Informazione

AGITATORS


Da: Marco Cervino
Data: Gio 22 dic 2005 16:01:27 Europe/Rome
A: scienzaepace @...

"I am a shameless agitator" diceva una spilletta di una gentile
"critical masser" newyorkese.
In realta', assieme a due altri falsi bike-riders, era infiltrata della
polizia, per meglio procedere agli arresti dei veri "criticals" durante
la manifestazione di A29, a NYC.
E' tutto on-line, video compreso (con commento audio che ricorda per
stile "la vita del salmone norvegese di fiume"..) sul sito del NYTimes.
Strana gente davvero...

http://www.nytimes.com/2005/12/22/nyregion/
22police.html?hp&ex=1135314000&en=10dca8926beae1ec&ei=5094&partner=homep
age

PROPOSTE DI LAVORO, AUGURI  
E PRO MEMORIA PER IL MOVIMENTO CONTRO LA GUERRA
PER IL NUOVO ANNO


Con il nuovo anno, la partita contro la guerra in Iraq e nel Medio
Oriente rimane ancora tutta aperta.

Al momento le aspettative per il ritiro immediato delle truppe italiane
restano disattese sia dal governo di destra in carica che dalla
coalizione di centro-sinistra che si candida a sostituirlo. Fino ad ora
segnali di inversione di tendenza non se ne vedono. Ciò rende ancora
più decisiva l’iniziativa del movimento contro la guerra e la sua piena
autonomia dal quadro politico esistente.

Il Comitato nazionale per il ritiro dei militari italiani dall’Iraq, in
venti mesi di attività ha posto dentro il movimento questioni,
iniziative e obiettivi in parte coincidenti e in parte dissonanti.

Nei prossimi mesi le realtà politiche, associative, informative che
hanno dato vita al Comitato per il ritiro dei militari dall’Iraq,
saranno chiamate a portare il loro contributo sia sugli appuntamenti
che il Comitato si è già dato autonomamente sia negli appuntamenti
unitari con le altre realtà del movimento contro la guerra.

 
1) Segnaliamo per il mese di gennaio l’appuntamento per il forum su
“Informazione, ideologia, guerra” che stiamo organizzando per sabato 28
gennaio a Roma. A questo appuntamento parteciperanno giornalisti,
mediattivisti e realtà del movimento contro la guerra. Il terreno
dell’informazione ci sembra decisivo per lo sviluppo e l’autonomia del
movimento. La lotta contro quello che viene definito lo “tsunami
informativo” davanti al quale tentennano e capitolano in molti, è in
realtà una battaglia che individua nelle scelte politiche l’origine e
non la conseguenza della disinformazione. L’autonomia del movimento
diventa quindi decisiva sia per delineare alternative alle scelte della
politica sia per resistere allo tsunami informativo. Tra l’altro
l’ipoteca rappresentata dalla minaccia di attentati in Italia e la sua
strumentalizzazione, deve vedere il movimento affrontare e chiarire per
tempo le valutazioni da dare e le iniziative da prendere. Non sarà una
discussione semplice ma riteniamo che vada fatta.

2) Gli altri appuntamenti di gennaio riguardano la gestione sul
territorio nazionale delle due proposte di legge presentato dal
deputato Mauro Bulgarelli sul referendum contro la presenza di armi,
siti e porti nucleari nelle basi militari straniere in Italia e per la
desecretazione sui documenti di Stato degli ultimi venticinque anni.

Una prima iniziativa c’è già stata a Cesena (dove c’è la base militare
di Pisignano) mentre altre due sono in cantiere per gennaio in Toscana
(Camp Darby) e in Sicilia (Sigonella). La vicenda della base della
Maddalena in Sardegna è un incoraggiamento importante che ha portato la
vicenda delle basi militari nell’agenda politica nazionale.

2) A tale proposito, sarebbe utile verificare la possibilità di fare il
3 febbraio (anniversario della strage del Cermis) una giornata di
“pressing” con dei SIT IN (anche non in numerosissimi ma chiari nei
cartelli e nei volantini) sotto le sedi delle regioni che ospitano le
basi militari. Si può cominciare nelle regioni dove l’attività è stata
già avviata e cercare di coinvolgere le regioni dove ancora non ci sono
realtà in movimento.

3) Per il 18 febbraio è stata convocata dalle reti impegnate
storicamente sulla Palestina una manifestazione nazionale a Roma. Il
Comitato deve sentirsi impegnato a dare il massimo contributo alla
riuscita di questa manifestazione si solidarietà con la lotta del
popolo palestinese.. Non solo perché abbiamo sempre sostenuto che la
situazione di Iraq e Palestina sono strettamente collegate, ma anche
perché tra gli obiettivi della manifestazione c’è anche la richiesta di
revoca dell’accordo di cooperazione militare Italia-Israele che,
insieme al ritiro delle truppe dall’Iraq, rappresenta il banco di prova
del prossimo governo sulle scelte di politica estera e militare. Su
questo è stata comunque convocata una seconda riunione nazionale il 15
gennaio a Firenze.

4) La manifestazione del 18 marzo contro la guerra. Su quella data e
sul fatto che ci debba essere una grande manifestazione – tra l’altro
coordinata a livello internazionale – non possono esserci dubbi. Come è
noto ci sono settori del movimento (la maggioranza del PRC ma non solo)
che preferirebbe rinviarla a dopo le elezioni, mentre sulla
piattaforma, le proposte fino ad oggi in discussione tendono ad
escludere il punto del riconoscimento e sostegno della Resistenza
popolare contro l’occupazione militare dell’Iraq. Ciò sarebbe un
arretramento rispetto alla manifestazione nazionale del 19 marzo 2005
che invece – e finalmente – su questo aveva rotto gli indugi schierando
il movimento contro la guerra al fianco della Resistenza irachena. Un
passaggio della discussione sulla manifestazione è l’assemblea
nazionale prevista per l’11 febbraio a Firenze convocata da diverse
(non tutte) le realtà del movimento no war (Bastaguerra, Arci, Un Ponte
per  etc.). Riteniamo che in quella sede vada ribadito che la
manifestazione del 18 marzo va fatta e su una piattaforma più avanzata
possibile.

