelligence
and foreign policy initiatives. While maintaining in
their public statements a semblance of political
unity, serious divisions started to emerge in the wake
of the Dayton Accords (1995), as German banks
scrambled to impose the Deutschmark and take over
the monetary system of Yugoslavia's successor states.
Moreover, in the wake of the 1999 war in Yugoslavia,
the US has reinforced its strategic, military and
intelligence ties with Britain, while Britain has
severed many of its ties (particularly in the area of
defence and aerospace production) with Germany and
France.
Launched in early 2000, U.S. Defense Secretary William
Cohen and his British counterpart, Geoff Hoon,
signed a "Declaration of Principles for Defense
Equipment and Industrial Cooperation''. 22 Washington's
objective was to encourage the formation of a
"transatlantic bridge across which the DoD
[US Department of Defense] can take its globalization
policy to Europe."23
The US defence industry --which now includes British
Aerospace Systems (BaeS)-- is clashing with the
Franco-German defence consortium EADS --a conglomerate
composed of France's Aerospatiale Matra,
Deutsche Aerospace, which is part of the powerful
Daimler group, and Spain's CASA. In other words, a
major split in the Western military-industrial complex
has occurred with the US and Britain on one side
and Germany and France on the other.
Oil, guns and the Western military alliance are
intimately related processes. Washington's design is to
eventually ensure the dominance of the US
military-industrial complex in alliance with the
Anglo-American oil giants and Britain's major defense
contractors. These developments evidently also
have a bearing on the control over strategic
pipelines, transport and communications corridors in the
Balkans, Eastern Europe and the former Soviet Union.
In turn, this Anglo-American axis is also matched by
increased cooperation between the CIA and
Britain's MI5 in the sphere of intelligence and covert
operations as evidenced by the role played by
British SAS Special Forces in training KLA rebels.
WAR, "DOLLARISATION" AND THE NEW WORLD ORDER
"Protection" of the pipelines, covert activities and
the recycling of drug money in support of armed
insurgencies, militarisation of strategic corridors,
defence procurement to "Partnership for Peace" (PfP)
countries are all an integral part of the
Anglo-American axis and its quest to dominate oil and gas
routes and transport corridors out of the Caspian sea
basin and from the Black sea across the Balkans.
More generally, what is happening in the broader
region linking Eastern Europe and the Balkans to the
former Soviet republics is a relentless scramble for
control over national economies by competing
business conglomerates. And behind this process is the
quest by Wall Street's financial establishment
--in alliance with the defence and oil giants-- to
destabilise and discredit the Deutschmark (and the
Euro) with a view to imposing the US dollar as the
sole currency for the region.
Control over "money creation" --imposing the rule of
the US Federal Reserve system throughout the
World-- has become a central feature of US
expansionism. In this regard, Washington's
military-intelligence ploy not only consists in
undermining "EU enlargement", it is also intent upon
weakening and displacing the dominion of Germany's
largest banking institutions (e.g. Deutsche Bank,
Commerzbank and WestDeutsche Landesbank) throughout
the Balkans.
In other words, the New World Order is marked by the
clash between Europe and America for "colonial
control" over national currencies. And this conflict
between "competing capitalist blocks" will become
increasingly acute when several hundred million people
from Eastern Europe and the Balkans to Central
Asia start using the Euro as their "de facto" national
currency on January 1st 2002.
See map at
http://www.bsrec.bg/taskforce/SYNERGY/oilprojects2.html
).
NOTES
1 Robert V. Baryiski, The Caspian Oil Regime: Military
Dimensions, Caspian Crossroads Magazine
,Volume 1, Issue No. 2, Spring 1995.
2. Reference to the European Union in this article
should be interpreted as the "European Union minus
Britain".
3 See Albanian Telegraph Agency, Tirana 28 July 1998
and Milsnews, Skopje, 23 January, 1997 available at
http://www.freerepublic.com/forum/a379fb721329c.htm.
4. Milsnews, op cit.
5. See Karen Talbot's incisive analysis: "Former
Yugoslavia: The Name of the Game is Oil, People's
Weekly World, May 2001 at
http://www.ecadre.net/pages/news/stories/990197752.shtml
, see also
Marjorie Cohn, "Pacification for a pipeline:
explaining the US Military presence in the
Balkans, The Jurist, Legal Education Network, June 2001,
http://jurist.law.pitt.edu/forumnew22.htm.
6. George Monbiot, A Discreet Deal in the Pipeline,
The Guardian, 15 February 2001.
7. Richard Giragosian, "Massive Kashagan Oil Strike
Renews Geopolitical Offensive In Caspian", The
Analyst, Central Asia-Caucasus Institute, Johns
Hopkins University-Paul H. Nitze School
of Advanced International Studies, 7 June, 2000,
http://www.soros.org/caucasus/0059.html.
8. See the Trade and Development (TDA) by Region at
http://www.tda.gov/region/sbdi.html.
9. Alexander Gas and Oil Connections,
http://www.gasandoil.com/goc/news/nte04224.htm,
October 2000.
10. Under so-called "asymmetric trade preferences"
with the EU.
11. For further details on the role of Robert Frowick,
see Michel Chossudovsky, "Macedonia:
Washington's Military-Intelligence Ploy". June 2001
12. See AFP, 10 April 2001.
13. According to Pascal Boniface, director of the
Paris Institute of International and Strategic Relations,
UPI, 11 April 2001.
