Informazione

capita...

saluti da un gestore distratto

Giorgio Ellero
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L'Echelon segreta di casa nostra

di Nigro Vincenzo

(La Repubblica del 19/06/2001)
> http://www.lernesto.it/strutture/articolo.asp?codart7

L'INCHIESTA

CERVETERI - "Vai a Cerveteri, l� puoi vedere quello che nessuno ancora
ha capito". La piccola Echelon italiana � qui, a pochi chilometri da
Roma, tra il mare e l'Aurelia. Si supera Ladispoli, campi di grano,
seconde case da vacanza, vivaio e negozio di mobili da giardino. Un
lungo recinto e poi un muro difendono una palazzina bassa, una decina
fra antenne satellitari e "ad ombrello", alcune casematte per la
sorveglianza. Se non fosse che il "grande orecchio" elettronico
italiano � mezzo sordo (scopriremo perch�), la base sembra
perfettamente simile a quelle inglesi o americane disseminate in mezzo
mondo.

Unica differenza apparente: qui le parabole che intercettano le
informazioni dai satelliti non sono protette dalle bianche "palle da
golf" che difendono da salsedine e intemperie la vera Echelon.
Entrare nella base sarebbe interessante, ma � impossibile. Scavalcare
il muraglione, passare da una delle vigne o dai campi di grano sarebbe
pericoloso ma soprattutto inutile. Perch� la base di Cerveteri � solo
l'indizio del grande orecchio elettronico italiano, il padiglione
auricolare esterno. I veri segreti sono a Roma, nascosti nei palazzi
dell'Intelligence italiana e in quelli di un potere politico finora
talmente instabile e incerto che oggi, � sicuro, negher� pure di aver
mai saputo che esiste un'Echelon italiana.
Gli uomini dei servizi e della Difesa con cui abbiamo parlato
raccontano una storia iniziata con la Guerra fredda. Quelli del
servizio militare ripetono un solo nome: ammiraglio Fulvio
Martini. "Tutto si deve a lui, alle sue intuizioni, ai buoni rapporti
che ebbe con Craxi, Andreotti e anche Spadolini. Fu lui a capire che il
vecchio modo di "spiare in aria" non era pi� attuale, che le nuove
comunicazioni passavano dai satelliti, non erano pi� intercettabili con
le vecchie antenne radio, come avevamo fatto durante la Seconda guerra
mondiale".
Allora italiani e tedeschi combatterono una battaglia senza esclusione
di colpi contro gli inglesi per il controllo delle flotte aeree e
navali in Mediterraneo. Gli inglesi riuscirono a conquistare la
macchina cifrante tedesca, e grazie allo spionaggio affondarono
tonnellate e tonnellate di navi nemiche dirette verso l'Africa. Durante
la Guerra fredda il nemico erano i sovietici, e in quello si
specializz� la nostra intelligence elettronica: la SigInt (signals
intelligence) serviva a spiare le frequenze dei loro radar navali, di
quelli degli aerei, le loro misure elettroniche. La ComInt
(communication intelligence) i messaggi elettronici che hanno come
scopo una vera e propria comunicazione, la trasmissione di dati, di
informazioni. La Marina militare controllava la flotta sovietica in
Mediterraneo, quella del Mar Nero, le stazioni di ascolto di terra
rilanciavano a Roma i messaggi radio intercettati ai sovietici mentre
iniziavano a muovere dai loro porti.
Gli ordini di spostamento di ogni nave, il rifornimento di missili, il
trasferimento di un ufficiale, l'acquisto di combustibile o di patate
passavano sui tavoli degli analisti del Sios Marina (servizio
informazioni e osservazioni speciali). Decine, centinaia di messaggi
inutili, estenuanti. Ogni tanto il colpo, come quando gli italiani
registrarono il messaggio che bloccava le navi cariche di missili
dirette a Cuba, il segnale di tregua nella crisi fra Kennedy e Krusciov.
Il passaggio voluto dall'ammiraglio Martini, quello dettato dal trionfo
del satellite sulla radio, porta alla nascita di Cerveteri, ma coincide
anche con la trasformazione della minaccia. I sovietici fanno sempre
meno paura, la miniEchelon italiana nasce per controllare soprattutto i
gruppi terroristici mediorientali e i paesi del Mediterraneo che li
finanziavano. Un colpo realizzato da Cerveteri fu l'intercettazione dei
messaggi di un gruppo terroristico che preparava l'attacco a
un'ambasciata saudita in Africa centrale.
Ma le antenne sono orientabili, e infatti negli ultimi anni sono state
rivolte anche verso i satelliti da telecomunicazioni che servono i
Balcani, la ex Jugoslavia, la terra che negli ultimi dieci anni ha
prodotto tante guerre, terrorismo, traffico d'armi e di droga da
riempire un secolo intero. Nei Balcani per la prima volta l'Italia
ritorna in guerra (Kossovo), schiera contiungenti di pace (Albania e
Bosnia). Ed ecco che interviene un altro giocatore nella partita dei
servizi segreti: "Molto del materiale raccolto dalle antenne di
Cerveteri viene passato al Ris, il nuovo servizio segreto che raggruppa
i tre vecchi Sios di forza armata e che si sta caricando del compito di
tutta la intelligence elettronica militare". Creato 4 anni fa
come "Reparto informazioni e sicurezza" dello stato maggiore Difesa, il
Ris ha avuto come primo responsabile l'ammiraglio Sergio Biraghi, oggi
consigliere militare del presidente Ciampi. Il suo successore � un
altro ufficiale di Marina, l'ammiraglio Sirio Pianigiani.
"Ci sono stati e ci sono ancora problemi fra Ris e Sismi, rivalit�,
competizione, sovrapposizione", dicono alcuni; "Mettere a lavorare
insieme gli uomini di Marina, Aeronautica ed Esercito � ancora una
fatica burocratica immane, ma soprattutto un'opera non guidata da una
visione politica d'insieme dell'intelligence italiana".
Alla fine questo� il succo del mini viaggio attorno alle bianche
parabole di Cerveteri: a cosa serve un "grande orecchio" se � mezzo
sordo e soprattutto mal collegato a un cervello politico incapace di
agire, reagire e decidere?
"Il problema di difendersi dalla vera Echelon, quella anglosassone, �
il problema di decidere di contrastare uno spionaggio "difensivo" che
sta diventando "offensivo" nel settore economico e contro paesi come
l'Italia che fino a ieri erano alleati. Per contrastare tutto questo la
miniEchelon italiana potrebbe servire a qualcosa? No � tutta un'altra
storia. Le aziende e il governo italiano devono proteggersi innalzando
il livello della sicurezza delle comunicazioni, come abbiamo suggerito
di fare anni fa all'Eni. I nostri sistemi di ascolto invece possono
anche essere rafforzati, ma questo deve essere fatto in un processo di
definizione degli scopi, dei motivi dell'intelligence. Di rafforzamento
di strutture che stanno deperendo ma soprattutto debbono tornare ad
essere guidate e controllate politicamente come dovrebbe essere".
Dieci anni fa il Sismi di Martini riceveva qualcosa come 350 miliardi
di lire (dell'epoca); oggi il Sismi dell'ammiraglio Battelli dovrebbe
avere una dotazione di circa 200 miliardi di lire. Di pi�: tutti gli
alti ufficiali con cui negli anni abbiamo parlato di intelligence e in
generale di Difesa e sicurezza concordano in una cosa: "� inutile
spendere di pi� per attivare mille orecchi elettronici se non
riattiveremo al pi� presto un cervello, una classe politica capace di
interagire, un sistema capace di produrre e creare politica estera e di
sicurezza". Forse � anche per questo che oggi le parabole di Cerveteri
sembrano simboli marziani di un sistema che non ha la forza di sfidare
Echelon. Un sistema che pu� rappresentare solo un pericolo per chi non
sa controllarlo e gestirlo. Ma questa � un'altra storia.

