Informazione

I Cattolici evangelizzano il Kosmet. Con l'arma in pugno

"Scacciati i cattivi "fratelli separati" ortodossi (serbi), avanti per
Cristo.
Come in Croazia.
Con i soldi nostri, anche quelli degli atei."
F.R. (Roma)

1. Gli uomini della Sassari costruiscono una chiesa (9/2/2003)

2. KOSOVO: SERBIA DENUNCIA, DISTRUTTO UN TERZO PATRIMONIO ARTE
(21/1/2003)
3. KOSOVO: GOVERNO ALBANESE VUOLE DEMOLIRE CATTEDRALE SERBA
(21/1/2003)
4. CONTINUA LA DEVASTAZIONE DEI CIMITERI ORTODOSSI (29/11/2002)
5. Generale Mini chiarisce che la KFOR non intende proteggere tutte le
chiese ortodosse (21/11/2002)

6. LINK IMPORTANTI per documentazione ulteriore


=== 1 ===

da: La Nuova Sardegna - 9 febbraio 2003

Gli uomini della Sassari costruiscono una chiesa

ROMA. A Jakovica, nel Kosovo occidentale, il quartier generale della
task force Falco, l'unità operativa italiana che dal '99 sotto
bandiera Kfor controlla la parte centrale della brigata italo-tedesca,
ha da ieri una chiesa cattolica interamente costruita dai nostri
militari. L'edificio, in legno e muratura, opera degli uomini del 152º
reggimento della Sassari guidati dal colonnello Giorgio Scarchilli, è
stata consacrata dall'ordinario militare monsignor Giuseppe Mani,
spiega Andrea Angeli, portavoce della missione Onu in Kosovo.
È dedicata alla Sacra Famiglia, e alla cerimonia religiosa è
intervenuto il generale Alberto Ficucciello, comandante delle forze
terrestri, accompagnato dalla consorte Berta per simboleggiare
idealmente tutte le famiglie dei soldati italiani impegnati
all'estero.
Presenti anche il generale tedesco Marcus Bentler, il vice colonnello
degli alpini Franco Primicery e il rappresentante diplomatico italiano
in Kosovo Pasquale Salzano.
Durante l'imponente cerimonia, alla quale hanno preso parte alcune
centinaia di militari dell'esercito e dell'aeronautica oltre che a
decine di carabinieri, poliziotti e finanzieri integrati nella polizia
dell'Onu, hanno ricevuto la cresima 15 dei presenti, soldati e civili.
La chiesa è stata costruita in meno di due mesi. I lavori sono stati
seguiti dal cappellano del contingente sardo padre Mariano Asunis,
presente nei Balcani con le forze Nato dal '96.
La croce della chiesa e' stata donata dalla famiglia leccese di
Stefano Rugge, il capitano dei guastatori morto in un incidente
saltando su una mina in Macedonia nel 2002. La Sacra Famiglia di
Jacovika è il secondo luogo di culto edificato dai militari italiani
nei Balcani. Lo scorso giugno lo stesso frate francescano aveva
consacrato la chiesa di San Pio da Pietralcina alla base militare
italiana all'aeroporto di Skopje.

=== 2 ===

KOSOVO: SERBIA DENUNCIA, DISTRUTTO UN TERZO PATRIMONIO ARTE

(ANSA) - BELGRADO, 21 GEN - Un terzo del patrimonio culturale ksovaro,
per lo piu' quello legato alla cultura ortodossa serba, e' stato
distrutto o danneggiato dopo la fine del conflitto nella provincia,
denuncia il Centro serbo di coordinamento per il Kosovo in una
dichiarazione pubblicata dal quotidiano belgradese 'Blic'. Stando ai
dati del centro, dei 179 monumenti serbi e serbo- ortodossi dell'area,
alcuni risalenti all'alto medio evo, almeno 52 sono stati rasi al
suolo fra l'estate del 1999 -dopo l'esodo delle forze jugoslave e il
rientro dei profughi albanesi- e il maggio del 2001. Sono stati anche
distrutti tre dei 78 monumenti turchi e due dei 38 monumenti albanesi
censiti nella provincia. Il documento sottolinea come il vandalismo
abbia colpito non solo gli edifici storici, ma ''oltre la meta' delle
chiese ortodosse nelle quali si celebrava messa o che erano in
costruzione''. Il fenomeno, a parere degli estensori della
dichiarazione, dimostra come ''il carattere di queste violenze sia non
solo etnico, ma religioso''. Il Centro ha chiesto all'amministrazione
dell'Onu per il Kosovo (Unmik) e alle forze internazionali (Kfor) di
adottare misure di protezione coordinate, piu' che ricorrere a
interventi tampone. Ha poi invitato l'Unesco, l'organizzazione delle
Nazioni unite per la protezione del patrimonio culturale mondiale, a
fornire aiuto tecnico per la ricostruzione e il restauro dei beni
distrutti o danneggiati. (ANSA). OT 21/01/2003 13:55
http://www.ansa.it/balcani/kosovo/20030121135532448231.html

