Informazione

Questo è un documento sulla situazione di Pancevo inviatoci dalla
Sindaca
di Pancevo, in corso di pubblicazione su "La Rinascita della Sinistra".

alberto tarozzi

(Dalla mailing list scienzaepace@...)

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LA SITUAZIONE DI P A N C E V O

(documento sulla situazione socio-sanitaria a Pancevo inviatoci dal
Municipio di Pancevo, Sindaca prof. B.Kruska. Traduzione di Zivkica
Nedanovski).

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Pancevo
12 novembre 2000





Egregi signori,

Vi ringrazio tanto per invito che mi avete mandato .Credo che capiate le
ragioni a causa delle quali non posso partecipare personalmente alla
conferenza.
Ho avuto l'onore di diventare la sindaca del Comune di Pancevo il
7 ottobre. Dunque, ho la responsabilità enorme di occuparmi del
benessere
di 130.000 cittadini del mio Comune. Avendo presente questi impegni e
responsabilità, sono del parere, che in questo momento, solo un mese
dopo
la mia nomina, sia importante che io rimanga presente nella mia città.
Cercherò di aiutare i miei concittadini. Con loro devo affrontare molti
problemi attuali. La nostra vittoria alle elezioni è stata imponente. I
nostri cittadini sono impazienti. Vorrebbero che i cambiamenti nella
società avvenissero subito. Vorrebbero vedere i problemi risolti subito,
nel
paese, nella città, senza rinvio.

Vivo in un paese che è in guerra da quasi dieci anni. Grazie alle
sanzioni,
per otto anni non è stato possibile vivere normalmente. Nel
nostro paese, a causa di una gestione della politica economica
catastrofica, è stato distrutto tutto quello che si poteva distruggere.
Qui,
la gente vive da dieci anni senza intravedere un proprio futuro, né un
futuro per i propri figli.

Vivo in un paese che nel 1999 è stato esposto a un bombardamento feroce
alla distruzione di tutto quello che era rimasto. Si è trascurato il
fatto
che lì vivessero esseri viventi. Si è trascurato il fatto che li si può
distruggere non solo fisicamente, ma che le bombe lasciano delle tracce
per
sempre nelle loro vite. Sono orgogliosa del mio popolo perché ha
dimostrato
il rispetto di se stesso in un conflitto che non avrebbe mai dovuto
accadere, fra il mio paese e una potente macchina mondiale. Molti nel
mondo ci hanno identificato tendenzialmente con chi forniva sostegno
al regime di Belgrado. Per noi, si è trattato di patriottismo e di
rispetto
per noi stessi.

Per tutti questi dieci anni Pancevo ha condiviso il destino delle altre
città della Serbia. Siamo riusciti ad ottenere alle elezioni, quattro
anni
fa, un governo locale democratico. Io ne ho fatto parte. Sono stata
responsabile per la cultura del Comune di Pancevo. Sono stata molto
impegnata nella formazione e difesa dei nostri media, Radio Televisione
Pancevo. Bisogna dire che RTP negli ultimi tempi era l'unica casa
mediale
democratica, non solo nel Comune di Pancevo, ma dappertutto fino a dove
si
poteva sentire.

La mia città, avendo un governo democratico, è stata punita tre volte.
Prima
di tutto, dal regime di Belgrado che le ha tolto tutti i finanziamenti
indispensabili per lo svolgimento delle funzioni amministrative
comunali.
Successivamente dai 'paesi democratici', che hanno bombardato tutto il
mio
paese, e hanno distrutto in particolare le città come Nis, Novi Sad,
Kragujevac, Uzice che avevano amministrazioni locali democratiche.
Infine, la mia città è stata punita e distrutta in un modo che ritengo
mostruoso. E' stato bombardato tutto il complesso industriale chimico.
Qualcuno potrebbe affermare che durante la guerra, la Raffineria di
Pancevo
aveva importanza strategica e perciò la sua distruzione poteva essere
giustificata.
Però nessuno potrebbe giustificare lo sprigionamento di quantità
impensabili di sostanze tossiche, dovuto ai bombardamenti del
Petrolchimico e della Fabbrica di fertilizzanti: nell'acqua, nella
terra,
nei fiumi, nell'aria (oltre 150.000 tonnellate di sostanze cancerogene,
mutagene e teratogene fra le quali 17.000 tonnellate di ammoniaca, 1400
di
EDC, otto di mercurio, 1500 di vinilcloruromonomero). Per tutto questo
non
ci sono e non dovrebbero mai esserci giustificazioni!!!

Per una catastrofe provocata intenzionalmente, in un momento in cui
tutto
il mondo è impegnato a proteggere l'ambiente e il pianeta, non ci sono
giustificazioni. E' stato un delitto contro l'umanità con conseguenze
che
non si possono neanche immaginare. La distruzione totale dei fiumi,
della
terra, dell'aria, del cibo, di tutto ... e naturalmente, anche della
gente.


I miei 130.000 cittadini.

Sono una persona molto semplice. Sono professoressa di storia
dell'arte.
Ho lavorato con i ragazzi per 25 anni e insegnavo che devono impegnare
la
propria energia, intelligenza in ciò che è buono e generoso.
Oggi, come sindaca, devo cercare di conservare l'energia rinata nei
miei
cittadini e il loro sperare che forse, se non oggi, domani sarà meglio.
Devo fare di tutto per proteggere la loro salute minacciata per sempre
con
questo genocidio. Purtroppo, per questi scopi, il mio paese è troppo
povero. I paesi che hanno partecipato ai bombardamenti sulla mia città
erano evidentemente abbastanza ricchi per finanziare la produzione di 37
proiettili che sono stati buttati su Pancevo dei quali 28 sull'impianto
chimico. Erano abbastanza ricchi da finanziare un macchinario grande,
delle
armi e delle persone, per provocare la catastrofe ecologica. Tutti
quelli
che hanno partecipato al genocidio sono pronti, se non lo hanno già
fatto,
a dimenticare il caso Pancevo e quello di tante altre città. Questo si
può
capire perché proprio quei paesi hanno approvato i decreti
internazionali
che proibiscono esplicitamente e sanciscono come punibili gli effetti
bellici delle bombe su questo tipo di impianti industriali. Un anno dopo
la
guerra, tranne la comprensione formale che esprimono molte
organizzazioni
umanitarie, da tutto il mondo, e le enormi promesse e i progetti che
rimangono sulla carta, gli investimenti fatti finora per lenire la
catastrofe sono simbolici.

Spero che farete lo sforzo di lenire quanto più presto possibile le
conseguenze del bombardamento dell'impianto chimico. Sperando anche che
possiate capire le ragioni della mia assenza, aggiungo un'immagine breve
della cartella sociale e sanitaria di Pancevo.

Il Comune di Pancevo ha costituito da sempre un ambiente multietnico e
multiconfessionale nel quale attualmente vivono oltre 130.000
abitanti. In città ne vivono 80.000. Il resto degli abitanti vive nei
villaggi .La città essendo situata su due fiumi, ha da sempre goduto di
un
potenziale elevato per il proprio sviluppo economico. Un potenziale che
gli
abitanti di Pancevo hanno sempre saputo sfruttare, come testimonia la
più
vecchia fabbrica di birra dei Balcani che si trova nella nostra città,
l'unica fabbrica di vetro per superfici piane nei Balcani e il porto più
grande porto fluviale della Jugoslavia sul corso di Danubio.
Nella storia più recente, fra le numerose fabbriche e ditte che si sono
costituite la più importante è stato l'impianto chimico che impiegava
diverse migliaia di abitanti.

Con i bombardamenti della fabbrica di aerei agricoli 'Lola Utva', già
nelle
prime ore successive all'inizio della guerra, agli abitanti di Pancevo
era
chiaro che non sarebbero stati risparmiati dalle distruzioni, nonostante
il
fatto che si fossero dichiarati contro il regime. Per questa ragione, la
maggior parte degli abitanti , già nei primi giorni aveva lasciato la
città. Le persone rimaste in città avevano impegni lavorativi e andavano
a
lavorare o a proteggere le loro fabbriche senza pensare ai pericoli.
L'impianto chimico industriale era costruito secondo le licenze
occidentali
e, in genere, degli stessi paesi che hanno partecipato ai bombardamenti.

Inoltre, la precisione con la quale si distruggevano i serbatoi pieni
fra
quelli vuoti, testimonia che neanche in un caso si è trattato di effetti
collaterali.
Il 18 aprile 1999 tutte e tre fabbriche venivano colpite
simultaneamente.
L'ultima volta i serbatoi di nafta della 'Raffineria' sono stati
colpiti,
nella notte alla vigilia della firma dell'armistizio.

E' stato un vero miracolo che a causa dell'intervento abbiano perso la
vita
solo tre operai, due sul posto e uno a causa delle conseguenze, un paio
di
giorni dopo.
Quante persone moriranno un po' alla volta, dipende dalla coscienza di
quelli che hanno il potere di decidere della vita sull'intero pianeta.
Il
tempo dimostra che questo potere non si trova nelle mani di persone bene
intenzionate.



La cartella sanitaria dei cittadini del Comune di Pancevo è senz'altro
peggiorata e la mortalità nel Comune di Pancevo è aumentata del 6 per
cento.

Già durante la guerra si era registrato un aumento di numero degli
infarti e delle altre malattie per le quali è possibile stabilire una
relazione di causa-effetto con situazioni fonti di stress.

Subito dopo i bombardamenti, a partire dalle condizioni delle persone
che
lavoravano nei campi e nei giardini, è stato possibile rilevare dei
mutamenti relativi alle condizioni dell'epidermide. Questi cambiamenti
sono
in genere di carattere allergico. Si accompagnano all'apparizione di
grandi
bolle rosse e sono provocati dalle sostanze che si annidano in alcune
piante (p.es. nel prezzemolo). In alcune persone particolarmente
sensibili
tali sostanze possono causare forti reazioni.
Si presuppone che la reazione allergica sia più forte se e quando
1) Influisce sui soggetti uno dei seguenti fattori: a) il concentramento
di
sostanze che provocano la reazione allergica è aumentato a causa
dell'azione chimica subita dalle piante; b) le radiazioni del sole sono
più
intense perché lo strato dell'ozono si è drasticamente assottigliato; c)
i
soggetti sono in condizioni di stress in seguito ai voli bassi degli
aerei.
2) A causa dell'azione sinergica di tutti i fattori (il cocktail chimico
di
materie tossiche, l'involucro dell'ozono danneggiato, lo stress).

Il sistema immunitario dei cittadini di Pancevo risulta pertanto
indebolito.
Anche se questi cambiamenti producono effetti visivi spaventosi,
nessun
malato è stato però ospedalizzato perché la terapia ambulatoriale è di
per
sé in grado di fornire risultati.

