Informazione

Subject: Iniziativa a Marghera: "Gli effetti della liberazione"
Date: Mon, 26 May 2003 19:40:17 -0700
From: "Luigi Di Noia"


Carissimi

vi invio il volantino di un'iniziativa del "Comitato Permanente contro
le Guerre ed il Razzismo". Si tratta di una serata di dibattito
pubblico sul tema de "Gli effetti della liberazione. Come si vive nei
paesi liberati dopo l'arrivo delle imprese occidentali". Durante la
serata verrà presentata una ricerca sull'invasione delle imprese
italiane in Romania e presentata la testimonianza di un lavoratore
albanese. L'iniziativa si terrà presso l'Aula Consiliare del Municipio
di Marghera, giovedì 29 maggio, alle ore 21.00. A nome del Comitato vi
invito quindi a partecipare alla serata e, se possibile, a contribuire
alla riuscita dell'iniziativa aiutandoci nel pubblicizzarla.

Un saluto a tutti
Luigi

---

Giovedì 29 maggio

Presso la
Sala Consiliare del Municipio di Marghera
in Piazza S. Antonio, Marghera (VE)
alle ore 21.00 (precise)

Dibattito pubblico su:

Gli effetti della "liberazione"

Come si vive nei paesi "liberati"
dopo l'arrivo delle imprese occidentali


Qual è oggi la situazione dei cosiddetti paesi "liberati"
dall'Occidente? Qual è il prezzo che essi devono pagare per entrare
nella cerchia delle nazioni "rispettabili"?
L'intervento dei paesi occidentali, che sia condotto con armi, aiuti
alimentari o prestiti finanziari, provoca sempre delle profonde
trasformazioni nelle società a cui gli interventi sono destinati:
drammatici conflitti, collassi politici, disfacimento economico.
Questo spinge le popolazioni "aiutate" in una collocazione ancora più
subalterna nell'ordine economico mondiale. E permette ai paesi
occidentali, Italia in primis, e alle loro aziende, il saccheggio
delle risorse altrui, prima tra tutte quella umana: la manodopera.
In questa ottica ci occuperemo dei casi della Romania e dell'Albania.
Esempi evidenti di quali siano gli effetti globali di quella che si
pretende essere una "liberazione".

Sarà presentata una ricerca sull'"invasione" delle imprese italiane in
Romania e vi sarà una testimonianza diretta di un lavoratore albanese.

COMITATO PERMANENTE CONTRO LE GUERRE ED IL RAZZISMO

Fip: Piazzale Radaelli 3, Marghera
e-mail: comitatopermanente@...

CI DICONO CHE UN'ALTRA GUERRA È FINITA

Quali sono e quanto dureranno gli effetti letali sulla salute e
sull'ambiente delle popolazioni colpite ?
Quali sono le risposte ad una emergenza umanitaria che in Iraq
perdura, infinita dal 1991 ?
E quali armi si prepareranno per le prossime guerre preventive ?

Il 4 giugno 2002, ore 21,00
presso l'Exmercato24, via Fioravanti 24 Bologna

Il Comitato Cittadino Contro la Guerra, l'UDAP-Bologna [Unione
Democratica Arabo Palestinese in Italia], Un Ponte Per ...,
l'Xm24-Infoshock

presenteranno il volume:

"Guerra infinita, guerra ecologica.
I danni delle nuove guerre all'uomo e all'ambiente"
a cura di Massimo Zucchetti, Jaca Book, Milano 2003

interverranno:

Massimo Zucchetti - Impatto Ambientale dei Sistemi Energetici -
Politecnico di Torino
Angelo Baracca - Fisica, Università di Firenze
Paolo Bartolomei - fisico, Bologna
Sergio Coronica - Un Ponte Per ... - Comitato Cittadino Contro la
Guerra

introdurrà
Alberto Tarozzi - Sociologia delle relazioni internazionali,
Università Bologna - Comitato Cittadino Contro la Guerra


=== Presentazione del libro ===

Guerra infinita, guerra ecologica
I danni delle nuove guerre all'uomo e all'ambiente

A cura di Massimo Zucchetti, Jacabook Editore, Milano, Aprile 2003

Questo libro non è un libro facile. Non è piacevole. Contiene
affermazioni pesanti, dati sconvolgenti, immagini a volte
raccapriccianti. Riguarda la guerra, tuttavia. Gli effetti della
guerra sulla popolazione mondiale e sull'ambiente della Terra, più in
particolare.

Indice Commentato dei Contenuti

0 Prefazione: Una lettera di Gino Strada di Emergency

1. I perchè delle nuove guerre
Autore: Massimo Zucchetti
Dietro alle campagne degli anni novanta c'è un disegno non difficile
da discernere: il dominio degli scacchieri geo-politici importanti non
è più mirato ad acquisire una posizione di vantaggio in vista della
terza guerra mondiale (che, pare, non scoppierà), ma all'assicurarsi
il controllo delle zone strategiche del pianeta in vista del
progressivo esaurimento delle risorse energetiche. Cerchiamo in questa
introduzione di alzare qualche velo sui principali "motori" delle
nuove guerre.

2. Le nuove guerre: lo scenario internazionale e la "preistoria"
Autore: Carlo Pona
Questo capitolo iniziale fornisce una inquadratura ed una introduzione
sulle nuove guerre, inquadrandole nello scenario internazionale dei
"trattati negati" e concludendo con un interessante episodio di
"preistoria", cioè l'agente Orange e la guerra nel Vietnam.

3. Le nuove armi per le nuove guerre
Autore: Vito Francesco Polcaro
Guerre a bassa intensità, guerre chirurgiche, missioni di
peacekeeping: questi neologismi - per potersi reggere - necessitano
dello sforzo della scienza bellica per fornire loro nuovi ritrovati.
Questo capitolo elenca verità e non verità sulle nuove armi: dalle
armi non letali, alle armi di distruzione di massa "convenzionali",
alle armi nucleari "tattiche", alle nuove armi balistiche, alle armi
batteriologiche e chimiche.

4. Chimica e biologia bellica
Autore: Edoardo Magnone
Si ripercorrono e si elencano le varie sostanza chimiche che sono in
uso o allo studio in campo bellico, con le rispettive armi e nazioni.
L'elenco è atipico perchè associa ad ogni sostanza o arma non tanto le
caratteristiche belliche, quanto le informazioni che la tecnica
"civile" mette a disposizione, per quanto riguarda gli effetti sulla
salute e sull'ambiente in caso di loro dispersione accidentale
nell'ambiente per usi non-militari.

5. Uranio impoverito fra realtà e mitologia
Autore: Massimo Zucchetti, Carlo Pona, Mauro Cristaldi.
La "nuova arma" radioattiva: caratteristiche radiologiche e tecniche,
fatti sull'utilizzo in Iraq, nei Balcani e in altri scenari. Si
tratterà l'uranio impoverito come un qualunque inquinante radioattivo
e se analizzeranno - tecnicamente - gli effetti sulla salute e
sull'ambiente. Seguirà una analisi di prospettiva sul futuro dei
territori inquinati da uranio impoverito, alla luce delle ultimissime
scoperte.

6. La "guerra chimica": un caso di studio
Autori: Ivan Grzetic, Carlo Pona, Massimo Zucchetti
La guerra chimica non è uno scenario ipotetico elaborato nei
laboratori sotterranei di Saddam o del Pentagono: è una realtà di
utilizzo corrente nelle "guerre chirurgiche", quando si bombardano
impianti chimici, energetici e industriali. Viene portato l'esempio di
quantità ed effetti sulla Jugoslavia, da parte di uno studioso
ambientale docente dell'Università di Belgrado, in collaborazione con
due studiosi italiani. Gi effetti sull'ecosistema e sulla
biodiversità.

7. Che cosa rimane dopo. Gli effetti sull'ambiente e un caso di
studio: Iraq
Autore: Carlo Pona, Massimo Zucchetti
Quali sono gli effetti sull'ambiente e sulla salute - a medio e lungo
termine - delle "guerre chirurgiche"? Quali sono gli indicatori
biologici che ci consentono di capire l'inquinamento bellico? Viene
portato l'esempio dell'Iraq, a oltre un decennio dalla guerra. Dati
sullo stato dell'ambiente, sulla salute della popolazione in seguito
al mix di guerra, inquinamento, embargo.
La seconda parte riguarda una stima delle conseguenze a lungo termine
dell'uso di Uranio Impoverito in Iraq.

8. La guerra all'Afghanistan
Autore: Silvana Salerno
Un "instant chapter" sullo scenario dell'ultima guerra e su quello che
ha lasciato. Degrado di ambiente, territorio, società, patologie
vecchie e nuove nella popolazione. Una sintesi su questi temi per
rendere evidenti gli effetti su un'intera nazione di una guerra che ha
davvero poco di chirurgico.

9. Bombe nucleari di quarta generazione: la nostra bomba quotidiana?
Autore: Angelo Baracca
Dopo tanta attenzione al passato e al presente, non è male uno sguardo
sul futuro, in particolare sulla evoluzione e possibile degradazione
di uno scenario che per molto tempo è rimasto apparentemente statico e
quindi è stato messo nella nostra attenzione in secondo piano: gli
armamenti nucleari. Il cambio di scena della "nuove guerre" ridà
invece fiato ai novelli "Dottor Stranamore" e anche questa volta le
"nuove tecnologie" vengono in loro soccorso.

10. Conclusione: la guerra non dichiarata
Autore: Massimo Zucchetti
Cui prodest? Questo capitolo conclusivo riprende alcuni temi
dell'introduzione, e svela - note le cause che stanno dietro le nuove
guerre - i reali effetti immediati e futuri della "guerra non
dichiarata" per la quale esse vengono combattute, cioè la bomba
ecologica delle emissioni inquinanti dei paesi industrializzati.
Le "nuove guerre" mirano a portare avanti più possibile la finzione di
un mondo a risorse infinite: la "enduring freedom" è la libertà di
continuare all'infinito a consumare in maniera criminale le risorse
del pianeta, uccidendone il clima, per sostenere un modello di
sviluppo sconsiderato. Ma si dimostrerà che ciò non può durare.

http://www.swans.com/


S W A N S c o m m e n t a r y


May 26, 2003

Note from the Editor: This issue of Swans takes a look at the
strategic moves through violent means that the Western powers
have unleashed on the entire world since the fall of the Berlin Wall,
with a primary focus on the exceptional book written by
Diana Johnstone, FOOLS' CRUSADE: Yugoslavia, NATO and Western
Delusions. It is exceptional for at least two reasons. First,
it may well be the most thorough and rigorous work that has been
published in the past four years on the disintegration of
Yugoslavia, with an acute historical perspective that clearly explains
the current strategic policies of the western powers; and
second, because it has been remarkably ignored by the main media and
the so-called alternative press. Freedom of speech is a lofty
principle, but if your voice is literally buried so deep that no one
can hear it, then the principle becomes moot!

