Informazione

(srpskohrvatski / italiano)
 
Balkanska međa / La soglia balcanica / Балканский рубеж
 
1) “La linea balcanica”: la soglia della giustizia (di Fabrizio Poggi, 7..4.2019)
2) Film koji smo dugo čekali (Nikola Tanasić, 05. april 2019.)
 
 
Sul recentissimo film russo/serbo, che narra della guerra per il Kosovo del 1999:

(english / italiano)
 
Niente è più come venti o settanta anni fa
 
0) Altri link
1) Lettera dell’Ambasciatore russo al “Corriere della Sera” (8.4.2019)
2) Dalla Jugoslavia al Venezuela (V. Brandi, aprile 2019)
3) documentazione dal convegno "i 70 anni della nato: quale bilancio storico? uscire dal sistema di guerra, ora" (Firenze, 7 aprile 2019) 

 
Due segnalazioni
 
1) Viterbo, 18/4: DRUG GOJKO
2) Vicenza, fino al 19/4: LA SERBIA E L'ITALIA

 
Olio di ricino per gli storici dissidenti
 
1) Trieste 10/4: Foibe, storia e verità – con C. Cernigoi, A. d'Orsi
 
2) Regione Friuli-Venezia Giulia taglia i fondi ai cosiddetti "negazionisti delle Foibe" / L’accusa di ‘negazionismo delle foibe’ colpisce anche chi l’ha messa in circolazione: Raoul Pupo

3) Lettera aperta al Consigliere regionale Furio Honsell (P. Behrens) / Elenco degli insigniti per il Giorno del Ricordo 2019
 
4) Pornografia storica / NO deciso del PCI Genova alla targa in onore di Norma Cossetto

(english / srpskohrvatski / italiano)
 
Per una storiografia della NATO
 
1) Breve storia della NATO (John Catalinotto)
2) Le origini naziste della NATO (Misión Verdad)
3) Базе НАТО за терористе у Европи / NATO’s Terrorist Bases in Europe (Wayne Madsen, June 2018)
4) NATO – an extension of US military power and, in turn, US economic power (Rae Street, Nov. 2018)
5) Le 70 candeline (esplosive) della NATO (Manlio Dinucci)

 
Facebook ovvero la Grande Illusione
 
1) Censurata la pagina FB de La Nuova Alabarda, aperta una nuova
2) Censurata la pagina FB della Associazione Marx21, aperta una nuova
3) FLASHBACK: Facebook appartiene alla CIA? (di E. Carmona) / “With friends like these...” (di T. Hodgkinson)  

(english / deutsch / italiano)
 
70.mo Anniversario della istituzione della NATO
 
1) WPC ANNOUNCEMENT FOR ANTI-NATO ACTIONS AROUND THE 70th ANNIVERSARY OF NATO
2) Firenze 7/4: I 70 ANNI DELLA NATO: QUALE BILANCIO STORICO? USCIRE DAL SISTEMA DI GUERRA, ORA
3) CONTRO NATO E BASI USA. RILANCIARE IL MOVIMENTO INTERNAZIONALISTA CONTRO LA GUERRA (Potere Al Popolo)
4) Prima CONFERENZA INTERNAZIONALE CONTRO LE BASI MILITARI STRANIERE USA/NATO (Dublino 16-18/11/2018)
5) STOP NATO WARS AND INTERVENTIONS! (International network „No to war - no to NATO")

 
Roma e Milano, iniziative nel Ventennale dei bombardamenti
 
1) La guerra alla Jugoslavia è ancora uno spartiacque (di A. Perri / Contropiano 29.3.2019)
Cronaca della iniziativa tenuta mercoledì 27 marzo 2019
 
2) Milano 30/3: Discussione e Video con Fulvio Grimaldi alla "Casa Rossa"
Di ritorno dalla Conferenza del Forum di Belgrado

Le nostre prossime iniziative:

* Roma 27/3: Noi non dimentichiamo. 1999-2019

* Bologna 28/3Il Totalitarismo "Liberale"

* Bologna 6/4Bombe su Belgrado, 20 anni dopo

* Milano 10/4: Bombe su Belgrado, 20 anni dopo

(srpskohrvatski / italiano)
 
A Gorizia il 19/3 Operazione Plutone vs. Tajani e Sboarina
 
1) Gorizia 19/3: presentazione del libro OPERAZIONE "PLUTONE" di C. Cernigoi
2) Il fascismo secondo il presidente del Parlamento Europeo / Tajani o pozitivnim stranama fašizma prešutio genocid i ratne zločine izvan talijanskih granica
3) “La dura sorte di Pisino”: analisi della relazione Cordovado, di C. Cernigoi
4) Echi da due iniziative tenute a Verona in febbraio tra censure e minacce
 
