Informazione

Kosovo: l'industria del sesso

Nonostante il Kosovo sia un protettorato internazionale
rimane, a tre anni dalla fine della guerra, un'area
politicamente instabile nonche' luogo di traffici illegali
ed uno dei centri piu' attivi per la cosiddetta "industria
del sesso".

(07/08/2002) Il recente rapporto dell'Institute for War &
Peace Reporting, redatto da Jeta Xharra, titola per l'appunto
"Kosovo sex industry". La giornalista di origine albanese ha
condotto un'indagine sul luogo, in cui ha descritto i locali
notturni dove ragazze provenienti da diversi paesi, in
prevalenza Moldavia, Ucraina, Romania, si esibiscono in
spogliarelli e offrono "servizi vari" ai clienti piu' esigenti.

Come riporta la Xharra, nel Kosovo post bellico l'industria del
sesso e' il "business" che sta crescendo piu' velocemente: il
paese infatti e' stato sottoposto ad uno sconvolgimento
sociale e politico senza precedenti dopo il conflitto del
1999. Mobilitata per oltre un decennio contro il regime di
Milosevic, la popolazione ora e' ridotta al ruolo di al
bergatore per la forza di peacekeeping della KFOR,
che fornisce un flusso stabile di clienti ai circa 120
"strip club".

La provenienza delle ragazze impiegate nei locali notturni
come abbiamo detto e' varia. "Circa il 60 per cento proviene
dalla Moldavia, le altre dalla Romania e dall'Ucraina".
Secondo i dati forniti dalla International Organisation of
Migration (IOM) il 70 per cento delle donne viene adescato
direttamente nei paesi di provenienza con la promessa
di lavori comuni, quali servizi di pulizia, baby-sitting
e lavori domestici.

Sebbene l'arrivo dei 45.000 peacekeepers internazionali -
continua il rapporto - sia stato un fattore di sicuro
incremento per l'industria del sesso, secondo ricerche
svolte lo scorso anno da un team della IOM in Kosovo le
vittime del trafficking affermano che la maggior parte
della loro clientela e' composta da persone locali.
Inoltre, nonostante la riluttanza ad ammettere che donne
kosovare siano oggetto di trafficking e di prostituzione,
la giornalista dell'IWPR riporta alcuni casi di donne
kosovare rapite e costrette a prostituirsi.

La citta' che piu' sembra essere coinvolta nell'industria
del sesso e' Urosevac (in albanese Ferizaj), ai confini
con la Macedonia. Gia' prima della guerra - si legge
nel rapporto - questa citta' di circa 130.000 abitanti
godeva di una pessima reputazione, guadagnandosi il titolo
di capitale dei gangsters kosovari. A differenza di
Pristina, dove le donne non possono entrare liberamente
nei club, a Urosevac possono farlo in tutta tranquillita'.
I gestori dei locali non sembrano nemmeno preoccuparsi
della polizia. A colloquio con Jamie Higgins, capo della
sezione dell'UNMIK che si occupa del trafficking e della
prostituzione, la giornalista dell'IWPR e' venuta a sapere
che "in quanto centro del crimine organizzato, un assalto
alla citta' richiederebbe un piano dettagliato ed un
numero consistente di poliziotti sul terreno - molti
pie' di quelli a disposizione dell'Unita' per il
trafficking e la prostituzione".

Ma una dichiarazione simile stride col fatto che, sempre
a Urosevac, l'Apachi Club, che prende il nome del famoso
elicottero degli USA, e' stato uno dei primi club ad
aprire dopo l'intervento della NATO, con ogni probabilita'
- scrive la ricercatrice dell'IWPR - per offrire servizi
ai clienti di Bondsteel, la vicina base militare statunitense.

A cura di Luka Zanoni
Fonte: IWPR , Osservatorio sui Balcani
http://www.osservatoriobalcani.it/

How to Take Down a Government
(by Christopher Deliso in Skopje)


* Part One:
The International Campaign to Intervene in Macedonia's Elections
> http://www.antiwar.com/orig/deliso50.html
("Macedonia's parliamentary elections are slated for 15 September, and
the US government is taking them seriously...")

* Part Two:
Financial Coercion and Other Forms of Intervention
> http://www.antiwar.com/orig/deliso51.html
(Interviews with Macedonian Finance Minister Nikola Gruevski and Dr.
Sam Vaknin)

* Part Three:
Collaboration Between the Media and NGOs
> http://www.antiwar.com/orig/deliso52.html
("The media/PR war has been dictated by the ICG's Edward Joseph, and
implemented by affiliated interventionist media, most notably IWPR. To
a lesser extent, Reuters has been used. Not coincidentally, certain
local media have also pitched in, as have the Guardian and BBC...")


WARNING:
Antiwar.com is a conservative web site, nevertheless it publishes
interesting analyses and critics against the US Balkan "imperial"
policies. The three abovementioned articles by C. Deliso, while giving
to the reader an impressive amount of interesting information, do also
share Antiwar.com right-wing orientation, which brings the author to
paradoxically state that US pressures are "intended to influence the
elections directly in favor of the Socialists", since "the Socialists"
are the opposition to the present Macedonian government (this is also
the opinion of Macedonian Finance Minister Nikola Gruevski, see "Part
Two").
However, this opinion is badly affected by ideology. The facts are
that the previous (Gligorov's socialdemocratic) government coalition
was pressured and destabilized by the US as well. Pressures and
destabilization were mainly realized by fostering Albanian separatism
and KLA terrorism, exactly in the way as it is happening now. The US
clearly intends to destabilize and to destroy a country, not just a
government coalition.
(I. Slavo)

MACEDONIA: CAMPAGNA ELETTORALE A BASE DI ATTENTATI

I "soliti noti" cercano di portare la tensione alle stelle per
destabilizzare il paese e bloccare il processo elettorale. Ma per
l'ANSA certo "terrorismo" va tra virgolette: meglio usare espressioni
come "movimento di guerriglia", se si tratta del terrorismo
pan-albanese, appoggiato dalla NATO, che usa il Kosovo come sua base
logistica.

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MACEDONIA: KILLER POLIZIOTTI PRESI SU AUTO TARGATA ROMA

(ANSA) - SKOPJE, 26 AGO - La polizia macedone ha fermato oggi
pomeriggio, mentre tentavano di raggiungere il Kosovo, i presunti
assassini dei due agenti uccisi la notte scorsa ad un posto di blocco
nei pressi della citta' meridionale di Gostivar. Gli arrestati,
bloccati nei pressi del posto di frontiera di Jazince, viaggiavano a
bordo di un'autovettura Golf targata Roma. Secondo le prime
informazioni si tratterebbe di due macedoni di etnia albanese. Non e'
noto al momento le ragioni del delitto, ne' se l'auto sulla quale
viaggiavano fosse rubata.(ANSA) BLL*COR 26/08/2002 18:05
http://www.ansa.it/balcani/macedonia/20020826180532311434.html

MACEDONIA: UCCISIONE POLIZIOTTI 'ATTO TERRORISMO', SKOPJE

(ANSA-AFP-REUTERS) - SKOPJE, 26 AGO - L'uccisione dei due poliziotti
in Macedonia e' un atto ''terroristico e politicamente motivato'': lo
afferma un comunicato diffuso stasera al termine di una riunione dei
massimi dirigenti macedoni con il presidente Boris Trajkovski. ''E' un
atto terroristico e politicamente motivato, perpetrato da estremisti,
come pure una grave provocazione contro il processo democratico in
Macedonia'', aggiunge il comunicato. Skopje invita la comunita'
internazionale a ''condannare'' l' attentato ed appoggiare le
autorita' macedoni nella loro azione per ''eliminare e prevenire atti
terroristici ed estremistici di questo tipo''. ''Le forze
estremistiche che incoraggiano ed eseguono tali atti hanno la
responsabilita' degli omicidi'', afferma ancora il testo,
sottolineando che le forze di sicurezza macedoni ''adotteranno tutte
le misure necessarie per il mantenimento della pace'' nel Paese.
(ANSA-AFP-REUTERS). DIG 26/08/2002 23:56
http://www.ansa.it/balcani/macedonia/20020826235632311717.html

MACEDONIA: GUERRIGLIA ALBANESE RIVENDICA UCCISIONE AGENTI

(ANSA) - SKOPJE, 27 AGO - L'Armata nazionale albanese (Ana), movimento
di guerriglia che sostiene da tempo di aver preso il posto del
disciolto Uck, ha rivendicato con un comunicato l'uccisione dei due
poliziotti macedoni avvenuta la notte tra domenica e lunedi' nella
citta' di Gostivar, nella parte meridionale del paese. Nel volantino,
del quale l'Ansa ha ottenuto una copia, si afferma tra l'altro che
''l'attacco e' stato compiuto da una unita' della brigata 'Avni Beqiri
- Drenica' '' e costituirebbe ''il proseguimento delle nostre azioni
militari contro il potere slavo-macedone''. Con lo stesso documento
l'Ana (conosciuta con l'acronimo di AKSH tra gli albanesi) smentisce
la notizia dell'arresto dei due presunti assassini annunciato ieri
dalle autorita' di Skopje. (ANSA). BLL 27/08/2002 12:03
http://www.ansa.it/balcani/macedonia/20020827120332311831.html

MACEDONIA: TRE ATTENTATI CONTRO SEDI PARTITI ALBANESI

(ANSA) - SKOPJE, 28 AGO - Tre attentati sono avvenuti la notte scorsa
contro le sedi di altrettanti partiti albanesi in Macedonia. In nessun
caso si segnalano vittime. Nella capitale, una carica di esplosivo e'
stata fatta saltare davanti all'abitazione-ufficio utilizzata da Ali
Ahmeti, ex comandante politico dell'Uck ed attuale leader dell'Unione
democratica per l'integrazione, formazione politica nata dalle ceneri
del disciolto movimento di guerriglia. Sempre a Skopje un attentato
incendiario e' stato compiuto contro la sede del Partito democratico
nazionale di Kastriot Haxhirexha, leader ritenuto estremista persino
dal Dipartimento di Stato americano, che lo ha inserito nella lista
nera dei movimenti politici piu' pericolosi. L'altro attentato e'
avvenuto a Bitola, nel sud del paese, dove e' stato appiccato il fuoco
alla sede locale del Partito democratico albanese di Arben Xhaferri. I
tre episodi rischiano di segnare un'ulteriore escalation della
tensione in Macedonia, in vista delle elezioni politiche generali
previste per il prossimo 15 settembre. Nella notte tra domenica e
lunedi' due agenti della polizia sono stati uccisi nella citta'
meridionale di Gostivar, abitata in prevalenza da albanesi. L'attacco
e' stato rivendicato ieri dall'Armata nazionale albanese (Ana), nuovo
movimento di guerriglia che non riconosce l'accordo di pace firmato lo
scorso anno tra albanesi e macedoni e che minaccia di estendere le sue
''operazioni militari''. (ANSA). BLL*COR 28/08/2002 13:52
http://www.ansa.it/balcani/fattidelgiorno/20020828135284943/
20020828135284943.shtml

(The original article in english can be read at:
http://www.wsws.org/articles/2002/apr2002/oil-a29.shtml)

Kossovo: Camp Bondsteel ed il petrolio del Mar Caspio

(16/07/2002) Camp Bondsteel, la più grande base americana costruita
all'estero dai tempi del Vietnam, è quasi stata completata nella
provincia jugoslava del Kosovo. È localizzata vicino ad oleodotti e
corridoi energetici di vitale importanza, al momento ancora in
costruzione, come ad esempio l'oleodotto trans-balcanico,
sponsorizzato dagli Stati Uniti. Grazie al coinvolgimento
nella costruzione della base alcune società appaltatrici del Ministero
della difesa, come ad esempio la Brown & Root Services (società
affiliata della compagnia petrolifera "Halliburton Oil"), stanno
guadagnando una fortuna.

Nel giugno del 1999, all'indomani della fine dei
bombardamenti NATO sulla Jugoslavia, forze americane
si impossessarono di 1000 acri di terra coltivabile nel
sud-est del Kosovo, in località Urosevac, vicino al
confine con la Macedonia, e incominciarono la costruzione
di una base. Camp Bondsteel è noto come "la grande signora"
di una rete di basi americane attive su entrambi i lati del
confine tra Kosovo e Macedonia. In meno di tre anni è stato
trasformato da un accampamento di tende in una base iper-
tecnologica, autosufficiente, che ospita quasi 7.000 soldati,
tre quarti del totale delle truppe americane presenti in Kosovo.
Vi sono più 25 Km di strade e più di 300 edifici a Bondsteel,
circondati da oltre 14 Km di barriere in cemento e terra, 84
Km di filo spinato e 11 torrette d'avvistamento. È così grande
che ha un centro e anche quartieri periferici, negozi, palestre
aperte 24 ore su 24, una cappella, una biblioteca e l'ospedale
meglio attrezzato d'Europa. Al momento vi sono 55 elicotteri
Black Hawk e Apache, e sebbene non vi sia una pista d'atterraggio
il luogo è stato scelto proprio per le possibilità d'espansione.
Vi sono indizi infatti che suggeriscono che Bondsteel possa
sostituire in un futuro la base dell'aviazione di Aviano in Italia.

Secondo quanto scritto dal Colonnello Robert L. McClure in
una rivista specializzata per ingegneri "la progettazione per la
costruzione di queste basi in Kosovo iniziò mesi prima che la
prima bomba venisse sganciata. I pianificatori volevano utilizzare
la lezione imparata in Bosnia e quindi convincere i 'decision
makers' a sostenere una rapidissima costruzione delle basi militari".
Inizialmente gli ingegneri dell'esercito americani hanno preso
il controllo, per uso militare, di 320 Km di strade, 75 ponti
presenti nell'area circostante, incominciando a definire la
struttura della base, incluse le caserme, eliporti, depositi di
munizioni, etc. McClure spiega come alla brigata del genio
militare fu dato l'ordine di collaborare ed integrarsi con la
società appaltatrice Brown & Root Services Corporation, per
la costruzione non di una, ma di due basi (l'altra è Camp Monteith),
che avrebbero accolto un totale di 7.000 soldati. Secondo McClure,
"Nel punto massimo dell'impegno lavoravano alla costituzione
della base circa 1000 espatriati (ex-personale militare) assunti
dalla Brown & Root, affiancati da più di 7.000 locali albanesi
che si unirono ai quasi 1.700 ingegneri militari. Dall'inizio
di giugno fino all'ottobre 1999 la costruzione di entrambi i
campi continuò 24 ore su 24, sette giorni su sette".