Ancora è troppo presto per usare il linguaggio degli statistici in
relazione alle conseguenze visibili della colata e della combustione
delle
materie tossiche nell'ambiente e quindi sulla salute dei cittadini.
Non per questo è il caso di aspettare che le conseguenze si manifestino
al
pieno in tutti i loro effetti. Possiamo fare una comparazione di tipo
tecnico-professionale monitorando i cambiamenti nella salute dei piccoli
animali domestici a Pancevo.

I piccoli animali domestici vivono con noi, accanto a noi. Possiamo
grosso
modo stabilire che i processi vitali, in loro, risultano sette volte più
celeri che negli esseri umani.
Da qui a qualche anno, se non interverremo efficacemente, la situazione
sanitaria reale degli abitanti di Pancevo minaccia di diventare
catastrofica. I dati che seguono non sono completi. Ci sono stati
forniti
da un direttore dell'ambulatorio veterinario per i piccoli animali
domestici, che comprendono il controllo solo degli animali che vivono in
casa, nonché gli animali che sono sistemati in luoghi di raccolta posti
sotto il controllo professionale dello stesso servizio. Dal punto di
vista
sanitario fra sei anni, detto più precisamente fra 5 anni e mezzo ci si
possono già aspettare conseguenze gravi per gli esseri umani.

Ci riferiamo a quei cambiamenti registrati sui piccoli animali
domestici,
apparsi dopo i bombardamenti che si possono attribuire senza dubbio
all'inquinamento generalizzato:

-- i cambiamenti strutturali dell'apparato osteo-articolare, che
rappresentano la conseguenza del cibo e dell'acqua ingeriti dagli
animali,
contenenti una quantità enorme di sostanze tossiche che implicano tempi
lunghi di dimezzamento nel loro processo di soluzione;
-- l'aumento dei tumori, nell'ordine del 160%;
-- l'aumento di giovani animali nati morti:
-- una diminuzione dei concepimenti;
-- l'insufficienza polmonare acuta (i polmoni sono apparentemente sani,
però, internamente, si è registrata una disfunzione nello scambio delle
sostanze).

Il peggiore dei fenomeni verificatisi è l'apparizione dell'osteosarcoma,
la
forma peggiore di un carcinoma che finora si è visto molto raramente
solamente nei gatti e nei cani di età superiore ai 10 anni.
E' molto difficile fornire una valutazione precisa di quanto sta
accadendo.
Sarà però sufficiente affermare che negli ultimi 15 anni, nella prassi
del
veterinario di Pancevo non era stato finora notato nessun caso simile.
Dalla la guerra in poi, sono invece stati registrati cinque casi.
Uno di questi casi si riferisce a una cagna di 18 mesi, ammalatasi solo
tre
mesi dopo i bombardamenti.

(per informazioni ulteriori è possibile contattare la dr. Gordana
Blitva,
chirurga-veterinaria, specialista per i piccoli animali domestici, 00381
13
345 688- indirizzo e -mail bivag@... , oppure il prof. dr.
Jugoslav
Vasic, Facoltà di veterinaria -Belgrado 00 381 11 684 154).






L A P R O T E Z I O N E S A N I T A R I A


La protezione sanitaria sul territorio del comune intero di Pancevo
viene
effettuata dal Centro sanitario 'Juzni Banat' (il Banato del sud)
nell'ambito delle sue tre unità: la Casa della salute, l'Ospedale
comunale
e il Centro per la protezione della salute.
La Casa della salute è composta da ambulatori specializzati. Fino al
settembre, nell'ambito di questa istituzione, si è provveduto alla
prestazione di 1.482.315.servizi sanitari.
L'Ospedale comunale ha tutti i reparti specializzati per la prestazione
del
soccorso professionale sanitario in tutti i settori, a tutti gli
abitanti
della regione del Banato del sud, nonchè alle altre regioni a seconda
dei
bisogni. Risulta che, nel settembre di quest'anno, nell'Ospedale sono
impiegate 1.653 persone, delle quali 1.219 sono professionisti (i
medici
specialisti 203, alta specializzazione 34, di base 49, i dentisti 57, i
tecnici sanitari -con laurea breve- 158, le infermiere 704.).
L'Ospedale
ha 751 letti. Nei primi nove mesi dell'anno sono stati curati 14.992
pazienti, mentre negli ambulatori dell'Ospedale si è provveduto a
prestare
1.207.140 servizi.

Breve nota relativa alle strutture ospedaliere e al loro funzionamento.
--Nell'Ospedale comunale si curano giornalmente 550-600 pazienti
--La dialisi utilizza ogni giorno fra i 40 e i 50 pazienti tra i quali
due
bambini.
--Attraverso il servizio specialistico-consultivo degli ambulatori
passano
1000-1100 pazienti al giorno.
--Nel laboratorio vengono effettuate giornalmente 3.800-4.000 analisi.
--Nel laboratorio della Casa della salute si effettuano 2.500-2.800
analisi
(i bisogni sarebbero maggiori, però mancano i reagenti).
--Nel gabinetto della Casa della salute e nell'Ospedale comunale si
fanno radiografie per 100-120 pazienti.
--Si effettuano 140-150 visite mediante ultrasuoni.
A causa della pesante situazione economica, l'attrezzatura nell'Ospedale
è
del tutto logorata o inutilizzabile.

Avendo presente che gli abitanti di Pancevo sono esposti ai rischi
maggiori
a causa delle sostanze presenti nella terra e nell'acqua, che sono,
secondo criteri universalmente riconosciuti, cancerogene e mutagene, ci
si
aspetta che, in un futuro prossimo, il fabbisogno di prestazioni di
soccorso professionale sanitario verranno ad aumentare notevolmente.
Grazie all'aiuto dell'organizzazione svizzera SDR è stata ristrutturata
la
caldaia, la lavanderia e una parte della cucina.
Tra gli apparecchi sanitari che sono necessari per un lavoro normale,
sono
da sostituire o mancano del tutto la cose che seguono:
1. Apparecchio per la radiografia (n.1).
2. Apparecchio digitale per radioscopia (grafia) tomografia (n.1).
3. Apparecchio per mammografia (n.1).
4. KT-scanner, tomografo computerizzato (n.1).
5. Apparecchio ultra suono con doppler.
6. Camere per lo svilluppo dei film (n.2).


In particolare nel laboratorio:
1. Apparecchio computerizzato per le analisi ematologiche (n.2).
2. Apparecchio computerizzato per le analisi bio-chimiche (n.2).
3. Le centrifughe (n.4).


Per quel che riguarda l'endoscopia:
1. Apparecchio per le colonscopie.
2. Apparecchio per le gastroscopie.
3. Apparecchio per le gastroscopie per interventi.


Per il resto:
1. Attrezzatura di monitoraggio per le cure intensive.
2. Attrezzatura di monitoraggio per le unita' coronariche.
3. Strumenti chirurgici generali (per tutti i settori).
4. Apparecchio per le analisi dei gas (pneumatofisiologia per il
reparto infantile e per il laboratorio) (n.2).
5.Apparecchio per la puntura pleurica (per il reparto polmonare) (n.1).
6.Defribillatore (n.4).
7.Apparecchio ECG (n.10).
8.Spirometro.
9.Apparecchio per la rianimazione (n.5)
10.Apparecchio per l'udito, per i bambini con l'udito danneggiato.

Il Centro per la trasfusione presso l'Ospedale è stato fondato nel 1967.
Il
sangue si procura esclusivamente tramite i donatori volontari sul
territorio
del Banato del sud .
Nel laboratorio si raccoglie il sangue, si fanno i test sui gruppi e gli
anticorpi nonché la preparazione del sangue sicuro e dei suoi
elementi.per
la chirurgia, pediatria, neonatologia, emodialisi, chirurgia interna e
cura
intensiva. L'attrezzatura è vecchia di 15 anni, però ancora funziona
bene.
Il sangue per i riceventi è gratuito. A causa del fatto che i reagenti e
i
siero-test per l'analisi del laboratorio si producono all'estero e
hanno
una validità breve, questo servizio ha avuto grandi difficoltà nel
procurare sangue sicuro per i pazienti. Quest'estate, per esempio, a un
certo momento c'erano oltre 100 unità di sangue che, a causa di mancanza
di
test, non potevano essere trattate. Cosi il capo del Centro per la
trasfusione, a quel punto, è stato costretto a consigliare alla
dirigenza
dell'Ospedale di far sospendere tutte le operazioni (tranne i casi
urgenti). Durante l'anno di guerra 1999, ci sono stati 4.835 donatori
volontari di sangue solo a Pancevo, il che, considerando le dimensioni
demografiche della città, rapportato agli standard mondiali rappresenta
una percentuale molto alta.
Nel comune di Pancevo ci sono 7.019 donatori volontari di sangue l'anno.

I bisogni mensili Del Centro per la trasfusione del sangue sono i
seguenti:

1. Le borse doppie per il sangue da 350 ml.(n.300).
2. Le borse doppie per il sangue da 450 ml.(n.500)
3. Le borse triple per il sangue da 350 ml.(n.100).
4. Le borse quadruple per il sangue da 450 ml.(n.50).


Elisa test:

1.Anti HIV
900 test (9 scatole )
2.Anti HCV
900 test
3.HBs AG
900 test


Siero test:

1. anti A (100ml)
2. anti B (100ml)
3. anti AB (100ml)
4. anti D (100ml)
5. anti D kgm (100ml)
6. anti M (2ml)
7. anti N (2ml)
8. anti Kell (5ml)
9. anti Cellano (5ml)



***alcune osservazioni:

La sala per gli interventi NON HA neanche un defribillatore
(l'apparecchio
per rianimazione cardiaca nel caso di cessazione del funzionamento).
Neanche il reparto per le terapie conorariche ne è dotato. Nel marzo di
quest'anno il Pronto Soccorso ha ricevuto un apparecchio. E 'l'unico per
prestare aiuto in situazioni del genere. Manca un apparecchio per
analizzare la quantita' gassosa,nonche'la sorta dei gas presenti nel
sangue
dai bambini. A causa dell'inquinamento, molti bambini hanno problemi
respiratori.
















LA STRUTTURA SOCIALE



Il danno materiale causato complessivamente dai bombardamenti è
valutata a
oltre un miliardo di dollari. Migliaia e migliaia di operai sono
rimasti
senza lavoro, direttamente perché sono state distrutte completamente le
loro fabbriche e anche, indirettamente, gli operai che prestavano i
servizi oppure dipendevano in qualche modo dalle fabbriche distrutte.
Adesso tutti questi lavoratori sono formalmente impiegati però non
ricevono
gli stipendi.

-Secondo la relazione dell'Ufficio di collocamento di
Pancevo dal settembre dello scorso anno il numero delle persone
disoccupate
è 17.206.

-Il numero di famiglie con ambedue o con un genitore
disoccupato che ha un reddito sotto la media del livello comunale è 386e
in
queste famiglie vivono 636 bambini.

-La città fornisce oltre 2000 pasti gratuiti, in
genere
ai pensionati le cui pensioni non arrivano regolarmente.