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> ---------- Initial message -----------
>
> From : "Gianni Viola"
> To : "Jugocoord"
> Cc :
> Date : Tue, 3 Jul 2001 19:25:19 +0200
> Subject : informazioni
>
> Cari amici,
>
> vi chiedo se siete in possesso (o eventualmente se conoscete la
> maniera per venirne in possesso) dell'elenco completo delle persone
> accusate dal Tribunale Penale Internazionale dell'Aja. Mi riferisco
> cio� sia ai detenuti, sia ai "latitanti".
> Sarei inoltre interessato a conoscere in dettaglio l'elenco delle
> persone rappresentanti della comunit� internazionale, in particolare
> USA, NATO, Unione Europea e ONU, che al momento si stanno
> occupando "ufficialmente" della risoluzione dei problemi della
> regione Balcanica (ex Jugoslavia).
> Infine mi interesserebbero dati riguardanti l'inviato speciale USA
> per i Balcani, James Pradew.
>
> Vi ringrazio molto per ci� che riuscirete a fare.
>
> Gianni
>

Per quanto riguarda le inchieste in corso, possiamo segnalare il sito
(non ufficiale) del Tribunale "ad hoc" dell'Aia (TPI):

> http://www.un.org/icty/

che, in particolare, alla pagina

> http://www.un.org/icty/ind-e.htm

contiene un'elencazione di tutti i procedimenti pubblici. Non e' pero'
possibile avere un elenco completo di tutti gli indagati in quanto
il procuratore ha la facolta' di mantenere il segreto sui "latitanti",
regola questa senza precedenti, che non esiste in nessuna altra parte
del mondo e viola le prassi consuete della giurisprudenza di tutti i
paesi.