14. For details on CIA-BND support to the KLA see
Michel Chossudovsky, "Kosovo Freedom Fighters
Financed by Organised Crime", Covert Action Quarterly,
Fall 1999 also available at
http://www.heise.de/tp/english/inhalt/co/2743/1.html),
15 Tom Walker, NATO Troops caught in a Balkan Ulster,
Sunday Times, London, 18 March 2001,
16. Ibid.
17. Ibid.
18. See Deutsche Fallschirmj�ger nach Tetovo, Spiegel
Online, 24 March 2001, see also, Bundeswehr
verlegt Soldaten ins Kosovo, Spiegel Online, 23 March
2001.
19. Deutsche Press Agentur, 19 March 2001,
20. Information transmitted to the author from Skopje,
June 2001.
21. Facts on File, World News Digest, 30 May 2001.
22. Reuters, 5 February 2000.
23. The agreement was signed (according to a Pentagon
official quoted in Muradian) shortly after the
creation of British Aerospace Systems resulting from
the merger of BAe with GEC Marconi. British
Aerospace (Bae) was already firmly allied to America's
largest defense contractors Lockheed Martin and
Boeing. For further details see Vago Muradian,
Pentagon Sees Bridge to Europe, Defense Daily, Vol.
204, No. 40 Dec. 01, 1999.
Recent articles by the author on the Balkans:
"Washington Finances Ethnic Warfare in the Balkans",
April 2001, at
http://www.emperors-clothes.com/articles/choss/fin.htm
or
http://www.canadiandimension.mb.ca/extra/x0404mc.htm
"Economic Terrorism", May 2001 at
http://emperors-clothes.com/articles/choss/eco1.htm or
http://alainet.org/active/show_news.phtml?news_id25
.
C Copyright by Michel Chossudovsky, Ottawa, June 2001.
All rights reserved. Permission is granted to
post this text on non-commercial community internet
sites, provided the essay remains intact and the
copyright note is displayed. To publish this text in
printed and/or other form, contact the author at
chossudovsky@..., fax: 1-514-4256224.
URGENT APPEAL! 14 JUNE 2001
TO THOSE WHO HAVE DONATED TO OUR FUNDRAISING
APPEAL -
THANK YOU!
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Nobody funds Emperor's Clothes. Our only source of
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Our work has expanded but our income has not. We are
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We have other big bills too, including for Lexis, our
key research tool.
We use long distance for interviews (if we need a
translator, this involves a three-way
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of information and sometimes to
discuss articles being translated. We also use
international calls to help write and
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Using international long distance, we were able to
stay in constant touch with the
unarmed witnesses guarding Mr. Miloshevich's house
when it was attacked March 28th
and 29th. That is why you could read accurate news on
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After the attack, by using international phone calls
we were able to talk directly with
people involved in the negotiations between Mr.
Miloshevich and the current Serbian
authorities. So we knew first hand that the 'NY Times'
report that Mr. Miloshevich was
suicidal during the talks was a lie.
Because we need to use the phone so much, our bills
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> http://www.citinv.it/iniziative/info/ratlines.html
Dominik Mandic
Era ``rappresentante ufficiale del Vaticano presso la
Confraternita di San Girolamo: [...] era, inoltre, un alto funzionario
dell'ordine francescano,
poich� ricopriva la carica di economo generale (tesoriere)''
(109). ``Mandic era l'alto funzionario francescano che mise la
stampatrice
dell'ordine a disposizione della Confraternita di San Girolamo in
modo da poter fornire le carte d'identit� false ai fuggiaschi'' (128).
``Padre
Dominik Mandic controllava le finanze dell'istituto di san
Girolamo con notevole destrezza [nella veste di] tesoriere della sezione
ufficiale
croata della Pontificia Commissione di Assistenza Profughi'' e
provvide a riciclare il denaro sporco di sangue degli ustascia
(127-128).
Josip Bujanovic
Sacerdote fascista croato (134) e criminale ricercato (95).
``Durante la guerra era stato il leader ustascia della citt� di Gospic''
(134-135).
``Prese parte al massacro dei contadini ortodossi'' (135).
``Bujanovic abbandon� la Croazia all'arrivo dei comunisti e divenne un
alto ufficiale
krizari'' (135). ``Organizz� il viaggio di Pavelic in Argentina e
poi [sembra che] lo segu� in Sudamerica, prima di stabilirsi
definitivamente in
Australia'', dove oggi vive ancora serenamente (95,135).
I nazisti
Ferenc Vajta
Ferenc Vajta era un ``criminale di guerra ungherese, tirapiedi
nazista'' (76), ``autore di spietati eccidi di massa'' (78).
Prima della guerra aveva studiato alla Sorbona e si era unito alla
loggia Grand Orient, ``specializzata nelle faccende dell'Europa centrale
e
orientale'' e con vedute filofrancesi (62). ``� stato protagonista
attivo della politica clandestina degli emigrati politici sin dal 1932,
quando
cominci� a impegnarsi in questi campi per ordine del Ministero
degli Affari Esteri ungherese'' (73).
Fu ``uno dei principali propagandisti nazisti nei quotidiani
patrocinati dalla Germania'' (71). Inoltre ``aveva lavorato per i
servizi segreti
ungheresi prima della guerra'' (71). ``Tra il 1941 e il 1944, i
governi ungheresi filonazisti avevano inviato spesso Vajta in missioni
speciali,
anche a Berlino, a Istanbul e in numerosi paesi balcanici che,
all'epoca, collaboravano attivamente con i tedeschi'' (71). Nel 1944 fu
promosso
a Console Generale a Vienna (71). Tent� poi di giustificare il suo
collaborazionismo con la necessit� di frenare l'avanzata comunista (71).
