Informazione

il manifesto - 10 Aprile 2003

DOPOGUERRA

Chi non si rassegna al dominio americano

ALBERTO BURGIO - CLAUDIO GRASSI


Davanti a quella che parrebbe la fine di questa guerra infame alcune
cose si possono dire con sicurezza. Ormai gli Stati uniti teorizzano
apertamente che è giusto tutto ciò che è nel loro interesse. Non è una
novità assoluta. Negli ultimi anni si sono rifiutati di sottoscrivere
il protocollo di Kyoto, la Convenzione di Ottawa sulle mine antiuomo,
il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali e
il trattato istitutivo della Corte penale internazionale; hanno
denunciato i trattati di non-proliferazione nucleare e, dopo il caso
Nicaragua, si sono dissociati dalla Corte internazionale di giustizia.
Giorni fa, Garcia Marquez ricordava che, da quando esistono, gli Stati
uniti hanno operato poco meno che ottanta invasioni a danno di paesi
sovrani e ordito e finanziato innumerevoli golpe per insediare governi
amici in aree strategiche del mondo. Ma la teoria e la pratica della
«guerra preventiva» segnano un salto di qualità.
Rivendicando a sé il ruolo di sovrano e di giudice plenipotenziario,
Bush si è arrogato il diritto all'uso della forza senza regole né
limiti. L'aggressione all'Iraq, le ripetute minacce di espansione del
conflitto alla Siria e all'Iran, e ora l'inaudita evocazione della
quarta guerra mondiale da parte dell'ex capo della Cia, sono le
dirette conseguenze di tale impostazione: ci rifletta la signora Dal
Ponte, pensi anche a Guantanamo e spieghi - se può - che cosa osti
all'incriminazione di George W. Bush e di Tony Blair per crimini
contro l'umanità.

Dinanzi a questo quadro, le divisioni emerse in seno alla sinistra
italiana costituiscono un fatto grave quanto significativo. Appena
dopo l'inizio del conflitto, le forze dell'opposizione avevano
ritrovato la propria unità contro la guerra. Se oggi riemergono
contrasti, è perché, fatta salva la censura nei confronti della
strategia di Bush, gran parte della dirigenza del centrosinistra non
prende le distanze dalla linea blairiana dell'interventismo
«democratico» e neocoloniale. Di qui il rifiuto di mettere in
discussione le scelte compiute in occasione dei bombardamenti Nato sul
Kosovo. Benissimo che oggi D'Alema, Fassino, Veltroni e Rutelli
denuncino la tracotanza angloamericana e il servilismo del nostro
governo. Ma non è accettabile che essi continuino a difendere la
decisione di partecipare, appena quattro anni fa, a una guerra non
legittimata dalle Nazioni unite, una guerra che Massimo D'Alema definì
nientemeno che «la più bella pagina della storia italiana
contemporanea».

Certo, la tentazione di difendere la propria persona è grande, ma si
ha l'obbligo di resistervi e di cercare in sé la forza di dire la
verità. Che non sta nella foglia di fico della «polizia
internazionale», delle bombe «etiche», dell'«intervento umanitario».
Ma nella sciagurata decisione di far guerra senza l'Onu e contro
l'Onu, e di giustificarla con argomenti molto simili a quelli
agitati oggi da Bush e dai suoi vassalli. «L'uso della forza può
rivelarsi necessario quando gli strumenti della ragione e della
persuasione pacifica si rivelano impotenti» (D'Alema). «Inutile
appellarsi al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, paralizzato dal sistema
dei veti» (Veltroni). Se anche a proposito della guerra la destra
dilaga, è perché le si è spianata la strada svendendo conquiste,
regalando risorse, stracciando la Costituzione.

Un ragionamento analogo vale, mutatis mutandis, per alcuni
intellettuali che si cimentano nell'analisi della realtà
contemporanea. Gli ultimi mesi hanno messo in evidenza come la
politica di guerra degli Stati uniti non sia rivolta solo contro gli
«Stati canaglia» ma anche contro un possibile ruolo autonomo
dell'Europa, contro la Russia, l'India e soprattutto la Cina, indicata
in tutti i documenti del Pentagono come il nuovo antagonista
strategico. Dalla caduta del Muro di Berlino, la politica americana si
è mantenuta fedele a un imperativo: spingere al massimo sulla macchina
militare (per la quale gli Stati uniti spendono oggi, in percentuale,
quanto spendevano al momento del massimo coinvolgimento nella guerra
del Vietnam) nella speranza, folle e rischiosissima, di tenere il
resto del mondo sotto scacco. Pur di raggiungere questo obiettivo, gli
Stati uniti hanno imboccato la via di un imperialismo sempre più
aggressivo, dichiarando apertamente di considerare irrinunciabile la
«capacità di imporre la propria volontà a qualsiasi avversario,
inclusi stati ed entità non-statali». In questo contesto, l'apparente
unanimità della «coalizione internazionale contro il terrorismo»
all'indomani dell'11 settembre avrebbe dovuto convincere solo gli
ingenui, se non altro per la logica schmittiana («o con noi o contro
di noi») su cui riposava. Invece ci si è attardati in discussioni a
dir poco fatue: il G-8 come nuovo «Direttorio mondiale», la «fine
degli stati», il «capitalismo globale»...

Per fortuna oggi, di fronte a una rottura drammatica tra gli stati
uniti e il resto del mondo, sono in pochi a parlare ancora di Impero e
di una presunta unità politica transnazionale contrapposta alla
«moltitudine» degli oppressi. Nessuno più ignora l'enorme rilevanza
dell'opposizione alla guerra di stati come la Russia, la Cina, la
Francia e la Germania, e lo stesso Toni Negri ha fatto marcia
indietro, rimproverando Bush di nutrire «ancora» mire imperialistiche.
Meglio tardi che mai. Benché tardivamente, si è fatto un grande passo
in avanti nel momento in cui si è riconosciuto che non esiste alcun
«capitalismo mondiale» senza centro né patria, e che a mettere oggi a
repentaglio il mondo è, al contrario, il capitalismo statunitense,
anzi anglo-americano, se è vero che alla base dell'alleanza di ferro
tra Bush e Blair c'è la stretta integrazione degli interessi
industriali e commerciali inglesi e statunitensi nei settori della
finanza, del petrolio e della difesa. Anche in questo caso, tuttavia,
l'onestà intellettuale imporrebbe uno scrupoloso inventario delle
ipotesi rivelatesi infondate, a cominciare dalla pretesa di mettere da
parte la nozione di imperialismo e dall'idea dell'esaurimento dei
contrasti inter-imperialistici.

Detto questo, si tratta di guardare avanti, di mettere in valore la
straordinaria opposizione alla guerra che salda un vastissimo
schieramento di stati e di popoli in ogni parte del mondo. Ovunque
centinaia di milioni di persone si mobilitano, riempiono strade e
piazze, denunciano la barbarie della «guerra preventiva». Un ruolo di
primo piano svolge su questo fronte il movimento contro la
globalizzazione capitalistica, presso il quale non trovano più udienza
i discorsi generici sul «neoliberismo» in cui il G-8 e la Wto erano
additati come nemici mortali, senza tener conto dei loro legami con
gli Stati uniti e con gli altri paesi capitalistici più forti. Come
dimostra la mobilitazione contro le basi Usa e Nato, il movimento ha
compreso il ruolo cruciale della guerra nel quadro dell'offensiva
politico-militare anglo-americana contro il sud del mondo e le altre
potenze globali emergenti.

Se questo è vero, un compito sopra ogni altro attende le forze
dell'opposizione alla vigilia della manifestazione nazionale del 12
aprile: far sì che il movimento per la pace cresca quanto più
possibile e acquisti continuità. Perché, ammesso che questa guerra
finisca qui, un'altra se ne preparerà, fin quando negli Stati uniti il
potere resterà nelle mani di una lobby disposta a tutto, pur di
conservare i propri privilegi.

1. Milosevic in Wonderland (ICDSM 15/4/2003)
2. Press freedom in the New World Order (D. Johnstone 9/4/2003)
3. A Fax from The Hague Refutes NY Times Apologia for the Tribunal
(J. Israel 15/4/2003)

4. BELGRADE FORUM: MILOSEVIC TRIAL - STATEMENT (5) (20/1/2003)

LIVE ENGLISH VIDEO FEED http://www.domovina.net/Icty/eng/room1.ram
LIVE SERBIAN VIDEO FEED http://www.domovina.net/Icty/bcs/room1.ram
ENGLISH VIDEO ARCHIVE http://hague.bard.edu/video.html
SERBIAN VIDEO ARCHIVE http://tribunal.freeserbia.com


=== 1 ===


Subject: Milosevic in Wonderland: Dignity vs. Absurdity in the New
World Order
Date: Tue, 15 Apr 2003 11:33:31 -0600 (MDT)
From: icdsm@...


Newsletter of the International Committee to Defend Slobodan Milosevic
(ICDSM)

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Milosevic in Wonderland: Dignity vs. Absurdity in the New World Order
By Andy Wilcoxson

[Posted 15 April 2003]

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If they ever put me on trial, or what passes for trials in today's
world, I hope I have half the intestinal fortitude of Slobodan
Milosevic.

I watched The Hague proceedings via live feed on my computer last
night (it was morning in The Hague). If you would like watch live or
check out any of the archived videos, I've posted instructions at the
end of this text. [1]

Mr. Milosevic has been brilliant recently, but what struck me today
was his patience and politeness. Given the pressure on him, and faced
with what he faces, starting with the vicious attacks on his family
and his party and his people and then having to deal with this truly
bizarre 'trial,' I am afraid I would run screaming from the room.

Today Mr. Milosevic cross-examined a secret witness, so I have no idea
who the fellow is. Making him secret of course creates the impression
that he is under grave danger because, hearing what he said, Mr.
Milosevic's friends would supposedly want to harm him. Listening to
this man's testimony, I can't see why they'd care.

Although the witness claimed a crime had been committed against him -
he said he was beaten up - he also said he had no idea who might have
attacked him. Nevertheless he was sure Slobodan Milosevic was
responsible.

Did soldiers in the Yugoslav Army attack him? Maybe.

Was it the army of Republika Srpska, the Bosnian Serb Republic? Maybe.

But it also could have been anyone else from Bosnia. Maybe.

In fact, he might have been attacked by visitors from somewhere else.
Perhaps...

Noting this basic confusion, Mr. Milosevic asked the witness if he
could identify *any* of the people who committed the alleged crime
against him, to which the witness replied, with annoyance, that *he*
certainly had no idea, why didn't Milosevic tell him?

If you've read Alice in Wonderland or watched the Walt Disney cartoon
movie, this will sound familiar.

In a normal court of law a man who claimed he had been attacked by
persons unknown would not be put on the stand as a witness for the
very good reason that he could not provide evidence of anything.

Isn't it remarkable that in the midst of this parody of a legal
process Mr. Milosevic remains calm and polite?

I wouldn't.

-- Andy Wilcoxson

***

Instructions for accessing the video of the 'trial' follow the appeal

==============================================

* The ICDSM urgently needs your help! *

==============================================
In order to assist in President Milosevic's defense, we must pay phone
bills, travel expenses, and operational costs for our office and legal
work in the Netherlands. For this we depend entirely on those who care
about President Milosevic's attempt to tell the truth at The Hague.

** Here is how to make a donation **

* Donate at our secure server. Go to
https://emperor.securesites.com/transactions/icdsm.php
You can use Visa, MasterCard or Discover

* Mail a check. Please make payable to ICDSM
Mail to:
ICDSM
831 Beacon St., #295
Newton Centre, MA 02459 (USA)

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SLOBODA, 381 11 3282491 or 381 638 862 301

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PayPal accepts Visa and MasterCard

Thank you!

===================================

Footnotes and Further Reading

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[1] Using your computer, you may access the trial proceedings in
English or Serbian. You may watch live or from archive. You will need
Realplayer. If you don't have it, go to
http://www.real.com/realone/dmm/video_trial/

Here are the hyperlinks and URLs to get you to the videos.

LIVE ENGLISH VIDEO FEED http://www.domovina.net/Icty/eng/room1.ram
LIVE SERBIAN VIDEO FEED http://www.domovina.net/Icty/bcs/room1.ram
ENGLISH VIDEO ARCHIVE http://hague.bard.edu/video.html
SERBIAN VIDEO ARCHIVE http://tribunal.freeserbia.com

www.icdsm.org


=== 2 ===


De : Diana Johnstone
Date : Wed, 9 Apr 2003 05:50:56 -0400
Objet : Press freedom in the New World Order

As you know, the only person convicted for civilian deaths during the
NATO bombing of Yugoslavia is the chief of Yugoslav television,
judged by the current Serbian puppet government guilty ... for not
having got everyone out of the way of the bombs. Sentence: ten years.
It is also dangerous to cover the "International Criminal Tribunal" in
The Hague.
D.

Les USA les bombardent, le TPI les inculpent...

Hague charges journalist with contempt | B92

THE HAGUE -- Tuesday 8 April 2003 - The Hague Tribunal has issued an
indictment against Dusko Jovanovic, a journalist for the Podgorica
daily Dan, according to B92's special correspondent.
The indictment states that Jovanovic revealed the identity of a
protected witness in the trial of Slobodan Milosevic, and the witness,
code-named K-32, was then subjected to numerous death threats.
Jovanovic published the name of K-32 in Dan, and the tribunal will
demand that he attend the first hearing at a date yet to be scheduled.
Failure to make an appearance in court will result in the issuance of
an arrest warrant.
Jovanovic has been charged with contempt of court, which carries a
maximum sentence of seven years imprisonment and a fine of up to
100,000 euros.


=== 3 ===


Please send this text or the link to a friend.
http://emperors-clothes.com/milo/fax.htm

Emperor's Clothes
[ www.tenc.net ]

* New Resource at Emperor's Clothes *

We have put together a list of 55 of our most informative articles on
the breakup of Yugoslavia, organized by category. More will be added.
This list can be accessed at
http://www.emperors-clothes.com/yugo.htm#A

=====================================

** A Fax from The Hague Refutes NY Times Apologia for the Tribunal **

by Jared Israel
[Posted 9 April 2003]

=====================================

A March 3rd New York Times article entitled, 'Milosevic Trial Settles
Into Slow But Judicious Routine,' offers the following description of
The Hague proceedings against Slobodan Milosevic:

[Start NY Times Quote]

"The proceedings are almost excruciatingly fair," said Geoffrey
Robertson, a London-based lawyer who has just been selected to head
the new special court for war crimes in Sierra Leone.

"The court is bending over backward, perhaps even a little too far. In
a serious crime trial in London or any American court, you would not
see so much leeway given to a defendant."

-- The New York Times
March 3, 2003, Monday, Late Edition - Final
Section: Section A; Page 4; Column 3; Foreign Desk
By Marlise Simons; Dateline: The Hague

[End NY Times Quote]

Reading the above, I feared for the people of Sierra Leone. Haven't
they suffered enough?

