Informazione

LA NUOVA TOPONOMASTICA REAZIONARIA DI BELGRADO


50 strade e piazze sono state rinominate, solo lo scorso anno, a
Belgrado, dal regime cetnico e servo della NATO che è stato imposto in
Serbia a partire dall'ottobre 2000.
Tra le nuove intitolazioni si registrano numerosi nomi di re e regine:
d'altronde, all'attuale "erede al trono" i nazionalisti e monarchici
avevano già persino regalato l'ex palazzo reale ("Casa Bianca"), nel 2001.


http://americandaily.com/article/8398

The New Streets of Belgrade

By Alex M (07/25/05)

Last year about 50 street names were changed in Belgrade, and the new
street signs have been put up on them just a few days ago. This may
not seem like much to Americans, but the new street signs in Belgrade
are a cause for celebration among many Serbs. The 50 old signs were
all communist street names and the new signs either are the old street
names, prior to WW 2, names that relate to Serbian historical figures
and leaders, or are completely NEW names. The pictures are "Bulevar
oslobodjenja" - Boulevard of Liberation (could mean from the Turks,
the Germans, the communists). The other, my favorite, is now called
again by its old name - "Kraljice Natalije" - Queen Nathalie Street.

I've attached pictures of two of the signs. Of course, they are in
cyrilic. At least you now have an idea of what it looks like in
cyrilic. People must have thought of me as a loony toony as I walked
around Belgrade taking photos of street names. WHO ELSE DOES THAT?
Nobody, probably.

But it makes me so happy to see these new street names that remind us
of Serbia's rich history, its historical figures, leaders, important
people, tradition and romance. Many of the streets have the names of
our much loved Kings and Queens of a happier time in history, when
Serbia had its place, its meaning.

The Royal Palace is now located at Prince Alexander Boulevard,
ironically bearing the identical name of our Crown Prince who was able
to return home after the fall of the communist government and after
the democratic peaceful revolution that changed Serbia in October
2000. It is wonderful to have the Palace occupied again with a Prince
and a Princess who are helping to rebuild the country and our
traditions and, especially, our hospitals, helping the elderly, the
ill and the young. What they are doing is very heartwarming.

YES, Serbia is finding its traditional roots again. And with that will
come the strengthening of our faith in God and Jesus Christ that has
always been the strength of the Serbian people.

Every little step like this is actually a big one for us, because it
means that Serbia is winning and communism is losing (whatever still
remains of it). That is a process which cannot be stopped or reversed.
And that is the biggest reason why I am writing this to you.

Greetings from Belgrade,

Alex

Editors note: Just another of our efforts to help Americans and
Europeans understand each other a little better.

[# The original text of this article, IN ENGLISH,
"Remembering Srebrenica, Thinking Of Fallujah", can be found at:
http://www.uruknet.info?p=13981 or
http://www.countercurrents.org/iraq-hassan220705.htm or
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4504
# On Srebrenica see also / su Srebrenica vedi anche:
Srebrenica and the Politics of War Crimes
http://www.srebrenica-report.com/index.htm
# On Falluja see also / su Falluja vedi anche:
Falluja: il peggior massacro americano in Iraq (LINKS)
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4482
Guai a occuparsi di Falluja
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4227
IRAQ = JUGOSLAVIJA / 12: Cronache da Falluja
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3486
IRAQ = JUGOSLAVIJA / 9: FALLUJA COME ORADOUR, LIDICE, KRAGUJEVAC...
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3466
IRAQ = JUGOSLAVIJA / 1: Eyewitness Report from Falluja
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3432 ]


FONTE: http://www.uruknet.info?p=14103
http://www.uruknet.info/?s1=1&p=14103&s2=27
Traduzione di Carlo M., revisione del testo a cura di AM per il CNJ


Ricordando Srebrenica, pensando a Fallujah

Ghali Hassan

Countercurrents.org

22 luglio 2005

L'11 luglio del 2005 i leader americani ed europei si sono riuniti per
una cerimonia a Srebrenica in occasione del 10° anniversario dalla
morte di "almeno 8000 uomini e ragazzi bosniaci" durante la guerra di
Bosnia. Come al solito, le notizie sull'anniversario sono state
trasmesse dal vivo in tutto il mondo occidentale, e la presunta
atrocità è stata comparata solo con quella del fascismo ("il peggior
massacro in Europa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale"). Pensate
forse che i leader occidentali, dopo aver commemorato il "massacro" di
Srebrenica e promesso di portare i leader accusati di esserne i
responsabili davanti alla legge, applicheranno gli stessi standard di
giustizia a quelli che hanno commesso il massacro di Fallujah?

La piccola città bosniaca di Srebrenica era (si suppone) "protetta"
dalle Nazioni Unite come un' "area sicura" al tempo in cui i presunti
8.000 musulmani (amati fino all'ultimo dagli Stati Uniti e dai loro
alleati occidentali) furono "massacrati dalle forze serbe" nel 1995
mentre 370 militari tedeschi stavano a guardare. Lo stesso fu ripetuto
pochi anni dopo in Kosovo quando le forze della NATO e della Nazioni
Unite stavano a guardare mentre i terroristi albanesi (il KLA)
rapirono, torturarono e uccisero serbi e zingari. Il "massacro" di
Srebrenica è stato nient'altro che un colpo propagandistico per gli
Stati Uniti e la NATO contro la repubblica jugoslava.

In seguito, gli Stati Uniti e la NATO usarono il "massacro" per
intervenire in nome dei leader musulmani bosniaci nella guerra contro
le forze serbe e per seguire la loro agenda imperiale. L'obbiettivo
era sfasciare la repubblica jugoslava e colonizzare la Bosnia ed il
Kosovo. Prove credibili fornite da fonti statunitensi ed occidentali
hanno dimostrato che il numero dei cosiddetti almeno "8.000 musulmani"
uccisi dalle forze serbe fu gonfiato in modo da fornire agli Stati
Uniti e alla NATO un pretesto "umanitario" per demonizzare i Serbi, ed
ottenere del supporto per l'intervento militare nella regione. Le
organizzazioni umanitarie europee stimano tra gli 80.000 e i 102.000 i
bosniaci morti durante la guerra di Bosnia (1992-1995).

E' anche degno di nota che molti rapporti dagli Stati Uniti (per
esempio, il rapporto del senato e del Foreign Military Studies Office)
hanno accusato le forze bosniache di aver attaccato deliberatamente
gli stessi civili bosniaci (per esempio nel "massacro della fila del
pane" nel 1992, e nei "massacri del mercato di Markale" nel 1994 e
1995) in modo che gli Stati Uniti e la NATO venissero in loro aiuto
contro le forze serbe.

In aggiunta, il "massacro" di Srebrenica è stato usato anche dal
regime croato (la perla del fascismo occidentale) come una cortina
fumogena per condurre una manifesta politica criminale di pulizia
etnica contro serbi e musulmani bosniaci nella Bosnia occidentale,
come verso gli abitanti serbi della Krajina, sempre in Croazia.
Secondo Edward Herman, il più astuto critico riformista dell'America,
la pulizia etnica di massa e le atrocità contro i serbi ed i musulmani
bosniaci furono "condotte con l'approvazione degli Stati Uniti e il
supporto logistico entro un mese dagli eventi di Srebrenica, e
potrebbero aver visto l'uccisione di più civili serbi dei civili
bosniaci musulmani uccisi nell'area di Srebrenica a luglio: la maggior
parte delle vittime bosniache musulmane erano combattenti, non civili,
infatti i bosniaci serbi misero le donne e i bambini di Srebrenica su
dei bus, che li condussero alla salvezza; i Croati non presero questa
precauzione e molte donne, bambini ed anziani furono massacrati in
Krajina".

Come in Iraq, la guerra degli Stati Uniti e della NATO in Jugoslavia
fu un atto di aggressione che ha distrutto tutta la Repubblica e ha
ucciso un numero enorme, ma sconosciuto, di Serbi, le principali
vittime della guerra. Più di un milione di persone (che ora vivono in
Serbia) sono scappate da Krajina, dalla Bosnia e dal Kosovo come
risultato di una politica fascista di 'pulizia etnica' e della guerra
illegale contro la Jugoslavia.

Il "massacro" di Srebrenica è stato universalmente condannato in
Europa e negli Stati Uniti come un "genocidio", un crimine contro
l'umanità. I Serbi accusati delle uccisioni sono stati descritti dai
governi occidentali e dai media occidentali come "Serbi cattivi". Sono
accusati di crimini di guerra e sono state fatte promesse di portarli
davanti alla "giustizia" - ossia, la giustizia occidentale. Comunque,
qualcosa di ben peggiore rispetto al "massacro" di Srebrenica ha avuto
luogo a Fallujah, dove l'operazione è stata descritta dai leader
occidentali e dai loro media accondiscendenti come un "passo
necessario per tenere le elezioni e portare la libertà e la
democrazia" in Iraq.

La città irachena è stata soggetta a pensanti bombardamenti
statunitensi prima e dopo l'occupazione del 2003. Nel novembre del
2004, le forze di occupazione statunitensi hanno intrapreso la
"pacificazione" della città di Fallujah in modo da mostrare un esempio
della brutalità occidentale. L'acqua, il cibo e l'elettricità furono
tolti a questa città di 300.000 cittadini - in violazione delle
Convenzioni di Ginevra. Lo scopo era svuotare la città di donne,
bambini ed anziani mentre si cercava di prevenire la partenza degli
uomini in età di combattimento. In seguito le forze statunitensi hanno
bombardato la città con tutti i civili rimasti. Molte persone sono
state in grado di andarsene, ma altre sono rimaste nelle proprie case.

Per molte settimane, le forze statunitensi hanno bombardato la città
di continuo, con una violenza deliberata che è stata descritta quale
"crimine di guerra". Gli elicotteri e gli arei da combattimento (F-16)
hanno sganciato, nei centri abitati e nei mercati, bombe a base di
Napalm (le MK77, usate in Vietnam e vietate dalla legislazione
internazionale) e bombe con un peso pari anche a 500 libbre (220 Kg).
Per cielo e per le terra, le forze Usa hanno indiscriminatamente
ucciso civili con bandiere bianche o vestiti bianchi sulle loro teste,
assassinato i combattenti feriti, ucciso prigionieri Iracheni
disarmati e distrutto moschee, ospedali e centri sanitari protetti dal
diritto internazionale.

Tutti i maschi tra i 16 e i 60 anni sono stati massacrati. Le forze
Usa hanno attaccato e occupato gli ospedali di Fallujah per prevenire
la pubblicazione del conteggio di vittime civili. I pazienti e i
dottori nell'ospedale sono stati presi e hanno subito violenza da
parte delle forze Usa e dei loro collaboratori iracheni. "Lo staff
medico è stato attaccato dai marine Usa, ai dottori è stato sparato,
l'arrivo dei medicinali è stato bloccato. I bambini sono stati
assassinati davanti alle loro famiglie. Ora immaginate la stessa
situazione negli ospedali di Londra mentre ricevevano le vittime degli
attentati", ha scritto John Pilger.

L'agenzia di stampa francese (Agence France-Presse - AFP) ha riportato
il 18 dicembre 2004 che i comandanti delle unità statunitensi avevano
rivelato come le loro truppe abbiano avuti ordine di sparare a tutti i
maschi in età da combattimento che vedevano nelle strade, armati o
disarmati. Secondo il portavoce della Croce Rossa e la Società
Irachena della Mezzaluna Rossa, più di 6.000 persone sono state uccise
e molte di più ferite nelle prime tre settimane degli attacchi
ingiustificati da parte degli Stati Uniti. L'intera città è stata
distrutta e resa inabitabile dagli umani. Attualmente ci sono circa
250.000 persone che hanno perso la casa per via di questa atrocità.
Gli esperti di legge hanno descritto le atrocità di Fallujah come
crimini di guerra e violazioni della Convenzione di Ginevra e della
legge Usa. Questo assalto è stato parte di una guerra illegale di
aggressione che ha causato immotivatamente la sofferenza e la morte di
migliaia di persone.

Due studi investigativi indipendenti sul numero di civili iracheni
morti hanno stabilito che più di 100.000 Iracheni sono morti come
risultato dall'invasione e dell'occupazione Usa del paese. Nel
novembre del 2004, The Lancet - giornale britannico di medicina
stimato e curato da accademici - ha stimato il numero in 100.000
Iracheni, la maggior parte dei quali donne e bambini. La stima era
prudente, in quanto non considerava le atrocità di Fallujah.

Il secondo studio indipendente è stato fatto dalla Iraqiyun
Humanitarian Organization a Baghdad, secondo la quale almeno 128.000
Iracheni sono stati uccisi dall'inizio dell'invasione nel marzo del
2003. Il dottor Hatim al-'Alwani, presidente di Iraqiyun, ha detto che
il 55 % degli uccisi sono donne e bambini con meno di 12 anni.
Iraqiyun ha compilato i suoi dati partendo dalle testimonianze di
parenti e famiglie dei deceduti, oltre che dagli ospedali iracheni.
Comunque, il numero di 128.000 include solo quelli i cui parenti sono
stati informati delle loro morti e non contempla quelli rapiti,
assassinati o semplicemente spariti per mano delle forze Usa e dei
loro collaboratori. Il numero comprende anche quelli uccisi dalle
forze Usa durante gli attacchi a Fallujah e nella città di Qa'im
dell'Iraq occidentale. In aggiunta, decine di migliaia di uomini
iracheni innocenti, donne e bambini sono imprigionati senza accuse.
Subiscono abusi, sono torturati e vengono loro negati i diritti umani.
Molti prigionieri iracheni e detenuti sono stati assassinati a sangue
freddo e con codardia da killer statunitensi o britannici.

Come parte della propaganda di guerra statunitense e britannica, le
morti irachene non sono conteggiate, perché gli Iracheni sono
considerati disumani. E anche quando si contano, il numero è sminuito
per servire uno scopo preciso. Il 13 luglio del 2005, un rapporto
dello Iraqi Body Count (IBC), con sede in Inghilterra, ha stimato che
le vittime civili irachene sono tra le 22.838 e 25.869, un numero
estremamente basso e contradditorio rispetto ai precedenti conteggi
credibili. Il rapporto è deliberatamente fuorviante e atto a
normalizzare l'atrocità e dare la responsabilità della violenza agli
Iracheni, ignorando l'occupazione Usa come causa principale della
violenza odierna.

Quando 55 persone sono morte negli attentati del 7 luglio, gli
occidentali e i loro alleati erano indignati, pronti a condannare i
crimini e a chiedere che i "perpetratori" fossero portati davanti alla
giustizia per i loro crimini. Comunque, quando 128.000 innocenti
persone irachene, donne e bambini erano assassinati dalla politica e
dalle azioni violente dei leader occidentali, il silenzio era
assordante. I perpetratori di questi crimini di guerra erano riveriti
e rieletti ad alte cariche, grazie alle potenti distorsioni dei media
e ai "valori morali" con gli occhi bendati. Non ci sono stati due
minuti di silenzio per l'omicidio di massa dei bambini iracheni.

Dopo più di due anni di brutale occupazione, il piano degli Stati
Uniti per l'Iraq non muta: l'irachizzazione dell'occupazione e la
violenza. Questo viene sviluppato meiante il franchising (l'appalto)
della violenza Usa ai gruppi armati locali creati dagli Usa stessi, e
rimuovendo le forze di occupazione dalle città irachene e dai paesi
verso aree più protette. In altre parole, l'occupazione sarà
localizzata rimpiazzando le forze straniere con forze irachene create
dagli Usa - i Peshmerga curdi, la brigata BADR addestrata dall'Iran,
la brigata Wolf comprendente i teppisti di Chalabi, la brigata
Al-Hussein. I prerequisiti essenziali per l'adesione a questi gruppi
sono l'esperienza nel campo della corruzione e del sostegno
all'occupazione oltreché l'abilità di torturare e commettere
violazioni dei diritti umani. Sono giustamente chiamati "i cani
dell'occupazione" dagli Iracheni per la loro brutalità e
accondiscendenza verso le forze Usa e i funzionari della CIA.

Questi gruppi armati lavorano a stretto contatto con gli occupanti,
eseguendo ordini degli Stati Uniti come i raid casuali nelle case,
l'arresto di massa di innocenti, e operazioni violente contro civili
iracheni e la resistenza anti-occupazione. Insieme con le forze
occupanti questi gruppi armati stanno commettendo crimini violenti
contro i civili iracheni in modo da distorcere l'immagine della
resistenza irachena ed indebolire il suo supporto popolare. L'obbietto
degli Stati Uniti in Iraq è quello di creare un'atmosfera di terrore
per intimorire la popolazione e instillare la paura nella vita
quotidiana degli Iracheni. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti stanno
incoraggiando il conflitto settario e il fondamentalismo religioso
come vie per minare i movimenti secolari e nazionalisti di resistenza.

