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INAUGURATA L'AMBASCIATA DI NAPOLI A ROMA


SERBIA-MONTENEGRO: APERTA L'AMBASCIATA PODGORICA A BELGRADO
(ANSA) - BELGRADO 4 GEN - La prima ambasciatrice del Montenegro in
Serbia, Anka Vojvodic, ha presentato oggi le sue credenziali al
presidente serbo Boris Tadic. Lo ha reso noto l'agenzia Beta. Anka
Vojvodic inaugura cosi' l'ambasciata montenegrina in Serbia, da
quando la piccola repubblica adriatica ha proclamato la sua
indipendenza il 3 giugno dell'anno scorso, dopo un referendum
tenutosi il 21 maggio, quando il 55,5% dei montenegrini si e'
pronunciato per la separazione dalla Serbia. L'indipendenza del
Montenegro e' stata riconosciuta dall'Unione europea, degli Stati
Uniti, dalla Russia, dalla Cina e da numerosi altri paesi. La Serbia
e il Montenegro hanno stabilito rapporti diplomatici il 22 giugno
2006, anche se Belgrado non ha ancora nominato suo il ambasciatore a
Podgorica. Il primo ministro serbo, Vojislav Kostunica, ha detto che
la nomina dell'ambasciatore in Montenegro arrivera' dopo le elezioni
parlamentari in Serbia, previste per il 21 gennaio prossimo.(ANSA). COR
04/01/2007 20:03


The original Letter by J. Bissett, entitled "Balkan realities", can be read at:


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www.resistenze.org - popoli resistenti - serbia - 16-01-07 

Realtà dei Balcani: Chi è responsabile per i crimini di guerra nella vecchia Yugoslavia?
 
di James Bisset
 
Tod Lindberg ha ragione nel dire che l’Unione Europea e i paesi della Nato non dovrebbero girare la schiena ai paesi dei Balcani, che sperano di condividere la pace e la prosperità della nuova Europa. Comunque, egli si sbaglia ad affermare che furono le “politiche genocide” di Slobodan Milosevic che mandarono in fiamme i Balcani nei primi anni ’90, ed è anche sbagliato condannare la determinazione della Serbia a mantenere il Kosovo come parte integrante del suo territorio.
 (Dove ha dominato la macelleria di Milosevic” Op-Ed 11 luglio)

 

E’ diventato una moda incolpare Milosevic e la Serbia per tutto ciò che è andato male nella vecchia Yugoslavia e trascurare allo stesso tempo le preoccupazioni della popolazione Serbo Cristiana in Bosnia e in Kosovo di fronte alla torva prospettiva di dover vivere in Stati dominati da Musulmani.

 

Alia Izetbegovic, il leader dei musulmani bosniaci, era una estremista islamico che non fece nessun tentativo di nascondere i suoi piani per distruggere la presenza Cristiana in Bosnia, scrivendo : ”… Non ci può essere nessuna pace e nessuna coesistenza tra la Fede Islamista e le istituzioni non islamiste.” Così come per Agim Ceku, il cosiddetto primo ministro del Kosovo, i militari canadesi sanno di quali crimini è colpevole anche se il tribunale dell’Aia si rifiuta di accusarlo.

 

Nel 1993, il Signor Ceku comandò le forze croate che violarono il cessate il fuoco delle Nazioni Unite e attaccò tre villaggi serbi nella zona di Medac. Quando i Canadesi contrattaccarono e ripresero i villaggi bruciati, scoprirono che tutti gli abitanti e gli animali domestici erano stati massacrati. Il Signor Ceku più tardi, ordinò poi di attaccare altri villaggi serbi indifesi, in violazione delle regole di guerra, causando molte perdite tra la popolazione civile.

 

 Nel 2002, il Signor Ceku fu accusato dalla Serbia per le sue responsabilità come comandante dell’Esercito di Liberazione del Kosovo per l’assassinio di 669 Serbi e altri non Albanesi durante la guerra che scoppiò in Kosovo nel 1998. L’accusa comprende assassinio, rapimento, tortura e pulizia etnica contro la popolazione non albanese del Kosovo. Questo è l’uomo recentemente invitato a Washington per incontrare il Segretario di Stato Condoleeza Rice, ovviamente un incontro programmato per mostrare il sostegno americano all’indipendenza del Kosovo.