Brown & Root Services provvede a tutti i servizi di
supporto per Camp Bondsteel. Questi comprendono:
600.000 galloni d'acqua al giorno e corrente elettrica
sufficiente a rifornire una città di 25.000 abitanti. Lava
1.200 sacche di panni sporchi al giorno, fornisce 18.000
pasti, controlla il 95% delle attrezzature ferroviarie ed
aeroportuali della base. Si occupa anche della squadra anti-
incendio della base. Al momento la Brown & Root è il
maggiore datore di lavoro in Kosovo, con più di 5.000
Kosovari di etnia albanese impiegati ed altri 15.000 nei
libri paga. Lo staff di Bondsteel raramente esce dalla base
e le sue attività sono segrete. Mentre le altre pattuglie
della KFOR sono piccole e mobili, con soldati che
indossano i berretti, istruiti ad interagire con la popolazione
locale; il personale militare americano lascia Bondsteel o
in elicottero o in convogli pesantemente armati. In interviste
anonime soldati americani si lamentano che l'ostilità della
popolazione locale nei loro confronti è in crescita, dal
momento che confrontano le loro misere condizioni di vita
con la realtà della base. Coloro che hanno visitato la base
descrivono l'esperienza come un viaggio nel futuro di
almeno 100 anni. L'area circostante la base è infatti
estremamente povera, con un tasso di disoccupazione che
raggiunge l'80%. Poi appare all'orizzonte Bondsteel, con
la sua "foresta" di antenne, parabole per la comunicazione
satellitare e minacciosi elicotteri da combattimento.
Brown & Root paga i lavoratori kosovari tra l' uno ed i tre
dollari l'ora. Il manager per i lavoratori locali ha spiegato
che le paghe sono così basse perché "non possiamo gonfiare
gli stipendi, altrimenti causeremo un'inflazione
dell'economia locale".

Quando le truppe americane arrivano a Bondsteel è più
che probabile che incontrino un impiegato della Brown &
Root che li dirige verso i loro alloggi ed i depositi per le
attrezzature. Secondo quanto afferma G. Cahlink in
Government Executive Magazine (Febbraio 2002), i
peacekeepers dell'esercito, scherzando, affermano che
sulle loro mimetiche manca un distintivo: "Ce ne serve
uno che dica: sponsorizzati da Brown & Root". Battuta
che di fatto corrisponde al vero, dal momento che i quasi
10.000 soldati presenti in tutta la regione ormai contano
sulla Brown & Root Services per tutto, dalla colazione ai
pezzi di ricambio per i loro Humvees blindati. Il contratto
per i servizi a Bondsteel è il maggiore di una serie di contratti
militari affidati alla Brown & Root Services. Le sue fortune
sono cresciute di pari passo all'interventismo americano
all'estero. La compagnia è parte della Halliburton Corporation,
la più grande fornitrice di prodotti e servizi all'industria
petrolifera. Brown & Root è salita alla ribalta per la prima
volta nel 1992, quando Dick Cheney, l'allora Segretario alla
Difesa dell'amministrazione Bush Senior, assegnò alla
compagnia il suo primo contratto per la provvigione dei
servizi all'esercito americano nelle sue operazioni
globali. Cheney lasciò poi la politica per entrare nella
Halliburton come Direttore generale nel periodo dal 1995
al 2000. Attualmente è il vice-Presidente nell'amministrazione
Bush Junior. Nel 1992 la Brown & Root costruì e si occupò
della manutenzione delle basi americane in Somalia,
guadagnando qualcosa come $ 62 milioni. Nel 1994 la Brown &
Root costruì basi e sistemi di supporto per 18.000 soldati
presenti ad Haiti, raddoppiando i propri guadagni ed arrivando
a $ 133 milioni.
La compagnia ha ottenuto nel 1999 un contratto della
durata di 5 anni, del valore di $180 milioni ogni anno,
per la costruzione di strutture militari in Ungheria, Croazia e
Bosnia. È stato Camp Bondsteel comunque ad essere
chiamato "la madre di tutti i contratti" dalla Contract
Services Association of America. "Lì, facciamo tutto
ciò che non richiede l'utilizzo di armi", afferma David
Capouya, direttore della Brown & Root. Lo scopo
dell'appaltare ad aziende private il supporto ed i servizi
all'esercito è quello di rendere disponibili più soldati
possibili per le mansioni di combattimento. La rivista del
Dipartimento della Difesa nel 2001 affermava che l'utilizzo
di aziende private sarebbe aumentato: "Solo quelle funzioni
che devono essere svolte dal Dipartimento della difesa
dovrebbero essere mantenute dal Dipartimento. In altri
settori controllati dalle altre potenze occidentali, i soldati
della KFOR, che vivono di solito in palazzi e fabbriche
bombardate, ci scherzano sopra: "Quali sono le due cose
che possono essere viste dallo spazio? Una è la grande
muraglia cinese, l'altra è la base Bondsteel". Più seriamente
un alto ufficiale inglese ha affermato al Washington Post:
"è un segno evidente che gli americani stanno aumentando
la loro presenza nei Balcani e che intendono rimanervi".

Un analista ha descritto il comportamento americano come
un aver sfruttato una serie di condizioni favorevoli in modo
tale da creare le basi necessarie per futuri piani militari. Camp
Bondsteel è diventato un luogo per importanti discorsi politici
dei principali uomini dell'amministrazione Bush. Il 5 giugno
del 2001 il Segretario alla difesa Donald Rumsfeld ha spiegato
alle truppe stazionate a Bondsteel che ruolo esse svolgevano
nella strategia economica della nuova amministrazione. Egli ha
dichiarato:
"Quanto dovremmo spendere per le nostre forze armate? Secondo
la mia visione noi non spendiamo per voi, noi investiamo su di
voi. Gli uomini e le donne che servono nelle nostre forze armate
non sono una perdita per la nostra economia, in verità voi
siete a salvaguardia di essa. Voi non siete un peso per la
nostra economia, voi siete un pilastro fondamentale per la
sua crescita." Un mese più tardi, il Presidente George W.
Bush fece la sua prima visita all'estero per visitare le truppe
di Bondsteel. Giunse direttamente dal Summit del G8 di
Genova, dove le tensioni con i governi europei erano chiaramente
emerse. In un discorso descritto come una chiara sottolineatura
della presenza americana in Europa, Bush insistette che le truppe
americane erano giunte in Kosovo per rimanerci. Poi, infrangendo
il normale protocollo, il Presidente firmò davanti ad una folla
festante di militari una legge approvata dal Congresso che
prevedeva un aumento delle spese militari per un valore di $ 1.9
miliardi. Da allora Camp Bondsteel ha continuato a crescere, primo
passo del progetto di redisposizione della basi americane in
Europa e soprattutto nell'est. Il modello Bondsteel sta adesso
incominciando ad essere applicato in Afghanistan e nelle nuove
basi nelle ex-repubbliche sovietiche. Secondo commenti
trapelati alla stampa, diversi politici europei adesso credono
che gli americani hanno spinto per il bombardamento della
Jugoslavia al solo scopo di costruire Bondsteel. Prima dell'inizio
dei bombardamenti della NATO contro la Jugoslavia il
Washington Post aveva affermato: "Con il Medio Oriente
sempre più fragile ci servono basi e diritti di sorvolo nei
Balcani, in modo tale da proteggere il petrolio del Mar Caspio.
La percentuale degli investimenti delle compagnie petrolifere
americane nello sfruttamento dei giacimenti del Mar Caspio,
così come la richiesta del Governo per una economia meno
dipendente dal petrolio importato, specialmente dal Medio
Oriente, richiede una soluzione di lungo termine per il trasporto
del petrolio verso i mercati europei ed americani."

Paul Stuart (traduzione a cura della Caritas)
http://auth.unimondo.org/cfdocs/obportal/index.cfm?fuseaction=news.view2&NewsID=1067

ARTEL GEOPOLITIKA by www.artel.co.yu
office@...

