Jugoinfo

From: glr <glr_y@...>
Date: Thu Oct 26, 2000 2:35pm
Subject: In risposta a Marco Ferrando - Milosevic o
Kostunica? "N� - N�" ...


Inviato a Curzi e co. .....

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Alcune considerazioni sull'articolo di Marco Ferrando "N�
con Milosevic, n� con Kostunica" pubblicato su
Liberazione gioved� 28 ottobre 2000.

Innanzitutto, sul supposto 'confronto' che avrebbe trovato
spazio su Liberazione (sulla divisione in 'due analisi
opposte' torno dopo).

Il confronto di cui si parla non c'� stato: abbiamo tutti
assistito ad una 'linea unica' del giornale, e man mano che,
nell'avvicinarsi delle elezioni e nel mezzo della
campagna elettorale, la situazione precipitava, il nervosismo, la
scarsit� di analisi, e infine i tagli a lettere e articoli
'fuori linea' � risultato sempre pi� evidente, fino alle mancate
pubblicazioni degli articoli di Fulvio Grimaldi (e di
altri giornalisti - anche internazionali: uno per tutti Michel
Collon - cui nessuno spazio � stato dato sul giornale,
presenti a Belgrado durante le elezioni, la preparazione
delle manifestazioni di piazza 'spontanee' e l'assalto
al Parlamento, alla TV, alle sezioni di partito e sindacali).
Questo mentre su altre testate - lasciamo stare il
Manifesto - , sul Web e su altri media di sinistra informazione,
discussione e dibattito giravano a pieno ritmo. Su
Liberazione si � cominciata a rivedere un po' di luce soltanto
con la pubblicazione - anch'essa tagliata - dell'appello
delle RSU lombarde per le violenze subite dai
sindacalisti Zastava e, successivamente, con la
pubblicazione dell'intervista di Sabrina Fusari al professore
universitario di Nis Djordje Vidanovic contrapposta ad
un articolo di Fulvio Grimaldi, sotto il titolo 'punti di vista
- due opinioni a confronto' o qualcosa di simile (Faccio
notare che il contenuto dell'intervista era pieno di
asserzioni palesemente false, cosa che ha spinto molti
compagni a scrivere a Liberazione, visto che le
affermazioni di Vidanovic venivano smentite da articoli
pubblicati perfino dal New York Times e da Der Spiegel,
e da notizie di fonte diretta del Congresso Usa. Una
lettera 'collettiva' apparsa nei giorni successivi ad esempio
si soffermava sugli enormi finanziamenti ricevuti dal DOS
e negati dal professore jugoslavo, tale lettera � stata
per� pubblicata con una sola firma...). Il tutto, con di
spalla un'analisi politica priva di autocritica di Salvatore
Cannav� che, tra un colpo al cerchio e uno alla botte,
non riconsiderava i suoi articoli pro rivoluzione
democratica modello Kostunica dei giorni precedenti (ad
esempio, nel riportare due righe sul sindaco di Cacak
Ilic, che alla guida di 2000 uomini per sua stessa
ammissione addestrati dalla Cia era andato all'assalto del
Parlamento, Cannav� aveva affermato che le dichiarazioni
di Ilic erano frutto di sue invenzioni utili per la
campagna elettorale di dicembre...). A cotanto
'confronto' vanno aggiunte le cronache asciutte pubblicate a
seguire, paragonabili e spesso uguali agli articoli che si
potevano leggere su tutti gli altri giornali borghesi, da
Repubblica al Piccolo, pari pari. Ricordo un unico
'pezzo' da segnalare: quel "A Minsk, a Minsk: next step
Bielorussia" di Giulietto Chiesa ma ripreso, ahim�,
dalla Stampa. E ricordo anche una foto del 26 settembre a
Praga con un cartello di Otpor in primissimo piano, con
su scritto "Socialismo per la rivoluzione!": alla faccia
della coerenza. Per non parlare delle manchette
dell'ARCI "Milosevic sei finito!" pubblicate a pi� riprese nei
giorni precedenti le elezioni federali del 5 ottobre,
che sembravano commissionate direttamente dalla Cia che
nemmeno la Dc del '48 faceva altrettanto: per fare un
confronto, due settimane dopo (e ben dopo le elezioni...)
la manchette su un'iniziativa del Coordinamento Nazionale
La Jugoslavia Vivr� � stata pubblicata con la dicitura
"Inserzione Pubblicitaria".... come una pubblicit� Fiat
o Finmeccanica. Quel giorno le altre manchette pubblicate
non riportavano tale 'avviso': in redazione se ne sono
accorti, e il giorno dopo per fare gli 'imparziali' hanno
apposto la dicitura a TUTTE le manchette pubblicate,
compresa quella di una federazione del Prc.... Vedere per
credere. Per finire, la redazione avrebbe potuto
tagliare in altro modo la foto del Parlamento che accompagna
oggi l'articolo di Ferrando: nella foto originale, oltre
ai pugni di Otpor, si stagliano in cielo molte mani con le tre
dita del nazionalismo serbo di Dio, Patria e Popolo.
E' stato questo il 'confronto' di cui parla Ferrando?

Le 'due analisi opposte'

Se ai lettori del giornale e ai compagni tutti, dentro e
fuori Rifondazione, la vicenda pu� essere apparsa, ed ora
pu� essere proposta, come la contrapposizione di due
fazioni, e se su questo Ferrando pu� basare tutto il suo
ragionamento - far risalire questo presunto dualismo a dei
nodi 'originari', pur reali e presenti, non affrontati e
non risolti da Rifondazione, e quindi allo 'stalinismo'
e 'movimentismo' presenti in contrapposizione all'interno
del partito, in modo funzionale alle sue analisi e alle
sue facili, e per molti versi condivisibili conclusioni - , ci� �
potuto accadere proprio perch� il giornale, e con esso
il partito, ha evitato di affrontare la questione prima che
essa divenga ingestibile (torna qui in mente il dibattito
sulla questione internazionale avviato a luglio da Sorini e
poi risolto frettolosamente dal Cpn, senza che tale
discussione potesse coinvolgere il corpo del partito). Che ci�
sia stato fatto per l'assenza di una linea politica
unitariamente accettata dalla redazione o per timore e incapacit�
nel gestire un confronto aperto, oppure - ancor peggio -
per una presa di posizione (o scelta di campo) presa a
priori dal giornale e dal Prc ma non dichiarata e
spiegata, in ogni caso il giornale non ha fatto il suo lavoro. E'
facile cos� per Ferrando liquidare i preconfezionati
'due estremismi' come ingenui e/o infantili e dare La Sua
Soluzione dal punto di vista di classe, ORA. Meglio e
molto pi� utile, anche se pi� difficile, sarebbe stato
affrontare la questione PRIMA. Oppure affrontarla
finalmente OGGI, come anche proposto nell'articolo di
Grimaldi, l'unico pubblicato dopo il 5 ottobre,
coinvolgendo tutto il partito e oltre.