Alla fine della guerra fu ``console ungherese a Vienna, inviato
per organizzare il trasloco dell'industria ungherese e stabilire
itinerari di fuga per
i "profughi". [...] Allest� pi� di 7.000 vagoni ferroviari carichi
di macchinari e di pezzi di fabbriche per raggiungere la Germania
occidentale e
salv� dai sovietici la grande maggioranza dei borghesi e degli
aristocratici ungheresi. I francesi scoprirono presto che Vajta era uno
dei pochi
uomini a sapere dove fosse stata trasferita l'industria ungherese.
I francesi erano disperatamente a corto di soldi per finanziare le
operazioni
clandestine e il tesoro rubato di Vajta divenne, nel 1945, la
principale base finanziaria della ripresa d'interesse per l'Intermarium
da parte della
Francia'' (61).
Subito dopo la guerra ``fu preso in una retata del CIC e detenuto
a Dachau. Fortuna volle che uno dei suoi compagni di prigione fosse il
principe
ereditario del Siam; un funzionario inglese venne per liberare
quest'ultimo, e riconoscendo il nome di Vajta fece uscire anche lui''
(70).
Vajta, infatti, era ``considerato troppo prezioso nelle operazioni
di spionaggio da francesi e inglesi, per essere riconsegnato al governo
del suo
paese'' (71). E infatti nel 1945 ``fu assoldato dal Deuxi�me
Bureau e dall'Alto Comando Francese in Austria'' (62). Lavor� ``per pi�
di due
anni sia coi servizi segreti francesi sia con quelli inglesi,
organizzando due movimenti clandestini contro i russi'' (61). Sotto la
direzione
francese prima e inglese poi, fu il principale organizzatore
dell'Intermarium (62).
Il 10 aprile 1947, Vajta fu arrestato a Roma dalle autorit�
italiane, ``ma il 26 aprile venne rilasciato, malgrado si trovasse sulla
lista ufficiale dei
criminali di guerra e l'Italia dovesse consegnarlo come tale alle
autorit� straniere. [...] Il rilascio di Vajta era stato congegnato da
Pecorari,
segretario generale della Democrazia Cristiana [e vicepresidente
dell'Assemblea costituente] e da Insabato, capo del Partito Agrario
Italiano''
(69).
In seguito cerc� di ottenere l'appoggio degli Stati Uniti
all'Intermarium, e nel mese di luglio fu assoldato dal CIC (70). Aveva
``eccellenti
contatti in Vaticano, in Inghilterra, in Francia e in Spagna''
(73). Inoltre ``conosceva personalmente il generale Franco, il ministro
degli esteri
spagnolo Artajo e il cardinale primate di Spagna'' (74).
Nel 1947, Vajta intraprese un viaggio segreto con Casimir Papee,
``uno straordinario diplomatico polacco [...] presso la Santa Sede dal
1939,
[...] un autorevole membro dell'Intermarium [che aveva]
collegamenti con i servizi segreti occidentali. [...] Nel corso del loro
viaggio i due
s'incontrano con funzionari dei servizi segreti inglesi e
francesi'' (73-74).
A seguito di pressioni da parte del governo ungherese, la polizia
italiana emise un mandato d'arresto nei confronti di Vajta (73). Il 3
settembre,
al ritorno dal suo viaggio con Papee, l'ungherese fu avvisato
``del suo imminente arresto. [...] Vajta si rec� immediatamente a
Castelgandolfo,
la residenza estiva del Pontefice.'' La mattina del giorno
successivo pot� tornare impunemente a Roma, grazie alle sue potenti
amicizie:
``Alcide De Gasperi, che era anche primo ministro, aveva
personalmente garantito per la [sua] salvezza.'' Inoltre egli aveva
ottenuto dei
documenti falsi, rilasciati dai francesi. A Roma ottenne una breve
ospitalit� ``presso un padre gesuita ungherese nell'Universit�
Gregoriana
Gesuita'', e scapp� poi per Livorno con l'agente del CIC Gowen,
per poi scappare in Spagna (74).
Da quell'anno, si mise a lavorare per gli americani al progetto
dell'Unione Continentale (74-75). Il 16 dicembre 1947 arriva a New York
``con
un visto emesso dal consolato americano a Madrid e contrassegnato
dalla dicitura "Diplomatico"'' (76). Negli USA, Vajta incontr� ``il
cardinale Spellmann, il leader gesuita padre La Farge e un gran
numero di capi politici emigrati'' allo scopo di ``procurarsi appoggi
per l'Unione
Continentale'' (77).
La visita di Vajta non pass� inosservata, e grazie all'intervento
dei due noti giornalisti Drew Pearson e Walter Winchell ``il governo fu
sommerso dalla pubblicit� negativa'' (77). ``Vajta fu
immediatamente arrestato, e il 3 febbraio 1948 gli ungheresi chiesero la
sua
estradizione.'' ``Gli americani non volevano restituirlo
all'Ungheria'' e finalmente fu ``cacciato dagli Stati Uniti nel febbraio
del 1950 [e] dopo
il rifiuto da parte di Italia e Spagna di raccoglierlo, and� in
Colombia'' (77).
``Il Vaticano intervenne e fece in modo che la Colombia lo
accettasse e che un piccolo collegio cattolico situato laggi� lo
impiegasse. Trascorse il
resto della sua vita a Bogot� come professore di economia'' (78).
Walter Rauff
Criminale di guerra, capo della Gestapo nella Repubblica di Sal� e
terminale milanese della rete di fuga del vescovo Hudal nel dopoguerra.