O USTAVNOJ POVELJI I O NACINIMA PROMENE USTAVA

Dr Milan Tepavac
miltep@...
Beograd, 23. avgusta 2002. godine

I. O NACINIMA PROMENE USTAVA

Od kada je sveta i veka, ustavni poredak jedne zajednice ustanovljava
se na dva nacina: revolucionarnim rusenjem postojeceg ustavnog poretka i
uspostavljanjem novog po volji pobednika, ili, pak, izmenama postojeceg
ustava po postupku predvidenom postojecim ustavom. U pravilu, svaka
dr?ava je nastala na prvi nacin, a zatim je tokom svoga istorijskog
bivstvovanja ustav menjala na ovaj drugi nacin. Velika Britanija je
svoje ustavne institucije menjala bez krvi i nasilja pa cak i bez
gubljenja vremena u pisanijama u vezi s tim, tako da ni dan danas
nema pisanog ustava, vec samo nekoliko dokumenta ustavnog
karaktera, kao sto je na primer Magna Carta Libertatum iz 1215.
godine. Sve ostale institucije te
besumnje demokratske i funkcionalne dr?ave su stvar civilizacijskog
ponasanja Prlamenta i drugih institucija dr?ave i njenih gradana.
Istorija ustavnosti Sjedinjenih Americkih Dr?ava, pak, ilustruje na
najjasniji nacin pisanu ustavnost. Nakon oslobodenja od britanskog
kolonijalnog ropstva na bojnom polju 1776. godine usvojena je
Deklaracija o nezavisnosti, a zatim - polazeci od politicke filozofije
sadr?ane u Deklaraciji - usvojen je Ustav SAD. Od tada do danas
taj ustav je na snazi; samo je nekoliko puta neznatno menjan i
dopunjavan na nacin kako je to tim ustavom predvideno.
Do toga je doslo, iako savremeno americko
drustvo gotovo nije ni naliko drustvu iz predkraja XVIII veka,
zahvaljujuci cinjenici sto je polazna politicka filozofija, sadr?ana
u Deklaraciji o nezavisnosti, pokazalo se, pociva na zdravim pa mo?da
cak i prirodnim osnovama ljudske egzistencije. Naravno, zahvaljujuci i
cinjenici da je ta dr?ava od samih pocetaka bila i ekonomski i vojno
sna?na, i bivala sve sna?nija i sna?nija.
Posle nasilne secesije cetiri federalne jedinice jugoslovenske
federacije, do cega je doslo 1991-92 usled koordinirane zavere
domacih secesionista s jedne strane, i SAD, Evropske zajednice,
Vatikana, Austrije, Madarske i drugih dr?ava i medunarodnih
organizacija kao sto su KEBS (OEBS), Savet Evrope, MMF, WB i
drugih neprijatelja srpskog naroda s druge strane, i nakon sto je
kukavna i jadna "medunarodna zajednica"
olicena u organizaciji nazvanoj "Ujedinjene nacije" pod njihovim
pritiskom diplomatski priznala te secesionisticke entitete za nezavisne
dr?ave, - Srbija i Crna Gora su bile prisiljene da 27. aprila 1992.
godine na brzinu usvoje svoj ustav, Ustav Savezne Republike Jugoslavije.
Taj ustav se cesto kritikuje, opravdano i neopravdano, pri cemu se
namerno prenebregavaju okolnosti pod kojima je donet. Naravno da on
danas vise ne odgovara potrebama drustva i da ga treba menjati. S te
strane posmatrano, rad na donosenju novog ustavnog akta - bez
obzira kako ga zvali pa makar i "ustavna povelja" - je ne samo potrebna
nego i nu?na.
Uprkos opravdanih kritika koje se dakle mogu uputiti postojecem ustavu
SRJ, to ni u kom slucaju ne mo?e ni za koga biti izgovor za njegovo
nepostivanje, za njegovo ignorisanje, za njegovo krsenje. Oni koji su
dosli na vlast 5. okttobra 2000. godine i zatim ne tvrde da su vlast
uzeli revolucionarnim pucem ("Srpska oktobarska revolucija"), vec
legalno izborima. Ako je tako, onda je ta vlast du?na da postuje
postojeci ustav SRJ, pa naravno i njegove odredbe koje se odnose na
njegove izmene i dopune - clanove 139 do 142. Umesto toga, oni su
krenuli veoma opasnim putem - ignorisanjem tog ustava u celini, pa i
odredaba koje rekulisu nacin menjanja ustava.
I sta smo dobili? Dobili smo situaciju u
kojoj mi gradani znamo samo jedno: da ?ivimo u drustvu, jedinom
na zemaljskoj kugli, koje ?ivi bezustavno. A drustvo koje nema ustava
nema ni dr?avu. U takvoj situaciji, vlastodrsci su, svesni da tako ne
mo?e dugo, su odlucili da nesto ucini, pa su zakljucili kao nekakav
sporazum
(14.marta 2002) koji su nazvali "Polazne osnove odnosa Srbije i Crne
Gore". Zatim su osnovali nekakvu "Ustavnu komisiju" koja treba da izradi
dokument koji ima da se zove "Ustavna povelja" (dakle ne ustav, kako
inace sve zemlje zovu svoj osnovni konstitutivni dokument, osim SR
Nemacke koja ga zove Osnovni zakon iz specificnih istorijskih razloga
koji
se odnose na Nemacku). Dakle, ono po cemu ce ovaj slucaj uci u istoriju
ustavnog prava jeste rad na promeni postojeceg ustavnog uredenje
jedne dr?ave uz ignorisanje postojeceg ustava iako se ne radi o
revolucionarnom nasilnom mnjenju postojeceg ustavnog poretka.
Slucaj ce uci u istoriju ustavnog prava po jos kojecemu. Recimo po tome
da je to prvi slucaj u istoriji da u jednoj formalno suverenoj i
nezavisnoj
dr?avi stranci, dokazani neprijatelji naroda na koji se ustav odnosi, ne
samo da ucestvuju u izradi ustava nego i diktiraju ustavna resenja.
Havijer Solana, koji je osuden od jugoslovenskog suda na 2o godina
robije kao ratni zlocinac, ne samo da u ime Evropske unije - ciji clan
Jugoslavija nije - ucestvuje i diktira ustavna resenja, nego to cini ne
samo licno i direktno, nego i putem svojih cinovnika i sekretarica. S
druge pak strane, mi gradani pojma nemamo sta predvida taj
dokument koji bi trebalo da se izrodi u "Ustavnu povelju".
Samo nagadamo o cemu se radi iz onog sto cujemo poseredstvom
medija. Danas (22.8.2002) saznajemo da
se predvida da Ustavnu povelju nece uopste usvajati Savezna skupstina,
vec nakon usvajanja u skupstinama Srbije i Crne Gore Savezna skupstina
ce samo "proglasiti" Povelju! A Ustav u clanu 141 predvida: "Promena
Ustava Savezne Republike Jugoslavije usvojena je kada se sa tekstom koji
je usvojilo Vece gradana Savezne skupstine saglase skupstine republika
clanica"!
I jos nesto vrlo va?no treba reci kada se donosi ustav jedne dr?ave:
pitanje ucesca javnosti u tom poslu. Buduci da se radi o pitanjima koja
su od ?ivotnog interesa za svakog gradanina pa i buducih generacija,
vise je nego jasno da se svakom gradaninu koji to ?eli mora omoguciti da
izrazi svoje misljenje o tome kako bi ustavna resenja trebalo da budu.
Iako je to nesto sto je zagarantovano samim ustavom i medunarodnim
standardima, nasim ustavotvorcima kao da nije ni na kraj pameti da
to omoguce svojim gradanima. Cak i takvi demokrati kakvi behu Edvard
Kardelj i Vladimir Bakaric u svoj cuveni ustav iz 1974. dodine su
napisali
da se promenama ustava mo?e pristupiti samo nakon najsire javne
rasprave.
Sadasnji ustav SRJ to izricito ne stipulise, ali verovatno ne zato sto
iskljucuje ucesce gradana u tom za njih ?ivotno va?nom poslu, vec zbog
toga sto se to podrazumeva i sto proizlazi iz drugih odredbi Ustava koje
se odnose na osnovna ljudska prava.
Kada je rec o tome sta gradani Srbije ?ele od ustavnih promena
(u tom pogledu situacija u Crnoj Gori je izvesnija: tu je biracko telo
podeljeno otprilike tacno popola: polovina je za ocuvanje zajednicke
dr?ave sa Srbijom, a polovina za razlaz i stvaranje nezavisne Crne
Gore),
sigurno je da se nece pogresiti ako se konstatuje da je ogromna vecina
za
ocuvanje zajednicke dr?ave, iako gotovo svakodnevno ta ?elja slabi usled
neprihvatljivog ponasanja Crne Gore odnosno tamosnjeg re?ima.
Mislim da dopis jednog gradanina, objavljen ovih dana u listu "Glas
javnosti", sa naslovom "Americko-crnogorsko-srpske igre" to
raspolo?enje realno reflektuje pa da ga citiramo:
Najzad je i glavar DOS-a Zoran ?indic pokazao svoje karte u
sadasnjoj americko-crnogorsko-srpskoj igri stvaranja "zajednice Srbije
i Crne Gore", unikuma u dosadasnjoj svetskoj dr?avno-pravnoj
teoriji i praksi. Pa?ljivom posmatracu bilo je od pocetka vidljivo da se
rastakanje druge Jugoslavije nece zaustaviti uspostavljanjem SR
Jugoslavije, nego da ce se nastaviti i njenim razbijanjem.
Milo prvi poceo
Tu antinarodnu rabotu zapoceo je i na njoj uporno istrajava Milo
?ukanovic, uz podstrek i neophodnu politicku i materijalnu podrsku SAD,
Nemacke i nekih drugih clanica NATO-a. U tome mu se, najpre
prikriveno, a sada i otvoreno, pridru?io Zoran ?indic, posto je za svoj
nastup pripremio teren preko svojih ministara, Vladana Batica i
Bo?idara ?elica.
Raspirivanje antisrpstva u Crnoj Gori i anticrnogorstva u Srbiji
je nesto najpogubnije po interese i buducnost naroda u obe jedinice.
Ono se vrsi u interesu politikantsko-birokratskih snaga u Crnoj
Gori i Srbiji, s jedne, i stranih mocnika, s druge strane. Prica ovih
prvih
o tome da ce stvaranje jedne, u sustini razdeljene i privremene,
"zajednice" (na rok od tri godine, a posle toga cemo videti sta dalje)
omoguciti da se izbegne dvostruko oporezivanje gradana Srbije
i obezbedi efikasna srpska i crnogorska parlamentarna kontrola trosenja
sredstava odobrenih toj zajednici, jeste obicno "bacanje prasine
u oci" ovom napacenom i u bedu dovedenom narodu (izuzetak su
samo oni bliski vlasti).
Spoljni akteri, pak, dr?eci se principa "podeli pa vladaj", ?ele
da stvore sto vise malih dr?avica kao svojih poslusnih vazala u vladanju
Balkanom, Evropom i svetom. Nije daleko od pameti da u njihovim
planovima citava ova igra ima i jednu dalekose?niju svrhu, za nas
ubitacniju.
Solanin "kompromis" o trogodisnjem roku, naime, sasvim se uklapa
u zapadne planove za Kosmet, a nije iskljuceno i za druge delove SR
Jugoslavije. Kada dode vreme, pitace nas oni: zasto ono sto u
pogledu statusa u toj zajednici vredi za Crnu Goru ne bi jos vise
vredelo i za Kosovo i druge "sporne" krajeve? Posmatrana u tom
svetlu, Solanina, ?ukanoviceva i ?indiceva igra jeste upravo ono sto
njihovi mentori tra?e.
Samo steta
Za cudenje, s tim u vezi, jeste da u javnosti izostaje
ukazivanje na pogubnost tih planova za nas, kao i na koristi koje narod
Srbije i Crne Gore ima i, s obzirom na potencijale, mo?e u
buducnosti jos viseimati od ?ivljenja u zajednickoj dr?avi, kojoj je
odvajkada stremio i koju je preko 80 godina imao. Ekonomske i
druge koristi od barske pruge i crnogorskog naseljavanja sirom srpskih
zemalja su najizrazitiji primer dosad postignutog. Ispunjene
zaveta
vladika iz loze Petrovica, zatim Garasanina i drugih velikih narodnih
voda iz Srbije, Crne Gore, Bosne i Hercegovine, Vojvodine i
ostalih
srpskih krajeva, ?ele sada da poniste Milo ?ukanovic i Zoran ?indic,
spremni da iz licnih i stranackih interesa slu?e tudinima, na stetu
naroda.

II. MATERIJALNO-PRAVNE PROMENE KOJE PREDLA?E USTAVNA KOMISIJE

Iako Ustavna komisija nije nasla za shodno da, kao sto rekosmo,
upozna gradane sta to ona namerava, iz sredstava javnog informisanja je
manje-vise poznato u kom pravcu idu razmisljanja 27-orice
(toliko ih je u toj komisiji, ne racunajuci Solanu i njegove sekretarice
i Venecijansku komisiju koja je ekspertsko telo Saveta Evrope koja
aktivno ucestvuje u pisanju Povelje!). Tu je pre svega spomenuti
beogradski sporazum od 14. marta 2002. Prema tom sporazumu (koji
su, usput receno, potpisala lica koja uopste nemaju pravo da predla?u
promenu postojeceg ustava; to pravo po postojecem ustavu ima
100.000 biraca, najmanje 30 saveznih poslanika Veca gradana,
najmanje 20 saveznih poslanika Veca republika ili Savezna vlada) i
onom sto je iz Komisije procurelo u javnost, ta razmisljanja predvidaju
sledece:
- Naziv "Jugoslavija" se brise, a tvorevina bi se zvala "Dr?avna
zajednica Srbije i Crne Gore". Samo brisanje imena "Jugoslavija" mo?e da
ima nesagledive posledice. Potpuno je jos nejasno da li bi to bila
federacija ili konfederacija ili nesto trece. Tu se clanovi Komisije
razilaze, uglavnom: srpski su za federaciju, mada labavu i sa malim
brojem
nadle?nosti, dok su crnogorski uglavnom za to nesto trece, sto nigde u
svetu ne postoji, dakle nekakav savez dve nezavisne dr?ave.
- Imala bi zajednicko, a ne jedinstveno tr?iste. Po ttome, na
radi se o dr?avi vec o nekakvom savezuu suverenih dr?ava, jer cak i
Evropska unija ima jedinstveno tr?iste.
- Zajednica ne bi imala nista u svojoj svojini vec bi sve bilo u
vlasnistvu republika clanica. U odnosu na imovinu SRJ u inostranstvu
(zgrade ambasada, konzulata, stanovi) veli se da bi to bilo
"zajednicko". Na koji nacin to mogu prihvatiti dr?ave u kojima se ta
imovina nalazi Komisiju kao da nije briga..
- Medunarodno pravo imace primat nad pravom Zajednice i dr?ava
clanica. - Organi Zajednice su: Skupstina, predsednik, Savet ministara,
Vojska i Sud. Skupstina bi bila jednodomna, imala bi 81 poslanika, 59 iz
Srbije i 22 iz Crne Gore. Kandidata za predsednika Dr?avne zajednice
zajednicki predla?u predsednik i podpredsednik Skupstine kojeg Skupstina
bira na 4 godine naizmenicno iz Srbije i Crne Gore. Predsednik predla?e
Skupstini kandidate za clanove Saveta ministara koji ce se sastojati od
5
resornih ministara (odbrana, inostrani poslovi, zastita ljudskih i
manjinskih prava, medunarodni ekonomski odnosi i domaca ekonomija).
Savet ministara donosice odluke vecinom glasova, a u slucaju jednakog
broja glasova odlucice glas predsednika s tim da je potrebno da za
odluku
glasa bar jedan ministar iz druge dr?ave clanice. Ministri inostranih
poslova i vojske rotiraju nakon 2 godine. Vojskom komanduje Vrhovni
savet
odbrane kojeg ce ciniti predsednik Dr?avne zajednice i predsednici
dr?ava clanica, a odluke se donose konsenzusom. (Sta ako nema
konsenzusa, a neprijatelj napao kao 24.marta 1999, a u Savetu sedi
Milo?). Sta Sud Dr?avne zajednice ima da radi nije bas jasno.
- Prestonica ostaje Beograd i tu ce biti sediste Skupstine i
Saveta ministara, dok ce Sud biti u Podgorici. -
- "Dr?ave clanice mogu zakljucivati medunarodne ugovore" navodno
stoji Povelji. Clanovi Komisije bi morali da znaju da medunarodne
ugovore mogu zakljucivati samo dr?ave subjekti medunarodnog prava,
kako to stoji u Beckoj konvenciji o ugovornom pravu. Ako ce samo
Zajednica posedovati taj subjektivitet (a tako bi moralo biti), onda
od zakljucivanja medunarodnih ugovora od strane dr?ava clanica nema
nista.
- Posle 3 godine svaka dr?ava clanica ima pravo da se putem
referenduma odvoji i da postane nezavisna suverena dr?ava u smislu
medunarodnog prava. I ovde je ideja sadasnjih vlastodr?aca sasvim
originalna: nikada u istoriji jos niko nije pravio privremenu dr?avu,
dr?avu
na oderedeni rok. Period od 3 godine nece biti nista drugo nego
?ivotarenje
u nekoj vestackoj tvorevini i pripremanje terena za puno
osamostaljivanje
bolesnih sparatista i secesionista u Crnoj Gori (pa, kao reakcija, i u
Srbiji).
Po svemu sudeci, Evropska unija vrsi pritisak da se prihvati
direktan izbor poslanika za buducu Saveznu skupstinu, da Skupstina SRJ
glasanjem usvoji Ustavnu povelju i da buduca zajednica ima svoj bud?et
i svoju imovinu. Djukanovic, strasno besan na EU, objavio je tekst ovih
dana u Vasington postu u kom kritikuje EU i tra?i da se SAD ukljuce
direktno u stvaranju Ustavne povelje, ali Vasington to odbija, a EU veli
da su zahtevi Djukanovica apsurdni, jer EU i Vasington ionako
najtesnje saraduju po toj stvari! To ukratko sadr?i nacrt Ustavne
povelje, i ti stavovi proizlaze iz Beogradskog sporazuma od 14.marta
ove godine.
Znaci, imamo situaciju da niko u aktuelnoj vlasti - ni u crnogorskoj, ni
u srpskoj, ni u saveznoj - ustvari ne ?eli da se odr?i zajednicka
dr?ava koja bi bila postojana i funkcionalna. I to je ono najtragicnije
u citavoj stvari. Iako je i on potpisnik Beogradskog sporazuma,
predsednik
Jugoslavije Vojislavc Kostunica ?eli da se prika?e kao covek kome je
stalo do ocuvanja zajednicke dr?ave (intervju casopisu NIN od
15.8.2002) i svu krivicu svaljuje na Zorana ?indica i DOS: "Interes
sada najveceg dela vladajuce grupacije u Srbiji nije opstanak nego
nestanak sadasnje zajednicke dr?ave ili produ?enje njene agonije...
Sve je usmereno samo na to da skupstinskih izbora ne
bude a da se ima sto potpunija vlast,
makar i nad parcetom zemlje, makar to bila samo Srbija, a ne zajednicka
dr?ava, makar to bio jedan deo Srbije, makar se vlast i feudi delili i
sa Cankovim automasima u Vojvodini, onima kojima kad ka?u autonomija
misle na dr?avnost".