E' una vecchia strategia imperialista ideata per permettere alle forze
imperialiste di dominare per procura dietro ad una facciata nazionale.
Questo creerà delle enclavi di sicurezza per le forze occupanti e
ridurrà le loro vittime. Le forze occupanti saranno usate solo nelle
situazioni di emergenza per proteggere i burattini. In altre parole,
le forze straniere saranno usate solo dove i burattinai rischiano di
perdere il controllo della soppressione degli Iracheni. In aggiunta,
l'opinione pubblica negli Stati Uniti e in Europa sarà tenuta a bada
mostrando le elezioni (manipolate dagli Stati Uniti) e la sovranità
(falsa) dell'Iraq, presentate come il "processo politico" verso la
"democrazia".

E' questo "processo politico" e la "democrazia" in stile Usa che è
stata promossa in Iraq dai governi occidentali e dal governo degli
Stati Uniti, dai media occidentali e dalle elite liberali occidentali
(sinistra e destra). Gli Iracheni, che rifiutano questa dittatura
coloniale, sono etichettati come "insorti". E' una vecchia agenda
dell'imperialismo occidentale e non ha nulla a che fare con gli
interessi delle persone comuni dell'Iraq. Il suo scopo è colonizzare
l'Iraq e dirottare la sua ricchezza nei ventri delle aziende
statunitensi ed occidentali. Tutto ciò è stato ammirevolmente
rifiutato dagli Iracheni. Gli Iracheni sono universalmente uniti
contro l'occupazione, ed accusano le forze di occupazione per la
perdurante violenza nel loro paese.

Parlando alla cerimonia per commemorare il "massacro" di Srebrenica,
il segretario agli esteri inglese, Jack Straw, ha detto; fu "una
vergogna per la comunità internazionale che questo crimine abbia avuto
luogo sotto i nostri nasi. Ho dei rimorsi particolari per questo, sono
profondamente dispiaciuto". E' stata un'affermazione molto ingannevole
in quanto Mr Straw è ben conscio che "questo crimine ha avuto luogo"
nuovamente dieci anni dopo, con la piena complicità del suo governo
nel massacro della gente di Fallujah e nella distruzione della loro
già vivace città. Come il "massacro" di Srebrenica, il massacro di
Fallujah è stato un crimine di guerra premeditato in violazione della
Convenzione di Ginevra, del War Crimes Act statunitense e della carta
delle Nazioni Unite.

E' stato suggerito dagli esperti di legge che il massacro di Fallujah
sia il caso perfetto per accusare il presidente degli Stati Uniti per
crimini di guerra secondo la legge statunitense. Il genocidio di
Fallujah è una chiara violazione delle Convenzioni di Ginevra. "Non si
potrebbe avere una violazione più grave delle Convenzioni di Ginevra",
ha detto Noam Chomsky citando il War Crimes Act statunitense, passato
da un congresso repubblicano nel 1996.

E' bene ricordare che a Norimberga non si processarono né i soldati né
i comandanti delle unità, ma le persone che avevano iniziato la
guerra. Uno tra i processati, il ministro degli esteri tedesco
(1938-1945), Joachim von Ribbentrop, fu giudicato colpevole quale
criminale di guerra e impiccato a causa della partecipazione al
crimine internazionale supremo che 'comprende tutto il male che
segue', l'invasione. Non pensate che la comunità internazionale
dovrebbe seguire la stessa giustizia e processare quelli che hanno
istigato la guerra illegale all'Iraq? O i tribunali e le corti per i
crimini di guerra occidentali sono parte della strategia imperiale?

A differenza di Srebrenica, sappiamo che la responsabilità ultima per
i massacri di Fallujah, Baghdad e altre città irachene è del
segretario alla difesa Usa, Donald Rumsfeld, di George W. Bush e di
Tony Blair. Ci sono prove sufficienti per accusare formalmente quelli
che hanno commesso questo crimine di guerra internazionale contro gli
Iracheni.

--- In icdsm-italia @ yahoogroups.com, icdsm-italia ha scritto:

[Alexander Zinoviev (noto saggista russo) e Velko Valkanov,
co-presidenti dell'ICDSM, hanno inviato lettere di protesta per il
tentativo in atto, da parte del "Tribunale ad hoc", di forzare il
ritmo del "processo": scopo del "Tribunale" è far concludere il
"processo" prima possibile, costringendo l'imputato, troppo malato di
cuore per poter sostenere ritmi superiori a quelli attuali, a non
poter presenziare alle sedute...]


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INTERNATIONAL COMMITTEE TO DEFEND SLOBODAN MILOSEVIC
ICDSM Sofia-New York-Moscow www.icdsm.org
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Velko Valkanov, Ramsey Clark, Alexander Zinoviev (Co-Chairmen), Klaus
Hartmann (Chairman of the Board), Vladimir Krsljanin (Secretary),
Christopher Black (Chair, Legal Committee), Tiphaine Dickson (Legal
Spokesperson)
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26 July 2005 Special Circular
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STATEMENT OF THE RUSSIAN COMMITTEE TO DEFEND SLOBODAN MILOSEVIC

Defense part of the process against Slobodan Milosevic before the ICTY
at The Hague confirms the total lack of ground of the indictment.
Testimonies of the defense witnesses convincingly prove the innocence
of the former President of Yugoslavia and expose the mechanism of
fabrication of the allegations against Slobodan Milosevic himself and
against Yugoslavia, Serbia and Serbian people.

There were already several attempts to avoid the debacle of the
process: introducing the exhausting prison regime, deprivation of
conditions and documents necessary for preparation of defense,
attempts to conduct proceedings in absentia of the accused and many
others. However, all these attempts couldn't reverse the situation in
favor of the Prosecution. It seems apparent that the only way out for
the ICTY is to achieve again a sharp deterioration of the health of
Slobodan Milosevic. Exactly such a move is being prepared now.

Several days ago the tribunal decided to make a new medical check-up
of Slobodan Milosevic with the aim to determine possibilities to
increase the number of the court proceedings days (from three in a
week to four or even five) and to increase the number of hours of
their lasting. As it is known, the present rhythm of the proceedings
and of their lasting were determined by the physicians'
recommendations based on the health condition of the defendant, who is
in his fifth year of imprisonment. Proposed changes of that rhythm
would inevitably lead to a sharp deterioration of the health of
Slobodan Milosevic and by that, as the tribunal expects, his
successful defense would be finally broken. The new medical
examination, ordered by the tribunal, has one more goal. Last year,
one of the attempts to prevent the debacle of the process, was the
imposition of counsel on Slobodan Milosevic against his will.
Rationale for that was the ICTY's claim of "inability of the accused
to conduct his own defense due to his health condition". Under
pressure of the international public, the tribunal was forced to
return to Slobodan Milosevic the right to defend himself in person,
but . "until his health condition allows". Consequently, the
stabilization of the health of Slobodan Milosevic does not suit the
tribunal, which is fundamentally interested to replace Slobodan
Milosevic with the imposed counsel.

Manipulations with the health of a political prisoner can only be
denounced. The Russian Committee to Defend Slobodan Milosevic strongly
condemns the new attempt to undermine the health of the former Head of
the Yugoslav state and declares that exactly such attempts make the
proceedings against Slobodan Milosevic a blatant political farce.

Moscow, 26 July 2005 Chairman of the Committee

Alexander Zinoviev

********************************************************************

Judge Theodore Meron, President
Judge Patrick Robinson, President of Trial Chamber III
ICTY
Churchillplein 1
2517JW The Hague
Netherlands

Dear Sir,

According to (confirmed) media reports, the Hague "Trial Chamber"
dealing with President Milosevic, ordered the Tribunal appointed
cardiologist to report by the beginning of August whether President
Milosevic is able to stand more than three trial days (of about five
working hours each) per week, which is the present working rhythm in
the proceedings.

More concretely, the "judges" ask the doctor about three
possibilities: a) more working days in a week; b) more working hours
in a day; or, at least, c) more working days in two out of four weeks
in a month.

It is clear even to a non-professional that the medical condition of
President Milosevic, suffering from acute hypertension that has
already produced a grave damage to his heart, cannot improve after
four years in prison and three and a half years of the proceedings. In
this sense, the present order of the "Trial Chamber" causes serious
concern.

With the power of truth, President Milosevic and his witnesses blow up
not only the false indictment but the whole concept of destruction,
aggression and colonisation in the Balkans, based on the demonisation
of the Serbs, exposing its creators and perpetrators.

This can be seen as an international attempt to imperil the life of
President Milosevic or at least to revive the Damocles' sword of the
"assigned counsel" (still sitting in the courtroom and playing the
well paid role of "defence" with occasional remarks added here and
there to the brilliant conduct of self-defence by President Milosevic)
and thus to silence the truth.

Naturally, a trial should not be protracted. But in no case should it
be hurried, either, at the expense of the defendant's health. I will
also permit myself to recall that the Tribunal was in no hurry when
the witnesses for the prosecution were heard.

I insistently ask not only for juridical but also for humane attitude
to the defendant who - according to the rules of penal law - is innocent.

Sofia, 25 July 2005

Yours respectfully,

Prof. Dr. Velko Valkanov
Co-Chairman of the International Committee
in Defence of Slobodan Milosevic

******************************************************************
Send the protest letters to the 'Tribunal' and to the UN Security
Council and react in other ways.

Secure with your urgent donations that the struggle for truth goes on
until victory!

Addresses:

Judge Theodor Meron, President
Judge Patrick Robinson, President of the Trial Chamber III
International Criminal Tribunal for the Former Yugoslavia (ICTY)
Churchillplein 1
2517JW The Hague
Netherlands
Fax: +31 70 512 8637

H.E. Mr. Kenzo Oshima,
Japan Presidency of the UN Security Council (August 2005)
mission@u...

*************************************************************
*************************************************************

URGENT FUNDRAISING APPEAL

******************************

President Milosevic has the truth and law on his side. In order to use
that advantage to achieve his freedom, we must fight this totally
discredited tribunal and its patrons through professionally conducted
actions which would involve the Bar Associations, the European Court,
the UN organs in charge and the media.

Our practice has shown that ad hoc voluntary work is not enough to
deal properly with these tasks. The funds secured in Serbia are still
enough only to cover the expenses of the stay and work of President
Milosevic's legal associates at The Hague (one at the time). The funds
secured by the German section of the ICDSM (still the only one with
regular contributions) are enough only to cover minimal additional
work at The Hague connected with contacts and preparations of foreign
witnesses. Everything else is lacking.

These days, the fundraising activity of the German section was a
target of a groundless attack of the customs police in Germany. This
makes the need for your extraordinary effort dramaticaly urgent!

***********************************************************

3000-5000 EUR per month is our imminent need.

Our history and our people oblige us to go on with this necessary
action. But without these funds it will not be possible.

Please organize urgently the fundraising activity
and send the donations to the following ICDSM account:

Vereinigung für Internationale Solidarität (VIS)
4000 Basel, Switzerland
PC 40-493646-5

or to the account of the Italian section of the ICDSM:

Conto Corrente Postale numero 86557006
intestato ad Adolfo Amoroso, ROMA
causale: DIFESA MILOSEVIC

************************************************************

All of your donations will be used for legal and other necessary
accompanying activities, on instruction or with the consent of
President Milosevic. To obtain additional information on the use of
your donations or to obtain additional advice on the most efficient
way to submit your donations or to make bank transfers, please do not
hesitate to contact us:

Peter Betscher (ICDSM Treasurer) E-mail: peter_betscher@f...
Phone: +49 172 7566 014

Vladimir Krsljanin (ICDSM Secretary) E-mail: slobodavk@y...
Phone: +381 63 8862 301

***************************************************************

For truth and human rights against aggression!
Freedom for Slobodan Milosevic!
Freedom and equality for people!

On behalf of Sloboda and ICDSM,

Vladimir Krsljanin,
Foreign Relations Assistant to President Milosevic

*************************************************************

SLOBODA urgently needs your donation.
Please find the detailed instructions at:
http://www.sloboda.org.yu/pomoc.htm

To join or help this struggle, visit:
http://www.sloboda.org.yu/ (Sloboda/Freedom association)
http://www.icdsm.org/ (the international committee to defend Slobodan
Milosevic)
http://www.free-slobo.de/ (German section of ICDSM)
http://www.free-slobo-uk.org/ (CDSM UK)
http://www.icdsm-us.org/ (US section of ICDSM)
http://www.icdsmireland.org/ (ICDSM Ireland)
http://www.pasti.org/milodif.htm (ICDSM Italy)
http://www.wpc-in.org/ (world peace council)
http://www.geocities.com/b_antinato/ (Balkan antiNATO center)

--- Fine messaggio inoltrato ---

COLPI DI SOLE ESTIVI


Fausto Bertinotti: «Facciamo le primarie, ma sul programma»... E
sull'Iraq? «Non si può dimenticare che c'è di mezzo il limite
invalicabile della Costituzione, contraria alla guerra. Daremo
battaglia, decisi a non concedere alcuna deroga al principio anche in
presenza di un via libera delle Nazioni Unite. Ma se dovessero
prevalere i favorevoli all'Onu come condizione sufficiente
accetteremmo. Ovviamente solo se a pronunciarsi sarà davvero tutto il
popolo delle opposizioni o chi lo rappresenta pienamente»
(Corriere della sera, 12 agosto 2004)

Fausto Bertinotti: «Le primarie? Non per il programma»... Ma se Prodi
vince le primarie, e il «se» appare superfluo, decide lui sul
programma? «Non è così - dice al Corriere Fausto Bertinotti,
segretario di Rifondazione comunista - perché il regolamento delle
primarie su questo punto è chiaro: chi vince organizza la
partecipazione di tutte le componenti alla definizione del programma».
Però una parte dell'Unione sostiene che il programma di Prodi sarà
vincolante: «Non sono così ingenuo da non capire che c'è una precisa
operazione politica in corso. Si era già vista sul voto per l'Iraq»...
(Corriere della Sera, 26 luglio 2005)

Da: ICDSM Italia
Data: Sab 23 lug 2005 18:22:09 Europe/Rome
A: icdsm-italia @ yahoogroups.com
Oggetto: [icdsm-italia] Attack on Milosevic defence in Germany and
Holland


(english / italiano)

Per l'inizio di agosto è atteso il referto medico del "Tribunale
dell'Aia" su Milosevic: quest'ultimo è notoriamente malato di
ipertensione, e con il pretesto di volerne "tutelare la salute" c'è da
aspettarsi che il "tribunale" proverà di nuovo a negargli il diritto
all'autodifesa, imponendogli un "legale d'ufficio" che lavora di fatto
per l'accusa.

Nel frattempo, martedì scorso la polizia tedesca è entrata in casa del
tesoriere dell'ICDSM (Comitato Internazionale per la Difesa di Slobodan
Milosevic), Peter Betscher, per sottrarre il computer e tutto quanto
necessario ad "investigare sulle modalità della campagna di
finanziamento della difesa di Milosevic". Inoltre, con un atto
gravissimo, che lede i diritti fondamentali della persona, la polizia
tedesca ha bloccato il conto bancario di Betscher.
Altri conti, aperti appositamente per la campagna di autofinanziamento
dell'ICDSM, erano stati bloccati un anno e mezzo fa, nell'ambito di una
analoga operazione mirata a "bloccare ogni forma di finanziamento a
Milosevic ed ai suoi famigliari" in base a quanto previsto da certe
persecutorie disposizioni UE; tuttavia, la magistratura tedesca aveva
subito decretato l'illegittimità di simili provvedimenti, che ledono
tra l'altro il diritto inalienabile alla difesa legale, disponendo lo
sblocco di tutti i conti bloccati.
Adesso, nel pieno della fase della "autodifesa" di Milosevic (che sta
causando pesantissimo imbarazzo in Occidente e che viene dunque
sottoposta a rigido silenzio-stampa), i servizi segreti tedeschi
ripartono all'attacco del comitato di solidarietà a Milosevic, nel
tentativo di intimorirlo e di scoraggiare i donatori.
NOI NON CI FAREMO INTIMORIRE E CONTINUEREMO FINO IN FONDO NELLA NOSTRA
BATTAGLIA PER LA VERITA' E PER LA GIUSTIZIA, E PER IL PERSEGUIMENTO DEI
VERI RESPONSABILI DELLA DISTRUZIONE DELLA JUGOSLAVIA.
Rinnoviamo pertanto, con nuovo vigore, il nostro APPELLO:

Senza mezzi finanziari, la difesa di Milosevic non ha chances.