For in the real world, The Hague Tribunal manages to violate *every*
standard of modern legal practice. For example, in the U.S., Canada
and Great Britain, it is the right of accused persons, including if
they are acting as their own attorney, to meet in private with
advisors of their choice. But the Tribunal decides whether or not to
allow privacy. And the Tribunal vetoes visits if a) they think the
visitor will later tell the media something unfavorable to the
Tribunal or b) they want (or claim to want) some *other* visitor to
discuss a particular matter with the defendant instead.

In the legal system favored by Attorney Robertson, slated to head a UN
court, and apparently by the NY Times, this flagrant denial of rights
is described as "bending over backward, perhaps even a little too
far."

Below is a photo image of the fax sent by The Hague Tribunal, denying
the visit by a delegation from the International Committee to defend
Slobodan Milosevic, as requested by President Milosevic. The
delegation was to have included the ICDSM's Attorney, Tiphaine
Dickson. Attorney Dickson spent a week at The Hague trying to reverse
this ruling, but despite President Milosevic's protest, the Tribunal
denied this basic right.

-- Jared Israel

** Note: To view fax please go to
http://emperors-clothes.com/milo/fax.htm#a


=== 4 ===


ARTEL GEOPOLITIKA by www.artel.co.yu
office@...
Date: 20 January 2003

BELGRADE FORUM: MILOSEVIC TRIAL - STATEMENT (5)

THE BELGRADE FORUM FOR THE WORLD OF EQUALS

Done in Belgrade on 19 January 2003

The Belgrade Forum for the World of Equals (Forum)
expresses its deep concern about the emergence of two new
types of witnesses in the trial of Mr. Slobodan Milosevic
before the International Tribunal for the Former Yugoslavia
(ICTY) in the Hague. In addition to protected witnesses,
there are now "blackmailed witnesses" as well as "the
prosecution team witnesses".

The blackmailed witnesses are persons who are under an
investigation by the ICTY and the outcome of the
investigation depends on their willingness to satisfy the
prosecution with the "quality" of their testimonies. Or else:
they will be indicted. An example of such witness whose
destiny depended on the Office of the Prosecutor is Mr. Milan
Babic.

The prosecution team witnesses are persons who are
presently, or were previously, employed by the Office of the
Prosecutor. Although Mr. Fred Abrahams of The Human
Rights Watch, as a witness and former employee of the
Office of the Prosecutor, was already noted in one of our
previous statements, the "real" prosecution team witness will
appear before the Chamber shortly. That will be Mr. Graham
Blewitt, Carla del Ponte's deputy.

The clearer example of confict of interests is difficult to
imagine and testimonies of these witnesses can not be held as
reliable. Will Ms. Carla del Ponte be the crown witness in the
Milosevic case? Will Mrs. Florence Hartmann, her
spokeswoman, be called by Mr. Nice to read the excerpts
from her book on Mr. Milosevic?

As far as protected witnesses are concerned, their appearance
in great numbers before the Chamber in the Croatian &
Bosnian case is now a good excuse for the Presiding Judge
May to switch from a public into a private session at will.
The trial is thus slowly but surely becoming a secret one. For
instance, Milan Babic testified for days in private sessions; in
the end, his identity was made public. What was the purpose
of the closed sessions anyway?

In spite of this, the prosecution claims to have a "certain
problems with witnesses" and went on to blame the Yugoslav
authorities for a "lack of collaboration". The prosecution
certainly does have problems with the witnesses and reasons
are twofold: the first is that Mr. Milosevic regularly
demolishes their testimonies and credibilities; the second lies
in the fact that the prosecution rely too much on witnesses
who are suspected of, indicted or sentenced for various
criminal acts. In spite of our calls for such a practice to be
stopped by the Chamber, at the very beginning of the
proceedings in 2003 the prosecution called yet another such
witness

- K2. He admitted to have been involved in the liquidation of
Mr. Zeljko Raznatovic-Arkan! The company the prosecution
keeps is nothing but - suspicious.

The Forum expresses the hope that all human rights
organisations will recognise that all the quoted practices
represent a violation of the right to a fair trial and a shame
for the international justice and that they will take the action
they deem appropriate.

Finally, we remind that the page 11,467 (10 October 2002) is
now the "legendary" page of the transcript. It is there that the
Presiding Judge May declared that the Chamber accepts the
hear-say evidence. We call upon all international lawyers
and human rights organisations to start a fight for the
international justice and the right to a fair trial of Mr.
Milosevic by reading that transcript page.


BEOGRADSKI FORUM ZA SVET RAVNPPRAVNIH
11000 Beograd, Jugoslavija
Misarska 6/IIITel./Fax.: (+38111) 3245601
E-mail: info@...
www.belgrade-forum.org

ASPETTANDO GODOT


Quante settimane sono passate dall'omicidio Djindjic, e quante dalla
proclamazione dello "stato di emergenza" in Serbia?

Svariate. Ma benche' le settimane ed i giorni continuino a passare, i
quotidiani della sinistra italiana non hanno ancora nemmeno iniziato a
spiegare ai loro lettori che cosa stia succedendo in Serbia. "Il
Manifesto" non ha ancora scritto che ci sono stati piu' di settemila
arresti. "Liberazione" non dice che piu' di 2000 arrestati sono
trattenuti in carcere. "L'Unita'" non menziona che almeno due
quotidiani ed un settimanale sono stati chiusi per decreto.
"Repubblica" non spiega che la repressione, anziche' concentrarsi
sulla mafia filo-occidentale responsabile dell'omicidio (alla quale lo
stesso Djindjic era legato) si sta dirigendo verso gli oppositori
politici ed in particolare contro gli esponenti della sinistra,
benche' assolutamente estranei all'omicidio. "Il Manifesto" non parla
nemmeno delle pressioni e della criminalizzazione in atto contro
Kostunica e contro tutto quel settore della DOS troppo critico verso
la corruzione della lobby di Djindjic. "Il Manifesto" ha dimenticato
anche di riportare della esecuzione a sangue freddo di due tra gli
imputati dell'omicidio, e dei pestaggi in carcere (come quello subito
da "Ceca"). "Liberazione" ha tralasciato di raccontare la vicenda dei
giudici: licenziati in massa, persino quelli della Corte Suprema, come
ultimo atto della guerra scatenata dal regime contro la magistratura
(altro che Berlusconi...). "Repubblica" non parla del regime di forti
restrizioni cui sono sottoposti tutti i media.

Infine, nessuno dei suddetti giornali ci ha ancora raccontato la
vicenda del "desaparecido" Predrag Polic: sparito pochi giorni dopo
l'omicidio Djindjic, Polic - noto a noi italiani per tante
iniziative-dibattito alle quali partecipo', qui da noi, cercando di
spiegarci gli effetti micidiali dei bombardamenti della NATO nel 1999
- e' stato ritrovato cadavere ieri sera sulla riva del Danubio. Il
sito internet di Radio B52 (92 ?) ci racconta oggi che la polizia "ha
constatato il suicidio"... Chi invece lo conosceva personalmente ci ha
spiegato di misteriose pressioni e minacce che Polic, da Preside della
Facolta' di Chimica a Belgrado, aveva ricevuto in tempi recentissimi,
non sappiamo se per avere scoperto qualcosa di strano nella "sua" DOS
o se per causa della sua attivita' di studio sulle conseguenze dei
bombardamenti.

Certo, si dira': "ma c'e' stata la guerra in Iraq".
Per l'appunto: infatti, nonostante la guerra in Iraq, il quodidiano
"Il Manifesto" ha trovato lo spazio per cinema e tivvu', ma non per
parlare del regime antidemocratico ed antipopolare che e' stato oggi
consolidato in Serbia - con l'appoggio delle "sinistre" occidentali.
L'unica opinione che "Il Manifesto" ha riportato, su questo problema,
e' quella di Zelemir Zilnik ("Il Manifesto", 8 Aprile 2003): "...nel
proclamare lo stato di emergenza fu anche proclamata la necessità di
togliere tutti questi vecchi killer dalle righe statali e
ingaggiare volti e voci nuove, giovani. Per la prima volta mi sembra
che si stia profilando una situazione pulita per una nuova situazione
democratica senza il pericolo della tensione. Prova ne è che lo stato
di emergenza non ha compromesso la vita quotidiana ma avviato una
grande caccia ai mafiosi in tutti i ranghi. E ciò mi ispira
speranza..."
In altri tempi la si sarebbe chiamata piuttosto "caccia alle streghe",
ma tant'e': restiamo in attesa di "volti e voci nuove, giovani", come
a Sanremo. Ed anche per avere una informazione corretta, aspettiamo,
aspettiamo, aspettiamo, aspettiamo.

Italo Slavo

UBISTVO DJINDJIÆA IZ DRUGOG UGLA

Posle ovog tragiènog dogadjaja izglada kao da su svi
krivi dok Srbija klizi stranputicom.
Sve mi se èini da su ovo dobro isplanirani zavrsni
taktovi definitivnog razbijanja Srba.

Beograd 14. aprila 2003.

Mozaik definitivnog razbijanja Srba na vetrovitom Balkanu dobija
poslednje obrise a zapadni planeri kao da ubrzano sprovode dobro
isplaniranu i koordiniranu akciju. Mi smo kao uvek iznenadjeni,
preokupirani liènim i uskostranaèkim interesima i izvodjaèi sitnih
prljavih poslova na sopstvenu stetu.

Danima me proganja misao kome je u ovom momentu bilo potrebno ubistvo
premijera Djindjiæa? Biæu slobodan da vam ponudim neka svoja
razmisljanja koja æe mozda i istrazi pomoæi da dodje do nekih
drugaèijih zakljuèaka.

Malo je verovatno da neki »Zemunski klan«, obièni narko dileri i u
sustini sitni krimosi, imaju potrebu i zelju da ubiju premijera Vlade.
Oni svakako znaju da bi jednim takvim ubistvom samo navukli gnev
policije na sebe a to im sigurno nije potrebno. Toj strukturi je
potrebno da se sto manje talasa, kako bi »posao« isao u miru. Malo
njima, malo policiji i ostalima u lancu i svi zadovoljni. Kao i svuda
u svetu, mogu da ubiju nekog novog konkurenta koji se ubacuje na
njihovu teritoriju ali premijera nikako. Mislim da se to donekle
potvrdjuje i sa dosad uhapsenim profilom ljudi. Policajci, sudije,
tuzioci, advokati, poveæa grupa narko distributera i uliènih
pljaèkasa.

Neke iznete insinuacije o organizovanom kriminalu povezanom sa
politièkim strankama i ostacima Miloseviæeve vladajuæe ekipe su
isuvise prozirne i neubedljive. Ti SPS-ovi vodeæi kadrovi su se
povukli u misije rupe zbog gomile putera koje nose na glavi, pa nit
zbore nit romore. Nema u toj Miloseviæevoj »slavnoj gardi« junaèine
koji bi èak i pomislio na neko puèistièko organizovanje a kamoli tako
nesto organizovao. SRS i Seselj su od samog poèetka uporno dosledni u
tome da se uliènim i puèistièkim metodama ne treba osvajati vlast. Ne
zato sto vlast ne vole, veæ zato sto su od sveta i ovako satanizovani
pa im je potpuno jasno da vlast osvojenu vanparlamentarnim metodama
nikako ne bi mogli i da zadrze. SSJ i neke neformalne gupe ne treba ni
pominjati jer je vise nego iluzorno pomisljati da njihova snaga moze
uzdrmati zemlju ili èak izvesti puè. Ako veæ govorimo o puèu, tako
krupnu operaciju moze jedino da izvrsi vojska jer je to jedina
ozbiljna, brojna i naoruzana grupacija u jednoj drzavi. Policija,
pojedine specijalizovane jednice ili neke neformalne grupe to nisu u
stanju jer bi se nasle na udaru upravo te dominantne sile kava je
vojska svake zemlje pa i nase.

O iznetim budalastinama, ne mogu to nikako drugaèije nazvati, gde se
DSS-u i Kostunici sumnjièe kao inspiratori ili èak organizatori takve
jedne akcije nema ni govora. Gospoda iz ostatka DOS-a, svakako znaju
da je Kostunica takvog mentalnog sklopa, da mu tako nesto ni u snu
nebi palo napamet. U ostalom on je mogao sasvim legalno, zbog svega
sto su mu priredjivali, zbog svih okolnosti koje su vladale, zbog
razbijanja zemlje, krsenja ustava i svih zakona, uvbesti vanredno
stanje, koje bi svet odobrio. Tada bi kao predsednik i vrhovni
komandant oruzanih snaga, mogao da rasèisti sa svima, pa i sa samim
Djindjiæem i njegovom vladom. Ako je neko svakog dana »kukumavkao« da
je Vlada korumpirana i u sprezi sa organizovanim kriminalom onda je to
sigurno on. Iz Vlade su stizale odbranaske izjave da predsednik
Kostunica izadje sa dokazima, kao da je predsednik istrazni sudija ili
policiski organ. Prema tome napadati Kostunicu i DSS u ovom kontestu
je èista losa propagandno-traèarska igra koja æe samo Kosunici doneti
poene koje je na drugim poljima delovanja izgubio.

Moram se vratiti veæ prokazanim »puèistima« zemunskog klana Miloradu
Lukoviæu, i ubijenim Spasojeviæu i Lukoviæu. Onaj koji naruèuje i
organizuje jedan takav atentat, u vrema njegovog izvodjenja obièno je
na Bahamima kako bi imao besprekoran alibi a ne bezi u poslednjem
trenutku i ne krije se po Beogradskim stanovima i vikendicama u
Barajevu. Osim toga ako su to lica osimnjièena za organizaciju i
finansiranje atentata oni se ni u kom sluèaju nisu smeli likvidirati
jer je onda nemoguæe dokazati stvarne motive atentatai ko ga je
naruèio. Optuzivati jedinicu JSO kao sauèesnik u atentatu sa namerom
stvaranja haosa, odnosno drzavnog udara, je krajnje neozbiljna
prièica. Ti ljudi su vrlo iskusni profesionalci i dobro znaju kako se
takva akcija izvodi. Pokrenula bi se cela jedinica upala u Vladu i
pohapsila sve, istovremeno bi pohapsili ili pobili jos tridesetak
znaèajnih drzavnih funcionera i stvar je gotova. Ova jedinica je u
stanju da to izvede ali je njima takodje sasvim jasno da tu u Vladi
neæe moæi i da ostanu, niti æe moæi da takvim puèem preuzme vodjenje
zemlje, kako bi izbegli odgovornost za poèinjene zloèine. Stoga
DOS-ovci nemojte od ovog naroda praviti debile ili ste umislili da æe
uvodjenjem vanrednog stanja narod prestati i da misli......?

Ubistvo premijera Djindjiæa jeste politièko ubistvo i tu se sa vama iz
DOS-a u potpunosti slazem, ali se po mom misljenju naruèioci tog
zloèina ne nalaze u grupama i strankama koje nam vi prezentirate.
Normalno da nemam egzaktne dokaze za ovu teoriju, ali vas ovim zelim
da navedem na razmisljanje, jer mi sve ovo lièi na dobro proverenu
englesku metodu: Ukloni ga, pa mu onda priredi pompeznu sahranu i odaj
mu velika priznanja. U ovakvoj postavci pojavljuje se i jedno veliko
pitanje zasto?