Partecip� direttamente allo sterminio degli Ebrei, mettendo a
punto un'innovativa tecnica di morte:
``A seguito dell'angoscia provata da Himmler [ministro degli
interni] nell'assistere a una fucilazione di massa di ebrei a Minsk nel
1941, Rauff
aveva diretto lo svolgimento del programma per la messa a punto di
furgoni a gas mobili'' nei quali morirono ``circa centomila persone, per
la
maggior parte donne e bambini dell'Europa orientale'' (41).
``In seguito alla caduta del regime di Mussolini, nel settembre
del 1943 Rauff fu inviato in Italia settentrionale, dove prest� servizio
presso le
SS nella zona intorno a Genova, Torino e Milano. Ancora una volta
il suo incarico era quello di sterminare la popolazione ebrea'' (41).
Nella primavera del 1943, il vescovo Hudal ``entr� in contatto con
questo famigerato autore di stragi'', incontrandolo a Roma, dove Rauff
era
stato mandato dal suo superiore Martin Borrmann per sei mesi
(41-42). ``In quei mesi furono stabiliti i primi contatti col Vaticano,
che
avrebbero portato, infine, all'istituzione da parte di Hudal di
una rete per l'espatrio clandestino dei criminali nazisti'' (42).
``Con l'aiuto di Rauff, i pi� alti funzionari della Wehrmacht
nell'Italia settentrionale [ed in particolare l'Obergruppenf�hrer Karl
Wolff]
intrapresero una serie di negoziati segreti per la resa. Allen
Dulles, il capo del servizio segreto americano in Svizzera, concluse la
resa con le
forze tedesche con l'aiuto di intermediari del Vaticano. A questi
negoziati venne dato il nome in codice di "operazione Sunrise" e, anche
se non
abbreviarono la guerra, gli ufficiali nazisti che vi parteciparono
sfuggirono ad una dura pena'' (46).
Sull'operazione Sunrise, Il Secolo Corto ci fornisce ulteriori
particolari (cap. 15).
L'operazione era condotta ufficialmente ``per risparmiare inutili
morti'', ma il suo scopo reale era invece ``di evitare che fossero i
partigiani
democratici italiani a conseguire la vittoria sull'esercito
tedesco, poich� ci� avrebbe rafforzato il loro potere.'' I contatti fra
Dulles e Rauff
erano cominciati ``gi� all'inizio del gennaio 1945. Nel marzo
dello stesso anno, le trattative fra OSS e SS erano giunte a un punto
talmente
avanzato da giustificare una prova concreta di buona fede da parte
tedesca. Il 3 marzo Walter Rauff ebbe un incontro a Lugano con Dulles.
[...]
L'incontro [...] serv� per organizzare il rilascio dei prigionieri
americani e inglesi che si trovavano nelle mani della Gestapo in Italia.
Le
trattative proseguirono poi a ritmo serrato.'' A met� aprile
``Wolff si rec� in Svizzera contando sulla sua reputazione personale
presso gli
anglo-americani per ottenere garanzie da parte di Dulles che "gli
elementi idealisti e rispettabili dell'esercito, del partito, e delle SS
avrebbero
potuto svolgere una parte attiva nella ricostruzione della
Germania". Non si trattava quindi soltanto della resa delle truppe
tedesche nell'Italia
settentrionale, ma di qualcosa che implicava una connivenza futura
con i quadri qualificati del nazismo. Dulles concesse in pratica
un'amnistia
ufficiosa alle SS. Quasi una pace separata, comprendente non solo
la salvaguardia della vita, ma anche la libert� personale e la
protezione
dell'espatrio verso luoghi lontani e sicuri.''
``Quando, il 29 aprile del 1945, l'esercito tedesco si arrese,
Rauff ottenne un falso passaporto a nome di Carlo Comte e affitt� un
appartamento
a Milano. Poi prese la sua copia dei documenti della polizia
segreta di Mussolini, che comprendevano le liste degli iscritti al
partito fascista, e
la seppell� di nascosto fuori citt�. Sapeva che quei documenti si
sarebbero rivelati molto utili nei mesi a venire e la sua previsione si
dimostr�
corretta. Il giorno seguente, tuttavia, Rauff venne arrestato
dagli americani e rinchiuso nella prigione di San Vittore a Milano. Nel
giro di alcune
ore, arriv� un sacerdote e fece in modo che l'ufficiale tedesco
venisse trasferito in un ospedale dell'esercito americano'' (46).
``Rauff venne rilasciato per essere affidato alla custodia della
"S Force Verona", un'unit� dell'OSS che operava con la squadra di
controspionaggio speciale anglo-americana in Italia, comandata da
James Jesus Angleton. Tra le altre cose, la S Force era l'equivalente
occidentale della sezione anticomunista di Rauff durante la
guerra'' (46).
NOTA: Angleton e Dulles divennero in seguito, rispettivamente,
capo del controspionaggio e direttore della CIA, e mantennero per tutta
la
durata della loro carriera il controllo esclusivo sui collegamenti
tra i servizi segreti americani ed il Vaticano (47).
Rauff fu rilasciato dopo un lungo interrogatorio sulle attivit�
anticomuniste della Gestapo (47). Monsignor Giuseppe Bicchierai,
segretario del
cardinale di Milano Schuster, ``organizz� le cose in modo tale che
questi potesse starsene nascosto nei conventi della Santa Sede'' (46).
``Rauff prese contatto con l'arcivescovo di Genova Siri e and�
immediatamente [a Milano] a lavorare per il Vaticano alla creazione di
un
sistema per far fuggire clandestinamente i nazisti'' (47).