-L'assistenza sociale non è stata pagata per quel che
riguarda il 1998 e i primi sette mesi del 1999. Solamente il 22.09.2000
è
stato effettuato un versamento, relativo all'agosto 1999.

-Dal 15 ottobre sono entrate in vigore le restrizioni
giornalieri dell'elettricità, in media 9 ore al giorno (da qualche parte
ancora di più).

-10.500 famiglie possiedono il riscaldamento
centralizzato e 31.000 il riscaldamento autonomo (elettricità, carbone,
legna, gas).

JKP, la ditta comunale per il riscaldamento,
attualmente
non possiede le risorse energetiche per gli inizi della stagione fredda.

Le quantità necessarie sono:

-Crude oil 4.000 t.

-Gas 11.000.ooo m3

-Heating oil 190 t.

-Carbone 600 t.

La costo totale di tali beni ammonta a 3.283.600 DM.

La questione dell'acquedotto di Pancevo riveste grande importanza
per i
problemi ecologici presenti sul territorio del Comune di Pancevo.

JKP Vodovod i Kanalizacija attinge le risorse idriche da trattare
per
ricavarne acqua potabile da fonti sotterranee dove, per fortuna, non
confluiscono nelle correnti che provengono dalla zona industriale. Visto
che il livello delle acque sotterranee è alto, e le loro correnti sono
imprevedibili, non è affatto sicuro che gran parte delle sostanze
tossiche
situate nel terreno non arrivino fino alle sorgenti dalle quali si
attingono le acque per il loro trattamento.

La fabbrica per la produzione dell'acqua potabile non è stata
distrutta direttamente dai bombardamenti, ma risulta abbastanza
danneggiata.

Infatti ,in conseguenza alla distruzione del sistema
elettroenergetico,a causa dei cambiamenti frequenti della tensione
elettrica, tutti e quattro gli apparecchi per la ozonizzazione
dell'acqua,
sono inutilizzabili. Attualmente funziona solo un apparecchio, prestato
dall'Acquedotto belgradese.

Inoltre ,la rete di canalizzazione in città, non rispetta gli
standard. Succede spesso che, dopo piogge abbondanti, molte cantine e i
pianterreno, siano inondati, proprio a causa dell'alto livello delle
acque
sotterranee.

Però, il problema più grave, relativamente all'acqua potabile , è
sofferto dagli abitanti di un piccolo villaggio , Ivanovo ,vicino a
Pancevo. L'unico posto che non sia ancora allacciato alla rete idrica
comunale. I suoi abitanti attingono l'acqua dai propri pozzi. Il
problema
maggiore consiste nel fatto che Ivanovo è situato lungo la corrente che
proviene dalla zona industriale, lungo la riva del Danubio. Le analisi
del
campione di acqua preso in una scuola elementare a Ivanovo, rivela la
presenza di grandi quantità di ammoniaca e di manganese.

Il Comune di Pancevo ha cominciato, prima della guerra, a
realizzare
il progetto di allacciamento di questo villaggio all'acquedotto
comunale.

Voleva impedire ai suoi abitanti di esporre a rischio la loro
salute.
Cosi il tubo principale per l'acquedotto è giunto fino al centro del
villaggio.

I cittadini, da parte loro, hanno provveduto all'istallazione
idrica
nelle proprie case. Manca solamente la realizzazione delle
infrastrutture
nel villaggio.

Per questo progetto, che costa 400.000 DM , il Governo italiano
era
interessato lo scorso anno. Non abbiamo informazioni di cosa sia
successo
di quel progetto. E' ancora alle prese con la burocrazia oppure non è
più
stato preso in considerazione? Non abbiamo informazioni aggiornate.

Le strutture educative per i bambini di età fino ai 7 anni sono ospitate
in
18 sedi, in 17 casi si tratta di asili.
La maggior parte di essi è in condizioni pessime. Ogni attrezzatura atta
a
facilitare le attività didattiche con i bambini costituirebbe un aiuto
molto importante.


---

Bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'"
Sito WEB : http://digilander.iol.it/lajugoslaviavivra

I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono il Coordinamento, ma
vengono fatti circolare per il loro contenuto informativo al
solo scopo di segnalazione e commento ("for fair use only")

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RICHIESTA DI AZIONE URGENTE

75 UOMINI + 24 DONNE = 99 PERSONE STANNO MORENDO!!!!!

Oggi, 28 Novembre 2000, e' il 40esimo giorno di sciopero della fame dei
prigionieri politici in Turchia. Invitiamo tutte le persone impegnate a
sostegno dei diritti dei prigionieri poltici a manifestare il loro
supporto
in questa fase critica della lotta. In Europa, il sostegno al Death Fast

sta
entrando nel suo 30esimo giorno di sciopero della fame. Anche i
militanti
che stanno sostendendo la battaglia dei prigionieri rivoluzionari in
Turchia
stanno conducendo oggi il loro 21esimo giorno di sciopero della fame.

La richiesta dei prigionieri di non entrare nelle celle d'isolamento e'
una
richiesta che dovrebbe essere raccolta da tutte le persone progressiste
e
democratiche.

La politica repressiva contro i prigionieri politici in Turchia si
manifesta
attraverso massacri e torture. Mentre le persone di questa terra
soffrono la
fame, il governo spende milioni di dollari nella costruzione di unita'
di
isolamento. Il loro obbiettivo e' di distruggere i prigionieri politici
e di
trasformare le prigioni in centri di tortura.

La resistenza dei prigionieri e' la speranza delle persone; i
prigionieri
non abbandoneranno mai la loro militanza e il loro amore per il popolo.

Cosa potete fare in questo momento? Come potete dimostrare il vostro
sostegno?

I prigionieri necessitano di vitamina B1. Se ognuno ne potesse inviare
200mg
sarebbe un aiuto veramente prezioso. Sarebbe altresi' importante che
giungessero in Turchia delegazioni per seguire il proseguio della lotta
e
per vedere le famiglie dei familiari.
E' fondamentale che le persone inviino messaggi di protesta alle
autorita'
turche e messaggi di solidarieta' ai prigionieri e alle loro famiglie.

Ovunque siate nel mondo, e' un diritto e un dovere resistere
all'oppressione. Ovunque siate nel mondo, e' un vostro dovere sostenere
chi
lotta e resiste.
Noi crediamo fortemente che tutte le dimostrazioni di solidarieta' che
si
agiranno sul piano europeo possano salvare molte vite oggi in pericolo
nelle
prigioni turche.

Inviate messaggi di protesta a:

PRIME MINISTER'S OFFICE: Tel: 0090 312 417 04 76 Fax: 0090 312 434 21
10
JUSTICE MINISTER : Fax: 0090 312 414 62 57
INTERIOR MINISTER: Tel: 0090 312 425 40 80 Fax: 0090 312 418 76
96

Inviate messaggi di solidarieta' a: Tel: 0044 20 72541266 Fax: 0044
20
79232095
E-Mail: ikm_london@...

75 UOMINI + 24 DONNE = 99 PERSONE STANNO MORENDO!!!!!
AGIAMO SUBITO!

---

Oggetto:
DHKC Statement: 132 (Death Fast)
Data:
Tue, 28 Nov 2000 20:53:10 -0000
Da:
"dhkcbureau" <dhkcbureau@...>
A:
<Undisclosed-Recipient:;>

Date: November 25, 2000 Statement: 132

OUR APPEAL TO THE WORLD
Our appeal is to all forces and institutions in the world which are on
the
side of human rights, the law and justice and against fascism.
Resistance is continuing in the prisons of Turkey.
This resistance started on October 20 when nearly 1,000 prisoners
submitted
their bodies to hunger. And on November 19, 99 prisoners continued with
a
DEATH FAST.
The resistance in the prisons of Turkey expects your support. The
resistance
expects the support of all the peoples of the world, revolutionary,
democratic and progressive institutions and human rights organisations.
The resistance is appealing to all the peoples of the world to join its
resistance to fascism. In the name of those who are resisting and
marching
towards death, we seek to send this appeal to the entire world.
On November 19, that is, on the 30th day, the action was turned into a
DEATH
FAST, and today is the 37th DAY! Now, 99 revolutionary prisoners are on
the
DEATH FAST.
75 male captives and 24 women prisoners are marching towards death.
WHAT DO THE REVOLUTIONARY PRISONERS WANT?
WHY DID THEY GO ON THE DEATH FAST?
Let us briefly summarise their demands:
1 - They want the immediate closure of the "special" prisons, called the

'F'
Type prisons, created from isolation cells, designed to deprive
prisoners of
their revolutionary personality and to more conveniently inflict torture

and
death upon them. These prisons are meant to isolate all inmates and are
in
fact torture centres patented in the USA.
2 - They want the immediate abolition of Law No. 3713, called the
Anti-Terror Law, a law designed to obstruct every form of struggle by
the
people and every attempt by them to organise themselves. This is the
sort of
law which means that trade unionists and workers can be branded
"terrorists"
, and those who say hello to a revolutionary can be thrown in prison for

"aiding terrorism". This is the sort of law which has given legal
underpinning to the murder of thousands of people over the past decade.
This
law is the law of the torturers and the death squads.
3 - They want the abolition of the courts known as the State Security
Courts
which legitimise illegality and protect torturers and mafia members,
while
at the same illegally and without proof sentencing revolutionaries to
death
or decades in prison.
4 - They want those responsible for murdering three prisoners in Buca
Prison
(1995), four prisoners in Umraniye (1996), 10 prisoners in Diyarbakir
(1996)
and 10 prisoners in Ulucanlar (1999) to be brought to judgement, along
with
those who tortured prisoners in the course of operations carried out at
various dates. In short, they want justice, democracy and humane living
conditions in their country.
In Turkey, for the sake of these demands, 99 prisoners are marching
towards
death. 37 days have passed in which they have paid the price of hunger.
There is a strong possibility that they will begin to die after 50 days
have
elapsed. From the 60th day onward, each day will be a "day of death".
This is our appeal to the world: prevent their deaths!
Support this just and honourable resistance!
THE DEMOCRATIC RESISTANCE TO THE PRO-AMERICAN FASCIST AUTHORITIES
In Turkey, in the prisons and in every area we are conducting a grim
struggle for democracy against the authorities, who are fascists backed
by
the USA. The decision to throw political prisoners and convicts into the

cells was not taken by the Justice Ministry nor by the prison
administrations, it was taken by the MGK (National Security Council).
And in
our country the MGK is the means whereby the army expresses its
dominance.
The racist and fascist party the MHP (Nationalist Movement Party - "Grey

