Informazione

Most za Beograd - Un ponte per Belgrado in terra di Bari - Associazione
culturale di solidarietà con la popolazione jugoslava

c/o RdB, via M. Cristina di Savoia 40, 70126 BARI
tel/fax 0805562663 e-mail: ponte@... Codice Fiscale 93242490725
conto corrente postale n. 13087754 intestato a: Associazione Most za
Beograd - Un ponte per Belgrado in terra di Bari
-c/o RdB, via M. Cristina di Savoia 40, 70126 BARI



INIZIATIVE DI SOLIDARIETA' CON I LAVORATORI DELLA ZASTAVA DI KRAGUJEVAC
BOMBARDATA DALLA NATO



Bari, 15 settembre 2000

Abbiamo approfittato delle ferie estive per recarci finalmente a
Kragujevac a fine luglio e consegnare di persona,
direttamente alle singole famiglie, il denaro raccolto per l'iniziativa
di "adozione a distanza" per i mesi di luglio e agosto
(100 marchi a testa per tutti i 169 bambini "a carico"
dell'associazione: 16.900 DM).



Abbiamo inoltre consegnato un'altra parte del denaro ricavato dalla
vendita del libro di poesie Gli assassini della
tenerezza: 8.400 DM, che si aggiungono ai 5.450 DM già consegnati da noi
in febbraio. Col ricavato dei libri venduti da
altri singoli o associazioni e consegnati direttamente a febbraio ai
delegati della Zastava, abbiamo superato i 17 milioni di
lire, che i delegati del Samostalni Sindikat di Kragujevac hanno deciso
di destinare all'acquisto di legna per l'inverno per le
famiglie più bisognose.



Abbiamo potuto renderci conto di persona dell'importanza - economica e
morale a un tempo - che ha la nostra iniziativa.
Mariella Cataldo ne dà un ampio resoconto nei suoi Appunti di viaggio,
allegati a questa lettera. Il salario medio di un
operaio della Zastava corrisponde a meno di 100 DM. Ma solo per quel 50%
che è ora in produzione. Gli altri percepiscono
un'indennità di disoccupazione di circa 20 marchi più un sussidio della
Federazione jugoslava in generi di prima necessità. I
prezzi dei generi alimentari, delle sigarette e di altri beni di largo
consumo sono abbastanza più bassi che in Italia, ma,
molto molto alti se rapportati al salario operaio (insegnanti e medici
non stanno meglio). I prezzi di libri, quaderni,
penne, zaini e altro materiale didattico non sono molto più bassi dei
nostri, mentre altri beni, divenuti da noi di uso
comune, quali personal computer, fotocopie, ecc., costano in assoluto
più che in Italia. Da questi scarni dati ci si può
rendere conto di quanto sia dura e difficile la vita di questo popolo,
sorretto da una grande dignità e spirito di resistenza, e
quanto sia significativa anche sotto il profilo economico quella modesta
somma che noi inviamo ogni mese. Torniamo da
Kragujevac ancor più decisi a continuare e sviluppare l'iniziativa delle
"adozioni a distanza". Abbiamo avviato la ricerca di
sostenitori di un sesto gruppo di 31 bambini, che portano a 200 il
numero complessivo di quelli affidati alla nostra
associazione. Ogni sostenitore potrebbe trovarne altri, coinvolgendo
amici, colleghi di lavoro, conoscenti. Lo hanno già
fatto con successo alcuni sostenitori di Bolzano e di Bologna, dove sono
state costituite delle associazioni di solidarietà,
che hanno realizzato un buon numero di "adozioni a distanza".



Durante l'assemblea alla Zastava di Kragujevac, quando abbiamo
consegnato il denaro alle famiglie e abbiamo parlato con
loro, abbiamo esposto il progetto di pubblicare - ovviamente con il
consenso dei diretti interessati - le lettere più belle e
interessanti della corrispondenza tra i bambini della Zastava e i loro
sostenitori italiani, per farne un libro, Lettere da
Kragujevac, che avrà la duplice funzione di essere una testimonianza
diretta del vissuto in una grande città operaia
bombardata e, al tempo stesso, serva a finanziare una campagna di
solidarietà, come abbiamo già fatto con discreto successo
con Gli assassini della tenerezza. Prego vivamente perciò quanti - e
sappiamo che sono tanti - abbiano ricevuto lettere,
anche brevi, degne di nota, di farcele pervenire (per fotocopia, fax,
e-mail, ecc.).



Come è stato già spiegato in precedenti lettere, abbiamo deciso - per
motivi facilmente comprensibili - di consegnare
sempre una somma uguale per tutti i bambini dello stesso gruppo,
ripartendo tutto il denaro raccolto per il numero di
bambini. Ci è stato possibile anticipare il mese di agosto e coprire
anche le quote di alcuni sostenitori "ritardatari", grazie
al fatto che alcuni degli aderenti a questa iniziativa di solidarietà
hanno preferito versare subito più mensilità in anticipo
(alcuni hanno coperto la quota di un intero anno) e grazie ai fondi
raccolti per la popolazione jugoslava. Chi ha scelto
volontariamente e responsabilmente di aderire all'iniziativa, sa bene
quanto sia importante la regolarità e costanza nei
versamenti: abbiamo suscitato aspettative e speranze in persone colpite
dalla guerra, dall'embargo, dalla distruzione
dell'apparato economico, dall'inquinamento dell'ambiente provocato dai
bombardamenti: non si può deluderle, né giocare
con le loro sofferenze e la loro vita.



Accanto all'impegno, che rimane per noi principale, delle "adozioni a
distanza", abbiamo aderito - con la somma di 1.400
marchi, raccolti in precedenti iniziative pubbliche a sostegno della
popolazione jugoslava - all'iniziativa di acquisto di
materiale didattico per l'inizio dell'anno scolastico a Belgrado per 28
bambini profughi dal Kosovo (a causa delle continue
aggressioni e violenze attuate tra l'estate del '99 e la primavera 2000
dall'UCK).



Accludo il bilancio sintetico del denaro che abbiamo finora consegnato e
di quello attualmente in cassa per il bimestre
settembre-ottobre (che dovremmo consegnare a Kragujevac alla metà di
ottobre).



Dopo qualche lungaggine burocratica, abbiamo ora il numero di conto
corrente postale intestato all'associazione:
13087754, di cui accludo un paio di moduli per gli eventuali versamenti.
Resta inteso che per tutto il tempo necessario di
questa fase transitoria rimarrà disponibile per l'attività
dell'associazione anche il ccp intestato al sottoscritto, finora
utilizzato da diversi sostenitori.



Tutto il lavoro che abbiamo svolto è volontario e completamente
gratuito. Per quanto riguarda le spese per l'attività
dell'associazione (spese di registrazione atto costitutivo, spese di
viaggio per i delegati jugoslavi, materiale per le mostre
fotografiche, fotocopie, manifesti, carta, buste, spese postali,
materiale di cancelleria, ecc.), abbiamo finora provveduto
con alcuni contributi volontari degli associati, con qualche contributo
versatoci da alcuni aderenti all'iniziativa di
adozione a distanza, con alcuni contributi saltuari raccolti durante
alcune iniziative, con la percentuale sulla vendita di
alcuni libri sull'argomento Jugoslavia e i Balcani, o il ricavato della
vendita (detratte le spese di produzione) del
bollettino 24 marzo 1999 - Un anno dopo - Lezioni da una guerra. Spese
per telefono, fax, e-mail non gravano sul
bilancio dell'associazione: si è fatto ricorso a quello della propria
abitazione personale. In due occasioni, grazie
all'intervento di un sostenitore, abbiamo avuto la possibilità - come si
può leggere nel rendiconto - di non pagare nessuna
commissione e nessuna percentuale per il cambio lire-marchi (che le
banche si fanno pagare in genere a caro prezzo,
finendo col far costare 1 DM qualcosa in più di 1000 lire) e abbiamo
iscritto quanto risparmiato tra i contributi per le
spese generali dell'associazione. Per quanto riguarda la sede, la RdB ci
ha messo a disposizione la sua come domicilio
legale dell'associazione e per le abituali riunioni settimanali del
mercoledì. In questa situazione, ogni contributo per
l'attività dell'associazione è sempre molto ben accetto...

Ci sono pervenute alcune richieste di tesseramento
all'associazione. La quota annuale è di L. 50.000 per i lavoratori e di
L. 20.000 per studenti, lavoratori precari, disoccupati. Ai soci verrà
inviato un bollettino periodico di informazione e
documentazione sulle questioni dell'area jugoslava e balcanica e
sull'attività dell'associazione (che, come si è può leggere
nella "carta di presentazione", è stata molto intensa e si propone di
esserlo altrettanto in futuro).



Diversi comitati e associazioni di solidarietà hanno costituito
nei mesi scorsi il coordinamento nazionale La Jugoslavia
vivrà, che si è posto, tra gli altri, l'obiettivo di una grande
mobilitazione contro l'embargo imposto da USA e UE alla
Repubblica Federale Jugoslava. L'embargo -come abbiamo noi stessi potuto
constatare di persona e come è tristemente
noto già per l'Iraq (un milione e mezzo di vittime in 10 anni di
sanzioni) - mina alla base le possibilità di sussistenza e di
sviluppo economico del paese. E' già cominciata la raccolta di
medicinali e di beni necessari per far partire a fine anno un
grande convoglio per la Jugoslavia (possibilmente una nave dal porto di
Bari): testimonianza concreta e manifestazione
aperta della volontà di tanti cittadini italiani di non essere complici,
ancora una volta, della distruzione di un popolo.
Chiunque senta l'importanza di questa battaglia per la vita è invitato a
partecipare con proposte e attività
(sensibilizzazione al problema, raccolta di firme, raccolta di
medicinali e materiali). A supporto della campagna contro
l'embargo, sarà presto disponibile il nuovo video di Fulvio Grimaldi,
Popoli di troppo: embargo! (durata circa 40'),
presentato a Bari (all'Auditorium della Vallisa, nella città vecchia)
ancora in versione non definitiva. Il costo di ogni
videocassetta sarà di 25.000 lire e tutto il ricavato (tolte le spese di
produzione) andrà a sostegno della campagna contro
l'embargo (privilegiando l'acquisto di beni utili per la popolazione).

Fraterni saluti

Andrea Catone











Ho seppellito il mio cuore a Kragujevac...

appunti di viaggio di Mariella Cataldo

dell'associazione Most za Beograd - un ponte per Belgrado in terra di
Bari

c/o RdB, via M. Cristina di Savoia 40, 70126 Bari, tel/fax 0805562663 -
e-mail Ponte@...



------------------------------------------



Il nostro viaggio comincia martedì 25 luglio. All'aeroporto di
Belgrado ci attendono Rajka, Salvatore Cinque e sua
moglie Alba. A Kragujevac ci danno il benvenuto Ruzica, presidente del
Samostalni Sindikat, Sreten, segretario del
sindacato della Zastava automobili, Milan, della Zastava Iveco, Giorgio,
il cassiere. Siamo alloggiati all'albergo
"Sumarice".

Kragujevac è una città operaia di 250.000 abitanti, di cui 38.000
lavoravano alla Zastava. Prende il suo nome da kraguj, il
rapace grifone che popolava i boschi della Sumadja. L'albergo è nel
Parco della Memoria, tra sconfinate distese di betulle
in cui si erge il Monumento delle Ali Spezzate che ricorda la terribile
rappresaglia nazista del 21 ottobre 1941: 7.300
persone fucilate, tra cui 300 studenti ginnasiali con i loro professori.
Ogni anno, il 21 ottobre, lezione di storia: i bambini,
invece di andare a scuola portano fiori a questo monumento. C'è anche il
monumento chiamato Il Fiore per ricordare i
piccoli lustrascarpe rom trucidati per essersi rifiutati di lucidare gli
stivali insanguinati dei nazisti.



Mercoledì 26 un pulmino della Zastava, guidato da Branko, ci porta
in gita al Monastero di S. Sava. Sulla strada
costeggiamo immensi campi di mais arsi dal sole e resi sterili
dall'uranio impoverito e Rajka li innaffia con lo sguardo
sussurrando "quest'inverno sarà dura...". Infatti quest'anno il raccolto
sarà scarso per la siccità. Mentre proseguiamo
nella calura estiva, io penso che mentre nazisti e NATO si sono così
accaniti su questa terra sfortunata, la natura si è
vendicata regalando filari di acacie, noci, betulle, ippocastani. Tutto
a piene mani... come le bombe a grappolo e all'uranio.
Il giorno di S. Sava, i bambini ricevono regali. All'interno del
monastero, affreschi del 1200, prima della battaglia di
Kosovo Polie, mentre una devota mano ha deposto un rametto di basilico
sfiorito davanti all'icona del santo. Nel giardino
delle monache, cespugli di peonie e di jorgovan - i lillà - a
profusione. Milan ci regala una croce ortodossa e una piccola
preghiera per i viaggiatori. Lungo la strada incontriamo carri di
zigani, mentre Branko si scatena con musica serba
"strazzacore", che come un baklave inzuppa di miele i fondi del nostro
cuore.

Ci rechiamo poi alle terme di Vrnjacka Banija, dove visitiamo il
sanatorio dei lavoratori della Zastava che hanno
problemi di intestino e di diabete. Il presidente del sanatorio ci parla
dell'ospedale con 900 letti. I pazienti vengono qui a
curarsi su indicazione medica. Essi gestiscono cinque sorgenti di acqua
minerale. Il sanatorio ha acque termali per massaggi
e diete riducenti (efficaci in 15-21 giorni). Anche gli sportivi di
fitness vengono qui. Le aziende pagano per ogni
lavoratore il 60%, il restante 40% è pagato da un fondo pensionistico
statale. Per un cittadino jugoslavo il soggiorno e la
cura costano circa 20.000 lire, per gli stranieri circa 35.000.
Salvatore ci fa un pensierino e prende dépliants da distribuire
in Italia. Ci sono anche acque sulfuree. Qui tutti ricordano Pertini e
questo ci fa sentire meno vigliacchi come italiani.



Giovedì 27, cerimonia di consegna del denaro raccolto dalla nostra
sottoscrizione ai bambini della Zastava. In tutta la
mattinata prenderanno dalle nostre mani il loro "stipendio" circa 500
bambini, perché insieme con noi di Bari c'è la
delegazione della CGIL di Brescia con Salvatore e Alba. E' presente la
TV nazionale. Ruzica, presidente del Samostalni
Sindikat, ci presenta, dicendo che abbiamo sacrificato le nostre ferie
per i bambini della Zastava.

Salvatore Cinque chiede scusa a nome di tutti i cittadini democratici di
Brescia, per quello che i nostri governi hanno fatto,
specificando che quello che noi facciamo non è carità ma un piccolo
risarcimento. Egli porta l'aiuto di tanti operai che
stentano a tirare avanti e fa l'esempio di una scuola di Brescia i cui
scolari hanno rinunciato per un giorno al pasto mensa
per adottare due bambini. Porta il saluto di Lino Anelli, tra i
coordinatori del progetto Zastava, del sindaco di Brescia che
ha dato come comune 10 milioni di lire, si sente onorato di aver
conosciuto gli operai che hanno fatto da scudo umano per
difendere la fabbrica. Promette di darsi da fare con i sindacati europei
per far cessare l'embargo. Bacia poi il bimbo Rados
perché dia un bacio a tutti i bambini della Zastava. Ruzica consegna
quattro tessere di iscrizione al sindacato Samostalni a
Salvatore e a sua moglie Alba, ad Andrea e a me. Alba consegna
personalmente il denaro raccolto dalla CGIL di Brescia ai
bambini. Facce di operai apparentemente fredde e distaccate ci sfilano
davanti e un operaio, dopo aver preso la busta ci
saluta ad occhi bassi, quasi a volersi scusare per averci dato quel
fastidio: la commozione è alle stelle! Anche un bambino
rom, nerissimo e secchissimo, accompagnato dalla mamma, prende il
"salario". Un operaio in tuta blu prende la busta per
il suo bambino. Una donna bacia la mano a Rajka dicendo: "Tu sei il mio
angelo salvatore". Quante mani abbiamo stretto
quella mattina, anche quelle di una bambina con il peluche di un
coniglietto celeste, quante speranze abbiamo seminato in
quei cuori sfiduciati!

Sreten presenta poi la delegazione barese composta da Andrea e me. Dice
che noi li abbiamo aiutati durante l'aggressione
della NATO, che siamo insegnanti e non siamo pagati bene. Racconta della
calorosa accoglienza che la delegazione della
Zastava ricevette a Bari i febbraio (l'associazione era a corto di soldi
per l'albergo e li ospitammo in casa). Spiega che
abbiamo svolto un lavoro di sensibilizzazione a Bari e in altre città
d'Italia (Taranto, Bologna, Bolzano). Parla del nostro
lavoro difficile, dell'alto numero di bambini "adottati" dalla nostra
associazione (169), del fatto che se un donatore non
invia l'aiuto mensile, l'associazione interviene. Parla della nostra
umanità e dice ai bambini presenti che il loro dovere è
scrivere ai donatori italiani: le loro letterine serviranno per aiutare
altri bambini.

Parla poi Andrea, che, a nome dei cittadini italiani che si sono opposti
alla guerra, chiede scusa per non aver avuto
sufficiente forza per sconfiggere chi ha portato l'aggressione alla
Jugoslavia. "La nostra associazione si chiama Most za
Beograd, perché noi vogliamo costruire ponti che la Nato non potrà
distruggere (ponte in serbo si dice "most"). La guerra
contro la Jugoslavia continua con l'embargo; chi ha decretato le
sanzioni vuole imporre i governanti che fanno comodo
all'Occidente. E' un vero e proprio assedio per imporre la
capitolazione. Noi faremo una battaglia contro le menzogne
costruite contro la Jugoslavia, siamo impegnati per la verità, nelle
scuole, nelle fabbriche, ovunque". (Nel frattempo
Giorgio piange come una fontana). Andrea ricorda che Kragujevac è una
città martire dell'aggressione nazifascista. Allora
i partigiani jugoslavi, i primi e i più decisi in Europa, hanno saputo
sollevarsi, come fecero poi i partigiani italiani. Allora
si costruì un fronte comune nella lotta antifascista, oggi, i cittadini
italiani che hanno una mente e un cuore sapranno
sollevarsi e lottare insieme contro chi vuole strangolare la Jugoslavia
e imporre il "nuovo ordine mondiale". Ieri era
Hitler, oggi è la NATO. Il fine della nostra associazione non è la sola
"beneficenza", ma la solidarietà, cioè il sostenersi
reciprocamente nella lotta contro il neocolonialismo e l'imperialismo.
Noi non siamo ricchi (come crede il piccolo
Stepan, che ci ha scritto una simpatica lettera), siamo gente comune e
facciamo i mestieri più disparati, non siamo dei
benestanti. Il nome Zastava significa bandiera e questo rappresenta per
tutti noi la bandiera di chi vuole resistere contro
l'oppressione. Andrea espone poi il progetto dell'associazione di
pubblicare un libro delle lettere e dei disegni dei bambini
di Kragujevac: il ricavato delle vendite, come si è già fatto per il
libro di poesie Gli assassini della tenerezza andrà in
solidarietà ai lavoratori della Zastava. Invita ad intensificare la
corrispondenza con i sostenitori italiani: ogni piccolo
scrittore contribuirà così ad aiutare altri suoi coetanei...



Io saluto i bambini dicendo che mi sembra un sogno di essere arrivata a
Kragujevac. Invito i bambini a studiare la loro
storia, le cui pagine più belle le hanno scritte i partigiani jugoslavi,
quelli di ieri e quelli di oggi (gli operai Sreten, Milan,
Rajka, Ruzica, e tutti quanti ostinatamente combattono contro
l'aggressione della NATO). Aggiungo che il popolo
jugoslavo non ha nulla di cui vergognarsi, solo chi non ha storia né
civiltà si accanisce contro chi ne ha per distruggerla: chi
non ha memoria storica non ha futuro. Sarà la tenerezza dei bambini a
legare le mani ai signori della guerra. Un operaio
piange e afferra la mia mano e la bacia; la sera verrà a trovarmi al
ristorante per regalarmi un vasetto di miele che le sue api
hanno prodotto e aggiunge che non ha mai pianto tanto in vita sua
neanche per la morte dei suoi genitori. Si procede poi alla
consegna dei soldi. Milan fa l'appello dei bambini, Milica e George
fanno firmare ed io consegno i soldi. Consegniamo
anche le lettere e i regali dei donatori italiani, combinando un gran
casino perché s'inceppa la "catena di montaggio" della
consegna delle buste... Tutti vogliono dirci qualcosa, tutti vogliono
che Rajka traduca il loro pensiero, tutti vogliono
dirci grazie.

Nevena (la bambina di Andrea) è bellissima e dolcissima. Il pomeriggio
visiteremo la sua famiglia, quella di Danjel (il
mio bambino), della piccola Maja (semicieca, adottata dalla madre di
Andrea) e di Mirjana (adottata da mia madre).
Ovunque, grande accoglienza e tanti regali, tanti dolci, tanti caffè
turchi, tante lacrime. Tutti inzuppiamo una mollica dei
nostri cuori in un mare di lacrime salate. Piangere ha un effetto
catartico dopo tanta vergogna e tanto male che la NATO e
il governo italiano (e la nostra incapacità di contrastarlo
efficacemente) hanno fatto a questa gente ingenua.

La famiglia di Danjel, che abita in un casolare bombardato di fronte ad
una caserma bombardata, vuole regalarci degli
enormi libri di storia della Serbia, ma nonostante Andrea sia tentato di
accettare, io rifiuto con garbo, perché, spiego, non
è giusto privarsi degli strumenti per conoscere la propria storia.
Danjel ci regala un bellissimo acquerello col monumento
delle "Ali spezzate", vicino ha disegnato una lapide con una scritta in
cirillico: "sparate pure, io continuo la mia lezione".
Sono le ultime parole del professore, prima di essere mitragliato dai
nazisti. E' il regalo più bello che abbia portato da
questa terra, dove mi hanno riempito le valigie di regali e del loro
immenso cuore.

A casa di Maja, dobbiamo difenderci dalla generosa ospitalità della
nonna (le nonne serbe sono meravigliose) che ci ha
preparato una cena sontuosa. La piccola Maja è quasi cieca, ha bisogno
di un'altra operazione e di molti soldi, anche il
compagno Nico Perrone e suo figlio Raffaele l'hanno aiutata. I medici
non le hanno dato molte speranze, ma lei,
ostinatamente, vuole tentare, chissà se il suo istinto avrà ragione
sulla scienza. Nonostante la miseria, si respira grande
umanità coraggio e pulizia in questa casa, la nonna ci mostra la stanza
di Maja, con qualche peluche, e un enorme mazzo di
zinnie e garofolini giapponesi sulla sua scrivania.

A casa di Mirjana ho visto la miseria più nera: una casa in aperta
campagna; abbiamo dovuto lasciare la macchina di Rajka
che non ce la faceva ad affrontare una strada sterrata e piena di fossi.
A piedi abbiamo raggiunto un casolare sperduto tra
alberi di melo, terreno spaccato per la siccità, in un campo di fiori di
zucca e peperoncini. La casa è senz'acqua e senza fogna.
La sorellina con gli occhi di felce ci osserva muta con il suo vestitino
a pois verde. La mamma ci ha confessato che l'anno
scorso non hanno mai mangiato un pezzo di carne e che grazie agli aiuti
della signora Maria Antonietta (mia madre) hanno
comprato un maialetto che ci ha salutato coi suoi grugniti al nostro
arrivo. Nonostante questa miseria, le bambine vanno a
scuola, facendo molta strada a piedi e Mirjana scrive bellissime poesie
e ci ha mostrato il suo quaderno. Salutiamo questa
"Madre Coraggio" e siamo soddisfatti che i nostri aiuti vadano nelle
mani giuste. Il maialetto mi ha proprio convinta e
commossa (anche per la sua sorte futura...).



Venerdì 28 luglio Sreten e Rajka ci portano in visita alla
fabbrica di automobili, la Jugo-Zastava. Sreten ci fa vedere
dalla finestra del suo ufficio il centro elaborazione dati colpito dalla
NATO; tutti i vetri delle finestre sono andati in
frantumi e gli operai ne hanno ricavato dei portacenere. Molti dei
bambini adottati sono figli di operai che facevano da
scudo umano. Sei feriti gravi durante il bombardamento, uno è caduto dal
tetto durante la ricostruzione. Veniamo ricevuti
dal signor Dgiorgevic, direttore della Zastava, che ci ringrazia per
quello che noi facciamo, soprattutto per l'aiuto morale,
che è più prezioso di quello economico. Parla della stupidità
dell'embargo e della forza del popolo jugoslavo che
difficilmente chiede aiuto, poiché è orgoglioso. Spera di ospitarci in
un futuro migliore come amici senza più problemi.
Sreten ci parla poi di questo direttore, ingegnere di ricerca e sviluppo
che in passato ha collaborato con l'Italia. E' un uomo
che lavora molto e la sua salute ne ha risentito. E' onesto, non
appartiene a nessun partito. Quando ci sono trattative
difficili col sindacato, alla fine si riesce ad avere un accordo
favorevole per i lavoratori. Dopo la metà di aprile si è fermata
la produzione perché è difficile importare lamiere e materiale per la
verniciatura. In agosto si spera di riprendere la
produzione, prevedendo di produrre 20.000 vetture in tutto per l'anno
2000. La fabbrica è stata ricostruita per due terzi.
La parte non ricostruita è quella relativa al montaggio e verniciatura.
Dopo l'alluvione sono fuoriuscite tre tonnellate di
PCB,usato nei trasformatori, altamente inquinante. Manca il gas russo a
causa del debito statale e questo incide sulla
ripresa della produzione. Il gas serve per la centrale termica, per la
cottura dello smalto e la verniciatura. La nafta costa
tre volte di più e bisognerebbe ricostruire gli impianti. Nella fabbrica
di automobili sono impiegati 11794 lavoratori di
cui 3500 lavorano a rotazione ogni mese. Gli impiegati sono in
prevalenza disoccupati, e come tali percepiscono
un'indennità equivalente a 20 DM al mese, più pacchi di aiuti della
Federazione jugoslava. Sreten, con malcelata
soddisfazione, ci anticipa una notizia che fa sgranare gli occhi a
Rajka: il sindacato ha strappato con i ministeri un contratto
favorevole per i lavoratori: tutti per il prossimo autunno avranno 10 kg
di zucchero, 25 kg di farina, 10 kg di pollo, 10 kg
di bue, 10 kg di maiale. I due terzi della città lavorano alla Zastava.
Scioperi non ce ne sono stati dopo la guerra: in questa
situazione lo sciopero è l'ultima arma di lotta. Il problema non risolto
è il riscaldamento nei reparti. Molti capannoni
sono scoperti. Nel 1989 la fabbrica aveva prodotto 289.000 vetture. Se
non ci fossero stati 10 anni di embargo ne avrebbe
prodotte 350.000 e sarebbero stati occupati tutti e assunti altri. Il
PCB è conservato ma non distrutto. Servono molti
soldi per distruggerlo. Esso è stato conservato in contenitori di
metallo con trucioli di legno e attende di essere smaltito.
A causa di questo inquinamento una donna su due ha il tumore alla
mammella, crescono le malattie della pelle e delle vie
respiratorie. La mortalità è aumentata di tre volte.