Secondo Il Secolo Corto, dal 1945 al 1949 Rauff, agendo per conto
dei servizi segreti americani ``sotto la copertura di un'organizzazione
di
aiuto ai rifugiati gestita dal Vaticano, avrebbe fatto partire
clandestinamente verso asili sicuri pi� di 5.000 fra agenti della
Gestapo e SS.''
Nel 1949 Rauff lascia l'Italia per il Sud America, senza neanche
prendere la precauzione di usare documenti falsi: il nome sul passaporto
era
infatti proprio il suo. Visse tranquillamente in Cile, paese che
ne neg� l'estradizione anche dopo che fu eletto il socialista Salvador
Allende.
Franz Stangl
Fu comandante del campo di sterminio di Treblinka (33). Verso la
fine della guerra fu trasferito in Jugoslavia a combattere contro i
partigiani
(34). Catturato dagli americani, dal 1945 al 1947 fu rinchiuso nel
campo di prigionieri di guerra di Glasembach. Intorno al Natale 1947 gli
americani lo consegnarono agli austriaci, che lo trasferirono a
Linz. Da qui evase nel maggio successivo, e si incammin� verso Roma
(34).
``Dopo essere giunto a Roma, si mise alla ricerca del vescovo
Alois Hudal, [il quale gli procur�] un alloggio a Roma, [...] gli diede
[...] denaro,
[...] un passaporto della Croce Rossa, [...] un visto d'entrata in
Siria, un posto in una fabbrica di tessuti a Damasco, e un biglietto per
la nave''
(34-35).
Fugg� insieme a Gustav Wagner e ``alla fine giunsero in Brasile
entrambi e lodarono il vescovo Hudal per l'aiuto che aveva offerto
loro'' (36).
Stangl fu catturato definitivamente da Simon Wiesenthal nel 1967
in Brasile (35-36). Nel 1970 venne condannato all'ergastolo in Germania,
e
mor� in carcere un anno dopo.
Gustav Wagner
Comandante del campo di concentramento di Sobibor durante la
guerra (36). Arrestato, fugg� dalle prigioni alleate e percorse insieme
a Franz
Stangl la strada per Roma. Fugg� infine in Brasile grazie
all'opera caritatevole del vescovo Hudal (36).
Alois Brunner
``Uno degli ufficiali pi� spietati che portarono a compimento il
programma di deportazione degli ebrei'', riusc� a fuggire ``attraverso
la rete
ordita dal Vaticano per permettere la fuga dei nazisti'' (36).
``Fugg� a Damasco, in Siria, dove vive ancora sotto il nome di
dottor George Fischer, [...] impunito per le centinaia di migliaia di
vittime che
invi� a Stangl e Wagner affinch� le processassero'' (36).
Adolf Eichmann
``Principale artefice dell'olocausto'' nella veste di ``capo del
Dipartimento per gli affari ebrei'' (36).
Nel 1950, Hudal gli forn� ``una nuova identit�, quella del profugo
croato Richard Klement e lo mand� a Genova. L� Eichmann [...] fu
nascosto in
un monastero, sotto il controllo caritatevole dell'arcivescovo
Siri, prima di essere fatto fuggire clandestinamente in Sudamerica''
(36).
``La Caritas ha pagato tutte le spese di viaggio per permettere a
Eichmann di raggiungere il Sudamerica'' (37).
``Alla fine, Eichmann fu rintracciato in Argentina dal servizio
segreto israeliano, rapito, processato e giustiziato a Gerusalemme nel
1962''
(36).
(5/6 - continua)
---
Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti della
ASSEMBLEA ANTIMPERIALISTA (ex Coord. Naz. "La Jugoslavia Vivra'"):
> http://www.tuttinlotta.org
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono questa struttura, ma
vengono fatti circolare per il loro contenuto informativo al
solo scopo di segnalazione e commento ("for fair use only").
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Dominik Mandic
Era ``rappresentante ufficiale del Vaticano presso la
Confraternita di San Girolamo: [...] era, inoltre, un alto funzionario
dell'ordine francescano,
poich� ricopriva la carica di economo generale (tesoriere)''
(109). ``Mandic era l'alto funzionario francescano che mise la
stampatrice
dell'ordine a disposizione della Confraternita di San Girolamo in
modo da poter fornire le carte d'identit� false ai fuggiaschi'' (128).
``Padre
Dominik Mandic controllava le finanze dell'istituto di san
Girolamo con notevole destrezza [nella veste di] tesoriere della sezione
ufficiale
croata della Pontificia Commissione di Assistenza Profughi'' e
provvide a riciclare il denaro sporco di sangue degli ustascia
(127-128).
Josip Bujanovic
Sacerdote fascista croato (134) e criminale ricercato (95).
``Durante la guerra era stato il leader ustascia della citt� di Gospic''
(134-135).
``Prese parte al massacro dei contadini ortodossi'' (135).
``Bujanovic abbandon� la Croazia all'arrivo dei comunisti e divenne un
alto ufficiale
krizari'' (135). ``Organizz� il viaggio di Pavelic in Argentina e
poi [sembra che] lo segu� in Sudamerica, prima di stabilirsi
definitivamente in
Australia'', dove oggi vive ancora serenamente (95,135).
I nazisti
Ferenc Vajta
Ferenc Vajta era un ``criminale di guerra ungherese, tirapiedi
nazista'' (76), ``autore di spietati eccidi di massa'' (78).
