Informazione
grandi, non esiste uno statuto. Di fatto ti rendi conto di essere
entrato in una certa agenda di telefonate del presidente degli
Stati Uniti>>.
da: M. D'Alema "Gli italiani e la guerra", Mondadori
---
Presidente del Consiglio: Massimo D'Alema (Ds)
Vice Presidente: Sergio Mattarella (Ppi)
Sottosegretario alla presidenza: Franco Bassanini (Ds)
Bilancio e Tesoro: Carlo Azeglio Ciampi
Finanze: Vincenzo Visco (Ds)
Industria: Pier Luigi Bersani (Ds)
Esteri: Lamberto Dini (Ri)
Giustizia: Oliviero Diliberto (Pdci)
Interno: Rosa Russo Jervolino (Ppi)
Commercio estero: Piero Fassino (Ds)
Riforme costituzionali: Giuliano Amato
Beni Culturali Spettacoli e Sport: Giovanna Melandri (Ds)
Sanit�: Rosy Bindi (Ppi)
Ambiente: Edo Ronchi (Verdi)
Funzione Pubblica: Angelo Piazza (Sdi)
Comunicazioni: Salvatore Cardinale (Udr)
Pubblica Istruzione: Luigi Berlinguer (Ds)
Ricerca Scientifica e Universit�: Ortensio Zecchino (Ppi)
Trasporti: Tiziano Treu (Ri)
Difesa: Carlo Scognamiglio (Udr)
Lavori Pubblici: Enrico Micheli (Ppi)
Lavoro e Mezzogiorno: Antonio Bassolino (Ds)
Pari opportunit�: Laura Balbo
Solidariet� sociale: Livia Turco (Ds)
Politiche agricole: Paolo De Castro (Ulivo)
Rapporti parlamento: Guido Folloni (Udr)
Politiche comunitarie: Enrico Letta (Ppi)
Affari regionali: Katia Belillo (Pdci)
(21 ottobre 1998)
---
> P R O C E S S I A M O L I !!
>
> Il 31 luglio 1999 hanno avuto inizio a New York le attivita' del
> "TRIBUNALE INTERNAZIONALE INDIPENDENTE CONTRO I
> CRIMINI DELLA NATO IN JUGOSLAVIA", promosso da Ramsey
> Clark, con la stesura di 19 punti di accusa contro la NATO ed i
> governi occidentali.
>
> Le attivita' del "Tribunale" hanno trovato seguito in molti altri
paesi
> del mondo. In Italia il primo novembre 1999 alla presenza di
> Ramsey Clark ha preso il via la sezione italiana del Tribunale. Nel
> corso di questi mesi, confortati dal crescente interesse suscitato e
> dalle numerose iniziative di presentazione del "Tribunale Italiano"
in
> molte citta', abbiamo potuto verificare con dati oggettivi la
> veridicita' delle nostre accuse.
>
> A completamento del lavoro svolto in questi mesi, noi sottoscritti
> firmatari di questo appello accusiamo le massime autorit� della
> Repubblica in carica nel marzo 1999 - in particolare il presidente
> del Consiglio dei Ministri Massimo D'Alema e i membri del Governo
> per la partecipazione alla guerra illegale e il Presidente della
> Repubblica Oscar Luigi Scalfaro per non aver difeso la Costituzione
> - nonch� i loro successori per quanto attiene ai crimini in
continuit�
> con l'aggressione armata, ciascuno secondo la personale
> responsabilit� scaturente dalle diverse competenze, azioni e
> omissioni:
>
> - per avere collaborato attivamente all'aggressione contro la
> Repubblica Federale Jugoslava, paese sovrano da cui non era
> venuta nessuna minaccia n� all'Italia n� ai suoi alleati;
>
> - per aver liquidato e vanificato con l'aggressione militare le
> iniziative internazionali tendenti a favorire la soluzione con mezzi
> pacifici dei problemi esistenti nel Kosovo;
>
> - per avere violato tutti i principi del diritto internazionale e in
> particolare la Carta delle Nazioni Unite, i principi del Tribunale
di
> Norimberga, le Convenzioni di Ginevra e i protocolli aggiuntivi
sulla
> tutela delle popolazioni civili, nonch� lo stesso trattato
istitutivo
> della NATO;
>
> - per aver consentito che dal proprio territorio partissero attacchi
> contro istallazioni e popolazioni civili, condotti su obiettivi e
con
> armi appositamente studiate per infliggere il massimo danno,
> anche protratto nel tempo, alle persone e alle loro condizioni di
vita
> (attacchi deliberati contro strutture civili, bombe a grappolo);
>
> - per aver consentito l'utilizzo massiccio di proiettili e missili
> all'uranio impoverito, causando danni incalcolabili e per un tempo
> indeterminato alle popolazioni della Federazione Jugoslava, con
> enormi rischi attuali anche per i volontari civili e per i militari
italiani
> impegnati nel Kosovo.
>
> - per aver partecipato al bombardamento di impianti chimici e
> farmaceutici, causando deliberatamente danni ambientali di
> enorme rilevanza, tali da configurare una vera e propria guerra
> batteriologica, chimica e nucleare;
>
> - per aver danneggiato l'economia della Costa Adriatica con la
> chiusura degli aeroporti civili e per aver consentito e cercato di
> occultare lo smaltimento di ordigni bellici nelle acque territoriali
> italiane e in quelle immediatamente adiacenti, causando danni alle
> persone, all'ambiente, all'economia;
>
> - per aver violato la Costituzione italiana e ignorato le procedure
che essa
> impone in caso di stato di guerra, guerra che non pu� mai essere
intrapresa
> dall'Italia ma solo combattuta per difendere dall'aggressione altrui
> il nostro paese e i paesi di cui l'Italia sia impegnata a
condividere la
> difesa;
>
> - per avere attivamente collaborato ad affamare e sacrificare la
popolazione
> della Jugoslavia, sia nel corso della guerra sia con l'imposizione
di misure
> di embargo internazionalmente illegittime;
>
> - per avere attivamente collaborato a esercitare pressioni e
ingerenze
> contro un paese sovrano e le sue legittime istituzioni;
>
> - per avere inviato truppe e personale civile a governare territori
ridotti
> di fatto a nuovi protettorati e colonie, senza peraltro impedire nel
Kosovo
> la persecuzione sistematica e l'espulsione della popolazione di
etnia
> serba e di altre etnie non albanesi, nonch� degli stessi abitanti
di etnia
> albanese considerati non affidabili o dissidenti dal nuovo potere di
fatto
> ivi insediato in violazione della risoluzione 1244 dell'ONU;
>
> - per aver usato la Missione Arcobaleno come operazione di
promozione e
> legittimazione della guerra, e per avere allo stesso fine attivato o
> favorito una disinformazione e propaganda di guerra;
>
> - per avere rinunciato all'esercizio della sovranit� del nostro
paese e al
> diritto-dovere di controllo delle attivit� che vi svolgono comandi,
> strutture e mezzi militari stranieri;
>
> - per avere acconsentito a modificare, senza nessuna decisione del
> Parlamento, lo "status" politico e giuridico della NATO.
>
> ...
---
Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti
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ANCONA CROCEVIA TRAFFICO ARMI, ANCHE PER UCK
(ANSA) - ANCONA, 19 APR - La scoperta del maxi traffico di armi che tra
il
'92 e il '94 avrebbe alimentato dall' ex Urss le milizie impegnate nel
conflitto serbo-croato non e' l' unico clamoroso caso che negli ultimi
anni abbia interessato il porto di Ancona, diventato anzi un crocevia di
transiti illeciti di armamenti in tutto il periodo della crisi nel
Balcani. La vicenda piu' eclatante finora emersa e' dell'
aprile '99, quando fu intercettato un vero arsenale destinato all' Uck
nascosto fra aiuti umanitari provenienti da Sarajevo con una bolla che
indicava come destinatario la Caritas di Scutari. Fra detersivi per
auto,
patate, mangime per polli e alimenti scaduti furono trovati, su due tir
con le insegne dell'associazione umanitaria Kruh Svetog Ante (Pane di
Sant' Antonio), otto kalashnikov, 750 bombe lanciagranate, 133 bombe da
plastico, per un peso complessivo di circa 30 tonnellate.
Per questo caso sono stati condannati i tre autisti bosniaci dei tir, ma
le indagini sono proseguite per accertare la provenienza del carico.
Sempre nascosto fra saponette e medicinali, nell' agosto del '98 fu
scoperto un altro arsenal e (kalashnikov, fucili mitragliatori, bazooka,
lanciagrane, un Mg 4259, 60 casse di esplosivo e munizioni) a bordo di
un
camion guidato da un croato appena sbarcato da Spalato.
Dell' agosto scorso e' invece il sequestro di due mezzi blindati per uso
militare destinati al Montenegro e 'camuffati' da ambulanza e autopompa
antincendio, commissionati dallo stesso governo montenegrino. Per la
clamorosa vicenda portata alla luce dalla procura di Torino, la
magistratura del capoluogo marchigiano - almeno per quanto si e' potuto
apprendere - non avrebbe partecipato alle indagini, cosi' come le altre
strutture investigative locali. (ANSA). XGS
19/04/2001 18:00
---
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(CP-ANA http://www.TUTTINLOTTA.org )
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Il 22 aprile 2001 si � tenuta a Roma l'assemblea contro la Nato
"Alleanze di pace contro l'Alleanza Atlantica"
iniziativa promossa da Carta della Pace, Forum delle donne del
PRC, Comitato Golfo, Guerre&Pace, Un Ponte Per., Scienziate e
Scienziati contro la guerra, Rivista Giano, Rivista Marea, CRED,
Assopace, Convenzione permanente di donne contro le guerre, Lega
Obiettori di coscienza.
All'assemblea era presente il Comitato Promotore per l'Assemblea
Nazionale Antimperialista (CP-ANA http://www.TUTTINLOTTA.org ),
che vi ha partecipato su invito dei promotori con quattro suoi
esponenti.
Oltre al CP-ANA all'assemblea hanno partecipato e/o sono
intervenuti:
Raniero La Valle (magistrato, aderente al Tribunale Clark
italiano), Lidia Menapace, Falco Accame, Monica Lanfranco
(Rivista Marea), Anthony Simpson (Bertrand Russell Peace
Foundation), Maria Grazia Campari (Osservatorio sul lavoro delle
donne di Milano), Mauro Cristaldi, Angelo Baracca e Lucio Triolo
(Comitato Scienziate e Scienziati contro la guerra ), Annamaria
Rivera, Luigi Cortesi (Rivista Giano), Elettra Deiana (Prc),
Domenico Gallo, Nella Ginatempo (Carta della Pace), Piero Maestri
(Guerre&Pace), Tiziana Boari ("Manifesto", prima a "Limes", ex
osservatrice OSCE), Enrico Falqui (Forum Ambientalista), Marcella
Delle Donne, Gianfranco Lannutti e Sandro Curzi ("Liberazione"),
Imma Barbarossa (Assopace), Giorgio Cortellessa, Claudio Del
Bello (casa editrice Odradek), Giulia Barone, Luisa Morgantini
(Prc), Alessandra Mecozzi, Anna Pizzo (Carta).
Altre adesioni pervenute:
Isidoro Mortellaro, Fabio Marcelli, Vittorio Agnoletto (LILA),
Giorgio Cremaschi (CGIL, Tribunale R. Clark, Sergio Ruggeri
(Sin.Cobas), Raffaella Cirillo (C:I:S.S.- Napoli), Rossana
Montecchiana (Punto Rosso-Jesi), Salaam - Ragazzi dell'Ulivo di
Milano, Nadia Cervoni delle Donne in Nero di Roma, AIASP, Pino
Tagliazucchi, Lanfranco Binni (Porto Franco - Toscana), ed altri.