Sreten ci porta in giro per i reparti della fabbrica e molti lavoratori
ci salutano, alcuni di loro hanno ricevuto i soldi dalle
nostre mani il giorno prima e ci hanno riconosciuti. Per festeggiare
hanno portato sul luogo di lavoro bibite ai loro
compagni meno fortunati. Nel nostro giro scopriamo che molti reparti
sono stati ricostruiti grazie alla tenacia degli
operai che nel fango e tra le macerie hanno scavato a mani nude il loro
futuro. Incontriamo un chilometro di macerie
radioattive che sono state dislocate in un luogo isolato in attesa di
essere portate altrove, per non danneggiare la
popolazione. In un punto della Zastava è scritto: Per il successo
occorrono tutti, per l'insuccesso ne basta uno. I reparti
sono stati pitturati con colori diversi per indicare cosa è stato
distrutto e cosa ricostruito. Sreten ci spiega che nei reparti
nocivi (per inquinamento acustico) c'è una riduzione dell'orario di
lavoro: 7 ore al giorno.

All'uscita della Zastava incontriamo e fotografiamo cataste di carbone e
legna che il sindacato, utilizzando i contributi di
solidarietà, distribuisce ai lavoratori per l'inverno (come ha già fatto
per quello passato). Anche noi vi abbiamo
contribuito con il ricavato del libro delle poesie Gli assassini della
tenerezza: in totale sinora circa 17 milioni di lire. Ci
imbattiamo anche nel presidio sanitario Zastava bombardato dalla NATO.
La Zastava prima si chiamava Crvena Zastava
(Bandiera Rossa).

Venerdì sera cena di addio, violini zigani, pianti, abbracci, baci,
regali e un arrivederci a mercoledì prossimo a Pancevo.
Rajka è una fontana di lacrime e rassomiglia sempre di più a Lara del
dottor Zivago.



Sabato 29 ci trasferiamo a Belgrado con Rajka. A casa della
sorella di Rajka abbiamo avuto il complimento più bello da
un ingegnere che lavora a Pancevo, profugo serbo della Bosnia, il quale
ci ha detto, dopo averci ascoltato: "sarebbe bello se
tante persone come voi fossero sparse per il mondo". A Belgrado ci
sistemiamo alla Fondazione Ivo Andric in via
Milutinova 4, dove era ad attendermi un micino nero (chissà da quanti
anni) che per l'attesa si era tutto consumato.
Visitiamo la città anche in compagnia di Svetlana e di Nicola. Vediamo
la televisione bombardata, il palazzo del governo
bombardato, il quartier generale dell'armata, ospedali, palazzi ...
tutti bombardati. Dal parco Kalemegdan, dove non è
raro trovare uno scoiattolo, si vede il palazzo del "CK" (il Comitato
centrale del partito comunista ai tempi di Tito)
bombardato. Era vuoto al momento del bombardamento, ora si erge come una
torcia spenta. Andiamo a vedere
l'ambasciata cinese bombardata che è in un posto isolato, impossibile
sbagliare. Chi l'ha bombardata sapeva cosa faceva. A
Zemun (città vecchia) la strada principale era intitolata al maresciallo
Tito, poi, i radicali di Seselj l'hanno chiamata
"Strada principale". A passeggio per Kneza Mihajlova, un bianco
professore fa naufragio col suo violino sul bel Danubio
blu e i bambini alla fontana vendono i loro giochini, i loro puffi e le
loro scarpette usate. Nicola ci porta a spasso e,
superato il ponte Branko (il ponte da cui Santoro fece la sua
trasmissione TV sotto i bombardamenti) arriviamo sulla via
delle ambasciate. Le ambasciate aperte sono quella italiana (dove non
c'è però un ambasciatore, ma un addetto...), quella
tedesca, quella inglese (dove funziona solo la sezione consolare)
canadese (che raccoglie i visti e li manda in Ungheria
all'ambasciata canadese di Budapest). Per quanto riguarda i visti di
jugoslavi che vogliono andare in America le cose vanno
così: da Belgrado parte alle cinque del mattino un pulmino che porta i
futuri emigranti a Budapest all'ambasciata
americana e la sera stessa essi rientrano a Belgrado. Una scritta in
perfetto stile belgradese mi ha colpito sulla facciata
dell'edificio dell'ambasciata americana ora chiusa: "noi non siamo degli
indiani".



Mercoledì due agosto il pulmino della Zastava guidato da Branko
con a bordo Sreten, Milan, Jelena, Gordana, Nada ci
preleva davanti al teatro nazionale, in piazza della Repubblica. La
destinazione è Pancevo. Lungo il viaggio si scherza e
ogni tanto ci arriva una grande pacca operaia sulla spalla. A proposito
degli aiuti umanitari, chiedo a Sreten se altri paesi
fanno come l'Italia. Risposta: la Francia è inesistente, la IG Metall
tedesca ha regalato un grosso tornio alla Zastava. E'
arrivato dalla Germania anche un tir di grosse mutande da uomo blu e
bianche. Il sindacato distribuisce le mutande
(enormi, tedesche...) ai lavoratori che ringraziano. Ma il giorno dopo
si presentano dicendo: "c'è un piccolo problema, le
mutande non hanno l'elastico!" Così, le donne di Kragujevac si mettono
all'opera e mettono gli elastici. Anche Andrea
avrà da Sreten un simpatico pacchetto a forma di uovo di Pasqua con
dentro due mutande tedesche, una blu e l'altra bianca...
grandi risate, e ancora grandi pacche sulle spalle. Gli operai ci
spiegano che solo la Grecia ha un grande cuore come l'Italia.
Hanno adottato 500 bambini. I greci, durante i bombardamenti avevano
istallato a Kragujevac un'antenna che trasmetteva
via satellite; grazie ad essa i cittadini di Kragujevac erano più
informati. Poi, una bomba l'ha colpita e l'antenna greca non
ha più trasmesso, come pure una bomba assassina ha colpito in pieno un
camion umanitario greco. Tutti morti. Mentre
andiamo a Pancevo parliamo con la crocerossina Gordana, vedova di un
ufficiale serbo morto nella guerra con la Croazia.
Ci parla di un progetto a favore dei bambini profughi del Kosovo: si
tratta di assicurare l'inizio dell'anno scolastico a
bambini di scuola elementare consegnando ad ognuno un pacco del valore
di 50 DM con l'occorrente per la scuola. Il tutto
sarà fatto nella massima trasparenza e con le dovute garanzie. Come
associazione ci impegniamo nel progetto. Ai primi di
settembre un membro dell'associazione, Stefano, recatosi in Jugoslavia a
visitare il bambino "adottato", consegna 1.400
DM per i bambini profughi. La Croce Rossa jugoslava ha rapporti
ufficiali con quelle di Norvegia, Germania, Grecia,
Francia, Inghilterra. Spicca per la sua assenza la Croce Rossa italiana.

A Pancevo ci rechiamo in tre complessi industriali: Petrolchimico,
Fabbrica di azoto e Raffineria. Al Petrolchimico
siamo accolti da Jovanka Kandic che si occupa di problemi ambientali.
Ella ci spiega che il petrolchimico è stato
bombardato due volte ed è rimasto solo il 40% della capacità produttiva.
Il territorio è molto degradato. Molte sostanze
cancerogene si trovano nell'aria, nella terra, nel Danubio. Ella si
occupa di risanare la produzione e il territorio. In
collaborazione con la Focus e col governo svizzero stanno elaborando
progetti collettivi di risanamento. Le sostanze
cancerogene sono ormai nella terra visto che sono stati danneggiati i
contenitori per i materiali dannosi.

Nel frattempo ci mostrano un filmato di una decina di minuti sul
disastro di Pancevo. L'incendio è durato mesi e anche il
monastero che era nella fabbrica è andato distrutto. La schiuma per
spegnere non era sufficiente. Il 18 aprile sono state
colpite tutte le fabbriche. Tutto era fumo nero e fiamme arancione.
Anche i pesci del fiume sono stati avvelenati e la gente
è andata nei villaggi di campagna.

Jovanka ci dice: "In ognuno di noi c'è un muro che divide quello che era
prima e quello che è dopo. Vogliamo dimenticare.
Purtroppo, tutto si deve fare sulle rovine. La gente comune vive in
continuo stress, e ogni volta che un aereo sorvola la
città riviviamo l'incubo". Anche Svetlana ci aveva detto: "Noi abbiamo
dimenticato, noi vogliamo dimenticare. Quello che
è successo si è nascosto da qualche parte nel corpo, non so dove, e un
giorno uscirà fuori, non so da dove...".

Nel petrolchimico ci sono nove fabbriche e tre sono andate distrutte
(quelle più tossiche). E' fuoriuscito il cloruro di
vinile monomero che l'Organizzazione Mondiale della Sanità considera
cancerogeno. Il primo bombardamento del 15
aprile ha colpito gli impianti del cloruro di vinile monomero (VCM) e
del di cloruro di etilene e sono stati pesantemente
danneggiati gli impianti del cloro-alcali e del polivinilcloruro. Il
desiderio della NATO era di mettere fine alla
produzione nonostante nessuna fabbrica producesse materiale bellico. Il
18 aprile hanno bombardato i serbatoi delle
materie tossiche, uno dei due era vuoto, l'altro era pieno. Volevano
provocare una catastrofe e non solo interrompere la
produzione. Il VCM contenuto in un serbatoio di 1200 tonnellate è
esploso dopo essere stato colpito da un missile e
inquinerà suolo e acque per chissà quanti anni. Nella stessa notte è
stato bombardato anche il serbatoio di cloro puro. Il
cloro si usava come gas nervino nella prima guerra mondiale. Per
sopravvivere, spiega Jovanka, hanno cominciato col
risanare la produzione mettendo in funzione le linee risanabili. Ora le
altre fabbriche del petrolchimico lavorano, ma la
linea dell'etilene e quella del cloro sono fuori funzione. Il 25% dei
lavoratori è senza lavoro (cassa integrazione). Essi
ricevono regolarmente il 70% della paga. Il petrolchimico compra le
materie prime all'estero, il popolo jugoslavo,
aggiunge, è un popolo che sempre riesce a farcela.

Il danno calcolato è di 432 milioni di DM. Circa 8 tonnellate di
mercurio sono nel terreno in forma metallica e il resto è
nel Danubio. Le attrezzature per il trattamento delle acque sono andate
perdute non solo per i bombardamenti, ma per i
fluidi liquidi. Circa 170.000 metri cubi sono passati attraverso gli
impianti e contenevano anche mercurio, soda caustica,
petrolio. I centri sanitari hanno controllato regolarmente i cloridi.
Subito dopo i bombardamenti è stata vietata la
raccolta di frutta. Sull'acqua non si può dire molto, ma essa è
continuamente monitorata. "Non troveremo mai
giustificazioni per quello che è stato fatto" aggiunge tristemente.
Jovanka ci dice di essere stata l'estate scorsa a Porto
Marghera per vedere come, in tempi normali, si risana l'ambiente; il
problema più grosso è di ripulire il terreno dal
mercurio, in ciò arrivano aiuti dal governo svizzero tramite
organizzazioni umanitarie e tra un anno si spera di risanare
tutto. Per quanto riguarda il problema dello stoccaggio delle scorie, è
stato creato un sarcofago chiuso in cui c'è il terreno
molto contaminato.

Ci danno poi un dépliant con dati in inglese e ci chiedono di
divulgarlo. Jovanka aggiunge tristemente che solo gli italiani
hanno dato un supporto psicologico pieno e che ci sono cose che si
devono ricordare perché non si ripetano, ma è molto
difficile essere coinvolti in prima persona e parlarne. Ricorda come il
primo giorno dei bombardamenti, tutti i lavoratori
(3000) sono venuti in fabbrica alle sei del mattino. Essi tentavano di
entrare, c'era il pericolo di un'esplosione che poteva
distruggere l'intera città.

Ma non solo la guerra ha creato degrado all'economia, il problema dura
da dieci anni. Nel '92 ci sono state le sanzioni, in
estate la produzione si è fermata per 4 anni fino a luglio '96; era
necessario mantenere tutte le linee per poter ricominciare
la produzione e... nel momento della massima produzione c'è stato il
bombardamento!

Ci spostiamo poi alla fabbrica di fertilizzanti, dove veniamo ricevuti
dal presidente e dal segretario del Samostalni
sindikat. Questa è la più grande fabbrica di concimi (fertilizzanti
minerali) di azoto dei Balcani. E' una fabbrica di base per
altre sei fabbriche. Prima dei bombardamenti le capacità produttive
giornaliere erano di 1300 tonnellate di fertilizzanti.
Poiché questa fabbrica è direttamente legata alle altre, è chiamata
fabbrica per la produzione dei cibi. E' dai fertilizzanti
che dipende la politica della Jugoslavia. Il nutrimento della
popolazione dipende da questa fabbrica e per questo essa è
stata scelta come obiettivo militare, visto che - aggiunge Ljubisa
Nestorovic, presidente del Samostalni - "possiamo
vivere senza vestiti ma non con lo stomaco vuoto".

Dopo i bombardamenti, per sette mesi gli operai hanno lavorato con un
salario di 10 DM. Hanno continuato a lavorare per
risollevare la fabbrica di ammoniaca distrutta. Ora è stata risanata e
la produzione è ricominciata. Per i primi tre mesi sono
state prodotte 440 tonnellate al mese con cui sono stati nutriti i
campi, poi però si sono ridotte le forniture di gas russo e
la paura è di ritornare al salario di 10 DM al mese. Si sta riattivando
la seconda linea (di fertilizzanti complessivi) che si
spera di finire in un anno. Mancano gli investimenti. Per ora fanno da
soli con investimenti cinesi nella fabbrica di urea (la
più grande dei Balcani) in tempi rapidi. "E' una cosa incredibile quanto
siano entusiasti i nostri lavoratori, l'Occidente non
sopporta che si rimetta su questa fabbrica per alimenti. Essa è esclusa
dalle liste nere (sanzioni) solo formalmente. Di
fatto si impedisce a questa fabbrica di produrre, perché sono vietati
gli investimenti. Ciò è una ipocrisia. Ci sono 2000
impiegati e non si sa per quanto ancora resisteranno. Rispetto i miei
amici di Kragujevac, ma si può vivere senza auto, non
senza cibo".

Alla richiesta di Andrea di notizie sui danni provocati dall'embargo e
sul sindacato, Ljubisa dice che ci sono tre sindacati:
Samostalni, Solidarnost e Nezavisnost. "Pancevo è una città di
opposizione, come Kragujevac. Anch'io appartengo
politicamente all'opposizione e non sono d'accordo col governo, ma posso
separare l'interesse generale da quello
personale. Alcuni mesi fa, ci sono state delegazioni internazionali di
sindacati ed io ho potuto notare la vergogna di molti
italiani presenti nella delegazione, ma non si può dare la colpa al
popolo italiano. Dico questo perché non giustifico questo
governo. Il popolo soffre. Il nostro popolo è orgoglioso, non coraggioso
come dicono sempre. Buoni rapporti tra Italia e
Jugoslavia ci sono da 50 anni". Esprime poi preoccupazione per la
situazione del Kosovo che per lui è un problema più grave
dei bombardamenti perché - aggiunge "le origini del nostro popolo si
trovano lì". Andrea aggiunge che, come il
Samostalni tende ad unire i lavoratori senza condizionamenti politici,
la nostra associazione non interferisce nei problemi
interni della Jugoslavia. Le interferenze esterne continuano la vecchia
linea del colonialismo. Ljubisa esprime la sua
soddisfazione per il fatto di trovarsi tra amici. "La nostra patria è
più importante, siamo grati a tutti, ma dovete sapere che
avete a che fare con un popolo buono e orgoglioso e non ci possono
comprare. Così è il Samostalni Sindikat. Possiamo
vivere anche per vent'anni con l'embargo".

Passiamo poi alla Raffineria che visitiamo a bordo di un pulmino in
compagnia di un tecnologo e alcuni sindacalisti. Essi ci
spiegano che la raffineria è stata colpita per ben 7 volte e sono stati
danneggiati 6 impianti, molti contenitori di derivati e
di petrolio, i generatori e i supporti delle pompe per ricevere e
distribuire i derivati. La linea più danneggiata è quella degli
impianti per il trasporto di benzina ad alti ottani. Il 90% è stato
danneggiato e il risanamento di questo impianto è
terminato un mese fa, ma ora è fermo per mancanza di materie prime. Il
tecnologo ci fa vedere un buco dove prima c'era un
forno che è stato distrutto. Si prevede di ricostruirlo in due mesi con
finanziamenti di tasca propria. Il gruppo NIS
(gruppo statale del petrolio serbo) è intervenuto nella ricostruzione
che si prevede di ultimare entro la fine dell'anno. Il
51% rimarrà statale e il 49% diventerà privato (anche occidentale). Nel
frattempo incontriamo una gracile betullina tra i
rottami in una chiazza di petrolio greggio e per associazione di idee la
sua possibilità di sopravvivenza la paragono a quella
del popolo serbo. Incontriamo un impianto danneggiato per il 60% che il
primo maggio è stato rimesso in funzione. E' il
complesso della raffineria dalle cui scorie si produce benzina. Esso è
il più importante e deve essere ricostruito in due
mesi. I danni sono stati più gravi di quelli di Novi Sad. Il generatore
di vapore distrutto al 90% è lì. Solo uno dei tre
contenitori è stato ricostruito. Il secondo e terzo forno sono
completamente distrutti e il quarto lo ricostruiranno ex
novo. Distrutti sono i generatori di corrente e li stanno ricostruendo.
In questi fabbricati sono morti tre lavoratori. Dei
2300 lavoratori, circa l'80% lavorano, il 20% riceve l'80% del salario
(che qui è più alto: 200 DM al mese).

Arriviamo alla casa delle pompe attraverso cui si trasportano i derivati
verso i recipienti. Qui c'erano molte pompe che
prendevano i carburanti che venivano inviati alle cisterne, ferrovie,
ecc. Ci imbattiamo nell'impianto per la fabbricazione
di asfalto danneggiato al 35% che è stato risanato e funziona da maggio.
I più danneggiati sono gli impianti per il trasporto
dei derivati. Prima dei bombardamenti si lavorava per il 60-70%, ora
forse per il 10%, a causa dell'embargo.

Alla domanda se il problema è la Russia, la risposta è negativa: sono
gli Usa ad aver bloccato tutto. Alla fine della visita
un fotografo della fabbrica ci fa una foto davanti al monumento che
ricorda le vittime dei bombardamenti ed è stato
ricavato coi materiali della fabbrica. La foto sarà pubblicata sul
giornale della fabbrica Rafineraz, di cui ci danno una copia
precedente. Intanto, pranziamo alla mensa della raffineria in compagnia
del vicepresidente del sindacato, del tecnologo e
dei nostri amici di Kragujevac. Divorando un karageorgevic ed una trota
del Danubio e brindando con vino veruscko, chiedo
al vicepresidente del sindacato come hanno passato l'inverno senza
nafta. La risposta è: "Solo noi sappiamo come abbiamo
fatto!". Con i distributori privati non sottoposti ad embargo si era
sviluppato il mercato nero. Non tutte le case hanno
impianti di riscaldamento e lì dove c'era l'impianto centralizzato, la
temperatura massima era stata ridotta da 18 a 16
gradi (Ma non c'era il rischio di arrivare a tanto...). Alla domanda se
in fabbrica si verificano morti bianche e in quali
percentuali, la risposta è che in 30 anni c'è stato un solo morto per
incidente sul lavoro: è scoppiato un tubo di un forno, il
dirigente è andato a controllare, ha aperto il finestrino, e così è
morto. La sicurezza dei lavoratori è tenuta in grande
considerazione. Ai lavoratori spettano le cure termali. Ogni anno vanno
400 lavoratori e dopo gli interventi chirurgici
spettano 15 giorni di ferie (circa 200-300 lavoratori all'anno quelli
interessati). Poi ci sono le vacanze semigratuite. Per
quanto riguarda le malattie professionali, su 2300 lavoratori, circa 300
sono invalidi del lavoro ed essi per ora non
vengono licenziati, ma spostati a posti meno pesanti.

Il problema futuro della raffineria sarà quello dei licenziamenti se ci
sarà la privatizzazione. I privatizzatori hanno poco
interesse a comperare la raffineria per produrre petrolio. Mirano più
alla conquista del mercato che alla produzione. Dieci
anni fa la raffineria si preoccupava di far lavorare il più possibile i
lavoratori, ma se un capitalista occidentale comprerà
una ditta così ridurrà il personale. Però, "il sindacato è autonomo e
potente tanto quanto i soldi..."

Alla raffineria prelevo dagli alberi delle foglie di betulla e Sreten mi
regala un grappolo di ippocastani, intendo portarlo
all'amico Franco Selleri perché mi aiuti a farli analizzare.



Ci congediamo da Pancevo e torniamo a Belgrado in compagnia dei nostri
amici di Kragujevac a cui offriamo un gelato alla
gelateria italiana, Milan vorrebbe la Nastro azzurro ma l'embargo non
glielo permette e rimpiange casa nostra. A spasso
per le vie di Belgrado tra panetterie e pasticcerie albanesi,
incontriamo facce intelligenti e dignitose, donne eleganti e
slanciate, autosufficienti. Anche la vecchiaia è composta e asciutta!
Tutti sembrano aver dimenticato. Alla fine ci
separiamo per l'ultima volta dai nostri amici di Kragujevac e le nostre
braccia e i nostri cuori non si vogliono più separare.
Tra poco sarò nel mio plastificato esilio; mi sembra un delitto
abbandonare questo popolo che si consuma come l'agonia
delle candeline per i vivi e per i morti che ho visto al monastero di
San Sava. Questo popolo meraviglioso e ingenuo, non
cinico e freddo come ce l'hanno dipinto, questo popolo ancora capace di
sognare un futuro, nonostante quello che il nostro
governo gli ha fatto, questo popolo che mi ha contagiato mortalmente, in
cui ho visto brillare la febbre degli occhi di
Gavrilo Princip (la sua foto, e tantissime dei partigiani jugoslavi sono
esposte al documentatissimo Museo della Guerra al
parco di Kalemegdan). Questo popolo che ci ama follemente e non è capace
di odiare, come non ci odia Elisabetta, figlia di
genitori separati (lui barese, lei belgradese) che abbiamo conosciuto al
caffè vicino alla facoltà di Filosofia. Lei ha vissuto
a Bari fino all'età di dodici anni, poi si è trasferita a Belgrado e
studia ingegneria e lavora al caffè. Il padre non le ha mai
telefonato durante i bombardamenti. Alla domanda se odia gli italiani
risponde candidamente: "Per odiare ci vogliono
molte energie ed io preferisco impegnarle per amare...". Muto
l'etnografico museo osserva i nostri addii! Le grandi braccia
operaie intrecciano i nostri cuori ed io ho appena la forza di
sussurrare "ho seppellito il mio cuore a Kragujevac e un giorno
verrò a riprendermelo..."


--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
------------------------------------------------------------

QUINDICI MESI DOPO la fine dei bombardamenti della NATO e l'inizio della
occupazione coloniale del Kosovo, su "LA REPUBBLICA ON-LINE" campeggiano
ancora tutti i pezzi di disinformazione strategica redatti in clima di
guerra (vedi sotto) mentre nessuna inchiesta o fotografia e' dedicata ai
crimini commessi nel frattempo dalle forze alleate UCK-KFOR sul
territorio della provincia.
Lo stesso bilancio definitivo ufficiale della NATO sulle "fosse comuni",
reso noto sotto ferragosto anche sulla stampa occidentale (vedi sotto)
viene taciuto, preferendo riportare servizi vecchi di piu' di un anno.


---

> http://www.repubblica.it/online/mondo/fossa/elezioni/elezioni.html

Si vota domenica. Secondo i sondaggi [della agenzia statunitense
Bloomberg e dei gruppi della opposizione filooccidentale, non proprio
affidabili, come ammesso dallo stesso autore nel suo articolo] Milosevic
avrebbe già perso: 20% contro il 40% di Kostunica.
Jugoslavia alle urne con le minacce dei generali [della NATO, ma
l'autore si riferisce al capo di Stato maggiore jugoslavo]
"Siamo pronti a sparare" [in caso di invasione della NATO] dice il capo
di stato maggiore dell'esercito di Belgrado e parla di un piano della
Nato [ne parla la stessa NATO, che ha riempito di militari il lembo piu'
meridionale della Croazia ed ha avvicinato le portaerei]
dal nostro inviato RENATO CAPRILE (22 settembre 2000)


DAI LINK SULLA STESSA PAGINA:

> http://www.repubblica.it/online/mondo/fossa/osce/osce.html

Tutte le atrocità del Kosovo in un dossier dell'Osce [non si riferisce
ai 1100 morti ammazzati, 900 scomparsi ne' alle abitazioni, strutture e
monumenti distrutti, bensi' alle violenze sul terreno durante i
bombardamenti della NATO: si noti che e' un articolo del 5 dicembre
1999! Dice: "Domani il rapporto: violenze, esecuzioni e torture
su donne e bambini... Un campionario agghiacciante di atrocità e
brutture - soprattutto dalla parte serba...", ma il rapporto non c'e'!]

> http://www.repubblica.it/online/speciale/fosse/fosse/fosse.html

La Nato: fosse comuni a Izbica e Pusto Selo
Secondo l'alleanza [bonta' loro] queste immagini "catturate" in 2
villaggi del Kosovo mostrano il sorgere di cimiteri improvvisati
(20 aprile 1999)

> http://www.repubblica.it/online/mondo/fossa/fossa/fossa.html

Kosovo, le fosse dell'orrore fanno paura all'Occidente
E' già polemica sul numero delle vittime. Ma gli scavi
sono appena cominciati. Ispezionate solo poche aree
(3 novembre 1999)

> http://www.repubblica.it/online/fatti/16giu/pec/pec.html

Sono 11.000 i kosovari sepolti nelle fosse comuni
Gli investigatori dell'Onu hanno cominciato a scavare
Al cimitero di Pec scoperte 205 tombe in più
(2 agosto 1999 - SIC!!!)

> http://www.repubblica.it/online/fatti/16giu/nuovo/nuovo.html

Kosovo: 10.000 vittime di massacri e atrocità
Prime stime della Nato: ma il bilancio potrebbe salire
Scoperte altre fosse comuni e la "stanza delle torture"
(17 giugno 1999 - SIC!!!)

> http://www.repubblica.it/online/fatti/16giu/delre/delre.html

Mattatoio Kosovo le prove degli eccidi
A Velika Krusha quaranta cadaveri nella casa degli orrori
[notare l'abbondante utilizzo di testimonianze inattendibili; con una
foto di un terrorista della NATO (UCK) che tiene in mano un teschio di
persona di ignota identita' morta non si sa quando non si sa come]
(16 giugno 1999 - SIC!!!)

===

FONTI UFFICIALI NATO SULLE FOSSE COMUNI
(NOTIZIA INTROVABILE SUL SITO DI "REPUBBLICA"):

"Gli ufficiali della NATO hanno ammesso ieri sera che le loro stime sul
numero dei civili kosovaro-albanesi massacrati dalle forze serbe fatte
in tempo di guerra potrebbero essere state troppo alte... Non si puo'
dimostrare che tutti i cadaveri esumati [meno di tremila, di tutti i
gruppi etnici] siano stati vittima di assassinio o esecuzioni..."