Per finire

Il confronto e il dibattito mancato dal partito e dal
giornale c'� stato e continua tuttora, ed esso si � svolto e si
svolge al di fuori di essi: all'interno delle mille
iniziative e incontri organizzati dalla rete di associazioni e comitati
impegnati in campo antiimperialista e internazionalista,
in solidariet� con la Jugoslavia e oltre; una rete di
associazioni composte da compagni - con una grande
presenza di quadri e iscritti a Rifondazione che pur
lavorando dentro il partito non trovano spazio sul
giornale - che per mesi hanno sollecitato e incalzato,
inascoltati, Liberazione e Rifondazione su questi temi.
Le argomentazioni portate sul giornale da Marco Ferrando
sono state quindi da tempo discusse e sviscerate in
questi incontri e dibattiti, anche e soprattutto all'interno delle
singole associazioni e gruppi (ed anche per ci� non mi
dilungo qui a ribattere le sue tesi su quali siano state le
cause della dissoluzione jugoslava e se e come fosse
necessario intervenire in qualche modo, e sulle prospettive
future dei Balcani e della lotta all'imperialismo:
l'argomento � talmente vasto che perci� richiederebbe, come
risulta sempre pi� evidente, un approfondito studio e
dibattito sulla questione internazionale attuale). Questo
nell'assenza e nel silenzio del partito e del giornale che
nel frattempo, non raccontando ci� che stava realmente
accadendo in Jugoslavia, ha nei fatti aiutato il DOS e i
suoi finanziatori - gli stessi che hanno bombardato il
paese - a 'fare la Rivoluzione' a Belgrado. Stesso
discorso per gli altri livelli del partito, dalle federazioni ai
circoli,
dove su questi temi i compagni non hanno quasi mai mai
trovato spazio di discussione e soluzione: grave
rimozione. Perch� i compagni non hanno il bisogno di
apprendere la linea e la 'verit�' su Milosevic o su Saddam
Hussein da un articolo illuminante di Marco Ferrando o
di Ramon Mantovani pubblicato una tantum sulle pagine
di Liberazione: dal giornale si aspettano notizie
corrette, pluralit� di voci e spazio di dibattito, come anche
all'interno del partito ad ogni suo livello, altrimenti
gli spazi della politica vanno a crearseli altrove. Sul giornale
hanno invece trovato il titolo di Liberazione "Belgrado
ride", in coro con la "Rivoluzione" del Manifesto e le
esultanze giubilari di tutti i corvi nazionali e
internazionali: in quei giorni chi rideva e brindava di pi� era il
Pentagono.

Giorgio Ellero

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Bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'"

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I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono il Coordinamento, ma vengono
fatti circolare per il loro contenuto informativo al solo scopo di
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Per contributi e segnalazioni: jugocoord@...

*** QUESTO SERVIZIO E' ANCORA IN FASE SPERIMENTALE ***

NE'-NE'

Coordinamento Romano per la Jugoslavia 27/10/00


L'articolo di Marco Ferrando su "Liberazione" di giovedi 26 ottobre
merita
una risposta chiara quanto lo e' il contenuto dell'articolo
stesso. Non entriamo qui nel merito dei problemi relativi alle posizioni
di
politica internazionale del PRC ed all'approfondimento - inesistente -
sulle
varie questioni che "Liberazione" dovrebbe o potrebbe o avrebbe potuto
fare:
su tutto questo rimandiamo alla nostra presa di posizione di alcuni mesi
fa
(http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/361). Ci limitiamo
invece
a contestare la tesi centrale di Ferrando, secondo cui rispetto a quello
che
sta succedendo a Belgrado non bisogna schierarsi "ne' con Kostunica, ne'
con
Milosevic" - il che e' a tutti gli effetti una riproposizione
dell'adagio
"ne' con la NATO, ne' con Milosevic" del periodo dei bombardamenti
"umanitari".

Accecato dalla polemica perenne contro lo "stalinismo", Ferrando in
effetti
non mostra grande necessita' di distinguere tra loro paesi (la RFS
di Jugoslavia e l'URSS), fasi storiche, ceti politici, classi
economiche...
Tra le altre cose, la "cricca di Milosevic" e' accusata di essere figlia
del
sistema "stalinista". Innanzitutto, se cosi' fosse, nella RF di
Jugoslavia
non ci sarebbe ne' il multipartitismo, ne' il processo di
liberalizzazione
economica! Viceversa, entrambi hanno avuto inizio proprio sotto la guida
dell'SPS e della JUL. Ed infatti, paradossalmente Ferrando riesce a
scrivere
pure che la RF di Jugoslavia e' "un paese capitalista"! Anche questa
affermazione, come la precedente sullo stalinismo, tagliata con
l'accetta,
come un marchio d'infamia che cassa ogni discussione ulteriore.

Eppure anche l'Italia e' un paese capitalista, ed anche l'Italia e'
guidata
dal "centro-sinistra". Ma Ferrando di certo non metterebbe mai
sullo stesso piano i berlusconiani con il centro-sinistra, visto che sta
in
un partito (il PRC) che e' continuamente in rapporto dialettico con il
centro-sinistra per costruire alleanze con esso, sul piano locale o
nazionale, e che ha partecipato persino ad un governo di centro-sinistra
(quello di Prodi) che ha fatto passare alcune delle scelte piu'
deleterie
per il nostro paese in senso liberista - tra tutte citiamo la
legalizzazione
del caporalato.