Il "Tribunale" garantisce solamente le spese essenziali per il viaggio
dei "testimoni" in occasione delle udienze; ma tutte le spese di
documentazione, comunicazione, gli spostamenti per la preparazione
delle udienze, i contatti e tutte le attivita' dei consulenti legali
di Milosevic (da non confondere con gli "avvocati d'ufficio" imposti
dall'accusa) e del Comitato di difesa vanno autofinanziate. Inoltre,
servono soldi per pubblicare i testi relativi al "processo- farsa",
poiche' la loro diffusione via internet ha una presa limitata, e con
il trascorrere del tempo queste informazioni andrebbero perdute.
Si valuta che sia indispensabile raccogliere almeno 10mila euro al
mese per far fronte a tutte le necessita' di assistenza legale, di
documentazione e di comunicazione. Le sottoscrizioni piu' regolari e
consistenti finora sono arrivate dalla Serbia e dalla Germania, dove
esiste una nutrita comunita' di emigrati, per un ammontare mensile di
poche centinaia di euro in tutto.

Si badi bene: NON ESISTONO ALTRE FONTI DI FINANZIAMENTO.
Una legge passata dal Parlamento serbo nella primavera 2004 - che in
linea di principio avrebbe garantito una parziale copertura delle
spese - e' stata subito "congelata" in seguito alle minacce
occidentali. Una qualsivoglia campagna di finanziamento su basi
volontarie a Belgrado e' praticamente irrealizzabile. A causa delle
scelte estremistiche, in senso neoliberista, del regime instaurato il
5 ottobre 2000 la situazione sociale e' disastrosa, la disoccupazione
dilaga, i salari sono da fame, chi ha i soldi per mangiare li tiene
ben stretti e solo in pochi casi e' disposto a rischiare la galera (o
peggio: vedi le torture in carcere nella primavera 2003, durante la
cosiddetta "Operazione Sciabola") in attivita' politiche o di
solidarieta' a favore di Milosevic: il quale viene tuttora demonizzato
dai media locali - oramai tutti in mano a societa' occidentali,
soprattutto tedesche - esattamente come da noi. A tutti deve essere
infine chiaro - se ancora ci fosse bisogno di ripeterlo - che al di
la' delle menzogne giornalistiche NON ESISTE ALCUN "TESORO NASCOSTO"
DI MILOSEVIC, e che il nostro impegno per la sua difesa e'
insostituibile oltreche' indispensabile.

La Sezione Italiana dell'ICDSM, ringraziando tutti quelli che hanno
finora contribuito alla campagna di autofinanziamento (nel corso di un
anno sono stati raccolti circa 2500 euro dall'Italia), chiede che lo
sforzo in tal senso prosegua, cosi' come sta proseguendo in tutte le
altre realta' nazionali.

CONTRIBUISCI E FAI CONTRIBUIRE:

Conto Corrente Postale numero 86557006
intestato ad Adolfo Amoroso, ROMA
causale: DIFESA MILOSEVIC

------------------------------------------------------------------------


Attack on Milosevic defence in Germany and Holland

1. ALERT: ATTACK ON THE DEFENSE OF PRESIDENT MILOSEVIC IN GERMANY

2. ICTY threatening again the life of President Milosevic

3. URGENT FUNDRAISING APPEAL


---( 1 )---

ALERT: ATTACK ON THE DEFENSE OF PRESIDENT MILOSEVIC IN GERMANY

President Slobodan Milosevic and his witnesses by power of truth day by
day dismount the false accusations against the Serbian people and the
failed project of the destroyers of Yugoslavia, called the Hague
tribunal. The power of truth is mobilizing impoverished and suffering
people of Serbia to make an end of the rule of lie in Serbia.

Every new desperate attempt to save what cannot be saved ("Scorpions
video", allegations against the leader of the Serbian Radical Party,
servants' moves of Belgrade officials) just produce the counter effect
and return like boomerang against those who make such attempts. Best
they can achieve with such attempts is shame. Neither Serbia nor the
World is ready anymore to stand the dictatorship of lie.

This doesn't mean that there wouldn't be new harmful and dangerous
attempts.
The latest one, targeting ICDSM and President Milosevic's defense, took
place yesterday in Germany. The tax police broke into private apartment
of Peter Betscher, treasurer of the German section of ICDSM (the most
effective segment of ICDSM in fundraising), took his computer and
papers and froze the bank account. Below is the story about this event,
based on information from our German friends and the article on the
issue that appeared this morning in Junge Welt. Most of the donations
collected by the German committee were used to cover imminent expenses
of the assisting members of the President Milosevic's co-workers' team
at The Hague. Their normal operation is now at stake. I call upon for
your increased solidarity in this situation - and strengthened
fundraising (there are working accounts e.g. in Switzerland and Italy).
We will keep you updated about the present outrage.

Belgrade, 20 July 2005
Vladimir Krsljanin

Foreign Relations Assistant to President Milosevic

***********************************************************************

This Tuesday, the German section of the ICDSM was attacked for the
second time. This time, the tax police entered the apartment of Peter
Betscher in his absence. Betscher, who is the person responsible to
administer donations for the defense work at The Hague, was informed by
phone on his working place. When he arrived, the police already took
out his PC and several documents. After he insisted that police should
wait for his lawyer, the police told him that he has no right to say
anything and that they are in control.
In a written document that gave the police the permission to enter the
flat, the purpose of the operation was outlined as: to investigate the
use of the money and to find out the names of the donors!
Asked for the basis of the investigation, a police officer responded
that it was based on "an EU regulation". Mr. Betscher was also informed
that the donations bank account was frozen.
Roughly one and a half years ago, the donations account as well as the
personal account of a member of the German section of the ICDSM were
frozen on basis of "an EU regulation": the EU sanctions against
President Milosevic, his family and closest associates. At that time,
the judge decided in favour of the ICDSM: it is the basic right of any
accused to have a defense.
When Mr. Betscher mentioned that court decision, the police said they
acted on order.

SIEHE AUCH: Razzia bei Milosevic-Unterstützern " Kontenpfändung und
Wohnungsdurchsuchung in Darmstadt, verschafften sich Zollfahnder
Zutritt zur Wohnung von Peter Betscher ,
http://www.jungewelt.de/2005/07-20/011.php


---( 2 )---

Da: Vladimir Krsljanin
Data: Ven 22 lug 2005 17:59:09 Europe/Rome
Oggetto: ICTY threatening again the life of President Milosevic


According to the (confirmed) media reports, the Hague 'Trial Chamber'
dealing with President Milosevic, ordered from the Tribunal appointed
cardiologist to report by the beginning of August, whether President
Milosevic is able to stand more than three trial days (with about five
working hours each) per week, which is the present working rhythm in the
process.

More concretely, the 'judges' ask the doctor about three possibilities:
a)
more working days in a week; b) more working hours in a day; or, at
least,
c) more working days in two, out of four weeks in a month.

It is clear even to a non-professional, that the medical condition of
President Milosevic, suffering from malignant hypertension, that already
produced a serious damage to his heart, cannot be improved after four
years in prison and three-and-half years of the proceedings. In that
sense, the present order of the 'Trial Chamber' produces serious
concern.

With the power of truth, President Milosevic and his witnesses blow-up
not only the false indictment, but the whole concept of destruction,
aggression and colonization in the Balkans, based on the
demonization of the Serbs, exposing its creators and perpetrators.

This can be seen as an intentional attempt to imperil the life of
President Milosevic or at least to revive the Damocles sword of
the 'assigned counsel' (still sitting in the court room and playing the
well paid role of a "defense" with occasional remarks added here and
there to the brilliant conduct of the self-defense by President
Milosevic) and to silence the truth that way.

After the attack on the fundraising in Germany, it seems, as the end of
these proceedings, very unpleasant for their creators approach, that we
will be facing more and more blatant attempts to prevent the certain
shame of the puppet-tribunal and its puppeteers, as the final outcome.

Send the protest letters to the 'Tribunal' and to the UN Security
Council and react in other ways.

Secure with your urgent donations that the struggle for truth goes on
until victory!

Addresses:

Judge Theodor Meron, President
Judge Patrick Robinson, President of the Trial Chamber III
International Criminal Tribunal for the Former Yugoslavia (ICTY)
Churchillplein 1
2517JW The Hague
Netherlands
Fax: +31 70 512 8637

H.E. Mr. Kenzo Oshima,
Japan Presidency of the UN Security Council (August 2005)
mission@...


---( 3 )---

URGENT FUNDRAISING APPEAL

******************************

President Milosevic has the truth and law on his side. In order to use
that advantage to achieve his freedom, we must fight this totally
discredited tribunal and its patrons through professionally conducted
actions which would involve the Bar Associations, the European Court,
the UN organs in charge and the media.

Our practice has shown that ad hoc voluntary work is not enough to deal
properly with these tasks. The funds secured in Serbia are still enough
only to cover the expenses of the stay and work of President
Milosevic's legal associates at The Hague (one at the time). The funds
secured by the German section of the ICDSM (still the only one with
regular contributions) are enough only to cover minimal additional
work at The Hague connected with contacts and preparations of foreign
witnesses. Everything else is lacking.

***********************************************************

3000-5000 EUR per month is our imminent need.

Our history and our people oblige us to go on with this necessary
action. But without these funds it will not be possible.

Please organize urgently the fundraising activity
and send the donations to the following ICDSM account:

Vereinigung für Internationale Solidarität (VIS)
4000 Basel, Switzerland
PC 40-493646-5

************************************************************

All of your donations will be used for legal and other necessary
accompanying activities, on instruction or with the consent of President
Milosevic. To obtain additional information on the use of your donations
or to obtain additional advice on the most efficient way to submit your
donations or to make bank transfers, please do not hesitate to contact
us:

Peter Betscher (ICDSM Treasurer) E-mail: peter_betscher@...
Phone: +49 172 7566 014

Vladimir Krsljanin (ICDSM Secretary) E-mail: slobodavk@...
Phone: +381 63 8862 301

***************************************************************

For truth and human rights against aggression!
Freedom for Slobodan Milosevic!
Freedom and equality for people!

On behalf of Sloboda and ICDSM,

Vladimir Krsljanin,
Foreign Relations Assistant to President Milosevic

*************************************************************

SLOBODA urgently needs your donation.
Please find the detailed instructions at:
http://www.sloboda.org.yu/pomoc.htm

To join or help this struggle, visit:
http://www.sloboda.org.yu/ (Sloboda/Freedom association)
http://www.icdsm.org/ (the international committee to defend Slobodan
Milosevic)
http://www.free-slobo.de/ (German section of ICDSM)
http://www.free-slobo-uk.org/ (CDSM UK)
http://www.icdsm-us.org/ (US section of ICDSM)
http://www.icdsmireland.org/ (ICDSM Ireland)
http://www.pasti.org/milodif.htm (ICDSM Italy)
http://www.wpc-in.org/ (world peace council)
http://www.geocities.com/b_antinato/ (Balkan antiNATO center)


==========================

ICDSM - Sezione Italiana
c/o GAMADI, Via L. Da Vinci 27
00043 Ciampino (Roma)
tel/fax +39-06-4828957
email: icdsm-italia @ libero.it

*** CONTRIBUISCI E FAI CONTRIBUIRE:
Conto Corrente Postale numero 86557006
intestato ad Adolfo Amoroso, ROMA
causale: DIFESA MILOSEVIC ***

NUOVO INDIRIZZO INTERNET:
http://www.pasti.org/linkmilo.html

IL TESTO IN LINGUA ITALIANA DELLA AUTODIFESA DI MILOSEVIC, IN CORSO
DI REVISIONE E CORREZIONE, E' TEMPORANEAMENTE OSPITATO ALLA PAGINA:
https://www.cnj.it/documentazione/autodifesa04.htm

LE TRASCRIZIONI "UFFICIALI" DEL "PROCESSO" SI TROVANO AI SITI:
http://www.un.org/icty/transe54/transe54.htm (IN ENGLISH)
http://www.un.org/icty/transf54/transf54.htm (EN FRANCAIS)

==========================

[ # On Srebrenica see also / su Srebrenica vedi anche:
Srebrenica and the Politics of War Crimes
http://www.srebrenica-report.com/index.htm
# On Falluja see also / su Falluja vedi anche:
Falluja: il peggior massacro americano in Iraq (LINKS)
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4482
Guai a occuparsi di Falluja
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4227
IRAQ = JUGOSLAVIJA / 12: Cronache da Falluja
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3486
IRAQ = JUGOSLAVIJA / 9: FALLUJA COME ORADOUR, LIDICE, KRAGUJEVAC...
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3466
IRAQ = JUGOSLAVIJA / 1: Eyewitness Report from Falluja
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3432 ]

Remembering Srebrenica, Thinking Of Fallujah

Ghali Hassan, Countercurrents.org

22 July, 2005 - On July 11, 2005, American and European leaders
gathered at a ceremony in Srebrenica marking the 10th anniversary of
the death of “at least 8000 Bosnians men and boys” during the war in
Bosnia. As usual, the news of the anniversary was broadcast live
throughout the Western world, and the alleged atrocity was compared
only to that of Fascism (“Europe’s worst massacre since World War II”).
Will Western leaders who commemorated Srebrenica “massacre” and
promised to bring the indicted leaders to justice apply the same
standards of justice to those who committed the Fallujah massacre?

The small Bosnian town of Srebrenica was (supposedly) “protected” by
the UN as a “safe area” at the time when the alleged 8,000 Muslims
(loved to death by the US and its Western allies) were slaughtered by
Serb forces in 1995 while the 370 Dutch military contingents stood by.
The same was repeated few years later in Kosovo when NATO/UN forces
stood by while Albanian terrorists (the KLA) kidnapped, tortured and
murdered Serbs and Gypsies. The Srebrenica “massacre” was just a
propaganda coup for the US-NATO war against the Republic of Yugoslavia.

Subsequently, the US-NATO used the “massacre” to intervene on behalf of
the Bosnian Muslim leaders in the war against Serb forces and in
pursuit of their own imperialist agenda. The aim was to break up the
Republic of Yugoslavia and colonise Bosnia and Kosovo. Credible
evidence provided by US and Western sources showed that the number of
the so-called at least “8000 Muslims” killed by Serbian forces was
inflated to provide the US-NATO with a “humanitarian” pretext to
demonise the Serbs, and gain public relations support for military
intervention in the region. European humanitarian organisations
estimated that between 80,000 and 102,000 Bosnians died during the
Bosnian war (1992-1995).

It is also noteworthy several US reports (e.g. US Senate Staff Report
and the Foreign Military Studies) have accused the Bosnian forces of
deliberately attacking their own Bosnian civilians (e.g. the “Breadline
Massacre” in 1992, and the “Market Massacre” in 1994 and 1995) in order
to get US-NATO to come to their aid against Serb forces.

In addition, the Srebrenica “massacre” was also used by the Croatian
regime (the darling of Western Fascism) as a smokescreen to conduct an
overt criminal policy of ethnic cleansing Serbs and Bosnian Muslims in
Western Bosnia and the Serbian inhabitants of the Krajina in Croatia.
According to Edward Herman, America’s most astute critical reformist,
massive ethnic cleansing and atrocities against Serbs and Bosnian
Muslims was “carried out with U.S. approval and logistical support
within a month of the Srebrenica events, and it may well have involved
the killing of more Serb civilians than Bosnian Muslim civilians killed
in the Srebrenica area in July: most of the Bosnian Muslim victims were
fighters, not civilians, as the Bosnian Serbs bussed the Srebrenica
women and children to safety; the Croatians made no such provision and
many women, children and old people were slaughtered in Krajina”.

Like the war on Iraq, the US-NATO war on Yugoslavia was an act of
aggression that destroyed the entire Republic and killed an unknown
large number of Serbs, the war largest victim. Over a million people
(now live in Serbia) are displaced refugees from Krajina, Bosnia and
Kosovo as a result of a fascist policy of ‘ethnic cleansing’ and an
illegal war against Yugoslavia.

The Srebrenica “massacre” was universally condemned in Europe and the
US as “genocide” and crimes against humanity. The Serbs who have been
accused of the killings were described by Western governments and
Western media as “Serb evils”. They are indicted for war crimes and
promises have been made to bring them to “justice”, that is, Western
justice. However when something worse than the Srebrenica “massacre”
happened in Fallujah, it was described by Western leaders and their
media accomplices as a “necessary step to hold elections and bring
freedom and democracy” to Iraq.

The Iraqi city was the subject of heavy US bombardments before and
after the 2003 Occupation. In November 2004, US occupying forces
embarked on “pacifying” the city of Fallujah in order to make an
“example” of Western brutality. Water, food and electricity were cut
off to the city of 300,000 citizens - in violation of the Geneva
Conventions. The aim was to empty the city of its women, children, and
the elderly while preventing the departure of able-bodied males from
leaving, then US forces bombed the city with all the remaining
civilians. Many people were able to leave, but others stayed in their
homes.

