Informazione

Il Presidente Milosevic si rivolge alla Nazione.

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http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/494
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http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/567 (prima parte)
http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/565 (seconda parte)

Belgrado, 2 ottobre 2000 - (Tanjug) -

Il Presidente della R.F.J. Slobodan Milosevic lunedì 2 ottobre
2000 si è rivolto alla nazione attraverso la radiotelevisione
serba.

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Cari concittadini,
nell'attesa del secondo turno delle elezioni colgo l'occasione
per esporvi la mia opinione sulla situazione politica ed
elettorale nel nostro Paese, e in special modo in Serbia.
Come voi sapete, da dieci anni sono in corso manovre per porre
tutta la penisola balcanica sotto il controllo di alcune potenze
occidentali. Buona parte di questo lavoro è stato compiuto
mediante l’insediamento di governi fantoccio in alcuni paesi,
trasformati in paesi a sovranità limitata, cioè privati a tutti
gli effetti di sovranità.

A causa della resistenza opposta dal nostro Paese a una tale
sorte, siamo stati sottoposti a tutte le forme di pressione alle
quali un popolo può essere sottoposto nel mondo contemporaneo.
Queste pressioni sono andate via via crescendo in quantità ed
intensità. Tutta l'esperienza accumulata dalle grandi potenze nel
corso della seconda metà del XX secolo nell'arte di rovesciare
governi, provocare disordini, fomentare guerre civili, screditare
o liquidare coloro che lottano per la libertà nazionale, ridurre
le nazioni e gli stati sull'orlo della miseria - tutto ciò è
stato applicato contro il nostro Paese e il nostro popolo.
Tutto quello che è stato organizzato attorno a queste elezioni fa
parte quindi della persecuzione organizzata contro il nostro
Paese e il nostro popolo, perchè il nostro Paese e il nostro
popolo costituiscono una barriera contro lo stabilirsi di un
dominio totale nella penisola balcanica.
Da molto tempo è presente in mezzo a noi un raggruppamento che,
con il pretesto di orientare i partiti politici di opposizione,
rappresenta gli interessi di quei governi che sono stati
protagonisti delle pressioni contro la Jugoslavia e specialmente
contro la Serbia. Questa lobby si è presentata a queste elezioni
sotto il nome di Opposizione Democratica Serba (D.O.S.). Il suo
vero capo non è il suo candidato alla presidenza. Da molti anni
il suo capo è il presidente del Partito Democratico,
collaboratore dell'allenza militare che ha scatenato la guerra
contro il nostro Paese. Egli non ha neanche potuto nascondere la
sua collaborazione con quelsta alleanza. Nei fatti, tutto il
nostro popolo è al corrente del suo appello alla NATO perchè
continuasse a bombardare la Serbia per tutto il tempo necessario
a spezzarne la resistenza. Il cartello che si è così organizzato
per le elezioni rappresenta gli eserciti e i governi che hanno
appena condotto la guerra contro la Jugoslavia. Rappresentando
quegli interessi, ha lanciato alla opinione pubblica il messaggio
che, con loro al potere, la Jugoslavia sarebbe uscita da ogni
pericolo di guerra e di violenza, sarebbe riavviata la prosperità
economica, il tenore di vita sarebbe migliorato visibilmente e
rapidamente, la Jugoslavia sarebbe reintegrata nelle istituzioni
internazionali, e via dicendo.
Cari concittadini, è mio dovere mettervi pubblicamente in guardia
e per tempo sulla falsità di queste promesse e sul fatto che la
situazione è ben diversa. E’ proprio la nostra politica che
garantisce la pace, mentre la loro provoca conflitti incessanti e
violenza e vi dirò perchè.

Con l’instaurazione di un governo appoggiato o direttamente
insediato dalla comunità dei paesi riuniti nella NATO, la
Jugoslavia diventerebbe inevitabilmente un Paese il cui
territorio verrebbe rapidamente smembrato.
Queste non sono soltanto le intenzioni della NATO. Queste sono le
promesse pre-elettorali della Opposizione Democratica Serba. Noi
l'abbiamo ascoltato dalla bocca dei suoi stessi rappresentanti:
- il Sangiaccato otterrebbe l'autonomia che un membro della
coalizione, leader di un'organizzazione separatista musulmana,
Suleiman Ugljanin, reclama da dieci anni- e che significherebbe,
nei fatti, la separazione definitiva del Sangiaccato dalla
Serbia.
- Le loro promesse comprendono anche l'ottenimento da parte della
Vojvodina di un'autonomia che non soltanto la separerebbe dalla
Serbia e dalla Jugoslavia, ma la trasformerebbe nei fatti in
parte integrante della vicina Ungheria.
- Nello stesso modo, altre regioni sarebbero separate dalla
Serbia, e anche alcune zone di frontiera. La loro annessione da
parte degli Stati confinanti costituisce da lungo tempo un
imperativo per questi paesi, che continuano ad incitare le loro
minoranze presenti in Jugoslavia a contribuire all'integrazione
di queste parti del nostro Paese negli Stati vicini.
- Nel quadro di questa politica di smembramento della Jugoslavia,
il Kosovo sarebbe la prima vittima. Il suo status attuale sarebbe
dichiarato legale e definitivo. Questa sarebbe la prima parte del
suo territorio cui la Serbia dovrebbe dire addio, senza poter
neanche sperare che questa parte della sua terra le possa mai
essere restituita.
- Il resto del territorio che continuerà a chiamarsi Serbia
verrebbe occupato da forze militari internazionali, USA o
comunque straniere, che tratteranno il nostro territorio come
loro zona di esercitazioni militari e loro proprietà, da
controllare secondo gli interessi della potenza che disloca il
proprio esercito di occupazione. Abbiamo visto casi di controllo
simili, e le loro conseguenze, negli scorsi decenni, e
specialmente negli ultimi dieci anni in molti paesi nel mondo e
ultimamente purtroppo anche in Europa, per esempio nel Kosovo,
nella Repubblica Serba di Bosnia, in Macedonia, per restare
intorno a noi. Il popolo della Serbia subirebbe la stessa sorte
dei Kurdi, con la prospettiva di essere sterminato ben più
rapidamente dei Kurdi, essendo meno numeroso e muovendosi su un
territorio assai più ristretto del loro.
- Quanto al Montenegro, il suo destino sarebbe lasciato nelle
mani della mafia le cui regole del gioco i cittadini dovrebbero
conoscere: ogni infrazione alla disciplina e soprattutto ogni
opposizione agli interessi mafiosi è punita con la morte, senza
alcun diritto di appello.

Vi ho descritto il destino della Jugoslavia in caso di
accettazione dell’opzione NATO per il nostro paese, con l'intento
di mettervi in guardia che oltre e più della perdita territoriale
e all’umiliazione del popolo, noi ci troveremo tutti a vivere in
un clima di continue violenze. I nuovi proprietari degli antichi
territori dello Stato di Jugoslavia e gli occupanti del restante
territorio serbo terrorizzerebbero, come è nella natura delle
cose, le popolazioni dei territori che andrebbero ad occupare.
Nello stesso tempo, il popolo serbo stesso si batterebbe
continuamente per ristabilire uno Stato serbo nel quale potersi
riunire.
Queste potenze non vogliono la pace e la prosperità nei Balcani.
Esse vogliono che questa sia una zona di conflitti permanenti e
di guerre che servano da alibi a far perdurare la loro presenza.
Un governo fantoccio è una garanzia certa di violenze, forse
anche di molti anni di guerra. Di tutto salvo che di pace. Solo
il nostro governo indipendente può garantire la pace.
Non solo questo. Tutti i paesi che si sono trovati in condizioni
di sovranità limitata e con governi sotto l'influenza di potenze
straniere si sono rapidamente impoveriti in misura tale da
distruggere ogni speranza di relazioni sociali più giuste e
umane. La divisione radicale tra una maggioranza povera e una
minoranza ricca: questo è il quadro che l’Europa orientale ci
presenta da diversi anni ormai, come tutti possono constatare. La
stessa cosa accadrebbe anche a noi. Anche noi, una volta
sottoposti al comando e al controllo di quelli che dominerebbero
il paese, avremo in breve un'immensa maggioranza di gente nella
più estrema povertà, con una prospettiva di uscirne molto, molto
incerta e lontana. La minoranza ricca sarebbe composta da
un’elite di profittatori del mercato nero, cui sarà concesso di
arricchirsi solo a patto di sottostare ciecamente al potere di
chi deciderebbe del destino del nostro Paese.
La proprietà sociale e pubblica sarebbe rapidamente privatizzata,
ma i nuovi padroni, come l’esperienza dei paesi vicini dimostra,
sarebbero di regola stranieri. Tra le rare eccezioni figureranno
coloro che avranno acquistato il loro diritto di proprietà con la
loro obbedienza e sottomissione, cosa che porterà alla scomparsa
di ogni più elementare dignità, nazionale e umana.
In queste circostanze, le principali ricchezze della nazione
diverrebbero proprietà straniera, e coloro che le già
amministravano normalmente continuerebbero a farlo nella nuova
situazione ma come impiegati di società straniere nel loro paese.
L'umiliazione nazionale, la frammentazione dello Stato e la
povertà sociale condurrebbero necessariamente a ogni tipo di
patologia sociale, di cui il crimine sarà il primo. Questa non è
una supposizione: è l'esperienza vissuta da tutti i Paesi che
hanno preso il cammino che noi cerchiamo di evitare a tutti i
costi. I centri del crimine non sono più nell'Europa occidentale,
si sono spostati verso l'Europa dell'Est da una decina d'anni. Il
nostro popolo ha già dovuto mal sopportare l'incidenza criminale
attuale, perchè noi abbiamo vissuto a lungo, dalla Seconda guerra
mondiale agli anno '90, in una società che non conosceva quasi
per niente il crimine. La criminalità a grande scala, che non
potrebbe essere evitata nel tipo di società che diverrebbe la
nostra in caso di perdita della nostra sovranità e di una parte
del nostro territorio, sarebbe tanto pericolosa per la società e
i cittadini e per il nostro piccolo popolo, che non vi è
abituato, quanto può esserlo la guerra.