Prima della guerra aveva studiato alla Sorbona e si era unito alla
loggia Grand Orient, ``specializzata nelle faccende dell'Europa centrale
e
orientale'' e con vedute filofrancesi (62). ``� stato protagonista
attivo della politica clandestina degli emigrati politici sin dal 1932,
quando
cominci� a impegnarsi in questi campi per ordine del Ministero
degli Affari Esteri ungherese'' (73).
Fu ``uno dei principali propagandisti nazisti nei quotidiani
patrocinati dalla Germania'' (71). Inoltre ``aveva lavorato per i
servizi segreti
ungheresi prima della guerra'' (71). ``Tra il 1941 e il 1944, i
governi ungheresi filonazisti avevano inviato spesso Vajta in missioni
speciali,
anche a Berlino, a Istanbul e in numerosi paesi balcanici che,
all'epoca, collaboravano attivamente con i tedeschi'' (71). Nel 1944 fu
promosso
a Console Generale a Vienna (71). Tent� poi di giustificare il suo
collaborazionismo con la necessit� di frenare l'avanzata comunista (71).
Alla fine della guerra fu ``console ungherese a Vienna, inviato
per organizzare il trasloco dell'industria ungherese e stabilire
itinerari di fuga per
i "profughi". [...] Allest� pi� di 7.000 vagoni ferroviari carichi
di macchinari e di pezzi di fabbriche per raggiungere la Germania
occidentale e
salv� dai sovietici la grande maggioranza dei borghesi e degli
aristocratici ungheresi. I francesi scoprirono presto che Vajta era uno
dei pochi
uomini a sapere dove fosse stata trasferita l'industria ungherese.
I francesi erano disperatamente a corto di soldi per finanziare le
operazioni
clandestine e il tesoro rubato di Vajta divenne, nel 1945, la
principale base finanziaria della ripresa d'interesse per l'Intermarium
da parte della
Francia'' (61).
Subito dopo la guerra ``fu preso in una retata del CIC e detenuto
a Dachau. Fortuna volle che uno dei suoi compagni di prigione fosse il
principe
ereditario del Siam; un funzionario inglese venne per liberare
quest'ultimo, e riconoscendo il nome di Vajta fece uscire anche lui''
(70).
Vajta, infatti, era ``considerato troppo prezioso nelle operazioni
di spionaggio da francesi e inglesi, per essere riconsegnato al governo
del suo
paese'' (71). E infatti nel 1945 ``fu assoldato dal Deuxi�me
Bureau e dall'Alto Comando Francese in Austria'' (62). Lavor� ``per pi�
di due
anni sia coi servizi segreti francesi sia con quelli inglesi,
organizzando due movimenti clandestini contro i russi'' (61). Sotto la
direzione
francese prima e inglese poi, fu il principale organizzatore
dell'Intermarium (62).
Il 10 aprile 1947, Vajta fu arrestato a Roma dalle autorit�
italiane, ``ma il 26 aprile venne rilasciato, malgrado si trovasse sulla
lista ufficiale dei
criminali di guerra e l'Italia dovesse consegnarlo come tale alle
autorit� straniere. [...] Il rilascio di Vajta era stato congegnato da
Pecorari,
segretario generale della Democrazia Cristiana [e vicepresidente
dell'Assemblea costituente] e da Insabato, capo del Partito Agrario
Italiano''
(69).
In seguito cerc� di ottenere l'appoggio degli Stati Uniti
all'Intermarium, e nel mese di luglio fu assoldato dal CIC (70). Aveva
``eccellenti
contatti in Vaticano, in Inghilterra, in Francia e in Spagna''
(73). Inoltre ``conosceva personalmente il generale Franco, il ministro
degli esteri
spagnolo Artajo e il cardinale primate di Spagna'' (74).
Nel 1947, Vajta intraprese un viaggio segreto con Casimir Papee,
``uno straordinario diplomatico polacco [...] presso la Santa Sede dal
1939,
[...] un autorevole membro dell'Intermarium [che aveva]
collegamenti con i servizi segreti occidentali. [...] Nel corso del loro
viaggio i due
s'incontrano con funzionari dei servizi segreti inglesi e
francesi'' (73-74).
A seguito di pressioni da parte del governo ungherese, la polizia
italiana emise un mandato d'arresto nei confronti di Vajta (73). Il 3
settembre,
al ritorno dal suo viaggio con Papee, l'ungherese fu avvisato
``del suo imminente arresto. [...] Vajta si rec� immediatamente a
Castelgandolfo,
la residenza estiva del Pontefice.'' La mattina del giorno
successivo pot� tornare impunemente a Roma, grazie alle sue potenti
amicizie:
``Alcide De Gasperi, che era anche primo ministro, aveva
personalmente garantito per la [sua] salvezza.'' Inoltre egli aveva
ottenuto dei
documenti falsi, rilasciati dai francesi. A Roma ottenne una breve
ospitalit� ``presso un padre gesuita ungherese nell'Universit�
Gregoriana
Gesuita'', e scapp� poi per Livorno con l'agente del CIC Gowen,
per poi scappare in Spagna (74).
Da quell'anno, si mise a lavorare per gli americani al progetto
dell'Unione Continentale (74-75). Il 16 dicembre 1947 arriva a New York
``con
un visto emesso dal consolato americano a Madrid e contrassegnato
dalla dicitura "Diplomatico"'' (76). Negli USA, Vajta incontr� ``il
cardinale Spellmann, il leader gesuita padre La Farge e un gran
numero di capi politici emigrati'' allo scopo di ``procurarsi appoggi
per l'Unione
Continentale'' (77).
