Informazione

Nuove informazioni trapelano sull'operato di Krunoslav Draganovic, il
prete croato che alla fine delle II Guerra Mondiale organizzo' la fuga
dei criminali nazisti, tra cui Ante Pavelic, attraverso il Vaticano (e
precisamente attraverso la Chiesa di San Girolamo dei Croati, in Via
Tomacelli a Roma), verso l'America Latina ed altre destinazioni. Su
quegli episodi invieremo a breve una sintesi del libro "Ratlines" di
Aaron e Loftus (Newton Compton Editori), del quale consigliamo vivamente
la lettura. (CRJ)


---

For Immediate Release: US Army Releases Cold War Documents on Vatican
Spy

Priest was Nazi War Criminal and US Secret Agent


Reply-To: "Jonathan Levy" <jlevy1@...>
From: "Jonathan Levy" <jlevy1@...>
To: <advocate@...>
Subject: For Immediate Release: US Army Releases Cold War Documents on
Vatican Spy: Priest was Nazi War Criminal and US Secret Agent
Date: Sun, 3 Jun 2001 16:57:49 -0700


NEWS ADVISORY FOR IMMEDIATE RELEASE
Monday June 4, 2001

US Army Releases Cold War Documents on Vatican Spy:

Priest was Nazi War Criminal and US Secret Agent

Jonathan Levy - Tom Easton
Attorneys
TEL. 513-528-0586
<mailto:jlevy1@...>jlevy1@...
www.vaticanbankclaims.com

Cincinnati, Ohio - A pending lawsuit filed in the United States District
Court for the Southwestern District of Ohio against the Army and CIA has
resulted in the release of over 300 pages of Cold War documents by the
Army. The documents are all from the file of a Nazi war criminal, Fr.
Krunoslav Draganovic, who was responsible for the slaughter of tens of
thousands of Serbs in wartime Yugoslavia. Draganovic founded the Vatican
"ratline" or escape route that was responsible for the escape of
thousands
of Nazis to South America postwar including Adolph Eichman and Klaus
Barbie.

The lawsuit filed by attorney Jonathan Levy sought declassification and
release of documents under the Nazi War Crimes Disclosure Act. Levy and
Tom Easton are lead counsel for plaintiffs in a class action lawsuit
brought against the Vatican Bank for return of Nazi gold to Holocaust
survivors and their families. According to Levy, "Draganovic was the key
Vatican operative who participated in the postwar laundering of Nazi
gold." Draganovic worked for a number of intelligence agencies including
the American Army and CIA, all were aware of his Nazi past and hatred of
Serbs, but chose to disregard this in favor his equally rabid
anti-communism.

The newly released documents detail Army payments to Draganovic for data
on a variety of Cold War matters. Some of the operations detailed
included
recruitment of Croatian mercenaries to help the Dominican Republic fight
Castro, Army help in obtaining a US tourist visa for the war criminal to
visit Cleveland and New York in 1961, purchase of the Yugoslav Army
order
of battle, and details on numerous other operatives in the Vatican,
including a well known Irish Monsignor. Of significance to the Vatican
Bank lawsuit which also names the Franciscan Order as a codefendant, was
the Army assessment that Draganovic commanded the loyalty of all
Franciscan priests in Yugoslavia, even exceeding the Vatican s
authority.

Scans of select documents are available at

http://www.vaticanbankclaims.com/press.html

The lawsuit, Alperin v. Vatican Bank, was originally filed in November
1999 in the United States District Court for the Northern District of
California. Levy v. Army and CIA is pending in the Southwestern District
of Ohio and seeks release of additional documents.

For more information contact:

Jon Levy Tel. (513) 528-0586

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Most za Beograd - Un ponte per Belgrado in terra di Bari
Associazione culturale di solidariet� con la popolazione jugoslava

via Abbrescia 97, 70121 BARI CF 93242490725 - tel/fax 0805562663
conto corrente postale n. 13087754
e-mail most.za.beograd@...

La conferenza-dibattito di gioved� 7 giugno .si svolge in coincidenza
con il secondo anniversario
della cessazione dei bombardamenti della NATO contro la Jugoslavia che
in 78 lunghi, durissimi
giorni, hanno messo in ginocchio l'economia e la vita di un piccolo e
fiero e popolo, gi�
pesantemente provato da anni di embargo. Insieme con i relatori e con i
presenti cercheremo di
comprendere come la situazione � mutata in questi ultimi due anni di
"pace armata", imposta sotto il
ricatto di ulteriori e ancor pi� micidiali bombardamenti e dell'assedio
economico, che, alla lunga, come
l'esperienza dell'Iraq insegna, uccide quanto e pi� delle bombe
"umanitarie".