Ferrando rispondera': si, e' vero, ma io sto nell'opposizione interna al
PRC.
Tanto piacere! Ma se stai dentro non stai fuori, quindi non sei
imparziale
rispetto ai "due poli" che si contendono la gestione dell'Italia - cioe'
chi
dei due deve svendere una ad una tutte le proprieta' ed i servizi
statali,
chi dei due deve stravolgere la Costituzione in senso maggioritario-
presidenzialista-statunitense, eccetera. Ferrando vorrebbe un PRC piu'
"a
sinistra", ma se ci sta dentro significa che nella competizione politica
non
e' imparziale.

Invece sulla RF di Jugoslavia Ferrando e' imparziale: "ne'-ne'". Dice:
"Il regime di Milosevic non incarnava affatto l'ultimo baluardo del
cosiddetto 'socialismo jugoslavo', neppure come eredit� della sua
versione
burocratica [qui si contraddice pure rispetto ad altri passi del suo
articolo,
ma tant'e'], ma una delle tante varianti di quella devastante
restaurazione
capitalistica". Giusto. Quale variante? La variante socialdemocratica!
La variante del "golden share" statale sulle privatizzazioni, del
controllo
sui settori strategici, della sovranita' nazionale e della indipendenza
dalla NATO (la RF di Jugoslavia e' l'unico paese a non avere chiesto di
essere
integrata in nessuna delle strutture politico-militari euro-atlantiche).

Citiamo ancora: "Slobodan Milosevic ha ampiamente gestito la
reintroduzione
interna dei meccanismi dominanti di mercato smantellando una dopo
l'altra le
vecchie strutture dell'economia pianificata, peraltro gi� logore e in
disfacimento". Casomai non lo ha fatto Milosevic da solo, ma la classe
politica e sociale da lui rappresentata (un marxista non dovrebbe usare
queste personificazioni infantilistiche alla Adriano Sofri!). Ma
indipendentemente da cio', i governi socialdemocratici SPS-JUL hanno
fatto
tante (contro)riforme, ma hanno conservato alcune prerogative importanti
sia
dell'autogestione dei lavoratori sulle scelte aziendali, sia della
proprieta'
statale e sociale sui settori-chiave.

Non potendo negare questo, Ferrando scrive: "Non inganni la perdurante
presenza pubblica in alcuni settori dell'economia serba: � solo la
traccia
residuale di un passato archiviato [chi lo ha archiviato? A noi sembra
che
Ferrando vorrebbe archiviarlo prima possibile!] e, in parte,
l'espressione di
un'esigenza obiettiva di razionalit� economica in assenza delle
condizioni di
una valorizzazione di mercato". Beh, ci si consenta, questo e' un vero e
proprio
processo alle intenzioni! Che altro valore dare ad affermazioni del
genere?
Continua Ferrando: "In nessun caso un'espressione di 'socialismo', non
pi� di
quanto lo fosse l'Iri in Italia".

Onore e gloria all'Iri, allora, caro Ferrando! Da queste tue
affermazioni si
evince che stai clamorosamente sottovalutando il processo continuato di
svendita del patrimonio italiano a partecipazione statale! Certo, non
sarebbe
da meravigliarsi, come PRC non vi siete mai opposti di principio alla
svendita
ed alle privatizzazioni, avete solo detto "si, ma": si alle
privatizzazioni
ma con un pacchetto azionario rilevante saldamente in mano allo Stato,
giusto?

Dunque gli indirizzi di politica economica del PRC in Italia (non a caso
formulati da personaggi a dir poco discutibili come Nerio Nesi) sono
UGUALI agli indirizzi - e realizzazioni - di politica economica dell'SPS
in
Serbia. Potremmo dire che l'SPS e la JUL sono equivalenti al PRC in
termini
di ideologia e politiche socialdemocratiche. Pero' se certe cose si
fanno in
Jugoslavia - scandalo! Se invece le facciamo noi sono "dolorose
necessita'"...
Questa maniera di usare formule e richieste addirittura estremistiche
rispetto
a situazioni drammatiche come quella Jugoslavia, che non si userebbero
mai
nella *propria* situazione per non correre il rischio di cadere nel
ridicolo,
ci sembra veramente disgustosa.

"Chi peraltro dubitasse della natura capitalistica della Serbia di
Milosevic potrebbe rileggere le copiose interviste dei suoi ministri
economici sulla stampa occidentale, persino durante la guerra, l� dove
essi
vantavano le privatizzazioni strategiche eseguite e annunciavano ancor
pi�
ampie disponibilit�". Ad ognuno fa comodo ricordare o dimenticare quello
che preferisce... cosicche', Ferrando non ricorda ad esempio la vicenda
della
Galenika, gestita da Panic per un periodo e poi riappropriata dallo
stato
jugoslavo per le inadempienze di quest'ultimo, o le dichiarazioni di
Milosevic
nel suo ultimo discorso televisivo, contro la svendita della Jugoslavia
al
capitale straniero, ne' ricorda, ne' conosce il sistema gratuito della
sanita' e dell'istruzione in Jugoslavia. Il giudizio di Ferrando e'
superficiale,
basato sul "sentito dire": di cose dette da governanti e diplomatici che
in questi anni hanno fatto di tutto, certamente, per riottenere un posto
nella "comunita' internazionale", attraverso mediazioni su tutti i
fronti, e
di cose dette da nemici della Jugoslavia di ogni tendenza ed
orientamento.
E non potrebbe essere altrimenti, visto che ne' il suo partito ne' il
suo
giornale hanno mai fatto informazione ed inchiesta seria su quel sistema
economico.

Ferrando prosegue accusando il "regime di Milosevic" di nepotismo,
familismo,
struttura clanica, spartizione della torta, eccetera. Non cita casi
concreti,
e non puo' citarli, visto che dovrebbe basarsi sulle cronachette
internazional-
scandalistiche della nostra stampa, alle quali nemmeno Ferrando puo'
prestare
fede piu' di tanto: ad esempio la notizia, data e smentita circa mille
volte
in dieci anni, dei "conti in Svizzera e a Cipro di Milosevic".

