Informazione
Cari compagni,
sono contenta di avervi visti ieri a Cesena. E' stato bello e
importante.
Esagerate le forze dell'"ordine", mi è sembrata quasi una cosa
offensiva.
Pazienza.
Vi mando il testo del discorso. Grazie a Valeria, Angela e Moreno, che
mi
hanno aiutato molto.
Ivana
***
(Saluto ) Il COMITATO PROMOTORE PER L'ASSEMBLEA ANTIMPERIALISTA prosegue
l'attività del Coordinamento Nazionale la Jugoslavia Vivrà, nato la
scorsa
estate; riunisce in un progetto unitario un certo numero di
organizzazioni
nate sul territorio
Alcuni degli organismi che sono rappresentati qui oggi c'erano già prima
del '99, altri sono nati sulla spinta emotiva dei bombardamenti sulla
Repubblica Jugoslava e, in questi due anni, hanno promosso autonomamente
analisi politica, informazione e, per quanto è stato possibile,
solidarietà
concreta, operando in diverse città e realtà sociali differenti.
In molti casi queste aggregazioni di base sono state le uniche a
contrastare la propaganda e la falsa informazione, accolta, più di una
volta, in modo acritico e opportunista perfino dalla stampa della
sinistra
"alternativa".
Il nostro impegno è inteso, oltre che a fare informazione e smascherare
l'opera di corruzione e alienazione delle coscienze, a sostenere la
resistenza che si esprime tra le popolazioni aggredite da guerre
cosiddette
umanitarie, in realtà colonialiste, imperialiste (Jugoslavia, Iraq,
Kurdistan, Palestina), ma soprattutto ha come obiettivo contribuire alla
crescita di un movimento di opposizione all'imperialismo italiano e di
rigetto delle basi USA e NATO presenti sul territorio.
L'Italia non è soltanto la più grande portaerei del Mediterraneo, quella
da
cui in massima parte sono partiti i bombardamenti sulla Jugoslavia e da
cui
partiranno le prossime missioni, ma è anche fortemente impegnata
nell'occupazione militare del Kosovo, nei progetti di espansione
coloniale
verso l'Est e verso Sud. Interessi imprenditoriali in Albania,
investimenti
ENI e AGIP nel Caucaso e in Nord Africa, contratti per la costruzione di
dighe in Kurdistan e per la ricostruzione in Iraq prospettano un quadro
di
ingerenza imperialista al quale noi per primi dobbiamo opporre le
ragioni e
le lotte della solidarietà di classe internazionalista.
All'interno di questa prospettiva, riteniamo tuttora di estrema
importanza
la nostra attenzione ai Balcani, area nella quale si è sperimentato un
modello di imposizione armata di regimi liberisti asserviti agli
interessi
del capitalismo occidentale, un modello di aggressione che può essere
riproposto in un futuro più che prossimo, e area-terreno di ingerenza
italiana diretta, economica e militare - coloniale.
In questo senso diciamo che il nemico principale che bisogna combattere
è
qui, a casa nostra. Perché chi ha accettato, votato, condotto questa
guerra, la prima e la più grande dopo la II guerra mondiale, è stato
proprio il governo di centro-sinistra, la autoproclamata sinistra, con
l'aiuto del Polo (con cui pare sempre d'accordo sulle cose decisive,
come
nell'accettare la NATO e Maastricht). Ha spinto l'Italia nella guerra
contro un popolo sovrano e amico, violando la Costituzione, calpestando
il
Parlamento e le leggi democratiche, tradendo in questo modo la sua
stessa
tradizione, i suoi ideali, la resistenza partigiana. Vantandosi pure di
quello che ha fatto!
E cosa aveva fatto l'imperialismo nell'aggressione contro la Jugoslavia?
Prima ha costruito, con la menzogna, il mostro serbo, fabbricando stragi
inesistenti e fosse comuni (che oggi sappiamo, per stessa ammissione
della
NATO, non ci sono state, da parte dei Serbi) - ha creato così
l'illusione
della guerra "umanitaria"! La "necessita" dell'aggressione!
Quindi ha praticato, come i nazisti, il genocidio, i bombardamenti sui
civili inermi, sulle scuole, fabbriche, raffinerie, abitazioni, le TV,
sui
ponti e ferrovie cercando di annientare un intero popolo, con le bombe
e
con la guerra chimica e batteriologica che ha distrutto e contaminato la
Jugoslavia per i prossimi centinaia di anni.
Dopo la menzogna e il genocidio è adesso l'ora dell'ipocrisia.
L'imperialismo e i suoi servi, ora che gli è stata strappata la maschera
dell'umanitarismo, e che in tanti si sono accorti del colossale inganno
e
del genocidio che hanno commesso, vorrebbe che ci dimenticassimo dei
suoi
crimini, vorrebbe che non si parlasse più dei Balcani sotto occupazione
militare, vorrebbe non fare vedere che la NATO ha fallito, che non c'è
stata nessuna pacificazione.
Se voi siete qui è perché queste cose le sapete. Avrei preferito parlare
oggi a chi non è qui, a chi ancora oggi pensa e racconta che l'Italia è
un
paese tranquillo che da 60 anni non fa le guerre, a chi non si rende
ancora
conto che non vive in un paese libero, a chi si è dimostrato tanto
superficialmente indifferente al dramma della popolazione jugoslava,
quella
costituita da 26 etnie che per decenni hanno convissuto pacificamente,
in
uno dei pochi paesi veramente multietnici e multiculturali, che aveva
sviluppato un sistema economico e sociale tale da diventare un esempio
per
molti altri paesi, soprattutto quelli del terzo mondo - e quindi
rappresentava, secondo alcuni, un "cattivo esempio" da seguire. Per
questo
doveva essere distrutto, squartato, eliminato, così come devono essere
distrutti tutti gli analoghi tentativi di non sottomissione al dominio
dell'Impero, i paesi alle cui lotte esprimiamo piena solidarietà - Cuba,
Palestina, Iraq, Colombia, che potrebbe essere invasa da un giorno
all'altro con la scusa del narco-traffico.
Chi è rimasto indifferente si trova oggi ad essere vittima: la
contaminazione da uranio colpisce per ora i militari (mercenari), e
domani?, l'Adriatico è una discarica di ordigni e materiali a rischio
radioattivo, i porti civili sono sempre più comunemente utilizzati come
porti nucleari per stazionamento di sommergibili, il "riadeguamento"
delle
basi moltiplica i depositi di materiale atomico.