Un altro passaggio verso la manifestazione sarà l’assemblea generale
dei movimenti sociali che, inizialmente prevista per metà gennaio,
subirà uno slittamento a febbraio a causa delle mobilitazioni in corso
(TAV, carovita, reddito acqua etc.). In quella sede la scadenza del 18
marzo come data della manifestazione nazionale ed internazionale contro
la guerra verrà ribadita con forza.

5) Infine, ma non per importanza, il 9 aprile sapremo con quale governo
dovremo fare i conti nei prossimi anni. I primi cinquanta giorni
saranno sufficienti per capire che aria tira sull’agenda relativa alla
guerra, al ritiro delle truppe dall’Iraq, alla revoca dell’accordo di
cooperazione militare con Israele, alle scelte di politica militare ed
internazionale. La data del 2 giugno torna così ad essere un
appuntamento significativo per verificare o meno la discontinuità con
il governo della guerra. Le manganellate della polizia alla
manifestazione del 2 giugno del 2005 hanno persuaso molti che la festa
della Repubblica non può legittimare le politiche belliciste e la
cultura militarista del nostro paese.


Con questo promemoria di proposte e appuntamenti cogliamo l’occasione
per fare gli auguri per il nuovo anno a tutte e a tutti gli attivisti
del movimento contro la guerra, con la speranza che il 2006 porti il
nostro paese fuori da ogni complicità con la guerra e l’oppressione di
altri popoli.


Dicembre 2005


Il Comitato nazionale per il ritiro dei militari italiani dall’Iraq

Info: viadalliraqora@...

----------------------------------------

Informazione-ideologia-guerra
Un momento di confronto nel movimento nowar con il mondo
dell’informazione

Forum

Roma, 28 gennaio, ore 10.00-18.00

(centro congressi Cavour, via Cavour 50/A)

Partecipano:

Giulietto Chiesa, Maurizio Torrealta, Alberto Burgio, Umberto Zona,
Paolo Serventi Longhi, Vladimiro Giacchè, Jurgen Elsaesser, Antonello
Petrillo, Stefano Chiarini, Maurizio Musolino, Sergio Cararo, Roberto
Taddeo, Valter Lorenzi, mediattivisti e attivisti del movimento contro
la guerra. Altri relatori devono ancora confermare.

Sul piano dei mezzi di comunicazione di massa, spesso anche nel
movimento e nella sinistra c’è una posizione consolatoria e remissiva.
Ci si lamenta della disinformazione e si addebita a questa molte che
invece sono responsabilità della “politica”
La questione che sta emergendo non è solo quella delle menzogne di
guerra, sulle quali si è rivelata una contraddizione/debolezza politica
di gestione dei governi della guerra e della informazione “arruolata”.
Sulla guerra questo atteggiamento è contraddetto ad esempio
dall’orientamento maggioritario dell’opinione pubblica che, nonostante
la informazione “embedded”, si schiera contro la guerra e vuole il
ritiro delle truppe (vedi gli USA ma anche l’Italia e la Gran
Bretagna). Non solo. La straordinaria socializzazione del video sulla
strage di Falluja trasmesso da RAI News e ritrasmesso in centinaia di
assemblee locali, ha incontrato un'accoglienza superiore alle
aspettative. Il problema dunque è la politica e non l’informazione.

Nel nostro paese esiste ed opera un sistema di guerra bipartizan che
sta lavorando per mantenere la presenza militare straniera in Iraq, ha
abbondantemente metabolizzato la guerra contro la Jugoslavia, sta
metabolizzando la preparazione e la gestione di nuove possibili guerre
contro l’Iran e la Siria, sta sperimentando una “operazione umanitaria”
in Darfur e dopodomani chissà dove. Su tutto grava poi la
consapevolezza del rischio di uno scenario londinese o madrileno anche
in Italia. Le reazioni – come è noto – sono state diverse. Positive nel
caso spagnolo, devastanti per il movimento contro la guerra in Gran
Bretagna. Sulla capacità del movimento di giocare d’anticipo su questi
scenari, possiamo anche noi sperimentare una capacità di autonomia,
resistenza e contrattacco politico sul piano dell’informazione che
inchiodi il governo della guerra (e i suoi alleati nell’opposizione)
alle proprie responsabilità.

Il clima di repressione preventiva e di islamofobia manipola la realtà
e mobilita la paura. La caccia all’islamico sta occultando il fatto che
le uniche stragi in Italia fino ad oggi non le hanno compiute gli
islamici ma uomini “battezzati” e legati in gran parte agli USA. Che
fine ha fatto ad esempio la recente inchiesta sulla DSSA, la polizia
parallela che ha invocato il segreto NATO? I due agenti speciali
inglesi "beccati" a Bassora con l’auto piena di armi ed esplosivi
offrono un’altra versione degli attentati nei mercati iracheni? Quanto
c’è da scavare sulla politica degli attentati? Come mai nessuno si
prende la briga di andare più a fondo e si accontenta di una chiave di
lettura che al massimo arriva alla semplificazione della “spirale
guerra-terrorismo”?

Dobbiamo cominciare a delineare una strategia di attacco dei movimenti
sul piano dell’informazione. 


a)  Il primo problema è l’autonomia critica rispetto a quello che ci
viene propinato. In tal senso, partendo dall’assunto che “tutto quello
che ci dicono è falso", spetta a loro (i guerrafondai) dimostrare il
contrario. Questo implica un livello alto di autonomia e alterità nel
rapporto con l’informazione, propedeutico alla ricerca ed alla
circolazione di fonti di informazione alternative a quelle esistenti ma
che diventano “consolatorie” e insufficenti se non precedute da una
rottura netta con l’informazione ufficiale.


b)  Il secondo problema attiene alla resistenza contro quello che
Giulietto Chiesa definisce lo “tsunami informativo”. Anche qui è la
politica che decide. Allo tsunami si resiste o ci si lascia trascinare
sulla base del posizionamento politico. Fassino, per fare un esempio –
accreditando la legittimità delle elezioni irachene e le sue
percentuali – non è stato una vittima dello tsunami informativo ma se
ne è collocato al suo epicentro sulla base di una riflessione e una
posizione politica.


