Informazione

DA FULVIO GRIMALDI
A RINA GAGLIARDI, LIBERAZIONE

Con l�istigazione
degli Stati Uniti e dei paesi Nato, in Jugoslavia � in corso un colpo di stato destinato a ulteriormente smembrare la Federazione e ad integrarla, dopo dieci anni di resistenza ad aggressioni, pressioni di ogni genere, sanzioni economiche, micidiali campagne di disinformazione e diffamazione, nel sistema economico e militare imperialista, sul modello di quanto � stato fatto a 10 paesi dell�est europeo, frantumati, diventati 28, uno pi� piccolo e pi� debole dell�altro, uno pi� povero e autoritario dell�altro. . Facendo leva sulla disperazione di una popolazione ostracizzata, diffamata, massacrata dalle bombe e dagli avvelenamenti, affamata, senza lavoro, minacciata di ulteriori punizioni militari, nonch� sulla prospettiva di un ritorno alla normalit� con la promessa della fine dell�embargo, la Nato ha attivato i suoi rappresentanti all�interno del paese per rovesciare con la violenza le istituzioni parlamentari legittime ed imporre un regime di autentico terrore. Viene fuori ora quanto avevo visto e scritto gi� giorni fa da Belgrado: che gli elementi guida della sollevazione erano migliaia di membri di squadre fascistoidi, agli ordini degli esponenti pi� squalificati, reazionari e servili verso l�Occidente.. Sono gli stessi che ora controllano tutti i mezzi d�informazione (prima c�era un pluralismo a favore dell�opposizione), gli enti di Stato, le municipalizzate, le fabbriche, i sindacati, da cui, con la violenza al limite del linciaggio, sono stati "democraticamente" estromessi i titolari, vicini al Partito Socialista o meno. Dalla Jugoslavia ci giungono notizie di una vera e propria caccia all�uomo. Le forze da anni finanziate e istruite dall�Occidente effettuano una selvaggia epurazione di tutti coloro che rifiutano la resa all�imperialismo euro-americano, la fine dell�indipendenza e delle conquiste sociali ancora conservate, pur tra contraddizioni e cedimenti, che per� vanno valutati facendo la tara sulle scientifiche satanizzazioni dei media imperialistici collaudate in termini identici fin dai tempi di Fidel Castro, Ho Ci Min, Yomo Keniatta, Makarios e tanti altri.. I sindacalisti della Zastava, gli stessi che, salutati come compagni, furono ospiti del nostro giornale, i dirigenti degli enti pubblici, dell�apparato statale, delle societ� statali e miste, delle istituzioni tutte, vengono maltrattati, costretti alle dimissioni e cacciati dai posti di lavoro. I loro uffici distrutti. Stazioni televisive, giornali, radio sono tutti sotto controllo di quella che si definisce Opposizione Democratica Serba, negando ai milioni che hanno votato per una maggioranza di sinistra nel parlamento federale e in quello serbo � del resto sciolti con la minaccia di occupazione, incendi e violenze personali da parte di una folla opportunamente manipolata e guidata dalle teste rasate di Djndjic e dai militanti di Otpor � la possibilit� di esprimersi. Viene rivelato da elementi della ex-opposizione, come il sindaco di Cacak, Ilic, che l�assalto al parlamento era stato pianificato con largo anticipato e guidato da elementi paramilitari facenti capo allo stesso Ilic e al vero uomo forte dell�operazione, Zoran Djindjic, da sempre noto come uomo dei tedeschi e degli americani. Tutto sta ad indicare che Vojislav Kostunica non � che la vetrina, riempita strumentalmente di parole d�ordine nazionaliste e anti-Nato, di un complotto che ha per veri ispiratori e capi le forze pi� reazionarie e filo-occidentali del paese, a partire dal Gruppo dei 17 economisti, fiduciari del Fondo Monetario Internazionale. Il concorso di massa all�operazione di conquista Nato della Federazione Jugoslava e l�assenza di una reazione popolare al colpo di mano non devono far credere che, come in troppi hanno scritto, si tratti di una "rivoluzione democratica". Si tratta piuttosto di un gigantesco inganno che ha potuto illudere milioni di persone soltanto in virt� di una decennale persecuzione da parte della cosiddetta "comunita� internazionale" , delle promesse di un futuro benessere per tutti garantito dal liberismo globalizzato, dell�uscita