Un altro sito ricco di informazioni sul TPI, ma di taglio ulteriormente
propagandistico ed anti-jugoslavo, e' quello legato alla Fondazione
Soros, alla NED (diretta emanazione della CIA), e ad altre strutture
statunitensi e filoatlantiche:

> http://www.iwpr.net/

Facciamo notare che le veline di questo IWPR sono state regolarmente
usate in Italia da militanti "pacifisti" e pseudo giornalisti
"di sinistra", che continuano a citarle a pappagallo ed in maniera
acritica.

Per quanto riguarda le altre sue richieste, vedremo di accontentarla
se ci sara' possibile.

Cordiali saluti
(per Jugoinfo: Andrea)

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Subject: NATO's Balkans Actions Threaten Greece
Date: Tue, 3 Jul 2001 01:23:48 -0700 (PDT)
From: Rick Rozoff

http://www.ekathimerini.com/news/content.asp?id%ef%bf%bd485

KATHIMERINI
ATHENS, MONDAY, JULY 2, 2001

...EU and NATO involvement has intensified rather than
defused the Balkans crisis. It first encouraged the
fragmentation of the Yugoslav federation and then, via
NATO's military campaign, fueled Albanian nationalism,
which now threatens the integrity of the Former
Yugoslavia Republic of Macedonia.
...the growth of organized crime based on extensive
arms- and drugs-trafficking in areas controlled by
Albanian terrorist organizations also undermines
regional stability.

Commentary
Greece and the Balkan crisis

By Costas Iordanidis
The escalating crisis in the Balkans may prove more
serious for Greece than is the Turkish threat. As a
constitutional state with predictable reflexes, and
having a strategy that has been clear for many
decades, Turkey can be more easily dealt with than the
highly volatile situation on the country's
northwestern border.

The Greek government seems to be barricading itself
behind joint EU and NATO action. Via their rhetoric,
these organizations are trying to elicit compliance by
the conflicting parties, and are promising economic
aid without having so far contributed the requisite
money.

But EU and NATO involvement has intensified rather
than defused the Balkans crisis. It first encouraged
the fragmentation of the Yugoslav federation and then,
via NATO's military campaign, fueled Albanian
nationalism, which now threatens the integrity of the
Former Yugoslav Republic of Macedonia. The most
alarming fact is that the most powerful Western
countries, under the leadership of former US president
Bill Clinton, have violated all sense of international
legality. NATO's campaign against Serbia was conducted
without a previous order by the UN Security Council,
and it concerned a domestic situation similar to the
one plaguing Turkey for over 20 years.

Slobodan Milosevic's extradition was carried out by
Serbian Prime Minister Zoran Djindjic, who was
encouraged by his Western patrons to ignore the
decision taken by Yugoslavia's Constitutional Court.
Legality in the southwestern Balkans seems to be only
of slight importance, which in itself should concern
the Greek government. But the consequences for Greece
do not stop there. The fall of communism in the region
has also given the country the advantage of expanding
its political and economic influence to the north.
There have, of course, been mistakes as Greek policy
has adapted to the new conditions, but there was a
striking mobilization at the economic level.

Instability in southeastern Europe has harmed Greek
interests. Many Greek entrepreneurs have pulled out of
Albania. Those who invested in Kosovo and Serbia have
suffered serious losses, and $300 million worth of
Greek investments in FYROM are in danger, as the
country's very future looks uncertain.

These unfavorable developments may drive Greek
entrepreneurs back home or lead them to widen their
search for new markets. In any case, the prospect of a
northern expansion of Greek influence has been
seriously undermined.

At the political level, and after numerous errors, we
have restored relations with neighboring governments.
This, however, has done little to reinforce our
feeling of security, for developments seem to be less
determined by governments and more by Albanian
extremists whose actions are fueling Slav nationalism.
Finally, the growth of organized crime based on
extensive arms- and drug-trafficking in areas
controlled by Albanian terrorist organizations also
undermines regional stability.

In terms of military power Greece is not threatened by
its neighbors, but this is of little comfort because
the threat of internal destabilization and damage to
national interests has intensified.

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