 
Nel frattempo, la lobby degli esuli esercita il suo bullismo anche contro il Ministero degli Esteri:
Foibe, la Farnesina ha ignorato il Giorno del Ricordo per «ragioni di sensibilità»: la polemica (di A. Consoli, 6/3/2019)
 
 
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Gorizia, martedì 19 marzo 2019
alle ore 18.00 presso il Trgovski Dom – Corso Verdi 52
 
Presentazione della pubblicazione più recente della Casa editrice KappaVu per la collana STORIA / RESISTENZA STORICA:
 
OPERAZIONE "PLUTONE"
Le inchieste sulle foibe triestine

 

di Claudia Cernigoi

 

Una delle tante mistificazioni diffuse in materia di “foibe” è quella che contro gli “infoibatori” non furono mai celebrati i processi. In realtà allʼepoca del Governo Militare Alleato (GMA), tra il 1946 ed il 1949, a Trieste per questi reati furono celebrati una settantina di processi, conclusisi a volte con assoluzioni od amnistie, altre volte con condanne anche pesanti. Proprio perché su queste vicende si è parlato e si continua a parlare citando acriticamente (e spesso anche in modo distorto) documenti che in realtà non sono basati su fatti ma solo su illazioni od opinioni, lʼAutrice ha sentito la necessità di fare una disamina delle relazioni sui recuperi dalle foibe triestine e delle vicende giudiziarie che ne sono seguite, in modo da presentare una visione il più possibile esaustiva di queste tematiche. Ne esce una realtà storica completamente diversa dalla “narrazione” che si è imposta nellʼopinione pubblica in questi anni dopo lʼistituzione del Giorno del Ricordo.
Nella prima parte di questa ricerca, dopo lʼanalisi dellʼattività di recupero delle salme e delle indagini condotte quasi tutte dallʼispettore Umberto De Giorgi, vengono approfonditi gli iter processuali relativi alle esecuzioni sommarie avvenute presso le foibe di Gropada e di Padriciano e la foiba di Rupinpiccolo, evidenziando come non sempre le risultanze giudiziarie siano coerenti con quanto appare in altra documentazione. La seconda parte è invece dedicata allo studio dei fatti che culminarono negli “infoibamenti” dellʼabisso Plutone, presso Basovizza: lʼAutrice ha analizzato assieme ad uno dei protagonisti, Nerino Gobbo, i documenti giudiziari e le varie testimonianze, contestualizzandoli nel periodo storico in cui si svolsero, in modo da dare una descrizione ancora inedita di quanto accadde nel periodo cosiddetto dei “40 giorni” di amministrazione jugoslava di Trieste.
 
 
Evento organizzato da ANPI - SEZIONE DI GORIZIA
in collaborazione con:
Forum Gorizia
Amici di Isonzo Soča
Partito della Rifondazione Comunista
Partito Comunista Italiano
 
 
 
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Sull'irredentismo di Antonio Tajani si vedano anche:
Chiediamo le dimissioni immediate di Antonio Taiani presidente del Parlamento europeo / Tražimo neopozivu ostavku Antonia Tajanija, predsjednika Europskog parlamenta
Kako su fojbe postale tema za potrebe ujednačenja dvaju totalitarizama (Federico Tenca Montini)
"Viva Istria e Dalmazia italiane", sdegno in Croazia e Slovenia per le frasi di Antonio Tajani
 
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"Il fascismo ha causato milioni di morti, gli argomenti dell'On. Tajani sono tipici di chi vuole giustificare il regime"

Dichiarazione della Presidente nazionale ANPI, Carla Nespolo
Dopo aver fatto infuriare i governi di Slovenia e Croazia, l'on. Tajani torna a far parlare il suo cuore fascista, del tutto dimentico del suo ruolo europeo. Il fascismo ha fatto cose buone? Lo vada a dire in Etiopia dove intere popolazioni ( bambini, donne, uomini ), del tutto innocenti, sono state sterminate dall'uso, voluto da Mussolini, dei gas. L'aggressione all'Albania, alla Grecia e alla Jugoslavia? L'onorevole Tajani, lo ignora. Derubricare poi il delitto Matteotti come un semplice incidente di percorso in un cammino tutto sommato pacifico, è quanto di più disgustoso si potesse sentire. Gli argomenti dell' on. Tajani sono triti, superficiali e tipici di chi vuole giustificare un regime, il fascismo, che ha precipitato il nostro Paese nella seconda guerra mondiale, causa di milioni di morti. Soprattutto operai e contadini. Che ha non solo aderito, ma condivido le leggi razziali, che ha infangato l'onore del nostro Paese nel mondo. C'è voluta la Resistenza, assieme all'intervento alleato, per sconfiggere il mostro del nazismo e del suo complice fascista. L'espressione: "non sono fascista ma"... è tipica dei fascisti in doppio petto. Come l'on. Tajani a cui non si sa, se manca di più la conoscenza della storia o il rispetto per il proprio ruolo di dirigente di un continente, l'Europa, che ha recentemente e definitivamente ribadito le proprie radici antifasciste.