dall�isolamento, dal solito futuro di "latte e miele" e dall�assicurazione che ora sarebbe arrivato un idealistico regime senza macchia e paura. Non credo che quanto si sta verificando in Jugoslavia rappresenti una conquista democratica. Non credo che i comunisti si possano rallegrare dei successi di forze reazionarie al soldo dell�imperialismo. Non credo che si possa plaudire ai telegrammi di felicitazione di Xavier Solana, come ha fatto il cosiddetto movimento degli studenti Otpor, che fino a ieri inalberava bandiere rosse e oggi inalbera bandiere nere con � mistificando - al centro un pugno e inneggia al "modello occidentale". Non credo che ci si debba affiancare al giubilo di coloro, ieri bombaroli e anche anti-bombaroli, che plaudono al passaggio di un altro pezzo di Europa agli ordini dell�imperialismo e del mercato e che, pur riempiendosi la bocca di parole d�ordine antiliberiste, poi non rifiutano di tenere rapporti fraterni con una presunta societ� civile jugoslava, per sua stessa ammissione ispirata e finanziata da Washington, anche attraverso speculatori e destabilizzatori economici come George Soros. Non credo si possa trarre soddisfazione dal fatto che un popolo europeo, che ha resistito eroicamente alla pi� feroce aggressione bellica ed economica degli ultimi cinquant�anni, sia avviato sulla via della spoliazione capitalista e mafiosa, sul modello di quanto si � inflitto agli altri paesi dell�Est europeo. Non credo che i 700 milioni di dollari stanziati in due mesi da Washington per le opposizioni serbe e per il malavitoso Djukanovic, nonch� il programma economico del G17, stilato dal Fondo Monetario Internazionale, a parte la loro natura di interferenza e corruzione, aprano al popolo jugoslavo un futuro di maggiore giustizia sociale. Credo che il nostro Partito non abbia maturato una sufficiente comprensione di quanto sta avvenendo nei Balcani ed, soprattutto, abbia perso di vista la contraddizione principale. Credo malriposta la fiducia in forze e personaggi che si dicono democratici e che si sanno al soldo dell�imperialismo. Sicuramente insieme a tanti, spero perci� che il Partito voglia correggere l�impostazione finora data all�interpretazione dei tragici avvenimenti jugoslavi, in particolare attraverso un maggiore impegno chiarificatore del giornale, che appare appiattito su versioni dei fatti, idealistici, moraleggianti, non marxiste, largamente subalterne alla disinformazione ufficiale. Questo, permettetimi, magari anche per la cestinazione di quasi tutti le mie corrispondenze dal vivo su quello che succedeva in Jugoslavia. Mi auguro che i compagni si affrettino a denunciare l�involuzione in atto nella Federazione Jugoslava e ad esprimere concretamente la massima solidariet� alle forze della sinistra jugoslava, come gi� chiesto dal Coordinamento delle RSU. Mi aggiungo alla richiesta di tanti che su questo si possa aprire un vasto dibattito che faccia partecipe l�intero corpo del partito e si estenda a tutto il quadro internazionale, da troppo tempo negato alla nostra discussione, per quanto sempre pi� indissolubilmente legato ad ogni aspetto della nostra vita quotidiana, alla politica interna, all�assetto europeo. Chiudo ricordando le parole e gli occhi di coloro che in tutta questa terribile guerra non hanno fatto che soffrire, anche per colpa nostra, a perdere, a resistere. Coloro che con inaudita forza hanno rimesso in piedi una grande fabbrica autogestita, che con i nostri miseri aiuti hanno nutrito i figli degli operai disoccupati, dei profughi, che senza nessuna discriminazione politica o etnica mai hanno governato una rinascita e ora si trovano cacciati da posizioni, lavoro, case e minacciati di morte. Ci dicevano: fate sentire anche la nostra ,di voci, in Italia. Erano voci di sinistra, sono state spazzate via dalla "rivoluzione democratica" contro un regime che non si � difeso trucidando 90 rivoltosi (Palestina), o incarcerando e massacrando di botte 1000 manifestanti (Praga). Alla mia partenza i loro occhi mi seguivano come un naufrago guarda allontanarsi una barca. Ho tentato di raccontarlo. Non mi � stato consentito.