Il forum che intendiamo promuovere, intende essere un momento alto di
confronto tra movimento contro la guerra e quei pezzi del mondo
dell’informazione più avanzati ed autonomi, sia per delineare
un’alleanza importante sia per cominciare a fornire alcuni strumenti di
crescita culturale e politica dell’autonomia dei movimenti stessi.

Comitato nazionale per il ritiro dei militari italiani dall'Iraq

Soffia il vento della repressione anticomunista

di Claudio Grassi
(Liberazione del 17/12/2005)

La Repubblica Ceca minaccia di rendere illegale l'Unione comunista
della gioventù. Ma il vero obiettivo è il pc di Boemia e Moravia,
seconda forza politica del paese


"Vi scriviamo per informarvi dell'ultimo attacco del potere dello
Stato contro l'Unione Comunista della Gioventù (Ksm) e contro il
movimento comunista in generale»: così inizia un appello della
gioventù comunista, pervenuto in questi giorni dalla Repubblica Ceca.
Il testo prosegue denunciando l'iniziativa del ministro degli Interni
dello stesso Paese che, sulla base di un rilievo pretestuoso (lo
sconfinamento contra legem dell'attività dell'associazione entro
finalità di competenza dei partiti), minaccia di rendere illegale il
Ksm a partire dal prossimo 31 dicembre 2005. Si tratta di un fatto
gravissimo, i cui effetti politici esorbiterebbero dai confini della
Repubblica Ceca per investire le responsabilità dell'intero continente
europeo: è evidente che l'Europa non potrebbe chiamarsi fuori da una
vicenda che incrina pesantemente il profilo democratico di uno Stato
ad essa così strettamente omogeneo per cultura e istituzioni.
Sul piano tecnico-formale, la strumentalità di tale intervento è
palese: il campo d'azione del Ksm non differisceinfatti da quello di
altre organizzazioni giovanili che operano nella Repubblica Ceca
(Giovani Conservatori, Giovani Socialdemocratici, Giovani
Cristiano-Democratici ecc.). Il punto vero è che il Ksm fa riferimento
ad un partito comunista - il Partito Comunista di Boemia e Moravia
(Kscm) - che nel suo Paese raccoglie un quarto dei voti
dell'elettorato, attestandosi asecondo partito dell'arco parlamentare,
ed è di fatto uno dei più forti partiti comunisti d'Europa.
L'obiettivo dunque di tale censura giuridica sono i comunisti in
quanto tali; ed essa si inserisce nel quadro di un piano di
criminalizzazione dei comunisti. Al riguardo, le notizie contenute
nell'appello e quelle riportate dalle recenti agenzie di stampa sono
più che preoccupanti. Nell'ultimo anno si èinfatti intensificata una
feroce campagna tesa a porre all'indice le idee e il movimento dei
comunisti nonché la stessa parola "comunista", fino a rendere illegale
l'uso stesso dei simboli della falce e del martello: questo è stato il
fine dichiarato di una petizione lanciata da due senatori di destra
(dal significativo titolo "Aboliamo i comunisti"), la quale ha aperto
la strada ad una proposta di legge, già in discussione nel Parlamento
ceco, che - mettendo il comunismo sullo stesso piano del nazi-fascismo
- ne condanna qualunque eredità ed attuale operatività politica. Va
ricordato che Vaclav Havel aveva già emanato nel 2000 una legge,
peraltro rimasta non operativa, in cui erano dichiarate illegali
quelle forze politiche che mirassero a rivolgimenti rivoluzionari di
carattere nazista o comunista.
In un tale clima da crociata maccartista, non sorprende il
coinvolgimento della sedicente "associazione umanitaria" People in
Need-Czech Republic, che al pari di altre simili organizzazioni attive
da qualche tempo nell'Est europeo (per lo più lautamente finanziate da
organismi statunitensi) non ha perso tempo nell'azione di propaganda
del revisionismo storico, finalizzata all'equiparazione di comunismo e
nazi-fascismo: va notato in proposito che persino una parte dell'ex
dissidenza ha rifiutato di applicare alla storia cecoslovacca la
nozione di "genocidio", pertinente alla tragedia dell'Olocausto. Ciò
tuttavia non ha impedito il moltiplicarsi di proposte di modifica
della normativa e dello stesso Codice penale ceco, che vanno nella
direzione di una sostanziale messa al bando dei comunisti.
Accadimenti come quelli appena descritti non sono una novità,
purtroppo, per la democratica Europa. Sin dal dopoguerra, dopo la metà
del secolo scorso, abbiamo dovuto assistere alla messa fuori legge del
Partito comunista tedesco (Kpd); e, poi, all'emanazione del
Berufsverbote, la legge che impediva ai comunisti l'esercizio di
professioni pubbliche, oggi congelata seppure ancora vigente. Ma,
negli ultimi tempi, c'è stata un'ulteriore accelerata involuzione. Il
vento della repressione anticomunista ha ricominciato a soffiare forte
a Est, ad esempio nelle Repubbliche Baltiche: e per le strade di Riga
sono ricomparse, colpevolmente tollerate, le bandiere con la croce
uncinata. Recentemente, la proposta della messa al bando dei simboli
della falce e del martello è perfino arrivata al Parlamento Europeo.
Lasciando ai rigurgiti reazionari le strumentali riscritture della
storia e rivendicando il valore etico e politico della liberazione
dallo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, proprio degli ideali dei
comunisti e di quanti si sono battuti e continuano a battersi per una
società più giusta e solidale, è oggi importante manifestare una
concreta solidarietà ai giovani compagni del Ksm e in generale ai
comunisti di Boemia e Moravia. Ciò va detto nella convinzione che non
possa esservi alcun progresso democratico quando si manipola e
confonde il valore dell'antifascismo, cui i comunisti di tutta Europa
hanno offerto in prima persona un generoso tributo.


---
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4661

(english / italiano)

SOLIDARIETÀ AI COMUNISTI DI BOEMIA E MORAVIA

Il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia (Italia) si unisce alle
voci di protesta che si stanno levando in tutta Europa contro la
campagna di criminalizzazione dei comunisti in atto nella Repubblica Ceca.