Wolves") has taken its place in the pro-American government, and to
implement MGK decisions has unleashed one massacre and provocation in
the
prisons after another. It is continuing to do so.
On September 26, 1999, 10 prisoners were slaughtered at Ulucanlar for
refusing to accept the cell-type prisons. To legitimise throwing
prisoners
into the 'F' Type prisons, mafiosi in the jails were encouraged to start

rebellions. In every incident it was the revolutionary prisoners who
paid
the price.
The prisoners in the resistance are waging a democratic struggle against

a
fascist government.
To all individuals and institutions on the side of democracy, freedom,
human
rights and justice, all revolutionary, democratic and progressive
organisations!
THERE ARE MANY THINGS YOU CAN DO.
All institutions and organisations in your countries can organise
demonstrations and solidarity hunger strikes. Faxes, e-mails and letters

can
be sent to the Justice Ministry of Turkey and other relevant
institutions.
(At the end of our statement details of institutions are given.)
Internet sites of organisations and institutions can be used to make the

resistance more widely known and increase support for it.
The prisoners in the resistance expect your solidarity.
DO NOT WAIT FOR THEIR DEATHS!
Support this struggle against fascism and for justice and freedom!
Choose
ways convenient to you of protesting against the consulates of Turkey
which
exist in your countries. Support the hunger strikes and demonstrations
taking place in Europe. Our supporters in a number of European countries

are
continuing, through various associations and mass organisations, to plan

and
carry out hunger strikes, demonstrations and marches. Among them too are

people who have gone on the Death Fast. Our supporters in the prisons of

Europe are also on hunger strike. Unite your own strength with theirs.
HUNDREDS ARE PREPARED TO JOIN THE DEATH FAST!
The resistance of the revolutionary prisoners is a heroic resistance, a
matter of honour for all revolutionaries and progressives. At the
moment, in
17 prisons in our country about 900 revolutionary prisoners are on
hunger
strike. In 13 prisons, 99 prisoners have started the DEATH FAST.
The breakdown of the prisoners and convicts on the Death Fast according
to
the court proceedings opened against them (note: for alleged membership
of a
particular "illegal organisation") is as follows:
63 - DHKP-C: Revolutionary People's Liberation Party-Front
30 - TKP(ML): Communist Party of Turkey (Marxist-Leninist)
6 - TKIP: Communist Workers' Party of Turkey
75 of the Death Fasters are men and 24 are women.
They are marching towards death. The figures we have given are for the
FIRST
TEAM OF DEATH FASTERS.
Hundreds of revolutionary prisoners have volunteered for the Death Fast
and
are applying to
their organisations to take part.
According to the action programme of the revolutionary prisoners, SECOND

and
THIRD DEATH FAST TEAMS and yet further ones will start.
The decision taken by our comrades in the prisons is very clear:
"WE WILL DIE BUT WE WILL NOT GO INTO THE ISOLATION CELLS!"
THEY WILL WIN OR THEY WILL DIE!
The resisters are marching to their deaths for their political identity
and
their honour. To help them win we must mobilise our own strength.
Do not wait for their deaths!
It is obvious what will happen if their demands are not accepted. The
determination of the prisoners is beyond question.
They are part of a tradition of "doing what they say and defending what
they
do". In 1984, to stop the introduction of prison uniforms, they lay down

to
die and did die. Four revolutionary prisoners were martyred. In 1996,
when
the introduction of cell-type prisons was again brought on the agenda,
thousands of prisoners and convicts started resistance and 12
revolutionary
prisoners were martyred, creating a legend of heroism. In the event that

today's demands are not accepted, they will give new martyrs but again
they
will win!
The victory of the resistance will be the victory of justice and of
everyone
who defends freedom, the victory of all the revolutionaries,
progressives,
democrats, defenders of human rights and all the world's peoples.
THIS IS OUR APPEAL
Let us get moving and be able to win victory without giving dozens of
martyrs!
ALL FORCES WHICH ARE AGAINST FASCISM AND IMPERIALISM
This is an appeal by the DHKP-C to the entire world.
99 prisoners are marching towards death. and hundreds more are following

in
the footsteps of their great heroism.
Members of prisoners' families who are not themselves in jail have also
lain
down to die and joined the Death Fast.
Turkey is a country where a great price is paid to continue the
revolutionary struggle.
We have been paying this price for years. But we have not abandoned the
defence of democracy, justice, freedom, revolution and socialism, not
even
for a moment.
Again we are part of a great resistance to fascism in Turkey. We are
resisting fascism for the sake of democracy.
99 PRISONERS ARE MARCHING TOWARDS DEATH.
This great heroism, this great self-sacrifice, this great and deep
belief,
increases the burden borne by the consciences, morality and political
responsibility of all who describe themselves as human beings.
We appeal to all those who believe in justice and freedom to take up
their
responsibilities!
In the prisons of Turkey we are adding new pages to the pages recounting

the
honourable and heroic resistance of the world's peoples to fascism. We
are
writing history.
Once again we announce with all the strength of our belief and our
resolution:
THOSE WHO RESIST WILL WIN!
DEVRIMCI HALK KURTULUS CEPHESI
(REVOLUTIONARY PEOPLE'S LIBERATION FRONT)
1 - From their Internet sites, the DHKC Bureaus of Belgium, Holland and
England are capable of informing you day by day of developments,
actions,
the health situation of the prisoners, and through the statements issued

by
our Party-Front. These sites can also be used to contact us and send
messages and questions. Messages will immediately be examined.

The addresses of our DHKC Bureaus
DHKC Bureau, Belgium
E-mail addresses:
DHKC - dhkc@...
DHKC - dhkc.bruxelles@...
DEATH FAST - deathfast@...
Internet site - www.dhkc.org
Telephone and fax numbers:
Tel: 0032 2 2802228
Tel/Fax: 0032 2 2300866
Fax: 0032 2 2802229
Address:
Rue Belliard 197
bte 8
1040 Bruxelles

DHKC Bureau, England
E-mails:
dhkc - dhkcbureau@...
dhkc - dhkc@...
Telephone and fax numbers:
Telephone: 0044 207 254 1266
Fax: 0044 207 923 2095
Telephone: 0044 207 254 1288
Address:
BM Box 8253
London WC1N 3XX.

Amsterdam, Holland
Press Agency Ozgurluk - ozgurluk@...
Internet site: www.ozgurluk.org
Telephone and fax numbers
tel/fax 0031 20 676 1745
Address:
Dusartstraat 38
1072 HT Amsterdam
2 - Also, in connection with the resistance, there is the Internet site
of
the prisoners' families in Turkey (TAYAD) as well as the IKM site in
Europe
(Committee For Struggle Against Torture Through Isolation), and
information
can also be obtained from these.
(TAYAD) hucreiskencedir.cjb.net
IKM in Turkish - www.hucreiskencedir.de
IKM in English - http://www.noisolation.de
www.ozgurluk.org

3 - To support the resistance and protest against fascism in Turkey's
'F'
Type prison policy, faxes can be sent to the following institutions:
Republic of Turkey Prime Minister's Office: Tel 0090 312 417 0476, Fax
0090
312 434 2110
Republic of Turkey Justice Ministry: Fax :0090 312 414 6257
Republic of Turkey Interior Ministry: Tel: 0090 312 425 4080, Fax: 0090
312
418 7696

---

----- Original Message -----
From: "DHKC" <dhkc@...>

>
> TO ALL EUROPEANS,
> TORTURE IS BEING BROUGHT TO EUROPE
> TORTURERS, RAPISTS AND MURDERERS ARE COMING TO EUROPE
>
> The Hunger Strike, which was begun on October 20, 2000 in Turkey's
> prisons, was converted into a Death Fast on November 19. The demands
> are: The closure of the 'F' Type cell prisons. Law 3713 with all its
> consequences must be abolished. The Tripartite Protocol must be
> abolished. The State Security Courts and all the consequences flowing
> from them must be abolished. At regular intervals, the prisons must be

> supervised by delegations of lawyers, doctors, prisoners' families,
> representatives of relevant non-governmental organisations and the
> Association of Judicial Personnel. Those responsible for the massacre
> and torture of our friends in Buca, Umraniye, Diyarbakir, Ulucanlar,
> Burdur prisons must be swiftly indicted and punished. Our friends who
> are suffering from various ailments or from the Death Fast or were
> wounded in operations in the prisons and have had no medical treatment

> are to be released. Those who tortured our sons and daughters when
they
> were detained are to be put on trial in a manner accessible to public
> opinion. All anti-democratic laws which impede the struggle for
people's
> democracy and freedom must be abolished, there must be an end to the
> oppression of the Kurdish nation and other national minorities. Where
> the integration phase of Turkey with Europe is concerned, this also
> means carrying the inhuman conditions in the prisons, which created
the
> basis for the Death Fast, to Europe. The European Union which tries to

> include Turkey, also imports inhuman practices into Europe. The
> institutions, political parties, governments, states and peoples of
> Europe should know this fact.
>
> HUMAN RIGHTS IN TURKEY ARE SYSTEMATICALLY VIOLATED
> Police stations in Turkey are torture centres. The police HQs,
military
> garrisons, secret buildings of Turkish national intelligence are
torture
> centres. Up to the present, hundreds of thousands of our people have
> been tortured in these centres. Thousands of women and men were raped.

> Thousands of our people were massacred. Several European institutions
> are aware of at least the majority of these cases of torture and
> massacre. Because of these cases of torture, the European Court of
Human
> Rights (ECHR) has condemned Turkey on many occasions. Today, that is,
in
> the year 2000, nothing has changed. That same Turkey, without any
> change, has become part of the EU. Europe, which condemned Turkey in
the
> past because of its criminal activities against humanity, is ignoring
> the crimes of Turkey now and is becoming an accomplice of Turkey. The
> prisons of Turkey are the massacre centres. Besides the systematic
> violations of the captives' rights, these are the places where torture

> and mass murder takes place. Never mind protecting rights, lives are
in
> danger in the prisons. On September 21, 1995 in Buca Prison, three
> political prisoners were beaten to death; on January 6, 1996 in
Umraniye
> Prison, four political prisoners were beaten to death; on September
24,
> 1996 in Diyarbakir Prison, ten political prisoners were beaten to
death;
> on September 26, 1999 in Ulucanlar Prison, ten political prisoners
were
> killed by torture and gunshots. Also, hundreds of political prisoners
> were left handicapped after the operations by the security forces.
> Dozens of prisoners have died of illnesses because of ill treatment in

> the prisons. Thousands of prisoners have serious medical problems in
> these torture centres which are called prisons. Today, that is, in the

> year 2000, nothing has changed. On top of all these, they are trying
to
> change the existing ward-type prisons into cell-type prisons. The
> prisoners' lives were already at risk when they were living together
in
> wards. By putting them into individual cells the authorities are
trying
> to take away all possibility of them defending themselves. Turkey
wants
> more freedom to kill in prisons. Europe knows all these things. All
the
> European states, politicians and law practitioners know these facts
very
> well. To embrace Turkey while knowing all these things means being an
> accomplice in all these inhuman practices in prisons. The streets of
> Turkey are places where those who defend their rights are
> beaten and killed. Whether permitted or not, all democratic activities