III. "PUZAJUCA SECESIJA" - CRNOGORSKI DOPRINOS USTAVNOJ
PRAKSI I TEORIJI

Koliko je ovom autoru poznato, nikada u istoriji nije se
dogodilo ono sto je crnogorskom re?imu i naravno onima ne tako
malobrojnima u Crnoj Gorri koji ga podr?avaju poslo za rukom -
da u praksi izvrse fakticku secesiju jedna federalne jedinice
od savezne dr?ave bez formalne vike i buke. Najadekvatniji
izraz za to smatram da je "puzajuca
secesija" (engleski "creeping secession"), u nedostatku mo?da
adekvatnijeg izraza.
Sustina stvari je dobro poznata svakom gradaninu ove zemlje, pa
naravno i sire: Crna Gora je fakticki izvrsila secesiju od Jugoslavije.
Ona je to cinila postepeno, korak po korak, verovatno od prvog dana
stvaranja Savezne Republike Jugoslavije, 27. aprila 1992. Savezna
Republika Jugoslavija odavno vec ne postoji ne samo po tvrdnji
crnogorskog
re?ima, nego i fakticki. Ona postoji samo po tome sto je svet priznaje
kao clanicu Ujedninjenih nacija i kao subjekt medunarodnog prava,
kroz jos donekle zajednicku vojsku i po tome sto razne savezne
institucije i savezni organi nemilice trose narodne pare na svoju
egzistenciju. Dakle, istine radi, treba konstatovati da za sadasnje
stanje nije kriv samo petooktobarski re?im, nego u jos mo?da vecoj
meri prethoni jer je u njegovo vreme ustvari vec bila ostvarena
puzajuca secesija. Ostaje za diskusiju pitanje zasto je
Slobodan Milosevic odnosno njegov re?im dozvolio protivustavno
ponasanje Crne Gore. Da li je po sredi njegova
slabost prema Crnoj Gori i Crnogorcima zato sto je i on poreklom
Crnogorac, neznanje rukovodenja dr?avom ili pak u postojecim politickim
okolnostima koje mu je nametnula genocidana "medunarodna
zajednica" ni nije bilo moguce bilo sta uciniti, jer su crnogorski
separatisti i secesionisti izuzetno vesto i beskrupulozno koristili te
okolnosti, prikazujuci se kao veliki demokrate, kao protivnici
"diktatorskog re?ima Slobodana Milosevica" i slicno.
Cak i kada je doslo do agresije NATO i kada se re?im Crne Gore
stavio na stranu agresora, i kada je proglaseno
ratno stanje - Slobodan Milosevic nije nista preduzeo da
izdajnici i otvoreni saradnici agresora budu ka?njeni. Da li nije imao
snage da bilo sta ucini, ili nije hteo? A mogao je da uvede i smrtnu
kaznu za veleizdaju.
Slucaj ostvarene puzajuce secesije Crne Gore imace po mom
misljenju dalekose?ne posledice ne samo za nas u Jugoslaviji, nego ce po
svoj prilici imati i sre posledice ne samo u Evropi nego i u svetu.
O cemu se radi? Radi se o tome da separatisticke i secesionisticke
snage tinjaju u mnogim dr?avama savremenog sveta, i to ne samo
u federalnim nego i u unitarnim.
Slucaj Crne Gore to tinjanje mo?e da potpali toliko da dode do
po?ara sirih razmera. Amerika i Evropska unija, koje su i
stvorile Mila ?ukanovica, nisu izgleda ni svense kakvu su guju u nedrima
svile. Ni Evropa, ni Amerika, ni niko nije imun na virus razornog
separatizma i secesionizma. Rusija, Indija, Kanada i mnoge druge dr?ave
tu mogu da se dodaju...
Na jednom od mnogih okruglih stolova, konferencija, simpozijuma
koje ovde organizuju razne takozvane medunarodne organizacije
finansirane od Sorosa, CIA, EU i koga sve ne, nedavno, izrecena je
jedna
intersantna ideja od nista manje intersantne osobe koja je to iznela.
Rec je u Suzan Vudvord, poznatom americkom politickom piscu i
univerzitetskom profesoru. Ona je naime izjavila da model po kome
Jugoslavija ?eli da sredi svoje politicke probleme -
pregovorima, razgovorima, dogovorima,
civilizovano, bez primene sile i nasilja - mo?e da poslu?i kao uzor za
svet u celini. Ja bih voleo da je ona u pravu, a da ja gresim kada sam
rekao da ce slucaj ostvarene puzajuce secesije Crne Gore od Jugoslavije
imati samo negativne posledice po svet, doliti ulje na vatru
separatizama svih boja...

Talvolta - ma e' raro - viene infranta la censura sul dibattimento
nell'aula dell'Aia, dove Slobodan Milosevic e' "imputato" in un
processo-farsa eminentemente politico. In queste occasioni i
giornalisti espongono una unica preoccupazione: quella che il
processo sia diventato "controproducente" per l'accusa.

---

il manifesto - 25 Agosto 2002 - pag. 5
http://www.ilmanifesto.it/oggi/art32.html

RIPRENDE IL PROCESSO
Aja, la fragile corsa degli accusatori di Milosevic
TOMMASO DI FRANCESCO


Domani dovrebbe riprendere all'Aja, dopo la pausa estiva
e i silenzi dei media dovuti alle brutte figure dell'accusa, il
processo del Tribunale internazionale sull'ex Jugoslavia contro
l'ex presidente Slobodan Milosevic. Il condizionale è d'obbligo,
visto che a fine luglio è emerso sia il problema delle gravi
condizioni di salute dell'imputato eccellente, sia il rifiuto del
Dipartimento di Stato Usa di far testimoniare Richard Holbrooke,
architetto - con Milosevic - della pace di Dayton sulla
Bosnia. Sì, a minare la credibilità del processo non è più "solo"
la fragilità, a tutti evidente, dell'impianto accusatorio del
procuratore Carla Del Ponte o l'inattendibilità dei testimoni
dell'accusa. No, c'è l'attacco degli Stati uniti alla nuova Corte
penale internazionale che arriva a contraddire - farsa nella
farsa - anche la legittimità di questo processo che pure gli Usa
hanno voluto, con la preoccupazione che i testimoni americani
potrebbero essere costretti all'Aja a «rivelare informazioni
sensibili». Milosevic ha citato Clinton, Carter, il generale Wesley
Clark, Holbrooke: se non verranno sarà evidente che non ha
potuto difendersi.
E c'è la questione dell'imputato «in pericolo di vita». A fine giugno
il presidente del Tribunale dell'Aja Richard May aveva autorizzato
una visita medica di controllo, sollecitato dalla Del Ponte,
per reagire ad alcune assenze per malattia
dell'imputato - la moglie Mira Markovic ha più volte
accusato i giudici di averlo stressato con sedute
snervanti e limitazioni. Risultato: non si trattava
di una finzione, anzi, secondo i medici del
Tribunale dell'Aja la continuazione del processo
potrebbe mettere in pericolo la vita stessa
dell'imputato che corre «seri rischi cardio-vascolari» e
che ha «assoluto bisogno di riposo».

Come si ricorderà Milosevic non riconosce il
Tribunale, rifiuta gli avvocati a difesa, si difende da
solo. Potrebbe non farcela, tanto da influenzare i
tempi del processo. Potrebbe perfino
soccombere lì, alla sbarra, mentre controaccusa e
mentre la giustizia dei vincitori della Nato non
riesce a dimostrare la sua colpevolezza davanti
agli occhi del mondo e, quel che più conta, del
sempre più incredulo popolo jugoslavo. Il rischio
che tutto si risolva in una scontata condanna e
insieme in una consacrazione ad eroe di Milosevic,
è più che una supposizione.

E invece il procuratore Carla Del Ponte, dopo
essersi vista negare dalla presidenza del Tribunale
dell'Aja il tempo da lei richiesto di due anni di
istruttoria, deve freneticamente concludere entro il
13 settembre l'illustrazione delle prove d'accusa
per il Kosovo, per poi affrettarsi entro il 16
maggio 2003 a presentare quelle su Bosnia e
Croazia. Senza dimenticare la responsabilità politica
della Del Ponte per non avere messo sotto accusa
la Nato per i crimini commessi con i
bombardamenti contro i civili jugoslavi, si
dimostra ancora una volta di più quanto sia stata
controproducente la sua scelta di avere unificato
periodi e conflitti assolutamente diversi
(Kosovo, Bosnia e Croazia) in un solo
maxi-processo contro Milosevic quale unico colpevole di
quasi dieci anni di guerre.

Un fatto evidente anche nel fallimento dei
testimoni dell'accusa. Uno dietro l'altro. Così l'agente
albanese dei Servizi serbi che doveva fare
rivelazioni «fondamentali» ha fatto scoprire il 1 giugno
un tentativo dell'Uck di uccidere il leader
kosovaro Ibrahim Rugova; l'ex ministro degli interni
serbo Rade Markovic che doveva «smascherare»
Milosevic ha insistito sull'inesistenza di un
piano di pulizia etnica per cacciare tutti gli
albanesi; l'ex presidente jugoslavo Zoran Lilic,
«risolutore» a detta della Del Ponte, si è
rifiutato il 22 luglio di rispondere per «segreto di stato»;
e quello che veniva protetto con il nome di "K12"
e presentato come testimone decisivo per il
massacro di Racak si è scontrato con il presidente
May che, non convinto della deposizione, lo
ha incriminato per oltraggio alla corte.

Né buona impressione ha fatto l'ambasciatore Usa
William Walker, l'ex capo della missione Osce
che nel febbraio del 1999 verificò, ma sotto
controllo delle milizie armate dell'Uck - come ha
dimostrato un video della Bbc presentato in aula
con tanto di deposizione della patologa
finlandese Ranta convinta, invece, della
messinscena - la colpevolezza degli agenti jugoslavi per il
massacro di Racak. Attribuzione che decise il 24
marzo, dopo la farsa di Rambouillet, la campagna
di 78 giorni di bombardamenti "umanitari" della Nato.

Subject: Novi tekst na ARTEL GEOPOLITIKA - APIS:
Stajnerovi antisrpski potezi artikulisani su
preporukama Medjunarodne krizne grupe
Date: Tue, 13 Aug 2002 23:11:37 -0700
From: "Artel" <artel@...>

ARTEL GEOPOLITIKA by www.artel.co.yu
office@...
Datum:13 avgust 2002

Upozorenje:Ukoliko ste ovu poruku dobili greskom ili vise ne
?elite da dobijate nove informacije i tekstove sa ARTEL
GEOPOLITIKA pritisnite office@... i u rubrici "subject"
napisite "unsubscribe".

APIS: Stajnerovi antisrpski potezi artikulisani su preporukama
Medjunarodne krizne grupe

Analiticka grupa APIS-a
Beograd, 13. avgust 2002. godine

Uvod
Sasvim je ocigledno da je Mihael Stajner sef UNMIK-a, akciju
hapsenja predsednika Srpskog nacionalnog veca dr. Milana
Ivanovica pokrenuo prema preporukama Medjunarodne krizne grupe
(ICG - International crisis group). Sama akcija je deo jednog
sireg plana UNMIK-a, na "uklanjanju svi onih koji se protive
izgradnju kosovskih institucija", cije je osnovne nacrte dala
Medjunarodna krizna grupa a on ima i precutnu podrsku centara
globalnog politickog odlucivanja pre svega SAD-a.
Precutna podrska centara globalnog politickog odlucivanja
postoji zato sto medjunarodna zajednica zeli da na Kosovu i
Metohiji pre svega budu izgradjene institucije koje bi
obezbedile uslove za miran i normlalan zivot svih stanovnika
Pokrajine, Srbi iz severnog dela kosovske Mitrovice su u
izvestajima Medjunarodne krizne grupe predstavljeni kao faktor
koji remeti izgradnju takvih institucija, i to faktor podrzavan
iz Beograda. Faktor koji remeti izgradnju institucija mora da
bude eliminisan a prema svima onima koji mu pomazu potrebno je
primeniti pritisak kako bi ta pomoc prestala. Medjunarodna
krizna grupa se nije libila da taj "remetilacki" faktor
izgradnje institucija na Kosovu i Metohiji i imenuje: cuvari
mosta i Srpsko nacionalno vece a u njemu pre svega dr. Milan
Ivanovic i dr. Marko Jaksic. Kao onaj koji mu pomazu imenovan je
Beograd, a pre svega se misli na dr.Vojislav Kostunica
predsednik SRJ. I ovo predstavlja osnovu precutne podrske
centara globalnog politickog odlucivanja delovanju UNMIK-a.
Ono sto je za UNMIK plan i akcija za uklanjanje svih onih koji
se koji se protive izgradnji kosovskih institucija posmatrano sa
stanovista Rezolucije 1244 predstavlja njeno flagrnto krsenje.
Naime Rezolucija 1244 predvidja znacajnu autonomiju i znacajnu
samoupravu za Kosovo i Metohiju u okviru SRJ, i izgradnju
privremenih institucija samouprave te se s toga moze govoriti
sam o politickom stavu Srpskog nacionalnog veca prema izgradnji
tih institucija i njihovoj teznji da institucije budu povezane
sa sistemom SRJ i Srbije, a ne o Srpskom nacionalnom vecu kao
remetilackom faktoru te izgradnje. Nasuprot toj teznji imamo
teznju Siptara da kosovske institucije ne budu ni u kakvoj vezi
sa instiucijama SRJ i Srbije tako da je svakom jasno da nema
reci o izgradnju institucija samouprave vec o izgradnju
institucija koje bi u buducnosti omogucile da medjunarodna
zajednica da pristanak na secesiju ovog dela Repunlike Srbije.
Ako UNMIK ne budeo odustao od svog plana ili ako na to ne bude
nateran pod pritiskom, i to pritiskom koji bio proizvod
sistematske diplomatske i propagnadne kampanje SRJ i Republike
Srbije sasvim je ocigledano da ce doci do kidanja svih veza
sistema SRJ i Republike Srbije (zdravstvo, skolstvo, sudstvo..)
sa pokrajinskm sistemom sto ce u narednom periodu olaksati
secesiju Kosova i Metohije a shodno zahtevima siptarskog
separatistickog vodjstva. Severni deo Kosovske Mitrovice i
Severno Kosovo odnosno institucije u njima su jos uvek vezane za
institucije SRJ i Srbije kidanjem te veze nestla bi i poslednja
veza nase drzave sa delom njene teritorije koja se zove Kosovo i
Metohija.