The National Coordination for Yugoslavia (Italy) joins the protest
which is rising all over Europe against the campaign which has been
started in the Czech Republic to criminalize the communists.

---------

Nella Repubblica Ceca è in atto una feroce campagna anticomunista:

1) si equiparano i crimini del nazismo ed i "crimini del comunismo",
perseguendo penalmente chi li nega;
2) è in atto una fortissima campagna contro il Partito Comunista di
Boemia e Moravia KSCM (uno dei più forti dell'arco parlamentare);
3) il Governo della Rep. Ceca, con delle motivazioni evidentemente
falsate, cercherà dimettere fuori legge la Gioventù Comunista Ceca -
KSM - a partire dal 31/12/2005.

I giovani compagni del KSM stanno facendo circolare un appello in cui
chiedono di reagire a livello internazionale contro questo tentativo
di criminalizzare il movimento comunista nella Repubblica Ceca, di
esprimere solidarietà al KSM e di mandare le proteste contro questo
attacco che non ha precedenti al governo della Repubblica Ceca.

Per il coordinamento delle iniziative a sostegno del KSM si può fare
riferimento su Yassir - leskimo1917 @ yahoo.it - dei Giovani Comunisti
/ area Essere Comunisti del PRC. Si stanno valutando le seguenti
iniziative:
1) lanciare una campagna di raccolta firme, chiedendo l'adesione
di: istituzionali, giuristi, intellettuali, ... contro l'ipotesi di
messa al bando del KSM.
2) Organizzare una serie di iniziative (volantinaggi, conferenze
stampa, ... ) davanti alle sedi della Rep. Ceca in Italia (ambasciata,
consolati, uffici ... ) che trovate sul link internet contenuto
nell'appello (riportato qui sotto).
3) se possibile, promuovere un sit-in di protesta, davanti
l'ambasciata a Roma.


==============================================

*KSM** (**Czech** **Republic**),** Request For Solidarity *

*-------------------------------------------------***

*From:* *Communist Union of Youth, (KSM), **Friday**, 09 December 2005***

http://www.ksm.cz , mailto:international@k...

===

*Dear comrades,*

We are writing to inform you of the latest attack of state power – the
Home Office of the Czech Republic – against the Communist Union of
Youth (Komunisticky svaz mladeze, KSM) - a member organization of the
World Federation of Democratic Youth (WFDY) - and against the
communist movement in general in the Czech Republic.

The Ministry of Interior has sent a warning and precept, in which it:

*1. *impugns the status of the KSM as a civic association under
pretext that the goals of KSM´s activity interfere with an area
restricted to activities of political parties that is, according to
the interpretation of the Home Office of the Czech Republic, excluded
from the intervention of civic associations. Nevertheless the KSM does
not differ in this area from the field of action of other youth
political organizations in the Czech Republic like Young
Conservatives, Young Social Democrats, Young Christian Democrats, etc.
Thus it is obvious that this attack against the KSM is politically
motivated. It is an obvious attempt to restrain our freedom of
association.

*2. *tries to coerce the KSM into renouncing its political program,
communist identity, goals, and theoretical basis in Marx, Engels and
Lenin, that is Marxism as a whole.

On this ground the Home Office of the Czech Republic threatens to make
the KSM illegal by December 31, 2005. If that happened it would
without any doubt set a precedent whereby the same argument could be
used against other civic associations. But the Home Office of the
Czech Republic also aims to attack the parliamentary Communist Party
of Bohemia and Moravia (Komunisticka strana Cecha a Moravy, KSCM).

This attack against the KSM is just the climax of a long-run
anticommunist campaign that has increased in intensity this year.
Among its manifestations was for example a petition titled "Let´s
abolish the communists," an endeavour of senators Mejstrik and Stetina
to pass a law that would criminalize communist ideas, movement and the
word "communist" as such. This bill simultaneously put communism and
its ideas on one level with fascism and its crimes. (This text has
been already passed in the Senate of the Parliament of the Czech
Republic and now it shall be discussed in the House of Deputies of the
Parliament of the Czech Republic.) Also a so-called humanitarian
organization People in Need – Czech Republic has been involved in this
anticommunist campaign. This organization has begun to organize a
strongly anticommunist campaign within the public education system in
elementary schools and secondary schools. In recent days the House of
Deputies of the Parliament of the Czech Republic has also passed a new
Penal Code according which it is a criminal act to approve of and/or
deny Nazi and so-called communist crimes.

It is necessary to emphasize that the attack against the KSM is an
attack against the whole communist movement in the Czech Republic, and
therefore also against the Communist Party of Bohemia and Moravia,
which the state power has not so far dared to attack directly; it does
so indirectly by attacking the Communist Union of Youth. The closeness
between the Communist Party of Bohemia and Moravia, which is today one
of the strongest parliamentary political parties in the Czech Republic
and one of the strongest communist parties in Europe, and the
Communist Union of Youth has been shown also with the attendance of
the president of the Communist Party of Bohemia and Moravia Vojtech
Filip at the recent Seventh Congress of the KSM, when he expressed his
wish that the ideas of the KSM find a rousing response throughout the
young people and that "people who have passed through the ranks of the
KSM provide new blood for the KSCM."

Dear comrades, friends,

We believe that it is necessary to stand up internationally against
this attempt to criminalize the communist movement in the Czech
Republic. We ask you therefore to express your solidarity with the KSM
and to send protests against this unprecedented move of the Home
Office of the Czech Republic to the following address:

Ministerstvo vnitra
oddeleni volebni a sdruzovani,
namesti Hrdinu 3,
140 21 Praha 4
Czech Republic

Fax: ++420 974 816 872
e-mail: stiznosti@m...
benesova@m...
krivova@m...

You may also send your protest to the missions of the Czech Republic
abroad. Their addresses are on the following internet page:

http://www.mzv.cz/wwwo/mzv/default.asp?ido=7904&idj=2&amb=1&ikony=False&trid=2&prsl=False&pocc1

We ask you simultaneously to send copies of your protests on our
e-mail: international @ ksm.cz
or on fax: ++420 222 897 426.

Thank you for your solidarity.