> are subject to police
> attack. Young or old, men or women, children or adults. all those who
> take part in demonstrations are subjected to the attacks of the
security
> forces. It is free to beat and kill the workers, civil servants,
women,
> youth, students, pensioners and all sections of the people who are
using
> their
> constitutional right - participating in demonstrations - to defend
their
> rights. There is no permission to use existing rights of participating

> in unions and other legal rights. Today, that is, in the year 2000,
> nothing has changed. Europe knows these things very well. There is no
> need to enumerate the violations one by one. These are "ordinary"
things
> we come across on the streets. It will be enough
> to watch any of the television news. Our fathers, mothers and young
> girls are dragged on the streets and our people are subjected to
savage
> attacks. The Europe which welcomes Turkey will also carry this reality

> onto its own streets. In Turkey there is no freedom of thought and
> freedom of taking part in organisations.
> Laws in Turkey regulate the ban on thoughts. Opposing massacres,
> torture, violations of human rights and tyranny in Turkey, defending a

> dignified life and democratic liberties and propagating these thoughts

> are forbidden. Almost every day many journalists who oppose the
regime
> are detained, tortured and receive decades-long imprisonment.
> Newspapers, magazines, radio
> stations, TV channels are closed and their editors and responsible
> editors are sent to prison. In today's Turkey, if you are a
journalist,
> it is normal to be imprisoned for a time. Besides all this, Turkey is
> known for the highest number of cases of imprisonment and murder of
> journalists. The
> streets of Turkey were the scene of the murder of a 17-year-old
> newspaper distributor.
> Today, that is, in the year of 2000, nothing has changed. Europe knows

> well the censorship and punishment of press. The ECHR has also
condemned
> Turkey for this on several occasions.
> Everyone who defends his or her rights is a "terrorist" in Turkey. His

> or her punishment is torture, murder or imprisonment. In Turkey, those

> who are for a democratic system, those who want an
> independent and free country, those who want a just regime and not
> tyranny are seen as terrorists. They are murdered in the streets, in
> their houses or workplaces, wherever they are. They are tortured,
> detained and held in prisons - under inhuman conditions - for years.
But
> even prisons are not enough. In order to destroy their beliefs, they
try
> to put them in isolation cells. With article 3713, the anti-terror
law,
> the entire country is converted into a prison. Turkey wants to create
a
> decayed and intimidated population that is silent. This is the reason
> for the state terror, oppression, bans, torture and massacres. Europe
is
> well aware of this. The Kurdish people who want their national
identity
> are "terrorists". Even a minimum demand for nationhood is repressed by

> blood and terror. The rest of the world knows the savagery that the
> Kurdish people have faced for
> decades. The bombed and burned villages, torture, massacre, people who

> are forced to eat manure and the young people who are dragged to death

> behind tanks - all these things are the reality of the Kurdish people.

> The European Parliament, The Council of Europe and the ECHR are
> completely
> aware of these things. Up to the present, dozens of reports have been
> written and many times the state in Turkey has been condemned. The
> reality of the state in Turkey being the accused in one third of all
the
> ECHR hearings is proof of this. That is, Turkey being the country most

> on
> trial by European bodies on grounds of human rights violations is
enough
> to make everything understandable. In addition to these the annual
> reports of Amnesty International have shown clearly what we have tried

> to describe above.
> The European people must oppose the decision of the European
governments
> to accept Turkey into the EU just because of their economic interests.

> The European people know fascism. The recent past of Europe is still
> remembered. Today's policy on Turkey, which means to bring fascism
back
> to Europe, must be abandoned. Whether or not they are Liberal,
> Socialist, Green and Christian Democrat, all the European political
> parties and politicians from different tendencies will be accomplices
of
> fascism in Turkey by bringing Turkey to Europe. This means
re-importing
> fascism. This means bringing torture, massacres, "disappearances" in
> detention, burning villages. to
> Europe. This must be stopped immediately. The continuing Death Fast
> resistance in Turkey's prisons against the F-type isolation cells is
> bringing the reality of Turkey where all basic human rights are
> violated, onto the agenda again. The Death Fast resisters are
abandoning
> the most valuable things of human beings; their lives, loved ones and
> hopes for a dignified life. For thousands of years, mankind has
created
> numerous examples of heroism for the sake of a dignified life. Today
> this example is the Death Fast resisters. It is a duty of humanity to
> support them and not permit new deaths.
>
> IT IS IN OUR HANDS TO PREVENT DEATHS, TAKE THE DEMANDS OF THE DEATH
FAST
> RESISTERS AS YOUR OWN.
> PS: The following list is the list of volunteers who are currently
alive
> with their hopes, ideals, emotions and beliefs. They will leave us if
we
> react too late.
>
> ÜMRANÝYE PRISON:
> DHKP-C Trial: AHMET ÝBÝLÝ, AHMET ÖZDEMÝR, ERGÜL ACER, YILDIZ
GEMÝCÝOÐLU,
> ZEHRA KURTAY, ÜMÜÞ ÞAHÝNGÖZ, ZEYNEP ARIKAN, GÜLAY KAVAK, MEHMET
ZÝNCÝR,
> MUHARREM GENÇ, VELÝ GÜNEÞ, HASAN PINAR, ALÝ ÞANLI, ALÝ RIZA DEMÝR,
OSMAN
> OSMANAÐAOÐLU, TKP(ML) Trial: DURMUÞ KURT, MEHMET KEREM, CEM YILDIZ,
> ÖZGÜR AYRILMAZ, YAÞAR YAÐAN TKÝP Trial: SERVET PAKSOY
>
> ÇANKIRI PRISON:
> DHKP-C Trial: HASAN GÜNGÖRMEZ, ÝRFAN ORTAKÇI, CÝHAN ÞEKER, TEMEL
> ÇAÐIRTEKÝN, ÖZGÜR SONER TKÝP Trial: MUHARREM KURÞUN
>
> BURSA PRISON:
> DHKP-C Trial: ERDAL ARIKAN, MURAT ÖZDEMÝR, MESUT ÖRS
> TKP(ML) Trial: ORHAN BUDAK, A. ÝHSAN ÖZKAN, ERDAL ÇETÝNKAYA, ALÝ
KÖÇMEN,
> ADÝL KAPLAN, ÖZGÜR KOÇAK, YUSUF KARACA
>
> AYDIN PRISON:
> DHKP-C Trial: SÝNAN EREN, SUAT KARABULUT, BURHAN GARDAÞ
> ÇANAKKALE PRISON:
> DHKP-C Trial: FÝDAN KALÞEN, AYÞE BAÞTÝMUR, SEMRA ASKERÝ, FATMA ERSOY,
> AYÞE EREN, NAZAN YILMAZ, KEMAL ALTINGÜL, TUNCAY BERBER, MUHARREM
GÜZEL,
> DAÝMÝ ATEÞ.
> TKP(ML) Trial: BERNA ÜNSAL
>
> MALATYA PRISON:
> DHKP-C Trial: ESMA ARSLANBOÐAN, Þ. MURAT ÖZTEN
> TKP(ML) Trial: HAKKI ALPHAN, MAHMUT METE, ALI EKBER DOÐAN, HAVVA DOÐAN

>
> BARTIN PRISON:
> DHKP-C Trial: MUSTAFA ERKAN ÇETÝN, AHMET YILMAZ, HAMÝT SÜREN, ALÝ
ÇOLAK,
> CENGÝZ SOYDAÞ
> TKP(ML) Trial: C. TAYYAR BEKTAÞ, ÖZGÜR SALTIK
> TKÝP Trial: RESUL AYAZ
>
> GEBZE PRISON:
> TKP(ML) Trial: A. MUSA AYDIN, NEBAHAT POLAT, YADÝGAR BAYAR, ALÝ RIZA
> DERMANLI, ÇETÝN CAN.
> TKÝP Trial: DÜZGÜN ZENGÝN
>
>
> UÞAK PRISON:
> DHKP-C Trial: SEVGÝ ERDOÐAN, BERRÝN BIÇKILAR, VÝCDAN ÞAHÝN.
> TKP(ML) Trial: GÖNÜL ASLAN.
>
> BUCA PRISX-Mozilla-Status: 0009ESUT AVCI, ABDULLAH BOZDAÐ, SERHAT
KARADUMANLI.
> TKP(ML) Trial: CELAL ALPAY
> ULUCANLAR PRISON:
> DHKP-C Trial: FATMA HÜLYA TÜMGAN
> TKÝP Trial: HATÝCE YÜREKLÝ
>
> BAYRAMPAÞA PRISON:
> DHKP-C Trial: GÜLSEREN ÖZTÜRK, SUNA ÖKMEN, AYLA ÖZCAN, FIRAT TAVUK,
AÞUR
> KORKMAZ, ALÝ ATEÞ, RECEP CÝNGÝTAÞ, AYHAN KOÇ, ÝSMET ÜNVER, KADÝR KAYA.

> TKP(ML) Trial: MURAT TARGAY, HÜSEYÝN ASLAN, ÖKKEÞ KARAOÐLU.
>
> CEYHAN PRISON:
> DHKP-C Trial: HALÝL ÖNDER, MEHMET KAN, MURAT KIRSAY
>
> REVOLUTIONARY PEOPLE'S LIBERATION FRONT
> (DHKC), BELGIUM

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-------- Original Message --------
Oggetto: da ABC relazione su ultimo viaggio in Bosnia e Serbia
Rispedito-Data: Mon, 27 Nov 2000 16:44:57 +0100
Rispedito-Da: pck-yugoslavia@...
Data: Mon, 27 Nov 2000 16:38:01 +0100
Da: "abcsolidarieta" <abcsolidarieta@...>
Rispondi-a: pck-yugoslavia@...
A: pck-yugoslavia@...