Djindjiæ je zavrsio gotovo sve sto su njegovi zapadni mentori od njega
oèekivali. Prevaren od strane zapada, uvidjao je da tim naèinom
vladanja ne moze dalje opstati. Poèeo je da menja kurs, pominjuæi
osmogodisnji neresen status Srba iz Hrvatske, problem Kosmeta koji se
sve vise udaljavao od Srbije a zapad mu u resavnju tih problema nije
hteo da pomogne.
Obeæana mu je znatno veæa finansijska pomoæ od one koju je dobio a ni
strana ulaganja nisu isla potrebnim, odnosno obeæanim tempom. Nije
vise mogao tako bezuslovno i servilno da izvrsava zahteve zapada pa je
upravo tom zapadu postao smetnja. Pogotovo sto je to bio èovek koji je
mnogo znao o svim nagodbama pre i posle 05. oktobra na relaciji
zapad-DOS.

Beograd i Srbiju je trebalo nekim krupnim dogadjajem ponovo gurnuti na
prve stranice svetskih listova kako bi se otvorile moguænosti za
ubrzano zapadno »rasèisæavanje terena« uz potvrdjivanje veæ davno
plasirane slike o devijantnoj i escesnoj srpskoj naciji. Ubistvo
premijera je svakako vrlo pogodan dogadjaj koji pruza nesluæene
moguænosti kombinovanja u oba ova pravca. Pa da ukratko poènemo da
nizemo sta su zapadni »planeri« time ostvarili:

· U ciju spasavanja DOS-ove marijonetske vlasti munjevito je uvedeno
vanredno stanje sa veoma sirokom lepezom zabrana. U neorganizovanoj
zemlji u kojoj se odluke donose mesecima, posao oko VS je odradjen
munjevito i vrlo precizno, pa se nameæe utisak da je veæ sve mnogo
ranije pripremljeno.
· Blokirani su svi mediji pa samim tim i sve uèestalije kritike Vlade
i njenih rezultata. Uz otvaranje moguænosti jednostranog izvestavanja
i usmeravanje paznje gradjana na drugim problemima mimo njihove
svakodnevnice. Usput su zabranjeni neki malo slobodniji listovi i
pohapseni neki novinari ali je mnogo veæa »korist« sto je doslo do
navinarske samocenzure koja ja najefikasniji metod u sprovodjenju
novog oblika »demokratske diktature«.
· Onemoguæeni su najavljivani masovni strajkovi otpustenih radnika,
Borskih rudara....... Kao i radnika ostale zaustavljene srpske
privrede. Blokiran je i opsti socijalni bunt koji je bio na pomolu.
· Ostvareno je potpuno potiskivanje patriotskih snaga uz otvaranje
moguænosti odstrela pojedinih liènosti, pa i celih stranaka. Medijsko
i svakojako kompromitovanje stranaka patriotskog bloka na koje zbog VS
nije moguæe adekvatno odgovoriti, a sve u cilju priprema za
predstojeæe izbore. I zapad je imao vrlo taènu procenu da ovakav DOS
moze da pobedi samo ako direktno iz VS istrèi na teren »demokratskih i
slobodnih izbora« na svim nivoima.
· Rasformiranje JSO kao vrlo efikasne i iskusne jedinice u cilju
opsteg slabljenja nase odbrambene moæi.
· Ubrzano »reorganizovanje« (èitaj razbijanje) Vojske Jugoslavije a
posebno njene sluzbe bezbednosti. Zbog èega je nas »prijatelj« Solana
ovih dana dotrèao da taj »goruæi vojni problem resi«. Svakako ne prema
potrebi nase zemlje i njenom neprijateljskom okruzenju veæ prema
potrebama zapada.
· Hapsenje generala Tomiæa dok se Perisiæ sepuri kao poslanik
novoformirane Savezne skupstine moze se jedino tumaèiti kao psiholosko
uterivanje Srba u jaram. Za ovakvo sramno ponasanje VJ treba odati
posebno »priznanje« naèelniku GS Krgi, koji æe zbog svog servilnog
ponasanja verovatno biti na toj funkciji jos koji mesec.
· Posle razbijanja atributa sile otvara se sirok prostor za hapsenja
Mladiæa Karadziæa, Slivanèanina.....kao i za nove optuzbe od strane
haskog tribunala, koje nas ministar IP Svilanoviæ sa »osobnim
zadovoljstvom« svesrdno najavljuje.
· Odmah je »utvrdjena povezanost« Vojske Republike Srpske sa atentatom
i njegovom organizacijom pa je Pedi Es Daun raspustio Vrhovni savet
odbrane RS (ukinuo vojsku RS)
· I to je bilo malo pa je dotièni gospodin ukinuo i samu RS time sto
su iz Ustava RS izbrisane reèi suverenitet, integritet, kao i sve reèi
koje potvrdjuju drzavnost RS.
· Smenjen je i predsednik Mirko Saroviæ tako da su preko noæi
ponisteni ceo Dejtonski sporazum i odluke Mirovne konferencije u
Parizu.
· Srbija kao garant svih tih sporazuma nije reagovala jer Natasi Miæiæ
koja bi institucionalno morala da reaguje zapadni mentori to nisu
napisali. Za reagovanje ostali su bili zauzeti hapsenjima i
pljuckanjima po svojim politièkim protivnicima, jer ovi sada nemaju
pravo ni da uzvrate.
· Na ovaj spisak taèku na i je postavio Stajner, nonsalantno
odbijajuæi predloge novog premijera Zivkoviæa i »spasitelja«
kosmetskih Srba Èoviæa, da se bar odlozi prenosenje ovlasæenja sa
UMNIK-a na kosmetske institucije iako je takvo prenosenje u direktnoj
suprotnosti sa rezolucijom UN 1244.

U ovaj spisak nisam ukjuèio potpuno razbijanje (èisæenje) BIA,
policije i ostalih sluzbi od »zaostalih prosrpskih elemenata« jer taj
proces æe punom snagom tek biti nastavljen. Mislim da nije potrebno
spominjati da smo medju retkim zemljama sveta koja nije protestovala
protiv rata u Iraku, iako smo samo pre èetiri godine bili izlozeni
istoj takvoj agresiji. Ne treba spominjati ni da se u Beogradu
priprema otvaranje odeljenja FBI, normalno, »sve u cilju borbe protiv
organizovanog kriminala«. Jedino se u ovaj crni milje ne uklapa da
Siptari sa juga Srbije nisu iskoristili policijski vakum na tim
prostorima za svoje nove akcije ili su im zapadni izvrsioci radova na
ovim prostorima dosapnuli da se malo strpe dok Beograd ne rasèiste pa
æe onda u drugoj etapi i jug Srbije iæi mnogo lakse.

Za sada su ovo najvaznjiji »uspesi« zapadnih planera u razbijanju
Srpstva na ovim balkanskim prostorima a ako ova DOS-ova vlast opstane
biæe ih jos. Sve mi se vise èini da je ubistvo premijera Djindjiæa
bilo samo neophodna kolateralna steta kako bi se ceo ovaj spisak
krupnih antistpskih zahvata mogao da realizuje. Za samo mesec dana
bitno su izmenjene pozicija Srbije a RS je dovedena u poziciju
ukidanja.

Ovim tekstom sam hteo da vam ponudim neka drugaèija vidjenja, ne
pretendujem da su ispravna, pa vi zakljuèak donesite sami. Sto se mene
kao analitièara tièe, zapadnim stratezima moram nevoljno odati
priznanje na perfektno uradjenom poslu, a nase domaæe pomagaèe u èisto
srpskom pravoslavnom duhu mogu jedino da zapitam: gde æe vam dusa.

Zvonimir Trajkoviæ
www.trajkovic.co.yu

The ambiguous US-Iran relationship and its deadly effect in
Bosnia-Hercegovina

[Note: while distributing this very interesting article, we warn the
reader that the role of the State of Israel and Mossad in the Bosnian
fratricidal conflict is likely to have been much much more complicated
than explained here.
Israel never officially complained about the islamists' engagement in
the Balkans, nor took any effective action to contrast the
anti-Yugoslav forces all over the Yugoslav desintegration process.
Right on the contrary, many influential friends of the Israeli
governments openly supported the destruction of Yugoslavia through
demonizing the Serbs (e.g. Elie Wiesel and the bunch of well-known
French "intellectuals").
More recently, the Israeli Ambassador in Belgrade even played an
active role in supporting the 2001 "putsch" and the present colonial
government, both of which finally brought to deleting "Yugoslavia"
from the world maps. Israeli Ambassador Yoran Shani was thus decorated
by Kostunica with the Yugoslav Star of First Degree "for exceptional
merits in developing and improving interstate relations" (Tanjug,
3/3/2003). I.S.]


http://emperors-clothes.com/analysis/deja.htm

Emperor's Clothes [ www.tenc.net ]

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* U.S. & Iran: Enemies in Public but Secret Allies in Terror *
The US and Iran have long cooperated to sponsor Islamist terror

by Jared Israel, Francisco Gil-White,
Petar Makara, and Nico Varkevisser

[Posted 13 April 2003]

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[ www.tenc.net ]

In a speech dated 31 March, US Secretary of State Colin Powell accused
Iran of supporting terrorists. And, said Powell, "Tehran must stop
pursuing weapons of mass destruction and the means to deliver them."

An Iranian government spokesman dismissed Powell's remarks, saying:
"The anti-Iran overture of the U.S. officials emanated from
Washington's failure in its military scenario in Iraq." [1]

And a Foreign Ministry spokesman added, "The U.S. unwavering support
of Israel's state terrorism is a clear proof of U.S. double
standards..." [2]

=====================

* Do harsh words mean war? *

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Some critics of the US-British war in Iraq point to this exchange and
to other statements, made by certain so-called neoconservatives,
associated with the Pentagon. Based on the hostile statements made by
the so-called neoconservatives and State Department people on the one
side, and by Iranian leaders, on the other side, pundits of the left
and right assure us that a) the war in Iraq is directed against Islam,
and b) "Iran is next."

We have shown that *on the ground* Iran has quietly supported the US
invasion. Odd behavior for a government that expects to be "next". [3]

But aside from that, the problem with the "Iran-is-next" argument is
that harsh statements by top officials may be insincere. They may be
intended to divert attention from the real situation, and/or to focus
blame on a third party, a scapegoat (such as, for example, Israel).

It is even possible for intelligence officials from the US and Iran to
meet for the purpose of planning public displays of mutual hostility
aimed at diverting public awareness and scapegoating Israel.

Does that sound extreme? Read on...

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* Public enemies, private friends *

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Contrary to the mainstream media and supposed critics of US policy
alike, Iran and the US have *not* had purely hostile relations since
the overthrow of the Shah 24 years ago.

Rather, the US and Iran have had a complex relationship which includes
attacking each other publicly even while they cooperate covertly to
carry out sundry nefarious schemes.

That is precisely what happened in Bosnia in the early 1990s.

Let us look at the facts.

First, what sorts of insults did the US and Iran trade in the early
1990s?

Second, how do those compare to the insults they are trading *now*?

And third, in the early 1990s, were the US and Iran friends or enemies
on the ground in Bosnia?

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* Déjà vu all over again *

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On 31 March 1993, UPI published a dispatch, entitled, "Iran Strongly
Rejects 'International Outlaw' Label." [3A]

Some of it is quoted below. If you check back to what Powell and the
Iranians said a couple of weeks ago, you will see that the 1993
insults were almost identical.

[Start 1993 UPI dispatch]

Iran reacted sharply Wednesday to remarks by U.S. Secretary of State
Warren Christopher describing the Islamic Republic as an international
outlaw and a supporter of terrorism, the Iranian state news agency
IRNA said.

A Foreign Ministry spokesman in Tehran described Christopher's remarks
as ''unfounded, worthless and an indication of confusion in
Washington's foreign policy,'' an IRNA dispatch monitored in Athens
said.

...[Secretary of State Christopher] also accused Iran of trying to
acquire weapons of mass destruction.

The Iranian official said...Christopher's statement was ''aimed at
diverting world public opinion from Washington's full-scale support
for Israeli-sponsored state terrorism and for terrorist activities
against those countries which oppose U.S. domination...''

[End 1993 UPI dispatch]

Replace 'Warren Christopher' with 'Colin Powell' and 1993 sounds
eerily like 2003.

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* Same script, same villain *

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Note that in both cases, the Iranian fundamentalists shift the attack
from the US to Israel. The intended message is that the US does indeed
do bad things but that that is *because of* Israel.

Please also note that the same thing is now being said by many right
wing and left wing critics of US policy.

Christopher calls Iran a "supporter of terrorism," and the unnamed
Iranian official replies that Christopher is only trying to divert
people from US support for Israeli actions. Thus the argument ends up
focused on... Israel.

But in 1993 Iran was not sponsoring terrorism against Israel *only*.
It was sponsoring terrorism against Bosnia too.

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* Dutch report: Pentagon secret service directed Iran's Bosnian
terror. *

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Last year the Dutch government produced a report on Bosnia compiled
based on an extensive study of intelligence documents.

Below is an excerpt from a (London) Guardian article summarizing the
Dutch report: [4]

[Start Guardian excerpt]

Now we have the full story of the secret alliance between the Pentagon
and radical Islamist groups from the Middle East designed to assist
the Bosnian Muslims...[Meaning, the Muslim faction led by Alija
Izetbegovic, which attacked the Bosnian Serbs, unlike the faction led
by the more popular Fikret Abdic, which allied with the Bosnian Serbs
- EC]

In both Afghanistan and the Gulf, the Pentagon had incurred debts to
Islamist groups and their Middle Eastern sponsors. By 1993 these
groups, many supported by Iran and Saudi Arabia, were anxious to help
Bosnian Muslims fighting in the former Yugoslavia and called in their
debts with the Americans. Bill Clinton and the Pentagon were keen to
be seen as creditworthy and repaid in the form of an Iran-Contra style
operation - in flagrant violation of the UN security council arms
embargo against all combatants in the former Yugoslavia.

The result was a vast secret conduit of weapons smuggling though
Croatia.
This was arranged by the clandestine agencies of the US, Turkey and
Iran, together with a range of radical Islamist groups, including
Afghan mojahedin and the pro-Iranian Hizbullah...

Arms purchased by Iran and Turkey with the financial backing of Saudi
Arabia made their way by night from the Middle East...The report
stresses that the US was "very closely involved" in the airlift.
Mojahedin fighters were also flown in, but they were reserved as shock
troops for especially hazardous operations....

Rather than the CIA, the Pentagon's own secret service was the hidden
force behind these operations...

When these [weapon] shipments were noticed, Americans pressured
UNPROFOR to rewrite reports, and when Norwegian officials protested
about the flights, they were reportedly threatened into silence.

Meanwhile, the secret services of Ukraine, Greece and Israel were busy
arming the Bosnian Serbs. Mossad was especially active and concluded a
deal with the Bosnian Serbs at Pale...

[End Guardian excerpt]

In the above text, author Richard Aldrich puts a remarkable spin on
the Dutch report.

He argues that the US was pressured into supporting Islamist terror in
Bosnia because it had to make good on debts to Islamic terrorists,
linked to Iran and Saudi Arabia.