We are publishing an excerpt of the book -- the introduction -- with
the permission of the author and her publishers in both the
U.K. and the U.S. Then Louis Proyect, Edward Herman and Gilles
d'Aymery review Fools' Crusade from different angles, each
providing additional perspective. Furthermore, we are presenting four
other articles in support of Diana Johnstone's work.
Konstantin Kilibarda provides a legal analysis on the dismantling of
Yugoslavia and Jan Baughman looks at the common threads
among the wars in the Balkans, Afghanistan and Iraq. Lest you not be
outraged by these analyses, read the transcript of the
interviews that Greg Elich conducted with Serb refugees. Their
experiences were far from the 'humanitarianism' in the name of
which these wars were conducted. Finally, Aleksandra Priestfield looks
at the other non-reasons for going to war.

Please do your utmost to read and disseminate Johnstone's book.

In addition on Swans, Deck Deckert cleverly imagines the truths we
could learn if journalists were embedded in various
circumstances. Embedded journalists at peace rallies? Imagine the
possibilities! Richard Macintosh questions the dreadful and
superb sides of America where, according to Philip Greenspan, knowing
the right person is as good as being on the right side of the law.

Last but not least, Sabina Becker and Gerard Smith have once again
produced two powerful poems to tie it all together.

As always, please form your OWN opinion, and let your friends (and
foes) know about Swans. It's your voice that makes ours grow.



From the Balkans to Iraq: Hungry Man, Reach For The Book


FOOLS' CRUSADE: Yugoslavia, NATO and Western Delusions
by Diana Johnstone
Book Excerpt
http://www.swans.com/library/art9/dianaj01.html

[Ed. This is the full introduction of the book, published by
permission of the author and the publishers, Monthly Review Press
(http://www.monthlyreview.org/foolscrusade.htm), in the U.S., and
Pluto Press (http://www.plutobooks.com/), in the U.K.]

At the end of November 1999, an important new movement against
"globalization" emerged in massive protests against the World Trade
Organization meeting in Seattle. Strangely enough, only months
earlier, when NATO launched its first aggressive war by bombing
Yugoslavia, there had been remarkably little protest. Yet NATO's
violent advance into southeast Europe was precisely related to the
globalization process opposed in Seattle. Few seemed to grasp the
connection. Was it really plausible that overwhelming military power
was being wielded more benevolently than overwhelming economic power?
Or that the two were not in some way promoting the same interests and
the same "world order"? ...
http://www.swans.com/library/art9/dianaj01.html

Diana Johnstone is a widely-published essayist and columnist who has
written extensively on European and international politics.


Diana Johnstone's Fools' Crusade
Book Review by Louis Proyect
http://www.swans.com/library/art9/lproy04.html

On December 8th 2002, George Packer wrote the following in a New York
Times Magazine article titled "The Liberal Quandary Over Iraq":
"Why there is no organized liberal opposition to the war?
"The answer to this question involves an interesting history, and it
sheds light on the difficulties now confronting American liberals. The
history goes back 10 years, when a war broke out in the middle of
Europe. This war changed the way many American liberals, particularly
liberal intellectuals, saw their country. Bosnia turned these liberals
into hawks. People who from Vietnam on had never met an American
military involvement they liked were now calling for U.S. air strikes
to defend a multiethnic democracy against Serbian ethnic aggression.
Suddenly the model was no longer Vietnam, it was World War II --
armed American power was all that stood in the way of genocide.
Without the cold war to distort the debate, and with the inspiring
example of the East bloc revolutions of 1989 still fresh, a number of
liberal intellectuals in this country had a new idea. These writers
and academics wanted to use American military power to serve goals
like human rights and democracy -- especially when it was clear that
nobody else would do it."
If George Packer's assertion is true, and I believe it is, then it
becomes necessary to revisit the Yugoslavia events in the light of
everything that has transpired over the past decade. ...
http://www.swans.com/library/art9/lproy04.html

Louis Proyect is a computer programmer, the moderator of marxmail.org,
and a regular contributor to Swans.


Diana Johnstone On The Balkan Wars
Book Review by Edward S. Herman
http://www.swans.com/library/art9/herman10.html

[Ed. This review was first published on Monthly Review and is
re-published courtesy of the author and the publisher.]

Diana Johnstone's Fools' Crusade: Yugoslavia, NATO and Western
Delusions (Monthly Review Press, 2002;
http://www.monthlyreview.org/foolscrusade.htm ) is essential reading
for anybody who wants to understand the causes, effects, and
rights-and-wrongs of the Balkan wars of the past dozen years. The book
should be priority reading for leftists, many of whom have been
carried along by a NATO-power party line and propaganda barrage,
believing that this was one case where Western intervention was
well-intentioned and had beneficial results. ...
http://www.swans.com/library/art9/herman10.html

Edward S. Herman is a Professor Emeritus of Finance at Wharton and a
regular contributor to Swans.


Diana Johnstone And The Demise Of 'Yugoslavism'
Book Review by Gilles d'Aymery
http://www.swans.com/library/art9/ga156.html

On May 21, 2003, the US Senior Senator of West Virginia, Robert Byrd,
delivered one of his customary Senate Floor Remarks that began thus:
"Truth has a way of asserting itself despite all attempts to obscure
it. Distortion only serves to derail it for a time. No matter to what
lengths we humans may go to obfuscate facts or delude our fellows,
truth has a way of squeezing out through the cracks, eventually.
But the danger is that at some point it may no longer matter. The
danger is that damage is done before the truth is widely realized. The
reality is that, sometimes, it is easier to ignore uncomfortable facts
and go along with whatever distortion is currently in vogue. We see a
lot of this today in politics. I see a lot of it -- more than I would
ever have believed -- right on this Senate Floor." ...
http://www.swans.com/library/art9/ga156.html

Gilles d'Aymery is Swans' publisher and co-editor.


Selective Recognition and the Dismantling of SFR Yugoslavia
by Konstantin Kilibarda
http://www.swans.com/library/art9/kkilib03.html

The conflicts that wracked the former Socialist Federal Republic of
Yugoslavia (SFRY) during the 1990s -- and international responses to
these crises -- have profoundly shaped the face of the post-Cold
War order. The nature of Western intervention, not to mention its
ultimate outcome, casts a long shadow on the heavily mediated and
selective rhetoric of a "new (militarized) humanitarianism" and the
promise it holds out of an increasingly just and law governed global
order. In fact, for the peoples of the global South, the ascendancy of
such interventionist impulses among the wealthy states of the global
North increasingly threatens to undermine fifty years of widespread
and progressive gains stemming from the process of decolonization and
the national liberation struggles of formerly colonized peoples. ...
http://www.swans.com/library/art9/kkilib03.html

Konstantin Kilibarda is completing a Collaborative MA in International
Relations and Political Science at the University of Toronto, Canada.


Lessons From Yugoslavia: Blueprint for War?
by Jan Baughman
http://www.swans.com/library/art9/jeb125.html

In March 1999 NATO forces began their 'humanitarian' war on Yugoslavia
to stop the 'ethnic cleansing' of Albanians by the Serbs. We related
to the pain and suffering of the alleged refugees of war, and
Slobodan Milosevic became the Hitler of the '90s. Operation Allied
Force unleashed 78 days of bombing and destroyed the infrastructure of
a country that no longer exists in name or in the cultural diversity
the bombing was intended to preserve. Milosevic is embroiled in the
war crimes tribunal in The Hague, and what lead us to war, and the
aftermath of it -- has been long forgotten, if at all understood. It
is no surprise that we've learned no lessons from this tragedy. Or
have we? ...
http://www.swans.com/library/art9/jeb125.html

Jan Baughman is a Biotech scientist and Swans' co-editor.


We Have The Right To Live
Interviews with Kosovo Serbian refugees
by Gregory Elich, Jeff Goldberg and Iman El-Sayed
With an Introduction by Gregory Elich
http://www.swans.com/library/art9/elich011.html

Four years ago NATO waged war against Yugoslavia in what was billed a
"humanitarian" war. The lofty motives proclaimed by Western leaders
had the hollow ring of hypocrisy for those on the receiving end of
NATO bombs. In order to destabilize the last remaining socialist
nation in Europe, the United States and Great Britain supported and
armed the Kosovo Liberation Army (KLA), a violent secessionist
organization. ...
http://www.swans.com/library/art9/elich011.html

Gregory Elich is a long-time peace activist and a Swans' columnist.


Making War Out Of Nothing At All
by Aleksandra Priestfield
http://www.swans.com/library/art9/alekp027.html

You know how you sometimes like a song, for nebulous reasons -- a
haunting tune, a turn of phrase in the lyrics? I have several like
that. One of them is "Making love out of nothing at all," by a band
called Air Supply. On the face of it, it has nothing to do with
anything -- it's a song. Just a song. But that refrain -- those two
phrases -- making love out of nothing at all -- those just transformed
themselves in my head of late.
Watching the turns that history has taken in the past ten years or so,
watching the role that the United States has played in that history,
the Air Supply song's refrain comes back to haunt me as something
completely different.
Making war, out of nothing at all. ...
http://www.swans.com/library/art9/alekp027.html

Aleksandra Priestfield is a technical writer, an editor, and a Swans'
columnist.


America: Myths and Realities
Embedding The Truth
by Deck Deckert
http://www.swans.com/library/art9/rdeck039.html

The embedding of reporters with military units invading Iraq was a
disaster, both for the anti-war movement and the cause of journalism.
Right from the start, the embeds were emotionally involved with the
men and women of their units and were incapable of achieving the
detachment and objectivity that used to be one of the hallmarks of
great reporting. Instead, they became partisan cheerleaders for the
invaders.
Clearly this was a coup for the Pentagon, White House and other
warmongers. But that doesn't mean that embedding is a bad idea. It
just needs to be extended. We need embeds everywhere. For example...
http://www.swans.com/library/art9/rdeck039.html

A former copy, wire and news editor, Deck Deckert is a freelance
writer and a Swans' columnist.