Chi è rimasto indifferente forse oggi è già disoccupato, flessibile,
venduto, appaltato e tra breve forse intossicato, allergico, ammalato
invalido o peggio
Tutto questo in un paese che ha votato il referendum contro il nucleare
(per ora ignorato).
E anche chi si è "spontaneamente" sottomesso si renderà adesso conto che
non opporre resistenza al capitalismo aggressivo non è garanzia di
immunità: i governi macedoni, per esempio, non si erano opposti alla
penetrazione forzosa di sistemi economici e politici "occidentali", ma
il
loro paese è oggi attraversato dalla guerra come lo sono state le altre
repubbliche jugoslave. Quando lo stato e il popolo jugoslavi si erano
difesi dal terrorismo dell'UCK, la NATO ha aiutato e armato l'UCK e ha
fatto la guerra alla Jugoslavia. Ora che l'UCK, per difendere i suoi
traffici di droga e di prostituzione, spara contro il governo macedone
filo-NATO, la NATO chiama UCK terroristi. Perché prima cos'erano?
Staremo a
vedere come andrà a finire questa storia Un grande augurio al popolo
macedone!
Per finire - è chiaro che il nostro compito fondamentale è, attraverso
la
controinformazione, pratica di solidarietà, mobilitazione popolare, una
vigilanza internazionalista e la lotta unitaria contro la
globalizzazione,
costruire le basi di consapevolezza e, nei limiti delle nostre capacità,
organizzare la resistenza al capitalismo imperialista e un vero
movimento
antimperialista internazionale. Spero che anche la giornata di oggi
possa
servire a questo. Saluto con il vecchio saluto partigiano, purtroppo
ancora
molto attuale, tutti voi, specialmente tutti i miei connazionali
presenti
Pozdravljam starim, nazalost jos uvek aktuelnim partizanskim pozdravom,
sve
prisutne Jugoslovene: SMRT FASIZMU, SLOBODA NARODU! Morte al fascismo,
libertà al popolo! A tutti i popoli
---
Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti
dell'ex Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'",
oggi "Comitato Promotore dell'Assemblea Antimperialista":
> http://www.tuttinlotta.org
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono questa struttura, ma
vengono fatti circolare per il loro contenuto informativo al
solo scopo di segnalazione e commento ("for fair use only").
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importante.
Esagerate le forze dell'"ordine", mi è sembrata quasi una cosa
offensiva.
Pazienza.
Vi mando il testo del discorso. Grazie a Valeria, Angela e Moreno, che
mi
hanno aiutato molto.
Ivana
***
(Saluto ) Il COMITATO PROMOTORE PER L'ASSEMBLEA ANTIMPERIALISTA prosegue
l'attività del Coordinamento Nazionale la Jugoslavia Vivrà, nato la
scorsa
estate; riunisce in un progetto unitario un certo numero di
organizzazioni
nate sul territorio
Alcuni degli organismi che sono rappresentati qui oggi c'erano già prima
del '99, altri sono nati sulla spinta emotiva dei bombardamenti sulla
Repubblica Jugoslava e, in questi due anni, hanno promosso autonomamente
analisi politica, informazione e, per quanto è stato possibile,
solidarietà
concreta, operando in diverse città e realtà sociali differenti.
In molti casi queste aggregazioni di base sono state le uniche a
contrastare la propaganda e la falsa informazione, accolta, più di una
volta, in modo acritico e opportunista perfino dalla stampa della
sinistra
"alternativa".
Il nostro impegno è inteso, oltre che a fare informazione e smascherare
l'opera di corruzione e alienazione delle coscienze, a sostenere la
resistenza che si esprime tra le popolazioni aggredite da guerre
cosiddette
umanitarie, in realtà colonialiste, imperialiste (Jugoslavia, Iraq,
Kurdistan, Palestina), ma soprattutto ha come obiettivo contribuire alla
crescita di un movimento di opposizione all'imperialismo italiano e di
rigetto delle basi USA e NATO presenti sul territorio.
L'Italia non è soltanto la più grande portaerei del Mediterraneo, quella
da
cui in massima parte sono partiti i bombardamenti sulla Jugoslavia e da
cui
partiranno le prossime missioni, ma è anche fortemente impegnata
nell'occupazione militare del Kosovo, nei progetti di espansione
coloniale
verso l'Est e verso Sud. Interessi imprenditoriali in Albania,
investimenti
ENI e AGIP nel Caucaso e in Nord Africa, contratti per la costruzione di
dighe in Kurdistan e per la ricostruzione in Iraq prospettano un quadro
di
ingerenza imperialista al quale noi per primi dobbiamo opporre le
ragioni e
le lotte della solidarietà di classe internazionalista.
All'interno di questa prospettiva, riteniamo tuttora di estrema
importanza
la nostra attenzione ai Balcani, area nella quale si è sperimentato un
modello di imposizione armata di regimi liberisti asserviti agli
interessi
del capitalismo occidentale, un modello di aggressione che può essere
riproposto in un futuro più che prossimo, e area-terreno di ingerenza
italiana diretta, economica e militare - coloniale.
In questo senso diciamo che il nemico principale che bisogna combattere
è
qui, a casa nostra. Perché chi ha accettato, votato, condotto questa
guerra, la prima e la più grande dopo la II guerra mondiale, è stato
proprio il governo di centro-sinistra, la autoproclamata sinistra, con
l'aiuto del Polo (con cui pare sempre d'accordo sulle cose decisive,
come
nell'accettare la NATO e Maastricht). Ha spinto l'Italia nella guerra
contro un popolo sovrano e amico, violando la Costituzione, calpestando
il
Parlamento e le leggi democratiche, tradendo in questo modo la sua
stessa
tradizione, i suoi ideali, la resistenza partigiana. Vantandosi pure di
quello che ha fatto!
E cosa aveva fatto l'imperialismo nell'aggressione contro la Jugoslavia?
Prima ha costruito, con la menzogna, il mostro serbo, fabbricando stragi
inesistenti e fosse comuni (che oggi sappiamo, per stessa ammissione
della
NATO, non ci sono state, da parte dei Serbi) - ha creato così
l'illusione
della guerra "umanitaria"! La "necessita" dell'aggressione!
Quindi ha praticato, come i nazisti, il genocidio, i bombardamenti sui
civili inermi, sulle scuole, fabbriche, raffinerie, abitazioni, le TV,
sui
ponti e ferrovie cercando di annientare un intero popolo, con le bombe
e
con la guerra chimica e batteriologica che ha distrutto e contaminato la
Jugoslavia per i prossimi centinaia di anni.