(The Guardian, 18/8/2000)

> Figures put on Serb killings too high
> Special report: Kosovo
>
> Jonathan Steele
> Friday August 18, 2000
> The Guardian
>
> Nato officials conceded last night that their wartime
> estimates of the number of Kosovo Albanian civilians
> massacred by Serb forces might have been too high.
> They were reacting to findings by forensic experts for
> the International Criminal Tribunal in the Hague who
> are preparing to complete their work in Kosovo after
> exhuming about 3,000 bodies.
>
> Not all of the dead can be proved to be victims of
> murder or execution...

===

ED ANCORA:
> http://www.repubblica.it/online/fatti/16giu/altra/altra.html
Kosovo, scoperta seconda camera di tortura (19 giugno 1999)
> http://www.repubblica.it/online/fatti/16giu/tortu/tortu.html
Pristina: ecco le stanze dell'orrore serbo (18 giugno 1999)
> http://www.repubblica.it/misc/corredo_serbia/corredo_serbia/corredo_serbia.html
Le immagini della stanza degli orrori (18 giugno 1999)
> eccetera eccetera...
vedasi anche il penoso Dossier "Guerra del Kosovo" che non riporta
nessun bilancio finale della aggressione e non scrive niente del
bombardamento genocida contro il petrolchimico di Pancevo


---


Puntate precedenti:
GIORNALI DA BUTTARE: 1. "LA REPUBBLICA"
> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/75
GIORNALI DA BUTTARE: 2. "IL PICCOLO"
> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/456


--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
------------------------------------------------------------

AUMMA AUMMA


(si dice che il giornalista che scrive articoli pieni di ambiguita'
sulla Jugoslavia per "Liberazione" usando lo pseudonimo "Gino Sergi" sia
in realta' lo scrittore Giacomo Scotti. Costui collabora anche con "Il
Manifesto" ma l'abbiamo visto occasionalmente pure su altri giornali...
Insomma un vero e proprio "prezzemolo", che sta bene su tutti i piatti.
La cosa importante d'altronde e' evitare accuratamente di far scrivere,
o riportare le opinioni, dei comunisti jugoslavi.
Ma acqua in bocca, sono solo voci...)


--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
------------------------------------------------------------

* Yugoslav elections & Abolish NATO Campaign (IAC)

* Opinions exchange regarding the elections (STOPNATO)

More links:

> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/461
Who Are the G-17?
By Michel Chossudovsky

> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/460
Blagovesta Doncheva, an ordinary Bulgarian:
"Kostunica: the New US Bait for the Serb People"

> http://www.emperors-clothes.com/letters/yugoltr.htm
Criticism of Emperor's Clothes on Yugoslav Elections,
With Reply

> http://www.Antiwar.com
Will the US Get Their Money's Worth in Yugo Elections?
by George Szamuely


---


Subject: Yugoslav elections & Abolish NATO Campaign
Date: Fri, 22 Sep 2000 16:59:39 -0400
From: iacenter@...
To: "International" <iacenter@...>


INTERNATIONAL CALL MADE FOR
DEMONSTRATIONS TO ‘ABOLISH NATO’
October 20 - 28, 2000

The International Action Center on Sept. 22 denounced U.S. and West
European interference in the Sept. 24 Yugoslav elections and
announced it was calling for actions across the United States for the
week
of October 20 to 28 to demand an end to U.S. intervention and to
demand
that the NATO military alliance be abolished.

The IAC, founded by former U.S. Attorney General Ramsey Clark in
1992, was a leading organizer of anti-war protests during the 78-day
NATO
war against Yugoslavia. It has also organized to stop sanctions against
Yugoslavia, Iraq, Cuba and other targets of Washington.

THE U.S. IS TRYING TO STEAL THE YUGOSLAV ELECTIONS

Sara Flounders, an IAC national coordinator, explained why her
organization was protesting what she called “blatant interference in the
Yugoslav elections. The U.S. is, in effect, trying to steal the
Yugoslav
elections.”

“The destabilization campaign has been in full swing through the
election period,” she said. “It’s a no-holds-barred full court press
that
includes everything from covert operations involving assassinations;
open
funding for opposition parties; economic strangulation; media
manipulation; and psychological warfare, including the threat of another
NATO war should Yugoslav President Slobodan Milosevic be returned to
office.”

“While the U.S. Navy schedules maneuvers in the Adriatic Sea off the
Yugoslav coast during the election,” she continued, “the European Union
tries to bribe Yugoslav voters by promising to lift the murderous
sanctions – but only if Milosevic loses the vote. It’s an open attempt
to
manipulate the Yugoslav electorate and steal the election.”

“The New York Times (Sept. 20, 2000) ran an article saying that
Milosevic was running his election campaign against NATO,” the anti-
war leader said. “This makes perfect sense since the U.S. and its NATO
allies are the real power behind his opponent organizations and the ones
who want to turn all of Yugoslavia back into a colony of the West. Both
the New York Times (Sept. 20, 2000) and the Washington Post (Sept. 19,
2000) describe how Washington has been pumping millions of dollars into
Milosevic’s opposition.” (see quotes from article below)

Washington is using the same tactics against Yugoslavia that they have
used countless times in the past to overthrow elected governments and
establish dependent semi colonial regimes. Secret funding and military
pressure were used in Nicaragua, Panama, Iran, Philippines and
throughout
Eastern Europe.

Flounders said her group had called for coordinated international
actions against NATO for next month.

“The U.S.-led NATO alliance carried out a war of aggression against
Yugoslavia in the spring of 1999. At hearings in 14 countries the IAC
and
many others showed that U.S. and NATO leaders were guilty of war crimes.
Last June here in New York the people’s tribunal we held concluded that
NATO must be abolished, a demand raised by Ramsey Clark.”

“Now we are calling for demonstrations, meetings, rallies and other
suitable actions in as many cities and countries as possible, especially
in NATO countries, in the week from October 20—the anniversary of
Belgrade’s liberation from Nazi occupation—to October 28, when the OSCE
is
running municipal elections in Kosovo unauthorized by Serbia. The OSCE
and
NATO totally dominate every aspect of life in Kosovo. These October
elections are an effort to put a fig leaf of democracy on complete
colonial occupation. We will demand that NATO be abolished, that the
sanctions be lifted against Yugoslavia, and that the U.S. and its allies
leave the Balkans,” she said.

The IAC spokesperson said that anti-war groups in Italy, Austria,
Germany had already called local or regional protests for that time, and
that the Italian organizations were also organizing a solidarity
shipment
of medicine and other vital goods to Yugoslavia for the end of December.

“Since the U.S. military is also threatening war against Iraq and
intervention in Colombia, and U.S troops occupy Puerto Rico, the island
of
Vieques and South Korea, we expect to also raise these issues at the
protests we organize in the United States,” she concluded.

(Quotes from article referred to in the above release)

THE NEW YORK TIMES SEPTEMBER 20, 2000
Milosevic, Trailing in Polls, Rails Against NATO
By Steven Erlanger

BELGRADE, Serbia, Sept. 19 - In his race for re-election, President
Slobodan Milosevic of Yugoslavia is running against NATO and the
United States, not against his democratic opposition.

He is not entirely mistaken to do so. The United States and its
European allies have made it clear that they want Mr. Milosevic ousted,
and they have spent tens of millions of dollars trying to get it done.

Portraying himself as the defender of Yugoslavia's sovereignty against a
hostile, hegemonic West led by Washington, Mr. Milosevic and his
government argue that opposition leaders are merely the paid, traitorous
tools of enemies who are continuing their war against him by other
means.
In March 1999, NATO began a 78-day bombing campaign to drive Serbian
forces out of Kosovo.

The Yugoslav elections are on Sunday, but there has hardly been a day
since the bombing began that state television news has not railed
against
"NATO aggressors."…

The money from the West is going to most of the institutions that the
government attacks for receiving it - sometimes in direct aid, sometimes
in indirect aid like computers and broadcasting equipment, and sometimes
in suitcases of cash carried across the border between Yugoslavia and
Hungary or Serbia and Montenegro….

Even before the Kosovo war, the United States was spending up to $10
million a year to back opposition parties, independent news media and
other institutions opposed to Mr. Milosevic. The war itself cost
billions
of dollars. This fiscal year, through September, the administration is
spending $25 million to support Serbian "democratization," with an
unknown
amount of money spent covertly to help the failed rallies of last year,
which did not bring down Mr. Milosevic, or to influence the current
election. For next year, the administration is requesting $41.5 million
in
open aid to Serbian democratization, though Congress is likely to cut
that
request.

Independent journalists and broadcasters here have been told by
American aid officials "not to worry about how much they're spending
now,"
that plenty more is in the pipeline, said one knowledgeable aid worker.
Others in the opposition complain that the Americans are clumsy, sending
e-mails from "state.gov" - the State Department's address - summoning
people to impolitic meetings with American officials in Budapest,
Montenegro or Dubrovnik, Croatia.

But there is little effort to disguise the fact that Western money pays
for much of the polling, advertising, printing and other costs of the
opposition political campaign …

THE WASHINGTON POST, SEPTEMBER 19, 2000 (Final Edition)
U.S. Funds Help Milosevic's Foes in Election Fight
By John Lancaster, Washington Post Staff Writer

Charges of Chinese influence-buying in the 1996 U.S. presidential
campaign caused a political storm in Washington that has yet to fully
abate. By some measures, however, that episode pales by comparison to
American political interference in Serbia, locus of a $ 77 million U.S.
effort to do with ballots what NATO bombs could not--get rid of Yugoslav
President Slobodan Milosevic.

In the run-up to national elections on Sept. 24, U.S. aid officials and
contractors are working to strengthen Serbia's famously fractured
democratic opposition. They have helped train its organizers, equipped
their offices with computers and fax machines and provided opposition
parties with sophisticated voter surveys compiled by the same New York
firm that conducts polls for President Clinton.

More generally, they have sought to foster what one aid consultant
calls "democracy with a small 'd'," funneling support to student groups,
labor unions, independent media outlets, even Serbian heavy metal bands
that stage street concerts as part of a voter registration drive called
"Rock the Vote."…

Underscoring worries about Serbia and Montenegro, the Pentagon
yesterday began a global shift of forces to bolster the U.S. military
presence in the Balkans. A carrier battle group led by the USS Abraham
Lincoln left Thai waters ahead of schedule and headed toward the Persian
Gulf, which will free up another carrier group, led by the USS George
Washington, for movement to the Adriatic Sea, Defense Department
officials
said.

THE NEW YORK TIMES, MARCH 31, 1997 (Late Edition - Final)
Political Meddling by Outsiders: Not New for U.S.
By JOHN M. BRODER

Members of both political parties express horror at accusations that the
Chinese may have tried to use covert campaign donations to influence
American policy, but the United States has long meddled in other
nations'
internal affairs.

Congress routinely appropriates tens of millions of dollars in covert
and
overt money to use in influencing domestic politics abroad.

The National Endowment for Democracy, created 15 years ago to do in
the open what the Central Intelligence Agency has done surreptitiously
for
decades, spends $30 million a year to support things like political
parties, labor unions, dissident movements and the news media in dozens
of
countries, including China.

The endowment has financed unions in France, Paraguay, the
Philippines and Panama. In the mid-1980's, it provided $5 million to
Polish emigres to keep the Solidarity movement alive. It has
underwritten
moderate political parties in Portugal, Costa Rica, Bolivia and Northern
Ireland. It provided a $400,000 grant for political groups in
Czechoslovakia that backed the election of Vaclav Havel as president in
1990. For the Nicaraguan election of 1990, it provided more than $3
million in "technical" assistance, some of which was used to bolster
Violeta Barrios de Chamorro, the presidential candidate favored by the
United States.

International Action Center
39 West 14th Street, Room 206
New York, NY 10011
email: iacenter@...
web: www.iacenter.org
CHECK OUT THE NEW SITE www.mumia2000.org
phone: 212 633-6646
fax: 212 633-2889


---


STOP NATO: ¡NO PASARAN! - HTTP://WWW.STOPNATO.ORG.UK

Dear "appliedms",
When the first coffin of a dead American will go home, (and there will
be
many coffins in case of any NATO invasion, even if some Serbs are
"utterly
exhausted by
a decade of wars and rootless sanctions"), many unbelievable things will

happen.
America can't stand a second Vietnam. In Serbia it will have it.
Best
Maria

appliedms wrote:

> STOP NATO: ?NO PASARAN! - HTTP://WWW.STOPNATO.ORG.UK
>
> The forthcoming Yugoslav elections are a turning point
> for both Yugoslavia and the New World Order.
>
> The elections will be conducted in the atmosphere of
> unadulterated political pressure and military threats by the
> Western Alliance. About 160,000 well equipped Western
> troops all around Serbia, together with US airforce bombers
> in Hungary and Bulgaria, about 6 minutes flight away
> from Belgrade, "George Washington" in the Adriatic
> and more than US$100M in funding for the
> opposition are "helping" push democracy along.
>
> What remains of Yugoslavia is utterly exhausted by
> a decade of wars and rootless sanctions. The remaining Yugoslavs
> seem to have lost their penchant for resisting the NWO.
> For 10 years the NWO has been making Yugoslavia, together with
> Iraq, an example of what happens to those who resist its rule.
> It seams that it is time for Serbia to lower its head.
>
> There are only two bad electoral choices in Yugoslavia:
>
> Option A: A vote for Milosevic is a vote for fast death of Yugoslavia

>
> Scenario of Milosevic's Win: in early March 2001 Djukanovic of
> Montenegro
> declares independence without a referendum, which sparks a conflict
> between
> Montenegrian paramilitaries and pro-Serbian Montenegrians.
> Yugoslav Army gets involved to prevent the killings. Then NATO rushes

> in to help the "fledgling democracy" of Montenegro. After a couple of

> days
> of intensive bombing NATO enters Yugoslavia simultaneously from
> Hungary, Bulgaria, Macedonia, Kosovo, Bosnia and Croatia, including
> a landing of US Marines on the Montenegrian shore at Ulcinj.
Yugoslavia
>
> is overrun in 15 days (it took Nazi's 17 days for the whole of old
> Yugoslavia).
> About 10,000 Serb civilians are killed by NATO in the process.
> Before the fall, Slobo and Mira disappear for China.
>
> Victorious Djindjic enters Belgrade with a Serbian flag on top of a US

> tank.
> Nobody even remembers the last elections and some individual called
> Kostunjica.
>
> Option B: A vote for Kostunjica is a vote for a slow death of
> Yugoslavia
>
> Scenario of Kostunjica's Win: Kostunjica is removed from the top
> position within
> 6 months after the elections (either politically marginalized by his
> coalition
> partners, made into a puppet by secret CIA files on him or even
> physically
> eliminated by the CIA). Before this, Slobo and Mira secretly jet to
> their
> love nest in China. Serbia disappears from the Western media, like
> Kosovo.
> Only occasionally, the world's sheeple (a hybrid of sheep and people)
> are
> reminded by the media how bad the Serbs under Milosevic were.
> Ultimately,
> the Western media stories about Serbian atrocities make it even into
the
> official
> school curriculum in Serbia (the sense of guilt needs to be installed
> early).
>
> Serbia withers away as NATO rewards its allies for their cooperation
> with
> "administration" of parts of Serbia (the same as the US rewarded the
> KLA).
> Djindjic springs up as a new leader with hugely publicized promises
> of the "New Age for All Serbs" as an associated partner of the EU and
> NATO.
> NATO troops are stationed all over Serbia and Montenegro as guarantors

> of "peace and prosperity". But, the promised New Age always remains
> just
> outside the reach. Just a little more of IMF and World Bank economic
> medicine. Just one more year of economic austerity measures before
> Serbia starts blossoming.
>
> So, which evil do you think the Serbs should vote for,
> Milosevic evil or NATO evil?
>
> [If Milosevic wins the only solution for Serbia are Russian S300's
> bought
> by Chinese loans. Those would keep NATO humanitarians away from
> Serbia for the next couple of years.]


--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
------------------------------------------------------------

*** CRIMINI DI GUERRA
Le bugie mortali della NATO e le loro vittime nel conflitto del Kosovo.
Con un dossier su Srebrenica
di Juergen Elsaesser

*** GUERRA, BUGIE E VIDEOTAPE
Come il monopolio dei media soffoca la verità
di Lenora Foerstel (IAC)


RI-PROPOSTE:

* MONOPOLY
una recensione di Enrico Giardino

* IMBROGLI DI GUERRA
Versione integrale on-line

* LA NATO NEI BALCANI
International Action Center / AaVv.

* DAL MEDIO ORIENTE AI BALCANI
Losurdo, Taboni, Moffa, Catone


ALTRI NUOVI LIBRI SEGNALATI:


*** IL BOMBARDAMENTO ETICO
Saggio sull'Interventismo Umanitario, sull'Embargo Terapeutico e sulla
Menzogna Evidente

di Costanzo Preve

Ed. CRT, Pistoia, agosto 2000
http://www.zen.it/crtiltempio/Editrice.html


*** NATO AGGRESSION AGAINST THE FEDERAL REPUBLIC OF YUGOSLAVIA
Documents sent to international organizations (Two Volumes)

Ministry of Foreign Affairs of the FR of Yugoslavia

Eds. "Sluzbeni glasnik", Belgrade, May 2000


===


CRIMINI DI GUERRA
Le bugie mortali della NATO e le loro vittime nel conflitto del Kosovo.
Con un dossier su Srebrenica

di Juergen Elsaesser

Konkret Verlag Hamburg, 192 pagine, 26.80 DM

---

Juergen Elsaesser, coredattore della rivista tedesca KONKRET ed autore
di vari contributi sia sulla Jugoslavia (si veda ad esempio
l'eccezionale intervista a Mihailo Markovic, in italiano su:
http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/455), sia sul nuovo
ordine europeo germano-centrico e sul nazismo, ha recentemente prodotto
un importante libro dal titolo "Crimini di guerra - Le bugie mortali
della NATO e le loro vittime nel conflitto per il Kosovo", contenente
anche un dossier sulla campagna di disinformazione strategica legata
alle vicende di Srebrenica 1995.

Il libro sara' presentato anche alla Fiera del Libro di Francoforte il
prossimo 20 ottobre, ed accanto all'autore siedera' un militare tedesco
che e' stato licenziato per le sue critiche contro l'intervento militare
del 1999. L'autore sta cercando di far conoscere il libro a livello
internazionale, ed e' disponibile a presentarlo in Italia, anche
attraverso interviste radiofoniche eccetera. Del libro e' in
preparazione anche una versione in inglese, ma Elsaesser sarebbe felice
se ne venisse fatta pure una traduzione ed edizione italiana...

Se qualcuno e' interessato, puo' contattare l'autore tramite noi.

---

KONKRET-Magazin, Ruhrstr.111, D-22761 Hamburg, Germany

Juergen Elsaesser
Tel. xx49-331/6005211
Fax. xx49-331/6005213
Mobil 0171/1720368
Email: J.Elsasser@...
Website: www.juergen-elsaesser.de


Dear Ladies and Gentlemen
of the International Media,

on 15th October, my new book about the lies of Nato in the
Kosovo-conflict is on
sale in Germany. A big presentation during the Frankfurt Book Fair will
take
place on the 20th October, ex-general Heinz Loquai (the officer who was
fired by
MoD Scharping because of his critic of the war) will join me in this
event.

All details about the book and the author you can find below.

I would appreciate if you would write a review of the book for your
paper or
TV-programm or make an interview (by phone?) with me about my theses.

Unfortunately there’s only a German issue at the moment. An english
edition
could be published next year, but it’s not sure.

Please remail me if you are interested.

Thanks a lot
yours sincerely

J.E.

Outline

KRIEGSVERBRECHEN
Die toedlichen Luegen der Nato und ihre Opfer im Kosovo-Konflikt.
Mit einem Dossier zu Srebrenica
(Konkret Verlag Hamburg, 192 Seiten, 26.80 DM)


WAR CRIMES
The Deadly Lies of Nato and ist Victims in the Kosovo-Conflikt.
With a Special File about Srebrenica

»Never before so few lied so thoroughly to so many, as in connection
with
the Kosovo war«, says Willy Wimmer, member of the CDU party in the
German
Bundestag. »People died for this.«

No lie seemed too grotesque to start the slaughter and keep it going:
Milosevic as the new Hitler, concentration camps in Pristina, Auschwitz
in
Kosovopolje. Whereas NATO and CNN took the trouble to provide fabricated
video documents, the German Minister of Defense sought to convince by
mere
force of words: Mister Scharping‘s portrayal of Serbs playing football
with
the heads of their Abanian victims or Serbs grilling foetuses, torn from
their mothers‘ wombs will go down in the annals of psychopathology.
Finally
miracles of biblical dimensions: massacred Albanian intellectuals hold
post
mortem press conferences in Western capitals; ghost trains suddenly
appear on
scarcely used tracks and bore their way into NATO-missiles; mass graves
are
found as empty as Our Lord‘s vault on the third day.

What is left? »In the nine months after stationing of KFOR in Kosovo
nothing could be found to sustain the indictment of ›genocide‹ « (Le
Monde
Diplomatique, March 2000) . In the light of new evidence and with the
aid of
previously unaccessible documents Juergen Elsaesser questions NATO‘s
justification for the war.

Elsaesser proves the thesis that the first victim of war is the truth to
be wrong. For the truth dies long before a war starts: It was the lies
about
Srebrenica, about Racak, about Rambouillet and about the so-called
apartheid
in Kosovo that deceived members of parliament and citizens alike and led
them
into a murderous adventure. NATO was made the »air force in an ethnic
war«
(Henry Kissinger ) and brought the KLA into power. The result: Pristina
is
purged, ethnic monirities have been driven out of Kosovo, chaos rules in
the streets, the KLA‘s secret police is everywhere, and the few
remaining
survivors fear in ghettos for their lives. Indeed, nobody talks now of
»humanitarian catastrophe«, »ethnic cleansing« or »genocide« and not
surprisingly so: to acknowledge the disgrace of the last war would
impede
preparations for the next.




Table of contents


1 Before the War
1.1 The Mother of All Lies
The »Ramps of Srebrenica« as Starting-Ramps for the War.
***central chapter of approximately 50.000 characters***

1.2 Withheld Murders
The KLA‘s Terror before the War and the Ignorance of the Western
Public.
approximately 25.000 characters

1.3 Classified: Racak
The Previously Classified Autopsy-Records of the 40 Bodies of Racak
Disprove NATO‘s Version of a Serbian Massacre.
approximately 18.000 characters

1.4 Meddled
Memoirs of a Viennese Diplomat: Petritsch on the German
Front-Line in Rambouillet.
approximately 20.000 characters

1.5 Scharping‘s Blacksmiths
»Operation Horseshoe« — An Amateurish Fabrication Coming from the
House of the Vienna-Berlin-Secret- Service-Connection.
approximately 24.000 characters

2 The War
2.1 Sex, Lies and Video
How To Get Your Country in the Mood for War Using Photomontage and
Sexually Laden Horror-Scenarios.
approximately 14.000 characters

2.2 Legal, Illegal, Collateral
Myths and Facts about the Bombing
approximately 19.000 characters

2.3 Killing Fields and Deadly Lies
What Remains of the 100.000 Corpses in Mass Graves?
***central chapter of approximately 40.000 characters***

3 After the War
3.1 Prizren Is Cleared of Serbs
The Fabulous Cleanliness of the German Bundeswehr.
approximately 24.000 characters

3.2 And they lived happily together ever after
NATO‘s fairy-tale about the multi-ethnic future of the Kosovo
protectorate.
***central chapter of approximately 40.000 characters***

4 Epilogue
Fact-Dump Cyberspace
Post-Modernism destroys Reason, Or: Questions of an Active Reader.
approximately 15.000 characters

5 Appendix

5.1 International Press Commentaries on the Situation in Kosovo in the
1980ies.
approximately 10.000 characters

5.2 The German Foreign Ministry about the Situation in Kosovo 1990 -
Fall 1998;
secret documents
approximately 35.000 characters

5.3. Massgraves „As seen As told“ - strange details of a OSCE
documentation
approximately 12.000 characters



About the Author

Juergen Elsaesser was born in 1957. Until June 1997 he was chief editor
of
Berlin‘s daily newspaper Junge Welt and from April 1999 on has been
editor of
the monthly magazin Konkret, Germany‘s most important magazine of an
independent Left since 1957 . He also works as a freelance journalist,
amongst others for the Allgemeine Juedische Wochenzeitung, the
Sueddeutsche
Zeitung, the state television WDR and the Kursbuch.

In the time of the Kosovo war he coined the slogan »No Blood for
Joschka«, an anology to the slogan »No Blood for oil«, that the members
of
the Green Party had coined in the Golf war 1991. The German magazine Der
Spiegel consequently libelled him as a »professional cynic« bound to
»antiquated leftist clichés«. Others were more kindly disposed: About
his
latest book Nie wieder Krieg ohne uns. Das Kosovo und die neue deutsche
Geopolitik (Konkret Verlag, June 1999, second edition November 1999)
the renowned daily newspaper Frankfurter Rundschau wrote: »An excellent
book.
Written in anger and deep regret, regrets about the development of the
Left
movement and the Green Party. But it is thoroughly investigated.«



Bibliography

Juergen Elsaesser/Andrei S. Markovits (Hrsg)
Die Fratze der eigene Geschichte
Von der Goldhagen-Debatte zum Jugoslawienkrieg. Berlin
(Elefantenpress) September 1999, 208 Seiten, 29.90 DM

Juergen Elsaesser (Hrsg.)
Nie wieder Krieg ohne uns
Das Kosovo und die neue deutsche Geopolitik. Hamburg
(Konkret) Juni
1999, 165 Seiten, 22.80 DM

Juergen Elsaesser
Braunbuch DVU
Eine deutsche Arbeiterpartei und ihre Freunde. Hamburk
(Konkret)
September 1998, 152 Seiten, 19.80 DM


Juergen Elsaesser/Sahra Wagenknecht
Vorwaerts und vergessen?
Ein Streit ueber Marx, Lenin, Ulbricht und die verzweifelte
Aktualitaet des Kommunismus. Hamburg (Konkret) Juni 1996,
140 S.
19.80 DM

Juergen Elsaesser
Wenn das der Fuehrer haette erleben duerfen
29 Glueckwuensche zum deutschen Sieg ueber die Alliierten.
Hamburg
(Konkret) Mai 1995, 112 Seiten, 14.80 DM

Juergen Elsaesser
Antisemitismus - das alte Gesicht des neuen Deutschland
Analysen nach der Wiedervereinigung. Berlin (Dietz)
September 1992,
145 Seiten, 19.80 DM


===

GUERRA, BUGIE E VIDEOTAPE
http://digilander.iol.it/convogliogiorgiana/foerstel130800.html

Guerra, bugie & videotape: come il monopolio dei media soffoca la verità
di Lenora Foerstel - marzo 2000
(a cura di Enrico Giardino -Forum DAC- Roma 13 agosto 2000)

Lenora Foerstel è un'attivista dello IAC (International Action
Center) impegnata nei
movimenti femminili e per la pace, a livello mondiale. Ha scritto
libri e pubblicazioni,
ha prodotto video legati soprattutto a situazioni geografiche del
Sud Pacifico.
In quest'ultimo suo libro raccoglie una serie di testimonianze di
qualificati personaggi
e ricercatori mediatici che colpiscono duro (come lei dice)
impegnati a demistificare gli
slogan e la propaganda delle grandi multinazionali e dei governi ad
esse legate.
Personaggi come Ramsey Clark (IAC), Scott Armstrong, M. Collon, M.
Parenti, Diana
Johnstone, J.B. Aristide ed altri.
Il libro prende spunto da una conferenza internazionale tenutasi ad
Atene nel 1998,
intitolata "L'età oscura dei media": in essa sono emerse
circostanziate denunce delle
più colossali mistificazioni mondiali, nonché una serie di proposte
di resistenza e di
alternativa rispetto all'attuale monopolio imperialistico dei
mass-media. Essendo
impossibile sintetizzare in breve le 270 pagine del libro, degno di
pubblicazione in
italiano, fornisco qui solo un'idea del suo contenuto, riferendomi
all'introduzione di L.
Foerstel e ad alcune parti del libro.