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Bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'"

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FULVIO GRIMALDI. Articolo da Belgrado non pubblicato.

Articolo del 7/10/00

BELGRADO. Curioso come l�essere umano possa vivere un cataclisma e il giorno dopo muoversi, parlare, ridere, lavorare, giocare, come sempre. Semmai un po� stordito, come mi appare stamane la gente che se ne va per Belgrado. Tutto � cambiato, ma l�uomo resta inchiodato ai binari della sua normalit�. Una forza? Una carenza? In ogni caso permette di sopravvivere. Un fatto � certo: l�euforia, il giubilo, ma anche la collera sono solo dentro ai cortei. Fuori, nello spazio della vita che continua, non ci sono.
Belgrado si � svegliata al suo tran tran di sempre, di giorno niente manifestazioni, assedi, qualche rappresaglia s� per�, un negozio devastato, sedi di giornali governativi spazzati o incendiati, tappati in casa gli sconfitti, pieni di paura e bersagli di minacce telefoniche di morte (soprattutto a sindacalisti), disoccupati ai caff� come sempre, o sui marciapiedi a vendere residuati di benessere, impiegati frettolosi verso gli uffici (ci sar� ancora? Avr� ancora il mio posto?), operai alle fabbriche rabberciate del dopo-bombe dove oggi � giorno di paga e la distribuisce il sindacato indipendente, quello del 3-4%, insieme a un modulo imperativo di iscrizione.
Il mio risveglio � stato accompagnato dalla stonatura, per me almeno, dell�entusiasmo paradossalmente universale del mondo occidentale che, con ogni buona volont�, non riesco a condividere guardando in faccia gli amici, i compagni di qua. E vi giuro che si trattava di comunisti insoddisfatti gi� prima, di sindacalisti, non di "scherani di Milosevic". C�� stata l�apparizione, tra lo jeratico e lo spettrale, di Slobodan Milosevic che riconosce la sconfitta e si propone � suggerimento russo � a leader della nuova opposizione, visto che nei parlamenti federale e serbo la sua � tuttora una legittima e forte maggioranza. Da tutti gli schermi - un coro senza pi� eccezioni a favore del nuovo potere - cola una soddisfazione un po� proterva, con i tamburellatori di Otpor, con la maglietta che dice "G17" (gli economisti dell�indirizzo thatcheriano), che aprono ogni telegiornale. Si alternano, graditi ospiti, i Clinton, i Blair, gli Schroeder, i Cook (virulento come sempre), una vampiresca Albright e tutto il resto della compagnia della brutta morte (per la Federazione jugoslava extra-Nato).
Il bassotto Nando ed io abbiamo, tra altre mille, una cosa in comune: sospettiamo, annusiamo che perlopi� l�amico dei nostri nemici e nostro nemico, o, meglio, che il nemico dei nostri amici � nostro nemico. Kostunica difende la serbit�? Benissimo, ce n�� bisogno. Ma Kostunica � anche un capitalista liberista e monarchico (vedere il suo programma, peraltro stilato dall�ultr� Djindjic, e dal "gruppo dei 17" iperliberisti come, pare , i suoi discorsi) e questo, ne ll�era della globalizzazione imperiale non si concilia molto con alcun nazionalismo che non sia difesa dell� identit�, folklore, fanatismo etnico. Capitali stranieri, proclamano Otpor e il G17, avanti marsch! Lo dicono anche nelle interviste ai speranzosi giornali europei di sinistra. Significa che per tutto il paese varr� la legge del FMI, del WTO, della BM. Sul modello delle telecomunicazioni a suo tempo per met� cedute a Telecom Italia. Risultato: un dirigente intasca 50.000 dinari, un operaio 2000. Esito della partita: 25 a 1. Sar� cos� alla Zastava, domani non pi� autogestita e a cui un futuro di bassi salari e alti investimenti stranieri � stato appena promesso da Otpor, dove invece si giocava col punteggio fisso di 5 a 1. E� vero, anche alla Zastava hanno scioperato, causando shock e delusione tra molti. Ma sono rimasti in fabbrica, non si sono uniti a nessun corteo e dichiaravano di scioperare perch� la si facesse finita con la giostra dei risultati elettorali. Anche quella condotta dalla DOS.
Gli schermi filo-occidentali imperversano. Altra meraviglia da Far West: il Dipartimento di Stato ribadisce la taglia di 5 milioni di dollari per chi cattura o ammazza Milosevic. Poi Clinton e compari, si prodigano, per�, in espressioni di affettuosit� per "il povero popolo serbo che tanto ha sofferto", mica per le bombe, l�uranio, l�embargo, ma perch� trascinato dal "dittatore" in dieci anni di guerre, tutte perse (ed � questo il rimprovero che gli fanno dalla piazza. Solo Otpor insiste sulla "repressione" e sulla "dittatura", sotto la quale, peraltro, ha operato, con lo stesso personale, fin dai tempi di Zajedno). E pensare che, prima, erano tutti un branco di feroci aggressori e pulitori tecnici, da colpire senza piet� con 40.000 tonnellate di esplosivo. Quanto tempo � passato da quando i capi e i sicofanti delle "grandi democrazie" facevano tracimare la cattiveria di "Hitlerosevic" (che presto, vedrete, verr� sepolto da nuovi scandali ed orrori, sul tipo delle ormai dimenticate mistificazioni di Racak, Sarajevo, fosse comuni,ecc.) su tutto il popolo serbo. E il "bagno di sangue" che il regime avrebbe allestito in caso di rivolta? Oggi l�unica violenza � quella esercitata dagli epuratori democratici, a esercito e polizia sull�attenti. C�� mai stata una transizione, un rovesciamento totale cos� indolori?
Riflette il vice-ministro degli esteri, Zoran Novakovic, ancora al suo posto e che forse ci rimarr�, sempre che una fazione del Partito socialista del Montenegro, quella di Predrag Bulatovic, non passi con i vincitori. "Quando le stesse forze di oggi scesero in piazza per settimane, nel 96-97, cio� in piena dittatura, come si dice, forse Milosevic avrebbe dovuto dimettersi allora. Avrebbe salvato pelle, libert�, indipendenza, conquiste sociale del paese e, forse, ancora un ruolo per s�. Chiss� come ci sarebbero rimasti i terroristi del Kosovo e la Nato e oggi il quadro sarebbe assai diverso. La maturit� democratica di questo paese, esaltata dal confronto con i macelli israeliani o con i tanti golpe fascisti organizzati dagli USA, dal Nicaragua al Congo, dall�Iran di Mossadeq all�Italia delle stragi, al Cile, viene ribadita dalle forze armate che si sono messe agli ordini del nuovo potere. Decisione non proprio facile visto il nevrotico accanimento dei giudici dell�Aja anche