Uno degli obiettivi e compiti essenziali di un governo fantoccio,
non importa in quale Paese, compreso il nostro se noi dovessimo
avere un tale governo, è la perdita di identità nazionale. I
Paesi sotto potere straniero si separano velocemente dalla loro
storia, dal loro passato, dalle loro tradizioni, dal loro stile
di vita, e spesso anche dal loro idioma letterario. Ciò sarà
invisibile all'inizio, ma una selezione molto efficacie e senza
pietà dell'identità nazionale la ridurrà a qualche pietanza
locale, qualche canzone e danza folcloristica, ed al nome di
qualche eroe nazionale utilizzato come marca di cosmetici o di
prodotti alimentari. Nel XX secolo, una delle più evidenti
conseguenze dell'usurpazione dei territori nazionali da parte
delle grandi potenze è l'annichilimento dell'identità di popolo
di questi paesi.
L'esperienza delle altre nazioni mostra che le persone possono
difficilmente sopportare la velocità alla quale esse devono
cominciare a servirsi di una lingua straniera come fosse la loro,
ad identificarsi in figure storiche straniere dimenticando le
loro, ad avere più familiarità con la letteratura dei loro
occupanti che con la loro, a glorificare la Storia degli altri
sminuendo la loro, ad assomigliare agli altri e non a sè stessi.
La perdita dell'identità nazionale è la più grande sconfitta che
una nazione possa conoscere, ed essa è inevitabile nella forma
moderna di colonialismo. Inoltre, questa nuova forma di
colonozzazione mette fuori norma, per sua stessa natura, ogni
possibilità di libertà di parola e di decisione, e soprattutto
ogni forma di creatività. Quando un Paese non è libero, esso
rifiuta ai popoli che vivono nel suo seno il diritto di esprimere
liberamente le proprie opinioni, perchè queste opinioni rischiano
di trovarsi in conflitto con l'assenza di libertà. E' per questo
che la tortura del pensiero è la forma più essenziale ed
efficacie in un paese che ha perduto la libertà. Quanto ad
esercitare il proprio libero arbitrio, è naturalmente fuori di
discussione. La libertà di decisione non è permessa che
illusoriamente. Essa è accordata solo ai lacchè dei dominatori
stranieri, perchè la loro sedicente lobertà serve agli occupanti
per proclamare di avere instaurato la Democrazia, nel nome della
quale avevano preso possesso del Paese di un altro popolo.
Io vorrei sottolinearlo particolarmente all'attenzione dei
giovani, intellettuali o sapienti: è di regola che i Paesi
privati di sovrantà nazionale siano privati del diritto al lavoro
creativo, e specialmene al lavoro creativo in campo scientifico.
Sono i centri di potere e le grandi potenze che finanziano il
lavoro scientifico, controllano i suoi risultati e decidono della
loro applicazione. Negli Stati dipendenti, i laboratori di
ricerca e gli istituti scientifici non sono indipendenti ma
operano in qualità di branche controllate da un centro. Le loro
realizzazioni devono restare entro dei limiti che non rischino di
introdurre nei Paesi e nei popoli occupati un seme di ribellione
o di emancipazione.

Al momento in cui vi parlo, siccome l'Opposizione Democratica
Serba non è sicura di raggiungere i risultati che le sono
necessari, i leader del DOS stanno accettando, con il denaro
introdotto nel paese, di far ricattare e logorare i cittadini, di
organizzare degli scioperi, di creare un clima di insicurezza e
di violenza, con l'intento di arrestare la produzione, ogni
lavoro e ogni attività. Tutto ciò ha lo scopo evidente di
arrestare la vita in Serbia, e di affermare che essa riprenderà
con successo e benessere solo quando sarà organizzata da coloro
che tra noi rappresentano le intenzioni, i piani e gli interessi
degli occupanti.
Il nostro Paese è uno Stato sovrano. Ha le sue leggi, la sua
Costituzione e le sue istituzioni. La Serbia ha il dovere e il
diritto all'autodifesa dall'invasione che è stata preparata
contro di essa attraverso diverse forme di sovversione. E i
cittadini devono sapere che partecipando ad una sovversione il
cui obiettivo è la dominazione straniera o l'occupazione del loro
Paese, essi
portano la responsabilità storica di privare il loro Paese del diritto
all'esistenza, così come la responsabilità di perdere il controllo sulla
propria esistenza. Abandonando il loro Paese in mano ad altri, a degli
stranieri, essi stanno per mettere nelle mani dello straniero la loro
vita, la
vita dei loro figli e di molte altre persone.

Io ho ritenuto mio dovere mettere in guardia i cittadini della nostra
patria
sulle conseguenze di queste attività, finanziate e sostenute dai governi
dei
paesi NATO. I cittadini possono credermi, ma non ne sono obbligati. Mi
auguro
soltanto che non si ricredano quando sarà troppo tardi, che non si
avvedano di
questa realtà quando sarà difficile correggere gli errori fatti
per ingenuità, o per errore o indifferenza, perchè quegli errori
avranno prodotto situazioni difficili e forse impossibili da
raddrizzare, e certamente non avranno mai una riparazione.
Nel dire queste cose non ho motivazioni di carattere personale.
Sono stato eletto due volte presidente della Serbia e una volta
presidente della Jugoslavia. Dovrebbe essere chiaro a tutti, dopo
questi dieci anni, che non attaccano la Serbia perchè c’è
Milosevic, ma attaccano Milosevic per attaccare la Serbia. La mia
coscienza al riguardo è assolutamente tranquilla. Ma non lo
sarebbe del tutto se io non dicessi al mio popolo, dopo tutti
questi anni trascorsi alla sua guida, quella che io penso sarà la
sua sorte, sia che il suo destino gli sia imposto da altri, sia
che ciò significhi dire al popolo che questo destino se lo sta
scegliendo con le sue stesse mani. L'errore di giudizio che
consiste nello scegliere ciò che è stato scelto da altri è il più
pericoloso degli errori di giudizio, e questa è essenzialmente la
ragione della mia decisione di rivolgermi pubblicamente ai
cittadini della Jugoslavia.

Vi ringrazio.

Presidente Slobodan Milosevic

---

Questo e' il bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'".
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Coperto dal silenzio pressoche' assoluto dei nostri media, il governo
Djukanovic annuncia il referendum per la secessione come unica
alternativa alla separazione consensuale con la Serbia, e mette fuori
corso il dinaro jugoslavo.
La moneta ufficiale e' adesso il marco tedesco.

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REFERENDUM PER LA SECESSIONE, IL GOVERNO FEDERALE SPERA
DI NO MA NON SI OPPONE

REFERENDUM YES, BUT AS FINAL SOLUTION YUGOSLAV PRESIDENT'S
ADVISOR
BELGRADE, November 22 (Tanjug) There is no problem for the
people
of Montenegro to vote for separating from Yugoslavia, if they want to,
but
they should do so in a democratic way acceptable to Europe, the Yugoslav

President's political adviser Slobodan Samardzic said on Tuesday
evening.
Until then, Yugoslavia will be represented in international
relations as a whole, a stand clearly expressed by the European Union,
Samardzic told the YU INFO television station.
Samardzic welcomed a referendum both in Serbia and in
Montenegro,
but not as "the first, but as the last resort."
"Before that, we must apply all democratic forms to help the
people get a precise image of the future joint state through
presidential
and executive bodies, views of experts and the media," Samardzic said.