Gentili amici,
i nostri affidi a distanza in Serbia hanno avuto un rapido aumento
durante e
subito dopo i bombardamenti dello scorso anno. Era bene accelerare
l'inizio
delle consegne nelle scuole e nelle fabbriche. Il nostro primo viaggio a
tal
fine si è quindi svolto nel settembre '99, per consegnare a ciascun
bambino
tre rate di affido. Poiché le adesioni continuavano a crescere, nuovo
viaggio in dicembre, per consegnare ancora tre rate in Serbia e, con
l'occasione, sei in Bosnia, dove le consegne precedenti erano avvenute
in
aprile.
Si poneva il problema di allineare le consegne in Serbia e Bosnia,
riducendo
i viaggi a due ogni anno, uno in primavera e uno in autunno, anche per
trovare le scuole aperte e condizioni climatiche favorevoli. Così, il
viaggio successivo è stato compiuto nel maggio 2000, con la consegna di
quattro rate sia in Serbia che in Bosnia; l'ultimo a fine ottobre, con
la
consegna di sei rate ovunque. Da ora in poi il ritmo rimarrà questo.
Cordiali saluti.ABC SOLIDARIETA' E PACE


BREVE RELAZIONE SUL VIAGGIO DI ABC IN SERBIA E BOSNIA E INTERVISTE

Partenza da Roma sabato 21 ottobre. Arrivo a Backa Topola domenica sera.
La
cittadina non è illuminata. La nostra ospite - direttrice della locale
scuola primaria (Osnovna Skola) "Nikola Tesla" - ci accoglie in casa a
lume
di candela. Vi sono frequenti interruzioni di energia elettrica - ci
dice -
non solo da noi, ma in tutta la Serbia.
Lunedì 23 - alla "Nikola Tesla", spettacolo in nostro onore: recite,
canti,
danze tradizionali in costume serbo ed ungherese. Poi i discorsi di
prammatica e la consegna delle borse di studio.
Martedì 24 - mattina: consegna delle borse di studio alla O.S."Svetozar
Markovic Toza", in Novi Sad. La scuola è gemellata con la nostra media
"P.Villari": lasciamo al direttore numerose lettere di alunni di
quest'ultima per i loro coetanei serbi. Pomeriggio: alla O.S. "Nikola
Tesla"
di Belgrado-Rakovica. Povero il quartiere, povera la scuola, poverissimi
gli
alunni cui diamo le borse di studio: stanno quasi tutti, da cinque anni,
in
un vicino campo profughi. Alla fine, come già in precedenti occasioni,
una
frotta di donne ci chiede di aggiungere i loro figli alla lista. Non
siamo
in grado, e ci si stringe il cuore. Arrivo a Kragujevac la sera.
Alloggio in
albergo, in un bel parco con un monumento che ricorda le centinaia di
civili
impiccati dai nazisti per rappresaglia anti-partigiana, compresi tutti
gli
alunni di una scuola media.
Mercoledì 25 - Consegna delle borse di studio a bambini e ragazzi figli
di
operai disoccupati (causa bombardamento della grande fabbrica
automobilistica "Zastava") iscritti al sindacato maggioritario. Cena a
lume
di candela offerta dalla dirigente di questo sindacato, un'abile ed
energica
signora che noi scherzosamente chiamiamo - e lei ci sta - la "Lady di
ferro
di Kragujevac". Qualche tempo prima, avvenuta la svolta politica a
livello
nazionale, lei e i suoi colleghi erano stati violentemente contestati da
gruppi di operai dissenzienti. Si è ora addivenuti - c'informa - a un
accordo per elezioni sindacali da tenere prossimamente.
Giovedì 26 - Consegna delle borse di studio nelle sedi dei due
sindacati
minori: "Nezavisnost!" (Indipendenza) e "Nezavisni Sindikat" (Sindacato
indipendente) Dovunque siamo andati, ieri e oggi, interviste di
giornalisti,
riprese televisive. A sera giungiamo a Nis.
Venerdì 27 - Alla "Industria Meccanica", poi alla "Industria
elettronica".
Anche qui, giornalisti e videocamere. Alla "Elettronica" il dinamico e
ambizioso direttore che ci aveva ricevuto cordialmente la volta scorsa è
stato sostituito, ancora sotto il vecchio regime, da un generale, e la
gente
di Nis ci scherza sopra. Si attendono ora le decisioni del DOS, la nuova
coalizione politica, presieduta da Kostunica, che ha vinto le elezioni
presidenziali di settembre.
Sabato 28 - la mattina alla O.S."Ivan Goran Kovacic"; il pomeriggio a
una
piccola scuola in estrema periferia: Ci sono soltanto le prime quattro
classi e due aule. Gli stessi genitori stanno ristrutturando l'edificio,
che
andava in rovina. Accoglienze calorose, spettacolo dei bambini, tavolata
con
vivande preparate dalle famiglie.
Arrivo in Bosnia domenica sera. Consegna delle borse di studio alla O.S.
"Pale" il 30 e il 31 mattina; alla O.S. "Sveti Sava" di Lukavica il 30
sera,
alla O.S. "Sveti Sava" di Rogatica il 31 pomeriggio. C'informano che è
appena finito uno sciopero degli insegnanti. In Bosnia la vita costa
sempre
di più, nel quadro di una rincorsa prezzi-stipendi. Una ex insegnante
della
scuola di Pale, ora dirigente del sindacato unico, ci dice che molte
fabbriche sono state acquistate dai loro stessi direttori, il che lascia
adito a evidenti sospetti. E' in corso la campagna elettorale per le
politiche. Nella zona delle nostre iniziative è scontato il successo del
partito nazionalista serbo.
Mercoledì 1° novembre - rientro in Serbia e cordiale colloquio, a
Pancevo,
con la dirigenza del locale Istituto d'igiene e protezione ambientale,
allo
scopo di concordare gli adempimenti burocratici per il trasporto e la
consegna come aiuti umanitari (quindi senza le esorbitanti spese
doganali)
di un primo, consistente blocco di strumenti da fornire all'Istituto nel
quadro della campagna "Pancevo chiama Italia", condotta da ABC con il
sostegno del "manifesto".
Giovedì 2 - riposo a Backa Topola. Il 3 partiamo per il viaggio di
ritorno, che si conclude il 4, sotto un inesorabile diluvio dal Tarvisio
a
Roma.

Qui di seguito troverete delle interviste fatte durante il nostro
viaggio in
Bosnia (Republika Srpska) e Serbia (una sintesi verraà pubblicata sul
prossimo numero di "A, B, C, solidarietà e pace" che riceverete a
dicembre).

Si è trattato di persone di vario livello ed estrazione sociale,
dall'insegnante al sindacalista, dal profugo al pensionato. Fedeli alla
nostra linea di sempre, della non ingerenza diretta negli affari interni
di
quel popolo e della fiducia nella sua capacità di risolverli
autonomamente,
le nostre domande riguardavano essenzialmente i problemi della vita
quotidiana. Per chi ha voluto fare riferimento, in un senso o
nell'altro,
anche a motivazioni politiche, abbiamo registrato le sue parole con la
massima obiettività.

Nelle riunioni, al termine delle quali sono state tenute alcune delle
interviste, il nostro rituale discorsetto di cortesia s'inquadrava
essenzialmente (slanci "lirici" a parte) nel seguente schema:

Voi sapete - ve lo abbiamo sempre detto - che la nostra associazione non
viene a intromettersi nei vostri problemi politici interni. Sappiamo che
voi
siete un popolo civile, capace di risolvere da solo i suoi problemi. Non
c'è
bisogno che nessuno venga a farvi il maestro di democrazia o di altro, e
meno che mai una piccola associazione come la nostra. Questo vuol forse
dire
che gli altri popoli possono tranquillamente disinteressarsi di voi e
fare
come se voi non esisteste? Evidentemente non è giusto e nemmeno
possibile.
In questo mondo in cui le distanze sono sempre più corte, l'economia
sempre
più integrata, il confronto culturale sempre più ravvicinato, è ora di
capire che tutti i popoli della Terra vivono insieme e sono
interdipendenti,
come i viaggiatori su una stessa nave.
E allora come comportarsi? Su quali basi fondare le relazioni fra i
popoli?
Sull'oppressione del più forte sul più debole? Sulla guerra, sui
bombardamenti? Sul "Tu devi fare quello che dico io"? Ancora no, tutto
il
contrario.
Perciò un'associazione come la nostra, con quale spirito e atteggiamento
deve venire da voi? Poco è l'aiuto economico che possiamo darvi: qualche
borsa di studio a bambini e ragazzi più bisognosi. Ma grande è
l'amicizia
reciproca: a poco a poco ci siamo affezionati a voi, e voi ci
riconoscete
come vostri fratelli.
Speriamo proprio che in un futuro non lontano potrete ricostruire la
vostra
Nazione, la vostra economia, così da non aver più bisogno di aiuti
"materiali". Quando ciò sarà ce lo direte voi stessi. Continueremo certo
a
venire da voi, ma per riabbracciarvi, per bere insieme un po' di rakja,
che
è molto buona; e voi ci ricambierete le visite, e berrete insieme a noi
il
nostro vino, che è esso pure molto buono.

Lunedì 23 ottobre- Jelena Simovic (Direttrice della O.S."Nikola Tesla",
Backa Topola)
Abbiamo attraversato tante situazioni problematiche in questi ultimi
dieci anni, che la parola "Speranza" è diventata un'astrazione. Ciò che
è
vero è vero. La nostra vita non è [adesso] né migliore né più facile. La
Vojvodina, il granaio della Jugoslavia, rischia la rovina, dato che
l'intera
produzione agricola sta attraversando un periodo estremamente negativo.
Grano, mais, barbabietole da zucchero, patate, frutta: peggio di così
non si
era mai visto.
A causa della mancata accumulazione di riserve, delle condizioni
tecniche
obsolete, dello sciopero dei minatori, abbiamo gravi problemi anche con
l'elettricità. Attualmente la sua erogazione è razionata: quattro ore si
e
sei no. Le candele sono l'articolo più venduto, proprio come il pane. Di
conseguenza c'è un altro grave problema: il riscaldamento. Le scuole
stanno
al freddo, per mancanza di carbone, di gasolio e di corrente elettrica.
Il tutto è aggravato dal cambiamento a livello di governo locale, tra
i
cui compiti dovrebbe esservi appunto il riscaldamento delle scuole. I
nuovi
amministratori hanno bisogno di tempo per acquisire capacità (forse
all'inizio, forse per sempre) per organizzare questo importante lavoro.
Il costo della vita cresce di giorno in giorno. La nafta del 50%. E'
vero
che adesso è disponibile alle stazioni di servizio, ma se i nostri
stipendi
medi sono di 70 DM, non è possibile spenderne 40 per rifornirsi di
gasolio
per tutto il mese (parlo di 40 litri) [La signora Simovic sta
evidentemente
riferendosi alle "pompe" statali, dove il carburante è contingentato e
non
si trova mai; non a quelle private, dove si trova, ma un litro di
gasolio
costa DM 1,5/1,6 e uno di benzina DM 2, cioè rispettivamente, lire
1.500/1.600 e lire 2000].
L'olio da cucina costa il 100% in più; il prezzo dei trasporti è
cresciuto del 50%, il latte del 50%, la carne dal 50% in su. Il pane
costa 8
dinari nei forni privati, 10 in quelli statali.
Stipendi e salari sono sempre gli stessi, tranne che nelle fabbriche,
dove i direttori li aumentano per paura dei sindacati (ma per molti
direttori fedeli all'ex governo si può ormai parlare soltanto di ex
accordi
con i sindacati).
Viaggiare con l'autobus costa troppo. Col treno, significa subire
forti
ritardi. Accade spesso che un treno passeggeri addirittura non parta, e
che
occorra aspettare la partenza di quello successivo,
per ore e ore.
Un marco tedesco (DM) è cambiato attualmente a 30 dinari (cambio
ufficiale). Io personalmente sono contraria all'affermarsi di valute
straniere qui da noi; preferirei un dinaro più forte e stabile.
Per molte famiglie è difficile mandare i figli a scuola. Libri,
quaderni
e soprattutto vestiti decenti, costano molto. La scuola si sforza sempre
di
organizzare iniziative finalizzate all'acquisto di libri e quaderni a
condizioni migliori: così, in febbraio, partiremo con un'iniziativa per
acquistare libri in tre rate. In aprile faremo lo stesso per i quaderni.
Così tutto è pronto perché entro la fine dell'anno scolastico corrente,
almeno il 90% degli alunni possa beneficiare di questo acquisto rateale
per
l'anno scolastico prossimo. Aiutiamo anche gli alunni profughi e poveri
con
libri e quaderni gratuiti.
La situazione dei profughi è estremamente dura. Nella nostra zona ne
sono
venuti almeno 3.000. Molti di loro trovano sistemazione presso parenti,
ma
circa 500 stanno in "centri collettivi", in pessime condizioni. Tutto è
problema per loro: cibo, riscaldamento, vestiario: Molte persone in una
sola
stanza; un bagno per molte persone. Non hanno ancora alcuna speranza di
tornare alle terre d'origine, di riavere le loro case, gli appartamenti,
i
campi che loro coltivavano in proprio..
Io sono felice che molta buona gente italiana abbia comprensione per
le
sofferenze del mio popolo e specialmente per i profughi. Grazie a Dio
abbiamo un'associazione come ABC, gente onesta, che ci dà l'anima e il
cuore. Con il sostegno dei donatori italiani, aiutano in Serbia circa
600
bambini e ragazzi con borse di studio, di cui vivono anche le loro
famiglie.
Fidiamo molto nella loro amicizia, sperando che questi tempi duri e
difficili finiranno un bel giorno, e che riusciremo a sopravvivere, come
sempre. Non crediamo nei governi europei. Stanno in ginocchio di fronte
agli
USA. Come hanno potuto permettere il bombardamento di un Paese vicino,
di
una nazione europea storicamente e culturalmente ricca. Le loro bombe,
le
bombe americane, ci hanno avvelenato tutti, i serbi e gli altri europei.
Tutti gli europei dovrebbero stringersi insieme, forti della loro
civiltà e
della loro storia. Gli USA dovrebbero esser messi in condizione di
bussare
alla porta dell'Europa con grande rispetto, come alla porta di una
vecchia
"Lady". Io non credo buona alcuna strada di accodamento agli USA.
Dobbiamo
avere una strada europea e un progresso europeo. Non dobbiamo credere ai
buoni propositi e ai fini umanitari americani. Dove arrivano, cominciano
le
guerre: E poi (quale cinismo!) gli interventi umanitari per aiutare la
povera gente. Preferiamo rimanere poveri che essere aiutati in questa
maniera. Rispettiamo gli amici veri e speriamo, con loro, di rimanere
tali
per sempre!