contro i comandanti dell�esercito.
Intanto su questo Kostunica che biasima la Nato e fa il serbista "buono" si addensano le prime nuvole di origine atlantica. Da Londra si insiste che il "dittatore" (un dittatore che ha permesso la costituzione della pi� grossa quinta colonna mai vista in un paese assediato) venga consegnato nelle grinfie della giudice Del Ponte o, quanto meno, lo si incarceri, processi ed impicchi in Jugoslavia. Piacerebbe anche che facesse la fine di Dragoljub Milanovic, direttore generale della TV di Stato, e del suo commentatore principale, ridotti in fin di vita da una folla di picchiatori e poi "scomparsi" dall�ospedale. Qualche osservatore, poi, incomincia ad arricciare il naso davanti ai pronunciamenti nazionalisti di Kostunica e a consigliare di centellinare la rimozione delle sanzioni. Clinton non ha forse detto ieri che gli USA, "ora men che mai si ritereranno dai Balcani; anzi si impegneranno molto di pi� sia nella ricostruzione (che non si illudano gli europei! Ndr), sia nel controllo democratico (quattrini agli amici, armate ai confini. Ndr)" E anche Blair ha messo le mani avanti: "Il comunismo non sparisce in una notte. Sono oltre due milioni ad aver votato per il comunismo. Ci vorranno anni per sradicarlo".
Ancora il sottosegretario Novakovic, che ha partecipato agli incontnri del ministro degli esteri Boris Ivanov:"Se nonostante il pandemonio dei risultati elettorali e i pogrom delle squadracce di Djndjic e di Otpor, � stata evitata la guerra civile, il merito va anche ai russi che sono riusciti ad imporre a Djindjic l�accordo tra Milosevic e Kostunica. La mediazione tra un Kostunica presidente e un Milosevic libero, incolume e forse futuro interlocutore politico � tutta da ascrivere a Putin ed Ivanov che, in questo modo, si sono assicurati il rispetto di entrambe le parti e, ancor pi�, del paese, mentre in Europa non si faceva che abbaiare in coro con gli integralisti americani. Bisogna ora vedere come reagiranno i vari burattinai alle spalle di un Kostunica totalmente privo di una base organizzata, compreso il mafioso Djukanovic.
Non c�� modo migliore per capire chi siano queste masse affamate di Occidente che, incontrastate, hanno rovesciato la Jugoslavia come un guanto, che immergersi in uno dei loro cortei serali da l00.000 persone. Pare di stare in una di quelle fiumane al fischietto e al clackson che animano i dopopartita di Roma o Lazio. Stasera sgorgano, ricordando monetaneamente un�adunata giubilare, dalla cattedrale di Belgrado dove Gaspodin Pavle II, il vecchio patriarca ortodosso, si � tolto dalle scarpe il cinquantennale sassolone della laicizzazione della societ�, benedicendo Kostunica e tutti coloro che lo seguono. Re, Chiesa e Famiglia sono i pilastri del programma di Kostunica. A organizzare, lanciare le parole d�ordine, scorazzare con squadroni di moto o con auto che inalberano bandiere serbe e icone della madonna, sono sempre i giovanotti, italianamente griffati e cellularizzati di Otpor, reduci (ammissione loro) da una corso di 10 giorni a Sofia condotto dalla CIA, oppure quei simil-naziskin del servizio d�ordine di Djndjic. Ma nel grosso c�� davvero di tutto: moltissimi ragazzini sbrindellati delle periferie, famigliole popolari, signore cotonate piccolo-borghesi, impiegati un po� lisi, lavoratori in tute bisunte. Una striscia umana davvero interclassista. Su tutto i vessilli di Otpor, ieri rossi, oggi neri. Curiosi questi di Otpor che, sotto il loro pugno chiuso bianco, inneggiano al ritorno dell�Occidente. Qualcuno di loro ha la maglietta della padovana Radio Sherwood. Le vetrine infrante della boutique di Marko Milosevic (un negozietto di 70 metri quadrati, altro che "catena"), le carcasse bruciate delle auto sotto il Parlamento, la sede della TV ridotta in macerie, molte sedi del Partito Socialista incendiate, sono segni di collera che contrastano con l�umore bonaccione di queste sfilate. Come le scritte sui muri della celebre Kneza Mihaila, zeppa dei negozi delle firme italiane ed americane cui tutti pensano di poter accedere domani, quando sar� arrivato il bengodi capitalista. Fino a ieri si leggeva "Nato vaffanculo", "Clinton al bagno nel Danubio", "Usa ci fai un baffo". Oggi:"Milosevic sparati", "Buongiorno Mondo". Dappertutto il pugnetto di Otpor e una finta targa automobilistica addosso alle persone o ai muri:"YU-24-09-00", la data delle elezioni.
La BBC manda in onda il ministro degli esteri Robin Cook. Quello che ha sempre detto di volersi mangiare Milosevic in fricassea. C��, sconcertante, un fuori onda in diretta. Cook che fa le prove: "Il governo britannico riconosce Kostunica come capo del governo� no, come capo dello Stato�Ma cosa diavolo � quest�uomo, capo del governo o capo dello Stato?" Poi si ricompone e risbaglia:"Il nostro governo riconosce Kostunica capo del governo jugoslavo". Gi�, � la regina Elisabetta fa invece il premier.
Non siamo i soli ad avere una classe dirigente di cannibali da operetta.
Seduta per terra un�anziana, bella contadina in nero vende grandi e spampanati fiori di carta. Da lontano un soffio di tramontana sostituisce gli onnipresenti Ramazzotti e Spice Girls con il grido del grande Bora Djeordjevic. La sua � una voce malata, ventrale, straziata, maledetta. Grida di "amata patria". Pare che il cantautore dei "Riblia Ciorba" stia morendo in un mare di birra. Il canto si perde in un cielo senza stelle. Alle stelle sale solo l�inflazione. Il mercato valutario ha salutato l�arrivo del libero mercato facendo crollare il dinaro da 28 per un marco dell�altro ieri, ai 42 di oggi. Il latte � aumentato di tre volte. Lo stipendio medio resta inchiodato a 80.000 lire. Dei settecento milioni di dollari stanziati dagli USA per la DOS negli ultimi due mesi, neanche un cent � arrivato a chi non balla al suono delle stelle e striscie. Dalla Zastava, stella polare per operai in mezzo mondo, arrivano notizie da brivido. Sputi e schiaffi ai nostri compagni sindacalisti. C�� poco da ridere, Belgrado.