That is quite a statement.

Look what Aldrich is conceding: that US intelligence had been working
closely with Saudi and Iranian-backed terrorists (e.g., the 'Afghan
Arabs' and Hizballah) *prior to Bosnia* and that the US did not want
to damage those relationships.

Aldrich claims that this is why the U.S. helped out in Bosnia - to
keep those relationships alive.

But in the same article, Aldrich states that, according to the Dutch
report, the US *controlled* the Bosnian terror operations:

"Rather than the CIA, the Pentagon's own secret service was the hidden
force behind these operations..."

This makes Aldrich's argument preposterous. It would be one thing to
say that the U.S. turned a blind eye to terrorist activities because
it didn't want to alienate these terrorists and their backers in Saudi
Arabia and Iran. But it is quite a different thing to claim the US
took the initiative in organizing and coordinating a massive terrorist
assault just to keep terrorist organizations happy. The fact that the
Pentagon was the "hidden force behind these operations" shows that the
Islamist terrorist assault on Bosnia was important US Establishment
*policy*, not some weird fence-mending diplomacy.

The kind of spin in the Guardian article is often put forward when
U.S. intelligence is caught organizing horrific activities. It is the
Bumbling Bear Argument - U.S. intelligence does not *mean* to do bad
things - it is naive and clumsy and therefore miscalculates, or
foolishly tries to repay old debts, or isn't aware whom it is dealing
with, or whatever.

(As discussed in "Worst kept secrets of the bumbling bear," the same
sort of argument was made when the news broke that the CIA had been
created by recruiting *thousands* of war criminals from Nazi
intelligence. We were told that CIA Director Allen Dulles was
supposedly fooled...poor bear...) [4A]

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At this point in the article as posted Online, there is a picture,
scanned from the (London) Times. It shows row upon row of soldiers,
armed with rifles, marching in formation. The unusual thing is, they
are wearing white, Arab-style clothing and they sport headbands with
slogans written in Arabic. You may view the picture at
http://emperors-clothes.com/analysis/deja.htm#pic

Here is the caption:

Photo Caption: These soldiers are not Arabs. They are Bosnian Muslims,
that is, Slavs whose ancestors converted to Islam during the reign of
the Ottoman Empire.

Before the 1990s, people in Bosnia would have laughed at this sight,
thinking these men were going to a costume ball. But nobody was
laughing in 1995. The caption reads, "One of the Bosnian Army's Muslim
brigades marches through Zenica in a demonstration of strength by
10,000 soldiers." (London Times, 11 December 1995.)

This photograph was published in some Western newspapers, but only
once. Indeed, the Western media published very little about the fierce
fundamentalism of the Bosnian 'government' or about the money, weapons
and thousands of terrorists shipped into Bosnia by Iran, Saudi Arabia,
Pakistan and other Islamist states. And none of the media mentioned
that the Pentagon was coordinating this violent onslaught. Nor did the
media tell people that Bosnian Muslims were divided and that a large
number of them were allied with the Bosnian Serbs.

Deprived of this basic information, bombarded with media reports
describing an imaginary secular government in Sarajevo, most people in
the West had no understanding of what was happening in Bosnia. They
had no basis on which to reject editorials like the one that appeared
on 9 May 1993 in The Scotsman.

The Scotsman and other Western newspapers mocked the Bosnian Serbs,
claiming they suffered from a supposed cultural paranoia concerning
Muslims in general and Bosnian Muslim fundamentalist leader Alija
Izetbegovic and his followers in particular.

The Scotsman wrote with heavy sarcasm: "The essentially secular Muslim
credentials of President Alija Izetbegovic are seen as evidence of a
plot to establish a fundamentalist Muslim state in Europe...an Islamic
fundamentalist conspiracy which, in turn, no doubt, will be joined by
Anglo American aggressors."

But as the Dutch government report indicates, the Serbs were quite
right about the Anglo-American aggressors. And as for Mr.
Izetbegovic's "secular credentials," he was openly a passionate
devotee of the Ayatollah Khomeini. He believed it was an act of virtue
to establish Islamic rule by violence. We have posted some of the
thoughts of President Izetbegovic, so you can see for yourself. [8]

Were the Serbs paranoid? Keep in mind that the men in the picture
above, dressed as holy warriors, were part of Alija Izetbegovic's
army...

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The US & Iran, Allies in Terror - Part 2

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In Part 1, the authors contrasted the fierce verbal attacks US and
Iranian leaders made on one another in 1993 and 2003 - and found they
were identical. In each case, the US Secretary of State (Powell or
Christopher) accused Iran of supporting terror and Iran accused the US
of supporting Israel, which, said the Iranians, was a terrorist state.
According to a Dutch report issued last year, in 1993, at the same
time the US and Iran were trading insults, the Pentagon was
coordinating a giant Iranian, Saudi, Pakistani onslaught on Bosnia.
This included thousands of Mujahideen (Islamic fundamentalist
terrorists) who trained and indoctrinated the Bosnian Muslim army and
spearheaded terrorist attacks. The article continues...
-- John Flaherty

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Hazardous operations...

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The Guardian says the Mujahideen shipped into Bosnia "were reserved as
shock troops for especially hazardous operations." This is an
imprecise formulation. What was the practical function of these
Mujahideen?

A London Telegraph article reported on the takeover of the Bosnian
town of Fojnica by the Mujahideen. The Telegraph reports that the
Mujahideen trained and led the Bosnian 'government's' infamous Handzar
division. The rank and file consisted of Bosnian and Albanian Muslims
who were following the tradition of local Muslims who joined the
German Nazi Waffen SS during World War II. The Mujahideen trained
other Bosnian troops as well (see pictures,
http://www.emperors-clothes.com/analysis/deja.htm#pic ). [5]

[Start excerpt from Telegraph article] [6]

These are the men of the Handzar division. "We do everything with the
knife, and we always fight on the frontline," a Handzar told one UN
officer.

Up to 6000-strong, the Handzar division glories in a fascist culture.
They see themselves as the heirs of the SS Handzar division, formed by
Bosnian Muslims in 1943 to fight for the Nazis. Their spiritual model
was Mohammed Amin al-Husseini, the Grand Mufti of Jerusalem who sided
with Hitler... [7]

They are trained and led by veterans from Afghanistan and Pakistan,
say UN sources. The strong presence of native Albanians is an ominous
sign. It could mean the seeds of war are spreading south via Kosovo
and into Albania, thence to the Albanians of Macedonia.

Pakistani fundamentalists are known to have had a strong hand in
providing arms and a small weapons industry for the Bosnian Muslims.

Hardline elements of the Bosnian army, like the Handzar, appear to
have the backing of an increasingly extreme leadership in Sarajevo...

[End excerpt from Telegraph article]

The "hazardous operations" of the mujahideen leading these Handzar
troops included terrorist attacks on the non-Muslim population of
Bosnia. (And remember, it was *Pentagon intelligence* which, according
to the Dutch government report, coordinated these "hazardous
operations"! )

Describing the work of the mujahideen who dominated the town of
Fojnica, the Telegraph reports:

[Start excerpt from Telegraph article]

"The first political act in this new operation appears to have been
the murder of the two monks in the monastery. Last month Brother
Nikola Milicevic, 39, and Brother Mato Migic, 56, were surprised by a
four-man squad.

After an argument, Brother Nikola was shot dead on the spot. His
colleague was only wounded, but finished off by a shot in the neck.
[6]

[End excerpt from Telegraph article]

Terrorist attacks such as the execution of the two Christian monks
were intended to a) assert mujahideen control and b) exacerbate
Christian-Muslim tensions, thus pushing rank-and-file Muslims into the
Islamist camp. Thus, the presence of *thousands* of these terrorists
had an immense impact on Bosnia, whose total population was at the
time only about 4.3 million. [6A]

As Francisco Gil-White points out in the article, "Moderate Democrat
or Radical Islamist?" this jibes with the methods advocated by Bosnian
leader Alija Izetbegovic. [8]

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What are we to make of Warren Christopher?

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Warren Christopher, US Secretary of State in 1993, seems like a
mild-mannered man, almost painfully polite. But don't judge a book by
its cover.

At the very time that Christopher's government was coordinating
Iranian and Saudi terror in Bosnia, he was was engaged in a dramatic
battle of words with Iranian leaders over Iranian terrorism!

What can we say about Mr. Warren Christopher?

We can say that he was lying to divert the world's attention from mass
murder and the destruction of a secular society, sponsored and
coordinated by Pentagon intelligence.

==========

Conclusion

==========

[Start quote from Los Angeles Times]

Beginning in 1992, as many as 4,000 volunteers from throughout North
Africa, the Middle East and Europe came to Bosnia to fight Serbian and
Croatian nationalists on behalf of fellow Muslims. They are known as
the moujahedeen. A military analyst called them "pretty good fighters
and certainly ruthless." [9]

[End quote from Los Angeles Times]

Perhaps one day the US may come into military conflict with Iran. But
one *cannot* deduce this merely from the harsh things that the US and
Iran say about one another in public. And if the US does ever come
into military conflict with Iran, you can be sure of one thing: it
will *not* be because Iran supports Islamist terror.

One last thought. As you will recall, in 1993, the Iranians charged
that American public condemnations of Iran were aimed at:

"...diverting world public opinion from Washington's full-scale
support for Israeli-sponsored state terrorism and for terrorist
activities against those countries which oppose U.S. domination...''

But as the Dutch report shows, at the very time that an Iranian
official uttered these words, the US was in fact providing full-scale
support for *Iranian-sponsored* state terrorist activities against the
Bosnian Serbs. And it was the Serbs who opposed U.S. domination.

And, according to the Dutch report, it was Ukraine, Greece and
*Israel* which provided the Bosnian Serbs with arms to resist this
attack by *thousands* of mujahideen and the local Islamic
fundamentalist troops they led.

Some of these mujahideen were from the pro-Iranian Hizballah, which
specializes in attacking Israel, and some were battle-hardened from
fighting the Reds in Afghanistan. Those would be the infamous 'Afghan
Arabs'.

But wait. Don't we have a name for the 'Afghan Arabs' whom Iran and
Pakistan and Saudi Arabia were shipping into Bosnia and whose
terrorist actions Pentagon intelligence was coordinating?

Why yes, we do.

It's Al Qaeda.

=====

At this point in the text, as posted Online, there is a photo of a man
with a beard in military camafloge dress. You can view the picture at
http://www.emperors-clothes.com/analysis/deja.htm#pic-a

The caption follows.

* Photo Caption * To the left, Abu Abdel Aziz, leader of mujahideen
terrorists/trainers in Bosnia. The photo appeared in Newsweek, 5
October 1992, with an article entitled, ''Help from the Holy
Warriors.'' The London Times wrote that "Aziz claimed to have spent
six years fighting in Afghanistan, and had also seen service as a
'holy warrior' in the Philippines, Kashmir and Africa." (9 May 1993).
And nine years later, the Gulf News had him leading terrorists who
kidnapped European and Asian tourists in Philippines. (5 July 2002 )

***

Jared Israel
Francisco Gil-White
Petar Makara
Nico Varkevisser
The Editors, Emperor's Clothes



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Footnotes and Further Reading

========================

[1] Supplied by BBC Worldwide Monitoring March 31, 2003, Monday;
Headline: Iranian media behaviour 0600 - 1400 gmt, 31 March 03;
Source: BBC Monitoring research in English 28 Mar 03; Iranian Radio

[2] BBC Monitoring Middle East - Political Supplied by BBC Worldwide
Monitoring March 31, 2003, Monday; Headline: Iran rejects Colin
Powell's terrorism accusations as baseless; source: IRNA news agency,
Tehran, in English 1527 gmt 31 Mar 03; Text of report in English by
Iranian news agency IRNA

[3] See "Reader Says: 'EC is Wrong; Iran is not Helping the US in
Iraq.'" http://emperors-clothes.com/analysis/seale.htm

[3A] United Press International March 31, 1993, Wednesday, BC cycle
Section: International Headline: Iran Strongly Rejects ''International
Outlaw'' Label Byline: By Ralph Joseph Dateline: Athens, Greece

[4] To read the Guardian article, go to "Dutch Report: Us Sponsored
Foreign Islamists In Bosnia," at
http://emperors-clothes.com/analysis/used.htm

[4A] Regarding the significance of the creation of the CIA out of
thousands of Nazi war criminals, see "Worst kept secrets of a bumbling
bear," at http://emperors-clothes.com/docs/gehlen2.htm

[5] A Bosnian Islamist newspaper commerorates the Bosnian Waffen SS
Division knowns as 'Handzar' (Scimitar). See, "Himmler was their
Defender!" http://emperors-clothes.com/bosnia/svijet.htm

[6] Daily Telegraph 29 December 1993; Headline: Albanians and Afghans
fight for the heirs to Bosnia's SS past; Byline: Robert Fox; Dateline:
Fojnica, Bosnia-Herzegovina

[6A] http://www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhtml/00031513.htm

[7] "'Palestine Is Our Land And The Jews Are Our Dogs' -
Anti-Semitism, Misinformation, And The Whitewashing Of The Palestinian
Leadership" by Francisco J. Gil-White
http://emperors-clothes.com/gilwhite/Israel.htm#part2

[8] "Moderate Democrat or Radical Islamist?: Who is Alija Izetbegovic,
the man the US sponsored in Bosnia?" by Francisco Gil-White
http://www.emperors-clothes.com/gilwhite/alija1.htm

[9] Los Angeles Times October 7, 2001; Section: Part A; Part 1; Page
1; National Desk Headline: Response To Terror; Bosnia Seen As
Hospitable Base And Sanctuary For Terrorists; Byline: Craig Pyes, Josh
Meyer, William C. Rempel, Times Staff Writers; Dateline: Zenica,
Bosnia-Herzegovina

Emperor's Clothes * [ www.tenc.net ]

This Website is mirrored at
http://emperor.vwh.net/

Al Direttore Furio Colombo
"L'UNITA'", ROMA

Egregio Direttore,
"Non chiamare le cose con il proprio nome, significa seminare
disgrazie tra la gente" (A. Camus).
L'articolo "Irak... Kosovo" di Veltri, pubblicato su "l'Unità", oggi
15 aprile, è una continuazione delle "Menzogne di guerra" -
parafrasando il titolo del libro di Jurgen Elsasser (edizioni "La
Città del Sole", 2002).
E' difficile riuscire ad aspettare senza stancarsi di aspettare, e non
rispondere alle calunnie... perchè quelle riportate nel succitato
articolo sono delle calunnie, delle falsità storiche. Falsita'
smascherate, come lo sono state quelle di Adriano Sofri (di sinistra
-sic!- come voi?!) che scriveva su questo stesso giornale dalla Bosnia
musulmana, coi mujahedin tagliagole e il loro capo Bin Laden,
all'epoca evidentemente "terrorista buono".
Signor direttore, Lei può esser quanto le pare filoamericano, ma
bisogna dire anche le verità. E' inutile per noi appellarci all'Ordine
dei giornalisti, perchè esso ha dimostrato "di non esistere", come non
esiste l'ONU... Noi compagni e cittadini di buona volontà non
smetteremo mai di accusarvi e gridarvi: "Smettetela di demonizzare il
popolo serbo!"
Che l'articolo sia fazioso e menzognero dall'inizio alla fine, mi
servirebbe un po' più di spazio per argomentarlo. Lo faccio soltanto
per quello che riguarda, come voi lo definite, l'"Accordo di
Rambouillet". Siete forse smemorati o avete preso "capre per cavoli"?!
Accordo non significa innanzitutto dialogo?!
Sappiamo bene chi impose, agli albanesi moderati, di non dialogare!
Quello di Rambouillet era un vero e proprio ultimatum, che all'inizio
non voleva firmare nemmeno "quel ragazzaccio" di Taqi, perché non
prevedeva l'autonomia del Kosovo (e Metohija). Ma la "zia Lili"
Madeleine Albraight gli impose di firmarlo, "altrimenti non potremmo
bombardare la Jugoslavia". Sapeva bene la Albraight che nessun capo di
stato (a meno che non fosse un quisling) avrebbe firmato
quell'ultimatum, che prevedeva lo scorazzare indisturbato della
soldatesca americana su tutto il territorio della Jugoslavia. Per poi
fare i comodacci e affaracci loro, come fanno sul territorio italiano
(chi si ricorda più del Cermis?!).
Ma a voi non importa se sono jugoslavi, o serbi. L'importante e' che
siano servi. Solo con i servi vi sapere rapportare.
Non posso che citare, anche questa volta, le parole di Mescia
Selimovic, serbo di famiglia, di fede musulmana: "Gli uomini sono come
dei bambini malvagi. Malvagi per i loro atti, bambini secondo la
mente. E mai saranno diversi!"
Davvero con poca stima,
Ivan Pavicevac

E' arrivata la democrazia in Iraq! (1)

Names and surnames of the looters of the Iraqi cultural heritage:
1. US plans to loot Iraqi antiques
(Liam McDougall, Sunday Herald 7/4/2003)
2. Americans defend two untouchable ministries from the hordes of
looters (Robert Fisk, The Independent 14/4/2003)


=== 1 ===


[Note that this has been written before the lootings!]