Gli argomenti principali trattati nel libro sono i seguenti:

La crescente concentrazione della proprietà dei media soffoca
il dissenso ed il
flusso informativo
Il ruolo dei media nel preparare le guerre e catturare il
mercato mondiale
La propaganda di guerra della Nato e la sua espansione in
Jugoslavia
Il ruolo delle grandi compagnie petrolifere, del Pentagono e
dei media nel Golfo
Le nuove tecnologie possono aiutare gli attivisti a rompere il
monopolio
mediatico dominante

Tali argomenti sono riferiti alle 5 parti del libro, con questi
titoli:

1.Censura mediatica e gestione delle notizie

con cinque contributi: Scott Armstrong (I sottotitoli della
censura), Ben
Bagdikian (Le notizie degli eventi internazionali), Ramsey
Clark
(Manipolazione mediatica della politica estera), M. Parenti
(Evasione
madiatica) e Peter Philips (Proprietà e controllo dei media).

2.Filtraggio delle notizie: storie riprese dal buio dei media

con cinque contributi: B. Dupuy (Il linciaggio del presidente
Aristide), Laura
Flanders (Un topolino ruggente: i media popolari acquistano
fondamento),
Sara Flounders (Il tallone d'Achille del potere mediatico:
perdita di
credibilità), Brian Becker (La caduta del socialismo dell'est
europeo devasta
i lavoratori: rapporto ONU ignorato dai media), Danni
Schechter (Per la luce
nel buio)

3.Media e guerra nei Balcani

con quattro contributi: M. Collon (La storia che i media non
raccontano), T.
Deichmann (Premio Pulitzer e propaganda croata), Diana
Johnstone
(Guardando la Jugoslavia attraverso un vetro oscurato), Z.P.
Pirocanac (I
moderni media, quarto braccio della Nato)

4.Imperialismo culturale: la prospettiva del Terzo Mondo

con quattro contributi: J.B. Aristide (Mass media e media di
massa),
M.Mukherjee (Accesso pubblico all'informazione in India),
Nawal El
Saadawi (Neo-colonialismo ed età oscura dei media), Adel
Samara (Media
come strumento nazionale di oppressione di classe)

5.Alternative internazionali al monopolio dei media

con cinque contributi: B.N.Aziz (Esiste una alternativa
mediatica fuori
dell'Occidente?), D. Barsanian (Radio alternative: audio di
conflitto), Peter
Frank ed altri (Radiodiffusione, costituzione e democrazia),
M. Jacobi
(Informazione su Internet, potenzialità di un medium
democratico), Ch.
Levendosky (Può il mercato proteggere le voci libere?).



I media ed i loro proprietari agiscono ormai come
"consulenti-patrocinatori" del
pubblico americano (e mondiale) sugli eventi mondiali, orchestrando
l'opinione
pubblica sui temi della pace e della guerra. Questa potenza
manipolativa cresce nella
misura in cui le compagnie di fondono e si concentrano. Esempi : nel
1961 la CBS
prepara la guerra in Vietnam; nel 1986 la General Electric si
impadronisce di NBC ed
RCA, entra nel mercato militare con la Westinghouse e promuove
azioni belliche USA
su vasta scala. Ciò non riguarda solo le news come si pensa, ma i
programmi di fiction
e di intrattenimento: basta pensare all'ideologia ed alle
distorsioni diffuse da film,
telefilm, ecc. (es. stereotipi xenofobi che incoraggiano sciovinismo
e militarismo).
Altri esempi: l'editoriale del "New York Times" che il 20-9-98 (ben
prima
dell'aggressione Nato) incoraggia Clinton ad intervenire in Kosovo
(se necessario
anche da solo, senza Nato).

Nel 1997 gli USA mandano le loro truppe ad occupare i trasmettitori
nell'area di Pale
(Bosnia) per trasmettere propaganda a favore del Presidente
serbo-bosniaco Plavic,
filo occidentale , in corsa elettorale con altro candidato inviso
agli USA (che pure in
passato avevano finanziato).

Grazie al supporto USA i ladroni-baroni russi hanno applicato il
modello occidentale
per pilotare le notizie nel loro Paese, dopo la caduta del
socialismo sovietico: è
cominciata così anche in quel Paese l'era buia dei media. Come negli
USA, le notizie
arrivano oggi dalle sale dei Consigli di Amministrazione delle
multinazionali, invece
che dalle strade o dal Paese reale.

Negli USA un ruolo di mistificazione enorme hanno gli addetti alle
Public Relations
(PR): sono già 150.000 contro 130.000 reporter accreditati.

A costoro interessa, non la verità di una notizia, ma il risultato
che essa determina a
vantaggio dei loro "clienti": lo ha riferito pubblicamente il
responsabile di una grossa
agenzia PR americana in occasione di una campagna lanciata per
portare il Governo
USA ad intervenire militarmente nel Golfo Persico per "proteggere il
Kwait" dall'Iraq
di Saddam Hussein: questa aggressione, che ancora continua, è
costata finora milioni
di dollari ed ha devastato l'Iraq.

Lo stesso copione si è ripetuto con un'altra agenzia PR che, pagata
30.000
dollari/mese dai governanti croati e dai musulmani bosniaci, ha
sostenuto la loro
causa, diffondendo notizie e storie false ai fini di un intervento
armato USA nell'area
(es.50.000 donne musulmane rapite dai serbi, mentre il successivo
rapporto ONU,
ignorato dai media, parlava di 800 rapimenti totali effettuati da
tutte le etnie della
Regione).

La demonizzazione dei Serbi è riuscita pienamente solo quando
l'agenzia PR, a suo
stesso dire, è riuscita, con la sua campagna di falsità e di
propaganda, a coinvolgere le
associazioni ebraiche: da quel momento i serbi sono stati equiparati
ai nazisti di Hitler
e sono stati usati per essi i termini di quel periodo: pulizia
etnica, fosse comuni, campi
di concentramento, ecc.

La nostra "campagna ha avuto pieno successo" ha dichiarato con
orgoglio il
responsabile PR, "noi non siamo pagati per essere morali", "non
siamo attrezzati per
controllare le notizie che diffondiamo", il nostro obiettivo è
soddisfare le richieste di
chi ci paga, usando "bene" i media.

Un'altra vittima di campagne dis-informative è stato l'ex presidente
di Haiti
J.B.Aristide che ,eletto con il 67% dei voti, si opponeva alle
ricette di "aggiustamento
strutturale" del FMI: fu rimosso dopo una dura campagna mediatica
orchestrata dagli
USA che considerano Haiti una loro colonia (definizioni di Aristide:
"psicopatico",
"piccolo socialista assetato di sangue").

Mi sembrano poi notevoli le affermazioni di Ramsey Clark "La lotta
che noi possiamo
e dobbiamo fare, la più grande sfida nella lotta per la democrazia è
la ricerca della
verità"; " la questione della sopravvivenza umana ..dipenderà
largamente dalla nostra
capacità di vedere e mostrare la verità in tempo utile"; "la
possibilità dei media di
demonizzare intere nazioni ed i loro leaders, costituisce il potere
più pericoloso e più
perverso".

Ciò significa, come noi del Forum DAC sosteniamo, che, con la lotta
politica,
occorre riportare sotto la sovranità popolare il controllo dei
processi di
conoscenza, informazione, comunicazione.

L'autrice rivolge poi un cenno ai contributi dei vari relatori del
libro.
I contributi della terza parte si incentrano sulle menzogne che
hanno preparato e
coperto l'aggressione USA-NATO nei Balcani con il graduale
smantellamento della
Repubblica federata di Jugoslavia.
Se ne può dedurre che l'immagine mediatica ha beffato il mondo
intero.
Pirocanac, in particolare, esamina il ruolo dei media come quarto
braccio della NATO.

Nella quarta parte del libro si indagano le ricadute sul Terzo Mondo
dell'imperialismo
mediatico ( ma anche militare ed economico) nonchè le possibili vie
di resistenza e di
alternativa rispetto ad esso.
Da un lato si propongono agenzie, reti ed alleanze "orizzontali"
capaci di offrire ai
movimenti un flusso informativo e conoscitivo correlato alla realtà
del mondo e dei
popoli (un esempio è l'idea denominata PRIME Progressive
International Media
Exchange), dall'altro si tenta di sostenere e valorizzare le
strutture informative non
legate ai monopoli (pubbliche, comunitarie, ecc.).

In questa direzione, la conquista dei DIRITTI COMUNICATIVI, attivi e
passivi, mi
sembra una battaglia decisiva nel senso indicato sopra da Ramsey
Clark.

Qui serve una progettualità articolata a più livelli, da quello
locale a quello mondiale,
capace di contrastare, o almeno limitare, i danni sociali prodotti
dalle multinazionali
dei media.

Qui si collocano le proposte del FORUM DAC che possono diventare
praticabili, a
condizione di assumere la questione dei MEDIA ( e dei diritti
negati) come problema
politico universale e prioritario. Qui le testimonianze dei vari
relatori si intrecciano
con i lavori e gli scopi di Videazimut (nel mondo) e del nostro
Forum DAC (in Italia).

Sintetizzo infine i contributi dell'ultima parte, più propositivi e
progettuali, essendo
l'analisi delle menzogne USA-NATO più nota, almeno tra gli "addetti
ai lavori" non
asserviti all'imperialismo

Barbara Nimiri Aziz (USA) si chiede se esistano alternative
mediatiche al di fuori
dell'Occidente. Pur accettando che i grandi mass-media occidentali
ormai dominano
l'attenzione e l'ascolto dei popoli di ogni parte del mondo,
l'autrice esamina i processi
culturali e comunicativi delle civiltà "non occidentali" (arabi,
asiatici, ecc.): qui i
processi di comunicazione orali non sono ancora scomparsi ed hanno
tradizioni
consolidate. Non è vero che non esistano ad EST giornalisti,
intellettuali e
comunicatori, indipendenti e capaci. Un altro aspetto caratteristico
è che in quei Paesi
il vissuto conta più della politica, per cui le persone non sono
così disinformate come
gli occidentali credono. Cita una serie di esempi. I popoli di 22
Stati arabi costituiscono
un buon esempio di competizione e diversità.
Il suo invito è quindi di non omologare frettolosamente l'ovest
all'est.

David Barsamian (USA) tratta il tema delle radio antagoniste e del
loro ruolo
antimperialista. Cita Antonio Gramsci "creare una nuova cultura non
significa solo fare
originali scoperte individuali, ma soprattutto significa divulgare
criticamente le verità
esistenti, portarle al linguaggio sociale, quindi, dare ad esse la
consistenza di base per
azioni vitali e gli elementi di raccordo di rilevanza intellettuale
e sociale". Egli trova
nel rilancio e nel potenziamento delle radio alternative le funzioni
politiche e culturali
evocate da Gramsci. Ragioni di costo, di semplicità e di diffusione
ne fanno fattori
decisivi di conoscenza critica, resistenza ed opposizione
all'imperialimo. Cita una
serie di esempi.

La relazione di Peter Frank ed altri (USA), intitolata
"Radiodiffusione, costituzione
e democrazia" pone il diritto a comunicare in relazione al 1°
emendamento della
Costituzione USA: rivendica il diritto all'installazione in ambito
locale di
microripetitori radio FM di piccola potenza (50-100 watt). Cita i
numeri della rapida
espansione in USA di tali microripetitori "comunitari e/o rurali",
sostenuta dal
"movimento internazionale per le microradio".

Manse Jacobi (USA) esplora limiti e potenzialità di Internet come
potenziale mezzo
di democrazia comunicativa (alternativa al regime dominante). Cita
le applicazione di
WEBcasting-diffusione di notizie audiovisive via Internet, nonché il
progetto di
"convergenza della società civile" lanciato da AMAR, APC e
Videazimut: si tratta
di una rete di giornalisti, scrittori, intellettuali ed attivisti
che scambiano, su base
mondiale, informazioni libere, democraticamente.

C.Levendosky (USA) si chiede, pleonasticamente, se il mercato possa
mai
proteggere voci libere. La sua risposta, suffragata da esempi, è
negativa, per cui
ritorna all'uso di media alternativi.


===


MONOPOLY
La Nato alla conquista del mondo
di Michel Collon (ed. EPO - marzo 2000)

-> NUOVA RECENSIONE a cura di Enrico Giardino:
http://digilander.iol.it/convogliogiorgiana/collon110800.html

-> nostri documenti gia' distribuiti:
http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/252


===


IMBROGLI DI GUERRA

Scienziate e scienziati contro la guerra

--------------------------------------------------------------------------

"Imbrogli di guerra" e' finalmente disponibile anche sul web,
all'indirizzo http://www.iac.rm.cnr.it/~spweb/libro/

Il comitato "Scienziate e scienziati contro la guerra", inoltre,
e' in procinto di pubblicare con l'editore Odradek un secondo
volume, come continuazione del primo. Il secondo libro riportera'
il contenuto delle relazioni raccolte nel corso del convegno di
Torino svoltosi nel mese di giugno 2000.


--------------------------------------------------------------------------

IMBROGLI DI GUERRA - Scienziate e scienziati contro la guerra

Un libro per coloro che vogliono approfondire, fuori dai clamori e
al riparo da interferenze mediatiche, cause e conseguenze del recente
conflitto e di cui consigliamo vivamente l'adozione nelle universita'
e nelle scuole superiori.

Raccoglie contributi e interventi che "Scienziate e scienziati contro
la guerra" hanno prodotto in un seminario sul conflitto nei Balcani,
tenutosi a Roma il 21 giugno 1999. Sono testi ricchi di grafici e
tabelle,
meditati e documentati, che analizzano un vasto spettro di temi e di
ambiti a partire da metodologie scientifiche diverse, attenti a riferire
soprattutto, ma non solo, sulle conseguenze del recente conflitto sulla
popolazione e sull'ambiente.

Sono testi scientifici che non vogliono ignorare le connessioni
economiche
tra universita', ricerca ed industria bellica, e che affrontano, di
nuovo,
la responsabilita' della scienza e degli scienziati nei confronti del
Pianeta e della sua popolazione. In un contesto culturale di profonda
crisi, laddove molti intellettuali sono spiazzati dagli eventi, altri
latitano, ed altri ancora si vendono al miglior offerente, qualcuno
s'interroga...

Le autrici e gli autori: A. Di Fazio, V.F. Polcaro, S. Salerno, L.
Triolo,
V. Caffarelli, W. Bocola, P. Cagnetti, V. Gennaro, G. Grandoni,
A. Signorini N. Pacilio, C. Pona, A. Baracca, R. La Valle e altri,
F. Grimaldi, A. Drago, E. Donini, M. Emmer, A. Martocchia: docenti
appartenenti a Dipartimenti di varie Universita' italiane (Napoli,
Roma, Firenze, Torino, Trieste); ricercatori del CNR, dell'ENEA, degli
Osservatori astronomici, del Ministero dell'Ambiente, dell'Istituto
Nazionale per la ricerca sul Cancro di Genova; studenti della Scuola
Internazionale per gli Studi Avanzati di Trieste.

--------------------------------------------------------------------------

Per scaricare il libro o i singoli contributi, il sito internet e'
http://www.iac.rm.cnr.it/~spweb/libro/

Sia l'intero libro che i singoli contributi che sono scaricabili
in formato PostScript compresso (.PS.GZ) che in formato PDF.
I software di riferimento per visualizzare i file sono
- Aladdin ghostscript + gv (Unix/Linux)
- Aladdin ghostscript + gsview (Windows)
- Acrobat Reader (tutte le piattaforme)

Si fa notare che i file PostScript devono prima essere decompressi
con gunzip (linux/unix) o winzip (windows).

--------------------------------------------------------------------------
Scienziate e Scienziati contro la guerra
http://www.iac.rm.cnr.it/~spweb/
scienzaepace@...


===


> International Action Center / AaVv.
>
> LA NATO NEI BALCANI
>
> Editori Riuniti, Roma, giugno 1999 - lire 18mila

Dei QUATTORDICI saggi contenuti nell'opera originale - vale a dire
l'eccezionale volume dell'I.A.C. "NATO IN THE BALKANS", che a suo tempo
segnalammo, cfr. http://marx2001.org/crj/GEOPO/natobalc.html - con
grande
ardimento gli Editori Riuniti sono riusciti a pubblicarne QUATTRO in
versione italiana. C'e' voluto un anno e mezzo d'attesa e qualche decina
di migliaia di tonnellate di bombe, ma il risultato e' incoraggiante.

Il libro, che e' curato da Tommaso di Francesco, si apre con una
PREFAZIONE di Luciana Castellina. Questa esordisce con alcune righe di
premessa inutile ed in perfetto stile "politically correct" sulle colpe
di
Milosevic, tanto per mettere le mani avanti, ma subito dopo in poche
pagine riesce a riassumere efficacemente 10 anni di aggressione
imperialista ai danni delle popolazioni della Jugoslavia, analizzando a
nostro avviso correttamente anche il quadro politico-culturale
complessivo.

Segue una NOTA REDAZIONALE e la parziale traduzione di "NATO IN THE
BALKANS", con gli scritti di R. Becker (sulle sanzioni ed il ruolo
occidentale nella distruzione della RFSJ), S. Flounders (sulla attivita'
USA contro la pace in Bosnia; da questa sezione e' scioccamente saltato
via un paragrafo che elencava alcuni articoli di fonte occidentale
sull'operato della CIA in Bosnia), G. Elich (sulla "Operazione Tempesta"
a
danno dei serbi delle Krajne) e B. Lituchy (sul ruolo dei media, laddove
si citano alcuni esempi di disinformazione strategica, con i nomi delle
agenzie di "public relations" coinvolte).

Mancano dunque all'appello l'introduzione di R. Clark, l'importante
analisi geopolitica di S. Gervasi sulla strategia della NATO, il pezzo
sulla Bosnia di Chossudovski, l'analisi di S. Marcy sugli interessi
dietro
allo squartamento della RFSJ, il saggio sugli accordi di Dayton di G.
Wilson, l'articolo di T. Deichmann sulla campagna di disinformazione
relativa a certi "lager serbi" in Bosnia, quello di R. Foerstel sul
ruolo
dei media e quello della N. Tesich sul clima culturale in cui e'
germogliato il razzismo antiserbo di questi anni. Manca anche l'analisi
di
Cottin e Dorfman sulla agenzia di disinformazione strategica
"Ruder&Finn",
impegnata ad orientare la lobby ebraica USA in senso antijugoslavo.

Il libro contiene invece una aggiornata APPENDICE, con l'ACCORDO PER
L'AUTOGOVERNO DEL KOSMET (18.03.99) e l'ACCORDO DI RAMBOUILLET
(integrale), nonche': LE COLPE DELLA GERMANIA (intervista a Helmuth
Schmidt a cura di P.A. Stauffer e P. Decallier), GLI OBBIETTIVI DELLA
POLITICA DELLE BOMBE (di E. Said), STELLE D'AMERICA, STRISCE D'EUROPA
(di
G. Kolko), L'IRRESISTIBILE ASCESA DELLA NATO (di H. Scheer) e
soprattutto
le LETTERE DI UN VIAGGIATORE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA FRANCESE di
R. Debray, l'articolo apparso il 12/5 scorso sul "Le Monde" che ha
scatenato una oscena campagna diffamatoria contro il suo autore.

Nonostante l'incompletezza, l'estremo ritardo con cui appare ed il
totale
embargo informativo (non ci risulta sia stato recensito da alcun
giornale), questo libro rimane comunque il migliore di tutti quelli
finora
pubblicati sul dramma jugoslavo e balcanico di questi anni in Italia.
Pochi soldi per un'agile lettura che fornisce salde basi di
comprensione di quanto accaduto nel paese che con noi confina ad est.

Certo mancano tanti tasselli, documentazione, manca una cronologia,
mancano illustrazioni, manca la voce dei comunisti jugoslavi, ma non
disperiamo: qualche altra tonnellata di uranio impoverito o qualche
pioggia di bombe in Adriatico indurranno sicuramente gli "Editori
Riuniti"
ad azzardare un altro passo nella direzione giusta.

(http://www.marx2001.org/nuovaunita/jugo/crj/m_l/100899.htm)

===

> Losurdo, Taboni, Moffa, Catone
>
> DAL MEDIO ORIENTE AI BALCANI
> L'alba di sangue del "secolo americano"
>
> La Citta' del Sole / Manes Ed., Napoli 1999

Si tratta della raccolta di quattro eccezionali saggi sulle cause
strategiche, economiche e politiche della aggressione occidentale contro
la Repubblica Federale di Jugoslavia (Serbia e Montenegro). Questo
paese,
ultimo dell'area balcanica a rivendicare fino in fondo una continuita'
con
la multinazionale (o "multietnica", come vuole la vulgata corrente)
Repubblica Federativa e Socialista di Jugoslavia, e' tuttora soggetto ad
un attacco in varie forme da parte dell'imperialismo, che intende
spaccarlo facendo leva sui settori revanscisti e micronazionalisti per
arrivare ad una ricolonizzazione di tutta l'area, e puntare
ulteriormente
ad est.
Particolarmente accesa la polemica contro la deriva teorica e pratica
di certo internazionalismo, di certo pacifismo e di certa sinistra, che
usando in modo a-dialettico la categoria della "autodeterminazione dei
popoli" hanno di fatto sostenuto lo squartamento della RFSJ esaltando un
"differenzialismo identitario" di carattere reazionario e decadente.

(http://www.marx2001.org/nuovaunita/jugo/crj/m_l/100899.htm)


--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
------------------------------------------------------------

Emperor's Clothes Interviews Radio B292

www.tenc.net
[Emperor's Clothes]

On May 17th, the Yugoslav government closed Studio B, controlled by Vuk
Draskovic's Serbian
Renewal Party in Belgrade. The charge: that Studio B Television "has
been calling for armed terrorist and
criminal actions against the Republic of Serbia and its citizens." Since
the controversial Radio B292 used
space at Studio B, B292 was effectively closed as well.

Some said that the charges were fabricated, that this was a terrible
attack on free speech. Were they
right? Did the station represent an attempt at free journalism, stifled
by heavy-handed bureacrats?

Emperor's Clothes published two articles by geopolitical analyst Paul
Treanor which argued, with
documentation, that Radio B292 was in fact controlled by powerful
Western interests which aimed to
bring Yugoslavia down.

Shortly after Studio B was closed, Emperor's Clothes editor Jared Israel
tracked down B292 staff
members at a temporary office in Belgrade. He interviewed two people,
gordan Paunovic, who ran
B292's web page, and Sanda Savic, the news editor. The interviews were
an attempt to shed light on the
charges raised by Mr.. Treanor. They relate directly to the question: Is
the Serbian opposition in fact
independent of US control? This has direct bearing on the present
Yugoslav elections.

Interview with gordan Paunovicm webmaster for B292.

Conducted by Jared Israel, editor www.tenc.net

Jared: Why did the government shut down Studio B?

Gordan Paunovic: The main accusation was that they called for an armed
response to overthrow the
government

Jared: Is that true?

Paunovic: No, of course not. On the 13th of May you had a rally on a
mountain over there and you had
these people who shouted "Uprising! Uprising!" And they had coverage of
both rallies. So if you think
that's a call for uprising -

[Note: Subsequently I learned from a Montengran student whose family has
been involved in "upriings"
for 200 years, that while the term "uprising" might be taken as radical
chic in English, in Serbia it is
associated with a bloody history of anti-Turkish rebellions, a history
with which every Serbian child is
familiar. It is therefore not a term likely to be used casually.]

Jared: Well the news report I read in the West said that guns were fired
in the air and Vuk Draskovic
said, "Save your bullets, we're going to need them." Doesn't that sound
like a call for civil war and -

Paunovic: These are folklore events without any political weight which
are happening every year. It is the
anniversary of the Chetniks' uprising against the Nazi's in the Second
World War, on this mountain. It's a
completely folklore gathering. They always have guns.

Jared: But his comment? "Save your bullets we'll need them later?"

Paunovic: Well then let them arrest Draskovic.

Jared: Well, they closed his Studio B...Tell me, is radio B292 funded by
George Soros?

Paunovic: Funded or founded?

Jared: Funded. Given money -

Paunovic: I think it happens quite often since 1992 but it's not the
only source of money. But I'm not the
right person to talk about this.

Jared: Do you know anything about -

Paunovic: There is a list of international foundations, not only Soros
who -

Jared: Like what else?

Paunovic: Press Now, from Holland, Royal Swedish Foundation or
something, Royal Netherlands
Foundation.

Jared: Any in the US?

Paunovic: I guess so. I don't know the details. Those things I know by
chance. But Soros Foundation,
yes, definitely, but much, these days in last year or two years much
less than before.

Jared: Any money coming from foundations in the US?

Paunovic: Probably, but I don't know which Foundations. I am pretty much
pissed off in putting this kind
of argumentation, like Soros equals B92. That really comes from people
who are not in a position to see
what we are doing. We will take money from anyone. To make a good
production on many levels, from
radio, to TV and video productions to Internet, Books, music. You need
money.

Jared: I'll read you a statement from Gelbard. You know who Gelbard is?

Paunovic: US Special Envoy to the Balkans.

Jared: Exactly. [Jared's note: actually prior to this interview Gelbard
had been moved to a new position,
Ambassador to Indonesia...] Do you know who Biden is? Sen. Biden? This
an exchange from the July
29th [1999] hearings on supporting the so-called independent forces in
Serbia. The hearings took place
the day after the Senate voted to give 100,000,000 dollars to the
'independent' opposition. This is Sen.
Biden talking:

"SEN. BIDEN: "What can we do about inside Serbia? For example Draskovic
continues to deny access
to Studio B, which is supposedly, as I understand it -- he's not?

"MR. GELBARD: No, he's actually given access to Studio B -- excuse me;
given access of Studio B to
Radio B-92. And my understanding is that Radio B-92, one of the
independent voices, has just reopened
as Radio B-292. We want Draskovic to open up Studio B to the rest of the
opposition, and that's a
message that he'll be getting from us in the next few days."

Jared resumes: That's how they talked about you. Any comment?

Paunovic: Can you read it to me again?

Jared: I'll read it slowly. [Reads again]

Paunovic: Hmmm. I think it's, I mean I'm not getting clear what do you
want to point? What do you want
to ask me? If you want to think B92 is the voice of Gelbard or the
American administration, that has
nothing to do with reality.

Jared: Well let me ask you, does it sound like an extraordinary
situation for the government of a hostile
country to be discussing in detail the use of studio facilities in the
target country. And discussing it in detail
-

Paunovic: Well, to make such a conclusion that would mean that you have
a perfectly normal situation
here. What you have here is the most abnormal situation in the world
which has nothing to do with the US
government.

Jared: You think the situation has nothing to do with the US -

Paunovic: And another thing I don't like the way we are - Like Robin
Cook and Jamie Shea they made a
huge damage to our image when Robin Cooke said in a Press Conference
which was directly broadcast
on CNN "You know we helped B92 to get satellite access" and things like
that. But you know I think
they will obviously help anyone who is spreading serious criticism of
the government. So what are we
going to do about it? If they want to do it they will.