Dal punto di vista della popolazione, di chi soffre, suda e lavora, la
situazione in tutta l'area investita
dall'�intervento militare� della NATO (non lo si pu� chiamare "guerra",
perch� guerra non fu mai
dichiarata e perch� da una parte vi era chi bombardava, e, dall'altra,
la popolazione civile inerme) �
notevolmente peggiorata.

In Kosovo si � realizzata, sotto gli occhi compiacenti della NATO, la
pulizia etnica di oltre 300.000
serbi, rom, goranci e di tutte le altre minoranze non albanesi che da
secoli popolavano quella regione;
i pochi rimasti sono costretti a vivere come in riserve indiane,
segregati in casa, sotto la continua
minaccia di morte o rapimento da parte delle bande dell'UCK. Queste
ultime - sempre grazie alla
"disattenzione" delle decine di migliaia di addestratissimi soldati NATO
in Kosovo, in particolare di
quelli USA - da due anni stanno operando nel Sud della Serbia, nella
valle di Presevo, con attentati,
assassinii, aggressioni alla popolazione civile e alla polizia
jugoslava. Pi� di recente, si sono spostati
in Macedonia, con un'escalation di attacchi che rischia di
destabilizzare il fragile equilibrio di questo
paese e di provocare un ulteriore incendio nella regione balcanica.

Val la pena notare come - a seconda degli interessi delle grandi potenze
della NATO - cambi il
linguaggio dei mass media: due anni fa, quando occorreva organizzare il
consenso all'aggressione
militare della NATO contro la Jugoslavia, i combattenti dell'UCK erano
definiti "patrioti"; oggi, quando
alcune potenze occidentali sono interessate alla stabilit� della
regione, oramai "normalizzata" e
piegata, per fare buoni affari con le multinazionali e sfruttare risorse
e manodopera a basso costo (�
questo in sostanza il "Patto di stabilit�"), l'UCK diventa (o ridiventa)
sulla grande stampa
un'�organizzazione terroristica� e "narcotrafficante". E l'esercito
macedone, che interviene
massicciamente con aviazione e carri armati (con un dispiegamento di
armi e un'intensit� di fuoco
superiore a quella impiegata dalla polizia serba in Kosovo nei mesi
precedenti l'�intervento
umanitario� della NATO della primavera '99) � elogiato, incoraggiato,
consigliato e rifornito di armi
dall'Occidente.

In Serbia, i mutamenti politici successivi al 5 ottobre 2000,
intervenuti sotto il palese e
pesantissimo condizionamento di USA e UE (ammesso, non senza un certo
compiacimento, in
alcune ricostruzioni "a freddo" dei pi� autorevoli giornali
occidentali), hanno significato, per gli strati
socialmente pi� deboli e meno difesi della popolazione, un fortissimo
peggioramento delle condizioni
di vita: nel '99 e fino all'estate 2000 il paniere minimo di
sopravvivenza di una famiglia operaia si
aggirava intorno alle 100.000 lire, mentre oggi ne occorrono non meno di
300.000; cala sensibilmente
la produzione industriale, la ricostruzione del paese segna il passo,
alcuni grandi ponti sul Danubio
rimangono macerie...

E intanto, cominciano a manifestarsi chiaramente le terribili
conseguenze del disastro ecologico
provocato dai bombardamenti sulle industrie chimiche - da Pancevo a
Kragujevac a Novi Sad -
e dall'impiego dei proiettili all'�uranio impoverito�, di cui i mass
media hanno parlato diffusamente a
dicembre-gennaio scorsi, denunciando diversi casi di leucemie e malattie
tumorali tra i militari italiani,
tedeschi, spagnoli, belgi, inviati per alcuni mesi in missione in Bosnia
e in Kosovo. E la popolazione
civile? Essa � due volte vittima: dei bombardamenti, prima, dei suoi
terribili effetti prolungati nel
tempo, poi. Da Kragujevac, da Pancevo, dalle citt� della Serbia, ci
giungono sempre pi� spesso
appelli, richieste di aiuti e di medicinali per la cura di leucemie e
tumori, e spesso, troppo spesso, i
casi sono disperati, e vani i tentativi di cura.