=== 3 ===

KOSOVO: GOVERNO ALBANESE VUOLE DEMOLIRE CATTEDRALE SERBA

(ANSA) - PRISTINA, 21 GEN - Il Ministero dell'Istruzione del governo
del Kosovo ha chiesto che venga demolita la cattedrale ortodossa
dedicata a ''Cristo salvatore'' che sorge nel centro di Pristina e la
cui costruzione, iniziata nel 1991, e' ferma dall'inizio della guerra
(1999). In una dichiarazione diffusa a Gracanica, il vescovo
serbo-ortodosso Artemje ha condannato con sdegno quello che ha
definito ''un esempio senza precedenti di violenza istituzionale
contro il popolo serbo''. ''Le nuove istituzioni del Kosovo -prosegue
il capo della chiesa serba locale- vogliono proseguire la campagna
contro i nostri luoghi di culto gia' intrapresa dagli estremisti
albanesi usando la copertura della legge e della democrazia, mentre la
barbara distruzione di quel che rimane delle chiese serbo-ortodosse
sta continuando sotto gli occhi del mondo democratico''. Secondo la
stampa del Kosovo, il governo avrebbe chiesto la demolizione della
cattedrale, che ha subito negli ultimi anni ripetuti attentati
dinamitardi, affermando che la costruzione e' cominciata senza
permesso su un terreno appartenente al vicino Campus universitario.
Sulla vicenda e' intervenuta anche la missione delle Nazioni Unite che
amministra il Kosovo (Unmik), il cui portavoce, Andrea Angeli, ha
detto all'Ansa che la stessa Unmik non permettera' che la chiesa venga
distrutta. Secondo la diocesi serbo-ortodossa, dall'arrivo della Nato
in Kosovo sono state gia' distrutte o danneggiate con attentati 110
chiese. (ANSA). BLL 21/01/2003 18:01
http://www.ansa.it/balcani/kosovo/20030121180132448754.html

KOSOVO AUTHORITIES ANNOUNCE DEMOLITION OF CHURCH IN PRISTINA

PRISTINA, Jan. 20 (Beta) - The Kosovo Education Ministry and the
Pristina local authorities have announced the possible demolition of a
partly constructed Orthodox Christian Church dedicated to Christ the
Savior in downtown Pristina. On Jan. 20, the Albanian press in Kosovo
quoted the education ministry and the Pristina local authorities'
explanation as being that the church was built on land belonging to
Pristina University and that the builders had no building permit for
this church.

SERBIAN ORTHODOX CHURCH: WE HAVE PROPER DOCUMENTATION

PRISTINA, Jan. 20 (Beta) - Raska and Prizren Bishop Artemije announced
on Jan. 20, that the Serbian Orthodox Church possessed the necessary
and proper documentation for the construction of the Church dedicated
to Christ the Savior in downtown Pristina. He described as absolutely
unacceptable claims that the church was built "on land belonging to
Pristina University." Bishop Artemije also said that if the Pristina
local authorities allowed the demolition of the Orthodox Christian
church, it would "be the clearest message to the Serb people that the
Albanian authorities want an ethnically pure, Muslim Kosovo." "Now,
the new Kosovo institutions have publicly taken over the campaign from
extremist groups of destroying Orthodox Christian churches.
The barbaric vandalization of Orthodox Christian churches is
continuing in alleged democracy and law, right before the very eyes of
the democratic world," Bishop Artemije said. He added that the church
dedicated to Christ the Savior existed in Pristina in the 14th
century, but was destroyed by the Turks, who then built the Pirinez
Mosque at the same place. Bishop Artemije went on to say that the
Pristina Serbs had long intended to reconstruct the ancient shrine on
another site, but the former communist authorities had refused to
issue permission. A building permit was finally obtained in the early
nineties.