Ma Ferrando dice una cosa interessante: che esiste una "relativa
autonomia
politica del regime di Milosevic dalle centrali dell'imperialismo
medesimo:
l� dove le velleit� espansioniste [dove avrebbero praticato
l'espansionismo,
di grazia, in Krajna? In Bosnia? In Kosovo?] della nuova borghesia
nazionalista serba [e se dice "nuova" NON dovrebbe riferirsi a quella
legata a
Milosevic, per intendersi, ma a quella del DOS!], non concordate con
l'imperialismo, ostacolavano continuamente la stabilizzazione
del suo controllo sui Balcani [analisi completamente invertita rispetto
alla dinamica dei fatti: se l'imperialismo avesse voluto stabilizzare
l'area sotto il suo dominio avrebbe potuto comprarsi la Jugoslavia tutta
intera
prima ancora di frantumarla; viceversa l'imperialismo aveva bisogno di
destabilizzare per inserirsi militarmente oltreche' economicamente].

Non � forse del resto per una ragione analoga che l'imperialismo ha
aggredito
e aggredisce l'Iraq di Saddam?" conclude Ferrando. Ebbene, se cosi'
fosse, i
comunisti dovrebbero - e devono - APPOGGIARE Saddam e Milosevic nella
loro
lotta contro l'imperialismo! Infatti tutta la tradizione comunista
(lasciamo
stare Stalin per carita'!) insegna a distinguere contraddizioni
principali da
contraddizioni secondarie, e ad inserirsi nelle contraddizioni per farle
esplodere. I comunisti dovrebbero di regola APPOGGIARE borghesie
nazionali e
Stati capitalisti che mettono i bastoni fra le ruote all'avanzata del
capitale
monopolistico transnazionale, cioe' dell'imperialismo, cioe': NATO, UE,
BM,
FMI e scatoloni vari.

Questa conclusione sarebbe elementare, ma Ferrando non la coglie e
dunque
vanifica in partenza il senso della sua analisi perche' eredita una
tradizione
tardotrotzkista a tutti gli effetti "qualunquista" o "terzocampista"
sulle
questioni internazionali: "ne'-ne'". Percio' su Saddam e su Milosevic
meglio
ripetere a pappagallo tutte le sciocchezze colte dal coro della
disinformazione
strategica (compresa quella dei brogli elettorali, ai quali ovviamente
anche
Ferrando crede).

Noi siamo invece assolutamente convinti che sia stato giusto appoggiare
la RF
di Jugoslavia di Milosevic contro la NATO, e la politica economica
interna di
Milosevic, SPS e JUL contro la politica del DOS e dei suoi
ultraliberisti del
"G17". Tra l'altro, riteniamo che si stia facendo una confusione
indebita
tra appoggio politico ed appoggio ideologico. Quando noi parliamo di
appoggio
alle sinistre jugoslave intendiamo un appoggio politico, cioe' un
atteggiamento
di solidarieta' e di alleanze, non certo un riconoscersi
nell'impostazione
ideologica socialdemocratica e spesso opportunistica di queste forze.

Li dobbiamo appoggiare anche se essi rispecchiano, dal punto di vista
sociale,
gli interessi di una "borghesia rossa" generatasi in questi anni di
contro-
riforme e di cedimenti. Li dobbiamo appoggiare perche' le "borghesie
rosse"
sono radicalmente e qualitativamente diverse dalle "borghesie bianche"
(nel
caso del DOS, che ingloba settori monarchici, cetnici filooccidentali e
reazionari clericali, chiamiamola pure "borghesia nera"!). Li dobbiamo
appoggiare perche' la borghesia rossa puo' essere corrotta e ritagliarsi
piccoli patrimoni, ma non detiene i monopoli, non detiene le aziende
tutte
intere! Generalmente si tratta comunque di amministratori di ditte
statali!
E' la borghesia "del posto fisso"... Viceversa, la borghesia nera e' la
borghesia della precarizzazione, quella contraria ai contratti nazionali
di
lavoro. E' quella che e' stata espropriata nel 1945 dai comunisti, e
rivendica oggi interi latifondi (ad esempio la Chiesa ortodossa in
Kosovo),
aziende (la Galenika di Milan Panic), miniere (i capitalisti britannici
di
inizio secolo in Kosovo, oggi Soros). La differenza tra le due e' NETTA.

Dobbiamo percio' appoggiare "Milosevic" e "Saddam" nella loro
opposizione
alle pretese dell'imperialismo, anche se non li riteniamo
ideologicamente
affini, cosi' come avremmo appoggiato anche gli Stati europei -
capitalisti e
borghesi - aggrediti dal nazismo tedesco, o gli Stati - talvolta persino
feudali - di Africa ed Asia aggrediti dalle potenze coloniali. Ma forse
Ferrando oggi metterebbe anche in discussione l'appoggio all'URSS
impegnato
nella eroica lotta contro la barbarie di Hitler e Mussolini.

27/10/00
Coordinamento Romano per la Jugoslavia - crj@...


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Bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'"

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A Belgrado, l'olio � aumentato da 15 a 51 dinari

La "democrazia" non sar� per tutti i portafogli

A Belgrado, un litro d'olio � aumentato da 15 a 51
dinari, il pane da 6
a 14 e lo zucchero da 8 a 45. I "Prezzi democratici"
beffano i
consumatori gi� delusi. A Kragujevac, i sindacalisti
della Zastava
vengono picchiati e braccati. Nello stesso tempo, la
stampa finanziaria
occidentale si rallegra per i "buoni affari in vista".
Infine, un
senatore USA minaccia gi� Kostunica di allargare la Nato
alla Slovenia.
Quali legami tra questi quattro fatti?

