Informazione
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16 marzo 2004
http://www.repubblica.it/news/ired/ultimora/rep_nazionale_n_640076.html
Roma, 12:04
Foibe, con voto bipartisan istituita giornata della memoria
Il senato ha approvato con un voto bipartisan l'istituzione
della "giornata della memoria" sulle foibe e in ricordo dei
profughi istriani, fiumani e dalmati. La festa cadrà il 10
febbraio di ogni anno.
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11 marzo 2004
SEN. PAGLIARULO (PDCI) IN AULA: SULLA GIORNATA DELLA MEMORIA PER LE
FOIBE: UNA LEGGE SBAGLIATA CHE IGNORA LE STRAGI E GLI ASSASSINI
PERPETRATI DAL FASCISMO
Il senatore Gianfranco Pagliarulo, intervenendo oggi in Senato in Aula
sul disegno di legge relativo alla giornata del ricordo delle vittime
delle foibe, ha fra l'altro sottolineato che alla Camera la legge è
stata approvata anche col voto favorevole della grande maggioranza
dell'opposizione. "Le foibe - ha
detto - sono state fenomeno gravissimo, ma non possono essere
dimenticati i precedenti e le cause. Ricordo l'invasione della
Jugoslavia da parte del regio esercito col rastrellamento del villaggio
di Kragulevak e con la fucilazione di 2300 persone. Nella zona occupata
dalla Slovenia si stimano in 4000 gli ostaggi fucilati, 903 furono
torturati e arsi vivi, 7000 i deportati; all'isola di Arbe, "l'isola
della morte" ci furono 1500 vittime". "Fu il generale Mario Robotti,
comandante dell'XI corpo d'armata nel '42, a internare tutti gli
sloveni mettendo al loro posto gli italiani. Fu il generale Umberto
Fabbri, sempre nel '42 a ordinare la fucilazione di centinaia di croati
e sloveni. Fu il generale Gastone Gambara ad affermare testualmente
"logico e opportuno che campo di concentramento non significhi campo di
ingrassamento. Individuo malato uguale
individuo che sta tranquillo". Fu il Tribunale militare di guerra
insediato a Lubiana a decretare la pena di morte per 28 abitanti di
Borovnika; il plotone di esecuzione era composto da elementi dell'VIII
battaglione M. M come Mussolini".
"La Commissione bilaterale italo-slovena - ha aggiunto Pagliarulo -
afferma giustamente che il fascismo cercò di snazionalizzare le
minoranze slovene e croate presenti nella Venezia Giulia e aggiunge un
severo giudizio sulle violenze compiute dopo l'8 settembre dagli
jugoslavi contro gli italiani.
Insomma, tutto quello che era avvenuto prima determinò in quei
territori un fortissimo sentimento anti italiano". "Ecco perché questa
legge è sbagliata - ha concluso Pagliarulo -. Parla di memoria, ma
cancella la memoria. Registra un evento senza un prima e un dopo e
riduce il dove, ignorando tutto il resto di ciò che avvenne in quei
territori e perciò imbroglia sul perché, come quando si afferma, come è
avvenuto alla Camera, che le foibe sono state determinate
"dall'ideologia comunista". Né si può ignorare la responsabilità dei
fascisti e
dei nazisti per le aggressioni che hanno causato la seconda Guerra
Mondiale.
Bene ha fatto l'onorevole Intini a sottolineare che i fascisti hanno
oppresso l'Italia e i comunisti no. Mi sarei aspettato di ascoltare da
altri parlamentari della sinistra moderata analoghi giudizi. Noi
Comunisti italiani rivendichiamo l'eredità ideale del Pci, una visione
critica delle cose e della nostra stessa storia, che però non è mai né
rimozione né tanto meno pentimento. Una storia che ci ha insegnato a
non levarci il cappello né davanti ai potenti, né davanti ai
prepotenti. I comunisti del nostro Paese sono sempre andati, vanno e
andranno a testa alta".
Roma, 11 marzo 2004
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SULLO STESSO ARGOMENTO:
INIZIATIVA A BOLOGNA, 17/3/2004
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3290
Una lettera a "Il Piccolo"
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3264
L'ELENCO DI TUTTA LA DOCUMENTAZIONE DIFFUSA IN MATERIA NELLE ULTIME
SETTIMANE
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3257
Per un inquadramento storico complessivo vedi infine il testo di
Claudia Cernigoi
OPERAZIONE FOIBE A TRIESTE:
https://www.cnj.it/FOIBEATRIESTE/index.htm
Le cronache degli infami attentati commessi a Madrid lo scorso 11 marzo
hanno oscurato la vergognosa sentenza della Corte d'Assise d'Appello di
Milano sulla strage alla Banca dell'Agricoltura (12 dicembre 1969).
A quest'ultima sentenza e' dedicato il comunicato dei compagni del
Comitato Antimperialista e Antifascista fiorentino «Spartaco
Lavagnini», che riportiamo di seguito ritenendolo assolutamente
opportuno e condivisibile, anche perche' tutto fa ritenere che le
criminali ed occulte logiche stragiste di Madrid (2004) e di Milano
(1969) - ma anche quelle di Sarajevo (1992, 1994 e 1995) - siano
sostanzialmente identiche.
(a cura di Italo Slavo)
Da: "CARLA" <carla@...>
Data: Mar 16 Mar 2004 16:04:00 Europe/Rome
Oggetto: contro l'avanzata reazionaria
Rispondere-A: <carla@...>
COMUNICATO
Il Comitato Antimperialista e Antifascista fiorentino «Spartaco
Lavagnini» esprime la sua sdegnata protesta nei confronti della
sentenza della Corte d'Assise d'Appello di Milano che ha assolto i
neofascisti Zorzi, Maggi e Rognoni per la sanguinosa strage della Banca
dell'Agricoltura di Milano del 12 dicembre 1969, che causò 17 morti e
84 feriti.
Una sentenza che non stupisce in un clima generale di riabilitazione
del fascismo come quello cui assistiamo quotidianamente ad ogni
livello, un clima che si alimenta di tutti gli argomenti del
revisionismo storico, come ha mostrato lo stesso dibattimento di
Milano, nel quale la difesa degli imputati non ha esitato ad introdurre
l'argomento delle foibe per infangare la Resistenza contro il
nazifascismo.