=== 4 ===

CONTINUA LA DEVASTAZIONE DEI CIMITERI ORTODOSSI

ORTHODOX CEMETERY IN DECANI DESECRATED AGAIN
GRACANICA, Nov 29 (Tanjug) - Unknown perpetrators have once
again desecrated the Serb orthodox cemetery close to the Visoki
Decani Monastery, the Serbian Orthodox Church press service announced
on Friday. During a visit to the cemetery on Thursday, the Decani
monks, escorted by the Italian KFOR troops, found desecrated graves
and trees which were cut down. The cemetery has been razed and
almost
all monuments smashed.
The Decani orthodox cemetery is about one kilometer away from the
monastery and only some 100 metres from the Italian checkpoint and
KFOR base. "The Bishopric of Raska and Prizren regretfully notes
the continuation of the desecration of orthodox cemeteries in
Kosovo-Metohija and the fact that no-one is capable of stopping these
barbaric acts which threaten to erase the last vestiges of the Serb
nation in this region," a statement said.

+++ ALBANER SCHÄNDEN CHRISTLICHEN FRIEDHOF
DECANI. Zum wiederholten Male haben Albaner den
christlich-orthodoxen Friedhof in Decani
geschändet und verwüstet. Wie der
Informationsdienst der Serbischen Orthodoxen
Kirche berichtet, besuchten Mönche des Klosters
Visoki Decani vorgestern unter Bewachung
italienischer KFOR-Soldaten den Friedhof. Auf dem
Friedhof ist praktisch jedes Grabmal zerstört und
die gesamte Anlage völlig verwüstet. STIMME
KOSOVOS +++
Balkan-Telegramm, 30. November 2002 - http://www.amselfeld.com

=== 5 ===

Generale Mini chiarisce che la KFOR non intende proteggere tutte le
chiese ortodosse

<<Lunedì da Pristina è arrivata una nota del comando Kfor-Nato diffusa
proprio nel giorno dell'arrivo di Kofi Annan, segretario Onu. Nella
nota - emessa dopo la distruzione con attentati al tritolo di
due chiese ortodosse che non avevano protezione militare - si
giustificava la disattenzione dei militari atlantici annunciando anzi
che la Kfor-Nato in Kosovo d'ora in poi proteggerà solo «siti
religiosi d'importanza storico-artistica e attivi al culto», perché
«quelle chiese erano da tempo abbandonate e non avevano rilevanza
artistica, una era stata costruita nel 1940 e l'altra nel 1997 e non
contenevano arredi di alcun genere».
Essendo la Kfor-Nato in Kosovo comandata dal generale italiano Fabio
Mini, l'incredibile «nota» non può che essere sua. Ed è vergognoso. >>
(da: "Un Mini-generale da icona", di T. Di Francesco. "Il Manifesto"
del 21/11/2002)


=== 6 ===

LINK IMPORTANTI per documentazione ulteriore:

Genocide or a ''Multi-Ethnic Society''?
The Systematic Destruction of Orthodox Christian Churches and
Cemeteries in Kosovo-Metohija and Macedonia (by Carl Savich)
http://www.serbianna.com/columns/savich/037.shtml

WAR AGAINST THE DEAD
Systematic Post-war Desecration of Serb Orthodox Cemeteries
by Kosovo Albanian Extremists and Vandals
http://www.decani.yunet.com/wad.html

Bishop Artemije: New Kosovo institutions now taking over the campaign
of destroying Serb Orthodox heritage
http://www.kosovo.com/default4.html

www.resistenze.org - popoli resistenti - macedonia - 08-02-03


APPELLO dalla Macedonia


La popolazione macedone, profuga di Arachinovo, chiede aiuto

Noi, popolazione macedone profuga del villaggio di Arachinovo,
vogliamo fare un appello al lettore, in qualità di membri della
nostra associazione "ZORA".
Il 6 giugno del 2001, noi siamo stati espulsi violentemente dal
nostro villaggio, e oggi viviamo ancora in convitti scolastici
nella capitale macedone di Skopje. Per dieci anni abbiamo
vissuto sotto le pressioni degli albanesi, che toccarono il culmine
con l'espulsione della nostra popolazione dal proprio villaggio.
Durante l'ultimo bombardamento di Arachinovo, a giugno,
quando fonti, molto attendibili, rilevarono che molti degli istituti
governativi mondiali si erano compromessi, noi, gente comune,
perdemmo le nostre case, tutto ciò che possedevamo, la nostra
pace e la nostra dignità.