Milan Krajca, President of the KSM
Radim Gonda, Vice-President of the KSM
Zdenek Stefek, Vice-President of the KSM
Ludvik Sulda, Vice-President of the KSM
Veronika Sykorova, Vice-President of the KSM

*End*

subscribe/unsubscribe mailto:info@s...,

http://www.solidnet.org


==========================

TRADUZIONE:


Cari compagni,

Vi scriviamo per informarvi dell'ultimo attacco del potere dello Stato
- il governo della Repubblica Ceca - contro l'Unione Comunista della
Gioventù (Komunisticky svaz mladeze, KSM) e contro il movimento
comunista in generale nella Repubblica Ceca.

Il Ministro degli Interni ha inviato una nota e un decreto nel quale:

1. impugna lo status del KSM di associazione civica, col pretesto
che la finalità delle attività del KSM vanno ad interferire con un
ristretto campo d'intervento dei partiti politici che è escluso,
secondo l'interpretazione del governo, dall'ambito di azione delle
associazioni civili. Inoltre il KSM non differisce in questo ambito
dal campo di azione di altre organizzazioni politiche giovanili nella
Repubblica Ceca come i Giovani Conservatori, i Giovani
Socialdemocratici, i Giovani Cristiano- democratici, ecc. Pertanto è
ovvio che questo attacco contro il KSM è motivato politicamente. E' un
evidente tentativo di restringere la nostra libertà di associazione.

2. cerca di costringere il KSM a rinunciare al suo programma
politico, alla sua identità comunista, ai suoi obiettivi, e alle sue
basi teoriche su Marx, Engels e Lenin, cioè al marxismo in generale.

Su questa base il governo della Repubblica Ceca cercherà di rendere
illegale il KSM dal 31 Dicembre 2005. Se ciò accadrà si costituirà
senz'altro un precedente che potrà essere usato contro tutte le altre
associazioni civiche. Ma il governo della Repubblica Ceca ha anche lo
scopo di attaccare il Partito comunista parlamentare di Boemia e
Moravia (Komunisticka strana Cecha a Moravy, KSCM).

Questo attacco contro il KSM è solo il punto culminante di una
campagna anticomunista di lunga lena che è cresciuta di intensità
quest'anno. Tra queste iniziative c'era per esempio una petizione
intitolata "Aboliamo i comunisti", un'idea dei senatori Mejstrik e
Stetina per far passare una legge che avrebbe criminalizzato le idee
comuniste, il movimento e la parola "comunista". Questo provvedimento
avrebbe messo sullo stesso piano il comunismo e le sue idee, al
fascismo ed i suoi crimini (Questo testo di legge è già passato al
Senato e ora dovrà essere discusso alla camera dei deputati).

Anche una cosiddetta organizzazione umanitaria People in Need-Czech
Republic è stata coinvolta in questa campagna anti-comunista. Questa
organizzazione ha portato avanti una forte campagna anti-comunista
nella scuola pubblica elementare e superiore. Negli ultimi giorni i
deputati hanno approvato un nuovo codice penale in base al quale è un
crimine approvare e/o negare sia i crimini del fascismo, che i
cosiddetti crimini comunisti.

E' necessario mettere in evidenza che l'attacco contro il KSM è un
attacco contro l'intero movimento comunista nella Repubblica Ceca e in
fondo anche contro il Partito Comunista di Boemia e Moravia, che il
potere dello Stato non è poi così lontano dall'attaccare direttamente;
la sua strategia è quella di attaccarlo indirettamente attaccando
l'Unione Comunista della Gioventù. La vicinanza del partito comunista
di Boemia e Moravia, che è oggi uno dei più forti partiti politici
parlamentari nella Repubblica Ceca e uno dei più forti partiti
comunisti in Europa, con l'Unione Comunista della Gioventù è stata
dimostrata anche con la presenza del presidente del Partito Comunista
di Boemia e Moravia Vojtech Filip al recente Settimo Congresso del
KSM, quando egli ha espresso il suo desiderio che le idee del KSM
trovino un consenso tra i giovani e che "le persone che hanno militato
tra le file del KSM portino nuova linfa al KSCM."


Cari compagni, amici,

Crediamo che sia necessario reagire a livello internazionale contro
questo tentativo di criminalizzare il movimento comunista nella
Repubblica Ceca. Vi chiediamo perciò di esprimere la vostra
solidarietà con il KSM e di mandare le proteste contro questo attacco
che non ha precedenti al seguente indirizzo del governo della
Repubblica Ceca:


Ministerstvo vnitra
oddeleni volebni a sdruzovani,
namesti Hrdinu 3,
140 21 Praha 4
Czech Republic


Fax: ++420 974 816 872
e-mail: stiznosti@m...
benesova@m...
krivova@m...


Potete anche mandare la vostra protesta alle sedi della Repubblica
Ceca all'estero. I loro indirizzi si trovano alla seguente pagina web:

http://www.mzv.cz/wwwo/mzv/default.asp?ido=7904&idj=2&amb=1&ikony=False&trid=2&prsl=False&pocc1


Vi chiediamo di mandare simultaneamente le copie delle vostre proteste
alla nostra e-mail: international @ ksm.cz oppure al fax: ++420 222
897 426.


Grazie per la vostra solidarietà.


==========================================


----- Original Message -----
From: Marco Sferini
To: rome@e...
Sent: Monday, December 12, 2005 1:23 PM
Subject: all'Ambasciata della Rep. Ceca in Italia

Alla gentile attenzione del Signor Ambasciatore della Repubblica Ceca
in Italia
- propria sede in Roma -


Egregio Signor Ambasciatore,

desidero formulare, da libero cittadino della Repubblica Italiana, le
mie più profonde preoccupazioni per le misure adottate dal Suo Governo
contro il movimento KSM (la gioventù comunista del Suo Paese) e,
generale, contro tutti i cittadini della Repubblica Ceca che si
professano di ideologia marxista e che sono o meno militanti di una
forza di sinistra.
Mi permetta, signor Ambasciatore, di farLe rispettosamente osservare
come in nessun Paese dell'Unione Europea i comunisti - che tanto hanno
contribuito alla lotta di liberazione dal nazifascismo - siano oggetto
di misure come quelle che il Suo Governo sta per approntare contro il KSM.
Poichè le attività del KSM sono - sul piano delle intenzioni e delle
azioni - equipollenti a quelle delle altre organizzazioni giovanili
degli altri soggetti politici del Suo Paese, ne dovremmo conseguire
che anche queste associazioni - a detta delle disposizioni del Suo
Governo - vanno perseguite: ci riferimo a movimenti di ispirazione
cristiana, socialdemocratica, ambientalista.
Voglia Signor Ambasciatore farsi portavoce di questa nostra protesta
presso il Suo Governo, al fine di far sì che la Repubblica Ceca non
crei delle difformità così evidenti con il resto dei princìpi di
rispetto delle idee e della libertà di tutti i cittadini dell'Unione
Europea, per la salvaguardia dei diritti di tutti.