For several weeks, US forces bombed the city continuously, with
deliberate violence that has been described as “war crimes”. US
helicopter gunships and F-16 fighter planes, using legally banned
Napalm-type firebombs (MK77s type bombs used in Vietnam) and bombs as
heavy as 500 lb (220 kg), are attacking population centres and shopping
malls. From the air and from the grounds, US forces indiscriminately
killed civilians holding white flags or white clothes over their heads,
murdered the wounded fighters, killed unarmed Iraqis who had been taken
prisoner, and destroyed mosques, hospitals, and health centres
protected under international law.

All males between the ages of 16 and 60 years old were slaughtered. US
forces attacked and occupied the Fallujah Hospitals to prevent the
publication and counting of civilian casualties. Patients and doctors
in the Hospital were taken hostages and abused by US forces and their
Iraqi collaborators. “Staff have been attacked by US marines, doctors
have been shot, emergency medicines blocked. Children have been
murdered in front of their families. Now imagine the same state of
affairs imposed on the London hospitals that received the victims of
the bombing”, wrote John Pilger.

Agence France-Presse (AFP) reported on 18 December 2004, that US unit
commanders revealed that their troops had orders to shoot all males of
fighting age seen on the streets, armed or unarmed. According to the
Red Cross spokesman and the Iraqi Red Crescent Society, more than 6,000
people have been killed and many more have been injured in the first
three weeks of the unprovoked US attacks. The entire city was destroyed
and rendered uninhabitable by humans. Currently there are some 250,000
people reported as being internally displaced by the atrocity. Law
experts have described the atrocity of Fallujah as war crimes and
breach of the Geneva Convention and US Law. It is part of an illegal
war of aggression that has needlessly caused the suffering and death of
thousands of innocent people.

Two independent studies investigating the death toll of Iraqi civilians
found that more than 100,000 Iraqis have died as a result of the US-led
invasion and occupation of the country. In November 2004, the reputed
and peer-reviewed British medical journal, The Lancet, estimated the
death toll to be 100,000 Iraqis, mostly women and children. The
estimate was conservative because it did no include the atrocity of
Fallujah.

The second independent study was by the Iraqiyun Humanitarian
Organization in Baghdad which reported that at least 128,000 Iraqis
have been killed since the US invasion began in March 2003. Dr. Hatim
al-'Alwani, head of Iraqiyun, said that 55 per cent of those killed
have been women and children aged 12 and under. The Iraqiyun compiled
its data from relatives and families of the deceased, as well as from
Iraqi hospitals throughout Iraq. However, the 128,000 figure includes
only those whose relatives have been informed of their deaths and does
not include those were abducted, assassinated or simply disappeared by
the US forces and their collaborators. The number is also includes
those who killed by US forces during that attacks on Fallujah and the
town Qa'im in western Iraq. In addition, tens of thousands of innocent
Iraqi men, women and children are imprisoned without charges. They are
abused, tortured and denied their human rights. Many Iraqi prisoners
and detainees have been murdered in cold-blooded and cowardice fashions
by US-British killers.

As part of US-British war propaganda, Iraqi dead are not counted,
because they are considered inhumane. And even when Iraqi dead are
counted the number of dead is squeezed to serve a crafted purpose. The
July 13, 2005 report by the England-based Iraqi Body Count (IBC)
estimated that Iraqi civilian casualties to be between 22,838 and
25,869, an extremely deflated number and contradicts previous credible
counts. The report is deliberately misleading and designed to normalise
the atrocity and blame the violence on Iraqis, ignoring the US
Occupation as the main cause of the violence today.

When 55 people died in the 7/7 London attack, Westerners and their
allies were in arms condemning the crimes and demanding that the
“perpetrators” be brought to justice for their crimes. However, when
128,000 innocent Iraqi men, women and children are murdered by the
policy and violent actions of their Western leaders, the silence is
deafening. The perpetrators of these war crimes were rewarded and
re-elected to high office, thanks to powerful media distortions and
blindfolded “moral values”. There is no two minutes of silence for the
mass slaughter of Iraqi children.

More than two years of brutal Occupation, US plan for Iraq remains
unchanged: the Iraqisation of the Occupation and the violence. This is
done by franchising (contracting) the US violence to US-created local
militia groups, and removing the occupying forces from Iraqi cities and
towns to more protected areas. In other words, the Occupation will be
localised by replacing foreign forces with the US-created Iraqi forces
– the Kurdish Peshmerga, the Iranian-trained BADR Brigade, the Wolf
Brigade, including the Chalabi’s thugs, and Al-Hussein Brigade. The
essential criteria to join the echelons of these forces are previous
experience in corruption and pro-Occupation skills in torture and human
rights abuse. They are rightly called the “dogs of the Occupation” by
Iraqis for their brutality and subservient to US forces and CIA
officials.

The militia groups work closely with the Occupation, carrying out US
orders of random house raids, mass arrests of innocent people, and
major violent operations against Iraqi civilians, and anti-Occupation
Resistance. Together with the occupying forces these militia groups are
embarking on violent crimes against Iraqi civilians in order to distort
the image of the Iraqi Resistance and weaken its popular supports. The
US aim in Iraq is to create an atmosphere of terror in order to
terrorise the population and instil fear in Iraqis’ daily life. At the
same time, the US is encouraging sectarian strife and religious
fundamentalism as a way of undermining secular and nationalist
resistance movements.

The strategy is an old imperialist strategy designed to allow the
imperialist forces to role by proxy behind an Iraqi façade. This will
provide safe enclaves for the occupying forces and reduces their
casualties. The occupying forces will be used only in an emergency
situation to protect the puppets. In other words, foreign forces will
be used only when the puppeteers are in danger of loosing control to
suppress the Iraqi people. In addition, public opinion in the US and
Europe will be manipulated through US-crafted rigged elections and fake
sovereignty, depicted as “political process” towards “democracy”.

It is this “political process” and the US-style “democracy” which have
been promoted for Iraq by the US-Western governments, Western media and
Western liberal elites (left and right). Iraqis, who reject this
colonial dictatorship, are labelled “insurgents”. It is an old agenda
of Western imperialism and has nothing to do with the ordinary Iraqi
people. Its aim is to colonise Iraq and siphoned off its wealth into
the bellies of US-Western corporations. It has been admirably rejected
by the Iraqi people. Iraqis are universally united against the
Occupation, and blame the Occupation forces for the continuing violence
in their country.

Speaking at the ceremony to commemorate the Srebrenica “massacre”, the
British foreign secretary, Jack Straw said; it was “a shame on the
international community that this evil took place under our noses. I
particularly regret this, and I am deeply sorry”. It was very
misleading statement because Mr Straw is very aware that “this evil
took place” again ten years later with his government full cooperation
to massacre the people of Fallujah and obliterate their once vibrant
city. Like the “massacre” of Srebrenica, the massacre Fallujah was
premeditated war crimes in contravention of the Geneva Convention, the
US War Crimes Act and the UN Charter.

It has been suggested by law experts that the Fallujah massacre was the
perfect case to indict the president of the United States with war
crime under US law. The Fallujah genocide is a clear breach of the
Geneva Conventions, Geneva Conventions. “You couldn't have a more grave
breach of the Geneva Conventions than that”, said Naom Chomsky citing
the US War Crimes Act which was passed by a Republican Congress in 1996.

It is worth remembering that in the Nuremberg they did not try
soldiers, and they didn't try unit commanders, they tried the people
who sold the war. One of those on trial , the German foreign minister
(1938–45), Joachim von Ribbentrop, was convicted as a war criminal and
hanged because of participation in the supreme international crime
which ‘encompasses all the evil that follows’. Shouldn’t the world
community follow the same justice and try those who instigated the
illegal war on Iraq? Or are the West’s war crimes tribunals and
international criminal courts part of the imperial strategy?

Unlike Srebrenica, we know that the ultimate responsibility for the
massacres of Fallujah, Baghdad and other Iraqi cities rests with the US
Secretary of Defence, Ronald Rumsfeld, George W. Bush and Tony Blair.
There is an overwhelming prima facia evidence to formally indict those
who committed this international war crime against the Iraqi people.

Ghali Hassan lives in Perth, Western Australia

:: Article nr. 13981 sent on 23-jul-2005 05:13 ECT

:: The address of this page is : www.uruknet.info?p=13981

:: The incoming address of this article is :
www.countercurrents.org/iraq-hassan220705.htm

SOMEBODY KNEW IN ADVANCE


Who provided the London warning?
(Xymphora)

Despite quite a lot of discussion on the issue, it seems clear now
that the Mossad office in London received six minutes warning from
British authorities of the London bomb attacks. This isn't surprising,
as Netanyahu was in town and would have been guarded with extreme
caution by both British and Israeli officials. Bibi is one of the most
likely assassination targets in the world, and is a pain in the ass to
look after wherever he goes...

http://www.uruknet.info/?s1=1&p=13908&s2=21

How did Greenspan Know about the London Bombings Two Days before?
(Mike Whitney)

Two days before the London subway bombings, Fed-Master Alan Greenspan
flushed nearly $40 billion in liquidity into financial markets. The
sudden activity was an astonishing departure from the current policy
of tightening interest rates to stifle inflation. The Chairman has not
explained his erratic behavior, but there's growing speculation that
Greenspan may have had information about the likelihood of terrorist
attacks and decided to "preemptively" head-off a run on the markets.
As it turns out, his actions may have been a positive factor in
stabilizing the market following the incident, (... ) but that doesn't
address the larger issue of whether Greenspan had inside information
that an attack was imminent.

http://www.uruknet.info/?s1=1&p=13901&s2=21

London plot thickens, as does propaganda
(Larry Chin, Online Journal Associate Editor)

As was the case following 9/11 and all post-9/11 "terror" events, an
official new propaganda legend is being constructed to justify
whatever Anglo-American-Israeli aggression that is sure to follow.
Meanwhile, the list of unanswered questions, irregularities, and
inconsistencies continues to grow, along with dramatically zigzagging
cover stories and anti-Muslim agitation. Another large-scale
government and media deception is well underway...

http://www.uruknet.info/?s1=1&p=13862&s2=19

LONDRA. IN SIMULTANEA: VERI ATTENTATI ED ESERCITAZIONE ANTITERRORISMO

Un'agenzia di consulenza con contatti con il governo e la polizia
stava effettuando un'esercitazione per una compagnia, il cui nome non
e' ancora stato reso noto, che prevedeva la simulazione di un
attentato nella metropolitana di Londra, esattamente nello stesso
tempo e nello stesso luogo in cui si sono verificate le reali
esplosioni la mattina del 7 luglio...

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=1174




--- In JUGOINFO, "Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia" ha scritto:


QUELLI CHE LA SANNO SEMPRE PIU' LUNGA DEGLI ALTRI


"...Il ministro delle Finanze israeliano, Benjamin Netanyahu, è stato
fatto rimanere nella sua stanza d'albergo anziché spostarsi in un
albergo nei pressi della stazione di Liverpool Street (il luogo della
prima esplosione), dove avrebbe dovuto partecipare ad una conferenza..."

(Fonte: "Secondo un sito israeliano Scotland Yard sapeva in anticipo
degli attacchi", 11.07.2005 -
http://www.contropiano.org/doc_europa&russia.asp )

--- Fine messaggio inoltrato ---

FONTE: aa-info @ yahoogroups.com

> Rimandato il sit in. Confermata la mobilitazione
>
> VIA DALL'IRAQ SUBITO! L'UNICA SICUREZZA E' IL RITIRO
>
>
>
> Con gli attentati di Londra la guerra è di nuovo entrata
drammaticamente
> nella vita quotidiana delle popolazioni di quegli Stati che
partecipano
> alla guerra preventiva, all'occupazione e all'oppressione di altri
popoli.
> Dopo gli attentati dell'11 marzo, a Madrid la gente scese in
piazza con
> uno striscione chiaro e coraggioso: "Nostri sono i morti, vostra è
la
> guerra". Quella parola d'ordine è stata la lapide di un governo
> reazionario e filo USA come quello Aznar che aveva voluto a tutti
i costi
> essere parte della coalizione politico-militare che aveva invaso
> illegalmente l'Iraq in contrasto con la volontà della maggioranza
della
> popolazione.
> E' tempo che anche il governo Berlusconi sia costretto a prendere
questa
> decisione. La maggioranza sociale del nostro paese vuole che le
truppe
> italiane in Iraq vengano ritirate e che l'Italia venga sottratta
alla
> guerra e alle sue conseguenze. Il governo - al contrario - tenta
di
> gestire il coinvolgimento dell'Italia nella guerra e
nell'occupazione di
> Iraq e Afghanistan come normale amministrazione, potendo contare
sulla
> riluttanza della gran parte dell'opposizione ad ingaggiare una
seria
> battaglia per il ritiro delle truppe. Gli attentati di Londra
dimostrano
> al governo e all'opposizione che non c'è più molto tempo per
prendere la
> decisione giusta: ritirare le truppe dall'Iraq e mettere fine alla
> complicità dell'Italia con la guerra. L'unica exit strategy
possibile dal
> pantano irakeno è il ritiro immediato di tutte le truppe
straniere, senza
> rinvii o escamotage come ad esempio quelli prefigurati da chi
pensa ad una
> copertura da parte dell'Onu.
>
> Le conseguenze delle scelte sbagliate dei governi guerrafondai
sono state
> estremamente drammatiche per i cittadini iracheni, oltre che per
quelli di
> Madrid e Londra. Ma domani potrebbero diventarle anche per i
cittadini
> italiani.
>
> Occorre agire subito, prima che l'Italia divenga il bersaglio del
terrore
> e prima che in nome della "sicurezza" e della lotta al terrorismo
vengano
> ulteriormente ristretti gli spazi di libertà e di agibilità
democratica
> attraverso leggi speciali liberticide. Le misure annunciate dal
Ministro
> Pisanu prefigurano uno "stato di pubblica sicurezza" che già si
sta
> scatenando contro i movimenti di lotta e gli immigrati. Ancora più
> importanza assume oggi la battaglia per la chiusura dei cosiddetti
CPT.
>
> Per martedì mattina il movimento contro la guerra ha chiesto ed
ottenuto
> un incontro con i capogruppo dell'Unione alla Camera dei Deputati
per
> ribadire la richiesta di ritiro immediato. Invece il sit in
previsto per
> martedì pomeriggio sotto la Camera dei Deputati è stato rimandato
ai
> prossimi giorni, in concomitanza con il dibattito e la votazione
in
> Parlamento del decreto di rifinanziamento della missione militare
italiana
> in Iraq. Non appena sarà reso noto il calendario parlamentare i
promotori
> dell'iniziativa renderanno noto l'orario della mobilitazione.
>
> Comitato nazionale per il ritiro dei militari italiani dall'Iraq,
> Federazione Nazionale delle RDB - CUB, Confederazione Cobas, Radio
Città
> Aperta, Rete dei Comunisti, "Essere comunisti"(PRC), Sinistra
critica-Area
> programmatica PRC, Red Link, Action, Partito dei Comunisti
Italiani,
> FGCI, Forum contro la guerra, Associazione Argon
Bloggersperlapace, Rete
> Artisti contro le guerre, Gino Barsella, Adriana Spera
(Consigliera
> Capitolina PRC e Presidente V CCP), Claudio Ortale (Direttivo CUB
LAZIO e
> Presidente BKP Roma), Lotta per il Socialismo - CWI, Comitato "Con
la
> Palestina nel cuore", Forum Palestina, Ettore Davoli, Laboratorio
di
> Resistenza alla guerra (Roma), Partito Umanista.


--- In JUGOINFO "Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia" ha
scritto:

19 luglio in piazza a roma contro l'occupazione dell'iraq

VIA DALL'IRAQ SUBITO! L'UNICA SICUREZZA E' IL RITIRO

Con gli attentati di Londra la guerra è di nuovo entrata
drammaticamente nella vita quotidiana e nelle case delle popolazioni
di quegli Stati che partecipano alla guerra preventiva,
all'occupazione e all'oppressione di altri popoli. Dopo gli attentati
dell'11 marzo, a Madrid la gente scese in piazza con uno striscione
chiaro e coraggioso: "Nostri sono i morti, vostra è la guerra".
Quella
parola d'ordine è stata la lapide di un governo reazionario e filo
USA
come quello Aznar che aveva voluto a tutti i costi essere parte della
coalizione politico-militare che aveva invaso illegalmente l'Iraq in
contrasto con la volontà della maggioranza della popolazione.

E' tempo che anche il governo Berlusconi sia costretto a prendere
questa decisione. La maggioranza sociale del nostro paese vuole che
le
truppe italiane in Iraq vengano ritirate e che l'Italia venga
sottratta alla guerra e alle sue conseguenze. Il governo - al
contrario - tenta di gestire il coinvolgimento dell'Italia nella
guerra e nell'occupazione di Iraq e Afghanistan come normale
amministrazione, potendo contare sulla riluttanza della gran parte
dell'opposizione ad ingaggiare una seria battaglia per il ritiro
delle
truppe. Gli attentati di Londra dimostrano al governo e
all'opposizione che non c'è più molto tempo per prendere la decisione
giusta: ritirare le truppe dall'Iraq e mettere fine alla complicità
dell'Italia con la guerra. L'unica exit strategy possibile dal
pantano
irakeno è il ritiro immediato di tutte le truppe straniere, senza
rinvii o escamotage come ad esempio quelli prefigurati da chi pensa
ad
una copertura da parte dell'Onu.