Durante gli scorsi 16 mesi, il vandalismo nel villaggio non si è
fermato. A dispetto delle pattuglie di polizia, formate
congiuntamente da Macedoni e Albanesi, le abitazioni
Macedoni, sono ancora un obiettivo permanente degli atti di
violenza. Anche porte, finestre, linee telefoniche e ogni cosa che
all'inizio fu lasciata intatta, sono state rubate dalle abitazioni.
Sono state collocate bombe nelle abitazioni e, il 10 febbraio del
2002, un Macedone di Arachinovo è morto per via di una
bomba messa nella casa del fratello. Negli ultimi mesi cinque
case macedoni sono state incendiate e distrutte. Uno dei pochi
anziani che hanno deciso di tornare al villaggio è stato derubato
dei suoi attrezzi agricoli e delle sue vacche. Un membro delle
truppe di polizia ha chiaramente affermato che tornare ad
Arachinovo è pericoloso per loro, così come per tutti coloro, che
oserebbero dire al mondo tutta la verità sulla strage.
Sebbene a noi non si presta troppo ascolto, poiché gli albanesi
hanno una lobby internazionale molto forte, la verità sta
venendo a galla, sia sulla carta stampata che sui media
elettronici, e vi sono segnali che l'opinione pubblica
internazionale sia orientata a modificare il suo giudizio finale
sulle violenze e gli scontri in Kossovo e Macedonia. Ciò vuole
dire che sarà finalmente provato che dietro tutte le lamentele
degli albanesi sui diritti umani si nasconde ben altro - la
conquista di territori.
Se gli albanesi non fanno uso della guerra per ottenere
espansione territoriale, allora fanno uso dell'incremento
demografico. Ogni anno ad Arachinovo vi sono fra le 600 e le
800 nuove nascite, di queste solo fra le 6 e le 8 sono di bambini
macedoni.

Risolvere la nostra situazione sociale è il problema che stiamo
affrontando noi, popolo profugo di Arachinovo, insieme a quelli
delle altre regioni colpite dalle crisi degli ultimi anni. Anche se
abbiamo richiesto che ci fosse garantita una nuova sistemazione
(progetto per alloggiamenti provvisori), fino a che le tensioni
non fossero cessate, per via delle pressioni della comunità
internazionale alloggiamenti permanenti non verranno costruiti,
in quanto si pensa che agevolerebbero la pulizia etnica. Così, da
una parte la Grecia fa pressione perché vengano ricostruite le
case in quanto parte di una "Prospettiva Europea", dall'altra il
nostro stato non è in grado di garantirci sicurezza.

Riconosciamo che siamo in una situazione disperata e che
siamo anche incompresi da quei macedoni, che non sono della
regione colpita dalla crisi. Alcuni dei nostri concittadini
macedoni si aspettano che noi torniamo ad Arachinovo, dove
dovremmo fornire protezione per la vicina Skopje. Considerando
che un'area particolarmente estesa della Macedonia è ancora
sotto l'occupazione militare degli estremisti albanesi, questa
regione sarà insicura per qualche tempo. Comunque, dato che i
giochi olimpici si terranno fra due anni ad Atene, non c'è da
sorprendersi che la Grecia non sia disponibile a finanziare la
ricostruzione delle nostre case.
I bambini macedoni di Arachinovo non hanno avuto la
possibilità di vivere liberi ne di godere della protezione della
polizia per molti anni, e ora, noi genitori, dopo avere superato i
traumi e le sofferenze della guerra, non abbiamo alcuna
intenzione di riportare i nostri figli al villaggio. Non vogliamo
che loro vi ritornino, soprattutto dopo che loro hanno visto le
case dove sono cresciuti andare in cenere. Noi genitori sappiamo
anche che almeno un albanese, per ogni abitazione albanese di
Arachinovo, è andato a unirsi ai terroristi kossovari durante il
conflitto dell'ultimo anno.

