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A proposito del film yankee "Miracolo a Sant'Anna"

1) UN FALSO STORICO ED UNA GRAVISSIMA OFFESA ALLA RESISTENZA
Sezioni A.N.P.I. di Pietrasanta, Montignoso, Massa, Carrara, Intercomunale di Licciana Nardi, Villafranca e Pontremoli

2) Mercoledì 1° ottobre dalle ore 19.30 presidio in P.zza Campioni a Viareggio in difesa della verità storica
Antifascisti versiliesi


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UN FALSO STORICO ED UNA GRAVISSIMA OFFESA ALLA RESISTENZA

 
Il film di Spike Lee “Miracolo a Sant’Anna” indica come causa della strage del 12 agosto ’44 il tradimento di un partigiano, che guida in paese le SS per consentire la cattura del suo comandante.

La libertà di espressione e la creatività artistica sono diritti sacrosanti, ma non possono sconfinare nella menzogna e nel falso storico, per di più dopo la sentenza del Tribunale Militare di La Spezia che ha stabilito che la strage fu un’operazione pianificata a tavolino per colpire la popolazione, senza alcuna responsabilità del movimento partigiano, confermando, così, anche i risultati della ricerca storica.

La  fedele ricostruzione del massacro proprio sul luogo dove avvenne, com’è quella effettuata da un regista di indubbia e meritata fama come Spike Lee, finirà per indurre gran parte degli spettatori a ritenere veritiera la vicenda cinematografica, che, invece, è una pura fantasia e una colossale falsità storica.

Sconcertante l’indifferenza con cui il problema è stato affrontato da soggetti, che, a vario titolo, dovrebbero essere sensibili a queste tematiche e che hanno dato prova di un antifascismo di maniera, ipocrita e superficiale, addirittura  più interessato al “ritorno di immagine” che alla verità.
Grave è il comportamento del Sindaco di Stazzema Michele Silicani, che ha accolto a “scatola chiusa” il progetto del film, definendolo  un’importante occasione per la conoscenza degli eventi e per la promozione turistica e, addirittura, un omaggio al sacrificio dei partigiani.
Disarmante quello dell’Associazione Martiri di Sant’Anna e del Comitato per le Onoranze (a quest’ultimo è affidato, per legge, il compito di valorizzare il patrimonio storico e morale della Lotta di Liberazione) che con il loro “assordante silenzio” hanno avallato  l’offesa recata alla Resistenza.
Pericolosa la superficialità di enti e Stato che hanno sostenuto, magari anche economicamente, il film, attirati dal miraggio del grande regista.
Lo ripetiamo l’ANPI non ce l’ha con Spike Lee che può dire e fare ciò che vuole, ma ce l’ha con un antifascismo istituzionale e di facciata che è pronto a sacrificare anche la verità sia per vanità, sia per presunti vantaggi che ne verrebbero al territorio, sacrificando la coerenza a vantaggio dell’apparenza e dell’utile.
Fare dei distinguo su un film dedicato a Sant’Anna e denunciare che attraverso esso passa con grande clamore mediatico l’avallo ad una valutazione revisionista della Resistenza e dell’Antifascismo non vuol dire essere vecchi o tanto meno veteri, anzi all’opposto significa avere coscienza e lucidità del grave momento che sta attraversando la nostra società, proprio nel vedere venir meno valori fondamentali che sostanziano la democrazia. Esiste infatti ormai un clima sociale e culturale plebiscitario e quindi anticostituzionale, xenofobo e classista e al fondo razzista, totalmente illiberale perché superficiale verso i diritti umani,  che guida l’azione di importanti forze politiche del paese, per il quale non si avverte nella sostanza una distinzione reale e profonda fra i valori del ventennio fascista e quelli democratici.
 

BASTA CON LE ACCUSE FALSE E TENDENZIOSE AI PARTIGIANI E CON LE OFFESE ALLA MEMORIA DEI CADUTI  DELLA RESISTENZA!

 

Sezioni A.N.P.I. di Pietrasanta, Montignoso, Massa, Carrara, Intercomunale di Licciana Nardi, Villafranca e Pontremoli – (Viareggio, 1 ottobre 2008)


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Da: "lotta\.unita" <lotta.unita@ libero.it>
Data: 30 settembre 2008 0:13:27 GMT+02:00
Oggetto: presidio antifascista

Martedì 30 settembre la fiction "Miracolo a Sant'Anna" viene presentato a Firenze, mercoledì 1° ottobre a Viareggio.
In allegato il volantino del presidio di Viareggio.