US plans to loot Iraqi antiques

07.04.2003 [08:33]

FEARS that Iraq's heritage will face widespread looting
at the end of the Gulf war have been heightened after a
group of wealthy art dealers secured a high-level
meeting with the US administration.

It has emerged that a coalition of antiquities
collectors and arts lawyers, calling itself the
American Council for Cultural Policy (ACCP), met with
US defence and state department officials prior to the
start of military action to offer its assistance in
preserving the country's invaluable archaeological
collections.

The group is known to consist of a number of
influential dealers who favour a relaxation of Iraq's
tight restrictions on the ownership and export of
antiquities. Its treasurer, William Pearlstein, has
described Iraq's laws as 'retentionist' and has said he
would support a post-war government that would make it
easier to have antiquities dispersed to the US.

Before the Gulf war, a main strand of the ACCP's
campaigning has been to persuade its government to
revise the Cultural Property Implementation Act in
order to minimise efforts by foreign nations to block
the import into the US of objects, particularly
antiques.

News of the group's meeting with the government has
alarmed scientists and archaeologists who fear the ACCP
is working to a hidden agenda that will see the US
authorities ease restrictions on the movement of Iraqi
artefacts after a coalition victory in Iraq.

Professor Lord Renfrew of Kaimsthorn, leading Cambridge
archaeologist and director of the McDonald Institute
for Archaeological Research, said: 'Iraqi antiquities
legislation protects Iraq. The last thing one needs is
some group of dealer-connected Americans interfering.
Any change to those laws would be absolutely monstrous.
'

A wave of protest has also come from the Archaeological
Institute of America (AIA), which says any weakening of
Iraq's strict antiquities laws would be 'disastrous'.
President Patty Gerstenblith said: 'The ACCP's agenda
is to encourage the collecting of antiquities through
weakening the laws of archaeologically-rich nations and
eliminate national ownership of antiquities to allow
for easier export. '

The ACCP has caused deep unease among archaeologists
since its creation in 2001. Among its main members are
collectors and lawyers with chequered histories in
collecting valuable artefacts, including alleged
exhibitions of Nazi loot.

They denied accusations of attempting to change Iraq's
treatment of archaeological objects. Instead, they said
at the January meeting they offered 'post-war technical
and financial assistance', and 'conservation support'.

Liam McDougall/Sunday Herald


=== 2 ===


http://news.independent.co.uk/low_res/
story.jsp?story=396997&host=3&dir=75

Americans defend two untouchable ministries from the hordes of looters

By Robert Fisk in Baghdad

14 April 2003

Iraq's scavengers have thieved and destroyed what they have been
allowed to loot and burn by the Americans - and a two-hour drive
around Baghdad shows clearly what the US intends to protect.
After days of arson and pillage, here's a short but revealing
scorecard.
US troops have sat back and allowed mobs to wreck and then burn the
Ministry of Planning, the Ministry of Education, the Ministry
of Irrigation, the Ministry of Trade, the Ministry of Industry, the
Ministry of Foreign Affairs, the Ministry of Culture and the Ministry
of Information. They did nothing to prevent looters from destroying
priceless treasures of Iraq's history in the Baghdad Archaeological
Museum and in the museum in the northern city of Mosul, or from
looting three hospitals.

The Americans have, though, put hundreds of troops inside two Iraqi
ministries that remain untouched - and untouchable - because tanks and
armoured personnel carriers and Humvees have been
placed inside and outside both institutions. And which ministries
proved to be so important for the Americans? Why, the Ministry of
Interior, of course - with its vast wealth of intelligence information
on Iraq - and the Ministry of Oil. The archives and files of Iraq's
most valuable asset - its oilfields and, even more important, its
massive reserves - are safe and sound, sealed off from the mobs and
looters, and safe to be shared, as Washington almost certainly
intends, with American oil companies.

It casts an interesting reflection on America's supposed war aims.
Anxious to "liberate" Iraq, it allows its people to destroy the
infrastructure of government as well as the private property of
Saddam's henchmen. Americans insist that the oil ministry is a vital
part of Iraq's inheritance, that the oilfields are to be held in trust
"for the Iraqi people". But is the Ministry of Trade - relit yesterday
by an enterprising arsonist - not vital to the future of Iraq? Are the
Ministry of Education and the Ministry of Irrigation - still burning
fiercely - not of critical importance to the next government? The
Americans could spare 2,000 soldiers to protect the Kirkuk oilfields
but couldn't even invest 200 to protect the Mosul museum from attack.
US engineers were confidently predicting that the Kirkuk oilfield will
be capable of pumping again "within weeks".

There was much talk of a "new posture" from the Americans yesterday.
Armoured and infantry patrols suddenly appeared on the middle-class
streets of the capital, ordering young men hauling fridges,
furniture and television sets to deposit their loot on the pavement if
they could not prove ownership. It was pitiful. After billions of
dollars of government buildings, computers and archives have been
destroyed, the Americans are stopping teens driving mule-drawn carts
loaded with second-hand chairs.

Guerra infinita, guerra ecologica, e diritto all'informazione.
Due nuovi libri:
1. Guerra infinita, guerra ecologica (Massimo Zucchetti ed AAVV)
2. Diritto a Comunicare e Sovranità popolare (Enrico Giardino)


=== 1 ===


Subject: [S&P] Guerra infinita, guerra ecologica
Date: Tue, 15 Apr 2003 11:09:36 +0200
From: Massimo Zucchetti
To: scienzaepace@...


E' uscito in questi giorni "in tutte le librerie":

Massimo Zucchetti, "Guerra infinita, guerra ecologica. I danni delle
nuove guerre all'uomo e all'ambiente".
Con contributi di: Angelo Baracca, Mauro Cristaldi, Ivan Grzetic,
Edoardo Magnone, Vito Francesco Polcaro, Carlo Pona, Silvana Salerno.
Editori Jacabook & alce nero, Milano, marzo 2003. ISBN 88-16-40623-2.
Prezzo 16 euro.

---

Guerra infinita, guerra ecologica
I danni delle nuove guerre all'uomo e all'ambiente

A cura di Massimo Zucchetti, Jacabook Editore, Milano, Aprile 2003

Questo libro non è un libro facile. Non è piacevole. Contiene
affermazioni pesanti, dati sconvolgenti, immagini a volte
raccapriccianti. Riguarda la guerra, tuttavia. Gli effetti della
guerra sulla popolazione mondiale e sull'ambiente della Terra, più in
particolare.


Indice Commentato dei Contenuti

0 Prefazione: Una lettera di Gino Strada di Emergency

1. I perchè delle nuove guerre
Autore: Massimo Zucchetti
Dietro alle campagne degli anni novanta c'è un disegno non difficile
da discernere: il dominio degli scacchieri geo-politici importanti non
è più mirato ad acquisire una posizione di vantaggio in vista della
terza guerra mondiale (che, pare, non scoppierà), ma all'assicurarsi
il controllo delle zone strategiche del pianeta in vista del
progressivo esaurimento delle risorse energetiche. Cerchiamo in questa
introduzione di alzare qualche velo sui principali "motori" delle
nuove guerre.

2. Le nuove guerre: lo scenario internazionale e la "preistoria"
Autore: Carlo Pona
Questo capitolo iniziale fornisce una inquadratura ed una introduzione
sulle nuove guerre, inquadrandole nello scenario internazionale dei
"trattati negati" e concludendo con un interessante episodio di
"preistoria", cioè l'agente Orange e la guerra nel Vietnam.

3. Le nuove armi per le nuove guerre
Autore: Vito Francesco Polcaro
Guerre a bassa intensità, guerre chirurgiche, missioni di
peacekeeping: questi neologismi - per potersi reggere - necessitano
dello sforzo della scienza bellica per fornire loro nuovi ritrovati.
Questo capitolo elenca verità e non verità sulle nuove armi: dalle
armi non letali, alle armi di distruzione di massa "convenzionali",
alle armi nucleari "tattiche", alle nuove armi balistiche, alle armi
batteriologiche e chimiche.

4. Chimica e biologia bellica
Autore: Edoardo Magnone
Si ripercorrono e si elencano le varie sostanza chmiche che sono in
uso o allo studio in campo bellico, con le rispettive armi e nazioni.
L'elenco è atipico perchè associa ad ogni sostanza o arma non tanto le
caratteristiche belliche, quanto le informazioni che la tecnica
"civile" mette a disposizione, per quanto riguarda gli effetti sulla
salute e sull'ambiente in caso di loro dispersione accidentale
nell'ambiente per usi non-militari.

5. Uranio impoverito fra realtà e mitologia
Autore: Massimo Zucchetti, Carlo Pona, Mauro Cristaldi.
La "nuova arma" radioattiva: caratteristiche radiologiche e tecniche,
fatti sull'utilizzo in Iraq, nei Balcani e in altri scenari. Si
tratterà l'uranio impoverito come un qualunque inquinante radioattivo
e se analizzeranno - tecnicamente - gli effetti sulla salute e
sull'ambiente. Seguirà una analisi di prospettiva sul futuro dei
territori inquinati da uranio impoverito, alla luce delle ultimissime
scoperte.

6. La "guerra chimica": un caso di studio
Autori: Ivan Grzetic, Carlo Pona, Massimo Zucchetti
La guerra chimica non è uno scenario ipotetico elaborato nei
laboratori sotterranei di Saddam o del Pentagono: è una realtà di
utilizzo corrente nelle "guerre chirurgiche", quando si bombardano
impianti chimici, energetici e industriali. Viene portato l'esempio di
quantità ed effetti sulla Jugoslavia, da parte di uno studioso
ambientale docente dell'Università di Belgrado, in collaborazione con
due studiosi italiani. Gi effetti sull'ecosistema e sulla
biodiversità.

7. Che cosa rimane dopo. Gli effetti sull'ambiente e un caso di
studio: Iraq
Autore: Carlo Pona, Massimo Zucchetti
Quali sono gli effetti sull'ambiente e sulla salute - a medio e lungo
termine - delle "guerre chirurgiche"? Quali sono gli indicatori
biologici che ci consentono di capire l'inquinamento bellico? Viene
portato l'esempio dell'Iraq, a oltre un decennio dalla guerra. Dati
sullo stato dell'ambiente, sulla salute della popolazione in seguito
al mix di guerra, inquinamento, embargo.
La seconda parte riguarda una stima delle conseguenze a lungo termine
dell'uso di Uranio Impoverito in Iraq.

8. La guerra all'Afghanistan
Autore: Silvana Salerno
Un "instant chapter" sullo scenario dell'ultima guerra e su quello che
ha lasciato. Degrado di ambiente, territorio, società, patologie
vecchie e nuove nella popolazione. Una sintesi su questi temi per
rendere evidenti gli effetti su un'intera nazione di una guerra che ha
davvero poco di chirurgico.

9. Bombe nucleari di quarta generazione: la nostra bomba quotidiana?
Autore: Angelo Baracca
Dopo tanta attenzione al passato e al presente, non è male uno sguardo
sul futuro, in particolare sulla evoluzione e possibile degradazione
di uno scenario che per molto tempo è rimasto apparentemente statico e
quindi è stato messo nella nostra attenzione in secondo piano: gli
armamenti nucleari. Il cambio di scena della "nuove guerre" ridà
invece fiato ai novelli "Dottor Stranamore" e anche questa volta le
"nuove tecnologie" vengono in loro soccorso.

10. Conclusione: la guerra non dichiarata
Autore: Massimo Zucchetti
Cui prodest? Questo capitolo conclusivo riprende alcuni temi
dell'introduzione, e svela - note le cause che stanno dietro le nuove
guerre - i reali effetti immediati e futuri della "guerra non
dichiarata" per la quale esse vengono combattute, cioè la bomba
ecologica delle emissioni inquinanti dei paesi industrializzati.
Le "nuove guerre" mirano a portare avanti più possibile la finzione di
un mondo a risorse infinite: la "enduring freedom" è la libertà di
continuare all'infinito a consumare in maniera criminale le risorse
del pianeta, uccidendone il clima, per sostenere un modello di
sviluppo sconsiderato. Ma si dimostrerà che ciò non può durare.


=== 2 ===


Subject: libro Giardino
Date: Tue, 15 Apr 2003 10:20:57 +0200
From: "Enrico Giardino" <forumdac@...>


Esce in questi giorni nelle maggiori librerie italiane il mio libro

"Diritto a Comunicare e Sovranità popolare"

ed. Frilli (14 euro)
prefazione: Giuseppe Ferrara(regista)
Dati sul libro (sommario, indice, copertina) si trovano sul sito:
http://www.romacivica.net/forumdac.

Vi prego di leggere il libro che tratta una materia di grande
attualità , con proposte strutturali altre da quelle del dibattito
partitico corrente. Se ne condividete i contenuti, vi prego di darne
testimonianza ad altri e contribuire a farlo conoscere, GRAZIE.

Enrico Giardino (06-3016877)

ARTEL GEOPOLITIKA by www.artel.co.yu
office@...
Datum:15.april 2003. g.