Molto spesso i giovani pensano di lasciare la Macedonia, poiché
lo Stato non ci fornisce alloggi fuori da Arachinovo. Noi
chiediamo che voi ci aiutiate moralmente e finanziariamente,
per uscire fuori da questa crisi. Noi apprezzeremo moltissimo
ogni tipo d'assistenza ed anche il vostro aiuto nel dire al mondo
l'unica verità, cioè che noi Macedoni siamo stati espulsi, le
nostre case distrutte, bruciate e svaligiate. E tutto ciò sta
avvenendo mentre falsi racconti, di Albanesi privati dei loro
diritti e torturati, vengono diffusi per il mondo. Grazie alla loro
esplosione demografica e a bugie, gli Albanesi hanno creato con
successo l'idea fraudolenta di un martirio.
A quanto pare, l'Europa ed il resto del mondo ci stanno
relegando, come qualcosa da accantonare. Noi speriamo
finalmente di essere compresi. Noi attendiamo con ansia il
vostro aiuto, e saremo contentissimi di esprimere la nostra
gratitudine per l'opportunità dataci di esprimere noi stessi.

Cordiali saluti

La popolazione profuga di Arachinovo

A cura dell'Associazione "SOS Yugoslavia" - Torino

http://www.resistenze.org/sito/te/po/ma/poma3b08.htm

1) CROISADE DES FOUS avec Diana Johnstone & Jean Bricmont

2) Michel Collon et Vanessa Stojiljkovic: LE DAMNEES DU KOSOVO

3) LA RFA DANS LA GUERRE AU KOSOVO
Chronique d'une Manipulation
un noveau livre de Juergen Elsaesser


=== 1 ===

http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/files/plakat.JPG


Dans le cadre du cycle de débats contre la guerre

Le 26 février à 18h à la SORBONNE
amphi de gestion, rue Cujas,
Les Amis du MONDEdiplomatique présentent la

« Croisade des Fous :

La Yougoslavie, l'OTAN et les fantasmes Occidentaux »

Pluto Press, London, 2002 by Diana J. www.plutobooks.com


Kosovo, Afghanistan, Irak ....et ensuite ?

Avec Diana Johnstone et Jean Bricmont


http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/files/plakat.JPG


=== 2 ===


ATTAC PARIS 13
CALENDRIER DES EVENEMENTS A VENIR

Mercredi 26 fév. à 19h15 : réunion-débat organisée par Attac Paris 13

avec Michel Collon:
" La guerre aujourd'hui : du Kosovo (1999) à l'Iraq (2003)" ;

la réunion débutera avec la projection du film
"Les damnés du Kosovo"
(durée 78 min ; auteurs : Michel Collon et Vanessa Stojilkovic)

à la Maison des Associations du 13è, 11 rue Caillaux, 75013 Paris
(métro Maison Blanche).


=== 3 ===


From: Jürgen Elsässer


Chers Amis de la Yugoslavie,

je suis heureux de vous annoncer que mon livre est finalement traduit
en francais (les editions serbes et italiennes sont en vente deja
depuis quelques mois):

LA RFA DANS LA GUERRE AU KOSOVO
Chronique d'une Manipulation

260 p., 22 euro
(Traduction de Pauline Massy et Edouard Recezeg)

Vous pouvez commander un livre chez L'Harmattan, je pense que c'est
gratuit pour journalists:
L'Harmattan, 5-7 rue de l'Ecole-Polytechnique, F-75005 Paris, France
Tel. 01-40467922 (service de presse)

En mars, une presentation de livre est prevu a Paris.
J'espere de vous voir
...

Amicalement,
Juergen Elsaesser


Nouveaux textes en: www.juergen-elsaesser.de

---

Table des matières

Préface
L'Océania fait la guerre 5

Chapitre I
"La Rampe de Srebrenica? 11
Comment les Allemands ont participé à leur première guerre depuis 1945

Chapitre II
Les Amis de Fischer 43
Ou : Comment inventer une raison de guerre

Chapitre III
Racak : Le Silence de Mme Ranta 61
Les protocoles d'autopsie démentent la version de l'OTAN d'un massacre
commis par les Serbes

Chapitre IV
Les Magouilles de Rambouillet 75
Que s'y est-t-il passé ?

