In una chiesa serbo-ortodossa, un affresco
commemora le 61 famiglie di Prebilovci
annientate dalla violenza razzista degli
ustascia ( fonte)
Link e documenti utili:
Segnaliamo l'importante inchiesta
giornalistica prodotta dal canale televisivo
LA7:
Medjugorje SPA
31/03/2017 – In questi giorni il
Papa ha mandato un messo a Medjugorje per
studiare il fenomeno. Mentre si attende
una risposta cresce il dibattito nella
Chiesa. Andrea Casadio tra i pellegrini
che ogni giorno si recano lì per
pregare...
Prima parte:
Seconda parte:
Prebilovci.net/
Prebilovci.com/
(redirects to Jadovno.com/prebilovci.html)
Prebilovci on Wikipedia: SR
– EN
Visions
on Demand: The Medjugorje Conspiracy
(DVD)
In early 1997 Network 5 began an
investigation that culminated in Visions
on Demand, the first TV documentary that
deals honestly with the financial and
spiritual manipulation behind what
promises to be one of the greatest
spiritual hoaxes of the 20th century.
Network 5 later joined forces with E. Michael Jones,
an American journalist who has
investigated Medjugorje for the last 10
years. What they came up with is the
definitive explanation of how Medjugorje
got started and the damage it has
caused...
The
Medjugorje Deception: Queen of Peace, Ethnic
Cleansing, Ruined Lives (BOOK)
By E. Michael Jones, PhD, breaks the
conspiracy of silence that has surrounded
one of the biggest hoaxes of our times.
The Medjugorje Deception tells the full
truth from beginning to end, from the
bloody atrocities during World War II on
the other side of Apparition Hill to their
bloody sequel in the ethnic cleansing of
Mostar's Muslims with money raised by
Medjugorje groups...
Prebilovci
– Mesto opomene, uspomene i stradanja (РТРС)
La nostra pagina
sul movimento degli ustascia e il genocidio
commesso nel loro "Stato Indipendente di
Croazia" (1941–1945)
IL FANTASMA DI ŠURMANCI: REGINA
DELLA PACE, PULIZIA ETNICA, VITE DISTRUTTE
di Michael E. Jones (estratti
– Testo completo, in lingua inglese: The
Ghost of Šurmanci: Queen of Peace, Ethnic
Cleansing, Ruined Lives)
Durante
la
primavera e l'estate del 1941, gli ustascia
crearono un
fugace ma feroce stato croato indipendente
(NDH). Gli
ustascia del Međugorje
esplorarono la zona geologica, traendo nota
della maggiore foiba, la più utile per il loro
futuro scopo. Poi, nel giugno 1941, circa due
mesi dopo la creazione della NDH, ustascia
armati si presentarono nel villaggio a
prevalenza serba di Prebilovci, sulla
sponda est della Neretva, ed in altre enclavi
serbe, annunciando ai paesani che verranno
tutti deportati a Belgrado. Ai serbi venne
detto che verranno riunificati alla loro
patria serba. La corsa del treno fu molto più
breve del previsto, almeno di quanto
pensassero i passeggeri serbi, ai cui venne
ordinato di scendere al paese Šurmanci, sulla sponda ovest
della Neretva, marciando oltre ai colli per
non essere mai più rivisti.
Circa tre mesi più tardi,
il predecessore del Vescovo Zanić, Alojsije Mišić, ordinario di Mostar,
scrisse al cardinale Stepinac, riferendogli
di inquietanti resoconti di atrocità
commesse contro i serbi nella sua diocesi.
Uomini catturati come animali - scrisse Mišić - massacrati,
uccisi; uomini lanciati dai precipizi ... da
Mostar e Čapljina
un treno con sei carrozze piene di madri,
giovani ragazze e bambini ... fino a Šurmanci ... condotti su
per la montagna e ... gettati vivi dai
precipizi ... A ... Mostar stesso vennero
trovati a centinaia, portati in vagoni fuori
città e abbattuti come animali.
Circa 600 serbi,
incluso preti, donne e bambini, furono
gettati nella foiba sopra Šurmanci e poi,
dopo avervi gettato granate, le canaglie
ustascia li seppellirono, molto probabilmente
vivi. Paris
riportò la lista dei responsabili,
una lista che include nomi come Ostojić e Ivanković, nomi comuni nell'area
- nomi, infatti, di persone che ancora oggi
vivono a Međugorje.
Brian Hall si chiede nel suo
libro sullo smembramento della Jugoslavia
se l'Ostojić con cui
stava a Međugorje era
l'Ostojić accusato dell'atrocità di Šurmanci.
Paris
sostenne che due preti presero parte al
massacro di Šurmanci.
Marko Zovko era un prete, ma non un
francescano come il più conosciuto Jozo
Zovko, l'uomo che, per molti versi, creò le
apparizioni di Međugorje.
Marko Zovko era il segretario del vescovo Ćule, il successore di
Mišić. Imparai ciò dall'attuale
vescovo di Mostar, Ratko
Perić, che fa risalire la citazione
di Paris al libro di
Viktor Novak, Magnum Crimen.