Nova knjiga Zivadina Jovanovica: Ukidanje drzave
http://www.artel.co.yu/sr/izbor/jugoslavija/2003-04-15_1.html


Nova knjiga Zivadina Jovanovica: UKIDANJE DRZAVE


Beograd, 14. aprila 2003. godine

Izdavacka kuca "Veternik" objavila je u martu 2003. godine novu
knjigu bivseg saveznog ministra za inostrane poslove i saveznog i
republickog poslanika Zivadina Jovanovica.
Knjiga je svedocanstvo minulih desetak godina i kamen medjas
politickih zbivanja u burnim godinama razbijanja prethodne
Jugoslavije uz naglasak na najaktuelnija zbivanja. Dogadjaji su
vidjeni ocima neposrednog ucesnika i knjiga obiluje dokumentima,
analizama i zapa?anjima.

U predgovoru ovoj knjizi dr Oskar Kovac isti?e:
"Ljudi koji svojom delatnoscu ostavljaju zapa?en trag u javnom
zivotu, u kriticnim razdobljima se javljaju sa svojim vidjenjem
dogadjaja i stanja u drustvu. Zivadin Jovanovic je neosporno takva
licnost. Sa iskustvom ministra inostranih poslova, istaknutog
socijaliste i saveznog poslanika, on ima sta da kaze, analizira i
predlaze"...
"Osobe koje su (i bukvalno) na krilima "medjunarodne zajednice"
dosle na vlast u Jugoslaviji , odgovorne su za eskalaciju krize u svim
oblastima zivota u zemlji, iako su bas one bile zadu?ene za njeno
resavanje. Zaista su nasli nadrealisticko resenje. Krize u drzavi vise
nece biti. Ako nisu uspeli da rese krizu, uspeli su da ukinu drzavu.
Nije nikakva uteha sto su ukinuli i svoje funkcije. Ipak ce narod
platiti ceh."

Recenzent, prof. dr Ratko Markovic, isti?e:
Zivadin Jovanovic je u svojoj knjizi razgovlitio sve licemerstvo te
tobo?nje slobode i demokratije. To je sloboda koja je donela jednu
poslusnicku, preplasenu i aminasku vlast, koja je dozvolila da tudjini
narodu reformisu uredjenje, cak i ime drzave koja posle sedamnaest
decenija bogate istorije srpske ustavnosti priziva tudjine da pisu
Srbiji ustav. I knez Milos je u vazalnoj Srbiji poverio pisanje ustava
jednom pismenom Srbinu a ne nekakvoj mletackoj mastiljari koja bi
bespomozno zurila u zemljopisnu mapu tragajuci gde je Srbija."

U svom uvodu autor, Zivadin Jovanovic, isti?e:
"To je vreme sumarnih optuzivanja, dirigovanih medija, masovnog
ispiranja mozga, sirenja nacionalnog defetizma i nametanja narodu
kompleksa istorijske krivice. Vreme sistematskog razaranja kulturnih
i nacionalnih vrednostii apologije duhovnog siromastva. Vreme
progona i javnog bla?enja politickih neistomisljenika. Velicanja svega
tudjeg i skorojevickog nipodastavanja svojega. Vreme hajki i trampe
bivsih predsednika , drzavnika, vojnika i policajaca za takozvane
donacije. Vreme kada su dezerterstvo i potkazivanje proglaseni za
vrline i ozakonjeni. Kada se narodna knjizevnost, nacionalni pisci i
velikani uopste izbacuju iz ud?benika a njihova mesta ustupaju
strancima. Bas kao i pisanje istorije."

Knjiga se moze naruciti preko:
- ARTEL GEOPOLITIKA: office@...
ili
- BEOGRADSKI FORUM ZA SVET RAVNOPRAVNIH: beoforum@...

Cena knjige je: Za Srbiju i Crnu Goru: 600 din + postarina, za
inostranstvo: 14 Eura + postarina

ALBANESI A BAGHDAD

L'Albania ha salutato ieri, con una cerimonia nella piazza centrale di
Tirana, 70 suoi militari in partenza per l'Iraq dove, in qualità di
«ambasciatori di pace», sosterranno gli alleati Usa e britannici.
(Fonte: il manifesto, 15 Aprile 2003, pag.2)

Ricordiamo che la Repubblica di Albania e' il piu' fedele alleato
degli USA nei Balcani, e che tutti i leader politici pan-albanesi
(dunque anche i nazionalisti albanesi degli Stati limitrofi, compreso
Ibrahim Rugova) si sono detti favorevoli alla aggressione contro il
popolo iracheno. Viceversa, voci dissenzienti, come quella dello
scrittore Fatos Lubonja, vengono messe a tacere: Lubonja è stato
denunciato dal direttore del suo giornale.
(Fonte: il manifesto, 151/4/2003)

http://lists.peacelink.it/pace/msg05175.html


Subject: 1. Esporre i collegamenti tra al Qaeda e l'amministrazione
Bush
From: "Luna Cerris"
Date: Sun, 13 Apr 2003 17:19:10 +0200



Molti attivisti contro la guerra non sono a conoscenza del fatto che
le successive amministrazioni USA negli ultimi 20 anni hanno sostenuto
il terrorismo islamico, compresa al Qaeda. Quest'ultima è una creatura
della CIA. Essa è uno strumento chiave della politica estera USA.

Utilizziamo queste informazioni per smantellare i piani di guerra
dell'amministrazione Bush: Sensibilizziamo i nostri concittadini.
Esponiamo i collegamenti. Perché, quando la verità comincia a
gocciolare, i piani di guerra dei capi non avranno un briciolo di
legittimazione agli occhi di milioni di americani che credono che al
Qaeda sia "Una minaccia per l'America" e che il loro presidente sia
impegnato per la loro sicurezza.

Come rimuovere i criminali di guerra e rovesciare la
marea della guerra?


Esporre i collegamenti tra al Qaeda e l'amministrazione Bush

di Michel Chossudovsky
http://globalresearch.ca/

15 marzo 2003

Quando negli USA la gente scoprirà che al Qaeda non è collegata a
Saddam ma è di fatto una creatura della CIA e che gli allarmi
terroristici sono fabbricati la legittimazione dell'amministrazione
Bush crollerà come un castello di carte. Il nemico percepito non sarà
più Saddam, ma saranno Bush, Cheney, Rumsfeld, Powell, e tutti gli
altri. Perché ciò è importante per il movimento contro la guerra?

Questa relazione dell'amministrazione Bush con il terrorismo
internazionale, che è materia di documentazione pubblica, punta
indelebilmente alla criminalizzazione degli alti gradi dell'apparato
dello stato USA.

Utilizziamo queste informazioni per smantellare i piani di guerra
dell'amministrazione Bush. Sensibilizziamo i nostri concittadini.
Esponiamo i "dubbi collegamenti". Perché, quando la verità comincia a
gocciolare, i piani di guerra dei capi non avranno un briciolo di
legittimazione agli occhi di milioni di americani che credono che al
Qaeda sia "Una minaccia per l'America" e che il loro presidente sia
impegnato per la loro sicurezza. In questo cruciale punto di svolta
della nostra storia, dobbiamo comprendere che il sentimento contro la
guerra in se stesso non mina l'agenda di guerra. Lo stesso vale per
l'impasse al Consiglio di Sicurezza dell'ONU. L'amministrazione Bush
ha intenzione di fare la guerra con o senza l'approvazione dell'ONU.

L'unico modo per prevenire che questa guerra abbia luogo nelle
prossime settimane è spodestare i governanti, che sono criminali di
guerra. Una precondizione per infrangere la legittimazione
dell'amministrazione Bush è il rivelare completamente i suoi legami
con il terrorismo internazionale e la sua complicità nei tragici fatti
dell'11/9. Questo obiettivo può essere raggiunto solamente piegando
efficacemente la sua campagna di propaganda e spargendo la verità
attraverso una campagna di informazione delle associazioni di base dei
cittadini. Per fronteggiare l'impasse al Consiglio di Sicurezza
dell'ONU, l'ultimo disperato tentativo di Washington è stato quello di
collegare l'Iraq ad al Qaeda.

Al Qaeda di Osama bin Laden -- ora "sostenuta da Baghdad" -- viene
annunciata ad nauseam sia nelle dichiarazioni ufficiali che nei media
come un "Nemico dell'America", responsabile degli attacchi
terroristici dell'11/9. Le verità vengono contorte e rivoltate: Al
Qaeda, sostenuta da Baghdad, che "prepara un attacco all'America", che
giustifica una "preventiva" invasione dell'Iraq per "difendere la
patria".

In un sondaggio d'opinione della CNN-Time Magazine il mese di
fabbraio, il 76% degli intervistati riteneva che "Saddam fornisce
assistenza ad al Qaeda". In un altro sondaggio dove veniva chiesto
"Saddam Hussein è stato personalmente coinvolto negli attacchi dell'11
settembre"? il 72% diceva "che era vero o alquanto probabile" che
Saddam fosse coinvolto. (CNN, 11 March 2003)
http://www.cnn.com/2003/WORLD/meast/03/11/Iraq.Qaeda.link/index.html

Ma chi è questo nemico esterno?

Mentre Colin Powell -- senza il sostegno di prove -- nel suo discorso
all'ONU indica "il sinistro nesso tra l'Iraq e la rete terroristica al
Qaeda", documenti ufficiali, rapporti della stampa e dell'intelligence
confermano che successive amministrazioni degli USA hanno sostenuto ed
assistito la rete militante islamica. Tale relazione è un fatto
accertato, corroborato da numerosi studi, riconosciuto dai think tanks
ufficiali di Washington:
http://globalresearch.ca/articles/CHO109C.html

Nel 1980 gli Stati Uniti combatterono un'altra guerra in questa
regione con mezzi simili, una guerra segreta contro l'Unione Sovietica
ed una serie di regimi sostenuti dai sovietici in Afghanistan. Bin
Laden ed i suoi compari terroristi, i loro ospiti afgani e le forze
armate pakistane, fanno tutti parte di questa storia passata degli
U.S.A... Data un'opportunità per minare l'Unione Sovietica, gli Stati
Uniti divennero degli associati della guerra per procura del Pakistan.
( Samina Ahmed, The United States and Terrorism in Southwest Asia;
September 11 and Beyond, International Security, inverno 2001/2002)

Con l'attivo incoraggiamento della CIA e dell'ISI [Inter Services
Intelligence] del Pakistan, che voleva trasformare la jihad afgana in
una guerra globale di tutti gli stati musulmani contro l'Unione
Sovietica, tra il 1982 ed il 1992 circa 35.000 radicali musulmani da
40 paesi islamici si unirono alla lotta in Afghanistan. Altre decine
di migliaia vennero a studiare nelle madrasahs pakistane. Alla fine,
più di 100.000 musulmani radicali stranieri vennero influenzati
direttamente dalla jihad afgana. (Ahmed Rashid, The Taliban: Exporting
Extremism, Foreign Affairs, novembre-dicembre 1999).

Al Qaeda è stata creata e sostenuta dalla politica estera USA.
Nondimeno, secondo Powell nella sua "autorevole" presentazione del 5
febbraio all'ONU:

"Questi affiliati ad al Qaeda, con base a Baghdad, ora coordinano il
movimento di persone, denaro e rifornimenti verso ed attraverso l'Iraq
per la loro rete, ed operano liberamente nella capitale da più di
otto mesi". Mentre i media USA applaudono, l'ex direttore della CIA
asserisce che "Sappiamo che a [l campo di addestramento terrorista
iracheno di] Salman Pak vi erano terroristi islamici in addestramento
per dirottare aeroplani in gruppi di quattro o cinque con piccoli
coltelli", (News.max, 13 marzo 2003 ).
http://newsmax.com/showinsidecover.shtml?a=2003/3/13/112209

Ora, si dà proprio il caso che, come direttore della CIA durante la
presidenza Reagan, William Casey era il responsabile per l'invio di
aiuti segreti alle brigate islamiche in Afghanistan. In altre parole,
Casey fu uno degli architetti del terrorismo islamico.

La grande menzogna

Nei mesi che precedono l'invasione dell'Iraq le menzogne della
politica estera sono divenute sempre più grottesche. Nondimeno, né i
media, né i governi stranieri (compresi quelli di Francia, Germania e
Russia) hanno avuto il coraggio di accusare apertamente
l'amministrazione Bush di mentire al Consiglio di Sicurezza dell'ONU,
di fabbricare un pretesto per fare la guerra in violazione della carta
dell'ONU.

Secondo un "documento top secret britannico" citato dalla BBC, "non vi
è altro che inimicizia tra l'Iraq ed al Qaeda. La BBC ha detto che la
rivelazione è trapelata da funzionari dell'intelligence [britannico]
sconfortati dal fatto che il loro lavoro venisse usato per
giustificare la guerra". (citato in Daily News, New York, 6 febbraio
2003). Ironicamente, i documenti del Dipartimento di Stato come anche
quelli del potente Council on Foreign Relations (CFR), che svolge un
ruolo da dietro le scene nella pianificazione militare USA,
suggeriscono che le dichiarazioni di Colin Powell all'ONU sono
fabbricate:

"La questione dei collegamenti iracheni ad al Qaeda rimane oscura,
sebbene alti funzionari dell'amministrazione Bush insistano che tali
legami esistono... Tutti gli esperti e funzionari del Dipartimento di
Stato notano che tutta la presenza di al qaeda in Iraq si trova
probabilmente nelle regioni del Nord al di fuori del controllo di
Saddam. Molti esperti dicono che vi sono indizi superficiali di
legami tra al Qaeda e l'Iraq, notando che il disprezzo di al Qaeda per
i governi arabi "empii" ne fa un improbabile compagno di letto del
regime secolare di Saddam".
Council on Foreign Relations (CFR) at
http://www.cfrterrorism.org/groups/alqaeda3.html

Inoltre, in una conferenza stampa tenuta assieme con il Primo Ministro
britannico Tony Blair alla fine del gennaio 2003, il Presidente Bush
negò categoricamente l'esistenza di collegamenti tra Baghdad ed al
Qaeda, controvertendo perciò le dichiarazioni del suo Segretario di
Stato:

http://www.thememoryhole.org/war/no-saddam-qaeda.htm

[Adam Boulton, Sky News (London):] Una domanda per entrambe. Crediate
che vi sia un collegamento tra Saddam Hussein, un collegamento
diretto, e gli uomini che attaccarono l'11 settembre?

IL PRESIDENTE: Non posso fare questa affermazione.

IL PRIMO MINISTRO: Ciò risponde alla vostra domanda.

La risposta del presidente contraddice la dichiarazione fatta meno di
un mese dopo dal Segretario Colin Powell al Consiglio di Sicurezza
dell'ONU quando ha accusato Saddam di dare rifugio ad al Qaeda.

Allarmi terroristici fabbricati.

Il giorno seguente la floscia presentazione di Colin Powell al
Consiglio di Sicurezza dell'ONU l'amministrazione Bush ha dichiarato
un allarme terrorismo "codice arancione". La disinformazione
veniva fabbricata in maniera totalmente improvvisata. Vennero
immediatamente dispiegati missili antiaerei attorno a Washington. I
media vennero inondati da storie sul sostegno iracheno ad un imminente
attacco di al Qaeda.