DJUKANOVIC SI RITIENE PRESIDENTE DI UNO STATO INDIPENDENTE

SERBIA AND MONTENEGRO INDEPENDENT STATES MONTENEGRIN PRESIDENT

PRAGUE, November 22 (Tanjug) Montenegrin President Milo
Djukanovic said late on Tuesday in Prague that Montenegro would in the
following months invest the necessary patience in an attempt to solve
the
issue of future relations between Serbia and Montenegro through an
agreement with Serbia's new democratic government.
Djukanovic went on to say that the Yugoslav federation should
not
be involved in negotiations between Serbia and Montenegro as a third
entity. He added that, in the present situation, he sees Serbia and
Montenegro as two independent states.
Djukanovic was speaking at a joint press conference with Czech
President Vaclav Havel, who received Djukanovic Tuesday evening at his
request.
Djukanovic told journalists that he had presented to his host a

draft platform for organizing future relations between Serbia and
Montenegro. Its starting point is the acknowledgement of the present
situation in which, as he said, Serbia and Montenegro are two
independent
states.
If it turns out that there is no interest in Serbia for working

out such a solution, then it is clear that Montenegro will in the first
few
months of 2001 be compelled to call a referendum in order to test public

opinion on independence, Djukanovic said, adding that he personally
supported the idea of holding a referendum.

DJUKANOVIC A ZAGABRIA COME UN CAPO DI STATO?

DJUKANOVIC WILL ADDRESS ZAGREB E.U. SUMMIT
PODGORICA, November 22 (Tanjug) Montenegrin President Milo
Djukanovic confirmed in Prague late Tuesday that he has been invited to
attend the Zagreb summit of the European Union on November 24 and said
his
invitation was in no way different from those sent to other participants
in
the meeting.
The daily Pobjeda of Podgorica on Wednesday carried excerpts
from
Djukanovic's press conference following his meeting with Czech President

Waclav Havel. Djukanovic was quoted as saying it was relevant for him
that
he would address the Zagreb summit on behalf of Montenegro.
Djukanovic said this was very important for Montenegro, since
it
should be in every place where the future of the region to which it
belongs
is being mapped out, Pobjeda said.

"IL MONTENEGRO DEVE BADARE AI SUOI PROPRI INTERESSI"

MONTENEGRO MUST LOOK AFTER ITS OWN INTERESTS, LUKOVAC SAYS
PODGORICA, November 17 (Tanjug) Montenegrin Foreign Minister
Branko Lukovac considers that the majority of citizens of that republic
unreservedly support the project of an internationally recognized state
and
that such a position will be confirmed at a future referendum.
Speaking at a panel of the "Nansen dialogue center" in
Podgorica,
Lukovac said on Thursday evening that the position of Montenegro was to
enter into any cooperation or alliance with Serbia, just as with any
other
country or community of states, as an internationally recognized
subject.
"Now the majority of citizens, particularly young, unreservedly

support the project and such a position will be confirmed also at a
referendum," Lukovac said.
The Montenegrin Foreign Minister assessed that "in Serbia, for
the
greatest part, there is no understanding for such a proposal of
establishing future relations, and it is perceived as an aspiration for
secession."
He pointed out that the most important thing was the
disposition
of the citizens of Montenegro and that Montenegro must look after its
own
interests.

CHI RAPPRESENTERA' IL MONTENEGRO A ZAGABRIA?

WILL DJUKANOVIC AND KOSTUNICA ATTEND ZAGREB SUMMIT
ZAGREB, November 17 (Tanjug) Montenegro's President Milo
Djukanovic will 'almost certainly' not attend a summit of Balkan and
European nations in Zagreb, the Croatian Jutarnji list daily reported on

Friday, quoting an European foreign minister who spoke on condition of
anonymity.
Relying on unofficial sources, the Zagreb daily said that Yugoslav
President Vojislav Kostunica's attendance is also uncertain, allegedly
because of protests announced in Croatia against his arrival. Jutarnji
list
said that it had not been able to get confirmation of this from
Kostunica's
presidential cabinet.
An organization protecting the 'dignity of the patriotic war' has
vowed to protest both against Kostunica's visit to Zagreb and the
Croatian
officials who had failed to address with Kostunica the issues of POWs,
missing persons, and war reparations.

ANCHE A WASHINGTON IL GOVERNO DEL MONTENEGRO PARLA DI INDIPENDENZA

CONFERENCE ON YUGOSLAVIA'S RECONSTRUCTION
NEW YORK, November 14 (Tanjug) A conference on Yugoslavia's
reconstruction, which was attended by representatives of U.S. companies
interested in this endeavour and organized by the Washingtonbased Center

for Reconstruction and Development, ended late on Monday.
The meeting was attended by presidential Economic Adviser
Dragana
Djuric, as Yugoslav President Vojislav Kostunica's envoy, and
Montenegrin
government Foreign Trade Adviser Predrag Nenezic, as a representative of

Montenegro.
Djuric read a letter from the Yugoslav president in which he
expressed gratitude to the conference organizers for having rallied
those
who want to help the democratic processes and stimulate the economic
development of Yugoslavia.
Kostunica expressed sincere hopes that the conference would be
successful and that it would result in fruitful economic cooperation
between Yugoslav and U.S. businessmen.
Underscoring that Yugoslavia had begun to live a new life in
the
past 40 days and that the first results could already be felt, Djuric
stressed the extreme importance of the start of talks between Yugoslavia

and representatives of the World Bank and the International Monetary
Fund
on the country's return to these institutions.
It is the orientation of the new government and President
Kostunica to begin economic growth and development as soon as possible,
she
said, and this cannot be achieved without cementing foreign
relations. Nenezic said the Montenegrin government believes the
republic's economic and political independence would contribute to its
speedier economic development.
Djuric again took the floor after Nenezic's speech. She
emphasized
that she had believed the conference to be devoted to Yugoslavia's
reconstruction and not to the struggle for Montenegro's political
independence.

13 NOVEMBRE: IL GOVERNO DEL MONTENEGRO HA MESSO FUORI CORSO IL DINARO.
SOLO IL MARCO TEDESCO E' ADESSO LA VALUTA UFFICIALE.

YUGOSLAV DEFENCE MINISTRY AND YUGOSLAV ARMY GENERAL STAFF
SESSION
BELGRADE, November 14 (Tanjug) Senior officials of the
Yugoslav
Defence Ministry and the Yugoslav Army General Staff met at a joint
session
in Belgrade on Tuesday, the General Staff press service said today.
Discussed were current problems of military financing after
Montenegro abolished the use of the dinar in its territory.
Regarding the forthcoming reorganization and modernization of
the
Yugoslav Army, it was underscored that this is a process during which it
is
necessary to bear in mind that the military must not be placed in a
position which would threaten its role within the Yugoslav defence
system.
Also discussed were issues linked to the planning of the 2001
defence budget and the legal regulation of the status of the members of
the
Yugoslav Army and the federal Defence Ministry, the statement said.

DJUKANOVIC CHIEDE LA SEPARAZIONE CONSENSUALE

DJUKANOVIC URGES RADICAL REORGANISATION OF YUGOSLAVIA
PODGORICA, November 10 (Tanjug) Montenegro's President Milo
Djukanovic said on Friday Montenegro would hold a referendum on
secession
from Yugoslavia unless relations with Serbia were radically reorganised,

including international recognition of both.
"I think that a union between Serbia and Montenegro is
possible,
but on completely new foundations", Djukanovic said in an interview with

the Associated Press.
"Presentday Yugoslavia must be changed to the union of two
internationally recognized states", he added.
The United States, Germany and other western countries are
urging
Montenegro to abandon its push for independence as it jeopardises
Western
plans for peace in KosovoMetohija, the Balkans' powderkeg, according to
the
AP.

IN MONTENEGRO IL MARCO TEDESCO VALE 36 DINARI

YUGOSLAV DINAR NO LONGER LEGAL TENDER IN MONTENEGRO AS OF
MONDAY
PODGORICA, November 10 (Tanjug) Yugoslavia's currency, the
dinar,
will no longer be legal tender in Montenegro as of Monday, November 13,
according to that Yugoslav republic's senior financial official on
Friday.
Dimitrije Vesovic, who heads the Montenegrin Payments and
Accounts
Service, said the people could trade in their dinars for deutsche marks
at
a 36to1 exchange rate by Monday, with a certificate to prove the origin
of
the dinars.
The Montenegrin parliament last week passed a law on the
central
bank, which envisages for scrapping the dinar in favour of the Dmark.
YUGOSLAV DINAR TO BE EXCLUDED FROM MONTENEGRIN PAYMENT SYSTEM
PODGORICA, Nov 9 (Tanjug) The Yugoslav national currency
(dinar)
will be excluded from the payment system of Montenegro on Monday,
Nov.13,
monetary authorities in Podgorica said on Thursday.
According to them, the law on the Central Bank of Montenegro
will
come into force on Nov.11, and there is no reason for its provision,
which
stipulates an end to the use of the dinar in the payment system, not to
be
applied starting next Monday.
The exact day of this "operation" will be determined at
Friday's
meeting of the Monetary Council of Montenegro.
The meeting will also discuss the procedure of converting the
existing dinar mass from the drawing accounts into Dmarks.