Courage And Cowardice
by Richard Macintosh
http://www.swans.com/library/art9/rmac06.html

I remember T. Chadbourne Dunham, Professor Emeritus at Wesleyan
University, saying that the Germans were "wonderful and horrible."
Dunham had been in Germany as an American graduate student when
Adolf Hitler became Chancellor in 1933. He had great interest in
"altphilologie," or the study of ancient cultures and civilizations.
He had special interest in the work of Heinrich Schliemann, who
pioneered excavation of Ancient Troy, hence his presence in Germany.
During his stay, Dunham met Hannah Arendt, who introduced him to
Hermann Broch and Thomas Mann. Following World War II, Dunham worked
as a translator for Thomas Mann, while Mann was in the United States.
To Dunham, the Germans were "wonderful," because of their literature,
music and scientific achievements. They were "horrible," because they
allowed a gifted culture to descend into a pit of war, terror and
murder through thoughtlessness. How do we reconcile such things? Can
they be reconciled? Is this a German problem, or is this something
that applies to all human cultures? Are we all "wonderful" and
"horrible?" ...
http://www.swans.com/library/art9/rmac06.html

Richard Macintosh is a former Public High School Teacher, a part-time
consultant on Personnel/Team matters and a regular contributor to
Swans.


An Awful Lawful World: Who Wins, Who Loses
by Philip Greenspan
http://www.swans.com/library/art9/pgreen24.html

Certain moral precepts accepted as standards of conduct provide the
basis of laws throughout the world. It is assumed those laws will be
equally applied in all situations and to all individuals and groups.
But experience discloses major differences in how those laws are
enforced and to whom they apply.
Accordingly, it is appropriate to modify the belief of equality before
the law to a more realistic concept that enforcement varies from
lenient to harsh based on how favorably the enforcing authority views
the perpetrator. ...
http://www.swans.com/library/art9/pgreen24.html

Philip Greenspan is a retired attorney, a World War II veteran and a
Swans' columnist.


Poetry

Accomplishments
by Sabina C. Becker

There was an evil man
Out in Afghanistan
At least, our Georgie Bushie told us so.
He hid out in a cave,
He wasn't very brave.
Just ask our Georgie Bushie, he should know. ...

http://www.swans.com/library/art9/sbeckr06.html
Sabina Becker is a poet and a writer who lives in Cobourg, Ontario.
She graces Swans with her poetry on a regular basis.


My Appearances
by Gerard Donnelly Smith

i am nothing if not expression
a meaningless even if then,
never a poem decrypted,
never wave particle wave.
if not this chiasmus:
i am without this nothing,
nothing within this:
a chair
on it a pipe
the smoke about to fill the room
with an unmistakeable odour
of burning flesh;
the bomb explodes through walls
both thick and thin. ...

http://www.swans.com/library/art9/gsmith04.html
Gerard Donnelly Smith teaches creative writing, literature and
composition at Clark College in Vancouver, WA.


Announcements

* A book to read: Johnstone, Diana; Fools' Crusade: Yugoslavia, Nato,
and Western Delusions, Monthly Review Press, 2003, ISBN:
1-58367-084-X - http://www.monthlyreview.org/foolscrusade.htm

* Another book to read: Catalinotto, John & Flounders, Sarah
(editors); Hidden Agenda: U.S./NATO Takeover of Yugoslavia,
International Action Center, 2002, ISBN: 0-9656916-7-5 -
http://www.iacenter/org/

* Yet another book to read: Blaker, Kimberly; The Fundamentals of
Extremism: the Christian Right in America, New Boston Books, 2003,
ISBN: 0-9725496-0-9

* If you wish to receive an e-mail regarding each new rendition (twice
a month) with the Note from the Editor and the URL to each article,
please send an e-mail (mailto:aymery@...) with

"Subscribe Swans" in the subject line. Please also include your
first/last name in the body of the message.

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quotes appears randomly in the left margin (below the link to the
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project. We are adding subjects slowly but surely. We could use some
help on this classification. If someone wants to volunteer his or her
time, please contact us (mailto:aymery@...). Thank you.

Be the change that you want to see in the world. --Gandhi

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Descrizione : I festeggiamenti per l'abbattimento dello Stealth statunitense, Serbia primavera 1999

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Cordiali saluti,

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--- In Ova adresa el. pošte je zaštićena od spambotova. Omogućite JavaScript da biste je videli., "mauro gemma" ha scritto:


LETTONIA: I GIOVANI CONTRO LE DISCRIMINAZIONI ETNICHE

Intervista a Martijans Bekasovs a cura di Jef Bossuyt

www.ptb.be =

23 maggio 2003


Un grande concerto musicale allestito il 24 maggio a Riga, capitale
della Lettonia, per celebrare l'ingresso del paese nell'Unione
Europea, e ripreso dalle telecamere di "Eurovisione", potrebbe
rappresentare l'occasione per richiamare l'attenzione di tutto il
continente sulle sistematiche violazioni dei diritti delle minoranze
etniche presenti nel paese (il 40% della popolazione). E' prevista,
infatti, una manifestazione di massa organizzata dal movimento
progressista "Lasjor", che raggruppa i giovani vicini al Partito
Socialista Lettone (in cui sono confluiti i comunisti, dal momento che
la denominazione "Partito Comunista" è stata vietata dalla
Costituzione lettone).

Sulle finalità della manifestazione e sulla drammatica situazione dei
diritti umani e civili in Lettonia si sofferma, alla vigilia del suo
svolgimento, in un'intervista concessa al sito internet del Partito
del Lavoro del Belgio, Martijans Bekasovs, deputato del raggruppamento
"Per i diritti civili in Lettonia", di cui è parte essenziale il
Partito Socialista, che ha ottenuto 25 dei 100 seggi parlamentari nel
corso delle recenti elezioni politiche.

M.G.



D. Cosa vogliono questi giovani?



R. Il diritto all'insegnamento nella propria lingua! Il governo ha
adottato una legge che viola questo diritto fondamentale dell'uomo.
Secondo la nuova legislazione, solamente le scuole che insegnano in
lingua lettone verranno ancora sovvenzionate. Ora, circa il 40% della
popolazione della Lettonia parla un'altra lingua materna: il russo,
l'ucraino o il bielorusso. Il governo intende puramente e
semplicemente chiudere le loro scuole. E' evidente che gli scolari e
gli studenti si oppongano a tali chiusure!



D. Si tratta solo dell'insegnamento?



R. No, si tratta di un largo movimento per l'uguaglianza dei diritti.
La Lettonia conta due milioni e mezzo di abitanti, di cui circa mezzo
milione è privato dei diritti civili. Essi non beneficiano né del
diritto di voto, né del diritto di impiego nella funzione pubblica.
Non godono della pensione, in quanto ex combattenti e vengono
discriminati nelle richieste di affitto e di lavoro. Sul loro
passaporto figura la dicitura "non cittadino". Questa gente vive in
Lettonia da tre generazioni e da allora aveva beneficiato dei diritti
civili. Al momento attuale, essi sono obbligati a passare un esame di
lingua e storia lettone. Solo il 10% riesce a superare il test.



D. Un sistema di apartheid in Europa. Ma come è concepibile?



R. Tutto ha avuto inizio nel 1990, quando la Lettonia si è separata
dall'Unione Sovietica. I nazionalisti hanno seminato l'odio tra i
gruppi linguistici e contro l'Unione Sovietica, affermando che coloro
che parlavano una lingua diversa dal lettone erano degli occupanti.
Hanno promesso il benessere alla Lettonia, se essa avesse aderito alla
NATO e all'Unione Europea. Ultimamente la Lettonia ha inviato 36
soldati in Iraq, che sono stati integrati nella forza americana di
occupazione. Ma il nostro paese è affondato economicamente. Noi non
siamo in grado di pagare le spese militari necessarie alla NATO. La
metà delle nostre fabbriche è chiusa. Abbiamo il tasso di suicidi più
alto d'Europa. L'80% dei pensionati vive al di sotto del minimo
vitale. Allo stesso tempo, se noi aderiamo all'Unione Europea, i
nostri agricoltori non riusciranno ad affrontare la concorrenza con
gli altri paesi dell'UE.



D. Che cosa avete intenzione di fare sabato?



R. Il movimento "Lasjor" ha chiesto l'autorizzazione a manifestare
nella capitale, in prossimità del luogo in cui si svolgerà il festival
della canzone. Il governo ha risposto che non sarà possibile, perché
non è in grado di spostare forze di polizia per assicurare il
mantenimento dell'ordine. La polizia deve occuparsi della sicurezza di
"Eurovisione". Allora noi abbiamo chiesto l'autorizzazione per un
meeting nel luogo del concerto. Nuovo rifiuto del governo. Ma alla
fine ha accettato di negoziare, facendo delle concessioni parziali. Le
autorità temono una condanna dell'opinione internazionale. Il
movimento Lasjor assicurerà esso stesso il servizio d'ordine. Se non
riusciremo a tenere un meeting, organizzeremo un "incontro con i
parlamentari". Nessuno può impedircelo legalmente. Oltre agli
studenti, ci saranno anche gli insegnanti, i genitori, a migliaia. Il
movimento non può più essere fermato.


Traduzione di Mauro Gemma


--- Fine messaggio inoltrato ---

George Soros' agenda for the Balkans

---

NOTA:

In un articolo pubblicato sull'ultimo numero del Financial Times
George Soros *spiega* all'Unione Europea - in vista del summit di
Salonicco - che cosa si deve fare e che cosa non si deve fare per il
futuro dei Balcani. La ricetta di Soros - tutta espressa a forza di
benevoli condizionali tipo: "EU should... could... ought to...",
eccetera - prevede come primo punto l'"indipendenza" del
Kosovo-Metohija e la dissoluzione della fittizia "Unione" di Serbia e
Montenegro.

Il ruolo di Soros nello squartamento della Jugoslavia, attraverso il
finanziamento di gruppi ed iniziative "ad hoc", e' abbastanza noto. Un
portavoce dell'"Open Society Institute" di Soros spiegava alla
belgradese "TV Novosti" il 21 gennaio 1998: "Tra i giornali aiutiamo
NIN, Danas, Nasa Borba, Vreme, Vranjske Novine, Borske Novine [serbi],
Monitor, Vjesnik [montenegrini], Nezavisnu Svetlost, Porodicni krug in
ungherese, Tibiskus in rumeno, Koha Ditore e Zeri in albanese, poi
Radio B-92; allo Studio B abbiamo consegnato l'installazione per la
grafica, poi l'Associazione dei media indipendenti ANEM, il giornale
dei profughi Odgovor... in tutto una 50 - ina di media". Ed era il
1998 - figuriamoci oggi.