La situazione religiosa è
complicata ulteriormente dal fatto che la
Chiesa Cattolica dell'Erzegovina è divisa in
due fazioni, una fedele al vescovo di
Mostar, e l'altra ai francescani, in aperta
ribellione sia contro l'ordinario locale sia
contro l'ordine francescano generale di Roma
dal 1976, quando si rifiutarono di
consegnare un numero di parrocchie da loro
amministrate, alla giurisdizione del vescovo
di Mostar.
Come i suoi predecessori
Mišić e Zanić, il vescovo
Perić ha dovuto fare i conti con i rabbiosi
nazionalisti francescani erzegovesi, la
forza motrice dietro alle apparizioni di Međugorje e la collaborazione con
le atrocità degli ustascia durante la
II Guerra Mondiale. Nel gennaio del 1997, Perić ha dato
un'intervista a Yves Chiron nella rivista
francese Present, dove ammette che Međugorje è afflitta da
disordini ecclesiastici, come francescani
esercitanti funzioni ministeriali senza
missione canonica; comunità religiose fondate
senza permesso, edifici eretti senza l'assenso
ecclesiale, e la continua organizzazione di
pellegrinaggi laddove è stato determinato non
ci fossero apparizioni. "Međugorje -
concluse Perić
- non promuove la pace e l'unità ma crea
confusione e divisione, e non semplicemente
nella sua diocesi" (Present, 25 gennaio
1997).
Perić
ha sperimentato di prima mano quanto può
essere bellicosa la "Regina della Pace" e i
suoi sostenitori. Nell'aprile del 1995 il
vescovo fu attaccato da una banda nella sua
cancelleria, e la sua croce al petto
strappata. E' stato poi picchiato, forzato in
un'automobile appostata e portato in una
cappella non autorizzata gestita dai
francescani di Međugorje,
e lì tenuto in ostaggio per 10 ore. E' stato
solo quando il sindaco di Mostar si presentò
con le truppe dell'ONU che il vescovo è stato
rilasciato.
Ciò che colpisce ancor più della
vicinanza spaziale tra le atrocità e le
apparizioni, è l'inquietante coincidenza
delle date. Sembra che tutti i maggior
eventi della storia balcanica avvengano di
giugno. La battaglia di Kosovo Polje
si svolse il 28 giugno 1389.
L'assassinio dell'Arciduca Ferdinando a
Sarajevo il 28 giugno 1914, una specie
di strana commemorazione simbolica della
battaglia di Kosovo Polje. I croati
proclamarono l'indipendenza il 25 giugno
1991, che corrispose al decimo
anniversario delle apparizioni di Međugorje, le quali occorsero al
quarantesimo anniversario del massacro
di Šurmanci.
LA REGINA DEI
PROFITTI
Međugorje
attira migliaia di
pellegrini e di dollari
di
James Martinez, 2000 (estratti – L'articolo integrale in inglese:
Queen
of Profits. Medjugorje Draws Thousands
of Pilgrims and Dollars)
Međugorje. Pochi temi evocano maggiori
passioni della presunta apparizione della
Beata Vergine Maria a sei veggenti nel
remoto villaggio di Međugorje in Bosnia-Erzegovina. Ma gli
effetti di queste visioni segnalate non si
limitano alle zone limitrofe. I devoti di Međugorje si trovano in tutto il mondo.
Ogni
autunno dal 1990, il Bren Center di
Irvine, all'Università
della California, è centro della maggiore "Međugorje Peace
Conference" negli Stati Uniti. L'evento è
promosso dal Comitato per le "Međugorje Peace
Conferences". Il capo organizzatore,
Joan Housack, si rifiutò di parlare ai media,
ma non c'è dubbio che la conferenza fosse
grande già dall'inizio, attirando circa 3500
presenze. Ora attira regolarmente 5000
partecipanti ogni anno.
Raznick, un partecipante,
qui per la quarta volta, disse: "Non vengo
per i relatori, ma piuttosto per la cappella
e la stanza delle apparizioni. Entrammo
nella stanza, pregammo il rosario e, dopo il
Rosario, dissero che La Nostra Signora era
qui. Tutti furono in silenzio. Sentimmo e
percepimmo che qualcosa passava per la
stanza, alcuni urlarono, altri svenirono.
Per me, fu una sensazione molto piacevole.
Ognuno provò qualcosa individualmente."
E' prevista la
partecipazione di almeno un veggente, ma
l'anno passato [2001] Ivanka ha rifiutato
l'invito. Quando i partecipanti hanno capito
che Ivanka aveva cancellato a causa della
paura di volare poco dopo gli attacchi
terroristici [dell'11 settembre], la loro
risposta fu impetuosamente incredula. "Oh
no, non ha senso! Non può essere la ragione
per cui non è qui!" fu la risposta
comune.
Seri quesiti riguardanti
la subcultura di Međugorje
si pongono in profondità. Quante apparizioni
di santi ora canonizzati avvennero in tempi
convenientemente prevedibili? Secondo i
veggenti di Međugorje,
le apparizioni della Madonna continuano
oggigiorno; 21 anni di messaggi ininterrotti
di Maria. Marija, Vicka and Ivan segnalano
apparizioni giornaliere; Mirjana, il 2 di ogni
mese e per compleanno; Ivanka, il 25 di
giugno; Jakov per Natale.