Ma i potenti che hanno scatenato un inferno chimico e radioattivo su
donne e bambini inermi, i
potenti che, impuniti, hanno bombardato dal cielo ospizi di anziani e
convogli di profughi, contano
sulla memoria corta della gente per mettere tutto a tacere. Padroni dei
principali mezzi di
comunicazione, condizionano l'informazione: chi parla pi� di "uranio
impoverito", salvo qualche
cocciuto e minoritario giornale? Chi parla pi� delle centinaia di
migliaia di profughi serbi scacciati
dalla Krajina nell'agosto del 1995 - "Operazione Tempesta" -
dall'esercito croato, finanziato ed
addestrato da Germania e USA? E di quelli della Slavonia? E degli oltre
trecentomila dal Kosovo? E
di un'economia distrutta dall'embargo e dai bombardamenti, e, oggi,
dalle politiche neoliberiste del
nuovo governo serbo?

Chi ha scatenato due anni fa la "guerra umanitaria" e ha costruito. per
giustificarne la necessit� e
l'ineluttabilit�, un castello di menzogne, di disinformazione strategica
- equiparando i serbi ai
nazisti, Milosevic a Hitler - punta sulla distrazione,
sull'assuefazione, sull'indifferenza di quanti, irretiti
nella ragnatela dei fatti quotidiani, hanno perso la capacit� di
indignarsi, di gridare forte il loro NO alla
guerra e al massacro della verit�.

Con noi, e con quelle non numerose ma resistenti voci fuori del coro,
non ci sono ancora riusciti.
Conserviamo la capacit� di indignarci e di reagire, non possiamo, non
vogliamo, essere
indifferenti. Da due anni la nostra associazione, con le piccole forze e
i pochi mezzi a sua
disposizione - che sono soprattutto la volont�, la passione,
l'intelligenza, lo spirito di sacrificio dei
suoi membri pi� attivi - opera su due fronti, strettamente legati tra
loro: l'informazione, l'analisi, la
critica della guerra, da un lato; la solidariet� con la popolazione
jugoslava, dall'altro.

Sinora abbiamo concentrato principalmente i nostri sforzi nel progetto
di "adozioni a distanza" dei
figli dei lavoratori della Zastava, quella che era la pi� grande
fabbrica automobilistica dei Balcani,
bombardata nei suoi punti nevralgici dai missili della NATO. Sono 205 i
bambini che siamo
impegnati a sostenere con un contributo mensile di 50.000 lire, che non
risolve certo tutti i
problemi della sopravvivenza quotidiana di chi � senza lavoro e senza
salario da anni, ma costituisce
ancora - nonostante l'inflazione degli ultimi mesi abbia fatto
triplicare i prezzi - un aiuto importante.
Abbiamo inoltre cominciato a collaborare con un'altra associazione di
solidariet� a Belgrado, "La
verit� dei bambini", che si occupa dei piccoli rifugiati serbi e rom
scacciati negli ultimi due anni dal
Kosovo.

Sabato 2 giugno un giovane attivista di Most za Beograd si � recato a
Kragujevac (insieme con
volontari di associazioni e gruppi di solidariet� dell'Abruzzo e delle
RSU lombarde, che portano un tir
di medicinali e altri aiuti) per consegnare a tutte le famiglie
"adottate" con la nostra
associazione le quote dei mesi di marzo e aprile. Avremmo desiderato
consegnare anche quelle
di maggio, ma non ci � stato possibile per i ritardi con cui alcuni
sostenitori fanno pervenire le loro
quote e per alcune defezioni. In alcuni casi - quando ci � stato
comunicata formalmente la scelta di
non proseguire nell'�adozione� - siamo riusciti a trovare dei nuovi
sostenitori; in altri, abbiamo
affrontato l'emergenza con sottoscrizioni straordinarie; inoltre, grazie
al versamento della quota di
un intero anno (o di gran parte di esso) da parte di alcuni sostenitori,
siamo riusciti a
mantenere in piedi il progetto e a distribuire sinora il contributo
mensile a tutti gli "adottati",
nessuno escluso. Ci siamo basati sul principio di una distribuzione
egalitaria e cos� opereremo in
futuro: riteniamo che sia la scelta pi� giusta in questa iniziativa di
solidariet�. La somma raccolta
dalla nostra associazione e consegnata in solidariet� alla popolazione
jugoslava ammonta
sinora a 171.750.000 lire.

