Informazione
UNA DIETA PERSONALIZZATA PER EMMA BONINO?
Da "Il Manifesto" del 19 aprile 2001: "URANIO NEI CIBI"
<<Uno studio commissionato dalla Bbc su sedici persone che vivono in
Kosovo denuncia la presenza di uranio impoverito nella catena
alimentare. Lo studio, condotto dal professor
Nick Priest, dell'universit� di Londra, ha trovato la presenza di uranio
impoverito nelle urine delle persone analizzate. In Spagna, intanto, il
ministro della Difesa Federico Trillo
ha escluso la possibilit� di indennizzare 27 militari spagnoli morti di
cancro di ritorno dal Kosovo. Secondo il ministro, queste malattie non
si possono considerare come "infermit� professionali".>>
URANIO IMPOVERITO: DICHIARAZIONE DI EMMA BONINO
Roma, 7 marzo 2001. "Ora che anche gli scienziati cui si � appellata
l' Unione europea sono giunti alla conclusione (come gi� molti americani
ed alcuni autorevoli ma isolati colleghi italiani) che l'uranio
impoverito "non ha effetti rilevabili sulla salute umana" a livelli
limitati di esposizione (quali quelli registrati durante le operazioni
della Nato in Kossovo) dove sono finiti tutti coloro - politici,
giornalisti e presunti esperti di varia natura - che intorno alla
questione uranio impoverito misero in scena una irresponsabile
sceneggiata che confuse l'opinione pubblica e rischi� persino di
inquinare i rapporti fra l'Italia e la Nato e quelli fra l'Unione
europea e le nuove autorit� di Belgrado? ...>>
---
Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti
dell'ex Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'",
oggi "Comitato Promotore dell'Assemblea Antimperialista":
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I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono questa struttura, ma
vengono fatti circolare per il loro contenuto informativo al
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Da "Il Manifesto" del 19 aprile 2001: "URANIO NEI CIBI"
<<Uno studio commissionato dalla Bbc su sedici persone che vivono in
Kosovo denuncia la presenza di uranio impoverito nella catena
alimentare. Lo studio, condotto dal professor
Nick Priest, dell'universit� di Londra, ha trovato la presenza di uranio
impoverito nelle urine delle persone analizzate. In Spagna, intanto, il
ministro della Difesa Federico Trillo
ha escluso la possibilit� di indennizzare 27 militari spagnoli morti di
cancro di ritorno dal Kosovo. Secondo il ministro, queste malattie non
si possono considerare come "infermit� professionali".>>
URANIO IMPOVERITO: DICHIARAZIONE DI EMMA BONINO
Roma, 7 marzo 2001. "Ora che anche gli scienziati cui si � appellata
l' Unione europea sono giunti alla conclusione (come gi� molti americani
ed alcuni autorevoli ma isolati colleghi italiani) che l'uranio
impoverito "non ha effetti rilevabili sulla salute umana" a livelli
limitati di esposizione (quali quelli registrati durante le operazioni
della Nato in Kossovo) dove sono finiti tutti coloro - politici,
giornalisti e presunti esperti di varia natura - che intorno alla
questione uranio impoverito misero in scena una irresponsabile
sceneggiata che confuse l'opinione pubblica e rischi� persino di
inquinare i rapporti fra l'Italia e la Nato e quelli fra l'Unione
europea e le nuove autorit� di Belgrado? ...>>
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PERCHE' I SERBI NON SI SUICIDANO TUTTI?
La Stampa 19/04/01
Dopo l�arresto del dittatore i serbi restano suoi prigionieri
Ma Milosevic non si uccide
(...) L�arresto l'abbiamo seguito tutti, con avidit�, grazie alle
dirette televisive. Abbiamo visto le immagini della villa, grande e
orribile - sembra un
bunker - dove si stava consumando il dramma. E non ci siamo neppure
persi i particolari di ci� che andava in onda, dai soldati che
circondavano
la reggia di Slobo alle cinque auto scure che nella notte si lanciavano
verso la prigione centrale di Belgrado...