Il giornale Newsweek,
nell'edizione del 17 gennaio 2000, pubblicò un
breve articolo su Ivan Dragičević [uno dei veggenti,
vedi sopra] connesso a un suo discorso a
Boston. Dragičević,
che vive nell'area di Boston e pare guidi
un'automobile di lusso, sposò una ex Miss
Massachusetts e tutt'ora viaggia per gli
Stati Uniti a parlare delle apparizioni di Međugorje. Altri veggenti,
è riportato, hanno legami con alberghi ed
altri immobili nella zona di Međugorje. Vicka, ad
esempio, dichiarò che la Beata Vergine Maria
volle fosse costruito a Međugorje
un "centro pastorale", consistente un albergo
con 100 letti e una cappella per i pellegrini.
Insistette per la sua costruzione nel 1995.
Secondo un articolo ben
documentato e referenziato, Međugorje: Old
Lies, New Admissions, di Craig
Heimbichner, Vicka, Ivanka, Mirjana e Ivan
sono smascherati per aver mentito - o almeno
per aver offerto testimonianze sfacciatamente
contrastanti - in merito a serie questioni
coinvolgenti il contenuto di vari messaggi di
Međugorje.
Più conosciute sono le
ripetute e audaci investigazioni e
testimonianze del vescovo di lunga data
dell'area, Pavao Zanić,
in merito alla sfacciata disobbedienza dei
veggenti e la dubbia natura delle loro
presunte apparizioni. Il suo successore ha
espresso simili preoccupazioni, come anche una
conferenza vescovile del 1991 che dichiarò non
sussistere alcuna prova di alcunché di
soprannaturale a Međugorje.
Il Vaticano confermò, il 19 giugno 1996,
questa conclusione. Roma riferì ripetutamente
al vescovo locale in qualità di autorità
competente in materia.
I Francescani che
gestiscono la parrocchia di Međugorje non hanno
mostrato uno spirito modesto e ubbidiente. Il
12 maggio 1996, quando il vescovo locale
ordinò di consegnare la parrocchia ed il
refettorio della diocesi, i Francescani
rifiutarono e murarono le porte della chiesa.
Un incidente simile venne riportato nel 1988
in un notiziario tedesco, Der Schwarze
Brief, pubblicato da Claus Peter Clausen
di Lippstadt. Clausen riferì di aver osservato
e fotografato i Francescani nell'atto di
fabbricare i messaggi. Il veggente Ivan gli si
avvicinò e lo minacciò con "un gesto
indicante che gli avrebbe tagliato la gola"
[in buona tradizione ustascia, ndt] se avesse
continuato. Il fotografo disse poi che un
tassista gli riferì che chiunque si fosse
opposto a Međugorje
sarebbe stato ucciso.
Der Schwarze Brief
pubblicò, il 6 gennaio 1999, che nel 1988 il
reddito del pellegrinaggio a Međugorje fu stimato
attorno ai 100 milioni di dollari - il 5% del
reddito da turismo dell'intera Jugoslavia, ed
il 45% della Bosnia-Erzegovina. Un rapporto
del Katholische Nachrichten Agentur
compilato il 15 luglio 1989 stimò il reddito
del pellegrinaggio intorno ai 150 milioni di
dollari nel 1989, e 200 milioni nel 1990. Nel
solo 1988, oltre un milione di pellegrini,
prevalentemente dall'Europa Occidentale e
Stati Uniti, visitarono Međugorje.
Međugorje
era un paese molto piccolo; ora è un centro
pieno di attività, ristoranti, trasporti,
aziende. Ancora più interessante è la
sconcertante quantità di denaro raccolta da
attività connesse a Međugorje,
come le commissioni delle agenzie di viaggio,
gli onorari dei relatori, sottoscrizioni ai
periodi e tassi pubblicitari, conferenze fatte
negli Stati Uniti e ritiri.
"Questo è un posto
profittevole", concesse Slavko Barbarić, un francescano che ha
servito a Međugorje
per oltre 15 anni. "E, ovviamente, anche noi
vendiamo souvenir, i nostri rosari,
eccetera. Ma non ci ha reso milionari, e non
ci ha distratto dalla nostra reale missione:
la cura delle anime."
Il denaro non è raccolto
solamente nel nome di Međugorje,
ma anche in quello di varie propaggini e
apparizioni, veggenti e stigmatici ugualmente
sensazionali. Uno di questi è un giovane
prete, Padre Zlatko Sudac, il quale porta una
luminosa croce color rosso sangue prominente
in fronte, e partecipa a ritiri negli Stati
Uniti aventi al centro la sua figura. I
proventi sono consegnati agli orfanotrofi
nella zona di Međugorje.
Tuttavia, il denaro delle conferenze di Sudac
non va direttamente agli orfanotrofi, ma al
suo vescovo. Questo denaro non è resocontato
se non, in parte, per coprire le spese di
Sudac negli USA (corsi di inglese) e per la
sua missione.
Intanto, una banca locale
fondata da vari francescani e importanti
imprenditori locali solleva la questione di
chi ha o avrà titolo legale ai contributi
finanziari ora depositativi, versati dai
pellegrini.
INTERVISTA a E. Michael
Jones
Autore di due libri
sulle apparizioni della Madonna a Međugorje –
Marzo 2008
(estratti – L'intervista completa, in
inglese: Contribution
to an objective history of the occurrences
in Herzegovina)
Il Segretario di Stato della Santa Sede,
cardinale Tarcisio Bertone, ha riferito
recentemente che "il fenomeno di Međugorje dovrebbe venir
riconsiderato". Vinko Puljić,
arcivescovo di Sarajevo, rispose al
quotidiano croato Večernji
List che "non c'è bisogno di alcuna
speculazione finché non riceviamo istruzioni
concrete".