----------------
INTERVENTO tenuto all'assemblea contro la Nato "Alleanze di pace
contro l'Alleanza Atlantica" a nome del Comitato Promotore per
l'Assemblea Nazionale Antimperialista, che vi ha partecipato su
invito dei promotori
---
Il nostro comitato ha una storia breve ma estremamente intensa,
essendo stato creato solo la scorsa estate con il nome di
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'". Da allora abbiamo
promosso iniziative sia a livello locale che a livello nazionale.
Tra queste ultime ricordiamo ad esempio la giornata di lotta
contro la NATO e contro l'embargo alla RFJ, tenutasi il 21
ottobre scorso nell'anniversario della strage nazista di
Kragujevac, e la recente manifestazione di Cesena nel secondo
anniversario dall'inizio della aggressione della NATO.
In questa breve stagione abbiamo nostro malgrado assistito ad un
ulteriore deteriorarsi del panorama politico interno ed
internazionale: basti ricordare il riaccendersi del conflitto in
Palestina. Ricordiamo anche (ed e' particolarmente importante per
noi che come comitato siamo nati attorno alle vicende jugoslave)
che in questi mesi abbiamo assistito all'assalto contro il
Parlamento di Belgrado e all'affermazione della classe dirigente
liberista e filooccidentale nella RFJ.
La distruzione pianificata delle strutture istituzionali, sociali
e produttive della Repubblica Federativa Socialista di Jugoslavia
e' stata attuata in questi dieci anni attraverso l'imposizione di
politiche neoliberiste di indebitamento, la strumentalizzazione e
l'enfatizzazione delle contraddizioni inter- regionali, lo
sfacciato condizionamento della vita politica interna delle
repubbliche, nonche' attraverso autentiche aggressioni armate
contro ben precise parti in conflitto. In particolare in questi
ultimi mesi, sia nelle iniziative pubbliche, sia nell'ambito
della nostra attivita' di controinformazione in internet, abbiamo
denunciato con dovizia di documentazione il carattere reazionario
della nuova classe dirigente belgradese, la D.O.S., gli appoggi -
di ogni tipo - a questa forniti da Occidente, le azioni di
squadrismo compiute da loro militanti ai danni di esponenti della
sinistra politica e sindacale jugoslava. Tra gli aggressori vanno
annoverati ad esempio i giovani "gorilla" di Otpor, il tanto
strombazzato movimento studentesco, che hanno seguito corsi di
formazione organizzati dalla CIA all'estero, ad esempio a Sofia
in Bulgaria. E' d'altronde sin dalla fine dei bombardamenti che
e' stata scatenata una vera e propria guerra di "bassa intensit�"
contro la RFJ: embargo, assassinio di esponenti politici,
erogazioni di fondi per centinaia di milioni di dollari per
corrompere dirigenti, militari, organizzazioni sindacali,
sociali, culturali e politiche, o per crearne ex novo, e per
assumere il controllo di mezzi d'informazione, il tutto allo
scopo di destabilizzare il paese secondo uno schema ben
collaudato, e per sostituire la sua classe dirigente con una
sufficientemente servile. Il 25 settembre 2000, un giorno dopo le
elezioni federali, il Congresso USA stanziava ancora 105 milioni
di dollari per l'appoggio simultaneo ai partiti compiacenti ed ai
movimenti secessionisti, mentre tre giorni dopo la D.O.S. e il
F.M.I. concordavano in Bulgaria il piano economico di
liberalizzazioni e di privatizzazioni. Nel clima di intimidazione
scandito ed amplificato dall'uso strategico dei media, jugoslavi
e stranieri, si e' svolto l'assalto al Parlamento, con l'incendio
dell'ufficio della Commissione elettorale, la distruzione delle
schede elettorali, le minacce e le violenze. La destra
filooccidentale ha potuto appropriarsi di tutti gli organi di
informazione ed ha immediatamente ottenuto il riconoscimento
internazionale al quale sono subito seguite la richiesta di
ammissione al F.M.I. ed alle altre strutture del dominio
finanziario globale. La produzione e la ricostruzione del paese
sono state subito bloccate, e le condizioni sociali sono
immediatamente precipitate; la liberalizzazione dei prezzi ha
subito prodotto aumenti fortissimi. La vecchia legge sulle
privatizzazioni - che garantiva quantomeno la prelazione da parte
dei lavoratori sulle azioni delle imprese oltre ad un sistema di
"golden share" statale sui settori strategici - e' stata abrogata
in vista di un'ondata di liquidazioni selvagge. C'e' stata una
amnistia generalizzata sui renitenti alla leva nel conflitto del
1999 ma anche sui responsabili dei crimini legati
all'irredentismo pan-albanese. Infine si e' arrivati all'arresto
di Slobodan Milosevic - cioe' il capo dell'attuale opposizione
nel paese - nei termini imposti dagli USA: ricordiamo che gli
Stati Uniti avevano fissato la data del 31 marzo come termine
ultimo per la cattura di Milosevic e la contestuale concessione
di un prestito di 50 milioni di dollari; in caso contrario la RFJ
sarebbe stata sottoposta a nuove sanzioni. Le aggressioni
squadristiche proseguono tuttora, come possono attestare gli
esponenti della CGIL recentemente recatisi a Kragujevac
nell'ambito dell'iniziativa delle adozioni a distanza dei figli
dei lavoratori della Zastava. In un anno e mezzo dopo la fine dei
bombardamenti gli stabilimenti della Zastava erano stati in gran
parte ristrutturati ed avevano ripreso in qualche modo la
produzione, grazie allo sforzo eroico dei suoi operai. Ma non
appena la DOS ha preso il potere la produzione ed ogni piano di
ricostruzione e' stato bloccato dal nuovo potere in vista della
liquidazione ad acquirenti stranieri, mentre si susseguivano
minacce ed aggressioni fisiche contro i sindacalisti.
Questi episodi, ed il sostanziale silenzio stampa dal quale sono
stati accompagnati, gettano un'ombra pesante anche sulla
informazione diffusa dalla stampa della nostra sedicente
sinistra. In particolare le testate giornalistiche "Il Manifesto"
e "Liberazione" hanno plaudito, se non addirittura inneggiato,
alla presunta "rivoluzione democratica" di Kostunica, della
D.O.S. e dei loro programmatori economici del G17, che sono in
realta'
organici al F.M.I. Questo e' solo l'ennesimo atto della campagna
di disinformazione strategica che ha accompagnato lo squartamento
della RFSJ, campagna alla quale ampia parte della nostra
"sinistra" si e' accodata ben volentieri. Ma non puo' esistere
alcuna reale opposizione alla NATO se la lotta non viene
accompagnata dalla corretta informazione e dalla denuncia di cio'
che sta realmente accadendo. In questi giorni andiamo incontro
alla disgregazione della residua RFJ, attraverso la secessione
del Kosovo - accuratamente organizzata dalla NATO; del Montenegro
- le cui milizie sono state all'uopo addestrate dai corpi
speciali britannici SAS, come svelato dalla stessa stampa
inglese; della Vojvodina - dove si susseguono episodi di
segregazionismo su base etnica, fomentato da quei partiti pan-
ungheresi che sono, guarda caso, parte integrante della
coalizione filooccidentale DOS.
Rispetto a tutto questo, cosa sa dire quella "sinistra" che ha
agitato in maniera irresponsabile e fuorviante gli slogan sulla
"democratizzazione" e sulla "autodeterminazione" proprio mentre
venivano strumentalizzati dalle cancellerie occidentali e dalla
NATO? Una sola cosa sanno dire, a ripetizione, e cioe' che e'
colpa di Milosevic!
Noi riteniamo invece che la frammentazione e destabilizzazione
dei Balcani siano state e continuino ad essere interesse
strategico della NATO, che con queste giustifica la sua crescente
presenza militare nella zona e la sua espansione verso Est.
Ovviamente, i Balcani sono solamente uno degli scenari della
ricolonizzazione che, dopo il crollo dei paesi dell'Est, sta
avvenendo su scala planetaria. I conflitti per il controllo e
l'esproprio delle risorse, dopo le aggressioni all'Iraq e alla
Jugoslavia, sono diventati elemento costante della politica
internazionale. Scopo evidente anche se coperto dalla
onnipresente falsificazione dei media, � destrutturare gli
assetti e gli ordinamenti nazionali esistenti per realizzare una
nuova spartizione delle risorse materiali e umane (il "Nuovo
ordine mondiale"), e per distruggere ogni forma di rappresentanza
collettiva capace di opporsi allo sfruttamento indiscriminato
delle classi subalterne. In questa fase storica, nella
contrapposizione tra Stati "che disgregano" - cioe' i paesi
imperialisti - e Stati che da questi vengono disgregati - cioe' i
paesi sotto attacco da parte di nemici interni ed esterni, come
per l'appunto la Jugoslavia - � nostro compito identificare e
sostenere quegli organismi nazionali che oggettivamente agiscono
in opposizione al dominio imperiale.
In questo quadro tuttavia i Balcani sono per noi militanti
antimperialisti italiani di importanza centrale, non foss'altro
che per la loro vicinanza!
L'Italia, anche se per ora in posizione subalterna, ha assunto un
ruolo tanto politico-economico quanto militare in un'area che
l'ha gi� vista protagonista di avventure coloniali. Novemila
militari italiani vi sono stanziati stabilmente - considerando la
rotazione, in svariate decine di migliaia hanno gia' prestato
servizio in quei luoghi! - con costi enormi che gravano sul
nostro bilancio insieme ai costi sostenuti per bombardare e per
compiere ogni sorta di azioni pseudo-umanitarie.
Ricordiamo poi che l'Italia � stata al comando delle truppe di
occupazione della provincia serba del Kosmet oggi cosi' come lo
era stata nel periodo 1941-1943, quando al suo fianco aveva i
nazisti tedeschi e bulgari, ed i collaborazionisti irredentisti
albanesi-kosovari compivano gli stessi crimini di cui si e' oggi
reso responsabile l'UCK.
Il nostro attuale presidente della Repubblica ha fatto il
servizio militare proprio li', in Kosmet... ma da giovane!
Anche per questo, in Italia in particolare dobbiamo costruire un
movimento di resistenza contro la NATO centrato sul rigetto delle
basi straniere sul nostro territorio, sull'opposizione
all'esercito europeo, sulla lotta al nuovo modello di difesa che
prevede la professionalizzazione delle Forze Armate, ed in
generale contro il ruolo sempre pi� decisivo che lo sviluppo del
settore militare- industriale va assumendo nell'assetto politico-
economico del nostro Paese.
Nell'immediato, cioe' adesso, dobbiamo pero' esigere che le
truppe dei paesi NATO vengano immediatamente ritirate dal
territorio balcanico, cio� in primo luogo da tutte le aree dove
sono state dislocate in seguito allo smembramento della
Repubblica Federativa e Socialista di Jugoslavia, smembramento
incitato e sancito dagli stessi paesi che pretendono oggi
vergognosamente di svolgere il ruolo dei pacificatori.
------------------------------------------
Riportiamo schematicamente il contenuto degli interventi
effettuati, nei limiti di quello che sono riusciti ad annotare i
compagni del CP-ANA presenti
---
Apre NELLA GINATEMPO della Carta della Pace, che ha condotto
l'iniziativa assieme a Piero Maestri: Spiega il senso
dell'iniziativa... parla del nuovo concetto strategico della
NATO, promulgato il 22 aprile 1999 durante i bombardamenti... La
guerra del '99 e' stata una pazzia da tutti i punti di vista...