MICHEL COLLON

I nostri media non parlano pi� della Jugoslavia.
Tuttavia,
stanno accadendo delle cose importanti. E rivelatrici...
Prima, il governo dava dei sussidi alla produzione degli
alimenti di base. I contadini ed i commercianti
guadagnavano quindi
bene, ma i consumatori potevano comprare nonostante
l'embargo. Nessuno
moriva di fame.
Ma l'opposizione del DOS aveva annunciato, nel suo
programma
del "G-17", che "il nuovo governo avrebbe soppresso tutti
i sussidi,
senza rammarico n� esitazione poich� sarebbe molto
difficile prendere
questo provvedimento pi� avanti.(1)"Effettivamente non si
sono fatti
attendere! Il Los Angeles Times del 15 scrive: "Da quando
i sostenitori
di Kostunica hanno cacciato i direttori dei magazzini e
delle fabbriche
controllate dallo Stato, rimpiazzandoli con loro uomini,
questo sistema
di controllo si � sfasciato ed i prezzi si sono
immediatamente
innalzati. I nuovi direttori si stanno sbrigando per
cercare di rendere
le loro industrie pi� redditizie."
Problema: i consumatori sono scontenti e ci sono delle
elezioni
tra due mesi. Allora, il direttore del G-17, Mlajdan
Dinkic, accusa...
il governo serbo, ancora diretto dai socialisti del SPS,
di "voler
creare il caos". Ma l'argomentazione non regge: questo
governo non
funziona pi� esattamente per causa del caos creato dal
DOS, le sue
violenze di strada ed i suoi "comitati di crisi" che si
appropriano con
la forza del controllo di tutte le istituzioni.
"Potremo esportare in Jugoslavia"
Cos�, si vede gi� che la "prosperit�" annunciata nelle
promesse
elettorali non gonfier� i portafogli di tutti. Ma quali
allora?
Risposta del supplemento finanziario italiano
dell'International Herald
Tribune del 10 (L'Italia � il partner economico n� 2
della Jugoslavia):
"Le prospettive sembrano buone e le esportazioni
italiane -
calzature, tessili, prodotti alimentari - saranno le
prime ad
approfittare dell'occasione. Ma le privatizzazioni in
Jugoslavia
potrebbero anche suscitare gli interessi degli
investitori stranieri.
Molti settori pubblici - soprattutto quello energetico e
gli aeroporti -
potrebbero vedere presto numerosi licenziamenti e le
loro
ristrutturazioni daranno spazio a nuovi capitali
stranieri."
Che vuol dire "daranno spazio"? Sul posto, al momento
del colpo
di Stato, un'amica, Radmila, mi aveva avvertito:
"Attualmente, la
nostra elettricit� � molto a buon mercato. Delle
compagnie straniere
vorrebbero impadronirsene. Ma per investirci, esigeranno
dei profitti
importanti, quindi dei forti rialzi delle tariffe. La
gente non capisce
che questo programma del G-17 li roviner�!"
A proposito delle esportazioni delle scarpe italiane...
Avendo
dimenticato i miei mocassini a casa, avevo dovuto
comprarli a Belgrado:
1.100 dinari. Tre volte meno che quelli italiani che io
compro
abitualmente. Possono essere un p� meno "chic", ma
confortevoli e
solide. Che cosa succeder� con il nuovo regime? Con la
loro potenza
finanziaria, le multinazionali occidentali prenderanno il
controllo
delle industrie e degli atelier jugoslavi, ne chiuderanno
una gran
parte ed i prodotti occidentali inonderanno il mercato
locale. L'Europa
potr� sbarazzarsi dei suoi stock alimentari, a prezzi
imbattibili
perch� sostenuti con dei sussidi dell'Unione Europea
(guarda, in questo
caso, i sussidi, vanno bene?). Le "mucche pazze" ed altri
alimenti
geneticamente modificati potranno allora nutrire i Serbi,
in ogni caso
troppo numerosi, no?
Ma l'Ovest verser� aiuti, ci viene detto. "Aiuti"? La
Germania
vuole assolutamente riaprire il Danubio e verser� dei
fondi. Regali?
No, prestiti. Per mantenere la Jugoslavia "assistita"
sotto il ricatto
delle restituzione dei prestiti, come numerosi altri
paesi costretti
dalla spirale del debito a delle concessioni sempre pi�
grandi?(2) In
breve, la Jugoslavia pagher� per riparare i danni dei
bombardamenti!
Scandaloso. E a chi servir� questo Danubio ripulito?
Certo, ad invadere
il paese di merci tedesche che elimineranno dal mercato i
prodotti
locali.
Infine, a proposito della prosperit� promessa, un
editoriale
del New York Times del 15 prevede che "nel peggiore dei
casi,
l'economia jugoslava potrebbe seguire la via russa verso
la corruzione
ed il declino."

Perch� picchiano dei sindacalisti?
A Kragujevac, i sindacalisti dell'industria
automobilistica Zastava
sono stati sequestrati e picchiati da delle bande
dell'ex-opposizione,
i responsabili della divisione camion sono stati
obbligati a dare le
dimissioni. Il quotidiano progressista italiano Manifesto
(che aveva
sostenuto abbastanza Kostunica) s'indigna: "Questi
sindacalisti erano
indipendenti tanto da Milosevic che dall'opposizione.
Essi
collaboravano con le operazioni umanitarie dei sindacati
italiani. Ma i
sindacalisti dell'opposizione (formati in Romania da
esperti USA) fanno
pressione sui lavoratori minacciandoli di licenziamenti
di massa. "Noi
ci siamo battuti per i lavoratori senza immischiarci
nella politica.
Ecco il nostro crimine." Conclude uno di loro."
Tutti questi fatti sono legati. Per far passare questa
politica
stile FMI d'innalzamento dei prezzi, chiusure,
licenziamenti e regali
alle multinazionali, bisogna eliminare tutte le
possibilit� di
resistenza sindacale o di sinistra. A Belgrado, un locale
del Nuovo
Partito Comunista di Jugoslavia � stato incendiato da
delle milizie di
destra.
E se tutto questo non bastasse, ascoltate la minaccia
del
senatore americano Biden: "Se il signor Kostunica pensa
di poter
continuare una politica nazionalista serba aggressiva
sotto delle
apparenze pi� gentili, allora noi dobbiamo dissuaderlo.
In questo caso,
noi dovremo concentrare la nostra politica
nell'ex-Jugoslavia sulla
preparazione di una Slovenia democratica e prospera per
il prossimo
allargamento della Nato."(3)
La Nato, di nuovo? Ecco, ci dicevano che il solo
problema
laggi� si chiamava Milosevic! E se il problema fosse la
resistenza del
popolo serbo in generale all'imperialismo economico ed
alle ingerenze
militari Occidentali? Kostunica - o un altro dopo -
saranno incaricati
di rimettere questo popolo in riga.
La partita � lontana dall'essere terminata in
Jugoslavia. Molto
dipender� dalla capacit� di resistenza dei lavoratori.
Un'alternativa
di sinistra � indispensabile, e delle resistenze si
stanno preparando.
Ci torneremo sopra.