Le conseguenze delle scelte sbagliate dei governi guerrafondai sono
state estremamente drammatiche per i cittadini iracheni, oltre che
per
quelli di Madrid e Londra. Ma domani potrebbero diventarle anche per
i
cittadini italiani.

Occorre agire subito, prima che l'Italia divenga il bersaglio del
terrore e prima che in nome della "sicurezza" e della lotta al
terrorismo vengano ulteriormente ristretti gli spazi di libertà e di
agibilità democratica attraverso leggi speciali liberticide. Le
misure
annunciate dal Ministro Pisanu prefigurano uno "stato di pubblica
sicurezza" che già si sta scatenando contro i movimenti di lotta e
gli
immigrati. Ancora più importanza assume oggi la battaglia per la
chiusura dei cosiddetti CPT.

Per questo proponiamo a tutte le forze che si oppongono alla guerra e
all'occupazione dell'Iraq di mobilitarsi martedì 19 luglio, in
concomitanza con la discussione in Parlamento del decreto di
rifinanziamento della missione militare italiana. Proponiamo per la
mattina un incontro con i capigruppo del centrosinistra per ribadire
le richieste del movimento contro la guerra, e una manifestazione
sit-in sotto la Camera dei Deputati nel pomeriggio (ulteriori
dettagli
sull'orario verranno forniti non appena sarà reso pubblico il
calendario parlamentare)


Comitato nazionale per il ritiro dei militari italiani dall'Iraq,
Federazione Nazionale delle Rappresentanze Sindacali di Base - CUB,
Confederazione Cobas, Radio Città Aperta, Rete dei Comunisti, "Essere
comunisti" - Partito della Rifondazione Comunista, Red Link, Action,
Forum contro la guerra, Associazione Argon Bloggersperlapace, Rete
Artisti contro le guerre, Gino Barsella, Adriana Spera (Consigliera
Capitolina PRC e Presidente V CCP), Claudio Ortale (Direttivo CUB
LAZIO e Presidente BKP Roma), Lotta per il Socialismo - CWI,


per adesioni:

viadalliraqora @ libero.it

cpiano @ tiscali.it

--- Fine messaggio inoltrato ---

QUELLI CHE LA SANNO SEMPRE PIU' LUNGA DEGLI ALTRI


"...Il ministro delle Finanze israeliano, Benjamin Netanyahu, è stato
fatto rimanere nella sua stanza d'albergo anziché spostarsi in un
albergo nei pressi della stazione di Liverpool Street (il luogo della
prima esplosione), dove avrebbe dovuto partecipare ad una conferenza..."

(Fonte: "Secondo un sito israeliano Scotland Yard sapeva in anticipo
degli attacchi", 11.07.2005 -
http://www.contropiano.org/doc_europa&russia.asp )

Nazismo

1. Gravissimo in Germania:
dichiarata anticostituzionale la Federazione dei Resistenti /
CP of Greece, Protest The German State Action Against FIR /
Die VVN-BdA im Verfassungsschutzbericht 2004 /
FIR protestiert gegen Erwähnung im Verfassungsschutzbericht

2. Stragi nazifasciste : l'ombre di ex spie su armadio "vergogna"
Missione commissione in Usa, documenti interessanti su Saevecke


=== 1 ===

https://www.cnj.it/PARTIGIANI/fir.htm


Gravissimo in Germania:
dichiarata anticostituzionale la Federazione dei Resistenti


Nella loro relazione 2004, i servizi segreti tedeschi
(Bundesverfassungsschutz) hanno indicato come "estremista" la sezione
tedesca della Federazione Internazionale dei Resistenti (FIR), che
raccoglie 25 organizzazioni partigiane distribuite su 14 paesi,
includendola nel novero delle organizzazioni "nemiche della
Costituzione".
Ricorrendo peraltro quest'anno il 60.mo anniversario della
Liberazione, la provocazione del Bundesverfassungsschutz è
inaccettabile e va respinta al mittente.
La FIR e le organizzazioni antifasciste della Germania e dei Balcani
invitano tutte le organizzazioni omologhe ad inviare lettere di
protesta alle istituzioni tedesche ed europee, inviandone copia anche
all'indirizzo: bundesbuero @ vvn-bda.de

Seguono ulteriori informazioni in lingua inglese e tedesca.


FONTI / SOURCES:

http://www.solidnet.org

Fédération Internationale des Résistants (FIR)
Förderation der internationalen Widerstandskämpfer
Federation of the international resistance fighters
Federazione Internazionale dei Resistenti
http://www.fir.at/

Vereinigung der Verfolgten des Naziregimes -
Bund der Antifaschistinnen und Antifaschisten (VVN-BdA)
http://www.vvn-bda.org/

VVN-BdA Landesvereinigung Berlin e. V.
http://berlin.vvn-bda.org/

==================================================

CP of Greece, Protest The German State Action Against FIR

From: Communist Party of Greece, Wednesday, July 13, 2005

http://www.kke.gr , mailto:cpg@...

-------------------------------------------------

Protest The German State Action Against FIR

Dear comrades

From the Pan-Hellenic Union of Resistance Combatants (PEAEA) we were
informed about the unacceptable action taken by the German authorities
to label as "extremist" the International Federation of Resistance
Fighters (FIR) and to include it in the list of "enemies of the
constitution".

This is becomes even more provocative since it coincides with the 60th
anniversary of the peoples' victory over fascism and Nazism.

For your information we attach the letter send to PEAEA by the
Secretary General of FIR regarding the issue, asking for protests to
the German Federal Government and the European Parliament.

You may also send copies of your reactions to the headquarters of FIR
bundesbuero @ vvn-bda.de

as well as to SolidNet info @ solidnet.org

With comradely greetings

The International Section of KKE

======================================

Berlin, 2005-06-01

Dear comrades,

dear friends,

For the first time for decades the International Federation of
Resistant Fighters - Association of Antifascists (FIR) was taken up to
a list of "enemies of the constitution" in the category "left-wing
extremist efforts" by a national secret service.

What so far was possible under the Franco-Regime in Spain or under
Obrist dictatorship in Greece happens now in Germany. The "Bundesamt
fur Verfassungsschutz" (National secret service) which is subordinated
to the Federal Minister of the Interior, declared it to be necessary
to blame our organization in this way in the report over the year 2004.

Without any proof of antidemocratic activities the FIR thereby is
politically blamed. We immediately demanded in a letter at Federals
Minister of the Interior Otto Schily to eliminate the Information from
this report. There is no reaction till now.

So we need your solidarity. Pease inform your organization, members
and friends about this political scandal. We would like to ask you -
the member federations and associated organizations - to express your
protest against this political denunciation in an appropriate form -
whether over the European parliament or directly in relation to the
German Federal Government, whether as organization or supported by
Internationally recognized personalities.

With comradely greetings

Dr. Ulrich Schnelder

Secretary-General

Please send copies of your letters and declarations to headquarter in
Berlin (Germany).

Sekretariat: Internationale Föderation der Widerstandskämpfer (FIR),
Franz Mehring Platz 1, D- 10243 Berlin

Tel: 0049 - 30 - 29 78 41 74, Fax: 0049 - 30 - 29 78 41 79,

e-mail: bundesbuero @ vvn-bda.de Internet www.fir.at

*End*

======================================

Die VVN-BdA im Verfassungsschutzbericht 2004

In langjähriger, wenn auch sehr fragwürdiger Kontinuität, erscheinen
im Verfassungsschutzbericht 2004 die Vereinigung der Verfolgten des
Naziregimes - Bund der Antifaschistinnen und Antifaschisten (VVN-BdA)
und erstmalig die Fédération Internationale de Résistance (FIR) als
verfassungsfeindliche Organisationen.

Die VVN-BdA - gegründet in der Nachkriegszeit von den Überlebenden aus
den Konzentrationslagern, den Gefängnissen und Zuchthäusern und aus
dem Exil zurückgekehrte Antifaschistinnen und Antifaschisten - ist
eine parteiunabhängige und überkonfessionelle und seit Anfang der
siebziger Jahre auch generationsübergreifende Organisation. Sie setzt
sich für Demokratie und Frieden ein und wendet sich gegen
Neofaschismus, Rassismus und Antisemitismus.

Ihre konsequente Haltung wird im Verfassungsschutzbericht 2004 erneut
diffamiert. In einer Kalten-Kriegs-Prosa werden Zitate, teilweise
gefälscht und sinnentstellt und in ein antiquiertes Feindbild
eingepasst. Und fast zeitgleich zu der Vorstellung des
Verfassungsschutzberichtes erhielt der Ehrenvorsitzende der VVN, Kurt
Julius Goldstein, das ihm vom Bundespräsidenten verliehene
Bundesverdienstkreuz aus der Hand des Regierenden Bürgermeisters von
Berlin.

Während in vielen Reden zum 60. Jahrestag der Befreiung der Kampf
deutscher Widerstandskämpfer gewürdigt und der Verfolgten des
Naziregimes gedacht wurde, wird die größte Organisation der Verfolgten
des Nazi-Regimes in der Bundesrepublik als verfassungsfeindlich
hingestellt. Die erneute Aufnahme der VVN in den
Verfassungsschutzbericht ist - auch mit Blick auf den 60. Jahrestag
der Befreiung vom Hitlerfaschismus - nicht nur ein sehr befremdlicher
Vorgang, sondern ein öffentlicher Skandal.

Brisant ist die Erwähnung der FIR im Verfassungsschutzbericht. Die
internationale Organisation ehemaliger Widerstandskämpferinnen und
-kämpfer ist "Botschafter des Friedens" bei den Vereinten Nationen. In
einem Gespräch am 9. Mai 2005 in Moskau mit UN-Generalsekretär Kofi
Annan betonte FIR-Präsident Michel Vanderborght die Verantwortung der
Organisation im Kampf gegen Neofaschismus und Rassismus,
Antisemitismus und Fremdenfeindlichkeit.

http://berlin.vvn-bda.org/veranstaltungen.php3?id=147

---

FIR protestiert gegen Erwähnung im Verfassungsschutzbericht

Am 17. Mai 2005 stellte Bundesinnenminister Otto Schily in Berlin den
Bundesverfassungsschutzbericht 2004 vor. Erstmals Erwähnung findet im
aktuellen Berichtszeitraum die Fédération Internationale des
Résistants (Internationale Föderation der Widerstandskämpfer).
Der FIR gehören 25 Verbände ehemaliger Widerstandskämpferinnen und
Widerstanskämpfer in 14 Ländern an.

In einem Schreiben an den deutschen Innenminister Otto Schily verwahrt
sich die Internationale Föderation der Widerstandskämpfer - Bund der
Antifaschisten (FIR) gegen ihre diskriminierende Erwähnung im
deutschen Verfassungsschutzbericht.
Ohne jegliche inhaltliche Substanz werde diese Organisation unter
"linksextremistische Bestrebungen" aufgeführt. In der Sprache des
Kalten Krieges wird die FIR, die in fast allen europäischen Ländern
und in Israel Mitgliedsverbände besitzt, als "Dachverband der
kommunistischen Widerstandskämpfer" tituliert.

Innenminister Schily solle sich besser bei seinem Bundeskanzler über
die FIR informieren, forderte der Generalsekretär der FIR, Dr. Ulrich
Schneider. Bundeskanzler Schröder habe anlässlich eines
Meinungsaustausches zum 60. Jahrestag der Befreiung das aktuelle
Informationsbulletin erhalten, aus dem das aktive Eintreten der
Verbände ehemaliger Widerstandskämpfer, Deportierter und Internierter
für die Bewahrung der Erinnerung und gegen jegliche Verfälschung der
Geschichte hervorgehe.

Die FIR wirkt heute gegen jegliches Erstarken von Neofaschismus und
Rassismus, Antisemitismus und Fremdenfeindlichkeit in den
verschiedenen europäischen Ländern. Bei einem Gespräch mit
UNO-Generalsekretär Kofi Annan am 9. Mai 2005 in Moskau hatte der
Präsident der FIR, der belgische Widerstandskämpfer Michel
Vanderborght, noch einmal die übernommene Verpflichtung als
"Botschafter des Friedens" betont. Solch ein Engagement als
"linksextremistisch" zu bezeichnen, widerspricht dem politischen
Konsens der europäischen Demokraten.

http://berlin.vvn-bda.org/aktuelles.php3?id=33


=== 2 ===

Stragi nazifasciste : l'ombre di ex spie su armadio "vergogna"
missione commissione in Usa, documenti interessanti su Saevecke

Ex ufficiali nazisti assoldati dai servizi segreti Usa nel dopoguerra
in funzione antisovietica, con una garanzia ben precisa: l'impunita'.
E' su questa pista, che ha trovato i primi riscontri in documenti
consultati a Washington e a New York, che si sta concentrando il
lavoro della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle cause
dell'occultamento di centinaia di fascicoli su crimini nazifascisti
compiuti in Italia dopo l'8 settembre del '43.
I nomi di coloro che commisero stragi per mezzo secolo impunite
(l'eccidio delle Fosse Ardeatine, di Sant'Anna di Stazzema, Roccaraso,
Capistrello etc) sono venuti alla luce solo nel 1994, quando a palazzo
Cesi fu scoperto l ''armadio della vergogna''. Su almeno uno di quei
nomi ora la bicamerale presieduta da Flavio Tanzilli (Udc) ne sa
qualcosa di piu'.
Tanto da poter ipotizzare nuovi scenari sul perche' cosi' tanti ex
criminali nazisti riuscirono a farla franca. Come Theodor Saevecke, ex
capitano delle SS che il 10 agosto del 1944 ideo' e organizzo' per
rappresaglia l'esecuzione di 15 partigiani a Piazzale Loreto. Su di
lui si e' incentrata l'attenzione della delegazione della Commissione
negli Usa dal 5 luglio. Il nome di Saevecke e quello di altri 13
tedeschi e di quattro italiani, figura nel fascicolo 2167 trovato
nascosto nell'armadio della vergogna. Ma sul suo conto Tanzilli,
affiancato dai commissari Alberto Zorzoli (Fi), Enzo Raisi (An), Carlo
Carli (Ds) e dai consulenti storici e magistrati, hanno cominciato ad
avere altre informazioni ''molto interessanti''.
Tanto che la missione negli Usa e' stata prolungata un paio di giorni
e terminera' domani.
Visionando i documenti del National archives and records
administrations e del National security archive, a Washington, si e'
potuto constatare nei dettaglio un fatto di per se' non inedito, ma
che puo' aprire nuovi scenari se messo a confronto con altri documenti
conservati a New York, presso l'archivio della Commissione di guerra
delle Nazioni Unite che opero' tra il 1943 e il '48: Saevecke fu
reclutato dalla Cia e negli anni Cinquanta fece controspionaggio per
conto degli Usa nella Germania dell'Ovest; fu riammesso nei ranghi
della polizia federale tedesca e fece carriera, tanto da diventare
vicedirettore del servizi di sicurezza. Cinque anni dopo la scoperta
dell'armadio della vergogna, e quindi del fascicolo a suo carico,
Saevecke fu condannato all'ergastolo dal Tribunale militare di Torino.
Sentenza emessa in contumacia, e che non ebbe alcun seguito sul fronte
dell'estradizione, non accolta dalla Germania. La sua morte, a
dicembre del 2000, ha lasciato in sospeso molti interrogativi.
E' stato grazie alla copertura dei servizi segreti Usa che Saevecke
riusci' a non essere incriminato?
Il governo americano di allora avverti' il governo italiano
dell'eventuale ''inopportunita'' di incriminare ex nazisti in piena
Guerra Fredda, quando la Germania dell'Ovest si stava riarmando e
stava entrando nella Nato? Come si regolo' in questi casi la
Commissione crimini di guerra istituita dalle Nazioni Unite? Ci sono
altri nomi di criminali nazisti scoperti nell' ''armadio della
vergogna'' su cui si puo' sapere qualcosa di piu' dagli immensi
archivi Usa? Fino a questo momento la Commissione ha seguito
principalmente due piste sulle cause dell'occultamento dei fascicoli:
la cosiddetta ''ragion di Stato'', documentata dal carteggio del 1956
tra i ministri Taviani (Difesa) e Martino (Esteri), in forza della
quale si voleva evitare di mettere in difficolta' politica la Germania
dell'Ovest che stava ricostruendo una forza armata; il pericolo che se
l'Italia avesse chiesto l'estradizione di ex criminali nazisti ,
altrettanto avrebbero potuto fare l'ex Jugoslavia, l'Etiopia e la
Grecia per i crimini di cui si erano macchiati i militari
italiani in guerra.
Ora si apre un terzo scenario, con un ruolo Usa che potrebbe riservare
sorprese, nel tentativo di venire a capo del perche' su quei crimini
nazifasicsti, che in Italia fecero 15mila vittime tra uomini, donne e
bambini, nel 1960 fu posto il timbro illegittimo di ''archiviazione
provvisoria''.