Abbiamo ascoltato con estrema attenzione i telegiornali che ci
raccontavano ogni particolare della minaccia di Milosevic di uccidersi e
di
ammazzare i suoi familiari prima di arrendersi. Se qualcuno avesse avuto
dubbi sull'uomo, questa minaccia li ha chiariti. Se davvero intendesse
uccidersi, � affar suo. Ma solo un pazzo, un codardo o un opportunista
pu� minacciare di uccidere anche moglie e figlia.
Lo pu� fare solo un uomo che considera le vite di chi gli sta vicino uno
strumento da usare per raggiungere il proprio scopo. E poi ritira la
minaccia perch� vuole vivere. Quella notte tra sabato 31 marzo e
domenica 1� aprile (il pesce d'aprile!) il mondo intero voleva che
Milosevic si
suicidasse. Almeno, quel gesto avrebbe rivelato la sua colpevolezza.
Sarebbe stato pi� facile per tutti se Milosevic si fosse tolto la vita.
Ma lui non ha avuto il coraggio di compiere quel gesto e il mondo
continuer� a patire la sua presenza. I serbi innanzitutto. Forse
prenderanno il
denaro di cui hanno bisogno. Entreranno a far parte di importanti
associazioni europee e finalmente entreranno nel mondo normale,
passaggio di
cui hanno disperatamente bisogno. (...)
Milosevic resta un pericolo pubblico. Da quel punto di vista, i serbi
continuano a essere suoi prigionieri. Il dittatore ha tuttora in
mano il loro destino. Poveri serbi, potremmo dire.
Dopo tutto, essendo cos� bravi nell�autocommiserazione, forse meritano
un po' di piet�. (...)
Ci� che mi ha colpito � che quasi tutti l'hanno
abbandonato cos� velocemente, cos� in fretta! Come se lui fosse stato
l'unico colpevole e come se il suo arresto avesse lavato le loro
coscienze.
Inoltre, ci si dovrebbe ricordare che loro, i serbi, erano quelli che
hanno obbedito agli ordini. Hanno ucciso i musulmani, i croati, i
kosovari... La
loro responsabilit� non sparisce solo perch� Milosevic � stato
arrestato. Il grande compito di affrontare le proprie responsabilit� (o
colpe) �
ancora di fronte a loro, forse un passo pi� avanti. (...)
(Slavenka Drakulic)
---
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La Stampa 19/04/01
Dopo l�arresto del dittatore i serbi restano suoi prigionieri
Ma Milosevic non si uccide
(...) L�arresto l'abbiamo seguito tutti, con avidit�, grazie alle
dirette televisive. Abbiamo visto le immagini della villa, grande e
orribile - sembra un
bunker - dove si stava consumando il dramma. E non ci siamo neppure
persi i particolari di ci� che andava in onda, dai soldati che
circondavano
la reggia di Slobo alle cinque auto scure che nella notte si lanciavano
verso la prigione centrale di Belgrado...
Abbiamo ascoltato con estrema attenzione i telegiornali che ci
raccontavano ogni particolare della minaccia di Milosevic di uccidersi e
di
ammazzare i suoi familiari prima di arrendersi. Se qualcuno avesse avuto
dubbi sull'uomo, questa minaccia li ha chiariti. Se davvero intendesse
uccidersi, � affar suo. Ma solo un pazzo, un codardo o un opportunista
pu� minacciare di uccidere anche moglie e figlia.
Lo pu� fare solo un uomo che considera le vite di chi gli sta vicino uno
strumento da usare per raggiungere il proprio scopo. E poi ritira la
minaccia perch� vuole vivere. Quella notte tra sabato 31 marzo e
domenica 1� aprile (il pesce d'aprile!) il mondo intero voleva che
Milosevic si
suicidasse. Almeno, quel gesto avrebbe rivelato la sua colpevolezza.
Sarebbe stato pi� facile per tutti se Milosevic si fosse tolto la vita.