Dopo la menzogna e il genocidio è adesso l'ora dell'ipocrisia.
L'imperialismo e i suoi servi, ora che gli è stata strappata la maschera
dell'umanitarismo, e che in tanti si sono accorti del colossale inganno
e
del genocidio che hanno commesso, vorrebbe che ci dimenticassimo dei
suoi
crimini, vorrebbe che non si parlasse più dei Balcani sotto occupazione
militare, vorrebbe non fare vedere che la NATO ha fallito, che non c'è
stata nessuna pacificazione.
Se voi siete qui è perché queste cose le sapete. Avrei preferito parlare
oggi a chi non è qui, a chi ancora oggi pensa e racconta che l'Italia è
un
paese tranquillo che da 60 anni non fa le guerre, a chi non si rende
ancora
conto che non vive in un paese libero, a chi si è dimostrato tanto
superficialmente indifferente al dramma della popolazione jugoslava,
quella
costituita da 26 etnie che per decenni hanno convissuto pacificamente,
in
uno dei pochi paesi veramente multietnici e multiculturali, che aveva
sviluppato un sistema economico e sociale tale da diventare un esempio
per
molti altri paesi, soprattutto quelli del terzo mondo - e quindi
rappresentava, secondo alcuni, un "cattivo esempio" da seguire. Per
questo
doveva essere distrutto, squartato, eliminato, così come devono essere
distrutti tutti gli analoghi tentativi di non sottomissione al dominio
dell'Impero, i paesi alle cui lotte esprimiamo piena solidarietà - Cuba,
Palestina, Iraq, Colombia, che potrebbe essere invasa da un giorno
all'altro con la scusa del narco-traffico.
Chi è rimasto indifferente si trova oggi ad essere vittima: la
contaminazione da uranio colpisce per ora i militari (mercenari), e
domani?, l'Adriatico è una discarica di ordigni e materiali a rischio
radioattivo, i porti civili sono sempre più comunemente utilizzati come
porti nucleari per stazionamento di sommergibili, il "riadeguamento"
delle
basi moltiplica i depositi di materiale atomico.
Chi è rimasto indifferente forse oggi è già disoccupato, flessibile,
venduto, appaltato e tra breve forse intossicato, allergico, ammalato
invalido o peggio
Tutto questo in un paese che ha votato il referendum contro il nucleare
(per ora ignorato).
E anche chi si è "spontaneamente" sottomesso si renderà adesso conto che
non opporre resistenza al capitalismo aggressivo non è garanzia di
immunità: i governi macedoni, per esempio, non si erano opposti alla
penetrazione forzosa di sistemi economici e politici "occidentali", ma
il
loro paese è oggi attraversato dalla guerra come lo sono state le altre
repubbliche jugoslave. Quando lo stato e il popolo jugoslavi si erano
difesi dal terrorismo dell'UCK, la NATO ha aiutato e armato l'UCK e ha
fatto la guerra alla Jugoslavia. Ora che l'UCK, per difendere i suoi
traffici di droga e di prostituzione, spara contro il governo macedone
filo-NATO, la NATO chiama UCK terroristi. Perché prima cos'erano?
Staremo a
vedere come andrà a finire questa storia Un grande augurio al popolo
macedone!
Per finire - è chiaro che il nostro compito fondamentale è, attraverso
la
controinformazione, pratica di solidarietà, mobilitazione popolare, una
vigilanza internazionalista e la lotta unitaria contro la
globalizzazione,
costruire le basi di consapevolezza e, nei limiti delle nostre capacità,
organizzare la resistenza al capitalismo imperialista e un vero
movimento
antimperialista internazionale. Spero che anche la giornata di oggi
possa
servire a questo. Saluto con il vecchio saluto partigiano, purtroppo
ancora
molto attuale, tutti voi, specialmente tutti i miei connazionali
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Pozdravljam starim, nazalost jos uvek aktuelnim partizanskim pozdravom,
sve
prisutne Jugoslovene: SMRT FASIZMU, SLOBODA NARODU! Morte al fascismo,
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PROTETTORATO
"Sembra che siamo l'unico paese del mondo che viene attaccato da un
protettorato internazionale"
(dichiarazione del Ministro della Difesa della FYROM)
> http://www.sunday-times.co.uk (World)
>
> An Albanian rebel source said that hundreds of
> fighters were boarding buses to be taken to "border
> transfer" areas: "Effectively the old Kosovo
> Liberation Army has been mobilised."
> Macedonian Defense Ministry official: "It seems we're
> the only country in the world being attacked from an
> international protectorate."
>
> The Sunday Tmes
> March 25 2001
>
> Albanian fighters evade Nato patrols
> Tom Walker, Tetovo
> Balkans 'could be Britain's Vietnam'
> HUNDREDS of ethnic Albanians intent on fighting in
> Macedonia streamed into the country from Kosovo last
> week as Nato failed to take promised measures to cut
> off supply lines, despite a dangerous widening of the
> conflict.
> In one of the most notorious areas for border
> incursions, American soldiers from Nato's Kosovo force
> (Kfor) admitted to The Sunday Times that they were not
> carrying out patrols at night on the paths and minor
> roads used by mule trains to smuggle arms to the
> rebels.
> Donald Rumsfeld, the US defence secretary, had
> rejected Macedonian claims that the Americans were too
> passive because they feared the political
> repercussions of any casualties. He spoke of a
> "renewed effort to see that the patrolling along the
> border of Macedonia is improved and strengthened".
> However, a drive through the rain and mud of a
> freezing evening around the Kosovo village of Debelde,
> which was hit by Macedonian army mortar rounds,
> revealed that American soldiers were confined to
> checkpoints at least five miles apart by road. It was
> possible to drive to within three miles of the
> Macedonian border, no more than an hour's walk away.
> Captain Alayne Cramer, a Kfor spokeswoman at the
> Americans' Bondsteel base, insisted that night patrols
> were taking place. "We're doing an effective job," she
> said.
> But an American soldier in Debelde explained that he
> could not drive to the next checkpoint, four miles
> away across a rolling, wooded valley, because "we
> don't do patrols at night".
> Another soldier admitted that, even if he spotted
> rebels through his night sights, they would not be
> challenged. "I'd report down the chain of command and
> they'd send an observation team or helicopter," he
> said.
> An Albanian rebel source said hundreds of fighters
> were boarding buses to be taken into "border transfer"
> areas: "Effectively the old Kosovo Liberation Army has
> been mobilised."