 

Per molti osservatori esterni, compreso chi scrive, il supporto continuo da parte degli Stati Uniti per l’indipendenza del Kosovo è incomprensibile. Permettere l’indipendenza del Kosovo sarebbe una grave violazione dell’integrità territoriale della Serbia, che è uno dei principi più forti della legge internazionale e che è sancita nella Carta delle Nazioni Unite. La violazione da parte degli Stati Uniti di questo principio avrebbe delle conseguenze di ampia portata per la struttura stessa della pace e della sicurezza internazionale.

 

L’indipendenza del Kosovo creerebbe inoltre uno stato terrorista e criminale nel cuore dei Balcani. Questa non è una prospettiva felice nel mondo di oggi.

 

L’indipendenza del Kosovo costituirebbe un precedente per gli altri gruppi etnici che aspirano ad uno status indipendente e destabilizzerebbe non solo i Balcani, ma molte altre parti del mondo. Inoltre segnerebbe un punto molto basso nella politica estera americana. E’ molto difficile essere considerati i campioni della difesa della legalità, della democrazia e della guerra globale al terrorismo, se si dà contemporaneamente sostegno ai criminali di guerra e ai terroristi.

 

James Bisset è stato ambasciatore Canadese in Yugoslavia negli anni ’90. E’ stato un critico durissimo delle politiche USA e NATO nei Balcani.
 
Da Washington Times , 20/07/2006

 

Traduzione a cura di C. Busto, per Forum Belgrado Italia
 
 


Una radio a testa alta, anche grazie a Cynthia

Editoriale di Radio Città Aperta

Un anno fa ci lasciava la nostra compagna e direttrice Cynthia D’Ulizia uccisa da una malattia ancora oggi variabile possibile tra morte e possibilità di ripresa.

Per Radio Città Aperta è stato un anno lungo come un secolo. Con Cynthia in mezzo a noi avremmo fatto le stesse cose che stiamo facendo ma forse le avremmo fatte un pò meglio, con un po’ più di quella precisione che era per tutti noi una garanzia e una sicurezza.

Per Radio Città Aperta quest’anno senza Cinzietta è stato come gettarsi in mare senza che tutti noi sapessimo nuotare bene e dunque costretti ad imparare. Come era inevitabile la gran parte ha imparato ma qualcuno si è perso in mare. Nonostante questo il vascello corsaro di Radio Città Aperta – come ci definì anni fa una nostra giovane collaboratrice - sta continuando a navigare ed ambisce a continuare l’esplorazione.

Sarebbe stato bello, in questi mesi in cui i giornalisti sono stati costretti a giorni e giorni di sciopero per il contratto e contro la precarizzazione, avere Cynthia a fare da snodo tra il mondo dell’informazione regolare e quello dell’informazione alternativa e indipendente. Due mondi distanti ma che le condizioni materiali stanno avvicinando rapidamente tra loro.

Non era mai stata tenera Cynthia con i giornalisti. In tutte le occasioni – ufficiali o ufficiose - li aveva rimbeccati sulle loro responsabilità nell’aver avallato ideologicamente la flessibilità e la precarietà per gli altri, fino a quando la competizione globale non le ha portate anche in un settore che fino a ieri sembrava preservato e preservabile dalla mannaia del liberismo.

E’ passato già un anno senza Cynthia, e se dentro di noi spesso non riusciamo a rassegnarci, le cose che questa nostra compagna ha contribuito a costruire in questi anni si rivelano solide e ricche di aspettative e possibilità. La realtà ci consegna ogni giorno mille e uno motivi per continuare a lottare, a informare, a denunciare.

Radio Città Aperta anche per questo intende restare un punto di riferimento, una voce dissonante ma a testa alta, una presenza e una coerenza confortanti in tempi dove dominano arroganza e conformismo. Lo dobbiamo a noi stessi, lo dobbiamo anche a Cinzietta.

Roma, 16 gennaio 2007

p.s. I fondi raccolti in occasione della morte di Cynthia (quasi 5.000 euro) sono stati consegnati all’Ospedale di Cardenas per la ristrutturazione del padiglione oncologico-pediatrico. Ci auguriamo che contribuiscano a salvare giovani vite dalla stessa malattia che ci ha sottratto Cinzietta.



WHOM TO BOMB NEXT?



The USA's Next Target - CNNNN

http://www.youtube.com/watch?v=Eo8GQvgPbwk&mode=related&search=