Ma lui non ha avuto il coraggio di compiere quel gesto e il mondo
continuer� a patire la sua presenza. I serbi innanzitutto. Forse
prenderanno il
denaro di cui hanno bisogno. Entreranno a far parte di importanti
associazioni europee e finalmente entreranno nel mondo normale,
passaggio di
cui hanno disperatamente bisogno. (...)
Milosevic resta un pericolo pubblico. Da quel punto di vista, i serbi
continuano a essere suoi prigionieri. Il dittatore ha tuttora in
mano il loro destino. Poveri serbi, potremmo dire.
Dopo tutto, essendo cos� bravi nell�autocommiserazione, forse meritano
un po' di piet�. (...)
Ci� che mi ha colpito � che quasi tutti l'hanno
abbandonato cos� velocemente, cos� in fretta! Come se lui fosse stato
l'unico colpevole e come se il suo arresto avesse lavato le loro
coscienze.
Inoltre, ci si dovrebbe ricordare che loro, i serbi, erano quelli che
hanno obbedito agli ordini. Hanno ucciso i musulmani, i croati, i
kosovari... La
loro responsabilit� non sparisce solo perch� Milosevic � stato
arrestato. Il grande compito di affrontare le proprie responsabilit� (o
colpe) �
ancora di fronte a loro, forse un passo pi� avanti. (...)
(Slavenka Drakulic)
---
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<<E' difficile definire le regole di appartenenza al giro nobile dei
grandi, non esiste uno statuto. Di fatto ti rendi conto di essere
entrato in una certa agenda di telefonate del presidente degli
Stati Uniti>>.
da: M. D'Alema "Gli italiani e la guerra", Mondadori
---
Presidente del Consiglio: Massimo D'Alema (Ds)
Vice Presidente: Sergio Mattarella (Ppi)
Sottosegretario alla presidenza: Franco Bassanini (Ds)
Bilancio e Tesoro: Carlo Azeglio Ciampi
Finanze: Vincenzo Visco (Ds)
Industria: Pier Luigi Bersani (Ds)
Esteri: Lamberto Dini (Ri)
Giustizia: Oliviero Diliberto (Pdci)
Interno: Rosa Russo Jervolino (Ppi)
Commercio estero: Piero Fassino (Ds)
Riforme costituzionali: Giuliano Amato
Beni Culturali Spettacoli e Sport: Giovanna Melandri (Ds)
Sanit�: Rosy Bindi (Ppi)
Ambiente: Edo Ronchi (Verdi)
Funzione Pubblica: Angelo Piazza (Sdi)
Comunicazioni: Salvatore Cardinale (Udr)
Pubblica Istruzione: Luigi Berlinguer (Ds)
Ricerca Scientifica e Universit�: Ortensio Zecchino (Ppi)
Trasporti: Tiziano Treu (Ri)
Difesa: Carlo Scognamiglio (Udr)
Lavori Pubblici: Enrico Micheli (Ppi)
Lavoro e Mezzogiorno: Antonio Bassolino (Ds)
Pari opportunit�: Laura Balbo
Solidariet� sociale: Livia Turco (Ds)
Politiche agricole: Paolo De Castro (Ulivo)
Rapporti parlamento: Guido Folloni (Udr)
Politiche comunitarie: Enrico Letta (Ppi)
Affari regionali: Katia Belillo (Pdci)
(21 ottobre 1998)
---
> P R O C E S S I A M O L I !!
>
> Il 31 luglio 1999 hanno avuto inizio a New York le attivita' del
> "TRIBUNALE INTERNAZIONALE INDIPENDENTE CONTRO I
> CRIMINI DELLA NATO IN JUGOSLAVIA", promosso da Ramsey
> Clark, con la stesura di 19 punti di accusa contro la NATO ed i
> governi occidentali.