(Fonte: www.contropiano.org)

Care compagne e cari compagni vi invio la relazione di viaggio
dell'8-11 luglio scorso a Kragujevac e l'intervento letto
nell'assemblea con i lavoratori.

Un caro saluto a tutte/i
Gilberto Vlaic


RITORNO DALLA ZASTAVA DI KRAGUJEVAC

Viaggio del 8-11 luglio 2005

(resoconto di viaggio a cura di Gilberto Vlaic del gruppo ZASTAVA
Trieste)

Questa relazione e' suddivisa in sette parti:
1) Introduzione
2) Delegazione in visita e materiale trasportato
3) Cronaca del viaggio
4) Il microprogetto artigianato
5) I nuovi progetti
6) Informazioni generali sulla Serbia e particolareggiate sulla Zastava
7) Conclusioni


Introduzione

Vi invio un resoconto del viaggio appena concluso alla Zastava di
Kragujevac per la consegna delle adozioni a distanza che fanno capo
al Gruppo Zastava di Trieste, alla sezione del Veneto e al
Coordinamento Nazionale RSU CGIL e per il finanziamento dei progetti
in corso a Kragujevac e a Vozdovac.
Questo resoconto si lega alle altre relazioni scritte con cadenza
praticamente trimestrale.
Sono tutte reperibili su diversi siti, tra i quali
- il sito del coordinamento RSU, all'indirizzo:
http://www.ecn.org/coord.rsu/
seguendo il link: Solidarietà con i lavoratori della Jugoslavia:
http://www.ecn.org/coord.rsu/guerra.htm
dove sono anche descritte in dettaglio tutte le iniziative in corso,
sia nostre che di altre organizzazioni.
L'ultima relazione relativa ai nostri viaggi di marzo 2005 si trova
all'indirizzo
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2005/2005_0328_zastava_rel.htm


Delegazione in visita e materiale trasportato

Ricordo che le spese di viaggio sono state direttamente sostenute dai
partecipanti, senza alcuno storno dai fondi ricevuti per le quote di
adozione a distanza da distribuire (come del resto in tutti i
precedenti viaggi effettuati).
La delegazione che ha effettuato il viaggio era estremamante ampia.
Gilberto, Daniela, Linda e Mitja da Trieste, Giorgio, Matteo,
Natalino, Riccardo e Silvano da Sacile e Pordenone hanno utilizzato
per il viaggio utilizzato un pullmino fornitoci gratuitamente dalla
Cooperativa Itaca. Inoltre era con noi una famiglia di adottanti di
Trieste che ha viaggiato con il proprio camper:
Edoardo e Maria Cristina con i loro figli Mario, Emilia e Ilaria.
All'ultimo momento si sono aggiunti a noi con la loro macchina Matteo,
Daniele, Francesco e Roberto da Lodi, che dovevano verificare le
possibilita' di coinvolgimento di enti pubblici (Provincia e Comuni)
del lodigiano in progetti da realizzare a Kragujevac.
Avevamo preparato cinque valigie con medicinali, oltre a una ventina
di scatoloni contenenti vestiario e scarpe; la sera prima della
partenza abbiamo pero' saputo che i doganieri croati avrebbero
effettuato il venerdì 8 luglio uno sciopero bianco, con conseguente
verifica dei bagagli. Abbiamo quindi preferito evitare rischi e
purtroppo i medicinali sono restati a Trieste. Alle frontiere croate
solo una svogliata occhiata ai passaporti...
Abbiamo portato con soi solo una dozzina di confezioni di
fitostimoline per Lazar e Vasilje, due fratelli di sei e due anni,
colpiti da una malattia assai rara alla pelle (epidermiolisi bollosa);
e' da marzo 2004 che ad ogni viaggio sosteniamo questi due sfortunati
bambini, grazie all'aiuto di una ONLUS di Catania che ci fornisce il
materiale necessario.
Complessivamente abbiamo portato con noi una dozzina di pacchi di
regali alle famiglie jugoslave da parte delle famiglie adottanti
italiane, e alcune scatole contenenti giocattoli per gli asili di
Vozdovac.
C'erano inoltre circa venti pacchetti per ragazzi che sono in
corrispondenza con scuole elementari del sacilese.

Le adozioni da distribuire erano 177, di cui 7 nuove, per un valore
complessivo di 16645 euro, per la maggior parte in quote trimestrali
da 75 euro.
Avevamo infine 161 euro frutto della vendita dei prodotti di uncinetto
di una delle donne che ha partecipato al progetto microartigianato.

Come potete notare non avevamo nulla da distribuire ai profughi dal
Kosovo che abbiamo iniziato ad aiutare a luglio 2004, ne' regali per
tutti i ragazzi in affido.
Si e' trattato di una scelta difficile, ma i nuovi progetti che
vogliamo mettere in piedi necessitano di quantita' di denaro
significative per piccole associazioni.
Va comunque ricordato che i profughi dal Kosovo hanno a dicembre
scorso ricevuto aiuti sia da noi (vedi relazione di viaggio del
dicembre 2004) che dalla CGIL di Torino e dalla FIOM di Lecco.


Cronaca del viaggio

Rajka Veljovic, la nostra interprete e nostro punto di riferimento a
Kragujevac e' purtroppo ancora malata, in quanto si e' rotta un piede
a fine febbraio, e successivamente sono insorti problemi di
circolazione. La sua malattia ci ha costretti a cercare un nuovo
interprete; Mitja si e' dimostrato perfetto in questa veste. Inoltre
il Samostanli aveva trovato una ragazza, Bojana, che studia Italiano
a Belgrado e che ci ha molto volentieri aiutato. A lei i nostri piu'
sinceri ringraziamenti.
Siamo partiti da Trieste verso le 8 e 30 del mattino del venerdi' 8
luglio e siamo arrivati a Kragujevac alle 8 di sera, senza alcun
problema durante il viaggio. Abbiamo trovato solo un po' di pioggia a
tratti e molto caldo. Traffico scarsissimo, ad eccezione della
frontiera tra Croazia e Serbia; ci abbiamo messo circa un'ora e mezza
per fare meno di un kilometro.

Dopo lo scarico dei furgoni, abbiamo verificato le liste delle
adozioni e preparato le buste con il denaro delle adozioni per
l'assemblea che abbiamo tenuto la domenica 10.
Sabato mattina 9 luglio abbiamo avuto due lunghi incontro con il
Direttore della Scuola Tecnica di Kragujevac e con una delegazione
della municipalita' di Kragujevac.
Sui perche' e i risultati di questi due incontri scrivero'
diffusamente nel paragrafo "I nuovi progetti".

La sera del sabato si e' scatenata su Kragujevac una vera e propria
tempesta; nel giro di pochi minuti il cielo e' diventato nero pece, ed
e' caduta per almeno mezz'ora una pioggia violentissima con grandine e
vento fortissimo, che ha creato molti danni a case e strade, ma
soprattutto all'agricoltura; tutti i campi e gli orti che ho visto
domenica erano completamente distrutti.

L'assemblea per la consegna delle quote si e' tenuta come sempre nella
grande sala della direzione in una atmosfera festosa ma con un caldo
terribile. Siamo stati sommersi di bottiglie di rakja fatta in casa,
di marmellate, di miele, di prodotti tessili, doni che abbiamo portato
con noi in Italia e che, pur con qualche difficolta' di tipo
geografico, consegneremo alle famiglie italiane.
Ad una famiglia che aveva totalmente perso la casa per il nubifragio
della sera precedente abbiamo dato un ulteriore aiuto di 100 euro,
cosi' come abbiamo lasciato altri 100 euro al Sindacato per aiutare
altre famiglie.
Sono cifre modestissime, ma non potevamo fare di piu'.
I pomeriggi sono stati dedicati alla visita di varie famiglie con
figli adottati dai membri della delegazione; le condizioni di queste
famiglie sono sempre estremamente difficili, e non si vedono
prospettive per il futuro, ma questi incontri si svolgono sempre in un
clima di grande dignita', di festa e di vera amicizia. Dobbiamo sempre
stare attenti a non esagerare con gli squisiti dolci che ci offrono.

Come sempre, negli spostamenti tra una famiglia e l'altra abbiamo
attraversato il Parco della Rimembranza di Kragujevac, dove il 21
ottobre 1941 furono sterminate per rappresaglia dai nazisti 7300
persone, tra le quali 2500 operai della Zastava e gli studenti del
locale liceo, insieme ai loro professori. Molti monumenti costruiti
con pietre provenienti dalle varie Repubbliche che costituivano la
Repubblica Federativa Socialista di Jugoslavia ricordano quell'eccidio.

Questa volta la televisione di Kragujevac non ha trasmesso nulla su di
noi per la semplice ragione che la tempesta del sabato aveva messo
fuori uso gli impianti ed ancora il lunedi' mattina alla nostra
partenza le trasmissioni non erano riprese.

Il lunedi', durante il viaggio di ritorno, ci siamo fermati alcune ore
a Belgrado.
Abbiamo attraversato il viale delle ambasciate, che ospita tutta una
serie di edifici pubblici completamente distrutti dai bombardamenti
del 1999, e poi visitato il parco di Tasmajdan, dove sorgono due
monumenti simbolo: quello ai giornalisti morti nel bombardamento della
sede della televisione e quello, struggente, dedicato ai bambini
uccisi dalle bombe della NATO, che sue due semplicissimi ovali in
marmo nero riporta in Serbo e in Inglese la scritta "Eravamo solo
bambini".

Nel comune di Vozdovac, in periferia di Belgrado, abbiamo visitato una
scuola materna (vedere al paragrafo "I nuovi progetti").


Il microprogetto artigianato

Questo progetto e' iniziato nel maggio 2003; il numero di donne
coinvolte (operaie licenziate o casalinghe) e' stato di circa 20.
Esse ci hanno fornito ad ogni viaggio prodotti di ricamo e di
uncinetto che sono stati posti in vendita in Italia.
Si e' trattato di un salto di qualita' all'interno della campagna di
solidarieta'. Nel campo delle adozioni infatti c'e' inevitabilmente la
differenza tra chi da' e chi riceve; qui invece c'e' stato un rapporto
assolutamente paritario tra chi produce una merce e chi la compra.
Purtoppo il progetto sta andando verso la sua fine; malgrado
l'allargamento del numero delle persone coinvolte abbiamo in pratica
esaurito le nostre possibilita' di vendita e non siamo riusciti ancora
ad inventare nuovi meccanismi che ci permettano la vendita di questi
prodotti, fatto salvo il principio dell'assenza di intermediari.
Per questi motivi non abbiamo preso nei viaggi di marzo e luglio
ulteriore materiale.
Abbiamo consegnato ad una donna la cifra di 161 euro, il totale
generale del denaro consegnato fino ad ora è giunto quindi a 7003.5
euro.

Si e' aperta il 14 luglio una nuova potenziale prospettiva per questo
progetto:
ha telefonato una associazione di Firenze che ha chiesto di entrare in
contatto con queste donne per poter verificare se e come poter mettere
in vendita i loro prodotti nel loro negozio. Vi terro' informati.


I nuovi progetti

Visto che periodicamente riceviamo sottoscrizioni significative non
legate alle adozioni, e' stata presa la decisione di finanziare
progetti che vadano incontro a reali bisogni sociali.

Elenco ora i progetti attivati a marzo e giunti alla loro
realizzazione ed un nuovo progetto che e' stato finanziato da Zastava
Trieste insieme all'associazione Fabio Sormanni di Milano e a Zastava
Brescia e che sara' concluso a settembre.

A) Due laboratori dentistici dati in comodato d'uso al Sindacato

A gennaio scorso eravamo entrati in contatto con il COI (Cooperazione
Odontoiatrica Internazionale), una ONLUS di dentisti che agisce
sostanzialmente con criteri assai simili ai nostri, senza
intermediazioni ed in modo assolutamente volontario.
Questa associazione ha gia' installato alcuni laboratori dentistici in
campi profughi palestinesi in Libano ed uno in Eritrea. In questo
momento sono in Amazzonia.
Oltre a fornire la strumentazione, segue gli studi dentistici
installati sia attraverso la fornitura del materiale di consumo che
fornendo periodicamente aggiornamento professionale attraverso l'invio
di suoi volontari.
Il COI, dopo aver verificato il nostro modo di lavorare, ci ha
proposto di spostare a Kragujevac uno studio dentistico completo che,
benche' usato, e' perfettamente funzionante:
La Zastava possiede un centro medico (Zavod Za Zdravsvenu Zastitu
Radnika) di ragguardevoli dimensioni: vi lavorano 326 persone, due
terzi dei quali operatori sanitari (piu' di 60 sono i medici) ed un
terzo di amministrativi.
Il suo bacino di utenza e' rappresentato attualmente da circa 50.000
laboratori e da circa 7.000 pensionati.
In questo centro si effettuano ogni anno circa 1 milione di
prestazioni sanitarie di cui 65.000 nel campo dentistico. Nel reparto
dentistico lavorano 25 persone, tra cui sette medici dentisti.
Il problema del Centro Medico e' che la strumentazione in uso ha
un'eta' media di circa 20 anni, ed e' quindi fortemente inadeguata.
Abbiamo quindi sottoscritto a marzo con il Sindacato un accordo di
comodato d'uso per cinque anni, che e' subordinato al rispetto delle
seguenti condizioni:
1. la strumentazione in nessun caso potra' essere utilizzata per scopi
libero professionali
2. la strumentazione dovra' essere utilizzata presso il reparto
stomatologico del Centro medico Zavod Za Zdravsvenu Zastitu Radnika
D.O.O. (di seguito ZZZR) a Kragujevac
3. il suo utilizzo deve essere volto alla diagnosi, prevenzione e cura
delle malattie della bocca, in modo gratuito, su lavoratori a
qualunque titolo riferibili al complesso metalmeccanico Zastava, ai
pensionati e ai loro familiari, con particolare riguardo all'infanzia
4. il sindacato si fa carico di richiedere annualmente a ZZZR una
relazione contente il numero e la tipologia degli interventi
effettuati con l'uso della strumentazione sopradescritta e la
tipologia dei pazienti sottoposti a diagnosi, prevenzione e cura.
Per la verifica del rispetto dei punti precedenti 1,2 3 e per una
analisi dei dati di cui al punto 4 si costituisce una commissione
formata da un rappresentante per ciascuna delle parti firmatarie del
presente accordo. Tale commissione si riunira' con cadenza annuale.
La commissione sara' nominata in occasione dell'avvio delle attivita'
della strumentazione. In ogni caso le associazioni firmatarie
potranno, in caso di necessita', delegare in loro rappresentanza
soggetti anche locali, da loro indicati, per partecipare alle riunioni
della commisssione in oggetto.

Dopo il viaggio di marzo un secondo laboratorio perfettamente
funzionante e' stato recuperato da Boba a Napoli e ci e' stato spedito
a Trieste. Ringraziamo Giampiero per aver tenuto il tutto a casa sua
per dei mesi.
Abbiamo fatto molta fatica nel capire quale documentazione produrre
per la spedizione di questo materiale a Kragujevac, anche perche' in
Serbia da gennaio scorso e' stata introdotta l'IVA anche sulle donazioni.
Con l'aiuto del Consolato Generale di Trieste e di uno spedizioniere
indicatoci dalla CGIL siamo comunque riusciti ad effettuare la
spedizione; ai due laboratori abbiamo aggiunto 100 scatoloni
contenenti circa 2 tonnellate di vestiario.
Il camion e' partito da Trieste sabato 9 luglio al mattino ed e'
giunto a Kragujevac martedi' 12 luglio. Nessun problema significativo
nello sdoganamento.
E' da segnalare che la Banca di Credito Cooperativo del Carso ci ha
finanziato la spedizione sottoscrivendo per noi 2500 euro; grazie al
fatto che lo spedizioniere ci ha fatto pagare le sole spese reali,
siamo riusciti a concludere questa operazione spendendo 1090,59 euro,
comprensivi del trasporto da Napoli a Trieste, da Trieste a Kragujevac
e comprendendo anche l'IVA.