Jared: Do you feel uncomfortable with that statement [by Gelbard and
Biden]?

Paunovic: I absolutely feel uncomfortable with anyone patronizing -

Jared: You said before that the United States had nothing do with the
situation in Yugoslavia. You don't
think the United States is any part of the problem that you face in
Yugoslavia?

Paunovic: Well I don't say they are not part of the problem They are a
very big part of the problem
because for nine years they saw Milosevich as a guarantor of peace and
then completely changed their
policy declaring him a war criminal. If they needed the year 1999 to
realize he is a war criminal I think
they are very wrong. He is a war criminal and a person who is seriously
violating for many years. He
came to power in a completely illegal way. He had a coup in the [former
communist] party congress.



Jared: You think he's a war criminal? They charge him with war crimes
because they say the Serbian
police and the Yugoslav Army committed war crimes. Do you think the
Yugoslav Army committed war
crimes in Kosovo?

Paunovic: Well that's a collective guilt issue. They should specifiy the
names of people who committed
war crimes in Kosovo.

Jared: Do you think the Serbian Army committed war crimes in Kosovo?

Paunovic: I don't know. How can I know this? I don't work for the Hague
Tribunal.

Jared: Do you think the Hague Tribunal is a legitimate orgnaizxation>?

Paunovic: I don't know.

Jared: You said the US has been responsible for problems because of its
policy of backing Milosevich.
So that's the only thing the United States has done?

Paunovic: Are you referring to the bombing? I mean we can talk about
these things for 24 hours.

Jared: Well, it did happen. But anyway, you take money from the US
government

Paunovic: [Laughs] I don't know about it. I didn't say that. Did I say
it?

Jared: They say it.

Paunovic: Who?

Jared: In these hearings they say it explicitly; they say we've been
giving large sums of money to the
'independent' media. Now the main, the only name of 'independent' media
they mention is yours. They
say we had to stop when the bombing started. Since the bombing ended
we've been able to start again
and we're immediately going to get $10 million dollars in there. And we
have voted 100 million. That's
what they say.

Paunovic: You know, I don't know. That help was not only for B92. I mean
you have a list, practically
everyone, all media that exists in Serbia that is not controlled by the
Serbian government is on that list.

Jared: Getting money from the US?

Paunovic: Exactly,.

Jared: So they're all getting it, not just B92?

Paunovic: You know it's not a question of morality or something like
that because we're in an open war
with the government. We realized much before Washington realized we had
to overthrow Milosevich

Jared: Let me ask you, I understand you're broadcasting on satellite.
What satellite is that?

Paunovic: I don't know.

Jared: Is that Eurosat?

Paunovic: I am not a technical expert on the satellite. I can tell you
about the Internet.

Jared: Is there somebody who handles the radio I can talk to?

Paunovic: You can talk to me about it.

Jared; So do you know what satellite it is?

Paunovic: Yes but I don't know. I don't have anybody here who can help
you about this.

Jared: Is there anybody I can call to find that out?

Paunovic: Before, the way satellite operation was done I think in
cooperation with BBC.

Jared: Ahh, so you do know. And so now?

Paunovic: Probably the same.

Jared: Have you protested the Serbian government's exclusion from
Eurosat [the European Satellite TV
link]

Paunovic: We protest all those things. Everything.

[At this point Paunovic instructed Jared to check on their website to
see about the protest against
Yugoslav exclusion from Eursat. He checked but found no such protest
against Yugoslav exclusion.
Pauvonic promised to send the URL to that protest, and did in fact send
an email in which he stated his
regrets that the URL for the protest against Yugoslav esclusion from the
Eurosat was "unavailable".]

End of interview with gordan pauvonic

***

Inerview with Sanda Savic, News editor of Radio B292

Conducted by Jared Israel, May 23, 2000.

Jared: Are you in an office there or somebody's house?

Sanda: So-called office. We are just trying to gather computers,
telephones and etc., etc.

Jared: But I understand you're still able to transmit by satellite? What
satellite to you use?

Sanda: It's a BBC satellite.

Jared: You have an arrangement with them where you can -

Sanda: It's old arrangement. They give us more time on satellite now.
Every day we are broadcasting two
hours in the morning, two afternoon and two at the evening. Six hours a
day.

Jared: The BBC contributes this?

Sanda: I don't know the details about that agreement. But we used their
satellite before. But it was just
three hours before. We made a new agreement. They just wanted to help us
now.

Jared: That's a lot of time. What does that reach?

Sanda: We cover all the protests. That can be heard by everyone but
Belgrade because local stations
rebroadcast our programs, between 20 and 30 local stations.
Unfortunately BBC cannot be heard in
Belgrade.

Jared: I understand some people are very mad at you and some support
you. Are you getting strong
support?

Sanda: Many of us are very disappointed. We expect nothing special from
opposition [parties.] That's
why we prepared earlier offices and other ways to continue our work.
That's why we able to work now.
Because we didn't expect anything from the others, especially not from
the opposition parties.

Jared: So you prepared a whole alternative set of offices before this
happened? Sounds expensive.

Sanda: And we are doing some things to cover Belgrade. We are trying to
do that.

Jared: How are you doing that?

Sanda: I can't tell you more

Jared: What do you mean though, you say you're trying to cover Belgrade?

Sanda: We are trying to make some agreement with other radio stations,
not in Serbia.

Jared: You mean like Bulgaria or something?

Sanda: I can't tell you now. You're going to find out in the next ten or
15 days. Yes this is expensive but
you know the European Union and every organization from the outside
helped us for years and they are
going to help [now].

Jared: Like what organizations?

Sanda: Like, I don't know; [George] Soros, you know? There are so many
organizations from abroad.
They all help us.

Jared: Who owns the station?

Sanda: No one.

Jared: That can't be.

Sanda: We are not private. We are not a city organization. We are just,
I don't know. It's private owner

Jared: Who is the private owner?

Sanda: No one. It's just a part of Association of Independent Electronic
Media in Serbia.

Jared: You say no one owns it but I'm unclear. You said no one owns it,
but you said "we prepared other
offices." Somebody has to write checks. You've got phones; you have
relations with a satellite, etc.
Soros gives money; the money must go to something, some entity. Does
Soros own it?

Sanda: No no no no no no no. We don't have a legal status. We are just
part of an Association. You
know what happened during the bombing?

Jared: But somebody pays you a paycheck every week? Someone writes a
check and signs it?

Sanda: Yes but you have to ask my Director.

Jared: In other words you don't know who writes the -

Sanda: I don't know much about - it's so confused -

Jared: Specifically though you get a check you can cash at the bank?
Yes?

Sanda: Yes.

Jared: How much pay would a person get there? Is it a very good job?

Sanda: It's a good job.

Jared: Well somebody owns it because they write a check. Means
ownership, control.

Sanda: It's like a non-government organization. We have an Editor,
Director, it's just their job to get
money.

Jared: Let me read you something that's on the net now from a guy named
Paul Treanor. He says the
website that was set up when radio 2B292 came around is owned by KPB
Telecom through its
subsidiary XS4ALL NederlandBV. (2)

Sanda: Uh -huh.

Jared: Is that correct?

Sanda: Really, I really don't know. I'm not sure. I can't tell you
anything about that. I can just give you the
number of Sasa Milkovic. He's the Editor in Chief.

[Jared's note: I called Mr. Milkovic numerous times but he was always
too busy to talk.]

Further reading...

Do anti-Yugoslav Western interests own Radio 'Free' B292?'' by Paul
Treanor
www.emperors-clothes.com/articles/treanor/reisa.htm

'B92 "solidarity" money goes to Soros Fund' by Paul Treanor at
http://emperors-clothes.com/articles/treanor/b92$.htm

If you find emperors-clothes useful, we can use your help...

(The Soros Foundation does NOT fund Emperors Clothes.)

We rely on volunteer labor and donations. Our expenses include: Internet
fees, Lexis, our Internet
research tool, and phone bills. We use the phone a lot for interviews
and to discuss editorial changes.

Every month hundreds of thousands of people read articles from Emperor's
Clothes. By making a
contribution you will be helping to spread the word.

To make a donation, please mail a check to Emperor's Clothes, P.O. Box
610-321, Newton, MA
02461-0321. (USA)

Thanks for reading and for helping!

www.tenc.net
[Emperor's Clothes]

Della miseria della opposizione di destra in Serbia
Settima parte:
VERSO LE ELEZIONI. KOSTUNICA, OTPOR, B92, DRASKOVIC
LA "QUINTA COLONNA"
GLI USA APRONO UN UFFICIO PER L'OPPOSIZIONE SERBA - A BUDAPEST...
GLI USA ORGANIZZANO CORSI DI FORMAZIONE PER L'OPPOSIZIONE SERBA - A
SOFIA...


=== KOSTUNICA ===


http://news.beograd.com/english/articles_and_opinion/djurdjevic/000919_toward_another_red_october.html

Toward Another "Red October"
Kostunica: A Don Quixote in Bed with Scorpions - The EU "Trojan Horse"
Is Real "Kiss of Death," As Is Djindjic's Endorsement
(Bob Djurdjevic)


http://emperors-clothes.com/analysis/kostunic.htm

Kostunica & the Yugoslav Election
Written by Jared Israel following discussion with the people who work on
Emperor's Clothes - revised 9-15-00


=== OTPOR ===


http://emperors-clothes.com/articles/jared/otpor.htm
http://emperors-clothes.com/articles/jared/otpor2.htm

Otpor is an American Tragedy
by Jared Israel (9-08-00)

----

Dal sito:

http://www.otpor.com
OTPOR website

"...seppellire il comunismo ancora vivo e vegeto in Serbia..."

Kragujevac Otpor observes July 7

Otpor activists staged a performance on Friday named "Let's Regain our
consciousness" in front of their premises in
Kragujevac to observe the Day of Uprising in Serbia. They placed three
red painted pentagrams made of ice on the sunlit
side of the street and set candles beside them. Otpor activist Ana Savic
told Beta news agency that "thawing of the
five-pointed stars in the sun" symbolized "the entombment of Communism
still alive and vivid in Serbia after five
decades."

---

OTPOR@...

Dear Friends of NATO and the U.S. State Department,
I
recently visited your Web site, a better site that
most opposition groups here in the United States can
afford, and read your appeal for support from Western
celebrities and, implicitly, for financial support.
One would think that with the handsome funding you
receive from George Soros' Open Society Institute and,
less directly, the U.S. State Department, that your
coffers would be full and that you wouldn't be in need
of further monies....But bringing Yugoslavia out of
its isolation, as you put it, and into NATO presumably
- the same NATO alliance that bombed your country and
people ruthlessly for 79 days and killed thousands of
your fellow citizens - and ushering your nation "into
the 21st Century," a line the not terribly clever
Yankee spin masters seem to have recycled from the
1992 Clinton presidential campaign to present to you,
is expensive, I realize. Well, enjoy the NATO largesse
while you can, because if your dreams of 'freedom'
ever come to fruition you'll be begging for bread like
the people of the rest of Eastern Europe, who could
tell you a thing or two about what's expected in
returm from American/Western agents....Now please
explain to me how the arch-demon Slobodan Milosevic is
solely responsible for your democratic friends in
London and Washington attacking your own country, as
well as bombing and waging war in or against Iraq,
Colombia, etc....P.S. For a 'catchier' acronym for
your organization, try Collaborators In Action.
Rick, Chicago (America's third largest city, which has
a one-party political system...Want to come here and
help liberate us?)

(Letter to OTPOR, by Rick Rozoff, 23 May 2000)


=== B92 ED IL SOSTEGNO USA AI MEDIA "INDIPENDENTI" ===


http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/457
Emperor's Clothes Interviews Radio B292


http://emperors-clothes.com/articles/treanor/b92$.htm
'B92 "solidarity" money goes to Soros Fund'
(Paul Treanor)


http://www.emperors-clothes.com/analysis/hearin.htm
"PROSPECTS FOR DEMOCRACY IN YUGOSLAVIA"
US Senate hearing, July 29, 1999


http://www.emperors-clothes.com/analysis/strange.htm
'Gangsters & other democrats'


=== DRASKOVIC ===


http://emperors-clothes.com/analysis/comic.htm

Vuk Draskovic Stages A Comic Opera Attempt on His Own Life (Such As It
Is), by Bob Djurdjevic (6-18-00)


=== LA QUINTA COLONNA ===


"La quinta colonna"

Quello che è chiaro per Noam Chomsky, Ramsey Clark, Peter Handke,
Friederich Gorenstein, Nikita Mahlkov, Pier Marie Galois, è difficile
capire perché non lo sia anche per la nostra quinta colonna, quale che
sia il suo interesse personale in tutto ciò. E’ particolarmente strano
perché non lo sia anche "per l’uomo di Dio", il Patriarca Artemije al
quale la memoria storica dovrebbe essere più chiara che ai semplici
cittadini, e lui alcuni giorni fa disse che non aveva voluto chiedere
alla Albright perché fosse stata bombardata la Jugoslavia, sicuramente
perché ritiene che noi stessi abbiamo provocato questa reazione ! La
quinta colonna nostrana non sa mettersi d’accordo su cosa vuole da se
stessa. Si vanta della storia del popolo serbo, e chiede allo stesso
popolo che "venda la religione per la colazione" (in serbo :"da proda
veru za veceru"). Quanto onore bisogna avere per viaggiare per il mondo
sputando sulla propria terra e spalla a spalla con la CNN costruire
l’immagine dei serbi cattivi e primitivi.. La sventura dell’opposizione
e proprio questa, di aver indirizzato tutto il loro odio contro gli
avversari politici, contro il paese e il popolo. Sembra che questi
cosiddetti opposizionisti e persuasi intellettuali abbiano compreso che
per loro stessi è molto più conveniente contrastare il governo
legalmente e democraticamente eletto dal popolo e distribuire baciamani
in giro per il mondo, e accusare per tutti i mali di questo mondo -come
loro stessi dicono- ufficialmente Belgrado. Non ènemmeno
contraddittorio che l’opposizione sia contro quelli che hanno vinto le
elezioni. Questo si trova nella -descrizione del loro posto di lavoro- ,
ma in questione è il fatto che in questa corsa richiedano che alle
spalle soffino loro quelli che durante i bombardamenti hanno ammazzato
tanta di quella gente, distrutto tante di quelle cose costruite con il
sudore dei lavoratori e che sono pronti a consegnare ogni serbo al
tribunale dell’Aja, per avere più "coca-cola" e per ricordare quei
cosiddetti antagonisti al regime che si vantano delle vittorie serbe
nella Prima guerra mondiale -è la Serbia che è entrata in guerra proprio
perché non voleva i gendarmi stranieri che spadroneggino sul suo
territorio. E perché sia ancora una volta chiaro nessuno è contrario a
che l’opposizione sia contro il governo, ma ogni serbo deve essere
contro quelli che sono pronti a tradire il popolo, il paese per
qualsiasi poltron
In questo consiste la loro quinta colonna.

(Da "Politika", Belgrado, luglio 2000)


=== UN UFFICIO A BUDAPEST E CORSI DI FORMAZIONE A SOFIA ===


U.S. Opens New Office in Hungary
The Associated Press
Tuesday, Aug. 15, 2000; 4:20 p.m. EDT

WASHINGTON –– The State Department has opened a new office at the
U.S.
Embassy in Hungary to support democratic forces in Yugoslavia in advance
of
national elections, a spokesman said Tuesday.

The office will be headed by the ambassador to Croatia, William
Montgomery.

"We think it's very important to let those committed to true democracy
in
Serbia know that we support their efforts," State Department spokesman
Philip
Reeker said. Serbia and the smaller republic of Montenegro comprise the
Yugoslav Federation.

Montgomery will be addressing "a full range of issues related to our
long-term goal of advancing democracy in Serbia," Reeker said.

The Clinton administration is hoping for a strong showing by opposition
forces in the Sept. 24 elections. President Slobodan Milosevic has
changed
the constitution to allow him to serve an additional eight years. In
addition
to the presidency, elections for the federal parliament also will be
held.

Reeker said Montgomery will retain the title of ambassador to Croatia
but
will be based in Budapest until a new ambassador is appointed in Zagreb.

© Copyright 2000 The Associated Press

---

http://www.centraleurope.com/news.php3?id=190281

Yugoslavia Raps U.S. Over Office To 'Run' Opposition

BELGRADE, Aug 18, 2000 -- (Reuters) A senior Yugoslav government
official accused the
United States on Thursday of waging more aggression on the Balkan state
by opening an office in
Budapest that he said was designed to "run" the Serbian opposition.

"The U.S. State Department issued a statement ... saying that they are
setting up a special office
in Budapest, headed by William Montgomery, to run the Serbian
opposition," Deputy Prime
Minister Nikola Sainovic told a news conference.

Montgomery, the U.S. ambassador to Croatia, will head the office as
charge d'affaires.

Belgrade broke off diplomatic ties with the United States and three
other Western countries last
year at the start of NATO's 11-week air campaign against Yugoslavia.

According to a Washington press briefing published on the State
Department website,
Montgomery will deal "solely with issues relating to Yugoslavia".

He will be working with the Serbian democratic opposition until
September elections and
"addressing a full range of issues related to our long-term goal of
advancing democracy in
Serbia".

But Sainovic, also a senior official in Yugoslav President Slobodan
Milosevic's Socialist Party of
Serbia, said the office was part of a U.S. effort to gain control over
Yugoslavia by assisting
opposition parties in the run-up to the September 24 vote for Yugoslav
president, parliament and
local governments.

"That (the office) is one more link in a chain called 'How to Conquer
Yugoslavia'. This is the
battle for Yugoslavia and that is why the (September) elections are an
important element of the
battle," he said.

But Milosevic's opponents, regularly blasted by state media for
cultivating contacts with the
West after NATO's 1999 bombing of Yugoslavia that halted a Serbian
military crackdown on
Kosovo Albanians, were not enchanted by the U.S. move either.

Vojislav Kostunica, chosen by 15 Serbian opposition parties as their
joint candidate to challenge
Milosevic in the September vote, said on Wednesday the opening of the
office was an "American
kiss of death to the democratic forces of Serbia.

"It takes a great degree of arrogance...to say that promoting democracy
in Serbia is a long-term
U.S. goal. Democracy in Serbia is Serbia's goal and no one else is
entitled to it ... The real U.S.
goal is obviously a further break-up of Yugoslavia. Milosevic's victory
directly leads to it," he
said.

Both Milosevic's ruling coalition of socialists, neo-communists and
ultra-nationalists and the
opposition parties say that the coming elections will be historic.

For Milosevic, the polls are a chance to cement power for many more
years.

The opposition hopes to topple the Serbian strongman.

(C)2000 Copyright Reuters Limited

---

"Monitor" (BULGARIA), August 28

The Balkans Are Latin America for CIA

>>Arguments: CIA lectures Serbs from "Otpor in Sofia since today"
>>Monitor, August 28, 2000.
>>
>>"I hate to be the first one!" That remark of Bruce Willis might be
>repeated by "Monitor" re all the subjects, connected with the USA presence
>in the Balkans and Bulgaria.
>>
>>We have published several times the truth of the US invasion, and we have
>noticed that usually the things develop after the same scheme.
>>First stage: firm denial on the part of the powerful ones.
>>Second stage: painful admission.
>>
>>It was just so when the Yankee demanded bases in Bulgaria. While one of
the
>ruling "elite" was denying it, other had already been admitting it. At the
>end everything had proved to be just as "Monitor" had announced it.
>>
>>The same had been repeated also with the CIA center in Sofia, about which
>we wrote even as early as the last year.
>>
>>It was the same in connection with the meetings of the Yugoslavian
>opposition activists with Ambassador Miles and USA spies that took place
>last year too in "Sheraton" Hotel, Sofia. "There is no such thing" -Miles
>lied first, but then he had to admit that he had shared a meal with them.
>>
>>Now our warning, announced while Tenet was still in Sofia, has proved to
be
>true too. All the pretentious analyses about CIA Boss visit are reduced to
>a brutal order to the Bulgarian rulers of today - namely, to keep selling
>our country sovereignty, providing another country spy organizations with a
>terrain from which to work against a neighbouring country.
>>
>>According to a BBC information a ten-day special course starts in Sofia
>since today (August 28). In that course USA spies will lecture to Serb
>activists from "Otpor".
>>
>>What exactly will Uncle Sams spies lecture to the Serbs? Maybe how to
>organize a procession with beating on empty pans? A CIA trade mark,
>accompanying the coups, and used in Brasil in 1961, in Chili in 1973, and
in
>Bulgaria in 1990. Or, maybe, the Serbs will be taught how to destroy and
set
>fire to a Parliament building? It was tried on in Sofia in 1997.
>>
>>There are many ways to destabilize a Balkan country but on principle, the
>specialists from beyond the ocean do not rack their brains uselessly and do
>not rely on imagination. They follow strictly the standard ranger method.
>>
>>It seems that for the USA Latin America has moved to the Balkans. And the
>Bulgarian ruling men and women are no more than the puppets of colonels,
>which Washington used with gusto during the colonization of the territory
to
>the south of the Panama Channel.
>>
>>The sad thing in that squalid story is that both our rulers and we know
>well what the future has in store for the puppets and the go-betweens in
>that dirty game...
>>
>>
>>
>>Translated by Blagovesta Doncheva
>>September 2 2000
>>Sofia


===


PER LE PUNTATE PRECEDENTI SI VEDA:


> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/263
RADIO B(OMBE)-92, "LA VOCE DI SOROS"

> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/257
LA "DIASPORA" SERBA IN AGITAZIONE

> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/221
> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/222
DIBATTITO AL SENATO U.S.A. sull'appoggio alla "opposizione"
IL SOSTEGNO U.S.A. AI PARTITI ED AI MEDIA REAZIONARI

> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/217
IL PROGRAMMA "SEED", RADIO B92 ed il GRUPPO G17

> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/215
PESIC e DJINDJIC


--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
------------------------------------------------------------

http://usinfo.state.gov/cgi-bin/washfile/display.pl?p=/products/washfile/latest&f=00092002.wlt&t=/products/washfile/newsitem.shtml

20 September 2000
Text: State Department Spokesman Message on Yugoslav Elections
(Removal of sanctions will follow democratic transition, Boucher says)
(190)

U.S. State Department Spokesman Richard Boucher issued the following
message September 20 on the Yugoslav elections, which are scheduled to
take place September 24:

(begin text)

U.S. Department of State
Office of the Spokesman
Washington, D.C.
September 20, 2000

STATEMENT BY RICHARD BOUCHER, SPOKESMAN

MESSAGE ON THE YUGOSLAV ELECTIONS

The United States welcomes Monday's message from the EU General
Affairs Council to the people of Yugoslavia and supports the
ministers' statement. When a democratic transition takes place, we
will take steps to remove sanctions.

The democratic opposition has chosen to contest these elections, and
there is every sign that the great majority of the people support them
in this choice, intend to vote, and to vote for change. We have joined
with our Russian and European colleagues already in looking forward to
the time when a democratic Yugoslavia is a full partner in the new
Europe.

(end text)

(Distributed by the Office of International Information Programs, U.S.
Department of State. Web site: http://usinfo.state.gov)


-------------------------
Via Workers World News Service
Reprinted from the Sept. 21, 2000
issue of Workers World newspaper
-------------------------

AS ELECTIONS LOOM: U.S. STEPS UP PLAN TO TOPPLE YUGOSLAV GOVERNMENT

By Pat Chin

With elections set for Sept. 24 in the Federal Republic of
Yugoslavia, the United States and its junior partners in
Europe have intensified efforts to topple the government of
President Slobodan Milosevic as a first step toward turning
Yugoslavia into a colonial country.

The destabilization campaign is in full swing. It's a no-
holds-barred full court press that includes covert
operations involving assassinations; open funding for
opposition parties; economic strangulation; media
manipulation; and psychological warfare, including the
threat of another NATO war should Milosevic be returned to
office.

Milosevic enjoys popular support for standing up to NATO.
But the West's big-business media have been giving prominent
play to Democratic Opposition of Serbia presidential
candidate Vojislav Kostunica.

Other opposition leaders, like Vuk Draskovic and Zoran
Djindjic, have already discredited themselves by their close
relations with the U.S. and NATO forces. While Kostunica
hasn't yet openly embraced NATO, it's obvious he's
Washington's favorite.

The media claim that Kostunica, who represents a group of
allied opposition parties, is the clear frontrunner
according to polls. The surveys, however, are being done by
anti-Milosevic institutions inside the country.

Serbian Science Minister Branislav Ivkovic recently
denounced the polls, accusing the CIA of "direct
involvement." It's "business as usual," said Ivkovic, "so
when the surveys turn out to be false, they will say the
vote was a fraud and will call for a rebellion." (Nedeljni
Telegraf weekly)

A known anti-communist, Kostunica told a Sept. 1 rally in
Belgrade that, if elected, he will "persistently and
patiently strive to get our country back into the
Organization for Security and Cooperation in Europe and
restore its rightful membership in the United Nations and
the world's leading financial institutions." (Associated
Press)

The European Union has been scheming with the U.S. to unseat
Milosevic so that a puppet government can be installed that
would subordinate the country's economy to Western corporate
interests.

EUROPEAN UNION OFFERS BRIBE

A meeting of the EU on Sept. 4 offered to lift imperialist-
imposed economic sanctions if people vote Milosevic out of
office. The 15-member cabal announced that it had postponed
a review of the sanctions until after the elections, adding
that a "proposal" will be unveiled just before the
balloting.

"The victory of democracy would lead to a radical revision
of EU policy towards Serbia in all its aspects," said French
Foreign Minister Hubert Vedrine. "The Serbs will have to
make a very important choice in the elections." (Reuters)

Of course, like most election promises made by capitalist
politicians, there's no guarantee that they'll be kept.
Vedrine's goal is to open up the Yugoslav economy to Western
corporate exploitation.

Around the same time, La Stampa, an Italian newspaper,
reported that former NATO chief Javier Solana had said,
"There are three possible outcomes of the Yugoslav election:
Milosevic wins, Milosevic cheats, Milosevic loses." The
first two outcomes are "negative," warned Solana, and will
meet hostility from NATO forces.

This blatantly manipulative and arrogant display of
interference in the internal affairs of a sovereign country
has reached a fever pitch. Solana wants the message to be
that if the Yugoslavs don't unseat Milosevic, they'll not
only face economic suffocation, they might also get bombed
again.

Such an attack, however, would arouse the already growing
opposition within the NATO countries to the unjustified
pressure on Yugoslavia, and could provoke splits within
NATO. At this moment the military threats should be seen
mainly as an attempt to intimidate the Yugoslavs into voting
against Milosevic.

The U.S. recently barred Yugoslav federal government
officials from attending the United Nations' first global
gathering of parliamentary leaders and the Millennium Summit
by denying them visas. But Montenegrin President Milo
Djukanovic was allowed to attend the latter.

While there, he met with the presidents of Croatia,
Slovenia, Bosnia-Herzegovina, and Macedonia. These
countries, backed by Berlin and Washington, broke off from
the former Socialist Federal Republic of Yugoslavia starting
in 1991.

According to the opposition Freeb92 news outlet, the leaders
"sent a message to the Yugoslavian public that their
countries will propose that the international community lift
sanctions against Yugoslavia if the Serbian Democratic
Opposition achieves victory in the forthcoming elections."

Yugoslavia now consists of the republics of Serbia and
Montenegro, whose president has become a puppet of
imperialist interests. Djukanovic has, in fact, threatened
to declare independence if Milosevic is re-elected.