Riaffermiamo la nostra profonda convinzione storica e politica che la
strage di Piazza Fontana (preceduta - in quello stesso anno - da altri
22 atti terroristici di stampo reazionario e fascista) fu una strage di
Stato, frutto della collusione fra servizi segreti, ambienti piduisti e
gruppi neofascisti come «Ordine Nuovo» e altri; una strage che, dando
avvio alla «strategia della tensione», mirava a stroncare con il
terrore il grande
movimento di lotta dei lavoratori degli anni 1968-69 e a rendere
impossibile lo sviluppo di quelle lotte verso conquiste più avanzate di
carattere rivoluzionario.
L'esito del processo di Milano rende ancor più necessaria la
mobilitazione, a Firenze dove recentemente è stata aperta la sede del
gruppo neofascista di Forza nuova - una provocazione per la città
Medaglia d’Oro della Resistenza - e in tutta Italia, di tutte le forze
dell'antifascismo militante per la difesa dei valori della Resistenza e
per la lotta a fondo contro tutti gli aspetti con cui oggi si presenta,
nella società civile e nelle istituzioni, l'avanzata reazionaria.
Comitato Antimperialista e Antifascista fiorentino «Spartaco Lavagnini»
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3270 )
http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1079054205.php
12.03.2004
Maximale Spaltung
NOVI SAD/SUBOTICA - Eine Anfang März entfesselte Autonomie-Offensive
provoziert in der serbischen Provinz Vojvodina scharfe Konflikte. Sie
entspricht deutschen Strategien zur ,,Regionalisierung" des gesamten
Balkan und kann sich auf die Vorarbeit verschiedener deutscher
Organisationen stützen. Kritiker werten die Offensive
(,,Subotica-Initiative") als direkten Angriff auf die staatliche
Integrität Serbiens.
Sezessionistische Bestrebungen in der Vojvodina können seit langem auf
deutsche Unterstützung zählen. Schon 1993 wurde in der deutschen
Zeitschrift ,,Ethnos-Nation"1) behauptet, es gebe keinerlei
internationale Vereinbarung, die ,,die Vojvodina als Teil Serbiens
(Rest-Jugoslawiens) vorsieht oder anerkennt". Um einen Bürgerkrieg zu
vermeiden, müsse der Vojvodina ,,maximale Autonomie" zugesichert werden.
Schutzmächte...
Besonderen Auftrieb erhielten die Autonomiebestrebungen durch den
maßgeblich von Berlin betriebenen Krieg gegen Jugoslawien. Bereits
unmittelbar nach den NATO-Bombardements meldete sich eine
,,Reformistische Koalition Vojvodina" zu Wort. Einer ihrer Wortführer,
der Völkerrechtler Dejan Janca, forderte im Sommer 1999 die Aufspaltung
Serbiens in fünf autonome Gebiete: Die Vojvodina, den Sandzak,
Südostserbien, Nordwestserbien und Groß-Belgrad.
Im November 2000 bot die deutsche Südosteuropa-Gesellschaft2) Janca auf
einer Tagung die Möglichkeit, sein Konzept mit interessierten Kreisen
zu diskutieren. Anwesend waren unter anderem ein Vertreter des vom
deutschen Staat geplanten und finanzierten ,,Europäischen Zentrums für
Minderheitenfragen" (EZM)3) sowie hochrangige ungarische
Außenpolitiker. Budapest gilt als scharfer Befürworter umfangreicher
,,Volksgruppen"-Rechte und schürt nationalistische Konflikte, indem es
als Schutzmacht der ,,Auslandsungarn" auftritt.4)
... definieren neu...
Nach dem mit tatkräftiger deutscher Hilfe erfolgten Umsturz im Oktober
20005) weitete auch die unter deutschem Einfluss stehende
Föderalistische Union Europäischer Volksgruppen (FUEV)6) ihre
Aktivitäten in Jugoslawien aus. Im September 2001 reiste die
Führungsspitze der FUEV nach Subotica, Novi Sad und Belgrad, um die
Situation zu erkunden. Auf einem eigens organisierten
Minderheitentreffen nahmen die ,,Volksgruppen"-Spezialisten alle für
ihre Politik in Frage kommenden Organisationen in Augenschein. Im Mai
2002 hielt die FUEV dann ihren jährlichen ,,Nationalitätenkongreß" in
Subotica ab, auf dem unter Leitung des EZM die ,,grenzüberschreitende
Zusammenarbeit" beleuchtet wurde. Die Vojvodina, hieß es, sei
,,europäisch" und müsse ,,sich politisch neu definieren". Dabei werde
die FUEV helfen und ,,die traditionelle Definition der Grenze neu
interpretieren".7)
... und ernten ,,Internationalisierung"
Im selben Jahr wurde die Vojvodina als ordentliches Mitglied in den
Ausschuss der Regionen des Europarates aufgenommen, der als eines der
wichtigsten Instrumente zur Regionalisierung der Europäischen Union
nach Berliner Vorgaben gilt. Die kürzlich erfolgte Aufnahme von Novi
Sad in das von Deutschland aus gesteuerte ,,Netzwerk der Donaubüros"
nährte weitere Befürchtungen, das serbische Staatsgebiet wolle sich von
Belgrad abspalten und werde dabei aus Deutschland unterstützt.8) Die
Mehrheit der Abgeordneten im Parlament der Provinz Vojvodina hat
unlängst eine eigene Fahne beschlossen; die Parlamentssitzung in Novi
Sad musste daraufhin wegen einer Bombendrohung unterbrochen werden.
Die autonomistischen Organisationen der Vojvodina heizen jetzt mit
einer ,,Subotica-Initiative" die Spannungen weiter an. Man wolle sich
an die EU wenden und mit einer Internationalisierung des Konflikts die
vollständige Ablösung der Provinz von Belgrad durchsetzen, heißt es.
Ein neu gegründeter ,,serbischer Block" wehrt sich gegen die Initiative
und beschuldigt ihre Organisatoren eines direkten Angriffs auf die
staatliche Integrität Serbiens.