Nella metà degli anni '80
gli Stati Uniti furono inondati di propaganda
sui "veggenti", ma sentivo che la storia che
raccontavano non aveva senso. Sommato al
fanatismo dei seguaci della Madonna in quel
luogo, era una situazione che doveva venir
chiarificata. I miei lettori mi chiedevano di
Međugorje, il che
mi spinse a sentire il bisogno di investigare
il fenomeno di persona. Per questo mi recai a
Međugorje nel maggio
del 1988. Giunto là, tra le prime cose
incontrai il Vescovo Pavao Zanić. Mi disse senza mezzi
termini che le apparizioni erano un imbroglio.
Mi disse anche di aver incontrato il Cardinal
Ratzinger, che concordava con lui, ed il papa,
che invece non disse nulla. Quell'incontro mi
diresse verso i contatti che mi portarono a
scrivere il primo libro - in origine un
lungo articolo - "Međugorje:
The Untold Story".
L'articolo fu una sensazione. Era la prima
volta che qualcuno era negativo su Međugorje. Questo
interesse s'intensificò dopo lo scoppio della
guerra civile negli anni '90, perché una delle
asserzioni della cosiddetta "Madonna" e dei
suoi seguaci era che la pace tra le etnie
della Jugoslavia era la prova dell'autenticità
delle apparizioni della Nostra Signora Regina
della Pace.
I "ragazzi" non hanno
creato l'apparizione. Međugorje
fu una creazione della provincia
ribelle dei Francescani Croati nell'area
attorno a Međugorje
e Čapljina, contro
il vescovo locale, per il controllo di una
serie di parrocchie. Quando i frati si resero
conto che le enormi masse che stavano
attirando potevano venir sfruttate nella
propria lotta contro il vescovo, si
appropriarono dei ragazzi e delle apparizioni.
Queste ultime divennero parte dell'ultima fase
della crociata anticomunista di Reagan, mentre
i "ragazzi" sono sempre rimasti fantocci dei
francescani.
Medjugorie,
la fabbrica delle apparizioni
di Giancarlo Bocchi – 26 giu 2015
fonte: pagina
fb di Giancarlo Bocchi; una versione
ridotta del testo è stata pubblicata sabato
27/6/2015 su Il Manifesto
Altro che miracoli. Estremismo cattolico
guerresco e un giro d’affari da 3 miliardi di
euro. Il ruolo dei «francescani con il Rolex»
e lo spettro delle pulizie etnico-religiose
dietro il business delle apparizioni in
Erzegovina. Che ora papa Bergoglio si prepara
a smontare
Alla fine della guerra, nel dicembre del 1995,
la Bosnia era distrutta, senza più attività
produttive, con strade e infrastrutture in
rovina e gran parte della popolazione senza
lavoro.
Una sola attività aveva ripreso utili a ritmi
vertiginosi: la “fabbrica di miracoli e
apparizioni” della Madonna di Medjugorje, che
divenne in breve tempo una specie di miniera
d’oro.
Lunghe file di pullman provenienti da tutta
Europa intasavano le strade malandate della
Croazia e della Bosnia. Frotte di fedeli
accorrevano nel paesetto dell’Erzegovina davanti
a una chiesa color tortora, stretta tra due
aguzzi campanili che se nelle intenzioni avevano
voluto sfidare la levità dei minareti,
riuscivano solo a ricordare il disegno di un
bambino.
Dopo il sanguinoso conflitto che aveva provocato
100 mila morti, fatto tremare i governi europei
e aperto una ferita planetaria e non più
rimarginabile tra i credenti di diverse
religioni, migliaia di cattolici, soprattutto
stranieri, si accalcavano a Medjugorje per
incontrare i veggenti e invocare l’apparizione
della Gospa (la Madonna) che proprio in quei
luoghi dilaniati dal feroce nazionalismo croato
cattolico era incredibilmente chiamata “la
Regina della pace” e si manifestava, secondo i
veggenti, a orari fissi.
Nel 1995 alcuni dei sei veggenti originari, di
prima della guerra, avevano defezionato, si
erano trasferiti altrove, allontanandosi dai
discussi francescani croato-bosniaci che fin dal
1981 amministravano la fabbrica delle
apparizioni.
Con la guerra fratricida etnico-religiosa, erano
resuscitati anche i fantasmi di un angoscioso
passato, che aveva visto per protagonisti
proprio i francescani di Bosnia e Croazia,
l’Ordine che gestiva il tempio di Medjugorje.
Temprati e induriti da una guerra che durava da
centinaia di anni, prima contro l’avanzare della
chiesa ortodossa e poi contro l’impero ottomano
e il diffondersi della religione musulmana, quei
francescani avevano visto nella seconda guerra
mondiale l’occasione per sterminare i nemici
religiosi.
Si erano subito schierati con il dittatore
ustascia Ante Pavelić, alleato di fascisti e
nazisti, e avevano partecipato alla “pulizia
etnico-religiosa”, alle conversioni forzate,
alle deportazioni, alle stragi ordinate dagli
ustascia e perfino al genocidio nel campo di
sterminio di Jasenovac dove furono eliminati
almeno 600 mila jugoslavi, serbi, ebrei, rom e
dissidenti di altre etnie.