Lunedi 23 ottobre: Zeljko (da tempo direttore dell'AIK - "Agricoltura
Industria Kombinat" - e maggior esponente della comunità serba,
minoritaria
a Backa Topola). In questa cittadina il sindaco è tradizionalmente
ungherese, e il presidente del Consiglio comunale - precisamente, fino a
poco tempo fa, l'ing. Zeljko - un serbo. L'ingegnere era particolarmente
risentito - diciamo pure che era furibondo - per come sono andate le
elezioni presidenziali nella sua città e in altre vicine, dalla stessa
composizione etnica a maggioranza ungherese. Per i serbi, si è creato un
problema nuovo: o votare "da serbi", ma allora per il partito socialista
di
Milosevic, come facevano da tempo; ovvero votare "da democratici", ma
allora, non avendo localmente un partito democratico proprio, votare per
il
più moderato dei due partiti ungheresi. Risultato: i serbi hanno perso
ogni
posizione di potere nel Consiglio comunale, e rischiano di perdere la
loro
stessa identità politica.

Mercoledì 25 ottobre: Ruzica Milosavljevic (dirigente dell'
"Organizzazione
sindacale unitaria" - alla "Zastava", Kragujevac)
Il prossimo inverno sarà il più difficile di questi ultimi dieci
anni.
Il nostro sistema energetico è stato distrutto dai bombardamenti. Noi
abbiamo cominciato a ricostruire secondo priorità essenziali, ma in
mancanza
di investimenti, non abbiamo potuto fare tutto il necessario. Perciò, a
causa del maggior carico invernale, si è prodotta una caduta energetica
con
erogazione di elettricità interrotta per quattro o sei ore consecutive;
altri giorni abbiamo elettricità per due ore, poi per altre sei, e così
via.
Ciò si riflette sulla produzione industriale, che non può funzionare
regolarmente. Anche la vita quotidiana è più difficile: già si comincia
a
sentire il freddo nelle case e nelle scuole. Le riserve di gas sono al
minimo; la Russia non ce ne manda perché non abbiamo pagato i debiti
contratti al riguardo.
Nelle scuole, causa mancanza di riscaldamento e minor numero di ore
di
luce solare, le lezioni sono state ridotte a mezz'ora ciascuna (il
secondo
turno deve terminare alle 17). A casa, poi, gli alunni fanno i compiti
con
la candela, come durante i bombardamenti.
A causa delle quotidiane interruzioni di corrente, gli
elettrodomestici
[chiamati complessivamente, in Serbia, "Bela Tehnika", cioè "Tecnica
bianca"], generalmente vecchi di quindici anni, si guastano spesso, ed è
difficile ripararli; impossibile, nelle attuali condizioni, comprarne di
nuovi.
Siamo già stati avvertiti che, ciò nonostante, il prezzo della
corrente
elettrica sarà aumentato del 25%. Non so come la potranno pagare i
moltissimi lavoratori forzatamente a casa. Hanno accumulato debiti per
l'elettricità, ma anche per l'acqua. Ogni tanto gliele staccano per
qualche
giorno, più che altro come avvertimento; poi interviene il sindacato
sugli
Enti fornitori. Ma nessuno sa come pagare i debiti, ed è diffuso il
timore
che una volta o l'altra questa relativa tolleranza finisca. Non parliamo
poi
dell'affitto di casa, per tanti lavoratori al salario minimo garantito,
corrispondente a 15.000 lire italiane.
I prezzi aumentano ogni giorno; l'inflazione pure: il cambio di un
DM è
di 30 dinari.
Il regime precedente riusciva a mantenere la pace sociale mediante il
prezzo politico del pane, del latte, di altri generi di prima necessità.
Un
mese fa un kg. di zucchero costava 8 dinari; adesso 30. Un litro di olio
16
dinari, adesso 55. E così via [per prezzo "politico" s'intende quello
da
rifornimento statale, peraltro saltuario]. Prima la frutta e la verdura
non
erano care, ma adesso si fanno sentire gi effetti della siccità [che
durava
ancora, da mesi, quando siamo arrivati, e ha ceduto il posto ad
abbondante
pioggia, almeno in Vojvodina ma speriamo anche altrove, il giorno della
nostra partenza].
Quanto costa mandare un bambino a scuola. Circa 8-900 dinari per
zainetto, libri, quaderni, matite. I libri non si possono comprare
usati,
per molte materie per le quali sono da fare esercizi comportanti il
riempire
a penna una o più pagine, lezione per lezione
Alla "Zastava" siamo molto preoccupati di non poter portare a termine
il
programma di ricostruzione. A livello della Repubblica, è stata
completata
la prima fase della ricostruzione industriale ed era cominciata la
seconda.
Previsto, subito dopo, l'inizio della terza, e quindi una ripresa e un
aumento della produzione industriale per l'anno prossimo. Questo
pogramma è
stato sospeso dal nuovo governo.
Attualmente sono stabilite le seguenti priorità, nell'ordine:
polizia,
esercito, programma sociale e sanitario. L'industria è al sesto posto. I
nuovi dirigenti della "Zastava" hanno approvato un nuovo programma,
basandosi su una forte somma che dovrebbe essere stanziata entro la fine
dell'anno; ma non sappiamo se ciò si dimostrerà realizzabile.
Loro intanto, alla "Zastava", avevano ripreso la produzione [noi di
ABC
avevamo visto funzionare, già nel maggio scorso, il reparto automobili],
ma
c'è l'intralcio delle interruzioni di corrente elettrica. Nei reparti
non
c'è riscaldamento, dipendiamo dalla temperatura esterna, quindi non
possiamo
essere ottimisti.
Tutti aspettano le elezioni di dicembre [parlamentari], e ciò fa
dimenticare i problemi reali; quindi la "Zastava" non potrà compiere il
proprio programma, che era finanziato dal governo. Non potremo ottenere
finanziamenti per pagare gli operai e un programma sociale. I nuovi
dirigenti hanno accettato di continuare il programma stabilito, ma non
si sa
da dove devono arrivare i soldi. Si aspettano interventi dall'estero,
mentre
la "Zastava" ha fretta .
L'eventualità di investimenti esteri è reale. La fabbrica delle auto,
che
assorbe la maggior parte dei dipendenti, ha contattato tutti i più
grossi
produttori mondiali, ottenendo solo promesse di collaborazione futura,
"dichiarazioni d'intenti". Avevamo avuto offerte da ditte estere
riguardanti
la "componentistica" (principalmente, appunto, nel ramo automobili), ma
tutto è rimasto per aria a causa delle sanzioni. Speriamo che nel
prossimo
futuro si faranno discorsi concreti. Alcune ditte ci hanno avvertito che
verranno, ma il nuovo presidente del gruppo "Zastava", Savicevic, ha
detto
che con gli accordi col capitale straniero si andrà più piano, che
dovremo
programmare vetture più moderne. Esse sono state presentate a Belgrado,
Zagabria e Skoplje.
Sempre resistenti, duri da piegare, i lavoratori della "Zastava"
erano
già avanti nel realizzare il sogno della ricostruzione. Speriamo
verranno
tempi migliori. Ci spaventa solo la possibilità che lavoratori ridotti a
condizioni di povertà non perdano la pazienza e diano luogo a una
rivolta
sociale. Speriamo che questo inverno potremo sopravvivere, grazie agli
aiuti
e alle donazioni degli amici italiani (e tedeschi). Dovreste vedere la
felicità delle famiglie quando ricevono lettere dall'Italia.

Giovedì 26 ottobre, mattina - gruppo di donne rimaste dopo la
distribuzione
delle borse di studio al "Nezavisni Sindikat" di Kragujevac e di
Kraljevo-
Una di esse ci tiene a darci nome e cognome: Gordana Cosic.

