Informazione

DA FULVIO GRIMALDI
A SANDRO CURZI, DIRETTORE DI "LIBERAZIONE"

Caro Direttore, dopo lo scoop che Liberazione ha voluto bucare, ti
prego di pubblicare almeno questa lettera. Grazie e un abbraccio.
Fulvio.

Quando da Belgrado, avendo seguito da vicino e con impegno
professionale tutta la crisi jugoslava, nel corso dei rivolgimenti
dell�ottobre scorso ho inviato a "Liberazione" corrispondenze che
descrivevano quanto andava accadendo e, soprattutto, i retroscena delle
manipolazione USA e Nato della presunta "rivoluzione democratica", il
giornale non ritenne di pubblicarle. Eppure, poche settimane pi� tardi
tutta la stampa statunitense e anche organi italiani come "Il Diario"
di Enrico De Aglio confermavano tutte le mie analisi. Che cio� si era
trattato di un colpo di stato orchestrato e guidato da formazioni
politiche istruite e finanziate dagli Stati Uniti. Giornali come il
Washington Post e il New York Times, emittenti come la BBC, elogiavano
il "capolavoro" dei servizi USA nel manovrare la folla di un paese
gettato nella devastazione, nella disperazione e nella fame
dall�aggressione Nato. Ho proposto al giornale nel giorno successivo
all�arresto di Slobodan Milosevic un lavoro giornalistico non comune:
l�ultima intervista a un giornalista occidentale, cio� a me, dell�ex-
presidente della Jugoslavia. La mia offerta � stata respinta con
l�argomento che avrebbe fatto "appiattire il partito sulle posizioni di
Milosevic". Nel resoconto di quella storica conversazione, a poche ore
dall�arresto ordinato dagli USA con il ricatto della cattura
del "mostro" contro aiuti finanziari, non avevo espresso alcuna
valutazione personale, ma avevo fatto parlare soltanto il protagonista,
nel bene e nel male a seconda delle opinioni, della tragedia balcanica.
A me pare che qualsiasi giornale avrebbe dovuto pubblicare con
soddisfazione un tale documento, prendendone eventualmente le distanze.
Come ha fatto il Corriere della Sera che della mia intervista ha
pubblicato uno stralcio. Il Corriere pi� a sinistra di noi? In questo
modo non ci si sar� "appiattiti su Milosevic", ma forse si � apparsi
appiattiti su buona parte della canea diffamatoria allestita dalla
stampa ufficiale con il ripescaggio di fandonie ed invenzioni da lungo
tempo smentite e provate false. Tutto questo indebolisce la resistenza
jugoslava agli aggressori e ai Quisling che oggi li rappresentano,
disonorati addirittura dall�accettazione della violenta interferenza di
una potenza straniera nelle sue questioni pi� strettamente nazionali.
Tutto questo serve, nonostante i melliflui ed ambigui distinguo, a
fornire agli USA e alla Nato la copertura per un�operazione che
vorrebbe scaricare sul solo Milosevic le immani responsabilit� dei
distruttori della Jugoslavia e dei Balcani, tuttora all�opera, ed a
esonerarli dal sacrosanto dovere di risarcire gli jugoslavi delle
vittime e dei danni, incommensurabili anche sul piano ambientale (vedi
l�uranio), che per pura volont� di dominio universale gli sono stati
arrecati. Mi dispiace che "Liberazione" abbia perso un�occasione
storica di imparziale informazione. Mi dispiacer� ancora di pi� quando
la storia dimostrer� che il nostro giornale ha voluto costeggiare un
vortice di bugie e di mistificazioni. Come gi� accaduto a proposito del
colpo di stato del 5 ottobre. Ho l�impressione che i giornalisti della
televisione di Stato jugoslava siano stati ammazzati un�altra volta.
Fulvio Grimaldi

From: "glr" <glr.y@i...>
Date: Tue Apr 3, 2001 1:03pm
Subject: Il Prc sull'arresto di Slobodan Milosevic - da Liberazione