Con osservanza.

Marco Sferini
Savona (Italia)

(francais / italiano)

RSF sul libro paga della NED (CIA)


1. Links
2. La verità su Rsf ora viene a galla
(Gianni Minà)
3. Denunciato il mercenarismo anticubano di Reporters Sans Frontières
(Prensa Latina 15/12/2005)
4. ONG: Quando Reporters sans frontieres copre la CIA
(Thierry Meyssan)


=== 1 # LINKS ===

Salim Lamrani: Les mensonges de Reporters sans Frontières

Dans une déclaration datant du 6 juillet 2005, Reporters sans
frontières (RSF) répond aux accusations portées à son encontre
concernant son acharnement obsessionnel envers Cuba, ses liens
financiers occultes avec le gouvernement des Etats-Unis et certaines
multinationales, ainsi que les rapports qu'elle entretient avec des
organisations aux activités douteuses dont certaines sont gravement
impliquées dans le terrorisme international (1).

http://www.michelcollon.info/articles.php?dateaccess=2005-09-05%2010:18:00&log=invites

Thierry Meyssan: Reporters sans Frontières couvre la CIA

D'où viennent les sous, et ceci expliquerait-il les partis pris de
Ménard ?

http://www.michelcollon.info/articles.php?dateaccess=2005-12-07%2019:30:56&log=invites

Salim Lamrani: Curieuse myopie de l'Europe à propos de l'Amérique latine
La politisation du prix Sakharov

Le 26 octobre 2005, le Parlement européen a conjointement décerné le
prix Sakharov à Mme Hauwa Ibrahim, juriste nigériane, aux Dames en
Blanc de Cuba et à l'organisation parisienne Reporters sans frontières
(RSF)...

http://www.michelcollon.info/articles.php?dateaccess=2005-12-03%2012:45:46&log=invites

---

Le " relazioni pericolose" tra Reporter Sans Frontieres e la Cia
(di Thierry Meyssan)

http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4422

Chi finanzia Reporters sans frontieres?
(di S. Lamrani)

http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4438 o
http://www.zmag.org/Italy/lamrani-usafinanziarsf.htm

---

Geldspritze aus Washington. Französische Nichtregierungsorganisation
»Reporter ohne Grenzen« im Dienste des US-State Departement

http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4404


=== 2 ===

REPORTERS SENZA FRONTIERE FINANZIATA DALLA CIA
LA VERITA' ORA VIENE A GALLA - di Gianni Mina'

http://www.lernesto.it/index.aspx?m=77&f=2&IDArticolo=4206

«La verità su Rsf ora viene a galla»

di Gianni Minà

su Corriere della Sera del 09/07/2005

LA LETTERA

Gianni Minà risponde all'articolo «Reporters sans frontières:
denunciamo Cuba ma non ci paga la Cia», pubblicato il 4 luglio del
2005 sul Corriere della Sera.


Mi rallegra che un mio articolo su come viene finanziata
l'associazione Reporters sans Frontières, pubblicato nel numero
attualmente in libreria di Latinoamerica, la rivista che
l'indimenticabile storico Enzo Santarelli mi ha lasciato in eredità
perché non scomparisse, abbia suscitato l'attenzione di molti che
purtroppo finora non si erano accorti di certe contraddizioni
imbarazzanti dell'attuale mondo dell'informazione. Contraddizioni come
quella rappresentata dall'attività dell'associazione per la presunta
tutela dei giornalisti fondata da Robert Ménard. Mi rallegra perché
ora, per esempio, non sarà più possibile alcun equivoco sul fatto che
Rsf, come ha dovuto ammettere Ménard, è finanziato, tra tanti
potentati, anche dal Ned, National Endowment for Democracy che, non
per me, ma per chiunque abbia voglia di fare una seria ricerca
giornalistica, è un'agenzia della Cia voluta da Reagan nel 1983, in
teoria per «aiutare lo sviluppo delle democrazie nel mondo, in realtà,
come è stato provato, per svolgere un lavoro di intelligence o di
discredito verso tutti quei governi o leader non approvati dal governo
degli Stati Uniti o non convenienti alle strategie delle
multinazionali nordamericane. Insomma, campagne destabilizzanti di
disinformazione come quelle contro Cuba o più recentemente contro il
Venezuela. Negli anni '80-90, con i soldi del Ned, furono creati i
famosi comitati per i diritti umani a Cuba. Ce n'era uno in ogni
capitale europea. Solo per Cuba, ma non, ad esempio, per la Cina che
fucilava e fucila più di duemila persone l'anno o per la Russia che ha
trasformato la Cecenia in un mattatoio o la Birmania o la Colombia
degli squadroni della morte e tanto meno per il Guatemala dei
trentamila desaparecidos, dei 627 massacri accertati e delle tremila
fosse comuni. Negli anni '90, però, Clinton considerò sterile e
ipocrita quella strategia che sperperava soldi inutili e la accantonò.
Bush junior è stato più pragmatico. Ha reputato più semplice usare
direttamente il lavoro embedded di agenzie informative, network
radiotelevisivi compiacenti come hanno malinconicamente ammesso
recentemente molti prestigiosi anchormen Usa e associazioni spesso
sovvenzionate a suon di dollari per imporre un'informazione che
giustificasse politiche spesso discutibili. Non a caso, solo un anno
fa l'Onu ha messo in atto un processo di espulsione per tre anni di
Reporters sans frontières dal ruolo di entità consultiva per «atti
incompatibili con i principi e gli obiettivi della Carta delle Nazioni
Unite... E questo a causa del lavoro, non sempre trasparente e non
sempre da giornalisti, riguardo a Cuba.