A Jasenovac il comandante delle squadre della
morte era un frate francescano, Miroslav
Filipović, detto “il satana nero”, che,
condannato a morte alla fine della guerra per i
crimini commessi, chiese di vestire per l’ultima
volta il saio prima di essere fucilato.
Neanche altri esponenti del clero cattolico
croato e bosniaco si opposero alle violenze
degli ustascia, nell’inanità complice del
Vaticano che riceveva a Roma addirittura
delegazioni di ustascia e criminali di guerra.
Lo storico Marco Aurelio Rivelli scrisse: “Quello
attuato dalla dittatura di Pavelić, di forte
impronta cattolica e sostenuta apertamente da
tutte le strutture del cattolicesimo croato
(episcopato, clero, ordini religiosi,
francescani in particolare), fu un genocidio
dalle esclusive connotazioni religiose, e i
più colpiti furono gli “scismatici”
serbo-ortodossi”.
Proprio il Vaticano, con la collaborazione dei
francescani e del clero croato, alla fine della
seconda guerra mondiale organizzò la “ratline”,
chiamata come la corda, la “grisella”, che
collegata alle sartie, permette ai topi la
salita fino alla cima degli alberi dei velieri,
l’ultimo rifugio durante un naufragio prima di
essere inghiottiti dalle acque. Attraverso la
“ratline” sfuggirono alla giustizia criminali
nazisti e fascisti, con in testa Ante Pavelić.
Riuscirono, passando per l’Italia, a sfuggire ai
tribunali di guerra nascondendosi in Sud
America, Stati Uniti e Medio Oriente. Il centro
operativo della via di fuga, della “grisella”,
era un monastero croato, San Girolamo degli
Illiri, a poca distanza dai palazzi Vaticani,
sulla sponda opposta del Tevere.
Anche il massimo esponente del clero cattolico
croato, Alojzije Stepinac, restò in silenzio
davanti all’orrore e anzi assicurò ad Ante
Pavelić “sincera e leale collaborazione” tanto
da meritare l’appellativo di “arcivescovo del
genocidio”.
Malgrado i legami con Pavelić, il silenzio
complice sui crimini commessi dal suo clero e
tutte le ombre sul suo operato, Papa Wojtyła
beatificò Alojzije Stepinac,
considerandolo una vittima del governo comunista
jugoslavo anziché un sostenitore dei fascisti
ustascia e campione dell’estremismo religioso.
Ma lo sguardo obliquo del papa aveva forse anche
un’altra spiegazione. La beatificazione di
Alojzije Stepinac aveva permesso al Vaticano di
rientrare in possesso, grazie a un accordo
ratificato con l’allora presidente croato Franjo
Tuđman, in occasione della visita del papa,
delle proprietà immobiliari che il regime
comunista aveva sequestrato alla chiesa nel
dopoguerra, a causa della complicità criminale
con gli ustascia.
Il monastero francescano di Siroki Brijeg,
roccaforte ideologico-religioso del movimento
ustascia e fulcro spirituale dei cattolici
d’Erzegovina durante la seconda guerra mondiale,
fu chiuso dal governo jugoslavo, ma intorno
rimase per anni il focolaio dell’estremismo
nazionalista cattolico.
Per questo, senza conoscere la storia dei
francescani di Croazia, di Bosnia e l’intreccio
di fanatismo religioso e interessi economici e
politici che ne è originato, è difficile
discernere anche solo nei contorni la
costruzione di un fenomeno come la fabbrica
delle apparizioni di Medjugorje.
In Erzegovina la comunità cattolica, circa 400
mila persone, era la più compatta e numerosa
dell’intera nazione e diversamente dagli altri
cattolici di Bosnia, che seguivano il clero
Vaticano, era devotissima ai nazionalisti,
secessionisti ed estremisti francescani.
Questi frati già alla metà degli anni ’70
entrarono in conflitto con i vertici della
Chiesa per una questione di proprietà
immobiliari legate a diverse parrocchie nella
loro giurisdizione. Prevalsero e si tennero le
parrocchie, ma il contrasto con la diocesi di
Mostar (che ha la giurisdizione su Medjugorje)
divenne insanabile.
A quel momento risalgono i primi segni del
progetto delle apparizioni, come il ritrovamento
di rosari di fabbricazione sconosciuta in vari
luoghi intorno a Medjugorje. Benché più banali
che misteriosi, i francescani li definirono
segni premonitori o miracolosi.
Si arrivò così al 24 giugno 1981. Sei
ragazzi dissero aver visto “una figura femminile
luminosa sul sentiero che costeggia il Podbrdo”.
Durante altre apparizioni i sei giovani
veggenti, Ivanka Ivanković, Mirjana Dragićević,
Vicka Ivanković, Ivan Dragićević, Jakov Čolo e
Marija Pavlović, descrissero meglio la figura
della presunta “Madonna”: “Tra i 18 e i 20
anni, snella, alta circa 165 cm. Il suo viso è
lungo e ovale con capelli neri. Gli occhi sono
azzurri con ciglia delicate, il naso è piccolo
e grazioso e le guance sono rosee. Ha belle
labbra rosse e sottili e il suo sorriso è di
una gentilezza indescrivibile. Ha una semplice
veste azzurro-grigia che scende liberamente
verso il basso mescolandosi con la piccola
nuvola biancastra su cui sta in piedi. Il suo
velo è bianco e copre la testa e le spalle e
scende anch’esso fino alla piccola nuvola. Ha
una corona con 12 stelle dorate sulla testa”.