1. Medjunarodna krizna grupa
Medjunarodna krizna grupa vec godinama vrlo agresivno zagovara
antisrpsko raspolozenje i delovanje, i jedan je od kljucnih
faktora koji je uticao na formiranje stavova zvanicne americke
politike prema prema, Bosni, Srbiji , Jugoslaviji i Kosovu. Kao
ilustracije moci, nacina delovanja, odnosa prema Srbima i sl.,
navescemo nekoliko cinjenica:
- U svakom od izvestaja na kraju stoji po abecednom redu spisak
zemalja u kojima ova grupa deluje: Albanija, Bosna, Hrvatska,
Kosovo, Makedonija, Crna Gora, Srbija.... Ovo sasvim jasno
govori da Medjunarodna krizna grupa negira svaki oblik savezne
drzave a Kosovo i Metohiju vec posmatra van Srbije.
- Osnivac Medjunarodne krizne grupe je Morton Abramovic, ekspert
za medjunarodno pravo, nekadasnji obavestajac Stejt Departmenta,
odnosno sef sluzbe za istrazivanje i dokumentaciju pri americkom
ministarstvu spoljnih poslova, americki ambasador u Turskoj,
pomocnik dr?avnog sekretara za obavestajni i istra?ivacki rad u
Reganovoj administraciji. Sredinom devedesetih godina bio je
clan tima Saveta za spoljnu politiku iz Njujorka koji je
predlo?io Klintonovoj administraciji da smanji ogranicenja na
delovanje Centralne obavestajne agencije u inostranstvu. Posle
povlacenja iz zvanicne politike Abramovic je postao direktor
Karnegijeve zaduzbine a posle odlaska sa tog mesta osnovao je
Savet za balkansku akciju (Balkan Action Council) i Savet za
evropsku akciju (European Action Council) koji ce odigrati
odredenu ulogu u americkoj politici prema Bosni i Hercegovini,
Kosovu i Metohiji, Srbiji i Jugoslaviji posle 1996. godine.
Nesto kasnije ce sa senatorom Micelom osnovao je Medunarodnu
kriznu grupu (International Crisis Group) koja ce imati presudni
uticaj na americku politiku tokom krize i rata na Kosovu i
Metohiji.U vreme pregovora u Rambujeu on je sa pozicija
profesionalnog lobiste otvoreno podrzavao siptarsku delegaciju i
uz Medlin Olbrajt bio najglasniji zagovornik resavanja kosovskog
problema bombama po SRJ, odnosno doktrine "humanitarne
intervencije". O odnosu Abramovica prema Srbima mozda najbole
govori jedna epizoda opisana u knjizi "Put u Dejton", dr.
Predraga Simica, sadasnjeg savetnika predsednika SRJ Vojislava
Kostunice:" Kada sam prilikom naseg prvog susreta u Beogradu, u
jesen 1995. godine, pokusao da mu izlo?im moje videnje uzroka
srpskohrvatskog sukoba nervozno me je prekinuo: "Nema potrebe da
mi bilo sta objasnjavate, sve mi je to vec objasnio Gojko
Susak!".
- Sediste Medjunarodne krizne grupe je u Briselu, i ona se
predstavlja kao "privatana visenacionalna organizacija" koju
finansiraju brojne dobrotvorne fondacije, kompanije, donatori i
vlade sa svih kontinenata osim Amerike. Za razliku od ostalih
slicnih grupa kojima je posao da analiziraju kriticna mesta i
predlazu resenja ali bez zagovaranja posebne politike,
Medjunarodna krizna grupa odlazi korak dalje, putem kancelarija
sirom sveta istrazuje uzroke krize, i ne ustrucava se da
predlaze sasvim konkretna resenja. Cak sta vise clanovi grupe i
ne kriju da im je osnovni cilj da prakticne predloge nametnu
politicarima koji kreiraju globalnu politiku, sto im uglavnom i
uspeva.
- Prakticne predloge Medjunarodna krizna grupa daje na osnovu
izvestaja i prognoza koje su u velikom broju pune pristrasnih
kvalifikacija, nategnutih istina a neke od tih procena su
skandalozno pogresne. Kao ilustraciju jedne pogresne procene
dacemo primer da je upravo Medjunarodna krizna grupa
prognozirala da opozicija "ne moze da pobedi na izborima 2000.
godine da ce svojim ucescem dati legitimitet rezimu Slobodana
Milosevica, koji je tada ocenjen kao jaci nego ikad i da je
biracko telo u Srbiji bezvoljno i nezainteresovano za izbore".
- Moc Medjunarodne krizne grupe lezi u tome sto je sastavljena
od takozvanih nezavisnih intelektualca, penzionisanih diplomata
i visokih oficira, svi oni su bivsi visoki drzavni cinovnici
uglavnom SAD i Velike Britanije, i kao takvi sa izuzetno
razvijenim vezama sa postojecim administracijama i njenim
sluzbama, i faznom pristupu pri resavanju globalnih politickih
problema od strane globalnih sila kada se u prvoj od tih faza
koriste organizacije tipa Medjunarodna krizna grupa koje daju
svoje vidjenje problema i preporuke za njegovo resavanje.
- Medjunarodna krizna grupa kao organizacija predstavlja skup
osvedocenih neprijatelja Srpskog naroda. Pomenucemo samo neke:
clan upravnog odbora je Vesli Klark koji se po sopstvenim recima
u knjizi "Vodjenje savremenog rata", jos 1998., zalagao da se
situacija na Kosovu i Metohiji resava vojnom silom, protiv Srba
na Kosovu i u samoj Srbiji. Clan upravnog odbora Medjunarodne
krizne grupe je i Pedi Esdaun, nekadasnji lider liberalnih
demokrata Velike Britanije, danas predstavnik medjunarodne
zajednice u Bosni i Hercegovini. Tokom rata u Bosni i
Hercegovini Esdaun je pokazivao otvoreno neprijateljstvo prema
srpskoj strani. Tu je i Luiz Arbur, bivsa tuziteljica Haskog
tribunala, koja je u vrema agresije NATO-a podigla optuznicu
protiv Milosevica i njegovih saradnika. Sudjenje ce pokazati da
li je Milosevic odgovoran za zlocine koji mu se pripisuju ali
ono sto je evidento jeste to da je optuznica podignuta u vreme
agresije pre svega kao vid pritiska na tad aktulenog predsednika
i njegove saradnike i da ona i danas predstavlja prvu batinu u
pregovorima medjuanrodne zajednice i SRJ. Glavni finasijer
Medjunarodne krizne grupe je Dzordz Soros takodje poznat po
antisrpskim stavovima.
- Analiticari Medjunarodne krizne grupe su autori studije
"Putokazi za buducnost Kosova-resavanje konacnog statusa"" koja
medjuanrodnoj zajednici kao resenje problema na Kosovu i
Metohiji predlaze "Uslovnu nezavisnost uz medjunaradono
starateljstvo", koja s jedne strane znaci kidanje svih veza sa
SRJ, i brisanje bilo kakve mogucnosti da se institucije drzave
Srbije i SRJ vrate na KiM, a s druge strane nastavilo bi se
vojno i civilno starateljstvo medjunarodne zajednice, pod
izgovorom zastite nacionalnih manjina. Status "Uslovne
nezavisnosti uz medjunaradono starateljstvo" u ovoj fazi
secesije je prihvatljiv za siptarsko separatisticko vodjstvo
zato sto on predstavalja kompromis izmedju dijametralno
suprotnih stavova koji u okviru medjunarodne zajednice vladaju
po pitanju daljeg statusa Kosova i Metohije. Osim toga oni su
svesni da takva kvazidrzavna tvorevina ne bi mogla da opstane ni
u ekonomskom ni u vojnom smislu ako bi bila lisena
medjunardodnog starateljstva. Ova studija je na dobrom putu da
postane zvanicna projekcija politike velesila na Balkanu (vec se
nalazi na stolovima svih relevantnih politicara medjunarodne
zajednice) a da se u njemu po prvi put od kad postoji kosovski
problem, resenje trazi iskljucivo prema zeljama siptara i
interesa medjunarodne zajednice. Ukoliko se ovom predlogu ne
bude stalo na put, posledice ce biti da se drzava Srbija i SRJ
nece vise nizasta pitati. Naime prema studiji Medjunarodne
krizne grupe, Srbija je potpuno iskljucena kao strana od koje je
potrebno traziti saglasnost o uslovnoj nezavisnosti Kosova i
Metohije, osim formalne
- Glavni "operativac" Medjunarodne krizne grupe za SRJ je Dzems
Lajon a s njim u tandemu i u potpunom saglasju deluje i direktor
Balkanske inicijative za mir pri Americkom institutu za mir
Danijel Server. Delovanje Medjunarodne krizne grupe, Balkanske
inicijative za mir, Kongremena i Senatora koji promovisu i
zalazu se za ideje siptarskog separatistickog vodjstva,
Albansko-americke gradanske lige, Nacionalnog demokratskog
instituta, Nacionalne zaduzbine za demokratiju, agencija za PR
angazovanih od siptarskog separatistickog vodjstva, i samog
siptarskog separatistickog vodjstva je u potpunoj koliziji i
ukazuje na sisteamtsko i organizovano delovanje usmereno na
narusavanje ustavnog poretka i teritorijalnog integriteta SRJ,
primenom strategije posrednog nastupanja a u okviru koje glavnu
ulogu imaju diplomatske, obavestajne i psiholosko-propagandne
operacije.

2. "Unmikov kamen oko vrata" izvestaj Medjunarodne krizne grupe
u kome su dati osnovni nacrti za delovanje UNMIK-a kako bi se
"resio problem Kosovske Mitrovice"
Najnovija poseta analiticara Medjunarodne krizne grupe Kosovskoj
Mitrovici, rezultirala je izvestajem, koji nosi alarmantan
nasalov " Unmikov kamen oko vrata" u kome se medjunarodnoj
zajednici, tonom koji ne trpi pogovore, upucuju preporuke, a iz
daljeg teksta ce se videti da su to ustvari naredbe za resavanje
krize u Kosovskoj Mitrovici. Udarna mera, koju kao
najdelotvorniju za "prevazilazenje podela u Kosovskoj Mitrovici"
"preporucuje" Medjunarodna krizna grupa, jeste hapsenje cuvara
mosta na Ibru i njihovih vodja u koje, prema pomenutom izvestaju
spada i dr. Milan Ivanovic ali i dr. Marko Jaksic. "Marko
Jaksic, potpredsednik DSS-a stranke predsednika Kostunice i
poslanik u Skupstini Srbije i Milan Ivanovic, predsednik
Srpskog nacionalnog veca, glavni su politicki "supervizori"
cuvara mosta! Jaksic i Ivanovic izbegavaju saradnju sa UNMIK-om.
Njihov glavni cilj je podela Severa, dok njihove izjave
impliciraju kantonizaciju Kosova" kaze se u izvestaju. Sasvim je
ocigledno da je u izvestaju Medjuanrodne krizne grupe sadrzan
"nacrt" naredjenja Stajneru da izvrsi pravi vojno-policijski
desant s namerom da uhapsi dr. Ivanovica! Indicija koja ukazuje
da je pokusaj hapsenja dr.Ivanovica politicki motivisan jeste to
sto UNMIK tvrdi da poseduje video snimak na kome se vidi da dr.
Ivanovic bombom unistava oklopni transporter. Cak i laicima je
sasvim jasno da je s obizrom na danasnje tehnicke mogucnosti
moguce montirati svasta u video zapsi i da se video zapsi ne
moze upotreblajvati kao dokaz na sudu! Osim toga dr. Ivanovic
kao svedoke da je toga dana bio u bolnici svo vreme ima u
zaposlenima koji tvrde da on tog dana za koje UNMIK tvrdi da ima
dokaze uopste nije izlazio iz bolnice i da je ukaziovao pomoc
licima koja su dolazila povredjena sa demonstracija.
Kad je rec o cuvarima mosta, UMIK policiji se "toplo"
preporucuje da ih uz podrsku KFOR-a uhapsi, kao i da odbijajuci
zahtev Srba za posebnom uniformom , uvede kosovsku policijsku
sluzbu u Kosovsku Mitrovicu. U izvestaju se dalje kaze "
Izmestite rotacijom francusku jedinicu KFOR-a iz Kosovske
Mitrovice! General Mrasel Valenten na ovu preporuku tada izjavio
" Medjunarodna krizna grupa nema prava da se mesa u poslove koji
su u nadleznosti KFOR-a. Najblaze receno, pomenuti izvestaj je
neozbiljan". Medjutim da taj izvestaj nije ni malo bezazlen i da
su njihove preporuke ustvari nacrt za dalje delovanje
medjunarodne zajednice pokazuju cinjenice da su pokusaj hapsenja
dr.Ivanovica izveli u okviru KFOR-a, vojnici iz Danske u
sadejstvu sa specijanim jedinicama UNMIK policije, bas kao po
preporuci (sadejstvo KFOR-a i UNMIK policije) i da su tom
prilikom preskoceni francuzi (osnova preporuke o rotaciji) iako
je njihova zona odgovornosti severni deo Kosovske Mitrovice.
Sto se tice odnosa medjunarodne zajednice prema SRJ a u vezi sa
prevazilazenjem krize u Kosovskoj Mitorvici u pomenutom
izvestaju se kaze "Ozbiljno shvatite problem Mitrovice, kao i
doprinos Beograda u destabilizaciji ovog grada! Postarajte se da
Beograd oostvari svoja obecanja, koristeci za to pritisak
ekvivalentan onom koji je upotrebljen da bi se osigurala
saradnja sa haskim tribunalom". Uskratite SRJ (ili njenon drzavi
naslednici) pristup Savetu Evrope i NATO Partnerstvo za mir, kao
i Sporazum o stabilizaciji i pridruzivanju EU sve dok ne
prestane da pruza pomoc paralelnim strukturama i ne pocne da
saradjuje sa UNMIK-om u nastojanjima da se uspostavi civilna
uprava u Pokrajini! Uslovite direktnu donatorsku pomoc budzetu
Srbije time da Beograd prekine sa finansiranjem paralelnih
struktura u severnoj Mitrovici i na Kosovu!" "Paralelne
strukture", njihovo finasiranje od strane Beograda, cuvari
mosta, ukidanje ove grupacije i sl., sve su to bile teme
nedavnog razgovora poptpredsenika Srpske vlade dr., Nebojse
Covica i predstavnika americke administracije, sto sasvim jasno
ukazuje da su oni pod uticajima ovog i drugih izvestaja
Medjunarodne krizne grupe, i da izvestaji ove organizacije
predstavljaju osnovu za njihove stavove i odredjenje prema
problemima na Kosovu i Metohiji kao i delovanje zvanicne
americke politike prema SRJ.
"Paralelene strukture" je pojam koji je formulisala Medjunarodna
kriza grupa a sad ga obilato koristi americka administracija
oznacava "nesto sto je izvan sistema", "strukture izvan
sistema", po njima izvan sistem Kosova. Medjutim po rezoluciji
1244 Kosovo i Metohija je i dalje sastavni deo SRJ, Pokrajina
Republike Srbije, prema tome ne moze biti rec o paralelnim
strukturama (skolstvo, zdravstvo, bezbednost...), vec samo o
onim strukturama koje se nalaze u okviru sistema Srbije i SRJ i
onih drugih koje gradi UNMIK zajedno sa siptarskim
separatistickim vodjstvom a koje nemaju nikakvu vezu sa sitemom
Srbije. Ukidanjem struktura koje su povezane sa sistemom Srbije
ukinula bi se i drzava Srbija na Kosovu i Metohiji, sto je i
glavni cilj siptraskog separatistickog vodjstva - ukinuti bilo
kakvu vezu Kosova i Metohije sa Srbijom i SRJ. Oni u tome imaju
zdusnu pomoc Medjunarodne krizne grupe koja je i tvorac pojma
"paralelne strukture" kako bi se Srbija pokazala kao neko koje
protiv izgradnje institucija na Kosovu i Metohiji a ustvari se
radi zameni teza i o pokusaju kidanja svih veza izmedju Kosova i
Metohije i Srbije.