>
> Le attivita' del "Tribunale" hanno trovato seguito in molti altri
paesi
> del mondo. In Italia il primo novembre 1999 alla presenza di
> Ramsey Clark ha preso il via la sezione italiana del Tribunale. Nel
> corso di questi mesi, confortati dal crescente interesse suscitato e
> dalle numerose iniziative di presentazione del "Tribunale Italiano"
in
> molte citta', abbiamo potuto verificare con dati oggettivi la
> veridicita' delle nostre accuse.
>
> A completamento del lavoro svolto in questi mesi, noi sottoscritti
> firmatari di questo appello accusiamo le massime autorit� della
> Repubblica in carica nel marzo 1999 - in particolare il presidente
> del Consiglio dei Ministri Massimo D'Alema e i membri del Governo
> per la partecipazione alla guerra illegale e il Presidente della
> Repubblica Oscar Luigi Scalfaro per non aver difeso la Costituzione
> - nonch� i loro successori per quanto attiene ai crimini in
continuit�
> con l'aggressione armata, ciascuno secondo la personale
> responsabilit� scaturente dalle diverse competenze, azioni e
> omissioni:
>
> - per avere collaborato attivamente all'aggressione contro la
> Repubblica Federale Jugoslava, paese sovrano da cui non era
> venuta nessuna minaccia n� all'Italia n� ai suoi alleati;
>
> - per aver liquidato e vanificato con l'aggressione militare le
> iniziative internazionali tendenti a favorire la soluzione con mezzi
> pacifici dei problemi esistenti nel Kosovo;
>
> - per avere violato tutti i principi del diritto internazionale e in
> particolare la Carta delle Nazioni Unite, i principi del Tribunale
di
> Norimberga, le Convenzioni di Ginevra e i protocolli aggiuntivi
sulla
> tutela delle popolazioni civili, nonch� lo stesso trattato
istitutivo
> della NATO;
>
> - per aver consentito che dal proprio territorio partissero attacchi
> contro istallazioni e popolazioni civili, condotti su obiettivi e
con
> armi appositamente studiate per infliggere il massimo danno,
> anche protratto nel tempo, alle persone e alle loro condizioni di
vita
> (attacchi deliberati contro strutture civili, bombe a grappolo);
>
> - per aver consentito l'utilizzo massiccio di proiettili e missili
> all'uranio impoverito, causando danni incalcolabili e per un tempo
> indeterminato alle popolazioni della Federazione Jugoslava, con
> enormi rischi attuali anche per i volontari civili e per i militari
italiani
> impegnati nel Kosovo.
>
> - per aver partecipato al bombardamento di impianti chimici e
> farmaceutici, causando deliberatamente danni ambientali di
> enorme rilevanza, tali da configurare una vera e propria guerra
> batteriologica, chimica e nucleare;
>
> - per aver danneggiato l'economia della Costa Adriatica con la
> chiusura degli aeroporti civili e per aver consentito e cercato di
> occultare lo smaltimento di ordigni bellici nelle acque territoriali
> italiane e in quelle immediatamente adiacenti, causando danni alle
> persone, all'ambiente, all'economia;
>
> - per aver violato la Costituzione italiana e ignorato le procedure
che essa
> impone in caso di stato di guerra, guerra che non pu� mai essere
intrapresa
> dall'Italia ma solo combattuta per difendere dall'aggressione altrui
> il nostro paese e i paesi di cui l'Italia sia impegnata a
condividere la
> difesa;
>
> - per avere attivamente collaborato ad affamare e sacrificare la
popolazione
> della Jugoslavia, sia nel corso della guerra sia con l'imposizione
di misure
> di embargo internazionalmente illegittime;
>
> - per avere attivamente collaborato a esercitare pressioni e
ingerenze
> contro un paese sovrano e le sue legittime istituzioni;
>
> - per avere inviato truppe e personale civile a governare territori
ridotti
> di fatto a nuovi protettorati e colonie, senza peraltro impedire nel
Kosovo
> la persecuzione sistematica e l'espulsione della popolazione di
etnia
> serba e di altre etnie non albanesi, nonch� degli stessi abitanti
di etnia
> albanese considerati non affidabili o dissidenti dal nuovo potere di
fatto
> ivi insediato in violazione della risoluzione 1244 dell'ONU;
>
> - per aver usato la Missione Arcobaleno come operazione di
promozione e
> legittimazione della guerra, e per avere allo stesso fine attivato o
> favorito una disinformazione e propaganda di guerra;
>
> - per avere rinunciato all'esercizio della sovranit� del nostro
paese e al
> diritto-dovere di controllo delle attivit� che vi svolgono comandi,
> strutture e mezzi militari stranieri;
>
> - per avere acconsentito a modificare, senza nessuna decisione del
> Parlamento, lo "status" politico e giuridico della NATO.