1 www.g17.org.yu/english/programm/programr9.htm.
2 Diana Johnstone, In a spin, 11 ottobre 2000 (inedito).
3 Citato nella dichiarazione del PC australiano, 9
ottobre.

A Belgrade, l'huile a grimp� de 15 � 51 dinars
La "d�mocratie" ne sera pas pour tous les porte-monnaie
A Belgrade, le litre d'huile a grimp� de 15 � 51 dinars,
le pain de 6 � 14 et le sucre de 8 � 45. "Prix
d�mocratiques", raillent des consommateurs d�j� d��us. A
Kragujevac, les syndicalistes de Zastava sont
battus et pourchass�s. Au m�me moment, la presse
financi�re occidentale se r�jouit des "bonnes affaires en
vue". Enfin, un s�nateur US menace d�j� Kostunica
d'�largir l'Otan � la Slov�nie. Quels liens entre ces
quatre faits?
MICHEL COLLON
Nos m�dias ne parlent plus de la Yougoslavie. Pourtant,
il s'y passe des choses importantes. Et
r�v�latrices...
Auparavant, le gouvernement versait des subsides � la
production des aliments de base. Les paysans et
commer�ants gagnaient donc assez, mais les consommateurs
pouvaient acheter malgr� l'embargo. Personne ne
mourait de faim.
Mais l'opposition DOS avait annonc�, dans son programme
du "G-17", que "le nouveau gouvernement
supprimerait imm�diatement tous subsides, sans regret ni
h�sitation car il serait tr�s difficile
d'appliquer cette mesure plus tard."1 Effectivement �a
n'a pas tra�n�! Le Los Angeles Times du 15 �crit:
"Lorsque les partisans de Kostunica ont chass� les
directeurs des magasins et usines contr�l�s par l'Etat,
les rempla�ant par leurs gens, ce syst�me de contr�le
s'est effondr� et les prix ont imm�diatement grimp�.
Les nouveaux directeurs font vite afin de rendre leurs
usines plus rentables."
Probl�me : les consommateurs sont m�contents et il y a
des �lections dans deux mois. Alors, le directeur
du G-17, Mlajdan Dinkic, accuse... le gouvernement serbe,
toujours dirig� par les socialistes du SPS, de
"vouloir cr�er le chaos". Mais l'argument ne tient pas :
ce gouvernement ne fonctionne plus � cause
pr�cis�ment du chaos cr�� par DOS, ses violences de rue
et ses "comit�s de crise" qui s'emparent par la
force du contr�le de toutes les institutions.
"Nous allons pouvoir exporter en Yougoslavie"
Ainsi, on voit d�j� que la "prosp�rit�" annonc�e dans les
promesses �lectorales ne profitera pas � tous
les porte-monnaie. Mais � qui alors ? R�ponse du
suppl�ment financier italien de l'International Herald
Tribune du 10 (L'Italie est le partenaire �conomique n� 2
de la Yougoslavie) :
"Les perspectives semblent bonnes et les exportations
italiennes - chaussures, textiles, produits
alimentaires - seront les premi�res � profiter de
l'occasion. Mais les privatisations en Yougoslavie
pourraient aussi susciter les int�r�ts des investisseurs
�trangers. Beaucoup de secteurs publics - y
compris l'�nergie et les a�roports - pourraient voir
bient�t des licenciements et leur restructuration
donnerait de l'espace aux nouveaux capitaux �trangers."
C'est quoi "donner de l'espace" ? Sur place, au moment
du coup d'Etat, une amie, Radmila, m'avait avertie
: "Actuellement, notre �lectricit� est tr�s bon march�.
Des compagnies �trang�res voudraient s'en emparer.
Mais pour investir, elles exigeraient des profits
importants, donc de fortes hausses des tarifs. Les gens
ne comprennent pas que ce programme du G-17 les ruinera
!"
A propos des exportations de souliers italiens... Ayant
oubli� mes mocassins au pays, j'avais d� en
acheter � Belgrade: 1.100 dinars. Trois fois moins que
les italiennes que j'ach�te habituellement.
Peut-�tre un peu moins "chics", mais confortables et
solides. Que se passera-t-il avec le nouveau r�gime?
Avec leur puissance financi�re, les multinationales
occidentales prendront le contr�le des usines et
ateliers yougoslaves, en fermeront une grande partie et
les produits occidentaux inonderont le march�
local. L'Europe pourra se d�barrasser de ses stocks
alimentaires, � prix imbattables puisque subsidi�s par
l'Union Europ�enne (tiens, dans ce cas, les subsides,
c'est bon ?). Des "vaches folles" et autres aliments
g�n�tiquement trafiqu�s pourront alors nourrir les
Serbes, de toute fa�on trop nombreux n'est-ce pas ?
Mais l'Ouest versera des aides, nous dit-on. "Aides" ?
L'Allemagne veut absolument rouvrir le Danube et
versera des fonds. Dons? Non, pr�ts. Pour tenir la
Yougoslavie "assist�e" sous le chantage des
remboursements, comme de nombreux autres pays forc�s par
la spirale de la dette � des concessions toujours
plus grandes.2 Bref, la Yougoslavie payera pour r�parer
les d�g�ts des bombardements! Scandaleux. Et �
quoi servira ce Danube nettoy� ? D'abord, � inonder le
pays de marchandises allemandes qui �limineront du
march� les produits locaux.
Bref, au lieu de la prosp�rit� promise, un �ditorial du
New York Times du 15 pr�voit que "au pire,
l'�conomie yougoslave pourrait suivre la voie russe vers
la corruption et le d�clin."