1) Mitherausgeber von ,,Ethnos-Nation" waren der Direktor des Kölner
Instituts für ,,Ostrecht", Georg Brunner, und der Gründungsdirektor des
Europäischen Zentrums für Minderheitenfragen (EZM), Stefan Troebst. S.
auch Georg Brunner: Nationalitätenprobleme und Minderheitenkonflikte in
Osteuropa. Strategien für Europa, in der Rubrik Geschichte
[http://www.german-foreign-policy.com/de/hist-archiv/dvp.php#1989%5d
2) s. auch Hintergrundbericht: Die Südosteuropa-Gesellschaft
[http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1022522870.php%5d
und Balkan: ,,Opening-Up"
[http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1022524816.php%5d
3) s. dazu Hintergrundbericht: Das Europäische Zentrum für
Minderheitenfragen
[http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1043452541.php%5d
4) s. auch Deutschland - Ungarn: ,,Spiel mit der völkischen Karte"
[http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1012863600.php%5d
und Wert der Waffen
[http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1074207600.php%5d
5) s. auch Tod eines ,,Deutschen"
[http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1047772983.php%5d
6) s. auch Hintergrundbericht: Die Föderalistische Union Europäischer
Volksgruppen
[http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1043794801.php%5d
7) s. auch ,,Europa der Regionen" für Jugoslawien
[http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1022277600.php%5d
8) s. auch ,,Provinzregenten" unter Berliner Leitung
[http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1076886000.php%5d
und Die Donau klingt
[http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1077836400.php%5d
s. auch Deutscher ,,Bund" gegen jugoslawische AVNOJ-Beschlüsse
[http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1066428000.php%5d
und Deutsche Medienmacht in Südosteuropa
[http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1044313813.php%5d
Quellen:
Tibor Turi: Magyaren und Serben in der Vojvodina; in: Ethnos-Nation 1
(1993) Heft 1, S. 59-68.
Internationale Tagung Die Vojvodina: Chancen und Hindernisse des
lokalen Dialogs; www.ungarisches-institut.de
Pressemitteilung 2002-21: Die regionale Minderheitenvielfalt in der
Vojvodina und die rechtlichen Aspekte des Minderheitenschutzes in den
anliegenden Ländern; www.fuen.org
Erste ,,Gesamt-Vojvodina-Konvention" geplant; DW-Monitor
Ost-/Südosteuropa 20.02.2004
Initiative für vollständige Autonomie der Vojvodina verabschiedet;
DW-Monitor Ost-/Südosteuropa 02.03.2004
Gegen-Deklaration zu ,,Subotica-Initiative" in Novi Sad verabschiedet;
DW-Monitor Ost-/Südosteuropa 02.03.2004
Vojvodina als neue Konfliktzone Serbiens; Der Standard 03.03.2004
Informationen zur Deutschen Außenpolitik
© www.german-foreign-policy.com
Juergen Elsaesser e' l'autore di
"Menzogne di guerra - Le bugie della NATO e le loro vittime nel
conflitto per il Kosovo" (Napoli, La città del sole, 2002),
testo del quale sta uscendo in Germania una nuova edizione (la quinta!)
aggiornatissima e quasi doppia per numero di pagine.
Un nuovo giro di conferenze di Elsaesser in Italia, dopo quello del
2002 (vedi: https://www.cnj.it/iniziative.htm), e' stato organizzato per
i primi di aprile 2004 a cura del CNJ:
I BALCANI SENZA LA JUGOSLAVIA ??
Un ciclo di incontri con J. Elsaesser
- a MILANO il giorno 4 aprile
- a TORINO il giorno 7 aprile
- a TRIESTE il giorno 9 aprile
Aggiornamenti con tutti i dettagli logistici delle tappe italiane
verrano dati nei prossimi giorni attraverso la nostra newsletter
JUGOINFO.
---
Quelle: http://www.juergen-elsaesser.de/
Lesetournée Frühjahr 2004
Jürgen Elsässer liest aus "Kriegslügen. Vom Kosovokonflikt zum
Milosevic-Prozeß" (Verlag Kai Homilius)
22.03., Hamburg, Polittbuero, Steindamm 45, 20.00 Uhr (Rolf Becker
liest das Vorwort "Sanjas letzter Tag")
23.03., Wien, Alte Universität, Hörsaal 16, 19.00 Uhr, (zusammen mit
Autor Milovan Drecun)
24.03., Berlin, Serbisch-Orthodoxe Kirche, Ruppinerstr.28 (U-Bhf.
Bernauer Straße), 19.00 Uhr
25.03., Leipzig, Buchmesse, Glashallenforum, 11.30 Uhr
25.03., Chemnitz, Haus "Spektrum" im Kraftwerk e.V., Kaßbergstraße 36
(18.30 Uhr)
27.03., Ulm, IPPNW-Kongreß, 14.00 Uhr
28.03., München, Salvatorkirche (Salvatorplatz), 19.00 Uhr
29.03., Ahrensburg (bei Hamburg), JUKI , 20.00 Uhr
30.03., Berlin, KATO (im U-Bahnhof Schlesisches Tor, zusammen mit
Ex-General Heinz Loquai), 18.30 Uhr
31.03., Kiel, Pumpe, Haßstr.22 (19.00 Uhr)
01.04., Mörfelden-Walldorf, Kulturbahnhof Mörfelden, 20.00 Uhr
02.04., Heidelberg, Volkshochschule Heidelberg, Bergheimer Str. 76
(19.30 Uhr)
16.04., Berlin, URANIA (19.30 Uhr)
23.04., Berlin, Kulturverein "Vuk Karadzic", Pankstr.10, Wedding, 19.30
Uhr
24.04., Heidelberg
18.06., Berlin, "Rotfuchs", Torstraße 203-205, 16.30 Uhr
La bataille pour un Kosovo « indépendant » se poursuit le 16 mars
prochain au 55 avenue Kléber ( PARIS 16ème ), à la représentation du
« Conseil de l’Europe » , avec l’aide du « parlement kosovar », de l’
UMNIK et d’autres « institutions démocratiques », sous la baguette de
la Commission des questions juridiques et des droits de l’homme du
« Conseil » structure organisatrice d’un Colloque concernant « La
situation des droits de l’homme au Kosovo », de ce 16 mars.