> A Macedonian defence ministry official said the
> government in Skopje, the capital, felt "deeply let
> down" by Nato's failure to halt the flow of men and
> arms into the country. "It seems we're the only
> country in the world being attacked from an
> international protectorate," he added.
> The Macedonians were further angered on Friday when it
> emerged that Germany was withdrawing at least 600
> troops from the border town of Tetovo, leaving only a
> depleted tank squadron that one officer admitted
> "could drive out of here as soon as the fighting got
> bad".
> The Albanian rebels of the National Liberation Army
> are full of confidence, however, after a week in which
> they withstood an almost continuous barrage of
> machinegun and artillery fire from the Macedonian
> security forces.
> Well dug into their positions above Tetovo, the rebels
> broadened their attacks, killing two plainclothes
> policemen in Skopje and attacking police positions to
> the north of the city.
> In Tetovo yesterday a rebel grenade landed in the
> Ciltuk Macedonian quarter, injuring four people and
> provoking another artillery barrage from the army.
> Fires spread across the hillside beneath the Kale
> fortress, in rebel hands, and angry crowds attacked
> journalists in the street.
> Macedonian forces were reported to have responded last
> night with a helicopter gunship attack on rebel
> positions.
> The Macedonian army has poured troop reinforcements
> into Tetovo, putting tanks and checkpoints all around
> the city. Relations between Macedonians and Albanians
> have been further strained by the shooting on Thursday
> of an Albanian father and son carrying grenades.
> The NLA has set up a political wing, and one of its
> leaders said as he prepared for a cross-border trek
> towards Tetovo from Kosovo that time was running out
> for the Macedonian government to accept peace talks.
> If not, he said, then Tetovo would fall and Skopje
> would become "the Beirut of the Balkans".
> He advocated an internationally monitored reform of
> the Macedonian government and suggested that Sir Paddy
> Ashdown, who toured Kosovo and Macedonia last week,
> would be an ideal mediator.
> At the NLA's headquarters in the village of Selce, oil
> lamps revealed 100 men sipping Russian tea poured from
> a steaming samovar. A battery-powered black and white
> television flickered in one corner, while outside
> mules were harnessed for journeys across the mountain
> paths all around.
> On the track leading towards the snowy peaks above
> Kosovo, a tractor could be seen grinding its way up
> towards Vejce, the rebel village from where the
> wounded are ferried down to Prizren and the German
> Kfor zone for treatment.
> Commander Sedri Hameti, a rebel spokesman flanked by
> guards and a calendar featuring the Manchester United
> footballer David Beckham, claimed that the NLA had
> 7,000 men under arms across the border region, with
> 2,000 fighters in the seven villages overlooking
> Tetovo. "Our aim is to remove Slav forces from all
> terrain that is historically ours," he said, refusing
> to identify his leader, whom he referred to only as
> "the general".
> The house reverberated as mortar shells lobbed in by
> the Macedonian army hit open ground beneath the
> village. An immaculately dressed senior commander -
> some suggested he may have been the general - barked
> orders at young NLA recruits who lined up for
> inspection before dashing for their positions.
> Although Britain has sent 10 officers, including a
> brigadier, to advise the Macedonians on what help Nato
> might offer, the government in Skopje has deduced that
> it will probably be fighting the rebels alone.
> "The rules of engagement are very complicated, but
> we're sending in a reconnaissance team," said Major
> Fergus Smith, the British Kfor spokesman in Pristina.
> Another British source said: "We simply can't be seen
> to be in the business of killing Albanians. And if the
> Yugoslav army couldn't seal the border, how can you
> expect us to do it?"
>
---
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(dichiarazione del Ministro della Difesa della FYROM)
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>
> An Albanian rebel source said that hundreds of
> fighters were boarding buses to be taken to "border
> transfer" areas: "Effectively the old Kosovo
> Liberation Army has been mobilised."
> Macedonian Defense Ministry official: "It seems we're
> the only country in the world being attacked from an
> international protectorate."
>
> The Sunday Tmes
> March 25 2001
>
> Albanian fighters evade Nato patrols
> Tom Walker, Tetovo
> Balkans 'could be Britain's Vietnam'
> HUNDREDS of ethnic Albanians intent on fighting in
> Macedonia streamed into the country from Kosovo last
> week as Nato failed to take promised measures to cut
> off supply lines, despite a dangerous widening of the
> conflict.
> In one of the most notorious areas for border
> incursions, American soldiers from Nato's Kosovo force
> (Kfor) admitted to The Sunday Times that they were not
> carrying out patrols at night on the paths and minor
> roads used by mule trains to smuggle arms to the
> rebels.
> Donald Rumsfeld, the US defence secretary, had
> rejected Macedonian claims that the Americans were too
> passive because they feared the political
> repercussions of any casualties. He spoke of a
> "renewed effort to see that the patrolling along the
> border of Macedonia is improved and strengthened".
> However, a drive through the rain and mud of a
> freezing evening around the Kosovo village of Debelde,
> which was hit by Macedonian army mortar rounds,
> revealed that American soldiers were confined to
> checkpoints at least five miles apart by road. It was
> possible to drive to within three miles of the
> Macedonian border, no more than an hour's walk away.
> Captain Alayne Cramer, a Kfor spokeswoman at the
> Americans' Bondsteel base, insisted that night patrols
> were taking place. "We're doing an effective job," she
> said.
> But an American soldier in Debelde explained that he
> could not drive to the next checkpoint, four miles
> away across a rolling, wooded valley, because "we
> don't do patrols at night".
> Another soldier admitted that, even if he spotted
> rebels through his night sights, they would not be
> challenged. "I'd report down the chain of command and
> they'd send an observation team or helicopter," he
> said.
> An Albanian rebel source said hundreds of fighters
> were boarding buses to be taken into "border transfer"
> areas: "Effectively the old Kosovo Liberation Army has
> been mobilised."
> A Macedonian defence ministry official said the
> government in Skopje, the capital, felt "deeply let
> down" by Nato's failure to halt the flow of men and
> arms into the country. "It seems we're the only
> country in the world being attacked from an
> international protectorate," he added.
> The Macedonians were further angered on Friday when it
> emerged that Germany was withdrawing at least 600
> troops from the border town of Tetovo, leaving only a
> depleted tank squadron that one officer admitted
> "could drive out of here as soon as the fighting got
> bad".