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da Coordinamento nazionale "LA JUGOSLAVIA VIRA'"

LETTERA APERTA A GIULIO MARCON
E P.C.
ALLE TESTATE "IL MANIFESTO" E "LIBERAZIONE"

Gentilissimo signor Marcon,

da quando la NATO scaten� i bombardamenti sulla Repubblica Federale di Jugoslavia lei si � sempre dichiarato contrario a tale intervento. La sua ONG, l'ICS, ha sempre rifiutato i fondi della "Missione Arcobaleno", sostenendo che operavano una selezione tra le popolazioni da soccorrere, escludendo la societ� civile serba, incolpevole delle malefatte di Milosevic. Che abbiate fatto bene a rifiutare quei fondi e' dimostrato anche dagli scandali subito scoppiati in merito al loro utilizzo, sui quali sorvoliamo per brevita'. Tuttavia, per vostra fortuna avete sempre trovato altri capitoli di spesa per finanziare gli interventi della organizzazione di cui lei fa parte, garantendo che si trattava di fondi puliti, benche' elargiti attraverso Enti locali ed UNOPS (filiazione dell'ONU praticamente controllata dal nostro governo) dallo stesso Stato che aveva bombardato colonne di profughi e complessi petrolchimici. Ci siamo fidati proprio in virtu' delle sue dichiarazioni contro la NATO e l'embargo ed anche perche' eravate comunque tra i pochissimi a realizzare un intervento umanitario in territorio serbo: le avevamo sempre creduto sulla parola.

Le sue dichiarazioni sul "Manifesto" del 6 ottobre suscitano per� qualche perplessit� di cui intendiamo farla partecipe. Ella apre un credito di fiducia nei confronti di Kostunica, ritenendolo "persona pulita e libera", con il quale la societ� civile serba "pu� sperare che si apra una nuova fase della vita democratica e civile". Questa sua ottimistica dichiarazione e' stata anche tradotta in una mobilitazione (sit-in) che avete tenuto con altri dinanzi all'Ambasciata della RFJ.
Essa si concilia perfettamente con i toni entusiastici che sono stati usati non solo da chi lo scorso anno bombardava, ma anche da chi in queste settimane ha censurato notizie, presentando l'assalto al Parlamento Federale della RFJ come una rivoluzione libertaria attraverso foto con pugni chiusi in primo piano che nascondevano una selva di "tre dita" nazionaliste serbe, bandiere nere e con le 4 "C" e barboni cetnici.
Sulla base di questa svolta cosiddetta "democratica", Ella auspica una conferenza di pace che "finalmente dia una soluzione complessiva e integrata ai problemi della regione". Se abbiamo capito bene questo significa che lei auspica piu soldi per chi come lei stesso opera da anni in tal senso; insomma una specie di "cicero pro domo sua"... Magari una caduta di stile, ma operata nella completa buona fede di chi vede finalmente premiata la propria lungimirante rettitudine. Le perplessit� nascono in verit� poche righe dopo, quando, al Kostunica, pulito e onesto, ella ritiene di fatto inevitabile IMPORRE (�questo il termine da lei usato), la dura prova "della separazione della regione [Kosovo] dalla Serbia". Dunque, se le parole hanno un senso, lei ritiene che la cosiddetta Comunit� Internazionale debba imporre a Kostunica l'indipendenza del Kosovo come "soluzione di una ferita ancora aperta". Ci scusi se non abbiamo capito bene, ma questa soluzione la vede al momento in compagnia non gi� delle Nazioni Unite e neppure, almeno formalmente, della stessa NATO, ma piuttosto dei falchi del Pentagono e dei leader nazionalisti albanesi, tra cui l'esponente dell'(ex?)UCK Krasniqi che due giorni dopo � stato uno dei pochi a fare una dichiarazione altrettanto esplicita.