=== 3 ===

Denunciato il mercenarismo anticubano di Reporters Sans Frontières

15.12 - Il mercenarismo dell'organizzazione Reporters Sans
Frontières (RSF) e il suo ruolo da protagonista nell'aggressione
mediatica contro Cuba sono stati denunciati oggi a La Habana durante
il VII Festival Nazionale della Stampa Scritta. Il giornalista Jean-
Guy Allard, di Granma Internacional, ha detto come l'Unione Europea
(UE) ostacola in modo burocratico una richiesta del suo collega
francese Maxime Vivas, che cerca di smascherare la dipendenza di RSF
dai potenti circoli anticubani negli Stati Uniti. Allard ha elencato
le vicissitudini di Vivas, il cui reclamo va da un ufficio all'altro
senza una risposta coerente e senza azioni precise.

Fonte: Agencia Informativa Latinoamericana Prensa Latina S.A. -
www.prensa-latina.cu



=== 4 ===

http://www.voltairenet.org/article17502.html

ONG: Quando Reporters sans frontieres copre la CIA

di Thierry Meyssan*

Reporters sans frontières gode, in Francia, di un onorevole
reputazione, mentre i media latino americani l'accusano di essere
assoldato dalla NED/CIA. L'associazione raccoglie più di 2 milioni di
euro all'anno grazie al pubblico francese che contribuisce
economicamente ad aiutare i giornalisti oppressi nel mondo. In realtà,
solo il 7% del budget totale di RSF è destinato alla sua missione
principale. La vera attività dell'associazione, da quando ha firmato
un contratto con la fucina d'Otto Reich, si è trasformata in lotta ai
regimi progressisti latino-americani (Cuba, Haïti, Venezuela).

18 agosto 2005


Durante il processo alla Havana, nel 2003, Nestor Baguer ha
pubblicamente chiamato in causa Robert Ménard , e l'ha accusato di
collusione con i servizi segreti statunitensi. Nello stesso periodo,
reporters Sans Frontières (RSF), di cui M. Ménard è il direttore
esecutivo, ha condotto una campagna contro il governo cubano e lo ha
anche accusato di imprigionare giornalisti dissidenti.

Da allora, la polemica non ha smesso di inasprirsi fino a quando la
giornalista statunitense Diana Barathona, del Northern California
Media Guild, facesse un passo in più avanti accusando Reporters Sans
Frontières di essere finanziato dalla NED/CIA e di scrivere i suoi
rapporti sotto l'influenza dell'amministrazione Bush.

Abbiamo ritrasmesso questa controversa sul nostro sito spagnolo, Red
Voltaire, e rimpiangiamo di averlo fatto senza sfumature. Difatti,
l'indagine del nostro corrispondente canadese Jean-Guy Allard, e le
altre verificazioni del nostro comitato francese, dimostra che il
finanziamento diretto di RSF dalla NED/CIA è aneddotico e recente, in
modo tale che non abbia potuto influenzare la sua attività. Intanto ci
scusiamo nei confronti di RSF. Rimpiangiamo, tanto più che questo
errore nasconde fatti davvero sorprendenti.

Inizialmente fondata per mandare reporters a testimoniare dell'azione
d'ONG umanitarie, Reporters Sans Frontières si è evoluto per diventare
un'organizzazione internazionale di sostegno ai giornalisti repressi.
L'associazione è stata riconosciuta d'utilità pubblica dal decreto del
Primo ministro Alain Juppé, il 19 settembre del 1995. Questa posizione
le ha permesso di accedere più facilmente ai finanziamenti pubblici
che rappresentano, negli ultimi conti pubblicati [1] 778 000 euro.
Provengono dai servizi del Primo ministro francese degli Affari
Esterni, dall'Agenzia intergovernativa della francofonia, dalla
commissione europea, dall'OSCE e dall'UNESCO. RSF può anche contare
sul mecenate privato (FNAC,CFAO, Hewlett Packard, Fondation Hachette,
Fondation EDF etc.) per circa 285 000 euro. Tuttavia, la maggior parte
del budget proviene dalla generosità del pubblico, in particolare per
la vendita dell'album annuale per la libertà della stampa e altre
operazioni speciali ossia 2 125 000 euro su un budget totale di 3 474
122 euro.

Ora, l'attività concreta di Reporters sans frontières è molto distante
da ciò che i donatori credono finanziare. Il fondo d'assistenza ai
giornalisti oppressi, vale a dire il pagamento della parcella degli
avvocati che difendono i giornalisti oppressi, il sostegno materiale
alle loro famiglie, lo sviluppo delle Case dei giornalisti, tutto ciò
che rappresenta il cuore dell'attività ufficiale e la ragione della
generosità del pubblico riceve solo … il 7% del budget generale ! Sì,
avete letto proprio bene : per 1 euro dato per i giornalisti oppressi,
solo 7 centesimi arrivano a destinazione.

Dove va a finire il resto?

La vera attività di Reporters sans Frontières è di condurre campagne
politiche con bersagli ben determinati. Sarebbero legittimi se, come
la Fondazione Soros [2], non strumentalizzassero la libertà della
stampa al punto di evocarlo per giustificare gravi violazioni del
diritto internazionale. A titolo di esempio, RSF si è congratulato del
rapimento del presidente costituzionale d'Haïti da parte delle Forze
speciali statunitensi appoggiate da una logistica francese [3], in
quanto Jean-Bertrand Aristide sarebbe stato un "predatore della
libertà della stampa"; un qualificativo sostenuto da una visione
troncata di avvenimenti che mirava a far passare il presidente
haïtiano per il responsabile dei crimini di giornalisti. È giocoforza
osservare che Reporters sans Frontière sosteneva tramite i media
un'operazione nella quale il governo francese si era smarrito, mentre
lo stesso governo francese sovvenzionava l'associazione.

Il carattere ideologico delle campagne di Reporters sans Frontières
mette l'associazione a volte in ridicolo. Così l'associazione si è
indignata del progetto di legge venezuelano mirando a sottomettere i
media al diritto generale, ma non si è preoccupata del ruolo del
magnate dell'audiovisivo Gustavo Cisneros e dei suoi canali TV nel
tentativo del colpo di stato militare per destituire il presidente
costituzionale Hugo Chavez [4].