Pourquoi bat-on des syndicalistes ?
A Kragujevac, les syndicalistes de l'usine automobile
Zastava ont �t� s�questr�s et frapp�s par des bandes
de l'ex-opposition, les responsables de la divison
camions �tant forc�s de d�missionner. Le quotidien
progressiste italien Manifesto (qui avait plut�t soutenu
Kostunica) s'indigne: "Ces syndicalistes �taient
ind�pendants aussi bien de Milosevic que de l'opposition.
Ils relayaient les op�rations humanitaires des
syndicats italiens. Mais les syndicalistes de
l'opposition (form�s en Roumanie par des experts US) font
pression sur les travailleurs en les mena�ant de
licenciements massifs. "Nous nous sommes battus pour les
travailleurs sans nous engager dans la politique. Voil�
notre crime." conclut l'un d'eux."
Tous ces faits sont li�s. Pour faire passer cette
politique style FMI de hausse des prix, fermetures,
licenciements et cadeaux aux multinationales, il faut
�liminer toute possibilit� de r�sistance syndicale
ou de gauche. A Belgrade, un local du nouveau parti
communiste a �t� incendi� par des milices de droite.
Et si tout �a ne suffit pas, �coutez la menace du
s�nateur am�ricain Biden : "Si Monsieur Kostunica pense
pouvoir continuer une politique nationaliste serbe
agressive sous des apparences plus gentilles, alors
nous devons le dissuader. Dans ce cas, nous devrions
concentrer notre politique en ex-Yougoslavie sur la
pr�paration d'une Slov�nie d�mocratique et prosp�re pour
le prochain �largissement de l'Otan."3
L'Otan, � nouveau ? Tiens, on nous disait que le seul
probl�me l�-bas s'appelait Milosevic ! Et si le
probl�me c'�tait la r�sistance du peuple serbe en g�n�ral
� l'imp�rialisme �conomique et aux ing�rences
militaires de l'Ouest ? Kostunica - ou un autre bient�t
- �tant charg� de mettre ce peuple au pas.
La partie est loin d'�tre finie en Yougoslavie. Beaucoup
d�pendra de la capacit� de r�sistance des
travailleurs. Une alternative de gauche est
indispensable, et des r�sistances se pr�parent. Nous y
reviendrons.

1 www.g17.org.yu/english/programm/programr9.htm.
2 Diana Johnstone, In a spin, 11 octobre 00 (in�dit).
3 Cit� dans la d�claration du PC australien, 9 octobre.


IN BELGRADE, OIL JUMPED
FROM 15 TO 51 DINARS

"Democracy" will not be for all pockets

In Belgrade, the price of one liter of oil had jumped
from 15 to 51 dinars, price of bread from 6 to 14
and of sugar from 6 to 45. "Democratic prices", mock the
consumers, already disappointed. In Kragujevac,
trade unionists of Zastava are beaten and persecuted. At
the same time, financed western press celebrates
"good affairs in sight". And finally, one US senator
already threatens Kostunica to expand NATO to
Slovenia. What are the connections between these four
facts?

Michel Collon

Our Western media do not speak about Yugoslavia anymore.
Still, important things are happening there. And
revealing...
Before, government gave subsidizes for the production of
basic food products. So farmers and merchants
still had enough gain, but consumers could buy in spite
of embargo. Nobody was dying of hunger.
But the DOS opposition had announced, in its "G 17 plus"
program, that "the new government will
immediately suspend all the subsidization, with no regret
or hesitation, because it will be difficult to
apply this measure latter". Indeed, it didn't take them
long at all!
Los Angeles Times of 15th writes: "When Kostunica
supporters forced out most managers in state-owned shops
and factories and put their own people in charge, that
system of controls collapsed and prices
immediately shot up. New directors are moving quickly to
make their plants more profitable. "
Problem: consumers are dissatisfied and elections are in
two months. So, director of G 17, Mladjan Dinkic,
is accusing...Serbian government, still run by SPS
socialists, of "wanting to create chaos". But argument
is not holding water: this government is not functioning
precisely because of the chaos created by DOS,
its street-violence and "crisis comittees" which forcibly
took over the control of all institutions.

"We will be able to export to Yugoslavia"

Therefore we see already that the "prosperity" announced
in election promises will not benefit to all the
pockets. But who will? Answer of Italian financial
supplement of International Herald Tribune of 10th
(Italy is Yugoslav economic partner No. 2)
"Perspectives seem good and Italian export goods - shoes,
textile, food products - will be the first to
profit the occasion. But privatization in Yugoslavia
might also attract the interest of foreign investors.
Lot of public sectors - counting in energy and airports -
can be licenses soon and their re-structuring
might give the space to new foreign capital.
What does it mean to "give space"? At the spot, at the
moment of putsch, a friend of mine, Radmila, warned
me: "Actually, our electricity worked really well.
Foreign companies would want to put its hands on it.
But to invest, they demand significant profits, which
means huge tariffs growths. People do not understand
that this G17 program will ruin them!"
About the export of Italian shoes...Having forgotten my
moccasin's back home, I had to buy a new pair in
Belgrade: 1 100 dinars. Tree times less than the
Italians, which I usually buy. Maybe somewhat less
"chick", but comfortable and solid. What will happen,
with new regime? With their financial power, western
multinationals will take the control over Yugoslav
factories, closing a big part of them, and western
products will flood over the local market. Europe would
be able to get rid of its food-stocks, at
unbeatable prices, because of European Union
subsidization (so there! in this case, it's good to
subsidize, isn't it?). "Crazy cows" and other genetically
trafficked food-products can feed the Serbs
then, they're too numerous anyway, right?
But West will throw in some help, they say..."Help"?
Germany wants absolutely to re-open the Danube, so it
will open funds. Gifts? No, loans. To keep Yugoslavia
"cooperative" in extortion of payment like numerous
other countries forced by spiral of debts to always the
biggest concessions.(???) In short, Yugoslavia
will pay for the bombing damages! Scandalous. And what
will this cleaned Danube serve for? First of all,
to flood the country with German merchandise, which will
eliminate local products from the market.
In short, instead of promised prosperity, one New York
Times editorial of 15th predicts that "at worst
Yugoslavia's economy could follow Russia's path, to
corruption and decline".

Why are syndicate activists beaten?