Carla Nespolo - Presidente nazionale ANPI
Roma, 13 marzo 2019
 
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Tajani o pozitivnim stranama fašizma prešutio genocid i ratne zločine izvan talijanskih granica 
Autor: INOSLAV BEŠKER
14.03.2019.

Benito Mussolini je napravio puno dobra u Italiji i za Italiju, naglašava i insistira predsjednik Evropskog parlamenta Antonio Tajani, istaknuti prvak Evropske pučke stranke u kojoj je, da ne zaboravimo, i Hrvatska demokratska zajednica premijera Andreja Plenkovića.

 

U dugačkom – jednoipolsatnom – intervjuu za rubriku „La Zanzara“ (Komarac) koju redovito emitira talijanski Radio 24, Tajani je nastojao dati uravnoteženu ocjenu političara koji je ostvario rekord stabilnosti na čelu talijanske vlade: od 1922 do 1943, kada ga je svrgnula njegova vlastita Nacionalna fašistička stranka, nitko drugi se nije usudio. Građani Milana su se osmjelili, pa ga iscipelarili i popljuvali, tek kad su se uvjerili da je mrtav namrtvo, pošto su ga partizani strijeljali prije nego je eventualno mogao na mogućem suđenju izlanuti štošta neugodnoga. Pa su partizani pokazali mrvu pijeteta i tijela Mussolinija i još četvero fašista objesili naglavce o benzinsku crpku na milanskome Loretskom trgu, kako naknadni heroji ne bi mogli nastaviti iskaljivati svoj pravedan kukavički gnjev.

Duceov 'red'

Da se ne zavaravamo: Mussolini je uživao popriličan nacionalni konsenzus sve dok talijanska vojska nije počela piti solidne batine u Grčkoj, pa u Etiopiji. Tek kad su se sinovi ponovo počeli majkama vraćati u ljesovima, tek pošto je oskudica pritisnula, većina odraslih Talijana prestala se identificirati sa svojim Duceom i njegovom megalomanskom idejom obnove Rimskog Carstva „u njegovim povijesnim granicama“, kako vole formulirati hrvatski fašisti. Mussolinijeva politika odvela je Italiju u katastrofu, postoje dokumentarni snimci kako su Talijani hrlili do američkih vojnih kazana da iako djelimice utole najgoru glad ostatcima i otpadcima vojske koja ih je oslobodila i pomalo silovala, manje okrutno od francuskih marokanskih i senegalskih trupa. Tek to je donekle osvijestilo poklonike fašističkog vrhovnika.

Svejedno sam i četvrt stoljeća kasnije slušao Talijane koji su se sa sjetom sjećali da su „u Njegovo doba vlakovi stizali po voznom redu, a momci bili uredno pošišani i očešljani“.

Dapače, mimikrija uvježbana stoljećima omogućila je Mariju Missiroliju da se naruga odmah poslije rata tezom da Italija jamačno ima osamdeset milijuna a ne četrdeset milijuna odraslih građana, jer je „do jučer bilo četrdeset milijuna fašista a sada ih je četrdeset milijuna antifašista“.

 

Nepoderivi desničarski novinar Bruno Vespa nije propustio minuciozno nabrojati među viđenima talijanskim antifašistima i one koji su do 1943. bili fašisti, ne samo partijskom knjižicom. Među njima su nobelovci Eugenio MontaleSalvatore Quasimodo i Dario Fo (potkraj života zastavnik PoKreta 5 zvjezdica, krug se zatvarao), pa Giuseppe Ungaretti, novinari Indro MontanelliEnzo BiagiGiorgio Bocca i Eugenio Scalfari, zatočnici suprotstavljenih liberalizama, dalje da ne nabrajamo (popis je podugačak).

'Nisam fašist!'

Predsjednik Tajani nastojao je iznijeti uravnotežen sud. Mussolini je, kaže, „dok nije objavio rat svemu svijetu slijedeći Hitlera, dok nije postao promotor rasnih zakona, mimo dramatskih zbivanja s Matteottijem, učinio pozitivne stvari radi realiziranja infrastruktura u našoj zemlji, a onda i bonifikacija.“ Nadalje, „ne može se dijeliti njegove metode. Nisam fašist, nikada nisam bio fašist i ne dijelim njegovu političku misao. Ali ako treba biti pošten, Mussolini je izgradio ceste, mostove, zgrade, sportska zdanja, meliorirao je znatne dijelove naše Italije, [osnovao je] Zavod za industrijsku obnovu. Kada netko iznosi povijesni sud mora biti objektivan…“.