B) Realizzazione di un centro di accoglienza diurno per ragazzi con
sindrome Down e autistici

Avevamo ricevuto alcuni mesi fa una richiesta di aiuto per la
creazione di questo centro da parte dell'associazione delle famiglie
con figli colpiti da questa sindrome.
Esiste infatti solo la possibilita' per loro di essere ammessi nella
scuola dell'obbligo e seguiti da insegnanti di sostegno, ma alla fine
della ottava classe, verso i 14-15 anni, devono rientrare in famiglia
e non c'e' alcuna struttura pubblica che si occupi di loro.
Le loro famiglie avevano quantificato le necessita': una piccola
palestra, un laboratorio di sartoria, uno di pittura e ceramica, uno
di musica, una sala soggiorno ed una cucina, per circa 10.000 euro di
spesa.

Noi avevamo ricevuto dai lavoratori della COOP consumatori Nord-Est a
settembre 2004 la cifra di 14.290 euro, con la richiesta di impegnare
questo denaro in uno o piu' progetti che andassero oltre il sostegno
al reddito delle famiglie; noi avavamo gia' impegnato, con l'accordo
dei referenti della COOP, 1.000 euro per le terapie di un bambino di
tre anni colpito da distrofia muscolare e che e' in cura con risultati
eccezionali presso la EmCell Clinic di Kiev in Ukraina ed altri 572
per il parziale pagamento del materiale scolastico che avevamo
distribuito durante il viaggio di settembre 2004.
Sempre in accordo con i lavoratori della COOP, abbiamo quindi deciso
di finanziare la realizzazione del centro, a patto che pero' ci
fossero i locali disponibili.

A marzo scorso avevamo incontrato una delegazione del Comune di
Kragujevac per discutere del problema, alla presenza di una folta
delegazione di genitori e dei rappresentanti del Sindacato,
Il Comune aveva messo a disposizione di questa relizzazione un
edificio pubblico in disuso ad un piano in centro citta' e con una
superficie di circa 350 metri quadrati, prendendo l'impegno di
restaurarlo in fretta con fondi propri; non erano necessari grandi lavori.
Noi avevamo consegnato 7.000 euro come prima parte del nostro contributo.

La mattina di sabato 9 luglio c'e' stata l'inaugurazione di questo
centro alla presenza di molte decine di persone, del Sindaco, di
Dobrica Milovanovic, Presidente del Consiglio Municipale, di Slavica
Saveljic, Assessore agli affari sociali e di molti consiglieri comunali.
Abbiamo consegnato la seconda parte del nostro contributo (3000 euro)
e regalato al centro una bandiera della pace.

I locali sono stati completamente ristrutturati (mancano ancora alcuni
interventi nei locali di servizio), e sono stati acquistati tutti gli
strumenti e gli arredi indicati dalle famiglie dei ragazzi che
frequenteranno il centro.
Sono gia' al lavoro due dottoresse e tre infermiere stipendiate dal
Comune.
Il costo dei pasti per le famiglie sara' di 20 euro al mese.

Il Comune ci ha consegnato una rendicontazione analitica delle spese
sostenute sia sui nostri fondi che sui propri (avevamo posto la
condizione che il restauro dei locali fosse a carico del comune).
Sono stati al momento spesi 572.694 dinari, corrispondenti al nostro
primo versamento di 7000 euro.
Da parte sua il comune ha speso 74763 dinari (circa 920 euro).

Con il nostro secondo versamento sara' anche realizzato un impianto di
condizionamento: l'edificio e' a un solo piano e il caldo in estate e'
realmente opprimente.

C) La Scuola Tecnica Za Masinstovo I Saobracaj di Kragujevac

Si tratta di una Scuola di meccanica fondata nel 1854, dunque
pressoche' contemporanea alla fondazione della Zastava, nella quale si
e' formato il nucleo dei tecnici del Paese. Attualmente conta piu' di
1800 studenti.
Durante i bombardamenti sulla Zastava camion, che dista circa 200
metri, furono sfondati i vetri di tutte le finestre e gravemente
lesionato il tetto.
Gli edifici della scuola coprono 30.000 metri quadri, con un grande
parco all'interno.
Il 9 luglio mattina abbiamo visitato gran parte della scuola, che e'
veramente impressionante come dimensioni; alcuni laboratori, ad
esempio quello enorme di torneria, hanno macchine molto datate, maa
l'impressione generale e' che tutto venga mantenuto al meglio.
Il Direttore della Scuola si era rivolto alcuni mesi fa a Dora,
dell'Associazione Fabio Sormanni di Milano, chiedendo un aiuto per
costruire i locali mensa per gli studenti, utilizzando a questo scopo
parte della cantina dell'edificio centrale.
Vi riporto alcune frasi della lettera che Rajka ha inviato a Dora su
questo progetto:
"Questi ragazzi sono cresciuti durante l'embargo, maturati nelle
condizioni di disastro e bombardamenti, con molti diritti (normali nel
vostro mondo) negati da anni. Il nostro desiderio e' poter costruire a
loro uno spazio, un piccolo locale dove potrebbero mangiare e che
sarebbe anche un posto di incontro..."
Ci e' stato presentato il piano dettagliato per la ristrutturazione
dei locali, per un costo complessivo di 697.656 dinari (circa 8400 euro).
Si e' quindi giunti ad un accordo tra tre associazioni per finanziare
questo progetto con le seguenti cifre:
Associazione Fabio Sormanni 4500 euro
Associazione Zastava Brescia 2250 euro
Gruppo Zastava Trieste 2250 euro
e durante l'incontro con il Preside e alcuni insegnanti sono stati
consegnati i primi 6000 euro (ed una bandiera della pace).
La parte restante sara' consegnata durante il prossimo viaggio il 24
settembre.
Per quanto riguarda gli arredi la Scuola cerchera' di costruirli nei
propri laboratori usando lavoro volontario degli studenti e degli
insegnanti.

D) Gli asili del Comune di Vozdovac

Attraverso il Consolato serbo di Trieste avevamo ricevuto una
richiesta di aiuto da parte delle scuole materne di Vordovac, grosso
Comune alla periferia di Belgrado.
Il lunedi' 28 marzo scorso, sulla via del ritorno a casa, ci eravamo
incontrati con Snezana Nikic, direttrice degli asili di questa citta'.
Si tratta complessivamente di 23 asili pubblici che ospitano 747
bamini da 1 a 3 anni (i nostri nidi) e di 2812 bambini da 3 a 7 anni
(le nostre scuole materne). La richiesta che ci era stata avanzata
riguardava la fornitura di lenzuola per i lettini, per complessive
5980 lenzuola di diverse dimensioni.
Dopo una ampia discussione tra noi e con la direttrice, avevamo
raggiunto l'accordo di finanziare con il denaro restante dal
contributo dei lavoratori COOP, circa 2500 euro, l'acquisto in loco
di cotone per lenzuola e che il taglio e il cucito sarebbe a carico
della direzione di questi asili.
La legislazione serba vigente ci ha costretti a modificare questi
termini di accordo, in quanto non era possibile comperare il cotone e
far cucire le lenzuola dalle famiglie, ma si e' dovuto comperare le
lenzuola finite.
E' stata fatta una gara d'appalto e sono stati acquistati completi per
lettino al costo di 697 dinari ciascuno piu' 18% di IVA (circa 10 euro
a completo).
Abbiamo consegnato alla direttrice i 2500 euro promessi a marzo, ai
quali abbiamo aggiunto come gruppo Zastava Trieste altri 500 euro
provenienti dalla vendita dei CD "Non bombe ma solo caramelle".
L'incontro con i bambini di uno degli asili e' stato particolarmente
festoso; i ragazzi di Lodi fanno giocoleria di strada e li hanno
estasiati per almeno un'ora con cerchi, clave, palline di gomma e
tanti palloncini.
Anche a Vozdovac, adesso, c'e' una bandiera della pace, su una parete
dell'ufficio della direttrice.


Informazioni generali sulla Serbia e particolareggiate sulla Zastava

Gli ultimi dati statistici che vi abbiamo inviato sono contenuti nella
relazione del viaggio di dicembre 2004, presente all'indirizzo:
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2004/2004_1217_zastava.htm
e di quelli di marzo 2005, all'indirizzo
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2005/2005_0328_zastava_rel.htm

Non vi sono state variazioni sostanziali negli ultimi tre mesi; vi
riporto alcuni dati, i piu' significativi che ho raccolto.

Informazioni generali sulla Serbia

Il cambio attuale dinaro/euro e' di salito a 83.3 (era a 78.5 durante
il viaggio di fine dicembre 2004 e di 80.4 a marzo 2005).
L'inflazione nei primi 5 mesi del 2005 e' stata di 7.1%.
Noi consegnamo le nostre quote in euro, e quindi mantengono pressoche'
inalterato il loro potere di acquisto.

Il numero ufficiale dei disoccupati e' lievemente sceso, e si attesta
ora a e' 884.000, pari al 26.22% della popolazione potenzialmente
attiva. Dobbiamo ricordare che vengono considerati attivi anche i
lavoratori in cassa integrazione.

Il 55% dei lavoratori e' iscritto al Jedinstvena Organizacija
Samostalnog Sindikata, noto anche come Samostalni Sindikat (Sindacato
Autonomo).

Salario medio nel Paese a giugno 2005:
Industria 14244 dinari (171 euro)
Settore servizi 17704 dinari (212 euro)
Media pesata su tutte le categorie 15295 dinari (183 euro)

Ci sono quindi lievissimi aumenti nominali rispetto ai dati presenti
nelle ultime relazioni; dobbiamo pero' registrare molti aumenti
tariffari, tra i quali ricordo:
- l'aumento del 20% dal 1 luglio dell'energia elettrica
- i pedaggi autostradali aumentati del 10%
- la benzina e' aumentata da 62 a 73 dinari al litro

Informazioni sulla Zastava

Sono state privatizzate altre tre unita' produttive facenti capo alla
holding Zastava, che portano a 16 le realta' produttive privatizzate a
Kragujevac:
la Jugo Sport, con 20 lavoratori
la Zastava SPED (spedizioni) con 28 lavoratori
piu' importante, la Zastava Alati (utensileria) con circa 500 lavoratori.
Tutte e tre sono state acquistate da imprese slovene.

Per quanto riguarda la Zastava, non ci sono significative variazioni
sui numeri dei lavoratori (a parte le aziende cedute).
Alla Zastava il salario medio degli occupati e' di 17190 dinari, che
scende a 13489 se si considerano anche i lavoratori in cassa integrazione.

Gli operai in cassa integrazione erano 6.218 alla fine di giugno.
Ricordo che la cassa integrazione doveva scadere alla fine di agosto
prossimo; un recentissimo accordo sindacato-governo la ha prorogata di
un anno, fino ad agosto 2006.
Come purtroppo era prevedibile e come avevamo scritto nella relazione
di marzo scorso, ci sono piu' di 1000 lavoratori che hanno accettato
il licenziamento e che andranno via dal gruppo con una indennita' pari
a 100 euro per anno lavorato.

Unica novita' e' la proposta FIAT di montare a Kragujevac 8000 auto
Punto, con motore Eurocat3, a patto che il Governo serbo garantisca
entro fine 2005 il pagamento di circa il 25% del debito Zastava verso
IVECO pari a 11.5 milioni di Euro (su un totale di poco piu' di 40
milioni, ed il resto sarebbe cancellato).
Al momento il Governo non ha ancora accettato queste condizioni.
A Kragujevac comunque sarebbe solo effettuato il montaggio di pezzi
provenienti dall'Italia.
E' opinione del Sindacato che questa proposta sia piu' realistica
delle altre che di volta in volta hanno interessato con grande clamore
il settore auto della Zastava (ricordo i piu' famosi: il faccendiere
Briklin che nel 2002 si era impegnato ad acquistare la Zastava auto, e
la Peugeot nel 2003).


Conclusioni

Sono costretto a scrivere sempre le stesse conclusioni di ogni
relazione, poiche' non sembra di vedere spiragli di luce significativi
sul futuro di questo martoriato Paese.
In modo generale possiamo dire che lavoratori jugoslavi continuano ad
essere in condizioni di oggettiva debolezza e devono fare i conti con
la necessità di una ricostruzione post-bombardamenti che ha ormai da
sei anni assunto una chiara direttrice iper-liberista.
Lo Stato, fortemente allettato e subordinato alle promesse di aiuto
occidentali, ha lasciato al libero mercato ogni decisione. Così i
prezzi aumentano, le scuole e la sanità diventano prestazioni
disponibili solo per i più ricchi, le fabbriche, le zone industriali
sono all'asta di profittatori occidentali che comprano tutto a prezzi
bassi e ponendo condizioni di lavoro inaccettabili.
Sono evidenti e stridenti le contraddizioni tra una estrema poverta'
diffusa nella quasi totalita' della popolazione e una ricchezza
esibita attraverso i suoi tipici simboli, soprattutto le auto di lusso.
Nel caso specifico della Zastava e' estremamente preoccupante il
destino degli oltre 6000 lavoratori ancora in cassa integrazione.
Le famiglie che aiutiamo materialmente esprimono la loro gratitudine
per questi aiuti che sono indispensabili per la loro sopravvivenza;
una delle loro grandi preoccupazioni e' di non rimanere soli,
abbandonati ed invisibili al resto del mondo, il che giustifica
pienamente la frequenza dei nostri viaggi.
Dobbiamo continuare i nostri sforzi affinche' giunga a loro la nostra
solidarieta' e fratellanza materiale e politica.



Intervento,
a nome del gruppo ZASTAVA Trieste, dell'Associazione"Non
bombe ma solo Caramelle" –ONLUS e del coordinamento RSU-CGIL,

svolto da Gilberto Vlaic all'assemblea dei lavoratori della Zastava di
Kragujevac il 9 -7- 2005 in occasione della consegna delle adozioni a
distanza

Carissime ragazze, carissimi ragazzi,
care lavoratrici e cari lavoratori,
care compagne e cari compagni,

prima di tutto vorrei inviare il piu' affettuoso e fraterno saluto a
Rajka Veljovic, augurandole di tornare presto tra noi. Lei ha dato un
grande contributo nella realizzazione dei ponti di solidarieta' tra
lavoratori italiani e lavoratori jugoslavi.

A voi porto il piu' caro saluto delle associazioni che qui rappresentiamo:
il gruppo Zastava Trieste
il coordinamento delle Rappresentanze Sindacali Unitarie della CGIL
l'associazione Non bombe ma solo Caramelle
le Cooperative del nord-est
e dei lavoratori e delle famiglie italiane che partecipano a questa
campagna di solidarieta' materiale e politica con voi.

In questa occasione abbiamo con noi 177 quote di adozioni, di cui 7
nuove.
Il costante aumento delle adozioni ad ogni viaggio e' dovuto al fatto
che molti lavoratori, molte famiglie italiane non hanno dimenticato, e
non dimenticheranno mai, quello che la NATO e l'italia hanno fatto al
vostro Paese, alle vostre citta', alle vostre fabbriche ed esprimono
in questo modo la loro amicizia e la loro soliodarieta' materiale a voi.
Ma e' anche dovuto alla stima e alla fiducia che esiste tra noi e
l'Ufficio Internazionale Adozioni, i vostri delegati e la dirigenza
del nostro Sindacato.
Dico nostro sindacato perche' sono fiero ed orgoglioso di avere in
tasca la tessera di iscritto al Samostalni.

Oltre alle adozioni abbiamo deciso di sviluppare progetti che riescano
a venire incontro a reali bisogni sociali esistenti a Kragujevac.
Ieri mattina un camion con due studi dentistici perfettamente
funzionanti e' partito da Trieste; sono destinati al Centro Medico
della Zastava. Questo progetto e' stato realizzato con un gruppo di
medici italiani che formano un associazione chiamata Cooperazione
Odontoiatrica Internazionale.
Inoltre oggi pomeriggio ci incontreremo con il Direttore della Scuola
Tecnica ZA MASINSTVO I SAOBRACAJ, per la quale costruiremo i locali
della sala ristoro, usando fondi provenienti dall'Associazione Fabio
Sormanni di Milano, di Zastava Trieste e dell'associazione Zastva Brescia.
Domani mattina inaugureremo il centro di accoglienza per ragazzi
affetti da sindrome Down; la sua realizzazione e' stat possibile
grazie ad un generoso finanziamento dei lavoratori della COOP Nord-Est
ed al fatto che il comune di Kragujevac ci ha messo a disposizione i
locali.

In questi giorni quelli che si definiscono i grandi del mondo si sono
riuniti in Inghilterra per decidere il futuro di noi tutti.
Il loro mondo e' basato sulle guerre e sulle aggressioni, per
conquistare le risorse del pianeta, per conquistare la nostra
capacita' di lavorare, e cosi' riducono alla miseria e alla fame
interi popoli, interi continenti.
I popoli del mondo devono essere in questo momento grati alla
Resistenza irakena, perche' ha costretto gli Stati Uniti e i loro
alleati ad impantanarsi in una guerra che non vinceranno mai.
Se cosi' non fosse stato, gia' oggi altri popoli sarebbero stati
aggrediti e sappiamo bene che gli Stati Uniti hanno sempre pronta la
lista di chi aggredire per primo.
Ma il futuro che essi vogliono non e' il nostro, noi vogliamo un mondo
basato sui diritti dell'uomo e sulla solidarieta' internazionale tra i
lavoratori, che garantisca queste ragazze, a questi ragazzi a noi e ai
nostri figli un avvenire di pace, lavoro, liberta'.