Zakljucak
Sasvim je jasno da je zapocet proces "zavodjenja reda", ukidanja
"paralelnih struktura" i hajka na vodje Srba u svernom delu
Kosovske Mitorvice i da UNMIK od toga nece odustati! Iz
preporuka koje Medjunarodne krizne grupe a s obzirom na njihov
uticaj postoji realna opasnost da se SRJ nadje u nezavidnom
polozaju ako bile cime ometa ovaj proces. Uvazavajuci sve
navedene cinjenice potrebno je napraviti odgovarajucu strategiju
delovanja kako egzodus Srba sa Kosova i Metohije ne bi dobio
svoj drugi deo, s obzirom da je severni deo Kosovske Mitrovice
tacaka gde je zaustavljeno etnicko ciscenje Pokrajine.
Rezolucija 1244 predvidja vracanje odredjenih snaga policije i
vojske na Kosovo i Metohiju sto ostavlja mogucnost diplomatiji
da se izbori, da medjunarodna zajednica prihvati transformaciju
grupe "Cuvari mosta" u organe MUP-a Republike Srbije i da oni
kao takvi ostanu na prostoru svernog dela Kosovske Mitrovice i
prostoru Pokrajine, sa zadacima kao sto i u Rezoluciji 1244
stoji :
- Odrzavanje veze sa medunarodnom civilnom misijom i
medunarodnim snagama bezbednosti;
- Obele?avanje i cisceje minskih polja;
- Odr?avanje prisustva na srpskim istorijskim lokalitetima;
- Odr?avanje prisustva na kljucnim granicnim prelazima.
Osim toga krajnje je vreme da se rad Medjunarodne krizne grupe
ali i citavog sistema koji organizovano radi na secesiji Kosova
i Metohiji ozbiljno shvati ili ce se desiti da secesija ovog
dela Republike Srbije postane i nasa stvarnost. -


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http://www.ansa.it/balcani/bosnia/20020726005932291289.html

BOSNIA: CINQUE DONNE VIOLENTATE IN DISCOTECA DA ARMATI, ONU

(ANSA) - NEW YORK, 26 LUG - Quindici uomini armati
lunedi' scorso hanno rapito, violentato e picchiato sei donne che
lavoravano in un night club di Kiseljak, in
Bosnia. Lo riferiscono le Nazioni Unite, specificando che non si hanno
piu' notizie di una delle sei donne, che secondo il portavoce
dell'Onu Fred Eckhard, sono state portate in un ospedale dove sono state
trattate ''senza alcun rispetto della loro dignita'''. La
vicenda e' stata scoperta da un'unita' speciale delle Nazioni Unite che
controlla l'operato della polizia bosniaca e che ricerca le
donne che nell'area dei Balcani hanno subito violenze o sono state
spinte nel vortice della prostituzione. Nel corso di un controllo in
una vicina discoteca, la polizia bosniaca ha trovato altre cinque donne
provenienti dalla Moldavia, dall'Ucraina e dalla Romania. Le
donne, che erano trattenute nella discoteca contro la loro volonta',
sono state portate dagli agenti in una casa sicura. Dalla
meta' degli anni 90 le Nazioni Unite sono particolarmente impegnate con
una forza speciale nella lotta allo sfruttamento della
prostituzione nell'area dei Balcani, di cui sono vittime prevalentemente
donne provenienti dai Paesi dell'Est europeo, cui vengono sottratti
i passaporti dagli sfruttatori, che le costringono a vendere il loro
corpo. (ANSA).
FLB 26/07/2002 00:59

===*===


http://www.nationalpost.com/world/story.html?id=827E41FA-8880-45E3-8B35-83ECA450929B

Friday » July 26 » 2002

Peacekeepers fuelling sex-trade traffic: report
Women, children enslaved as prostitutes in Eastern
Europe

Peter Goodspeed
National Post
Wednesday, July 24, 2002

-In Bosnia and Herzegovina, where up to 19,000
international peacekeeping troops make up the
Stabilization Force of the Partnership for Peace, some
non- governmental organizations estimate bars and
nightclubs providing sex earn up to 70% of their
profits from foreigners.
The more than 900 nightclubs employ between four and
25 women and girls each as prostitutes who charge
US$25 and up for sexual services.
-A large, well-organized trafficking system operated
by criminal organizations in southeastern Europe helps
bring 120,000 women and girls into Europe each year,
the Organization for Migration estimates. Another
10,000 sex workers from Moldova, Romania and Ukraine
are forced to work in the sex trade in Bosnia and
Herzegovina.
-"This low risk and high profit are combined with a
large demand for sexual services, created in part by
the international community based in the Balkans."







Criminal gangs in Eastern Europe who earn millions of
dollars by sexually enslaving women and children have
corrupted local officials, international peacekeepers
and border guards who are supposed to be leading the
fight to crush the illegal trade, says a new report.

The report, commissioned by the United Nations and the
Organization for Security and Co-operation in Europe,
concludes the surging sex industry in southeastern
Europe, which relies heavily on illegal trafficking in
women and girls, is patronized and protected by
international peacekeepers and foreign aid workers.

Instead of rescuing victims forced into prostitution,
members of international organizations based in the
Balkans are among the prostitutes' biggest customers.

"Stories about local and international police
frequenting bars, using the services of women and
being on good terms with the owners and traffickers
are legion," says the 270-page report, Trafficking in
Human Beings in Southeastern Europe.

In Bosnia and Herzegovina, where up to 19,000
international peacekeeping troops make up the
Stabilization Force of the Partnership for Peace, some
non- governmental organizations estimate bars and
nightclubs providing sex earn up to 70% of their
profits from foreigners.

The more than 900 nightclubs employ between four and
25 women and girls each as prostitutes who charge
US$25 and up for sexual services.

"The growing market for prostitution is one of the
side effects of progression from conflict to
post-conflict and transition in all Southeastern
Europe countries," the study says.

"The international market for sex services as well as
local demand has expanded, particularly in countries
where there is a large international presence."

A large, well-organized trafficking system operated by
criminal organizations in southeastern Europe helps
bring 120,000 women and girls into Europe each year,
the Organization for Migration estimates. Another
10,000 sex workers from Moldova, Romania and Ukraine
are forced to work in the sex trade in Bosnia and
Herzegovina.

Ninety per cent of these foreign migrant sex workers
are victims of trafficking, the study says.

Trafficking routes run from Moldova, Ukraine and
former Soviet republics, the main countries of origin,
through Romania and Bulgaria to the countries of
former Yugoslavia, Italy, Turkey, Greece and Western
Europe.

Not all the women are sexually abused. Many use the
system voluntarily to enter the West illegally to work
as waitresses, nannies and prostitutes.

Still, some women and girls become the "property" of
traffickers and should be treated as victims of crime
rather than as illegal immigrants, the study suggests.

More and more adolescent girls are trafficked for the
purposes of sexual exploitation and forced labour.
Some non-governmental organizations estimate 10% to
30% of all sex workers handled by trafficking rings
are underage girls.

The Save the Children Fund says up to 80% of all
trafficked people from Albania are girls under 18.

In a separate category, the study notes thousands of
children from Albania, both boys and girls, have been
taken to Greece and Italy to work as forced labour,
begging in the streets, dealing drugs or washing car
windows.

There are at least 2,000 Albanian children in Greece
and up to 6,000 Albanian youngsters have ended up in
Italian orphanages.

The sex trade and human trafficking thrive in the
chaotic aftermath of war.

"Lack of rule of law and difficult economic situations
have allowed black market economies to flourish," the
report says. "Smuggling of goods, arms and people,
corruption of state employees, organized crime groups
and acceptance of illegal ways to earn money as well
as unregulated migration have become the new norm."

The report adds, "Poorly functioning legal and law
enforcement systems make trafficking less risky for
perpetrators in Southeastern Europe than [in] European
Union countries."

"This low risk and high profit are combined with a
large demand for sexual services, created in part by
the international community based in the Balkans."

Trafficking in humans for sexual purposes permeates
southeastern Europe, but one exception is Croatia.

"Croatia, in which the economic situation is
relatively better and where there is no large
international presence, does not appear to be a major
country of origin or destination for trafficked women
and children," the study concludes.

While the European Union has promised more resources
to combat human trafficking, most programs are a
shambles and have left women and children even more
vulnerable, the report says.

"In general, trafficking is viewed as an issue of
migration or national security and not as a human
rights violation. As a consequence, the victims of
trafficking, in a majority of cases, are not
recognized as such and are treated as criminals."

===*===

BOSNIA: SEX TRADE CLAIMS SPREAD
Another western organisation in Bosnia accused of using prostitutes

By Julie Poucher Harbin in Sarajevo

A Bosnian driver has alleged that he was sacked from a US-backed
development project in Sarajevo after expressing discomfort at
ferrying around prostitutes.

Edin Zundo has filed suit against KPMG Consulting over the
termination of his contract six months early by its Barents Group
division, claiming it was a result of his complaints.

The action, which is due in court next month, comes in the wake of
other recent cases involving western companies operating in Bosnia and
Herzegovina facing accusations against staff using prostitutes, as
well as a major controversy over the UN's alleged involvement in the
Balkan sex trade.

Zundo served as personal driver for a Barents IT manager before his
sacking. According to Zundo, his Barents project supervisor told
him, "You are not a good guy. You are not a good driver."

However, 27-year-old Zundo insists the real reason for his dismissal
was that he complained of being asked to drive on unofficial business.

"I told [the supervisor] that I had a problem with [the IT manager],
that I drove hookers in the firm's car," Zundo told IWPR. "He told
me, 'No Edin, it's not your problem. Don't get involved'."

Zundo is now seeking compensation of one year's lost pay plus
insurance. He claims that after losing his job with Barents, he was
unable to find another job for twelve months.

The Virginia-based Barents works as a contractor for the US Agency for
International Development, USAID, managing major programmes to help
regulate and supervise Bosnia's post-war banking system.

The suit by Zundo was first brought in spring 2001 but allegations
about the company were brought to wider attention with a recent
report in Britain's Sunday Times newspaper.

The article quoted an anonymous British-based banker working on the
same project, who had tipped off the US State Department with similar
complaints. The US Embassy in Sarajevo investigated the matter, and
ordered both the IT manager and the supervisor off the project in
August 2001.

In a statement issued on August 12, 2002, in reaction to media
reports, the US Embassy said that although a local police
investigation had not resulted in criminal charges, its own internal
inquiry "gave us sufficient cause to insist KPMG remove these
individuals from their employment on a USAID assistance project".

It said that this was part of a "zero-tolerance policy" for employees
and contractors "regarding involvement in prostitution or patronising
locations where it is practised".

In response to enquiries about the issue, USAID referred IWPR to
Barents. In a telephone interview, Ken Neal, a spokesman for KPMG and
Barents in New York, told IWPR that the company had offered total
cooperation to the US government inquiry.

"After a full investigation we were informed by the [local]
authorities that none of the allegations were substantiated, " said
Neal.

He added that although the men were removed from the project, they
were not fired from KPMG but have both since left the company
for "unrelated reasons". Neal claimed not to have heard of Zundo,
despite the lawsuit.

Zundo, for his part, says local police never contacted him, although
he says he spoke twice to an investigator attached to the US Embassy,
and handed over a videotape.

Following a part-time assignment for USAID, Zundo says he started
working as a full-time driver for Barents in February 2000. A few
months later, he went to the airport with the IT manager to pick up
his "girlfriend" who was arriving from Bratislava, Slovakia.

However, he became suspicious when the Barents representative and the
woman, Susanne, did not recognise each other.