C'e' il problema della subalternita' di una parte di pacifismo
alle logiche dei governi... dunque il pacifismo va orientato
politicamente ("pacifismo politico")... c'e' pero' anche il
problema del "campismo"... noi ci siamo mobilitate anche sulla
Cecenia mentre altri sono stati meno sensibili... non possiamo
giustificare le guerre del "nostro campo" ammesso che ne esista
uno...
PIERO MAESTRI di Guerre&Pace e Comitato Golfo:
No alla NATO ma anche no ad un eventuale Esercito Europeo... noi
dobbiamo essere una parte del movimento anti-globalizzazione
(anche detto "di Seattle")...
ANTHONY SIMPSON della Bertrand Russel Peace Foundation:
da' lettura del saluto di KEN COATES, leader della sua
organizzazione... sottolinea essenzialmente la necessita' di
"costruire una rete" di soggetti ecc. ecc...
MARIA GRAZIA CAMPARI dell'Osservatorio sul lavoro delle donne di
Milano:
parla della logica concorrenziale e di mercato di cui soprattutto
le donne sono vittima... esempi di quanto succede sui posti di
lavoro... Poi lamenta disagio per i toni usati negli interventi
precedenti nei quali c'e' una "pervadenza del soggetto
maschile"... il soggetto femminile sarebbe negato attraverso la
sua "sussunzione" nel linguaggio e nel soggetto maschile... la
negazione del femminile e' profondamente bellicista...
LUCIO TRIOLO del Comitato Scienziate/i contro la guerra (CSCG):
sintetizza il lavoro del CSCG e gli effetti dei bombardamenti,
soprattutto sul petrolchimico di Pancevo.
IRMA BARBAROSSA dell'Assopace fa un intervento, ma non siamo
riusciti ad annotare niente.
RANIERO LA VALLE, magistrato, aderente al Tribunale Clark
italiano:
sottolinea che la vera svolta per la NATO e' avvenuta nel 1984
con l'installazione dei missili Cruise in Italia e con
l'accettazione di Berlinguer... La Valle sostiene che qualcuno ha
gia' deciso che dal 2015 non si potra' piu' tenere sotto
controllo la fame nel mondo e dunque alcuni popoli saranno
condannati... Questo mondo non e' per tutti... L'Alleanza e' lo
strumento militare che decide sulla selezione, su chi deve
continuare a vivere, anche se non nel senso dell'Olocausto bensi'
attraverso altre forme - economiche, politiche... Questa (lo
sterminio) e' la vera scelta che e' stata fatta e di cui non
leggeremo niente sul "Corriere" ne' altrove... La nostra
battaglia e' una battaglia della maggioranza perche' non e'
possibile che i popoli accettino una simile decisione...
LUIGI CORTESI direttore di Giano:
propone una campagna, una "tenda per la pace" itinerante, che
faccia contro-informazione... Ricorda l'incontro preliminare
nazionale a Genova il 4-5 maggio per preparare la scadenza del G8
all'inizio di luglio... dove si discutera' anche di una sessione
sulla smilitarizzazione nell'ambito del controvertice...
TIZIANA BOARI, ora al "Manifesto", prima a "Limes", ex
osservatrice OSCE: propone di costruire corpi civili (tipo
"caschi bianchi") per la prevenzione dei conflitti... su questo,
dice, c'e' la possibilita' di un'ampia convergenza, persino con
settori governativi [ma guarda un po', notiamo noi...]
ANGELO BARACCA di CSCG e Giano:
descrive la situazione globale, cioe' un mondo unipolare in cui
il rischio dell'uso dell'arma nucleare e' piu' attuale che mai...
ritiene che quella tra USA ed UE sia solamente un'alleanza
tattica, cioe' che sia contraria agli interessi europei e che gli
USA potrebbero scaricarci e darci addosso da un momento
all'altro... gli USA spendono piu' adesso che durante la Guerra
Fredda per il militare... descrive dettagliatamente la situazione
delle testate nucleari ed i progetti di difesa missilistica, di
guerra chimica, nucleare, batteriologica...
NADIA CERVONI delle Donne in Nero di Roma:
si dice scossa dal linguaggio cosi' diretto di Baracca... rivela
contrasti a livello internazionale all'interno del movimento
delle Donne in Nero, poiche' in certe situazioni estere alcune
non erano sicure di dover ripudiare i bombardamenti NATO...
Rivela anche che Solana in una occasione aveva esplicitamente
espresso interesse per l'attivita' di talune organizzazioni non
governative (ONG) quasi queste fossero "complementari"
all'attivita' strettamente militare [anche qui: ma guarda un
po'!...]
Parla poi uno studente del CANTIERE PER LA PACE della Facolta' di
Lingue e Filosofia: accenna alla globalizzazione, a Genova, alla
rete Lilliput...
GIORGIO CORTELLESSA, che ha avuto in passato importanti incarichi
all'Istituto Superiore di Sanita' ed al CNR, oggi dirige una
piccola casa editrice, ed attualmente guida la contro-commissione
sull'uranio con Falco Accame (a proposito: abbiamo notato Accame
in sala, ma non ha parlato): nota divergenze tra quelli che lo
hanno preceduto... invita a porsi obiettivi realistici, poiche'
oggigiorno ci sono cose che nemmeno i governi nazionali possono
piu' fare (prerogative che hanno perso in favore di istituzioni
sovranazionali)... richiama all'uso della ragione... la guerra e'
innanzitutto un affare, e questo a monte: Bush non decide, ma
applica decisioni fatte da chi vede l'affare, e Gore non avrebbe
fatto diversamente... c'e' bisogno di una attivita' martellante
(nostra) per spiegare in termini semplici le questioni... nega
che esista un problema di esaurimento delle risorse energetiche:
il problema e' solamente di chi le controlla, aprendo e chiudendo
i rubinetti... L'Europa non esiste.
---
A questo punto da A. Martocchia � stato letto l'intervento del
Comitato Promotore per l'Assemblea Nazionale Antimperialista, cui
il relatore ha poi aggiunto alcuni commenti a titolo personale su
quanto aveva ascoltato negli interventi precendenti. E' stato
espresso disaccordo con ogni proposta del tipo di quella della
Boari poiche' prescinde dall'analisi concreta del ruolo della
presenza occidentale in quelle terre... D'altronde proprio la
Boari in quanto ex osservatrice OSCE in Kosmet nel 1998-99 sa
bene che la sua missione "civile" anziche' "prevenire il
conflitto" ha aperto la strada ai bombardamenti... Bisognerebbe
poi chiarirsi su cosa e' civile e cosa e' militare [certi
giornalisti sono civili o militari? E certi osservatori OSCE? E
certe ONG?]. E' stato poi sostenuto che il problema del
"campismo" affrontato nell'introduzione e' un falso problema,
poiche' nessuno ha bisogno di prendere la tessera dell'SPS di
Milosevic o del partito di Putin purche' tenga nel debito conto
le ragioni strutturali dei conflitti che si accendono; e dunque,
ad esempio in Cecenia, non si puo' protestare contro un attacco
russo se non si spiega anche chi sostiene l'irredentismo ceceno,
cioe' in primis Turchia e USA e i Taliban, che fanno sempre capo
agli USA. Ci si � detti infine d'accordo con Cortellessa sulla
necessita' di uno sforzo di approfondimento delle questioni e sul
richiamo alla "ragione", ma purtroppo sembra che quest'ultima
oggi come oggi non va molto di moda.
---
ELETTRA DEIANA, del PRC, ha subito esordito dicendosi "molto
lontana dalla impostazione cupamente campista [testuale] del
documento" letto dall'esponente del CP-ANA. "Un'impostazione di
questo genere non smuove nessuno anzi suscita lontananza
maggiore"... Si e' detta assolutamente contraria alla pace intesa
come "appartenenza di campo". Poi ha parlato del gap enorme ormai
esistente tra accumulazione di conoscenze e saperi (sui rischi)
ed ignoranza sociale diffusa (sugli stessi rischi). Tuttavia
critica le ricostruzioni storiche troppo precise e le analisi a
ritroso, compresa (oltre alla nostra, sulla quale non e'
minimamente entrata nel merito) quella fatta da Raniero La Valle
"che, se e' storiograficamente vera, e' pero' politicamente
falsa". Qui ha spiegato qualcosa sulla scelta di Berlinguer
rispetto all'"ombrello NATO", ma non si � capito. Operativamente
propone una campagna per il taglio delle spese militari, e
ricorda la motivazione principale del convegno che e' quella di
capire perche' il pacifismo e' assente nelle tematiche del
movimento "di Seattle".
PASQUALE VILARDO, avvocato, del PRC e del Tribunale Clark:
racconta l'iter delle denunce contro il governo ed il loro
senso... sono in attesa di una sentenza della Corte di
Cassazione... insieme a paesi come Cuba Cina Vietnam ed Iraq
bisogna costruire una iniziativa all'ONU per la abolizione del
Tribunale dell'Aia che e' "uno scandalo dal punto di vista del
diritto internazionale"... spiega il carattere illegale della
guerra e dice che bisogna andare fino in fondo perche' ormai si
tratta di salvare una civilta' (del diritto)... Invita a
raccogliere "l'intervento di Martocchia come interno al coro
anche se ha detto cose diverse non foss'altro perche' si e' fatto
portatore della voce delle vittime della aggressione NATO"...
Una rappresentante del FORUM DELLE DONNE (PRC) di cui non ci
siamo segnati il nome parla della campagna di obiezione (fiscale)
alle spese militari, ormai ventennale.
MAURO CRISTALDI del CSCG:
critica fortemente il fare scienza oggi, dice che commissioni
come quella di Mandelli non potranno mai fare il loro lavoro
perche' "anche se ci entrasse uno come Martocchia o lo ammazzano
oppure sarebbe vittima di qualche incidente"... Ricorda che Lenin
per studiare l'imperialismo studiava nel dettaglio il capitale
monopolistico, cioe' nomi e cognomi delle aziende eccetera...
infine critica la posizione di Cortellessa sulle riserve
energetiche.
PIERO MAESTRI a questo punto propone un OdG. Si insiste sul fatto
che il movimento anti-globalizzazione deve contenere anche il
ripudio delle guerre... che bisogna andare alla smilitarizzazione
ed alla riduzione delle spese militari. Non cogliamo alcun
accenno al ritiro delle truppe dai Balcani.
Un rappresentante della LEGA PER L'OBIEZIONE DI COSCIENZA parla
di "caschi bianchi" ed altri "corpi civili di pace" riconoscendo
le contraddizioni interne al sistema delle "missioni umanitarie"
civili, ma invitando a "non buttare via il bambino con l'acqua
sporca"...
CLAUDIO DEL BELLO, della casa editrice Odradek - che pubblica
Giano ed i libri del Comitato Scienziate/i Contro la Guerra
(CSCG): parla di guerra come evento intermittente/ciclico, che
ogni volta sembra un incidente di percorso ed invece e'
permanente, strutturale, come la NATO... i movimenti rincorrono
gli eventi ma si mostrano afasici ed inadeguati in caso di
guerra, non sanno rinnovare la propria analisi... problema del
carattere strutturale e permanente della guerra e dello Stato,
cioe' di chi decide la guerra... la guerra non e' stata compresa,
non c'e' stata crescita teorica... Poi
attacca apertamente Toni Negri ("E qui ce l'ho con Toni Negri!"):
non ha giovato la moda linguistica dell'"Impero", che molto vuole
descrivere ma molto poco spiega, dunque non serve a nulla...
bisogna riprendere il cammino faticoso dell'analisi, riscoprire
la fatica dello studio... c'e' enorme sproporzione fra la
crescente complessita' del modo di produzione e la nostra
capacita' di analizzarlo... non sono piu' state considerate le
funzioni dello Stato, ma chi se ne deve occupare? I movimenti?