Les représentants du gouvernement serbe, l’Etat de Serbie-Monténégro,
n’ont pas été invités à participer activement à ce Colloque, mais après
nombre de protestations, ils n’ont été invités (seulement ces jours-ci)
que comme « invités spéciaux » n’ayant droit qu’éventuellement de
« poser des questions à partir de la salle » ! C’est un scandale !
Le Comité pour la Protection et Droits de l’Homme et le P.S.D. (
Parti Patriotique de la Diaspora serbe ) organisent ce jour des
manifestations de protestation devant le bâtiment du « Conseil de
l’Europe » , au 55 avenue Kléber. La manifestation (accordée par la
Préfecture) est prévue à partir de 13 h. avec la participation (sous
réserve) de Monsieur Nebojsa COVIC , coordinateur de Serbie-Monténégro
pour le Kosovo. Il donnera une conférence de presse et prendra part
dans cette action en nous parlant des difficultés considérables de
rapatrier 300 000 Serbes du Kosovo chassés et/où exilés …
Nous, Serbes de la diaspora en France, nous comptons sur vous et
espérons une couverture médiatique équitable de votre part.
Cette manifestation va aussi nous rappeler le triste anniversaire du
début des bombardements de la Serbie (le 24 mars 1999), qui ont duré
pendant 78 jours et ont détruit une grande partie des écoles, des
industries, des infrastructures, des communications … et provoqué la
mort de plusieurs milliers de civils serbes (principalement enfants,
femmes et personnes âgées ou malades). Maintenant, tout est en cours de
réparation et de reconstruction avec des crédits européens (à fort taux
d’intérêts)
Avec mes remerciements anticipés,
Président du Comité pour la Protection et Droits de l’Homme,
Zoran Milinkovic
Portable n° : 06 70 16 92 07
"Combattere o no l'imperialismo nordamericano: questa è la netta linea
di demarcazione che divide i comunisti dai moderni revisionisti"
Mao Tse Tung
( citato da Angiolo Gracci - comandante Gracco - su: "Parlando di
rivoluzioni", Centro di Documentazione Pistoia Editrice - Fonte:
http://it.groups.yahoo.com/group/Linea-Rossa/ )
Data: Lun 8 Mar 2004 22:47:07 Europe/Rome
A: yugoslaviainfo <Ova adresa el. pošte je zaštićena od spambotova. Omogućite JavaScript da biste je videli.>
[ Eve-Ann Prentice outlines a truthful, and therefore unpopular, picture
of the post-war, NATO-occupied Kosovo, and makes it a part of a larger
mosaic, together with Bosnia, Afghanistan, etc. of how 'the West'
(meaning:
a few thugs who ruled the US and controlled its foreign policy during
most
of the 1990s, and successfully convinced, coerced and/or brainwashed the
rest of 'international community' to go along with their crafty plans
for
the Balkans and beyond, de facto actively assisted and kept feeding the
very monster that is, after 09/11/2001, the declared greatest nemesis
and
the real target of the 'war on terrorism'. In addition to reflecting on
head-cutting and throat-slitting Islamic terrorists in Kosovo and Bosnia
and beyond, Prentice also reflects on the Kangaroo Court in The Hague,
and
its blatant biases, political rather than legal agenda, and myopic
treatment
of the accused / arested Serbs.
A pair of telling quotes from the article below:
"Meanwhile, atrocities by the KLA against the few Serbs who have stayed
behind in Kosovo since NATO's entrance in June 1999 continue under the
noses of the international community, while London and Washington
proclaim
the Kosovo mission a 'success'."
"Mention the Balkans to most people in the West (including senior
journalists
who should know better) and their eyes glaze over with boredom or
confusion.
Yet the wars there in the past 10 years are inextricably interwoven
with
what is happening today in America, Afghanistan, Iraq and across the
world.
Washington's determination to portray the civil wars in Bosnia and
later in
Kosovo as straightforward battles of good vs evil was based on deceit.
Indeed, the lies masquerading as propaganda helped feed the school of
terrorism which struck the World Trade Center and the Pentagon.
Political
and military leaders in Washington should not have been surprised when
the
monster they helped to create turned against them."
It is a pity many of Prentice's discoveries, while well-known to us
who are still trying to maintain this info list, are widely unknown to a
vast majority of well-intentional, decent people here (the US) and
elsewhere. It is equally pity that the truth that some Western media are
finally bothering uncover seems way too little, and way too late for the
gloomy realities in Kosovo to start changing - two Serb civilians, a
young
woman and a middle-aged professor, were brutally murdered near Lipljan
in
Kosovo some two weeks ago, and this latest crime is likely going to
remain
unsolved, with the perpetrators having very little to fear, as so many
similar such crimes before.
Predrag Tosic ]
http://www.freerepublic.com/focus/news/1086509/posts?page=1
for comments to this article.
http://www.spiked-online.com/Articles/0000000CA412.htm
Another side to the Balkans
by Eve-Ann Prentice
The marathon trial of former president of Yugoslavia Slobodan
Milosevic has
reached its second anniversary in February 2004, with Serbs continuing
to
take the brunt of the sentences meted out by the International War
Crimes
Tribunal in The Hague.
It is ironic then that ethnic Albanian members of the Kosovo
Liberation Army
(KLA) - trained and encouraged in the past by the West - have been
free to
sell Semtex explosives to undercover journalists from Britain. In late
2003,
the journalists posed as Irish terrorists determined to blow up British
targets with their booty.
Furthermore, one of the KLA men - offloading enough Semtex to down 40
jumbo
jets - also stands accused of torturing and killing Serbs in Kosovo
during
the war there, which led to the NATO bombing of Yugoslavia in 1999.
This was
a war where the Serbs were seen as the guilty party and the Albanians
as
victims.
It is significant that the KLA man felt cocky enough to show off a
photo of
what he boasted was the disjoined head of one of his victims, a Serb,
according to the undercover journalist, Graham Johnson, investigations
editor of the Sunday Mirror newspaper, and a British Channel Five TV
documentary crew.
Where is The Hague when it comes to charging Albanians with war crimes
in
the conflict that brought down the wrath of NATO on Yugoslavia in the
spring
and summer of 1999?