Come "astro" della finanza internazionale e dei rispettivi scandali,
Soros si e' reso celebre per una serie di manovre speculative, tra cui
quella del "mercoledi nero" delle borse europee (settembre 1992) che,
oltre a procurargli enormi guadagni, causo' il forzoso sganciamento di
una serie di valute dal sistema dell'ECU. Recentemente questo signore
e' stato condannato in Francia a pagare più di due milioni di euro
perché ritenuto colpevole di insider trading nel 1988, quando seppe
anticipatamente dell'acquisto della banca francese, Société Générale.
L'affare legato alla Société Générale sconvolse la vita politica
francese e fu un segnale preoccupante dei fenomeni di corruzione nel
periodo di governo del presidente Mitterrand (cfr. "il manifesto", 21
Dicembre 2002).

Ciononostante, il signor Soros e' stato visto dalla sinistra europea
post-Ottantanove come una specie di generoso filantropo, portatore di
una visione problematica e progressista di quel turbocapitalismo di
cui lui stesso e' "grande capo". Sperticate lodi alla sua idea
iperliberista di "societa' aperta" ("aperta" innanzitutto ai suoi
capitali) sono venute dagli ambienti movimentisti e libertari. I
rappresentanti delle sue organizzazioni, attive nei paesi "in
transizione" e soprattutto in Serbia, sono stati regolarmente invitati
alle iniziative organizzate da settori delle "ONG" vicine al
centrosinistra e ad alcuni "centri sociali" in Italia.

Italo Slavo

---

George Soros' agenda for the Balkans:
First kill the Serbia-Montenegro "Union"; then let's see.

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A chance for soft power in the Balkans

Financial Times, 2002-05-23

George Soros


Yet the Balkans are a vital part of Europe. The US has made
clear its intention to diminish its involvement in the region, so
the European Union must take the lead. In the past, the EU has
responded to negative developments; now it must articulate a
positive vision.


Fighting in the Balkans has subsided but future peace is far
from assured. Kosovo remains unresolved; the union between
Serbia and Montenegro is tenuous at best; the Ohrid agreement
between Macedonia's Slavic majority and Albanian minority is
under attack from defeated politicians who are now trying to
divide the country; and the Dayton peace agreement, which
ended the fighting in Bosnia, is far too complicated.

The EU summit on June 21 in Thessaloniki offers an ideal
opportunity to carve out a meaningful agenda for the Balkans.
The summit bridges the presidencies of Greece and Italy, both
of which have a critical interest in the region. Thereafter, the
EU will be too preoccupied with its own constitutional
problems and the accession of 10 new members to have time to
deal with the Balkans in a coherent fashion.

The EU has so far tried to defer the problem of Kosovo by
preserving a non-existent status quo. That was why a new
union between Serbia and Montenegro was imposed. These
policies have retarded recovery. The EU should now spell out
how to resolve the outstanding issues to remove obstacles to
democratic development.

It should endorse eventual independence for Kosovo, subject to
safeguards for Serbian and other minorities. The United
Nations should transfer power to the Kosovars with the clear
aim of preparing Kosovo for independence. The union between
Serbia and Montenegro should remain, but the EU should not
oppose its dissolution when the three-year term expires. Bosnia
and Herzegovina should be encouraged to revise the Dayton
constitution that created a state too expensive and inefficient to
function.

After these modifications, the EU conference should reaffirm
the territorial integrity of all political units in south-east
Europe within existing borders. This would help allay fears -
particularly for Macedonia - that Kosovo independence means
the further fracturing of Balkan states. It would also be helpful
if the EU finally settled the controversy over the name
Macedonia.

The EU will then need to rethink its main policy instruments:
stabilisation and association agreements with individual
countries; a network of bilateral, free-trade agreements; and
financial assistance through the European Commission's Cards
programme. These are working, but should be supplemented.

The stabilisation agreements have helped to create a framework
for co-operation with the EU, but the process has been too slow
to have much impact. An optimistic timescale for EU
membership is 2007 for Croatia, 2010 for Serbia, Montenegro,
Macedonia and Albania, and perhaps 2015 for Bosnia and
Kosovo. The EU should provide a roadmap for membership.
Otherwise, the countries of the region will lose motivation to
persist with painful but necessary reforms.

The stability pact countries - the five western Balkan states,
Romania, Bulgaria and Moldova - have signed 21 bilateral free
trade agreements. The EU has extended trade preferences to the
five western Balkan countries, but that does not create a free
trade zone within the region because the various bilateral
agreements require different certificates of origin for imported
goods. The EU should take the lead in harmonising customs
procedures and upgrading them to an acceptable level.

The Cards programme was front-loaded and declines until the
EU budget cycle ends in 2006. Future funding is uncertain, and
threatens a serious economic crisis for Bosnia and Kosovo. As
part of its roadmap, the EU should offer new forms of
assistance. The unspent portion of the pre-accession funds for
new members could be redirected to the western Balkans.

Because of their budgetary difficulties, Germany and other
member states are likely to resist these proposals. As a result,
prospects for a coherent Balkan policy at the Thessaloniki
summit could be lost. That would be a pity. The EU ought to
show that it can foster democratic development in south-east
Europe. This would pose an attractive alternative to building
democracy by military force.

The writer is chairman of Soros Fund Management and
founder of the Open Society Institute


(source: http://www.freerepublic.com/focus/f-news/917258/posts )

---

Ciao,

desideriamo farti sapere che, nella sezione File del gruppo
crj-mailinglist, troverai un nuovo file appena caricato.

File : /IMMAGINI/VarnivNATU.pdf
Caricato da : jugocoord <jugocoord@...>
Descrizione : Mladina 12.5.2003: "VARNI V NATU". Rasvoj slovenske zunanje politike od Genscherjevega rumenega brezrokavnika do Busheve bejzbol kapice

Puoi accedere al file dal seguente indirizzo:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/files/IMMAGINI/VarnivNATU.pdf

Per ulteriori informazioni su come condividere i file con gli altri
iscritti al tuo gruppo, vai invece alla sezione di Aiuto al seguente
indirizzo:
http://help.yahoo.com/help/it/groups/files


Cordiali saluti,

jugocoord <jugocoord@...>

Date: Sun, 25 May 2003 18:31:36 +0200 (CEST)
From: Enrico
To: Jugocoord


Qual è la situazione nel Kosovo, a quattro anni dalla fine della
"guerra umanitaria" ?

Un libro e un film rompono l'assedio del silenzio e ci forniscono
documentazione e testimonianze dirette sulla situazione attuale.

E. Vigna - Kosovo "liberato" - Ed. La Città del Sole - 6E

Il breve lavoro di E. Vigna fornisce tutta una serie di dati e aspetti
giuridico costituzionali, politici, culturali e sociali, legati a ciò
che era di fatto il Kosovo Methoija fino al 12 Giugno 1999, con alcuni
elementi storico - identitari relativi alla regione.
Nella seconda parte, utilizzando esclusivamente dati e documentazioni
di mass media e fonti di centri strategici occidentali, segue lo
svilupparsi degli eventi, delle contraddizioni, delle falsificazioni e
delle menzogne utilizzati con fini di ingerenza e distruttivi della
sovranità e integrità nazionali di un paese, indirizzati NON al
superamento e risolvimento delle problematiche dell'area, bensì al
contrario, sono state utilizzate con logiche di dominio e
asservimento.
Il terzo capitolo è una cruda e terribile cronologia di quale è la
situazione della vita quotidiana in un Kosovo che si dovrebbe ritenere
"liberato" e "democratizzato".
L'ultima parte è una raccolta di foto, testimoni della realtà
kosovara dell'oggi, che non hanno commenti, parlano da sé.
Nel testo è compresa una sintetica appendice sulla situazione relativa
alla questione "uranio impoverito" nella regione, curata da F. Rossi.
Sia la versione italiana del video, curata dallo stesso E. Vigna e
prodotta dall'Associazione " SOS Yugoslavia " di Torino, che il libro
sono interni al Progetto di solidarietà con l'Associazione Profughi
Zastava di Pec in Kragujevac (come da locandine allegate). Per cui lo
scopo e l'obbiettivo di questi lavori, oltre all'aspetto di
Informazione, sono quelli di portare una Solidarietà concreta, alle
genti che hanno subito gli eventi del 1999, uscendone come
sopravvissuti, vedove, orfani, senza più casa né terra, come profughi
insomma. O, come è titolato il film di M. Collon e V. Stojilkovic :
"Dannati del Kosovo".
Pertanto tutto ciò che verrà ricavato dalla vendita di essi sarà
devoluto al Progetto SOS Yugoslavia - Associazione Profughi Zastava di
Pec in Kragujevac.

Alla coscienza ed alla sensibilità CONCRETE di ciascuno :
comprarli, diffonderli e divulgarli il più possibile.
Per contatti, info e presentazioni : 328/7366501 -
posta@resistenze .org

25 MAGGIO

Domani domenica 25 maggio per gli jugoslavi e' la "Giornata della
Giuventu'" (DAN MLADOSTI), tradizionalmente assunta come anniversario
della nascita di Josip Broz "Tito" (1892).
Per la precisione, Tito è nato il 7 maggio e non il 25. Quest'ultima è
la data di quando è "rinato": è la data del fallito attacco dei
paracadutisti tedeschi a Drvar, e da allora si festeggia come suo
compleanno.

ZIVEO TITO!
ZIVELA JUGOSLAVIJA!


---


TRASMISSIONE TELEVISIVA

Oggi sabato 24 maggio alle ore 20.40 a TeleAmbiente (canale 68 a Roma
e dintorni) e sulle emittenti consociate dell'Italia centrale (vedasi:
http://www.teleambiente.it) il G.A.MA.DI. trasmette una relazione di
Miriam Pellegrini Ferri sulla vita e sull'opera di TITO, in occasione
dell'anniversario della nascita (25 maggio 1892).