Tajani je svakako više nego obazriv kada naziva „dramatskim zbivanjem“ mučko političko ubojstvo iz zasjede tadašnjeg vođe parlamentarne oporbe Giacoma Matteottija. Još obazrivije prešućuje ubojstva opozicionara u izbjeglištvu, poput Piera Gobettija. Tajanijev stranački šef, Silvio Berlusconi, svojedobno je tvrdio da je Mussolini političke protivnike slao na ljetovanje, konfinirajući ih na otocima (moj stric je, nakon konfinacije na Liparima, imao o tome nešto drukčiji stav; komunistički zastupnik Antonio Gramsci je od silnog komfora umro; u logoru na Pagu stopa smrtnosti bila je veća nego u Buchenwaldu; Goli iliti „Mermer“ nije u Beogradu izmišljen nego sramotno kopiran).

Politički katolik Tajani nije ni spomenuo rat u Etiopiji, gdje su talijanske trupe koristile već tada zabranjene bojne otrove. Kršćanin Tajani ne navodi kao Mussolinijevo zlodjelo sustavni pokolj u kršćanskome koptskom samostanu Däbrä Libanos 21.-29. svibnja 1937. kada su pobijeni svi monasi, svećenici i biskupi ondje zatečeni i još 2.523 partizana, kao odmazdu za neuspio atentat na potkralja Rodolfa Grazianija (Hitler je sa svojim strijeljanjima „100 za jednoga“ bio „mala beba“ za Mussolinija, ali u Italiji pamte samo njemačke odmazde nad Talijanima, poput Ardeatinskih jama), a usput su spalile 115.442 nastambe, tri crkve i golem samostanski kompleks, „koptski Vatikan“.

Dossier Foibe

Giacomo Scotti počinje svoju knjigu „Dossier Foibe“ (veoma poučnu i za Hrvate, i za Slovence, i za Talijane) citatom govora koji je Benito Mussolini održao u Puli u rujnu 1920, dakle prije stupanja na vlast. Mussolini je kazao, među inim, objašnjavajući kako je fašistički pokret „briljantan“: „Zapalili smo Avanti! u Milanu, uništili smo ga u Rimu. Upucali smo iz revolvera naše protivnike na izborima. Spalili smo hrvatski dom u Trstu, spalili smo ga i u Puli. Italija (…) će biti sila koja će sa Sredozemlja ravnati svu evropsku politiku. Ali za ostvarivanje mediteranskog sna treba da Jadran, koji je naš zaljev, bude u našim rukama. Spram rase kakva je slavenska, inferiorna i barbarska, ne smije se slijediti politika koja nudi Šećerlamu, nego politika batine. Talijanske granice moraju biti na Brenneru, Snježniku te na Dinari, da, na Dinari, radi zaboravljene Dalmacije!“ i nastavlja da iz tadašnjih talijanskih granica treba istjerati netalijane, a zatim osvojiti povijesne granice Italije, kako ih je tu zacrtao. Ta je politika došla na vlast 1922, uvela diktaturu 1925 i uvela Italiju u drugi svjetski rat 1940.

Ta je politika dugo imala nacionalni konsenzus u Italiji, čak i jači nego neke zločinačke politike u nas. Odjeci te politike nisu zamrli, iako ne vjerujem da bi i na koji način mogli uskoro postati djelatni i ugraditi se u neku agresiju, ekstemporiranu, anakronu.

Ipak, kada se Tajaniju nedavno iz srca otme poklič: „Živjela talijanska Dalmacija!“, te kada mu iz mozga ne dopre među Mussolinijeve mane ubrojiti imperijalističke i kolonijalističke zločine etničkog čišćenja između dva rata u granicama Italije (s Libijom) te genocida iz ratova u Etiopiji, Sloveniji, Hrvatskoj, odnosno Crnoj Gori, nije posrijedi tek gaf, nego duboko ukorijenjeno nacionalno ideološko opredjeljenje koje apsolutno nije strano dijelovima Evropske pučke stranke u Španjolskoj, Italiji, Hrvatskoj, Madžarskoj itd.

Predsjednik Evropskog parlamenta Antonio Tajani, iz većinske Evropske pučke stranke, ispričao se u četvrtak u Evroparlamentu u Strasbourgu zbog izjave dan ranije u intervjuu "La Zanzari“: „Kao uvjereni antifašist ispričavam se svima koji su se mogli osjetiti uvrijeđenima mojim riječima, koje ni na koji način nisu kanile opravdati ili banalizirati taj antidemokratski i totalitaran režim.“

Većina stranaka u Evropskom parlamentu u četvrtak je nametnula promjenu prethodno utvrđenoga dnevnog reda te je Tajanija "privezala uza stup srama“. Neki su zahtijevali neodgodivu ostavku, a razmjerna većina je Tajaniju ponudila izbor između ostavke i isprike, pa je on nepokolebljivo odabrao drugu soluciju.

Već u srijedu je kuku i motiku na Tajanija digao Udo Bullmann, predvodnik evropskih Socijalista i demokrata. Protiv Tajanija se u Strasbourgu digao i talijanski vladin PoKret 5 zvjezdica, iznenada ponovno otkrivši antifašističku vokaciju u svome populizmu. 