Whenever Albanians are arrested by international forces in Kosovo, KLA
hardliners frogmarch ordinary moderate Albanians on to the streets to
protest the innocence of the accused - and the charges are usually
dropped
at source. Some Albanians have been handed to The Hague but the number
is
believed to be tiny; the tribunal says it cannot say how many as it
refuses
to break down the accused into ethnic groups. A spokesperson admits,
though,
that the vast majority of those so far charged have been Serbs.
Meanwhile, atrocities by the KLA against the few Serbs who have stayed
behind in Kosovo since NATO's entrance in June 1999 continue under the
noses
of the international community, while London and Washington proclaim
the
Kosovo mission a success.
In June 2003, for instance, an elderly couple, Slobodan (80) and
Radmila
Stolic (76) along with their middle-aged son, 52-year-old Ljubinko,
were
tortured and killed at their home in Obilic, Kosovo. In the week
leading up
to their deaths, they were threatened and bullied when they refused to
sell
their home to a group of Albanians. The killing of the family came just
after agreement had been reached for 20 Serb families to return to
their
homes in that area; the Stolics' murder was seen by many Serbs as a
clear
warning not to return.
Although Michael Steiner, the United Nations administrator for Kosovo,
condemned the killings as a 'heinous and perfidious crime directed
against
multi-ethnicity in Kosovo', the UK Parliament took a different view.
In a
debate on Kosovo on 17 June 2003, Minister for Europe Denis MacShane
said he
believed the Stolics perished in a 'family feud' - a theory he
reportedly
had taken from an Albanian newspaper in Kosovo.
Most of the Western public is under the impression that all is now
sweetness
and light in the Balkans after the Western interventions in Bosnia and
Kosovo. How many are aware, though, that Bosnia is now a base for some
hardline Muslim militants? Bosnian Muslims have historically been a
very
secular, gentle people; the extremist Muslims who have taken up bases
in
their country are from countries such as Afghanistan, Pakistan and
Saudi
Arabia and they have found a foothold in Europe largely thanks to the
chaos
of the Bosnian war.
The KLA was trained and equipped in part by Islamic Mujahedeen fighters
Many believe that one of NATO's finest hours was in June 1999, when
bombing
forced Milosevic to pull his forces out of Kosovo. Is it such a success
story when you realise that hundreds of thousands of Serb civilians,
ordinary families, including young children, have been forced to flee
Kosovo
in fear of their lives? They have been hounded out by extremists from
the
very community the West said it was protecting - the ethnic Albanians.
The big powers do not want people to ask too many questions about any
links
between the Balkans and the so-called 'war on terror' following 9/11.
But
the links are there.
Al-Qaeda leader Osama bin Laden is Public Enemy Number One in the
West. Yet
only a few years ago, he was actively encouraged to take up arms by
the very
people who now want him dead. The Saudi dissident-turned-Afghan
warlord and
global terrorist played a key role in training and organising Muslim
forces
in the former Yugoslavia during the wars in Bosnia and later in
Kosovo. Why?
Because the West was so determined to crush 'communistic' Serbs
following
the fall of the Berlin Wall that it was not as fussy as it might have
been
in choosing its friends.
Mention the Balkans to most people in the West (including senior
journalists
who should know better) and their eyes glaze over with boredom or
confusion.
Yet the wars there in the past 10 years are inextricably interwoven
with
what is happening today in America, Afghanistan, Iraq and across the
world.
Washington's determination to portray the civil wars in Bosnia and
later in
Kosovo as straightforward battles of good vs evil was based on deceit.
Indeed, the lies masquerading as propaganda helped feed the school of
terrorism which struck the World Trade Center and the Pentagon.
Political
and military leaders in Washington should not have been surprised when
the
monster they helped to create turned against them.
When the World Trade Center was bombed, it was lunchtime in Britain.
On the
far side of Europe, it was mid-afternoon. Millions of people in
Yugoslavia
also looked aghast at the horror-film scenes unfolding on their TV
screens.
But in Belgrade, shock and revulsion was tinged with a sense of
realism.
Just over two years before, many had watched first-hand as high-rise
buildings were turned into balls of fire and reduced to rubble, also by
airborne instruments of death. Serbian civilians had felt the violence
of
Cruise missiles and conventional bombs hitting home in towns and cities
across the country as NATO pursued its campaign against the Milosevic
regime.
Many Serbs know that the hardline KLA was trained and equipped in part
by
Islamic Mujahedeen fighters who saw action in Afghanistan against the
Russians, from the same stable of Muslim extremism which attacked New
York
and Washington on 9/11.
When the Bosnian war looked imminent, Britain's ambassador to Belgrade,
Peter Hall, advised a hands-off approach by the West. The Muslim
leader of
the would-be breakaway state of Bosnia, Alija Izetbegovic, who died in
2003,
initially wanted to avoid putting up barricades which he knew would
provoke
the first shots, but he was persuaded by US diplomats that the West
would be
right behind him in the coming conflict. Western leaders knew, but
chose to
ignore, that Izetbegovic had friends in Arab countries and had made
several
visits to Tehran to see Ayatollah Khomeini in the 1970s. In the 1980s,
he
was imprisoned by the Yugoslav authorities for writing an Islamic
treatise
which was seen as treason.
By 1994 there were large numbers of Mujahideen in Bosnia, including
fighters
from Iran, Afghanistan, Lebanon, Sudan, Saudi Arabia and Bahrain.
'Muderis'
was the nom de guerre of one Mujahedeen in charge of a 100-strong unit
which
wore black scarves wound round their heads. Militant Muslims did not
stop
with Bosnia - some made alliances with extremist Albanians and ethnic
Albanians from Kosovo. These ethnic Albanians embarked on a campaign to
dominate first Kosovo, then surrounding areas, including Macedonia.
Where it will all end now is anybody's guess - but it is unlikely to
end
happily.
http://www.spiked-online.com/Articles/0000000CA412.htm
http://www.spiked-online.com/Sections/Central/Support/Index.stm
Eve-Ann Prentice is a freelance journalist who has covered events in the
Balkans for the Guardian, Sunday Correspondent and The Times (London)
for
25 years. She is also the author of
One Woman's War, Duckworth Publishing, 2002
(buy this book from Amazon (UK)
<http://www.amazon.co.uk/exec/obidos/ASIN/0715631047/spiked>
or Amazon (USA)
<http://www.amazon.com/exec/obidos/ASIN/0715631047/spiked-20> ),
which explores in depth issues raised in this article.