Zundo said she had apparently arrived without a visa, and diplomatic
connections were used to get her through customs. He later
recognised her picture on a website, Captain 69's Worldwide Escort
Reviews, that he saw on the IT manager's computer.

According to Zundo, Susanne went back and forth between Sarajevo and
Bratislava several times during the year, sometimes bringing friends.

Zundo told how he would drive them from the airport to the IT
manager's house, in a vehicle with a USAID sticker and diplomatic
plates, and claims he sometimes drove them to Mostar.

Both prostitution and trafficking - women being brought into a
country and sold as chattels against their will - are big business in
Bosnia. The International Organisation for Migration puts the number
of trafficked women and girls in the country at 6,000-10,000.

Earlier this month Kathryn Bolkovac, a former human rights
investigator for the UN's International Police Task Force, IPTF, won
a lawsuit against DynCorp Aerospace UK Ltd.

Bolkovac claimed that she was fired by the company, which is the US
State Department's personnel subcontractor for the UN Mission, in
April 2001 because of a detailed email she sent to DynCorp and UN
officials alleging international police complicity in trafficking
women.

An industrial tribunal found that the company had violated the United
Kingdom's provisions for whistle blowing, and will rule on the level
of damages in October.

In a statement, Bolkovac's attorney, Karen Bailey, said, "She took on
the big guns and won. The plight of trafficking victims is
appalling, and Kathryn's case has gone some way to bringing it to
wider attention."

DynCorp spokesman Chuck Taylor did not respond to inquiries from IWPR.

Kirsten Haupt, a spokesperson for the UN Mission to Bosnia, confirmed
that in 18 cases IPTF police monitors have been "implicated in
incidents of sexual misconduct by soliciting sexual services".

In each case they were sent home, but none were been expelled for
involvement in trafficking, Haupt said.

Julie Poucher Harbin is freelance journalist in Sarajevo

IWPR'S BALKAN CRISIS REPORT, No. 360, August 21, 2002

FIKRET ABDIC "BABO" CONDANNATO A 20 ANNI

Il 31 luglio 2002 un tribunale di Karlovac, in Croazia, ha
condannato a 20 anni di prigione Fikret Abdic, con l'accusa
infamante di "crimini di guerra".
Abdic, detto "Babo" dai suoi sostenitori della zona di Velika
Kladusa (presso Bihac, all'estremita' nord-occidentale della
Bosnia-Erzegovina), era stato arrestato il 27 giugno del 2001
su richiesta della magistratura di Sarajevo, ma, avendo anche
passaporto croato, e' stato processato a Karlovac, poiche' la
legge croata non prevede l'estradizione di propri cittadini.

Secondo l'atto di accusa, Abdic, ''in qualita' di comandante
della cosidetta difesa popolare, ha ordinato e organizzato
l'apertura di lager e campi di detenzione a Velika Kladusa,
dove sono stati rinchiusi e trattati in modo disumano, sino
alla morte in alcuni casi, cittadini, e loro familiari contrari
all'istituzione della repubblica" della Zapadna Bosna (Bosnia
Occidentale), "da lui proclamata, costringendoli anche a
combattere nelle file dei paramilitari''. Una accusa esagerata
ed ipocrita. Il 20 settembre 1993 i musulmani della regione
del Bihac, guidati da Abdic, proclamavano l'indipendenza dal
governo nazionalista-musulmano di Sarajevo: e' di questo che
vengono ritenuti colpevoli!

Abdic, uomo d'affari della Agrokomerc - una importante azienda
strutturata su base cooperativa attorno alla quale, nonostante
la grave crisi in tutta la Jugoslavia, si era potuto determinare
uno stato di sostanziale benessere economico in tutta la zona
anche negli anni piu' bui della guerra fratricida (1992-1995) -
era entrato in politica nel 1990, quando ottenne piu' voti
dello stesso Izetbegovic nelle elezioni presidenziali della
Bosnia-Erzegovina. Ma aveva dovuto rinunciare all'incarico a
causa di pressioni dal carattere mai chiarito, nonostante la
sua discreta popolarita' - che lo porta ancora oggi a candidarsi
per le elezioni presidenziali del 5 ottobre prossimo (2002) -
lasciando il posto di presidente al reazionario integralista
Alija Izetbegovic, amico dei sauditi e degli occidentali,
che negli anni successivi sara' il principale responsabile
dell'esplosione sanguinosa della guerra di secessione.

Con la proclamazione dell'indipendenza della sua regione,
Abdic e decine di migliaia di musulmani e semplici "jugoslavi"
della Bosnia sceglievano la strada della collaborazione e della
pacifica convivenza con i croati e con i serbi. E' per questo
motivo che Abdic viene oggi condannato in uno dei tanti processi-
farsa intentati contro presunti criminali di guerra, mentre i
principali e veri responsabili delle divisioni e dei drammi della
popolazione della Bosnia godono di impunita' e di favori da
parte di "quelli che contano" nello scenario internazionale. I
"musulmani del Bihac" non sono mai stati ben voluti dall'Occidente,
che viceversa li ha isolati e non ha alzato un dito per difenderli
di fronte alla prevedibile vendetta di parte integralista musulmana.
Il 19 agosto 1994 il V corpo d'armata bosniaco-musulmano attaccava
la sacca di Bihac causando molti morti e la fuga di decine di migliaia
di persone. Su quei fatti e su quelle persone vigeva e vige tuttora
la congiura del silenzio sulla nostra stampa: i media occidentali,
anche quelli "di sinistra", se ne sono occupati in misura irrilevante,
magari solo per denigrarli come "traditori" poiche' rappresentavano
un grande punto interrogativo sulla presunta natura "democratica e
pluralista" dello Stato bosniaco governato dall'SDA (il Partito di
Azione Democratica di Izetbegovic).

Oggi, la condanna di "Babo" e' una condanna squisitamente politica.
Nel leggere la sentenza, la presidentessa del tribunale, Jasminka
Jerinic Musnjak, ha motivato la scelta di comminare il massimo della
pena con la necessita' di ''dimostrare la condanna della societa'
civile e democratica contro i crimini di guerra, in particolare
quelli commessi da autorita' al vertice della struttura di potere''.
L'agenzia di stampa italiana ANSA rincara la dose con accuse
paradossali, come quella di aver salvato la Agrokomerc dai debiti,
di avere avuto successo nella sua attivita' imprenditoriale, e
di essersi schierato contro l'esercito di Sarajevo "a fianco
dei serbi di Bosnia e anche dei croati (di Bosnia e di Croazia) (...)
pur di fare affari" (sic!). Infine l'accusa e' di essersi rifugiato
nella Croazia di Tudjman: e dove doveva andare?

"Babo" ed i suoi sostenitori sono vittime, non carnefici. Nel
rimpiangere la Bosnia-Erzegovina multinazionale, ispirata ai valori
della Fratellanza e dell'Unita', sentiamo di dover stigmatizzare la
continua disinformazione su queste vicende e condanniamo con
durezza la scelta deliberata di punire, tra tutte le parti in
conflitto, solamente quelle che meno di tutte furono responsabili
dello squartamento del loro paese, e che piu' delle altre operarono
per la pacifica convivenza.

Coordinamento Romano per la Jugoslavia


Fonte ANSA:
http://www.ansa.it/balcani/bosnia/20020731171532295288.html
Sul processo-farsa contro Fikret Abdic si veda anche:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1124

TRIESTE "IMMATURA"

Dopo la partita di calcio - se di calcio nel nostro paese si
puo' ancora parlare, visto il delirio di soldi scatenatosi
attorno al pallone e la pochezza agonistica dei nostri atleti,
viziati e piagnucolosi - e' un coro: "La sede di Trieste non
era matura per un evento simile!"
Eh gia', Trieste non e' matura, siamo d'accordo... Non e' stata
matura per la convivenza civile nel corso di tutto il secolo
scorso, non lo e' ancora nemmeno oggi, evidentemente.

Nel Novecento, da fiorente gioiello dell'Adriatico, porto crogiuolo
di culture e lingue diverse, si e' trasformata nella "citta' piu'
fascista d'Italia", come ebbe a definirla, a ragione, il suo grande
figlio Umberto Saba: centro della pulizia etnica ante-litteram,
della italianizzazione forzata, sin dal 1918, base delle operazioni
per la aggressione coloniale italiana alla Jugoslavia nel 1941, poi
capitale del nazista Adriatisches Kuestenland con annesso campo di
sterminio, infine citta' del revanscismo italiano, degli esuli
anticomunisti, dei reduci della Decima Mas, delle campagne di
disinformazione strategica antijugoslava - soprattutto quella
sulle "foibe", tuttora in corso come strumento di pressione su
Slovenia e Croazia, per riottenere terre, beni e diritti di
prelazione sugli investimenti.

E perche' mai dovrebbe essere matura oggi, mentre e' governata da
una destra bottegaia e provinciale, con un Assessore alla Cultura
come Roberto Menia che come unici titoli di "merito culturale" puo'
annoverare la sua partecipazione alle spedizioni squadristiche sul
Carso, insieme ai camerati di quello che era l'MSI, armati di
piccozza per abbattere le lapidi celebrative della Guerra di
Liberazione,
nonche' l'aggressione al professore triestino di lingua slovena Samo
Pahor? Roberto Menia, fascista e razzista slavofobo impenitente (nelle
cronache di oggi definisce "animali" i tifosi sloveni), esponente
di "Alleanza Nazionale", al governo in Italia.

"Alleanza Nazionale" e "Forza Italia": nomi che dicono tutto,
alla faccia di chi afferma che i nazionalisti sono "gli altri",
"gli slavi". In una Italia governata dalle destre nazionaliste e
fasciste, una Trieste governata dalle stesse destre, razziste ed
irredentiste, ben rispecchiate dalla tifoseria locale, in particolare
gli "Ultras" della Triestina: svastiche, croci celtiche, saluti
romani sono la regola ad ogni partita, in casa o in trasferta. La
telecronaca di Italia-Slovenia non ne ha parlato, le telecamere non
ce l'hanno fatto vedere, le foto di oggi sui giornali (o sul sito
di "Repubblica" on line) stranamente non ci mostrano lo spettacolo,
le scene, i comportamenti della tifoseria italiana. Abbiamo visto
pero' in TV, di sbieco ed in un angolino, striscioni con tricolori
su sfondo nero, o scritte nere in caratteri runici su bandiere
tricolore... In stadio c'era uno striscione della formazione nazista
italiana "Forza Nuova"! Ma il fascismo in Italia e' al governo, quindi
gli slogan fascisti allo stadio non meritano le cronache scandalizzate
dei giornali. I tifosi sloveni invece, quelli si, "esaltati,
energumeni, nazionalisti".

Gli sloveni nazionalisti?!? Bella forza! Ma non li avete voluti
voi cosi' nazionalisti? Non ne avete sostenuto, proprio voi,
la "indipendenza", allo scopo di squartare la Jugoslavia? E
allora, di cosa vi lamentate? Confinavamo con un grande paese
fondato sulla multiculturalita', multinazionale e pacifico, e
ci ritroviamo adesso a confinare con una piccola provincia
dell'Impero in lite con tutti i confinanti, uno staterello
nazionalista, "etnicamente" caratterizzato. Ma di questo non
possiamo certo dare la colpa ai Menia o ai teppisti Ultras
di turno: piuttosto, sono i "democratici" nostrani, gli "europeisti",
il "centro-sinistra", i "democratici di sinistra", i giornalisti
di "Repubblica" (che ne dice Paolo Rumiz? C'e' altro da sfasciare
in Jugoslavia?), magari quelli della vecchia giunta Illy, insomma, a
doversi fare il piu' drammatico esame di coscienza.

Italo Slavo

PS. Ottima la scelta di una terna arbitrale austriaca! Cosi'
il significato geo-politico della partita e' stato consacrato.

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PRIMORSKI DNEVNIK
Èetrtek, 22. avgusta 2002
http://www.primorski.it/

Sramota za ¹port in za dr¾avo
Bojan Brezigar
Kar povejmo, ¾e nekaj èasa smo imeli vtis, da je bil Trst
neprimerno mesto za prijateljsko nogometno tekmo med Italijo
in Slovenijo. Ta vtis je potrjevalo ¾e nekajtedensko pisanje ...

Slovenija je povsem zaslu¾eno premagala Italijo
Èe je bilo obna¹anje slovenskih navijaèev
ob¾alovanja vredno, pa je slovenska
reprezentanca potrdila na sinoènji tekmi proti
Italiji vse kvalitete, ki ¾e nekaj let krasijo njeno igro
(borbenost, organiziranost), pa tudi to, da te
kvalitete niso bile odvisne le od ve¹èe roke
biv¹ega selektorja Sreèka Katanca ...

Pra¹nikar zelo, Trapattoni samo delno zadovoljen
Giovanni Trapattoni: ?Videl sem dve tekmi. Prvi polèas je
igrala Slovenija, nato pa mi. Slovenija je zadela, mi pa ne.
Tekma ni bila prijateljska, saj so vsi videli, kaj se je
dogajalo na tribunah ...

Slovenski ?navijaèi? razgrajali in ves èas izzivali
Na stranskih tribunah je bilo pred tekmo
presenetljivo mirno, posebej ¹e na sektorju
?Furlan?, kjer naj bi bili zbrani najbolj razgreti
prista¹i ?azzurrov?. Veliko veè provokacij je bilo
¾e od vsega zaèetka sli¹ati s slovenske tribune,
èeprav so bili tudi tam navijaèi relativno mirni,
morda zato ...

Menia in Dipiazza zgro¾ena
?Slovenski 'navijaèi' so se izkazali za necivilne.? Tako je menil
poslanec NZ Roberto Menia. Po njegovem mnenju je v teh primerih
treba vedeti, kdo je ?zaèel prvi, vendar bi morali gostje izkazati ...

Eni divjali med tekmo, drugi so se znesli potem
?Prviè in zadnjiè,? je dejal eden od slovenskih
¹oferjev avtobusov, ki so vdano èakali, da
naposled odpeljejo proti domu. ?Predstavili so se
drugaèe, ko so naroèali avtobus. Èe bi vedel,
kdo bo pri¹el, ne bi sprejel. ®e na poti proti Trstu
smo se morali ustaviti ...