Massimo Giannini, glavni urednik Radija Capital, uvrstio je Tajanijev istup u "fašistoidnu retoriku neke nostalgične Italije“, u bezobrazluk dijela nacije i dijela politike koji još nije spreman raskrstiti s narativom o domoljubnom i efikasnom fašizmu, jer Italija "od Kršćanske demokracije do Talijanskoga socijalnog pokreta, od Berlusconija do Salvinija, nikada nije upoznala normalnu, evropsku i konzervativnu desnicu, nego samo manje ili više zakrabuljene epigone [fašističkoga] Dvadesetogođa.“

Najogorčenija je bila predsjednica Nacionalne udruge talijanskih partizana (ANPI) Carla Nespolo, pozvavši Tajanija da o dobrim stranama Mussolinijeva režima ode pričati priče u Etiopiju "gdje su kompletna naselja, djeca, žene, muškarci, posvema nevini, istrijebljeni plinom po Mussolinijevoj odluci. Agresije na Albaniju, na Grčku, na Jugoslaviju? Onorevole Tajani ih ignorira“, srdita je partizanka, koja dodaje: "Derubricirati umorstvo Matteottija u običan slučajan incident na jednome zapravo miroljubivu putu najdegutantnija je izjava koja se može čuti.“

Najuviđavniji je bio predvodnikM5Su Zastupničkom domu Francesco D'Uva pozvavši Tajanija da "izbjegava izvaljivati gluposti.“

 
 
=== 3 ===
 
 

“LA DURA SORTE DI PISINO”: RELAZIONE DEL DOTTOR CORDOVADO SUGLI EVENTI DEL SETTEMBRE-OTTOBRE 1943

 
di Claudia Cernigoi, 12 marzo 2019
 

Nell’archivio dell’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione di Trieste (IRSMLT n. 366) si trova una relazione, redatta dal dottor Marcello Cordovado (un appunto di Ercole Miani segnala che lo fece su incarico del CLN triestino dell’epoca), che si trovava a Pisino alla fine del 1943.

Lo scritto, intitolato “La dura sorte di Pisino” consta di 7 pagine e descrive gli avvenimenti dal 10 settembre ai primi di ottobre del 1943. Ne facciamo un riassunto.

Al 10/9/43 si trovavano a Pisino circa mille soldati del Regio esercito, comandati dal colonnello Scrufari, e un distaccamento di carabinieri comandati dal colonnello Monteverde.

Nel pomeriggio dell’11 si presentarono a Pisino una trentina di partigiani armati sommariamente seguiti da un centinaio di contadini senza armi. Tre “capi” si staccarono dal gruppo, chiesero di parlare a Scrufari, «il quale alla domanda di resa e di consegna immediata di tutte le armi, di alcuni ostaggi e di liberazione immediata dei prigionieri politici di Pisino, rispose affermativamente dando i rispettivi ordini di capitolazione».

La «turba» che seguiva «l’avanguardia» si impossessò delle armi e risultò alla fine armata meglio dei partigiani.

Vennero provati i cannoni, ma visto che non li sapevano usare li resero inutilizzabili; fu dato l’ordine di aprire i negozi e distribuire le giacenze alla popolazione «il risultato era che dopo pochi giorni non essendoci più alcun rifornimento, la popolazione era alla fame». D’altra parte «il dominio partigiano si svolgeva del resto senza eccessivi disordini, salvo qualche ammazzamento tra i partigiani stessi nelle frequenti liti durante le loro libazioni».

«Alcuni squadristi vennero uccisi ed altri vennero imprigionati nel castello Montecuccoli. Perquisizioni, arresti e minacce si susseguirono in questo periodo di ansia da parte della popolazione che assisteva e subiva impotente la situazione».

«La dominazione aveva però il carattere di puro slavismo e non di comunismo».

«Il Capo partigiano tuttavia si scusava di qualche eccesso e dell’uccisione di alcuni squadristi, biasimando il fatto ed attribuendolo ad elementi fanatici ed estremisti». Poi viene citato il caso di un «procuratore delle imposte» che sarebbe stato «seviziato e poi ucciso» dai fratelli di una sua ex impiegata che egli avrebbe fatto internare, una «certa Primus». Vennero inoltre arrestate e portate al castello anche donne e qualche soldato germanico, ma non sembra che durante il “potere popolare” si siano stati eccidi di massa.

Successivamente viene riportata la traduzione del “manifesto” pubblicato dal «cosiddetto comitato della liberazione durante il dominio partigiano», datato 26 settembre 1943 «nella libera Pisino».