La trasmissione viene replicata nei giorni successivi. Per maggiori
informazioni, e per richiedere la videocassetta della trasmissione,
rivolgersi al numero: 339/3873909


---


SERBIA/MONTENEGRO: JUGONOSTALGICI RITROVANO 'PATRIA'

(ANSA) - BELGRADO, 2 MAG - Si chiama 'Jugoslavia n.4', e' un piccolo
appezzamento di tre ettari di terreno nella Serbia del nord e da oggi
e' l'ultimo lembo di Balcani a portare quel nome storico: alcune
migliaia di persone - 5.000 secondo la polizia locale, di piu' secondo
gli organizzatori - hanno partecipato oggi al battesimo ufficiale
dello 'stato' degli jugonostalgici. Dopo la 'cyber-Jugoslavia', il
sito internet nel quale gli ex cittadini di quell'ex paese possono
ritrovare una cittadinanza virtuale (indirizzo www.Juga.com), i
fedelissimi del progetto del maresciallo Josip Broz Tito hanno una
nuova roccaforte nel podere agricolo di Blasko Gabric, piccolo
proprietario terriero della Vojvodina (Serbia del nord), che da oggi
ha aperto i suoi campi a chiunque, di qualunque paese, voglia
diventare membro onorario della 'quarta Jugoslavia'. Gabric ha
contrassegnato la 'frontiera' con una grande lapide in cirillico e
latino e un'asta dove sventola la bandiera blu, bianca e rossa con al
centro la stella di Tito: i maligni [dell'ANSA, ndCNJ] ipotizzano che
si tratti di una mossa pubblicitaria per attirare turisti nel luogo.
Alla 'cerimonia' ha partecipato anche il nipote del defunto padre
della Jugoslavia, Josip Broz junior: ''Possono cancellare il nome del
nostro paese dalle carte geografiche ma non dai nostri cuori'', ha
detto ai giornalisti presenti offrendo in visione il 'libro dei
cittadini' firmato dai partecipanti alla manifestazione. La nuova
Jugoslavia ha gia' due 'strade' - al momento semplici sentieri - una
intitolata a Tito e una agli eroi della patria. La bizzarra iniziativa
di Gabric non e' l'unica improntata alla nostalgia: un caffe' che
porta il nome di Tito e' stato aperto a Kragujevac, nella Serbia
centrale. I camerieri indossano T-short con l'effige del leader
comunista e il locale registra ogni sera il tutto esaurito. (ANSA). OT
02/05/2003 17:53

http://www.ansa.it/balcani/serbiamontenegro/20030502175332552995.html


---


Tito ist in Bosnien wieder in

In Cafés singen Jugendliche Partisanenlieder und gucken sich
historische Filme an. Expartisanen melden sich wieder zu Wort. Sie
hoffen auf eine neue Chance der Linken

"Tageszeitung" 12.5.2003
taz Ausland 123 Zeilen, ERICH RATHFELDER S. 11



http://www.glas-javnosti.co.yu

I n t e r n e t i z d a n j e
Utorak, 13. 5. 2003.
Glas javnosti

Tito je u Bosni ponovo "in"

BERLIN (Tanjug) - "Tito je u Bosni ponovo u modi", pise nemaèki list
"Tagescajtung", navodeæi da u kafiæima mladi pevaju partizanske pesme
i gledaju istorijske filmove, a da se bivsi partizani ponovo javljaju
za reè, nadajuæi se novoj sansi levice. List prenosi atmosferu iz
jednog kafiæa na obali Miljacke u Sarajevu na kojem stoji "svetlo
crveni æirilièni natpis Tito" i u kojem vise Titove slike sa Elizabet
Tejlor, dr?avnicima iz celog sveta s kojima je u lovu, one koje
podseæaju na dan njegove smrti, s fudbalerima koji plaèu za Titom...

List citira reèi Aide (17) , koju interesuje istorija, da su najlepse
vreme ?ivota njenih roditelja bile sedamdesete godine, dok jedan
Samir, koji ima preko 30 godina, ka?e da "smo tada bili neko", imali
najbolje pasose, mogli bez viza i na Istok i na Zapad i imali dovoljno
para...

(italiano/english/srpskohrvatski)

Croazia:
monumenti ai filonazisti, repressione, ingiustizie, e diktat USA

1. In Austria memoriale per le "vittime dei partigiani"
ANSA, 8/5/2003

2. I serbi della Croazia vivono nella poverta' e nel terrore
Serb refugees return to poverty and pain
Marko Kovac, BBC, 20 May, 2003

3. Repressione in piazza a Zagabria
Fa¹izam pod maskom socijaldemokrata
Zagreb 8.5.2003


LINKS:

*** Screams And Cries: Prison Camp Lora and the Trial of the Lora 8
by Gregory Elich, Dec. 2, 2002
Barbarity kept under the radar screen: an investigative report on
torture and the travesty of justice. This is not an article for the
faint of heart. Yet the story must be told.
http://www.swans.com/library/art8/elich006.html

*** Il diktat del Pentagono
Ivana Erceg, Danas, 25 aprile 2003
Con la scusa della lotta alle armi di distruzione di massa, gli USA
impongono alla Croazia un diktat degno di una potenza coloniale
http://www.notizie-est.com/article.php?art_id=766


=== 1 ===


CROAZIA: IN AUSTRIA MEMORIALE PER VITTIME PARTIGIANI

(ANSA) - ZAGABRIA, 8 MAG - Il governo croato ha annunciato oggi
l'intenzione di acquistare un terreno nella zona di Bleiburg
(nell'Austria meridionale) per costruire un memoriale per le vittime
croate uccise in quel luogo dalle formazioni militari partigiane alle
fine della seconda guerra mondiale. Lo si apprende da un comunicato
del governo diffuso oggi. L'11 maggio avra' luogo a Bleiburg la
cerimonia di commemorazione per le 50mila vittime civili e militari
dello stato ustascia filonazista di Ante Pavelic. Alla cerimonia
prendera' parte il vice-presidente del parlamento di Zagabria Ivica
Kostovic. Nella stessa giornata si terra' la commemorazione delle
vittime del campo di concentramento ustascia di Jasenovac, in Croazia,
alla quale partecipera' Stipe Mesic, la prima volta di un capo di
stato croato e jugoslavo. A Jasenovac tra il 1941 e il 1945 morirono
circa 350 mila ebrei, serbi, Rom e croati antifascisti. (ANSA). COR*VD
08/05/2003 20:24
http://www.ansa.it/balcani/croazia/20030508202432559180.html


=== 2 ===


I serbi della Croazia vivono nella poverta' e nel terrore

http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/3044407.stm

Serb refugees return to poverty and pain

By Marko Kovac
BBC, Croatia
Last Updated: Tuesday, 20 May, 2003, 15:40 GMT 16:40 UK

As we drove into Popovic Brdo, an eerie picture was before us.
The village felt deserted. Even at noon, there was neither dog nor man
to be seen.
The streets were lined with ruined houses brought down a decade ago by
mortar fire when the village, a mainly ethnic Serb area, was on the
front line in Croatia's war for independence from Yugoslavia.
But there were signs of life in a small number of rebuilt homes.
Less than 50 kilometres (30 miles) from the bustling
Western-looking Croatian capital Zagreb, we had found what we were
looking for - ethnic Serbs trying to return and rebuild their
pre-conflict property.
Smiljana and Pavao Cakic were among the returnees.
We found the elderly couple living in a converted barn, surrounded by
ankle-deep mud and fields.
None of us knew then that Mr Cakic was only weeks from death.
The couple gave us a tour of their modest premises.
Their bedroom was just about big enough to garage a Mini, with cramped
beds made from used bus seats.
Outside, flies were buzzing in the lean-to kitchen that backed onto
the barn.
Inside the barn was a cow donated by the United Nations refugee
agency.
Apart from a small amount in state welfare payments, this malnourished
animal was all the Cakics had to live on.
The view from their front yard reminded 75-year-old Mr Cakic of happy
years long ago: the big two-storey house in which they once lived was
a few steps away across the street, occupied by Bosnian Croats.
During the war in Croatia, more than half a million people fled their
homes.
In mid-1995, Croatian forces retook Serb-rebel held territories. Many
ethnic Serbs fled for neighbouring Serbia, fearing revenge from
Croats.
The Cakics were among those who, years later, have returned. Finding
their house occupied, they made this collapsing barn across the street
their "temporary" home.
Five years later, they were still there - living with no electricity,
toilet or water.
"We returned to Croatia because this was our only home," said Mr
Cakic, holding back tears as he described the conditions.
"I never lived like this. There is no life when you have nowhere to
bathe after work. I have no idea how long I'm going to keep this up."
As we spoke, his wrinkled hands shook and his eyes looked into the
distance, fearing the "corrupt local authorities that keep the people
in my house across the street in civilised conditions".
Mrs Cakic furiously waved documents reflecting pending cases in
Croatian courts. The Cakics were frustrated by what they saw as the
broken promises of the centre-left coalition Government that took over
from authoritarian late president Franjo Tudjman's rule in 2000.
"They have done nothing to help us return. Nobody has come to see how
we live," she said.

Slow progress

The reformist government has vowed to find alternative accommodation
for the new "tenants" and allow the original Serb residents to move
back into their homes, but progress has been slow.
Many blame local authorities - in some places right-wingers are still
in power.
It is why many ethnic Serbs in Croatia say they returned with hope and
trust, only to find authorities favouring Croatian requests for
repossession and building assistance.
Back in the centre of modern and busy Zagreb, the European observer
mission the OSCE, which has been monitoring human rights and
democratic reforms here since 1997, talks of clear ethnic bias in the
Croatian Government's rebuilding and returning of property.
OSCE mission head Peter Semneby tells me that most of the destroyed
Serb housing remains to be repaired - with some 39,000 Serbs still on
a waiting list.

EU consequences

"It's been lower on the government priorities list than we would have
wished. We would welcome stronger commitment to this issue," he says.
"The OSCE is not alone in its criticism of Croatian Government
policy."
The European Commission warned Prime Minister Ivica Racan's government
that failing on this issue could have dire consequences for a country
hoping to start EU membership entry talks in 2005.
A high-ranking British diplomat in Zagreb says progress on the return
policy is one of the key political requirements that Croatia must
fulfil before negotiations with Brussels.
"There has been a lot of progress on this, but there's more that could
be done," he insists.
The UN estimates that at least another 70,000 ethnic Serbs would like
to go back if conditions were right.
Mr Racan is a Social Democrat, trying to balance Croatia's
international obligations with the wavering popularity of his ruling
coalition - and with elections likely later this year.
The public still vividly recalls the bloody war years, and Mr Racan's
fear of veteran uprising makes the return issue highly controversial.
But politics makes no sense to Smiljana Cakic, whose husband Pavao
suddenly died in the dreadful conditions of their makeshift home just
weeks after we spoke.
The death of her life companion makes Mrs Cakic's dream of returning
to their old home fade even more.
At 68, she may not live to flip through the photo albums in front of
the family's old fireplace.