"La nazione ora è in Allarme Arancione perché le intercettazioni
dell'intelligence e la pura logica suggeriscono che i nostri nemici
islamici conoscono il modo migliore per colpirci con il terrorismo sul
suolo USA" (New York Post, 11 Feb 2003).

Era stata impiantata nella catena delle notizie (ABC News, 13 Feb
2003) una storia fabbricata proveniente dalla CIA sulle cosiddette
'bombe sporche radioattive'. Il Segretario Powell avvertì che "per i
terroristi sarebbe facile preparare bombe 'sporche' radioattive da far
esplodere negli USA ... 'Non posso dire quanto facile sia... Ma penso
che per noi sia saggio fare in modo che il popolo americano sia almeno
a conoscenza di questa possibilità'". (ABC This Week quoted in Daily
News (New York), 10 Feb. 2003).

Nel frattempo le reti TV avvertivano che "Gli hotel, i centri
commerciali o i condomini americani potrebbero essere già la prossima
settimana bersagli di al Qaeda ...". In seguito all'annuncio, decine
di migliaia di americani corsero ad acquistare nastro isolante, fogli
di plastica e maschere antigas.

Più tardi trapelò che l'allarme terrorismo era stato fabbricato dalla
CIA, con tutta probabilità di concerto con il Dipartimento di Stato
(ABC News, 13 Feb. 2003). Per la prima volta l'FBI aveva puntato il
dito contro la CIA. Mentre tacitamente riconosceva che l'allarme era
un falso, il Segretario della Homeland Security Tom Ridge decideva di
mantenere l'allarme 'codice arancione'.

"Nonostante il rapporto fabbricato, non vi sono progetti di cambiare
il livello di minaccia. I funzionari hanno detto che sono state
confermate altre informazioni e che l'alto livello di precauzioni è
pienamente valido". ( ABC News, 13 Feb. 2003 )
http://abcnews.go.com/sections/wnt/US/terror030213_falsealarm.html

Pochi giorni dopo, in un'altra fallita iniziativa della propaganda,
venne presentato dal Segretario Colin Powell al Congresso USA un
misterioso nastro audio di Osama bin Laden come 'prova' che i
terroristi islamici "stanno facendo causa comune con un brutale
ditttatore". (Un funzionario USA citato dal The Toronto Star, 12 Feb.
2003). Curiosamente, il nastro audio era in possesso di Colin Powell
prima che venisse trasmesso dalla rete TV Al Jazeera. (Ibid.) , Il
ruolo di Colin Powell: dall'Iran-Contra all'11 settembre

Sia Colin Powell che il suo vice Richard Armitage, che con nonchalance
accusano Baghdad ed altri governi stranieri di "dar rifugio" ad al
Qaeda, hanno giocato un ruolo diretto, in momenti diversi delle loro
carriere, nel sostenere organizzazioni terroriste. Entrambe erano
implicati -- operando dietro le scene -- nello scandalo Irangate
Contra durante l'amministrazione Reagan, che comportò la vendita
illegale di armi all'Iran per finanziare l'esercito paramilitare
Contra nicaraguense. Il Colonello Oliver North mise in piedi una
squadra comprendente [Richard] Secord; Noel Koch [vice di Armitage],
allora assistente segretario al Pentagono responsabile per le
operazioni speciali; George Cave, un ex capo stazione della CIA a
Teheran, e Colin Powell, assistente militare del Segretario alla
Difesa USA Caspar Weinberger...(The Guardian, December 10, 1986)

Sebbene Colin Powell non fosse direttamente coinvolto nei negoziati
sul trasferimento delle armi, che erano stati affidati a Oliver North,
era tra i "minimo cinque uomini al Pentagono che sapevano che le armi
venivano trasferite dalla CIA". (The Record, 29 December 1986). Il
Ten. Gen. Powell era direttamente strumentale nel dare "luce verde"
ad ufficiali di livello inferiore dell'Irangate in aperta violazione
delle procedure del Congresso.
Secondo il New York Times, Colin Powell prese la decisione (al livello
di presa di possesso), di permettere la consegna delle armi all'Iran:
Affrettatamente, uno degli uomini più vicini al Segretario alla Difesa
Weinberger, il Magg. Gen. Colin Powell, passò oltre le procedure di
"sistema di punto focale" ed ordinò alla Defense Logistics Agency
<http://www.dla.mil/about.asp> [responsabile della presa in consegna]
di dare il primo di 2.008 missili TOW alla CIA, che agiva come
tramite per la consegna all'Iran" (New York Times, 16 February 1987)

Richard Armitage

Richard Armitage deteneva la posizione di Assistente Segretario alla
Difesa nell'amministrazione Reagan. Era a capo del coordinamento delle
operazioni militari che comprendevano l'operazione Iran-Contra. Era in
stretto collegamento con il Colonnello Oliver North. Il suo vice e
funzionario capo dell'antiterrorismo Noel Koch faceva parte della
squadra messa su da Oliver North. In seguito alla consegna dei missili
anticarro TOW all'Iran, i ricavi di queste vendite venivano depositati
in conti bancari numerati ed il denaro era usato per finanziare i
Contra nicaraguensi. (UPI. 27 November 1987). Un rapporto classificato
israeliano fornì ai comitati di indagine Iran-Contra del Congresso la
conferma che Armitage "era nello schema della faccenda iraniana". (New
York Times, 26 May 1989): "Con una posizione al Pentagono che lo
poneva a capo della sezione operazioni segrete, Armitage fu parte
negli affari segreti sulle armi dall'inizio. Era anch! e associato
all'ex aiutante alla sicurezza nazionale Oliver L. North in un gruppo
antiterrorismo della Casa Bianca, un'altra area che sarebbe stata pure
oggetto probabile di un'indagine del Congresso". (Washington Post, 26
May 1989) Il Direttore della CIA William Casey con la collaborazione
di Richard Armitage al Pentagono "condusse la guerra segreta dei
mujahideen contro l'Unione Sovietica..." (citato in Domestic
Terrorism: The Big Lie The "War") "Contragate was also an
off-the-shelf drug-financed operation run by Casey." (Ibid ).
http://www.ratical.org/ratville/CAH/AOPof911p11.html

Il finanziamento delle brigate islamiche

La procedura Iran Contra fu simile a quella usata in Afghanistan, dove
l'aiuto segreto veniva inviato alla brigata militante islamica (US
News and World Report, 15 dicembre 1986). Infatti parte dei ricavi
delle vendite di armi all'Iran erano stati diretti al finanziamento
dei mujahideen. : "Il Washington Post riportò che i profitti dalle
vendite di armi all'Iran venivano depositati in un conto gestito dalla
CIA nel quale gli USA e l'Arabia Saudita avevano versato 250 milioni
di dollari ciascuno. Quel denaro venne passato non solo ai contras in
America centrale ma anche ai ribelli che combattevano le truppe
sovietiche in Afghanistan."(U.S. News & World Report, 15 dicembre
1986)

L'insabbiamento dell'Irangate

Il Consigliere per la Sicurezza Nazionale di Reagan, Contrammiraglio
John Pointdexter, più tardi incriminato con accuse di cospirazione e
di avere mentito al Congresso, venne sostituito come Consigliere per
la Sicurezza Nazionale da Frank Carlucci. Ed il Magg. Gen. Colin
Powell venne nominato vice di Carlucci, ufficialmente il "numero due"
della squadra della Sicurezza Nazionale. "Entrambe arrivarono alla
Casa Bianca dopo le rivelazioni sull'Iran Contra e la pulizia [cioè
insabbiamento] all'NSC che seguì [lo scandalo Irangate]" (The
MacNeil/Lehrer NewsHour, 16 giugno 1987).

Non è necessario dire che la pulizia fu un insabbiamento: Colin Powell
era nell'affare Irangate. Mentre diversi ufficiali dell'Irangate,
compresi John Pointdexter e Oliver North, vennero accusati di
comportamento criminale, i principali attori alla CIA ed al Pentagono,
cioè Armitage e Casey, non vennero mai accusati, né lo fu il Tenente
Generale Colin Powell che autorizzò la presa in consegna dei missili
TOW dalla Defense Logistics
Agency. http://www.dla.mil/about.asp

Inoltre, mentre le armi venivano segretamente vendute all'Iran,
attraverso canali ufficiali Washington stava anche fornendo armi a
Baghdad. In altre parole, Washington stava armando entrambe le parti
della guerra Iran-Iraq. E chi era incaricato dei negoziati per quelle
vendite di armi a Baghdad?
Donald Rumsfeld.
http://www.gwu.edu/~nsarchiv/NSAEBB/NSAEBB82/index.htm

La criminalizzazione dello Stato: i collegamenti tra i funzionari USA
ed al Qaeda

Questi collegamenti storici alle organizzazioni terroriste non sono
che la punta dell'iceberg. Prove recenti suggeriscono che Colin Powell
ed il suo vice Richard Armitage furono coinvolti nell'insabbiamento
politico degli attacchi dell'11 settembre. Infatti, le prove puntano
alla complicità politica dei più alti livelli dell'amministrazione
Bush.
http://www.globalresearch.ca/articles/CHO111A.html

E' l'amministrazione Bush piuttosto che il governo iracheno ad avere
collegamenti con il terrorismo islamico. Ma nessuna di queste
informazioni è arrivata al più vasto pubblico ed i media considerano
largamente irrilevante il collegamento di successive amministrazioni
USA alla rete militante islamica. (Per dettagli ed analisi vedi gli
ampi riferimenti bibliografici indicati più sotto). Vi sono
documentati collegamenti tra al Qaeda ed alti funzionari
dell'amministrazione Bush, compresi il Segretario Colin Powell ed il
Vicesegretario Richard Armitage. Documentati dal Congresso USA, vi
sono dati dei collegamenti tra il Presidente Clinton ed al Qaeda.
http://www.globalresearch.ca/articles/CHO206A.html
http://globalresearch.ca/articles/DCH109A.html

Il presidente della Commissione d'inchiesta sull'11/9 Thomas Kean
nominato dal Presidente Bush era socio d'affari di un potente membro
della famiglia bin Laden (V. Fortune Magazine, 22 gennaio 2003;
Xymphora, dicembre 2002 V. anche Global Outlook, No. 4, 2003 ).
http://www.fortune.com/fortune/print/0,15935,410237,00.html
http://www.globalresearch.ca/articles/XYM212A.html
http://www.globalresearch.ca/articles/CHO212A.html

Vi sono prove di dubbi collegamenti che coinvolgono membri del
Congresso USA, compresi il Senatore Bob Graham ed il Rep. Porter Goss,
presidenti dei Comitati di intelligence del Senato e della Camera.
Colin Powell e Richard Armitage hanno avuto colloqui di alto livello
con l'ex capo dell'ISI Generale Mahmoud Ahmad subito dopo l'11/9. Ora
si dà proprio il caso che, secondo l'FBI e l'intelligence indiano, il
Generale Mahmoud, capo dell'intelligence militare del Pakistan e
presunto "pagatore" dietro gli attacchi dell'11/9, aveva trasferito
fondi al capo banda dell'11/9 Mohammed Atta. Vi è anche ampia prova di
collegamenti d'affari tra le famiglie Bush e bin Laden (V. George W.
Bush Financial Scams: selezione di articoli del CRG ).
http://www.globalresearch.ca/articles/CHO206A.html
http://www.globalresearch.ca/articles/CHO111A.html
http://globalresearch.ca/articles/CRG207A.html

Nelle tavole in basso vi sono molti dei documentati "collegamenti" di
alti funzionari USA e politici eletti con la rete terrorista islamica.
Le fonti delle informazioni e le URL (dove disponibili) sono indicati
nella colonna di destra. Queste informazioni sono cruciali in un
momento nel quale l'amministrazione Bush accusa Baghdad di avere
collegamenti con il terrorismo internazionale. Quella che viene
fornita in basso è una tavola sinottica basata su numerosi studi,
documenti e rapporti. Per un'analisi in profondità ed anche per una
rassegna storica della vasta relazione tra il governo USA ed il
terrorismo islamico il lettore è rinviato alla bibliografia indicata
più sotto.


---


http://lists.peacelink.it/pace/msg05176.html


Subject: 2. Esporre i collegamenti tra al Qaeda e l'amministrazione
Bush
From: "Luna Cerris"
Date: Sun, 13 Apr 2003 17:19:20 +0200



* Tavola 1, Precedenti storici:

"Collegamenti" di funzionari USA con al Qaeda ed altre organizzazioni
terroriste (lista parziale)

Funzionario

Circostanze
Documento o fonte

Jimmy Carter

Nel luglio del 1979 firmò la prima direttiva per aiuti segreti alla
rete militante islamica in Afghanistan
Intervista con Brzezinski in Nouvel Observateur, 15-21 gennaio 1998
http://www.globalresearch.ca/articles/BRZ110A.html

Zbigniew Brzezinski

Consigliere per la Sicurezza Nazionale del Presidente Carter
In qualità di Consigliere per la Sicurezza Nazionale di Jimmy Carter,
Brzezinski fu l'architetto del sostegno segreto alla rete militante
islamica nella guerra sovietico-afgana.
Intervista con Brzezinski in Nouvel Observateur, 15-21 gennaio 1998
http://www.globalresearch.ca/articles/BRZ110A.html

Ronald Reagan

Firmò la Direttiva Decisionale di Sicurezza Nazionale 166, (1985) che
permetteva l'aumento degli aiuti segreti alle brigate islamiche nella
guerra sovietico-afgana.
Washington Post, 19 luglio 1992
http://globalresearch.ca/articles/CHO109C.html

George H. W. Bush

Continuò il sostegno segreto alla rete militante islamica iniziato
sotto le presidenze Carter e Reagan.
Wall Street Journal, 27 settembre 2001
http://www.globalresearch.ca/articles/WAL110A.html
http://www.globalresearch.ca/articles/WAR203A.html
Fornì sostegno ai funzionari dell'Iran Contra durante il suo incarico
di Vice Presidente
The New York Times, 12 febbraio 1989
<http://dir.salon.com/tech/feature/2001/11/19/bush_oil/index.html>
Legami d'affari con la famiglia bin Laden attraverso il Carlyle
Group.Fortune, 8 marzo 2002
Salon.com, 19 novembre 2001
Foreign Policy in Focus, 30 aprile 2002
http://www.globalresearch.ca/articles/GEO205A.html

Bill Clinton

Ordino la collaborazione tra le forze armate USA ed operativi di al
Qaeda durante la guerra civile in Bosnia. Sostenne il KLA, che veniva
sostenuto anche da al Qaeda.
Comitato del Partito Repubblicano del Congresso USA, 1997
http://www.globalresearch.ca/articles/CHO110A.html
http://globalresearch.ca/articles/DCH109A.html

Anthony Lake

Consigliere per la Sicurezza Nazionale del Presidente Clinton Ordinò
gli aiuti segreti alle organizzazioni terroriste islamiche che
combattevano in Bosnia (1991-95)
Comitato del Partito Repubblicano del Congresso USA, 1997
http://globalresearch.ca/articles/DCH109A.html


* Tavola 2, I funzionari dell'amministrazione Bush:

Collegamenti ad al Qaeda ed ai terroristi dell'11/9 (lista parziale)