"Al di la' del nostro giudizio su Milosevic e sul suo regime, quello
che sta
avvenendo a Belgrado e nei Balcani in generale e' la dimostrazione di
quanto abbiamo detto piu' volte: gli Stati Uniti lavorano per una
sitiazione
permanente di instabilita' politica in tutta la regione. Con l'arresto
dell'ex
Presidente della Jugoslavia si e' voluto continuare su questa strada.
L'arresto di Milosevic e' una scelta grave. (...) I Balcani devono
restare
instabili nel lungo periodo: e' questo l'obiettivo degli Usa, e anche
se
l'Europa dovrebbe esprimere un altro interesse i suoi comportamenti non
fanno che incoraggiare questa strategia. Innanzitutto l'Europa dovrebbe
ottenere la sostituzione delle truppe Nato presenti in Bosnia e Kosovo
con
truppe Onu con un mandato diverso da quello dell'Alleanza atlantica. In
secondo luogo, bisognerebbe convocare una conferenza internazionale
sotto egida Onu e Osce capace di affrontare tutti i problemi aperti con
il
metodo della trattativa e nel rispetto delle sovranita' attuali. Infine,
l'Europa
dovrebbe progettare un piano di aiuti tesi a ricostruire tutte le
devastazioni
della guerra e soprattutto a promuovere uno sviluppo socialmente equo e
ambientalmente compatibile. Purtroppo sia la Nato, sia Prodi, sia i
singoli
governi europei procedono in direzione opposta".

Ramon Mantovani, responsabile esteri di Rifondazione comunista
Liberazione, 3 aprile 2001 - articolo su http://www.liberazione.it

Inoltre, Liberazione presenta altri tre articoli sui Balcani di S.
Podda, P.
Pittei
e Fa. Seba., piu' un estratto dell'intervista di Grimaldi a Milosevic
dal
Corsera e un resoconto del sit-in del Tribunale Clark a Roma completo
della
lettera integrale al governo jugoslavo consegnata all'ambasciatore.

yure

---

> http://www.europeaninternet.com/centraleurope/news.php3?id28178

Milosevic's Arrest is "A Disgrace" for Belgrade, Says
Lukashenko

MOSCOW, Apr 3, 2001 -- (Agence France Presse) The
arrest of former president Slobodan Milosevic is a
"disgrace" for Belgrade and creates "a bad precedent,"
Belarus's Soviet-style leader Alexander Lukashenko
said on Monday.

"You cannot betray your own citizen, especially a
president, for money. This was a mistake by the
Yugoslav authorities," Lukashenko told a press
conference.

The United States had set a March 31 deadline for
Belgrade to show it was cooperating with the UN war
crimes tribunal, which has indicted Milosevic, in
return for releasing 50 million dollars in aid and
supporting International Monetary Fund and World Bank
programs for Belgrade.

Lukashenko however said his offer for Yugoslavia to
become a member of the Russia-Belarus union stands
firm.

"Yugoslavia can still join the union without
Milosevic. President (Vojislav) Kostunica is also a
patriot," he said.

Lukashenko was in Moscow for a ceremony marking the
fifth anniversary of the launch of an embryonic union
between Russia and Belarus. ((c) 2001 Agence France
Presse)

> http://www.russiatoday.com/news.php3?id27165%ef%bf%bdion%ef%bf%bdfault

"The daily Izvestia, close to the Kremlin, said that
if Yugoslavia gave in to the United States' ultimatum
and handed Milosevic over to the International
Criminal Tribunal for the former Yugoslavia (ICTY), it
would be endorsing NATO's 11-week bombing campaign of
Yugoslavia in 1999."
[Trust you can screen out the NATOspeak, with
characteristic Slav-baiting, in the rest of the
report.]

---

Russia's Press Laments Loss of Russian Influence in
Yugoslavia

MOSCOW, Apr 2, 2001 -- (Agence France Presse) Russia's
media on Monday portrayed the arrest of former
Yugoslav strongman Slobodan Milosevic as a trade off
between the United States and Belgrade which shut out
traditional Slav ally Russia.