=== 3 ===


CROAZIA: NO-GLOBAL, IN CORSO GIUDIZIO CONTRO ITALIANO TERZI

(ANSA) - ZAGABRIA, 09 MAG - Da oggi e' in corso il giudizio contro
cinque no-global, un italiano, tre tedeschi e un croato, fermati ieri
dalla polizia nel centro di Zagabria durante una manifestazione contro
l'Unione europea. Lo si e' appreso dall'ufficio del tribunale di
Zagabria. L'italiano e' Massimiliano Terzi di 32 anni di Verona.
Contro i cinque e' stata sporta denuncia per disturbi alla quiete
pubblica e per aver rifiutato l'ordine della polizia di allontanarsi
dalla piazza dov'era in corso una cerimonia in occasione della
Giornata d'Europa organizzata dal ministero per le integrazioni
europee. Secondo le leggi croate, i cinque rischiano una multa o la
prigione fino a un massimo di 30 giorni. Secondo la polizia, durante
la protesta i cinque e un centinaio di altri no-global avrebbero
disturbato la cerimonia urlando slogan contro l'ingresso della Croazia
nell'Ue e contro la globalizzazione, mentre alcuni di loro sarebbero
saliti sul palco coprendolo con uno striscione. (ANSA). COR*VD
09/05/2003 19:58
http://www.ansa.it/balcani/croazia/20030509195832560282.html

CROAZIA: NO-GLOBAL, FERMATI A ZAGABRIA ITALIANO E 4 TEDESCHI

(ANSA) - ZAGABRIA, 08 MAG - Un cittadino italiano e quattro tedeschi
sono stati fermati oggi dalla polizia durante una manifestazione
no-global nel centro di Zagabria dov'era in corso una cerimonia per la
Giornata dell'Europa. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa Hina. Contro
l'italiano, del quale non e' stata resa nota l'identita', e i quattro
tedeschi sara' presentata una denuncia per disturb0 alla quiete
pubblica e per mancato rispetto agli ammonimenti dei pubblici
ufficiali Krunoslav Borovec, il capo-gabinetto del comandante della
polizia di Zagabria, ha dichiarato che i cinque sono stati fermati per
essersi rifiutati di allontanarsi dalla piazza. La portavoce del
ministero delle integrazioni europee Ivana Grgic ha detto che non e'
stato il ministero a chiedere l'intervento della polizia e che i
manifestanti non avevano interrotto in alcun modo la cerimonia ma si
sono limitati a urlare slogan contro l'ingresso della Croazia nell'Ue.
''Il ministero aveva un proprio servizio d'ordine - ha aggiunto - che
in nessun momento ha avuto la necessita' di intervenire''. (ANSA).
COR*VD 08/05/2003 19:18
http://www.ansa.it/balcani/croazia/20030508191832559097.html

---

http://www.tao.ca/~kontrapunkt/2003/maj/n8_zagreb.html

8. maj 2003.

Nevjerovatno koliko ima simbolike u svemu ¹to se danas desilo u
glavnom gradu jedne male shizofreniène dr¾ave koja po svaku cjenu ¾eli
biti dio neèega ¹to se naziva ujedinjena Europa... Prije 58 godina na
dana¹nji dan Zagreb je osloboðen od okupatorskih fa¹istièkih snaga i
njihovih domaæih pomagaèa... Mnogi ljudi, koji nisu mislili onako kako
im je bilo nametano u tih èetiri godine koliko je trajala okupacija
ostali su bez svega ¹to su imali a milioni su i pogubljeni na razne
naèine...

Fa¹izam pod maskom socijaldemokrata

Danas, u Hrvatskoj vlada tzv. socijaldemokratska proeuropski
orjentirana opcija... kako i na koji naèin se oni obraèunavaju sa
neistomi¹ljenicima uvjerili smo se mnogo puta do sada... Ali danas je
sve to jo¹ vi¹e iza¹lo na vidjelo... Danas oko 12 sati sa zagrebaèkog
Trga ®rtava fa¹izma po gradskim ulicama krenula je mirna prosvjedna
povorka... U organizaciji zagrebaèkih anarhista i zagrebaèke
Antifa¹istièke akcije okupilo se oko 120 ljudi. Velika veæina bila je
na biciklima a manji broj ljudi je nosio transparente... Sve zajedno
organizirano je povodom dolaska biciklistièke karavane koja je iz
Ljubljanje ovih dana stigla u Zagreb, a krajnji cilj je Solun i EU
summit koji se tamo odr¾ava. Letcima i transparentima ¾eljelo se
izraziti protivljenje europskoj politici globalizacije po ekonomskoj
osnovi a poseban naglasak bio je na probleme vezane o politici prema
tzv. nelegalnim imigrantima... ulice u centru grada kojima se kretala
povorka bile su blokirane vi¹e od 45 minuta, a kraæi prosvjed i
zaustavljanje bilo je ispred hrvatskog centra za imigrante. Tamo je,
pod okriljem transparenata izvedena i vrlo efektna akcija grafitiranja
zgrade. Oko 13. sati i 15 minuta povorka dolazi do centra grada i
zaustavlja se na Trgu Petra Preradoviæa ili popularnom ½Cvjetnom
trgu½...

Na trgu su bili postavljeni ¹tandovi povodom ½Tjedna Europe½ i
Europskog dana pobjede 09.05.... Sve je to organiziralo hrvastsko
Ministarstvo za europske integracije...

Ljudi iz povorke su na miran naèin ra¹irili svoje transparente i
poèeli su djeliti letke okupljenim graðanima i prolaznicima. U jednom
trenutku, od strane ljudi iz karavane, na stage koji je bio okiæen
zastavicama i balonima EU-a postavljen je veliki transparent koji je
pozivao na tolernciju, slobodu govora, jednaka prava i prilike za
sve...

½U Hrvatskoj govori Hrvatski!!! Ili...½

½U Hrvatskoj govori Hrvatski!!! Ako neæe¹ odvest æemo te u stanicu pa
æe¹ vidjet...½

Tim rjeèima urlao je jedan polupismeni policajac u civilu na jednog
momka iz ©panjolske koji nije razumio ¹ta mu to ovaj prièa i èime mu
se prijeti. Èovjek je stajao na javnoj povr¹ini i bio naslonjen na
svoj bicikl (mislim da je svaki komentar ovoga suvi¹an)... U tim
trenutcima policijska interventna jedinica opkoljavala je prosvjednike
i bila je spremna na djelovanje... Gu¾va i naguravanje je poèelo kada
je nareðeno da se skloni transparent sa glavnog stage-a. Mi smo
krenuli sa pospremanjem transparenta, ali oèigledno da je policija
¾eljela pronaæi bilo kakav razlog da poka¾e svoju snagu i da jedva
èekaju da krenu sa akcijom. Povod su prona¹li u tome ¹to se
transparent nije, po njihovom mi¹ljenju sklonio dovoljno brzo. Krenulo
je naguravanje, natezanje i prijetnje. Po¹to su veæinom ljudi oko
transparenta bili stranci oni nisu razumjeli urlanje na hrvatskom
jeziku pa su policajci upotrjebili silu... Do¹lo je do brutalnog
policijskog napada na sve ljude, letjele su ¹ake i poneki pendrek.
Nakon naguravanja i kraæeg sukoba, privedeno je i uhap¹eno petero
ljudi (od toga èetvero ljudi iz karavene i jedan aktivist iz
Zagreba)... Oni su odvedeni u I. policijsku stanicu.

Nakon kraæeg vremena i dogovora, svi zajedno oti¹li smo ispred stanice
da pru¾imo podr¹ku uhap¹enim ljudima. Nakon kraæeg vremena, mirni
prosvjed pred policijom, opet je na grub naèin uz prijetnje i silu
prekinut i natjerani smo da se sklonimo od tamo...

U ovim trenutcima ljudi su jo¹ uvjek u pritvoru, mi se dogovaramo ¹ta
i kako dalje, a svi zajedno nalazimo se kasnije na tajnoj lokaciji
gdje su inaèe smje¹teni ljudi iz karavane... (naravno, tajnoj za
policiju)...

Pendrekom u zajednièku Europu...

Bio je to samo jo¹ jedan od mnogih primjera na koji naèin æe tzv.
slobodna i tolerantana ujednjena Europa poku¹ati obraèunati sa ljudima
koji se usude drugaèije misliti... Svaka sliènost i paralela izmeðu
tzv. europske socijal-demokracije i nacional-socijalizma sa poèetka
teksta je namjerna... Samim time, na¹a borba i klasni rat dobiva sve
vi¹e smisla i potreba za ujedinjavanjem i globalizacijom otpora mora
biti na¹ primaran cilj...

Jer Europa je mobilizirala svoje sluge u fa¹istièkim policijskim
uniformama...

Danas u Zagrebu... sutra tko zna gdje!!!

power of the resistance!!!

Pozdrav, Sa¹a

ARTEL GEOPOLITIKA by www.artel.co.yu
office@...

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BESRAMNE LAZI I IZDAJA SRPSKOG NARODA

http://www.artel.co.yu/sr/glas_dijaspore/2003-05-17.html

Reakcija na saopstenje Srpskog Nacionalnog ve?a za
Kosovo i Metohiju od 16. maja 2003. godine
(http://www.kosovo.com/erpkiminfo.html)
Autor: Emil Vlajki
Pariz, 17. maja 2003. godine

Srpskom Nacionalnom ve?u za Kosovo i Metohiju

Jednostavno, ne mogu da vjerujem da ono sto radite, radite
nesvjesno. Ali, ako je i tako, onda bi trebalo da se povucete
iz institucije koju predstavljate.

Ukratko, ova vasa reakcija ima krajnje besramne prizvuke i
mogla bi se ubrojiti u jos jednu od brojnih izdaja srpskog
naroda.

Citiram vas stav, povodom apsolutno tocnih izjava
albanskog dijela Skupstine Kosova i Metohije, stav koji ce,
bez obzira na vase namjere, zasigurno uci u anale
kvislinskog nacina ponasanja.