Non serve certo un semiologo per capire che
quella descrizione risente dell’iconografia
classica e popolare tramandata da quadri e
santini, ma date l’eco mondiale del fenomeno e
la netta presa di distanza del Vaticano
occorreva il suffragio scientifico.
Già alla metà degli anni ’80 alcuni medici e
studiosi cattolici si impegnarono in sommarie
quanto modeste indagini, nel tentativo di
avvalorare l’intensa attività mariana di
Medjugorje, difforme da quella che si era
manifestata in luoghi di culto accreditati dal
Vaticano come Fatima, Lourdes, Tepeyac.
Pressato da alcuni colleghi cattolici, iniziò
gli studi e le ricerche sulle apparizioni di
Medjugorje anche il professor Marco
Margnelli, neurofisiologo, già braccio
destro di Giulio Maccacaro alla rivista
“Sapere”, ricercatore del CNR di Milano, del
Karl Ludwig Institut fur Physiologie
dell’Università di Lipsia e dell’Università del
North Carolina.
Marco Margnelli era uno dei massimo esperti
mondiali di stati della coscienza e di estasi e
aveva studiato in profondità le relazione tra
fenomeni mistico-religiosi e droghe naturali e
sintetiche. Dopo la sua prima visita a
Medjugorje, tornò in Italia con molti dubbi sui
“francescani con il rolex” che gestivano
l’attività proficua dei veggenti.
Il francescano Jozo Zovko, parroco di
Medjugorje, era già stato arrestato più di una
volta per “attentato alla sicurezza e
all’unità dello Stato jugoslavo”. Mentre
il frate più vicino ai veggenti, il loro
“direttore spirituale”, padre Tomislav
Vlašić, l’estensore materiale, per loro
conto di quella che venne definita una lettera
scritta dalla Madonna al Papa (poi smentita dai
veggenti) era stato accusato dal vescovo di
Mostar Zanic di essere l’ideatore delle
apparizioni, ma aveva combinato ben di
peggio. Era stato accusato di aver
“divulgazione di dubbie dottrine,
manipolazione delle coscienze, sospetto
misticismo, disobbedienza ad ordini
legittimamente impartiti ed addebiti contra
sextum” (ossia contro il sesto
comandamento, che riguarda i peccati di natura
sessuale, ovvero per aver messo incita una
suora) ed era stato ridotto dal papa allo stato
laicale con l’interdizione perpetua ad essere
anche solo ospitato in un convento francescano.
Malgrado questo contorno ambiguo e opaco, Marco
Margnelli era incuriosito da alcuni aspetti
scientifici ancora da indagare, nati dallo
studio dei veggenti. Disse in una intervista: ”Mi
irritava l’atteggiamento degli “esperti” dai
quali i teologi orecchiavano le loro
trattazioni, degli psichiatri o degli
psicoanalisti che pontificavano paragoni e
confronti tra deliri patologici ed esperienze
estatiche, tra menti sane e menti malate senza
mai avere visto un estatico da vicino o aver
studiato una vera estasi.” Margnelli
invece aveva studiato in India degli yogi che
sapevano cambiare il loro stato fisiologico, far
aumentare i battiti del cuore, aumentare la
temperatura del corpo e controllare il dolore.
Uno di loro gli aveva detto: “Si può arrivare
a controllare tutto, corpo e mente ma che i
veri prodigi si hanno quando si acquista il
controllo del cervello.” Da neurofisiologo
Margnelli voleva spiegare scientificamente “i
prodigi” e non certo avventurarsi nella
spiegazione di miracoli veri o presunti. Secondo
lo scienziato “l’estasi era uno stato di
coscienza”. Nulla che avesse una relazione con
il soprannaturale. Era questo che cercava di
dimostrare scientificamente .
Nella seconda metà degli anni ‘80, Marco
Margnelli ritornò a Medjugorje insieme ad una
numerosa equipe. Vennero svolte diverse indagini
scientifiche e apparve chiaro agli studiosi che
i veggenti erano in uno stato alterato di
coscienza. Scrisse Margnelli: ”Una condizione
che si può ottenere anche attraverso tecniche
di meditazione, come l’auto-training, ma non
in modo così profondo…” Margnelli lasciava
aperta un porta per future indagini, ma le sue
dichiarazioni vennero usate e distorte per
consolidare la presunta veridicità delle
apparizioni. Venne anche diffusa la falsa
notizia “che il noto scienziato ateo Marco
Margnelli si era convertito al cattolicesimo
dopo aver conosciuto i veggenti”. In
privato Margnelli ci rise sopra: “Questi sono
matti”. Disse senza perdere altro tempo a
smentire quegli oscuri manipolatori della
verità. In quel periodo fu anche avvicinato da
un misterioso personaggio, che sembrava più un
agente segreto, anche se era un monsignore,
responsabile di una delle strutture più
misteriose del Vaticano specializzata
nell’indagare e catalogare i fenomeni
paranormali.