La visita di Vajta non pass� inosservata, e grazie all'intervento
dei due noti giornalisti Drew Pearson e Walter Winchell ``il governo fu
sommerso dalla pubblicit� negativa'' (77). ``Vajta fu
immediatamente arrestato, e il 3 febbraio 1948 gli ungheresi chiesero la
sua
estradizione.'' ``Gli americani non volevano restituirlo
all'Ungheria'' e finalmente fu ``cacciato dagli Stati Uniti nel febbraio
del 1950 [e] dopo
il rifiuto da parte di Italia e Spagna di raccoglierlo, and� in
Colombia'' (77).
``Il Vaticano intervenne e fece in modo che la Colombia lo
accettasse e che un piccolo collegio cattolico situato laggi� lo
impiegasse. Trascorse il
resto della sua vita a Bogot� come professore di economia'' (78).
Walter Rauff
Criminale di guerra, capo della Gestapo nella Repubblica di Sal� e
terminale milanese della rete di fuga del vescovo Hudal nel dopoguerra.
Partecip� direttamente allo sterminio degli Ebrei, mettendo a
punto un'innovativa tecnica di morte:
``A seguito dell'angoscia provata da Himmler [ministro degli
interni] nell'assistere a una fucilazione di massa di ebrei a Minsk nel
1941, Rauff
aveva diretto lo svolgimento del programma per la messa a punto di
furgoni a gas mobili'' nei quali morirono ``circa centomila persone, per
la
maggior parte donne e bambini dell'Europa orientale'' (41).
``In seguito alla caduta del regime di Mussolini, nel settembre
del 1943 Rauff fu inviato in Italia settentrionale, dove prest� servizio
presso le
SS nella zona intorno a Genova, Torino e Milano. Ancora una volta
il suo incarico era quello di sterminare la popolazione ebrea'' (41).
Nella primavera del 1943, il vescovo Hudal ``entr� in contatto con
questo famigerato autore di stragi'', incontrandolo a Roma, dove Rauff
era
stato mandato dal suo superiore Martin Borrmann per sei mesi
(41-42). ``In quei mesi furono stabiliti i primi contatti col Vaticano,
che
avrebbero portato, infine, all'istituzione da parte di Hudal di
una rete per l'espatrio clandestino dei criminali nazisti'' (42).
``Con l'aiuto di Rauff, i pi� alti funzionari della Wehrmacht
nell'Italia settentrionale [ed in particolare l'Obergruppenf�hrer Karl
Wolff]
intrapresero una serie di negoziati segreti per la resa. Allen
Dulles, il capo del servizio segreto americano in Svizzera, concluse la
resa con le
forze tedesche con l'aiuto di intermediari del Vaticano. A questi
negoziati venne dato il nome in codice di "operazione Sunrise" e, anche
se non
abbreviarono la guerra, gli ufficiali nazisti che vi parteciparono
sfuggirono ad una dura pena'' (46).
Sull'operazione Sunrise, Il Secolo Corto ci fornisce ulteriori
particolari (cap. 15).
L'operazione era condotta ufficialmente ``per risparmiare inutili
morti'', ma il suo scopo reale era invece ``di evitare che fossero i
partigiani
democratici italiani a conseguire la vittoria sull'esercito
tedesco, poich� ci� avrebbe rafforzato il loro potere.'' I contatti fra
Dulles e Rauff
erano cominciati ``gi� all'inizio del gennaio 1945. Nel marzo
dello stesso anno, le trattative fra OSS e SS erano giunte a un punto
talmente
avanzato da giustificare una prova concreta di buona fede da parte
tedesca. Il 3 marzo Walter Rauff ebbe un incontro a Lugano con Dulles.
[...]
L'incontro [...] serv� per organizzare il rilascio dei prigionieri
americani e inglesi che si trovavano nelle mani della Gestapo in Italia.
Le
trattative proseguirono poi a ritmo serrato.'' A met� aprile
``Wolff si rec� in Svizzera contando sulla sua reputazione personale
presso gli
anglo-americani per ottenere garanzie da parte di Dulles che "gli
elementi idealisti e rispettabili dell'esercito, del partito, e delle SS
avrebbero
potuto svolgere una parte attiva nella ricostruzione della
Germania". Non si trattava quindi soltanto della resa delle truppe
tedesche nell'Italia
settentrionale, ma di qualcosa che implicava una connivenza futura
con i quadri qualificati del nazismo. Dulles concesse in pratica
un'amnistia
ufficiosa alle SS. Quasi una pace separata, comprendente non solo
la salvaguardia della vita, ma anche la libert� personale e la
protezione
dell'espatrio verso luoghi lontani e sicuri.''
``Quando, il 29 aprile del 1945, l'esercito tedesco si arrese,
Rauff ottenne un falso passaporto a nome di Carlo Comte e affitt� un
appartamento
a Milano. Poi prese la sua copia dei documenti della polizia
segreta di Mussolini, che comprendevano le liste degli iscritti al
partito fascista, e
la seppell� di nascosto fuori citt�. Sapeva che quei documenti si
sarebbero rivelati molto utili nei mesi a venire e la sua previsione si
dimostr�
corretta. Il giorno seguente, tuttavia, Rauff venne arrestato
dagli americani e rinchiuso nella prigione di San Vittore a Milano. Nel
giro di alcune
ore, arriv� un sacerdote e fece in modo che l'ufficiale tedesco
venisse trasferito in un ospedale dell'esercito americano'' (46).