> The Albanian rebels of the National Liberation Army
> are full of confidence, however, after a week in which
> they withstood an almost continuous barrage of
> machinegun and artillery fire from the Macedonian
> security forces.
> Well dug into their positions above Tetovo, the rebels
> broadened their attacks, killing two plainclothes
> policemen in Skopje and attacking police positions to
> the north of the city.
> In Tetovo yesterday a rebel grenade landed in the
> Ciltuk Macedonian quarter, injuring four people and
> provoking another artillery barrage from the army.
> Fires spread across the hillside beneath the Kale
> fortress, in rebel hands, and angry crowds attacked
> journalists in the street.
> Macedonian forces were reported to have responded last
> night with a helicopter gunship attack on rebel
> positions.
> The Macedonian army has poured troop reinforcements
> into Tetovo, putting tanks and checkpoints all around
> the city. Relations between Macedonians and Albanians
> have been further strained by the shooting on Thursday
> of an Albanian father and son carrying grenades.
> The NLA has set up a political wing, and one of its
> leaders said as he prepared for a cross-border trek
> towards Tetovo from Kosovo that time was running out
> for the Macedonian government to accept peace talks.
> If not, he said, then Tetovo would fall and Skopje
> would become "the Beirut of the Balkans".
> He advocated an internationally monitored reform of
> the Macedonian government and suggested that Sir Paddy
> Ashdown, who toured Kosovo and Macedonia last week,
> would be an ideal mediator.
> At the NLA's headquarters in the village of Selce, oil
> lamps revealed 100 men sipping Russian tea poured from
> a steaming samovar. A battery-powered black and white
> television flickered in one corner, while outside
> mules were harnessed for journeys across the mountain
> paths all around.
> On the track leading towards the snowy peaks above
> Kosovo, a tractor could be seen grinding its way up
> towards Vejce, the rebel village from where the
> wounded are ferried down to Prizren and the German
> Kfor zone for treatment.
> Commander Sedri Hameti, a rebel spokesman flanked by
> guards and a calendar featuring the Manchester United
> footballer David Beckham, claimed that the NLA had
> 7,000 men under arms across the border region, with
> 2,000 fighters in the seven villages overlooking
> Tetovo. "Our aim is to remove Slav forces from all
> terrain that is historically ours," he said, refusing
> to identify his leader, whom he referred to only as
> "the general".
> The house reverberated as mortar shells lobbed in by
> the Macedonian army hit open ground beneath the
> village. An immaculately dressed senior commander -
> some suggested he may have been the general - barked
> orders at young NLA recruits who lined up for
> inspection before dashing for their positions.
> Although Britain has sent 10 officers, including a
> brigadier, to advise the Macedonians on what help Nato
> might offer, the government in Skopje has deduced that
> it will probably be fighting the rebels alone.
> "The rules of engagement are very complicated, but
> we're sending in a reconnaissance team," said Major
> Fergus Smith, the British Kfor spokesman in Pristina.
> Another British source said: "We simply can't be seen
> to be in the business of killing Albanians. And if the
> Yugoslav army couldn't seal the border, how can you
> expect us to do it?"
>
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Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti
dell'ex Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'",
oggi "Comitato Promotore dell'Assemblea Antimperialista":
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CESENA
24 marzo 1999 - 24 marzo 2001
Guerra, Nucleare, NATO
MAI PIU'
SABATO 24 MARZO ORE 11 PIAZZALE CARLO MARX
Comunicazioni - Comunicazioni - Comunicazioni - Comunicazioni -
Comunicazioni - Comunicazioni - Comunicazioni -
- Abbiamo appena aggiornato il sito: http://www.tuttinlotta.org
oltre alle nuove adesioni sono pubblicati i saluti inviati da vari paesi
alla manifestazione di Cesena del 24 marzo
- Alla manifestazione sara' presente e interverra' un rappresentante del
movimento antimperialista di Grecia
- Per adesioni scrivi a: posta@...
.............................................................................................................................................
Comitato Promotore per l'Assemblea Antimperialista
-Coord. Romagnolo contro la guerra e la Nato - Assijug (Perugia) - Campo
Antimperialista - Coll. Antinebbia (Valdarno) - Comit. contro la guerra
Sesto S. Giovanni -
Comit. contro la guerra (Milano Sud) - Comit. per la Pace e la
Solidarietà fra i Popoli - Coord. cittadino antimperialista (Torino) -
Coord. romano per la Jugoslavia - Red
Ghost (Ravenna) - Gruppo Zastava! (Trieste) -Soccorso Popolare (Padova)
- Voce Operaia
.............................................................................................................................................
- ADESIONI aggiornate al 21 marzo
100 idee per la pace (Siena) - AIASP - Aiutiamo La Jugoslavia (Bologna)
- Assemblea Nazionale Anticapitalista - Ass. Cult. Gente
Adriatica (Trieste) - - Ass. comunista il pianeta futuro (Pisa) - Ass.
Progetto Drim (Foligno) - Ass. cult. ³Il Puntino² - Ass. Dedalo di
Sermoneta - Avamposto degli Incompatibili (Lecce) - Azione Popolare
(Emilia e R.) - Ass. Spaccio Culturale di Succivo (Caserta) - Casa dei
Popoli (Roma) - Centro di Docum. Krupskaja (Bologna) - Centro di Docum.
A.Corneli di Camerano (AN) - C.S.A. Dordoni (Cremona) - Centro
Studi Ingegneria Biosociale Acireale (Ct) - Centro Iniziativa Popol.
(Foligno) - Circ. Agorà (Pisa) - Circ. P.R.C. (Treviso) - Circolo Prc
"Jure
Canciani" diServola/Skedenj (Trieste) - Circ. P.R.C. di Bussero (MI)
"RifoBussero" - Circ. Iqbal Mash (Bologna) - Circ. ARCI l¹Osservat. di
Pozzuoli (NA) - Circ. P.R.C. Centrocitta¹ (Trieste) - Circ. P. Neruda di
Camerino (MC) - Circ. Iskra di Cividale del Friuli (UD) - Circ.
Internazion. Wladimir Majakowskij (RE)- Cobas Scuola (Ravenna) - Coll.
Squasso (Rimini) - Coll. Autorganizzati (Rimini) - Coll. Spartakus
di Vicenza - Coll. classe contro classe (Roma) - Comit. cittadino
contro la guerra (Bologna) - Comit. contro la guerra (Treviso) - Comit.
contro le guerre di Conegliano (TV) - Comit. Sardo di solid.
internazionalista (Tula) - Comit. Umbro Antimperialista - Comit. contro
la Guerra
(Novara) - Comit. Operaio Antimperialista (Vicenza)- Comunità degli
Jugoslavi in Umbria - Confederazione COBAS - Convoglio internaz. G.