La questione di “Medjugorje” si era trasformata
ormai in una guerra a sfondo politico oltre che
religioso tra istituzioni cattoliche. Più
aumentava il numero di pellegrini cattolici a
Medjugorje (nove milioni registrati solo nel
1987), più si acuivano i contrasti tra la Chiesa
e l’Ordine francescano. Per non consegnare alla
Chiesa le parrocchie contese fin dagli anni ‘70,
i francescani arrivarono perfino a murare
l’ingresso delle chiese e addirittura sequestrarono
per 15 giorni il loro più strenuo oppositore,
il vescovo di Mostar.
Poco prima del definito disfacimento della
Repubblica jugoslava, il 10 aprile 1991,
i vescovi del paese, riuniti a Zara, emisero una
dichiarazione congiunta su Medjugorje: “Sulla
base di quanto finora si è potuto investigare,
non si può affermare che abbiamo a che fare
con apparizioni e rivelazioni soprannaturali”.
Anche frate Jozo Zovko, l’altra anima nera dei
veggenti, venne sospeso dalle funzioni
pastorali.
Nel 1992, con lo scoppio della guerra di Bosnia
si esaurirono i pellegrinaggi, ma gli echi di
notizie di fatti miracolosi, sapientemente
amministrate dai francescani di Medjugorje
vennero propagate sui mezzi di comunicazione.
Diffusero perfino una foto di un missile
piantato davanti al santuario con la notizia che
la Madonna ne aveva mutato la traiettoria
salvando chiesa e i fedeli. Il fotoreporter
Claudio Olivato che in quel periodo passò da
Medjugorje, si reso conto che si trattava di una
bufala, anche perché il missile non aveva
minimamente scalfito il selciato davanti alla
chiesa.
I francescani di Croazia e Bosnia, come già era
accaduto durante la seconda guerra mondiale,
durante la guerra di Bosnia, smentendo la loro
“Regina della pace”, furono la punta di diamante
dell’estremismo cattolico guerresco. Con la copertura di
alcune associazioni umanitarie, come “Il Pane
di Sant’Antonio” e la “Caritas di Ghedi”,
(da non confondere con la Caritas italiana) si
misero ad aiutare la loro fazione secessionista.
Il responsabile di queste attività era un frate
croato, Bozo Blazevic, che smistava gli aiuti
umanitari, ma anche altro, dal centro logistico
della Caritas francescana di Spalato, diretta da
padre Leonar Orec. Riguardo le attività
misteriose del frate il giornalista
Luca Rastello scrisse: “Il 29 maggio
del 1993 un piccolo convoglio di un gruppo di
volontari bresciani viene contattato a Spalato
da Spomenka Bobas e padre Orec. Poiché vanno
in Bosnia centrale, i religiosi li pregano di
consegnare quattro pacchi a Vitez: con questa
scusa li forniscono di documenti con il
marchio del pane di sant’Antonio, un po’ come
se firmassero l’ignara spedizione dei
bresciani… Poche ore dopo, appena transitati
da Gornji Vakuf, i cinque bresciani vengono
intercettati da una banda di irregolari
bosniaci che sequestra il carico e i documenti
e uccide a freddo Fabio Moreni insieme a
Sergio Lana e Guido Puletti.” Non si seppe
mai cosa contenessero i 4 pacchi del frate Bozo
Blazevic, ma il 22 dicembre 1993, a bloccare un
altro convoglio umanitario fu il comandante
Goran Cisic. Sotto i generi alimentari chiamati
“aiuto umanitario” saltarono fuori lanciarazzi,
mortai e altro. Due giornalisti italiani, Ettore
Mo ed Eros Bicic, involontariamente testimoni
dei traffici in corso vennero arrestati per
qualche ora mentre il frate Blazevic, amico
personale del presidente Tudjman, ripartì senza
problemi.
Alla fine della guerra, le numerose e segrete
attività dei francescani di supporto alle
fazioni estremiste e secessioniste cattoliche,
vennero ignorate dai tribunali locali, ma anche
da quelli internazionali, e caddero nell’oblio.
Il grande business delle apparizione e dei
miracoli di Medjugorje riprese a pieno ritmo
senza più ostacoli.
Nel 1996 Tarcisio Bertone, allora segretario
della Congregazione per la dottrina della Fede,
in una lettera concluse che «i pellegrinaggi
ufficiali a Medjugorje, intesa come luogo di
autentiche apparizioni della Vergine, non
possono essere organizzati né a livello
parrocchiale, né diocesano». Ma lasciò
aperte le porte al proficuo turismo religioso: “Ai
pellegrinaggi a Medjugorje che si svolgono in
maniera privata”
Qualcuno ha stimato stimato che dal 1981 al
2013, “l’ammontare totale delle spese
turistiche prodotte a Medjugorje si sia
aggirato intorno ai 2,85 miliardi di euro.
Inoltre, valutando in circa 23 milioni i
pellegrini arrivati nel paesino
dell’Erzegovina negli anni presi in
considerazione, le spese di viaggio
ammonterebbero a quasi 8,5 miliardi di euro,
per un giro d’affari mondiale di circa 11
miliardi di euro”. Non sappiamo se queste
cifre sia esatte al centesimo, ma sono molto
verosimili.