Va evidenziato che il testo si rivolge al «popolo istriano» che si è ribellato dopo 25 anni di schiavitù e che si parla di «storico atto del 13 settembre 1943 che segna il distacco dell’Istria dall’Italia e la sua incorporazione alla madre Croazia e Jugoslavia». Le deliberazioni erano le seguenti:

«1) Tutte le leggi fasciste italiane sia sociali che economiche, le quali avevano lo scopo di snazionalizzare e di distruggere il nostro popolo sono abolite;

2) tutti gli italiani immigrati in Istria dopo il 1918 con lo scopo di snazionalizzare e sfruttare il nostro popolo saranno restituiti all’Italia. Per singoli casi deciderà un’apposita commissione;

3) la minoranza italiana in Istria godrà di tutti i diritti nazionali (libertà di lingua, scuole, stampa e libertà culturale;

4) tutti i nomi che sono stati italianizzati (…) con la forza ed il terrore (…) sarà restituito alla forma croata;

5) la lingua della chiesa sarà croata e si consentirà alla minoranza italiana di usare la propria lingua;

6) le scuole croate saranno aperte quanto prima;

7) chiamata alle armi del NOV;

8) prestito per aiutare gli infortunati nella lotta per la libertà nazionale;

9) giunta provinciale di liberazione eletta in veste provvisoria;

10) saluto a Tito».

Il Comitato provvisorio constava di una direzione di 3 membri, 10 membri del comitato, 15 consultori e partecipanti, tra i quali Ivan Motika qualificato come “giudice”, ma dato che tra le altre qualifiche leggiamo “contadino”, “parroco”, “impiegata”, “falegname” e così via, è probabile che Motika non fosse il “giudice” del Comitato, così come il “contadino” Jelevac non era il “contadino del comitato”, semplicemente di suo facesse il contadino come Motika di suo aveva la qualifica di magistrato (era laureato in giurisprudenza).

Tornando alla descrizione degli avvenimenti, il 28 settembre avvenne il primo bombardamento aereo di Pisino da parte di Stukas tedeschi, che si limitò alla piazza dove erano riuniti gli automezzi militari e ne provocò la quasi totale distruzione, ma vennero colpiti e danneggiati anche «alcuni edifici prospicienti la piazza, come il ginnasio, il teatro e l’albergo Al Cavallino».

«Intanto si svolgeva l’azione di rastrellamento da parte della Leibstandarte Adolf Hitler», divisione corazzata che «incontrò quasi sempre il vuoto dinanzi a sé mentre pure venivano segnalati forti contingenti di partigiani che sembrava non si volessero mai far agganciare» (dimostrazione che l’estensore della relazione non ha idea di cosa significhi la guerra di guerriglia, fatto questo purtroppo comune anche agli storici odierni che parlano di questi avvenimenti).

Sembrava che i partigiani avessero deciso di concentrarsi nella «conca di Pisino» per opporre resistenza e «ciò sembrava confermato dal nutrito fuoco di mitragliatrici aperto contro gli aerei che effettuavano il primo bombardamento».

Il 4 ottobre verso le 11 del mattino 13 Stukas iniziarono il bombardamento a bassa quota con bombe di medio calibro «colpendo indistintamente tutto l’abitato». La popolazione cercò scampo nelle campagne, ma «molti incappavano nel peggio», affermazione chiarita successivamente, perché i reparti tedeschi di rastrellamento «non badavano troppo per il sottile» e spesso mitragliavano ed uccidevano i fuggiaschi «che non sapevano spiegarsi in tedesco e giustificare la loro presenza fuori di casa» (ma essere “fuori di casa” era un motivo valido per venire falciati?), ed in tal modo vennero uccisi dai tedeschi anche il podestà ed il preside del ginnasio che stavano scappando verso nord.

Verso mezzogiorno cessò il bombardamento e nello stesso tempo si avvicinò la prima colonna corazzata germanica dal sud di Pisino, accolta da «nutrito fuoco di fucileria dalle prime case». I carri armati aprirono il fuoco contro le case «che tosto andarono in fiamme e distrutte. Coloro che da dette case scappavano venivano indistintamente tutti mitragliati e stesi al suolo», e furono uccisi «molti innocenti tra cui donne e bambini». Proseguendo verso il centro di Pisino se da qualche casa proveniva una fucilata essa veniva «per pronta rappresaglia immediatamente incendiata».

«Pisino presentava uno spettacolo pauroso: incendi in tutte le direzioni, in parte dovuti al bombardamento del mattino ed in parte al cannoneggiamento delle colonne (…) la popolazione era letteralmente atterrita dalle distruzioni compiute: l’ottanta per cento delle case era rimasto distrutto in poche ore».

Le colonne tedesche fermarono gruppi di persone tra le case, sottoposti ad interrogatorio ed in parte fucilati, o portati al castello, dove «per una pura combinazione non successe una tragedia più grande», in quanto alcuni reparti tedeschi vedendo il castello pieno di prigionieri italiani che erano stati lì abbandonati dai partigiani che avevano lasciato Pisino, li scambiarono per partigiani e puntarono loro contro le mitragliatrici pesanti. Solo per l’intervento di un capitano tedesco che riuscì a spiegare la situazione solo «il primo che si era presentato davanti» venne ucciso.