``Rauff venne rilasciato per essere affidato alla custodia della
"S Force Verona", un'unit� dell'OSS che operava con la squadra di
controspionaggio speciale anglo-americana in Italia, comandata da
James Jesus Angleton. Tra le altre cose, la S Force era l'equivalente
occidentale della sezione anticomunista di Rauff durante la
guerra'' (46).
NOTA: Angleton e Dulles divennero in seguito, rispettivamente,
capo del controspionaggio e direttore della CIA, e mantennero per tutta
la
durata della loro carriera il controllo esclusivo sui collegamenti
tra i servizi segreti americani ed il Vaticano (47).
Rauff fu rilasciato dopo un lungo interrogatorio sulle attivit�
anticomuniste della Gestapo (47). Monsignor Giuseppe Bicchierai,
segretario del
cardinale di Milano Schuster, ``organizz� le cose in modo tale che
questi potesse starsene nascosto nei conventi della Santa Sede'' (46).
``Rauff prese contatto con l'arcivescovo di Genova Siri e and�
immediatamente [a Milano] a lavorare per il Vaticano alla creazione di
un
sistema per far fuggire clandestinamente i nazisti'' (47).
Secondo Il Secolo Corto, dal 1945 al 1949 Rauff, agendo per conto
dei servizi segreti americani ``sotto la copertura di un'organizzazione
di
aiuto ai rifugiati gestita dal Vaticano, avrebbe fatto partire
clandestinamente verso asili sicuri pi� di 5.000 fra agenti della
Gestapo e SS.''
Nel 1949 Rauff lascia l'Italia per il Sud America, senza neanche
prendere la precauzione di usare documenti falsi: il nome sul passaporto
era
infatti proprio il suo. Visse tranquillamente in Cile, paese che
ne neg� l'estradizione anche dopo che fu eletto il socialista Salvador
Allende.
Franz Stangl
Fu comandante del campo di sterminio di Treblinka (33). Verso la
fine della guerra fu trasferito in Jugoslavia a combattere contro i
partigiani
(34). Catturato dagli americani, dal 1945 al 1947 fu rinchiuso nel
campo di prigionieri di guerra di Glasembach. Intorno al Natale 1947 gli
americani lo consegnarono agli austriaci, che lo trasferirono a
Linz. Da qui evase nel maggio successivo, e si incammin� verso Roma
(34).
``Dopo essere giunto a Roma, si mise alla ricerca del vescovo
Alois Hudal, [il quale gli procur�] un alloggio a Roma, [...] gli diede
[...] denaro,
[...] un passaporto della Croce Rossa, [...] un visto d'entrata in
Siria, un posto in una fabbrica di tessuti a Damasco, e un biglietto per
la nave''
(34-35).
Fugg� insieme a Gustav Wagner e ``alla fine giunsero in Brasile
entrambi e lodarono il vescovo Hudal per l'aiuto che aveva offerto
loro'' (36).
Stangl fu catturato definitivamente da Simon Wiesenthal nel 1967
in Brasile (35-36). Nel 1970 venne condannato all'ergastolo in Germania,
e
mor� in carcere un anno dopo.
Gustav Wagner
Comandante del campo di concentramento di Sobibor durante la
guerra (36). Arrestato, fugg� dalle prigioni alleate e percorse insieme
a Franz
Stangl la strada per Roma. Fugg� infine in Brasile grazie
all'opera caritatevole del vescovo Hudal (36).
Alois Brunner
``Uno degli ufficiali pi� spietati che portarono a compimento il
programma di deportazione degli ebrei'', riusc� a fuggire ``attraverso
la rete
ordita dal Vaticano per permettere la fuga dei nazisti'' (36).
``Fugg� a Damasco, in Siria, dove vive ancora sotto il nome di
dottor George Fischer, [...] impunito per le centinaia di migliaia di
vittime che
invi� a Stangl e Wagner affinch� le processassero'' (36).
Adolf Eichmann
``Principale artefice dell'olocausto'' nella veste di ``capo del
Dipartimento per gli affari ebrei'' (36).
Nel 1950, Hudal gli forn� ``una nuova identit�, quella del profugo
croato Richard Klement e lo mand� a Genova. L� Eichmann [...] fu
nascosto in
un monastero, sotto il controllo caritatevole dell'arcivescovo
Siri, prima di essere fatto fuggire clandestinamente in Sudamerica''
(36).
``La Caritas ha pagato tutte le spese di viaggio per permettere a
Eichmann di raggiungere il Sudamerica'' (37).
``Alla fine, Eichmann fu rintracciato in Argentina dal servizio
segreto israeliano, rapito, processato e giustiziato a Gerusalemme nel
1962''
(36).
(5/6 - continua)
---
Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti della
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Security Advisroy for Belgrade
Date: Thu, 14 Jun 2001 14:45:28 +0200
From: Sinisa Durkulic <DURKULIC@...>
CC: icva-bgd@...
We have received the following security advisory from the UN
Designated Official for Security in the FRY (UNLO Belgrade):
Quote:
"On 16 June, at 16:00 hours, the Socialist Party of Serbia
(SPS) plans to stage a rally in Trg Republike.
If the gathering reaches about 30,000, the organizers may
march from Trg Republike to the Central prison.
International agencies based in Belgrade are recommended
to exercise caution on 16 June at the timing indicated and to
avoid being in the center of town at that time". unquote
Regards
---
Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti della
ASSEMBLEA ANTIMPERIALISTA (ex Coord. Naz. "La Jugoslavia Vivra'"):
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opinioni delle realta' che compongono questa struttura, ma
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