DJUKANOVIC: "I PROBLEMI SENZA MILOSEVIC RESTANO"

DJUKANOVIC WANTS YUGOSLAVIA REPLACED BY UNION WITH SERBIA
PRAGUE, Nov 6 (Tanjug) Montenegrin President Milo Djukanovic
said
in Prague late on Sunday the existing Yugoslav state, "which is not
functioning, should be replaced by a Union of Serbia and Montenegro,
with a
common army, foreign policy and currency".
In a programme rerun on Monday, Djukanovic was quoted as saying

that the "federation of Serbia and Montenegro has been a fiction from
the
start...
"Problems have not ended with the departure of Slobodan
Milosevic
as Yugoslav president.
"Over the past three years, Montenegro has taken over from the
federal state a part of its functions in order to protect itself against

the dictatorship of Slobodan Milosevic.
"This state should now be legalised, and Serbia and Montenegro
recognised as international entities represented in the United Nations",
he
stressed.
Djukanovic said that only the army and flight control were
operational of all federal institutions, and that it would be irrational

"to try on this basis to form some kind of fourth Yugoslavia from the
two
independent states".

IL GOVERNO DEL MONTENEGRO NON RICONOSCE LA SOVRANITA' FEDERALE SUL
TERRITORIO DEL MONTENEGRO

YUGOSLAV GOVERNMENT DECISIONS WILL NOT BE VALID IN MONTENEGRO
BELGRADE, Nov 6 (Tanjug) Montenegrin presidential adviser
Miodrag
Vukovic has told the British Broadcasting Corporation that the decisions
of
the federal government will not be valid in the territory of Montenegro,

Belgrade's Radio B92 said on Monday.
"Montenegro also does not intend to place any of its functions
back to the federal level, either," Vukovic said.
"There must be respect for the fact that the present Yugoslavia
is
a temporary state which should do certain jobs for Serbia, and partly
also
for Montenegro," he said.
Yugoslav President Vojislav Kostunica himself has asked for a
delay in the defining of Montenegro's status, he said.
Visiting Montenegro on two occasions, Kostunica "told us
publicly,
actually asked us, not to do anything and not to step up the processes
of
defining the statelegal status of Montenegro until a democratic Serbia
is
constituted," Vukovic said. "Kostunica is himself aware that this
Yugoslavia is a transitional solution," Vukovic said.

NEMMENO L'AMMISSIONE DELLA RFJ ALL'ONU PUO' SEDARE LA SPINTA
SECESSIONISTA

YUGOSLAVIA'S ADMISSION TO U.N. DID NOT RESOLVE
RELATIONS BETWEEN ITS TWO REPUBLICS - DJUKANOVIC
BELGRADE, November 3 (Tanjug) Montenegrin President Milo
Djukanovic said late Thursday in an interview to Serbian Radio
Television
that Yugoslavia's admission to the United Nations has created conditions

for Serbia to receive international credits so that it can start
resolving
its major economic problems as soon as possible, but that this did not
resolve the issue of relations between Serbia and Montenegro.
During the process of adoption of the decision to admit
Yugoslavia
to the United Nations, Montenegro had informed the SecretaryGeneral and
all
international organizations that this Republic "welcomes what has
transpired in Serbia" and that it is interested in Belgrade receiving
substantial economic aid as soon as possible for settling its economic
problems, Djukanovic said.
"At the same time, we informed them that we have begun a
process
of talks with Serbia on the redefining of our relations, and that one of

the possible models is that Serbia and Montenegro could be U.N. members
in
future," he said, adding that "this does immediately provide a solution
for
relations between Serbia and Montenegro."
Speaking about the September 24 elections in Yugoslavia,
Djukanovic said the results of these elections both in Montenegro and in

Serbia had been "fascinating."
"In Serbia, the Democratic Opposition of Serbia (DOS) took part
in
the elections and carried off a glorious victory over dictatorship, and
in
Montenegro, the people also carried off a great democratic victory by
boycotting an attempt to humiliate Montenegro," Djukanovic said.
The danger of a war breaking out in southeastern Europe has
been
removed with the fall of Slobodan Milosevic, he said.
"I believe this is a time when we have, I trust, enough
democratic
sense in the majority policies both in Serbia and in Montenegro, to try
and
agree on a solution which will satisfy the majority populations in
Serbia
and Montenegro, and which will open prospects for Serbia and Montenegro
to
become part of developed European society," Djukanovic said.

IL REFERENDUM PER LA SECESSIONE SI TERRA' ENTRO GIUGNO

REFERENDUM BY JUNE 2001
PODGORICA, November 3 (Tanjug) A referendum on state status
will
be held in Montenegro by June 2001 at the latest, irrespective of the
agreement that might be reached on future relations between Montenegro
and
Serbia, the daily Vijesti of Podgorica said on Friday.
The daily carried conclusions from a closed session of the
leaders
of the ruling coalition in this Yugoslav republic.
Vijesti said presidents Milo Djukanovic of the Democratic Party
of
Socialists (DPS), Dragan Soc of the People's Party (NS), and Zarko
Rakcevic
of the Social Democrat Party (SDP) concluded at the meeting held late on

Wednesday that preparations for the referendum should begin immediately.

Work on the law on referendum and media rules on the referendum

campaign should be completed by the end of December.
Djukanovic, Soc and Rakcevic agreed the best alternative would
be
for all parliamentary parties to agree about the contents of the law by
consensus.

SECONDO IL GOVERNO MONTENEGRINO LA RFJ E' UNO STATO SENZA SOVRANITA' IN
KOSOVO COSI' COME IN MONTENEGRO

MONTENEGRO BELIEVES "PROBLEM STATE" HAS BEEN ADMITTED TO U.N.
BELGRADE, November 2 (Tanjug) Montenegrin President Milo
Djukanovic's adviser has said in a statement to Tanjug, commenting on
Yugoslavia's admission to the United Nations, that it would have been
better and more rational if relations between Serbia and Montenegro had
first been settled, since a "problem state" has been admitted to the
world
organization.
This state has no sovereignty over Kosovo and Metohija or
Montenegro and it is absolutely illegitimate to Montenegro, Miodrag
Vukovic
said late on Wednesday.
"The international community is unbelievable," he said. "Why is
it
in a hurry to admit a state which is temporary both for Serbia and for
Montenegro."
Vukovic asked why they did not wait for an agreement on the
state
which will be called a community of Serbia and Montenegro, and which
would
be admitted to the U.N. separately, as Montenegro proposes.
"The Federal Republic of Yugoslavia inherited by Kostunica has
neither national nor formal legitimacy," he said. Montenegro does not
intend to transfer to Yugoslavia "that part of its sovereignty which is
currently within its state portfolio," said Vukovic.

DJUKANOVIC NON SI FA RAPPRESENTARE DA KOSTUNICA

DJUKANOVIC'S DELEGATION TO GO TO ZAGREB WITH KOSTUNICA'S
DELEGATION
ZAGREB, October 31 (Tanjug) Montenegrin President Milo
Djukanovic's delegation to the European UnionBalkans summit in Zagreb
should be part of the delegation of Yugoslav President Vojislav
Kostunica,
EU states maintain, as quoted by a Croatian paper on Tuesday.
This view is held by France, which holds the EU rotating
presidency, and shared by the other EU members, on the grounds that this

Yugoslav republic does not have state status, Vecernji List writes.
If Djukanovic does sit down behind Kostunica, then he will be
recognising the present political and legal order in Yugoslavia and
signalling that he is no longer considering independence, the paper
says,
asking how he would explain this back in Montenegro.
Should Djukanovic refuse to attend the November 24 summit on
these
terms, however, he risks being branded a bad guy, destructive and
uncooperative, Vecernji List says.
The Zagreb daily believes Djukanovic will not be able to get
any
international support for Montenegro's independence as long as Kostunica

"dances to the western tune".
This is the fate and political weight of statesmen and
politicians
in these climes, according to the paper.

---

Questo e' il bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'".
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono il Coordinamento, ma
vengono fatti circolare per il loro contenuto informativo al
solo scopo di segnalazione e commento ("for fair use only").