I partigiani non erano riusciti a portare via «con le tragiche corriere come fatto poche ore prima con il contingente dei parenzani che finirono nell’orrida foiba di Vines” parte dei prigionieri che quindi rimasero al castello quando arrivarono i tedeschi». E l’estensore conclude: «dolorosamente molti italiani in questa tragica giornata perdettero la vita e la cittadina fu sommersa dalla distruzione nel lutto e nel dolore».

Ma questo scritto dovrebbe chiaramente dimostrare che eccidi e devastazioni nell’Istria post-armistizio furono operati dall’esercito nazifascista più che non dai partigiani.

 
 
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Verona, 15 Febbraio 2019 
alle ore 18:30 presso ANPI Verona – Via Cantarane 26
 
FOIBE: L’IMPORTANZA DI UN’ANALISI APPROFONDITA
Interviene: Federico Tenca Montini, dottore di ricerca presso le università di Zagabria e Teramo
 
Organizzato da: Rete degli Studenti Medi, Studenti Per - Accademia, Unione degli Universitari e ANPI sezione di Verona
 
 
 
<< Convegno dell'Anpi sulle Foibe, Sboarina: «Se revisionista, via lo spazio pubblico». Un convegno sulle Foibe organizzato dall'Anpi veronese per domani venerdì 15 febbraio fa infuriare il sindaco Sboarina, che minaccia di togliere lo spazio comunale concesso all'associazione dei partigiani. Motivo del contendere l'incontro dal titolo «Foibe, l’importanza di un’analisi approfondita sul confine italo-sloveno», organizzata con la Rete degli Studenti Medi, gli Studenti Per – Accademia, e l'Unione degli Universitari, con relatore Federico Tenca Montini, dottore di ricerca presso le università di Zagabria e Teramo... >> (L'Arena  14.02.2019)
 
<< Foibe, il sindaco contro l'ANPI "Rischiate di perdere la sede". Sboarina: "Se il convegno si tiene nei termini annunciati, valuterò di togliere all'associazione gli spazi concessi dal Comune"... >> (L'Arena 15.2.2019)
 
<< NESSUNO TOCCHI L’ANPI La ricerca storica non si può censurare!

Ieri sera il Sindaco di Verona Federico Sboarina ha minacciato ANPI Verona. Cogliendo l’occasione di una discussione pubblica organizzata da ANPI, Studenti Per - Accademia di Belle Arti Verona, Rete degli Studenti Medi Verona il consigliere Andrea Bacciga ha chiesto che il consiglio comunale si impegni ad impedire quell’evento e quello di lunedì, Io ricordo tutto. Incontro con Alessandra Kersevan, in osservanza ad una mozione (votata all'unanimità) che impegna il consiglio comunale ad impedire eventi che "giustifichino, minimizzino o neghino le foibe"...
Quanto sta avvenendo a Verona e in Veneto è di una gravità inaudita. Negli scorsi giorni, la Giunta Centrale per gli Studi Storici, con le Società degli Storici e delle Storiche dei diversi ambiti, congiuntamente all'Associazione Italiana di Public History si sono espresse sulla "preoccupante tendenza a “legiferare sul passato""... >> (Potere al Popolo - Verona, 15.2.2019)

 

 
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Verona, lunedì 18 Febbraio 2019 
alle ore 20,45 in Via Benedetti 18 (Zona Borgo Roma)
 
IO RICORDO...TUTTO
Incontro pubblico con Alessandra Kersevan

Iniziativa organizzata da Potere al Popolo, PCI e PRC
 
<< Solidarietà alla Dott.ssa Kersevan e contro le censure alla libertà di pensiero del Sindaco di Verona
Comunicato stampa, con preghiera di pubblicazione:
Costituzione della Repubblica Italiana. Art. 21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.”
Questo il primo comma  a garanzia, la più ampia e contro ogni arbitrio,  della libertà di pensiero e di espressione di ogni cittadino.  
La Sezione Veronese dell'associazione  Giuristi Democratici  esprime tutto il proprio sconcerto nell'apprendere che la massima autorità cittadina, con atto del tutto ingiustificato sul piano del diritto costituzionale, nega l'uso di uno spazio pubblico, già concesso, per lo svolgimento di un convegno, da tenersi in una sala pubblica della città. 
E mentre esprime ferma condanna per un atto del tutto arbitrario e scorretto  sul piano del diritto e non solo.
Esprime altresì la massima solidarietà alla relatrice Dott.ssa ALESSANDRA KERSEVAN e    agli  organizzatori della serata di approfondimento sulla vicenda storica delle foibe, ai quali è stato negato dal Comune di Verona l'uso della sala pubblica “Nicola Tommasoli.”
Riteniamo che il diniego all'uso della sala da parte di  un'autorità  pubblica rappresenti una gravissima violazione delle norme  costituzionali che assicurano la tutela della libertà  di espressione del pensiero e di discussione storica su eventi tanto rilevanti.
L'art. 21 della Cost. garantisce la libertà  di manifestazione e diffusione del pensiero, senza  porre limiti di contenuto. 
E' inammissibile costituzionalmente che un Comune  si ingerisca in tal modo, impedendo lo sviluppo di un libero dibattito di pensiero volto alla diffusione alla cittadinanza di interpretazioni storiografiche.
Inoltre i "Giuristi Democratici"  di Verona,  stigmatizzano  l'esistenza di un clima cittadino nel quale, anche a causa di comportamenti da parte di pubbliche autorità, emerge una sempre più preoccupante compressione degli spazi di libertà di espressione è di pluralismo.  
Associazione "Giuristi Democratici" - Sezione di Verona, 16 febbraio 2019 >>
 