Casa dei popoli - Via Tenente Ragno 62
Molfetta
Jugoslavia perché...
A 5 anni dalla “guerra umanitaria” e “costituente” della NATO
presentazione del libro:
QUEL BRACCIO DI MARE...
appunti di un viaggio balcanico
intervengono:
Nellina Guarnieri (Ass. ADIRT)
Mariella Cataldo (Ass. Most za Beograd)
Durante la serata:
Performance teatrale
a cura dell'Ass. Grammelot
(liberamente tratte dal libro)
"Le altre verita' del Kosovo"
video-reportage
presentato da Pasquale Giordano
Il ricavato della vendita del libro e' devoluto a sostegno del progetto
di "adozioni a distanza" dei bambini della Zastava di Kragujevac
distrutta dai missili.
Il 12 marzo sono stati consegnati a Kragujevac i primi 1000 euro...
A cura della
Ass. Most za Beograd
Via Abbrescia, 97
Bari
<most.za.beograd@...>
index.cfm?fuseaction=news.notizia&NewsID=2884
La mafia dilaga in Croazia
Ogni Paese ha la sua mafia, ma in Croazia la mafia ha il suo Paese –
aveva dichiarato il commentatore Drazen Vukov Colic in epoca
tudjmaniana. Il motto è rimasto attuale durante il governo di centro
sinistra. Oggi Zagabria è come la Chicago degli anni '30
(09/03/2004) da Osijek, scrive Drago Hedl
Il rapimento del figlio adolescente del generale Vladimir Zagorec
alla fine di febbraio di quest’anno, a Zagabria, e la somma di un
milione e mezzo di euri richiesta come riscatto dai rapitori,
rappresentano un ulteriore monito sulla crescita del crimine
organizzato in Croazia e in particolare nella capitale. Rapimenti,
ricatti, gravi crimini, assassinii e scontri di strada tra gruppi
mafiosi sono diventati parte della routine quotidiana della Croazia. Se
le informazioni fornite dalla Televisione Croata risultano corrette –
cioè che i rapitori del figlio di Zagorec sono stati aiutati da persone
ai vertici della polizia, i cittadini croati, e in particolare quelli
più ricchi, avranno motivi ulteriori per avere paura.
Il primo ministro croato Ivo Sanader ha chiesto al proprio ministro
degli Interni, Marijan Mlinaric, di affrontare con decisione la
questione mafia. La polizia, effettivamente, si è dimostrata piuttosto
efficace nel corso di questo caso di rapimento: il figlio di Zagorec è
stato trovato e liberato, e alcune delle persone coinvolte nel
sequestro sono state arrestate. Nel corso delle indagini, gli arrestati
hanno confessato che questo rapimento era solamente una delle azioni
che contavano di realizzare. Un’altra delle persone che intendevano
rapire era infatti il figlio di uno dei più ricchi e famosi
imprenditori croati, Ivica Todoric, proprietario di una catena di
negozi che copre all’incirca metà del mercato della Croazia. I
criminali avevano considerato anche la possibilità di sequestrare i
figli di altri due ricchi di Zagabria, Mirko Selendic e Bozidar Denzic.
Gli articoli di cronaca nera dei quotidiani croati occupano sempre
più le prime pagine. Un mese e mezzo prima del rapimento del figlio, lo
stesso generale Zagorec era stato attaccato e picchiato in un garage
sotterraneo a Zagabria. Alcune settimane più tardi, il suo ex collega
Joso Lacic ha vissuto un episodio simile. Zagorec era capo di Lacic
nella compagnia RH Alen, nota per importazioni illegali e poco chiare
di armi in Croazia durante la guerra del 1991-1995.
Nell’ottobre del 2002, il direttore della “Privredna Banka Zagreb”,
una delle maggiori banche della Croazia, stava uscendo dal suo
appartamento a Zagabria quando due assalitori hanno cominciato a
colpirlo con mazze da baseball. Alla fine di febbraio del 2003, la
sontuosa Mercedes di Ninoslav Pavic, co-proprietario della Europa
Press, la maggiore casa editrice della Croazia, era stata fatta saltare
in aria di fronte alla villa di Pavic a Tuskanec, il quartiere vip di
Zagabria.
All’inizio di quest’anno, nel centro di Zagabria, un bandito ha
ferito Ivan Caleta, co-proprietario della televisione commerciale Nova.
In gennaio c’è stato il rapimento di Mato Ramljak, proprietario di una
catena di casinò. Nello studio di un avvocato, i rapitori hanno
costretto Ramljak a firmare una dichiarazione secondo la quale doveva
loro due milioni di euri, e si impegnava a ripagare il suo debito.
Circa sei mesi fa, Luka Raic, proprietario di una delle compagnie
croate di maggior successo, la “Lura”, che copre la porzione più
importante del mercato del latte in Croazia, è stato al centro di un
giro di ricatti. Ha dovuto pagare due milioni di euri ai ricattatori
prima di spostare la direzione della propria compagnia in Svizzera.
Estorsioni e rapimenti non riguardano solamente gli imprenditori più
ricchi. Di recente anche la figlia del proprietario della compagnia
“Feroterm”, Jelena Gudeljevic, è stata rapita. Dato che la “Feroterm”
non è esattamente la più ricca ditta della Croazia, il riscatto per la
Gudeljevic è stato di “soli” 22.000 euri.
“Questo dimostra che proprio nessuno è ormai sicuro in Croazia - ha
dichiarato un funzionario di polizia che ha preferito rimanere anonimo.
I gruppi di gangsters più grandi ricattano i più ricchi e famosi,
mentre quelli più piccoli e meno organizzati chiedono soldi alle ditte
minori e alle persone meno facoltose.” Secondo lui i rapimenti,
“l’attività illegale che sta crescendo più velocemente”, sono sempre
più frequenti a Zagabria.