Alla fine degli anni ‘90, chi scrive incontrò il
Prof. Marco Margnelli con l’idea di fare un
documentario su Medjugorje. Lo conoscevo fin
dagli anni ‘70 e ne apprezzavo le sue capacità e
la sua rettitudine. L’incontrò durò parecchie
ore. Margnelli nel corso degli anni aveva
approfondito alcuni studi sull’ipnosi e sugli
stati coscienza e aveva un’idea precisa sui
veggenti. Ma il progetto documentaristico venne
rimandato a causa dello scoppiò del conflitto in
Kosovo e qualche tempo dopo il prof. Margnelli
si ammalò gravemente. L’idea documentaristica
venne abbandonata definitivamente ma ho ancora
il nastro con quello che mi disse e ricordo la
risposta che lo scienziato diede alla mia
domanda se quello che i veggenti vedevano fosse
un fatto sovrannaturale.
“Nessun miracolo… Si tratta di
autosuggestione”. Rispose Margnelli in
modo netto.
A distanza di quindici anni dalle ultime
ricerche del prof. Marco Margnelli, tra poco la
parola su Medjugorje passerà a Papa Bergoglio.
Anche se in questi giorni è stata diffusa ad
arte la notizia che “si rischia lo scisma
(tra i croati) se sconfesserà le apparizioni
della Madonna”, dopo aver fatto pulizia
dei preti pedofili, dei monsignori affaristi,
dello Ior e della finanza vaticana, quale sarà
l’orientamento del Papa, che ha preso il nome di
Francesco, con i francescani di Bosnia e la loro
fabbrica delle apparizioni?
“La Madonna è madre! E ama tutti noi. Ma non
è un capo ufficio della posta, per inviare
messaggi tutti i giorni”. Ha detto qualche
settimana fa riguardo le visioni quotidiane dei
veggenti di Medjugorje.
NEWS
Requiem
over an open grave
(Prebilovci.net, 2007)
The commemorative service dedicated to the
suffering of the inhabitants of Prebilovci
(August 1941 – August 2007) happened to be
held at the beginning of the excavation of the
church in whose crypt are stored the remains
of the victims, previously dug out of the pit
of Golubinka near Šurmanci. Besides the local
residents of Prebilovci, the remains of other
Serbs from south Herzegovina, who died during
the WWII in the pits in the region of Stolac,
Čapljina and Neum municipalities, were also
buried here. The church was completely
destroyed by the Croatian armed forces and HVO
during the 1992 war...
Medjugorje,
il Papa sui veggenti: «Questa non è
identità cristiana» (Corriere
della Sera, Redazione online – 9 giugno 2015)
Omelia a Santa Marta. Il Pontefice: «La
Madonna non manda emissari». E poi mette in
guardia: «Non annacquate l’identità cristiana
in una religione soft»
Papa
Francesco su apparizioni: alla fede non
servono veggenti (La
Repubblica online, 9 giugno 2015)
Dopo il viaggio a Sarajevo, il pontefice torna
sull'argomento delle visioni nell'omelia a
Santa Marta e pur senza mai citare Medjugorje
critica "chi ha sempre bisogno di novità
dell'identità cristiana" e chi attende quelli
che annunciano 'la lettera odierna della
Madonna': "Non annacquate la fede cristiana in
una religione soft"
MEĐUGORSKA
„UKAZANJA“ U
PRVIH SEDAM DANA (biskup Ratko
Perić, 28.2.2017.)
THE
FIRST SEVEN DAYS OF THE “APPARITIONS” IN
MEDJUGORJE (bishop Ratko Perić,
28.2.2017.)
Medjugorie,
il vescovo di Mostar: la
Madonna non è mai apparsa (Il
Messaggero 28 Febbraio 2017)
Il vescovo di Mostar, Ratko Perić, sul sito
della diocesi, ha pubblicato una lunga
riflessione dalla quale emerge di avere pochi
dubbi (...) Dopo aver trascritto dai
registratori le audiocassette contenenti i
colloqui avvenuti, nella prima settimana delle
apparizioni (1982) nell'ufficio parrocchiale
di Medjugorje, tra il personale pastorale e i
ragazzi e le ragazze (...) ha illustrato i
motivi per cui «appare evidente la non
autenticità dei presunti fenomeni. Se la vera
Madonna, Madre di Gesù, non è apparsa – come
infatti non è – allora a tutto sono da
applicare le seguenti formule: sedicenti
veggenti, presunti messaggi, (...) cosiddetti
segreti»...
Tiziano
Renzi: << Io a Medjugorje lo sa da
quando ci vado? Dal
‘93... Ma guai a chiamarla Jugoslavia.
>> (dal Corriere
della Sera del 5.3.2017)
A Medjugorje c'è la
Camorra e il Vaticano la
commissaria (di Mauro Manzin, su
Il Venerdì del 24 agosto 2018)
Per monsignor Henryk Hoser «laggiù succedono
cose strane». C'è anche un'inchiesta
giudiziaria. E il Papa nomina l'arcivescovo
visitatore permanente...
Fra
biznis (Hrvoje Šimičević – 04.
svibnja 2019. – i na
JUGOINFO-u)
Fanatičnost vjernika i unosni međugorski
turizam osnova su moći lokalnih franjevaca
koji se opiru autoritetu biskupije i
Vatikana. Sam fra Kornelije Kordić bio je
još koncem 1960-ih suspendiran, ali je uz
podršku franjevačke provincije razvio
ozbiljan obiteljski biznis...
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