Masi (Roma) - Coord. nazionale "Su la testa" - Coord. territoriale MAGMA
(Roma) - Coord. contro la Guerra (Cosenza) - C.S.O. Stella Rossa
(Bassano) - C.U.B. Scuola (Rimini) - Democrazia Popolare - Drustvena
Gostilna Kontovel (Trst/Trieste) - Feder. Giovani Comunisti (Imola)
- Feder. P.R.C. (Rimini) - Feder. Giovani Comunisti (Forlì e Cesena) -
Federazione P.R.C. di La Spezia - Fondazione L. Cipriani (Cremona) -
Gruppo musicale "Alla Macchia" - Gruppo musicale Pura Utopia - La
giustizia degli erranti (Treviso) - Laboratorio Marxista (Versilia) -
Linea Rossa - Lista Reno (Bologna) - Movim. per la confederazione dei
comunisti (Toscana) - Pagine Rosse - Partito Umanista - PeaceLink
- Pellerossa di Cesena - P.M.L.I. - Punto Rosso (Jesi) - Punto Rosso
(Vicenza) - Punto Rosso Fermo/Porto San Giorgio (AP) - Radio Citta'
Aperta (Roma) - Radio base (Venezia) - RAP (Rete Associazioni Popolari)
- Redazione Precari Nati (Bologna) - Rete Operaia - Rivista
³Frigidaire ³- Rivista "Giano² - Rossoperaio - SACS (Società degli
Artisti Comunisti dello Spettacolo) - Senza Censura (Bologna) - Spazio
Sociale Filorosso Arcavacata di R. (Cosenza) - Teatro dell'Esistenza -
Tribunale Ramsey Clark - Unione Popolare (Roma) -- Un Ponte per...
- Cesare Mangianti (seg. regionale P.R.C. dell¹ Emilia-Romagna) -
Roberto Sconciaforni (seg. federaz. P.R.C.di Bologna) - Paolo Gambuti
(seg. federaz. P.R.C. di Rimini) - Martino Albonetti (seg. federaz.
P.R.C. di Ravenna) - Kiwan Kiwan (seg. federaz. P.R.C. di Ferrara) -
Lodovico Cutaia (seg. federaz. P.R.C. di Parma)
- Adesioni dall'estero
Antiimperialistische Koordination (Austria) - Aktionskreis 24. März
(Germania) - BAYAN (Filippine) - B.S.B. Bewegung für Soziale
Befreiung (Austria) - Centro Sindacale degli Urali (Russia) - Círculo de
Estudios "26 de Julio Oína" (Mexico) - Corrente Leninista
Internazionale - Cunfederatzione de sos Comunistas Sardos - E.E.K. -
Partito Operaio Rivoluzionario (Grecia) - F.E.U.V (Venezuela-
Herriekiko Euskal Elkartasuna (Paesi Baschi) - I.D.P. - Sinistra
Democratica Popolare (Messico) - International Forum (Danimarca) - .
Jugoslawisch-Österreichische Solidaritätsbewegung (Austria) - J.V.P. -
Fronte di Liberazione del Popolo (Sri Lanka) - Lealta¹ all¹uomo e alla
terra (Libano) - Linkeswende (Austria) - MIGRANTE Europe (Olanda) -
N.A.R. - Nuova Corrente di Sinistra - (Grecia)- Partido Comunista
de los pueblos de Espana - Partido de la Liberaciòn (Argentina) - El
Nuevo Topo (El Salvador) - Revolutionär Kommunistische Liga (Austria)
- Revolutionär Kommunistische Liga (Germania) - Socialist Workers Party
(Britain) Unita' Internazionale dei Lavoratori (QI)
---
MANNHEIM
> 2. Jahrestag des Jugoslawienkrieges: 24. Marz 2001
> Mahnwache und Kundgebung in Mannheim
> 24.Marz 2001., 11.00 bis 13.00 Uhr
> Mahnwache und Kundgebung des Friedensplenums
> Mannheim Paradeplatz, Ecke Commerzbank
> Es spricht u.a.: Prof. Zorica Becker
>
> Diese Nachricht bitte an Interessierte weitergeben!!
> Von: Friedensplenum Mannheim
> [SMTP:Friedensplenum.Mannheim@...]
> Betreff: Zweiter Jahrestag des Jugolawienkrieges: Mahnwache und
> Kundgebung am Samstag am Paradeplatz
>
> Mahnwache und Kundgebung am Samstag am Paradeplatz:
>
> Zweiter Jahrestag des Jugolawienkrieges
>
> Auch zwei Jahre nach dem NATO-Luftkrieg gegen Jugoslawien ist die
> Friedensbewegung nicht bereit, ein-fach "zur Tagesordnung uberzugehen". Sie
> ist auch nicht bereit, ihren "Frieden" mit den Verantwortlichen des Krieges
> zu schlie?en. Dieser Krieg stellte nach Meinung der Friedensbewegung eine
> Zasur in der Au?enpolitik der Bundesrepublik Deutschland dar. Zum ersten Mal
> beteiligte sich die Bundeswehr an einem Krieg, den die NATO ohne jegliches
> Mandat der Vereinten Nationen gegen einen souveranen Staat fuhrte.
> Entsprechend engagiert ist seither uber die volkerrechtliche, politische und
> moralische Bewertung des Kriegs gestritten worden.
>
> Ein Ergebnis dieser Diskussionen kann heute dahingehend zusammengefasst
> werden: Nahezu alle von der Bundesregierung seinerzeit angefuhrten Grunde
> fur die Bombardierung Jugoslawiens haben sich als Selbst-tauschung, als
> vorgeschobene Rechtfertigungsversuche oder als offenkundige Lugen
> herausgestellt. Die "humanitare Katastrophe", die mit dem militarischen
> Eingreifen "verhindert" werden sollte, hat es so nicht gegeben bzw. ist erst
> mit dem Krieg eingetreten. Auch den "Hufeisenplan" hat es nicht gegeben. Die
> "Massaker" von Rugovo und von Racak, in denen albanische Zivilisten von
> Serben brutal ermordet worden sein sollen, hat es ebenfalls so nicht
> gegeben.
>
> Eine Aufarbeitung des Krieges fand bisher in der Bundesrepublik nicht statt.