"2. Apsolutno nije tacno da su 'vrednosti oslobodilackog
rata' koje je vodila OVK podrzane od strane
medjunarodnog faktora, koji je zvanicno intervenisao na
Kosovu i Metohiji ne samo da bi pomogao Albancima vec
da bi zastitio i druge zajednice, obezbedio vladavinu reda i
zakona bez obzira na etnicko poreklo. Iako ovaj cilj nije
ispunjen u protekle cetiri godine, NATO i Zapad nikada
ne mogu da stanu iza zlocina koje je pocinila OVK i
vladavine terora koju su bivsi clanovi ove organizacije
uspostavili nakon rata".

Ovakav stav je besraman i kvislinski iz vise aspekata:

a) Lazno je i besramno kazati da je «medjunarodni faktor»
ZVANICNO INTERVENIRAO" na Kosovu. To je bila
prljava agresija koalicije vojno najjacih zemalja Zapada
protiv jedne male suverene zemlje koja se, za vasu
informaciju, zvala Jugoslavija. Dakle, nije se radilo samo o
Kosovu i Metohiji, vec su bombe padale i na Crnu Goru, na
Aleksinac, na Beograd, na Novi Sad, i da ne nabrajam.

b) Lazno je i besramno kazati da je «medjunarodni faktor»
intervenirao na Kosovu i Metohiji «ne samo da bi pomogao
Albancima vec da bi zastitio i druge zajednice, obezbedio
vladavinu reda i zakona bez obzira na etnicko poreklo». Ovi
gadovi, NATO-ubice, su izvrsili pomenutu agresiju i
okupirali ovu oblast prvenstveno zbog svojih ekonomskih i
geopolitickih interesa, a pored toga da bi omogucili
OVK-u da istjera sve Srbe iz ove srpske provincije. I to ne
zato sto bi «lideri medjunarodne zajednice" posebno mrzili
Srbe, vec zato sto nisu htjeli sa Srbima dijeliti profite koje
ce dobijati od Kaspijske nafte, a htjeli su i sami, bez Srba,
eksploatirati ogromna rudna bogatstva Kosova i Metohije.
U tu svrhu su se posluzili Albancima da urade za njih
prljavi posao tjeranja i ubijanja Srba i ostalih naroda koji su
na tom podrucju zivjeli.

c) Prema tome, apsolutno je tocna izjava albanskog dijela
Skupstine Kosova i Metohije da je NATO podrzavao
«vrijednosti oslobodilackog rata» OVK-a. I ne samo da ih
je podrzavao, nego je NATO formirao i naoruzavao OVK i
skupa sa OVK-om planirao zlocine protiv Srba davno prije
agresije na Jugoslaviju.

d) Lazno je i besramno tvrditi kako «NATO i Zapad nikada
ne mogu da stanu iza zlocina koje je pocinila OVK i
vladavine terora koju su bivsi clanovi ove organizacije
uspostavili nakon rata». Sve zlocine koje je OVK nakon
agresije izvrsio prema Srbima: ubijanje, protjerivanje,
unistavanje kulturnog identiteta, itd., planirano je i
izvrsavano u suradnji sa okupacionim trupama
«medjunarodne zajednice».

Za ilustraciju, i za vasu informaciju, samo jedan podatak.
Okupatori su dekretom teroriste OVK-a proglasili
regularnim policijskim snagama Kosova i Metohije!
Drugim rijecima, rekli su im: Zlocine koje ste do sada
radili nelegalno, od sada Vam mi omogucujemo da to radite
legalno!

Ili mozda vi, i vama slicni, imate neku drugu interpretaciju
ovog cina?

Ustvari, ono sto je najtragicnije u svemu, nije cinjenica sto
se na Kosovu i Metohiji cine necuveni zlocini prema
srpskom narodu, nego sto jedna sluzbena institucija srpskog
naroda te zlocine opravdava.


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Odgovor Kancelarije Srpskog Nacionalnog veca
Kosova i Metohije na reakciju Emila Vlajkija

http://www.artel.co.yu/sr/glas_dijaspore/2003-05-18_1.html

Gracanica, 18. maj 2003. godine

Postovani g. Vlajki,

Vas tekst koji pisete hiljadama kilometara daleko od
Kosova i Metohije lako je napisati i srociti s toliko gneva.
Medjutim, vi zaboravljate da ovdasnji srpski narod vec
cetiri godine zivi bez ikakve zastite svoje drzave, jer ga je
tadasnji rezim, proglasivsi "veliku pobedu", ostavio,
potpuno prepustenog snagama KFOR-a i NATO-a. Ove
snage velikim delom jesu dopustile nase posleratno
stradanje, ali nas ipak i stite od Albanaca i za sada ne
dozvoljavaju nas potpuni nestanak. Zato jedan ovakav
komentar, napisan iz udobne fotelje negde u Americi ili na
tom istom "zlom" Zapadu predstavljaju gorku ironiju. Zasto
sami ne dodjete da zivite ovde na Kosovu i Metohiji, da
svaki dan morate da trazite i molite pomoc snaga KFOR-a,
pa ce vase reci kritike tada imati mnogo vise smisla i
moralnog autoriteta?

Vas komentar neodoljivo podseca na svojevremenu izjavu g.
Kecmana, sefa "Kosovskog bozura", koji je medju prvima
pobegao posle juna 1999 sa Kosova i Metohije da bi ubrzo
iz svog beogradskog stana dao "besmrtnu izjavu": "Pravi
junaci su otisli sa Kosova da ne bi saradjivali sa
okupatorima, a izadajnici su ostali i, eto, s njima saradjuju".
Mislimo da ovim recima nije potreban komentar.

Medjutim, da bismo vam pokazali da ste nasu izjavu sasvim
pogresno protumacili ponovo je navodimo i objasnjavamo:

Apsolutno nije tacno da su 'vrednosti oslobodilackog
rata' koje je vodila OVK podrzane od strane
medjunarodnog faktora, koji je zvanicno intervenisao
na Kosovu i Metohiji ne samo da bi pomogao
Albancima vec da bi zastitio i druge zajednice,
obezbedio vladavinu reda i zakona bez obzira na etnicko
poreklo. Iako ovaj cilj nije ispunjen u protekle cetiri
godine, NATO i Zapad nikada ne mogu da stanu iza
zlocina koje je pocinila OVK i vladavine terora koju su
bivsi clanovi ove organizacije uspostavili nakon rata".

Da ste tekst procitali bez predrasuda shvatili biste da
navedena izjava znaci da je NATO zvanicno, tj. (oficijalno),
deklarativno (onako kako je to javno objavljeno u njihovim
medijima) intervenisao na KIM, ne da bi pomogao samo
Albancima, vec navodno i zastitio druge zajednice itd.
Medjutim, svi znamo da ovaj cilj nije ispunjen... Zasto? Pa
zato upravo sto iza te deklarativne namere nije stajala
stvarna namera da se pomogne i drugima nego upravo ono
sto ste i sami rekli. Ali, bez obzira na to, Zapad i NATO
nikada ne mogu da stanu, to jeste ne smiju i ne trebaju da
stanu iza zlocina koje je pocinila OVK.

Razlika je, dakle, samo u tome sto smo ovo rekli s
namerom da uticemo na neke ljude u NATO i KFOR-u da
promene svoje misljenje, a ne da im saspemo u lice sav jed i
mrznju i jos vise pogorsamo svoj polozaj. Time se nista ne
postize g. Vlajki. To su metode koje su nas vec dovele do
svega ovoga.

Vasim neodmereno ostrim recima i zakljucima duboko
vredjate ne samo SNV KIM koji opstaje sa svojim narodom
vec godinama u dobru i zlu na ovim prostorima, nego i
vasceli srpski narod Kosova i Metohije kome zacelo nisu
potrebni ovakvi niski udarci.

Na svu srecu svi nasi ljudi iz dijaspore ne razmisljaju kao
vi, vec aktivno pomazu svom narodu, doboko osecajuci
delikatnu i tesku situaciju u kojoj zivimo. Ta nam cinjenica
daje razloga da verujemo da je vase misljenje samo izuzetak
i stav coveka koji ocigledno ne razume niti oseca sta se
ovde dogadja.

Iz kancelarije
SNV Kosova i Metohije
GRACANICA


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HEGEL I MAZOHISTICKO SLUGANSTVO

http://www.artel.co.yu/sr/glas_dijaspore/2003-05-19.html

Emil Vlajki
Pariz, 18. maja 2003. godine

Prije ravno dva stoljeca, G. W. Hegel je napisao svoje
cuveno djelo 'Fenomenologija duha' u kojem posebno
mjesto zauzima metafora o gospodaru i slugi. Elem, veli
Hegel, u borbi dviju samosvijesti na zivot i smrt, ona
samosvijest koja pobijedi postaje gospodar, a pobijedjena
samosvijest bude sluga, rob. Ali Hegel ide mnogo dalje u
analizi odnosa: gospodar-sluga. Tvrdi kako sluga, ne
samo da sluzi, vec i poprima svijest svoga gospodara,
postaje ne samo materijalni, vec i duhovni sluga, usvaja,
opravdava i brani argumente svog gospodara.

Kako Hegelova misao izgleda u praksi najnovije srpske
historije, neka nam za pocetak posluzi slijedeci primjer.
Radi se o jednom naizgled bezazlenom nadnaslovu
objavljenog u 'Blicu' 19. maja 2003. godine, a povodom
tzv. «srebrenickog masakra». Pogledajmo:

«Izjava Momira Nikolica Tu?ilastvu Haskog tribunala
u kojoj opisuje okolnosti zarobljavanja i ubijanja
muslimanskih civila iz okoline Srebrenice 1995. godine»

Na prvi pogled, covjek bi rekao da se radi o objektivnoj,
prenesenoj informaciji. Ali, ne lezi vraze. Stvari su mnogo
«suptilnije», barem kada se manipulacije tice. Naime, svaki
bi objektivan novinar (jos jednom: ovo je nadnaslov
novinara), a da ne kazem posteni patriota, napisao:

«Izjava Momira Nikolica Tu?ilastvu Haskog tribunala
u kojoj opisuje okolnosti o navodnom zarobljavanja i
ubijanja muslimanskih civila iz okoline Srebrenice
1995. godine»

Jer jos nista nije dokazano, o tome treba tek da se vodi
dokazni postupak. Nazalost, iz nadnaslova se, bez onog
«navodno» dobija utisak da je «masakr» utvrdjena cinjenica.
Podnaslov ovu stvar jos vise pojacava:

«Nikolic je u pisanoj izjavi opisao sve sto se dogadalo u
Srebrenici 1995. godine...»