No, non puo' essere che un partito! Toni Negri ha parlato tanto
dello Stato a suo tempo, poi d'improvviso ha sbaraccato e si e'
messo a parlare solo dell'"Impero"... Lo Stato- nazione forse non
c'e' piu' ma l'"Impero" non c'e' ancora - se mai ci sara' - e nel
frattempo chi comanda? Chi spinge il bottone? Intanto la NATO fa
la guerra! L'Italia NON decide sulla guerra (il parlamento e'
espropriato), NON ha politica estera, NON batte moneta... Nella
NATO vengono battute solamente due monete ormai (l'Euro/DM ed il
dollaro - oppure tre, considerando la sterlina) e queste due
uniche monete si muovono con fortune rigidamente alterne - se una
scende l'altra sale e viceversa... c'e' una chiara frattura tra
Euro e dollaro... in questi giorni con l'accordo del Quebec sul
NAFTA si verifica l'unificazione monetaria del continente
americano... Un giorno dovremo poi fare "alleanze di pace contro
l'Esercito europeo"...
Chiude la GINATEMPO ricordando gli appuntamenti legati al G8 di
Genova e dando un vago appuntamento per un prossimo incontro in
autunno sulle stesse tematiche.
(dalla relazione dei compagni del CP-ANA www.TUTTINLOTTA.org
presenti)
----------------
In allegato il documento in formato .TXT
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Bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'"
Sito WEB : http://digilander.iol.it/lajugoslaviavivra
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono il Coordinamento, ma
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63206.shtml
I fatti del giorno
VICE-PRESIDENTE PRAVDIC 'OFFRE' 700 MILA ADDETTI A INDUSTRIE
(ANSA) - VICENZA, 20 APR - Del milione e mezzo di disoccupati della
Serbia almeno 700 mila potrebbero essere impiegati immediatamente in
piccole e medie imprese sul modello di quelle del nordest. E' quanto,
in estrema sintesi, ha sostenuto oggi il vice Presidente della Serbia
Aleksandar Pravdic incontrando gli industriali di Vicenza. Un invito
implicito a delocalizzare verso i Balcani, dove la manodopera non manca
cosi' e vi e' una grande voglia di uscire da una situazione economica
difficile, che, seppur in rapido cambiamento, risente ancora degli
effetti delle sanzioni internazionali. Un invito, quello di Pravdic,
che e' anche una richiesta di aiuto, che ha trovato risposta
dall'imprenditoria locale quando Valentino Ziche, Presidente degli
industriali vicentini, ha ricordato come in questo periodo si siano
intensificati scambi ai vari livelli per trovare punti di interesse
comune da sviluppare. Due i fronti su cui Pravdic ha rilevato essere
possibile una stretta collaborazione con l'Italia e il nordest in
particolare: quello di permettere una rapida privatizzazione
dell'impresa serba, con risvolti impliciti nello sviluppo finanziario e
bancario dell'area, e l'uscita del suo Paese dall'arretrattezza
tecnologica e formativa. Proprio per questo motivo, Ziche ha dato la
disponibilita' dell'imprenditoria vicentina ad agire specie sul fronte
delle infrastrutture per avvicinare la Serbia alle altre realta'
europee. (ANSA). V09-XBC
20/04/2001 18:42
> http://www.ansa.it/balcani/italia/italia.shtml
L'Italia nei Balcani
20-04-2001 19:56
BALCANI:LUNEDI' DELEGAZIONE IMPRENDITORI NORDEST IN SLOVENIA
18-04-2001 15:57
ITALIA-CROAZIA: LETTA FIRMA ACCORDO SVILUPPO PER PMI
13-04-2001 17:31
ITALIA-SLOVENIA: ACCORDO TRA SACE E SEC PER RIASSICURAZIONE
12-04-2001 20:13
COOPERAZIONE: DELIBERATI FINANZIAMENTI PER 57 MILIARDI LIRE
10-04-2001 16:15
BALCANI: BSO, DEFINITI ACCORDI SUPPORTI FINANZIARI A IMPRESE
10-04-2001 15:11
RIPARTE DA VINITALY BATTAGLIA FRIULI SUL TOCAI
03-04-2001 16:08
INTESA COOPERAZIONE ITALO-RUMENA PER PICCOLE E MEDIE IMPRESE
30-03-2001 18:25
ACCORDO TRA REGIONE FRIULI VG E REPUBBLICA SERBA DI BOSNIA
30-03-2001 18:09
IL 5 E 6 APRILE INCONTRI TRA IMPRENDITORI ITALIANI E SLOVENI
30-03-2001 16:12
REGIONE LAZIO FIRMA PROTOCOLLI CON REGIONI DELL'EST
30-03-2001 16:08
DELOCALIZZAZIONE: IMPRESE VENETE CON REGIONE VERSO SERBIA (2)
(...)
> http://www.ansa.it/balcani/html/presit_jugoslavia.html
Jugoslavia: la presenza italiana
PRINCIPALI AZIENDE
L'Italia detiene il primato del maggiore investimento realizzato negli
ultimi tempi nella RFJ. La Telecom Italia ha infatti investito, insieme
alla greca Ote, 1,57 miliardi di marchi tedeschi nella Telecom
Serbia.il '96 e il '99 sono stati inoltre stipulati con l'Italia 237
nuovi contratti per piccoli investimenti per un valore globale di 237
milioni di marchi tedeschi. Da segnalare, quelli raggiunti tra la
Zastava e l'Iveco per l'assemblaggio di camion e tra la DMB e la
Lombardini nel campo dei gruppi elettrogeni e dei motori. I macchinari
utlizzati in molti settori produttivi (agroalimentare, abbigliamento,
elettrodomestici) sono in gran parte italiani ma devono essere
rinnovati. E' inoltre richiesta e sollecitata la presenza italiana nel
settore bancario attraverso l'apertura di filiali di banche italiane.
imprese italiane presenti nella RFJ sono: Alitalia, Banca Cattolica
Popolare di Molfetta, Banca Commerciale Italiana, Beo-Finest, Adriatic
Cosmor Shipping, Breda Ferroviaria, Edison, Enel, Fiat, Italgas,
Olivetti Energodata, Tim, Cispel Export, Zucchelli-Balan...
> http://www.ansa.it/balcani/html/presit_croazia.html
Croazia: la presenza Italiana
PRINCIPALI AZIENDE (denominazione in italiano e in croato) ...
> http://www.ansa.it/balcani/html/presit_slovenia.html
Slovenia: la presenza italiana
LE AZIENDE ITALIANE ...
> http://www.ansa.it/balcani/html/presit_macedonia.html
Macedonia: la presenza italiana
PRINCIPALI AZIENDE
Dagli ultimi dati registrati nel 1999, si rileva che sono 39 le
societa' nate dalla cooperazione tra aziende italiane e macedoni. Alle
18 del 1998, si sono infatti aggiunte nel '99 altre 22 societa'.
I maggiori settori in cui operano sono legname, calzature e funghi.
Rilevante, nel settore dei servizi, la presenza del gruppo SOL di
Monza, che ha acquistato la TGS di Skopje, societa' produttrice di gas
tecnici, e del gruppo italo-svizzero Duferco, azionista di Makstil,
attuale proprietaria dell'acciaieria di Skopje.
Sono inoltre presenti, attraverso distributori macedoni, le seguenti
aziende italiane: Fiat, Fiat Iveco, Chicco, Pirelli, Benetton, Lotto,
Marazzi, Berloni, Ica, Ilco-Orion.
> http://www.ansa.it/balcani/html/presit_bosnia.html
Bosnia Erzegovina: la presenza italiana
PRINCIPALI AZIENDE ...
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tra le due guerre (breve compendio)
Nel 1913 c'erano nella Venezia Giulia (esclusa Fiume) 321 scuole
elementari slovene e 167 croate, per
un totale di 942 classi; gli studenti sloveni erano 46.671, i croati
20.281. Nel 1923 entro' in vigore la
"riforma Gentile", che sanci' "l'introduzione graduale dell' italiano
come unica lingua d' insegnamento":
all'epoca le scuole slovene e croate nella Venezia Giulia e Fiume erano
ancora circa 400 con 52.000 alunni,
ma alla fine dell'anno scolastico 1928/29 tutte le scuole "non italiane"
furono definitivamente chiuse.
I cognomi cambiati furono circa 115.000, e cosi furono italianizzati
tutti i toponimi sloveni e croati.
A cavallo del 1927 e del 1928 furono devastati e distrutti col fuoco
circa 400 circoli culturali sloveni e croati; anche la stampa slovena e
croata fu soppressa all' inizio con incendi alle redazioni ed alle
tipografie e con le bastonate ai redattori, poi per legge dello Stato
nel 1929.
Il Tribunale Speciale fascista celebro' in tutta Italia 978 processi:
131 di questi furono celebrati contro Sloveni e Croati. Su 47 condanne a
morte 36 comprendevano Sloveni e Croati.
Il 6 aprile 1941 l'Italia attacca la Jugoslavia senza dichiarazione di
guerra [come nel 1999] e costituisce la "provincia di Lubiana". Nel
corso dell'occupazione italiana prima e tedesca poi del Litorale
Adriatico troveranno la morte circa 45.000 tra Sloveni e Croati ma anche
antifascisti italiani; verranno arrestate, internate e deportate nei
campi di concentramento italiani e tedeschi 95.460 persone e verranno
distrutte totalmente 19.357 case, parzialmente altre 16.837.
Nella citta' di Trieste nel corso di sette eccidi di rappresaglia (via
Ghegha, Opicina, Prosecco, i piu' noti) verranno fucilati o impiccati
181 ostaggi e non contiamo qui le "piccole" rappresaglie od esecuzioni
di una o due persone alla volta.
Nel lager della Risiera di S. Sabba [campo di concentramento nazista
alla periferia di Trieste] trovarono la morte, dopo atroci torture,
delle 3.000 alle 5.000 persone. Nel campo [di concentramento italiano]
di Rab/Arbe, in Dalmazia, furono internati dall'estate del '42 circa
15.000 deportati dalle zone occupate dall'esercito italiano: erano per
la maggior parte vecchi, donne e bambini.
Presso Udine venne istituito il campo di concentramento di Gonars: da
una lettera scritta dal maggiore dei Carabinieri Matteo Lecce comandante
il Gruppo di Udine: "La mortalita' nel campo... si mantiene sulla
media quotidiana da 3 a 7 su 6.000 internati, colpisce per il 32% i
bambini, pel 9% le donne adulte, pel
13% gli uomini e per il 46% i vecchi". (14/2/43).
Dalla Circolare 3C (1/3/42 e 1/12/42) compilata dal Comando Superiore
delle Forze Armate "Slovenia-
Dalmazia" (2.a armata):
"II trattamento da fare ai ribelli non deve essere sintetizzato dalla
formula -dente per dente- ma bensi'
da quella -testa per dente-!".
"Si sappia bene che eccessi di reazione, compiuti in buona fede, non
verranno mai perseguiti".
Da "Riservato a Mussolini", note dei servizi segreti repubblichini (ed.