On Sept. 7, after meeting with him, U.S. Secretary of State
Madeleine Albright added grist to the propaganda mill by
declaring that she feared for his life.

"There are ongoing concerns about his safety," she intoned.
When asked if upcoming joint U.S. and Croatian military
exercises off Montenegro's coast were a show of force,
Albright replied, according to Reuters, that they were
"naval exercises planned as part of the Partnership for
Peace," an organization that links NATO with former Warsaw
Pact countries.

Two days later, Kostunica visited Montenegro where he met
with government officials there opposed to Milosevic.
According to a press report, "both sides emphasized that the
future of Serbia and Montenegro depended on democratic
changes within Serbia."

Meanwhile, in embattled UN/NATO-occupied Kosovo-Metohija
(Kosmet), Serbs, Roma and progressives of other ethnic
groups plan to vote on Sept. 24. Organizers say they will
prevail. They'll conduct the polling in private homes, since
they've been barred from using public buildings by
occupation head Bernard Kouchner. NATO also recently
announced plans to increase the number of troops in Kosmet
for the election.

Murderous attacks against Serbs and others have continued
under the watchful eye of the occupying forces. But the
Serbs are fighting back. And more news is beginning to
surface exposing the lies about "defending human rights"
used to justify the imperialist aggression against
Yugoslavia, and NATO's trumped-up indictment of Milosevic as
a "war criminal" based on the myth of mass graves containing
Albanian victims of Serb genocide.

EVIDENCE OF KLA WAR CRIMES

On Aug. 17, for example, NATO officials admitted that their
estimate of Albanians allegedly killed by Yugoslav forces in
Kosmet was much higher than the actual number of exhumed
bodies. This admission, coupled with the fact that many of
the corpses showed no sign of "Yugoslav troop atrocities,"
was carried by the Aug. 18 British Guardian. But the U.S.
capitalist media deliberately ignored it.

The same is true of a Sept. 3 piece in the British Sunday
Times. Headlined, "KLA faces trials for war crimes on Serbs,
Inquiry turns on Albanians," it described five sites in
Kosmet "where war crimes were allegedly carried out by
members of the KLA" against the Serbs.

"The investigation could radically alter the international
perception of the conflict, in which Albanians were seen as
the largely innocent victims of Serbian aggression,"
concluded the article. "After a year of growing concern
about hundreds of revenge killings of Serbs by Albanians in
the province, there are signs that the public relations
pendulum may begin to swing the Serbs' way."

The London Daily Observer also reported Sept. 11 that U.S.
officials in Kosmet are obstructing a UN investigation of
former KLA commander Ramushi Haradinay, who is suspected of
assassinations, drug smuggling and war crimes. U.S. soldiers
reportedly removed evidence from a crime scene involving
Haradinay before whisking him away to their camp and later
to a U.S. military hospital in Germany.

Meanwhile, Serbs in the southern province continue to
protest the NATO take-over of the mineral-rich Trepca Mines.
And the government in Belgrade has announced that a war
crimes trial of NATO leaders involved in last year's 78-day
blitzkreig against Yugoslavia will start on Sept. 18.

The Yugoslav people can best defend their sovereignty and
livelihood by uniting to resist NATO, which is really much
weaker than it appears. There's growing opposition to
another military strike against Yugoslavia inside NATO and
worldwide, and people are organizing against the embargo. If
an independent government is dropped for the imperialists'
promise of a "better" life, all social benefits still being
enjoyed despite the harsh sanctions could be lost.

Yugoslavia could, in fact, become another Bulgaria, which
has shown the world that submitting to the imperialist West
is no guarantee of avoiding poverty for the mass of the
population.

With respect to the elections, it's important to remember:
All that glitters is not gold.

- END -

(Copyleft Workers World Service: Everyone is permitted to
copy and distribute verbatim copies of this document, but
changing it is not allowed. For more information contact
Workers World, 55 W. 17 St., NY, NY 10011; via e-mail:
ww@.... For subscription info send message to:
info@.... Web: http://www.workers.org)


YUGOSLAVIA PROTESTS TO SECURITY COUNCIL
NEW YORK, Sep 19 (Tanjug). The opening of the US Office for
Yugoslavia in Budapest is an open demonstration of force, pressure and
brutal interference in the internal affairs of a sovereign state by the
outgoing US administration, the Yugoslav Foreign Ministry said in a
protest
to the UN Security Council.
The protest, addressed on the occasion of the opening of the
Office, headed by a US Ambassador, on August 15, was distributed on
Tuesday
at the Palace of Nations as a General Assembly and Security Council
document.
The "Office" has a personnel of 30 employees of various
profiles,
including members of the CIA, the National Security Council, the
Pentagon,
USAID and other similar US agencies. According to US officials, its main
task is to help the opposition in Serbia and Yugoslavia and to influence
the will of the voters ahead of the upcoming elections.
With this act, the US administration practically pursues its
last
year's unsuccessful aggression on Yugoslavia, using subversive and
spying
activities inadmissible in international relations. It also endorses
separatism and terrorism, fans dangerous aspirations in the region and
violates international law.
The opening of the "Office" and its proclaimed tasks constitute
a
glaring violation of the US commitment to the UN Charter, the Vienna
Conventions on diplomatic relations, the UN Declaration principles
regarding relations and cooperation among states of October 24, 1970,
and
other international documents.
The Office activities and Hungary's acceptance of the use of
its
territory for activities against a third country also constitute a
direct
violation of the GA Resolution 54/168 of December 17, 1999, on the
respect
of national sovereignty and noninterference in internal affairs of
states
as regards electoral process. It particularly violates its Para. 5,
which
stipulates that all states must refrain from financing political parties
or
groups in other states or undertaking any actions undermining their
electoral processes.
The Hungarian Government's acceptance and endorsement of the
opening of the "Office" is a precedent in international relations, and
raises the question of whether such acts are in line with the principles
of
goodneighbourly relations and of the OSCE that Hungarian government
allegedly supports. This act is reminiscent of the time when Budapest,
albeit in different circumstances and under the influence of other
powers,
also served as a center for pressures and subversive activities against
Yugoslavia.
The Yugoslav Government most strongly protests against such
illegal activities of the US administration in the territories of
Hungary
and other states, with the aim of openly interfering in Yugoslavia's
internal affairs, endangering its sovereignty and territorial integrity,
and attempting to destabilize it.
The Yugoslav Government expects the Security Council to most
strongly condemn such conduct and to urge the US administration to abide
by
the UN Charter, its international commitments and international law, the
Ministry document says.


EU STANCE IS AN INSULT TO YUGOSLAVIA AMBASSADOR
ATHENS, Sep 19 (Tanjug). The European Union's promise to lift
antiYugoslav sanctions if its citizens do not vote for incumbent
Yugoslav
President Slobodan Milosevic is the most glaring interference in
Yugoslavia's internal affairs, Yugoslav Ambassador to Greece Dragomir
Vucicevic told Athens Radio 902.
This also constitutes one of the aspects of continuing NATO and
EU
aggression, now by different means, which is a violation of all basic
principles of international relations, Vucicevic said.
The Yugoslav Government has taken all the necessary measures to
make the upcoming federal presidential and parliamentary elections and
local elections in Serbia democratic and fair, as many foreign observers
have already witnessed, Vucicevic said.
The EU stance amounts to taking sides openly, which is
dangerous
and contrary to the basic principles of democracy, Vucicevic said. The
EU
promise of a reward to the people of they do not vote according to their
own will is an insult to the people of Yugoslavia, who have always
strived
throughout their history to preserve their dignity, freedom and national
independence, Vucicevic said.
The EU sanctions against Yugoslavia are unfounded and illegal
as
they are contrary to the fundamental principles of the EU Charter and
have
been imposed without Security Council approval, he noted. The people of
Yugoslavia consequently expect the sanctions to be lifted immediately,
without preconditions, and without being used as an instrument of
preelection pressure, Vucicevic said.


YUGOSLAVIA ELECTIONS

FEDERAL ELECTORAL COMMISSION ISSUES STATEMENT
BELGRADE, September 19 (Tanjug) The Federal Electoral
Commission
held a session on Tuesday chaired by Borivoje Vukicevic and noted that
all
preparations for the implementation of the upcoming presidential and
parliamentary elections were nearing completion according to plan, the
Parliamentary Press Service said.
The printing, packing and distribution of election materials
has
been completed. These operations were monitored by the Federal Electoral
Commission and representatives of political parties running in the
September 24 elections.
Representatives of political parties who supervised the
operations
had no objections and confirmed that all electoral materials were
correct.
However, some party leaders are spreading rumours that already
filled out ballots are being distributed, and that people are being
threatened to force them to use such ballots.
The Commission strongly protests against such lies and points
out
that such irresponsible conduct is unnecessarily misleading the voters
and
violating their right to free choice.
Condemning all manipulations with lies, the Commission urges
for
the creation of legal and constitutional conditions for enabling voters
to
freely elect the lists and candidates of their choice. The Commission
has
consequently taken measures and requested state institutions to protect
the
democratic rights of the citizens.
This year's polls will be attended by over 200 observers from
50
countries, including parliamentarians and eminent public figures, whose
presence will enable the world public opinion to witness the democratic
character of free and fair elections in Yugoslavia, the Commission said.

FALSE WEBSITES FOR YUGOSLAV ELECTIONS
BELGRADE, Sept 20 (Tanjug) Yugoslav public enterprise
RadioTelevision YugoslaviaInternet Yugoslavia has once again drawn
attention to the fact that the official website of the Yugoslav
Government
devoted to elections has an Internet (URL) site www.gov.yu/izbori.
The statement said that certain organizations financed by
Western
countries use parallel sites, with similar names, so that it is possible
that on URLsites such as www.izbori.org.yu and www.izbori.co.yu are
promoted false election results, and confusion created.
The first mentioned website is currently openly promoting
candidates of the political organization Democratic Opposition of Serbia
(DOS), which runs stories such as Arm Yourselves for September 20, when
the
election convention of DOS is due to be held, or it even calls on
citizens
to take to the streets and wait for the announcing of trumpedup election
results from their parallel election site.
The second site mentioned above is still in preparation and
will
be active on September 24.
Internet Yugoslavia points out that the official site
www.gov.yu/izbori is updated in conjunction with the Yugoslav Election
Commission, and is therefore the most accurate source of information
about
elections and about election results.

MORE THAN 210 FOREIGN OBSERVERS ARRIVE IN YUGOSLAVIA FOR ELECTIONS

BELGRADE, September 20 (Tanjug) - President of the Yugoslav Electoral
Commission Borivoje Vukicevic and Supervising Board President Ivan
Radosavljevic will organize a cocktail on Wednesday evening to welcome
foreign observers who have arrived in Belgrade to monitor the federal
presidential and parliamentary elections and local elections in the
Yugoslav Republic of Serbia.
More than 210 foreign observers, including parliament members and
officials from 52 countries have arrived so far. They are from: Albania,
Angola, Argentina, Belgium, Belarus, Bolivia, Bulgaria, Chad, Czech
Republic, Chile, Denmark, Egypt, France, Ghana, Greece, India,
Indonesia,
Iraq, Ireland, Italy, Armenia, Jordan, Canada, Kazakhstan, Kenya,
Cyprus,
Kyrgyzstan, Laos, Libya, Hungary, Macedonia, Moldova, Germany, Nepal,
Nicaragua, Palestine, Portugal, Romania, Russia, the U.S.A., Salvador,
Slovakia, Sweden, Spain, Sri Lanka, Tajikistan, Turkey, Ukraine, United
Kingdom, Vietnam and Zimbabwe.
Among the foreign observers is a joint delegation of the Parliamentary
Assembly of Russia and Belarus. The foreign observers have attended the
final rallies of various political parties, and will be present at most
electoral stations all day on Sunday, September 24.

STATE DUMA DEPUTIES AGAINST EU PRESSURES ON YUGOSLAVIA
MOSCOW, September 20 (Tanjug) Russian state Duma deputies
condemned the interference of the European Union in the internal affairs
of
Yugoslavia, with the intention of influencing the will of its voters,
said
a statement of the Duma Committee for helping our country overcome the
consequences of NATO's aggression last year.
State Duma members called on the EU, the statement specified,
not
to create obstacles for the free expression of will of voters, at the
upcoming presidential and legislative elections in Yugoslavia, on
September
24.
The EU attempt to influence by messages and false promises the
Serbian people to vote against Slobodan Milosevic was describes by Duma
deputies as "blatant interference in the internal affairs of a sovereign
state."
"Western countries are, in fact, the obstacle to the
development
of democracy in Yugoslavia, because they imposed years of sanctions,
political and informativepropaganda pressure," the statement said,
stressing that the reconstruction of Serbia, after NATO's barbaric
bombing
should not be an act of charity, but an obligation of the West.

OBSERVERS FROM RUSSIA AND BELARUS ARRIVE IN BELGRADE
BELGRADE, September 20 (Tanjug) A delegation of the Russian
state
Duma, made up of representatives of all party groupings, and of the
parliamentary assembly of the Union of Russia and Belarus arrived on
Wednesday at the invitation of the Yugoslav Federal Assembly, to attend
in
the capacity of international observers presidential, legislative and
local
elections in FR Yugoslavia, scheduled for September 24. In the
delegation
of the Parliamentary Assembly of the Union of Russia and Belarus are
members of all legislative committees and secretariats, while from the
Russian Duma the role of observers will be performed by representatives
of
party groupings "Homelandall Russia," "Regions of Russia," "Jabloko,"
the
Communist party, "Unity" and the LiberalDemocratic party.
The delegation was welcomed at the airport by Yugoslav
Parliament
Lower House Foreign Policy Committee President Ljubisa Ristic, who
informed
them that at the Yugoslav elections will be present over 200 observers,
of
whom more than half are members of parliament from more than 50
countries.
"We want them to have all the necessary conditions for
monitoring
the elections independently and freely and to be impartial with respect
to
all key issues," Ristic said, pointing out, also, the intention of the
hosts to make it possible to observers in FR Yugoslavia to talk with
whom
ever and where ever they want to.
"Please communicate freely with the media and with voters, and
I
believe that your impressions about the democratic character of the
elections will be confirmed also by freedom of movement and the
monitoring
of elections," he said.
Russian Duma delegation head and international affairs
committee
deputychairman Konstantin Kasachov stressed that the delegation had
arrived
in Yugoslavia with best intentions and wishes that its members convey an
objective picture about elections conditions and about everything that
they
see during the election process.
Kasachov, speaking about the tasks of the delegation, cited as
very important the consequences of foreign interference in the campaign.
Delegation head of the parliamentary assembly of the Union of
Russia and Belarus and parliament foreign policy committee chairman
Nikolai
Cherginez said he believed that the elections in Yugoslavia will be
conducted in a democratic manner and be an expression of the free will
of
the people of Yugoslavia.

OBSERVERS FROM UKRAIN, MOLDAVIA ARRIVE
BELGRADE, September 20 (Tanjug) At the invitation of the
Federal
Parliament, parliamentary delegations from Ukrain and Moldavia arrived
in
Belgrade late on Tuesday to attend the presidential, federal and local
elections in Yugoslavia on September 24 as international observers.
The MPs were welcomed at Belgrade's airport by the Yugoslav
Parliament's Chamber of Citizens Foreign Policy Committee President
Ljubisa
Ristic and Foreign Ministry Ambassador Vladimir Krsljanin.
It is expected that over 200 MPs and other prominent public
figures from 50 countries all over the world will attend the elections
in
Yugoslavia in the capacity of observer, Ristic said.
Ristic said 16 parliaments would send official delegations to
Yugoslavia.
He pointed out that the federal parliament had not invited
official delegations from the aggressor countries, since he said this
would
be unacceptable for the Yugoslav people.
Nevertheless, a number of public figures from certain countries
that took part in the 1999 NATO aggression on Yugoslavia have arrived
here,
even some MPs, but in a private capacity, and not as official
representatives of the respective parliaments, Ristic said.


ZYUGANOV ON ELECTIONS IN YUGOSLAVIA
MOSCOW, September 20 (Tanjug) Russian Federation Communist
Party (KPRF) President Gennady Zyuganov said on Tuesday during a
meeting
and talks with Yugoslav Ambassador to Russia Borislav Milosevic that the
Duma KPRF deputies would meet all their obligations as observers at the
upcoming elections in Yugoslavia.
Milosevic informed Zyuganov, on the grounds of reports
available
to the public, about the plans to destabilize the situation in
Yugoslavia
in the event of an outcome of the presidential, federal and Serbian
local
elections set for September 24 which would be unfavourable for the west,
the KPRF Press Service said.
Zyuganov resolutely condemned attempts by western countries to
interfere in the election process in Yugoslavia, describing this as
"direct
pressure on voters." "We will respect the choice of the Yugoslav people
made at the upcoming elections, and will continue contributing as much
as
we can to the development of the brotherly relations between our
states,"
Zyuganov said.

GERMAN MP BLASTS GERMANY, E.U., NATO OVER YUGOSLAVIA
BERLIN, September 20 (Tanjug) An MP of Germany's leftist Party
of
Democratic Socialism (PDS) on Wednesday accused the German Government,
the
European Union and NATO of not wanting peace in the Balkans. This,
according to Wolfgang Gehrke speaking for Berlin's Neues Deutschland
newspaper, is evident from their officious meddling in Yugoslavia's
internal affairs ahead of September 24 elections.
If the European Union and NATO are already so certain before
the
event that Yugoslav President Slobodan Milosevic will cheat to win the
elections, then what they are doing is only adding to the tensions in
the
region, Gehrke said.
The PDS authority on foreign policy in the Bundestag said he
feared that at work here was a highly dangerous policy of the west which
might precipitate another war.
The PDS, successor to the former East German communists, is the
only political party in Germany to have consistently and constantly
condemned NATO's MarchJune 1999 aggression on Yugoslavia as an act
unprecedented in recent European history.
Gehrke again pointed out that the PDS had always insisted on
defining the status of KosovoMetohija with strict respect for U.N.
Resolution 1244 which says that this province of the Yugoslav Republic
of
Serbia must remain in Yugoslavia.


***


URL for this article is http://emperors-clothes.com/news/erlang.htm

'NY Times' Confirms Charge that U.S. Gov't Meddles in Yugoslav Internal
Affairs
Introduction by Jared Israel and Max Sinclair (9-21-2000)

The following article from the NY Times is most important. In it, the
reporter concedes that the charges many people have raised about US
meddling in the internal affairs of Yugoslavia are true. Indeed, he adds
information that we had no way of knowing. For example, that suitcases
full
of cash are sent across the borders into Yugoslavia to fund the
"democratic
opposition". Doesn't our assertion, that "democratic" means "following
the
dictates of the US State Department" appear to be a simple statement of
fact?

Note that despite the shocking evidence he presents to the contrary, Mr.
Erlanger still manages to call this self-styled "democratic" opposition
"independent":

[Start quote] "Independent journalists and broadcasters here have been
told
by American aid officials "not to worry about how much they're spending
now," that plenty more is in the pipeline, said one knowledgeable aid
worker. Others in the opposition complain that the Americans are clumsy,
sending e-mails from "state.gov" - the State Department's address -
summoning people to impolitic meetings with American officials in
Budapest,
Montenegro or Dubrovnik, Croatia."[End quote]

The article includes various attacks on the Yugoslav government in
general
and Mr. Milosevich in particular. Those readers who do not read the US
press should be aware that it is impossible for a large US newspaper to
write anything about Yugoslavia without including a number of such
attacks:

[Start quote]"When speaking of the Serbs it is considered proper to say
something negative. More than one thing is optional. But one is
obligatory."[End quote] (From 'The Obligatory Bash' at
emperors-lothes.com/analysis/obligato.htm )

Mr. Erlanger refers to documentation of US meddling, which appeared in
the
Yugoslav paper, 'Politika'. That documentation comes from an Emperor's
Clothes article, which Politika reprinted. (1) The article was also
shown
in full on Serbian Television this past Monday at 7:30.

Notice also that Mr. Kostunica now appears to concede that our charges
are
true. Or, rather, he is quoted first saying they represent the ravings
of
"the regime" (one must refer to the elected government of Yugoslavia as
a
'Regime') and then saying that the so-called "nongovernmental"
organizations who take this money "are even unconsciously working for
American imperial goals." I am not sure what it means to "unwittingly"
take
millions of US dollars. But that aside, it is good that Mr. Kostunica
says
this, but I wonder if he sees the implications. Are these people, who
take
the US money, not the G-17, who wrote the so-called "Democratic"
Opposition
Program, which he endorsed? Aren't they the members of the "democratic"
opposition coalition, for which he is the candidate? Aren't they groups
like Otpor, who according to the US press put up his posters and hand
out
his fliers?

Let us make no mistake. The fault for corrupting the Yugoslav political
process lies in one place: Washington, with its "democratic" this and
"independent" that, and all the time they are trying to buy people,
especially young people, with the lure of a traitor's gold.

When, and it will happen, the American people learn what crimes are
being
committed in their name, God help the State Department.

***.

The New York Times September 20, 2000

Milosevic, Trailing in Polls, Rails Against NATO
By STEVEN ERLANGER

BELGRADE, Serbia, Sept. 19 - In his race for re-election, President
Slobodan Milosevic of Yugoslavia is running against NATO and the United
States, not against his democratic opposition.

He is not entirely mistaken to do so. The United States and its European
allies have made it clear that they want Mr. Milosevic ousted, and they
have spent tens of millions of dollars trying to get it done.

Portraying himself as the defender of Yugoslavia's sovereignty against a
hostile, hegemonic West led by Washington, Mr. Milosevic and his
government
argue that opposition leaders are merely the paid, traitorous tools of
enemies who are continuing their war against him by other means. In
March
1999, NATO began a 78-day bombing campaign to drive Serbian forces out
of
Kosovo.

The Yugoslav elections are on Sunday, but there has hardly been a day
since
the bombing began that state television news has not railed against
"NATO
aggressors."

With the campaign at its height, the government has spread its attacks
to
include all opposition political parties, independent newspapers,
magazines
and electronic media, the student organization known as Otpor - or
Resistance - and any nongovernmental organization working to promote
democracy, human rights or even economic reforms.

While Mr. Milosevic is trailing the main opposition leader, Vojislav
Kostunica, in opinion polls, the anti- Western campaign is having an
impact. The money from the West is going to most of the institutions
that
the government attacks for receiving it - sometimes in direct aid,
sometimes in indirect aid like computers and broadcasting equipment, and
sometimes in suitcases of cash carried across the border between
Yugoslavia
and Hungary or Serbia and Montenegro. Most of those organizations and
news
media could not exist without foreign aid in this society, which is poor
and repressive and whose market is distorted by foreign economic
sanctions.

Even with foreign aid, government restrictions on newsprint supplies and
high and repeated fines after suspiciously quick court cases make it
hard
for the independent news media to reach their natural market.

As for the opinion polls that show Mr. Kostunica in the lead, the
information minister, Goran Matic, charges that the polls are
orchestrated
and manipulated by the Americans and the Central Intelligence Agency,
who
help pay for them. According to Mr. Matic, Mr. Milosevic is actually far
ahead of Mr. Kostunica, and the polls simply serve as a vehicle for the
opposition to claim that the government stole the election once Mr.
Milosevic wins.

Mr. Matic asserts that the Atlantic alliance has come up with various
scenarios, such as infiltrating soldiers wearing Yugoslav Army and
police
uniforms, to make it possible for the opposition to start civil unrest
in
the streets after the election while claiming that the police and the
army
are actually on their side.

Mr. Matic has attacked various nongovernmental organizations, including
the
Center for Free Elections and Democracy, which is trying to monitor the
fairness of the election, as paid instruments of American and alliance
policy. Many such organizations have been raided by the police, who
confiscate computer files and also appear to be gathering evidence about
foreign payments.

"President Milosevic will win this election," said Ljubisa Ristic, the
president of the Yugolav United Left party, founded by Mr. Milosevic's
wife, Mirjana Markovic. "This is not Hollywood." Washington and the
West,
she said, "are like little kids, wanting something to happen so much
they're fooling themselves."

Mr. Ristic said the alliance's war produced a new solidarity among
Yugoslavs and "killed many illusions people had about the West and about
their own opposition leaders, who went to the countries that were
bombing
us to seek their support."

The issues, Mr. Ristic said, are clear now. "It's a decisive time," he
said. "This is not an election so much as a referendum, a decision on
being
an independent country or a colony. People see what's happened in
Kosovo,
what happens when NATO troops enter the country, and they are not going
to
allow the alliance's hand- picked candidates to win."

Even before the Kosovo war, the United States was spending up to $10
million a year to back opposition parties, independent news media and
other
institutions opposed to Mr. Milosevic. The war itself cost billions of
dollars. This fiscal year, through September, the administration is
spending $25 million to support Serbian "democratization," with an
unknown
amount of money spent covertly to help the failed rallies of last year,
which did not bring down Mr. Milosevic, or to influence the current
election. For next year, the administration is requesting $41.5 million
in
open aid to Serbian democratization, though Congress is likely to cut
that
request.

Independent journalists and broadcasters here have been told by American
aid officials "not to worry about how much they're spending now," that
plenty more is in the pipeline, said one knowledgable aid worker. Others
in
the opposition complain that the Americans are clumsy, sending e-mails
from
"state.gov" - the State Department's address - summoning people to
impolitic meetings with American officials in Budapest, Montenegro or
Dubrovnik, Croatia.

But there is little effort to disguise the fact that Western money pays
for
much of the polling, advertising, printing and other costs of the
opposition political campaign - one way, to be sure, to give opposition
leaders a better chance to get their message across in a
quasi-authoritarian system where television in particular is in the firm
hands of the government.

While that spending allows the opposition to be heard more broadly,
deepening the opposition to Mr. Milosevic, it also allows the government
here to argue that it has real enemies, and that the Serbian opposition
is
in league with them.

Just today, in the state-run newspaper Politika, a long article used
public
information from the United States - including Congressional testimony
and
Web site material - to show that the United States is financing the
opposition.

" `Independent,' `nongovernmental' and `democratic' are the standard
phrases the C.I.A. uses to describe organizations established all over
the
world to destroy the governments and the societies that the U.S.
government
wants to colonize and control," the paper wrote.

The Congressional testimony, from July 29, 1999, cited American
officials
then involved with Yugoslav policy, like Robert Gelbard and James
Pardew,
telling Senator Joseph Biden of Delaware about their projects. They
describe the creation of a "ring around Serbia" of radio stations
broadcasting into Serbia from Bosnia and Montenegro, the spending of
$16.5
million in the previous two years to support "democratization in
Serbia,"
and another $20 million to support Montenegro's president, Milo
Djukanovic,
who broke away from Mr. Milosevic in 1998.

The testimony listed some of the recipients of American aid here,
including
various newspapers, magazines, news agencies and broadcasters opposed to
Mr. Milosevic, as well as various nongovernmental organizations engaged
in
legal defense and human rights and projects to bring promising Yugoslav
journalists to the United States for professional training.

All such projects are portrayed by Politika and state television as a
way
to undermine the legal government, and the recipients are labeled
traitors
to their country.

Opposition leaders like Mr. Kostunica regard such tactics by the
government
as crass propaganda, but even he is skeptical of American intentions in
paying for nongovernmental organizations, some of whom, he believes, are
even unconsciously working for American imperial goals and not
necessarily
Serbian values.