The daily Izvestia, close to the Kremlin, said that if
Yugoslavia gave in to the United States' "ultimatum"
and handed over Milosevic to the International
Criminal Tribunal for the former Yugoslavia (ICTY), it
would be endorsing NATO's 11-week bombing campaign of
Yugoslavia in 1999.

"It will amount to a confession that NATO was right to
bomb Yugoslavia," the newspaper said.

The opposition liberal daily Segodnia said the affair
showed Moscow had lost influence in Yugoslavia, with
which it has traditionally held close ties.

"In Moscow, where there are myths of Slavic fraternity
and popular support for special links with Belgrade,
there reigns the disappointment at having lost yet
another zone of influence," it said.

It said that in the heat of the NATO bombing campaign,
the former president had called for a union with
Russia and Belarus.

The daily Kommersant said that Moscow had avoided
criticizing Belgrade's arrest of Milosevic on Sunday.

"Russia has too often been on the side of the losers
in the Balkans," it said. ((c) 2001 Agence France
Presse)

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LETTERA DALLA VOJVODINA

Serba, cio� colpevole

RUZICA *

Il 5 ottobre � stato il giorno della nuova vita, della speranza, di un
radioso futuro per molta gente nel mio paese. Nella mia citt�, nel nord
della Serbia dove ci sono pi� ungheresi che serbi, ci sono state molti
festeggiamenti tra gli ungheresi e molta paura tra i serbi. Dopo le
elezioni, noi abbiamo preso coscienza dei cambiamenti. Il nuovo governo
locale � stato formato solo da ungheresi, i direttori delle fabbriche
sono stati sostituiti, ma solo quelli serbi. Nella commissione
umanitaria della municipalit� sono stata sostituita,
perch� io sono serba.
Non potevano negare che io avessi svolto le attivit� umanitarie pi� di
qualsiasi altro nella regione, che io avessi lavorato con
l'associazione umanitaria italiana Abc, con l'Unicef e
due chiese, una cattolica e una ortodossa. Ma io sono serba.
Sanno che io ho diretto questa scuola per 15 anni, lavorando giorno e
notte per il bene e una felice infanzia dei miei bambini. Ma io sono
serba. Il governo locale sa che cinque anni fa noi siamo diventati il
centro educativo dell'innovazione in regione, che siamo stati la
scuola pi� attrezzata e di maggior successo per i risultati educativi.
Ma io sono serba.
Hanno cominciato a realizzare la loro politica con l'intenzione di
unire le sette municipalit� in cui gli ungheresi sono in maggioranza,
organizzando gare solo per i bimbi ungheresi, regali di Natale solo per
i bimbi ungheresi (due libri sui 10.000 anni di presenza ungherese
qui). Ai bimbi serbi hanno dato Cenerentola.
Le autorit� locali ci hanno inviato dei questionari dettagliati da
riempire in cui si chiedono informazioni sulle nostre scuole, da
consegnare al governo ungherese. Ho rifiutato di fare
questo per il governo di un paese straniero. E ho rifiutato di fare
qualsiasi cosa suonasse alle mie orecchie come nazionalismo o fosse
estraeo ai miei doveri e responsabilit�.
Qualsiasi cosa fosse estraneo al mio cuore o al mio cervello, alla mia
educazione, al mio patriottismo, al mio amore per i bambini e per il
paese. Perch� io sono serba.

(*) direttrice didattica in una scuola della Vojvodina

Tratto da: "Il Manifesto" del 3 aprile 2001

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> THE TORONTO SUN
> April 1, 2001
>
> The hoax that started a war
>
> HOW THE U.S. NATO AND THE WESTERN MEDIA WERE CONNED IN KOSOVO