Podpredsednik NZS Ile¹iè: ?Italije se ne bojimo, igrali ...
Tr¾a¹ki ¾upan Roberto Dipiazza je ob vèeraj¹nji nogometni tekmi
med Italijo in Slovenijo priredil popoldne v muzeju Revoltella
sprejem za predstavnike italijanske in slovenske nogometne zveze ...

Fa¹isti Forza nuova: Manj¹ina takoj spet v Slovenijo
Prista¹i gibanja Forza Nuova, ki se odkrito sklicuje na fa¹izem,
so med sinoènjo nogometno tekmo delili letak z neverjetno vsebino.
V normalnih okoli¹èinah bi si tak letak zaslu¾il ...

Pizzulova zadnja tekma
Za Bruna Pizzula je bil sinoènji televizijski prenos s
stadiona Nereo Rocco zadnji v dolgi novinarski
karieri. Pizzul bo do upokojitve, ki je skoraj za
vogalom, delal v ¹pornih redakcijah Raia, ni
izkljuèeno pa - kot je sam napovedal - da se bo
lotil tudi pisanja knjige (ali knjig) ...

Jih je prestra¹ila ?bomba??
Ob vzno¾ju gori¹kega grada je vèeraj zjutraj pribli¾no sto ljudi
skupaj z manj¹o mno¾ico novinarjev zaman èakalo na prihod avtobusa
italijanske nogometne dr¾avne ekipe. Zvezdniki A lige niso zapustili...

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http://www.ilpiccolo.quotidianiespresso.it/ilpiccolo/arch_22/trieste/sp02/byro.html

Teppismo a Trieste, danneggiate auto slovene

TRIESTE - Ancora una volta si è scatenato il teppismo
più vigliacco a margine di un avvenimento sportivo. A
conclusione della partita di calcio Slovenia Italia,
infatti, la delusione di alcuni esagitati si è sfogata
contro auto in sosta e contro il corteo delle vetture
che transitavano per via Flavia per raggiungere il confine.
I soliti ignoti hanno incendiato una Golf grigio
metallizzato lasciata nel parcheggio di piazzale
Cagni dopo aver fracassato il lunotto posteriore e
appiccato il fuoco all?interno con un accendino
lanciato acceso o con qualche altro innesco. Altre
vetture posteggiate nella zona sono state a loro
volta danneggiate. Successivamente, come si diceva, le
auto dei tifosi sloveni sono state oggetto di
una fitta sassaiola mentre transitavano lungo via Flavia.
In precedenza, nel corso della partita, un tifoso
sloveno che nel corso del secondo tempo aveva fatto
un?invasione di campo sventolando la bandiera nazionale
è stato arrestato per resistenza e violenza a
pubblico ufficiale. Si tratta di Matej Praprotnik di
22 anni che è stato rinchiuso nel carcere del
Coroneo. La polizia è dovuta intervenire anche a fine
gara per sedare tafferugli e zuffe tra gli
stessi tifosi sloveni, in particolare tra gli ultras
di Maribor e Lubiana. Complessivamente nel corso
della difficile giornata allo stadio, fatta anche di
cariche, cinque poliziotti sono rimasti feriti.
c.g.

http://www.ilpiccolo.quotidianiespresso.it/ilpiccolo/arch_22/trieste/sp04/amil.html

Persa da Cannavaro & C. una partita assai poco «amichevole»
che ha fatto riaffiorare antichi rancori.
Infelice la scelta di Trieste per questo incontro
Italia, la furia degli ultras sloveni al «Rocco»
Fumogeni in campo, insulti, striscioni provocatori e scontri
con la polizia sugli spalti

TRIESTE - Di amichevole alla fine resterà solo la
stretta di mano iniziale tra l?arbitro austriaco
Brugger e i capitani Cannavaro e Pavlin. Scontri
sugli spalti tra ultras sloveni e polizia e risse
anche in campo tra giocatori, lancio continuo di
fumogeni (fin dal 12?) dalla curva ospite e
un?invasione solitaria nella ripresa culminata con
un arresto e con tante manganellate: Italia-Slovenia è
tutto questo e anche di più. Basti pensare che almeno
in tre occasioni il direttore di gara, d?intesa con il
quarto uomo e il delegato Fifa, è stato sul punto di
sospendere la partita. Una serata, insomma, da gettare
tutta nella spazzatura sia per gli atti di violenza
degli hooligan sloveni sia per la squallida prova della
nazionale di Trapattoni che si è presto uniformata al clima.
Mai si era respirato tanto odio al «Rocco» vomitato da
una curva all?altra, anche se a rovinare la partita sono
stati esclusivamente i tifosi ospiti [sic]. Sono già stati
segnalati in mezza Europa per le loro imprese bestiali.
«Trieste non era ancora pronta per ospitare un incontro di
questo genere», ha commentato ai microfoni Rai l?allenatore
Massimo Giacomini. «Certe ferite non si sono rimarginate».
E? vero ma la questione è anche un?altra: la scelta da
parte della Federcalcio di far disputare a Trieste questa
inutile partita è stata veramente infelice. Un autogol
macroscopico. Dovevano pensarci non una ma dieci volte
Carraro e i suoi collaboratori prima di organizzare questa
gara. Ma da queste parti, dopo l?eliminazione ai mondiali,
speravano di trasformare i fischi in applausi. Troppa
faciloneria, non hanno calcolato i rischi e le conseguenze.
«Ma era stata la Slovenia a chiederci di giocare vicino al
confine», si giustifica il vicepresidente federale Abete.
Solo le forze dell?ordine avevano invece avvertito tutta la
pericolosità di questa sfida. Da qui l?appello alla calma
di martedì del Questore di Trieste Argirò.
Al «Rocco» ieri sera si sono riversati più di quattromila
tifosi sloveni (da Maribor e Lubiana i più facinorosi) e si
sono subito scatenati. Si è riaperto così il confronto etnico,
sono riaffiorati antichi rancori. Cori anti italiani e di marca
ultranazionalista. Parole e scritte che sembrano uscite dai
libri di storia come «Trst je nas» (Trieste è nostra),
«fascisti, fascisti». I supporter d?oltreconfine sventolavano
uno striscione con la triste scritta «IX Corpus è tornato»,
quelli dei quaranta giorni dell?occupazione titina. Roba dura.
La Slovenia ha vinto sul campo ma ha perso la partita della
civiltà. Tanta tensione ha finito in qualche misura anche per
contagiare le due squadre. Accenni di rissa per due volte
nella ripresa anche sul terreno di gioco.
Dall?altra parte. nella curva italiana, spiccava invece
lo striscione giallo del movimento di estrema destra Forza
nuova «Ora basta: bilinguismo, Osimo... per Trieste solo
tradimento». Fischi sull'inno della Slovenia, subissato
quello di Mameli che, in parte, il pubblico riesce a coprire
cantandolo a squarciagola. L?unico spunto simpatico le lenzuola
omaggianti l'ultima telecronaca di Pizzul. Ma chi li ha guardati?
Nella ripresa è solo delirio puro e, neanche fosse Mennea
alle Olimpiadi di Mosca, un esagitato sloveno scavalca la
recinzione e si fa mezzo campo con il tricorno in mano.
Sembra un film delle comiche, invece è tutto vero. Accade
al Rocco (al 21?) con la caccia all'uomo e lo scontro
tra forze dell'ordine e ultras ospiti sulla recinzione
prima dell?arresto. In curva Valmaura vengono divelti a
calci i seggiolini verdi, che si confondono con l'erba del
Rocco. Eppure tutto ciò si poteva evitare.
Maurizio Cattaruzza
(ha collaborato Pietro Comelli)

http://www.ilpiccolo.quotidianiespresso.it/ilpiccolo/arch_22/trieste/sp04/siro.html

Anche il sindaco Dipiazza sulla stessa lunghezza d?onda
del parlamentare di An
Menia: «Incivili questi ospiti»

TRIESTE «Il pubblico sloveno si è dimostrato incivile»: è
stato questo il commento del parlamentare triestino Roberto
Menia (An) nell'intervallo della partita Italia-Slovenia.
Menia, commentando gli slogan e il comportamento dei tifosi
sloveni della curva Valmaura ha ribadito che «in questi casi
bisogna sempre vedere chi ha cominciato prima, però gli
ospiti dovrebbero mostrare più rispetto per la città che li
ha accolti. Invece abbiamo ascoltato frasi ingiuriose e animali
a torso nudo che si sono lanciati anche contro le forze
dell'ordine».
Sul comportamento della tifoseria slovena è intervenuto anche
il sindaco Roberto Dipiazza (Forza Italia), secondo il quale
«non è giusto che dei facinorosi rovinino una festa dello
sport e una festa per Trieste. A contribuire ai disordini -
ha aggiunto il sindaco - è stato anche il gioco non bello
praticato dalle due squadre che forse ha innervosito gli
spettatori presenti al Nereo Rocco».
Prima dell'intervallo, anche per calmare gli animi dei
propri sostenitori, il giocatore sloveno Zahovic è andato
in curva a chiedere un comportamento corretto dei propri
sostenitori che avevano lanciato a più riprese dei razzi
sul campo di gioco, obbligando l?arbitro a sospendere la
partita per una questione di incolumità dei calciatori.
Ma neanche Zahovic ha avuto molto successo coi lanciatori
di razzi. Poi è arrivato l?intervallo e il cambio di campo:
contro il loro portiere non hanno lanciato nulla. Poi ci
sono stati scontri con i poliziotti e l?invasione dell?imbecille
solitario, bloccato con le brutte dalle forze dell?ordine.

VACANZE IN KOSOVO-METOHIJA, FORSE I TEMPI NON
SONO ANCORA MATURI

Agriturismo, passeggiate in montagna o monumenti culturali?
Ergo: miele di api all'U238, esercitazioni con l'UCK o suggestiva
visita alle macerie di qualche chiesa ortodossa fatta saltare in aria?
Nonostante la tanto decantata pacificazione e democratizzazione
del Kosovo-Metohija, i tempi perche' la zona divenga ambita per
le vacanze degli occidentali non sembrano ancora maturi.

Alcuni spiacevoli episodi hanno turbato la stagione estiva 2002.
L'11 agosto elicotteri statunitensi in volo a bassa quota diretti verso
la base USA di Camp Bondsteel hanno devastato la spiaggia presso
Bari, causando vari feriti tra i bagnanti.
Il 22 agosto un italiano in vacanza con la moglie kosovara dai parenti
presso Prizren e' stato ferito da svariati colpi d'arma da fuoco - non
sappiamo se intenzionali, o proiettili vaganti delle esercitazioni della
KFOR e/o dell'UCK, o destinati ad altro obiettivo.
Infine, il sottoscritto incontrava ai primi di agosto sul treno una
volontaria di una ONG cattolica, in procinto di partire per una
"missione
di riconciliazione" sul terreno. Abbiamo discusso amabilmente del
pesante peggioramento delle condizioni per le donne albanesi-
kosovare, schiavizzate nel nuovo-vecchio sistema patriarcale e
clanico, e della tratta delle bianche.
Speriamo che la giovane volontaria cattolica rientri sana e salva.
(I.S.)

+++US-Hubschrauber verletzen Badegäste
BARI. Weil sie offenbar den Mädels am Strand imponieren
wollten, haben die Piloten dreier US-Kampfhubschrauber Badegäste
in Süditalien in Panik versetzt. Sie hätten im Tiefflug einen
Küstenabschnitt bei Bari überflogen, und durch die Rotorenbewegung
Liegestühle und Sonnenschirme durch die Luft gewirbelt,
berichten italienische Medien. Fünf Personen seien bei dem
Zwischenfall verletzt worden. Die amerikanischen
Hubschrauber waren den Berichten zufolge von Deutschland
aus in Richtung der serbischen Provinz Kosovo und
Metochien unterwegs.STIMME KOSOVOS+++
(http://www.amselfeld.com - 14. August 2002)

http://www.repubblica.it/news/ired/ultimora/rep_nazionale_n_267730.html

22 agosto 2002

Pristina, 13:14
Kosovo, ferito italiano in visita a parenti moglie

Un italiano che si trovava in Kosovo con la moglie albanese è
stato ferito ieri sera in un piccolo villaggio nella zona
meridionale della provincia. Lorenzo De Santis, 30 anni, di
Riano, vicino Roma, è stato raggiunto da colpi d'arma da fuoco
a un fianco. Operato, è fuori pericolo.
Al momento dell'aggressione De Santis si trovava
nell'abitazione dei parenti della moglie. Gli spari lo hanno
raggiunto attraverso la finestra. L'uomo è stato soccorso da
una pattuglia di carabinieri dell'Unità specializzata
multinazionale e trasportato a Prziren, all'ospedale militare
tedesco della Kfor, la forza di pace [SIC] a guida Nato.
Il portavoce della missione delle Nazioni Unite in Kosovo,
Andrea Angeli, ha detto che De Santis è
stato operato e poi dichiarato fuori pericolo. (Red)

I SOLDI IN SVIZZERA


...L'inviato statunitense, Richard Holbrooke, una volta mi disse: il
governo svizzero congelera' i suoi conti. Allora gli risposi: "Perche'
solo questo? Ecco, aspetti un attimo." Scrissi alcune righe su di un
foglio e glielo diedi. "Ecco. Con questo le cedo tutti i miei patrimoni
depositati su conti in banca all'estero. Tenga, fino all'ultimo
centesimo."
Era sbalordito. "Posso?"
Gli dissi: "Certo! Purtroppo i conti non esistono."...


Dall'intervista a Slobodan Milosevic raccolta da Jared Israel e Nico
Varkevisser nel marzo 2001, recentemente pubblicata in russo sulla
Pravda. Leggibile in inglese alla URL:
http://english.pravda.ru/main/2002/08/13/34454.html
oppure:
http://emperors-clothes.com/interviews/whatismy-1.htm
http://emperors-clothes.com/interviews/whatismy-2.htm