Gentilissimo signor Marcon, ci dica che si tratta solo di un incubo, che la tipografia del "Manifesto" era piena di soggetti allucinati e deliranti che hanno frainteso le sue dichiarazioni di galantuomo probo e disinteressato: come Ella forse sapr� - visto che sta intervenendo in Kosovo anche coi soldi dei cittadini italiani - il Kosovo ha visto, nel corso dell'ultimo anno, l'attuarsi di una pulizia etnica che ha portato alla quasi cancellazione della presenza della popolazione di origine non-albanese dalla regione, un'operazione gestita dalla stessa UCK, di fronte alla presenza imbelle di truppe internazionali che hanno assistito al massacro 'etnico' di centinaia di innocenti. Lei crede dunque che occorra imporre ai nuovi governanti della Serbia la 'dura prova' di assistere al perpetuarsi irreversibile di tali crimini? Che debbano assistere ai massacri e alle pulizie etniche tacendo, per acquistare una patente di totale e indiscutibile democraticit�? Forse crede che la befana-Rugova, dopo le elezioni in Kosovo, porter� l'ordine nella regione e agevoler� il rientro dei quasi 200mila profughi scappati verso Belgrado? Non possiamo crederci, non ci siamo mai permessi di pensare che lei sia un cretino, n� che lei ritenga tali coloro che leggono i suoi scritti.

Cordialmente

(Ordine del giorno approvato nella riunione del Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'"
dell' 8/10/2000; per contatti:
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Voici les derni�res synth�ses de nouvelles yougoslaves �labor�es par Fr�d�ric Delorca, avec l�aide de Robert Pontnau (pour la lecture de la presse serbe, bulgare et mac�donienne) et publi�es sous http://ns.cnlcontact.com/delorca/french/homef.htm Ces informations, actualis�es et archiv�es depuis plus d�un an, sont destin�es � contre-balancer ou nuancer les comptes-rendus de la situation yougoslave tels qu�ils sont d�livr�s par les m�dias dominants.


******** 20 octobre 2000 ********


- Gouvernement f�d�ral yougoslave


Le parti du pr�sident mont�n�grin Djukanovic a refus� de collaborer � la constitution du nouveau gouvernement du pr�sident Kostunica au terme de sa visite � Podgorica hier, o� il a re�u un accueil extr�mement froid, � un niveau protocolaire tr�s bas (RFE - http://www.centraleurope.com/yugoslaviatoday/news.php3?id=211226§ion=default). Les partisans de Mila Djukanovic demandent toujours l�ind�pendance de leur Etat. leur pr�sident quant � lui souhaite une union de deux Etats permettant � chacun des deux une repr�sentation dans les instances internationales. Le Parti social-d�mocrate lui, bien qu�il consid�re que la Yougoslavie n�a pas d�avenir, estime que Podgorica devrait coop�rer avec Belgrade � la veille des �lections.


Apr�s que l��missaire de l�OSCE Albert Rohan ait annonc� qu�il n�y aura pas d�aide internationale � la Serbie si le SPS si�ge au gouvernement f�d�ral, le premier-ministre potentiel Predrag Bulatovic a annonc� qu�il va r�unir le comit� central du Parti du Peuple mont�n�grin samedi pour qu�il d�cide de rompre son alliance avec le SPS. Selon le quotidien Vijesti de mercredi, Predrag Bulatovic est entr� en conflit violent avec Momir Bulatovic, leader du PPM, qui souhaitait que son parti d�fende l�id�e d�une pr�sence de ministres socialistes serbes au gouvernement f�d�ral. Le PPM pourait �tre sur le point d��clater.


Selon les derniers r�sultats publi�s par la Commission f�d�rale, le SPS et la YUL ont 44 si�ges � la Chambre des citoyens et ODS (DOS) 58. Le PRS en d�tient 5, l�Alliance des Hongrois de Voivodine un. Au sein de la chambre haute, la gauche garde sept si�ges, DOS 10, les radicaux 2 et le Parti du renouveau serbe 1.