Sperano che l'inverno sarà migliore di come si sta profilando.
Aspettano che dalle nuove autorità e dagli aiuti internazionali vengano
i
mezzi per un inverno sopportabile: gas, combustibile, elettricità. La
comunità internazionale non può tirarsi indietro. Attualmente hanno
riserve
di gas cittadino solo per 10-15 giorni, arrivate dall'Ungheria. Non è
certo
una soluzione di lungo periodo.
Il Paese è nel disastro economico. Occorrono aiuti non solo per il
riscaldamento, ma per tutto: viveri, medicine. Per l'elettricità, prima
ci
aiutavano Grecia, Romania e Bulgaria. Dalla Russia, solo promesse.
In una famiglia con un membro laureato, lo stipendio medio è di 80
DM
(2400) dinari. Per una famiglia operaia, la metà. Il salario minimo
garantito è pari a 12 DM (360 dinari).
Un kg. di zucchero costa 35-45 dinari, di pane 8-10 din.; un lt. di olio
50
din.; la carne da 300 in su.
Le scarpe da bambino costano 50 DM, da uomo 50-100 DM, un maglione
10-20. Tutto ciò è quindi fuori portata di una tasca media. Soprattutto
è
grave che manchino le medicine.
Loro saranno contenti se alla "Zastava" comincerà una produzione
con
capitale estero. Loro sanno fare tutto, ma non hanno capitali. Bisogna
cambiare i direttori dei vari rami produttivi, che hanno distrutto ciò
che
era rimasto. Ma durante la notte non si può fare niente, bisogna
aspettare.
I vecchi dirigenti hanno grandi colpe, non tutti, ma molti di loro erano
dei
disonesti. Quelli che non hanno fatto niente di male, rimangano pure.
Come
direttore generale hanno messo un esponente della coalizione DOS: era
stato
direttore di complessi alberghieri. Per questo era molto noto in Europa.
Loro non accettano le "Unità di crisi". Ha ragione Kostunica: tutti
gli
aspiranti a cariche direttive vadano in tribunale a far controllare la
loro
onestà e idoneità. Nel campo culturale, ad esempio, dieci anni fa il
museo
d'arte di Belgrado ha cambiato direttore, che aveva portato artisti da
tutto
il mondo. Adesso da dieci anni è senza lavoro. Ha pubblicato molti
libri, ne
scriverà uno anche per italiani. Si chiama Zoran Gavric: scriverà una
monografia sul famoso pittore francese Marcel Duchamp. Le persone come
lui
vengono reintegrate dalla coalizione DOS nelle loro primitive funzioni.

26 ottobre- pomeriggio- Prof. Veroljub Dugalic, presidente del "Gruppo
G.17
Plus" - Come ci ha spiegato, il gruppo ha carattere umanitario ma anche
una
valenza genericamente politica di opposizione al vecchio regime e quindi
di
adesione alla coalizione DOS. Il nome si spiega col fatto che ai soci
fondatori, 17 economisti, si sono poi aggiunti numerosi professionisti
di
altri rami.
Riferiamo quanto ci ha detto, secondo l'ordine da lui spontaneamente
seguito.
Il governo di Svezia ha stanziato un milione di DM all'anno, per
borse
di studio destinate a 1000 studenti universitari in tutta la Serbia, dei
quali 700 a Kragujevac. A questa città giungono aiuti anche da Germania
e
Norvegia. Sono arrivate da poco 320 tonnellate di bitume, sufficienti
per
aggiustare 150 km. di strade. L'anno scorso veniva nafta da Venezia,
quest'anno niente. Adesso, però, la cosa più importante sono le
medicine. La
loro ricezione è già pronta.
Il prossimo inverno sarà molto difficile. Se non arrivano la nafta,
l'elettricità, ecc., i problemi saranno molto gravi. Abbiamo avuto tante
promesse: ma la gente non vede ancora miglioramenti concreti, e qualcuno
comincia a dire: "era meglio prima...". Sono urgenti aiuti umanitari di
emergenza.
E' importante continuare la collaborazione con l'Italia. I serbi da
dieci anni sono isolati. La produzione è a terra. L'industria lavora al
ritmo di 1/3 rispetto a dieci anni fa.
Lo stipendio medio è pari a 60-70 DM. Kruscevac, Kragujevac, Nis
sono
città che stanno certamente male. Ma altre città della Serbia
meridionale
stanno ancora peggio: più profughi e minore sviluppo. Nis ha avuto
l'industria del tabacco [la fabbrica è attualmente distrutta], Vranje
quella
dei mobili, ma in altri posti della Serbia meridionale non c'è quasi
niente.
Annoso problema dell'industria di Nis: esportavano prodotti da
varie
fabbriche in Slovenia, Macedonia, Croazia, Bosnia: questo adesso non c'è
più. Per mancanza di capitali e di sbocchi di mercato, ora tutti i
maggiori
sistemi industriali sono fermi. Non possiamo fare più niente senza
capitale
estero. Ci servono investitori seri.
Gli aiuti che ci servono comportano due tempi: nell'immediato, gli
aiuti
umanitari più urgenti; più in là investimenti, con interesse reciproco.
Certo, la nostra tecnologia è troppo vecchia, ma abbiamo il capitale
umano.
Inoltre, chi investisse adesso in Serbia non vi troverebbe concorrenti.
L'opposizione democratica ha vinto. Le porte sono aperte al
cambiamento:
c'è da fare il primo passo, il più difficile. Ma adesso debbono venire
aiuti
umanitari al più presto, altrimenti la gente si stanca, non vedendo
cambiamenti reali.
La popolazione - giova insistere - è stanca di soffrire, spera nel
cambiamento. Ma una riconversione dell'economia richiede del tempo. Per
il
momento ci servono aiuti immediati; da parte nostra abbiamo fatto tutto
ciò
che era necessario per averli, ma la comunità internazionale deve
accelerare
i tempi. Le cose elementari della vita, dal cibo alla corrente
elettrica,
alle medicine, ci servono subito.

Sabato 28 ottobre- Il pensionato Jovan ci riceve nella stanzetta in cui
vive, da solo. C'è appena spazio per il letto, un tavolo con sedie, una
cucina e una stufa a carbone. La sua pensione - ci dice - è
relativamente
buona, pari a 60 marchi al mese, cioè 1800 dinari. Quale paniere di beni
ci
può comprare in un mese?
Ci pensa su, prende carta e matita e ci scrive questo elenco: 300 dinari
per
il pane, 110 per l'olio, 90 per lo zucchero, 250 per la carne, 120 per
medicine, 300 per la stufa a carbone, 250 per l'elettricità, 100 per
caffè e
thè, 60 per i trasporti, 200 spese varie, 20 per tasse. Non c'è da stare
allegri, commenta, ma c'è chi sta peggio di me.

Giovedì 2 novembre- Sulla via del ritorno, ci fermiamo nuovamente alla
scuola primaria di Backa Topola. Parliamo a lungo con la signora
Smiljana
Krkovic, insegnante di matematica e fisica, profuga da Glina (Croazia).
Per
l'80% della popolazione serba - ci dice - si prospetta un inverno duro,
per
le lunghe interruzioni di corrente elettrica, loro fonte principale di
riscaldamento, il vestiario non abbastanza pesante, spesso scarpe rotte,
e
così via. Non dubita della buona volontà del nuovo governo di risolvere
questa drammatica situazione, ma senza adeguate risorse finanziarie, non
vede come sia possibile.
Il costo della vita è aumentato notevolmente dal periodo delle
elezioni
ad oggi. Sia i produttori che i commercianti approfittano del carattere
transitorio e non ancora consolidato della situazione politica. Il nuovo
governo non è ancora in grado di controllare gli aumenti, davvero
eccessivi,
dei prezzi dei generi alimentari e non solo. Siamo quasi a livelli di
fame.
Riguardo al rapporto fra marco tedesco e dinaro, pensa che il
cambio
ufficiale di 1 a 30 corrisponda a quello reale, poiché l'economia è in
pezzi. Spera che in futuro si arriverà a un rapporto di 1 a 3.
La maggior parte degli alunni della scuola rientra nella fascia
della
popolazione che può considerarsi povera, e che comprende circa l'80% del
totale. Spesso li vede seguire le lezioni non motivati, perché denutriti
e
vestiti in modo non adeguato alle temperature della regione. Hanno
l'indispensabile di libri, quaderni e altro materiale scolastico, ma
abbisognano di manuali per le esercitazioni di matematica, fisica,
chimica e
varie altre materie, nonché di vocabolari per le lingue straniere e di
testi
letterari.
Il personale docente non si trova certo in una situazione migliore:
gli
insegnanti non hanno stipendi sufficienti e, per sopravvivere, sono
costretti a svolgere anche altri lavori, a discapito della scuola.
Molto doloroso è il problema dei profughi. Anche lei appartiene a questa
categoria, da ben cinque anni. Abbiamo alloggi precari - ci dice. In 15
famiglie, 50 persone in tutto, siamo sistemati in una baracca di legno
con
15 stanze, il che vuol dire che ogni famiglia abita in una stanzetta non
più
ampia di 16 mq. Abbiamo in comune 3 WC e una doccia. In un corridoio
sono
ammassati legna, viveri in scatola, ecc. Abbiamo avuto dall'Italia,
tramite
l'UNHCR [Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati], una
lavatrice, un frigorifero e un congelatore. Ciascuna famiglia può
utilizzare
la lavatrice ogni otto giorni. Abbiamo anche una cucina elettrica, ma il
problema maggiore è farsi la doccia: ci tocca riscaldare l'acqua in
pentoloni. Ogni famiglia ha lettini da campo, un armadio di metallo, un
tavolo e un paio di sedie. Su quello stesso tavolo si prepara il cibo,
si
mangia, si studia, si fanno i compiti.
Quasi nessuno dei profughi è tornato a casa propria in Croazia,
perché
lì di dire di essere serbo uno non se lo può nemmeno sognare. E poi
anche lì
la situazione economica è degradata, c'è molta disoccupazione: per un
serbo,
trovare lavoro sarebbe ancora più difficile. Per un insegnante, ci
sarebbe
ben poco da fare, dato che gli alunni croati debbono avere soltanto
insegnanti croati. Molti profughi sono stati costretti ad andare a
vivere in
Paesi lontani: Canada, Australia, USA, Svezia, e qualcuno anche in
Italia.
Alcuni sono morti di nostalgia, altri per il dolore di aver perduto i
loro
beni, la loro dignità; altri ancora sono finiti in ospedali
psichiatrici.
La gente è sempre più alla ricerca quotidiana di come sopravvivere,
e
per molti ciò significa essere psicologicamente a rischio. E' anche
vero,
però, che noi serbi sappiamo adattarci a qualunque situazione. E' la
nostra
grande risorsa: saper scherzare su noi stessi anche nei momenti più
difficili. Moltissimi serbi, oramai, hanno toccato il fondo, ma non
hanno
perso la speranza di tornare a galla.
L'Europa può aiutarci molto a rimetterci in piedi. L'aiuto
principale
dovrebbe essere un contributo serio alla riattivazione della nostra
economia. Molti Paesi europei sono in debito con noi, dovrebbero darci
una
mano a ricostruire ciò che hanno distrutto con i bombardamenti.
Penso che la Serbia appartenga all'Europa non solo geograficamente,
ma
con la sua civiltà, il suo patrimonio culturale, con la sua gente
laboriosa
e con la nuova generazione di giovani che riesce a superare così dure
prove.


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Domenico Losurdo
"La sinistra italiana e i nuovi Hitler"

articolo apparso su Aginform n.14 (ottobre 2000)
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