Other democratic leaders, like Zoran Djindjic and Zarko Korac, regard
such
attacks as an indication of Mr. Milosevic's desperation and anxiety on
the
eve of the first election he is likely to lose in his entire political
career. Given the stakes for Mr. Milosevic, they believe that he will do
all he can, including the wholesale stealing of votes, to ensure a
victory
in the first round of voting.

"The stakes are fundamental for Milosevic," Mr. Korac said. "These
elections are crucial, not necessarily for the immediate handover of
power,
but because for the first time Mr. Milosevic will be delegitimized in
the
eyes of his own people. He was an elected dictator, with popular and
legal
legitimacy. But from now on he's a true dictator, and he will only be
able
to rule by force - that's a big step for Serbia."

Footnote:

(1) 'How the U.S. has Created a Corrupt Opposition in Serbia'
http://emperors-clothes.com/engl.htm


--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
------------------------------------------------------------

CONCETTO DI DEMOCRAZIA A GEOMETRIA VARIABILE


"Se Milosevic perde, le elezioni sono valide e toglieremo le sanzioni.
Se Milosevic vince, le elezioni sono truccate e li annienteremo"

Questa la posizione delle leadership e delle istituzioni euro-atlantiche
e dei loro alleati sul campo (Djukanovic e l'opposizione di destra). Nel
frattempo, sulla nostra stampa vengono fatti circolare sondaggi falsi
sul "grande vantaggio" del candidato dell'opposizione, e le truppe si
ammassano nell'Adriatico meridionale per prepararsi ad invadere il
Montenegro. Questo succedera' in entrambi i casi: infatti, se Milosevic
perde la NATO entrera' in Jugoslavia sul tappeto rosso srotolato dai
vincitori, se Milosevic vince si dovra' "difendere il Montenegro".


---


* Prese di posizione contro le indebite ingerenze UE/NATO nella politica
interna jugoslava (Fondazione Pasti, Partito Comunista Greco)

* Elections en Yougoslavie. Kostunica : pour qui roule l'homme «neuf» ?
(Michel Collon)

* Great Navigator's Programme of Europe's Conquest (di Marek
Glogoczowski)


*** altre segnalazioni:

> http://emperors-clothes.com/analysis/kostunic.htm
Kostunica & the Yugoslav Election (Jared Israel)

> http://www.antiwar.com/orig/makara1.html
Reply to Justin Raimondo on Yugo Elections (Petar Makara)


---

TRIBUNALE ITALIANO
CONTRO I CRIMINI DELLA NATO
e-mail: tribunaleclark@...
fax. 068174010
tel : 0338-7963539

La sez. italiana del Tribunale Ramsey Clarkesprime la piu'ferma protesta
contro la posizione assunta dall'Uione Europea
in relazione alle prossime elezioni in Yugoslavia.
La proposta di togliere le sanzioni in caso di vittoria dell'opposizione
e' inaccettabile, illeggittima e ricattatoria ed ha
l'obiettivo dichiarato di esercitare una forte ingerenza e pressione
sullo svolgimento regolare dei comizi elettorali.
Allo stesso tempo l'amministrazione provvisoria presente nel Kosovo sta
direttamente operando per ostacolare la
pluralita' dell'espressione popolare impedendo l'uso degli edifici
pubblici per la costituzione dei Seggi, e impedendo
l'ingresso nel territorio della provincia del Kossovo( a tutt'oggi parte
della Federazione Yugoslava) sia dei candidati sia
dei profughi di ogni etnia interessati al rientro nelle proprie
residenze per l'adempimento del diritto di voto.

La Sez. italiana del Tribunale Clark ribadendo l'obbligo da parte della
comunita' internazionale al rispetto
dell'indipendenza e della autonomia dei paesi sovrani, ha inviato nella
Federazione Yugoslava propri osservatori per
verificare il normale svolgimento delle elezioni.

Per la sez. Italiana
Stefano de Angelis

-

Comunicato dell'ufficio stampa del C.C del Partito Comunista di Grecia
(K.K.E)

- IMPERIALISTI, GIU' LE MANI DALLA YUGOSLAVIA !-

"L'appello dell'Unione Europea al popolo serbo, con il quale si invitano
gli
elettori della R.F. Yugoslava a rovesciare alle elezioni, il governo
Milosevic, costituisce l'ennesima cruda provocazione, l'ennesimo
intervento
e un grottesco ricatto nei confronti del popolo Yugoslavo ma anche nei
confronti degli altri popoli.
Dimostra ancora una volta che gli imperialisti non esitano a stracciare
perfino i più elementari principi democratici, dei quali sono ipocriti
"sostenitori".
Il governo del PASOK, il cui ministro degli esteri Georgios Papandreou
confirmò il testo ignobile, assume responsabilità aggiuntive, si
compromette
molteplicitamente e deve rendere conto.
Alla guerra non ci ha portato la Yugoslavia, come sostiene l'Unione
Europea,
ma la spietata politica imperialista degli U.S.A-N.A.T.O-U.E mirante a
nuovi
profitti economici, a nuove sfere d' influenza e al soffocamento di ogni
voce di resistenza contro il nuovo ordine imperialista.
Tutti i partiti politici greci devono assumere posizione contro le
minacce
ed i ricatti imperialisti.
Il P.C di Grecia invita tutto il popolo alla resistenza e alla vigilanza
popolare.
L'unico responsabile di decidere per il suo futuro, è il popolo della
R.F.Yugoslava! "

Pubblicato su" RIZOSPASTIS", organo del C.C del KKE, il 19/9/2000

Traduzione: Giorgio Apostolou (ApoGL@...)

---

> Elections en Yougoslavie
> Kostunica : pour qui roule l'homme «neuf» ?
>
> Certes, une élection n'est jamais la fin du monde (ni son commencement),
et
> la résistance des peuples sera toujours le facteur décisif. Néanmoins, le
> duel Milosevic-Kostunica constitue un moment crucial pour la paix et pour
la
> résistance à l'impérialisme US.
>
> Michel Collon
>
> Si Astérix vivait aujourd'hui, il serait Yougoslave. Malgré 78 jours de
> bombardements sauvages, malgré l'actuelle occupation - nettoyage ethnique
du
> Kosovo, malgré un embargo qui rend la vie quotidienne extrêmement dure,
> malgré des millions de dollars versés aux partis et médias d'opposition,
la
> Yougoslavie reste toujours debout. Continuant de dire fièrement non à
l'Otan
> et aux appétits néo-coloniaux des multinationales.
> Gênant pour les Etats-Unis à un moment où ils ne parviennent toujours pas
à
> briser l'Irak, se lancent dans une nouvelle guerre «à la vietnamienne» en
> Colombie, mais surtout préparent un très coûteux et dangereux programme
> anti-missiles. Dangereux car il menaçe la Russie, mais plus encore la
Chine,
> comme le montre l'expert français de La Gorce dans un excellent article du
> Monde Diplomatique de ce mois.
> Militarisation de l'espace, relance de la course mondiale aux armements,
> menaces lancées par l'Otan d'employer l'arme nucléaire même contre des
pays
> non nucléaires. Dans ce monde de plus en plus militarisé, la résistance de
la
> petite Yougoslavie fait tâche. Et peut-être tâche d'huile car de plus en
plus
> de pays se rendent compte qu'il n'y a pas d'autre issue que de résister à
> l'empire américain et occidental.
> Aussi, avant de partir, Clinton et Albright redoublent la pression.
Combinant
> bâton et carotte. D'une part, provocations au Kosovo et au Montenegro,
> manouvres militaires de l'Otan en Roumanie en juillet et bientôt avec
l'armée
> croate au large du Montenegro, attentats et infiltration de terroristes en
> Serbie, training de dix jours desresponsables du mouvement étudiant Otpor
par
> la CIA à Sofia . D'autre part, promesses de mettre fin aux souffrances des
> Yougoslaves s'ils votent «bien», c'est-à-dire s'ils se soumettent.
>
> Pourquoi Kostunica est-il devenu l'homme-miracle?
>
> Ajourd'hui, les projecteurs se braquent sur l'homme «neuf»: Vojislav
> Kostunica. D'où trois questions : 1. Pourquoi est-il devenu le candidat de
> l'opposition? 2. Son programme est-il réellement «indépendant» de
l'Occident?
> 3. Quelle motivation va inspirer les électeurs?
> Pourquoi les ténors habituels de l'opposition n'ont-ils pas osé se lancer
> dans l'élection présidentielle ? Parce qu'ils étaient assurés de perdre
face
> à Milosevic. Aussi bien Djindjic que Draskovic, quand ils ont détenu le
> pouvoir dans la ville de Belgrade, ont fait preuve d'incompétence et de
> corruption. Mais surtout, tous deux se sont totalement compromis durant
> l'agression de l'Otan. Djindjic a fui lâchement en Allemagne. Draskovic a
> publiquement baisé la main de l'infâme ministre US Madeleine Albright. En
> fait, tous ces partis d'opposition sont notoirement financés par le
> milliardaire américain George Soros, lié à la CIA. Pour un peuple
massivement
> attaché à la défense de son indépendance, cela ne pardonne pas.
> Pour l'Ouest, il fallait donc un homme «nouveau», et qui ne soit pas
> ouvertement une marionnette. Kostunica n'a encore occupé aucun poste, a
pris
> soin de ne pas s'afficher en Occident et pour l'instant il critique même
> régulièrement les USA, notamment sur le Kosovo.
> Homme «neuf»? Le 5 septembre, à Sabac, il déclarait devant quatre mille
> personnes dans le plus pur style politicien :«Nous ne promettons pas
> l'impossible, mais chercherons à faire revivre la splendeur de la Serbie
> comme au siècle passé.» Allons donc! En outre, il s'oppose au caractère
> «multiculturel» de la Serbie voulant la redéfinir comme «le territoire des
> Serbes». Dangereux nationalisme car un Serbe sur trois n'est. pas serbe.
Même
> si nos médias ne le disent jamais, la Serbie est en fait le seul pays issu
de
> l'ex-Yougoslavie réellement multiethnique et respectant
constitutionnellement
> les droits de ses minorités.
>
> Indépendance ou tactique électorale ?
>
> Deuxième question : Quel est son programme ?
> Comme tous les hommes «neufs», Kostunica évite d'avancer des propositions
> économiques et sociales claires, mais se réclame du groupe des économistes
> yougoslaves dits «G17». Très droitiers, ceux-ci réclament la privatisation
et
> l'alignement sur le capitalisme occidental. Kostunica déclare aussi
vouloir
> «redéfinir la Serbie conformément aux principes appliqués dans le monde
> d'aujourd'hui et trouver sa place réaliste dans les relations mondiales»
> Mais quels sont ces «principes appliqués dans le monde d'aujourd'hui» ?
Ceux
> des multinationales bloquant par exemple la production d'un médicament qui
> sauverait des dizaines de milliers de vies en Afrique parce ça ne leur
> rapporterait pas ? Ceux de la Banque Mondiale et du FMI qui étranglent des
> peuples entiers par leurs mesures favorisant les puissants ? «Réalisme» ou
> soumission?
> Actuellement, Kostunica critique régulièrement la politique suivie par
> Kouchner ou le Tribunal antiserbe de La Haye manipulé par les Etats-Unis.
> Mais soutenu par une coalition de partis payés par Washington, comment
> Kostunica pourrait-il se montrer indépendant s'il était élu ?
> D'ailleurs, le 21 août, quelques jours après l'annonce de sa
candidature,
> il rencontre à Belgrade des diplomates américains et britanniques «à
propos
> des élections» Et le 24, il salue «la récente déclaration de Madeleine
> Albright comme un changement positif dans l'attitude US» . Enfin, le 26,
le
> politicien pro-US Zoran Djindjic annonce «tout qui a de l'influence en
> Occident soutient aujourd'hui Kostunica.» Le baiser de la mort ? Voilà
> Kostunica plutôt démasqué. D'ailleurs, le 4 septembre, le New York Times
> explique qu'il prend ses distances à l'égard des USA seulement «pour des
> raisons tactiques». Récemment, le gouvernement américain a convoqué à
> Washington une réunion de représentants de l'opposition serbe, via le très
> officiel American Peace Institute, entièrement contrôlé. Comme tous les
> autres partis serbes d'opposition, celui de Kostunica y a envoyé un
> représentant.
>
> Que valent les promesses des Etats-Unis ?
>
> Il reste qu'un certain nombre de Yougoslaves, lassés des souffrances
> infligées par dix années d'embargo et d'agressions, et déçus par la
> croissance des inégalités sous le régime actuel, recherchent un homme
> providentiel qui puisse les débarrasser des USA et de l'Otan, mais sans se
> mettre à genoux. L'homme «neuf» et inconnu séduit certains et Milosevic a

> lancer une grande campagne de propagande pour le contrer.
> En fait, la combinaison «menaces agressives + promesses alléchantes» n'a
rien
> de nouveau. En 1990, pour renverser le gouvernement de gauche du
Nicaragua,
> les Etats-Unis du président Bush combinèrent de sanglantes attaques des
> terroristes contras avec un financement massif de l'opposition pro-US,
> généreuse en promesses. Mais aujourd'hui le peuple nicaraguayen vit de
plus
> en plus mal. Et lors du fameux ouragan Mitch, Clinton l'a froidement
laissé
> tomber, envoyant avec un grand retard une poignée d'hélicoptères.
Dérisoires
> comparés aux milliards de dollars dépensés pour la guerre contre la
> Yougoslavie.
> La question décisive reste: que valent les promesses des Etats-Unis et de
> leurs alliés ? Alléchés par les promesses de prospérité faites en 1989,
des
> pays comme la Russie, la Bulgarie ou l'Albanie se sont mis à genoux devant
le
> capitalisme occidental. Leurs peuples vivent-ils mieux aujourd'hui ? Les
> faits ont répondu. Seule la résistance paie.
>
> Michel Collon

---

Great Navigator's Programme of Europe's Conquest

Dear Friends,
1) Today morning (Sept. 19) I heard at Bulgarian radio that NATO plans
big
maneuvers in Southern Bulgaria on Sept. 24. This is the date of Federal
Elections in nearby Yugoslavia. Few days ago the Yugoslav Minister of
Information announced that also CIA prepared specific " maneuvers" for
this
occasion: the (NATO sponsored) Serbian "opposition" shall cry, early in
the
evening of Sept. 24, its victory in elections, and subsequently accuse
Yugoslav Government of a fraud of elections. Following it, several
hundreds
of Albanian (KLA issued?) soldiers, dressed in Yugoslav Army uniforms,
shall enter Serbia from the Southern Kosovo, while about 1500 Bosnians
(Moslems?), dissimulated as motorised Serbian policemen, shall enter
from
Republika Srpska, and start to arrest local Yugoslav officials. We will
see
very soon whether these NATO/CIA "peace plans" will properly work. The
fact
is that Yugoslav Army has gathered heavily armed units in Southern
Serbia,
probably in order to prevent the construction of a "bridge" between the
US-controlled Southern Kosovo and the US-controlled Bulgaria.
2) Independent (i.e. NATO-sponsored) pre-election pools obstinately
inform
us about heavy advantage, of the "united opposition" candidate for the
presidency, Voislav Kostunica over Milosevic. In my opinion this is also
an
element of EU/CIA plot. A week ago I was in Serbia, and I've observed
the
intensity of election's campaign there: in the province of Szumadia,
Kostunica is publicized at equal rate with Milosevic and Radical Party
candidate Nikolic, at Belgrade the advertizing Milosevic, "Slobo-da
(yes)"
posters and billboards, are overwhelming. (The anti-Milosevic, OTPOR
Movement, of "Students in Market Theology" - which was so visible at
walls
of Belgrade in the spring time - at present is not noticeable.)
"Milosevic
occupies our media space" told me my Serbian friend, a psychologist from
Belgrade. (And, as teaches us our Great Navigator, George Soros in his
"Underwriting Democracy" handbook from 1993, the common man used to
think
what the easily accessible media tell him.)
3) The fact is that meetings with Milosevic (as the one at the opening
of a
new hydroelectric plant at Djerdap) are attended by up to hundred
thousand
applauding him people. Meetings with Kostunica are attended by tenths
times
less numerous audience, which audience sometimes - as it happen in
Kosovska
Mitrovica - greets him with rotten tomatoes and stones. (Yesterday
Kostunica has become the official candidate of the European Union for
the
presidency of Yugoslavia. To a full happiness Kostunica needs a TV film,
similar to the one shown recently in Peru, demonstrating how
covered/overt
EU agents pay bribes to supporting him Serbian opposition leaders. Of
course the Western public will be enchanted with pictures of such
pecuniary
generosity of its representatives.)
4) What is at stake during these "last (?) Free European elections" was
told by Serbian PM Milan Milutinovic, during reopening of Pancevo
Refinery
destroyed by last year's NATO bombings: "Our goal is to defend Serbia
from
those who declare themselves in favour of changes but work on
surrendering
and selling off Serbia". (In fact, such "total national wholesale" is
realized at present in Poland, Hungary, Bulgaria, and other NATO
occupied
countries.)
5) From Russia (and USA) has leaked to Polish media several interesting
details of recent "Kursk" submarine accident. There was not one, but two
American subs in the vicinity of "Kursk" during its sinking (which
happened
practically at internal waters of Russia). Moreover, Russians claim that
the sunken "Kursk" was localized by "Peter the Grand" warship thanks to
"foreign" submarine rescue buoys, which even were photographed, but soon
disappeared, probably due to a self-destruction. And the most important:
American Government officials refused Russians to see these two,
suspected
of collision, submarines (especially the one named "Memphis"). This of
course gives more credit to the version of accident given by Russian
generals. In this affair one thing is very significant, and it is
closely
related with our "Great Navigator's" programs of conquest realized at
Balkans: it is this tremendous anti-Russian Army and Navy propaganda
which
flooded the mass media both in Moscow and in New York. If we take into
consideration that these "free media" are basically in hands of the
same,
"ethnically clean" financial oligarchy, we will be able to grasp the
very
root of the present crisis. Both the "underground" (at Yugoslavia) and
underwater (at Barent's Sea) war is conducted by the same Euro-Atlantic
Mafia (presided by our "Great Navigator") striving for the planetary
domination.
At least we know whom we have to fight against. At Belgrade, those days
begun the official trial of leaders of the Western Alliance, accused of
being responsible of death of hundreds of innocent civilians during NATO
terrorist bombings. It is not Milosevic, but those totally corrupt men
(and
women) which are our true enemies. I send you in the attachment a text
(unfortunately in French) demonstrating historical roots of such vicious
development of our Western civilization. Also a http://www.pcn-ncp.com/
proposal of a revolt against ever more odious power plays of our
"invisible
navigators", systematically steering us towards ever more cretinized
future.


--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
------------------------------------------------------------

NOTA DEL CRJ: abbiamo tradotto e riportiamo integralmente
la seguente intervista a Mihailo Markovic, ex dissidente
jugoslavo di area neomarxista e francofortese, oggi
gettato nel dimenticatoio anche dagli ex-neomarxisti
ed ex-francofortesi nostrani.
Pur differenziandoci in alcuni punti dalle opinioni espresse
dall'intervistato - e anche dall'intervistatore - riteniamo
di dover riportare il testo senza ulteriori commenti
per l'eccezionale interesse degli argomenti trattati.


---

Intervista a Mihailo Markovic
LA CAPITOLAZIONE DI TITO

di J. Elsaesser, da "Konkret" 5/2000

---

CENNI BIOGRAFICI

Mihailo Markovic, classe 1923, ha insegnato Filosofia
all'Universita' di Belgrado dal 1956. Negli anni Sessanta
organizzava ogni estate, insieme a Predrag Vranicki,
Svetozar Stojanovic ed altri, una conferenza sull'isola
di Korcula, nell'Adriatico meridionale. Tra i partecipanti
ricordiamo: Ernst Bloch, Herbert Marcuse, Erich Fromm,
Ernest Mandel, Agnes Heller e Juergen Habermas. Nel 1968
per le edizioni Suhrkamp [in Germania] fu pubblicato il
suo libro "Dialettica della prassi". "Come insegnante
critico di marxismo, nel 1968 divento' il beniamino dei
giovani e pertanto fu scacciato dall'Universita'",
ricorda il suo amico di gioventu' (ed oggi critico)
Milo Dor. La rivista "Praxis", alla cui redazione
apparteneva Markovic, pubblico' i contributi di Korcula
fino alla sua chiusura per decreto, nel 1974. Negli
anni Settanta Markovic fu professore ospite in molte
Universita' straniere. Nel 1985/86 fu uno degli estensori
del "Memorandum" antititoista dell'Accademia Serba delle
Scienze, e dal 1991 al 1995 vicepresidente del Partito
Socialista della Serbia (SPS).

---


Il fatto che la Jugoslavia, sotto la guida tedesca,
potesse essere spezzettata non e' stata colpa di
Milosevic bensi' colpa di Tito. Almeno questa e'
l'opinione di Mihailo Markovic, che e' stato
eminente filosofo della autogestione operaia.


K: Nonostante la guerra della NATO la Serbia ed i
serbi restano in fondo alla scala della simpatia tra
molti esponenti della sinistra in Occidente - ma
proprio in fondo, da qualche parte tra la Corea del
Nord e l'Indonesia... Il "nazionalismo grande-serbo",
cosi' si dice, avrebbe causato la fine del socialismo
e della multiculturalita' della Jugoslavia. Il passo
decisivo sarebbe stata l'abolizione della Costituzione
del 1974, ovvero della autonomia per il Kosovo ivi
garantita.

M: L'idealizzazione della Costituzione del 1974 e'
grottesca. Come puo' una persona avanzata essere
cosi' ingenua? In realta' gia' in quel periodo con
questa Costituzione Tito ha capitolato dinanzi
alle tendenze secessionistiche delle Repubbliche che
formavano la Jugoslavia, e queste si sono realizzate
alla fine degli anni Ottanta. Alla fine degli anni
Sessanta le correnti separatiste diventavano sempre
piu' forti e culminavano infine, nel 1971, con il
movimento di massa della "primavera croata". Tito
reagi' troppo tardi scacciando i piu' grandi nazionalisti
croati ma lasciando molti altri al loro posto.
Con la Costituzione del 1974 fu istituzionalizzato
questo compromesso. Nessun paese del mondo avrebbe potuto
sopravvivere con una Costituzione simile.

K: Perche'?

M: Lo Stato nel suo insieme fu liquidato per mezzo della
Costituzione. Era scritto che ogni Repubblica introducesse
una sua propria Costituzione e, se questa fosse stata
in contraddizione con gli articoli della Costituzione
federale, allora la precedenza l'avrebbe avuta la
Costituzione della Repubblica federata. Ma soprattutto:
negli organismi dello Stato federale erano rappresentate
sei Repubbliche e, dal 1974 in poi, con il Kosovo e
la Vojvodina, anche due provincie autonome; ognuno
di questi otto soggetti legislativi aveva il diritto
di veto e poteva silurare le decisioni definitive.
Cosi', alla fine degli anni Settanta, quando si
approfondiranno i problemi economici, non si potranno
introdurre le necessarie contromisure. Questo sfascio
non e' stato visibile fino alla morte di Tito perche'
lui, con la sua autorita', poteva sempre richiamare
all'ordine ogni volta le forze centrifughe. Ma dopo la
sua morte esse si affermarono: divenne impossibile
reagire.

K: Non sono stati i problemi economici da lei citati
le cause principali della disintegrazione?

M: Esiste un interscambio. Tito alla fine ha accettato
ogni concessione che poteva fare. Il debito estero alla
fine degli Ottanta ammontava a 22 miliardi di dollari,
solo gli interessi erano tra i due ed i tre miliardi
all'anno. Soprattutto in seguito alla crescita generalizzata
dei tassi d'interesse alla fine degli anni Settanta,
avremmo dovuto prendere misure di contenimento della
spesa per ripagare i debiti. Tuttavia queste misure
non sono state prese poiche' la Presidenza collegiale
era sempre bloccata dall'uno oppure dall'altro veto.
Eppure se si fosse giunti ad un compromesso nella
Presidenza o in Parlamento, i rappresentanti delle varie
Repubbliche avrebbero dovuto farlo accettare in casa
propria, a Zagabria, Lubiana e nelle altre capitali.
Questo non ha mai funzionato.

K: Lei e' stato uno dei principali rappresentanti
della autogestione operaia. Negli anni Ottanta, almeno
cosi' sostiene la pubblicista croata Dunja Melcic,
lei si sarebbe convertito in ideologo dell'idea
grande-serba. Per quale motivo viene sostenuta questa
tesi?

M: Perche' ho criticato la Costituzione del 1974. Ma
l'ho fatto tra le altre cose perche' essa ha distrutto
l'autogestione operaia. Nella Costituzione del 1963
si era stabilito che tanto il Parlamento federale quanto
quelli delle Repubbliche creassero come seconda Camera
un Consiglio delle Forze Produttive, che avrebbe dovuto
rappresentare gli interessi delle imprese autogestite.
Questo elemento si sarebbe dovuto rafforzare, perche'
a cosa serve l'autogestione operaia se si limita
solo alla propria impresa, mentre intanto le
decisioni di macroeconomia vengono prese senza che la
forza lavoro abbia effettivamente voce in capitolo?
Ma la Costituzione del 1974 andava nella direzione
opposta: come unica Camera del Parlamento fu istituito
il "Consiglio delle Repubbliche e delle Regioni". In
questo modo il diritto di veto delle singole Repubbliche
aveva effetto anche sull'attivita' legislativa e la
paralizzava. Da allora non ci fu piu' una Camera per
i rappresentanti della classe operaia.
L'autogestione operaia e' un modello avanzato, che
supera di gran lunga la democrazia borghese, e si sarebbe
dovuto rafforzare attraverso una ulteriore
de-burocratizzazione. Ed invece di cio', con la Costituzione
del 1974 si fece strada il decentramento: la voce dei
Consigli d'impresa nello Stato fu messa da parte, gli
organi della Federazione furono indeboliti per favorire
le burocrazie delle Repubbliche. Questo ha moltiplicato
il burocratismo ed ha rafforzato le tendenze
centrifughe. Ma la nuova Costituzione non ha distrutto
solo le premesse della autogestione operaia, bensi'
fu anche un passo indietro rispetto alle concezioni
di "costituzione" e "democrazia" proprie del mondo
borghese: in tutti gli Stati dell'Occidente il potere
legislativo e' costituito dai rappresentanti civili
democraticamente eletti, ed a fondamento di questo c'e'
un diritto di voto generalizzato e su basi paritarie.
In Jugoslavia nel 1974 la prima Camera del Parlamento
costituita in base al diritto di voto paritario e
diretto - corrisponde in pratica al Bundestag - fu
paralizzata dal diritto di veto delle Repubbliche e delle
Regioni autonome. La democrazia borghese, almeno in
teoria, si costruisce sul cittadino adulto, percio'
e' una democrazia "della cittadinanza". Cosi' invece la
Jugoslavia a partire dal 1974 era una democrazia "dei
popoli".

K: Per rimanere su di un paragone tedesco: sarebbe come
se nel Bundestag non sedessero i rappresentanti eletti
dalla popolazione, bensi' i deputati dei vari Laender,
laddove ogni singolo Land potrebbe bloccare le
decisioni di maggioranza grazie al suo diritto di veto.
Si potrebbe dire che nella Costituzione del 1974
l'appartenenza etnica ha tolto il potere non solo al
proletario ma anche al cittadino?

M: Assolutamente giusto.Mentre in Occidente si
sottolineano i diritti umani, dal l974 in Jugoslavia
valevano solamente i diritti umani collettivi dei gruppi
etnici.