- Gouvernement de Serbie


Les ministres du Parti radical ont d�missionn� du gouvernement de Serbie estimant que ce gouvernement n�a plus les moyens de fonctionner et refusant de prendre part plus avant au putsch constitutionnel organis� par la coaltion ODS (http://news.freeb92.net/)


- La Grande Manipulation


Sous le titre : � La chute pr�par�e de Milosevic � Christophe Ch�telot et Natalie Nougayr�de d�taillent les aspects pr�m�dit�s du coup d�Etat du 5 octobre 2000 � Belgrade. L�article s�ouvre sur une citation du g�n�ral Vuk Obradovic ancien porte-parole de l�arm�e f�d�rale yougoslave qui d�clare �On ne peut jamais planifier � 100% ce genre d��v�nement. Tout s�est pass� pour le mieux�. Le g�n�ral ajout� �Ce fut un d�sordre� bien organis�. Nous avions un plan d�action.� � Tous les acteurs de cet �octobre serbe�, comme le nomment des journaux de Belgrade, n�ont pas encore parl� mais il semble bien que sur la �fulgurante� r�volution populaire plane l�ombre d�uncomplot ourdi de l�int�rieur et que c�est la conjonction des deux �l�ments qui aura �t� fatale � Slobodan Milosevic. � commentent les deux journalistes qui d�taillent des �l�ments tr�s clairs : le parlement n��tait pratiquement pas d�fendu, la pr�sence organis�e par le maire de Cacak, de parachutistes de la 63e brigade bas�e � Nis ralli�s � l�opposition, des policiers en civil �quip�s de talkies-walkies. Des supporteurs du club de football Etoile rouge avaient�t� sollicit�s pour participer � l�insurrection. Une �bonne coop�ration� �tait assur�e avec Otpor. Des camions remplis de pierres et un bulldozer faisaient partie du cort�ge et les cibles des manifestants avaient �t� d�sign�es � l�avance.


� Paradoxe de cette Serbie o� la force de frappe des d�mocrates allait �tre, ce jour-l�, une bande de jeunes ayant tremp�, de pr�s ou de loin, dans les crimes de guerre des ann�es 1990� � notent perfidement les journalistes : Cacak a fourni les gros-bras, � Belgrade les chefs de la police et de l�arm�e se ralliaient en douce � l�opposition, persuad�s de le fair notamment par la r�sistance de la mine de Kolubara.


Tout �tait pr�par� y compris la prise des m�dias socialistes. Le r�cit du journal sur ce point est tr�s minutieux.


Sans le ralliement des forces arm�es, les manifestations auraient d�g�n�r� en un bain de sang. Un des facteurs de ce ralliement, selon Le Monde : l�amertume de la d�faite au Kosovo. Mais Le Monde ne cache rien non plus du r�le des Occidentaux : 70 millions de dollars chiffre mentionn� par le Washington Post, tandis que les milieux d�opposition serbes parlent plut�t de 22 millions de dollars pour l�ann�e 2000, programmes de l�Union europ�enne tels qu� �Ecoles pour la d�mocratie� acc�l�r�s en p�riode d��lection. Le gouvernement norv�gien, par l�interm�diaire de son charg� d�affaires � Belgrade, accordait des aides aux �tudiants. Des instituts de sondages financ�s par l�Occident se penchaient sur le profil id�al du candidat susceptible de l�emporter contre Milosevic. � Selon des m�thodes employ�es auparavant par des ONG en Slovaquie en 1998 (�lections l�gislatives qui men�rent � la chute du premier ministre autoritaire Vladimir Meciar) et en Croatie en 1999 (lors de la pr�paration des l�gislatives pr�vues pour novembre, avant que le calendrier ne soit bouscul� par la maladie et le d�c�s de Franjo Tudjman), l�une des priorit�s fix�es en Serbie �tait de �faire sortir le vote des jeunes�. (�) Des concerts �taient organis�s (�Rock pour le vote�), des campagnes d�affichage, pr�par�es selon des m�thodes de marketing occidentales, �taient lanc�es. Des autocollants humoristiques, des caricatures de Milosevic, fleurissaient partout. Le dirigeant d�un m�dia d�opposition � Belgrade raconte comment des rencontres eurent lieu avec des repr�sentants d�ONG slovaques et croates, venus � Belgrade dans les mois pr�c�dant le scrutin. � (Le Monde - http://www.lemonde.fr/article/0,2320,seq-2044-108143-QUO,00.html) L�article en dit long sur les moyens que l�Occident s�arroge pour �carter du pouvoir des r�gimes qui lui d�plaisent. Quelle qu�ait �t� la volont� r�elle de la population serbe concrenant le changement politique, la manipulation occidentale r�v�l�e aujourd�hui dans toute son ampleur a quelque chose de profond�ment choquant.


- Kosovo


Cinq familles serbes ont quitt� le nord de Mitrovica depuis un mois parce que leur s�curit� n�est pas assur�e selon un repr�sentant du Parti d�mocratique serbe au Kosovo, tandis que la MINUK reconstruit des maisons albanaises � Kosovska Mitrovica-nord mais aucune maison serbe dans la partie sud (Serbia-Info : http://www.serbia-info.com/news/2000-10/20/20949.html ). Un rapport de 89 pages de l�OSCE d�nonce les violations des droits de l�homme au Kosovo sous la responsabilit� de l�administrateur Kouchner et l�orientation anti-serbe du syst�me de justice kosovar (AFP - http://www.centraleurope.com/yugoslaviatoday/news.php3?id=210843§ion=Kosovo)