Chapitre V Wag the Dog 93
Comment Fischer et Scharping inventèrent une campagne d'expulsion
serbe : l'opération Fer à cheval

Chapitre VI
Sexe, Mensonges et Vidéos 111
Les armes-miracles de Scharping dans son combat contre la propagande
de Milosevic

Chapitre VII
Où sont les champs de morts ? 117
Propagande annonçant des centaines de milliers de Kosovars albanais
massacrés

Chapitre VIII
Charniers oubliés 143
Les "dommages collatéraux" des bombardements et le cynisme des
responsables

Chapitre IX
Prizren, Ville vidée des Serbes 157
Le mensonge d?une Bundeswehr aux mains propres

Chapitre X
Le Fascisme albanais 175
La fable de l'avenir multi-ethnique d'un Kosovo sous protectorat de
l'OTAN

Chapitre XI
Une Crédibilité appauvrie 193
La discussion à l'Ouest sur l'armement à uranium appauvri est
hypocrite et vise une conduite de guerre plus efficace

Chapitre XII
Au commencement fut le mensonge 193
Comment la justice et la politique réagissent aux preuves portant sur
la culpabilité allemande dans la guerre

Annexe 1
"La libanisation du pays" 193
Compte-rendu de la presse internationale et expertises de la situation
au Kosovo entre le début des années 70 et celui des années 90

Annexe 2
"Un traitement moins bon de la population albanophone n'a pu être
constaté" 193
Le ministère allemand des Affaires étrangères sur la situation au
Kosovo de 1990 à la fin 1997

Annexe 3
"La distinction entre les soldats de l'UCK et les civils est
difficile" 193
Le ministère allemand des Affaires étrangères à propos de l'escalade
de la violence au Kosovo à partir du printemps 1998

Annexe 4
Des montagnes de cadavres par ouï-dire 193
Une analyse de l'étude de l'OSCE As Seen, As Told sur les violations
des droits de l'homme au Kosovo

ARTEL GEOPOLITIKA by www.artel.co.yu
office@...
Datum:23 januar 2003. g.


Beogradski forum: Ne rat protiv Iraka

BEOGRADSKI FORUM ZA SVET RAVNOPRAVNIH
Broj 10/2003
Beograd, 22. januara 2003. godine

Beogradski forum za svet ravnopravnih sa dubokom
zabrinutos?u prati pripreme oru?anog napada SAD i Velike
Britanije protiv Iraka. Gomilanje ogromnih vojnih snaga i
naoru?anja na granicama Iraka i u regionu Bliskog Istoka odvija
se pred o?ima svetske javnosti uz grubo krsenje Povelje UN
koja zabranjuje pretnju i upotrebu sile i nala?e mirno resavanje
svih problema.
Potvrdjuje se da ameri?ka administracija nije zainteresovana za
istinu ve? za uspostavljanje svoje kontrole nad najbogatijim
nalazistima nafte i gasa u svetu. Ako bilo koja zemlja na svetu
poseduje oru?je za masovno unistavanje, onda su to SAD na
prvom mestu. Rat protiv Iraka ?ele upravo da iskoriste za
isprobavanje novih oru?ja za masovno unistavanje.
Dok ogromna ve?ina zemalja u svetu, uklju?uju?i i sve Arapske,
tra?e da se sva pitanja sa Irakom rese mirnim, diplomatskim
putem, u duhu Povelje UN, amari?ka administracija upravo
insistira na ratnoj opciji, ?ak i mimo saglasnosti Saveta
Bezbednosti.
Ira?ki narod, koji pla?a te?ak danak dugogodisnjih sankcija i
gotovo svakodnevnog ameri?ko-britanskog bombardovanja,
sada ?ivi u permanentnom strahu od najavljenog totalnog rata.
Beogradski forum pridru?uje se i podr??ava medjunarodne
proteste u Evropi i svetu protiv oru?anog napada na Irak.
Forum poziva sve organizacije, institucije civilnog drustva,
javnost i pojedince kojima je stalo do mira i postovanja
medjunarodnog prava da se pridru?e protestima u Evropi i
svetu protiv agresije na Irak i zatra?e mirno resavanje svih
pitanja politi?kim, diplomatskim putem, u skladu sa Poveljom
UN.
Nasa javnost ima pravo i moralnu obavezu da se jasno opredeli
protiv rata, jer su gradjani nase zemlje bili direktna ?rtva
agresije NATO pakta i na svojoj ko?i osetili trajne pogubne
posledice politike sile i krsenja Povelje UN.
Beogradski forum poziva jugoslovenske vlasti da ne dozvole
koris?enje jugoslovenske teritorije, pomorskih luka i vazdusnog
prostora za pripreme ili bilo koje vojne akcije protiv Iraka, jer
bi to zna?ilo uvodjenje zemlje u rat protiv prijateljskog naroda i
dr?ave.

BEOGRADSKI FORUM ZA SVET RAVNOPRAVNIH
11000 Beograd, Misarska 6/II, Jugoslavija
Tel/Fax: (*381 11) 3245601
www.belgrade-forum.org