Feltrinelli):
not. 17/4/44 "...Dopo la distruzione dei paesi, operata lo scorso mese,
l'attivita' dei banditi comunisti si limita a pattuglie esploranti...
Resta cosi' dimostrato che con l'eliminazione dei nuclei abitati e'
stata tolta al ribelli una base di rifornimenti di importanza
vitale...".
Telegramma del generale ROBOTTI a vari corpi armati:
"Dispongo che chiunque sia trovato in possesso di stampati per tessere
comuniste o documenti analoghi sia passato per le armi alt le abitazioni
in cui saranno trovati documenti di cui sopra dovranno essere distrutte"
(4/8/42).
(I dati sono tratti dai testi in bibliografia; sui caduti della Regione
"1940-45: la seconda guerra mondiale e la Resistenza in Friuli"
dell'I.F.S.M.L.; sintesi a cura de "La Nuova Alabarda", periodico di
informazione indipendente, Trieste, n.98).
BIBLIOGRAFIA UTILE
AA.VV.: Dallo squadrismo fascista alle stragi della Risiera - ANED.
ANED: San Sabba. Istruttoria e processo per il Lager della Risiera -
Mondadori
P. Brigpoli: Santa Messa per i miei fucilati - Longanesi
C. Gernigol: Operazione foibe a Trieste - Kappavu
G. Fogar: Sotto l'occupazione nazista nelle provincie orientali - Del
Bianco.
F. Fölkel: La Risiera di S. Sabba - Mondadori.
L. Sirovich: Cime irredente - Vivalda.
P. Parovel: L'identita' cancellata - E. Parovel.
P. Stranj: La comunita' sommersa - ZTT.
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annessione
del Kosovo all'Albania, l'amministrazione coloniale ONU (UNMIK)
introduce le dogane,
con i rispettivi dazi da pagare, alla frontiera amministrativa interna
tra Kosovo e Serbia
centrale.
---
> http://www.ansa.it/balcani/kosovo/20010412155131846956.html
ALBANIA: MINISTRO GIUSTIZIA PER UNIFICAZIONE CON KOSOVO
(ANSA) - TIRANA, 12 APR - Il ministro della giustizia albanese Arben
Imami,
leader del Partito per l'Allenza democratica (Pad), ha detto oggi che
''il
futuro obiettivo politico'' del suo partito ''e' l'unificazione pacifica
tra Albania e Kosovo''. Secondo Imami, il Pad lavorera' nella prossima
legislatura per giungere a questo risultato attraverso quattro diverse
direttive: l'unificazione politico-istituzionale tra le due entita',
l'unificazione monetaria, doganale e fiscale e l'unificazione nel campo
dell'istruzione ''per creare un unico spazio culturale albanese''. La
quarta direttiva indicata da Imami e' quella oggettivamente piu'
complessa:
''Incoraggiare un movimento diplomatico che convinca la comunita'
internazionale che l'unificazione tra Albania e Kosovo non crea una
forza
destabilizzante, ma e' al contrario una garanzia per la stabilita' di
Albania, Kosovo e di tutta l'europa sud-orientale''. Il ministro si e'
detto convinto che ''il processo di integrazione europea va in questa
direzione''. E' la prima volta che un esponente del governo albanese
(pur
se rappresentante di un partito minore) si esprime in favore
dell'unificazione tra Albania e Kosovo. In precedenza solo l'attuale
leader
dell'opposizione Sali Berisha (con il quale il Pad sta valutando se
partecipare insieme alle prossime elezioni di giugno), si era detto
favorevole alla creazione di ''una federazione albanese'' nei
Balcani.(ANSA)
BLL 12/04/2001 15:51
> http://www.ansa.it/balcani/kosovo/20010417122431849901.html
KOSOVO: MITROVICA, SERBI BLOCCANO MEZZI KFOR E ONU
(ANSA) - PRISTINA, 17 APR - Manifestanti serbi hanno organizzato da
questa
mattina blocchi stradali intorno a Kosovska Mitrovica, turbolenta citta'
del Kosovo settentrionale per protestare contro una decisione della
missione delle Nazioni Unite (Unmik) per l'imposizione di dazi doganali
sulle merci provenienti dal vicino territorio della Serbia.
Andrea Angeli, portavoce della missione Onu, ha confermato che ai posti
di
blocco viene impedito il passaggio anche ai mezzi dell'Unmik e della
Kfor,
forza di pace a guida Nato.
La tensione e' molto alta anche dopo la decisione annunciata dal
comitato
di crisi serbo di voler interrompere tutte le relazioni con i
rappresentanti della missione delle Nazioni Unite. La prevista riunione
settimanale fissata per questa mattina con rappresentanti dell'Unmik e'
stata annullata dai delegati serbi. La notte scorsa un'auto di un
albanese
che si trovava sul lato serbo della citta' e' stata incendiata. Fino a
questo momento non si segnalano scontri. (ANSA).
BLL 17/04/2001 12:24
---
"IL GOVERNO JUGOSLAVO NON APPROVA"
ZIVKOVIC: YUGOSLAV GOVERNMENT DID NOT APPROVE CUSTOMS POINTS
BELGRADE, April 17 (Tanjug) Yugoslav Interior Minister Zoran
Zivkovic told Tanjug Tuesday, on the occasion of the setting up of UNMIK
customs posts on the administrative boundary of Kosovo and Metohija,
that
noone on the Yugoslav side approved their opening.
Zivkovic, in a Serbian parliament break, said he heard UNMIK's
explanation that it was a reaction to the control points opened recently
by
the Republic of Serbia on the other side of the administrative boundary
"although there are no customs crossings."
Zivkovic assessed that "it was remark that deserves further
consideration," adding that a solution will most probably be found in
the
next few days.
"IL GOVERNO SERBO NON ERA STATO INFORMATO"
UNMIK CUSTOMS WITHOUT KNOWLEDGE OF SERBIAN GOVERNMENT
BELGRADE, April 17 (Tanjug) The Serbian government said on
Tuesday that it was not informed or consulted about the introduction of
customs posts on the administrative boundary of Kosovo and Metohija with
the rest of Serbia.
Incorrect are all claims, coming from whatever side, that the
government was officially informed, or, even consulted, about the
introduction of customs posts at Rudnice and Jerinje near Zubin Potok
and
Leposavic.
"The Serbian government was informed about the introduction of
customs posts by the media and considers the decision wrong and contrary
to
all domestic and international legal regulations, and particularly
Resolution 1244," the statement said adding that UNMIK has been informed
about the position of the Serbian government.
"IL PARLAMENTO SERBO SI OPPONE"
SERBIAN PARLIAMENT OPPOSES CUSTOMS CHECKPOINTS IN NORTHERN KOSOVO
BELGRADE, April 17 (Tanjug) The Serbian parliament on Tuesday
strongly condemned the UN Civilian Mission for Kosovo and Metohija
(UNMIK)
decision to place Customs checkpoints at the administrative border
between
Serbia's southern province and other parts of Serbia.
A statement issued after a meeting, which the parliament
presidency held with the Democratic Opposition of Serbia, Socialist
Party
of Serbia and Party of the Serbian Unity party club representatives and
MPs
from KosovoMetohija, said that the Serbian parliament "strongly condemns
the placing of Customs checkpoints."
"Such onesided UNMIK administration moves are aggravating an
otherwise dramatic situation in KosovoMetohija and may increase the
plight
and moving out of Serbian and other nonAlbanian population," said the
statement submitted to Tanjug by the parliament's Information Service.
The Serbian parliament "believes that the embitterment of Serbs
throughout northern Kosovo is justified and therefore demands that UNMIK
urgently remove illegal Customs checkpoints, because they clash with (UN
Security Council) Resolution 1244," the statement said.
ANCHE LA DOS CONDANNA LA DECISIONE DELL'UNMIK
NO YUGOSLAV CUSTOMS ON ADMINISTRATIVE BOUNDARY WITH KOSOVO
BELGRADE, April 17 (Tanjug) DOS party grouping head in Serbian
parliament Cedomir Jovanovic said on Tuesday that "there are no customs
points on our side towards Kosovo and Metohija, nor did they ever
exist,"
but only points for controlling all goods entering FR Yugoslavia.
Kosovo and Metohija are part of Serbia and Yugoslavia and there
is
no reason for forming internal customs posts, Jovanovic told reporters
in
Serbian parliament.
Pointing out he expected from the Serbian government to react
officially, Jovanovic assessed that "everything that the international
community did last weekend deserves the strongest condemnation of both
the
Yugoslav and Serbian administrations" and that "there are no reasons for
such radical and flagrant violations of Resolution 1244."
KOSOVO INDEPENDENCE HOPELESS CASE, SERBIAN VICEPREMIER SAYS
LOZNICA, April 18 (Tanjug) The world community has not been
authorized by the Yugoslav or Serbian authorities to set up a customs
administration anywhere in KosovoMetohija, and it is unclear why, and to
what end, this has been done, Serbian VicePremier Vuk Obradovic said in
the
western Serbian town of Loznica late Tuesday. Asked at a press
conference
whether the establishment of the UN customs administration was a step
towards an independent KosovoMetohija, Obradovic, who is also the leader
of
SocialDemocracy (SD), replied that "independence of Kosovo is a hopeless
case", as this province was, and would be, part of Serbia and
Yugoslavia.
"Everybody in the world community should be aware of the fact
that
any problems emerging in the Balkans and southeastern Europe can only be
tackled through the socalled regional approach," Obradovic said.
BATIC: UNMIK'S DECISION HAS TO BE CHANGED
BELGRADE, April 17 (Tanjug) Serbian Justice Minister Vladan
Batic
said on Tuesday that UNMIK's decision for setting up customs posts on
the
administrative boundary of Kosovo and Metohija with Serbia was taken
without consultations with the Yugoslav and Serbian authorities.
The decision "has to be changed," he told reporters in Serbian
parliament.
"IL GOVERNO JUGOSLAVO ERA STATO INFORMATO A META' FEBBRAIO"
YUGOSLAV GOVERNMENT WAS INFORMED ABOUT SETTING UP CUSTOMS IN KOSOVO
NEW YORK, April 18 (Tanjug) UN spokesman Fred Eckhard said in
New
York on Tuesday that UNMIK is the temporary authority in KosovoMetohija
and
that the decision to collect tax for local needs is in conformity with
the
mandate of the UN mission, and that all people in the province will
benefit
from the income.
Eckhard said that protests and objections of Kosovo Serbs
against
this decision would be better accepted if they were processed through
legal
channels.
The border taxes have a local character, and are intended for
resolving local problems, and therefore it is normal that they should be
collected in the territory of KosovoMetohija, a UN Secretariate legal
expert said.
The expert pointed out that the UNMIK decision is neither new
nor
unexpected, since, according to him, the Yugoslav government and the
Committee for cooperation with UNMIK were informed about it in
midFebruary.
BLOCCHI STRADALI PER PROTESTA
UNMIK AND KOSOVO SERBS LOCK HORNS
NORTHERN KOSOVO, 18 April (B92) As road blockades begin to
bite,
north Kosovo Serbs and the UN mission are continuing to dig their heels
in
over the Kosovo-Serbia customs dispute.
Serbian political representatives from the area pledged today
that
the blockades would remain for as long as UNMIK sticks to its decision
to
open customs checkpoints on the administrative border.
A Radio B92 correspondent reports that the selective blockades
on
KFOR and UNMIK supply routes are beginning to bite since army and police
will not allow food to be airlifted in to the international troops.