> Vieles von dem, was zum Teil erst Monate nach dem Krieg von
> Wissenschaftlern, Journalisten, OSZE-Mit-arbeitern und anderen Augenzeugen
> recherchiert und der Offentlichkeit prasentiert wurde, musste den
> ver-antwortlichen Politikern schon damals bekannt gewesen sein.
> Nichtsdestoweniger beteiligten sie sich an der NATO-Propaganda vom zwar
> illegalen (weil volkerrechtswidrigen), aber "legitimen" Krieg, der um der
> Menschenrechte Willen gefuhrt worden sei.
>
> Auf dem Balkan hat der siegreiche NATO-Krieg keines der vielen Probleme
> losen konnen, wie sich nicht zuletzt durch die anhaltenden Kampfe in
> Sudserbien und mittlerweile in Mazedonien zeigt. Die NATO gleicht dem
> Zauberlehrling, der die UCK-Geister seinerzeit gerufen hat, um das Kosovo
> von Milose-vic-Jugoslawien abzutrennen. Sie sind ihm aber heute uber den
> Kopf gewachsen und prasentieren ihre Rech-nung: Abtrennung sudserbischer
> Gebiete von Kustonica-Jugoslawien, Abtrennung eines Drittels des
> Territo-riums von Mazedonien und Schaffung eines gro?albanischen Staates.
> Der Balkan steht - auch ohne Milose-vic! - vor einem neuen Krieg.
>
> Angesichts des Debakels einer verfehlten Kriegs- und Militarpolitik auf dem
> Balkan fordern wir zum zwei-ten Jahrestag des Beginns des NATO-Kriegs eine
> au?en- und sicherheitspolitische Umkehr. Notig sind:
> + eine vorausschauende Politik, die dem Gedanken der zivilen
> Konfliktpravention verpflichtet ist,
> + die strikte Beachtung des Friedensgebots der UN-Charta,
> + der Verzicht auf jegliche Militareinsatze und damit auch
> + der Verzicht auf die Umwandlung der Bundeswehr in eine vorwiegend auf
> Auslandseinsatze getrimmte Interventionsarmee.
>
> Unter diesen Forderungen veranstaltet das Mannheimer Friedensplenum am
> zweiten Jahrestag des Jugoslawienkrieges am Samstag, dem 24. Marz um 11 Uhr
> am Paradeplatz (zwischen P 1 und P 2) eine Mahnwache und Kundgebung.
>
> Die Ansprache halt Frau Prof. Zorica Becker aus Heidelberg.
>
> FRIEDENSPLENUM MANNHEIM
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Popoli (Roma) - Centro di Docum. Krupskaja (Bologna) - Centro di Docum.
A.Corneli di Camerano (AN) - C.S.A. Dordoni (Cremona) - Centro
Studi Ingegneria Biosociale Acireale (Ct) - Centro Iniziativa Popol.
(Foligno) - Circ. Agorà (Pisa) - Circ. P.R.C. (Treviso) - Circolo Prc
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Canciani" diServola/Skedenj (Trieste) - Circ. P.R.C. di Bussero (MI)
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Pozzuoli (NA) - Circ. P.R.C. Centrocitta¹ (Trieste) - Circ. P. Neruda di
Camerino (MC) - Circ. Iskra di Cividale del Friuli (UD) - Circ.
Internazion. Wladimir Majakowskij (RE)- Cobas Scuola (Ravenna) - Coll.
Squasso (Rimini) - Coll. Autorganizzati (Rimini) - Coll. Spartakus
di Vicenza - Coll. classe contro classe (Roma) - Comit. cittadino
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contro le guerre di Conegliano (TV) - Comit. Sardo di solid.
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la Guerra
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Jugoslavi in Umbria - Confederazione COBAS - Convoglio internaz. G.
Masi (Roma) - Coord. nazionale "Su la testa" - Coord. territoriale MAGMA
(Roma) - Coord. contro la Guerra (Cosenza) - C.S.O. Stella Rossa
(Bassano) - C.U.B. Scuola (Rimini) - Democrazia Popolare - Drustvena
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(Vicenza) - Punto Rosso Fermo/Porto San Giorgio (AP) - Radio Citta'
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Lodovico Cutaia (seg. federaz. P.R.C. di Parma)
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(Germania) - BAYAN (Filippine) - B.S.B. Bewegung für Soziale
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> Mahnwache und Kundgebung in Mannheim
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> Mahnwache und Kundgebung des Friedensplenums
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> Betreff: Zweiter Jahrestag des Jugolawienkrieges: Mahnwache und
> Kundgebung am Samstag am Paradeplatz
>
> Mahnwache und Kundgebung am Samstag am Paradeplatz:
>
> Zweiter Jahrestag des Jugolawienkrieges
>
> Auch zwei Jahre nach dem NATO-Luftkrieg gegen Jugoslawien ist die
> Friedensbewegung nicht bereit, ein-fach "zur Tagesordnung uberzugehen". Sie
> ist auch nicht bereit, ihren "Frieden" mit den Verantwortlichen des Krieges
> zu schlie?en. Dieser Krieg stellte nach Meinung der Friedensbewegung eine
> Zasur in der Au?enpolitik der Bundesrepublik Deutschland dar. Zum ersten Mal
> beteiligte sich die Bundeswehr an einem Krieg, den die NATO ohne jegliches
> Mandat der Vereinten Nationen gegen einen souveranen Staat fuhrte.
> Entsprechend engagiert ist seither uber die volkerrechtliche, politische und
> moralische Bewertung des Kriegs gestritten worden.
>
> Ein Ergebnis dieser Diskussionen kann heute dahingehend zusammengefasst
> werden: Nahezu alle von der Bundesregierung seinerzeit angefuhrten Grunde
> fur die Bombardierung Jugoslawiens haben sich als Selbst-tauschung, als
> vorgeschobene Rechtfertigungsversuche oder als offenkundige Lugen
> herausgestellt. Die "humanitare Katastrophe", die mit dem militarischen
> Eingreifen "verhindert" werden sollte, hat es so nicht gegeben bzw. ist erst
> mit dem Krieg eingetreten. Auch den "Hufeisenplan" hat es nicht gegeben. Die
> "Massaker" von Rugovo und von Racak, in denen albanische Zivilisten von
> Serben brutal ermordet worden sein sollen, hat es ebenfalls so nicht
> gegeben.
>
> Eine Aufarbeitung des Krieges fand bisher in der Bundesrepublik nicht statt.