<< APPELLO PER LA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE ... Ieri l’uso della sala inizialmente concesso ci è stato impedito con un pretesto. L’amministrazione comunale esegue gli ordini di Forza Nuova Verona (che aveva minacciato di intervenire la sera dell’incontro) e dà seguito immediato e operativo alla mozione censoria e liberticida [ https://www.comune.verona.it/media/_ComVR/Cdr/SegreteriaConsiglio/Allegati/mozioni/2017-2022/862_moz.pdf?fbclid=IwAR1xqPLf9mYtfJAcoc5bgyY2UhlCxFdY0Bv9a8eg3wDi6hBbNeiaRf0Klj0 ] a firma di Andrea Bacciga, e sostenuta anche da tre consiglieri del PD e dai due del Movimento 5 Stelle... Chiediamo anche ad ANPI Verona, CGIL Verona, Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea e ai partiti che si impegnano a rispettare la democrazia a mettere a disposizione i loro spazi per garantire la libertà d'opinione. >> (Potere al Popolo - Verona / Partito della Rifondazione Comunista PRC Verona Festa in Rosso / PCI Verona - Sezione Arnaldo Petrone / Suburban - Azione Antifascista Verona / Nidil CGIL Verona / Assemblea 17 Dicembre / Circolo Pink / OPERA Nostra - Verona Bene Comune / Non una di meno - Verona / La Sirena - Verona / Pianeta Milk - Verona Lgbt Center arci-arcigay / Virtus Verona Rude Firm 1921, 16.2.2019)
<< CGIL Verona Cisl Verona e Uil VeronaSi uniscono al coro di denuncia per i ripetuti tentativi di limitare la libertà di espressione. >>
 
<< "Foibe, non siamo negazionisti. Al contrario, ricordiamo tutto". Kersevan da RC dopo lo "sfratto". Solidarietà dai sindacati... Il contestatissimo (alla vigilia) convegno sulle foibe alla fine si è tenuto nella sede di Rifondazione Comunista di Borgo Roma, dopo che il Comune ha negato la sala civica Tommasoli... >>
 
<< Vogliamo ringraziare di cuore chi ieri era presente e a chi è intervenuto. Una serata ricca, che ha visto una partecipazione incredibile, nonostante le molte polemiche pretestuose che sono state sollevate in questi giorni. Vogliamo però ringraziare di cuore la professoressa Kersevan per essere venuta a Verona nonostante l’aggressione da parte di militanti di FN e di di CPI che ebbe nel 2013 e l’indignitosa polemica che le è stata riservata in questi giorni... >> (Potere al Popolo - Verona)
 
 
(srpskohrvatski / deutsch / italiano / english)
 
Belgrade Under Bombs, Twenty Years Ago
 
1) INITIATIVES:
– Belgrade 20-24/3: NATO AGGRESSION, NEVER TO FORGET. Updated Program
– Kragujevac 23/3: ASSEMBLEA NEL XX ANNIVERSARIO DEI BOMBARDAMENTI N.A.T.O.
– Панчеву 7.3.: TРИБИНА УДРУЖЕЊА „СЛОБОДА“
 
2) SRBI NIKAD NEĆE ZABORAVITI KAPETANA RICUDISA, grčkog heroja koji je 1999 zagrmeo: vratite brod u luku, neću da ratujem protiv pravoslavne braće! 
 
3) GRÜNDUNGSAKT FÜR EUROPA: PANČEVO / FOUNDING ACT FOR EUROPE: PANČEVO (GFP, 12.3.2019)
 
4) NATO UBICE NISU DOBRODOŠLE U VRANJE (NKPJ, 06.03.2019.)
 
5) INTERVIEW OF ZIVADIN JOVANOVIC TO ENRICO VIGNA
 
6) ЕВРОПИ С ЉУБАВЉУ (Ж. Јовановић, "Печат" 1.3.2019.)