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Gratis sotto
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E' uscito il nuovo video di Fulvio Grimaldi
"POPOLI DI TROPPO" Guerre e embarghi dell'imperialismo negli ultimi 50
anni
Videoesperienze "VisioNando"
50 minuti 30.000 lire
per ordinazioni: fax 06 5896991

---

Venerdì 24 Novembre alle ore 18 presso la casa della Pace in via di
monte Testaccio 22 Dibattito su: GOLFO, MEDIORIENTE, BALCANI-QUALE PACE
NELLE AREE DI CRISI?
Interverranno:
- Haissam Elhussain (dell'associazione Palestinese "fedeltà all'uomo e
alla terra)
- Aldo Bernardini (docente di diritto Internazionale)
- Claudio Moffa (Università di Teramo)
- Convoglio di Solidarietà internazionalista Giorgiana Masi
- Contropiano
- Campo Antimperialista

Al termine del dibattito Cena Palestinese

---

==========================
29. XI 1943. 29. XI 2000.
==========================

GIORNATA DELLA REPUBBLICA
Anniversario della Conferenza di Jajce, fondazione della
REPUBBLICA FEDERATIVA SOCIALISTA DI JUGOSLAVIA
valore attuale di un'esperienza per il comunismo
e la fratellanza tra i popoli

MERCOLEDI 29/XI/2000
Casa del Popolo "G. Canciani"
Sottolongera, Via Masaccio 24
ore 18:30

Smrt fasizmu, sloboda narodu
Smrt fasizmu, svoboda narodu
Morte al fascismo, libertà ai popoli

ASSOCIAZIONE/DRUSTVO JOSIP BROZ TITO
josipbroztito@...

(vedi allegato per il comunicato in sloveno e
serbocroato in caratteri latini e cirillici)

---

(...) mi giunge notizia che all'ospedale di Pancevo, reparto per la
transfusione del centro "juzni banat" c'è urgentissimo bisogno
di materiali, per test sul gruppo sanguigno e altro.
ecco quanto richiesto da Pancevo

>> > 1. anti D monoclonal IgM 100 ml (10 x10)
>> > 2. anti D monoclonal polyclonal IgG 100 ml (10 x 10ml)
>> > 3. ELISA TESTS na syphillis
è molto importante ricordare che i test si fanno con
l'attrezzatura organon e macler.

chi ha denunciato la assoluta necessita di tali materiali è la signora
Beba
Stepanoff, segretaria della Sindaca di Pancevo dott. Borke Kruske,
durante
i contatti che stiamo tenendo con Pancevo, grazie a cittadini di Pancevo
attualmente in Italia.
Chiunque sappia qualcosa sul come ci si possa procurare questi materiali
con urgenza e spedirli a Pancevo lo puo' segnalare al municipio di
Pancevo
(Beba Stepanoff), all'indirizzo mail sotto indicato, gliene saranno
grati.

pancevo@...

alberto tarozzi.

Project title MEDICAL EQUIPMENT DONATION

Recipients Organization Blood Transfusion Center, GENERAL HOSPITAL
Address Pancevo, Milosa Trebinjca
11
Contact Persons Dr. Jelena Pesic, manager
Dr. Mirjana
Grujic-Arsenovic, specialist
Tel 013 511 645 [presumo che dall'italia il numero sia 0038113 511645.]

Fax 013 381 13, 317 956 [presumo che dall'italia il numero sia 0038113
317956].

Background and history of the organization
Transfusion center was founded 1967. Since than it became large center
that
provides blood and blood components for Regional General Hospital with
750
beds, within well developed departments of all basic surgical branches,
maternity department, department for eternal diseases for adults and
children, neonatalogy, hemodialisis, surgical intensive care. The stuff
consists of 4 specialists and 14 tehnicians. The equipment in center is
15
years old, but still in order.

They provide safe blood transfusion as well as blood components only
from
voluntary donors from municipalities Pancevo, Bela Crkva and Alibunar
(territory of South Banat).
Mobile crew collects in transfusion center or in local ambulances in
surrounding villages twice a week the blood. In 1999. There were 4835
voluntary donors only in Pancevo, which make 96,5 percents of estimated
number according to world standard. The hospital is public, and blood
for
users is free. They ought to have in every moment enough, sufficient all
necessary materials which should ensure safety blood program.

Reasons for the project

Due to the present circumstances, Blood Service Center is facing
constant
lack of necessary material for blood collecting and testing, and it is
not
able anymore to ensure enough quantity of safe blood from voluntary
donors,
which put their patients in critical conditions. Recently they were in
the
position to call off all further surgery because of such circumstances.
The
hospital is in the town that is largest industrial center, known for
being
severely polluted with chemicals that are considered carcinogenic and
mutagenic (mercury, VCM, EDC and similar), and huge amount of that was
spilled into water and soil after targeting. It is to be expected that a
number of lethal disease will increase, and it is already high.
Therefore
we ask for help.

Goals and expecting results

Speaking of terms and market value, unfortunately this donation is not
long
lasting like any other possible since it is disposable, but it is
precious
because it will for sure save life several persons including children.
From
that point of view the significance of this donation exceeded this
value.

Target groups

As previously mentioned, the estimated number of voluntary donors in
area
that this center covers with its work is 7019 per a year (last year). In
addition to this, Blood Transfusion Center is testing blood in blood
types,
serious diseases and presence of the anti body elements that causes
severe
health problems on patients. Their work includes the same regular
testing
in healthy people. Besides, patients who need blood after surgery
treatments in all of the surgical sections mentioned above, are also
target
group. Blood giving and receiving in this hospital is completely free of
any charge.

The following list is a summary for the monthly need for regular use.
IMPORTANT: All testing is done on MACLER and ORGANON equipment .

article

1. double blood bags 350 ml x 7
2. double blood bags 450 ml x 7
3. triple blood 350 ml x 5
4. quadriple blood bags 450 ml x 1

ELISA TESTS

1. anti HIV x 9
2. anti HCV x 9
3. HBs AG x 9

TEST SERUMS

1. anti A 10 x 10 ml
2 anti B 10 x 10 ml
3. anti AB 10 x 10 ml
4. anti D 10 x 10 ml
5. anti D IgM 10 x 10 ml x 10 x pack
6. Anti M 2 ml x 2
7. Anti N 2 ml x 2
8 Anti Kell 5 ml x 2
9. Anti Cellano 5 ml x 2

Aproximate value of the listed articles is 30.000 DEM in domestic
market.
Since the blood testing is *chain process* we kindly advise to lessen
the
listed articles in percentage in the case that your donation can not
cover
the whole budget.

---

PRESENTAZIONE DEL LIBRO "CONTRO LE NUOVE GUERRE" (Odradek, 2000)

A distanza di un anno dal seminario tenutosi a Roma (21 giugno 1999) da
cui ha avuto luce "Imbrogli di guerra" (Odradek, 1999), il Comitato
"Scienziate e scienziati contro la guerra" ha promosso presso il
Politecnico di Torino un convegno scientifico sul tema:
"CULTURA, SCIENZA E INFORMAZIONE DI FRONTE ALLE NUOVE GUERRE"
(22 e 23 giugno 2000). Informazioni sul convegno si trovano al sito
web: http://www.iac.rm.cnr.it/~spweb/convegni/index.html

L' iniziativa ha da un lato ripreso ed aggiornato alcune delle analisi
gia' presentate durante l'incontro tenutosi a Roma, circa i rischi per
la salute umana e per l'ambiente dovuti all'uso di uranio impoverito e
all'inquinamento chimico causato dai bombardamenti della recente guerra
di aggressione della NATO contro la Repubblica Federale Jugoslava, e
dall'altro e' tornata sulle connessioni fra la guerra nei Balcani e gli
scenari delle crisi ambientali globali.
L' evoluzione dello scenario internazionale ha reso pero' necessario un
contributo piu' ampio al dibattito sulle implicazioni di pace e di
guerra
insite nei modi di produrre informazione, di costruire rappresentazioni
storiche, di definire norme e valori.
Non ci si e' quindi soltanto soffermati sullo specifico caso jugoslavo
(che peraltro e' stato approfondito grazie anche al contributo di
colleghe
e colleghi jugoslavi presenti al convegno), ma si è cercato di
continuare
un ragionamento piu' ampio circa le responsabilita' degli operatori
della
cultura, della scienza e della tecnologia nel rendere possibili le
guerre:
per poterle fare, occorre prima di tutto attrezzarsi e predisporre la
societa' mentalmente e materialmente a volerle fare.

I responsabili della cultura di guerra risiedono in tutti i campi del
sapere, da quelli umanistici - dove concorrono a costruire i pregiudizi,
rafforzando sensi di identita' in conflitto ed etiche intrinsecamente
discriminanti -, a quelli scientifico-tecnologici che forniscono anche
in
concreto non solo le armi ma i sistemi essenziali all'organizzazione e
al
funzionamento degli apparati militari.