Ci auguriamo che l'iniziativa possa continuare ed ampliarsi grazie
all'apporto attivo di quanti si
oppongono alla pratica e all'ideologia della "guerra umanitaria.



A due anni dalla pax della NATO...


gioved� 7 giugno - ore 17.00
Facolt� di Lingue Aula B
via Garruba 4 Bari

Ne discutiamo con

Raniero La Valle
Presidente del Comitato per la Democrazia Internazionale
A due anni dalla "guerra umanitaria" della NATO: effetti e poste in
gioco...

Vincenzo Starace
docente di Diritto internazionale - Universit� di Bari
L'intervento militare in Jugoslavia e il diritto internazionale

Francesco Tammacco
attore e regista de "Il grande sogno", spettacolo realizzato due anni fa
a Molfetta con il Servizio Civile Internazionale
interpreta
Benvenuti a Rai Bomba
Tutta la guerra in diretta
(da un testo di Stefano Benni)

Dragan Mraovic
console capo Repubblica Federale Jugoslava
economia e politica nella Jugoslavia oggi

Antonello Rustico
direttivo nazionale FILCEA CGIL e coord naz. RSU
"Progetto Zastava": la solidariet� dei lavoratori italiani con i
lavoratori jugoslavi

introduce e coordina
Andrea Catone
associazione Most za Beograd

---

Gioved� 31 maggio 2001 � partita da LODI una delegazione di delegati Rsu
organizzata dal Coordinamento RSU alla Zastava di Kragujevac.

L'iniziativa aveva due obiettivi: Portare alle famiglie dei lavoratori
della
Zastava le nuove adozioni a distanza raccolte in queste settimane dal
Coordinamento (per informazioni vedere il sito) ed un TIR di aiuti in
generi
di conforto (35 palets di
detersivi e dentifrici per un totale di 46.000 confezioni per le
famiglie
dei lavoratori Zastava) e medicinali per un valore di circa 10.000.000
di
lire (per il presidio sanitario Zastava).

I materiali del carico sono stati recuperati tramite le RSU
dell'UNILEVER di
Casalpusterlengo (lodi) e di Gaggiano (Milano) per i detersivi e
dentifrici,
e dalla RSU Sammontana di Empoli tramite il coinvolgimento
dell'associazione
"Pubbliche Assistenze" di Empoli.

L'organizzazione del Convoglio (costi per il noleggio del TIR e delle
spese
di viaggio) � stata possibile grazie alla disponibilit� della
FILCEA-CGIL di
Brescia ed ai contributi della Provincia di Pescara e di Rifondazione
Comunista Nazionale (l'interessamento � stato del compagno Grassi
Claudio
della segreteria nazionale del PRC), oltre che dall'utilizzo di una
parte
dei fondi realizzati con la vendita del CD "non bombe ma solo
caramelle".

La delegazione al seguito del convoglio era formata da 3 compagni della
RSU
Unilever di Lodi (che portavano anche i soldi delle nuove adozioni a
distanza
fatte nel Lodigiano, a Siena, ed alcuni rinnovi della provincia di
Milano),
da due compagni di Pescara
e da un compagno di Bari (dell'associazione "un ponte per .. in terra di
Bari) che doveva consegnare le quote dei rinnovi per le adozioni a
distanza
realizzate in Puglia.