K: Qui mi sembra di intravvedere una convergenza tra la
concezione stalinista e la concezione nazionalistica.

M: E' proprio questo il paradosso: Tito sostanzialmente
e' considerato il grande avversario di Stalin, tuttavia
nella sua politica delle nazionalita' ha seguito
fedelmente le concezioni staliniane. Tra l'´altro venendo
meno ad un'aáltra delle linee guida del comunismo jugoslavo:
Il primo leader del PCJ, Sima Markovic, era un sostenitore
del jugoslavismo. Quando in seguito alla bolscevizzazione
nel l924 egli fu estromesso, la linea del partito cambio':
sotto l´'influsso di Stalin il PCJ si oriento' per lo
smembramento della "Jugoslavia artificiale" e sostenne
il diritto dei croati e degli altri a poter costruire i
loro stati. Cosicche' i comunisti si ritrovarono a
collaborare persino con gli ustascia fascisti.

K: Nel 1985/86 lei ed altri esponenti della Accademia
Serba delle Scienze elaboraste un Memorandum, nel quale
si attaccava duramente il modello titoista. Attorno a
questo documento si addensano svariate leggende. Una
di queste - che si puo' trovare persino in un libro di
testo francese per le scuole superiori, per l'anno
accademico 1993 - afferma che la teoria della "pulizia
etnica" sarebbe stata lanciata attraverso di esso.
Persino collaboratori della nostra rivista [cfr.
K.H. Roth su KONKRET 9/99] sono dell'opinione che il
Memorandum "diede nuovo vigore alle mire egemoniche
della Grande Serbia".

M: Li' non si propone alcuna "pulizia etnica", ne'
direttamente ne' indirettamente, e l'espressione
"Grande Serbia" non si usa mai. Vorrei far notare che
quelli che criticano il Memorandum di regola non l'hanno
letto.

K: Potrebbe darsi, visto che il Memorandum e'
stato tradotto in una lingua straniera (il francese)
per la prima volta solo nel 1993, e solo nel 1996 una
casa editrice belgradese ne ha prodotta una versione
inglese ed una tedesca. D'altro canto, quest'ultima
in Germania e' introvabile.

M: Il Memorandum cerca di descrivere la crisi della
societa' jugoslava. C'e' un capitolo dedicato
all'economia, che tra l'altro e' a firma di Kosta
Mihajlovic. In questo si sostiene, nell'ambito delle
riforme urgenti, che:
"...e' innanzitutto necessario abbandonare
l'ideologia che mette in primo piano nazionalita' e
territorialita'. Mentre nella societa' civilizzata
moderna le funzioni di integrazione acquistano rilevanza,
di pari passo con il riconoscimento dei diritti umani e
di cittadinanza, con la dismissione delle forme di potere
autoritario e con un processo di democratizzazione, nel
sistema politico jugoslavo si rafforzano le forze
della disintegrazione, un forte egoismo locale,
regionale e nazionale cosi' come il potere autoritario
ed arbitrario che viola a poco a poco i diritti umani
generalmente riconosciuti. La tendenza alla divisione
e frammentazione delle unita' sociali, la lotta contro
una federazione moderna, democratica ed integrazionista
viene occultata dietro agli slogan ideologici fuorvianti
della battaglia contro l'"unitarismo" ed il
"centralismo"... Questa posizione rispetto a Stato e
Nazione non lascia alcuno spazio alla autogestione.
L'autogestione resta monca e priva di forma, e non
solamente a causa della limitazione alla sfera delle
piccole strutture sociali, ma anche per la completa
sottomissione agli organi del potere alienato - a
cominciare dai Comuni e fino alle Repubbliche e
Provincie. La classe lavoratrice disunita viene
smembrata in una molteplicita' di collettivi a se'
stanti, che devono lottare l'uno con l'altro per la
distribuzione delle ricchezze. Non esistono organismi
della autogestione all'interno di gruppi di imprese,
branche dell'economia, o nell'economia nel suo complesso,
che possano guidare razionalmente la produzione."
Le sembra nazionalista o pan-serbo tutto questo?

K: La critica occidentale in effetti non si concentra
sulla parte economica del Memorandum, bensi' sul
paragrafo "La posizione della Serbia e la condizione
del popolo serbo".

M: Eppure neanche in quel paragrafo si tratta di alcuna
velleita' d'egemonia serba, bensi' di parita' di diritti
per i serbi. Nella Costituzione del 1974 al Kosovo
abitato in maggioranza da etnicamente albanesi
fu riconosciuta una autonomia molto ampia - il che
significa che la Repubblica federata di Serbia, benche'
in effetti piu' importante, aveva meno facolta' decisionali
in Kosovo di quanto viceversa non avessero i rappresentanti
del Kosovo nelle istituzioni della Serbia. Ma soprattutto:
perche' alla Krajna, in quanto parte della Croazia
abitata in maggioranza da serbi, non era stata concessa
la stessa autonomia che era stata concessa al Kosovo?
Io stesso ho scritto nel Memorandum:
"Gli appartenenti al popolo serbo, che in gran numero
vivono in altre Repubbliche federate, a differenza
delle minoranze nazionali non godono del diritto all'uso
della loro lingua e scrittura, alla costituzione di
formazioni politiche e culturali e alla cura del loro
proprio patrimonio culturale. La incessante diaspora dei
serbi dal Kosovo mette drasticamente in luce il fatto che
le fondamenta che garantiscono l'autonomia di una
minoranza (in questo caso quella albanese) non vengono
applicate quando e' il caso di minoranze all'interno
di altre minoranze (serbi, montenegrini, turchi e rom
del Kosovo)."

K: Tuttavia, nell'ultimo capitolo del Memorandum mi sono
soffermato su due punti in cui si parla di "genocidio"
nei confronti dei serbi del Kosovo, e per l'esattezza
con riferimento alla situazione degli anni Settanta e
Ottanta. Questa e' propaganda nazionalista ne' piu' ne'
meno che quando in Occidente, gia' all'inizio degli
anni Novanta, si e' parlato di "genocidio" ai danni
dei cosiddetti kosovaro-albanesi.

M: Lei ha ragione, il concetto non e' espresso bene.
Un genocidio nei confronti dei serbi, in quanto sterminio
fisico, o quantomeno il tentativo, e' stato fatto nello
Stato ustascia, poi non piu'. Pero' nella fase della
autonomia, quando il potere esecutivo in Kosovo era passato
quasi interamente nelle mani degli albanesi, si verifico'
una persecusione crescente - un'ondata di vessazioni,
attentati, vandalismi, violenze sessuali ed anche omicidi
ai danni dei serbi e degli altri non-albanesi. Questa
non fu repressa dai dirigenti del governo autonomo, al
contrario fu persino occasionalmente appoggiata.
Trentamila serbi lasciarono la provincia tra la fine degli
anni Sessanta e la fine degli anni Ottanta.
Nella critica ai concetti discutibili lei deve anche
tenere presente che il Memorandum non e' stato mai
ufficialmente approvato dall'Accademia. Mentre la prima
parte del Memorandum - dunque la parte sulla economia e
sulla politica - rispecchiava quantomeno lo stato della
discussione nel gruppo di lavoro coinvolto, la seconda
parte - l'elaborazione sui pari diritti per i serbi -
non e' stata mai nemmeno dibattuta in quella sede. Era
una versione preliminare, sostanzialmente frutto del
lavoro del solo professor Vasilije Krestic. Non giungemmo
mai al dibattito nel plenum, e dunque nemmeno alla
possibile modifica di singole argomentazioni o termini,
perche' la parte incompiuta del Memorandum fu scovata
da un giornalista e pubblicata nel settembre del 1986.
La dirigenza serba del partito, attorno ad Ivan Stambolic,
uso' questo per scatenare un grande scandalo contro
l'Accademia. In questo modo un ulteriore proficuo lavoro
sul Memorandum non era piu' possibile.

K: Lei ha sostenuto Milosevic a lungo. Perche'?

M: Quando Milosevic nel 1987 fu eletto alla guida del
Partito in Serbia, la campagna demagogica contro
l'Accademia si spense subito. Anche in molti altri
settori non si poteva fare a meno di vedere una svolta
nel senso del pluralismo d'opinione, e le elaborazioni
scientifiche non erano piu' minacciate da tribunali
politici. Milosevic introdusse il sistema multipartitico,
rese possibile il lavoro di gruppi d'iniziativa
extraparlamentari ed assicuro' il passaggio alla economia
di mercato, ma con il mentenimento di un settore statale
forte; tutte queste riforme gli assicurarono l'appoggio
non solo da parte di ampi strati della popolazione, ma
anche degli intellettuali. Percio', quando all'inizio
degli anni Novanta Milosevic mi chiese di scrivere il
programma del neocostituito Partito Socialista della
Serbia (SPS), io ho accettato.

K: Lei e' stato vicepresidente dell'SPS, ma nel 1995
c'e' stata la rottura.

M: Durante una riunione di Direzione del partito
nell'agosto del 1995 io mi decisi a criticare. Su tre
questioni: La corruzione del potere legata ad una
errata politica dei quadri dirigenti; la ingiustamente
forte posizione del partito della Sinistra Jugoslava
(JUL), attorno a Mira Markovic, moglie di Milosevic,
in tutte le sedi sociali e statali; ed infine la politica
del disfattismo. Gli ultimi due punti in effetti erano
legati insieme, poiche' la JUL glorificava la pace al
di la' di ogni ragionevole misura. Se si capitola sempre,
senza dubbio si ottiene sempre la pace... Ma in questo
modo non ci si gioca anche tutto il resto?

K: Lei vuol dire che ha attaccato il fatto che la
Jugoslavia non ha offerto aiuto politico e militare ai
serbi della Krajna, la cui Repubblica era stata spazzata
via durante l'estate del 1995 dalle truppe di Tudjman?

M: Si, innanzitutto proprio questo: alla Krajna erano
state fatte delle promesse, ma quando poi furono scacciati
in centinaia di migliaia, nessuno li aiuto`.

K: E' a causa di questa critica che lei non fu rieletto?

M: No. Durante la seduta, curiosamente, non ci fu alcuna
critica nei miei confronti, qualche singolo anzi mi diede
pure ragione. Ma alla seduta successiva, poche settimane
dopo, Milosevic mi comunico' di avere rimosso dall'incarico
il sottoscritto ed altri due compagni. Non c'e' mai stata
una votazione in merito. Ed io non sono stato mai nemmeno
estromesso dal partito, ne' tantomeno mi sono mai
allontanato di mia iniziativa: semplicemente, non ho mai
piu' ricevuto un invito ufficiale. E tuttavia: non c'e'
mai stata pubblicamente una campagna contro di me.

K: In quali forze politiche vi sentite oggi di riporre
la vostra fiducia?

M: L'opposizione mi pare troppo dipendente dalla NATO
e dall'Occidente, la coalizione di governo attuale e'
l'unica chance, nonostante ogni critica.

K: Che critica?

M: I radicali di Seselj che la appoggiano secondo me sono
troppo di destra, mentre il piccolo partner di coalizione
JUL, in quanto partito dei "nuovi ricchi", e' giustamente
odiato dalla popolazione. Ma i socialisti sono un partito
molto pluralista ed hanno dentro molte persone oneste
ed innovative. Non si puo' ridurre l'SPS al solo
Milosevic. Tra l'altro, la nostra Costituzione impone
il cambiamento: l'incarico di Milosevic come presidente
jugoslavo avra' presto termine, ed un prolungamento non
e' possibile. Ogni tentativo di accelerare questo
cambiamento previsto dalla Costituzione e' inutile e
pericoloso.

K: Il Partito Socialista della Serbia noin e' un partito
socialdemocratico del tutto tradizionale, quindi
capitalista?

M: Per niente. Esso ha reso possibile la privatizzazione
delle imprese di Stato, non c'e' dubbio. Ma l'ultima
decisione e' sempre nelle mani del personale dipendente
dell'impresa. Questo e' unico in Europa, ed e' anche il
motivo principale per cui finora sono state cosi'
poche le imprese ad essere privatizzate.

(L'intervista a Mihailo Markovic e' stata raccolta da
Juergen Elsaesser)


--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
------------------------------------------------------------

GIORNALI DA BUTTARE: 2. "IL PICCOLO"

Nell'ambito di un articolo intitolato "Una portaerei USA a guardia di
Slobo", sulle elezioni del prossimo 24/9, il quotidiano triestino "Il
Piccolo" di oggi 20/9/2000 scrive:

"Belgrado ha ufficialmente rifiutato la presenza di osservatori
internazionali".

Nella colonna immediatamente successiva, un breve dispaccio e' viceversa
intitolato:

"Antonaz, consigliere regionale di Rifondazione tra gli osservatori che
monitoreranno le elezioni", e si spiega che Antonaz e' stato "invitato a
monitorare le elezioni presidenziali jugoslave" dal governo di Belgrado.

"Il Piccolo" dunque smentisce clamorosamente se stesso da una colonna
all'altra sulla stessa pagina! La notizia degli "osservatori occidentali
indesiderati" in realta' e' collegata al rifiuto del governo jugoslavo
di concedere l'ingresso nel paese agli esponenti dell'OSCE,
l'organizzazione che, gia' presente ad elezioni precedenti e poi in
Kosovo sotto la guida di William Walker tra il 1998 ed il 1999, ha
dimostrato di fungere da volano per l'escalation terroristica dell'UCK e
da battistrada per la aggressione militare della NATO, come spiegato
dagli stessi osservatori OSCE ad esempio sulla rivista italiana di
geopolitica LIMES.


---


Puntate precedenti:
GIORNALI DA BUTTARE: 1. "LA REPUBBLICA"
> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/75


--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
------------------------------------------------------------

Abbasso l'occupazione imperialista del Kossovo!
Fuori dai Balkani tutte le forze USA/NATO/ONU, immediatamente!

(traduzione da SPARTACIST, organo
della LEGA COMUNISTA INTERNAZIONALE -QUARTAINTERNAZIONALISTA,
primavera 2000, pag.46-48)


Gli imperialisti statunitensi e i lroo alleati della NATO, con l'aiuto
cruciale della Russia capitalista di Boris El'cin, nel ruolo di
mediatore,
sono riusciti a mettere in ginocchio le Serbia, piccolo paese
dipendente.
Ai termini del diktat di "pace" deg li USA e della NATO, il kossovo è
diventato un protettorato della NATO, occupato da 50.000 soldati per un
periodo indeterminato.Obbiettivo della NATO fin dall'inizio, e con tutto
il suo chiasso cinico sulla protezione degli albanesi del Kossovo. Ai
proletari internazionalisti, che abbiamo chiamato, senza cedimenti, alla
disfatta delle forze imperialiste della NATO e alla difesa militare
della
Serbia, noi, Lega Comunista Intrenazionale, denunciamo la "pace" dei
briganti dettata dai più sanguinari criminali di guerra del Mondo.

Come nella guerra a senso unico contro l'Iraq nel 1991, gli imperialisti
si sono accaniti sistematicamente contro le infrastrutture necessarie
alla
sopravvivenza della popolazione civile: centrali e reti elettriche,
depuratori, trasporti pubblici, industr ie, ospedali, quartieri. A dire
il
vero, gli imperialisri "democratici" degli USA e della NATO hanno
causato
più danni in Serbia che non l'imperialismo tedesco sotto Hitler e il
nazismo durante la Seconda Guerra Mondiale. Per mesi, la NATO ha
preparato
i suoi piani per una invasione da terra del Kossovo. Il giornale
londinese
The Observer del 18 luglio 1999. notava che la "resa spettacolare del
presidente jugolsavo Miloshevich, il mese scorso, è stato prodotto tre
giorni dopo che il Regno Unito e gli USA avevano completato il piano
d'invasione terrestre del Kossovo (nome in codice B-minus), invasione
che
doveva essere scatenata la prima settimana di settembre."

Per meglio mostrare il carattere menzognero del pretesto degli
imperialisti che questa guerra aveva per scopo la difesa dei "diritti
dell'uomo", al momento stesso in cui le truppe della NATO
incominciassero
a penetrare nel Kossovo, le popolazioniserbe e t zigane sono divenute il
bersaglio di una "purificazione etnica" brutale che includeva famiglie
intere. Per i popoli che abitavano il Kossovoi termini dell'oppressione
furono rovesciati: gli albanesi erano asserviti e oppressi dello
sciovinismo serbo di Mi loshevich; ma ora è la popolazione serba, di cui
non rimane che una piccola parte, che è cacciata del Kossovo dal
terrorismo mortale. Gli imperialisti, che sono attualemnte ostili a un
Kossovo indipendente e alla Grande Albania, hanno chiaramente affermat o
che essi intendono restare i conduttori del gioco.

Questa guerra è stata condotta, negli USA, dai democratici di Clinton e,
in Europa, dai governi diretti dai partiti socialdemocraticied
ex-stalinisti. A rimorchio della propria borghesia, la cosiddetta
sinistra
riformista e centrista non ha mancato di al linearsi come un sol uomo
dietro i piagnistei sul "piccolo povero Kossovo" dei fautori della
guerra
imperialista. La sua opposizione ai bombardamenti della NATO è stata di
pura forma, come noi abbiamo fatto notare nelal dichiarazione pubblicata
il 21 apri le 1999 dalla LCI (...). Così, la Lega Comunista
Rivoluzionaria
(LCR) di Alain Krivine, rifletteva le frizioni tra l'imperialismo
francese
e una NATO dominata dagli USA, si appellava esplicitamente a un
intervento
imperialista sotto la copertura dell'ONU o dell'OSCE, un'istanza
dominata
dagli europei. Ciò si accordava perfettamente con le posizioni della
maggioranza del Segretariato Unificato (SU) [1] che dice: "Noi non
possiamo
condannare tutti gli interventi dell'ONU o della NATO. Noi dobbiamo
esaminarli c aso per caso". (Socialist Action, Aprile 1999). Allo stesso
modo, Alex Callinicos, uno dei principali portavoce dell'inglese
Socialist
Workers Party di Tony Cliff [2], figurava tra i firmatari di una
dichiarazione, pubblicata il 10 maggio 1999 nel New States man , che si
appellava a un intervento dell'OSCE nel Kossovo, come alternativa alla
NATO.

I centristi di destra del gruppo inglese Workers Power (WP) [3] hanno
marciato a ranghi serrati dietro il governo laburista di Tony Blair nel
Regno
Unito, la più guerrafondaia delle potenze imperialiste. Il sostegno all'
"indipendenza del Kossovo" di pseudo- trotskisti come il WP, che hanno
fatto causa comune con l'UCK, nasconde male il loro sostegno agli
obbiettivi di guerra dell'imperialismo. Ciò si è visto chiaramente
quando
il WP partecipò , il 10 aprile 1999, a una manifestazione del "Soccorso
Operaio al Kossovo" dove figuravano ben in vista parole d'ordine come
"Buona fortuna NATO", e "NATO, ora o mai più". In seguito WP e alcuni
altri gruppi, sulla scia dei laburisti, organizzavano, l' 11 maggio
1999,
un meeting nella cui tribuna si trovava due oratori apertamente
pro-NATO, uno, albanese nazionalista virulento, dichiarava
che tutti quelli che non sostenevano la NATO, dovevano stare a casa.

Ora che la NATO l'ha spuntata, WP proclama: "Tutti devono gioire della
ritirata delle forze genocide che hanno cacciato dal loro paese natale
un
milione di kossovari e ne hanno trasformato un altro mezzo milione in
profughi interni. Ma non si deve gioire nel vedere il Kossovo
trasformato
in un protettorato, ufficialmente dell'ONU, ma in realtà della NATO"
(Workers Power, giugno 1999). Era dovere di tutti coloro che vogliono
l'imperialismo sconfitto, difendere la Serbia contro l'aggressione
imperialista.

In questa dichiarazione WP applaudiva alal sconfitta dell'esercito serbo
di fronte all'imperialismo della NATO, e appoggia, in realtà, le
illusioni
sull'ONU.

La nostra denuncia del revisionismo della cosiddetta sinistra e i nostri
interventi con il nostro programma rivoluzionario internazionalista, noi
abbiamo valutato l'ostilità di tutti coloro che, a sinistra, battono la
grancassa per la NATO. Lutte Ouvrière (LO) [4], piena di rabbia dopo che
noi
avevamo smascherato la sua linea filoimperialista nel forum sulla guerra
nei Balcani alla festa di LO, vicino Parigi, il 24 maggio 1999, ultimo
giorno della festa, inviava una ventina di gorilla contro la LCI,
deliberatamente ruppero in quattro punti un braccio del nostro compagno
Xavier Brunoy, redattore in capo del nostro giornale in francese Le
Bolchévik.

Nell'aprile 1999, mentre la NATO conduceva i suoi bombardamenti contro
la
Serbia, il Partito Comunista di Gran Bretagna (CPGB) costituiva una
commissione cosiddetta "d'inchiesta" su una aggressione fisica contro
Ebbie McDonald, una dirigente della Spa rtacist League/Britain, da parte
di un certo Ian Donovan, esaltato anticomunista e simpatizzante del
CPGB,
ciò era nei fatti per fornire un alibi a questa aggressione. Pertanto, i
fatti non erano contestati da nessuno, neanche dallo stesso Donovan.Nel
gen naio 1999, a Londra, egli aveva colpito Eibhlin McDonald con un
pugno
in faccia durante una manifestazione commemorativa del "Bloody Sunday"
del
1972 in Irlanda del Nord, dove dei cattolici erano stati massacrati dai
soldati inglesi comandati da Michael J ackson (che comandava ancora di
recente le truppe d'occupazione della NATO in Kossovo). Donovanera
diventuo isterico quando McDonald, che è irlandese, denunciava il suo
sostegno al Socialist Party, un gruppo filoimperialista conosciuto per
avere appoggiat o il dirigente lealista fascista Billy Hutchinson. La
commissione "d'inchiesta" del CPGB era l'espressione della sua lealtà al
Partito Laburista al potere e agli interessi dell'imperailismo inglese:
era una miserabile caricature di inchiesta destinata a t rascinare la
Spartacist League nel fango poichè noi eravamo i soli a batterci contro
la
snagunaria guerra dei Balcani di Blair e della palude laburista. Il CPGB
si è impegnato a giustificare i bombardamenti terrooristici imperialisti
in modo cosi flagrant e che i nostri compagni l'hanno soprannominato i
"socialisti stile Jamie Shea". Il CPGB dichiarava così " E' evidente a
tutti , salvo quelli che sono volontariamente stupidi, che la NATO ha
fattodi tutto per minimizzare le perdite umane" (Weekley Worker, 10
giugno
1999). Infatti, durante i bombardamenti, le perdite fra i civili hanno
superato di molto quelle fra i militari.

Gli pseudo-trotskisti si sono largamente ridefiniti come "liberali" e
socialdemocratici, si richiamano raramente, se non per motivi formali,
al
leninismo. Il comitato esecutivo del SU, ad esempio, ha votato nel
febbraio 1999, di ritirare dal proprio statu to ogni refernza alla
Rivoluzione Russa del 1917, ai quattro primi congressi
dell'Internazionale
Comunista e al Programma di transizione (il documento di fondazione
della
Quarta Internazionale). Il luglio scorso, in un meeting a Londra, Alain
Krivine, dir igente francese del SU, ha denigrato quelli che si
richiamano
apertamente al trotskismo, proclamano che il compito di oggi è la
rivoluzione, che egli definisce come qualcuno che "dirige un movimento
sociale" congiuntamente con altre forze, compresi i cri stiano sociali.
Infatti è con clericali antisocialisti, come i controrivoluzionari di
Solidarnorsc in Polonia, che SU si è alleata. Un compagno della SL/B
affrontava Krivine, e fece notare che SU non era mai stato la Quarta
Internazionale e che questa ere dità programmatica appartiene alla LCI.
Questo compagno ricordava notava che piuttosto è nella Seconda
Internazionale che Krivine e compagnia hanno il loro posto. La lealtà
degli pseudo-estremisti verso al propria borghesia durante la guerra
contro la Ser bia è lo sbocco logico del sostegno precedentemente
apportato alla controrivoluzione patrocinata dall'imperialismo in URSS e
negli stati operai deformati dell'Europa Orientale e della Jugoslavia.

Il proletariato aveva meno entusiasmo per questa guerra che non la
cosiddetta sinistra che acclamava "l'imperialismo dei diriti dell'uomo".
Anche negli USA, dove non vi erano manifestazioni di massa,
l'atteggiamento degli operai verso la guerra andava da lla passività
alla
diffidenza. Il Primo Maggio, in tutta Europa, e fino al Giappone e
all'Australia, la guerra dei Balcani era la questione bruciante.
malgrado
gli sforzi dei burocrati sindacali per controllare l'attenzione rivolta
verso le preoccupazioni economiche. L'opposizione proletaria alal guerra
è stat particolarmente esplosiva in Italia e in Grecia. Il 13 maggio
1999
in Italia, più di un milione di lavoratori ha partecipato a uno sciopero
politico di un giorno, all'iniziativa dei COBAS, con la pa rola d'ordine
"Non una vita, non una lira per questa guerra". I COBAS hanno ugualmente
lanciato una campagna finanziaria per i lavoratori jugoslavi, dopo il
bombardamento e la distruzione della fabbrica di automobili Zastava a
Kragujevac ad opera della NATO, che spaeva perfettamente che gli oeprai
avevano formato uno scudo umano per proteggere la fabbrica. Le sezioni
della LCI, malgrado le divergenze dai COBAS, hanno partecipato
attivamente alla campagna finanziaria per la Zastava che dava ai
lavoratori u n mezzo per prendere concretamente posizione contro il
"proprio" imperialismo mortale.

Nella guerra contro la Serbia, i dirigenti della NATO hanno celebrato
l'unità delle potenze occidentali. Ma dietro tale unità di facciata, la
guerra ha accentuato le tensioni tra le grandi potenze capitalistiche,
tensioni che si sono intensificate dopo la distruzione
controrivoluzionaria dell'URSS.

La Germania e altri paesi europei occidentali sono determianti a
costituire una forza militare indipendente dagli USA, a mano a mano che
le
loro rivalità economiche con gli USA si accrescono.

Non si può condurre la lotta contro la guerra imperialista separatamente
della lotta di classe. Solo la rivoluzione può rovesciare il sistema
capitalista imperialista che genera la guerra. E' la Rivoluzione
d'Ottobre
del 1917 diretta dal Partito Bolscevic o di Lenin e Trotsky che ha
strappato la Russia alla Prima guerra mondiale e creato il primo stato
operaio, un faro dell'internazionalismo rivoluzionario per il
proletariato
del mondo intero. Noi lottiamo per riforgiare la Quarta Internazionale ,
strument o che potrà condurre le masse operaie verso nuove rivoluzioni
di
Ottobre e una società socialista mondiale.

NOTE
1. La cui sezione italiana è costituita da Bandiera Rossa, consorella
della LCR e da cui provengono Ilario Salucci e il gruppo filo-UCK di
REDS di Loris Brioschi (N.d.T.)
2. In Italia è presente una sua filiazione "Socialismo dal Basso",
nettamente interventista e antisovietico, ora inserito in Rifondazione
Comunista (N.d.T.)
3. Con il cui rappresentante in Italia, Paul O'Brien, ho avuto una dura
polemica via internet (N.d.T.)
4. In Italia è vicino alle sue posizioni l'Associazione Proposta
(N.d.T.)

(traduz. di A. Lattanzio, che ringraziamo gentilmente)


--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
------------------------------------------------------------