>
> ...
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Esteri: Lamberto Dini (Ri)
Giustizia: Oliviero Diliberto (Pdci)
Interno: Rosa Russo Jervolino (Ppi)
Commercio estero: Piero Fassino (Ds)
Riforme costituzionali: Giuliano Amato
Beni Culturali Spettacoli e Sport: Giovanna Melandri (Ds)
Sanit�: Rosy Bindi (Ppi)
Ambiente: Edo Ronchi (Verdi)
Funzione Pubblica: Angelo Piazza (Sdi)
Comunicazioni: Salvatore Cardinale (Udr)
Pubblica Istruzione: Luigi Berlinguer (Ds)
Ricerca Scientifica e Universit�: Ortensio Zecchino (Ppi)
Trasporti: Tiziano Treu (Ri)
Difesa: Carlo Scognamiglio (Udr)
Lavori Pubblici: Enrico Micheli (Ppi)
Lavoro e Mezzogiorno: Antonio Bassolino (Ds)
Pari opportunit�: Laura Balbo
Solidariet� sociale: Livia Turco (Ds)
Politiche agricole: Paolo De Castro (Ulivo)
Rapporti parlamento: Guido Folloni (Udr)
Politiche comunitarie: Enrico Letta (Ppi)
Affari regionali: Katia Belillo (Pdci)
(21 ottobre 1998)
---
> P R O C E S S I A M O L I !!
>
> Il 31 luglio 1999 hanno avuto inizio a New York le attivita' del
> "TRIBUNALE INTERNAZIONALE INDIPENDENTE CONTRO I
> CRIMINI DELLA NATO IN JUGOSLAVIA", promosso da Ramsey
> Clark, con la stesura di 19 punti di accusa contro la NATO ed i
> governi occidentali.
>
> Le attivita' del "Tribunale" hanno trovato seguito in molti altri
paesi
> del mondo. In Italia il primo novembre 1999 alla presenza di
> Ramsey Clark ha preso il via la sezione italiana del Tribunale. Nel
> corso di questi mesi, confortati dal crescente interesse suscitato e
> dalle numerose iniziative di presentazione del "Tribunale Italiano"
in
> molte citta', abbiamo potuto verificare con dati oggettivi la
> veridicita' delle nostre accuse.