------------------------------------------

La nuova legislazione Jugoslava in materia di importazione di aiuti
umanitari
ci ha fatto lavorare non poco per preparare i documenti di viaggio
adeguati
al passaggio della dogana Serba. Quindi ci sentivamo sicuri.
Purtroppo non sapevamo invece che solo due settimane fa la Croazia ha
pesantemente
modificato le sue leggi per il transito delle merci destinate alla
Jugoslavia. La delegazione si � quindi trovata alla frontiera Croata
senza i
nuovi documenti richiesti .. (una garanzia che le merci non sarebbbero
state
scaricate nel territorio Croato o l'esborso di circa un milione di lire
per
pagare una scorta che avrebbe dovuto seguire il TIR fino alla frontiera
serba).
La nuova legislazione ha sicuramente un suo fondamento (il fatto che
molti
in Croazia si sono e si stanno arricchendo intercettando aiuti umanitari
destinati alla Serbia ma trattenuti e poi venduti nel territorio Croato
...
cosa che la dice lunga su una discutibile gestione dei flussi umanitari)
ma
nessuno (nemmeno i doganieri Italiani) sembrava esserne a
conoscenza. Ritenevamo quindi i documenti da noi predisposti (uguali a
quelli dei precedenti viaggi) conformi e sufficienti.
Per colpa di questo inghippo il convoglio, arrivato alla frontiera
slovena/croata alla mezzanotte del 31/5 � rimasto bloccato fino alle
8.00
del giorno 2/6/2001 senza poter entrare in Croazia.
Va sottolineato che la possibilit� alla fine di passare la frontiera
Croata
� stata possibile grazie ad una inattesa ma significativa
collalborazione in
Tandem (tramite telefono e
fax) tra uno spedizioniere serbo di Novi Sad ed uno spedizioniere della
dogana di Trieste che hanno lavorato per fornire alla dogana Croata
tutte le
garanzie che
la nuova legge prevedeva (Importante � stato l'impegno del compagno
Knaip
della Cgil di trieste che assieme ai sindacalisti della zastava ha
favorito
questo collegamento ).
Ma anche questo non sarebbe stato sufficiente se
non ci fosse stato alla fine anche l'interessamento della Ambasciata
Italiana a Zagabria che da noi contattata dall'Italia si � attivata per
ottenere (anche rilasciando una propria garanzia) lo sblocco del
convoglio
che � poi avvenuto nella mattina del 2 giugno alle 9,30.
Infine il Convoglio � arrivato a Kragujevac nella serata dello stesso 2
giugno.

A causa del ritardo nell'arrivo del convoglio le adozioni portate dai
compagni di Lodi saranno distribuite alle famiglie solo luned� 4 giugno
alle
10 presso la sede del sindacato zastava. Le adozioni di bari sono state
gi�
consegnate alle famiglie la mattina del 2 giugno.

------------------------------------------------------

Al rientro della delegazione vi forniremo una relazione sull'incontro
con i
delegati sindacali della Zastava e sulla consegna degli aiuti e delle
adozioni.

ciao

Alma Rossi - email - alma@...
indirizzo email del coordinamento RSU - coord.naz.rsu@...
indirizzo internet del Coordinamento RSU - http://www.ecn.org/coord.rsu/

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Dal Corriere della Sera del 22 maggio 2001

�Cos� l' Italia vinse la sfida in Kosovo�

Il generale Usa Clark: �Volevo usare i vostri elicotteri per prendere
Pristina�
In un libro di memorie elogi al governo di Roma che offr� 18 mila
uomini per la guerra
�Il comandante inglese rifiut� di eseguire i miei
ordini per battere sul tempo i russi�
Caretto Ennio