Mercoledì 1° ottobre dalle ore 19.30

presidio in P.zza Campioni in difesa della verità storica

 

 

Per esprimere la nostra critica alla tesi sostenuta, nei 13 minuti dedicati alla strage di Sant’Anna di Stazzema, nel film “Miracolo a Sant’Anna” dal regista Spike Lee. Tesi che contiene un falso storico, ovvero che sarebbe stato un partigiano traditore ad indicare la strada agli aguzzini tedeschi della XVI Divisione  SS Panzer GrenadierReichsfuhrer” per raggiungere il paese.

Per la difesa della memoria storica, come hanno fatto, criticando questa tesi, anche l’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi), ex partigiani, storici e sopravvissuti alla strage.

Ci sono voluti 61 anni per avere giustizia. Lo Stato italiano ha sempre insabbiato questa vicenda. L’“interesse” istituzionale è iniziato nel maggio ‘94, in occasione del processo Priebke, quando fu scoperchiato l’“armadio della vergogna”, contenente 695 fascicoli “provvisoriamente archiviati”, che riguardavano le numerose stragi perpetrate dai nazisti in Italia, tra cui quella di S’Anna di Stazzema. Questi fascicoli, dal 10 dicembre ’47, aspettavano di essere inviati presso le Procure provinciali di riferimento.

La censura e il silenzio, l’occultamento successivo, venivano giustificati con le “ragioni di Stato”, in un carteggio dell’ottobre ’56, tra l’allora ministro degli Esteri, Gaetano Martino, ed il ministro della Difesa, Paolo Emilio Taviani; l’archiviazione provvisoria avveniva definitivamente il 14 gennaio ‘60. Il 20 aprile ’04, davanti ai giudici del Tribunale militare di Spezia, è stato celebrato un processo per questo crimine. Il 22 giugno ‘05 dieci ex ufficiali e sottufficiali tedeschi sono stati condannati all'ergastolo dallo stesso Tribunale. Al momento della sentenza i 10 erano ultra-ottantenni. L'8 novembre ‘07 sono stati confermati dalla Corte di Cassazione gli ergastoli all'ufficiale Gerhard Sommer e ai sottufficiali nazisti Georg Rauch e Karl Gropler. La sentenza conferma che l'eccidio è stato un atto terroristico premeditato, avvenuto con la collaborazione di fascisti locali. Cosa significa premeditato? Significa che la strage rientrava nella strategia di guerra decisa da Hitler: i civili dovevano essere colpiti con ferocia e bestialità per stroncare la solidarietà con l’eroica resistenza dei partigiani. Non importava sesso, età, idee politiche: le popolazioni dovevano essere massacrate e terrorizzate. Il regime fascista, collaborazionista dei nazisti, è stato fondamentale per la realizzazione di questo piano.                                                                                                                                        

Spike Lee ha sempre affermato di non aver voluto produrre una pellicola storica, ma inventata, sulla falsa riga del romanzo di James Mc Bride. Forse (?) il regista non conosce il clima politico del nostro paese, i continui tentativi di riscrivere la storia da parte di forze di destra, centro e “sinistra”, di mettere sullo stesso piano fascisti e partigiani, tra chi ha scatenato un odioso regime sanguinario e chi ha dedicato la vita per porvi fine. Negli ultimi anni vi è stata un’allarmanteescalation di operazioni revisioniste in questa direzione come quella che “i ragazzi di Salò” erano a loro modo ‘patrioti’, che il razzista e fucilatore Almirante è stata una brava persona, che il fascismo ha ‘ecceduto’ solo per le leggi razziali e così via. La memoria storica deve essere difesa e questo film, in versione fiction, rischia di essere l’ennesima farsa di sdoganamento dei fascisti e di denigrazione dei partigiani. Cosa penseranno della strage di Sant’Anna di Stazzema le persone che formano la propria cultura esclusivamente attraverso TV e mezzi di comunicazione di regime? Di fronte al fatto che ancora oggi i fascisti aggrediscono e assassinano giovani immigrati, giovani dei centri sociali, attivisti di sinistra, gay …