The squeeze has intensified with a further blockade in Kosovska
Mitrovica near the bridge over the Ibar River. In response to Belgrade
pleas of ignorance, UNMIK spokesman Frank Benjaminsen yesterday claimed
that in fact the Yugoslav authorities had given approval and indeed were
kept informed of the move.
Benjaminsen denied it was a further step towards the separation
of
Kosovo, adding that tax would be paid only on certain goods originating
outside Yugoslavia.
Unmoved, Serb leader Oliver Ivanovic warned of a possible
escalation of tension between protestors and KFOR.
Kosovska Mitrovica municipality president Nenad Radosavljevic
claimed that protest organisers were in fact Socialist activists and
smugglers who had manipulated the people. (Radio B92)
KOSOVOMETOHIJA SERBS BLOCK ROADS TO CENTRAL SERBIA
KOSOVSKA MITROVICA, April 17 (Tanjug) KosovoMetohija Serbs
blocked the road through Leposavic on Tuesday, bringing traffic between
the
Serbian province and central Serbia to a complete halt, after a decision
of
the local Political Defense Committee and the authorities of
municipalities
in northern Kosovska Mitrovica.
All roads in Kosovska Mitrovica, Zvecan, Leposavic, and Zubin
Potok have been blocked since 8 am on Tuesday. The blockade also applies
to
all vehicles of international organizations.
KOSOVO SERBS BLOCK IBAR TRUNK ROAD NEAR LEPOSAVIC
LEPOSAVIC, April 17 (Tanjug) Serbs in Leposavic blocked the
Ibar
trunk road in four places early on Tuesday, protesting against the
placing
of Customs checkpoints at the administrative border between
KosovoMetohija
and other parts of Serbia. Serbs said that the "people in the Leposavic
municipality will
not allow a greater Albania to be set up by the placing of Customs
checkpoints at the administrative border between KosovoMetohija and
Serbia."
"Through a perfidiously pursued policy and disregard of UN
Security Council Resolution 1244 and the Kumanovo Agreement, KFOR and
UNMIK
have sided with ethnic Albanian extremists," it was said in a statement
made by the Serbs who blocked the road at 8 a.m. "We will use all
democratic means to oppose this."
The barricades, placed in Socanica, Leposavic, Lesak and
Jerinje
at the administrative border between KosovoMetohija and Serbia, will be
removed once Customs officers withdraw from the KFOR's Belgian
contingent
checkpoint.
The Leposavic municipality crisis board protest has been joined
by
all enterprises, shops and catering facilities, which stopped working at
9
a.m. Schools and universities have disrupted classes and lectures and
the
local health centre and outpatient clinics admit only the patients who
need
urgent treatment.
UNMIK police and KFOR troops are peacefully observing the road
blocks and their commands are constantly in touch with the Leposavic
municipality crisis board.
PROTESTS, ROAD BLOCKS TO GO ON UNTIL REMOVAL OF CUSTOMS CHECKPOINTS
KOSOVSKA MITROVICA, April 17 (Tanjug) Serbs in northern
KosovoMetohija will never accept Customs checkpoints at the
administrative
border between KosovoMetohija and other parts of Serbia, several
thousand
protesters taking part in a rally in northern Kosovska Mitrovica said on
Tuesday.
Protesters said that the UNMIK decision in Kosovo symbolised
one
of the attributes of statehood and that this was a first step towards
the
realisation of an independent Kosovo state.
Serbs will decisively oppose this decision, using all available
democratic means, it was said at the rally, held at the central town
square.
Member of the Political Committee for the defence of the
northern
part of KosovoMetohija Dr Milan Ivanovic said that the introduction of
Customs put economic and political pressure on the Serbs, brought their
survival into question and meant that their expulsion from Serbia's
southern province would continue.
Ivanovic said that KosovoMetohija was and would remain an
integral
part of Serbia and Yugoslavia and called upon Serbs to persist in their
struggle aimed at removing Customs checkpoints. He said that roads would
remain blocked until the withdrawal of this decision and that peaceful
rallies would be held every day.
The next protest rally is to be held in Zvecane on Wednesday.
The
Kosovska Mitrovica rally ended with a stroll to the road block at the
end
of the town, in the direction of Zvecane.
During the rally, two KFOR fighter plains and two helicopters
flew
low over the site.
KFOR SPOKESMAN: SERBS BLOCK KFOR VEHICLES ON FIVE ROADS
PRISTINA, April 17 (Tanjug) Kosovo and Metohija international
force KFOR spokesman Roy Brown said in Pristina on Tuesday that United
Nations and KFOR vehicles were stranded on at least five roads in
northern
Kosovo and Metohija blocked by Serbs from this part of the province in
protest against a unilateral decision by the U.N. Kosovo civilian
mission
UNMIK to set up a tax checkpoint on the administrative boundary between
Kosovo and Metohija and Serbia proper.
KFOR is trying to resolve the situation without confrontations,
but it has warned that members of the international force are ready to
remove the blockades if necessary for peacekeeping operations or "the
passage of the essential services," the spokesman said.
---
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JUGOSLAVIA: MONTENEGRO, MANIFESTAZIONE CONTRO INDIPENDENZA DA
FEDERAZIONE
(ANSA-AFP) - PODGORICA (JUGOSLAVIA), 18 APR - Cica 10 mila
simpatizzanti della coalizione tripartita 'Per la Jugoslavia' hanno
manifestato ieri sera a Podgorica contro l'indipendneza del Montenegro,
piccola
repubblica che assieme alla Serbia forma dal 1992 la Repubblica federale
di
Jugoslavia. ''Dopo le elezioni legislative di domenica prossima non vi
sara' nessun
referendum sull'indipendenza'', ha detto Predrag Bulatovic, il
presidente del
Partito socialista popolare (Snp), uno dei tre schieramenti della
coalizione.
Dicendosi certo della vittoria, Bulatovic ha assicurato che invece del
referendum
promesso dall'attuale presidente indipendentista Milo Djukanovic la sua
alleanza
riprendera' il dialogo con la Serbia ''per il futuro della Jugoslavia''.
Nel corso
della manifestazione sono stati scanditi slogan ostili a Djukanovic, che
i
nazionalisti [SIC] accusano di essere troppo allineato con l'Occidente.
Alle legislative
di domenica, che fanno seguito alle elezioni anticipate tenute in Serbia
lo scorso
dicembre, il partito di Djukanovic e' favorito. Il presidente
montenegrino vuole
staccarsi da Belgrado e dar vita ad una unione tra stati sovrani con la
Serbia. Il
presidente jugoslavo Vojilsav Kostunica, succeduto a Slobodan Milosevic
lo scorso
ottobre, non e' favorevole all'indipendenza del Montenegro ma ha detto
che, in caso
di referendum, si atterra' alla volonta' dei cittadini. (ANSA-AFP). ZU
18/04/2001 00:13
MONTENEGRO'S FUTURE IS SAFE ONLY WITHIN YUGOSLAVIA
PODGORICA, April 18 (Tanjug) The coalition "Together for
Yugoslavia" is not fighting for the survival of the common state with
Serbia for the sake of Serbia, but because it is certain it is best for
Montenegro to be in a common state with that republic, Socialist
People's
Party President Predrag Bulatovic, the coalition election list's
principal
candidate, said late Tuesday.
Speaking at an election rally of this coalition in Podgorica,
Bulatovic said "the Montenegrin regime is preparing a trick...They want
to
maintain their personal and dictatorial power and privileges, to make an
independent Montenegro."
"Even though they mention some alliance with Serbia, they are
not
for a community with it, but for parting from Serbia and (for) borders,"
Bulatovic said.
He said the coalition would win at the Sunday parliamentary
elections in Montenegro and then continue dialogue with the democratic
authorities in Serbia on reorganizing the current Yugoslav federation.
---
SI RIPETE LO SCENARIO DEL 1991:
IL MINISTRO DEGLI ESTERI FRANCESE DICE DI NON APPOGGIARE
L'INDIPENDENZA DEL MONTENEGRO...
INTERNATIONAL COMMUNITY DOES NOT SUPPORT INDEPENDENCE OF MONTENEGRO
PARIS, April 12 (Tanjug) French Foreign Minister Hubert
Vedrine
said in Paris late Wednesday that the international Contact Group
supports
democratic Montenegro in democratic Yugoslavia, and that any unilateral
decision would mean stoppage of political, financial and economic aid of
the international community to this republic.
Foreign ministers of the country members of the Contact Group
for
former Yugoslavia said at a press conference after the meeting that
general
elections in KosovoMetohija should be held only if security conditions
are
fulfilled, if all communities participate in them, and refugees return
to
their homes.
Russian Foreign Minister Igor Ivanov played a key role in the
finalization of this formulation, Tanjug said.
Ivanov told the press conference attended by foreign ministers
of
all country members that elections are the best way for forming
democratic
institutions, and that Russia in this respect cannot oppose them.
Asked by reporters whether he thinks that the general elections
in
KosovoMetohja should be held by the end of the year, U.S. State
Secretary
Colin Powell answered in the affirmative, while the other ministers did
not
give any time frames.
The Yugoslav authorities were sent a message of support for the
democratic changes, the undertaken measures towards reforms, the
establishing of a lawabiding state, and respect of the rights of
minorities.
INTERNATIONAL COMMUNITY DOES NOT SUPPORT SECESSION, SAYS
VEDRINE
PARIS, April 13 (Tanjug) The international community is
against
the possible secession of Montenegro from Yugoslavia and it does not
believe an independent Kosovo would be a good solution, French Foreign
Minister Hubert Vedrine has said.
One unilateral decision would provoke another, and then there
would be problems, Vedrine said in talks with reporters from Macedonia,
BosniaHerzegovina, and Albania after the end of the Contact Group
meeting
in Paris on Wednesday.
Asked how the world would react if Montenegro nevertheless opts
for independence, Vedrine said the international community was not
obliged
to say what it would do in reaction to something that has not yet
happened.
Praising the democratic changes in Belgrade, Vedrine said the
best
way to help was to understand that Yugoslavia needs time in order to
resolve its problems in stages and back all actions with legal
decisions.
All partners are in agreement on this, Vedrine said.
Asked if there were any disagreements on the situation in the
Balkans among the partners, he said the group had a joint policy, common
principles and core ideas, but that it was true that these were not
viewed
in exactly the same light by all.
DJUKANOVIC: LA SALVEZZA DEL MONTENEGRO E' L'INDIPENDENZA
MONTENEGRO'S SALVATION IS ITS INDEPENDENCE, SAYS DJUKANOVIC
BIJELO POLJE, April 12 (Tanjug) Montenegro's salvation lies in
its independence, Montenegrin President and Democratic Socialist Party
leader Milo Djukanovic said late Wednesday at the preelection convention
of
the coalition "Victory for Montenegro" in Bijelo Polje.
"We have been reconstructing and have almost reconstructed the
Montenegrin state after a whole century of its stumbling and systematic
extermination," Djukanovic said, and added that after a convincing
victory
of this coalition at the April 22 elections "a democratic referendum
will
be held in Montenegro."
He voiced hope that, at this referendum, the Montenegrin people
will give "a convincing majority vote for reconstruction and full
sovereignty of Montenegro," which the international community would
accept
and recognize.
...COMUNQUE VADA A DICEMBRE SARANNO INGHIOTTITI NELL'EURO
MONTENEGRO TO SWITCH TO EURO IN DECEMBER, MONTENEGRIN PREMIER
PODGORICA, April 11 (Tanjug) As of December 2001, the euro
will
be the official currency in Montenegro, Montenegro's Premier Filip
Vujanovic announced in Podgorica late Tuesday.