�Cos� l' Italia vinse la sfida in Kosovo�
Il generale Usa Clark: �Volevo usare i vostri elicotteri per
prendere Pristina�
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON - Se qualcuno si aspettava
che le memorie del generale Wesley Clark, l' ex comandante della
Nato, il vincitore della guerra del Kosovo, fossero un regolamento
di conti con i timidi alleati europei, in particolare
l' Italia, si sbagliava.
In "Waging modern war" (Combattere la guerra moderna),
pubblicato da Public Affairs, il generale, per quanto paradossale
sembri, mette sotto processo il Pentagono, come ha sottolineato
ieri il New York Times. Da soldato, con poche eccezioni, Clark
non ha che elogi per l' Europa e per l' Italia. Sorvola
elegantemente sui contrasti con i loro leader politici, lodando
l' appoggio avuto da quelli militari. Sul nostro Paese scrive: �La
coalizione al potere dal ' 98 era guidata da un ex comunista
(Massimo D' Alema, ndr) il cui partito sembrava assai meno
convinto di lui dell' intervento, ma il conflitto diede all' Italia
una voce pi� significativa nella Nato e nella politica europea�.
E ancora: �A volte, l' America non ha capito i sacrifici europei.
L' Italia ad esempio apr� nuove basi aeree durante la guerra a
scapito del turismo. E la sua industria della pesca fu danneggiata
dalle munizioni scaricate nell' Adriatico dagli aerei�. Wesley
Clark, costretto a ritirarsi anzitempo dal suo nemico personale
(cos� appare nel libro) l' ex ministro della Difesa William Cohen,
si divide oggi tra gli studi strategici e le consulenze finanziarie.
Le sue memorie sono in parte un trattato militare, in parte uno
spassionato resoconto dell' unica guerra combattuta dalla Alleanza
Atlantica negli oltre cinquant' anni della sua esistenza. L' Italia,
dipinta da una corrente della diplomazia e dei media americani
come il �ventre molle dell' Alleanza�, ne esce a testa alta. Clark
riferisce di avere avuto un ottimo rapporto con il suo vice a
Bruxelles, l' ammiraglio Guido Venturoni, e con il nostro Capo di
Stato Maggiore, il generale Mario Arpino. E fa due annotazioni:
�gli italiani disponevano di circa 18 mila soldati che
potevano impiegare all' estero e ne avevano gi� alcune migliaia
in Albania, Bosnia e Macedonia�: Clark ricorda che Arpino dichiar� la
disponibilit� a partecipare a un attacco di terra con tutti gli
uomini disponibilii e che lui aveva pensato di usarne tremila.
L' Italia aggiunse che avrebbe partecipato alla corsa a Pristina,
subito dopo la resa serba, con gli elicotteri Mangust a, se la Nato
la avesse ordinata. Contrariamente all' opinione comune, il nostro
Paese fu uno dei pi� impegnati e coerenti per tutta la campagna.
Il Corriere ha ricevuto le bozze delle quasi 500 pagine di "Waging
modern war". I fatti meno noti sono quelli della fine del maggio
'99, quando l' invasione alleata del Kosovo apparve inevitabile
e si calcol� che avrebbe coinvolto 100 mila soldati. Nel ruolo
di presidente del Comitato militare Nato, Venturoni, racconta
Clark, medi� con i governi sui bombardamenti che avevano causato
vittime tra i civili, e che molti volevano limitare drasticamente.
Arpino espresse l' opinione che l' Italia �avrebbe fatto ci� che
poteva� con le truppe di terra. Nel libro Clark non nomina D' Alema,
allora capo del governo, n� il ministro degli Esteri Dini, ma
chiarisce che i francesi, non gli italiani, costituirono
l'opposizione interna all' Alleanza, in particolare ai negoziati
di Rambouillet con Milosevic, falliti nel febbraio ' 99: fu un
ufficiale francese, a esempio, a fornire ai serbi alcuni dei piani
di bombardamento della Nato. Clark fa dell' allora segretario
della Nato Javier Solana, che spesso l' appoggi� nel suo braccio
di ferro con il Pentagono, l'eroe politico della situazione.
Con straordinario candore, l' ex comandante della Nato riporta
parola per parola il suo scontro con il generale inglese Michael
Jackson a proposito dell' aeroporto di Pristina, dove a pace
conclusa stavano marciando a tappe forzate i carri armati russi.
Per batterli sul tempo Clark voleva inviarvi gli elicotteri
Apache e i Mangusta. Jackson si oppose: �Non scatener�
la terza guerra mondiale per te�. �Non � quello che ti chiedo -
ribatt� Clark - ti chiedo di bloccare l' aeroporto�. �Sono un
generale a tre stelle, e non puoi darmi un ordine del genere�,
replic� l' inglese. �E io sono un generale a quattro stelle, e
posso�. Jackson si rivolse al premier britannico Blair, che concord�
il �no� con il presidente Clinton. L' ex comandante della Nato ammette,
retrospettivamente, che fu per il meglio. Ma con lo stesso candore,
rivolge accuse pesantissime al Pentagono. Di avergli impedito nel
'98 di ammonire Milosevic che la Nato lo avrebbe bombardato se
avesse toccato i kosovari; e di avergli vietato a lungo i preparativi
dell' intervento �perch� i Balcani non figuravano nel quadro del
ministero della Difesa, orientato a battersi solo nel Golfo Persico
e in Corea�.

Ennio Caretto

(trascritto da Gian, che ringraziamo)

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Message from Michel Collon, May 30, 2001 (en fran�ais ci dessous)

Dear friends

I am committed to keeping you informed of the
developments with my cancer. I remind you that I was to be
operated on for a cancer of the kidney; the operation went
very well and I am convalescing normally.