> Vieles von dem, was zum Teil erst Monate nach dem Krieg von
> Wissenschaftlern, Journalisten, OSZE-Mit-arbeitern und anderen Augenzeugen
> recherchiert und der Offentlichkeit prasentiert wurde, musste den
> ver-antwortlichen Politikern schon damals bekannt gewesen sein.
> Nichtsdestoweniger beteiligten sie sich an der NATO-Propaganda vom zwar
> illegalen (weil volkerrechtswidrigen), aber "legitimen" Krieg, der um der
> Menschenrechte Willen gefuhrt worden sei.
>
> Auf dem Balkan hat der siegreiche NATO-Krieg keines der vielen Probleme
> losen konnen, wie sich nicht zuletzt durch die anhaltenden Kampfe in
> Sudserbien und mittlerweile in Mazedonien zeigt. Die NATO gleicht dem
> Zauberlehrling, der die UCK-Geister seinerzeit gerufen hat, um das Kosovo
> von Milose-vic-Jugoslawien abzutrennen. Sie sind ihm aber heute uber den
> Kopf gewachsen und prasentieren ihre Rech-nung: Abtrennung sudserbischer
> Gebiete von Kustonica-Jugoslawien, Abtrennung eines Drittels des
> Territo-riums von Mazedonien und Schaffung eines gro?albanischen Staates.
> Der Balkan steht - auch ohne Milose-vic! - vor einem neuen Krieg.
>
> Angesichts des Debakels einer verfehlten Kriegs- und Militarpolitik auf dem
> Balkan fordern wir zum zwei-ten Jahrestag des Beginns des NATO-Kriegs eine
> au?en- und sicherheitspolitische Umkehr. Notig sind:
> + eine vorausschauende Politik, die dem Gedanken der zivilen
> Konfliktpravention verpflichtet ist,
> + die strikte Beachtung des Friedensgebots der UN-Charta,
> + der Verzicht auf jegliche Militareinsatze und damit auch
> + der Verzicht auf die Umwandlung der Bundeswehr in eine vorwiegend auf
> Auslandseinsatze getrimmte Interventionsarmee.
>
> Unter diesen Forderungen veranstaltet das Mannheimer Friedensplenum am
> zweiten Jahrestag des Jugoslawienkrieges am Samstag, dem 24. Marz um 11 Uhr
> am Paradeplatz (zwischen P 1 und P 2) eine Mahnwache und Kundgebung.
>
> Die Ansprache halt Frau Prof. Zorica Becker aus Heidelberg.
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Date: Mon, 19 Mar 2001 12:31:28 +0100
From: assalunn@... (Associazione Alunni della Scuola Normale
Superiore Pisa)
Subject: Invito "i Dialoghi della Normale"
>
>Scuola Normale Superiore di Pisa
>Anno accademico 2000-2001
>
>I Dialoghi della Normale
>
>Monumenti del Kosovo
>Un patrimonio da salvare
>
>Pisa venerdì 30 marzo 2001, ore 15.00
>Palazzo della Carovana, Aula Luigi Bianchi
>Piazza dei Cavalieri - Pisa
>
>Introduzione di
>Salvatore Settis, Direttore della Scuola Normale Superiore
>
>Presiede
>Enzo Bianchi, Priore della Comunità monastica di Bose
>
>Interventi di
>
>Maria Andaloro, Università dlla Tuscia, Viterbo
>Artemije, Vescovo della Diocesi di Raska e Prizren
>Spriridione Alessandro Curuni, Università La Sapienza, Roma
>Marco Dogo, Università di Trieste
>Carlo e Donatella Giantomassi, Restauratori, Roma
>Kemail Luci, Museo del Kosovo, Pristina
>Valentino Pace, Università di Udine,
>Antonio Puri Purini, Consigliere diplomatico del Presidente della Repubblica
>Italiana
>Umberto Scerrato,Università La Sapienza, Roma
>Goiko Subotic, Accademia Nazionale delle Scienze di Belgrado
>
>Proiezione del documentario realizzato in Kosovo da Francesco Papafava,
Firenze
>
>Coordinamento scientifico: Michele Bacci, Scuola Normale Superiore
>email: michele.bacci@...
>Organizzazione: Segreteria della Direzione per le Pubbliche Relazioni e
>l'immagine della Scuola Normale Superiore
> Tel. 050 509052 - 509030 fax 050
>email: pozzi@... - felici@...
>Amelia Pozzi Vallerini
>Segreteria Associazione Normalisti
>Scuola Normale Superiore
>Piazza dei Cavalieri 7
>56126 Pisa
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From: assalunn@... (Associazione Alunni della Scuola Normale
Superiore Pisa)
Subject: Invito "i Dialoghi della Normale"
>
>Scuola Normale Superiore di Pisa
>Anno accademico 2000-2001
>
>I Dialoghi della Normale
>
>Monumenti del Kosovo
>Un patrimonio da salvare
>
>Pisa venerdì 30 marzo 2001, ore 15.00
>Palazzo della Carovana, Aula Luigi Bianchi
>Piazza dei Cavalieri - Pisa
>
>Introduzione di
>Salvatore Settis, Direttore della Scuola Normale Superiore
>
>Presiede
>Enzo Bianchi, Priore della Comunità monastica di Bose
>
>Interventi di
>
>Maria Andaloro, Università dlla Tuscia, Viterbo
>Artemije, Vescovo della Diocesi di Raska e Prizren
>Spriridione Alessandro Curuni, Università La Sapienza, Roma
>Marco Dogo, Università di Trieste
>Carlo e Donatella Giantomassi, Restauratori, Roma
>Kemail Luci, Museo del Kosovo, Pristina
>Valentino Pace, Università di Udine,
>Antonio Puri Purini, Consigliere diplomatico del Presidente della Repubblica
>Italiana
>Umberto Scerrato,Università La Sapienza, Roma
>Goiko Subotic, Accademia Nazionale delle Scienze di Belgrado
>
>Proiezione del documentario realizzato in Kosovo da Francesco Papafava,
Firenze
>
>Coordinamento scientifico: Michele Bacci, Scuola Normale Superiore
>email: michele.bacci@...
>Organizzazione: Segreteria della Direzione per le Pubbliche Relazioni e
>l'immagine della Scuola Normale Superiore
> Tel. 050 509052 - 509030 fax 050
>email: pozzi@... - felici@...
>Amelia Pozzi Vallerini
>Segreteria Associazione Normalisti
>Scuola Normale Superiore
>Piazza dei Cavalieri 7
>56126 Pisa
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