Il convegno ha permesso di allargare lo scambio tra esperte ed esperti
di
discipline diverse intorno ai temi della guerra, nella consapevolezza
che,
nonostante taluni scienziati abbiano spesso collaborato in modo
determinante
alla realizzazione di strumenti di distruzione e di morte, l'impegno di
chi opera nei campi della ricerca e dell'informazione puo' contribuire a
prevenire l'insorgere di nuove guerre. Tale assunzione di
responsabilita'
appare tanto piu' urgente per chi intreccia ai compiti di ricerca anche
funzioni didattiche e di formazione, perche' con il proprio lavoro puo'
aprire spazi orientati a relazioni di pace anziche' di scontro violento.
E' stato quindi un secondo tentativo di attrezzarsi piu' adeguatamente
per operare alla ricerca del dialogo, della tolleranza e della
accettazione del diverso da se'.

Durante questo incontro le differenze su modi, strumenti di analisi e
paradigmi di riferimento sono emersi anche fra i partecipanti: il
confronto
tra diversi approcci sia al sapere scientifico che alle tematiche della
guerra
e della pace sono stati elementi molto importanti dell'incontro di
Torino.
I partecipanti hanno riscoperto che cosa li accomuna: l'insoddisfazione
per
la certezza assoluta del sapere e, all'opposto, il piacere del dubbio
sistematico, dell'accettare la sfida del confronto, del dibattito anche
polemico ma finalizzato ad ampliare costantemente le capacita' di
comprensione
di quanto ci circonda, dei problemi che esaminiamo e che decidiamo di
affrontare; infine, il rifiuto di aderire alle schiere dei dominatori,
di
coloro, cioe', che usano le scienze e le tecnologie per proiettare sul
nostro pianeta inquietanti scenari di guerra.

E' stato, insomma, un ulteriore segno della vivacita' del Comitato
scienziate
e scienziati contro la guerra che da oltre un anno affronta appassionate
discussioni in rete (scienzaepace@...) sui temi della pace,
degli
armamenti, delle crisi ambientali, come pure delle biotecnologie, della
genetica, delle vittime della guerra e degli ultimi scenari, come la
Palestina.

Si spera ovviamente che quanto viene qui presentato sia nuovamente uno
strumento per promuovere dibattiti anche oltre i confini del mondo
scientifico
dando, a noi come ad altre/i, occasioni di confronto, riflessione ed
elaborazione
culturale e scientifica per la costruzione della pace e di modalita'
diverse di
comunicazione tra i saperi e di risoluzione dei conflitti.

Gli atti del Convegno si trovano dunque nel libro "Contro le Nuove
Guerre", a
cura di Massimo Zucchetti , edito da Odradek, pagine 282, lire 24000.

Vi si trovano i contributi degli autori:
Angelo D'Orsi, Giovanni Salio, Ivan Grzetic, Mica Saric Tanaskovic,
Carlo Pona,
Alberto Di Fazio, Angelo Baracca, Francesco Polcaro, Giulia Barone,
Franco Marenco, Andrea Martocchia, Adriana Valente, Enrico Peyretti,
Antonino
Drago, Cristina Giannardi, Daniele Dominici, Mauro Cristaldi,
Associazione "Medici contro la Tortura", Natasa Lazovic, Luciano
Vasapollo,
Francesco Iannuzzelli, Lucas Gualdron, Marcella Delle Donne.

Il prezzo d'acquisto del volume e' destinato a coprire in parte le spese
di
pubblicazione, nonchè a finanziare le future attivita' del Comitato
"Scienziate e Scienziati contro la guerra", che sono ampie
e, purtroppo, sempre piu' attuali e necessarie.


Per informazioni e per ordinare il libro:
Massimo Zucchetti
DENER - Politecnico di Torino
Corso Duca degli Abruzzi, 24
10129 Torino
Tel: +39.011.564.4464
Email: zucchetti@...

Per informazioni sul Comitato:
Sito web: http://www.iac.rm.cnr.it/~spweb/

---

Il Comitato contro la guerra e la NATO - Ravenna
vi invita ad aderire alla campagna:

"MADE IN IRAQ"
PER NATALE DATTERI IRACHENI CONTRO L'EMBARGO

Chi è stato in Iraq ha potuto ammirare enormi distese di palme che si
allungano a perdita d'occhio sotto il sole. Uno spettacolo unico,
soprattutto al tramonto in riva ai due grandi fiumi che attraversano il
paese. Sono piantagioni di datteri che hanno fatto dell'Iraq il primo
produttore mondiale di questo frutto del deserto arrivando a coprire, il
30%
della produzione. I datteri, sono coltivati in Mesopotamia fin dal 4.000
avanti Cristo, ed ancora oggi viene effettuata la impollinazione manuale
(la
palma da dattero è una pianta sessuata, in una piantagione si trovano un
maschio ogni 50 femmine) secondo una antica tecnica consistente nel
legare
un fiore maschile rovesciato su un bocciolo di fiore femminile. Essi
sono
parte integrante della dieta irachena, vengono consumati sia freschi che
secchi (come li conosciamo in Italia). Con essi viene prodotto una
dolcissima marmellata che si trova al mattino su tutte le tavole.
Prima della Guerra del Golfo con 400.000 tonnellate di esportazioni
costituivano la seconda voce nell'export iracheno. Oggi vengono
coltivati
solo per il consumo interno.
La importazione di datteri dall'Iraq organizzata da Un ponte per. in
violazione dell'embargo, sarà la prima rottura dell'embargo commerciale
contro l'Iraq da parte del nostro paese.

23 DICEMBRE 2000
GIORNATA NAZIONALE DI DISOBBEDIENZA CIVILE CONTRO L'EMBARGO
VENDIAMO E COMPRIAMO I DATTERI IRACHENI IN TUTTE LE PIAZZE
PER PARTECIPARE: 066780808 (FRANCESCA)


SI' VOGLIO I DATTERI "MADE IN IRAQ"
Sostengo così la azione di rottura unilaterale dell'embargo commerciale
all'
Iraq promossa da Un ponte per.
Sono consapevole che l'embargo internazionale la vieterebbe, ma
l'embargo ha
già ucciso oltre un milione di civili, ed anche questo sarebbe vietato
dalle
convenzioni internazionali sui diritti umani.

IMPORTATE PER ME N. confezioni di datteri
NOME E COGNOME
INDIRIZZO
CAP _____________ CITTA'______________________________________ TEL
_____________________
Riceverò i datteri per il prossimo Natale e pagherò in contrassegno la
cifra
di Lit. 10.000 per ogni confezione ordinata.
Data ___________ Firma __________________

inviare al fax 06.6793968 o lettera a "made in iraq" via della guglia
69/a
00186 roma

---

Sono a disposizione, per chi lo ritenesse opportuno,
due testi molto utili per approfondire la "questione
Jugoslavia":

1° Jugoslavia una guerra del capitale

a lire 10.000 più spese di spedizione. E'un testo
d'indaggine approfondita sulle cause dei conflitti
balcanici, al di fuori delle false ricostruzioni di
comodo della disinformazione ufficiale.

2° Il metallo del disonore:l'uranio impoverito

a lire 15.000 più spese di spedizione. Esso contiene
la denuncia documentata,scientifica, militante della
guerra condotta con armi all'D.U.:il nuovo tipo di di
guerra totale che il pentagono ,la nato,l'Occidente
tutto hanno innagurato dieci anni fa sperimentandola
sulle carni del popolo irakeno,ed hanno poi
gloriosamente replicato in Bosnia ,in Kosovo ed in
Serbia contro i popoli jugoslavi.
possono essere richiesti al Centro di documentazione
sul movimento operaio Wilhelm Wolff di Marghera sito
in P.le Radaelli , 3 (VE)
e-mail wilhelm_wolff@...

---

Committee for Peace in the Balkans (UK)
Update No 13 - October 2000

MARK LITTMAN QC PAMPHLET AVAILABLE
Neither legal nor moral:
How NATO's war against Yugoslavia breached international law
By Mark Littman QC
with an introduction by Alice Mahon MP Mark Littman QC's pamphlet
deconstructs NATO's war on Yugoslavia, explaining why it was illegal and
why one should doubt the 'moral' justifications for the intervention.

Published by the Committee for Peace in the Balkans, price £3 plys 50p
p&p.

Please note: the CfPiB's telephone no. is now 020 7582 6263.

Anyone who contacts the previous number will be redirected to the above
number.