Unfortunately, I learned that the tests carried out on the
kidney that was removed, as well as on the other kidney and
on the thyroid gland, revealed the presence of Cesium 134
and 137 as well as that of a third element.

All three are products of the decomposition of Uranium 235,
which, as is known, is derived directly from the waste
products of nuclear power plants.

Tests to verify these results will be carried out in the
coming days. The laboratory of the Institute of Nuclear
Medicine, directed by Professor Frohling, has therefore
found these radioactive substances in my body. This only
reinforces my anger against the heads of NATO, who have
transformed entire territories into radioactive garbage
dumps.

I had the good fortune to have had the radioactive
substances discovered very early and to have been cared for
by people both competent and committed to their work.

But I think also of the local population, of the hundreds of
thousands of people who will have no access to this
sophisticated and costly health care. In the years to come
in these regions, NATO will therefore cause (and has already
caused) enormous suffering and anguish.

I would like to use my personal experience to break into the
media with the truth and reinforce the determination of all
those who want to make sure the heads of NATO pay for what
they did.

The NATO leaders are the monsters who lied about their war,
claiming that it was clean. Not only did they lie about
their so-called humanitarian goals that were in reality
economic and strategic goals, but also they treated all the
peoples of the region like garbage.

I have decided to open an emergency suit to gain justice.
NATO must pay for the costly medical examinations and tests.
NATO ignored the principle of prudence for all Belgians who
were sent in these countries--Iraq, Bosnia, Kosovo,
Yugoslavia--and they also should be able to benefit from the
examinations and explorations.

Medicine for the Third World is committed to coordinating
the necessary steps.
Medicine for the Third World: 02/5040147 Colette Moulaert
Email: colette.moulaert@...

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Chers amis,
Je tenais absolument � vous faire part des suites de mon cancer.
Je vous rappelle que je viens de me faire op�rer pour un cancer du
rein ; l'
op�ration s'est tr�s bien d�roul�e et je me remets normalement.
Malheureusement, je viens d'apprendre que les tests pratiqu�s sur
le rein
pr� lev� ainsi que sur l'autre rein et la glande thyro�de ont
r�v�l� la
pr�sence de C�sium 134 et 137 ainsi que celle d'un troisi�me
�l�ment. Tous
sont d�riv�s de l'Uranium 235 qui comme on le sait, est d�riv�
directement
des d�chets des centrales nucl�aires.
Des v�rifications seront encore effectu�es dans les jours qui
viennent. Le
laboratoire de l'Institut de M�decine Nucl�aire dirig� par le
professeur
Frohling a donc d�tect� des substances radioactives dans mon corps.
Ceci ne fait �videmment que renforcer ma col�re contre les chefs de
l'OTAN
qui ont transform� des territoires entiers en poubelle radioactive.
J'ai eu une grande chance d'avoir �t� d�tect� tr�s t�t et soign�
par des
gens comp�tents et d�vou�s.
Mais je pense aux populations locales, aux centaines de milliers de
gens qui
n'auront pas acc�s � ces soins sophistiqu�s et co�teux.
Dans les ann�es � venir, l'OTAN va donc provoquer (et a d�j�
provoqu�) dans
ces r�gions d'�normes souffrances et angoisses.
Je souhaite que mon exp�rience soit utile pour faire �clater la
v�rit� et
renforcer la d�termination de tous ceux qui veulent faire rendre
des comptes
par les chefs de l'OTAN.
L'OTA N, ce sont des monstres qui ont menti sur leur guerre
pr�tendument
propre, non seulement ils avaient menti sur leur but soi-disant
humanitaire
mais en r�alit� �conomique et strat�gique mais en plus, ils ont
trait� comme
de v�ritables d�chets toutes ces populations.
Je suis d�cid� � entamer une action en justice d'urgence, l'OTAN
doit payer
les examens et tests co�teux. Le principe de pr�caution n'a pas �t�
rencontr� pour tous les Belges qui se sont rendus dans ces pays
(Irak,
Bosnie, Kosovo, Yougoslavie.), ils doivent aussi pouvoir b�n�ficier
des
examens de d�pistage.
M�decine pour le Tiers Monde s'engage � coordonner les d�marches
n�cessaires.

M�decine pour le Tiers Monde : 02/5040147
Colette Moulaert Email: colette.moulaert@...

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