Speaking at the promotion of the coalition "Victory of
Montenegro", comprising his Democratic Party of Socialists (DPS) and the
SocialDemocratic Party (SDP), Vujanovic said that "independence for
Montenegro, and its economic sovereignty are prerequisites for better
life," and that Montenegro will not allow someone else to control it any
more.
As a sovereign country, Montenegro will get more favourable
loans
from international financial institutions, but this will not be possible
if
it has to wait for Serbia to pay back huge loans obtained from the World
Bank, according to Vujanovic.
KOSTUNICA E' PREOCCUPATO!
KOSTUNICA PREOCCUPIED BY SURVIVAL OF COMMON STATE
BELGRADE, April 14 (Tanjug) Yugoslav President Vojislav
Kostunica
said he believed in the future of the common state of Serbia and
Montenegro
and that in the center of his attention was the survival of the common
state and its reconstruction.
Kostunica in an interview for the holiday issue of Glas
javnosti
daily newspaper said that "despite the means the authorities in
Montenegro
are clearly using, such as pressures, blackmail, threats, poisonous
rhetoric in the media, even the talk of hatred, I think what is rational
will prevail, which means that I believe in the future of a common
state."
Asked whether he would accept to run for president of Serbia in
case of the breakup of Yugoslavia, Kostunica said "at the moment when I
accepted candidacies of the Democratic Opposition of Serbia in the
summer
of last year I did not think about my personal career but about the
survival and future of the state, and I do not think about it now."
"Simply, there are so many reasons to fight for the survival of
the common state of Serbia and Montenegro and that is what I am thinking
about."
KOSTUNICA NO REASON WORTH BREAKING UP STATE
PODGORICA, April 15 (Tanjug) Yugoslav President Vojislav
Kostunica said Saturday evening he did not see any reason worth the
breaking up of the state community of Montenegro and Serbia.
"We can and should reconstruct Yugoslavia into a functional
federation, that will be correspond to the needs of Montenegro and of
Serbia," Kostunica said in an interview with the newlyfounded Podgorica
television production MN.
The Yugoslav President confirmed "that the will of the people
must
be respected, but a will that is not expressed against the backdrop of
pressures, blackmail and media manipulations and contrary to the
Constitution of Montenegro."
In his assessment, in regular conditions, the coalition of the
Democratic Party of Socialists and of the Social Democratic Party could
not
expect to win at the April legislative elections in Montenegro.
Commenting the statements of some Montenegrin officials that
Yugoslavia does not exist any longer, the Yugoslav head of state said
that
"the official authorities in Montenegro want one thing, and the whole
world
another."
"The whole international community says that Yugoslavia exists,
albeit inefficient in many elements," he said. "We want to make it
efficient and to what aspires our platform for new relations inside the
federation," Kostunica said.
YUGOSLAV PRESIDENT'S AIDE CALLS UNITARIZATION STORIES
PROPAGANDA
PODGORICA, April 13 (Tanjug) An aide to Yugoslav President
Vojislav Kostunica dismissed as unclear claims by Montenegrin officials
to
the effect that Kostunica's platform for a new federation of Serbia and
Montenegro is a political, rather than a government programme.
In a statement to Friday's issue of Glas Crnogoraca, Slobodan
Samardzic said that all of Serbia and part of Montenegro support the
"socalled political program", while "their socalled government program
drew
support only from a part of Montenegro that is colloquially referred to
as
'official', and they had better think about that".
Samardzic described as legally groundless claims by some
Montenegrin officials that consent to Kostunica's platform would mean
approval of unitarization of the common state.
Unitary states and federations do exist, and President
Kostunica's
platform envisages a federation with certain confederal elements, based
on
the specific structure of a possible federation of Montenegro and
Serbia,
Samardzic explained. Therefore, the unitarization story is sheer
political
propaganda, he noted.
IL MONTENEGRO HA ACCUMULATO UN DEBITO ESTERO
SUPERIORE AL MILIARDO DI DOLLARI
LABUS MONTENEGRO'S DEBT OVER BILLION DOLLARS
BELGRADE, April 14 (Tanjug) The debt of Montenegro in the
total
debt of FR Yugoslavia to foreign countries is over a billion dollars,
and
not 307 million dollars as politicians in Podgorica claim, said Friday
evening Yugoslav Deputy Premier Miroljub Labus.
"If FR Yugoslavia was to disassociate, someone will have to
explain to the citizens of Montenegro that the per capita debt in that
Republic is much higher than in Serbia," Labus said in a Television
Politika talk show.
Pointing out he was speaking as an economist, Labus said he was
confident that FR Yugoslavia will be preserved, because its breakup
would
put off foreign capital inflow to Serbia and to Montenegro for at least
two
years, which is how long the process of redefining the debt balance
between
federation members would take.
INDEPENDENCE OF MONTENEGRO FROM ECONOMIST'S ANGLE - DINKIC
PODGORICA, April 14 (Tanjug) Yugoslav central bank governor
Mladjan Dinkic considers that the independence of Montenegro has no
economic reasons and would be more damaging than useful for the
Republic.
"The independence of Montenegro at this moment when Yugoslavia,
and Serbia, are making great strides in economic reforms and in their
integration into the world, has no meaning, all the more as the costs of
its independence will be greater than the benefits," Dinkic said to the
association of young journalists of Montenegro.
The governor of the National Bank of Yugoslavia considers that
the
Montenegrin economy is "not capable of surviving the competition of
European products."
DJUKANOVIC E VUJANOVIC: ANDREMO DRITTI ALLA META
DJUKANOVIC I WILL ASK FROM PARLIAMENT TO CALL REFERENDUM
BELGRADE, April 14 (Tanjug) President of Montenegro and of the
Democratic Party of Socialists (DPS) Milo Djukanovic said he was
convinced
his party will win at the upcoming elections after what he will ask from
parliament to call a referendum, and that the positions of Serbian
Premier
Zoran Djindjic were closer to him than those of Yugoslav President
Vojislav
Kostunica.
In an interview for the Saturday issue of Blic newspaper,
Djukanovic said he understands "a certain amount of fear of
international
political circles who, unfortunately, are not used to seeing civilized
solutions in the Balkans."
Djukanovic underlined that "the federal state does not have any
chance of surviving."
The Montenegrin president, speaking about relations with
Yugoslav
President Vojislav Kostunica and Serbian Premier Zoran Djindjic said "I
respect very much both the position of Mr. Djindjic and that of Mr
Kostunica...With Djindjic I have friendly relations, and I have known
him a
longer time. His pragmatism and realistic approach to economic and
social
issues and topics are closer to me," Djukanovic said.
THERE WILL BE NO MORATORIUM - VUJANOVIC
PODGORICA, April 14 (Tanjug) Montenegrin Premier Filip
Vujanovic
resolutely said that "there will be no moratorium for resolving
interstate
relations between Montenegro and Serbia."
In a statement for Radio Deutsche Welle, carried on Saturday by
Montenegrin media, Vujanovic said that the referendum on the statelegal
status of Montenegro will be called immediately after the constitution
of
the republic's new parliament, following elections on April 22.
He dismissed speculations that Montenegro's bid for
independence
might be the cause of instability in the region.
"The project we are proposing is in the interest of stable
relations of Serbia and Montenegro, and thereby of stability of the
region
as a whole," Vujanovic said.
DJUKANOVIC: NON C'E' EGUAGLIANZA POSSIBILE ALL'INTERNO
DELLA FEDERAZIONE
DJUKANOVIC: MONTENEGRO'S EQUALITY IN FR YUGOSLAVIA NOT POSSIBLE
PODGORICA, April 16 (Tanjug) Montenegrin President Milo
Djukanovic said late Sunday there are reasons to doubt that Yugoslav
President Vojislav Kostunica is inciting tensions by alleging
irregularities existed in the election campaign in Montenegro.
This came in his comment about the statement made Sunday by
Kostunica in an interview with the new Television MN in Podgorica, that
the
coalition "The Victory is Montenegro's Milo Djukanovic" could not win at
the forthcoming parliamentary elections.
"Now I see what is the force that inspires our political
opponents
in Montenegro who persist in claiming there are many irregularities
here,"
Djukanovic said.
VUJANOVIC: IL MONTENEGRO AVRA' IL SUO ESERCITO
VUJANOVIC: MONTENEGRO WILL HAVE ITS OWN ARMY
PODGORICA, April 16 (Tanjug) Democratic Party of Socialists
(DPS)
VicePresident and Montenegrin Premier Filip Vujanovic said that
Montenegro
will soon have its professional army.
The Podgorica daily Vijesti quoted Monday Vujanovic as saying
at
the DPS preelection panel in Andrijevica that "no one in Montenegro will
ever be able to set up commands or appoint commanders."
"In just a few months, Montenegro will have its own
professional
army and its own defence," he said. He pointed out that Serbia has
been
offered a union of internationally recognized states "as the best
solution
for future relations."
"If they refuse talks on the issue, we will become independent
at
a referendum and also we will live better," Vujanovic said.
---
Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti
dell'ex Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'",
oggi "Comitato Promotore dell'Assemblea Antimperialista":
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In a conflict, good guys and bad guys aren't always
clearly defined
By PETER WORTHINGTON -- Sun Media
http://www.canoe.ca/CalgaryNews/908n1.html
For those interested in knowing how the Balkans got that
way -- Bosnia and Kosovo -- a rare, three-part TV documentary
concludes tomorrow evening on the History Channel.
Yugoslavia: The Avoidable War is a product of New York's
Frontier Theatre and Film Inc., co-produced by George Bogdanich and
German TV producer Martin Lettmayer.
Four years in the making, the documentary has been amended
as events unfolded, including the Kosovo war and its effects,
and was judged the Best Social Documentary at the New York
International Independent Film and Video Festival.
There is a minimum of editorializing or unsubstantiated
comment in the documentary -- unusual for a topic as volatile,
controversial and emotional as the Balkans.
The segment on Kosovo is of special interest to Canadians,
since we joined the war because the U.S. wanted a united front,
not because we had a clue what was going on, or why.
Canada's former ambassador to Yugoslavia, James Bissett,
argued against the war, and history is proving him right. Truth
in Kosovo -- the Balkans -- is cloaked in half-truths and propaganda.
The documentary shows Madeleine Albright, first as UN
ambassador and later as U.S. Secretary of State, not only opposing
Serbs, but mindlessly endorsing Bosnia and eager for war in
Kosovo. She hand-picked Canada's Louise Arbour to be war crimes
prosecutor, who had no experience with the Balkans and
tended to believe every atrocity claimed by the Muslims.
Video footage shows Albright rejecting evidence that
Bosnians bombed or mortared their own people, then blaming the
Serbs in order to persuade NATO to attack the Serbs -- a ploy as
ancient as warfare itself, and repeatedly proven both in Bosnia
and Kosovo.
The supposed massacre at Racak, in Kosovo, which lit the
fuse for the 78-day air war, has been shown to be a hoax -- dead
Kosovo Liberation Army (KLA) fighters (since given military
funerals) were arranged in a gully to appear as if massacred,
complete with mutilations and torture -- proclaimed by both Albright and
Clinton.
President George Bush (Dubya's dad) was also captive of
anti-Serb mania, perhaps because the Bosnian and Kosovo sides hired
New York public relations firm Ruder-Fenn. Serbs were too dumb
to do likewise.
Retired U.S. generals were actively involved in advising
and guiding both Bosnians and Croats against Serbs of Krajina,
massacring and "ethnically cleansing" some 300,000 of them
in Operation Storm -- mindful of Desert Storm (the same
planners).