---

>> Friday 20 October, 2000 at 2:00 pm
>> Metro Cinema, Rupert Street, nr Picaddily Circus;
>> phone: 020-7734-1506
>> Entrance: £6.50 Concessions: £4.00
>>
>>
>> Raindance Film Festival presents the screening of:
>>
>> "Yugoslavia: The Avoidable War"
>> Documents a Decade of Foreign Intervention In The Balkans
>>
>>
>> Could the violent break up of Yugoslavia have been avoided? What role
did
>> Western intervention play in the tragedy that consumed the multi-ethnic
>> country? "Yugoslavia - The Avoidable War," a two hour and forty-five
>minute
>> film, addresses these questions in a well-documented, powerful indictment
>of
>> misguided intervention in the region.
>>
>> The documentary which took four years to produce, and which was updated
>> following NATO intervention in Kosovo, investigates how serious errors
and
>> misjudgments made by Western powers - particularly Germany and the United
>> States -- helped spark the violent break up of the former Yugoslavia in
>1991
>> and continue to destabilize the region in the new millennium. Produced
by
>> Frontier Theatre and Film Inc., "Yugoslavia the Avoidable War" documents
>the
>> role of Western intelligence agencies in providing aid to armed
>separatists
>> and reveals how Western governments supported different sides in an
ethnic
>> conflict while portraying themselves as peacemakers. Most compelling are
>> the candid statements of the decision-makers themselves, including former
>EC
>> Mediator Lord Peter Carrington, former US Secretaries of State James
Baker
>> and Lawrence Eagleburger, as well as Germany's former foreign minister,
>Hans
>> Dietrich Genscher.
>>
>> "What the international community -- the Europeans, the Americans the
>N --
>> did, made it sure there was going to be conflict," states Lord Peter
>> Carrington, the EC mediator, who along with UN envoy Cyrus Vance warned
>> against diplomatic recognition of separatists states such as Croatia and
>> Bosnia, before a political settlement could be achieved. "US
intelligence
>> agencies were unanimous in saying that if we recognize Bosnia it will
blow
>> up," says former State Department official George Kenney. Yet, according
>to
>> former acting US Secretary of State Lawrence Eagleburger, domestic
>political
>> considerations -- the 1992 election campaign between William Clinton and
>> George Bush - led to the tragic decision to recognize Bosnia without a
>> political settlement between the Muslims, Serbs and Croats. The film
>makes
>> a powerful argument that the US drew the wrong lesson of from the Bosnian
>> conflict to justify intervention in the civil war that simmered in
Kosovo.
>>
>> The manipulation of news coverage by the warring sides is explored in
>> compelling footage and in interviews with veteran journalists such as
>David
>> Binder of the New York Times and John MacArthur, columnist and publisher
>of
>> Harper's Magazine, as well as authors Susan Woodward and Ted Galen
>> Carpenter. The documentary offers powerful evidence of US involvement in
>> "Operation Storm" the Croatian army's violent expulsion of the ethnic
>> Serbian minority in 1995, an action which offered an eerie parallel with
>the
>> expulsion of Albanian refugees in Kosovo by Serbian forces following NATO
>> intervention on the side of the Kosovo Liberation Army (KLA).
Compelling,
>> candid interviews from military officers including UN Commanders Sir
>Michael
>> Rose, Lewis MacKenzie and former Pentagon Chief of Staff General Colin
>> Powell elucidate how Western policymakers blundered by taking sides and
by
>> relying on military means to settle political problems.
>>
>> Co-producers of "Yugoslavia: The Avoidable War" are George Bogdanich New
>> York based documentary film maker and Martin Lettmayer a German
>television
>> producer based in Munich, who is currently working on a documentary in
>> Central America. An earlier version of the film, completed prior to the
>> conclusion of NATO's intervention against Kosovo, was named the "Best
>Social
>> Documentary" by the New York International Independent Film and Video
>> Festival in September of 1999. In April of this year, the LA Weekly
>called
>> the film "truly accomplished," adding: "The numerous strategic missteps
>by
>> the West and the endless political doublesspeak are carefully detailed.
>The
>> tragedy of the situation seems to multiply before your eyes as the film
>> clearly proves that so much of the bloodshed could have easily been
>> prevented."
>>
>> ENDS
>>

---

BALKANIKA 2000

BALKANIKA è un progetto di produzione di eventi artistico-culturali
legati alle vicende e alle tradizioni dei popoli che abitano e hanno
abitato le regioni sud-orientali dell'Europa, con il principale intento
di promuovere tra i giovani lo sviluppo e la scoperta di radici
culturali di una parte dell'Europa poco conosciuta. La regione dei
Balcani ha prodotto nei tempi tinte, suoni e musicalità che possono
diventare l'oggetto di nuove contaminazioni creative tra le nuove
generazioni, attraverso l'occasione di incontro di gusti e mode che, per
la loro specifica diversità, possono, riconoscendosi, proporre fertili
integrazioni.
Crocevia di incontri e scontri tra razze e antropologie culturali
differenti, tale parte del nostro continente è stata attraversata da una
storia diversa da quella delle popolazioni dell'Europa occidentale,
sviluppando sensibilità umane ed espressive ricche di una loro propria
autentica originalità.
Tra i giovani di quei Paesi le matrici culturali e musicali tradizionali
sono state più a lungo conservate e rielaborate, anche a seguito degli
effetti di isolamento dovuti a quei regimi totalitari che non
permettevano alle influenze musicali ed alle culture giovanili di
matrice occidentale e "borghesi" di raggiungere il pubblico dei giovani
dell'area balcanica. Molte sono le band musicali che fin dall'inizio si
sono concentrate proprio tra i giovani ad offrire le proprie locali
musicalità, in sé già ricche di storia e tradizioni, spesso ispirate da
influenze ancora più orientaleggianti.
Tra i giovani dell'area balcanica si sono così consolidati valori e
patrimoni musicali assai specifici ed ancor oggi quasi sconosciuti ai
coetanei dell'Europa occidentale. Tali mode musicali hanno continuato
nei Balcani a produrre spettacolo e ad alimentare di atmosfere uniche e
caratteristiche le feste ed i ritrovi giovanili.
Il primo evento con cui si inaugura "Balkanika", è dedicato soprattutto
alla musica, in particolare quella zingara che si è adattata e si è
lasciata contaminare dai ritmi caratteristici del folclore locale, di
quei popoli autoctoni e originari dell'area dei Balcani.
Al Palalido di Milano, dal 30 novembre al 3 dicembre del 2000, una sera
dopo l'altra, si alterneranno i migliori gruppi musicali della
tradizione "gipsy" di quei Paesi. In particolare suoneranno per la prima
volta in Italia gruppi che nel proprio Paese hanno un successo e una
fama consolidati.
Dalla Bulgaria la band di Ibro Lolov, il maestro della fisarmonica, e la
voce splendida di Stefka Sobotinova. Dalla Turchia la cantante canadese
Brenna McCrimmon, appassionatasi delle tonalità zingare dell'Anatolia,
accompagnata da una band di ottimi musicisti turco-gitani . Dalla
Romania il gruppo zingaro di ottoni dei "Fanfara Çiocarlie" proporrà
pirotecnici sbalzi di note e dalla Bulgaria Peter Bonev, un rocambolesco
suonatore di "gajda" e compositore sulla base dei temi musicali
tradizionali, attraverserà le vie del centro città e si immergerà tra il
pubblico dei concerti; e ancora dagli USA la band gitano-bulgara del
sassofonista Yuri Yunakov, proporrà temi e melodie tradizionali con
strumenti più moderni.
Le atmosfere riprodotte saranno la vera novità. Queste musiche ci
condurranno a danze spontanee e sensuali, quelle che i giovani
dell'Europa orientale tra loro hanno sempre continuato a ballare con
ritmi sinuosi alternati da allegria e malinconia.
Il sapore della festa, della sapiente festosità zingara, attraverserà
una grande pedana da ballo, dove giovanissime ma esperte danzatrici del
ventre suggeriranno tempi e movimenti.
Per tutta la durata della Festa saranno in funzione due punti ristoro.
Un ristorante di cucina balcanica, con tipiche proposte gastronomiche e
suggestive atmosfere. Un servizio di self-service che propone i piatti
più diffusi di quell'area del mondo.
Un angolo del Palalido sarà riservato a una mostra di giovani pittori
bulgari. Verranno riservati degli spazi nel gran salone, all'esposizione
e alla vendita di prodotti alimentari ed artigianali dei Balcani.
Ogni sera suoneranno due o tre gruppi diversi, talvolta in
contemporanea, e nei momenti di pausa, tra un concerto e l'altro, il
suonatore di "gajda" (tipica cornamusa dei Balcani) scorrerà attraverso
il pubblico, mentre un giovane D.J.specialista nel genere zingaro
balcanico delle cosiddette "Tchalghe", vivacizzerà le cene nel
ristorante.
Per avvicinare e conoscere più a fondo questi diversi ritmi e suoni, si
organizzeranno nell'ambito della Festa alcuni seminari per giovani
musicisti italiani, che potranno condividere le specificità degli
strumenti tradizionali dei Balcani, come la "gajda" e il "kaval", oltre
alla rara ritmica del tempo sincopato dei 7/8, tipico delle espressioni
musicali balcaniche.
Alle giovani danzatrici italiane saranno invece offerti dei corsi
intensivi di danza del ventre e "kutchek".
La nostra idea e il nostro progetto puntano diritto alle emozioni ed
alle atmosfere di una nuova splendida contaminazione tra giovani di
culture diverse, a lungo separati e divisi da vicende politiche e
storiche spesso sconfinate nel dramma, e che oggi possono ritrovarsi,
incontrarsi e proporre gli uni agli altri un'idea davvero autentica di
sé e nel contempo carica di identità.