Anche i combattimenti di strada fra gangsters, però, non sono rari
nella capitale. Vjeko Sisko, uno dei più importanti leaders del
sottosuolo, è stato ammazzato proprio nel centro di Zagabria, e due
anni più tardi la stessa cosa è successa a suo fratello, Marko. Nel
febbraio di quest’anno Toni Kasalo, incaricato di raccogliere pagamenti
di debiti, è stato assassinato in città, mentre nel 2002 anche Veselin
Marinov, guardia del corpo di Mladen Naletilic Tuto, indiziato per
crimini di guerra da parte del Tribunale Internazionale dell’Aja, è
stato ucciso in un bar di Zagabria. Anche Zlatko Bagaric, uno degli
esponenti più importanti dell’underground di Zagabria, è stato ucciso
per la strada, così come altri dieci personaggi meno conosciuti.
Gli analisti che si occupano dell’underground croato sostengono che
la mafia ha sempre avuto forti legami con la polizia e con i militari,
così come con i più importanti ambienti politici. Quando il ministro di
Tudjman, Gojko Susak, dirigeva la Difesa, questo dipartimento del
governo era un covo di criminali: assumeva persone a capo di gruppi
specializzati nel rubare macchine di lusso, membri del racket e autori
di estorsioni, persone legate ai più importanti trafficanti di droga.
Durante gli ultimi giorni del governo HDZ, prima della sconfitta alle
elezioni del 2000, la polizia ha messo a segno lo spettacolare arresto
di circa 15 dei più importanti rappresentanti dell’underground di
Zagabria, la cosiddetta “organizzazione criminale”. Il processo,
tuttavia, è durato più di due anni, e la maggioranza delle persone
incriminate sono state liberate per mancanza di sufficienti indizi,
mentre gli altri hanno ricevuto solamente leggere condanne.
Il famoso commentatore Drazen Vukov Colic, poi divenuto ambasciatore
della Croazia in Austria, ha dichiarato a “Novi List”, il quotidiano di
orientamento liberale, che “ogni Paese ha la propria Mafia, ma in
Croazia la Mafia ha il proprio Paese.” Purtroppo la sua dichiarazione,
fatta durante il governo dell’HDZ di Franjo Tudjman, è rimasta attuale
anche durante il governo della coalizione di centro sinistra, che ha
guidato la Croazia dall’inizio del 2000 al novembre del 2003, quando
l’HDZ è tornato al potere.
Gli osservatori mettono in rilievo in particolare il fatto che
durante i mesi di gennaio e febbraio di quest’anno, i primi mesi del
nuovo governo HDZ, il tasso di crimini ha raggiunto proporzioni
scioccanti. Paragonate agli stessi mesi del 2003, le statistiche
mostrano un aumento relativamente alle peggiori azioni criminali –
omicidi, rapimenti e grandi furti – di più del 50%!
Questo è il motivo per cui la dichiarazione del primo ministro
Sanader, sull’avvio di una ferma lotta alla criminalità organizzata, è
arrivata appena in tempo. Il problema, però, è che dichiarazioni di
questo tipo sono state fatte da tutti i primi ministri della Croazia
nel corso degli ultimi dieci anni.
Vedi anche:
Le imprese criminali dell’HDZ
http://auth.unimondo.org/cfdocs/obportal/
index.cfm?fuseaction=news.view1&NewsID=2427
Gospic: azione legale della vedova Levar
http://auth.unimondo.org/cfdocs/obportal/
index.cfm?fuseaction=news.view1&NewsID=2215
Attentato a Ninoslav Pavic, magnate dei media croati
http://auth.unimondo.org/cfdocs/obportal/
index.cfm?fuseaction=news.view1&NewsID=1890
» Fonte: da Osijek, Drago Hedl
© Osservatorio sui Balcani
Konferencija komunističkih partija jugoslovenskih republika u Ljubljani
Saopštenje za javnost RKP-BIH
U Ljubljani je 28. i 29. novembra 2003. godine u organizaciji
Komunističke partije Slovenije održana konferencija komunističkih
partija jugoslovenskih republika. Neposredan povod konferencije je
obilježavanje 60 godina održavanja Drugog zasjedanja AVNOJ-a u Jajcu, a
cilj postizanje dogovora o učvršćivanju međupartijske saradnje i višem
stepenu jedinstva. Konferencija je značajna utoliko što je
predstavljala prvi skup većeg broja jugoslovenskih komunističkih
partija nakon završetka ratova na ovim prostorima.
Učesnici konferencije su prihvatili Izjavu o saradnji komunističkih i
radničkih partija sa jugoslovenskih prostora, kojom se, u cilju
uspostave čvršćih odnosa saradnje i planiranja zajedničkih aktivnosti,
obrazuje Koordinacioni odbor za razmjenu informacija i saradnju.
Učesnici konferencije su analizirali stanje u kome su se jugoslovenske
zemlje našle nakon razbijanja SFRJ i istakli svoju privrženost ideji
jugoslovenstva. Naročito su podvučene negativne posledice koje je imala
i još uvijek ima privatizacija društvenog bogatstva i njegova
rasprodaja stranom kapitalu, te ukazano na negativne ekonomske,
socijalne i političke posledice pristupanja Evropskoj Uniji i NATO
paktu. Naglašena je neophodnost jedinstva srodnih partija koje se bore
protiv surovog izrabljivanja i svrstavanja naših republika u kategoriju
nerazvijene kapitalističke polu-periferije.
Na inicijativu Radničko-komunističke partije Bosne i Hercegovine,
konferencija je prihvatila nacrt Deklaracije o Jugoslaviji kao jedan od
osnovnih radnih dokumenata koji će, u prvoj polovini naredne godine,
biti prezentovan na okruglom stolu o Jugoslaviji.
U Bijeljini, 1. decembra 2003. godine
Glavni odbor
Radnicko-komunističke partije
Bosne i Hercegovine
DAL MITO ALLA STORIA
LA QUESTIONE DELLA VENEZIA GIULIA,
L'OCCUPAZIONE FASCISTA DELLA JUGOSLAVIA,
LA GUERRA, LE FOIBE, L'ESODO
...si debbono conoscere questi fatti nella loro origine e complessità,
perchè un popolo che non conosce la propria storia è destinato a
commettere gli stessi errori e crimini, o a commetterne di ancora più
gravi, e quindi a subirne le conseguenze, in una spirale senza fine.