>
> A completamento del lavoro svolto in questi mesi, noi sottoscritti
> firmatari di questo appello accusiamo le massime autorit� della
> Repubblica in carica nel marzo 1999 - in particolare il presidente
> del Consiglio dei Ministri Massimo D'Alema e i membri del Governo
> per la partecipazione alla guerra illegale e il Presidente della
> Repubblica Oscar Luigi Scalfaro per non aver difeso la Costituzione
> - nonch� i loro successori per quanto attiene ai crimini in
continuit�
> con l'aggressione armata, ciascuno secondo la personale
> responsabilit� scaturente dalle diverse competenze, azioni e
> omissioni:
>
> - per avere collaborato attivamente all'aggressione contro la
> Repubblica Federale Jugoslava, paese sovrano da cui non era
> venuta nessuna minaccia n� all'Italia n� ai suoi alleati;
>
> - per aver liquidato e vanificato con l'aggressione militare le
> iniziative internazionali tendenti a favorire la soluzione con mezzi
> pacifici dei problemi esistenti nel Kosovo;
>
> - per avere violato tutti i principi del diritto internazionale e in
> particolare la Carta delle Nazioni Unite, i principi del Tribunale
di
> Norimberga, le Convenzioni di Ginevra e i protocolli aggiuntivi
sulla
> tutela delle popolazioni civili, nonch� lo stesso trattato
istitutivo
> della NATO;
>
> - per aver consentito che dal proprio territorio partissero attacchi
> contro istallazioni e popolazioni civili, condotti su obiettivi e
con
> armi appositamente studiate per infliggere il massimo danno,
> anche protratto nel tempo, alle persone e alle loro condizioni di
vita
> (attacchi deliberati contro strutture civili, bombe a grappolo);
>
> - per aver consentito l'utilizzo massiccio di proiettili e missili
> all'uranio impoverito, causando danni incalcolabili e per un tempo
> indeterminato alle popolazioni della Federazione Jugoslava, con
> enormi rischi attuali anche per i volontari civili e per i militari
italiani
> impegnati nel Kosovo.
>
> - per aver partecipato al bombardamento di impianti chimici e
> farmaceutici, causando deliberatamente danni ambientali di
> enorme rilevanza, tali da configurare una vera e propria guerra
> batteriologica, chimica e nucleare;
>
> - per aver danneggiato l'economia della Costa Adriatica con la
> chiusura degli aeroporti civili e per aver consentito e cercato di
> occultare lo smaltimento di ordigni bellici nelle acque territoriali
> italiane e in quelle immediatamente adiacenti, causando danni alle
> persone, all'ambiente, all'economia;
>
> - per aver violato la Costituzione italiana e ignorato le procedure
che essa
> impone in caso di stato di guerra, guerra che non pu� mai essere
intrapresa
> dall'Italia ma solo combattuta per difendere dall'aggressione altrui
> il nostro paese e i paesi di cui l'Italia sia impegnata a
condividere la
> difesa;
>
> - per avere attivamente collaborato ad affamare e sacrificare la
popolazione
> della Jugoslavia, sia nel corso della guerra sia con l'imposizione
di misure
> di embargo internazionalmente illegittime;
>
> - per avere attivamente collaborato a esercitare pressioni e
ingerenze
> contro un paese sovrano e le sue legittime istituzioni;
>
> - per avere inviato truppe e personale civile a governare territori
ridotti
> di fatto a nuovi protettorati e colonie, senza peraltro impedire nel
Kosovo
> la persecuzione sistematica e l'espulsione della popolazione di
etnia
> serba e di altre etnie non albanesi, nonch� degli stessi abitanti
di etnia
> albanese considerati non affidabili o dissidenti dal nuovo potere di
fatto
> ivi insediato in violazione della risoluzione 1244 dell'ONU;
>
> - per aver usato la Missione Arcobaleno come operazione di
promozione e
> legittimazione della guerra, e per avere allo stesso fine attivato o
> favorito una disinformazione e propaganda di guerra;
>
> - per avere rinunciato all'esercizio della sovranit� del nostro
paese e al
> diritto-dovere di controllo delle attivit� che vi svolgono comandi,
> strutture e mezzi militari stranieri;
>
> - per avere acconsentito a modificare, senza nessuna decisione del
> Parlamento, lo "status" politico e giuridico della NATO.
>
> ...