To his credit, Canada's General Alain Forand defied orders
in efforts to save Serb refugees in Knin from massacre.
In conflicts, we -- the allies -- like good guys and bad
guys to be clearly defined.
Who is right, who is wrong; who are victims, who villains.
White hats versus black hats.
The Balkans don't work that way. The tragedy of the Serbs
(apart from having Milosevic as president) is that their public
relations was so inept that they were effectively demonized.
From the start, Croatia got clandestine help and weaponry
from the U.S. and Germany, despite reviving Nazi symbols (checkerboard
flag) of the Ustashe.
The West conveniently forgot -- and wasn't reminded --
that Serbs were first to fight the Nazis in Yugoslavia and at
enormous risk saved downed Allied airmen in the Second World War.
In Kosovo, after the Second World War, 80% of the Serb
population was pushed out by Albanians. Post-war Albania was the
world's most paranoid country -- too recalcitrant for even the Red
Chinese.
KLA atrocities to incite reprisals by Yugoslav security
forces in turn incited anti-Serb reaction from the U.S. --
overriding European reluctance to get involved. The U.S. pushed NATO
from being a defensive alliance into an aggressive one.
Interviewed in the documentary are the likes of Lord
Carrington, Lord Owen, the New York Times' wise David Binder (with
laser-like insight about the Balkans), Generals Lew MacKenzie and
Britain's General Sir Michael Rose (whose proof that Muslim
atrocities against Muslims in order to blame Serbs was ignored).
In a perfect world, what the U.S. and NATO did in the
Balkans might constitute a war crime.
But the international tribunal in the Hague is winners
against losers; a conspiracy of silence among 19 NATO belligerents
guarantees protection.
What's done is done, but have lessons been learned?
Doubtful.
So far, some 2,100 bodies have been recovered in Kosovo
(no mass graves), while the Red Cross lists 3,368 missing among all
ethnic groups -- a far cry from the 100,000 dead initially
announced by U.S./NATO. Canada's former ambassador Bissett put it
succinctly and sadly:
"There's no question that Kosovo was an unnecessary war
... an attempt to bomb Yugoslavia into submission that should be
of concern to all people ... We have the United States as a
very powerful military force that no longer sees diplomacy and
negotiation as worth their while."
In retrospect, if Yugoslavia had been left alone, Balkan
people would have worked things out with fewer casualties, less
misery and more hope for the future.
The U.S. blew it -- as it often does when it dabbles in
areas it knows nothing about.
Worthington is founding editor of the Toronto Sun
--------------------------------------------------
/for fair use only/
Comunichiamo a tutti i compagni che abbiamo appena aggiornato il nostro
sito con una intera galleria di foto sulla manifestazione contro la NATO
svoltasi a Cesena il 24 marzo:
> http://www.tuttinlotta.org
* SOCIALIST PARTY OF SERBIA
Belgrade, April 14, 2001 - S T A T E M E N T
Today in Belgrade, in front of the Government of Serbia building, second
mass
rally of support for Slobodan Milosevic was held.
25.000 of citizens and leadership of SPS demanded in the rally that
president of
SPS Slobodan Milosevic should continue medical treatment in Military
Medical
Academy. After political pressure on physicians, president Milosevic was
returned yesterday afternoon from that hospital to Central County Jail
in
Belgrade.
Yugoslav and international social, professional and humanitarian
organizations
are called in action of support to demands for release of Slobodan
Milosevic
from detention, so that he could defend himself free on bail, and for
termination
of persecutions and political trials.
Speakers emphasized that new regime is transforming Serbia into
concentration
camp, but people demands freedom and dignity.
Those who spread hatred and fear (advocating foreign, not Serb
interests), will
get the same in return, but doubled.
Citizens of Montenegro are greeted and called to vote against separatism
and for
Yugoslavia, free and common state of Serbian and Montenegrin people and
of
all it's citizens.
The wave of demonstrators then moved trough Nemanjina street to the
Palace of
Justice with intention to deliver a petition for release of Slobodan
Milosevic.
The petition could not be delivered with the explanation that there is
no one in
the court authorized to receive the delegation of the rally.
Demonstration ended with a call for new rally next Saturday in capital
of
Vojvodina, Novi Sad.
To join or help this struggle, visit:
> http://www.sps.org.yu/ (official SPS website)
> http://www.belgrade-forum.org/ (forum for the world of equals)
> http://www.24casa.co.yu/ (the only free daily newspaper in Yugoslavia)
* BUNGLING IN BALKANS REVEALED
Recensione del documentario: JUGOSLAVIA: LA GUERRA EVITABILE
("Yugoslavia: The Avoidable War" - a product of New York's Frontier
Theatre and Film Inc., co-produced by George Bogdanich and
German TV producer Martin Lettmayer)
a cura di PETER WORTHINGTON -- Sun Media
http://www.canoe.ca/CalgaryNews/908n1.html
> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/916
* LE NOVITA' SUL SITO DELLA Ligue Anti-Impérialiste
> http://www.lai-aib.org
Nouveaux articles
Français
Balkans
Les victimes serbes de Milosevic
Marc-Antoine Coppo
14-04-2001
«(...) les médias refont l'histoire à leur guise, et au fond
cette
vision des choses arrange (presque) tout le monde : même les
Serbes, naguère démonisés en bloc, apparaissent à présent
comme de simples victimes prêtes à accueillir avec enthousiasme
leurs nouveaux maitres.»
>
http://www.lai-aib.org/lai/article_lai.phtml?section=A1ABBBACAB&object_id=3009
Uranium appauvri
UA: une étude britannique contredit le rapport des Nations Unies
Frédéric Loore
13-04-2001
>
http://www.lai-aib.org/lai/article_lai.phtml?section=A1ABCDBA&object_id=3002
English
Balkans
ANTI-NATO RALLY IN BELGRADE: THOUSANDS REPUDIATE
ARREST OF MILOSEVIC
John Catalinotto
14-04-2001
Even in prison, Slobodan Milosevic remains at the center of
Yugoslav
politics. On April 7, thousands of people filled the plaza
before the
Serbian republic government building to denounce "Fascists, NATO
murderers" and demand they "Release Slobodan."
>
http://www.lai-aib.org/lai/article_lai.phtml?section=A3ABBBAA&object_id=3011
Police Planted Weapons in Milosevic's Villa
15-04-2001
Yugoslav Left (JUL) spokeswoman Dragana Kuzmanovic said on
Monday that the party had information that the weapons found in
the
villa of former Yugoslav president Slobodan Milosevic in Uzicka
street
had been planted by the police.
>
http://www.lai-aib.org/lai/article_lai.phtml?section=A3ABBBAA&object_id=3012
The hoax that started a war
Peter Worthington
01-04-2001
«It changes nothing, but Racak should make people wary of
government
propaganda about areas where they have little knowledge, but
strong
feelings. Remember the emotions generated about "ethnic
cleansing" in
Kosovo? At the end of World War II, the population of Kosovo was
50-50 Serb and Albanian. By 1999 it was 90% Albanian. Today,
it's
close to96%. Over 50 years, who's been "ethnically cleanse! d"?
»
>
http://www.lai-aib.org/lai/article_lai.phtml?section=A3ABBBACAB&object_id=2987
Not as it seems... Was 'Racak' Kosovo's Gulf of Tonkin?
Armen Georgian and Arthur Neslen
05-04-2001
«The Sunday Times [...] last year reported claims by
Pristina-based
European diplomats that William Walker was "inextricably linked
with
the CIA". In their story, diplomatic and intelligence sources
alleged that
the team led by Walker had been a 'CIA front' helping the KLA
with
logistical and technical support. Walker had previously been an
ambassador to El Salvador in the 1980s, when Washington backed
extreme-right wing paramilitaries in that country's civil war.
Echoes of the Gulf of Tonkin, the CIA-manipulated story of the
'torpedoing' of two US destroyers that escalated the Vietnam
war, are
resonant. On 12 August 1998, the US Senate Republican Policy
Committee had commented: "Planning for a US-led Nato
intervention in
Kosovo is now largely in place. The only missing element seems
to be an
event - with suitably vivid media coverage - that could make the
intervention politically saleable ..."»
>
http://www.lai-aib.org/lai/article_lai.phtml?section=A3ABBBACAB&object_id=2988
Humiliation and Absolution in the Balkans
George Szamuely
11-04-2001
The arrest of former President Slobodan Milosevic revealed the
caliber
of the men the United States installed to run Yugoslavia. A
Government
that timidly asks NATOs permission to send a few hundred lightly
armed
men to fight KLA terrorists in Southern Serbian sends thousands
of
heavily armed men wearing ski masks and stockings over their
heads to
storm a family home in suburban Belgrade.
>
http://www.lai-aib.org/lai/article_lai.phtml?section=A3ABBBACBA&object_id=2993
Arrest of Milosevic continues U.S. attack on Yugoslavia
John Catalinotto
04-04-2001
>
http://www.lai-aib.org/lai/article_lai.phtml?section=A3ABBBACBD&object_id=2985
«International War crimes Tribunal» financed by the United States
Government and US Multi-Nationals
Michel Collon
10-04-2001
The «Tribunal» is only interested in putting Milosevic on trial
- not
Sharon, nor Pinochet nor the Murderer Generals from Turkey: Is
it
impartial? Financed by the United States government and by
Americain
millionaires, it refuses to investigate the war-crimes committed
by
NATO and by the Albanian terrorists: Is it independent? Its
modus-operandi throws overboard numerous principles of law: Is
it
legal? We have a portrait of a very bizarre «Tribunal»...
>
http://www.lai-aib.org/lai/article_lai.phtml?section=A3ABBBACBD&object_id=2999
Free Milosevic, Jail Eagleburger, Zimmermann (etc.)...
George Szamuely
11-04-2001
"The real Milosevic has never had the remotest connection with
the
idiotic cartoonish figure depicted by the U.S. government, the
"two
op-ed-page articles a year" denizens of the
defense-industry-funded
think tanks and the ignorant reporters passing for "Balkans
experts" on
NewsHour with Jim Lehrer..."
>
http://www.lai-aib.org/lai/article_lai.phtml?section=A3ABBBACBD&object_id=2997
NATO forces behind International Criminal Tribunal in The Hague
Christopher Black
04-04-2001
Private justice has replaced public justice, the appearance of
fundamental justice has been replaced by an open contempt for
justice.
>
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MILICA RAKIC
9/2/1996 - 17/4/1999
uccisa nella propria casa presso l'aereoporto di Batajnica (RFJ).
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Su Milica Rakic e gli altri crimini della NATO:
> http://anti-usa.virtualave.net/yugosl.htm
(foto e testi)
> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/180
(raccolta di documentazione e link nel primo anniversario
dell'assassinio)
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"...Next the statesmen will invent cheap lies, putting the blame
upon the nation that is attacked, and every man will be glad
of those conscience-soothing falsities, and will diligently
study them, and refuse to examine any refutations of them;
and thus he will thank God for the better sleep he enjoys
after this process of grotesque self-deception..."
(The Mysterious Stranger, 1916, Chapter 9)
"...Poi il governante inventera' misere bugie, per scaricare le colpe
sulla nazione che viene attaccata, ed ogni persona sara' felice di
quelle
falsita' che alleviano la coscienza, e le studiera' accuratamente, e
si rifiutera' di esaminare qualsivoglia loro confutazione;
e cosi' ringraziera' Iddio per i sonni migliori che potra' dormire
in seguito a questo grottesco processore autoingannatore..."
(Lo straniero misterioso, 1916, Capitolo 9)
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