Questa operazione di revisionismo storico rappresenta un altro tassello per legittimare le nuove forme di fascismo mascherate da falsa democrazia, che si chiamano Centri di Permanenza Temporanea (dove sono incarcerati immigrati in condizioni disumane e senza processo, per il “reato” di sfuggire dalla miseria, dalla povertà, dalla guerra); eserciti che militarizzano le città; repressione di ogni forma di partecipazione diretta (comitati popolari contro basi militari, alte velocità, devastazioni ambientali, inceneritori, discariche, rigassificatori, ecc.); cancellazione dei diritti individuali e collettivi; assassinii e stragi sul lavoro ... fino agli stermini di massa con guerre, aggressioni, boicottaggi, come contro i popoli della Jugoslavia, il popolo palestinese, dell’Afghanistan, dell’Iraq: una guerra permanente in ogni angolo del mondo. Guerre di invasione, saccheggio e occupazione che niente hanno da invidiare a quelle di Hitler e di Mussolini.   

Chi resiste e si oppone a tutto questo, a questo stato di cose, è il partigiano di oggi. Quel legame tra i partigiani di ieri e quelli attuali non potrà essere spezzato fintanto che non saranno cancellati dalla faccia della terra l’oppressione dei popoli e lo sfruttamento delle classi subalterne.

Viareggio, 29/09/2008 - fotoc. in propr.                                             antifascisti versiliesi




GRAMSCI SUICIDA...


...OVVERO LA STORIA SECONDO PIERO MELOGRANI:
 
"Ritengo che la morte di Antonio Gramsci sia avvenuta nel 1937, perchè ucciso dai sovietici o per suicidio".
La più robusta tra le motivazioni: "Gramsci non voleva tornare in Russia perchè lì sarebbe stato processato e condannato a morte [...] Meglio la più tranquilla Sardegna di Mussolini: un affronto che il tiranno sovietico non poteva tollerare". Dunque, è ovvio, lo ha fatto ammazzare...
Oscure invece le motivazioni del suicidio, tanto più che "Gramsci era relativamente libero dal 1934"...
(P. Melograni, domenicale del Sole 24 Ore, 28.9.2008)

(segnalato da Alexander Hobel)


QUANTE COSE SI IMPARANO IN TV


Gentile dott. Augias,

sono un italiano residente all’estero, in Russia, per la precisione.
Guardo con molto interesse, quando posso, la Sua trasmissione,
apprezzando molto la Sua precisione, cura, attenzione, rispetto nei
confronti della lingua italiana. Nella puntata N°32, che ho visto oggi
su RAItalia, Lei ha chiesto, giustamente, ad una sua collaboratrice,
Cristina (che Lei ha presentato come “praticamente russa”: in effetti,
aveva un leggero accento slavo, ma molto più era evidente l’accento
romano), se si dicesse:

1. Kòssovo o Kossòvo;

2. Ucràina o Ucraìna.

La collaboratrice in questione ha affermato, senza nemmeno tentennare:

1. Kossòvo, perché così si dice in russo;

2. Per diretta conseguenza, Ucràina o Ucraìna indifferentemente,
sempre perché – si suppone – così è in russo.

Il sottoscritto non è solo residente in Russia: ho vissuto in Italia
27 anni su 46 (collaborando anche con la RAI, ad esempio, ma non solo,
con RAI 3 nel periodo del golpe in URSS del 1991), ho iniziato la
scuola a Mosca e l’ho terminata a Roma, ma soprattutto faccio
l’interprete da 30 anni esatti. Per tutto ciò mi permetto di farLe
notare che:

1. In russo si dice esclusivamente Ukraìna, mentre in italiano si
dice e si scrive Ucraìna, non Ucràina, mentre ucràini sono gli
abitanti di tale Paese, sempre in italiano. Il tutto rigorosamente con
la “c”, essendo un Paese noto fin dai tempi, relativamente recenti, in
cui Paesi e città si “traducevano”, per cui Lei si reca a Londra e non
a London, ed a Mosca e non a Moskva, a Ragusa e non a Dubrovnik, ma a
Ekaterinburg e non a Caterinburgo. Fin qui, una questione linguistica;

2. In russo, ed in tutte le lingue slave in genere, si dice Kòsovo
(con una “s”) e non Kossòvo, che invece è il nome imposto dagli Stati
Uniti in seno all’ONU perché tale è la sua dizione in albanese. E qui,
invece, è una questione squisitamente politica.

Dispiace avere assistito a questo scivolone di superficialità che,
sono convinto, è del tutto episodico e non potrà diventare una regola
della Sua apprezzabile trasmissione.

Cordialmente,

Mark Bernardini