I opet je novinar zaboravio (?) da kaze:

«Nikolic je u pisanoj izjavi opisao sve sto se navodno
dogadalo u Srebrenici 1995. godine...»

U novinarstvu, dvije koincidencije iste vrste, na tako
kratkom prostoru, prestaju da budu koincidencije i u ovom
se slucaju pretvaraju u mazo-konstatacije. A mazohizma u
najnovijoj historiji ove napacene i demonizirane zemlje ima
na pretek. Sjetimo se samo tzv. «otkrivenih masovnih
grobnica na Batajnici» i to upravo u trenutku kada je
Milosevica trebalo prodati Hagu. U isto vrijeme «otkrivaju
se» i fantomske (nepostojece) hladnjace koje su navodno
bile pune masakriranih Albanaca. Svojevremeno su
pojedine izjave zvanicnika u toj histeriji mazohizma isle
toliko daleko da se tvrdilo kako su navodno iz dobro
zatvorenih hladnjaca u dubokoj dunavskoj vodi
isplivala tri Albanca koji ce, eto, to posvjedociti i u
Hagu!!!

Ah, te koincidencije! Cim je Milosevic kidnapiran i prodat
Hagu, prica o grobnicama i hladnjacama je prestala.

Sto tek treba reci o mazo-izjavama Srpskog Nacionalnog
Veca od 16. maja 2003. godine, sto je autor ovih redaka
konstatirao u svom napisu od 17. maja 2003. godine
(«Besramna izdaja srpskog naroda»). Ovakve izjave se vise
ne bi usudili tvrditi ni NATO-propagandisti. Po SNV-u:

-NATO je zvanicno intervenirao na Kosovu i Metohiji!!!

-To je uradio da bi, ne samo zastitio Albance, vec da bi
zastitio i druge zajednice, obezbjedio vladavinu reda i
zakona bez obzira na etnicko porijeklo!!!

Izjave o NATO-u kao medjunarodnom zastitniku
legitimiteta, zatim Albanaca koji su, eto, «stenjali pod
srpskom cizmom» i kosmetskog multietniciteta, mogu
jedino spadati u crtane romane i crni humor ili u «his
master's voice».

Ali SNV u svom odgovoru od 18. maja 2003. godine,
autoru ovih redaka, jos dublje potvrdjuje svoje sluganstvo.
Razmotrimo:

«Vas tekst koji pisete hiljadama kilometara daleko od
Kosova i Metohije lako je napisati i srociti s toliko gneva.
Medjutim, vi zaboravljate da ovdasnji srpski narod vec
cetiri godine zivi bez ikakve zastite svoje drzave, jer ga je
tadasnji rezim, proglasivsi "veliku pobedu", ostavio,
potpuno prepustenog snagama KFOR-a i NATO-a. Ove
snage velikim delom jesu dopustile nase posleratno
stradanje, ali nas ipak i stite od Albanaca i za sada ne
dozvoljavaju nas potpuni nestanak. Zato jedan ovakav
komentar, napisan iz udobne fotelje negde u Americi ili na
tom istom "zlom" Zapadu predstavljaju gorku ironiju.
Zasto sami ne dodjete da zivite ovde na Kosovu i
Metohiji, da svaki dan morate da trazite i molite pomoc
snaga KFOR-a, pa ce vase reci kritike tada imati
mnogo vise smisla i moralnog autoriteta?»

Nije predmet ove rasprave da se osvrnem na moju
beznacajnu licnost koja je u tekstu SNV prozvana. Kao
ne-Srbin, moji clanci i knjige o unistenju Jugoslavije i
Srbije kao i o demonizaciji srpskog naroda, komentirani su
i prevedeni na vise svjetskih jezika. Mnogi Srbi i
intelektualci svih kontinenata, smatraju da sam ja
vjerovatno najvise ucinio u svijetu na vracanju digniteta
srpskom narodu.

Kako, medjutim, objasniti sluganstvo najnizeg nivoa:

«...snage (KFOR-a i NATO-a velikim delom jesu
dopustile nase posleratno stradanje, ali nas ipak i stite
od Albanaca i za sada ne dozvoljavaju nas potpuni
nestanak».

SNV (ne)svjesno prihvaca argumente svojih gospodara i
nastoji da minimizira njihove zlocine. NATO-ubice nisu
samo dozvolile stradanje Srba, nego su zajedno sa
OVK-om u njemu ucestvovale! A to sto one navodno stite
ono malo preostalih Srba od Albanaca, to treba objesiti
macku o rep. I zivotinje u zooloskim vrtovima su bolje
zasticene od Srba na Kosmetu. Skoro cjelokupna
materijalna kultura Srba je unistena, a sami Srbi
svakodnevno sluze za odstrel kao glineni golubovi. U
svemu tome, tragikomicno zvuci izjava kako NATO-ubice
«ne dozvoljavaju nas potpuni nestanak»! I da ponizenje bude
potpuno, Srbi, po SNV-u, moraju svakodnevno traziti i
moliti pomoc njihovih okupatora!!! Ako to nije sluganstvo,
onda ta rijec nema vise nikakvog znacenja!

Ali najljepse, izgleda, uvijek dolazi na kraju. Razmotrimo
jos jedan dio odgovora SNV-a mojoj sitnoj licnosti:

Razlika je (izmedju SNV-a i Vlajkija), dakle, samo u
tome sto smo ovo (stavovi kritizirani od E.V.) rekli s
namerom da uticemo na neke ljude u NATO i KFOR-u
da promene svoje misljenje, a ne da im saspemo u lice
sav jed i mrznju i jos vise pogorsamo svoj polozaj. Time
se nista ne postize g. Vlajki. To su metode koje su nas
vec dovele do svega ovoga.

Prvo, koje li naivnosti. Kao da od NATO-ovaca na terenu
ista ovisi. Kao da direktive na terenu ne stizu iz Bijele Kuce
i Pentagona.

Drugo, i ljudski gledano, najbjednije: Po SNV-u, oni, dakle,
koji su se usudili suprotstaviti ubicama i okupatorima, oni i
njihove metode su, ustvari, krivi za stradanje Srba na
Kosovu!!!!!!

Ah, taj Hegel. Sa koliko je malo informacija raspolagao
prije dva stoljeca, a koliko je puno uspio shvatiti i objasniti
psihologiju sluganstva danasnjeg doba na brdovitom
Balkanu.

HISTORY REPEATS ITSELF (la Storia si ripete)

---
Per una documentazione in lingua italiana sullo stesso argomento si
veda l'importante articolo PASSATO PRESENTE, di Matthias Kuentzel,
alle URL:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1029
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1030
---


http://groups.yahoo.com/group/decani/message/75107

HISTORY REPEATS ITSELF - NAZI PAST OF "ANA" SKENDERBEY DIVISION

"SKENDERBEY DIVISION" IS THE ALBANIAN NATIONAL ARMY FORMATION
CONTINUING TRADITIONS OF THE SS SKENDERBEY DIVISION FROM WWII, WHICH
COMMITTED MANY CRIMES AGAINST THE SLAV POPULATION OF KOSOVO-METOHIJA
AND MACEDONIA

photo: Reality Macedonia

ERPKIM Info-Service
May 19, 2003

Skenderbey Division was the name chosen not by chance by the Albanian
National Army in our days. In the WW2 there existed SS Skenderbey
Division of Albanian Nazis which comitted many crimes against the Slav
population in Kosovo Metohija and Macedonia acting under the
protection of Hitler's and Mussolini's regime. More about this
infamous division you can learn on the following pages selected from
kosovo.com historical Web-Page:

LINKS:

http://www.kosovo.com/ww2kos.html

The Holocaust in Kosovo - Sean Mac Mathuna and John Heathcote - This
Web Page is focusing on the Nazism among Albanians, especially in
Kosovo during the WWII. Under the support of Nazi Germany and Islamic
pro-Nazi circles from the Middle East Kosovo Albanian Nazis organized
persecutions of Orthodox Serbs and Jews....

http://www.kosovo.com/skenderbeyss.html

Albanian SS Skenderbey Division - an important historical analysis of
the development of Nazism among Albanians and forming of the infamous
SS Skenderbey Division. - Many times Germans had to restrain their
Moslem allies: "Bedri Pejani, the Muslim leader of the Albanian
National Committee, called for the extermination of Orthodox Serbian
Christians in Kosovo-Metohija and for a union of a Greater Albania
with Bosnia-Hercegovina and the Rashka (Sandzak) region of Serbia into
a Greater Islamic State. The Grand Mufti of Jerusalem, Haj Amin el
Husseini, was presented the Pejani plan which he approved as being in
the interest of Islam. The Germans, however, rejected the plan"....

http://www.kosovo.com/roots.html

EC: The Roots of Kosovo's Faschism, by George Thompson - another essay
"Kosovo Albanian nationalist militias called the "Balli Kombetar" (or
"Ballistas") carried out a campaign of deportation and murder of Serbs
in 1943 and 1944. Then, on Hitler_s express order, the Germans formed
the 21st "Waffen-Gebirgs Division der SS" - the Skanderbeg Division.
With German leaders and Kosovo Albanian officers and troops, Hitler_s
hoped that using the Skanderbergs Germany could "achieve its
well-known political objective" of creating a viable (i.e., pure)
"Greater Albania" including Kosovo".....

http://www.kosovo.com/albnazi.html

Eyewitness to Genocide in Kosovo - Kosovo-Metohija and the Skenderbeg
Division: "I was only 11 years old when Hitleris Division 'Skanderbeg'
and 'Prinz Eugen' burned down the village of Velika and killed about
428 persons. Our family paid a heavy price that day - Radoje Knezevic,
a Serb from Kosovo and Metohija"....

http://www.kosovo.com/tetovo.html

Tetovo and Greater Albania Tetovo between 1941-1944, by Carl Savich.
The truth about events during the Nazi occupation of today's
Macedonia. As well as in Kosovo, Albanian Nazis of Skenderbey SS
division commited crimes against Slav population. - "The Skanderbeg SS
Division crossed into Macedonia and occupied Tetovo and Skopje in the
early part of September, 1944. The purpose for the occupation was to
garrison Macedonia and safeguard the retreat of German troops from
Greece and the Aegean peninsula"....