In Kragujevac, car factory Zastava trade unionists have
been sequestered and beaten by ex-opposition
gangs, people responsible for truck department were
forced to resign. Progressive Italian daily Manifesto
(which rather supported Kostunica) is appalled:
" Syndicate members have been independent, as much from
Milosevic as from opposition. They relayed
humanitarian operations of Italian syndicates. But
opposition syndicate activists (formed in Rumania by US
experts) are pressuring the workers, threatening them
with massive layoffs. "We fought for the workers,
without engaging ourselves in politics. This is our
crime!" concluded one of them".
All those facts are linked together. To push through this
IMF policy - high prices , closing ups, layoffs
and gifts to multinationals, every possibility of
syndicate or leftist resistance - must be eliminated. In
Belgrade, one office of New Communist Party has been
burned down by rightist militia.
And if all this is not enough, listen to the threats of
American senator Biden: " If Mr. Kostunica thinks
he will be able to continue with one aggressive
nationalist Serbian politics, only under milder
appearance, then we'll have to talk him out of it. In
this case, we should concentrate our ex Yugoslavia
politics on preparing more democratic and more prosperous
Slovenia, for the next NATO enlargement".
NATO, again? So there, and they kept telling us that
Milosevic was the only problem over there! And what
if the problem was the resistance of Serbian people in
general, to economical imperialism and military
interventions of the West? Kostunica - or some other soon
- being put in charge to bring those people up
to date.
The game is far from being finished in Yugoslavia. A lot
will depend on the resistance capacity of
workers. Some leftist alternative is indispensable, and
resistance is being prepared. We'll be back there.

---

Bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'"

> http://digilander.iol.it/lajugoslaviavivra

I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono il Coordinamento, ma vengono
fatti circolare per il loro contenuto informativo al solo scopo di
segnalazione e commento ("for fair use only")

Per contributi e segnalazioni: jugocoord@...

*** QUESTO SERVIZIO E' ANCORA IN FASE SPERIMENTALE ***

Lo scorso sabato 21/10/00 presso la libreria del "Manifesto", a Roma,
si e' tenuta una assemblea-dibattito dal titolo: "Dalle bombe
'umanitarie' della NATO alla rivoluzione 'democratica'", organizzata
dal nostro coordinamento nazionale "La Jugoslavia Vivra'".

Nel corso dell'iniziativa sono intervenuti tra gli altri F. Grimaldi,
che ha presentato il suo nuovo video "Popoli di troppo", A. Bernardini,
docente di diritto internazionale e presente come osservatore alle
elezioni in Jugoslavia, G. Marras, partigiano in Jugoslavia durante la
II Guerra Mondiale. Alla fine del dibattito, che ha preso spunto dalla
ricorrenza della strage nazifascista di Kragujevac
(http://digilander.iol.it/convogliogiorgiana/kragujevac1941.html) ed e'
stato poi incentrato sulla attualita' della situazione nella RF di
Jugoslavia dopo il colpo di mano della destra nazionalista e liberista
del nuovo presidente Kostunica, e' stata approvata la seguente
mozione conclusiva:

---

MOZIONE CONCLUSIVA


I partecipanti alla assemblea-dibattito "Dalla guerra 'umanitaria'
alla rivoluzione 'democratica'", dedicata alla situazione nella RF di
Jugoslavia, svoltasi il giorno 21/10/2000 a Roma,

- ESPRIMONO la loro indignazione e protesta per le continue interferenze
nelle vista politica interna della RF di Jugoslavia da parte dei
governi occidentali, che mirano a proseguire nella opera di
frammentazione del paese e ad instaurarvi regimi succubi dei loro
interessi, nonche' da parte delle organizzazioni economiche
internazionali che attraverso l'imposizione di politiche neoliberiste
e di indebitamento puntano a cancellare le strutture produttive ed il
sistema di protezioni sociali ereditato dal periodo socialista.

- CHIEDONO il rispetto della sovranita' della RF di Jugoslavia e degli
accordi internazionali con essa stipulati, in particolare il rispetto
della Risoluzione ONU 1244 che e' viceversa costantemente disattesa
dalla amministrazione ONU, sia civile che militare, nella provincia
serba di Kosovo e Metohija (Kosmet).

La amministrazione civile (UNMIK) guidata da Bernard Kouchner ha creato
in questi mesi tutti i presupposti per la separazione del Kosmet dalla
RF di Jugoslavia e per la sua integrazione nel progetto della "Grande
Albania". La amministrazione militare (KFOR), che pur sotto copertura
ONU e' guidata dalle forze della NATO gia' responsabili dei crimini
impuniti connessi alla aggressione della primavera del 1999, ha
continuato ad appoggiare il movimento nazionalista secessionista
pan-albanese, prima nelle vesti della organizzazione terroristica UCK e
delle mafie ad essa collegata, poi come "Corpo di Protezione del Kosovo"
(TMK), chiudendo entrambi gli occhi dinanzi alle continue violenze
contro tutte le nazionalita' kosovare non-albanesi e contro gli albanesi
filo-jugoslavi. Per questi motivi

- CHIEDIAMO l'espulsione di tutti i rappresentanti dei paesi NATO dalle
strutture civili e militari della amministrazione straniera in Kosmet.

- CHIEDIAMO altresi' che le truppe dei paesi NATO vengano immediatamente
ritirate dal territorio balcanico, cioe' in primo luogo da tutte le aree
dove sono state dislocate in seguito allo smembramento della Repubblica
Federativa e Socialista di Jugoslavia, smembramento incitato e sancito
dagli stessi paesi che pretendono oggi vergognosamente di svolgere il
ruolo dei pacificatori.

Di fronte all'evidenza di una offensiva imperialista su tutti
i fronti, finalizzata all'eliminazione dei punti di resistenza
costituiti da classi, popoli e Stati da colonizzare, l'assemblea ritiene
inoltre necessario ed improrogabile allargare le tematiche centrate
sulla questione jugoslava all'ambito piu' vasto della lotta contro la
NATO e contro il costituendo esercito europeo, veri e propri bracci
armati della globalizzazione. E' necessario che le realta' organizzate
nate sulla spinta della solidarieta' con specifiche lotte contro
l'imperialismo riuniscano in un orizzonte unitario le varie forme di
resistenza in atto nel mondo: dalla Jugoslavia alla Palestina, alla
cui Intifada esprimiamo piena solidarieta', dall'America Latina al
Medio Oriente, dall'Africa al Sud-Est asiatico. Questo impegno e' reso
tanto piu' urgente dall'interconnessione strategica dell'agire
imperialista, anche nei confronti delle proprie classi lavoratrici,
che esige una speculare interconnessione delle forze antiimperialiste
sia nell'analisi, sia nell'informazione, sia nell'organizzazione delle
mobilitazioni e delle lotte.

Roma, 21/10/2000

---

Bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'"

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