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> http://www.ansa.it/balcani/kosovo/20010419180031852729.html
ANCONA CROCEVIA TRAFFICO ARMI, ANCHE PER UCK
(ANSA) - ANCONA, 19 APR - La scoperta del maxi traffico di armi che tra
il
'92 e il '94 avrebbe alimentato dall' ex Urss le milizie impegnate nel
conflitto serbo-croato non e' l' unico clamoroso caso che negli ultimi
anni abbia interessato il porto di Ancona, diventato anzi un crocevia di
transiti illeciti di armamenti in tutto il periodo della crisi nel
Balcani. La vicenda piu' eclatante finora emersa e' dell'
aprile '99, quando fu intercettato un vero arsenale destinato all' Uck
nascosto fra aiuti umanitari provenienti da Sarajevo con una bolla che
indicava come destinatario la Caritas di Scutari. Fra detersivi per
auto,
patate, mangime per polli e alimenti scaduti furono trovati, su due tir
con le insegne dell'associazione umanitaria Kruh Svetog Ante (Pane di
Sant' Antonio), otto kalashnikov, 750 bombe lanciagranate, 133 bombe da
plastico, per un peso complessivo di circa 30 tonnellate.
Per questo caso sono stati condannati i tre autisti bosniaci dei tir, ma
le indagini sono proseguite per accertare la provenienza del carico.
Sempre nascosto fra saponette e medicinali, nell' agosto del '98 fu
scoperto un altro arsenal e (kalashnikov, fucili mitragliatori, bazooka,
lanciagrane, un Mg 4259, 60 casse di esplosivo e munizioni) a bordo di
un
camion guidato da un croato appena sbarcato da Spalato.
Dell' agosto scorso e' invece il sequestro di due mezzi blindati per uso
militare destinati al Montenegro e 'camuffati' da ambulanza e autopompa
antincendio, commissionati dallo stesso governo montenegrino. Per la
clamorosa vicenda portata alla luce dalla procura di Torino, la
magistratura del capoluogo marchigiano - almeno per quanto si e' potuto
apprendere - non avrebbe partecipato alle indagini, cosi' come le altre
strutture investigative locali. (ANSA). XGS
19/04/2001 18:00
---
Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti
dell'ex Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'",
oggi "Comitato Promotore dell'Assemblea Antimperialista":
> http://www.tuttinlotta.org
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ANCONA CROCEVIA TRAFFICO ARMI, ANCHE PER UCK
(ANSA) - ANCONA, 19 APR - La scoperta del maxi traffico di armi che tra
il
'92 e il '94 avrebbe alimentato dall' ex Urss le milizie impegnate nel
conflitto serbo-croato non e' l' unico clamoroso caso che negli ultimi
anni abbia interessato il porto di Ancona, diventato anzi un crocevia di
transiti illeciti di armamenti in tutto il periodo della crisi nel
Balcani. La vicenda piu' eclatante finora emersa e' dell'
aprile '99, quando fu intercettato un vero arsenale destinato all' Uck
nascosto fra aiuti umanitari provenienti da Sarajevo con una bolla che
indicava come destinatario la Caritas di Scutari. Fra detersivi per
auto,
patate, mangime per polli e alimenti scaduti furono trovati, su due tir
con le insegne dell'associazione umanitaria Kruh Svetog Ante (Pane di
Sant' Antonio), otto kalashnikov, 750 bombe lanciagranate, 133 bombe da
plastico, per un peso complessivo di circa 30 tonnellate.
Per questo caso sono stati condannati i tre autisti bosniaci dei tir, ma
le indagini sono proseguite per accertare la provenienza del carico.
Sempre nascosto fra saponette e medicinali, nell' agosto del '98 fu
scoperto un altro arsenal e (kalashnikov, fucili mitragliatori, bazooka,
lanciagrane, un Mg 4259, 60 casse di esplosivo e munizioni) a bordo di
un
camion guidato da un croato appena sbarcato da Spalato.
Dell' agosto scorso e' invece il sequestro di due mezzi blindati per uso
militare destinati al Montenegro e 'camuffati' da ambulanza e autopompa
antincendio, commissionati dallo stesso governo montenegrino. Per la
clamorosa vicenda portata alla luce dalla procura di Torino, la
magistratura del capoluogo marchigiano - almeno per quanto si e' potuto
apprendere - non avrebbe partecipato alle indagini, cosi' come le altre
strutture investigative locali. (ANSA). XGS
19/04/2001 18:00
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dell'ex Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'",
oggi "Comitato Promotore dell'Assemblea Antimperialista":
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