Alla fine, è a proposito di Cuba che la polemica si è cristallizzata,
tanto è vero che RSF ha fatto del regime castriste l'asso principale
delle sue campagne. Secondo l'associazione, i 21 giornalisti
imprigionati sull'isola sarebbero stati accusati abusivamente di
spionaggio a favore degli stati Uniti e sarebbero in realtà vittime
della repressione governativa. Per lottare contro questo governo, RSF
ha organizzato diverse manifestazioni, tra le quali quella del 14
aprile 2003 davanti all'Ambasciata di Cuba a Parigi la quale è andata
a finire male. Nel suo entusiasmo, l'associazione ha ugualmente
disturbato la sessione della Commissione dei diritti dell'Uomo, alla
sede dell'ONU a Ginevra. I suoi militanti avevano preso da parte la
presidenza libica della Commissione e molestato anche dei diplomatici.
Di conseguenza, RSF è stato sospeso per un anno del suo stato
d'osservatore al Consiglio economico e sociale (Ecosoc) dell'ONU.
Robert Ménard ha stigmatizzato le derive della commissione perché
secondo lui, la violazione dei diritti dell'uomo si trova nelle mani
di specialisti. Però le sanzioni contro RSF sono state votate dagli
Stati perfettamente democratici come l'Africa del Sud, il Brasile, Il
Benino.

Interrogato via telefono, Robert Ménard ricusa le allegazioni secondo
le quali RSF sarebbe stato comprato grazie ai soldi della NED/CIA [5]
per condurre una campagna contro Cuba. Spiega che l'associazione ha
richiesto una sovvenzione all'Agenzia statunitense per aiutare i
giornalisti oppressi in Africa e che alla fine ha ricevuto solo 40 000
dollari à metà gennaio 2005. Di cui atto.

Proseguendo la discussione, M. Ménard ricusa anche le accuse del
nostro collaboratore Jean-Guy Allard, d'altronde giornalista
all'agenzia nazionale Granma Internacional. Nella sua opera, il
Dossier Robert Ménard. Perché RSF si accanisce contro Cuba
[http://www.reseauvoltaire.net/librairie/product_info.php?products_id=41],
questo ultimo riporta i legami personali stretti che il direttore
esecutivo dell'associazione mantiene con gli ambienti di estrema
destra anticastriste a Miami, e in particolare con Nancy Pérez Crespo.
Alzando la voce, ci accusa di proiettare dei presupposti ideologici
sulle cose, mentre la sua associazione e lui stesso si sottopongono
alla più grande neutralità. Poi, ci accusa di accordare credito alla
"propaganda comunista" (sic).

Dopo verificazione, Robert Ménard frequenta davvero l'estrema destra
di Miami e RSF è finanziata dal lobby anticastriste per condurre una
campagna contro Cuba. Nel 2002, RSF ha firmato un contratto con il
Center for a Free Cuba e i cui termini non sono conosciuti. Al termine
di questo contratto, ha ricevuto una prima sovvenzione di 24 970 euro
e poi è stata aumentata e ha raggiunto il 59 201 euro nel 2003.
L'importo del 2004 non è ancora conosciuto.

Il Center for a Free Cuba è un'organizzazione creata per rovesciare la
rivoluzione cubana e riportare al potere il regime di Battista [6]. È
presieduta dal padrone dei Rhum Bacardi, diretta dal vecchio
terrorista Frank Calzon, e articolata a una fucina della CIA, la
Freedom House [7].

Il contratto firmato con il Center for a Free Cuba è stato negoziato
nel 2001 con il responsabile allora dell'organizzazione : Otto Reich,
il campione della contro-rivoluzione in tutta l'America latina [8]. Lo
stesso Otto Reich, diventato vice segretario di Stato per l'emisfero
occidentale, fu l'organizzatore del colpo di stato fallito contro il
presidente eletto Hugo Chavez ;poi, diventato capro espiatorio
speciale del presidente Bush, soprintese l'operazione di rapimento del
presidente Jean-Bertrand Aristide.

RSF: il 7 % di sostegno ai giornalisti oppressi e il 93 % di
propaganda imperialista statunitense.

Thierry Meyssan
Giornalista e scrittore, presidente del Réseau Voltaire

Note:

[1] Gli ultimi conti pubblicati sono quelli del 2003. I conti 2004
saranno pubblicati questo mese.
[2] La Fondazione Soros ha sovvenzionato RSF nel 2003 dando la somma
di 70 378 euro. A proposito di questo organismo, vedere : " George
Soros, speculatore e filantropo "
[http://www.reseauvoltaire.net/article11936.html%5d, Voltaire, 15
gennaio 2004.
[3] " Colpo di Stato in Haïti "
[http://www.reseauvoltaire.net/article12713.html%5d da Thierry Meyssan,
Voltaire, 1 marzo 2004 ; " Jean-Bertrand Aristide, un anno dopo "
[http://www.reseauvoltaire.net/article16329.html%5d, intervista con
Claude Ribbe, Voltaire, 22 febbraio 2005.
[4] " Operazione fallita nel Venezuela "
[http://www.reseauvoltaire.net/article8686.html%5d da Thierry Meyssan,
Voltaire, 18 maggio 2002.
[5] " La NED, nebulosa dell'ingerenza democratica"
[http://www.reseauvoltaire.net/article12196.html%5d da Thierry Meyssan,
Voltaire, 22 gennaio 2004.
[6] Sull'insieme del dispositivo US, vedere " Gli Stati Uniti in
guerra di bassa intensità contro Cuba "
[http://www.reseauvoltaire.net/article10389.html%5d da Philip Agee,
Voltaire, 10 settembre 2003.
[7] " Freedom House, quando la libertà è solo uno slogan "
[http://www.reseauvoltaire.net/article14830.html%5d, Voltaire, 7
settembre 2004.
[8] " Otto Reich e la contro-rivoluzione "
[http://www.reseauvoltaire.net/article13891.html%5d da Arthur Lepic e
Paul Labarique, Voltaire, 14 maggio 2004.