NESSUNA NOSTALGIA MI RACCOMANDO

<<Non c'e' niente di jugo-nostalgico, ne' di patetico del tipo
"Fratellanza ed Unita'". Siamo semplicemente pragmatici... Siamo stati
costretti ad unirci>> dice il signor Hamovic, editore di Belgrado,
commentando la nascita di un cartello di case editrici delle varie
repubbliche jugoslave ex-federate. Poiche' separatamente nessuna casa
editrice balcanica era in grado di sostenere le spese di uno stand alla
Fiera del libro di Parigi, e' stato necessario creare gli "Editori
Riuniti dei Balcani". Idea geniale. L'esempio andrebbe seguito in tanti
altri campi: ad esempio nel cinema - dopo le secessioni, sono
praticamente morte le cinematografie croata, bosniaca,
albanese-kosovara, eccetera, che invece avevano risorse e specificita'
nei decenni della tanto vituperata "Fratellanza ed Unita'".

L'importante e' non proclamarsi "jugonostalgici", perche' senno' alla
Fiera del libro di Parigi col piffero che ti concedono lo stand. (Italo
Slavo)

-

Udruzeni izdavaci Balkana - United Balkan Publishers
from: http://www.danasnews.com/20010327/kultura.htm#4

The publishers from Belgrade, Zagreb, Sarajevo, Skopje and LJubljana,
founded an Association of balkanian publishers, and are making first
steps in their inter-regional collaboration, and towards the world. For
next year, they plan a group presentation on the book saloon in Paris.

"There's nothing jugonostalgic nor the pathetic of the brotherhood-and-
unity type. Simply, we are pragmatic," says Zoran Hamovic, director of
the publishing company "Clio" from Belgrade. While explaining how the
"Balkanian Association of publishers" was founded, he points out: We
were forced to enter into the union, by the same publishing problems,
and by a mutual interest", and explains that, on a concrete example.
The rent of the fair space in the fair zone at the Versailles gates is
so expensive, so that there are no publishers from the south-slavic
region, capable to present themselves singularly on the Parisian book
saloon. "We are here solely for the purpose to get informed with the
new production in French language and to make contacts with authors and
publishing houses. Next year in this united form, we shall participate
on the Saloon and present ourselves. It would not be possible to do it,
for anyone of use, alone," says Hamovic.

Publishing is an activity that requires continuous investments and
costs. In the circumstances of five new states created of one, and when
the quantity of languages, at least officially speaking, increased,
publishers encountered an unpleasant situation mostly for the
enormously decreased the area for books placement, so that each new
edition is a real adventure. Due to this precise publishing problems,
on the conference bout the cultural co-operation in Balkans, which had
been held upon the initiative of the Stability Pact for Southeast
Europe, held in Sarajevo in December 1999., the idea of founding an
balkanian association of publishers, was born. That idea got realised
so that already on the last years' Frankurt's book fair, several
independent publishers were present under the name of "Balkan
Association of Publishers" [BAP], such as:
Durieux from Zagreb, Geopoetika from Belgrade, Omnibus from Sarajevo,
Beletrina from LJubljana, Templum from Skopje. "Literaturen vestnik"
from Sofia joined them as well.

"The point is in a joint presentation in order to change the imagine
that Europe has about us. That imagine is generally speaking a very
ugly one, in spite of the fact that life circumstances in each of the
south-east European country, differ. We are still looked upon as a
region that possesses some mutual characteristics, so this kind of
political openness and stimulation by side of the Europe, towards a
regional unity, should be exploited. This was what countries of Latin
America had already done. They presented themselves in the form of
Latin-American literature, and entered "on great doors" into Europe. I
do not see a reason why we shouldn't attempt the same," says Hamovic,
but as well ads that there are a series of very practical reasons for
the union. For example, the association will deal with acquisition of
authors' rights, instead of each publisher, the editions of all members
will be placed onto the linguistically similar areas, and electronic
publishing will commence, as well as joint editions.

One of them is "Balkan express", where books of eminent south-European
authors will be printed. The edition in fact is already started.
Belgrade's "Geopoetika" and Sarajevan "Omnibus" are preparing a book of
essays by Dubravka Ugresic. The book will be distributed in Croatia
through its Croatian members, where Dubravka Ugresic did not have
anything since her voluntary exiles in 1993. godine.
Dz. Sabljakovic (Sense)

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