---

Questo e' il bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'".
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opinioni delle realta' che compongono il Coordinamento, ma
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Comunicato stampa

Oggi 9 novembre 2000, presso la sala stampa del Senato si è tenuta una
conferenza stampa sulla questione riguardante la drammatica condizione
in cui versa l'ospedale della città di Kosovska Mitrovica, situazione
drammatica ampiamente documentata dal Convoglio di Solidarietà
Internazionalista Giorgiana Masi di ritorno in questi giorni da uno dei
suoi "viaggi di solidarietà" che periodicamente vengono effettuati a
sostegno della popolazione Jugoslava, in particolare con i rifugiati
che costituiscono il 10% della popolazione.
La situazione in cui versa l'ospedale della città "Kosovara" è
vergognosa in quanto l'ospedale non riceve aiuto alcuno da parte della
forza militare multinazionale KFOR la quale occupa militarmente questo
territorio con Notevole dispendio di soldi ed energie.
La situazione, come ha illustrato lo stesso dottor Jaksic R. Dragisa
medico dell'ospedale di Mitrovica, è drammatica in quanto manca perfino
l'acqua potabile e non ci sono vetri alle finestre.
Il Convoglio di Solidarietà Internazionalista Giorgiana Masi ha
denunciato con forza questa situazione inaccettabile dal punto di vista
Umano in quanto non si comprende come per avventure militari vengano
spesi miliardi dei contribuenti e l'ospedale non riceve un solo flacone
di disinfettante ho un pasto per i malati costretti a portarselo da
casa.
La denuncia è stata accompagnata da un'interrogazione parlamentare
dell'onorevole Giovanni Russo Spena.
Alla conferenza stampa erano presenti oltre che ad alcune testate
locali anche l'agenzia di stampa Jugoslava TanJug la quale ha più volte
domandato come sia possibile e accettabile una simile situazione.
Se l'interrogazione non riceverà risposta in tempi brevi si procederà
con delle altre fino a stabilire responsabili e responsabilità di
questa vergognosa situazione.

Convoglio di Solidarietà Internazionalista Giorgiana Masi

-

Interrogazione al Senato di Russo Spena su situazione Ospedale di
Kosovska Mitrovica

RUSSO SPENA. - Ai Ministri degli affari esteri e della difesa. -
Premesso
che:
il Convoglio di solidarietà internazionalista Giorgiana Masi, di ritorno

dalla città di Kosovska Mitrovica, denuncia la grave situazione che
vive la
città con particolare riferimento alle condizioni dell'ospedale situato
nella parte nord della città;
all'ospedale non possono arrivare aiuti da parte della Croce rossa
jugoslava
in quanto la zona del Kosovo è sotto il controllo delle forze militari
NATO;
la situazione è drammatica, il personale medico e sanitario lavora in
condizioni precarie, senza strumenti, senza medicinali, senza
riscaldamenti,
senza vetri alle finestre e senza il minimo indispensabile per
soccorrere i
malati;
nella città di Mitrovica è importantissimo questo ospedale in quanto è
l'unico dove i serbi possono curarsi senza subire le pressioni degli
albanesi legati al disciolto UCK, pressioni che dall'avvio della
risoluzione
n. 1244 dell'ONU (da quando le truppe NATO sono entrate in Kosovo) hanno

provocato la fuga di oltre 200.000 persone e l'uccisione di oltre 1.500
persone;
molte zone del Kosovo sono state oggetto di bombardamenti
indiscriminati da
parte della NATO fatti con Cluster bomb (che di fatto sono mine anti-
uomo
messe al bando), che continuano ancora a colpire la popolazione con
conseguenze drammatiche, e proiettili all'uranio impoverito;
considerato che l'Italia è coinvolta direttamente; vi è infatti nel
Kosovo
una presenza massiccia di militari che oltretutto comportano un costo
elevato per la nostra economia, una presenza militare che non è passiva
in
quanto l'Italia ha assunto il comando della KFOR dal mese di ottobre,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano al corrente della grave situazione che
l'ospedale sta vivendo e quali iniziative intendano intraprendere per
porre
fine a quella che si può considerare una vergogna per tutta l'umanità;
se nell'ambito delle funzioni attribuite alla forze militari della KFOR
vi
sia anche quella della ricostruzione e del risanamento del Paese.

ITALIAN SENATOR ON SITUATION IN KOSOVO AND METOHIJA
ROME, Nov 9 (Tanjug) Italian senator Russo Spena said in Rome
on
Thursday that the international community should create conditions for
the
due implementation of U.N. Security Council Resolution 1244 on Kosovo
and
Metohija in order to improve the very grave situation in that Province.
Spena spoke about the "continuation of the war" at a press
conference in the Senate, in reaction to a report by members of an
international humanitarian convoy who recently returned from a several
days' long visit to Yugoslavia, where they had also visited Kosovo and
Metohija.
The very dramatic situation in hospitals is especially
disturbing,
like in Kosovska Mitrovica, where there are not even the elementary
conditions for treating patients, the senator said.
It is incomprehensible that the hospital in Kosovska Mitrovica
has
not received the necessary aid from the Yugoslav Red Cross since the
arrival of the international force KFOR in Kosovo and Metohija (June 10,

1999), he said.
The senator appealed to the Italian Government and the
international community immediately to take adequate measures and
consistently to implement the adopted decisions in order to ease the
dramatic situation in Kosovo and Metohija.

-

Comunicato del Convoglio di Solidarietà Internazionalista Giorgiana Masi

Mitrovica Gerusalemme dei Balcani

Denunciamo con forza la situazione della città di Kosovska Mitrovica
occupata militarmente dalle forze della NATO.
La città è stretta in una cinta d'assedio dove non c'è assolutamente
possibilità di lavoro, la KFOR ha occupato e chiuso la miniera di
TREPCA che era il cuore pulsante dell'economia della zona (12.500
lavoratori) ed ha costretto alla strada l'intera popolazione.
L'ospedale è assediato dalle truppe francesi le quali controllano e
perquisiscono chiunque vi entri ma viceversa non danno nessun aiuto al
personale medico e sanitario dell'ospedale il quale lavora in
condizioni precarie e drammatiche dove manca anche l'acqua, dove i
vetri sono sostituiti da fogli di giornale, dove manca il
riscaldamento e l'inverno Balcanico è alle porte.
L'energia elettrica c'è a fasce orarie (come anche in altre località
della Jugoslavia).
Le forze d'occupazione della NATO (SOTTO IL COMANDO ITALIANO) attuano
una repressione sistematica fatta di fermi e arresti preventivi nonché
perquisizioni nelle abitazioni.
Giovani donne sono avviate alla prostituzione per soddisfare
i "bisogni" delle forze di occupazione militare della NATO.
La situazione che abbiamo verificato sul campo ci riporta direttamente
alla realtà che vive Gerusalemme: Una città divisa, occupata
militarmente con i giovani che quotidianamente fanno vivere un'Intifada
Balcanica battendosi con le pietre contro i Militari della NATO.
Il clima che vive in questi giorni il Kosovo è da rapportare alla
situazione generale della Jugoslavia dove le forze legate al DOS hanno
preannunciato il COLPO DI STATO TOTALE per il 24 Dicembre. Inoltre
l'organizzazione OTPOR rivendica apertamente le aggressioni verso i
militanti della Sinistra Jugoslava.

Ringraziamo tutti/e coloro che hanno contribuito alla realizzazione
dell'ultimo Convoglio di Solidarietà Internazionalista Giorgiana Masi e
con l'occasione invitiamo alla mobilitazione e alla solidarietà verso i
lavoratori Jugoslavi.
Il Convoglio di Solidarietà Internazionalista conta di essere
nuovamente il prossimo mese a Mitrovica e per questo è importante
raccogliere : SOLDI, MATERIALE SANITARIO, MEDICINALI, MATERIALE
SCOLASTICO, MACCHINARI (arnesi, impianti di produzione).
Per quanto riguarda i medicinali è importante catalogarli scatola per
scatola con: nome del medicinale, principio attivo, quantità e data di
scadenza (se non si fa questo i medicinali non passano la frontiera).

Per contatti: convgm@...

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