( QUANDO SI VA AD OCCUPARE UN PAESE, È NECESSARIO ESSERE CONVINTI CHE
SI TRATTI DI UN POPOLO INFERIORE, QUASI SUBUMANO, E PERCIÒ LA VIOLENZA
SI METTE NEL CONTO, E TERRORIZZARE LA POPOLAZIONE È CONSIDERATO UN
MEZZO NATURALE... PER SÈ )
NE DISCUTIAMO CON:
ALESSANDRO VOLK - Ricercatore storico dell'Università di Capodistria
CLAUDIA CERNIGOI - Giornalista e ricercatrice storica
IGOR CANCIANI - Segretario Provinciale P.R.C. Trieste
mercoledì 17 marzo 2004
alle ore 20,30
presso la sala dell'Angelo
di via S. Mamolo 24 - Bologna
Partito della Rifondazione Comunista Federazione di Bologna
Tel: 051 311690 Fax 051 381376
E-mail: prcbologna@...
Con la collaborazione di
ALJ - Aiutiamo la Jugoslavia
Tel 051 955069 E-mail: aljug@...
Gruppo politico Senza Tregua - Studenti Universitari di Storia
tel: 340 8491279 E-mail: simone.oggionni@...
nei trasferimenti proprietari e negli assetti assicurativi del World
Trade Center alla vigilia dell'attacco terroristico dell'11
Settembre... ]
www.globalresearch.ca
Centre for Research on Globalisation
Centre de recherche sur la mondialisation
GLOBAL RESEARCH (CANADA) : FEATURE ARTICLE
13 March 2004
FINANCIAL BONANZA BEHIND THE 9/11 TRAGEDY
WHO ARE THE FINANCIAL ACTORS BEHIND THE WTC?
by Michel Chossudovsky
www.globalresearch.ca 12 March 2004
The URL of this article is:
http://globalresearch.ca/articles/CHO403B.html
On October 17, 2000, eleven months before 9/11, Blackstone Real Estate
Advisors, of The Blackstone Group, L.P, purchased, from Teachers
Insurance and Annuity Association, the participating mortgage secured
by World Trade Center, Building 7.1
April 26, 2001 the Port Authority leased the WTC for 99 years to
Silverstein Properties and Westfield America Inc. The transaction was
authorized by Port Authority Chairman Lewis M. Eisenberg.
This transfer from the New York and New Jersey Port Authority was
tantamount to the privatization of the WTC Complex. The official press
release described it as "the richest real estate prize in New York City
history". The retail space underneath the complex was leased to
Westfield America Inc.2
On 24 July 2001, 6 weeks prior to 9/11 Silverstein took control of the
lease of the WTC following the Port Authority decision on April 26.
Silverstein and Frank Lowy, CEO of Westefield Inc. took control of the
10.6 million-square-foot WTC complex. "Lowy leased the shopping
concourse called the Mall at the WTC, which comprised about 427,000
square feet of retail space."3
Explicitly included in the agreement was that Silverstein and Westfield
"were given the right to rebuild the structures if they were
destroyed". 4
In this transaction, Silverstein signed a rental contract for the WTC
over 99 years amounting to 3,2 billion dollars in installments to be
made to the Port Authority: 800 million covered fees including a down
payment of the order of 100 million dollars. Of this amount,
Silverstein put in 14 million dollars of his own money. The annual
payment on the lease was of the order of 115 million dollars.5
In the wake of the WTC attacks, Silverstein is suing for some $7.1
billion in insurance money, double the amount of the value of the 99
year lease.6
Silverstein Properties Inc. is a Manhattan-based real estate
development and investment firm that owns, manages, and has developed
more than 20 million square feet of office, residential and retail
space.
Westfield America, Inc. is controlled by the Australian based Lowy
family with major interests in shopping centres. The CEO of Westfield
is Australian businessman Frank Lowy.
The Blackstone Group, a private investment bank with offices in New
York and London, was founded in 1985 by its Chairman, Peter G.
Peterson, and its President and CEO, Stephen A. Schwarzman.
In addition to its Real Estate activities, the Blackstone Group's core
businesses include Mergers and Acquisitions Advisory, Restructuring and
Reorganization Advisory, Private Equity Investing, Private Mezzanine
Investing, and Liquid Alternative Asset Investing.7
Blackstone chairman Peter G. Petersen is also Chairman of the Federal
Reserve Bank of New York and Chairman of the board of the Council on
Foreign Relations (CFR). His partner Stephen A. Schwarzman is also a
member of the Council on Foreign Relations (CFR). Peter G. Petersen is
also named in widow Ellen Mariani’s widow civil RICO suit filed
against. George W. Bush, et al.
Kissinger McLarty Associates, which is Henry Kissinger’s consulting
firm has a "strategic alliance" with the Blackstone Group "which is
designed to help provide financial advisory services to corporations
seeking high-level strategic advice." (www.blackstone.com) .
* * *
For details on the insurance claims pertaining to the WTC, see Centre
for Research on Globalization, The WTC Towers Collapse: an Enormous
Insurance Scam (selected articles),
http://www.globalresearch.ca/articles/WTC312A.html , 19 December 2003
NOTES
1 Business Wire, 17 October 2000
2. See Paul Goldberger in The New Yorker, May 20, 2002.
3 C. Bollyn, "Did Rupert Murdoch Have Prior Knowledge of 9/11?" Centre
for Research on Globalization, globalresearch.ca, 20 October 2003.
4. Goldberger, op cit
5, Associated Press, 22 November 2003. See also Die Welt, Berlin, Oct
11, 2001.
6. Alison Frankel, The American Lawyer, Sept 3 2002
7 Business Wire, op cit
* * *
Michel Chossudovsky is the author of WAR AND GLOBALISATION, THE TRUTH
BEHIND SEPTEMBER 11, Global Outlook, 2002,
for details click: http://globalresearch.ca/globaloutlook/truth911.html
The URL of this article is:
http://globalresearch.ca/articles/CHO403B.html
This article was published in Issue 7 of Global Outlook, Spring 2004.
http://globalresearch.ca/globaloutlook/GOISSUE7.html
The Centre for Research on Globalization (CRG) at www.globalresearch.ca
grants permission to cross-post original Global Research (Canada)
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internet sites, as long as the text and title of the article are not
modified. The source must be acknowledged as follows: Centre for
Research on Globalization (CRG) at www.globalresearch.ca. The active
URL hyperlink address of the original Global Research (Canada) article
must be used for postings and the author's copyright must be displayed.
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