Nome del funzionario

Natura del collegamento
Fonte delle informazioni

George W. Bush

Collegamenti d'affari negli anni '80, quando era in affari
pertroliferi in Texas con la famiglia bin Laden, compresi Salem bin
Laden (fratello di Osama) e Khalid bin Mahfouz (cognato di Osama),
indicati nella denuncia delle famiglie delle vittime dell'11/9 come i
finanziatori dell'11/9. Bin Mahfouz è sospettato di avere finanziato
con milioni di dollari la rete al Qaeda.
http://www.scoop.co.nz/mason/stories/HL0208/S00148.htm
Intelligence Newsletter, 2 marzo 2000
http://www.globalresearch.ca/articles/INL110A.html
AFP London 7 novembre 2001, Salon.com, 19 novembre 2001,
http://dir.salon.com/tech/feature/2001/11/19/bush_oil/index.html
Boston Herald, 11 dicembre 2001, Bush Watch 2001,
http://globalresearch.ca/articles/CRG207A.html
In these Times, 12 novembre 2001
http://www.globalresearch.ca/articles/MAD202B.html
George W. Bush Financial Scams: selezione di articoli del CRG
http://globalresearch.ca/articles/CRG207A.html

Colin Powell

Segretario di Stato
Negoziò i termini della cooperazione del Pakistan nella guerra al
terrorismo con il pagatore dietro all'11/9, Generale Mahmoud
Ahmad, capo dell'intelligence militare pakistano (ISI).
http://www.globalresearch.ca/articles/CHO111A.html
Secondo diversi rapporti, incluso quello dell'FBI, si ritiene abbia
trasferito 100.000 dollari al capo dell'11/9 Mohammed Atta. Colin
Powell era anche coinvolto da dietro le scene nell'affare Iran Contra.
http://www.consortiumnews.com/archive/colin7.html
Il Magg. Generale Powell autorizzò i trasferimenti illegali di armi
all'Iran.
Miami Herald, 16 settembre 2001, Washington Post, ABC News 30
settembre 2001, AFP, 10 ottobre 2001, Times of India, 9 ottobre 2001

Richard Armitage

Vice Segretario di Stato
Coinvolto nel piano segreto di aiuti alla base militante islamica
dalla sua origine durante l'amministrazione Reagan.
Coinvolto anche nello scandalo Iran Contra, che consisteva nella
vendita illegale di armi all'Iran per finanziare i Contras
nicaraguensi. Anche Richard Armitage incontrò il Generale Mahmoud
Ahmad, presunto pagatore dietro l'11/9, in incontri al Dipartimento di
Stato il 12 e 13 settembre
<http://www.globalresearch.ca/articles/CHO111A.html>
Miami Herald, 16 settembre 2001, Washington Post, ABC News 30
settembre 2001, AFP, 10 ottobre 2001, Times of India, 9 ottobre 2001,
United Press International, 18 luglio 2001
http://www.globalresearch.ca/articles/ROF111A.html

Marc Grossman

Sottosegretario di Stato
Incontri con il capo dell'ISI Generale Mahmoud Ahmad nella settimana
precedente l'11/9
<http://www.globalresearch.ca/articles/CHO111A.html>

George Tenet

Direttore della CIA
Incontri con il capo dell'ISI Generale Mahmoud Ahmad nella settimana
precedente l'11/9
<http://www.globalresearch.ca/articles/CHO111A.html>

Sen. Bob Graham e Rep. Porter Goss

Presidenti dei Comitati ristretti di Intelligence del Senato e della
Camera
Incontri con il capo dell'ISI Mahmoud Ahmad, il pagatore dietro ai
terroristi, in Pakistan alla fine dell'agosto del 2001. Incontro con
il capo dell'ISI la mattina dell'11 settembre.
<http://www.globalresearch.ca/articles/CHO206A.html>

Le opinioni del Council on Foreign Relations sull'ISI come
organizzazione terrorista
http://www.cfrterrorism.org/coalition/pakistan2.html
Miami Herald, 16 settembre 2001, 16 Washington Post, 18 maggio 2002
Council on Foreign Relations
<http://www.cfrterrorism.org/coalition/pakistan2.html>

John Pointdexter

Capo del Total Information Awareness Program (TIA)
Coinvolto per la cospirazione nello scandalo Irangate Contra.
Incriminato per "cospirazione per truffare il governo deviando i fondi
delle vendite segrete di armi USA all'Iran".
Numerosi rapporti di stampa. V. UPI, 13 Dicembre 1988
New York Times 10 Dicembre 1988

John Negroponte

Ambasciatore permanente degli USA alle Nazioni Unite
John Negroponte, il funzionario USA coinvolto negli attuali negoziati
al Consiglio di Sicurezza dell'ONU, era coinvolto nel sostegno agli
squadroni della morte paramilitari mentre era ambasciatore USA in
Honduras negli anni '80.
<http://www.nisgua.org/articles/urgent_action.htm>
I Contras operavano dall'Honduras con aiuti militari forniti dalla
vendita di armi all'Iran. "Come ambasciatore americano in Honduras dal
novembre 1981 al giugno 1985, Mr. Negroponte era strumentale nella
costruzione militare dei ribelli [Contras] nicaraguensi". New York
Times 13 dicembre 1988, San Francisco Examiner
http://mai.flora.org/forum/31397

Thomas Kean

Presidente della Commissione sull'11/9
Socio d'affari di Khalid bin Mahfouz e Mohammed Al Ahmoudi nella joint
venture Hess-Delta
http://www.globalresearch.ca/articles/XYM212A.html
Secondo la CIA, Bin Mahfouz è il cognato di Osama bin Laden
Fortune Magazine, febbraio 2003, Energy Compass, 15 novembre 2002
http://www.fortune.com/fortune/print/0,15935,410237,00.html
Global Outlook, no 4. 2003
http://www.globalresearch.ca/articles/CHO212A.html




Implicazioni per il movimento contro la guerra

Quali sono le implicazioni per il movimento contro la guerra? La
relazione dell'amministrazione Bush con il terrorismo internazionale,
che è materia di documentazione pubblica, e punta indelebilmente alla
criminalizzazione degli alti gradi dell'apparato dello stato USA.

Utilizziamo queste informazioni per smantellare i piani di guerra
dell'amministrazione Bush: Sensibilizziamo i nostri concittadini.
Esponiamo i collegamenti. Perché, quando la verità comincia a
gocciolare, i piani di guerra dei capi non avranno un briciolo di
legittimazione agli occhi di milioni di americani che credono che al
Qaeda sia "Una minaccia per l'America" e che il loro presidente sia
impegnato per la loro sicurezza.
L'amministrazione Bush sta spingendo le menzogne al limite. Colin
Powell presenta al Consiglio di Sicurezza dell'ONU informazioni false.
Il Presidente Bush nel suo Discorso sullo Stato dell'Unione dice che
vuole "liberare l'Iraq", nondimeno una precedente dichiarazione
proveniente dalla Casa Bianca conferma che l'amministrazione sta
contemplando l'uso di armi nucleari. La campagna di propaganda è
fatalmente handicappata poiché la gente non crede più alle bugie. E
quando le menzogne provenienti dalla sede dell'autorità politica sono
messe in dubbio apertamente la legittimazione dei capi è minacciata.

Ed alla fine le bugie si ritorcono sui loro sostenitori di stato. E
cio costituisce un opportunità per il movimento contro la guerra. Per
rovesciare la marea della guerra, l'apparato della propaganda deve
essere efficacemente disarmato. Ciò che questo richiede è una campagna
d'informazione che riveli le cause e le conseguenze della guerra,
sensibilizzi tutti i settori della popolazione con una visione per
alla fine infrangere la legittimazione dei principali attori politici
e militari. Il movimento contro la guerra negli USA ed in tutto il
mondo ha sfidato con successo l'agenda di guerra di Bush. Comunque,
non ha disfatto le menzogne relative all'11 settembre ed alla cd
"guerra al terrorismo" che costituisce il fondamento della propaganda
di guerra dell'amministrazione.
L'11 settembre è stato abbondantemente usato come giustificazione per
fare la guerra preventiva contro l'Iraq. Esso è parte della dottrina
di "autodifesa" dell'amministrazione.

Inoltre, mentre mobilita milioni di persone in tutto il mondo, il
movimento di protesta contro la guerra rimane profondamente diviso.
Molti di coloro che nella società civile e nelle organizzazioni
sindacali
http://www.alternet.org/print.html?StoryID=14626
che hanno preso posizione contro l'invasione dell'Iraq erano nondimeno
sostenitori dell'invasione dell'Afghanistan
http://www.laboreducator.org/inside31.htm
dell'amministrazione Bush come rappresaglia per gli attacchi dell'11
settembre. Mentre si uniscono al movimento contro la guerra essi
rimangono convinti che al Qaeda sia "una minaccia per l'America" e la
sicurezza globale. Essi credono fermamente nella cd "guerra al
terrorismo" contro i presunti responsabili dell'11/9 e sono ampiamente
dei sostenitori dell'agenda antiterrorismo dell'amministrazione Bush.


"Siamo contrari all'invasione dell'Iraq, ma dovremmo cercare al
Qaeda". "Crediamo che l'Iraq non sia una minaccia alla pace mondiale,
ma sosteniamo la "guerra al terrorismo" dell'l'amministrazione". A
loro volta, molti intellettuali progressisti di rilievo ed analisti di
politica estera non solo hanno rifiutato i collegamenti
dell'amministrazione Bush con al Qaeda, ma hanno sostenuto la "guerra
al terrorismo" dell'amministrazione. Tale ambivalenza indebolisce il
movimento contro la guerra poiché in ultima analisi serve a mantenere
la legittimazione dell'agenda "antiterrorista" all'interno ed in tutto
il mondo. Sotto un'insegna antiterrorista l'amministrazione ha
lanciato l'"Operazione Libertà Infinita" che consiste nell'inviare le
Forze Speciali USA a collaborare con governi stranieri nella "guerra
al terrorismo". Negli USA ha provocato il Patriot Act, che annulla i
diritti civili fondamentali in nome della "guerra al terrorismo".
http://www.infowars.com/print_patriotact2_analysis.htm

La guerra al terrorismo è parte integrale della dottrina della
Sicurezza Nazionale di Bush.
http://www.whitehouse.gov/nsc/nss3.html

Viene usata come pretesto per fare la guerra all'Iraq.
Molti attivisti contro la guerra non sono a conoscenza del fatto che
le successive amministrazioni USA negli ultimi 20 anni hanno sostenuto
il terrorismo islamico, compresa al Qaeda. Quest'ultima è una creatura
della CIA. Essa è uno strumento chiave della politica estera USA.
http://globalresearch.ca/articles/CHO109C.html

In questo cruciale punto di svolta della storia dobbiamo comprendere
che il sentimento contro la guerra in se stesso non mina l'agenda di
guerra. Lo stesso vale per l'impasse diplomatico al Consiglio di
Sicurezza dell'ONU.
Gli USA hanno intenzione di fare la guerra con o senza l'approvazione
dell'ONU.

L'unico modo per impedire che nelle prossime settimane questa guerra
si verifichi è spodestare i governanti, che sono dei criminali di
guerra. Una precondizione per infrangere la legittimazione
dell'amministrazione Bush è il rivelare completamente i suoi legami
con il terrorismo internazionale, smantellando la sua campagna di
propaganda e spargendo la verità attraverso una bene organizzata
campagna di informazione delle associazioni di base dei cittadini.

Ed il metodo per spodestare i governanti è di infrangere la loro
legittimità agli occhi del popolo.
In altre parole, è necessario rivelare completamente le menzogne
riguardanti la cd "guerra al terrorismo" ai nostri concittadini, che
viene anche usata come pretesto per l'invasione dell'Iraq.




Bibliografia di materiali e collegamenti selezionati

Centre for Research on Globalization (CRG),
Foreknowledge of 9-11: A Compilation of CRG articles and documents in
support of a 9-11 Investigation
http://globalresearch.ca/articles/CRG204A.html

Centre for Research on Globalization (CRG), 9/11 Reader and Archive
http://globalresearch.ca/by-topic/sept11/

Nic Levis, The 9/11 Truth Movement Selected Resources
for Researchers and Activists
http://www.globalresearch.ca/articles/LEV212A.html

Centre for Research on Globalization (CRG), George W.
Bush Financial Scams: CRG selection of articles.
http://globalresearch.ca/articles/CRG207A.html

Propaganda Matrix Archive on Prior knowledge at
http://www.propagandamatrix.com/archiveprior_knowledge.html

Centre for Cooperative Research, The Complete 9/11 Timeline at
http://www.cooperativeresearch.org/index2.html

Michel Chossudovsky è l'autore del best seller internazionale
War and Globalization, The Truth behind September 11.
http://globalresearch.ca/globaloutlook/truth911.html

Da: Radio Città Aperta
Data: Lun Apr 14, 2003 12:37 pm
Oggetto: Forum internazionale di Roma. I servizi in audio


Radio Città Aperta trasmetterà gli interventi del Forum internazionale
su "Il piano inclinato del capitale" tenutosi a Roma il 12 e 13
aprile.

Sarà possibile ascoltarli in audio collegandosi al sito della radio:

http://www.radiocittaperta.it

Martedi 15 aprile, ore 10.00: gli interventi di Alan Freeman e Giorgio
Gattei
Venerdi 18 aprile, ore 13.30: gli interventi di Vittorio Parola e
Fausto Sorini
Sabato 20 e domenica 21 aprile dalle 9.00 alle 13.00: gli altri
interventi

Buon ascolto e buon lavoro


SITO: http://www.radiocittaperta.it
MAIL: segreteria@...



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Il piano inclinato del capitale
Crisi, competizione globale e guerre



Roma, 12-13 aprile, ore 9,30
Hotel Universo

(Via Principe Amedeo, staz. Termini)



Forum Internazionale


Prima sessione: Crisi di accumulazione e imperialismo

Relazioni di:
Alan Freeman (università di Greenwich/Londra)
Guglielmo Carchedi (università di Amsterdam)

Seconda sessione: Dalla globalizzazione alla competizione globale

Relazioni di:
Enrike Galarza (università di Irunea - Pamplona)
Marcos Costa Lima (università di Recife)

Terza sessione: La guerra preventiva. Il "Mein Kampf" di Bush

Relazioni di:
Vladimiro Giacché (economista)
Joseph Halevi (università di Sidney)



Interventi :

Andrea Catone, Maurizio Galvani, Giorgio Gattei, Domenico Losurdo,
Alessandro Mazzone, Marco Melotti, Enzo Modugno, Luciano Vasapollo



Comunicazioni:

Georgy Cipras, Maurizio Donato, Sergio Manes,Vincenzo Miliucci,
Gianfranco Pala, Osvaldo Pesce, James Petras, Hugo Ramos, Roberto
Sidoli, Fausto Sorini, Sven Tarp.



I lavori del pomeriggio di sabato verranno probabilmente sospesi per
consentire la partecipazione alla manifestazione nazionale contro la
guerra



RETE DEI COMUNISTI



Per informazioni e adesioni: cpiano@...

Tel. 06/4394750 Fax. 06/4394768