- Etats-Unis d�Am�rique


Selon Associated Press, un �missaire des Etat-Unis s�est rendu � Podgorica pour recommander au pr�sident Djukanovic d�abandonner son projet de s�cession du Montenegro. L�option de Washington serait aujourd�hui d�obtenir la constitution de trois R�publiques au sein de la Yougoslave : Montenegro-Serbie-Kosovo (AP - http://www.washingtonpost.com/wp-srv/aponline/20001015/aponline161209_000.htm)


******** 19 octobre 2000 ********


- Economie


Reuters du 19 octobre et d�autres m�dias �voquent la situation �conomqiue catastrophique de la Serbie. L�inflation des douze derniers mois s��levait � 120 %, le ch�mage � 30 et le salaire moyen � 90 par mois. Les gens survivent gr�ce aux aides de la diaspora 250 millions de marks of par mois, et � l��conomie parall�le. L�UE a promis 173 millions de dollars d�assistance hivernale mais selon un consailler de l�Economics Institute, il en faudrait au moins 500. L�envoy� de l�ONU dans les Balkans Carl Bildt a estim� que les aides devaient �tre mesur�es afin de ne pas transformer la Serbie en pays du tiers-monde d�pendant de l�aide et ultra-endett�. La dette ext�rieure serbe est d�j� de 14 Md de dollars (Reuters - http://dailynews.yahoo.com/h/nm/20001019/wl/yugoslavia_economy_dc_3.html). Selon nos calculs le produit national brut serbe pourrait s��lever � un peu plus de 10 Md de dollars (chiffre optimiste �tabli sur la base d�un PNB par habitant de l�ordre de 1500 dollars par habitant en 1996, et qui int�gre � la fois les destructions de 1999 et la perte du Kosovo). Cela signifierait un dette sup�rieure au PNB, alorsque, � titre de comparaison la Russie avait une dette externe de 120 milliards en 1998 pour un PNB de 450 environ (soit environ 25 % du PNB). La Mac�doine en
1997 avait un PNB de 3,5 Md de dollars et une dette externe de 34 % du PNB. Cependant le probl�me du calcul de la dette serbe, compte tenu de la succession d�Etat en Yougoslavie en 1992 reste assez complexe. Il est certain en revanche que la Serbie n�a aucun moyen d�honorer ses remboursements d�emprunts puisque les infrastructures sont largement d�truites et que les rares entreprises viables ont d�j� �t� privatis�es.


- Kosovo


Voice Of Russia a critiqu� les prochaines �lections locales kosovares du
28 octobre comme �tant une nouvelle initiative pour d�manteler la Yougoslavie. WorldNetDaily.com rappelle que de la m�me fa�on la Gr�ce avait critiqu� l�organisation l�Albanie parce qu�elle emp�che la minorit� grecque de voter sur son territoire. Le gouvernement albanais reporche � des politiciens grecs de soutenir des �lans s�cessionnistes au sein de la minorit� grecque dans ce pays. (http://www.worldnetdaily.com/bluesky_westerman_news/20001019_xnwes_moscow_con.shtml )


******** 18 octobre 2000 ********


Selon une interview de Zarko Korac accord�e � l�hebdomadaire Globus, un des responsables de DOS (ODS), le pr�sident du TPIY Claude Jorda n�exclut pas l�hypoth�se d�un proc�s de M. Milosevic en Serbie (Cable News � Reuters)


******** 17 octobre 2000 ********


- Fin de la Yougoslavie ?


Le journal Le Monde se r�jouit de ce que M. Kostunica ait annonc� dans le Figaro-magazine du 14 octobre que � Si les peuples serbe et mont�n�grin le veulent bien � le terme � Yougoslavie sera supprim� �. � En supprimant le mot Yougoslavie, M. Kostunica mettrait ainsi fin � une usurpation � �crit le journaliste Daniel Vernet en conclusion de son article (Le Monde du 17 octobre 2000). Evidemment l�article ne fait aucune mention du projet de coexistence multinethnique que rec�le ce terme.


******** 15 octobre 2000 ********


- Pressions sur la Serbie


Les lobbies pro-musulman et pro-albanais fran�ais (l�Association Sarajevo et le Comit� Kosovo) font � nouveau entendre leur voix pour accentuer la pression sur la Serbie dans un article publi� dans Le Monde � Serbie : devoir de vigilance �). Rappelant que la Serbie est selon eux responsable � d�une politique d�agression et de purification ethnique �, les intellectuels extr�mistes demandent � l�Occident d�exiger de Belgrade : la reconnaissance de l�int�grit� de la Bosnie, le respect d�une r�solution 1244 du Conseil de s�curit� de l�Onu interpr�t�e dans les perspective de l�ind�pendance du Kosovo, qu�elle renonce � la tutelle sur le Mont�n�gro, et qu�elle coop�re avec le TPI. Les auteurs de ce br�lot sont MM. Jeanson, Dizdarevic, Lazar, A. Joxe, et Mme MF Allain (Le Monde 15-16 octobre 2000 p.15)

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