Benche' sia difficile, dobbiamo avere fiducia in noi stessi e nella
nostra forza; solo l'unita' dei lavoratori, al di la' di differenze
lingua, paese, religione ci permettera' di avere un mondo nuovo.

Termino con un saluto a tutti i ragazzi presenti.
So che molti di voi si scambiano lettere con i loro amici italiani.
E' una cosa molto importante perche' oltre a rafforzare i vincoli di
amicizia, permette di mantenere la conoscenza reale della vostra
situazione.
Infatti nel mio Paese si parla poco di voi, molti sono convinti che vi
abbiamo portato democrazia, liberta' e benessere e che comunque la
vostra situazione e' migliorata dalla fine dell'aggressione; le vostre
parole a questo riguardo valgono piu' di mille dei nostri discorsi e
dibattiti.

Vogliate sempre bene ai vostri amici Italiani, come noi vogliamo bene
a voi.
SVE VAS VOLIM

Kragujevac, 9-7-2005

Srebrenica (castillano)

---

LINKS:

Hasta los vivos están en la lista de los asesinados (Večernje
Novosti, 13.06.2005.)

En la lista preliminar e incompleta que publicó el periódico "Dnevni
avaz" de Sarajevo el día 10 de junio de 2005 y donde aparecen los
nombres de 8106 de los musulmanes desaparecidos, falta el dato más
importante: ¿quién busca a estas personas?...

http://usuarios.lycos.es/alexmalex/html/modules.php?name=News&file=article&sid=573

Srebrenica-una visión diferente (Aleksandar Vuksanović)

El pasado día 12 de febrero en el Tribunal de La Haya intervino como
testigo de la acusación el general francés Philippe Morillon. Fue
presentado como ultimo de los "testigos pesados" que, supuestamente
ofrecerían las pruebas determinantes contra Slobodan Milosevic y su
régimen. Concretamente, de el se esperaba el esclarecimiento del
"genocidio contra los musulmanes ocurrido durante la caída de
Srebrenica"...

http://www.iespana.es/semanarioserbio/numero27.htm
http://usuarios.lycos.es/alexmalex/html/modules.php?name=News&file=article&sid=39

Los serbios no fueron autores de ningún genocidio (Milan Bulajic)

El Dr. Milan Bulajić, presidente de la Asociación para la
investigación del genocidio, acerca de la muerte de musulmanes y
serbios en Srebrenica...

http://usuarios.lycos.es/alexmalex/html/modules.php?name=News&file=article&sid=572

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http://usuarios.lycos.es/alexmalex/html/modules.php?name=News&file=article&sid=575

SREBRENICA-UN GENOCIDIO VIRTUAL
Enviado el Viernes, 01 julio a las 01:57:20 por kopaonik

Srebrenica, las mentiras y los juegos mediáticos

Zvonimir Trajković - ex consejero de Radovan Karadžić


La Operación Srebrenica fue llevada a cabo y planeada en forma de
herradura, dejando intencionadamente un espacio abierto para que los
civiles y el ejército musulmán pudieran retirarse hacia Tuzla. Esto
supone una distancia de 36 kilómetros y es el terreno que puede
cruzar andando cualquier persona con una condición física media. Este
tipo de operación se eligió para evitar las víctimas humanas en los
combates porque los musulmanes habían concentrado en la zona
importantes refuerzos. En el caso de cerrarles completamente el paso,
se producirían combates muy violentos donde el ejército de la
República Srpska (VRS) podría llegar a tener importantes bajas.

Todo esto se ve claramente en el mapa estadounidense de la retirada
del ejército musulmán, con la diferencia de que al lado de Snagovo no
hubo ninguna emboscada, sino que el ejército musulmán planeó penetrar
en Zvornik para crear un nuevo problema urbano al VRS. Los
enfrentamientos cerca de Nueva Kasaba fueron fruto del bloqueo de la
carretera Belgrado-Zvornik-Vlasenica-Han Pijesak-Sarajevo por parte
del ejercito musulmán (ARBIH).

Según los datos del VRS en esta operación el ARBIH tuvo entre 600 y
700 bajas por efectuar varios intentos infructuosos de romper la
herradura serbia para unirse con algunas de sus tropas
deslocalizadas. El grueso del ARBIH y gran parte de los civiles,
atravesando los caminos abiertos, alcanzó Tuzla.

En Srebrenica i Zepa, enclave donde los musulmanes estuvieron casi
tres años, había entre 5 y 7 mil soldados de ARBIH que constantemente
salían de este enclave protegido y atacaban los pueblos serbios de la
zona. Aplicando esta estrategia de los constantes ataques
inesperados, en los alrededores de Srebrenica destruyeron 128 pueblos
serbios y mataron a más de 2400 civiles. Con esta estrategia de
mantener fuerzas numerosas dentro de una zona protegida y
desmilitarizada, se pretendían conseguir varios fines. Mantener atadas
a numerosas tropas serbias para defender los pueblos de los ataques
musulmanes y de esta forma impedir que se reforzase el VRS en el
frente de Sarajevo. Aparte de eso, siguiendo los consejos de sus
estrategas de Croacia y de occidente, intentaron separar el
territorio de la Repúblika Srpska del territorio de Serbia, para
facilitar de esta manera su posterior destrucción. Esto fue lo que
motivó que la ONU creara tres enclaves protegidos al lado del río
Drina (frontera entre Serbia y República Srpska), Srebrenica, Zepa i
Gorazde. Todo eso, seguido de la fuerte propaganda sobre las miles de
asesinados, habría de mantener la atención mundial y al mismo tiempo
ignorar completamente las barbaridades cometidas por los musulmanes
en Bratunac, Kravica, Skele y otros destruidos pueblos cerca de
Srebrenica, donde padecieron miles de serbios.

En la zona oriental de Bosnia, durante tres años, se libraron muy
duros combates con los musulmanes, que enterraban todos sus
combatientes caídos en este espacio muy reducido, en alguna ocasión
incluso en las fosas comunes que ahora "descubren" para demostrar que
fueron las víctimas del genocidio. Unos meses después de la conquista
de Srebrenica, nuestros patólogos, con el general Stankovic en la
cabeza, encontraron en todas las fosas comunes 1284 cuerpos que
querían identificar utilizando las análisis de DNK. Estas
investigaciones duraron hasta 1997, cuando de occidente llego la
petición de abandonar todo el proceso porque se consideraba que el
número de víctimas era definitivo. Cinco años después, la KFOR y los
investigadores de La Haya no han conseguido encontrar mas de 1700
cuerpos.

Después de los bombardeos de Serbia en 1999, de nuevo se actualiza el
caso Srebrenica y aparecen nuevas fosas comunes, pero ahora las
investigaciones la hacen los expertos occidentales bajo el patrocinio
del Tribunal de La Haya. Este trabajo todavía no ha terminado y
supuestamente se han identificado unos 3000 cadáveres. No me
sorprenderá que el número suba hasta 12 o 15 mil. Supongo que tendrán
cuidado en no superar el numero de los habitantes de Srebrenica antes
de la guerra.

Durante la operación Srebrenica yo fui el consejero de Radovan
Karadzic y durante todo su desarrollo estaba a su lado. Después de la
operación he sido enviado a Srebrenica para conseguir autobuses y
camiones que transportaran a los civiles musulmanes hasta la región
de Tuzla. Nada indicaba que se haya producido tal masacre, y los
soldados de la ONU allí desplegados tampoco la mencionaban. No han
declarado absolutamente nada que haría pensar que se ha producido la
masacre. Únicamente mucho después, y evidentemente bajo la presión de
sus superiores, ellos empiezan a hablar sobre las matanzas de los
civiles, formando así parte de la propaganda dirigida desde algunos
centros del poder. Aparte de esto, en la fotografía se ven
perfectamente los hombres adultos y no solamente mujeres y niños.
Srebrenica tiene, literalmente, dos calles, porque se trata de un
pequeño pueblo minero donde se amontonaron 35 mil civiles y soldados
de Naser Oric. Y en la foto se aprecia que nadie llora ni pide
socorro, lo que seria lógico si alguien asesina a una cuarta parte de
la población de una ciudad, como hoy algunos pretenden demostrar.

Otra pregunta que surge es cómo es que no ha fallecido ninguno de los
comandantes del ejército musulmán o el mismo Naser Oric. ¿Cómo es que
todos ellos llegaron a Tuzla sin sufrir baja alguna?

En las primeras elecciones después de los acuerdos de Dayton, como
fruto de la imprudencia de los musulmanes, que deseaban conseguir el
mejor resultado electoral posible en toda la Bosnia, en muchas mesas
electorales aparecieron miles de "fusilados" de Srebrenica.
Posteriormente a todos ellos se les han cambiado los documentos de
identidad para poder continuar explotando la historieta de Srebrenica.

El papel especial en esta zona la tuvo la Legión de Extranjeros
francesa, porque su general Morillon durante mucho tiempo fue el
comandante de los cascos azules que protegían la zona. Violando todos
los acuerdos firmados, el general Morillon toleró la presencia de
miles de soldados musulmanes armados que, incluso bajo la máscara de
la ayuda humanitaria, recibían armamento con bastante regularidad.

Nuestro estado tiene numerosas pruebas de ello, incluidas varias
cintas de vídeo grabadas "in situ", donde se ve claramente que los
camiones de ayuda humanitaria transportaban las armas para los
musulmanes de Srebrenica. Nosotros tenemos muy amplios documentos
audiovisuales que confirman los masacres contra los serbios en los
pueblos de alrededor de Srebrenica, pero este gobierno antipatriótico
y marioneta no tiene interés en enseñárselo a la población. Entonces,
tanto la nuestra como la opinión pública internacional comprendería
fácilmente por qué nos veíamos obligados a neutralizar esta "zona
desmilitarizada".

Zepa es el pueblo que milagrosamente desapareció de esta historia
(aunque en su día tenia el mismo peso que Srebrenica) porque allí
fueron capturados vivos más de 1500 soldados musulmanes fuertemente
armados. Todos ellos fueron trasladados cruzando el Drina a Serbia, y
posteriormente de nuevo a Bosnia, sin que se haya producido ni el más
mínimo incidente. Antes de ser devueltos a Bosnia, estos soldados
capturados fueron visitados por los miembros de las innumerables ONG,
entre ellos la señora Ogata también, para comprobar si recibían el
trato humanitario adecuado. Por eso Zepa ya no se menciona en ningún
sitio, porque puede ser la prueba de cómo el ejército serbio trató a
sus prisioneros. Hay que subrayar que las operaciones en Srebrenica y
Zepa se han llevado a cabo simultáneamente y bajo el mismo mando que
supuestamente en Srebrenica ordenó la masacre y en Zepa trato de
manera humana a los prisioneros (trasladándoles a Serbia y luego de
nuevo a Bosnia, sin matar a ninguno) porque "les caían mejor" que los
de Srebrenica.


"Por qué se emite justamente ahora este vídeo grabado hace diez años"

El vídeo con la grabación del asesinato de seis musulmanes, que estos
días emiten todos los medios serbios, fue "lanzado" por la TV B92 de
George Soros y es sólo una parte de la campaña en vísperas de los
importantes negociaciones sobre Kosovo. No se trata de ningún "careo
con la verdad", porque este crimen no tiene nada que ver con
Srebrenica. Este fue consumado en los alrededores de Trnovo, cerca de
Sarajevo. O sea, a unos 170 Km. de Srebrenica. Relacionar este crimen
con Srebrenica tiene como fin el renacimiento del mito sobre el
sufrimiento de los musulmanes de Srebrenica, ante el décimo
aniversario donde tiene que presentarse con una disculpa pública
nuestro presidente Tadic. Esto es la continuación de la guerra
mediática que pretende presentar anta la opinión publica a los serbios
como el pueblo genocida. En este caso, toda acción contra tal pueblo
tiene su justificación, incluidos los bombardeos del 1999. En este
caso, un pueblo así no tendría derecho a mantener Kosmet (Kosovo y
Metohia) como parte de su territorio y como consecuencia, nuestros
"gobernantes" tendrán las manos atadas en cualquier negociación
internacional. La República Srpska (Republica Serbia de Bosnia) en
este caso será tratada como el fruto de un genocidio que debería ser
destruido, y a los serbios habrá que asignarles a los tutores. Por eso
se hace lo imposible para imponer a los serbios "el careo con su
verdad" para que el occidente se mantenga limpio y moralmente
impecable. Para estos fines se utilizan todos los métodos, desde las
"ONG"-s y diferentes fundaciones hasta nuestros corrompidos
intelectuales y la maquinaria mediática mundial.

Con este fin de imponer "la verdad", Pady Ashdown ha interrumpido
violentamente al proceso. Furiosamente ha roto a mil pedazos el
Informe de la comisión independiente de la RS sobre los crímenes de
Srebrenica y, bajo la amenaza de la destitución, ha ordenado al
presidente Cavic y al resto del Gobierno de la República Srpska que
en Srebrenica fueron asesinados 8000 musulmanes y que puede aceptar
únicamente un informe así. Continuando con los intentos de "fundir"
la República Srpska con una Bosnia unitaria, este demócrata inglés,
de manera muy democrática, ha destituido a 73 legalmente elegidos
cargos públicos de la República Srpska por haberse atrevido a opinar
con su propia cabeza y por defender los Acuerdos de Dayton.

Entre los que trabajan sobre la creación de esta imagen distorsionada
de los serbios están, desde el para nosotros bien conocido
International Crisis Group (ICG) hasta el despacho de David Barnouw,
que a menudo aparece como la fuente de la información sobre la
masacre de 6 u 8 mil musulmanes en Srebrenica. Este despacho es en
realidad un bien organizado centro lobístico que inventó y realizó
esta campaña de mentiras, igual que las anteriores sobre las miles de
mujeres musulmanas violadas, sobre los campos de concentración para
los musulmanes….


Irresponsabilidades de los políticos y del poder actual

Nuestra tragedia no es Srebrenica ni tampoco el resto de las Gólgotas
serbias. Nuestro problema es que el actual gobierno marioneta ni tan
siquiera intenta luchar por la verdad o defender los intereses
nacionales. Nuestra tragedia radica en el hecho de que nuestra
política está en función de Natasa Kandíc y el resto de la banda de
los mercenarios extranjeros, en el hecho de que nuestro presidente
pide perdón obedeciendo a occidente y no pensando qué repercusión
tendrá esto para el estado y el pueblo.

Milosevic ocultaba la verdad para no irritar a occidente, intentando
de esta manera comprar algún año más del mandato presidencial. Y
ahora está en La Haya. Si dirá o no, al menos ahora, toda la verdad,
depende de si tendrá o no toda la documentación necesaria disponible
o si al final decidirá, como algunos otros acusados, llegar a un
acuerdo con el tribunal a cambio de un castigo menor.

Para todo nuestro pueblo lo más importante sería que se sepa toda la
verdad. Los serbios, por eso, tenemos la obligación de desmentir
todas las mentiras, porque este es el único camino para que la nación
llegue a su catarsis. Es un crimen matar a una persona y es mucho más
grave matar a seis jóvenes. Pero estos crímenes son hechos por unos
descerebrados con nombre y apellido que obligatoriamente deben ser
juzgados. En todos los conflictos civiles o religiosos de nuestros
espacios hubo tremendos crímenes cometidos por todos los bandos y,
por lo tanto, no podemos hacer épicos a algunos y olvidar por
completo a los otros, como si no hubieran ocurrido.

En estos conflictos los serbios son completamente eliminados de
Eslovenia, Croacia, parte de Bosnia y de Kosmet (Kosovo y Metohia),
pero, paradójicamente, únicamente nosotros estamos acusados de
practicar la limpieza étnica. Otros iniciaron los conflictos y a
nosotros nos acusan de la guerra y del desmembramiento de Yugoslavia.
Viendo el mapa, fácilmente se concluye que la Gran Croacia está
construida y a nosotros nos acusan de crear la Gran Serbia. ¿Hasta
cuándo con estas mentiras y con la manipulación de los hechos?
¿Cuándo nuestros gobernantes piensan decir a EEUU y a la UE que los
albaneses en Kosmet (Kosovo y Metohia) pueden tener el mismo grado de
autonomía que este mismo occidente ha negado a los serbios en
Croacia? Espero que pronto. Si no éste, al menos algún otro gobierno.

Ogledalo 21.6.2005

MAPA: http://usuarios.lycos.es/alexmalex/descargas/srebrenica_mapa1.jpg